ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua...

20
ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di Ingegneria Civile Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio Corso di Frane A. ACCADEMICO 2014-2015 Docente: Prof. Ing. Michele Calvello Studente: Giuliano Nicola Matr: 0622500174

Transcript of ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua...

Page 1: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

ESERCITAZIONE n° 6

Analisi di un caso di studio

descritto in un articolo

scientifico in lingua inglese

Università degli Studi di Salerno Dipartimento di Ingegneria Civile

Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente edil Territorio

Corso di FraneA. ACCADEMICO 2014-2015

Docente: Prof. Ing. Michele Calvello

Studente: Giuliano Nicola Matr: 0622500174

Page 2: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Introduzione

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il seguente lavoro consiste in un’analisi critica di un caso studio descritto nell’articolo intitolato :

“Le frane in un deposito di uranio situato a Boršt

(Slovenia) rilevate da radar a interferometria”,

Autori Magda Čarman et al

pubblicato nel 2014 sulla rivista scientifica «Landslides»

Page 3: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Introduzione

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il lavoro sviluppato dagli autori consiste in una comparazione dei risultati monitorati con due metodologie:

• il Diffusore d’Interferometria Persistente (PSI)

• misurazioni dello spostamento in sito

dell’evento franoso che ha colpito il deposito dello stabilimento degli scarti industriali di uranio a Borst nel Novembre 1990 a seguito di un gravoso evento piovoso.

Page 4: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso studio

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il caso studio presentato nell’articolo oggetto di analisi è quello riguardante la riattivazione di una frana fossile, nei primi anni ’90, che interessò più della metà del deposito di scorie minerarie del sito di Borst, in Slovenia.

Sebbene la frana non mettesse direttamente in pericolo le persone, vennero intrapresi dei lavori di bonifica per scongiurare i possibili conseguenti problemi ambientali.

Il deposito venne chiuso nel 1992 mentre la frana venne stabilizzata nel 1996 dopo la costruzione di un tunnel di drenaggio avvenuta nell’anno precedente(1995).

Page 5: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

La collina di Borst era ed è attualmente, il luogo di deposito delle scorie di produzione di uranio della miniera di uranio Zirovski.

L’area si estende per oltre 4.2 ettari e si posiziona tra i 520 e i 580 m sul livello del mare

Il deposito ricopre il fondo dell’antica gola ricca di acqua ed è costituito da rocce clastiche Carniche del triassico superiore stratificate in letti di limo, sabbia e tufo, poco permeabili, tettonicamente fratturate

Indagini geologiche scoprirono che l’intera area era molto danneggiata tettonicamente e incline a frane superficiali e profonde

Page 6: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

La frana del 1990

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Nel novembre del 1990, dopo forti piogge, ha avuto inizio una grande frana che ha interessato più della metà del deposito.

1° Problema preesistente

I letti clastici tettonicamente fratturati di cui è geologicamente costituito il sito, sono estremamente sensibili agli agenti atmosferici.Infatti , le acque sotterranee penetrano attraverso le fratture e possono causare livelli di pressione interstiziale elevati che possono portare al collasso del pendio. 2° Problema preesistente

Un ulteriore problema era rappresentato dalla stabilità del deposito: nei 20 anni di deposizione, le scorie avevano subito modifiche mineralogiche che avevano cambiato le caratteristiche geomeccaniche degli scarti stessi compromettendone la stabilità del deposito.

Page 7: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

La frana del 1990

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

L’estensione della frana è visibile nella figura seguente

Volume 3 milioni di m3

Peso

7 milioni di tonnellate

Superficie di scorrimento

50m di profondità

Nel periodo di attività della frana, dal 1990 al 1995, gli spostamenti avevano velocità medie che variavano da 17 a 24 mm/mese. Sulla base di questi risultati, venne proposta la costruzione del tunnel di drenaggio allo scopo di stabilizzare la frana.

Page 8: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Lavoro scientifico sviluppato dagli autori

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il lavoro scientifico sviluppato dagli autori consiste in monitoraggio degli spostamenti effettuato con due tecniche differenti:

• Diffusore d’Interferometria Persistente (PSI) • Tradizionali metodi di misurazione in sito

Infine è stato effettuato un confronto tra i risultati ottenuti

Metodo PSI

La PSI è una tecnica interferometrica basata sul confronto di fase di immagini SAR, raccolte in tempi diversi con angolazioni leggermente differenti.

