Eserciutazioni Tecnica
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Richiami di calcoloRichiami di calcoloRichiami di calcolo Richiami di calcolo delle probabilitdelle probabilitààpp
Politecnico di Torino - IngegneriaTecnica delle Costruzioni – Probabilità
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Riferimenti bibliograficig
1. G. Vicario, R. Levi “Calcolo delle probabilità e statistica per ingegneri”, Progetto Leonardo
2 S Bernstein R Bernstein “Calcolo delle probabilità”2. S. Bernstein, R. Bernstein Calcolo delle probabilità , Mc Graw-Hill
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Perché parlare di probabilità?Perché parlare di probabilità?
Gli EVENTI che si verificano quotidianamente nonGli EVENTI che si verificano quotidianamente non sono prevedibili con CERTEZZA.
Esempi:Esempi:- condizioni meteorologiche;- risultati di eventi sportivi;- ….
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Il concetto di probabilitàIl concetto di probabilità
Cosa si intende per probabilità di un evento?Cosa si intende per probabilità di un evento?
1. Definizione classica
2. Definizione frequentista
3. Definizione soggettivista3. Definizione soggettivista
4. Definizione assiomatica
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1. Definizione classica
La probabilità P(A) di un evento A è definita come il rapporto tra il numero NA dei risultati favorevoli (ovvero il numero dei risultati che determinano A) e il numero N
dei risultati possibili:dei risultati possibili:NAP A=)(N
)(
purché i risultati siano ugualmente possibili e mutuamente escludentisimutuamente escludentisi
E’ una definizione aprioristica, in quanto la probabilità P(A) è definita senza far ricorso ad
alcuna effettiva prova sperimentale.
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Esempio Considerato l’esperimento casuale del lancio di una moneta non truccata, il numero dei risultati possibili di un lancio è 2. La probabilità di ottenere “testa” da un singolo lancio è pari a:g p
Numero di casi favorevoli
1)( =testaP2
)(
Numero di facce, ovvero numero di risultati possibili
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Esempio Considerato l’esperimento casuale del lancio di un dado simmetrico e omogeneo il numero dei risultati possibili di un lancio è 6 La probabilità omogeneo, il numero dei risultati possibili di un lancio è 6. La probabilità di ottenere un numero pari da un singolo lancio è pari a:
3 1 Infatti il numero dei risultati favorevoli è 3 ed essi 3 1( )6 2
P pari = =Infatti il numero dei risultati favorevoli è 3 ed essi corrispondono alle facce 2, 4, 6. I risultati possibili sono, in questo caso, mutuamente escludentisi.
Esempio Si consideri l’esperimento casuale del lancio di due dadi simmetrici ed omogenei. La probabilità di totalizzare 8 da un singolo lancio è data da:
{ } ( ) ( ) ( ) ( ) ( ){ }26354453628 +∪+∪+∪+∪+= PP
Gli eventi sono, in questo caso, qmutuamente escludentisi e le probabilità dei singoli eventi
sono uguali tra loro
( ){ } 1 1 12 66 6 36
P + = ⋅ =
Per eventi mutuamente escludentisi, la probabilità dell’evento unione è pari alla
somma delle probabilità dei singoli eventi{ } 1 58 5
36 36P = ⋅ =
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somma delle probabilità dei singoli eventi
Esempio Si consideri l’esperimento casuale dell’estrazione di una carta da un p pmazzo di 52 carte ben mescolate.
Qual è la probabilità di estrarre un asso oppure unap ppcarta di fiori?
Si potrebbe pensare erroneamente che il numero dei risultati Si potrebbe pensare erroneamente che il numero dei risultati favorevoli siano la somma degli assi (4) e delle carte di fiori (13).
In realtà, l’asso di fiori soddisfa sia al requisito di essere un asso, sia al requisito di essere una carta di fiori. I due risultati non sono mutuamente escludentisi.
5216
=P Il numero dei risultati favorevoli è quindi 16 e non 17
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2. Definizione frequentistaSi definisce frequenza assoluta nA , o semplicemente
frequenza, di un evento A il numero delle volte in cui si è presentato l’evento favorevole.
Si definisce frequenza relativa fA il rapporto tra il Si definisce frequenza relativa fA il rapporto tra il numero delle volte in cui si è presentato l’evento
favorevole e il numero N delle volte in cui è ripetutol’esperimento nelle medesime condizioni.
Anf =OSS: La probabilità dell’evento A è il limite della
AfN
= frequenza relativa quando il numero Ndelle prove tende ad infinito
E’ d fi i i t i i i t l d fi i iE’ una definizione a posteriori, in quanto la definizione della probabilità P(A) implica l’ipotesi preliminare che le
prove siano ripetute in condizioni identichePolitecnico di Torino - IngegneriaTecnica delle Costruzioni – Probabilità
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prove siano ripetute in condizioni identiche.
Esempio Considerato l’esperimento casuale del lancio di una moneta non truccata, si vuole stimare la probabilità di ottenere “testa” da un singolo lancio.
Si eseguono N=500 lanci e si calcolano la frequenza assoluta nTESTA e la frequenza relativa fTESTArelativa fTESTA.
Lancio Risultato1 CROCE2 TESTA3 CROCE4 TESTA5 CROCE6 CROCE7 TESTA8 TESTA9 CROCE10 TESTA
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Frequenza assoluta “nTESTA”Frequenza assoluta nTESTA
300
250
ta
150
200
nza assolut
La frequenza assoluta aumenta al crescere del numero di
50
100
Freq
ue al crescere del numero di prove (aumenta il numero di
lanci in cui si ottiene “TESTA”)
0
50
0 100 200 300 400 500 6000 100 200 300 400 500 600
Numero prove
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Frequenza relativa “fTESTA”Frequenza relativa fTESTA
0.8
0.9
1.0
0 5
0.6
0.7
za relativa
0.3
0.4
0.5
Freq
uenz
Tende a 0.5 al crescere del
0.0
0.1
0.2e de a 0 5 a c esce e de
numero di prove
0 100 200 300 400 500 600
Numero prove
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3 Definizione soggettivista3. Definizione soggettivista
La probabilità di un evento è il grado di fiducia che si ha a p obab tà d u e e to è g ado d duc a c e s anel verificarsi di esso.
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4. Definizione assiomaticaLa formalizzazione matematica risale a Kolmogorov (1933)
4. Definizione assiomatica
Si definisce fenomeno aleatorio un fenomeno empiricocaratterizzato dalla proprietà che la sua osservazione in uncaratterizzato dalla proprietà che la sua osservazione in un insieme fissato di circostanze non conduce sempre agli stessi risultati.
Si definisce spazio campione Ω l’insieme costituito da tutte le possibili osservazioni (tutti i risultati possibili a priori)
Si definisce evento A un qualsiasi insieme di risultati ω, ovvero un sottoinsieme dello spazio campione Ω relativo al medesimo fenomeno aleatorio
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Se un risultato ω ∈ A , si dice che esso Ωrealizza l’evento A. Se l’insieme A ⊂ Ωè costituito da un solo elemento ω, allora A si chiama evento elementare,
Aω
allora A si chiama evento elementare, altrimenti A è un evento composto. Ω⊂∈ Aω
La totalità degli eventi forma lo spazio degli eventi.
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Logica degli eventi
1. Dati due eventi A,B ⊂ Ω , si Bdice che A implica B se A ⊂ B A
2. Due eventi A,B ⊂ Ω sono incompatibiliovvero mutuamente escludentisi se non esiste alcun risultato ω che realizzi sia A
BAesiste alcun risultato ω che realizzi sia A
che B, ovvero se A ∩ B = ∅ dove ∅ è l’insieme vuoto.
A
3. Se due eventi A,B ⊂ Ω non sono incompatibili l’insieme non vuoto Bincompatibili, l insieme non vuotoA ∩ B è costituito da tutti i risultati ωche realizzano sia A sia B.
BA
BA∩
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BA∩
4 Dati due eventi A B ⊂ Ω l’insieme4. Dati due eventi A,B ⊂ Ω , l insieme è costituito da tutti i risultati A∪Bche realizzano A oppure B.
BA
5. Dato un evento A⊂ Ω , se esso non si realizza, allora si realizza l’evento complementare detto\A AΩ A
Acomplementare detto evento negazione dell’evento A.
\A A= Ω A
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Esempio Si consideri una struttura costituita da due aste incernierate. pVediamo quale relazione sussiste tra gli insiemi “crollo della struttura”, “rottura dell’asta 1” e “rottura dell’asta 2”.
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La struttura reticolare crolla se cede l’asta 1 oppure l’asta 2:La struttura reticolare crolla se cede l asta 1 oppure l asta 2:
crollo della struttura = rottura dell’asta 1 ∪ rottura dell’asta 2
La rottura dell’asta 1 si verifica quando la sollecitazione S1 supera la resistenza R1.
La stessa cosa vale per la seconda asta. Consideriamo il caso in cui R1 = R2 = R Dimostrare che vale la seguente relazione Consideriamo il caso in cui R1 = R2 = R. Dimostrare che vale la seguente relazione tra gli insiemi “rottura dell’asta 1” e “rottura dell’asta 2”:
2astadell' rottura
1 astadell' rottura
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Assiomi di Kolmogoroff
Ad ogni evento A è possibile associare la probabilità P(A) che si verifichi l’evento.
La probabilità è una funzione che soddisfa i seguenti assiomi:P(Ω) = 1P(A) ≥ 0se A1,A2,…,An,… sono eventi mutuamente escludentisi(Ai ∩ Aj = ∅) per i ≠ j con i, j=1, 2, …, n,…, allora:
[ ]∑∞∞
=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡ii APAP U ∑
==⎥⎦
⎢⎣ 11 iiU
(proprietà additiva della funzione probabilità tra due eventi tra loro )
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incompatibili)
Conseguenze degli assiomiConseguenze degli assiomi
1.Per il primo assioma, vale( ) ( )1i iP A P A= −
( ) ( ) 1=∪=Ω ii AAPPPer il primo assioma, valePoichè Ai e il suo complementare sono incompatibili, facendoricorso al terzo assioma, si ottiene
( ) ( ) 1∪Ω ii AAPP
( ) ( ) 1=+ ii APAP
2.L’insieme vuoto è il complementare di Ω , quindi ( ) 0P Φ =
( ) ( )1P PΦ = − Ω
3.Applicando il terzo assioma agli eventi incompatibili A e (A \ A )
( ) ( )i j i jA A P A P A⊂ ⇒ ≤Applicando il terzo assioma agli eventi incompatibili Ai e (Aj \ Ai) ,si ha . Poichè l’insieme(Aj \ Ai) non è vuoto per ipotesi, risulta
( ) ( )( ) ( ) ( )ijiijij AAPAPAAAPAP \\ +=∪=( ) 0\ ≥AAP(Aj \ Ai) non è vuoto per ipotesi, risulta ( ) 0\ ≥ij AAP
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4 ( ) ( ) ( ) ( )i j i j i j i jA A P A A P A P A P A A∩ ≠ Φ ⇒ ∪ = + − ∩4. Questa proprietà è la generalizzazione del secondo assioma per eventi non incompatibili.Si id i l’ i
( ) ( ) ( ) ( )i j i j i j i jA A P A A P A P A P A A∩ ≠ Φ ⇒ ∪ = + ∩
Si consideri l’evento unione:
( )jiiji AAAAA ∩∪=∪ ( )jj
Unione di due eventi incompatibili
ΩjA
incompatibili
AA ∩
iAji AA ∩
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ji AA ∩
Per il terzo assioma, risulta (*)( ) ( ) ( )jiiji AAPAPAAP ∩+=∪, ( )
Sapendo che anche l’evento Aj è esprimibile come unione di due
eventi incompatibili , il terzo assioma
( ) ( ) ( )jiiji
⎟⎠
⎞⎜⎝
⎛⎟⎠⎞⎜
⎝⎛ ∩∪∩= jijj AAAAA ieventi incompatibili , il terzo assioma
permette di scrivere (**)( ) ( ) ( )jijij AAPAAPAP ∩+∩=
⎟⎠
⎜⎝
⎟⎠
⎜⎝ jijj i
Dalle relazioni (*) e (**) si ottiene:
( ) ( ) ( ) ( )i j i j i jP A A P A P A P A A∪ = + − ∩( ) ( ) ( )
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Probabilità condizionataProbabilità condizionata
Si definisce probabilità condizionata dell’evento A datoSi definisce probabilità condizionata dell’evento Ai dato l’evento Aj , con Ai e Aj eventi qualunque, il rapporto:
( )P A A∩( ) ( )
( )| i j
i jj
P A AP A A
P A
∩=
( ) 0jP A ≠( ) 0jP A ≠
Indica la probabilità che si verifichi l’evento Aisapendo che A si è verificatosapendo che Aj si è verificato.
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OSSERVAZIONI:
Se , allora e quindi:ji AA ⊂ iji AAA =∩
( )( ) ( )( ) ( )| i
i j ij
P AP A A P A
P A= >
Se , allora e quindi:
( )ji AA ⊃ jji AAA =∩
( )P A( ) ( )
( )| 1j
i jj
P AP A A
P A= =
Se Ai e Aj sono incompatibili, allora Ai ∩ Aj = ∅e quindi:
( )j
q
( ) 0| =ji AAP
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Esempio Si consideri l’esperimento casuale del lancio di due dadi simmetrici p ped omogenei, nel quale la somma dei risultati è un numero pari (Aj). La probabilità di totalizzare 8 da un singolo lancio è :
( ) ( )( )
| i ji j
P A AP A A
∩=( ) ( )
|i jjP AProbabilità che si verifichi l’evento
Ai [Ai = {8} ={(2+6)∪(3+5) ∪…}]sapendo che Aj si è verificato
[A { i}] Esempio già svolto
{ } { } 55
88 PiP
[Aj = {pari}]. Esempio già svolto
{ } { }{ }
{ }{ } 18
55.0
36888 ===∩
=pariP
PpariP
pariPpariP
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Eventi indipendentip
Due eventi Ai e Aj si dicono statisticamente indipendentiue e e i e j s d co o stat st ca e te d pe de tse il verificarsi di uno non influisce sulla probabilità chesi verifichi l’altro.
Esempio Si consideri l’esperimento casuale del lancio di un dado non truccato. Stabilire se gli eventi A={ottengo un numero dispari dal lancio del dado} e B={ottengo il numero 1 dal lancio del dado} sono indipendenti.
Lo spazio campione Ω è {1, 2, 3, 4, 5, 6}. Dalla definizione, se gli Lo spazio campione Ω è {1, 2, 3, 4, 5, 6}. Dalla definizione, se gli eventi A e B sono indipendenti, il verificarsi di un evento non influenza la probabilità che l’altro si verifichi.Ad esempio si calcola P(B|A) e P(B): queste due probabilità sono Ad esempio, si calcola P(B|A) e P(B): queste due probabilità sono uguali se gli eventi sono indipendenti.
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• P(B|A) = probabilità di ottenere il risultato “1”, sapendo che si è verificato un ( | ) p prisultato dispari.
( ) 11
ABP( ) ( )31
216
)(| ==
∩=
APABPABP
Infatti: A={1, 3, 5}, B={1} e B∩A={1}
• P(B) = probabilità di ottenere il risultato “1” è pari a 1/6
Si osserva che P(B|A) e P(B): non sono uguali quindi gli eventi A e B non sono Si osserva che P(B|A) e P(B): non sono uguali, quindi gli eventi A e B non sono indipendenti.
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Eventi indipendentip
Nel caso di due eventi Ai e Aj statisticamente indipendentie caso d due e e i e j stat st ca e te d pe de tvalgono le seguenti relazioni:
• ( ) ( ) ( )i j i jP A A P A P A∩ =
( )• se( ) ( ) ( )
( ) ( )| ji j i i
j
P AP A A P A P A
P A= = ( ) 0jP A ≠
• se
( )j
( ) ( ) ( )( ) ( )| i
j i j jP A
P A A P A P AP A
= = ( ) 0iP A ≠( ) ( ) ( ) ( )|j i j jiP A ( )i
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OSS: Il concetto di indipendenza è diverso dal concetto di incompatibilità: due eventi incompatibili [la cui intersezione è l’insieme vuoto] sono dipendenti statisticamente!Infatti il verificarsi di un evento esclude il verificarsiInfatti il verificarsi di un evento esclude il verificarsi dell’altro.
Se due eventi A e A sono statisticamente indipendentiSe due eventi Ai e Aj sono statisticamente indipendenti, allora:
( ) ( ) ( ) ( ) ( )P A A P A P A P A P A( ) ( ) ( ) ( ) ( )i j i j i jP A A P A P A P A P A∪ = + −
Dati n eventi essi si dicono statisticamente indipendentiDati n eventi, essi si dicono statisticamente indipendentise e solo se, per qualunque sottoinsieme {A1,…, An} di neventi, si verifica la seguente condizione:
( )∏==
=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ n
ii
n
ii APAP
11I
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Teorema delle probabilità totaliTeorema delle probabilità totali
Sia A A una collezione di eventi mutuamenteSia A1,…, An una collezione di eventi mutuamente
escludentisi ed esaustivi ( ) e P(Ai) ≠ 0 per n
iAΩ =Uogni i=1, 2, …, n.
1i=
n
∑
Qualunque sia l’evento C, si ha:
( ) ( ) ( )1
| i ii
P C P C A P A=
= ⋅∑
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Formula di BayesFormula di Bayes
Sia A A una collezione di eventi mutuamenteSia A1,…, An una collezione di eventi mutuamente
escludentisi ed esaustivi ( ) e P(Ai) ≠ 0 per n
iAΩ =Uogni i=1, 2, …, n.
1i=
Ω⊂CQualunque sia ,si ha:
( ) ( )APACP |( ) ( ) ( )( ) ( )∑
= n
jj
iii
APACP
APACPCAP|
||
=j 1
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Esempio Un edificio crolla. Le possibili cause di crollo sono:A) deterioramento;)B) eccessivo sovraccarico;C) esplosione;D) errore di progettazione;D) errore di progettazione;E) errore in fase di costruzione.
Si suppone che le cause siano mutuamente escludentisi ed esaustiveSi suppone che le cause siano mutuamente escludentisi ed esaustive
i iBD spazio campione
A
D
E
C
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Sulla base di analisi effettuate su altri edifici della stessa tipologia, Si conosce la probabilità di ciascuna causa:p• P(A)=0.40;• P(B)=0.35;• P(C)=0.05;P(C) 0.05;• P(D)=0.10;• P(E)=0.10.
Sulla base di indagini su crolli di edifici della stessa tipologia, si conosce la probabilità di crollo condizionale a ciascuna causa:
P(crollo | A) 0 60;• P(crollo | A)=0.60;• P(crollo | B)=0.35;• P(crollo | C)=0.70;• P(crollo | D)=0.40;• P(crollo | E)=0.40.
Si chiede di determinare la causa di crollo più probabile..
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Applicando la formula di Bayes, si ottiene la probabilità che ciascuna causa sia il motivo del crollo.
