ESERCITAZIONE POTABILIZZAZIONE
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ESERCITAZIONE
Dimensionamento di un impianto di potabilizzazione
Prof. Claudio Lubello
A.A. 2005-2006
PREMESSA e DATI di PROGETTO
DIMENSIONAMENTO DI UN IMPIANTO DI POTABILIZZAZIONE A SERVIZIO DI UN CENTRO ABITATO
POPOLAZIONE DA SERVIRE, Stimata a lungo termine (25 anni): 17000 abitanti
FONTE DI APPROVVIGIONAMENTO: Le acque destinate alla potabilizzazione provengono da un vicino corso d’acqua (ACQUE DI TIPO SUPERFICIALE)
CAMPAGNA DI MONITORAGGIO PRELIMINARE
STUDIO IDROLOGICO equilibrio del corso d’acqua.
CARATTERISTICHE DELL’ACQUA
COMPATIBILITA’ PORTATA DEL FIUME
PORTATA PRELEVATA
IDONEITA’ ALLA POTABILIZZAZIONE
SCELTA DEL TIPO DI TRATTAMENTO OPPORTUNO
(FILIERA DI TRATTAMENTO)
NORMATIVA
Parametro Unità dimisura
Range media
Temperatura °C 10-20 14
pH 7.5 – 8.6 8
Solidi sospesi mg/l 7-120 20
Materiali colloidali
mg/l 5-45 10
TOC mg/l -- 6
Specie chimiche specifiche (Ossigeno disciolto, Ammonio…)Specie microbiologiche (CBT, Coliformi,Enterococchi…)
-Log2 D D (mm) % passante
2 0,25 100
3 0,125 95
4 6,25E-02 87
5 3,13E-02 77
6 1,56E-02 62
7 7,81E-03 49
8 3,91E-03 39
9 1,95E-03 25
10 9,77E-04 14
11 4,88E-04 5
12 2,44E-04 0
curva granulometrica
0
20
40
60
80
100
2 4 6 8 10 12 -Log2 D
% p
assa
nte
PREMESSA e DATI di PROGETTO
Caratteristiche fisico-chimiche
Caratteristiche granulometriche
Art.7 Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
1. Le acque dolci superficiali per essere utilizzate o destinate alla produzione di acqua potabile, sono classificate dalle regioni nelle categorie A1, A2 e A3 secondo le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche di cui alla tabella 1/A dell'allegato 2.
2. A seconda della categoria di appartenenza, le acque dolci superficiali di cui al comma 1 sono sottoposte ai seguenti trattamenti:
Categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;
Categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;
Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione.
3. Le regioni inviano i dati relativi al monitoraggio e classificazione delle acque di cui ai commi 1 e 2 al Ministero della sanità, che provvede al successivo inoltro alla Commissione europea.
4. Le acque che presentano caratteristiche inferiori ai valori limite imperativi della categoria A3 possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo nel caso in cui non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano.
RIFERIMENTI NORMATIVI
D.Lgs 11/05/1999, n. 152 e Decreto Legislativo 19 gennaio 2006 (TESTO UNICO)
Tabella 1/A: Caratteristiche di qualità per acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile
Num. Progr.
Parametro Unità di misura A1G
A1I
A2G
A2I
A3G
A3I
1 pH unità pH 6,5-8,5
5,5-9 - 5,5-9 -
2 Colore (dopo filtrazione semplice)
mg/L scala pt 10 20(o) 50 100(o) 50 200(o)
3 Totale materie in sospensione
mg/L MES 25 - - - - -
4 Temperatura °C 22 25(o) 22 25(o) 22 25(o)
5 Conduttività µS /cm a 20° 1000 - 1000 - 1000 -
6 Odore Fattore di diluizione a 25°C
3 - 10 - 20 -
7 Nitrati mg/L NO3 25 50(o) - 50(o) - 50(o)
8 Fluoruri (1) mg/L F 0,7/1 1,5 0,7/1,7 - 0,7/1,7 -
.. Cloro organico totale estraibile
mg/L Cl - - - - - -
.. ……. mg/L Fe … … -
RIFERIMENTI NORMATIVI
I = Imperativo G = Guida
D.Lgs 11/05/1999, n. 152
Allegato 2
RIFERIMENTI NORMATIVI
D.Lgs. 2/02/2001, n. 31 e successive modificazioni
Attuazione della direttiva 98/83/CE
Finalità (Art.1)
Il presente decreto disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia.
Obblighi generali (Art. 4)
1. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite.
2. non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o
concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana
3. devono soddisfare i requisiti minimi di cui alle parti A e B dell'allegato I;
Controlli (Art. 6)
1. Sono previsti CONTROLLI INTERNI (All’azienda che gestisce il servizio idrico integrato) e ESTERNI (A.S.L)
2. La conformità ai limiti di normativa deve essere rispettata nella rete di distribuzione fino al punto di consegna all’utenza.