La tecnica PSI rappresenta una versione aggiornata della tecnica DInSAR.

Page 9: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodo PSI

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Grazie alla possibilità di misurare deformazioni con precisione millimetrica, il metodo PSI è adatto per rilevare e indagare fenomeni franosi a cinematica lenta.

Per calcolare lo spostamento d viene utilizzata l’eq.

d = dLOS x S

Sono state acquisite 67 immagini dal satellite ERS, tra il Giugno 1992 e il Dicembre 2000, lungo orbite discendenti nell’area circostante all’area studio sono state utilizzate per l’analisi interferometrica. Tra gli oltre 2000 PS individuati (affioramenti di rocce, edifici, pali e antenne) solo tre PS erano posizionati vicini alla frana.

dove:

• dLOS = spostamento lungo il LOS (Line of Sight)

• S = l’effettivo rapporto di spostamento rilevato

Page 10: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodo PSI

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

La tabella seguente mostra come sono stati calcolati i valori di S per ognuno dei tre PS attraverso la seguente equazione:

S = 1/(dT x u)

che rappresenta il prodotto scalare della pendenza vettoriale (dT) che attraversa quella specifica PS e il versore di sensibilità (u).

Page 11: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodi in situ

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Metodo in situLe misure sono iniziate nell’agosto 1988 e sono proseguite fino al 2012, utilizzando diverse tecniche, tra le quali quelle che sfruttano strumenti come gli estensimetri e gli inclinometri.

Utilizzando questi strumenti, sono state eseguite accurate misure di spostamento in quattro punti II/1, II/2, II3 e 1 visibili per un totale di 38 misure. Poiché non è stata rilevata nessuna componente di spostamento verticale si è assunto che lo spostamento della frana era sostanzialmente sub-orizzontale.

Page 12: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodi in situ

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Per il confronto dei PSs e dei metodi in situ, sono stati usati test di correlazione sull’andamento degli spostamenti.

Tutti i test di correlazione sono stati eseguiti utilizzando la formula del coefficiente di correlazione di Pearson, i cui valori, rappresentano dei coefficienti di correlazione lineari. Per l’andamento degli spostamenti, è stato utilizzato un modello di regressione lineare con un metodo dei minimi quadrati per il periodo di confronto 1992-2001.

Page 13: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodi in situ

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il confronto tra i risultati ottenuti dagli autori è visibile nel grafico seguente che mostra gli spostamenti dei PS (A1MHI’, A1MHH’, e A1MHW’) rispetto ai 4 punti per il calcolo degli spostamenti in situ, entrambi in millimetri e per il periodo che va dal 1992 al 2001.

Page 14: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodi in situ

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

In tabella vengono presentati i valori dei coefficienti di correlazione tra le serie temporali dei due set di dati.

Tutti i coefficienti sono molto alti, indicando quindi un buon rapporto tra i due metodi di misura.

L’informazione che si può estrapolare è che si nota un miglioramento della correlazione delle misure dopo la bonifica, con il minimo dei coefficienti di correlazione che passa da 0,86 (pre-bonifica) a 0,925(post-bonifica).

Secondo gli autori, però questa è un’informazione che mente sulla realtà dei fatti; confrontando i dati in un grafico le tendenze di movimento (pendenze) dei punti di PS sono relativamente costanti, mentre quelle delle misurazioni in situ differiscono in particolare dopo i lavori di bonifica del 1995 con la costruzione dei tunnel di drenaggio.

Page 15: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Illustrazione del caso di studio – Metodi in situ

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Il confronto dei parametri statistici nella tabella seguente indica che prima della bonifica le velocità misurate nel punto II/1 sono simili alle velocità del PS A1MHW, mentre le velocità misurate nei punti II/2, II/3 e 1 sono fino a quattro volte superiori

Dopo la bonifica, resta una differenza significativa di velocità tra il punto II/1 e gli altri tre punti.

