ESPERIENZA DI VENDEMMIA —Ottobre 2014— sezioni B—C · BULLISMO: CHE COS’ É Il bullismo è...

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Dicembre 2014 Il Gallettino Il 4 novembre abbiamo ricordato l’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, avvenuta il 4 novembre 1918. Noi studenti dell’Istituto Compren- sivo di Gallicano nel Lazio, abbiamo fat- to una parata che è partita dal piazzale Caduti di tutte le Guerre fino in piazza della Rocca. Una volta arrivati è stata fat- ta l’alza bandiera e cantato l’inno nazio- nale, poi è stata deposta una corona d’alloro, offerta dall’Università Agraria di Gallicano, alla lapide che ricorda i ca- duti del nostro piccolo paese al fronte. A seguire, alcuni ragazzi della classe 3 H hanno letto delle lettere dal fronte di un ufficiale gallicanese, Ermanno Tancredi attraverso le quali abbiamo avuto una co- noscenza più diretta e straziante della vita nelle trincee; questi ricordi ci hanno fatto riflettere su quanto hanno sofferto i sol- dati italiani per la nostra patria, ma ci hanno fatto capire che anche Gallicano ha dato il suo piccolo contributo per l’unità nazionale. La giornata uggiosa ha reso l’atmosfera ancora più triste e toccante. I ragazzi della 3 G hanno realizzato uno striscione con i colori della nostra bandiera recante lo slogan: “ Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor”- Claudio Chitarrini 3 G

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Dicembre 2014

Il Gallettino

Il 4 novembre abbiamo ricordato l’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, avvenuta il 4 novembre 1918. Noi studenti dell’Istituto Compren-sivo di Gallicano nel Lazio, abbiamo fat-to una parata che è partita dal piazzale Caduti di tutte le Guerre fino in piazza della Rocca. Una volta arrivati è stata fat-ta l’alza bandiera e cantato l’inno nazio-nale, poi è stata deposta una corona d’alloro, offerta dall’Università Agraria di Gallicano, alla lapide che ricorda i ca-duti del nostro piccolo paese al fronte. A seguire, alcuni ragazzi della classe 3 H hanno letto delle lettere dal fronte di un ufficiale gallicanese, Ermanno Tancredi attraverso le quali abbiamo avuto una co-noscenza più diretta e straziante della vita nelle trincee; questi ricordi ci hanno fatto riflettere su quanto hanno sofferto i sol-dati italiani per la nostra patria, ma ci hanno fatto capire che anche Gallicano ha dato il suo piccolo contributo per l’unità

nazionale. La giornata uggiosa ha reso l’atmosfera ancora più triste e toccante. I ragazzi della 3 G hanno realizzato uno striscione con i colori della nostra bandiera recante lo slogan: “ Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor”- Claudio Chitarrini 3 G

ESPERIENZA DI VENDEMMIA—Ottobre 2014—sezioni B—C

I bambini di tutte le sezioni di Gallicano: “Facciamo le ciam-belle con il vino per addobbare il nostro albero di Natale e costruiamo il mondo per il nostro prese-pe” Struttura con due cer-chi uniti a croce, filo di ferro e scotch. Copertura fatta dai bambini con acqua, colla vinilica e scottex. Pittura a tempera

Sez. b-c— albero di natale su cartone pitturato e decorato con semi di zucca, ceci, favino nero, mais, arance e fagioli.

SEZIONI A-B di POLI Alberelli fatti con giornali piegati Fili dorati a pezzettini e neve di polistirolo.

Sezione G

Progetto carta da riciclare– Creazione di fogli di carta riciclata. Alberelli realizzati con carta riciclata e decorati con collage polimaterico: bottoni, merletti ecc.

Sezione E Sezione A

Sezioni F—D Alberello realizzato con tappi, bottoni, stuz-zicadenti, tempera e perline.