CALCOLO DELLE PORTATE
1) Popolazione (n°di abitanti allacciati alla rete con previsione a 20-30 anni).
La quantità di acqua richiesta ad un impianto di potabilizzazione è direttamente
proporzionale a
QUANTITA’ DI ACQUA RICHIESTA
POPOLAZIONE DA SERVIRE
DOTAZIONE IDRICA PROCAPITE
Nel caso considerato dall’esercitazione questo dato è noto: 17000 Abitanti
2) Dotazione idrica pro capite (quantità media di acqua necessaria ad ogni singolo abitante tenendo conto anche dei consumi a scopi pubblici, commerciali ed industriali).
• Centri medio-piccoli (<50000 Ab) 200-300 l/Ab d
• Centri medio-grandi (>100000 Ab) 250-350 l/Ab d
Parametro che aumenta all’aumentare dell’industrializzazione e del benessere.
Una popolazione di 17000 abitanti corrisponde ad un piccolo centro:
si considera una dotazione idrica procapite di 250 L/Ab/d
CALCOLO DELLE PORTATE
dmmldAblAb /4250/1000:)/(250*17000Q 33media
d/m5500d/m5,548229,1*4250 33 progettoQ
rQmedia progettoQ dove r è il rapporto fra la portata media giornaliera su base annua e la portata media giornaliera nella settimana di max consumo.
• Piccoli centri r = 2-3
• Centri medi r = 1,5
• Grandi centri r = 1,2
N.B. La variabilità attorno alla portata media è più forte nei piccoli centri
PORTATA DI PROGETTO
Calcoliamo dunque la portata media giornaliera da erogare
SCHEMA A BLOCCHI
Punti e strumenti di misurazione in continuo (essenziali):
(1) Portata, pH, T, Torbidità
(2) pH, T, Torbidità (3) Torbidità
(4) Torbidità (5) Cloro residuo
FILIERA DI TRATTAMENTO: In mancanza di dati precisi sulle caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua da trattare si ipotizza la categoria peggiore (A3) e si sceglie un tipo di trattamento spinto.
OPERA DI PRESA E TRATTAMENTI PRELIMINARI
La fonte di approvvigionamento deve essere protetta.
In particolare la zona di tutela assoluta (riferita a sorgenti, pozzi e punti di presa) deve avere un’estensione non inferiore a 10 metri di raggio dal punto di captazione, deve essere recintata e provvista di acque di canalizzazione delle acque meteoriche.
A monte dei processi di trattamento sono sempre previsti una serie di
trattamenti preliminari o pretrattamenti.
Questi consistono in una serie di processi fisici e meccanici che permettono la rimozione di
materiali e sostanze che per loro natura e dimensione rischiano di danneggiare le
attrezzature e di compromettere l’efficienza dei successivi stadi di trattamento.
• grigliatura
• rimozione di oli e grassi
• dissabbiatura
Di solito direttamente sull’opera di presa (Sistemi di griglie e galleggianti)
In un comparto che può funzionare anche come bacino di pre-accumulo (può non essere presente)
GRIGLIATURA
La grigliatura è un trattamento fisico semplice.
Secondo la dimensione delle maglie:
• Grossolana interasse i=5 -10 cm
• Media i=2,5-5 cm
• Sottile i=1-2,5 cm
Proteggere l’impianto da oggetti di grandi dimensioni che potrebbero ostruire
o danneggiare le apparecchiature presenti.
Rimuovere il materiale grossolano dalle acque che potrebbe influenzare
negativamente l’efficienza dei successivi processi di trattamento
CLASSIFICAZIONE
Secondo la modalità di pulizia:
• Manuale
• Automatica
Si può scegliere, ad esempio:
GRIGLIATURA GROSSOLANA direttamente sull’opera di presa Griglia a maglie quadrate (i = 10 cm)
GRIGLIATURA SOTTILE prima della stazione di sollevamento Griglia a maglie quadrate (i=2.5 cm)
p.s. il dimensionamento delle griglie è analogo a quello visto nell’esercitazione sul dimensionamento del depuratore
OBIETTIVO
GRIGLIATURA
STAZIONE DI SOLLEVAMENTO
Perché l’acqua possa circolare attraverso i vari comparti del potabilizzatore per caduta è necessario prevedere un impianto di sollevamento.
Per il dimensionamento della potenza necessaria al motore della pompa si deve conoscere la portata e la prevalenza.
DIMENSIONAMENTO:
η367
HQρ(kW) assorbita Potenza
P = potenza assorbita
ρ = densità del fluido (ρacqua=1000 kg/m3)
H = prevalenza della pompa (m)
η = rendimento della pompa (η = 0,6-0,9)
367 = fattore di conversione
La prevalenza H è data dalla seguente formula:
prevalenza geodetica, ovvero il dislivello tra il pelo libero sul lato a monte della stazione di pompaggio e il punto a maggior quota al quale si vuole fare arrivare l’acqua.