Ad esempio, per la causa A: { } { } { }{ }crolloP
APAcrolloPcrolloAP ⋅=
||
P(crollo) = P(crollo | A)P(A) + P(crollo | B)P(B) + P(crollo | C)P(C) +P(crollo | D)P(D) + P(crollo | E)P(E) =
= 0 6·0 4 + 0 35·0 35 + 0 7·0 05 + 0 4·0 1 + 0 4·0 1 =
{ }
= 0.6 0.4 + 0.35 0.35 + 0.7 0.05 + 0.4 0.1 + 0.4 0.1 = = 0.4775
P(A | crollo) 0 6 0 4 / 0 4775 0 50P(A | crollo) = 0.6·0.4 / 0.4775 = 0.50P(B | crollo) = 0.35·0.35 / 0.4775 = 0.26P(C | crollo) = 0.7·0.05 / 0.4775 = 0.07P(D | crollo) = 0.4·0.1 / 0.4775 = 0.08P(E | crollo) = 0.4·0.1 / 0.4775 = 0.08
Si conclude che il deterioramento (causa A) sia la causa più probabile di crollo dell’edificio.
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Esempio L’urna A contiene 2 palline bianche e 3 nere; l’urna B ne contiene 4 bianche e 1 nera, l’urna C ne contiene 3 bianche e 4 nere. Si sceglie a caso un’urna e si estrae una pallina bianca. La probabilità che provenga dall’urna C è calcolata nel seguente modo.
spazio campioneEA
C
E
B
L’ t A i di l’ t i di lli d ll’ A A l t L’evento A indica l’estrazione di una pallina dall’urna A. Analogamente, si definiscono gli eventi B e C. Ovviamente gli eventi A, B, C sono mutuamente escludentisi ed esaustivi. Quindi le probabilità di scegliere una delle tre urne sono uguali tra loro e pari a 1/3.L’evento E indica l’estrazione di una pallina bianca, evento che può presentarsi in concomitanza con qualunque degli eventi A B C
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presentarsi in concomitanza con qualunque degli eventi A, B, C.
Applicando la formula di Bayes, si ottiene la probabilità di aver estratto una pallina bianca dall’urna C.p
{ } { } { }{ }
CEPCPECP || ⋅={ } { }EP
ECP |
La probabilità di estrarre una pallina bianca da una qualsiasi urna è pari a:
{ } ( ) ( ) ( ){ }=∩∪∩∪∩= CEBEAEPEP( ){ } ( ){ } ( ){ }=∩+∩+∩= CEPBEPAEP
{ } { } { } { } { } { }{ } { } { } { } { } { }=++= CEPCPBEPBPAEPAP
10557
73
31
54
31
52
31
=⋅+⋅+⋅=105735353
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La probabilità P{E|A} di estrarre una pallina bianca dall’urna A è pari a:
{ } ( ) 2Abianche{ } ( )( ) 5
2=
+=
urnaA
urnaA
nerebianchebiancheAEP
In modo analogo si calcolano P{E|B} e P{E|C}In modo analogo si calcolano P{E|B} e P{E|C}
{ } ( )( ) 5
4=
+=
urnaB
urnaB
nerebianchebiancheBEP
{ } ( )( ) 7
3=
+=
urnaC
urnaC
nerebianchebiancheCEP
In conclusione:
{ } { } { }{ }
1 353 7
57P C P E C
P C E⋅⋅
= = ={ } { } 57 19105
P E
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Variabili aleatorieVariabili aleatorieVariabili aleatorieVariabili aleatorie
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Variabili aleatorie
La variabile aleatoria X : Ω→R è definita come una f i t d i i l i i Ωfunzione avente come dominio lo spazio campione Ω
e come codominio l’insieme dei numeri reali
Esempio Si consideri l’esperimento del lancio di due dadi non truccati.Lo spazio campione Ω contiene i 36 possibili risultati:Ω= {(1 1) (1 2) (6 5) (6 6)}Ω {(1,1), (1,2), … , (6,5), (6,6)}
Si definisce, a titolo di esempio, la variabile aleatoria X che rappresenta la somma dei risultati di due lanci di un dado non rappresenta la somma dei risultati di due lanci di un dado non truccato.
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Risultato Risultato Valore della Risultato Risultato Valore della 1° lancio 2° lancio variabile X
1 1 21 2 31 3 4
1° lancio 2° lancio variabile X4 1 54 2 64 3 71 3 4
1 4 51 5 61 6 7
4 3 74 4 84 5 94 6 101 6 7
2 1 32 2 42 3 5
4 6 105 1 65 2 75 3 82 3 5
2 4 62 5 72 6 8
5 3 85 4 95 5 105 6 11
3 1 43 2 53 3 6
6 1 76 2 86 3 9
3 4 73 5 83 6 9
6 4 106 5 116 6 12
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Le variabili aleatorie sono classificate in:
discrete (es. risultato del lancio di un dado, il numero diveicoli che attraversano un incrocio in un’ora )veicoli che attraversano un incrocio in un ora,…)
continue (es. azioni applicate alle strutture, resistenzedei materiali, …)
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Funzione di distribuzione cumulativa( ti )
La funzione di distribuzione cumulativa di una v.a. X
(v.a. continue) ( )xFX
esprime la probabilità che X assuma valori inferiori o uguali al numero reale x:
( )X
La funzione di distribuzione cumulativa misura la probabilità
( ) ( )xXPxFX ≤=
La funzione di distribuzione cumulativa misura la probabilità che X(ω) assuma valori minori o uguali al numero reale x e gode delle seguenti proprietà:
è sempre non negativaè monotona non decrescente tra 0 e 1lim x → -∞ Fx(x) ≡ Fx (- ∞) = 0lim x → +∞ Fx(x) ≡ Fx (+ ∞) = 1
( ) ( ( )Politecnico di Torino - IngegneriaTecnica delle Costruzioni – Probabilità
43
è continua a destra lim ξ → x+ Fx(ξ) ≡ Fx (x+) = Fx(x)
La probabilità che una variabile aleatoria X assuma valori in un intervallo (x x ] è data da:valori in un intervallo (x1, x2] è data da:
( ) ( ) ( )1221 xFxFxXxP XX −=≤<
Infatti: ],(],(],( 2112 xxxx ∪−∞=−∞
( ) ( ) ( ) ( )
Gli eventi a secondo membro sono incompatibili, quindi
( ) ( ) ( ) ( ) =≤<+≤==≤ 21122 xXxPxXPxFxXP X
( ) ( )211 xXxPxFX ≤<+= ( ) ( )211 xXxPxFX ≤<+
OSS: Nel caso di variabili aleatorie continue, la probabilità che X assuma il valore è nulla perchè è un insieme di misura nulla Quindiil valore x1 è nulla, perchè x1 è un insieme di misura nulla. Quindi per le variabili aleatorie continue vale:
( ) ( ) ( ) ( ) ( )1221121 xFxFxXxPxXPxXxP XX −=≤<+==≤≤
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44
Funzione di densità di probabilità (v.a. continue)
Data una variabile aleatoria X continua, si definiscela funzione f ( ):R [0 + ) tale per cuila funzione fx(x):R→[0,+∞) tale per cui
( ) ( )x
X XF x f x dx= ⋅∫
è detta funzione di densità di probabilità e gode delle
( ) ( )X Xf−∞∫
seguenti proprietà
1. ( ) Rxxf X ∈∀≥ ,0
2.
( )f X ,
( ) 1=∫+∞
dxxf X
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45
∫∞−
L’integrale della funzione di densità di probabilità misura la probabilità che X assuma valori inferiori o eguali alla probabilità che X assuma valori inferiori o eguali al
numero reale x
La quantità elementare dP = dFx(x) = fx(x)·dx misura la probabilità elementare che X assuma valori nell’intervallo
(x, x+dx]( , ]
( ) ( ) ( ) ( ) ( )dxxfdttfxFdxxFdxxXxP X
dxx
XXX ∫+
==−+=+≤<
Dalla definizione di densità di probabilità, si ricava:
x
( ) ( )dx
xdFxf XX =
dxQuindi la funzione densità di probabilità è uguale alla derivata prima della funzione didistribuzione cumulativa della variabile aleatoria.
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46
fX(x)
( ) ( )b
X XF b f x dx= ⋅∫
a b
−∞∫
CDFFX(x)
( ) ( ) ( )X XP a X b F b F a< ≤ = −
FX(b)
FX(a)FX(b)
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47
Il percentile p% della variabile X è p pdefinito come il valore argomentale (ossia il valore della variabile) yp l a cui probabilità cumulata vale proprio
p % FX(x)
cui probabilità cumulata vale proprio p/100
Il percentile rappresenta in definitiva la lettura in modo inverso della funzione di
probabilità cumulata FX
ya
FX(a)CDF
ypa
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48
Momenti di variabili aleatorie I momenti sono importanti indicatori di determinate
proprietà della generica variabile aleatoria X( )proprietà della generica variabile aleatoria X(ω)
Si definisce momento di ordine q di una variabile qaleatoria X(ω) dotata di funzione di densità di
probabilità, la quantità:
{ } ( )dxxfxXE Xqq ∫
+∞
∞−
=per q intero positivo
( )dxxfx Xq∫
+∞
||
per q intero positivo,se esiste finito l’integrale
∞−
OSS: Poichè fx(x) ≥ 0 , i momenti di ordine pari sono sempre non negativi.
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49
Momento del primo ordine - valore atteso(valore medio)(valore medio)
Si definisce valore atteso μX di una variabile aleatoria X(ω) il
{ } ( )XE X x f x dx+∞
= ⋅∫
momento del primo ordine
{ } ( )XE X x f x dx−∞∫
Esso è un parametro di posizione della distribuzione e si può i t t il b i t d ll di t ib i diinterpretare come il baricentro della distribuzione di
probabilità definita dalla funzione di densità di probabilità fx(x)
Proprietà del valore atteso: Proprietà di linearitàDate n variabili aleatorie X1, X2,…, Xn, la media di una loro combinazione lineare è uguale alla combinazione lineare delle medie:
Questa proprietà deriva dalla proprietà di linearità dell’integrale che definisce il valore atteso. { } { } { } { }nnnn XEaXEaXEaXaXaXaE +++=+++ ...... 22112211
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50
p p p p g
Momento del secondo ordine
I momenti di ordine superiore al primo vengonospesso calcolati rispetto al valore medio μX della
variabile aleatoria Xvariabile aleatoria X
Si definisce varianza il momento centrale del secondo ordine ed è calcolato nel seguente modo:ordine ed è calcolato nel seguente modo:
[ ] ( ){ } ( ) ( )2 22X X X XVar X E X x f x dxσ μ μ
+∞
= = − = −∫{ }−∞
Esso è un parametro di posizione della distribuzione e si può interpretare come il momento di inerzia della distribuzione di probabilità definita dalla funzione di densità di probabilità fx(x)
rispetto alla retta baricentrica x = μX.
OSS: La varianza misura la dispersione della distribuzione rispetto al suo valore medio.Si definisce deviazione standard la radice quadrata positiva della varianza.
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51
Al crescere della varianza, diminuisce la probabilità che tutte , ple realizzazioni x della variabile aleatoria X siano
concentrate attorno al valore medio μX.
3,10 == σμ
5,10 == σμ
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52
Vettori aleatoriVettori aleatoriVettori aleatoriVettori aleatori
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53
Vettori aleatori
Il vettore aleatorio X a n dimensioni è definito come
Vettori aleatori
e o e a ea o o a d e s o è de o co el’insieme di n variabili aleatorie che opera la
trasformazione associando ad l’ennupla:{ }1 2, ,..., nX X X
nRΩ→ ω p
{ }1 2, ,..., nnx x x R∈
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54
Funzione di distribuzione cumulativa Si definisce funzione di distribuzione cumulativa
congiunta del vettore aleatorio X, la funzione:
T l f i i l b bilità h i ifi hi t tti
( ) ( ) ( ) ( ){ }nn xXxXxXPF ≤∩∩≤∩≤= ...2211xX
Tale funzione misura la probabilità che si verifichino tuttigli eventi , , .. , .( )11 xX ≤ ( )22 xX ≤ ( )nn xX ≤
La funzione di distribuzione cumulativa gode delle seguenti proprietà:• è sempre non negativaè sempre non negativa• è monotona non decrescente tra 0 e 1
• −∞→ixlim ( ) 0=xXF ij xx \∀
•
• è continua a destra in ciascuna variabile
j
+∞→ixlim ( ) 1=xXF ij xx \∀
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55
è continua a destra in ciascuna variabile.
Funzione di densità di probabilitàFunzione di densità di probabilità
Si definisce funzione di densità di probabilità congiuntaS de sce u o e d de s tà d p obab tà co g u tadel vettore aleatorio X, la funzione:
( ) ( )n
n
xxxFf
∂∂∂∂
=...21
xx XX
e gode delle seguenti proprietà:
n21
( ) nRf ∈∀≥ xxX ,01.
∫ ∫+∞ +∞
2. ( ) 1... ... 21 =∫ ∫∞− ∞−
ndxdxdxf xX
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56
Funzione di distribuzione marginaleFunzione di distribuzione marginale
Si definisce funzione di distribuzione marginaleSi definisce funzione di distribuzione marginaledel vettore aleatorio X, la funzione:
+ +
( ) ( ) 1 2 1 1... ... ... 1iX i i i nXF x f x dx dx dx dx dx
+∞ +∞
− +−∞ −∞
= ⋅ ⋅ ⋅ =∫ ∫ uur
r
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57
Esempio: vettore composto da due variabili X e Yse p o etto e co posto da due a ab e
- La funzione di distribuzione cumulativa congiunta si esprime come:
- Funzione di densità di probabilità congiunta
densità di probabilità congiuntadensità di probabilità congiuntase X e Y sono indipendenti probabilità di estrazione della coppia di
valori x , y in un intervallo dx dy
- La probabilità marginale di una variabile (escludendo cioè l’effetto dell’altra) vale
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58
Momenti congiunti di vettori aleatori
Si considerano due variabili aleatorie X e Y.
Si definisce momento congiunto di ordine (p+q), l’integrale doppio:
{ } ( )∫ ∫+∞+∞
p e q sono interi{ } ( )∫ ∫∞− ∞−
= dxdyyxfyxYXE XYpqpq , p e q sono interi
positivi
Si definisce momento centrale congiunto di ordine (p+q) il seguente integrale doppio:
( ) ( ){ } ( ) ( ) ( ),p q p qX Y X Y XYE X Y x y f x y dx dyμ μ μ μ
+∞ +∞
−∞ −∞
− − = − − ⋅ ⋅∫ ∫
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59
Il momento centrale congiunto di secondo ordine è d tt idetto covarianza:
( ) ( ) ( ){ }, X YCov X Y E X Yμ μ= − − =( ) ( ) ( ){ }( ) ( ) ( ),X Y XYx y f x y dx dyμ μ
+∞ +∞
−∞ −∞
= − ⋅ − ⋅ ⋅ ⋅∫ ∫∞ ∞
( ) { } { } { } { }, Y X X Y X YCov X Y E XY E X E Y E X Yμ μ μ μ μ μ= − ⋅ − ⋅ + ⋅ = − ⋅( ) { } { } { } { }, Y X X Y X YCov X Y E XY E X E Y E X Yμ μ μ μ μ μ+
E’ possibile costruire la matrice di covarianza:
( ) ( ) ( )( ) ( ) ( )⎥
⎥⎤
⎢⎢⎡
XXCovXXCovXXCovXXCovXXCovXXCov
,...,,,...,,
22212
212111
E possibile costruire la matrice di covarianza:
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )⎥⎥⎥
⎦⎢⎢⎢
⎣
=Σ
nnnn
n
XXCovXXCovXXCov
XXCovXXCovXXCov
,...,,............
,...,,
21
22212
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60
Si definisce coefficiente di correlazione, la quantità:( )( ) ( )
YX
YXCovYXσσ
ρ ,, =
E’ una misura dell’interdipendenza lineare di due variabili aleatorie.
Se le variabili X e Y non sono correlate (lineramente) ( ), 0X Yρ =
Due variabili aleatorie si dicono statisticamente indipendenti se lo( ) ( )sono gli eventi e . Vale la seguente relazione:( )xX ≤ ( )yY ≤
( ) ( ){ } ( ) ( )P X x Y y P X x P Y y≤ ∩ ≤ = ≤ ⋅ ≤{ }
( ) ( ) ( ),XY X YF x y F x F y= ⋅ ( ) ( ) ( ),XY X Yf x y f x f y= ⋅( ) ( ) ( ),XY X YF x y F x F y ( ) ( ) ( ),XY X Yf y f f y
{ } ( ) ( )q p q pX YE X Y x f x dx y f y dy
+∞ +∞
= ⋅ ⋅ ⋅ ⋅∫ ∫
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61
−∞ −∞
Due variabili aleatorie indipendenti sono anche non correlate:p
è lid l’i li i i
{ } YXXYE μμ= ( ) 0=XYCovma non è valida l’implicazione inversa.
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62
Algebra delle variabili casuali
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63
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64
Le distribuzioni e loroLe distribuzioni e loroLe distribuzioni e loroLe distribuzioni e loroLe distribuzioni e loro Le distribuzioni e loro applicazione nella applicazione nella
Le distribuzioni e loro Le distribuzioni e loro applicazione nella applicazione nella ppppmodellazione delle modellazione delle caratteristiche deicaratteristiche dei
ppppmodellazione delle modellazione delle caratteristiche deicaratteristiche deicaratteristiche dei caratteristiche dei
materiali e delle azionimateriali e delle azionicaratteristiche dei caratteristiche dei
materiali e delle azionimateriali e delle azioni
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65
Resistenze dei materiali
Le distribuzioni utilizzate sono, in generale, la
Resistenze dei materiali
e d st bu o ut ate so o, ge e a e, adistribuzione normale e la log-normale.
Resistenze: Coefficiente di variazione Distribuzione
Compressione CLS 15 % LNp
Trazione acciaio 8 % LN
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66
1. Distribuzione normale N(μ ,σ)
Valore medio μ
1. Distribuzione normale N(μ ,σ)
Valore medio
Deviazione standard
μσ
Funzione di densità di probabilità (PDF)
( )⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
−=2
21exp
21
σμ
πσxxf X
Funzione di distribuzione l ti (CDF)
⎥⎦⎢⎣ ⎠⎝
( ) ∫ ⎥⎤
⎢⎡
⎟⎞
⎜⎛ −
−=x
X dttxF21exp1 μ
cumulativa (CDF)( ) ∫
∞− ⎥⎥⎦⎢
⎢⎣
⎟⎠
⎜⎝
X dtxF2
exp2 σπσ
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67
Distribuzione normale N(μ ,σ)
- simmetrica rispetto al valor medio μ- 2 flessi a μ ± σ
PDFσσ
μ
CDF
- antisimmetrica rispetto al punto (μ,0.5)F (μ) = 0 5- FX(μ) = 0.5
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68
μ
La PDF e la CDF cambiano forma e posizione al variare di μ e σ
μ controlla la posizione sull’asse delle ascissep μ σ delle ascisse
PDF CDF
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69
La PDF e la CDF cambiano forma e posizione al variare di μ e σ
σ controlla l’apertura della PDF e la pendenza della CDFe posizione al variare di μ e σ la pendenza della CDF
μ μ
PDF CDF
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70
OSS: È utile definire una variabile standardizzata Z
xz μσ−
= 21( ) ( ) zf⎡ ⎤⎢ ⎥σ ( ) ( ) exp
22f z zϕ
π= = ⋅ −⎢ ⎥
⎢ ⎥⎣ ⎦riconduce il problema allo studio di una gaussiana con μ =0 e σ =1
La CDF Φ(z) è data ovviamente dall’integrale della φ(z):
21( ) ( ) exp22
z zF z z dzπ−∞
⎡ ⎤= Φ = −∫ ⎢ ⎥
⎢ ⎥⎣ ⎦
I valori della Φ(z) sono tabellati Sono inoltre tabellati anche i valori z della
⎣ ⎦
Sono inoltre tabellati anche i valori zp della variabile standardizzata corrispondenti a valori
percentili p “notevoli”.
