Ernesto Sàbato vs la «catástrofe espiritual» del nostro tempo

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VIVIANA BRICHETTI Ernesto Sàbato vs la catástrofe espiritual 1 del nostro tempo "Tutto il pianeta è attraversato da scariche di violenza inaudita" 2 osserva Ernesto Sàbato; e il disastro umano, l'oggettiva devastazione dell'ambiente naturale e civile sono sofferte dall'osservatore (Ernesto Sàbato), dal cittadino del mondo, ma con una forte disparità di emozioni. "Qual è il mondo che sarà consegnato ai nostri figli, ai nostri nipoti?" 3 . Le giovanissime generazioni di Buenos Aires, di Parigi, di Roma si somigliano: la loro disperazione si esprime attraverso il cinismo e l'indifferenza. "È il quartiere dell'angoscia" 4 , suggerisce Sàbato. Morta dunque la spinta del sogno e dell'utopia 5 . Eppure 1 Cfr. E. Sàbato, Entre la letra y la sangre (conversaciones con C. Catania), Barcelona, Seix Barrai, 1989, [1973 1 ] p. 101. La posizione di Sàbato come "scrittore contro" è provata dalla pre- senza di un numero considerevole di sintagmi disseminati nelle sue opere. Vs "el dogmatismo científico" (cfr. Uno y el universo; Barcelona, Seix Barrai, 1982 3 , [1945 1 ] p. 43), vs "el hombre se- cularizado - animal instrumentificum - " (Hombres y engranajes, reflexiones sobre el dinero, la razón y el derrumbe de nuestro tiempo, Buenos Aires, Emecé, 1951', p. 23, vs "la abstracción y la masculinidad" e vs "la masculinización y crisis" (Heterodoxia, Buenos Aires, Emecé, 1953', pp. 98 e 155), vs "la tajdorización general y profunda de la raza humana", (El escritor y sus fantasmas-, Barcelona, Seix Barrai, 1987 4 , [1963 1 ] p. 129), vs "el hombre deshumanizado por la tecnica, la explotación y la tecnología" (El escritor y la crisis contemporánea, Quito, Casa de la Cultura Ecua- toriana, 1976 1 , passim), vs "la delirante tecnología", "la cosificación del hombre", "el Super Esta- do y el Totalitarismo" (Apologíasy rechazos, Barcelona, Seix Barrai, 1987 5 , [1979 1 ] p. 135. 2 M. Lunetta, Una vita dannata (intervista a E. Sàbato), in "II Messaggero", Roma, 24-06-1986, p. 8. 3 Ibidem. 4 W. Mauro; E. Clementelli, La trappola e la nudità (incontro dibattito con E. Sàba- to), Milano, Rizzoli, 1974, p. 178. Trad. spagnola di M. del Carmen de Azpiazu dal titolo Los escritoresfrenteal poder, Barcelona, Luis de Caralt ed., 1975. 5 Cfr. M. Novak, The experience of nothingness, New York, Harper and Row Publi- shers, 1970.

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VIVIANA BRICHETTI

Ernesto Sàbato vs la catástrofe espiritual1 del nostro tempo

"Tutto il pianeta è attraversato da scariche di violenza inaudita"2 osservaErnesto Sàbato; e il disastro umano, l'oggettiva devastazione dell'ambientenaturale e civile sono sofferte dall'osservatore (Ernesto Sàbato), dal cittadinodel mondo, ma con una forte disparità di emozioni. "Qual è il mondo chesarà consegnato ai nostri figli, ai nostri nipoti?"3. Le giovanissime generazionidi Buenos Aires, di Parigi, di Roma si somigliano: la loro disperazione siesprime attraverso il cinismo e l'indifferenza. "È il quartiere dell'angoscia"4,suggerisce Sàbato. Morta dunque la spinta del sogno e dell'utopia5. Eppure