Il secondo contributo è dovuto alle perdite di carico
vgeo HHH Nelle condotte
Stramazzi
Filtrazione
DISSABBIATURA
L’obiettivo è quello di eliminare il 65-75 % dei solidi sospesi e di migliorare la qualità
dell’acqua da inviare ai trattamenti successivi.
OBIETTIVI:
Stadio di separazione solido/liquido per acque ad elevata torbidità
PROBLEMATICA:
La necessità di un’unità di dissabbiatura ed il suo dimensionamento sono difficili da
stabilire; dipendono essenzialmente da:
• natura e concentrazione delle particelle
• frequenza e durata dei picchi di carico dei solidi sospesi
• necessità di mantenere un determinato stato di qualità
• costi operativi
Si sfrutta la forza di gravità per separare dall’acqua le particelle solide
“sedimentabili”, caratterizzate da peso specifico maggiore di quello dell’acqua, e che
sono in grado di depositarsi sul fondo di un contenitore in tempi accettabili.
V= velocità dell’acqua nel dissabbiatore
vs= velocità di sedimentazione della particella di dimensione D
DISSABBIATURA
Dissabbiatore rettangolare
L
D
v
vs (per similitudine fra i triangoli)
D)(bvQ Poiché: A
Qvs
C.I.S. (carico idraulico superficiale)
Stabilito il C.I.S., ovvero la velocità di sedimentazione delle particelle che si vogliono rimuovere
Fissato Q = Q progetto
C.I.S.
QA
PROGETTAZIONE
vvs
L
D
b
AQin
Qout
DISSABBIATURA
Velocità di sedimentazione Vs:
Ipotesi: - Particella granulosa (sedimenta senza interferire con le altre particelle)
- regime di moto laminare (assenza di moti vorticosi nel fluido)
μ
D)(
18
gv
2
OHss 2 Legge di Stokes
T°
(°C)
0 1.781
5 1.518
10 1.307
20 1.002
30 0.798
ms
Kg10 3
= densità dell’acqua:
2s
m 9.81 g
O2H
3m
Kg 1000
s = Densità delle particelle
3m
Kg
D = diametro delle particelle (m)
= viscosità dinamica dell’acqua )( T
ms
Kg
Sabbia: 2650
3m
Kg
Particelle sabbiose: 3s m
Kg 10002.65γ
Temperatura 20 °C
Ipotesi:
DISSABBIATURA
DIMENSIONAMENTO:
-Log2 D D (mm) V sed (m/h) % passante
2 0,25 2,01E+02 100
3 0,125 5,04E+01 95
4 6,25E-02 1,26E+01 87
5 3,13E-02 3,15E+00 77
6 1,56E-02 7,88E-01 62
7 7,81E-03 1,97E-01 49
8 3,91E-03 4,93E-02 39
9 1,95E-03 1,23E-02 25
10 9,77E-04 3,08E-03 14
11 4,88E-04 7,70E-04 5
12 2,44E-04 1,92E-04 0
Stokes -
Granulometria
OBIETTIVO: rimozione delle particelle con D > 0.03 mm cui corrisponde una velocità di sedimentazione pari a 3,15 m/h
( -Log2 D > 5 D > 0,03 mm)
23
m 73hm 3.15
hm 230
C.I.S.
QA
b
L
ARapporto lati
5
1
2
1
L
b
Assumo una profondità h= 2.5 m
Tempo residenza idraulica: min 47h 0.79Q
hA
dg
C
kv s )1(8
Verifica velocità massima
dgC
kv s )1(8
DISSABBIATURA
Osservazioni:1) Le particelle con dimensioni più piccole di quelle di progetto vengono in parte rimosse in parte restano nell’effluente, proporzionalmente alla loro velocità di sedimentazione.
Frazione rimossa (particelle di dimensione n) = 100s
n
v
v
-Log2 D D (mm) V sed (m/h) % passante%composizione per classe
% frazione rimossa
2 0,25 2,019E+02 100 0 100
3 0,125 5,048E+01 95 5 100
4 6,25E-02 1,262E+01 87 8 100
5 3,13E-02 3,155E+00 77 10 100
6 1,56E-02 7,888E-01 62 15 25,00
7 7,81E-03 1,972E-01 49 13 6,25
8 3,91E-03 4,930E-02 39 10 1,56
9 1,95E-03 1,232E-02 25 14 0,39
10 9,77E-04 3,081E-03 14 11 0,10
11 4,88E-04 7,703E-04 5 9 0,02
12 2,44E-04 1,926E-04 0 5 0,01
2) Poiché nell’equazione di Stokes dipende dalla temperatura, il funzionamento del comparto dissabbiatore è variabile in funzione della temperatura. Al diminuire della temperatura diminuisce la rimozione delle particelle (aumenta la dimensione della più piccola particella totalmente rimossa)
dimensione superiore a quella di progetto – RIMOZIONE COMPLETA
dimensione inferiore a quella di progetto – RIMOZIONE PARZIALE
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
OBIETTIVO: La rimozione dei solidi sospesi non sedimentabili (frazione colloidale),
che non possono essere rimossi per sedimentazione diretta.