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71
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72
Si dimostra che sostituendo σ = (x-μ) / z nella definizione di fX(x)
2 2
1 1
( ) ( )x zXx zf x dx z dzϕ⋅ = ⋅∫ ∫
( ) ( )XF x z= ΦLe probabilità calcolate con la variabile
normalizzata Z sono uguali alle probabilità calcolate con la variabile probabilità calcolate con la variabile
effettiva XEssendo la distribuzione φ(z) simmetrica, Φrisulta antisimmetrica rispetto al punto (0,0.5) per cui
Φ (-z) = 1 - Φ (z) CDF normalizzata
p
CDF normalizzata
Tenendo conto del cambio di variabile, si può facilmente calcolare i percentili xpa partire dai percentili della variabile z
x = μ + σ · zFX (a)
xp μ + σ zp
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73
zpa
2. Distribuzione log-normale N(μL ,σL)
Valore medio
Deviazione standard
Lμ
LσDeviazione standard
Parametro
L
ζ ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛+= 2
2
1ln Lσζ
Parametro
ζ
λ
⎟⎠
⎜⎝
2Lμ
ζ
( ) 21ln ζμλ −=Parametro
Funzione di densità di ( ) ( )⎥⎤
⎢⎡
⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ −
2ln1exp1 λxxf
λ ( )2
ln ζμλ = L
probabilità (PDF)
Funzione di
( ) ( )⎥⎥⎦⎢
⎢⎣
⎟⎟⎠
⎜⎜⎝
−=2
exp2 ζπζx
xf X
( ) ⎤⎡ ⎞⎛x t2
l11 λFunzione di distribuzione cumulativa (CDF)
( ) ( )∫+ ⎥
⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ −−=
x
X dttt
xF0
ln21exp
21
ζλ
πζ
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74
( )5,10 == LLLN σμ
( )5,10 == NNN σμ
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75
Variazione della PDF e della CDF al variare ζ per λ = 1
PDF CDF
ζζζζ
ζζζ
Moda Mediana
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76
Variazione della PDF e della CDF al variare λ per ζ = 1
PDF CDF
λλ
λ
λ
λ
λ
λλ
Mediana
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77
AzioniAzioni
Le distribuzioni utilizzate dipendono dal tipo di azione:e d st bu o ut ate d pe do o da t po d a o e
Azione Coefficiente di variazione DistribuzioneAzione Coefficiente di variazione Distribuzione
Carichi permanenti:
Permanente portato 10 % Np
Peso proprio CLS 6 % N
Peso proprio acciaio 4 % Np p
Carichi variabili: 20 % G
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78
1. Gumbel G(μG ,σG)(μG , G)
Parametro fattore di formaαParametro fattore di scala
Valore medio βμ 5772.0+
β
Valore medio
Deviazione standard
αβμ +=G
πσ =GDeviazione standard
Funzione di densità di
6ασG
( ) ( ) ( )( )[ ]ββfFunzione di densità di probabilità (PDF)
Funzione di
( ) ( ) ( )( )[ ]βαβαα −−−−−= xxxf X expexp
Funzione di distribuzione cumulativa (CDF)
( ) ( )( )[ ]βα −−−= xxFX expexp
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79
( )
( )1,2 == βα
( )10,2 == βα
( )1,1 == βα
( )10,1 == βα
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80
Distribuzioni di base
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81
Parametri statistici di funzioni di variabili aleatorievariabili aleatorie
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82
Frattile di variabili aleatorie
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83
Sicurezza strutturaleSicurezza strutturale
Obiettivo dell’esercitazione: acquisire le conoscenzenecessarie per rispondere alle seguenti domande:
Qual è la definizione di sicurezza strutturale?C i l t l i di t tt ?Come si valuta la sicurezza di una struttura?Quanto deve essere sicura una struttura?Quali sono le differenze tra i metodi probabilistici di livelloQuali sono le differenze tra i metodi probabilistici di livelloIII, II, I e semi‐probabilistico?Come si applicano i metodi probabilistici di livello III, II, I esemi‐probabilistico?
D.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e GeotecnicaCorso di “Tecnica delle Costruzioni”
1
Quando si può ritenere sicura una struttura?Quando si può ritenere sicura una struttura?
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2
Metodi di valutazione della sicurezzaMetodi di valutazione della sicurezza
deterministicitensioni ammissibili
deterministicitensioni ammissibili VECCHIE normative
(ma non solo…)calcolo a rotturacalcolo a rottura
(ma non solo…)
di livello 3di livello 3
probabilistici di livello 2probabilistici di livello 2 NUOVE normative
di livello 1(semiprobabilistico)di livello 1(semiprobabilistico)
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3
Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2008Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2008
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4
Classi d’usoClassi d uso
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5
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6
Metodi probabilistici – come si effettua la verificaMetodi probabilistici come si effettua la verifica di sicurezza?
(confronto tra resistenza (R) e sollecitazione (S))(confronto tra resistenza (R) e sollecitazione (S))
i ll 3Livello 3: Pr,struttura ≤ Pr,target
Livello 2: β ≥ βLivello 2: βstruttura ≥ βtarget
Livello 1 e semi‐probabilistico: Rd ≥ SdLivello 1 e semi probabilistico: Rd ≥ Sd
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7
Metodi probabilistici – in cosa differiscono?Metodi probabilistici in cosa differiscono?
llaccuratezza nella verifica della sicurezza
metodoSemi‐prob. Livello1 Livello 2 Livello 3
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8
facilità di utilizzo da parte di un
f i iprofessionista
metodoSemi‐prob. Livello1 Livello 2 Livello 3
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9
Quale metodo utilizzare?Quale metodo utilizzare?
Metodo semi‐probabilistico: progettazione ordinaria
Metodo di livello 2:soluzione di problemi di rilevanza tecnica ed economica);calibrazione dei fattori parziali γ (comitati normatori)calibrazione dei fattori parziali γ (comitati normatori).
Metodo di livello 3:ricerca;consulenza.
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10
Quanto deve essere sicura una struttura?Quanto deve essere sicura una struttura?
Intuitivamente…
Livello diLivello di sicurezza richiesto
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11
tipologia di struttura
In pratica…Il livello di sicurezza (affidabilità) richiesto è fissato dalle normative.( )
EN1990: il livello di affidabilità richiesto dipende da:d li à di i i di di i dicause e modalità di raggiungimento di una condizione di stato
limite;possibili conseguenze in termini di perdite di vite umane perditepossibili conseguenze in termini di perdite di vite umane, perdite economiche e sociali.
Rischio per la vita e perdite economiche e sociali
Esempi
Alto Centrali nucleari ospedaliAlto Centrali nucleari, ospedali, ponti, tribune degli stadi,
strutture militari strategiche
Medio Edifici residenziali e ufficiMedio Edifici residenziali e uffici
Basso Edifici per l’agricoltura, serre, pali della luce
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12
avversione dell’opinione pubblica rispetto alle conseguenze di un crollo strutturale;
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13
costo degli interventi necessari per ridurre il rischio di raggiungimento della condizione di stato limite.
Rischio per la vita e perdite economiche e
socialiEsempi
Valore minimo dell’indice βtarget
(periodo di 50 anni)sociali (periodo di 50 anni)
Alto
Centrali nucleari, ospedali, ponti, tribune d li t di t tt
4.3 → Pr target= 8.5∙10‐6degli stadi, strutture militari strategiche
r,target
Medio Edifici residenziali e uffici 3.8 → Pr,target= 7.2∙10‐5
BassoEdifici per l’agricoltura, serre, pali della luce
3.3 → Pr,target= 4.8∙10‐4
D.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e GeotecnicaCorso di “Tecnica delle Costruzioni”
14
Metodi probabilistici per la valutazioneMetodi probabilistici per la valutazione dell’affidabilità strutturale
Obiettivo dell’esercitazione: acquisire le conoscenze necessarie perapplicare i metodi probabilistici (livello III, II e semi‐probabilistico) aiproblemi di affidabilità strutturale (condizioni di stato limite SLU e SLE).Sulla base delle nozioni acquisite, è possibile rispondere alle seguentidomande:
come si definisce la funzione di stato limite per condizioni SLU e SLE?come si calcola la probabilità di insuccesso con i metodi di livello IIIco e s ca co a a p obab à d successo co e od d e o(integrazione diretta e metodo Monte Carlo)?come si stima l’indice di affidabilità mediante il metodo FORM?quali sono le differenze tra i metodi MVFOSM e AFOSM (metodiquali sono le differenze tra i metodi MVFOSM e AFOSM (metodiprobabilistici di livello II)?
D.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e GeotecnicaCorso di “Tecnica delle Costruzioni”
1
La funzione di stato limiteLa funzione di stato limite
In ambito strutturale, il concetto di stato limite legato ad uno specificorequisito è interpretabile come uno stato della struttura, raggiunto il quale,essa non è in grado di soddisfare il requisito.
Per un dato requisito di stato limite, si definiscono un dominio diinsuccesso (nel quale il requisito non è soddisfatto) e un dominio disuccesso (nel quale il requisito è soddisfatto); il confine tra i due domini èsuccesso (nel quale il requisito è soddisfatto); il confine tra i due domini èdetto stato limite.
La funzione di stato limite permette di esprimereanaliticamente la condizione di stato limite. Questa funzionedi d i l d tt X di i bili l t idipende, in generale, da un vettore X di n variabili aleatorie.
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2
EsempiEsempi
1) Condizione di stato limite ultimo (SLU) per sforzo normale di) ( ) pun’asta tesa (asta 2‐3) di una struttura reticolare.
8
P Dati :‐ grandezze deterministiche:
6 7
8 PP • L=2 m• A2‐3 =1742mm2
• α=8°
1
L L L L2 3 4
α 8
‐ grandezze aleatorie:• P: N(22, 4.4) kN
5α
L L L2 3 4• fy: N(265, 18) N/mm2
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3
SLU per l’asta 2 3: essa si rompe se lo sforzo normale NSLU per l asta 2‐3: essa si rompe se lo sforzo normale NS,2‐3dovuto ai carichi supera lo sforzo normale resistente NR,2‐3:
( )αtgPNS 2
332, =−
yR fAN 3232, −− =
Per questo problema, la funzione di stato limite dipende dalle2 variabili aleatorie P e fy:y
g(P,fy) = NR,2‐3‐NS,2‐3 = A2‐3fy‐3P/(2tg(α))
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4
Rappresentazione graficaRappresentazione grafica
condizione di stato limite
d i i di i
g(P,fy) = 0
dominio di insuccessog(P,fy) < 0
dominio di successog(P,fy) > 0
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5
2) Condizione di stato limite di esercizio (SLE) dideformazione di una trave in calcestruzzo armato.
Dati :‐ grandezze deterministiche:• L=6 mq
‐ grandezze aleatorie:• q: N(12, 2.4) kN/m • EI: N(12160, 610) kNm2( , )
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6
SLE di deformazione: la funzionalità della struttura vieneSLE di deformazione: la funzionalità della struttura vienemeno se la freccia v in mezzeria supera il valore limite L/250:
qLv45
=q
EI384 v
Per questo problema, la funzione di stato limite dipende dalle2 variabili aleatorie q e EI:
g(q,EI) = L/250‐v = L/250 ‐ 5qL4/(384EI)
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Rappresentazione graficaRappresentazione grafica
condizione di stato limiteg(q,EI) = 0
dominio di insuccessog(q,EI) < 0
dominio di successog(q,EI) > 0
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Metodi probabilistici di livello IIIMetodi probabilistici di livello III
La verifica dell’affidabilità strutturale consiste nelLa verifica dell affidabilità strutturale consiste nelverificare che Pi ≤ Pi,target
probabilità di insuccesso (il termine vale sia per le condizioni SLU sia per le SLE)
La probabilità di insuccesso Pi è definita dal seguente integrale:
( )[ ] ∫=≤=iD
nnXni dxdxdxxxxfXXXgPP ...),...,,(0,...,, 212121
dominio nel quale g(x) ≤ 0
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q g( )
La probabilità di insuccesso Pi può essere calcolata mediante:La probabilità di insuccesso Pi può essere calcolata mediante:integrazione diretta (analitica / numerica);metodo Monte Carlo.
1) Integrazione diretta:Condizione di stato limite ultimo (SLU):‐ Condizione di stato limite ultimo (SLU):
== ∫ nnXi dxdxdxxxxfP ...),...,,( 2121∫iD
( ) ∫=≤= SR dsdrsrfSRP ),(,
iD
)( XXXgR = )( XXXgS),...,,( 21 mR XXXgR = ),...,,( 21 nmmS XXXgS ++=
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Il calcolo di Pi è facile se R ed S sono indipendenti oppure R edIl calcolo di Pi è facile se R ed S sono indipendenti oppure R edS sono a distribuzione normale.Se R ed S sono indipendenti si effettua un’integrazione perstrisce orizzontali o verticali.
Strisce orizzontali: [ ]∫∫ ∫+∞+∞ +∞
−=⎥⎤
⎢⎡
= drrFrfdrdssfrfP SRSR )(1)()()(Strisce orizzontali: [ ]∫∫ ∫∞−∞−
⎥⎦
⎢⎣
drrFrfdrdssfrfP SRr
SRi )(1)()()(
Di
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∫∫ ∫+∞+∞ ⎤⎡ s
Strisce verticali: ∫∫ ∫∞−∞− ∞−
=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡= dssFsfdsdrrfsfP RSRSi )()()()(
DDi
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Se R ed S sono a distribuzione normale, si definisce Z = R‐S:Se R ed S sono a distribuzione normale, si definisce Z R S:
( )ZZZNZ σμ ;→
22 σσσ +=SRZ μμμ −=SRZ σσσ +=
L b bili à P ò i l d
SRZ μμμ
La probabilità Pi può essere stimata nel seguente modo:
( ) ( ) ⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ −
Φ=⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ −
≤−
=≤=≤= ZZZi
ZPZPSRPP μμμ0( ) ( ) ⎟⎟⎠
⎜⎜⎝
Φ⎟⎟⎠
⎜⎜⎝
≤≤≤ZZZ
i PZPSRPPσσσ
0
CDF distribuzione N(0,1)
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‐ Condizione di stato limite di esercizio (SLE):Condizione di stato limite di esercizio (SLE):
[ ] ∫=≤= nnXni dxdxdxxxxfXXXgPP ...),...,,(0),...,,( 212121 ∫iD
In generale, la funzione di stato limite con riferimento agli SLE,In generale, la funzione di stato limite con riferimento agli SLE,è scritta nel modo seguente:
g(X X X ) = valore limite ‐ E(X X X )g(X1,X2,…,Xn) = valore limite ‐ E(X1,X2,…,Xn)
ff d ll i i liEffetto delle azioni applicate: es. spostamento verticale
La difficoltà del calcolo di Pi dipende, di volta in volta,dall’espressione di g(X1,X2,…,Xn).
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2) Metodo Monte Carlo:2) Metodo Monte Carlo:Il metodo Monte Carlo permette di stimare la Pi mediante Nsimulazioni.Il metodo prevede i seguenti passi:a) definizione della funzione di stato limite g(X1,X2,…,Xn) e
caratterizzazione delle variabili aleatorie (X X X )caratterizzazione delle variabili aleatorie (X1,X2,…,Xn)mediante distribuzione, valore medio, varianza edeventuali correlazioni tra variabili;eventuali correlazioni tra variabili;
b) esecuzione di un ciclo di N simulazioni. In ogni simulazione:si genera un valore casuale per ognuna delle variabilialeatorie (X1,X2,…,Xn);si valuta la funzione di stato limite con i valori casualiappena generati Se g(x x x ) ≤ 0 ci si trova nelappena generati. Se g(x1,x2,…,xn) ≤ 0, ci si trova neldominio di insuccesso o sulla superficie di stato limite.Se g(x1,x2,…,xn) > 0, si è nel dominio di successo.
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Se g(x1,x2,…,xn) 0, si è nel dominio di successo.
c) concluso il ciclo di simulazioni, si stima la probabilità Pic) concluso il ciclo di simulazioni, si stima la probabilità Piutilizzando la definizione frequentista di probabilità di unevento:
NNP i
i =numero di casi sfavorevoli (g ≤ 0)
Ni
numero totale di simulazioni
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Metodi probabilistici di livello IIMetodi probabilistici di livello II
La verifica dell’affidabilità strutturale consiste nelLa verifica dell affidabilità strutturale consiste nelverificare che βi ≥ βi,target
Il metodo più semplice (e più utilizzato) è il metodo FORM, chepresenta due varianti:pMVFOSMAFOSM
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1) Metodo MVFOSM
L’i di di ffid bili à β è d fi i il lL’indice di affidabilità β è definito come il rapporto tra valoremedio e deviazione standard della funzione di stato limite.
),...,,( 21 nXXXgZ =Z
Z
σμβ = dove:
Mediante uno sviluppo in serie di Taylor troncato ai terminidel primo ordine è possibile ottenere delle approssimazioni di
eμZ e σZ:
),...,,(21 nXXXZ g μμμμ ≅
( )jij
n
i
n
j iZ XX
Xg
Xg ,cov
1 1
2
∂∂
∂∂
≅ ∑∑= =
σ
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jj i
2) Metodo AFOSM
L’i di di ffid bili à b è d fi i l i i diL’indice di affidabilità b è definito come la minima distanzatra la funzione di stato limite e l’origine dello spazio dellevariabili aleatorie a distribuzione normale standard N(0 1)variabili aleatorie a distribuzione normale standard N(0,1).
La soluzione del problema mediante il metodo AFOSMrichiede quattro passi:a) si scrive l’espressione della funzione di stato limite
(X X X ) il bl ig(X1,X2,…,Xn) per il problema in esame;
b) si trasformano le variabili aleatorie (X1 X2 X ) in variabilib) si trasformano le variabili aleatorie (X1,X2,…,Xn) in variabilialeatorie indipendenti a distribuzione normale standard(X’1,X’2,…,X’n);
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c) si scrive l’espressione della funzione di stato limiteg(X’1,X’2,…,X’n) in funzione delle variabili (X’1,X’2,…,X’n);
d) si calcola l’indice di affidabilità β come distanza dellasuperficie di stato limite (g(X’ X’ X’ )=0) dall’originesuperficie di stato limite (g(X 1,X 2,…,X n)=0) dall originedello spazio (X’1,X’2,…,X’n).