PER NATALE ABBIAMO ABBELLITO LA NOSTRA CLASSE I C

REALIZZATO DA LUCREZIA RITA-ROSSI CLASSE I C

Fame,sete,stanchezza… Sensazioni che Kailash non ha mai provato. Lui, indiano di stirpe nobile, è stato amato e coccolato. Perplessità, si!! Un giorno, mentre stava andando a scuola, qualcosa stuzzicò la sua curiosità. Una domanda gli frullava in testa e moriva dalla voglia di sa-pere. Tutto era cominciato quando aveva incontrato un bambino lungo la strada. Non si dirigeva verso la sua scuola, ma puntava verso la fabbri-ca di mattoni, insieme al padre. -Perché i bambini sono sottoposti allo sfruttamento? -chiese a diverse persone. Nessuno gli dava una spiegazione valida. La povertà costringeva i pic-coli a lavorare. Per molti anni questa problematica lo accompagnò e lo fece riflettere. Con coraggio e determinazione riuscì a liberare tantissimi bambini dalla schiavitù, rinunciando ai suoi privilegi e alla sua carriera di inge-gnere elettronico. Il 10 dicembre 2014 gli è stato assegnato il premio Nobel per la Pace. Grazie Kailash. Questo Nobel lo meriti davvero!!

A Kailash Satyarith,(colui che cerca la verità) Valentina Caratelli 5A

Maibe Another Time…Maibe Another Time…Maibe Another Time…Maibe Another Time…(forse un’altra volta)(forse un’altra volta)(forse un’altra volta)(forse un’altra volta)

Tra i corti che hanno proiettato al Cinema Principe di Pa-

lestrina, ce n’ era uno che trattava il tema dello sfrutta-

mento minorile. Il bambino si chiamava Lakan ed era sfrut-

tato da un gruppo di criminali nella raccolta di rifiuti;li

raccoglieva dai cassonetti e li portava in discarica dove lo

pagavano,ma i soldi li prendevano i suoi aguzzini. Lakan si

sentiva diverso dagli altri bambini e il suo sogno era quello

di correre,giocare e sognare come loro,avere la stessa

spensieratezza.

Era un suo diritto,o no?

Classe 5A

Riflessioni sul film “Iqbal”Riflessioni sul film “Iqbal”Riflessioni sul film “Iqbal”Riflessioni sul film “Iqbal” Questo film drammatico,racconta la storia di una famiglia

