ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO...

42
“BOSCO WWF DI VANZAGO” SIC/ZPS IT2050006 RISERVA NATURALE REGIONALE Ente Gestore: WWF ITALIA - Onlus via Tre Campane, 21 - 20010 Vanzago, (MI) tel: 02.93.41.761 fax: 178.222.89.78 e-mail: [email protected] sito web: www.boscowwfdivanzago.it Spett.le ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale via Copernico, 38 20125 MILANO e p. c. Spett.le STRUTTURA VIA Programmazione Integrata e valutazione d‟impatto Direzione Generale Territorio ed Urbanistica Regione Lombardia via Sassetti, 32/2 20124 MILANO Spett.le PARCHI E AREE PROTETTE VALORIZZAZIONE DELLE AREE PROTETTE DIFESA DELLA BIODIVERSIA’ Direzione Qualità dell‟Ambiente Regione Lombardia via Taramelli, 12 MILANO Spett.le SERVIZIO CAVE Direzione centrale risorse ambientali corso Porta Vittoria, 27 20122 MILANO Spett.le PARCO DEL ROCCOLO via Umberto I, 11 20010 CASOREZZO Spett.le AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE ARP LOMBARDIA via Sassetti, 3 20125 MILANO

Transcript of ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO...

Page 1: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

“BOSCO WWF DI VANZAGO”

SIC/ZPS IT2050006 – RISERVA NATURALE REGIONALE Ente Gestore: WWF ITALIA - Onlus

via Tre Campane, 21 - 20010 Vanzago, (MI) tel: 02.93.41.761 fax: 178.222.89.78

e-mail: [email protected] sito web: www.boscowwfdivanzago.it

Spett.le ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale

via Copernico, 38 20125 MILANO

e p. c. Spett.le STRUTTURA VIA Programmazione Integrata e valutazione d‟impatto

Direzione Generale Territorio ed Urbanistica Regione Lombardia

via Sassetti, 32/2 20124 MILANO

Spett.le PARCHI E AREE PROTETTE

VALORIZZAZIONE DELLE AREE PROTETTE DIFESA DELLA BIODIVERSIA’

Direzione Qualità dell‟Ambiente Regione Lombardia

via Taramelli, 12 MILANO

Spett.le SERVIZIO CAVE

Direzione centrale risorse ambientali corso Porta Vittoria, 27

20122 MILANO

Spett.le PARCO DEL ROCCOLO via Umberto I, 11

20010 CASOREZZO

Spett.le AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE

ARP LOMBARDIA via Sassetti, 3

20125 MILANO

Page 2: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

2

Spett.le TUTELA E VALORIZZAZIONE

DEL TERRITORIO PAESAGGIO Direzione Territorio e Urbanistica

via Sassetti 32 20124 MILANO

Spett.le TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DI BACINO E LOCALE Direzione Territorio e Urbanistica

via Sassetti 32 20124 MILANO

Spett.le RIDUZIONE EMISSIONI IN ATMOSFERA

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE PREVENZIONE INQUINAMENTO ATMOSFERICO E IMPATTI

Direzione Qualità dell‟Ambiente Regione Lombardia

via Taramelli, 12 MILANO

Spett.le ATTIVITA’ ESTRATTIVA E DI BONIFICA

Direzione Qualità dell‟Ambiente Regione Lombardia

via Taramelli, 12 MILANO

Spett.le SVILUPPO E TUTELA DEL TERRITORIO

RURALE E MONTANO Direzione Agricoltura

via Pola, 12 MILANO

Spett.le RETI E INFRASTRUTTURE

USI DELLE ACQUE E CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI Direzione Reti e Servizi di Pubblica Utilità

via Pola 12 20124 MILANO

Page 3: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

3

Spett.le AZIENDA SANITARIA LOCALE

ASL01 via Al donatore di sangue, 50

\20013 MAGENTA

Preg.mo SINDACO Comune di ARLUNO

Preg.mo SINDACO

Comune di VANZAGO

Preg.mo SINDACO Comune di BUSTO GAROLFO

Preg.mo SINDACO

Comune di CANEGRATE

Preg.mo SINDACO Comune di CASOREZZO

Preg.mo SINDACO

Comune di NERVIANO

Preg.mo SINDACO Comune di PARABIAGO

Preg.mo SINDACO

Comune di PREGNANA MILANESE

Oggetto: procedura di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto dell’ambito estrattivo ATE G8 – Cava San Giuseppe, in Comune di Arluno (MI) . Proponente: INERTI ECOTER SGA – Milano (Procedura R.743).

Page 4: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

4

In riferimento alla richiesta di parere riguardante la procedura di cui all‟oggetto, questo ente gestore del sito di “Natura 2000” SIC IT2050006 (istituito con DGR pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 12 settembre 2003), e ZPS IT2050006 (istituito con DGR del 25 gennaio 2006 n°9/1791 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia 2° supplemento straordinario n°8 del 23 febbraio 2006), nonché riserva naturale regionale “Bosco Wwf di Vanzago” (istituita con legge regionale del 30 novembre 1983 n°86), esprime valutazione negativa riguardo il progetto nella sua interezza.

Nell‟allegata relazione, altresì, vengono espresse le valutazioni e le eventuali misure

di mitigazione riguardo ogni singolo intervento progettuale proposto per una corretta e specifica progettazione che le aree contermini dovrebbe prevedere.

Vanzago, 24 settembre 2009

Il direttore dell‟ente gestore:

Andrea Maria Longo

Page 5: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

5

VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA

PROGETTO ECOTER

AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE

PROVINCIA DI MILANO COMUNE DI ARLUNO

Relazione di valutazione allo studio di incidenza richiesto in data 26 agosto 2009 dalla “Struttura Servizi al Sistema Agroforestale” di ERSAF Lombardia a firma del dott. Paolo Nastasio (Prot. N°0007867/09/SC). La riserva naturale “Bosco Wwf di Vanzago” è chiamata a esprimere parere, in quanto ente gestore del sito SIC IT2050006 e sito ZPS IT2050006, sullo studio di incidenza relativo al progetto “Cava S.Giuseppe” in Comune di Arluno (MI) ai sensi del DPR 8/9/1997 e DPR 12/3/2003 e delle Delibere di recepimento della Giunta Regionale della Regione Lombardia.

PREMESSA Il progetto si colloca interamente nell‟area di pertinenza della cava San Giuseppe, cioè all‟interno del Parco del Roccolo. Tant‟è che nelle prescrizioni aggiuntive previste in questo ambito di cava1 si afferma che “le modalità di recupero ambientale devono essere puntualmente concordate anche con il Parco del Roccolo2”.

1 Scheda di identificazione dell‟ATE G8 pubblicata nel BURL n.26–del 30.6.06 (3° supplemento straordinario)

2 Il „Parco del Roccolo‟ è il più grande PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovacomunale) riconosciuto della Provincia di Milano con i suoi 1.600 ettari di superficie protetta e vocata alla tutela ed al miglioramento degli ambienti naturali ed agricoli che vi incidono. Vale la pena in questo contesto richiamare l‟attenzione sul fatto che per istituire un Plis, i comuni interessati devono promuovere una variante al loro strumento

Page 6: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

6

Le opere previste in questo progetto sono:

1) POTENZIAMENTO ATTIVITA’ ESTRATTIVA:

Il Piano Cave del 2006 (ancora vigente) per la cava San Giuseppe autorizza:

Un volume di escavazione decennale pari a 890.000 mc ;

Una produzione media annua di 89.000 mc.

Il progetto della Ecoter 2008 prevede invece di “ritarare” quanto è già stato estratto in questi anni (dal 2006 al 2008) e di suddividere il volume di piano di 878.548 mc in 7 anni, per cui la produzione media annua per i prossimi anni passa da 89.000 a 125.507 mc. In questo contesto ECOTER può affermare sia che ci sarebbe un potenziamento dell‟attività estrattiva e sia che verrebbe richiesta una “quantità inferiore al limite di piano3, cioè 878.548 mc, anziché 890.000 mc.

Del volume estraibile ogni anno (125.507 mc):

Il 65%4 è utilizzabile per la formazione del calcestruzzo;

Il 35% è composto da limi e aridi, prodotti di risulta, che servono per il riempimento del lago.

Lo studio di incidenza utilizza quindi un dato di produzione progettuale, 125.507 mc. ben superiore a quello di 89.000 mc. previsto dal Piano Cave.

2) POTENZIAMENTO IMPIANTO LAVORAZIONE DEGLI INERTI:

La potenzialità dell‟impianto di confezionamento calcestruzzi (in uscita) è di 92.000 mc /annui, che corrispondono alla portata di 44 camions per ogni giorno lavorativo5.

I 92.000 mc di calcestruzzo prodotti annualmente sono composti da:

urbanistico, determinare le forme di gestione associata con gli altri comuni interessati (come per altro avvenuto nel caso specifico - seppure in tempi diversi a partire dalla metà degli anni 80 - tra i Comuni di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Nerviano, Parabiago) e proporre il riconoscimento del parco alla Regione / Provincia. Quindi la Regione e la Provincia non possono misconoscere – come di fatto non misconoscono (come vedremo più avanti) - nei loro interventi successivi i vincoli che loro stesse hanno caldeggiato ed approvato in precedenza.

3 Vedi pag. 11 della Relazione generale all.1 del progetto.

4 Pari a 81.711 mc (vedi pag. 38 della Relazione generale – all. 1 del progetto)

5 92.000mc-annui / 250 giorni lavorativi nell‟anno / 8,4 mc di capacità di carico per ogni camion addetto al trasporto di calcestruzzo = 43,81 camions al giorno

Page 7: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

7

81.711 mc di inerti provenienti dalla cava San Giuseppe (=88,9%);

10,089 mc di inerti provenienti dall‟esterno (= 10,9%);

200 mc di cemento (=0,2%)

Il prodotto della cava San Giuseppe non è sufficiente a coprire il fabbisogno di questo nuovo impianto: fabbisogno 91.800 mc; inerti provenienti dall‟interno: 81.711 mc.. Quindi il potenziamento dell‟impianto non è “ad esclusivo servizio dell’attività estrattiva”, ma viene finalizzato anche ad attività industriale.

3) COSTRUZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO PER RECUPERO E LAVORAZIONE

DEI MATERIALI PROVENIENTI DA DEMOLIZIONI EDILI: Questo nuovo impianto corrisponde alla dismissione di quello attualmente in servizio nel Comune di Corbetta6. La funzione di questo impianto è di frantumare, separare e selezionare i rifiuti da demolizioni per ottenere:

miscele di conglomerati atte ad essere utilizzate per rilevati e sottofondi stradali, in sostituzione degli inerti naturali (ghiaia, sabbia)

“calcestruzzi magri”, previa bitumazione nell‟apposito impianto 7.

riempimento del lago di cava.

Questo impianto è in grado di trattare inerti da demolizione pari a 392 mc/giorno8, che corrisponde al quantitativo trasportabile quotidianamente (solo in entrata) da 57 camions9. L‟ammontare annuo di prodotto trattabile è di 98.000 mc, di cui:

14% (= 13.800 mc) utilizzato per confezionamenti bitumati10;

64% (=62.846 mc) per riempimento lago;

16% (= 15.354 mc) commercializzato;

6% (= 6.000 mc) a rifiuto.

Quando cesserà la coltivazione della cava, questo impianto di recupero rifiuti continuerà a produrre in quanto nel progetto in valutazione non ci sono indicazioni contrarie11. Se così

6 L‟impianto di Via Zanella1, a Corbetta non è su di un‟area di coltivazione cava, ma in una zona

industriale. 7 Pag. 14 della relazione generale – all. 1 del progetto

8 A pag. 13 della relazione generale – all. 1 del progetto - si parla di una capacità di produzione :

100t/giorno, che diviso per 1,9 peso specifico t/mc, corrisponde = 53,63 mc giornalieri. Mentre a pag. 38 della medesima relazione si dice che gli inerti conferiti annualmente corrispondo a 98.000mc che suddivisi per 250 giorni lavorativi all‟anno fanno 392 mc giornalieri. Nelle nostre considerazioni abbiamo considerato questo seconda capacità di produzione.

9 392 mc-giorno / 6,8 mc di portata camion = 57,64 camion giornalieri.

10 Vedi il punto successivo B4 (impianto di confezionamento bitumati)

Page 8: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

8

fosse, ciò sarebbe in contrasto con le disposizioni attuali del PRG12 del Comune di Arluno, che prevedono in questa area solo impianti ad esclusivo servizio dell‟attività estrattiva e fino alla cessazione dell‟attività medesima. Questo vincolo è stato imposto dalla scelta del Comune di Arluno (non in contrasto con le disposizioni regionali 13) di voler recuperare – alla cessazione dell‟attività estrattiva - l‟intera area ad attività agricola, in conformità alle disposizioni del Parco del Roccolo. Volendo anche considerare, in modo distorto, questo impianto di gestione rifiuti legato complementare all‟attività estrattiva della cava, c‟è da rilevare che non viene garantita alcuna “rinaturalizzazione” totale del luogo, con il rischio che diventi col tempo un‟area industriale a tutti gli effetti.

4) COSTRUZIONE IMPIANTO DI PRODUZIONE CONGLOMERATI BITUMINOSI

Il progetto corrisponde all‟accentramento delle attività industriali attualmente distribuite sugli impianti di Nerviano (ICT), Legnano (Guerini) e Rho (Carugo). Il nuovo impianto viene collocato nel comparto attualmente adibito a produzioni calcestruzzi, stoccaggio e lavorazioni inerti. L‟impianto ha la possibilità di:

“riclicare” il “fresato”, cioè il conglomerato bituminoso proveniente da fresatura o scarnifica delle pavimentazioni stradali;

produrre il “catrame” (o meglio il conglomerato bituminoso) per la costruzione della parte superiore delle pavimentazioni stradali.

11

Non a caso nel richiamare le disposizioni del PRG del Comune di Arluno, non si fa riferimento all‟art.51 delle NTA, bensì alla cartografia del PRG. (vedi pag.18 del lo studio di impatto ambientale – all. 1 del progetto).

12 Il PRG Vigente del Comune di Arluno all‟art.51, riguardante l‟ambito territoriale delle cave recita come

segue: ” L’attività estrattiva ed edilizia all’interno degli ambiti di cava è regolata dal Piano cave vigente. E’ Ammessa, nell’ambito della zona recintata dalla cava, la costruzione di edifici adibiti ad uffici,

servizi e ricovero macchine a servizio esclusivo dell’attività estrattiva per una superficie coperta massima di mq. 500, con un’altezza utile massima di mt.5 monopiano e mq 100 per piano su due pani ad uso edifici ed abitazione del custode e/o proprietario. La costruzione degli edifici è onerosa.

Il piano di recupero di ciascuna cava stabilirà i tempi ed i contenuti della sistemazione delle aree al termine della coltivazione finalizzati a garantire la compatibilità ambientale e paesaggistica e favorire la rinaturalizzazione del luogo , considerando l’intero ambito di cava e promuovendo il miglioramento complessivo della qualità paesistica dei luoghi.

Il piano di recupero comprese all’interno del Parco del Roccolo (NDR: come nel caso in valutazione) deve far riferimento all’articolo 2.5 (…) dell’allegato C del PPI del Parco del Roccolo.

In ogni caso alla cessazione dell’attività estrattiva, oltre al ripristino delle attività cavate , dovranno essere demolite tutte le strutture autorizzate , che non vengono riutilizzate per l‟attività agricola nel rispetto delle relative norme di zona.

13 LEGGE REGIONALE 8 agosto 1998, n. 14 Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze

minerali di cava – Art. 4 – comma 2f: Sono delegate ai Comuni per i rispettivi territori: (….) la determinazione della destinazione d'uso dell'area al termine della coltivazione del giacimento.

Page 9: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

9

L‟impianto si compone di un gruppo di vaglio, dosatore e miscelatore. Il confezionamento di “catrame” prevede il riscaldamento degli inerti mediante centrale termica a gas metano, il cui consumo è stimato in circa 1 mc ogni quintale di bitumato prodotto. L‟impianto in progetto ha una capacita di produzione pari a di 232.000 t/anno (cioè 105.45514 mc/anno) di “catrame”. Per trasportare il conglomerato prodotto quotidianamente sono necessari 35 camions, con una media di 4/5 camions ogni ora15. Per produrre i suddetti 105.000 mc/annui di “catrame” necessita un fabbisogno di 116.000 mc di inerti, di cui :

13.800 mc (12%) da recupero di demolizione;

102.200 mc (88%) da “inerti” reperiti sul mercato, cioè proveniente da altre cave,

0% da attività estrattiva della cava San Giuseppe16.

Anche qui, come richiamato in precedenza, ci si trova di fronte ad una attività industriale vera e propria, che per altro non sfrutta nemmeno un metro cubo prodotto dalla cava locale. Ammesso che questo impianto possa essere considerato complementare all‟attività estrattiva locale, bisogna ricordare che la Provincia nell‟approvare il Piano Cave deve garantire la massima compatibilità ambientale e paesaggistica, nonché consentire (alla Amministrazione locale) la programmazione dell'assetto finale delle aree interessate ed il loro riuso 17. “Peccato” che in questo progetto non è previsto – in contrasto con le NTA del PRG – il ripristino dell‟area ad attività agricola, cioè la compatibilità ambientale e paesaggistica con il Parco del Roccolo18.

5) AMPLIAMENTO DEL CAPANNONE.

Il progetto in discussione prevede19 la “rimozione di tettoie e baracche” esistenti ed “accentramento di dette funzioni in un nuovo capannone di 790 mq ed altezza fuori terra di

14

Vedi pag. 38 della relazione generale – all.1 del progetto. 15

105.455 mc-anno / 250 giorni lavorativi anno / 12 mc di portata camion adatto per trasporto catrame =

35,15 camion giornalieri. 16

Vedi pag. 38 della relazione generale – all.1 del progetto. 17

LEGGE REGIONALE 8 agosto 1998, n. 14 Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze

minerali di cava – Art. 6 comma 1 b e d: Nella formazione dei piani di cui all'art. 5, le Province devono

preliminarmente tener conto (…) delle previsioni degli strumenti urbanistici in vigore ; delle esigenze di

garantire la massima compatibilità ambientale e paesaggistica, nonché di consentire la programmazione

dell'assetto finale delle aree interessate ed il loro riuso, tenuto conto della vocazione mineraria dell'area; 18

LEGGE REGIONALE 8 agosto 1998, n. 14 Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze

minerali di cava – Art. 6 comma 2e: La proposta di piano provinciale delle cave deve contenere in

particolare (…) la destinazione d'uso delle aree per la durata dei processi produttivi e della loro

destinazione finale al termine dell'attività (ndr: estrattiva). 19

Vedi pag. 30 della relazione generale – all.1 del progetto.

Page 10: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

10

8,80 mq”. Inoltre, l’ampliamento di un capannone esistente portandone l’attuale superficie di 500 mq a 1.000 mq, mantenendo le attuali caratteristiche tipologiche fuori terra pari a circa 8 m. Le disposizioni attualmente vigenti del PRG del Comune di Arluno ammettono20 “nell’’ambito della zona recintata dalla cava, la costruzione di edifici adibiti ad uffici, servizi e ricovero macchine a servizio esclusivo dell’attività estrattiva per una superficie coperta massima di mq. 500, con un’altezza utile massima di mt.5 monopiano e mq 100 per piano su due pani ad uso edifici ed abitazione del custode e/o proprietario.” Le previsioni di progetto, per quanto riguarda i capannoni, superano i vincoli del PRG del Comune di Arluno. Pertanto l‟ampliamento del capannone può essere autorizzato solo previo modifica delle norme del PRG, da parte del Consiglio Comunale.

6) IMPIANTO FOTOVOLTAICO.

Riguardo l‟impianto fotovoltaico della potenza di 992 kWp, questo è stato inserito nella progettazione ECOTER senza che l‟opera sia stata sottoposta a procedura per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale21, nonché a Valutazione di Incidenza.

CONSIDERAZIONI GENERALI

Per l'apertura e la coltivazione di una cava non è richiesta la concessione edilizia in considerazione del fatto che in materia di cave, l'autorità comunale non ha potere di controllo, né sotto forma di autorizzazione, né di concessione22, perché l'attività urbanistica è strettamente correlata agli insediamenti sul territorio e, per quanto questi possano diversificarsi, è certo che tale non è una attività estrattiva23.