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Metodo semi‐probabilisticoMetodo semi‐probabilistico
La verifica dell’affidabilità strutturale consiste nelLa verifica dell affidabilità strutturale consiste nelverificare che:
SLU: Rd ≥ Sd
SLE: Ed ≤ valore limite
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Analisi di affidabilità di una struttura inAnalisi di affidabilità di una struttura in acciaio nelle condizioni di esercizio
Dati:• L= 6 m
q
g• g: N(9.5, 1) kN/m• q: N(3.6, 1.4) kN/m
( ) / 2
g
v• Es: N(210000, 8400) N/mm2
La trave è costituita da un profilato IPE 270.
La f n ionalità della str tt ra ris lta insoddisfacente se loLa funzionalità della struttura risulta insoddisfacente se lospostamento verticale v in mezzeria supera il valore limiteL/250 (valore di normativa).
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L/250 (valore di normativa).
1
Caratteristiche geometriche del profilato IPE
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2
Verifica con il metodo di livello 3Verifica con il metodo di livello 3
La probabilità di insuccesso è definita nel seguente modo:
( )[ ] ∫=≤= nnXni dxdxdxxxxfXXXgPP ...),...,,(0,...,, 212121( )[ ] ∫iD
nnXni fg ), ,,(, ,, 212121
dominio nel quale g(x) ≤ 0
dove:‐ X1 è il carico permanente g;X è il carico variabile q‐ X2 è il carico variabile q;
‐ X3 è il modulo elastico Es;
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3
Funzione di stato limite
Assumendo un comportamento elastico lineare, in quanto siid d l di i i di i i l f i distanno considerando le condizioni di esercizio, la funzione di
stato limite è la seguente:
( ) 4( )IE
LqgLvLEqgs
s
4
3845
250250),,(g +
−=−=
Conviene, per effettuare i calcoli, riscrivere la funzione di statolimite nel seguente modo:
( ) 214
3845
250),,(g YYLqgIELEqg ss −=+−=
La funzione di stato limite contiene ora la differenza tra duevariabili aleatorie Y1 e Y2 a distribuzione normale (più semplice
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4
1 2da trattare)
Y1: N(291.8, 11.7) kNm3Y1: N(291.8, 11.7) kNm
Y2: N(221.1, 29.1) kNm3
Dato che Y1 ed Y2 sono a distribuzione normale, si definisce1 2Z = Y1‐Y2 :
( )NZ ( )ZZZNZ σμ ;→
322 kNm431=+= YYZ σσσ
3kNm 8.7021=−= YYZ μμμdove:
kNm4.3121=+= YYZ σσσ
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5
La probabilità Pi viene calcolata nel seguente modo:p i g
( ) =≤=⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ≥= 0
250ZPLvPPi
⎠⎝ 250
( ) 2102.126.2 −⋅=−Φ=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−Φ=⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ −≤
−=
Z
Z
Z
Z
Z
ZZPσμ
σμ
σμ
⎠⎝⎠⎝ ZZZ
Verifica dell’affidabilità strutturale:
2target,
2 106102.1 −− ⋅=<⋅= ii PP
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6
Verifica con i metodi di livello 2Verifica con i metodi di livello 2
1) Metodo MVFOSM
L’indice di affidabilità β è definito come il rapporto tra valoremedio e deviazione standard della funzione di stato limite.
),...,,(g 21 nXXXZ =Z
Z
σμβ =
Nel caso in esame, la funzione di stato limite è stata scrittacome segue:
( ) 4384
5250
),,(g LqgIELEqg ss +−=384250
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7
Mediante uno sviluppo in serie di Taylor troncato ai terminidel primo ordine è possibile ottenere delle approssimazioni diμZ e σZ:
( ) 34 kNm 8.70384
5250
),,(g =+−=≅ LILqgEEqgZ ss
μμμμμμμ
( ) =⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ ∂
≅ ∑n
iZ X
2
Vargσ ( ) =⎟⎟⎠
⎜⎜⎝∂
≅ ∑=i
ii
Z XX
1
Varμ
σ
222 ⎞⎛⎞⎛⎞⎛32
2
22
22
kNm 4.31ggg=
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
=sE
sqg Eqg
σσσμμμ ⎠⎝⎠⎝⎠⎝ μμμ
Il valore dell’indice di affidabilità β è pari a: 26.2== Zμβ
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8
β pZσ
β
2) Metodo AFOSM)
Si introduce la variabile aleatoria qtot=g+q, in modo da ottenereuna rappresentazione grafica del problemauna rappresentazione grafica del problema.La soluzione del problema di sicurezza mediante il metodoAFOSM comprende quattro passi:1) Si scrive l’espressione della funzione di stato limite g(qtot, Es):
45)( LIELE 4384250
),(g LqIEEq totsstot −=
0)( =Eqg 0),( =stot Eqg
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9
2) Si trasformano le variabili (aleatorie) qtot ed Es in variabilialeatorie indipendenti a distribuzione normale standard q’toted E’s:
t tq μ− EsE μ−
totq
qtottot
totq
qσ
μ='
s
s
E
Ess
EE
σμ
='
3) Si riscrive la funzione di stato limite in funzione delle3) S sc e a u o e d stato te u o e de evariabili q’tot ed E’s :
( ) ( ) 4'5')''(g LqIELEq σμσμ ++= ( ) ( )384250
),(g LqIEEqtottotss qtotqEsEstot σμσμ +−+=
0)','( =stot Eqg
075.70'11.29'67.11 =+− tots qE
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10
4) Si calcola la distanza della funzione di stato limite g(q’tot, E’s)=0dall’origine dello spazio (q’tot, E’s)
Per definizione l’indice di affidabilità β è il valore di questaPer definizione, l indice di affidabilità βHL è il valore di questadistanza. In altri termini, βHL è pari alla distanza del punto(q’tot *, E’s*) dall’origine.(q tot , s ) g
*)'*,'( stot Eq
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11
0''49.2 =+ tots qE
075.70'11.29'67.11 =+− tots qE
*09.2*' =totq
26.2=HLβ84.0'* −=sE HLβ
Con entrambi i metodi MVFOSM e AFOSM la verifica diCon entrambi i metodi MVFOSM e AFOSM, la verifica diaffidabilità è soddisfatta:
51262 =>= ββD.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica
Corso di “Tecnica delle Costruzioni”12
5.126.2 target =>= ββ
Verifica con il metodo semi‐probabilisticoVerifica con il metodo semi probabilistico
L’affidabilità strutturale viene verificata utilizzando leindicazioni delle normative (NTC 2008 – paragrafo 4.2.4.2Verifiche agli stati limite di esercizio).
Bisogna verifica che:250LEd ≤
Valore della freccia in mezzeria sulla based ll bi i i i d ll i idella combinazione caratteristica delle azioni
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13
Combinazione caratteristica delle azioni:Combinazione caratteristica delle azioni:
{ }iKiKjKd QQPGEE ,,01,, ;;; ψ= 1;1 >≥ ij
I valori caratteristici dei carichi sono:9 5 kN/‐ gk=9.5 kN/m
‐ qk=6 kN/m
Verifica:
( )5 4 LLqg +( )250
m 024.0m 022.0384
5 LIE
LqgEs
kkd =<=
+=
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Analisi di sicurezza di una struttura in acciaio
Dati:• L= 6 m
q
g• g: N(9.5, 1) kN/m• q: N(3.6, 1.4) kN/m
( ) / 2
g
• fy: N(280, 22.4) N/mm2
La trave è costituita da un profilato IPE 270.
La rott ra della str tt ra si erifica q ando il momentoLa rottura della struttura si verifica quando il momentosollecitante in mezzeria supera il momento resistente.
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1
Caratteristiche geometriche del profilato IPE
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2
Verifica con il metodo di livello 3Verifica con il metodo di livello 3
La probabilità di rottura è definita nel seguente modo:
( )[ ] ∫=≤= nnXnr dxdxdxxxxfXXXgPP ...),...,,(0,...,, 212121( )[ ] ∫iD
nnXnr fg ), ,,(, ,, 212121
dominio nel quale g(x) ≤ 0
dove:‐ X1 è il carico permanente g;X è il carico variabile q‐ X2 è il carico variabile q;
‐ X3 è la tensione di snervamento fy
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3
Funzione di stato limite
Assumendo un comportamento elastico‐perfettamentel i l’ i i l f i di li i è lplastico per l’acciaio, la funzione di stato limite è la seguente:
( ))(2LqgfWMMf +( )
8),,(g qgfWMMfqg yplSRy −=−=
d il d l l i d ll i W è i 484000 3dove il modulo plastico della sezione Wpl è pari a 484000 mm3.Si definisce la variabile aleatoria Z = MR‐MS :
( )ZZZNZ σμ ;→kNm6.76=−=
SR MMZ μμμdove:
kNm 3.1322 =+=SR MMZ σσσ
SR MMZ μμμ
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4
SR
La probabilità P viene calcolata nel seguente modo:La probabilità Pr viene calcolata nel seguente modo:
( ) ( ) =≤=≤= 0ZPMMPP SR( ) ( ) =≤=≤= 0ZPMMPP SRr
( ) 91067475 −Φ⎟⎟⎞
⎜⎜⎛
Φ⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ −
≤− ZZZZP μμμ ( ) 1067.47.5 ⋅=−Φ=⎟⎟
⎠⎜⎜⎝−Φ=⎟⎟
⎠⎜⎜⎝
≤=Z
Z
Z
Z
Z
ZPσσσ
Verifica di sicurezza:
9 5target,
9 102.71067.4 −− ⋅=<⋅= rr PP
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5
Verifica con i metodi di livello 2Verifica con i metodi di livello 2
1) Metodo MVFOSM
L’indice di affidabilità β è definito come il rapporto tra valoremedio e deviazione standard della funzione di stato limite.
),...,,(g 21 nXXXZ =Z
Z
σμβ =
Nel caso in esame, la funzione di stato limite è scritta comesegue:
( )8
),,(g2LqgfWfqg yply
+−=
8
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6
Mediante uno sviluppo in serie di Taylor troncato ai terminidel primo ordine è possibile ottenere delle approssimazioni diμZ e σZ:
( )( )kNm 6.76
8),,(g
2=
+−=≅
LW qg
fplfqgZ yy
μμμμμμμ
( ) =⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ ∂
≅ ∑n
iZ X
2
Vargσ ( ) =⎟⎟⎠
⎜⎜⎝∂
≅ ∑=i
ii
Z XX
1
Varμ
σ
222 ⎞⎛⎞⎛⎞⎛kNm 3.13ggg 22
22
2
=⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
=yf
yqg fqg
σσσμμμ ⎠⎝⎠⎝⎠⎝ μμμ
Il valore dell’indice di affidabilità β è pari a: 7.5== Zμβ
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7
β pZσ
β
2) Metodo AFOSM)
Si introduce la variabile aleatoria qtot=g+q, in modo da ottenereuna rappresentazione grafica del problemauna rappresentazione grafica del problema.La soluzione del problema di sicurezza mediante il metodoAFOSM comprende quattro passi:1) Si scrive l’espressione della funzione di stato limite g(qtot, fy):
)(g2LqfWfq tot=
0)( =fqg
8),(g fWfq yplytot −=
0),( =ytot fqg
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8
2) Si trasformano le variabili (aleatorie) qtot ed fy in variabilialeatorie indipendenti a distribuzione normale standard q’toted f’y:
qtotq μ− yfyff
μ−'
totq
qtottot
totq
qσ
μ='
y
y
f
fyyf
σ='
3) Si riscrive la funzione di stato limite in funzione delle3) S sc e a u o e d stato te u o e de evariabili q’tot ed f’y :
( ) ( ) 2L( ) ( )8
'')','(g LqfWfqtottotyy qtotqfyfplytot σμσμ +−+=
0)','( =ytot fqg
057.76'76.7'84.10 =+− tots qE
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9
4) Si calcola la distanza della funzione di stato limite g(q’tot, fy’)=0dall’origine dello spazio (q’tot, fy’)
Per definizione l’indice di affidabilità β è il valore di questaPer definizione, l indice di affidabilità βHL è il valore di questadistanza. In altri termini, βHL è pari alla distanza del punto(q’tot *, fy’*) dall’origine.(q tot , y ) g
'*)*,'( ytot fq
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10
0''72.0 =+ toty qf
05776'767'8410 f 057.76'76.7'84.10 =+− toty qf
34.3*' =totq 75=β67.4'* −=y
totfq 7.5=HLβ
Con entrambi i metodi MVFOSM e AFOSM la verifica diCon entrambi i metodi MVFOSM e AFOSM, la verifica disicurezza è soddisfatta:
8375 =>= ββD.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica
Corso di “Tecnica delle Costruzioni”11
8.37.5 target =>= ββ
Verifica con il metodo semi‐probabilisticoVerifica con il metodo semi probabilistico
La sicurezza strutturale viene verificata utilizzando leindicazioni delle normative.
i ifi h MM ≤Bisogna verifica che: RdSd MM ≤
Valore del momento sollecitante in mezzeriasulla base della combinazione delle azioniper situazioni persistenti e transitorieper situazioni persistenti e transitorie
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12
Momento sollecitante M :Momento sollecitante MSd:
Combinazione delle azioni per situazioni persistenti eCombinazione delle azioni per situazioni persistenti etransitorie :
1;1 >≥ ij{ }iKiiQkQPjKjGd QQPGEE 0;11 ;;; ψγγγγ=
I valori caratteristici dei carichi sono:‐ gk=9 5 kN/m
{ }iKiiQkQPjKjGd QQ ,,0,;1,1,,, ;;; ψγγγγ
gk=9.5 kN/m‐ qk=6 kN/m
I fattori parziali lato azioni sono:− γG=1.35
1 5− γQ=1.5
Quindi:( )
kNm2.982=
+=
LqgM kQkG
Sdγγ
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13
Quindi: kNm 2.988
MSd
Momento resistente M :Momento resistente MRd:
Viene calcolato nel seguente modo:Viene calcolato nel seguente modo:
kNm 3.108== ykplRd
fWM
Il fattori parziale γM0 lato resistenza è uguale a 1.05.
0mp γ
Verifica: kNm 3.108kNm 2.98 =<= RdSd MM
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14
f d dVerifica di sicurezza di un capannone industriale in acciaio
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1
Elementi strutturaliElementi strutturali‐ Travi principali reticolari (capriate);‐ travi secondarie (arcarecci);travi secondarie (arcarecci); ‐ pilastri;‐ controventi di falda;
arcarecciocapriata‐ controventi longitudinali (verticali);‐ pannelli di copertura.
controventocontrovento
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pilastro2
Carichi applicati ad un capannone in acciaioCarichi applicati ad un capannone in acciaio
Carichi verticali:‐ peso proprio degli elementi strutturali;‐ carichi permanenti portati (impianti, finiture, copertura);‐ neve.Questi carichi vengono riportati in fondazione attraverso letravi secondarie le travi principali e i pilastritravi secondarie, le travi principali e i pilastri.
Carichi orizzontali:‐ vento;‐ sisma;
i hi ti d ll tt t ti l‐ carichi generati dalle attrezzature presenti nel capannone.Questi carichi vengono riportati in fondazione dai controventiverticali.
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3
verticali.
Effetti delle azioni verticaliEffetti delle azioni verticali
Problema: trasferire i carichi verticali dalla copertura alle fondazioni.
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4
Passo 1: la forza concentrata, applicata ai pannelli della copertura, siscarica sulle travi secondarie (arcarecci).
Trave secondaria
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5
Passo 2: le reazioni delle travi secondarie si scaricano sulle traviprincipali (capriate).
Trave secondaria
Trave principale
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6
Passo 3: le reazioni delle travi principali si scaricano sui pilastri e, diconseguenza, in fondazione.
Trave secondaria
Trave principale
pilastro
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7
pilastro
EsempioEsempioSi considera un capannone situato nella zona di Torino.
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8
Sezione trasversale
Altezza in gronda: 5.1 mAltezza in colmo: 5 7 mAltezza in colmo: 5.7 mPendenza della copertura: 10% (≈ 5.7°)
570
5
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9
La coperturap
Funzione: protezione della struttura e di ciò che contiene nei riguardi degli agenti atmosfericiriguardi degli agenti atmosferici.
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10
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11
Esempio: pannello di copertura in poliuretano.
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12
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13
Come si collega il pannello di copertura alla travesecondaria (arcareccio)?secondaria (arcareccio)?
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15
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16
Giuntura dei pannelli di copertura nella zona di colmo
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17
Scelta progettuale per la copertura: pannello di spessore40mm40mm.Schema statico: trave semplicemente appoggiata su due travisecondarie (appoggi)( pp gg )
5 7° α = 5 7°α = 5.7° α = 5.7
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18
Carichi applicati:peso proprio: g =0 088 kN/m2‐ peso proprio: gk=0.088 kN/m2
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19
gk=0.088 kN/m2
α = 5.7°
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20
Carichi applicati:neve: per stabilire l’intensità di questo carico variabile si fa‐ neve: per stabilire l intensità di questo carico variabile, si fa
riferimento alla norma NTC 2008 (paragrafo 3.4 “Azione dellaneve”).)
Il carico della neve sulla copertura è definito nel seguentemodo:
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21
‐ Coefficiente di forma μi della copertura: dipende dalla suapendenza (α = 5 7° nel nostro caso)pendenza (α = 5.7 nel nostro caso).
‐ Coefficiente di esposizione CE: dipende dalla topografia delluogo di costruzione.
‐ Coefficiente termico CT: dipende dalla tipologia della
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22
costruzione. Si assume CT=1.
‐ Carico neve al suolo qsk: dipende dalle condizioni climatichelocalilocali.
Consideriamo q =1 5 kN/m2Consideriamo qsk=1.5 kN/m .Il carico neve sulla copertura qs risulta essere pari a:
2kN/m 2.15.18.0 =⋅=⋅⋅⋅= TEskis CCqq μ
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23
La condizione di carico da considerare è fissata nellanormativa.
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24
Per il capannone in esame, la condizione di carico è laPer il capannone in esame, la condizione di carico è laseguente:
qs=1.2 kN/m2
057
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25
Ricapitolando, sulla copertura agiscono:Ricapitolando, sulla copertura agiscono:‐ peso proprio: gk=0.088 kN/m2
‐ neve: qk=1.2 kN/m2
Si considera una striscia di lamiera larga 1 m:
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26
La striscia di lamiera larga 1 m può essere ora considerataLa striscia di lamiera larga 1 m può essere ora consideratauna trave semplicemente appoggiata, soggetta ai carichi gk eqk, di cui si possono calcolare le reazioni vincolari.
qk=1.2 kN/m
gk=0.088 kN/m
V2
V1
α = 5.7°
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27
Travi secondarie (arcarecci)( )
Funzione: trasferire i carichi dal manto di copertura alle travi principali (capriate)principali (capriate).
Trave secondariaTrave secondaria
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28
Scelta progettuale per le travi secondarie: profilo IPE 140.Schema statico: trave semplicemente appoggiata (luceSchema statico: trave semplicemente appoggiata (luceLs=4m) su due travi principali (capriate).
Trave principale
Trave secondaria
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29
Trave secondaria
Carichi applicati alle travi secondarie: sono le reazionivincolari (cambiate di segno) della striscia larga 1 m dellavincolari (cambiate di segno) della striscia larga 1 m dellacopertura.