Coagulazione: è la destabilizzazione delle particelle colloidali in ambiente turbolento
ottenuta mediante l’aggiunta di reagenti chimici (coagulanti) che
permettono la formazione di aggregati elementari.
Flocculazione: è l’agglomerazione delle particelle destabilizzate in microfiocchi e poi
in fiocchi voluminosi che possono essere agevolmente separati per
sedimentazione.
coagulazione flocculazione
sedimentazione
Elevata turbolenza:miscelazione dell’agente coagulante
Breve tempo
Moderata turbolenza: sufficiente a fare collidere le particelle, non troppa per evitare la rottura del fiocco
Tempo: adeguato all’accrescimento dei fiocchi
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
AGENTI COAGULANTI
Composti chimici a base di Ferro o di alluminio. Tali composti liberano in acqua ioni trivalenti Al3+ e Fe3+, capaci di neutralizzare la carica negativa delle particelle colloidali e quindi eliminare le forze di repulsione fra le particelle.
Poiché entrano in gioco reazioni del tipo: 3HM(OH)O3HM 323
Il pH è uno dei parametri fondamentali nel processo di coagulazione-flocculazione
Alcuni agenti coagulanti
Solfato di Ferro o di Alluminio
Cloruro di Ferro
Policloruro di Alluminio (PCA)
……...zyx Cl(OX)Al
In soluzioni commerciali di cui sia noto il titolo in 32OAl
Tempo di contatto
Turbolenza
Dose di coagulantepH
Varabili di processo
Prove JAR TEST per la determinazione delle condizioni ottimali di processo
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
COAGULAZIONE (miscelazione veloce) Miscelatore
statico
Miscelatore meccanico
Miscelatore idraulico
al flocculatore
al flocculatore
al flocculatore
G [s-1] Gradiente di velocità
μV
PG
P=Potenza dissipata
=Viscosità dinamica
V=Volume agitato
∆H
h Q γP
g
2vK h
P fornita dal motore
Q ΔH g ρP
Range valori:
st 5020
11000600 sG
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
FLOCCULAZIONE (miscelazione lenta)
G [s-1] Gradiente di velocità
μV
PG
Range valori:
min6020 t
18020 sG
NB: la larghezza dei canali aumenta la velocità diminuisce
In questo comparto è importante che G decresca progressivamente
Flocculazione meccanica a stadi
Flocculazione “a canali”
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
Fanghi
COAGULAZIONE FLOCCULAZIONE
SEDIMENTAZIONE
M1 M3M2
IN
Reattivi
OUT
Fango
DIMENSIONAMENTOSoluzione impiantistica scelta:
coagulazione meccanica flocculazione meccanica a due stadi
s5020t
11000600 sGRange valori:
1s900G s30t
min6020 t
18020 sG
Range valori:
1° stadio:
2° stadio:
1s 60G
min 20t
1s 30G
Vasca di calma con C.I.S. tale da permettere la deposizione dei fiocchi
Circolare con flusso ascensionale, CIS: 0.8-1.35 m/h
C.I.S. = 1.2 m/h
Da prove di laboratorio (JAR TEST) è risultato che per rimuovere 10 mg/L di solidi colloidali serve un dosaggio di 10 mg Al/L.
Soluzione: titolo di Al2O3 6% peso/peso
peso specifico 1,2 Kg/L
Al/d Kg 55Al/d mg 1055 10mg/L)1000L/m/dm (5500ogiornalier Dosaggio 633
L/d 4,1444Kg/L 1.2
Kg/d 1733,3soluzione Volume
Dosaggio necessario: 10 mg Al/L
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
Dosaggio dell’agente coagulante
In termini di soluzione commerciale al 6% in Al2O3:
soluzione Kg 100
OAl Kg 6 32
Tenuto conto dei pesi molari di Al2O3 (102 g/mol) e Al (27 g/mol) per passare a Kg di Al2O3 occorre moltiplicare per 1.89 (102/54)
/dOAl Kg 104 32
/dKg 3,17330,06
/dOAl Kg 104 32
Questa quantità va considerata per il volume del serbatoio di stoccaggio
Es: per un rifornimento ogni 15 gg occorre un serbatoio di circa 44 m3
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
Dimensionamento del comparto COAGULAZIONE
Scelta impiantistica: Miscelazione meccanica
1s900G s30t
μV
PG
33progetto m 1,9
s/h 3600
s 30/h m 230tQV
μVGP 2trasmessa
Assumendo sm
Kg101.002μ 3-
20
Ptrasmessa= 1.542 kW
kW 1.8140.85
1.542
η
PP trasmessa
assorbita Se η (0.85) è il Rendimento gruppo motore
N.B. per temperature più basse μ aumenta
la Potenza da applicare aumenta
conviene adottare un mixer a numero di giri variabile
M1
IN
Coagulante
OUT
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
Dimensionamento del comparto FLOCCULAZIONE
Scelta impiantistica: Miscelazione meccanica in due stadi
1° stadio:
2° stadio:
1s 60G
min 20t
1s 30G
33progetto m 76.6
min/h 60
min 20/h m 230tQV 40 m3 per ciascuno stadio
W1700.85
40msmKg101.002s60
P
311322
)20(2
assorbitaI
VG
STADIO I: GI: 60 s-1
W420.85
40msmKg101.002s30η
VμGP
311322
)(202
assorbitaI
STADIO II: GI: 30 s-1
NB: anche in questo caso attenzione alle temperature per la μ
M3M2
OUTIN
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
Dimensionamento del comparto SEDIMENTATOREOUT
FangoIN
Vasca di calma con C.I.S. tale da permettere la deposizione dei fiocchi
Velocità di up-flow (CIS)
Velocità di sedimentazione
Circolare con flusso ascensionale, CIS: 0.8-1.35 m/h C.I.S. = 1.2 m/h
23
m 191.6m/h 1.2
/hm 230
C.I.S.