20

Art 51 delle NTA (Norme Tecniche Attuative) del PRG 21

ai sensi dell'art. 20 Dlgs 16 gennaio 2008 n. 4 22

LEGGE REGIONALE 8 agosto 1998, n. 14 Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava – Art. 10, comma 2: Le previsioni del piano (NDR: sulla attività‟ estrattiva) prevalgono sulle eventuali previsioni difformi contenute negli strumenti urbanistici approvati dai consigli comunali e sono immediatamente efficaci e vincolanti nei confronti di chiunque.

23 Ciò risulta dal d.l. 25 maggio 1996 n. 285, che, all'art. 9 comma 7, che prevede tra gli interventi subordinati

alla sola denuncia di inizio dell'attività, alla lett. b), le "opere di demolizione, reinteri e scavi, che non riguardino la coltivazione di cave e torbiere", perché quando reinterri e scavi concernono tale materia sono regolati dal d.P.R. 9 aprile 1959 n. 128, dettante norme di polizia delle miniere e delle cave.

Page 11: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

11

La Provincia ha la delega24 di programmare l'attività estrattiva mediante la predisposizione

di un Piano Provinciale. La Provincia svolge, inoltre, attività autorizzatoria sulla estrazione

di inerti ed effettua controlli in materia di polizia mineraria.

24

Artt. 2 e 4 della L.R. 08/08/1998 n. 14 – Art. 2 - (Programmazione)

1. La programmazione delle attività di cui alla presente legge si attua attraverso piani provinciali, anche distinti per tipi di materiali estratti, proposti dalle Province e approvati dal consiglio regionale con deliberazione amministrativa.

2. I piani stabiliscono la localizzazione, la qualità e la quantità delle risorse utilizzabili, individuate nel territorio, per tipologia di materiale.(..)

4 - (Deleghe) 1. Sono delegate alle Province:

a)- la proposta dei piani di cui all'art. 2, comma 1; b)- le funzioni amministrative inerenti l'esercizio dell'attività di cava; c)- le funzioni amministrative di cui all'art. 82 del d.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, limitatamente a quanto

previsto alle lettere b) e c) negli ambiti territoriali estrattivi previsti dai piani delle cave; d)- le funzioni amministrative inerenti al vincolo idrogeologico di cui agli artt. 1 e 7 del r.d.l. 30 dicembre

1923, n. 3267 "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani" ed all'art. 25 della l.r. 5 aprile 1976, n. 8 "Legge Forestale Regionale";

e)- l'assistenza tecnica ai Comuni, se richiesta; f)- gli interventi sostitutivi in materia di vigilanza, qualora i Comuni, previamente diffidati, non

provvedano al compimento degli atti dovuti; g)- le funzioni di vigilanza e quelle amministrative inerenti all'applicazione delle norme di polizia delle

cave e torbiere, ai sensi del d.P.R. 9 aprile 1959, n. 128 "Norme di polizia delle miniere e delle cave", del d.P.R. 27 aprile 1955, n. 547, "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro", del d.lgs. 19 settembre 1994, n. 626 "Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/6790/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro", come modificato dal d.lgs. 19 marzo 1996, n. 242 e del d.lgs. 25 novembre 1996, n. 624 "Attuazione della direttiva 92/91/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive per trivellazione e della direttiva 92/104/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee";

h)- la determinazione e l'irrogazione delle sanzioni amministrative per le funzioni delegate. 2. Sono delegate ai Comuni per i rispettivi territori:

a)- la vigilanza sull'esercizio delle attività esplicate entro gli ambiti territoriali estrattivi per la parte in cui ricadono nel territorio comunale;

b)- il rilascio dell'autorizzazione all'accesso alle proprietà ai fini della ricerca; c)- l'esecuzione d'ufficio delle opere di recupero ambientale; d)- la sospensione e la cessazione dell'attività estrattiva, nei casi previsti dalla presente legge, sentita

la Provincia territorialmente competente; e)- la determinazione e l'irrogazione delle sanzioni amministrative per le funzioni delegate; f)- la determinazione della destinazione d'uso dell'area al termine della coltivazione del giacimento. 3. Le Province e i Comuni provvedono, entro i termini previsti dalla presente legge, al compimento degli

atti dovuti; in caso di inerzia la Giunta regionale, anche su istanza dei soggetti interessati, previa diffida a provvedere entro 30 giorni, adotta gli atti necessari in sostituzione degli enti medesimi entro i successivi 60 giorni.

Page 12: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

12

Gli impianti di lavorazione, selezione, trasformazione dei materiali coltivati in cava rientrano nella materia urbanistica (di competenza comunale), ma ciò nonostante “l’autorizzazione o la concessione all’esercizio dell’attività estrattiva di cava costituisce presupposto e titolo relativamente a suddetti impianti pertinenziali25”: in altre parole il Comune non può negare l‟insediamento di questi specifici impianti, ma può regolarne la realizzazione con specifiche disposizioni del PRG / PGT.

Gli impianti di recupero materiali provenienti da demolizioni, come quello previsto nel progetto in esame, sono soggetti al Piano Rifiuti (e non al piano cave). Nel Piano rifiuti alla Regione spetta il compito di definire i criteri, in base ai quali le Province26 devono, successivamente, procedere all‟individuazione delle aree non idonee alla localizzazione dei suddetti impianti ed ai Comuni, nel caso, adeguare il PRG27.

Secondo l‟Ecoter tutte le attività richieste (quindi anche l‟impianto di smaltimento e recupero materiali da demolizione e di produzione “catrame” ) rientrano nel Piano Cave, cioè nel quadro degli interventi sviluppato nel progetto d‟Ambito.

A dimostrazione di ciò ECOTER richiama :

Per quanto riguarda l„impianto per i conglomerati bituminosi le “nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava"28, dove - come abbiamo appena richiamato - si afferma per altro che “l’autorizzazione o la concessione all’esercizio dell’attività estrattiva di cava costituisce presupposto e titolo (…) relativamente alle pertinenze della cava, quali impianti di lavorazione, selezione, trasformazione dei materiali coltivati”. Per l‟appunto: trasformazione di

4. La Giunta regionale determina criteri e modalità per l'esercizio delle funzioni delegate.

25 LR 8 agosto 1998 n14 – art. 35 – comma 1: Pertinenze e materiali di risulta: L'autorizzazione o la

concessione all'esercizio dell'attività estrattiva di cava costituisce presupposto e titolo per il rilascio del provvedimento di cui all'art. 1 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 "Norme per la edificabilità dei suoli" e successive modificazioni ed integrazioni, relativamente alle pertinenze della cava quali impianti di lavorazione, selezione, trasformazione e valorizzazione dei materiali coltivati, strutture e manufatti per uffici e servizi per il ricovero degli automezzi e quanto altro di supporto alle attività della impresa)

26 L‟evoluzione del quadro normativo e della pianificazione dei rifiuti in Lombardia

1993 Legge Regionale 21/93 1994-1995 Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti 1997 D.Lgs. 22/97 2003 L.R. 26/2003 2005 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti 2006 nuovi Piani Provinciali

27 Il PPGR (Piano Provinciale Gestione Rifiuti) costituisce atto di indirizzo per i Comuni che si adoperano

affinchè nel territorio di propria competenza lo sviluppo delle azioni di programmazione locale tenga conto delle esigenze, sia di carattere tecnico che territoriale ed ambientale, legate alla gestione dei rifiuti.

28 LR 8 agosto 1998 n14 – art. 35 : Pertinenze e materiali di risulta :

Page 13: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

13

materiali coltivati (sabbia, ghiaia, argilla) nella cava San Giuseppe e non in altre cave. Nel caso specifico, neanche un metro cubo di materiale estratto in loco viene immesso in questo nuovo impianto.29

Per quanto riguarda l‟impianto di recupero materiali provenienti da demolizioni ECOTER richiama le norme in materia ambientale30, dove per altro si afferma che “soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti, anche pericolosi devono presentare apposita31 richiesta alla Regione competente per territorio allegando il progetto (..) e la documentazione tecnica prevista (…) in materia urbanistica. Comunque sia, il richiamo a questo DLGs conferma che anche per ECOTER lo scarto da demolizioni viene considerato un rifiuto e come tale dovrebbe essere regolamentato da Piano Rifiuti (e non dal piano cave).

Il materiale proveniente da demolizioni edili è un rifiuto, per altro un rifiuto speciale non pericoloso32 e che resta tale sino al completamento delle attività di separazione e cernita, in quanto la disciplina in materia di gestione dei rifiuti si applica sino al completamento delle operazioni di recupero33.

La gestione dei rifiuti urbani e speciali, rientra nella competenza della Provincia, che deve predisporre il PPGR (Piano Provinciale Gestione Rifiuti), per l‟individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti.

Il PPGR della Regione Lombardia34 ha avuto il compito di definire i criteri di preferenza o penalizzanti, in base ai quali la Provincia di Milano ha, successivamente, proceduto all‟individuazione delle “MACRO AREE NON IDONEE” alla localizzazione degli impianti di gestione rifiuti35.

29

vedi pag. 38 della relazione generale del progetto (scenario di previsione) 30

Dlgs 152/2006 – Art 208 – autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti 31

Apposita = specifica e comunque – a nostro parere - non conglobata con altre tipologie di interventi 32

Il codice di questo rifiuto è: 17 09 04 e riguarda Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione (Solamente i rifiuti selezionati da costruzione e demolizione)

33 Cass. Sez. III n. 38514 del 16 ottobre 2007 (Ud. 9 ott. 2007) Pres. Lupo Est. Marini Ric. Cogoni Rifiuti

Materiale da demolizioni (recupero). Ai sensi dell'articolo 14, comma 2, lettera a), del D.L. 138/02, da interpretarsi, peraltro, in maniera restrittiva, i materiali residuali di lavori edili non sono considerati rifiuti qualora gli stessi siano effettivamente ed oggettivamente riutilizzati nel medesimo o in analogo o diverso ciclo produttivo senza subire alcun intervento preventivo di trattamento .