Trave principale
Copertura (fascia larga 1 m)
Trave principale
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30
Ogni metro di copertura scarica sulle travi secondarie duereazioni verticali Quindi la trave secondaria centrale dellareazioni verticali. Quindi, la trave secondaria centrale dellafigura seguente sono soggette ad un carico verticale(uniformemente distribuito) somma delle reazioni V1 e V4.( ) 1 4
qk=1.2 kN/m
gk=0.088 kN/mqk=1.2 kN/m
qk 1.2 kN/m
V20 088 k /V1
2gk=0.088 kN/mV4
V3
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31
Schema statico e carichi applicati alla trave secondaria‐ peso proprio copertura: gk1=0.18 kN/m‐ peso proprio trave secondaria (IPE 140): gk2=0.13 kN/mneve: q 2 4 kN/m‐ neve: qk=2.4 kN/m
0 13 kN/
qk=2.4 kN/m
gk1=0.18 kN/m
gk2=0.13 kN/m
k1
Ls=4 ms
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32
Caratteristiche geometriche del profilato IPE
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33
La trave secondaria è sollecitata a flessione deviata, cheLa trave secondaria è sollecitata a flessione deviata, cheviene studiata scomponendola in due flessioni rette secondole direzioni dei due assi principali d’inerzia della sezionetrasversale.
Fn=F cos(α)Ft=F sin(α)
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34
Analisi di sicurezza della trave secondaria
q (carico neve)
g1 (peso proprio copertura)
g2 (peso proprio IPE 140)
g1 (peso proprio copertura)
L =4 mDati:• g : N(0 18 0 02) kN/mLs=4 m • g1: N(0.18, 0.02) kN/m• g2: N(0.13, 0.01) kN/m • q: N(2.4, 0.53) kN/mq ( , ) /• fy: N(280, 22.4) N/mm2
La rottura della struttura si verifica quando sollecitazione inmezzeria (flessione deviata) supera la resistenza.
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35
Momento sollecitante M : si considera la componenteMomento sollecitante MSx: si considera la componentenormale dei carichi.
g1n=g1 cos(α): N(0.18, 0.02) kN/mg2n=g2 cos(α): N(0.13, 0.01) kN/m
/qn=q cos(α): N(2.39, 0.53) kN/m
Il momentoM è uguale a:( ) 2
21 snnnS
LqggM ++=Il momentoMSx è uguale a:
Il momento resistenteMRx è uguale a:
8SxM =
yxplRx fWM ,=Rx gdove Wpl,x=88340 mm3
ili d il d ll b bili i i i
yxplRx f,
Utilizzando il modello probabilistico si ottiene:MSx: N(5.4, 1.1) kNmM : N(24 7 2 0) kNm
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36
MRx: N(24.7, 2.0) kNm
Momento sollecitante M : si considera la componenteMomento sollecitante MSy: si considera la componentetangenziale dei carichi.
g1t=g1 sin(α): N(0.02, 0.002) kN/mg2t=g2 sin(α): N(0.01, 0.001) kN/m
/qt=q sin(α): N(0.24, 0.05) kN/m
Il momentoM è uguale a:( ) 2
21 stttS
LqggM ++=Il momentoMSy è uguale a:
Il momento resistenteMRy è uguale a:
8SyM =
yyplRy fWM ,=Ry gdove Wpl,y=19250 mm3
ili d il d ll b bili i i i
yyplRy f,
Utilizzando il modello probabilistico si ottiene:MSy: N(0.5, 0.1) kNmM : N(5 4 0 4) kNm
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37
MRy: N(5.4, 0.4) kNm
Verifica con il metodo di livello 3Verifica con il metodo di livello 3
La probabilità di rottura è definita nel seguente modo:
( )[ ] ∫=≤= nnXnr dxdxdxxxxfXXXgPP ...),...,,(0,...,, 212121( )[ ] ∫iD
nnXnr fg ), ,,(, ,, 212121
dominio nel quale g(x) ≤ 0
dove:‐ X1 è il carico permanente g1;X è il carico variabile g‐ X2 è il carico variabile g2;
‐ X3 è il carico variabile q;‐ X4 è la tensione di snervamento fy
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38
X4 è la tensione di snervamento fy
Funzione di stato limite
Assumendo un comportamento elastico‐perfettamentel i l’ i i l f i di li i è lplastico per l’acciaio, la funzione di stato limite è la seguente:
⎤⎡ MM=
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡+−=
Ry
Sy
Rx
Sxy M
MMMfqgg 1),,,(g 21
( ) ( )=
⎥⎥⎥⎤
⎢⎢⎢⎡ ++
+
++
−=stttsnnn
fW
Lqgg
fW
Lqgg 221
221
881
⎥⎥⎦⎢
⎢⎣
yyplyxpl fWfW ,,
( ) ( ) ( ) ( ) ⎤⎡ ++++ LqggLqgg 22 sincos αα( ) ( ) ( ) ( )
⎥⎥⎥⎥⎤
⎢⎢⎢⎢⎡ ++
+
++
−=yypl
s
yxpl
s
fW
Lqgg
fW
Lqgg
,
21
,
21
8sin
8cos
1
αα
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39
⎥⎦⎢⎣yypyp
Conviene, per effettuare i calcoli, riscrivere la funzione di statolimite nel seguente modo:
( ) ( ) ( ) ( )⎥⎤
⎢⎡ ++++ ss WLqggWLqggfWWf
221
221 sincos)( αα( ) ( ) ( ) ( )
=⎥⎥⎦⎢
⎢⎣
+−= xpls
ypls
yyplxply WqggWqggfWWfqgg ,21
,21
,,21 88),,,(g
Y1 Y2
La funzione di stato limite contiene ora la differenza tra due
21 YY −=
La funzione di stato limite contiene ora la differenza tra duevariabili aleatorie Y1 e Y2 a distribuzione normale (più sempliceda trattare).)
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40
Y1: N(0.48, 0.04) kNm4Y1: N(0.48, 0.04) kNm
Y2: N(0.15, 0.03) kNm4
Dato che Y1 ed Y2 sono a distribuzione normale, si definisce1 2Z = Y1‐Y2 :
( )NZ ( )ZZZNZ σμ ;→
422 kNm050=+= YYZ σσσ
4kNm 32.021=−= YYZ μμμdove:
kNm05.021=+= YYZ σσσ
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41
La probabilità Pi viene calcolata nel seguente modo:p i g
( ) =≤=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛≥+= 01 ZP
MM
MMPP SySx
r ⎟⎠
⎜⎝ MM RyRx
( ) 121081776 −Φ⎟⎟⎞
⎜⎜⎛
Φ⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ −
≤− ZZZZP μμμ ( ) 1081.77.6 ⋅=−Φ=⎟⎟
⎠⎜⎜⎝−Φ=⎟⎟
⎠⎜⎜⎝
≤=Z
Z
Z
Z
Z
ZPσσσ
Verifica dell’affidabilità strutturale:
5target,
12 102.71081.7 −− ⋅=<⋅= rr PP
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42
Verifica con i metodi di livello 2Verifica con i metodi di livello 2
Metodo MVFOSM
L’indice di affidabilità β è definito come il rapporto tra valoremedio e deviazione standard della funzione di stato limite.
),...,,(g 21 nXXXZ =Z
Z
σμβ =
Nel caso in esame, la funzione di stato limite è stata scrittacome segue:
( ) ( ) ( ) ( )⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡ +++
++−= xpl
sypl
syyplxply WLqggWLqggfWWfqgg ,
221
,
221
,,21 8sin
8cos),,,(g αα
⎥⎦⎢⎣
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43
Mediante uno sviluppo in serie di Taylor troncato ai terminidel primo ordine è possibile ottenere delle approssimazioni diμZ e σZ:
4, kNm 32.0),,(g
21=≅
yfqggZ μμμμμ
( ) =⎟⎟⎞
⎜⎜⎛ ∂
≅ ∑n
iZ X
2
Vargσ ( ) =⎟⎟⎠
⎜⎜⎝∂
≅ ∑=i
ii
Z XX
1
Varμ
σ
2222⎞⎛⎞⎛⎞⎛⎞⎛
4222
1
2
1kNm 05.0gggg
21=
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
+⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
=yf
sqgg Eqgg
σσσσμμμμ ⎠⎝⎠⎝⎠⎝
Il valore dell’indice di affidabilità β è pari a: 7.6== Zμβ
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44
β pZσ
β
La verifica di sicurezza è soddisfatta:
8.37.6 target =>= ββ
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45
Verifica con il metodo semi‐probabilisticoVerifica con il metodo semi‐probabilistico
La sicurezza strutturale viene verificata utilizzando leLa sicurezza strutturale viene verificata utilizzando leindicazioni delle normative.
MMBisogna verifica che: 1≤+Rdy
Sdy
Rdx
SdxMM
MM
I momenti sollecitanti MSdx e MSdy in mezzeria sono valutati sulla basedella combinazione delle azioni per situazioni persistenti e transitorie
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46
Momenti sollecitanti M e M :Momenti sollecitanti MSdx e MSdy:
Combinazione delle azioni per situazioni persistenti eCombinazione delle azioni per situazioni persistenti etransitorie :
1;1 >≥ ij{ }iKiiQkQPjKjGd QQPGEE 0;11 ;;; ψγγγγ=
I valori caratteristici dei carichi sono:‐ g k=0 18 kN/m
{ }iKiiQkQPjKjGd QQ ,,0,;1,1,,, ;;; ψγγγγ
g1k=0.18 kN/m‐ g2k=0.13 kN/m‐ qk=2.4 kN/mk
I fattori parziali lato azioni sono:1 35− γG=1.35
− γQ=1.5
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47
Quindi:( ) ( ) kNm8cos 2
21 =++
= skkkSdx
LqggM αQ
8Sdx
( ) ( ) kNm 8.08
sin 221 =++
= skkkSdy
LqggM α8
Momenti resistenti MRdx e MRdy :Vengono calcolati nel seguente modo:
kNm 8.190
, ==m
ykxplRdx
fWM
γkNm 3.4
0, ==
m
ykyplRdy
fWM
γ
Il fattori parziale γM0 lato resistenza è uguale a 1.05.
MVerifica: 159.0 <=+
Rdy
Sdy
Rdx
SdxMM
MM
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48
Combinazione delle azioni agli SLU diCombinazione delle azioni agli SLU di un solaio e di una trave di un edificio di
i il bi icivile abitazione
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Pianta di un piano dell’edificiop
trave
700rompitratta
447
00
l i
4700
solaio(AICAP, “Guida all’usodell’Eurocodice 2”)
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Si intendono come solai le strutture bidimensionali pianepcaricate ortogonalmente al proprio piano, con prevalentecomportamento resistente monodirezionale. (NTC 2008, par.4 1 9)4.1.9)
Tipologie:p g• solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchi forati in laterizio;• solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchi diversi dal laterizio;
l i li i l’ i i di i f bb i i• solai realizzati con l’associazione di componenti prefabbricatiin c.a. e c.a.p.
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Solai gettati in opera con g platerizi di alleggerimento
Solai con travetti prefabbricati a traliccio e laterizi di alleggerimentolaterizi di alleggerimento
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Solaio a travetti in c.a.p.
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Limiti dimensionali per solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchip pforati in laterizio (Circolare 2 febbraio 2009 contenente le Istruzioni perl’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui alDM 14 gennaio 2008 par C 4 1 9 1 2)DM 14 gennaio 2008 , par. C.4.1.9.1.2)
i ≤ 15s
s
bn ≥ 8 cmbn ≥ 1/8 i
bp ≤ 52 cmn
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SolaioSolaio
1 m
A
1 m
B CA
5 7 m
B C
5 7 m 5.7 m5.7 m
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Analisi dei carichiAnalisi dei carichi
Carichi permanenti:- carichi permanenti strutturali (g1): peso proprio del solaio(travetti soletta in cls e pignatte);(travetti, soletta in cls e pignatte);- carichi permanenti non strutturali (g2): intonaco, sottofondo,pavimento, elementi divisori interni.p ,
Elementi divisori interni (NTC 2008 par. 3.1.3.1)
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(Biasioli, Taliano, “Eurocodice 2 – Calcolo di edificio multipiano”)
Carichi permanenti strutturali:1) Peso proprio del solaio (a): 3.2 kN/m2
2) Incidenza cordoli: 0.5 kN/m2
Totale permanenti strutturali g 3 7 kN/m2Totale permanenti strutturali gk1=3.7 kN/m2
Carichi permanenti non strutturali:Carichi permanenti non strutturali:1) Sottofondo (b): 0.9 kN/m2
2) Pavimento (c): 0.3 kN/m2
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3) Intonaco (d): 0.2 kN/m2
Questi carichi sono considerati comecompiutamente definiti. (gk2 =1.40 kN/m2 )
4) Muratura di partizione interna: 1 3 kN/ 24) Muratura di partizione interna: 1.3 kN/m2.Considerando un interpiano di 2.8 m, si ottiene uncarico a metro lineare 3.64 kN/m.
In accordo con le norme NTC 2008, si considera uncarico uniformemente distribuito gk3 =1.60 kN/m2 per igk3 pdivisori interni.
Elementi divisori interni (NTC 2008 par. 3.1.3.1)
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Sovraccarichi accidentali:Sovraccarichi accidentali:
Si considera un sovraccarico dii il bit i if tcivile abitazione uniformemente
distribuito qk=2 kN/m2.
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Combinazione delle azioni allo SLU STRCombinazione delle azioni allo SLU STR
Ai fini della verifica allo SLU si considera la combinazionefondamentale delle azioni (NTC 2008, par. 2.5.3):
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Sezione D (campata A-B) – MmaxSezione D (campata A B) Mmax
γGgk3=1.5·1.6=2.4 kN/m γQqk=1.5·2=3 kN/m
γGgk1=1.3·3.7=4.81 kN/m γGgk2=1.3·1.4=1.82 kN/m
2 mA B CD
Sezione D (campata A-B) – Mmin
γQqk=1.5·2=3 kN/m
γGgk2=1·1.4=1.4 kN/m γGgk3=1.5·1.6=2.4 kN/m
γGgk1=1·3.7=3.7 kN/mγGgk1 1 3.7 3.7 kN/m
2 mA B CD
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Appoggio B – MmaxAppoggio B Mmax
γGgk2=1·1.4=1.4 kN/m γGgk1=1·3.7=3.7 kN/m
A B CA B C
Appoggio B – M iAppoggio B Mmin
γGgk3=1.5·1.6=2.4 kN/mγQqk=1.5·2=3 kN/m
γGgk1=1.3·3.7=4.81 kN/m
γGgk3 1.5 1.6 2.4 kN/m γGgk2=1.3·1.4=1.82 kN/m
A B C
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Sezione E (campata B-C) – MmaxSezione E (campata B C) Mmax
γGgk3=1.5·1.6=2.4 kN/m γQqk=1.5·2=3 kN/m
γGgk2=1.3·1.4=1.82 kN/m γGgk3
γGgk1=1.3·3.7=4.81 kN/m
EA B C2 m
Sezione E (campata B-C) – Mmin
γQqk=1.5·2=3 kN/m
γ g =1 3 7=3 7 kN/m
γGgk3=1.5·1.6=2.4 kN/m γQqk 1.5 2 3 kN/m
γGgk2=1.·1.4=1.4 kN/m
2 m
γGgk1=1.·3.7=3.7 kN/m
EA B C
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Diagramma di momento flettenteDiagramma di momento flettente
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Diagramma di taglioDiagramma di taglio
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Trave P8-P9-P10-P11Trave P8 P9 P10 P11
4.7
m0 7
m47
04.
7
5 7 5 7
4.7
m
Si adotta uno schema di trave continua su quattro appoggi. La
5.7 m 5.7 m
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larghezza di competenza della trave è pari a 7.125 m.
Analisi dei carichiAnalisi dei carichi
Carichi permanenti :1) Peso proprio della trave (si considera una soluzione in spessore di solaio:b =0 65 m; h =0 23 m): g =3 8 kN/mbtrave=0.65 m; htrave=0.23 m): gk1=3.8 kN/m
2) Peso proprio del solaio e permanenti non strutturali compiutamented fi i i (3 7 1 4) 7 125 36 3 kN/definiti: gk2=(3.7+1.4)·7.125=36.3 kN/m
3) Carichi permanenti non strutturali: gk3 =1.60·7.125=11.4 kN/m
Carico variabile: qk =2.0·7.125=14.3 kN/m
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Sezione A (campata P8-P11) – MmaxSezione A (campata P8 P11) Mmax
γGgk3=1.5·11.4=17.1 kN/m γQqk=1.5·14.3=21.5 kN/m
γGgk1=1.3·3.8=4.9 kN/m γGgk2=1.3·36.3=47.2 kN/m
P8 P9 P10 P112 m A
Sezione A (campata P8-P11) – MminγQqk=1.5·14.3=21.5 kN/m
γGgk1=1·3 8=3 8 kN/mγGgk2=1·36.3=36.3 kN/m
γGgk3=1.5·11.4=17.1 kN/m γQqk
γGgk1 1 3.8 3.8 kN/m
P8 P9 P10 P112 m A
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Diagramma di momento flettenteDiagramma di momento flettente
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Diagramma di taglioDiagramma di taglio
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Combinazione delle azioni agli SLU diCombinazione delle azioni agli SLU di un muro di sostegno in c.a.
Funzione delle opere di sostegno: queste opere sono definite nelle NTC 2008 come “opere geotecniche atte a sostenere in sicurezza un corpo di terreno o di materiale con comportamento simile”. (NTC 2008, par. 6.5)
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Tipologie delle opere di sostegno (NTC 2008, par. 6.5):p g p g ( p )
• muri, per i quali la funzione di sostegno è affidata al pesoi d l ll d l diproprio del muro e a quello del terreno direttamente agente su
di esso (ad esempio muri a gravità (a,b), muri a mensola (c),muri a contrafforti (d));muri a contrafforti (d));
(L ll C F i “P i i ” H li 2011)
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(Lancellotta, Costanzo, Foti, “Progettazione geotecnica”, Hoepli, 2011)
Esempi di impiego dei muri di sostegno:
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• paratie, per le quali la funzione di sostegno è assicurataparatie, per le quali la funzione di sostegno è assicurataprincipalmente dalla resistenza del volume di terreno postoinnanzi l’opera e da eventuali ancoraggi e puntoni;
(Lancellotta, Costanzo, Foti, “Progettazione geotecnica”, Hoepli, 2011)( g g p )
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• strutture miste, che esplicano la funzione di sostegno anchestrutture miste, che esplicano la funzione di sostegno ancheper effetto di trattamenti di miglioramento e per la presenza diparticolari elementi di rinforzo e collegamento (ad esempio,ture, terra rinforzata, muri cellulari).
(Lancellotta, Costanzo, Foti, “Progettazione geotecnica”, Hoepli, 2011)
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Azioni statiche agenti su un muro di sostegno (NTC 2008, par.Azioni statiche agenti su un muro di sostegno (NTC 2008, par.6.5.2):
• peso proprio del terreno e del materiale di riempimento;• sovraccarichi;• acqua;• acqua;• azioni dovute ad eventuali ancoraggi presollecitati;• al moto ondoso;;• urti e collisioni;• variazioni di temperatura;• ghiaccio.
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Stati limite ultimi: considerazioni generali (NTC 2008 par 2 6 1):Stati limite ultimi: considerazioni generali (NTC 2008, par. 2.6.1):
• EQU: lo stato limite di equilibrio come corpo rigido.q p g• STR: lo stato limite di resistenza della struttura compresi glielementi di fondazione.