QA Raggio = 7.8 m
Assumendo una profondità h = 3 m (volume dunque pari a 574,8 m3)
Tempo di ritenzione = 2.49 h
CHIARIFLOCCULATORE A BACINO UNICO
COAGULAZIONE-FLOCCULAZIONE
CHIARIFLOCCULATORE A LETTO DI FANGO
coagulazioneflocculazionesedimentazione
FILTRAZIONE RAPIDA
Processo di separazione che consiste nel passaggio della miscela solido-liquido attraverso un mezzo poroso che trattiene le particelle solide
FILTRAZIONE
RAPIDA Funzionamento a carico idraulico superficiale (C.I.S) elevati
h m
m
A
Q C.I.S.
2
3
Q
Q
A
Velocità di filtrazione
dipende da: • Qualità dell’influente
• Caratteristiche del mezzo filtrante
Progressivamente: INTASAMENTO FILTRO
AUMENTO DELLE PERDITE DI CARICO
AUMENTO DEL LIVELLO DELL’ACQUA SUL FILTRO
PEGGIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELL’EFFLUENTE
Necessario: PULIZIA DEL FILTRO “CONTROLAVAGGIO”
FILTRAZIONE RAPIDA
FILTRAZIONE RAPIDAIN OUT
TORBIDITA’
PORTATA
< 10-20 NTU (meglio < 5 NTU)
ALTRIMENTI: precoce intasamento del filtro
TORBIDITA’
PORTATA
PERDITA DI CARICO
Se supera un certo valore (0.6 – 0.8 NTU)
CONTROLAVAGGIO
CONTROLAVAGGIO
Se supera un certo valore (1.5 – 2 m)
STRUMENTI DI CONTROLLO ESSENZIALI
ottimo 0.1 NTU
FILTRAZIONE RAPIDA
Acqua da filtrare
Acqua (+ aria) di lavaggio
Acqua filtrata
Acqua di lavaggio
Filtro in esercizioMisuratore perdita di carico
∆h
Funzionamento a CARICO COSTANTE:
Elettrovalvola sulla condotta a monte del filtro
APERTURA/CHIUSURA = funzione (∆h)
Filtro in controlavaggio
Acqua da filtrare
Acqua (+ aria) di lavaggio
Acqua filtrata
Acqua di lavaggio
espansione del filtro
FILTRAZIONE RAPIDA
A) Espansione del filtro in controlavaggio: (Tipicamente, 10 – 20% dell’altezza del letto)
Necessario tenerne conto nel progetto per evitare di perdere parte del letto filtrante nel controlavaggio
B) Acqua usata per il controlavaggio: acqua finale dell’impianto
C) Acqua di lavaggio: generalmente viene rimandata in testa all’impianto
FILTRAZIONE RAPIDA
PARAMETRI CARATTERISTICI DEL MEZZO FILTRANTE
• Range di dimensione: Dimensione massima e minima dei grani di cui è composto il
mezzo filtrante
• Dimensione effettiva: Dimensione dei fori del setaccio che trattiene il 90% in peso del
mezzo filtrante
• Coefficiente di uniformità:
10
60
φ
φ U.C.
60φ
10φ - Dimensione dei fori del setaccio attraverso cui
passa il 10% in peso del mezzo filtrante
- Dimensione dei fori del setaccio attraverso cui
passa il 60% in peso del mezzo filtrante
• Altri parametri: peso specifico, forma dei grani, porosità.
TIPOLOGIE DI LETTO FILTRANTE
• Single media: Letto filtrante costituito da un singolo materiale (tipicamente SABBIA)
• Dual media: Letto filtrante costituito da due diversi materiali (diverso peso specifico).