34 LR 26/2006

35 la Provincia di Milano ha predisposto il nuovo Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti,che il Consiglio

Provinciale, con delibera n. Rep. Gen. 24 del 5 luglio 2007 ha adottato. Non ci risulta che detto piano sia stato approvato definitivamente dalla Provincia. Comunque sia, esiste il principio di salvaguardia, in base al quale, nelle more della procedura di approvazione del nuovo Piano, si possono applicare le

Page 14: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

14

La Provincia nell‟individuare queste MACRO AREE NON IDONEE ha tenuto conto dei criteri/fattori (dettati dalla Regione36):

FATTORI PREFERENZIALI: forniscono informazioni aggiuntive di natura logistico/economica finalizzate ad una scelta strategica del sito. FATTORI PENALIZZANTI: contemplano la realizzazione dell‟impianto soltanto dietro particolari attenzioni nella progettazione/realizzazione dello stesso, in virtù delle sensibilità ambientali rilevate; FATTORI ESCLUDENTI: implicano l‟esclusione totale dell‟impianto su una specifica area;

In definitiva il PPRG redatto dalla Provincia di Milano ha tenuto conto in maniera stringente solo dei fattori escludenti, dovendo individuare solo le macro - aree non idonee. Di conseguenza tutte le rimanenti aree della Provincia sono ritenute potenzialmente idonee per la localizzazione di impianti per rifiuti, a condizione però che la realizzazione – in una valutazione più in dettaglio a livello comunale – risulti compatibile con gli strumenti urbanistici locali vigenti. In effetti il PPGR conferma che per la realizzazioni di tali impianti ci deve essere il consenso dell‟amministrazione locale.37

Senza dubbio, la vicinanza a cave esistenti è un criterio “preferenziale” per la localizzazione di un impianto di smaltimento e recupero rifiuti38. Non solo per quanto riguarda il trattamento degli inerti, la localizzazione di un impianto nell‟ambito di cava esistente (o dismessa) sarebbe ideale e da ritenersi preferenziale, purché compatibile con il piano di ripristino della stessa cava39. Appunto, nel caso specifico, seppure il PPRG ritenga idonea la cava San Giuseppe per la localizzazione di un impianto di rifiuti, lo stesso non risulta compatibile con la scelta in atto di “rinaturalizzare” l‟area in verifica40.

disposizioni in esso contenute, al fine di evitare che la nuova programmazione possa essere compromessa, ancorché rispettosa della previgente disciplina.

36 Per quanto riguarda il Piano regionale il riferimento è costituito dai criteri elencati nel cap.8 “linee guida

per la revisione dei Piani Provinciali di gestione e localizzazioni dei nuovi impianti” 37

Vedi pag. 337 del PPGR Provincia di Milano. 38

vedi pag. 347 del PPGR: “le aree già degradate dalla presenza di cave, se rispondenti agli altri criteri di localizzazione e fermo restando l’idoneità idrogeologica del sottosuolo, possono rappresentare un’opportunità per la localizzazione degli impianti di smaltimento di rifiuti, in particolare di discariche. Il loro utilizzo contribuisce a limitare il consumo di aree “integre” e consente di ripristinare l’aspetto fisico originario dei luoghi. Le cavità prodotte dall’attività estrattiva possono essere colmate con rifiuti fino al piano campagna”. Criterio della Vicinanza a Cave (D.M. 16/5/89; D.L. 22/97; D.L. 36/2003, L.R. n. 14/1998 ) 39

Vedi pag. 367 del PPGR 40

PRG – Comune di Arluno Art. 51 (ambito territoriali di cava): (..) Il piano di recupero di ciascuna cava stabilirà i tempi ed i contenuti della sistemazione delle aree al termine della coltivazione finalizzati a garantire la compatibilità ambientale e paesaggistica e favorire la rinaturaliizzazione del luogo , considerando l’intero ambito di cava e promuovendo il miglioramento complessivo della qualità paesistica dei luoghi.

Page 15: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

15

Inoltre, la localizzazione di un impianto di rifiuti all‟interno di un PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale), come nel caso specifico, all‟interno del Parco del Roccolo, ancorché non interessato da vincolo paesaggistico41, rappresenta un criterio penalizzante, anche se non escludente. Dunque la Provincia, nel suo PPGR, può aver ritenuta potenzialmente idonea per questo impianto l‟area di cava San Giuseppe. Ma un conto è la localizzazione di massima ed un conto l‟autorizzazione alla realizzazione, che può avvenire solo sulla base dell‟analisi dei vincoli e fattori ostativi dello strumento di pianificazione comunale (PRG o PGT). Come detto, un fattore ostativo è certamente rappresentato dall‟assenza nel progetto in discussione della destinazione d‟uso dell‟area al termine della coltivazione della cava. Considerati i flussi di traffico di progetto (220 camion al giorno, pari a 28 camion/ora), le considerazioni sopra esposte, ed i dati “del solo Comune di Nerviano” (130 camion/giorno), emerge una contraddizione sui dati di dimensionamento. In ogni caso l‟entità dei flussi dichiarata (traffico orario superiore di 5 camion/ora sui 23 attuali della Strada provinciale n.. 229, pari ad un + 20%) è tale che il traffico è una componente ambientale così importante per il progetto in esame che, per la natura del trasportato, incide non solo come interferenza sul traffico locale ma come amplificatore della diffusione di materiali polverulenti ed inquinanti bituminosi.

STUDIO DI INCIDENZA

Lo studio di incidenza non ha minimamente tenuto conto degli aspetti botanici e faunistici dell‟area di intervento né tantomeno dell‟area che si interpone tra questa e l‟area protetta SIC/ZPS IT2050006 che dista appena 255 m (anche se a pag.68 dello studio di incidenza viene riportata una distanza pari ad oltre 400 m). Tale carenza non permette la constatazione della presenza/assenza di specie botaniche e faunistiche, prioritarie e non, all‟interno delle suddette aree. A tal fine, oltre ad una descrizione di tali aspetti, sarebbe stata necessaria sia una approfondita documentazione fotografica sia una elaborazione cartografica di dettaglio in scala “almeno” 1:10.000 che ricopra tali zone.

Il piano di recupero comprese all’interno del Parco del Roccolo (NDR: Cava San Giuseppe e cava Crosignani) deve far riferimento all’articolo 2.5 (…) dell’allegato C del PPI del Parco del Roccolo. In ogni caso alla cessazione dell’attività estrattiva, oltre al ripristino delle attività cavate , dovranno essere demolite tutte le strutture autorizzate, che non vengono riutilizzate per l’attività agricola nel rispetto delle relative norme di zona. .

41 ai sensi dell’artt. 134 e 136 del Dlgs 42/04 (ex lege 1439/39).

Page 16: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

16

Le rappresentazioni cartografiche basilari per un corretto studio di incidenza sono:

1) Carta della vegetazione 2) Carta degli habitat 3) Carta delle valenze faunistiche

Nell‟immagine sottostante viene evidenziata l‟area minima che sarebbe dovuta essere indagata.

L‟approfondimento di tali aspetti unitamente alla descrizione degli habitat presenti nell‟area sopra delineata avrebbe permesso di valutare non solo l‟impatto sulla rete ecologica ma anche di prevedere i possibili scenari sulla dinamica evolutiva dell‟area protetta. Tuttavia, occorre sottolineare che l‟analisi delle dinamiche evolutive dell‟area già evidenzia, come i processi di trasformazione territoriale, siano stati determinati essenzialmente dalle attività umane. Le driving force operanti nel sistema socio-ecologico sono l‟agricoltura e l‟attività estrattiva, che si sono dimostrate in grado di controllare lo sviluppo del sistema e di modificare in

Page 17: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

17

tempi brevi il pattern del mosaico ecologico al contrario dei più limitati effetti del regime naturale del disturbo e dei processi “successionali” che avvengono principalmente nelle aree a maggiore naturalità presenti nel territorio. Una approfondita analisi ecologica dell‟area di intervento sarebbe sicuramente stato utile e attendibile per l‟individuazione delle aree candidate per il recupero di determinate tipologie di copertura da riproporre che potrebbero coincidere con quelle preesistenti al cambiamento, secondo le politiche di “restoration” nel tentativo di fornire delle indicazioni, scientificamente attendibili, per il futuro assetto territoriale al fine di non snaturare la struttura del paesaggio e di recuperare, là dove è possibile, la copertura vegetazionale originaria precedente alle conversioni storiche di uso del suolo. Lo studio di incidenza dimostra come non sia stato applicato alcun criterio simile, ad esempio, per le opere a verde proposte, se non quello di mitigare esclusivamente l‟impatto visivo. Infatti, la scelta delle specie arboree ed arbustive, se pur non errata, non viene argomentata. Altresì sarebbero state necessarie le scelte delle specie in funzione degli habitat esistenti e di quelli di nuova formazione, nonché del REGOLAMENTO REGIONALE N. 5/2007- Norme forestali regionali, in attuazione dell'articolo 11 della legge regionale 28 ottobre 2004, n. 27 (Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell‟economia forestale). Inoltre, si ricorda che l‟impiego di postime e materiale vivaistico in aree con caratteristiche stazionali diverse da quelle di origine costituisce una delle cause di maggior insuccesso dei rimboschimenti oltre che di contaminazione genetica. Altra causa di insuccesso è l‟utilizzo di piantine con caratteristiche morfologiche non adeguate. Sono da evidenziare altre considerazioni emerse nello studio di incidenza predisposto dalla ditta ECOTER. Non possono essere considerati opere di mitigazione, ne, tanto meno, di compensazione gli interventi previsti nello studio di progettazione, quali:

Impianto fotovoltaico;

Pista ciclabile;

Rotatoria su s.p. 229 d‟accesso all‟area.

In definitiva l‟unica e misera azione di mitigazione, a fronte dell‟imponente azione progettuale che comporta un quadro economico di 12.500.000/00 euro, risulta quella relativa alle opere a verde costituite da aree boscate Quella di riempimento e rinaturalizzazione dell‟area lago, in realtà, serve più che come opera di mitigazione, come espediente per smaltire 43.927 mc di rifiuti quali i limi di risulta dalle attività legate alla lavorazione degli inerti.