GEO l t t li it di i t d l t• GEO: lo stato limite di resistenza del terreno.
(Gulvanessian, Calgaro, Holicky, “Guida all’Eurocodice: criterigenerali di progettazione strutturale EN 1990” 2011)
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generali di progettazione strutturale - EN 1990 , 2011)
SLU da considerare nel progetto di un muro di sostegno (NTCSLU da considerare nel progetto di un muro di sostegno (NTC2008, par. 6.5.3.1.1):
a) SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corporigido (EQU):
• stabilità globale del complesso opera di sostegno terreno;• stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno;• scorrimento sul piano di posa;• collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno;p ;• ribaltamento;
b) SLU di tipo strutturale (STR):raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
Si deve accertare che la condizione Ed ≤ Rd sia soddisfatta perogni stato limite considerato.
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g
dove Ed e Rd sono, rispettivamente, i valori di progetto deglidove Ed e Rd sono, rispettivamente, i valori di progetto deglieffetti delle azioni e delle corrispondenti resistenze.
Per gli SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corporigido (EQU), il valore di calcolo Ed degli effetti delle azioni è(NTC 2008 6 2 3 1):(NTC 2008, par. 6.2.3.1):
oppure
valore di progetto delle valori di valori di
progetto deisi considera
γE = γFazioni progetto dei
parametri geotecnici
progetto dei parametri
geometrici
γE γF
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g
Il valore di calcolo Rd della resistenza del sistema geotecnico èIl valore di calcolo Rd della resistenza del sistema geotecnico èdato da:
l diIl coefficiente γR
valore di progetto delle
azionivalori di
progetto delle
valori di progetto dei parametri
è applicato direttamente alla
resistenza del proprietà del
terreno
parametri geometricisistema
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Per gli SLU di tipo strutturale (STR), il valore di calcolo EdPer gli SLU di tipo strutturale (STR), il valore di calcolo Ed
degli effetti delle azioni è:
{ }direpiFd aFEE ;,,γ=
l di l i di ttvalore di progetto delle
azioni
valori di progetto dei dati
geometrici
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Il valore di calcolo Rd della resistenza dell’elemento strutturaleIl valore di calcolo Rd della resistenza dell elemento strutturaleè dato da:
⎫⎧
⎪⎭
⎪⎬⎫
⎪⎩
⎪⎨⎧
= diM
iKid a
XRR ;
,
,
γη
l di tt
⎭⎩ iM ,γ
valore di progetto delle resistenze dei
materiali
valori di progetto dei parametri geometrici
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I valori dei fattori parziali sono indicati nelle norme NTC 2008. Per alcunepverifiche, le norme permettono di scegliere tra due approcci progettualidistinti.Tali approcci utilizzano diverse combinazioni di gruppi di coefficientiTali approcci utilizzano diverse combinazioni di gruppi di coefficientiparziali (NTC par. 6.2.3.1).
Approccio 1:Approccio 1:• combinazione 1 (A1C1: A1+M1+R1): si utilizzano i coefficienti A1 per leazioni, M1 per i parametri geotecnici e R1 per la resistenza del sistema. È
l t tili t l t t li it STRgeneralmente utilizzata per lo stato limite STR.• combinazione 2 (A1C2: A2+M2+R2): si utilizzano i coefficienti A2 per leazioni, M2 per i parametri geotecnici e R2 per la resistenza del sistema. Ègeneralmente utilizzata per lo stato limite GEO.
Approccio 2: (A1+M1+R3): è prevista un’unica combinazione dicoefficienti parziali. Si utilizzano i coefficienti A1 per le azioni, M1 per iparametri geotecnici e R3 per la resistenza del sistema.
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In particolare, per i muri di sostegno (NTC cap. 6.5.3.1.1):• la verifica di stabilità globale (GEO) deve essere effettuatasecondo l’approccio 1 – combinazione 2: A2+M2+R2
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• la verifica dell’equilibrio di corpo rigido (EQU) deve essereeffettuata utilizzando i coefficienti parziali della colonna EQU per leazioni e la colonna M2 per i parametri geotecnici.
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• le verifiche dello scorrimento sul piano di posa e del collasso per caricolimite dell’insieme fondazione-terreno (GEO) devono essere effettuate
d l’ i 1 ( l i ili A1 C2) / l’ i 2secondo l’approccio 1 (generalmente si utilizza A1-C2) e/o l’approccio 2.
Approccio 1Approccio 1
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Approccio 2Approccio 2
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SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigidoSLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU):
• stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno;
(Aversa “Eurocodice 7: strutture di sostegno” Rivista Italiana di(Aversa, Eurocodice 7: strutture di sostegno , Rivista Italiana diGeotecnica, 2 (1996), p. 66-91)
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SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigidoSLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU):
• scorrimento sul piano di posa
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SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigidoSLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU):
• collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno
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SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigidoSLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU):
• ribaltamento
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Esempio: muro di sostegno in calcestruzzo armatoEsempio: muro di sostegno in calcestruzzo armato
P t i t i i ( l i
q=20 kN/m2
Parametri geotecnici (valori caratteristici):γtk=19 kN/m3 Sabbia φ’k=36° e ghiaia
Peso specifico del muro:γcls=25 kN/m3
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Verifica dell’equilibrio di corpo rigido (EQU)q p g ( Q )
La verifica consiste nel confronto tra i momenti stabilizzante eribaltante, calcolati rispetto all’estremità di valle della fondazione(punto A), dovuti alle azioni applicate al muro:
Azioni:
dribdstab MM ,, ≥
- peso proprio Pm del muro incls (Pm = P1 + P2 + P3);peso del terreno P gravante Sq- peso del terreno Pt gravantesulla fondazione;
- spinta Sq dovuta alP3
Ptq
Sqsovraccarico q;
- spinta del terreno St;A
P2
St
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P1
Effetto di ciascuna azione nei confronti dello stato limite EQU:Q
Azione Simbolo Effetto
S
Peso del muro in cls Pm stabilizzante
Peso del terreno gravante sulla fondazione
Pt stabilizzante
P3Pt
SqSpinta dovuta al sovraccarico Sq ribaltante
Spinta dovuta al terreno St ribaltante
AP2
St
AP1
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I fattori parziali da utilizzare in verifica sono:p
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Calcolo del peso del muro e del terrapieno sulla mensola dip pmonte
Il d l l l t if i t d t i i di 1 diIl peso del muro, calcolato con riferimento ad una striscia di 1 m diprofondità, è pari alla somma dei contributi degli elementi 1-2-3 che locompongono.Il valore di calcolo di ciascun contributo è pari a:
( ) kN/m 275.04.2259.011 =⋅⋅⋅== AP clsGd γγ
PPt
( ) kN/m 9.75.35.021259.022 =⋅⋅⋅⋅== AP clsGd γγ
( ) kN/62353302590AP P3( ) kN/m 6.235.33.0259.033 =⋅⋅⋅== AP clsGd γγ
Il valore di calcolo del peso del muro è pari alla
AP1
P2
Il valore di calcolo del peso del muro è pari allasomma dei tre contributi P1d, P2d e P3d.
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Il valore di calcolo del peso del terreno sulla mensola di monte è ottenutodalla seguente espressione:
( ) kN/m 8.775.33.1199.0 =⋅⋅⋅== ttdGtd AP γγ ( )ttdGtd
dove γtd è il valore di calcolo del peso specifico delterreno, ottenuto applicando il fattore parziale γγ = 1 al, pp p γγvalore caratteristico γtk :
3kN/m1919γγ tk
P3
PtkN/m19
1===
γγγγ tk
td
Note le azioni P1d, P2d, P3d e Ptd è possibile calcolare
P2
Note le azioni P1d, P2d, P3d e Ptd è possibile calcolareil momento stabilizzante Mstab,d moltiplicandociascuna azione per la distanza del suo punto diapplicazione dal punto A A
P1
2applicazione dal punto A.
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AzioneFattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Distanza rispetto ad A [m]
Md [kNm/m]
P1= γcls A1 γG = 0.9 27.0 1.20 32.4P1 γcls A1 γG 0.9 27.0 1.20 32.4
P2 = γcls A2 γG = 0.9 7.9 0.73 5.8
P3 = γcls A3 γG = 0.9 23.6 0.95 22.4
Pm = P1+P2+P3 58.5 60.6
P A 0 9Pt = γt At γG = 0.9 77.8 1.75 136.2
Il alore di calcolo del momento stabilizzante è g ale a:Il valore di calcolo del momento stabilizzante è uguale a:
kNm/m 8.1962.1366.604.228.54.32, =++++=dstabM
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D.L. Allaix 30
Calcolo della spinta del terreno e della spinta dovuta alp psovraccarico.
Utili d l t i di R ki i tti il l di l l d ll i tUtilizzando la teoria di Rankine, si ottiene il valore di calcolo della spintaSt del terreno (agente sulle superficie verticale BC) :
C
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛= amurotdGtd khS 2
21 γγ
Sq
⎠⎝
dove il coefficiente di spinta attiva ka èottenuto dall’espressione:
S
p
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −=
2'
4tan2 d
ak ϕπ
A
St⎠⎝
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D.L. Allaix 31
B
dove:
3kN/m 191
19===
γγγ tk
td 1γγ
ϕ’d è il valore di calcolo dell’angolo di resistenza al taglio, ottenutoapplicando il fattore parziale γϕ’ = 1.25 alla tangente del valore
( ) ( )°=⎟
⎞⎜⎛=⎟
⎟⎞
⎜⎜⎛
= −− 23036tantan'tantan' 11 ϕϕ k
pp p γϕ gcaratteristico ϕ’k :
=⎟⎠
⎜⎝
=⎟⎟⎠
⎜⎜⎝
= 2.3025.1
tantan'ϕγ
ϕ d
Quindi:
331.02'
4tan2 =⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ −= d
ak ϕπ
⎞⎛⎞⎛ kN/m 4.55331.0419211.1
21 22 =⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ ⋅⋅⋅⋅=⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛= amurotdGtd khS γγ
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D.L. Allaix 32
La forza Std è applicata a 1.33m dalla base della fondazione (1/3dell’altezza del muro).
Il valore di calcolo della spinta Sq dovuta al sovraccarico è uguale a:
C
p q g
kN/m 7.39331.04205.12 =⋅⋅⋅== amuroQqd kqhS γ
La forza Sqd è applicata a 2m dalla basedella fondazione (1/2 dell’altezza delmuro)
Sq mur
o
muro).
S
h m
A
St
BPolitecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e GeotecnicaCorso di “Tecnica delle Costruzioni”
D.L. Allaix 33
A B
Note le azioni Std e Sqd, è possibile calcolare il momento ribaltante Mrib,dlti li d i i l di t d l t di li imoltiplicando ciascuna azione per la distanza del suo punto di applicazione
dal punto A.
AzioneFattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Distanza rispetto ad A [m]
Md [kNm/m]
S 0 5 h2 k 1 1 55 4 1 33 73 8Std = γG 0.5 γtd h2muro ka γG = 1.1 55.4 1.33 73.8
Sqd = γQ q hmuro ka γQ = 1.5 39.7 2.00 79.5
Il valore di calcolo del momento ribaltante è uguale a:
kNm/m3153579873 =+=M kNm/m3.1535.798.73, =+=dribM
Risulta soddisfatta la verifica dell’equilibrio di corpo rigido (Mstab,d=196.8kNm/m)kNm/m).
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Verifica dello scorrimento sul piano di posaVerifica dello scorrimento sul piano di posa
La verifica consiste nel confronto tra il valore di calcolo Hd dellarisultante delle forze orizzontali agenti sul muro e il valore di calcolodella corrispondente resistenza:
dd RH ≤con:
( )R
ddd
NRγ
δtan=
dove:- Nd è il valore di calcolo della risultante delle forze verticali agentisulla fondazione;- δd è l’angolo di attrito dell’interfaccia fondazione-terreno. Siassume δd = ϕ’d
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D.L. Allaix 35
assume δd ϕ d
Azioni:- peso proprio Pm del muro in
cls (P = P + P + P );cls (Pm = P1 + P2 + P3);- peso del terreno Pt gravante
sulla fondazione; P3Pt
Sq
- spinta Sq dovuta alsovraccarico q;
- spinta del terreno St;
P3
Stspinta del terreno St;
P1
P2
La verifica deve essere effettuata con almeno uno dei seguentiapprocci:approcci:- approccio A1-C2 (fattori parziali A2+M2+R2);- approccio A2 (fattori parziali A1+M1+R3).
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A1-C2
A2A2
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Parametri geotecnici:
Parametro geotecnicoFattore parziale
Valore di calcoloFattore parziale
Valore di calcolo
Approccio A1‐C2 Approccio A2
parziale parziale
γtd [kN/m3] γγ=1 19.0 γγ=1 19.0
ϕ 'd [°] γϕ'=1.25 30.2 γϕ'=1 36.0
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A i A1 C2 A i A2
AzioneFattore Valore di calcolo
[ / ]Fattore Valore di calcolo
[ / ]
Approccio A1‐C2 Approccio A2
Azioneparziale [kN/m] parziale [kN/m]
P1d = γG γcls A1 γG = 1 30.0 γG = 1 30.0
P2d = γG γcls A2 γG = 1 8.8 γG = 1 8.8
P3d= γG γ l A3 γG = 1 26 3 γG = 1 26 3P3d = γG γcls A3 γG = 1 26.3 γG = 1 26.3
Ptd = γG γtd At γG = 1 86.5 γG = 1 86.5
Nd = P1d+P2d+P3d+Ptd 151.5 151.5
Std = γG 0.5 γtd h2muro ka γG = 1 50.3 γG = 1.3 51.3
Sqd = γQ q hmuro ka γQ = 1.3 34.4 γQ = 1.5 31.2
Hd = Std+Sqd 84.8 82.4
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La verifica risulta essere soddisfatta:
Fattore Valore di calcolo Fattore Valore di calcoloApproccio A1‐C2 Approccio A2
AzioneFattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Fattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Hd = Std+Sqd ‐ 84.8 ‐ 82.4
R N t (δ )/ 1 88 0 1 1 100 0Rd=Ndtan(δd)/γR γR = 1 88.0 γR = 1.1 100.0
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Verifica della capacità portanteVerifica della capacità portante
La verifica consiste nel confronto tra il valore di calcolo Nd dellarisultante delle forze verticali agenti sulla fondazione e il valore dicalcolo della corrispondente resistenza:
dd RN ≤con:
R
Rd
BqRγ
lim=
dove:- qlim è la capacità portante della fondazione;- ΒR è la larghezza ridotta della fondazione
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Lmonte
Azioni:- peso proprio Pm del muro in cls
(P = P + P + P );(Pm = P1 + P2 + P3);- peso del terreno Pt gravante sulla
fondazione; P3 Pt
Sq
- sovraccarico q agente, sul piano dicampagna, in corrispondenza dellamensola di monte della
Stmensola di monte dellafondazione;
- spinta Sq dovuta al sovraccarico q;i d l S
P1
P2
- spinta del terreno St;
La verifica deve essere effettuata con almeno uno dei seguentigapprocci:- approccio A1-C2 (fattori parziali A2+M2+R2);
approccio A2 (fattori parziali A1+M1+R3)Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e GeotecnicaCorso di “Tecnica delle Costruzioni”
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- approccio A2 (fattori parziali A1+M1+R3).
A1-C2
A2A2
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Parametri geotecnici:
Parametro geotecnicoFattore parziale
Valore di calcoloFattore parziale
Valore di calcolo
Approccio A1‐C2 Approccio A2
parziale parziale
γtd [kN/m3] γγ=1 19.0 γγ=1 19.0
ϕ 'd [°] γϕ'=1.25 30.2 γϕ'=1 36.0ϕ [ ] γϕ γϕ
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Calcolo della forza verticale Ndd
Questa forza verticale dipende dal peso del muro (P1d+ P2d+P3d) e dal pesodel terreno (P ) e dal sovraccarico agenti sulla mensola di valle (N ):del terreno (Ptd) e dal sovraccarico agenti sulla mensola di valle (Nqd):
qdtddddd NPPPPN ++++= 321
AzioneFattore Valore di calcolo
Fattore parzialeValore di calcolo
Approccio A1‐C2 Approccio A2
Azioneparziale [kN/m]
Fattore parziale[kN/m]
P1d = γG γcls A1 γG = 1 30.0 γG = 1.3 39.0
P2d = γG γcls A2 γG = 1 8.8 γG = 1.3 11.4
P3d = γG γcls A3 γG = 1 26.3 γG = 1.3 34.1
Ptd = γG γtd At γG = 1 86.5 γG = 1.3 112.4
Nqd = γq q Lmonte γQ = 1.3 33.8 γQ = 1.5 39.0
N = P +P +P +P +N 185 3 235 9
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Nd= P1d+P2d+P3d+Ptd+Nqd 185.3 235.9
Calcolo della resistenza Rdd
Rd
BqRγ
lim=Rγ
Per il caso in esame, il carico limite è uguale a:
γγγ iNBq Rtd21
lim =
dove:- BR=B-2e è la larghezza ridotta della fondazione (“e” è l’eccentricità di Ndi tt l b i t d ll f d i B 2 4 è l l h d llrispetto al baricentro della fondazione; B=2.4 m è la larghezza della
fondazione) ;- Nγ=56.31;
-3
1 ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=
d
d
NHiγ
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D.L. Allaix 46
L’eccentricità “e” di Nd rispetto al baricentro della fondazione può esserecalcolata come segue:
LmonteAMB
d
A
Ne −=
2
SqL’eccentricità eA della risultante N rispetto P3 Pt
q
S
risultante Nd rispetto all’estremità di valle della fondazione (punto A)
PP2
St
A P1
B
A
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D.L. Allaix 47
AzioneFattore parziale
Valore di calcolo
Distanza rispetto
MdA
[kN / ]
Fattore parziale
Valore di calcolo
Distanza rispetto
MdA
[kN / ]
Approccio A2Approccio A1‐C2
parziale[kN/m] ad A [m] [kNm/m] parziale
[kN/m] ad A [m] [kNm/m]
P1d = γG γcls A1 γG = 1 30.0 1.20 36.0 γG = 1.3 39.0 1.20 46.8
P A 1 8 8 0 73 6 4 1 3 11 4 0 73 8 3P2d = γG γcls A2 γG = 1 8.8 0.73 6.4 γG = 1.3 11.4 0.73 8.3
P3d = γG γcls A3 γG = 1 26.3 0.95 24.9 γG = 1.3 34.1 0.95 32.4
Ptd = γG γtd At γG = 1 86.5 1.75 151.3 γG = 1.3 112.4 1.75 196.7
Nqd = γq q Lmonte γQ = 1.3 33.8 1.75 59.2 γQ = 1.5 39.0 1.75 68.3
Nd = P1d+P2d+P3d+Ptd+Nqd 185.3 235.9
2Std = γG 0.5 γtd h2muro ka γG = 1 50.3 1.33 67.1 γG = 1.3 51.3 1.33 68.4
Sqd = γQ q hmuro ka γQ = 1.3 34.4 2.00 68.9 γQ = 1.5 31.2 2 62.3
Hd = Std+Sqd 84.8 82.43
1 ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=
d
d
NHiγDa questa tabella si ricavano anche i valori di:
- approccio A1-C2: iγ=0.160
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D.L. Allaix 48
- approccio A2: iγ=0.275
L’eccentricità “eA” di Nd rispetto al punto A è uguale a:
d
ANqdAPtdAdPAdPAdPA N
MMMMMe ,,,3,2,1 +
++++=
d
ASqdAStd
d
NMM
N,, +
−
Si ottengono i seguenti valori:
Approccio A1‐C2 Approccio A2Valore [m] Valore [m]
e 0 77 0 94
eA Nd
eA 0.77 0.94
e 0.43 0.26
BR 1.53 1.88
BA
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La verifica della capacità portante risulta essere soddisfatta:
Fattore Valore di calcolo Fattore Valore di calcoloApproccio A1‐C2 Approccio A2
AzioneFattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Fattore parziale
Valore di calcolo [kN/m]
Nd= P1d+P2d+P3d+Ptd+Nqd ‐ 185.3 ‐ 235.9q
Rd=qlimBR/γR γR = 1 200.2 γR = 1.4 371.9
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D.L. Allaix 50
Calcolo delle sollecitazioni (M, V) allo stato limite STR( , )
Le sezioni più sollecitate del muro sono:- la sezione di attacco tra il muro e la fondazione (A-A);- le sezioni di attacco tra il muro e le due mensole di fondazione(sezioni B-B e C-C).(sezioni B B e C C).