molto povera e della sua disperazione; è costretta, per po-

ter sopravvivere, a vendere il figlio più piccolo ad un ricco

mercante di tappeti. Iqbal, nonostante la tenera età, é un

bambino coraggioso, testardo e ribelle, una minaccia per

gli sfruttatori. Nella parte finale, è stato bello veder corre-

re Iqbal sulla spiaggia, con in mano il suo aquilone, simbolo

della lotta contro la schiavitù. Che tristezza però, vederlo

accasciarsi, con uno sparo gli avevano tolto la vita, ma non

quello per cui aveva lottato tanto: liberare tutti i bambini

dalla schiavitù. Rabbia,tristezza e delusione sono le emo-

zioni che questo fil ha suscitato in noi

Classe 5A

INCIPIT FUTURO E TECNOLOGIA Loredana, detta “ la molesta”, navigava in internet e sgranocchiava, chattava con gli amici e si ingozzava di patatine, senza un pensiero al mondo. – Che schifo! Sei veramente disgustosa!- Dis-se una voce. “Molesta alzò la testa dallo schermo: Chi aveva parlato? Era sola nella sua stanza. Si leccò le dita guardandosi intorno perplessa. – Bleah!!! Non osare toccarmi adesso! Tieni la tua saliva lontana dal mio schermo! Molesta fissò lo smartphone che stava vibrando tutto, era appar-sa una specie di faccia schiacciata contro il vetro dall’interno. – Ma… sei un video? Come fai a vedermi? Sei su Whatsapp?- chiese lei. – Macché su Whatsapp! Sono l’ upgrade del software e ho tre desideri inclusi- rispose la faccia.- Ma non so se te li meriti. Quelle dita unte…insomma, questo è un touch, potresti anche evitare! Quindi sei una specie di genio sul telefonino?- chiese ancora Molesta, interessata. – Mi piace che mi chiami genio- rispose il telefonino, vibrando d’orgoglio-Ho anche una fantastica App per imparare l’inglese oppure i tre desideri: cosa scegli? – Di sicuro i tre desideri- esclamò Molesta, già pensando a cosa ordinare. Te lo dico da amico: i tre desideri vanno sempre a finire male, invece con l’inglese ti garantisci un futuro.- Sei sicura della tua scelta? Sondò il genio con un sospiro. – Sicurissima! Voglio esprimere i tre desideri su-bito!- Come vuoi, sappi però che non posso far apparire oggetti, tipo una friggitrice nuova e non posso resuscitare i morti. Ora vai a lavarti le mai e sgrassami lo schermo per favore. Molesta torna dal bagno con le mani pulitissime. Aveva contato tre volte “ tanti auguri a te” co-me diceva la sua maestra. A scuola avevano spiegato che il tempo necessario per lavare le mani da tutti i batteri durava “ un tanti auguri a te” quindi per non sbagliare, Molesta lo aveva contato tre volte e si era portata dietro lo sgrassatore e la pezzetta per pulire lo schermo. Dopo aver pulito per bene lo smartphone felice disse:- Allora, hai pensato i tre desideri?- Molesta urla a gran voce:- Siii!!!!!-. Lo smartphone disse:- Sei sicura che non vuoi l’ app per imparare l’ inglese? Confer-mi?-. E Molesta rispose:- Nel mio futuro voglio diventare famosa, mangiare patatine e vivere co-me voglio!!!!- Il telefono concluse:- Ok fatto-. La bambina rimase perplessa e con voce irritata chiese:- Si, ma come faccio a sapere se hai fatto qualcosa? Io lo voglio sapere ora!!!!-. – Bene- disse lo smartphone:- Sei una bambina furba e non ti fidi, allora sai che ti faccio vedere un tratto della tua vita futura, ma solo qualche minuto!!!!-. Il telefono carica un video sul suo schermo e chiese alla bambina di caricarlo. Dopo l’avvio comparve un video dove c’è Molesta da grande che nuota in una piscina di patatine fritte e un giornalista che raccontava che era la donna più fa-mosa del mondo perché era la proprietaria della fabbrica più grande al mondo di patatine fritte. Il video terminò e Molesta si spaventò di ciò che aveva visto riprovò a far ripartire il video, ma que-sto sparì dallo schermo. E lo smartphone non parlava più zitto e muto!! Rimase spaventata sul video che aveva visto e si sdraiò sul letto a guardare il soffitto. Aveva nella mente tutte le immagini e questa cosa cominciò a tormentarla. Allora si alzò di colpo e guardando il telefono disse:- Oggi creo il mio destino, le mie scelte- Lo guardò ma silenzio to-tale, poi la sua attenzione fu presa dall’ icona dell’App per imparare l’inglese. Scaricò l’App e cominciò ad esercitarsi e il giorno dopo chiese ai suoi genitori di frequentare un corso d’ inglese dopo la scuola. Le patatine furono bandite dalla sua dieta. Alla fine era vero che mangiare tutte queste patatine non era salutare. La pancia era sempre gonfia lo stomaco le bruciava e le mani unte che sapevano di olio e formaggio anche dopo averle lavate. L’ estate successiva i suoi geni-tori per premiare il suo impegno nello studio le regalarono una vacanza-studio a Londra per im-parare meglio l’inglese. Durante questi mesi Molesta aveva perso qualche chilo non mangiando più schifezze e andando in palestra con le sue nuove amiche. Quell’ estate fu la svolta della sua vita. Imparò l’inglese e la ragazza si trasferì a Londra per finire gli studi trovò tanti amici, l’amore e si creò una famiglia. Certo non era famosa, non poteva fare quello che voleva e non mangiava più schifezze, ma quella state Loredana creò il suo destino. IV C

L’amicizia con il cuore e non con le orecchie Io penso che un’amicizia vera si basa sul cuore e non sulla mente e non conta l’aspetto fisico o la bellezza ma dire:” Ti voglio bene” E pensarlo veramente. Racconto della mia amica Giada,ci siamo conosciute così per caso,beh lei mi sa capire,mi sa ascoltare,mi da’consigli e io faccio le stesse cose con lei. Giada è quel genere di amica vera che sa volerti bene,sa volere bene anche con una semplice battutina. Nonostante lei viva a Venezia ed io a Gallicano,nonostante non ci sentiamo spesso per-ché lei fa la terza media e si prepara per gli esami,le poche volte che ci telefoniamo ci sentiamo molto vicine. Spesso ci raccontiamo le cose che ci sono accadute,voti brutti,voti belli;ci diciamo tutto,e questo è l’aspetto più bello di un’amicizia. Azzurra Petrucci II G