Page 18: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

18

Ma lo stesso intervento di rimboschimento, per come proposto nel progetto ECOTER, se da un lato potrebbe apparire in prima analisi una opportuna misura di mitigazione dall‟altro, vista l‟entità dell‟intervento (13.5 ha)42, rappresenterebbe un‟opera da sottoporre a Valutazione di Incidenza in quanto potrebbe avere effetti significativi sul sito Natura 2000. Peraltro, c‟è confusione anche nella terminologia: non si evidenzia la differenza tra azioni di mitigazione e quelle di compensazione che, senza alcun riferimento normativo, vengono considerati sinonimi. Riguardo l‟impianto fotovoltaico della potenza di 992 kWp, proposto erroneamente come altra misura di mitigazione, rappresenta un‟opera che in termini di impatto andrebbe di per sé sottoposta a procedura per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale43, nonché a Valutazione di Incidenza. Infatti, la notevole occupazione di suolo, l‟impatto paesaggistico e le potenziali conseguenze sulle rotte migratorie dell‟avifauna, dovute all‟effetto rifrangente, sollevano sicuramente delle forti perplessità. A pagina 25 dell‟elaborato “Studio di incidenza” viene riportato che “La connessione fra le tessere del ganglio ecologico è spesso potenziale, e i corridoi ecologici identificati sulla carta hanno pertanto una valenza potenziale e non attuale”: una considerazione certamente non tecnica, ma politica per giustificare, anche se in maniera grossolana, il fatto che con il progetto ECOTER vengono stravolti le indicazioni contenute nelle “Modalità per l‟attuazione della rete ecologica regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali” (Deliberazione giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009). Infatti, l‟area oggetto del progetto ECOTER coincide perfettamente con gli elementi di tutela e programmazione previsti dal settore 32 della rete ecologica regionale. Sia lo studio di incidenza che quello di impatto ambientale, predisposti da ECOTER, non rispettano le indicazioni dettate dal legislatore regionale circa progetti che intersecano la rete ecologica. Le Reti ecologiche dei vari livelli (regionale, provinciali, locali) costituiscono riferimento per le Valutazioni di Impatto Ambientale.

42

equivalente al 7% dell’intera superficie del SIC/ZPS (193 ha). 43

ai sensi dell'art. 20 Dlgs 16 gennaio 2008 n. 4

Page 19: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

19

In particolare vanno considerati gli aspetti riguardanti:

il contributo al quadro di riferimento programmatico dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) per quanto riguarda il ruolo delle aree di intervento rispetto o alla rete ecologica come prevista dalla pianificazione territoriale di coordinamento, o il rapporto con la rete ecologica del sistema delle aree protette (parchi e riserve); o il rapporto con la rete ecologica del sistema di Rete Natura 2000; o le eventuali assunzioni del progetto di rete ecologica effettuate da parte di piani di settore (attività estrattive, P.I.F. ecc.);

il contributo al quadro di riferimento progettuale del SIA per quanto riguarda: o gli aspetti derivanti dalla rete ecologica che hanno determinato scelte progettuali tra alternative di localizzazione, o di tipologia costruttiva;

il contributo al quadro di riferimento ambientale del SIA per quanto riguarda o la redazione dei capitoli “flora, vegetazione e fauna” ed “ecosistemi” relativamente alla caratterizzazione dei luoghi e del contesto ambientale degli interventi previsti; o la redazione dei medesimi capitoli per quanto riguarda l‟individuazione degli effetti significativi, la loro stima quantitativa, l‟indicazione di soluzioni mitigative; o la determinazione delle azioni di mitigazione rispetto agli impatti da frammentazione; o l‟indicazione di opportunità per compensazioni mediante azioni di rinaturazione;

Page 20: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

20

la fornitura di indicatori di importanza primaria da utilizzare nel monitoraggio degli effetti nelle fasi ante-operam, in corso d‟opera, post-operam;

Ed ancora, le reti ecologiche dei vari livelli (regionale, provinciali, locali) costituiscono riferimento per le valutazioni di incidenza. In particolare devono essere considerati i seguenti aspetti:

il contributo ai quadri conoscitivi per gli aspetti relativi alle relazioni strutturali e funzionali tra gli elementi della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) ed il loro contesto ambientale e territoriale;

la fornitura di criteri di importanza primaria per la valutazione degli effetti delle azioni dei piani-programmi o dei progetti sugli habitat e sulle specie di interesse europeo;

la fornitura di indicatori di importanza primaria nel monitoraggio dei processi indotti dai piani/programmi, da legare ai monitoraggi previsti nelle VAS (in caso di VIC su piani/programmi) o nelle VIA (in caso di VIC su progetti);

la fornitura di suggerimenti di importanza primaria per azioni di mitigazione e/o compensazione che i piani-programmi potranno prevedere per evitare o contenere i potenziali effetti negativi su habitat o specie rilevanti;

E certamente, le tre pagine (comprensive di cartografia) della documentazione progettuale ECOTER, dedicate a questi aspetti, non possono considerarsi esaustive delle indicazioni basilari dettate dalla Regione Lombardia. Nel riportare gli elementi caratterizzanti l‟area protetta del SIC/ZPS IT2050006, nello studio di incidenza dell‟ECOTER si predilige un “linguaggio” talmente denigratorio che in diverse considerazioni diviene addirittura ridicolo:

“Tutti gli ambienti del SIC sono soggetti a manutenzione costante: sono pertanto da considerare di tipo semi-naturale” (pag.9 - 2.2.3 dello studio di incidenza): questa considerazione non ha alcuna base ne veritiera e ne scientifica;

“Inoltre è presumibile che l‟estensione di quasi 10 ettari dell‟habitat 3150 sia sovrastimata” (pag.17 - 2.2.4 dello studio di incidenza): altra considerazione che scredita il lavoro dei tecnici incaricati dalla Regione Lombardia e, successivamente, dell‟Unione Europea, nell‟individuazione del sito di Natura 2000.

Page 21: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

21

Altro aspetto da evidenziare è quello delle emissioni dei camini degli impianti di bitumati. Il progetto ECOTER afferma che la distanza dal camino ove si verifica la massima concentrazione varia tra 1400 e 1900 metri di distanza dal camino: “escludendo in tal modo più della metà del territorio del SIC”. In realtà, considerando il solo dato progettuale, i 1.900 mt includono in toto tutta l‟area del SIC/ZPS. Quindi è palesemente falsa l‟affermazione progettuale, ma (se più realmente) si considera un raggio di 3.000 mt nell‟area di ricaduta dei prodotti di emissioni rientrano anche gli abitati di Arluno, Vanzago, Mantegazza, Rogorotto, Nerviano, Parabiago, Pregnana Milanese, Pogliano Milanese, Vittuone, Sedriano e, conseguentemente, le popolazioni residenti (vedere cartina sottostante).

Page 22: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

22

Il progetto ECOTER prevede, nel calcolo dei passaggi di autoarticolati lungo la strada provinciale, un quantitativo di appena 92 camion al giorno “per direzione”, cioè 184 camion giorno. Questo calcolo è basato anche sui dati attuali degli altri impianti ECOTER esistenti nel territorio. Ma è ben evidenziare che, ad esempio, l‟esistente impianto di Nerviano non può essere considerato come un impianto a cui sono legati 7/8 camion ora, quale dato ufficiale. Da anni, la ditta ECOTER ha contenziosi con il comune di Nerviano in quanto continuamente le rilevazioni della polizia locale (vedere diffide del servizio ecologia ambiente e igiene pubblica del Comune di Nerviano) individuano il passaggio di oltre 150 mezzi al giorno, ben al di sopra dei limiti previsti e delle conseguenti previsioni progettuali. Anche in questo caso, i dati del progetto ECOTER non sono veritieri e, conseguentemente, non sono state considerate le ricadute degli inquinanti quali monossido di carbonio, monossido e biossido di azoto, biossido di zolfo, ozono, del particolato fine (pm10) e delle polveri totali sospese (pts). Un computo è quello di un rilascio degli inquinanti relativi a 92 camion al giorno “per direzione”, mentre ben diversa è, invece, un liberazione di inquinanti relativa a numeri di autoarticolati notevolmente più alto. La mancanza di informazioni a riguardo, nello specifico studio di incidenza, non permette alcuna assicurazione circa gli effetti degli inquinanti sulle nicchie trofiche all‟interno del SIC/ZPS confinante per circa 1 km con la strada provinciale oggetto del passaggio degli autoarticolati.

VALUTAZIONI

1) POTENZIAMENTO ATTIVITA’ ESTRATTIVA: si esprime parere positivo purché l‟attività di cava si esaurisca nel corso dei 5 anni e venga attuata una corretta “Progettazione delle aree contermini” per la realizzazione di azioni di “Mitigazione” quali accorgimenti tecnici per abbattere gli impatti prevedibili: Mitigazioni da eseguirsi prima dell’inizio dell’attività estrattiva

Schermare visivamente e acusticamente e per l‟intercettazione delle polveri l‟area degli interventi, sia a destra che a sinistra della strada provinciale, attraverso la realizzazione di fasce boscate tampone costituite da terrapieni (dimensioni minime: 10 mt di larghezza – 3 mt di altezza), costruiti con tecniche di ingegneria naturalistica e piantagioni di specie autoctone (arbusti 70/120 cm – alberi 100/200 cm) come da particolare costruttivo .

Page 23: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

23

Sulla base delle vegetazione potenziale e reale, in accordo con l‟elenco dell‟allegato C – “Specie utilizzabili nelle attività selviculturali” regolamento regionale n°5 pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 24 luglio 2007, viene indicato l‟elenco delle specie arboree ed arbustive da poter utilizzare (vedi tabella). In accordo all‟art.25, comma

Page 24: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

24

4, del suddetto decreto si riporta quanto segue: L’impianto di rinnovazione artificiale presenta le seguenti caratteristiche:

a) il numero di piantine da mettere a dimora è commisurato alle caratteristiche stazionali ed alla tipologia forestale del contesto ma non è inferiore a duemilacinquecento unità ad ettaro;

b) il numero di piantine di specie arbustive non può essere superiore ad un quarto del totale, con preferenza di specie baccifere.