A A B C
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D.L. Allaix 51B C
La verifica viene effettuata secondo l’approccio A1-C1 (fattoriparziali A1+M1).p )
Sezione A-A: attacco muro-fondazione
Azioni:- spinta Sq dovuta al sovraccarico q;
i t d l t S- spinta del terreno St;
A AA A
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D.L. Allaix 52
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D.L. Allaix 53
Parametri geotecnici: Parametro geotecnicoFattore parziale
Valore di calcolo
[k / 3] 1 19 0γtd [kN/m3] γγ=1 19.0
ϕ 'd [°] γϕ'=1 36.0
Sulla base di questi valori è stata calcolata la distribuzione delleSulla base di questi valori è stata calcolata la distribuzione delletensioni orizzontali indotte dal terreno e dal sovraccarico.
z
Sq 3.5
m
3.5
m
StA A
33
StA A22.4
kN/m27.8
kN/m2qkγ zkγγ
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D.L. Allaix 54
aQqkγ atdG zkγγ
Si ottengono i seguenti valori di sollecitazione nella sezione A-A:Si ottengono i seguenti valori di sollecitazione nella sezione A A:
MSd = -93.5 kNm/mV 66 5 kN/VSd = -66.5 kN/m
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D.L. Allaix 55
Sezione B-B: attacco fondazione-muro
Azioni:- peso della fondazione inp
calcestruzzo;- pressioni esercitate dal terreno
sulla fondazionesulla fondazione.
La distribuzione delle pressioni esercitate dalterreno può essere ottenuta in questo esempio
B
terreno può essere ottenuta, in questo esempio,mediante la formula di presso-flessione:
Sforzo normale agente sulla
0.6 mI
eNA
N dd +=σ
gfondazione, e sua eccentricitàgià calcolati con l’approccioA2 nella verifica di capacitàIA
Area e momento di inerzia della
pportante
162.1 kN/m
34.5 kN/m
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D.L. Allaix 56
Area e momento di inerzia dellafondazione: b=1m, h=2.4 m
Schema di calcolo:
0.6 m
kN/m 25.16=fondazioneclsG hγγ
B
162.1 kN/m
130.2kN/m
Bz
kN/m kN/m
Si ottengono i seguenti valori di sollecitazione nella sezione B-B:
M 24 3 kN /MSd = 24.3 kNm/mVSd = -77.9 kN/m
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D.L. Allaix 57
Sezione C-C: attacco fondazione-muro
A i i
Lmonte = 1.3 m
Azioni:- peso della fondazione in
calcestruzzo; mcalcestruzzo;- peso del terreno Pt gravante sulla
fondazione;i t l i di
h=3.
5 m
C
- sovraccarico q agente, sul piano dicampagna, in corrispondenza dellamensola di monte della
1.3 m
fondazione;
162.1 kN/m
34.5 kN/m
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D.L. Allaix 58
Schema di calcolo:kN/m39=qLγ
kN/m 5.86=htdGγγ
kN/m39=monteQqLγ
kN/m 25.16=fondazioneclsG hγγ
C
103.6 kN/m
34.5kN/m
Cz
1.3 m
kN/m kN/m
Si ottengono i seguenti valori di sollecitazione nella sezione C-C:
MSd = -63.5 kNm/mVSd = 82.8 kN/m
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D.L. Allaix 59
b d ll d lCombinazione delle azioni SLU degli elementi strutturali della copertura di
una tribuna da stadio
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1
EsempiEsempi
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2
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3
Elementi strutturaliElementi strutturali
Trave secondaria
Trave principale
C t t di f ldControvento di falda
Tirante
Pilastro
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4
Carichi applicati alla copertura di una tribunaCarichi applicati alla copertura di una tribuna
Carichi verticali:‐ peso proprio degli elementi strutturali;‐ carichi permanenti portati (lamiera di copertura);‐ neve.Questi carichi vengono riportati in fondazione attraverso letravi secondarie le travi principali e i pilastritravi secondarie, le travi principali e i pilastri.
Carichi ortogonali e paralleli alla lamiera di copertura:‐ vento (viene riportato in fondazione attraverso:
le travi secondarie, le travi principali e i pilastri;il t t di f ldil controvento di falda.
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5
EsempioTrave principale Esempiop p
Trave d i
La tribuna è realizzata a secondaria
3m Torino (239 m s.l.m.)
m m
Controvento
3 9m
Pilastro 3m
1m 1m 1m 1m 1m 1m
Tirante
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6
6m
Vista laterale
α = 5°5m 9m
4.5 4.9
1m 5m1m 5m
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7
1. Lamiera di copertura
1. Lamiera di copertura
Scelta progettuale: lamiera SG 40/1000, spessore 0.6 mm.
1. Lamiera di copertura
Scelta progettuale: lamiera SG 40/ 000, spessore 0.6 mm.
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8
1. Lamiera di copertura
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9
1.1 Schema statico
1.1 Schema statico
Trave semplicemente appoggiata su due travi secondarie(profili a C)
1m
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10
1.2 Carichi applicati1.2 Carichi applicati – peso proprio della lamiera
‐ peso proprio: gk=5.89 kg/m2≈0.06 kN/m2
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11
Schema di carico del peso proprio della lamiera
1.2 Carichi applicati – peso proprio della lamiera
gk=0.06 kN/m2
Schema di carico del peso proprio della lamiera
gk 0.06 kN/m
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12
‐ neve: per stabilire l’intensità di questo carico variabile, si fariferimento alla norma NTC 2008 (paragrafo 3 4 “Azione della
1.2 Carichi applicati – carico della neve
riferimento alla norma NTC 2008 (paragrafo 3.4 Azione dellaneve”).
Il carico della neve sulla copertura è definito nel seguentemodo:
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13
‐ Coefficiente di forma μi della copertura: dipende dalla suapendenza (α = 5° nel nostro caso)
1.2 Carichi applicati – carico della neve
pendenza (α = 5 nel nostro caso).
‐ Coefficiente di esposizione CE: dipende dalla topografia delluogo di costruzione.
‐ Coefficiente termico CT: dipende dalla tipologia della
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14
costruzione. Si assume CT=1.
‐ Carico neve al suolo qsk: dipende dalle condizioni climatichelocali
1.2 Carichi applicati – carico della neve
locali.
Consideriamo q =1 39[1+(239/728)2]=1 54 kN/m2Consideriamo qsk=1.39[1+(239/728) ]=1.54 kN/m .Il carico neve sulla copertura qs risulta essere pari a:
2kN/m 23.154.18.0 =⋅=⋅⋅⋅= TEskis CCqq μ
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15
La condizione di carico da considerare è fissata nella
1.2 Carichi applicati – carico della neve
normativa (paragrafo 3.4.5.2 “Copertura ad una falda”).
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16
La distribuzione del carico neve è la seguente:
1.2 Carichi applicati – carico della neve
La distribuzione del carico neve è la seguente:
qs=1.23 kN/m2
α = 5°
5m 9m
4.5 4.
1m 5m
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17
1m 5m
Schema di carico della neve1.2 Carichi applicati – carico della neve
q 1 23 kN/m2qneve,k=1.23 kN/m2
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18
‐ vento: per stabilire l’intensità di questo carico variabile, si fa
1.2 Carichi applicati – carico del vento
p q ,riferimento alla norma NTC 2008 (paragrafo 3.3 “Azioni delvento”) e le “Istruzioni per l’applicazione delle Nuove normetecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008”(paragrafo C3.3 “Azioni del vento”).
Le azioni del vento sulla copertura sono costituite da:‐ pressioni e depressioni agenti normalmente alla copertura;p p g p ;‐ azioni tangenti alla copertura.
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19
‐ pressione del vento (NTC paragrafo 3.3.4 “Pressione delvento”):
1.2 Carichi applicati – carico del vento
vento ):
(generalmente c =1)(generalmente cd=1)
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20
‐ pressione cinetica di riferimento:1.2 Carichi applicati – carico del vento
La velocità di riferimento vb dipende dalla zona geografica edè l l l dè calcolata nel seguente modo:
Nel nostro esempio, la tribuna si trova a Torino ad
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21
un’altitudine di 239 m s.l.m.
1.2 Carichi applicati – carico del vento
Quindi: m/s250 == bb vv 0,bb
222 N/m 3912525.15.021
=⋅⋅== bb vq ρ
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22
2
‐ coefficiente di esposizione ce:1.2 Carichi applicati – carico del vento
(generalmente ct=1)(g t )
La categoria di esposizione del sito dipende dalla classe dirugosità del terreno e dalla distanza del sito di costruzione
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23
dalla costa.
1.2 Carichi applicati – carico del vento
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24
Tornando alla tabella 3.3.II, si ottiene:
1.2 Carichi applicati – carico del vento
Il ffi i t di i i è d fi it l t dIl coefficiente di esposizione è definito nel seguente modo:
dove l’altezza massima z=4.9 m della copertura è minore diz =12 m Pertanto:
( ) ( )[ ]( ) ( )[ ] 4810/12l10/12l1230
/ln7/ln2
0min0min2 =+= zzczzckc ttre
zmin=12 m. Pertanto:
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25
( ) ( )[ ] 48.17.0/12ln177.0/12ln123.0 2 =⋅+⋅⋅=
‐ coefficiente di forma cp:
1.2 Carichi applicati – carico del vento
si fa riferimento alle “Istruzioni per l’applicazione delle Nuovenorme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio2008” (paragrafo C3.3.10.3 “Tettoie e pensiline isolate”)
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26
Si ottiene il seguente valore del coefficiente di forma cp:
( )( ) ( )( )
1.2 Carichi applicati – carico del vento
( )( ) ( )( ) 3.15sin12.1sin12.1 ±=°+±=+±= αpc
Con i valori di qb, ce, cp, cd, si può ottenere la pressione delvento p agente in direzione ortogonale alla copertura:qb=391 N/m2
ce=1.48c =±1 3cp=±1.3cd=1
( ) 2kN/m750131481391 ±±cccqp ( ) kN/m75.013.148.1391 ±=⋅±⋅⋅== dpeb cccqp
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27
‐ azione tangenziale del vento (NTC paragrafo 3.3.5 “Azionetangenziale del vento”):
1.2 Carichi applicati – carico del vento
tangenziale del vento ):
Il coefficiente d’attrito cf dipende dalla scabrezza dellat Il l è i t t l f C3 3 11copertura. Il suo valore è riportato al paragrafo C3.3.11
“Coefficiente di attrito” nelle “Istruzioni per l’applicazionedelle Nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al D Mdelle Nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M.14 gennaio 2008”.
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28
1.2 Carichi applicati – carico del vento
Nell’esempio, la copertura è una lamiera grecata. Quindi siassume cf=0.04.f
Con i valori di qb, ce, cf, si può ottenere la pressione del ventopf tangente alla copertura:pf g pqb=391 N/m2
ce=1.48cf=0.04
2kN/m020040481391 =⋅⋅== fbf ccqpD.L. Allaix Politecnico di Torino - Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica
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kN/m02.004.048.1391febf ccqp
Schema 1 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Direzione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
qventof,k=pf=0.02 kN/m2
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30
Schema 2 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Direzione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
qventof,k=pf=0.02 kN/m2
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31
Schema 3 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Direzione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
qventof,k=pf=0.02 kN/m2
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32
Schema 4 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Direzione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
qventof,k=pf=0.02 kN/m2
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33
Schema 5 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Dire ioneDirezione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
Direzione del ventodel vento
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34
Schema 6 di carico del vento1.2 Carichi applicati – carico del vento
Dire ioneDirezione del vento
q t k=p=0 75 kN/m2qvento,k p 0.75 kN/m
Direzione del ventodel vento
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35
Ricapitolando, sulla lamiera grecata agiscono:
1.2 Carichi applicati
Ricapitolando, sulla lamiera grecata agiscono:‐ peso proprio della lamiera: gk1=0.06 kN/m2
‐ neve: qneve,k=1.23 kN/m2,
‐ vento (in direzione normale): qvento,k=±0.75 kN/m2
‐ vento (in direzione tangenziale): qventof,k=0.02 kN/m2
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2. Travi secondarie
2 Travi secondarie
Le travi secondarie sono costituite da profilati UPN 80.
2. Travi secondarie
Schema statico: travesemplicemente appoggiata sup pp ggdue travi principali (AB e CD), diluce 3m. C D
Carichi applicati:‐ carichi trasmessi dalla lamiera 3m
A Bdi copertura (peso proprio dellalamiera, neve e vento);
i UPN 80‐ peso proprio UPN 80.
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37
2.1 Carichi applicati
2.1 Carichi applicati – peso proprio della trave secondaria
pp
‐ peso proprio trave secondaria (UPN 80): gk1=0.086 kN/m
gk1 y
gk1,x
gk1gk1,y
gk1,y=gk1cos(α)=0.086 kN/m,y
gk1,x=gk1sin(α)=0.008 kN/m
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38
2.1 Carichi applicati – peso proprio della trave secondaria
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39
Per determinare i carichi applicati dalla lamiera alle travi
2.1 Carichi applicati – peso proprio della trave secondaria
Per determinare i carichi applicati dalla lamiera alle travisecondarie, si considera una striscia di lamiera larga 1 m:
1m
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40
La striscia di lamiera larga 1 m può essere considerata una
2.1 Carichi applicati – peso proprio della trave secondaria
La striscia di lamiera larga 1 m può essere considerata unatrave semplicemente appoggiata, soggetta al peso proprio eai carichi variabili della neve e del vento.
Peso proprio della lamiera:
gk2=0.06 kN/m
R1
R3R1=gk2Lc sen(α)=0.003 kN
R2
R3
R2=R3=gk2Lc cos(α)/2=0.032 kN
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41
Carico della neve:
2.1 Carichi applicati – carico della neve
qneve,k=1.23 kN/m
Carico della neve:
R4
R5
R6
R5
R4=qneve,kLc cos(α)sen(α)=0.610 kN,
R5=R6=qneve,kLccos2(α)/2=0.053 kN
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42
Carico del vento – schema 1:
2.1 Carichi applicati – carico del vento
qvento,k=0.75 kN/m
q =0 02 kN/m
Carico del vento schema 1:
qventof,k=0.02 kN/m
R77
R9
R8
R7=qventof,kLc=‐0.02 kN,
R8=R9=qvento,kLc/2=‐0.375 kN
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43
Carico del vento – schema 2:
2.1 Carichi applicati – carico del vento
qvento,k=0.75 kN/m
q =0 02 kN/m
Carico del vento schema 2:
qventof,k=0.02 kN/m
R1010
R12
R11
R10=qventof,kLc=‐0.02 kN,
R11=R12=qvento,kLc/2=0.375 kN
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44
Carico del vento – schema 3:
2.1 Carichi applicati – carico del vento
qvento,k=0.75 kN/m
q =0 02 kN/m
Carico del vento schema 3:
qventof,k=0.02 kN/m
R1313
R15
R14
R13=qventof,kLc=0.02 kN,
R14=R15=qvento,kLc/2=‐0.375 kN
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45
Carico del vento – schema 4:
2.1 Carichi applicati – carico del vento
qvento,k=0.75 kN/m
q =0 02 kN/m
Carico del vento schema 4:
qventof,k=0.02 kN/m
R1616
R18
R17
R16=qventof,kLc=0.02 kN,
R17=R18=qvento,kLc/2=0.375 kN
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46
Le reazioni vincolari, cambiate di segno, rappresentano i
2.1 Carichi applicati
Le reazioni vincolari, cambiate di segno, rappresentano icarichi applicati dalla lamiera alle travi secondiarie.
E i i d ll l iEsempio peso proprio della lamiera:gk1=0.06 kN/m
R1 R3
R2 R3 R1=gk1Lc sen(α)=0.006 kN
R1R2 R2=R3=gk1Lc cos(α)/2=0.032 kN
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47
Sulla trave secondaria si appoggiano due pannelli di lamiera.
2.1 Carichi applicati
Sulla trave secondaria si appoggiano due pannelli di lamiera.
2R2R3
R12R2
Avendo considerato una striscia diAvendo considerato una striscia dilamiera larga 1 m, le reazioni R sonodei carichi uniformementedei carichi uniformementedistribuiti applicati alla travesecondaria.
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48
Sulla trave secondaria agiscono i seguenti carichi trasmessi
2.1 Carichi applicati
Sulla trave secondaria agiscono i seguenti carichi trasmessidalla lamiera di copertura:
Peso proprio della lamiera:
2R2R1
2R2 R1=0.006 kN/m
R2=0.032 kN/m2
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49
Carico della neve:2.1 Carichi applicati
R42R5 R4=0.107 kN/m
R5=0 610 kN/mR5 0.610 kN/m
Carico del vento (schema 1):
R72R8 R7=0.02 kN/m
R8=0.375 kN/m8 /
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50
Carico del vento (schema 2):2.1 Carichi applicati
R102R11 R10=0.02 kN/m
R11=0 375 kN/mR11 0.375 kN/m
Carico del vento (schema 3):
R132R14 R13=0.02 kN/m
R14=0.375 kN/m14 /
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51
Carico del vento (schema 4):2.1 Carichi applicati
R162R17 R16=0.02 kN/m
R17=0 375 kN/mR17 0.375 kN/m
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52
Schema riassuntivo dei carichi
2.1 Carichi applicati
I carichi applicati alla trave secondaria hanno componentilungo gli assi x e y.
y
gk1,y, 2R2, 2R5 , 2R11, 2R17
y
g R R R R
R7, R10
xx
y
gk1,x, R1, R4, R13, R16
y
2R8, 2R14
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53
Schemi riassuntivi dei carichi
2.1 Carichi applicati
Carichi applicati alla trave secondaria – componente y.
qvento 3k y=2R14=0.75 kN/m
qvento 4k,y=2R17=0.75 kN/m
qvento 2k,y=2R11=0.75 kN/m
qvento 3k,y 2R14 0.75 kN/m
q k =2R5=1 221 kN/m
qvento 1k,y=2R8=0.75 kN/m
gk2,y=2R2=0.064 kN/m
qneve k,y=2R5=1.221 kN/m
gk1,y=0.086 kN/m
L =3 myz
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54
LTs=3 my
2.1 Carichi applicati
Carichi applicati alla trave secondaria – componente x.
qvento 3k x=R13=0.02 kN/m
qvento 4k,x=R16=0.02 kN/m
qvento 2k,x=R10=0.02 kN/m
qvento 3k,x R13 0.02 kN/m
q k =R4=0 107 kN/m
qvento 1k,x=R7=0.02 kN/m
gk2,x=R1=0.006 kN/m
qneve k,x=R4=0.107 kN/m
gk1,x=0.008 kN/m
L =3 mxz
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55
LTs=3 mx
2.2 Combinazione delle azioni – SLU STR2.2 Combinazione delle azioni
A titolo di esempio, si effettua la combinazione delle azioniper i tagli Vx e Vy agente nella sezione A all’appoggio e per imomenti flettenti M e M nella sezione mezzeria Bmomenti flettenti Mx e My nella sezione mezzeria B.