IL BULLISMO: Il bullismo è un modo per emerge-re, per emergere bisogna proteggere, non distruggere! I bulli si sentono superiori e, i più deboli vogliono far fuori I bulli sono prepotenti, e… vogliono essere seguiti da tanti quindi, proviamo più a non seguirli, son certa che la smetteranno di es-serlo. Se vediamo un bullo in azione, gridiamogli “Basta! Non hai nessu-na motivazione”!! ASIA CRISTINI 2G

BULLISMO: CHE COS’ É Il bullismo è una forma di comportamento violento, attuato tramite di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di sé stessi o nei confronti dei pari. I primi studi sul bullismo si svolsero nei paesi scandinavi a partire agli inizi degli anni Settanta e poco dopo, anche nei paesi an-glosassoni, in particolare Gran Bretagna e Australia: uno degli studi pionieristici, in particolare, si deve alle indagini di Don Ohwes, a seguito di una forte reazione dell’opinione pubblica norvegese dopo il suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese in-flitte da alcuni loro compagni. Letteralmente il termine “bullo” che significherebbe prepotente, tuttavia la prepo-tenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare, è solo componente del bullismo, che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale. In Inghilterra non esiste una definizione univoca, mentre in Italia con il termine bulli-smo si indica generalmente << il fenomeno delle prepoten-ze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei; in Danimarca, si usa il termine (mobbing) così come in Svezia e Finlandia derivante dalla radice inglese “ mol stonte” e sta a significare << un gruppo di persone im-plicato in atti di molestia>> che è appunto, il calco dell’ inglese” ( bulling). ANDRADA GIUSVELAZ 2G

UNIONE E CORAGGIO SCOFFIGGONO IL MALVAGIO

Certo tutto era meravigliosamente piacevole , ma non ci crederete , anche un po’ preoccu-

pante per l’animaletto : tutto nuovo , tutto colorato e soprattutto tanta vita intorno. Il pic-

colo coniglio se ne era stato per tanto , troppo , tempo rinchiuso nella cinquantesima gab-

bia sin dal giorno in cui degli uomini malvagi , lo avevano catturato e messo in gabbia ,

pronti a spedirlo insieme agli altri cinquanta conigli ad un laboratorio scientifico. A dire il

vero , solo solo poi non si era mai sentito. Ogni giorno la sua mamma e il suo papà passan-

do di lì gli portavano cibo e acqua , aveva potuto scambiare qualche piccola battuta ed an-

che qualche sguardo , di tanto in tanto , con gli altri cinquanta “sfortunati” , figli di altret-

tanti genitori pieni di premure per i loro cuccioli. I malvagi , non avevano molti mezzi , non

possedevano ricchezze particolari ed è per questo motivo che misero i malcapitati in gab-

bie di vimini. Una di esse era più esposta alle intemperie delle altre. E fu proprio questo

motivo , per cui la gabbia di Bandy per prima si consumo tanto che il coniglietto si ritrovò

senza più un tetto sulla testa. Che fare ora ? Solo , incredulo e impaurito , mille emozioni gli

attraversarono il suo morbido e folto pelo fino a farlo diventare crespo. Titubante , pensò

che quella fosse la giusta occasione per sfuggire al suo destino non proprio bello.

Mi allontano un po’? Faccio un giro nei dintorni per vedere che altro c’è ? – Continuava a

tormentarsi. Tanto curioso quanto impaurito decise di addentrarsi nel bosco. Camminava

svelto svelto , si guardava intorno con timore , il suo passo aumentava sempre di più ,

quando di botto si arrestò…versi strani udirono le sue orecchie e cose sconvolgenti videro i

suoi occhi , animali più grandi che si nutrivano di animaletti più piccoli i quali si dimenava-

no per sfuggire ai denti aguzzi dei predatori . E che cosa era mai questo ? Perché cibarsi di

altri simili ? Anche lui avrebbe dovuto fare la stessa cosa , ora che la fame stava iniziando a

farsi sentire ? Giammai !!! Iniziarono a tornargli in mente quelle carotine e quella fresca in-

salatina offertagli dalla mamma. Decise di continuare il percorso , sempre più spaventato.