Habitat Nome italiano Nome scientifico habitus SP SM SO

Bosco Acero campestre, Oppio Acer campestre l. albero ●

Bosco Acero di monte Acer pseudoplatanus l. albero ●

Zona di transizione Ontano nero

Alnus glutinosa (l.) Gaertner albero ●

Bosco Betulla verrucosa Betula pendula Roth albero ●

Bosco Carpino bianco Carpinus betulus l. albero ●

Bosco Castagno Castanea sativa Miller albero ●

Bosco Frassino maggiore Fraxinus excelsior l. albero ●

Zona di transizione Pioppo bianco, Gattice Populus alba l. albero ●

Zona di transizione Pioppo nero Populus nigra l. albero ●

Bosco Ciliegio selvatico Prunus avium l. albero ●

Zona di transizione Ciliegio a grappoli, Pado Prunus padus l. albero ●

Bosco Rovere Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. albero ●

Bosco Farnia Quercus robur l. albero ●

Area umida Salice bianco Salix alba l. albero ●

Bosco Ciavardello Sorbus torminalis (l.) Crantz albero ●

Bosco Tasso Taxus baccata l. albero ●

Bosco Tiglio selvatico Tilia cordata Miller albero ●

Zona di transizione Olmo campestre Ulmus minor Miller albero ●

Bosco Corniolo Cornus mas l. arbusto ●

Zona di Sanguinello Cornus sanguinea l. arbusto ●

Page 25: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

25

transizione

Bosco Nocciolo, Avellano Corylus avellana l. arbusto ●

Bosco Biancospino selvatico Crataegus monogyna Jacq. arbusto ●

Zona di transizione

Fusaggine, Berretta da prete Euonymus europaeus l. arbusto ●

Bosco Agrifoglio Ilex aquifolium l. arbusto ●

Area umida Salice grigio Salix cinerea l. arbusto ●

Zona di transizione Sambuco nero Sambucus nigra l. arbusto ●

Bosco Lantana Viburnum lantana l. arbusto ●

Legenda: SP = specie principali SM = specie minoritarie SO = specie occasionali

Fattore da non sottovalutare sono i rischi legati proprio allo stesso rimboschimento ed ai pericoli che ne possono derivare per la possibile diffusione incontrollabile di alcuni parassiti alloctoni che si stanno diffondendo in Lombardia e che stanno creando problemi e disagi sempre più forti. In merito a questi organismi nocivi occorre prestare particolare attenzione ad Anoplophora chinensis44, che rappresenta un serio problema per la produzione di piante ornamentali in vivaio, per le coltivazioni di agrumi e per piante di latifoglie ospiti (Acer spp., Aesculus hippocastanum, Betula pendula, Carpinus betulus, Corylus avellana, Cotoneaster spp., Fagus sylvatica, Lagerstroemia indica, Platanus acerifolia, Populus spp., Prunus laurocerasus, Quercus robur e Zizyphus sativa); A. chinensis è attualmente presente solo in parte del territorio delle province di Milano e Varese. Nella tabella seguente viene riportato l‟elenco delle piante ospiti di Anoplophora chinensis (Forster) forma malasiaca.

44

ai sensi dell'art. 16 punto 1 della direttiva 2000/29/CE del Consiglio del 8 maggio 2000 Concernente le misure di protezione contro

l'introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità e del

decreto del Ministero per le Politiche Agricole 31 gennaio 1996, inerente “Misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nel

territorio della Repubblica italiana di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali”.

Page 26: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

26

Realizzazione di passaggi faunistici che permetta alle specie faunistiche, nei loro spostamenti, di oltrepassare la “barriera” della strada provinciale il cui incremento di traffico è dettato dalla presenza, come da dati di progetto, di camions (l‟area SIC/ZPS è confinante con la strada provinciale oggetto del passaggio degli autoarticolati). La proposta di Piano Territoriale della Regione Lombardia (d.g.r. 2008 n.8/6447) prevede la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (RER), riconoscendola come infrastruttura prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale negli ambiti D dei „sistemi a rete‟. La traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale che, sulla base di uno specifico documento di Indirizzi, dettagliano la RER. Tali reti sono quindi da considerare come una occasione di riequilibrio dell‟ecosistema complessivo. La RER è quindi un sistema interrelato che svolge il compito di proteggere l‟investimento in termini territoriali fatto nei decenni passati dalla Regione Lombardia con il suo sistema di Parchi, Riserve ed aree protette, elementi essenziali dell‟identità regionale ma che da soli non sono in grado di garantire i livelli di connettività ecologica necessari per la conservazione della biodiversità. Obiettivo della rete ecologica

Page 27: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

27

diventa quello di offrire un substrato polivalente alla tutela dell‟ambiente e ad uno sviluppo sostenibile del territorio, mettendo a sistema gli elementi che concorrono alla funzionalità dell‟ecosistema regionale. I SIC e ZPS di Rete Natura 2000, come il “Bosco WWF di Vanzago”, pertanto, costituiscono i capisaldi delle reti ecologiche di livello sovra regionale ed è imprescindibile la loro considerazione a tutti i livelli della RER. In considerazione di questo, il sito SIC/ZPS IT2050006 deve riferirsi ad uno scenario ecosistemico globale con collegamenti funzionali fino ad ora scarsi ed insufficienti in particolar modo per la popolazione di caprioli presente. Alla luce di tale prospettiva, per integrare al meglio la realtà della riserva nel complesso della RER, ed osservando la situazione geografica ad una scala più ampia, è stata programmata una connessione con il Parco del Ticino, dal quale dista circa 10 km.

Page 28: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

28

Localizzazione della “Bosco WWF di Vanzago” rispetto ai confini del Parco Regionale del Ticino.

Il capriolo è presente nel territorio del Parco del Ticino, da quando, nel periodo compreso tra il 1991 ed il 1994, sono stati rilasciati 89 caprioli (34 maschi, 55 femmine) provenienti dal Parco Regionale dei Boschi di Carrega. Nel 2004 veniva stimata una consistenza di circa 200 caprioli nella tenuta della Fagiana; mentre nel 2005 veniva stimata la presenza di circa 500 caprioli, di cui circa 300 occupavano stabilmente un‟area di 700 ha. L‟areale attuale comprende le fasce boscate e le zone agricole prossime al fiume Ticino tra la SS 11

Page 29: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

29

e la SS 494, nei Comuni di Bernate Ticino, Magenta, Abbiategrasso e Ozzero (provincia di Milano) Trecate e Cerano (provincia di Novara) e Cassolnovo e Vigevano (provincia di Pavia); l‟area in cui la popolazione è presente in modo stabile e consistente è compresa tra il comune di Boffalora Ticino e lo scolmatore di Abbiategrasso. Le aree di nuova colonizzazione interessano invece la riva destra dei boschi di Cassolnovo e le aree di Bernate Ticino nord, Abbiategrasso e Azzero; ancora sporadica è invece la presenza nei boschi di Vigevano e Besate. L‟ultimo studio effettuato sulla popolazione di capriolo presso il SIC/ZPS IT2050006, paradossalmente non considerato nello studio di incidenza da parte di ECOTER, risulta che l‟espansione della popolazione degli ungulati ha luogo lungo una direttrice che vede un‟espansione del nucleo verso nord-ovest.

Questo elemento si allinea in effetti con quanto suggerito dalla mappa dell‟idoneità per il capriolo, redatta dalla Regione Lombardia (Regione Lombardia, 2008) e con le caratteristiche ambientali dell‟area in esame, illustrate dalla mappa dell‟uso del suolo e dei filari ricavata dal DUSAF. E‟ importante, quindi, evitare “disturbi” alla popolazione quali rumori e presenze antropiche, come nel caso degli impianti ECOTER, e potenziare la connessione tra il SIC/ZPS di Vanzago ed altre aree, esterne all‟area protetta come i PLIS provinciali Parco del Roccolo e Parco delle Roggie.

Page 30: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

30

Mappa dell’uso del suolo e dei filari ricavata dal DUSAF relativa all’area esterna alla Riserva Bosco di Vanzago. Gli effetti negativi dell‟interruzione della continuità ambientale risultano amplificati in determinate situazioni ambientali e geomorfologiche, come nel caso dell‟incremento del traffico dovuto agli autoarticolati che percorrono la strada provinciale situata lungo i margini di transizione tra due ambienti ad ecologia diversa: spazi d‟interesse faunistico e di rotta di spostamento più probabili della fauna. Queste aree di interesse faunistico (il SIC/ZPS “Bosco Wwf di Vanzago e il Parco del Roccolo), dove si localizzano più specie sensibili, è bene concentrare gli interventi e rinforzare le connessioni biologiche. In una situazione come quella attuale il “Bosco Wwf di Vanzago”, caratterizzata da densità elevatissime, funge da sorgente che irradia in modo continuo caprioli verso gli ambienti circostanti. Tale sistema source sink dynamics contribuisce a mantenere una presenza della specie anche all‟esterno, che diventa però sempre più sporadica ed occasionale man mano che ci si allontana dal centro, in relazione all‟idoneità ambientale e ai conseguenti elevati tassi di

Page 31: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

31

mortalità che incidono sugli animali in dispersione. Tuttavia, il rinvenimento di caprioli morti in alcune località distanti anche oltre 10 km dal “Bosco Wwf di Vanzago” testimoniano i continui movimenti di dispersione verso altre aree. La rete ecologica prevista dalla Regione Lombardia ” (Deliberazione giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009), prevedendo la continuità fra “Bosco Wwf di Vanzago” e “Parco del Roccolo” crea un sistema di piccoli nuclei di caprioli, nelle aree potenzialmente idonee della porzione occidentale della Provincia di Milano, tra loro collegate in modo discontinuo da un flusso di soggetti in dispersione, in modo da creare in una sorta di continuità di popolazione tra il bosco di Vanzago e la popolazione di caprioli che attualmente occupa parte del Parco del Ticino passando per il Parco del Roccolo. Nella connessione “Bosco Wwf di Vanzago” e “Parco del Roccolo” devono essere tenuti in particolare considerazione i possibili rischi connessi alle collisioni con gli autoveicoli che possono essere ovviati con appositi passaggi per la fauna: manufatti artificiali di varia natura, trasversali alla sezione stradale, che consentono l‟attraversamento dell‟infrastruttura da parte delle specie animali. Le caratteristiche essenziali per l‟idonea progettazione di un passaggio sono l‟ubicazione, le dimensioni, il materiale di costruzione della struttura, il materiale utilizzato per la superficie di calpestio alla base della struttura di attraversamento, le misure complementari d‟adeguamento degli accessi che implicano la messa a dimora di vegetazione e la collocazione di recinzioni e strutture perimetrali di “invito” per convogliare gli animali verso le imboccature dei passaggi. Tali condizioni dipendono molto dalle esigenze dei singoli gruppi animali. Gli ungulati necessitano di estesi areali vitali e sono abituati ad utilizzare piste note e ben definite nei loro spostamenti. Sono molto selettivi nell‟utilizzo dei passaggi e richiedono strutture apposite, evitando punti in qualche modo utilizzati dall‟uomo. Il cinghiale e il capriolo sono le specie meno esigenti, mentre il cervo e il camoscio richiedono strutture più ampie. Non ci sono giustificazioni su base sperimentale delle dimensioni dei sottopassi. Varie esperienze dimostrano la necessità di ampiezze minime di 7 m per il capriolo e di 12 m per il cervo. Le altezze minime sono di 3,5 m nel caso del cinghiale e del capriolo e di 4 m nel caso del cervo. Come regola generale è importante tenere in conto il cosiddetto indice di apertura: (altezza x ampiezza) / lunghezza del sottopasso, in quanto più lungo è il passaggio, più largo deve essere il diametro. Il cinghiale utilizza passaggi con un indice di apertura uguale o superiore a 0,5, mentre il capriolo richiede un indice minimo di 0,75 ed il cervo di 1,5.