Questo tipo di letto permette di avvicinarsi maggiormente al funzionamento
di filtro IDEALE, in seguito alla fase di controlavaggio.
FILTRAZIONE RAPIDA
FILTRO IDEALE: Filtro in cui i primi strati attraversati dall’acqua sono composti da grani
di dimensioni maggiori e gli strati seguenti sono composti da grani di
dimensioni progressivamente più piccole.
L’acqua perde prima i solidi sospesi più grandi e poi quelli più piccoli.
Il filtro funziona ‘bene’ per tempi più lunghi (controlavaggio meno frequente).
controlavaggio
18η
D)ρ - (ρ g v
2OH
s2
Legge di StokesFILTRO IDEALE FILTRO CONTRARIO
A QUELLO IDEALE
Grani più piccoli sedimentano più lentamente di quelli più grandi.
FILTRO DUAL MEDIA (tipico)
Antracite: 3cm
g1.6ρ , dimensioni maggiori
Sabbia: 3cm
g2.65ρ , dimensioni minori
Single Media: conta D
Dual Media: conta ρ
L’antracite (dimensioni maggiori, peso specifico minore) sedimenta più lentamente della sabbia (dimensioni minori, peso specifico maggiore)
RIPRISTINO DEL FILTRO IDEALE
FILTRAZIONE RAPIDA
DIMENSIONAMENTO
1) Preliminare: scelta del tipo di letto filtrante
Caratteristiche note
Materiale/materiali;
Granulometria
Sistema di drenaggio
Carico idraulico superficiale
C.I.S.
h m
m2
3
2) Superficie totale del letto filtrante: AC.I.S.
Q A progetto
Letto di sabbia (Ф = 0.5 – 1 mm): C.I.S. = 5-12
Tabelle, manuali
h m
m2
3
Assumo: C.I.S.= 8
h m
m2
3
3) Numero di filtri
Controlavaggio: risparmio di acqua ed energia
h
m 230 Q
3
progetto
2m 28.75 8
230 A
Limitazione superficie di ogni filtro
Suddivisione della superficie totale in 2 filtri da 15 2m (3 m x 5 m)
4) controlavaggio
3) Spessore del letto filtrante
Normalmente il letto filtrante ha spessore totale: 0.5 -0.8 m
A sostegno del letto filtrante può essere inserito uno strato drenante in ghiaia di spessore: 0.2 – 0.3 m
Assumo: Spessore letto di sabbia: 0.6 m
Spessore letto drenante (ghiaia): 0.2 m
FILTRAZIONE RAPIDA
Fase 1 – 10 min: 15 Acquahm
m2
3
60 Ariahm
m2
3
Fase 2 – 10 min: 30 Acquahm
m2
3
Lavaggio 1 volta al giorno: ogni 24 ore
Consumo di acqua: Fase 1 – 3filtrifiltro2
3
m 75h 6
1 n A
hm
m 15
Fase 2 – 3filtrifiltro2
3
m 150h 6
1 n A
hm
m 30
TOT: 225 m3 ogni 24 ore
Acqua prodotta in 24 ore: 3progetto m 5500 24 Q 4% 100
Q
Q
prodotta
lavaggio Accettabile(< 5%)
FILTRAZIONE RAPIDA
FILTRO IN ESERCIZIOFiltri a sabbia Degremont (Anconella)
FILTRAZIONE RAPIDA
FILTRO IN CONTROLAVAGGIO
Filtri a sabbia Degremont (Anconella)
Sistemi di drenaggio dell’acqua filtrata
PRINCIPALI PARAMETRI CARATTERISTICI DEL G.A.C.
• Dimensione dei grani – Materiale più fine corrisponde a una maggiore velocità di adsorbimento ma anche a maggiori perdite di carico. Tipicamente le dimensioni dei grani sono 0.5 – 1 mm
• Superficie specifica – Superficie totale (tutti i pori compresi) per unità di volume. Per determinare la superficie dei pori si ricorre a due indici, indice di Iodio e Blu di Metilene: in pratica si tratta di stabilire la quantità di specifiche sostanze adsorbite da 1 g di carbone
• Densità apparente – Densità del materiale determinata senza contare il volume dei pori contenuti nel singolo grano e dei vuoti lasciati liberi fra grano e grano
FILTRAZIONE GAC
I FILTRI GAC
• Il GAC viene generalmente disposto come una struttura dedicata che ha l’aspetto di un normale filtro rapido. In alcuni casi due filtri sono disposti in serie: uno in up-flow e uno in down-flow.
• Anche i filtri GAC sono sottoposti a controlavaggio. Il controlavaggio del filtro GAC ha lo solo scopo di eliminare i materiali che determinano il intasamento e non di eliminare le sostanze adsorbite, per cui è invece necessaria la rigenerazione.
Fase del trattamento di potabilizzazione che permette di eliminare dall’acqua sostanze microinquinanti organici e inorganici che possono dare origine a problemi di odore e sapore.