Udì dei colpi e vide in lontananza un omone con pantaloni maculati e gilet in tinta che si

aggirava con uno strano arnese di metallo in mano. Non sapeva bene cosa fosse , ma quan-

do l’arnese venne azionato uscì fuori un proiettile che raggiunse e fece strapazzare al suolo

un cerbiatto (povero!!!) fu proprio allora che se la diede a gambe !

Per cercare riparo , come un fulmine , riprese la stradina dalla quale era venuto. Tornò in-

dietro sperando di potersi rintanare nella sua gabbia , vicino a quelle dei suoi amici nella

quale sarebbe stato di nuovo al sicuro. Strada facendo già progettava come potersela rico-

struire (la sua dimora ormai non esisteva più , ricordate ? Era stata consumata dal tempo.

Arrivò trafelato e……………noooooooooooooo non ci crederete non esisteva più nessuna

gabbia , non c’erano più gli altri cinquanta conigli , non c’era più neanche il maestoso albe-

ro che gli offriva ombra e riparo. Si interrogò perplesso su cosa potesse essere accaduto ,

non riuscì però a trovare alcuna spiegazione , fu allora che decise di armarsi di coraggio.

Doveva assolutamente trovare almeno un alleato. Bandy , come nessun altro , non poteva

sopportare l’idea di continuare la sua esistenza da solo. Si appoggiò con la schiena curva ad

un masso , le sue zampette incrociate ancora tremavano , quando all’improvviso scorse , in

lontananza , una sagoma che incedeva a passo lento. Doveva ancora spaventarsi ? Esisteva

un nuovo pericolo ? Era necessario fuggire ancora ? Decise di provare ad avere coraggio !!!

Si rizzò , appuntì le sue orecchie , l’immagine si faceva sempre più nitida. Chi era quello

strano animale che non gli somigliava per nulla ? Senza denti , muso lungo e sottile a forma

di tubo , bocca minuscola , abbondante pelliccia , occhi e orecchi piccolini ? Cosa voleva da

lui ? Tranquilli scampato pericolo ! Lo strano animaletto voleva solo far amicizia. Si trattava

di un innocuo formichiere. Anche esso era sopravvissuto alla catastrofe che aveva colpito e

sterminato i suoi simili. Anch’esso si sentiva solo e impaurito , anch’esso andava alla ricerca

di qualcuno con cui trascorrere le sue giornate. Appena i due si incontrarono iniziarono a

scrutarsi : Bandy doveva capire se si poteva fidare e il formichiere doveva decidere se fare

amicizia con Bandy o se tirare dritto alla ricerca di qualcun altro , magari più simpatico !!!

Mentre i due animali riflettevano sulla possibilità di fare amicizia o meno , in lontananza , si

iniziava ad udire uno strano rumore , forse passi che andavano veloci su un terreno ricco di

foglie secche e che producevano uno strano fruscio. Ad un tratto videro , spuntare da un

verde e folto cespuglio , quell’arnese che Bandy già aveva visto poco prima nel bosco. Subi-

to dopo comparve un’enorme ombra che venne subito riconosciuta da Bandy . Si trattava

proprio di quell’omone del fucile. In quel momento i due si guardarono fissi negli occhi e

subito scattò l’intesa : le loro mani si unirono , le loro zampe iniziarono ad andare veloci

ma , non trovando un valido riparo decisero insieme di scavare una buca dove sarebbero

stati al sicuro.

Scavarono così velocemente che in pochi attimi il rifugio f pronto e i due animali rapida-

mente vi entrarono. Sorpresa !!! Indovinate chi trovarono in quella tana ? Voi starete pen-

sando agli altri cinquanta coniglietti … si proprio loro ma ………. anche tutte le verdi e fre-

sche insalatine e carotine , quindi anche tutti i genitori . Il cacciatore non vedendoli più co-

minciò , in modo agitato , a guardarsi intorno e urtando contro un albero gli cadde il fucile

nella buca. Senza la sua arma non si sentiva più forte e quindi decise di ritornarsene da do-

ve era venuto. Rimasero con un palmo di naso anche gli uomini malvagi che non trovarono

più le gabbie. I due animali , ancora più spaventati , si abbracciarono forte forte e nacque ,

in quel momento , la loro amicizia. Potevano fidarsi l’uno dell’altro. Da quel momento in

poi non si separarono più e per Bandy la gabbia cinquanta rimase solo un lontano ricordo .

Gli alunni della IV D