Page 32: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

32

Per gli ungulati hanno molta importanza la dimensione e la collocazione della recinzione perimetrale. Davanti all‟entrata occorre invece lasciare uno spazio assolutamente privo di vegetazione per consentire l‟entrata di luce nel passaggio e permettere una buona osservazione dell‟intorno. Un aspetto importante della possibilità di movimento degli animali è costituita dalla presenza e dal riconoscimento di punti visivi (alberi, boscaglia, rive fluviali). Gli interventi indispensabili per il loro adattamento sono il mantenimento su entrambi i lati della strada di frange laterali, separate dal resto della carreggiata, coperte di terra vegetale e inerbite almeno nei tratti più vicini all‟entrata, creando un invito al passaggio mediante recinzioni e impianto di vegetazione.

Anche in questo caso se ne può incrementare l‟uso potenziale creando sentieri coperti con piccole file di pietrame tra il terreno. Inoltre, è opportuno l‟inserimento di opere che impediscano agli animali di vedere le luci dei veicoli durante la notte e che creino un corridoio artificiale sufficientemente “sicuro”. Senza questi interventi, i sovrappassi sono evitati dagli ungulati. Gli adeguamenti consistono nell‟impedire la visione dei veicoli, collocando schermi in materiale opaco (legno trattato), e nel creare un ambiente simile all‟intorno, ricoprendo tutta la superficie del sovrappasso con substrato naturale. Gli accessi devono essere situati allo stesso livello dell‟intorno. Sui lati del passaggio è meglio creare una fascia arbustiva che renda più naturale lo schermo. Essendo finalizzati al passaggio anche di mammiferi, l‟ampiezza minima è di 7 metri.

Page 33: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

33

La creazione del sovrappasso stradale è dimensionata per la popolazione di capriolo. Tale accortezza permette di utilizzare tale specie come “Specie ombrello” in quanto anche altre specie faunistiche gioverebbero della mitigazione quali: Eliomys quercinus, Nyctalus noctula, Myoxus glis, Mustela nivalis, Sorex araneus, Sorex minutus, Erinaceus europaeus, Muscardinus avellanarius, Micromys miutus, Caprimulgus europaeus, Lanius callurio, Asio flammeus, Cerambyx cerdo, Lucanus cervus comprendenti anche quelle inserite negli allegati della Direttiva Habitat.

Mitigazioni da eseguirsi nel corso dell’attività estrattiva Come da progetto, includendo nell‟area del rimboschimento anche le superfici indicate come superfici dell‟impianto della lavorazione degli inerti, dell‟impianto per recupero e lavorazione dei materiali provenienti da demolizioni edili, dell‟impianto di produzione dei conglomerati bituminosi e delle strutture (capannone, servizi, ecc.).

2) POTENZIAMENTO IMPIANTO LAVORAZIONE DEGLI INERTI:

si esprime parere negativo in quanto l‟area ricada in zona dove il piano di gestione del SIC/ZPS IT2050006 prevede un‟espansione Infatti, lo studio finanziato dalla “Fondazione CARIPLO”, non considerato nello studio di incidenza di ECOTER, prevede un allargamento

Page 34: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

34

dei confini dell‟area protetta. Viene proposta l‟inclusione di aree (mappali n°138 139 144 145 146 150 151 152 153 147 148 149 142 143 154 56 57 foglio 6 Arluno, mappali n°18 10 16 19 12 11 9 17 foglio 7 Vanzago), ricadenti all‟interno del perimetro del “Parco del Roccolo” che, seppur separate dalla strada provinciale, risultano strategiche per l‟incremento e la diffusione di talune specie faunistiche. Il totale della nuova superficie è di 213,4 ha.

Page 35: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

35

Lo studio di incidenza e anche lo studio di impatto ambientale risultano carenti circa le indicazioni dettate dalla normativa regionale: “Modalità per l‟attuazione della rete ecologica regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali” (Deliberazione giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009) riguardo gli elementi di studio ben elencati e delineati. Pertanto, tale carenza impone un parere negativo di valutazione in mancanza di dati certi. Il traffico di autoarticolati in entrata e uscita dagli impianti, che è una componente ambientale così importante per il progetto in esame per la natura del trasportato, incide non solo come interferenza sul traffico locale ma come amplificatore della diffusione di materiali polverulenti ed inquinanti. Le considerazioni dello studio di incidenza sono contraddittorie e non contemplano appropriate valutazioni di mitigazioni e compensazioni preventive. Lo studio di incidenza sembra viziato proprio dal punto di vista dell‟ approccio generale: le informazioni appaiono frammentarie, parziali e scollegate fra loro, manca un approccio olistico, integrato ed esaustivo capace di consentire una valutazione veritiera, obiettiva e scientificamente corretta della valenza naturalistica dell‟area protetta nonché una reale stima degli effetti diretti e indiretti che il progetto avrebbe sul SIC/ZPS di Vanzago e sugli elementi di pregio che ne hanno determinato gli obiettivi di conservazione e protezione. Inoltre, il potenziamento dell‟impianto non è “ad esclusivo servizio dell’attività estrattiva”, ma viene finalizzato anche ad attività industriale considerato che il prodotto della cava San Giuseppe non è sufficiente a coprire il fabbisogno di questo nuovo impianto: fabbisogno 91.800 mc; inerti provenienti dall‟interno: 81.711 mc. Pertanto non può rientrare nella fattispecie per cui si chiede il parere per la progettualità dell‟ambito estrattivo.

3) COSTRUZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO PER RECUPERO E LAVORAZIONE DEI MATERIALI PROVENIENTI DA DEMOLIZIONI EDILI:

si esprime parere negativo in quanto lo studio di incidenza sembra viziato proprio dal punto di vista dell‟ approccio generale: le informazioni appaiono frammentarie, parziali e scollegate fra loro, manca un approccio olistico, integrato ed esaustivo capace di consentire una valutazione veritiera, obiettiva e scientificamente corretta della valenza naturalistica dell‟area protetta nonché una reale stima degli effetti diretti e indiretti che il progetto avrebbe sul SIC/ZPS di Vanzago e sugli elementi di pregio che ne hanno determinato gli obiettivi di conservazione e protezione.

Page 36: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

36

Inoltre, gli impianti di recupero materiali provenienti da demolizioni, come quello previsto nel progetto in esame, sono soggetti al Piano Rifiuti (e non al piano cave). Lo studio di incidenza e anche lo studio di impatto ambientale risultano carenti circa le indicazioni della normativa regionale: “Modalità per l‟attuazione della rete ecologica regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali” (Deliberazione giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009) riguardo gli elementi di studio ben elencati e delineati. Pertanto, tale carenza non può che imporre un parere negativo di valutazione in mancanza di dati certi.

4) COSTRUZIONE IMPIANTO DI PRODUZIONE CONGLOMERATI BITUMINOSI:

si esprime parere negativo in quando analizzando lo studio di incidenza, lo stesso è considerato completamente carente riguardo tutti gli aspetti di analisi relative all‟interferenza delle emissioni dei camini progettuali sulle nicchie trofiche delle specie di cui agli allegati della direttiva “Habitat”. Tant‟è che con nota del 3 settembre 2008 questo ente gestore del SIC/ZPS IT2050006 evidenziava la grave carenza all‟unità operativa della Regione Lombardia “Valutazione dell‟impatto ambientale di infrastrutture strategiche, energetiche, impianti industriali, interventi nel sottosuolo” che richiedeva integrazione alla ditta ECOTER. Mentre su richieste di altre integrazioni la ditta ECOTER ha predisposto ulteriori aggiornamenti, per quanto riguarda l‟analisi dell‟interferenza delle emissioni dei camini in progetto sulle nicchie trofiche delle specie, nulla è stato prodotto nella considerazione che: “la frequenza dei venti utili a veicolare gli inquinanti sul SIC/ZPS occorra per circa il 3% del tempo, pari dunque a circa 260 ore l‟anno”. I grafici sottostanti elaborati dai dati della centralina meteo posta in territorio di Vanzago a opera della società Meteo Point, mostrano invece tutt‟altro. I dati elaborati da ECOTER nello studio di incidenza fanno riferimento a una centrale meteo in comune di Turbigo a 26 km da Vanzago e con la presenza del bacino del fiume Ticino. Vengono riportati i dati elaborati di quattro trimestri dell‟anno, prendendo in considerazione gli ultimi due anni: 2008 e 2009.

Page 37: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

37

luglio – settembre 2009

aprile - giugno 2008

ottobre - dicembre 2008

Page 38: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

38

gennaio - marzo 2009

Pertanto, lo studio predisposto dall‟ECOTER è fortemente deficitario di un aspetto basilare circa l‟incidenza di un impianto con immissioni in atmosfera con il peculiare ambiente protetto e tutelato come SIC/ZPS. Tale carenza impone un parere assolutamente negativo di valutazione in mancanza di dati certi che scongiurino l‟interferenza probabile tra inquinanti atmosferici e lo spazio fisico e il ruolo che svolgono, nel complesso di relazioni esistenti all‟interno del SIC(ZPS, le comunità e le singole specie lungo i gradienti ambientali soprattutto in riferimento alle specie Cerambyx cerdo e Lucanus cervus inseriti nell‟allegato II della Direttiva “Habitat”, Nyctalus noctula, Pipistrellus nathusii, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus inseriti nell‟allegato IV della stessa direttiva. Inoltre, lo studio di incidenza e anche lo studio di impatto ambientale risultano carenti circa le indicazioni della normativa regionale: “Modalità per l‟attuazione della rete ecologica regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali” (Deliberazione giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009) riguardo gli elementi di studio ben elencati e delineati. Pertanto, tale carenza impone un parere negativo di valutazione in mancanza di dati certi. La cartina sottostante mostra l‟area di ricaduta dei prodotti di emissione dei camini degli impianti dei bitumati, basata con i dati del progetto ECOTER. La superficie SIC/ZPS viene inclusa per intero ! Non esistendo documentazione progettuale , seppur richiesta con le integrazioni allo studio di incidenza, che scongiuri una sicura interferenza fra gli effetti e le ricadute nell‟ambiente dei fumi e l‟ecosistema, è pleonastico affermare il diniego dell‟autorizzazione richiesta.