ISOTERMA DI ADSORBIMENTO
FILTRAZIONE GAC
Relazione analitica fra la quantità di sostanza assorbita e la quantità della stessa sostanza che resta in soluzione (in condizioni di equilibrio e a T° costante).
Isoterma di Freundlich:
X = peso del materiale adsorbito
m = peso dell’adsorbente
C = concentrazione che resta in soluzione
n = costante
n
1
CKm
x
E.B.C.T. – Empity Bed Contact Time -Tempo di contatto del filtro GAC calcolato considerando vuoto lo spazio occupato dal GAC. Si tratta di uno dei parametri fondamentali per il dimensionamento di un filtro GAC. Determina il comportamento del filtro (anche biologico o meno).
GACV
QEBCT
EBCT > 30 min – Il filtro può ospitare colonie batteriche Filtro BAC – Biological Activated Carbon
EBCT: 5-30 min – Azione biologica limitata o nulla
Le isoterme di adsorbimento sono molto importanti nella progettazione del trattamento di filtrazione GAC perché permettono di prevedere la durata di un filtro in relazione alle caratteristiche del GAC, dell’acqua da trattare e degli standard di qualità dell’effluente.
FILTRAZIONE GAC
Q Q Q Q
T. V
Con
cent
razi
one
Conc. effluente
Conc. limite
Zona di trasferimento di massa: in questa zona il carbone adsorbe attivamente le sostanze in soluzione in grado variabile nel senso del flusso fra 0 a 100%.
Sopra questa zona il GAC ha raggiunto il punto di equilibrio dinamico
Sotto questa zona il GAC è ancora vergine
CURVA DI ROTTURA
PUNTO DI ROTTURA
PUNTO DI ESAURIMENTO
PUNTO DI RIGENERAZIONE
Fissato un valore C limite si individua un punto sulla curva di rottura raggiunto il quale occorre procedere alla rigenerazione del GAC (fisicamente o chimicamente)
ROTTURA E ESAURIMENTO DEL FILTRO GAC
DIMENSIONAMENTO
FILTRAZIONE GAC
1) Superficie del filtro GAC
Scelta di un opportuno C.I.S., generalmente: 4 – 10 hm
m2
3
Assumo: C.I.S. = 6
hm
m2
3
C.I.S.
QA progetto
2) Altezza del filtro GAC
Scelgo EBCT = 20 min (NO attività biologica)
EBCTQV progettogac
h
m 230 Q
3
progetto A = 38 m2
2mA
EBCTQ
A
Vh progettogac
FILTRAZIONE GAC
3) Rateo di utilizzo del GAC
Ipotesi: (a) Il comportamento del GAC può essere descritto dall’isoterma di Freundlich
n
1
mg
L
g
mg350K
0.35
n
1e
(b) Valore limite TOC in uscita: 0.5 mg/L
(c) Valore medio TOC in entrata: 6 mg/L
275)(TOC350gGAC
mgTOC n
1
limiteconsumato
ads
mg1033.12m
L 1000h 24
h
m Q
L
mgTOCTOC mg 6
3
3
progettoINads
436g120gGACconsumato
In un giorno si accumula sul GAC una quantità pari a:
120giorno
GAC Kg consumato
FILTRAZIONE GAC
4) Vita utile del filtro GAC
Ipotesi: (a) altezza della zona di trasferimento di massa (ZTM): 15 cm
(b) nella ZTM si ha un incremento del TOC in uscita di 0.15 mg per ogni cm
(c) Densità apparente GAC: 500
Q
Alte
zza
filtr
o =
2m
ZT
M =
0.1
5 m
In uscita è accettabile TOC =0.5 mg/L, quindi il filtro può funzionare oltre il punto di rottura fino a che questo limite in uscita è garantito.
Al punto di rottura l’uscita sarebbe ancora TOC nullo con altezza utile: (2-0.15)= 1.85 m
A questo va aggiunto uno “sprofondamento” fittizio della ZTM di una quantità tale che il TOC in uscita sia 0.5 mg/L, e cioè:
cm 3.3
cmLmg
0.15
Lmg
0.5 altezza utile = (1.85+0.03) m
Volume utile = 1.88 x 38 = 71.4 m3
3m
Kg
Consumo GAC =giorno
GAC Kg 120 consumato 297giorni
120
35700
consumo
Massa UtileVita utile
Massa utile = 71.4 x 500 =35700 Kg
RIGENERAZIONE DOPO CIRCA 300 giorni
DISINFEZIONE FINALE
OBIETTIVI: • Inattivazione dei microrganismi patogeni presenti in acqua
• Protezione dell’acqua potabile durante la permanenza nella rete di distribuzione all’utenza
PRODOTTI IMPIEGATI
Tradizionalmente si tratta di prodotti chimici a base di cloro perché permettono l’esistenza di un residuo nell’acqua trattata stabile nel tempo (protezione nella rete di distribuzione).