Gli autori hanno supposto, quindi, che l’effetto del drenaggio delle acque sotterranee da parte dei tunnel di drenaggio ha una incidenza molto più elevata nei punti II/2, II/3 e 1 di quanto non lo abbia nel punto II/1;

Gli autori infine hanno stabilito che, assumendo le suddette velocità, i lavori di bonifica hanno efficacemente eliminato la causa del movimento franoso, riconducibile all’effetto delle acque sotterranee.

Page 16: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Analisi critica del lavoro sviluppato dagli autori

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Obiettivo del seguente elaborato consiste in un’analisi critica del lavoro sviluppato dagli autori, con particolare riferimento al monitoraggio.Dallo studio dell’articolo si può riscontrare che il lavoro degli autori, in generale, alterna fasi:

Livello di approfondimento quasi eccessivo

Trattazione abbastanza superficiale

Caratterizzazione geologica:

• Composizione stratigrafica sito;

• Caratteristiche meccaniche del pendio e del deposito;

• Interazione tra i materiali di cui sono composti il pendio e il deposito e i fenomeni piovi, i fenomeni d’infiltrazione e di circolazione delle acque sotterranee.

Caratterizzazione del fenomeno:

• volume;

• peso;

• Profondità superficie di scorrimento;

TIPOLOGIA ???

Page 17: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Analisi critica del lavoro sviluppato dagli autori

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Solo nella fase di discussione dei risultati ottenuti tramite PSI vi è una sorta di classificazione:

“Slope mass” (movimenti di massa) Vulliet (1999) Se si volesse utilizzare una classificazione riconosciuta e diffusa a livello internazionale come quella di Cruden e Varnes (1996) si potrebbe derivare dai valori di velocità forniti dagli autori la tipologia di fenomeno;

Page 18: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Analisi critica del lavoro sviluppato dagli autori

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Altro aspetto poco chiaro del lavoro svolto dagli autori è riferito al confronto per quanto riguarda l’arco temporale di acquisizione dei dati.

• Data set Metodo PSI 1992-2001• Data set Metodo in situ 1988-2006

Differenza netta tra i due archi temporali di acquisizione.Tralasciando le informazioni dal 1988 al 1992, non viene spiegato il perché non è fatto coincidere il termine finale di acquisizione dei dati.

Si presume che ci si è fermati al 2001 perché è l’anno in cui i satelliti ERS hanno smesso di funzionare e quindi gli autori hanno deciso di non applicare la tecnica PSI a immagini fornite da satelliti diversi.

Questa spiegazione, che risulta essere la più logica e plausibile, non viene fornita dagli autori.

Page 19: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Analisi critica del lavoro sviluppato dagli autori

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

La critica maggiore è però nella scelta dei punti in cui rilevare le misure di spostamenti con le due tecniche.

Punti per il Metodo PSI esterni all’area di frana attivaPunti per il Metodo in situ interni all’area di frana attiva In prima lettura appare poco

sensato confrontare due metodi di misura di

spostamento che non si riferiscono a una stessa porzione di pendio ma a

porzioni diverse;

Si poteva pensare di posizionare dei diffusori permanenti a terra nell’aria della frana attiva nei pressi dei quattro delle rilevazioni in situ in modo da poter confrontare parametri ottenuti con metodologie diverse ma che si riferivano grossomodo alla stessa porzione di territorio.

Page 20: ESERCITAZIONE n° 6 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese Università degli Studi di Salerno Dipartimento di.

Conclusioni

Corso di Frane ANNO ACCADEMICO 2014-15; Docente: Prof. Ing. Michele Calvello; Studente: Giuliano Nicola

Solo leggendo la parte delle conclusioni del lavoro però si riesce a capire il perché di questa scelta;

Il vero obiettivo del lavoro sviluppato dagli autori non era quello di confrontare le due metodologie per valutare e discutere quale fosse più appropriata o se vi era un riscontro tra i risultati ottenuti

bensì era quello di valutare se l’intervento di bonifica, con la costruzione dei tunnel di drenaggio, era riuscito a rallentare o addirittura ad eliminare il movimento del complesso pendio-deposito di scorie.

Ecco spiegato il fatto per il quale i punti dove applicare la tecnica PSI dovevano essere esterni all’area della frana attiva in modo da poter confrontare i valori di velocità con cui si muovevano rispetto ai valori di velocità con cui si muovevano i punti all’interno dell’area di frana attiva.

Grazie per l’attenzione