A B
LTs=3 m
A B
i fi i d ll ifi ll S i id l bi iAi fini della verifica allo SLU si considera la combinazionefondamentale delle azioni (NTC 2008, par. 2.5.3):
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56
Sezione A – Taglio Vsd,y,MAX
2.2 Combinazione delle azioni
Vy(gk1,y)=gk1,yLTS=0.129 kNVy (gk2,y)=gk2,yLTS=0.096 kNV (q k )=q k L =1 831 kN
Vx(gk1,x)=gk1,xLTS=0.011 kNVx (gk2,x)=gk2,xLTS=0.008 kNVx (qneve k x)=qneve k xLTS=0.16 kNVy (qneve k,y)=qneve k,yLTS=1.831 kN
Vy(qvento 1k,y)=qvento 1k,yLTS=‐1.125 kNVy(qvento 2k,y)=qvento 2k,yLTS=1.125 kN
Vx (qneve k,x) qneve k,xLTS 0.16 kNVx (qvento 1k,x)=qvento 1k,xLTS=‐0.03 kNVx (qvento 2k,x)=qvento 2k,xLTS=‐0.03 kNV ( ) L 0 03 kNVy(qvento 3k,y)=qvento 3k,yLTS=‐1.125 kN
Vy(qvento 4k,y)=qvento 4k,yLTS=1.125 kNVx (qvento 3k,x)=qvento 3k,xLTS=0.03 kNVx (qvento 4k,x)=qvento 4k,xLTS=0.03 kN
Vsd,y,MAX=
VVsd,x=
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57
Sezione A – Taglio Vsd,y,MIN
2.2 Combinazione delle azioni
Vy(gk1,y)=0.129 kNVy (gk2,y)=0.096 kNV (q k )=1 831 kN
Vx(gk1,x)=0.011 kNVx (gk2,x)=0.008 kNVx (qneve k x)=0.16 kNVy (qneve k,y)=1.831 kN
Vy(qvento 1k,y)=‐1.125 kNVy(qvento 2k,y)=1.125 kN
Vx (qneve k,x) 0.16 kNVx (qvento 1k,x)=‐0.03 kNVx (qvento 2k,x)=‐0.03 kNV ( ) 0 03 kNVy(qvento 3k,y)=‐1.125 kN
Vy(qvento 4k,y)=1.125 kNVx (qvento 3k,x)=0.03 kNVx (qvento 4k,x)=0.03 kN
Vsd,y,MIN=
Vsd,x=
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58
Sezione A – Taglio Vsd,x,MAX
2.2 Combinazione delle azioni
Vy(gk1,y)=0.129 kNVy (gk2,y)=0.096 kNV (q k )=1 831 kN
Vx(gk1,x)=0.011 kNVx (gk2,x)=0.008 kNVx (qneve k x)=0.16 kNVy (qneve k,y)=1.831 kN
Vy(qvento 1k,y)=‐1.125 kNVy(qvento 2k,y)=1.125 kN
Vx (qneve k,x) 0.16 kNVx (qvento 1k,x)=‐0.03 kNVx (qvento 2k,x)=‐0.03 kNV ( ) 0 03 kNVy(qvento 3k,y)=‐1.125 kN
Vy(qvento 4k,y)=1.125 kNVx (qvento 3k,x)=0.03 kNVx (qvento 4k,x)=0.03 kN
Vsd,x,MAX=
VVsd,y=
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59
Sezione A – Taglio Vsd,x,MIN
2.2 Combinazione delle azioni
Vy(gk1,y)=0.129 kNVy (gk2,y)=0.096 kNV (q k )=1 831 kN
Vx(gk1,x)=0.011 kNVx (gk2,x)=0.008 kNVx (qneve k x)=0.16 kNVy (qneve k,y)=1.831 kN
Vy(qvento 1k,y)=‐1.125 kNVy(qvento 2k,y)=1.125 kN
Vx (qneve k,x) 0.16 kNVx (qvento 1k,x)=‐0.03 kNVx (qvento 2k,x)=‐0.03 kNV ( ) 0 03 kNVy(qvento 3k,y)=‐1.125 kN
Vy(qvento 4k,y)=1.125 kNVx (qvento 3k,x)=0.03 kNVx (qvento 4k,x)=0.03 kN
Vsd,x,MIN=
Vsd,y=
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60
Sezione B – Momento Msd,x,MAX2/
2.2 Combinazione delle azioni
Mx(gk1,y)=gk1,yLTS2/8=0.097 kNmMx(gk2,y)=gk2,yLTS2/8=0.072 kNmMx(qneve k y)=qneve k yLTS2/8=1.373 kNm
My(gk1,x)=gk1,xLTS2/8=‐0.008 kNmMy(gk2,x)=gk2,xLTS2/8=‐0.006 kNmMy(qneve k x)=qneve k xLTS2/8=‐0.12 kNmMx(qneve k,y) qneve k,yLTS /8 1.373 kNm
Mx(qvento 1k,y)=qvento 1k,yLTS2/8=‐0.844 kNmMx(qvento 2k,y)=qvento 2k,yLTS2/8=0.844 kNmM (q ) q L 2/8 0 844 kNm
y(qneve k,x) qneve k,x TS /My(qvento 1k,x)=qvento 1k,xLTS2/8=0.023 kNmMy(qvento 2k,x)=qvento 2k,xLTS2/8=0.023 kNmM (q )=q L 2/8= 0 023 kNmMx(qvento 3k,y)=qvento 3k,yLTS2/8=‐0.844 kNm
Mx(qvento 4k,y)=qvento 4k,yLTS2/8=0.844 kNmMy(qvento 3k,x)=qvento 3k,xLTS /8=‐0.023 kNmMy(qvento 4k,x)=qvento 4k,xLTS2/8=‐0.023 kNm
Msd,x,MAX=
MMsd,y=
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61
Sezione B – Momento Msd,x,MIN
2.2 Combinazione delle azioni
Mx(gk1,y)=0.097 kNmMx(gk2,y)=0.072 kNmM (q k )=1 373 kNm
My(gk1,x)=‐0.008 kNmMy(gk2,x)=‐0.006 kNmMy(qneve k x)=‐0.12 kNmMx(qneve k,y)=1.373 kNm
Mx(qvento 1k,y)=‐0.844 kNmMx(qvento 2k,y)=0.844 kNm
My(qneve k,x) 0.12 kNmMy(qvento 1k,x)=0.023 kNmMy(qvento 2k,x)=0.023 kNmM ( ) 0 023 kNMx(qvento 3k,y)=‐0.844 kNm
Mx(qvento 4k,y)=0.844 kNmMy(qvento 3k,x)=‐0.023 kNmMy(qvento 4k,x)=‐0.023 kNm
Msd,x,MIN=
MMsd,y=
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62
Sezione B – Momento Msd,y,MAX
2.2 Combinazione delle azioni
Mx(gk1,y)=0.097 kNmMx(gk2,y)=0.072 kNmM (q k )=1 373 kNm
My(gk1,x)=‐0.008 kNmMy(gk2,x)=‐0.006 kNmMy(qneve k x)=‐0.12 kNmMx(qneve k,y)=1.373 kNm
Mx(qvento 1k,y)=‐0.844 kNmMx(qvento 2k,y)=0.844 kNm
My(qneve k,x) 0.12 kNmMy(qvento 1k,x)=0.023 kNmMy(qvento 2k,x)=0.023 kNmM ( ) 0 023 kNMx(qvento 3k,y)=‐0.844 kNm
Mx(qvento 4k,y)=0.844 kNmMy(qvento 3k,x)=‐0.023 kNmMy(qvento 4k,x)=‐0.023 kNm
Msd,y,MAX=
MMsd,x=
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63
Sezione B – Momento Msd,y,MIN
2.2 Combinazione delle azioni
Mx(gk1,y)=0.097 kNmMx(gk2,y)=0.072 kNmM (q k )=1 373 kNm
My(gk1,x)=‐0.008 kNmMy(gk2,x)=‐0.006 kNmMy(qneve k x)=‐0.12 kNmMx(qneve k,y)=1.373 kNm
Mx(qvento 1k,y)=‐0.844 kNmMx(qvento 2k,y)=0.844 kNm
My(qneve k,x) 0.12 kNmMy(qvento 1k,x)=0.023 kNmMy(qvento 2k,x)=0.023 kNmM ( ) 0 023 kNMx(qvento 3k,y)=‐0.844 kNm
Mx(qvento 4k,y)=0.844 kNmMy(qvento 3k,x)=‐0.023 kNmMy(qvento 4k,x)=‐0.023 kNm
Msd,y,MIN=
MMsd,x=
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 1/196
Eff tt d ll i l ti ità Effetto della viscoelasticità su una struttura costruita
per fasip
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 2/196
Il seguente esercizio riguarda l’applicazione del 5oIl seguente esercizio riguarda l applicazione del 5o
principio della viscoelasticità lineare per una struttura omogenea a vincoli rigidi costruita per fasi.g g p
Schema statico finale della struttura
0 1 2 3 4
45m 45m 45m 45m
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 3/196
Sezione tipoSezione tipo
12m
0.3m
6m 2.4m1 85m 0.4m
0.25m
2.4m1.85m
6.8m
20 3 12 2 0 4 1 85 0 25 6 8 3 6 1 48 1 7 6 78A m= ⋅ + ⋅ ⋅ + ⋅ = + + =0.3 12 2 0.4 1.85 0.25 6.8 3.6 1.48 1.7 6.78A m= ⋅ + ⋅ ⋅ + ⋅ = + + =
( ) ( )2 12 2.4 1.85 6 28.8 7.85 36.7u m= ⋅ + + + = + =
2 2 6 78A2 2 6.78 0.369 36936.7
cA m mmu
⋅= = = 25 6.78 170 /cg A kN mγ= ⋅ = ⋅ =
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 4/196
Fasi di costruzione
1 t 0 g Getto dell 4 campate in stabilimento
Fasi di costruzione
1. t=0 g Getto dell 4 campate in stabilimento
2. t=28 gg Disarmo delle travi ed azione del peso proprio
3 t=30 gg Saturazione dell’appoggio 13. t=30 gg Saturazione dell appoggio 1
4. t=45 gg Saturazione dell’appoggio 2
5 t=60 gg Saturazione dell’appoggio 35. t=60 gg Saturazione dell appoggio 3
0 1 2 3 4
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 5/196
Schemi statici corrispondenti alle varie fasi
Schema 0 28 gg<t<30 gg
Schemi statici corrispondenti alle varie fasi
0 1 2 3 4
Schema 1 30 gg<t<45 gg
0 1 2 3 4
Schema 2 45 gg<t<60 gg
0 1 2 3 4
Schema 3 60 gg<t
0 1 2 3 4
Schema 3 60 gg<t
0 1 2 3 4
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 6/196
Procedura di calcolo
1 Risol e e ciasc no schema statico isto p ima in modo elastico e
Procedura di calcolo
1. Risolvere ciascuno schema statico visto prima in modo elastico e calcolare i momenti di continuità.
2. Calcolare le funzioni di influenza che mostrano l’influenza del ( )j zαvincolo j sui precedenti:1,j-1.
3. Calcolare le funzioni tenendo contro delle dimensioni della sezione dell’umidità relative e del tempo (es vengono fornite in
j
1 0( , , )t t tξdella sezione, dell umidità relative e del tempo (es. vengono fornite in forma grafica nei Bollettini CEB)
4. Applicare il 5o principio della viscoelasticità lineare
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 7/196
1 Soluzione elastica lineareSchema 0
1. Soluzione elastica lineare
Schema 1
0 1 2 3 4Schema 1
0 1 2 3 4
2(1) (1) (1)
1 2 30 08
el el elglM M M= − = =
Schema 2 0 1 2 3 4
2 2(2) (2) (2)
1 2 3 010 10
el el elgl glM M M= − = − =
Schema 3
0 1 2 3 410 10
2 2 23 2 3gl gl gl
0 1 2 3 4
(3) (3) (3)1 2 3
3 2 328 28 28
el el elgl gl glM M M= − = − = −
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 8/196
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 9/196
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 10/196
2 Valutazione dei coefficienti ( )j zα2. Valutazione dei coefficienti ( )j zα
Le funzioni riportano i valori delle azioni interne (nel caso in esame si ( )j zαutilizzeranno solo i momenti flettenti per questione di semplicità) calcolati nello schema statico j-1 (quello precedente all’introduzione del vincolo posticipato j) per effetto della reazione data dal vincolo posticipato j inserito come azione unitaria.
j
I vincoli in considerazione sono cerniere che non lasciano più possibilità di movimento relativo diventando dei vincoli completi e dunque le reazioni che si svilupperanno saranno dei momenti flettentisvilupperanno saranno dei momenti flettenti. In tal modo potranno essere calcolate 3 funzioni per i vincoli posticipati . ( )j zα
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 11/196
Valutazione delle funzioni ( )j zα
0 1 2 3 4Azione del vincolo 1 sullo schema 0
1 1M =
11( )zα 1,1 1α =
Azione del vincolo 2 sullo schema1
0 1 2 3 42 1M =
11
4−2 ( )zα
1,2 2,21 14α α= − =
Azione del vincolo 3 sullo schema 20 1 2 3 43 1M =
4115
1415−
3( )zα1,3 2,3 3,3
1 4 115 15α α α= = − =
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 12/196
3 Calcolo delle funzioni ( ) ( ) ( )t
t t t R t dJ tξ τ τ= ∫3. Calcolo delle funzioni1
1 0 0( , , ) ( , ) ( , )t
t t t R t dJ tξ τ τ= ∫% 50RH = 40ckf MPa= t0 = 28 gg
1st vincolo – chiusura 1 t1 = 30 ≅ 28 gg
2 200 (45,30,28) 0.45 2 369 (45,30,28) 0.402 400 (45,30,28) 0.39
c c
c
A u mm A mmA u mm u
ξξ
ξ= ⇒ = ⎫
= ⇒ =⎬= ⇒ = ⎭
1
( , , )c ξ ⎭
2 200 (60,30,28) 0.50 2 369 (60,30,28) 0.462 400 (60 30 28) 0 45
c cA u mm A mmA u mm u
ξξ
ξ= ⇒ = ⎫
= ⇒ =⎬= ⇒ = ⎭2 400 (60,30,28) 0.45cA u mm uξ= ⇒ = ⎭
2 200 ( ,30,28) 0.77 2 369 ( ,30,28) 0.76c cA u mm A mmξ
ξ= ⇒ ∞ = ⎫
= ⇒ ∞ =⎬ ( , , )2 400 ( ,30,28) 0.76cA u mm u
ξξ ⎬= ⇒ ∞ = ⎭
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 13/196
Evaluation of functions ( ) ( ) ( )t
t t t R t dJ tξ τ τ= ∫Evaluation of functions1
1 0 0( , , ) ( , ) ( , )t
t t t R t dJ tξ τ τ= ∫% 50RH = 40ckf MPa= 0 28t days=
2nd vincolo – chiusura 2 t1 = 45 gg
2 200 (60,45,28) 0.25 2 369 (60,45,28) 0.222 400 (60,45,28) 0.22
c c
c
A u mm A mmA u mm u
ξξ
ξ= ⇒ = ⎫
= ⇒ =⎬= ⇒ = ⎭
2 200 ( , 45,28) 0.67 2 369 ( , 45,28) 0.682 400 ( ,45,28) 0.68
c c
c
A u mm A mmA u mm u
ξξ
ξ= ⇒ ∞ = ⎫
= ⇒ ∞ =⎬= ⇒ ∞ = ⎭
3rd vincolo – chiusura 3
2 200 ( 60 28) 0 64A ξ ⎫
t1 = 60 gg2 200 ( ,60,28) 0.64 2 369 ( ,60,28) 0.632 400 ( ,60,28) 0.63
c c
c
A u mm A mmA u mm u
ξξ
ξ= ⇒ ∞ = ⎫
= ⇒ ∞ =⎬= ⇒ ∞ = ⎭
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Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 14/196
4 Applicazione del 5o Principio della viscoelasticità lineare4. Applicazione del 5 Principio della viscoelasticità lineare
Calcolo delle sollecitazioni interne
Fase 1 0M z= ∀
Fase 2 Momenti di trave in semplice appoggio 0M M MFase 2 Momenti di trave in semplice appoggio 1 2 3 0M M M= = =
Fase 3 t=30 gg Momenti di trave in semplice appoggio 1 2 3 0M M M= = =2
Phase 3 t=45 gg 2
(1)1 1 (45,30,28) 0.40
8el glM M ξ= ⋅ = − ⋅
2 3 0M M= =2 3
Fase 4 t=60 gg 2
(2)2 2 (60,45,28) 0.22
10el glM M ξ= ⋅ = − ⋅(1) (2)(60 30 28) (60 45 28)el elM M Mξ ξα= + =( ) ( )
1 1 21,2
2 2
(60,30,28) (60, 45,28)
10.46 0.228 4 10
M M M
gl gl
ξ ξα= ⋅ + ⋅ ⋅ =
= − ⋅ + ⋅ ⋅
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8 4 10
Effetto della viscoelasticità su strutture costruite per fasi 15/196
Fase 5 t=∞ ggFase 5 t=∞ gg
2(3)
3 33( ,60,28) 0.6328
el glM M ξ= ⋅ ∞ = − ⋅28
(2) (3)2 2
2 2
, 32 3( , 45, 28) ( ,60,28)el elM M Mξ ξα= ⋅ ∞ + ⋅ ⋅ ∞ =2 24 30.68 0.63
10 15 28gl gl
= − ⋅ + ⋅ ⋅
(1) (2) (1,2 1,3
3)1 1 2 3
2 2 2
( ,30,28) ( , 45,28) ( ,60,28)
1 1 30.76 0.68 0.63
el el elM M M M
gl gl gl
ξ ξ ξα α= ⋅ ∞ + ⋅ ⋅ ∞ + ⋅ ⋅ ∞ =
= − ⋅ + ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅0.76 0.68 0.638 4 10 15 28
+
I valori numerici sono mostrati nelle slides seguenti
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