Page 39: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

39

L‟Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), ha realizzato e reso pubblica un‟indagine dal titolo: “IMPIANTI DI PRODUZIONE DEI CONGLOMERATI BITUMINOSI - VALUTAZIONE E CONTENIMENTO DEI RISCHI LAVORATIVI”, dove si conferma che tali impianti presentano molteplici fattori di rischio, in primo luogo, per la salute e la sicurezza dei lavoratori (temi, questi, talvolta di difficile approccio per aziende medio-piccole e quindi tendenzialmente poco studiati/applicati sia a livello nazionale che internazionale). Tali emissioni di fumi contengono, tra l‟altro, sostante chimiche (quali, ad esempio, gli IPA – idrocarburi policiclici aromatici) potenzialmente cancerogene e fortemente irritanti (per le vie respiratorie, per gli occhi, etc.) che sono presenti nei vapori emessi da questi impianti anche in regime di funzionamento pienamente controllato. Gli IPA sono generati dalla combustione incompleta di materiale organico e si diffondono nell‟aria legati alle particelle di fuliggine, essi sono pure componenti naturali del carbone e

Page 40: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

40

del petrolio, che nel processo di raffinazione del petrolio si accumulano nel bitume. I prodotti trattati con bitume e catrame di carbon fossile, come l'asfalto, il cartone catramato o i coloranti di catrame ne contengono quindi un tenore elevato. A causa della speciale conformazione della loro struttura ad anelli, alcuni IPA vengono trasformati nel corpo in composti estremamente reattivi, chiamati epossidi, che hanno una spiccata tendenza ad interagire con le molecole del DNA, alterando il patrimonio genetico delle cellule con il rischio di provocare tumori. Inoltre, alcuni IPA compromettono la capacità riproduttiva o lo sviluppo del feto. Questi effetti sono stati dimostrati in esperimenti con animali, ma questo rischio sussiste anche per l'essere umano. Particolarmente pericoloso è il benzo(a)pirene, che si è dimostrato cancerogeno nell‟essere umano ed è ritenuto causa di mutazioni genetiche, infertilità e disturbi dello sviluppo. La IARC (International Agency for Research on Cancer) nel 2006 ha eseguito una nuova valutazione degli IPA, dichiarandone 15 cancerogeni dimostrati, probabili o possibili per l'essere umano (IARC, 2008; tabella 1). Vi sono indizi di mutagenicità o cancerogenicità anche per altri IPA, tuttavia non sufficienti per attribuire una categoria di rischio di cancro nell‟essere umano. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ritiene che 8 IPA siano cancerogeni per l‟uomo quando vengono assunti con gli alimenti (EFSA, 2008). Infatti gli IPA sono relativamente poco solubili in acqua e poco volatili, pertanto tendono a non diffondersi evaporando, ma in genere finiscono nell'ambiente legati alle particelle che si liberano. Gli organismi viventi possono assumere gli IPA in tre modi: consumando alimenti, inalando pulviscolo, o venendo in contatto con materiali che li contengono. La diffusione maggiore avviene proprio attraverso le reti trofiche. Lo stesso studio di incidenza predisposto dall‟ECOTER appare contraddittorio in quanto a pag. 66 al paragrafo “5.2.2.2 Inquinamento atmosferico” riporta le testuali parole: “gli IPA sono accreditati di numerosi effetti nocivi a carico delle popolazioni animali e vegetali: causano danni all’apparato endocrino di pesci e uccelli, interferenze ai normali cicli riproduttivi e di crescita per piante, anfibi, rettili, pesci, invertebrati e uccelli. Sono anche segnalati effetti teratogeni e mutageni sulla fauna”, successivamente a pag. 62 al paragrafo “6.3.3 fase di esercizio: inquinamento atmosferico e idrico” afferma che gli IPA non costituiscono un problema per il SIC poiché la “quasi totalità delle emissioni è concentrata a livello di impianto” . Si ritiene pertanto assolutamente superficiale la stima dell‟incidenza riportata nello studio, soprattutto se si considerano le tabelle sulle matrici “6.1. Quantificazione degli impatti” a pag. 70 e “6.2. Stima dell‟incidenza” a pag. 71, che riportano un assenza di incidenza sulla fauna, senza alcuna motivazione e/o discussione. A tal punto è spontaneo ricordare che la fauna, per la propria capacità di spostarsi, non riconosce i confini convenzionali dei territori né tantomeno percepisce i pericoli legati a sostanze pericolose che possono entrare in circolo nelle reti trofiche. Inoltre tale affermazione trova maggiore validità per quelle specie animali con elevata capacità di

Page 41: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

41

movimento, ovvero uccelli e chirotteri che grazie al volo possiedono un home range più ampio rispetto ad altre. Soffermandosi sulla componente ornitologica è opportuno evidenziare che il “Bosco Wwf di Vanzago” rappresenta un‟area estremamente importante per la conservazione degli uccelli selvatici, tanto da esser stata designata Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE45. A seguito di tali considerazioni lo studio di incidenza sembra viziato proprio dal punto di vista dell‟ approccio generale: le informazioni appaiono frammentarie, parziali e scollegate fra loro, manca un approccio olistico, integrato ed esaustivo capace di consentire una valutazione veritiera, obiettiva e scientificamente corretta della valenza naturalistica dell‟area protetta nonché una reale stima degli effetti diretti e indiretti che il progetto avrebbe sul SIC/ZPS di Vanzago e sugli elementi di pregio che ne hanno determinato gli obiettivi di conservazione e protezione. Infine, è ben evidente che ci si trova di fronte ad un‟attività industriale vera e propria, che per altro non sfrutta nemmeno un metro cubo prodotto dalla cava locale. Infatti, nello “Scenario di progetto” (pag.38 della relazione generale - allegato 1 degli elaborati progettuali), sotto la voce “Confezionamento bitumati”, cioè il prodotto dell‟impianto, si legge: “Fabbisogno inerti 116000 mc/anno, di cui da attività estrattiva 0 mc/anno. Mentre, da recupero demolizioni 13800 mc/annuo, da inerti in entrata 102200 mc/anno”.

5) AMPLIAMENTO DEL CAPANNONE: non si può che esprimere parere negativo, in quanto il quadro d'insieme ci appare eccessivamente frammentato e non ci consente di delineare una valutazione sufficientemente veritiera degli elementi in gioco; non solo la valenza naturalistica dell'area protetta, ma anche l'impatto che un tale progetto avrebbe sull'area.

Inoltre, le previsioni di progetto, per quanto riguarda i capannoni, superano i vincoli del PRG del Comune di Arluno. Pertanto l‟ampliamento del capannone può essere autorizzato solo previo modifica delle norme del PRG, da parte del Comune di Arluno che peraltro ha espresso, con nota n°11474 dell‟agosto scorso trasmessa all‟unità operativa “Programmazione integrata e valutazione d‟impatto”, parere negativo alla realizzazione dell‟impianto Ecoter nel proprio territorio. Inoltre, lo studio di incidenza e anche lo studio di impatto ambientale risultano carenti circa le indicazioni della normativa regionale: “Modalità per l‟attuazione della rete ecologica regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali” (Deliberazione

45

DECRETO 19 giugno 2009 "Elenco delle Zone di protezione speciale (ZPS)\ classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE"

Page 42: ERSAF Struttura al servizio al sistema agroforestale · 2009. 10. 18. · 5 VALUTAZIONE STUDIO INCIDENZA PROGETTO ECOTER AMBITO ESTRATTIVO A.TE G8 CAVA SAN GIUSEPPE PROVINCIA DI MILANO

42

giunta regionale del 26 novembre 2008 n° 8/8515 – Bollettino ufficiale Regione Lombardia n° 17 – edizione speciale del 30 aprile 2009) riguardo gli elementi di studio ben elencati e delineati. Pertanto, tale carenza impone un parere negativo di valutazione in mancanza di dati certi.

6) IMPIANTO FOTOVOLTAICO.

Si esprime parere negativo in quanto l‟opera non è una misura di mitigazione o di compensazione come appare dal quadro progettuale. Si tratta, infatti, di un impianto vero e proprio che deve esser sottoposto a procedura per la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale nonché a Valutazione di Incidenza, secondo la normativa in vigore.

AZIONI DI COMPENSAZIONE PREVENTIVA Considerato che il progetto ECOTER non riveste un interesse pubblico quale possono essere i progetti riguardanti: - azioni volte a tutelare valori fondamentali per la vita dei cittadini, salute, sicurezza e

ambiente; - interventi nel quadro di politiche fondamentali per lo stato e la società; - interventi nel quadro di attività di natura economica rispondenti ad obblighi di servizio

pubblico. E‟ evidente che il forte impatto ricadente nel SIC/ZPS e nel raggio di almeno 1900 metri non può esser attutivo da una corretta progettazione delle aree contermini per le misure di mitigazione dei rischi, non vengono considerate le eventuali azioni di compensazione preventiva. Infatti, per i siti o aree limitrofe ai siti che comprendono habitat e specie considerate prioritarie, possono essere prese in considerazione solo le motivazioni riportate alle azioni volte a tutelare valori fondamentali per la vita dei cittadini, la salute, la sicurezza e l‟ambiente. Nel caso risultasse di primario interesse pubblico effettuare l‟intervento comportante effetti negativi, si evidenzia la necessità di ottenere preventivamente il parere della Commissione Europea. Ma, appunto nel caso del progetto ECOTER, questo non rientra assolutamente nella fattispecie sopra menzionata.