PROBLEMATICA
L’impiego di prodotti chimici, efficaci nell’inattivazione dei microrganismi, comporta la formazione di sottoprodotti di reazione indesiderati, la cui concentrazione è limitata dalla Normativa in materia (Dlgs. 31/2001).
• Cloro gas e Ipoclorito di Sodio (NaClO)
• Cloroammine
• Biossido di Cloro (ClO2): attualmente il più usato
• Ozono
• radiazione UV
DISINFEZIONE FINALE
(A) Concentrazione del disinfettante:
Effetto della concentrazione dato da: KTCn
C è la concentrazione del disinfettante
T è il tempo di contatto per raggiungere un dato livello di inattivazione dei batteri
K è una costante
n è il coefficiente di diluizione (o l’ordine della reazione): se n > 1 è più importante la concentrazione, se n < 1 è più importante il tempo di contatto
n e K dipendono da pH, Temperatura, tipo di disinfettante, tipo di batterio
FATTORI CARATTERISTICI DELLA DISINFEZIONE
(B) Tempo di contatto
In teoria l’inattivazione dei microrganismi segue la legge di Chick: kNdt
dN
N è il numero degli organismi sopravvissuti
k è il rateo di inattivazione dipendente sia dal tipo di microrganismo che dal tipo di disinfettante
In pratica la relazione è molto più complessa: dipende da tutte le condizioni particolari sotto le quali avviene il processo di inattivazione
(C) Temperatura
All’aumentare della Temperatura aumenta il rateo di disinfezione chimica
(D) Torbidità
Le sostanze in sospensione possono interferire nel processo di disinfezione proteggendo i microrganismi contro l’azione del disinfettante. Risulta importante ridurre la torbidità prima di effettuare il processo di disinfezione.
DISINFEZIONE FINALE
(E) Richiesta di ossidante (disinfettante)
Dosaggio 1 mg/L di cloro
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
t (min)
Cl2
(m
g/L
)
clororesiduo
clororichiesta
La richiesta di ossidante è la dose di disinfettante che è necessario fornire per trovare un determinato residuo di esso dopo un tempo stabilito (30 minuti, 1 ora, 2 ore…) .
Si tratta di un parametro sperimentale che caratterizza l’acqua da trattare e aiuta il progettista a scegliere il prodotto e il dosaggio più opportuni.
DISINFEZIONE FINALE
DISINFETTANTE RESIDUO
PARAMETRI MICROBIOLOGICI INDICATORI
• Escherichia Coli: assenti in un campione da 100 ml
• Enterococchi: assenti in un campione da 100 ml
DISINFEZIONE:
PROCESSO DIFFICILE DA MODELLARE
• Dosaggio in base a PROVE SPERIMENTALI PRELIMINARI
• VERIFICA a posteriori dell’efficienza del processo
VERIFICHE A POSTERIORI - Rispetto della Normativa (Dlgs. 152/2006)
SOTTOPRODOTTI DI DISINFEZIONE
Consigliato un valore minimo di 0.2 mg/L per la protezione nella rete di distribuzione (campionamento in rete)
Uso di Cloro o Ipoclorito di Sodio: Trialometani (sospetti cancerogeni): < 30 μg/L
Uso di Biossido di Cloro: Ione Clorito (forme anemiche): < 0.7 mg/L
DISINFEZIONE FINALE
DIMENSIONAMENTO
1) Scelta del prodotto e del dosaggio
Ossidante (Disinfettante) scelto: Biossido di Cloro (ClO2)
Il dosaggio viene scelto in base a prove sperimentali che attestino l’efficacia nell’inattivazione dei microrganismi e l’esistenza di un residuo di disinfettante che protegga l’acqua nella rete di distribuzione.
Generalmente: 0.5 – 1.5 mg/L di cloro (Cl-ClO2)
2) Vasca di contatto
Il volume della vasca deve garantire un tempo di contatto adeguato al processo di disinfezione.
Assumo: h 1Tcontatto
h
m 230Q
3
progetto
3contattoprogetto m 230TQV
DISINFEZIONE FINALE
IN
OUT
Bacino di contatto
3) Accorgimenti particolari
TEMPO DI CONTATTO: Per garantire che l’acqua e il disinfettante siano in contatto per il tempo stabilito occorre evitare la presenza di “zone morte” o “corto-circuiti”. In pratica si tratta di avvicinarsi il più possibile al comportamento di un rettore di tipo PLUG-FLOW e si realizza inserendo opportunamente dei SETTI nel bacino di contatto.
PROTEZIONE DELLA VASCA: La vasca di disinfezione raccoglie l’acqua potabilizzata prima di inviarla alla centrale di spinta e poi alla rete di distribuzione. E’ necessario coprire le vasche per proteggere l’acqua da possibili fonti di inquinamento.
n.b. per il dimensionamento della vasca (numero di setti, lunghezza, …) si veda l’esercitazione sulla depurazione