1 Cfr. E. Sàbato, Entre la letra y la sangre (conversaciones con C. Catania), Barcelona, SeixBarrai, 1989, [19731] p. 101. La posizione di Sàbato come "scrittore contro" è provata dalla pre-senza di un numero considerevole di sintagmi disseminati nelle sue opere. Vs "el dogmatismocientífico" (cfr. Uno y el universo; Barcelona, Seix Barrai, 19823, [19451] p. 43), vs "el hombre se-cularizado - animal instrumentificum - " (Hombres y engranajes, reflexiones sobre el dinero, larazón y el derrumbe de nuestro tiempo, Buenos Aires, Emecé, 1951', p. 23, vs "la abstracción y lamasculinidad" e vs "la masculinización y crisis" (Heterodoxia, Buenos Aires, Emecé, 1953', pp.98 e 155), vs "la tajdorización general y profunda de la raza humana", (El escritor y sus fantasmas-,Barcelona, Seix Barrai, 19874, [19631] p. 129), vs "el hombre deshumanizado por la tecnica, laexplotación y la tecnología" (El escritor y la crisis contemporánea, Quito, Casa de la Cultura Ecua-toriana, 19761, passim), vs "la delirante tecnología", "la cosificación del hombre", "el Super Esta-do y el Totalitarismo" (Apologíasy rechazos, Barcelona, Seix Barrai, 19875, [19791] p. 135.

2 M. Lunetta, Una vita dannata (intervista a E. Sàbato), in "II Messaggero", Roma,24-06-1986, p. 8.

3 Ibidem.4 W. Mauro; E. Clementelli, La trappola e la nudità (incontro dibattito con E. Sàba-

to), Milano, Rizzoli, 1974, p. 178. Trad. spagnola di M. del Carmen de Azpiazu dal titoloLos escritores frente al poder, Barcelona, Luis de Caralt ed., 1975.

5 Cfr. M. Novak, The experience of nothingness, New York, Harper and Row Publi-shers, 1970.

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le vittime — gli uomini - chiusi a suo avviso nella fredda impenetrabilità nu-merica, ferrati nella loro disumana efficienza, sembrerebbero inammissibili inun mondo che ha pervicacemente offerto garanzie e contromisure per ognitipo di disastro, un mondo in cui l'ingegneria, incessantemente, continua afabbricare mirabili e audaci invenzioni per la convivenza.

Le nostre città sono carnai spaventosi: Buenos Aires è un immenso cratere incui vivono dodici milioni di abitanti: un agglomerato di comunità scollate fraloro, assolutamente ingovernabile6.

La realtà va in frantumi e l'uomo si disintegra7. Tutto ciò sgomenta, an-nichilisce, disattende ogni speranza. E l'idea di sicurezza scientifica e tecnolo-gica che si credeva raggiunta? "Viviamo nella prospettiva della distruzione to-tale del mondo"8 profetizza Sàbato e la dismisura di alcuni fenomeni annullaogni nostra sufficienza, così come vanifica ogni nostra presunta difesa.

El realismo ha construido, pero no se toma en cuenta todo lo que ha destrui-do. Es lo eterno: la máquina inventada por el hombre destruye al inventor9.

L'uomo dunque è in discussione e la psiche non può reggere al sospettodella sua relativa insignifìcanza nell'economia universale della materia. Su talepresupposto, che in Sàbato suona quasi a 'risveglio della coscienza', "Es nece-sario crear otro hombre" 10, rimane assai arduo immaginare che ogni indivi-duo sia insostituibile, indispensabile.

Eppure di fronte all'esplodere della violenza e al crollo dei valori che luistesso segnala, Sàbato si ribella; dichiara tenacemente di voler fare un 'discor-

6 M. Luneta, Una vita..., cit., p. 8.7 Cfr.: "Comunidad arcaica del mito (Nosotros), Reinado del libre examen a base de

razón (El Yo Racional), Colectivismo científico-económico (ESO), Individualismo emocionalde los románticos (El Yo Intuitivo), Nueva Comunidad Intuitivo-racional (Nosotros)", in E.Sàbato, Desintegración y reintegración del hombre, "Imagen", Caracas, mayo 1970, 72, p. 3 e"Comunidad medieval (Nosotros), Individualismo mercantil del Renacimiento Oíb), Cienciay capitalismo, objetivos y abstractos (ESO), Rebelión romántica y existencialista, concreta yfemenina (YO), Síntesis fenomenològica, hacia una nueva comunidad femenino-masculina(Nosotros)", in E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 158.

8 C. Costantini, Diavolaccio d'un diavolo (intervista a E. Sàbato), in "II Messaggero",Roma, 26-05-1985, p. 1.

9 Cfr. E. Sàbato, Los Realistas y los Utópicos, in "El Día", Montevideo, 2-09-1978, p. 10.10 Ibidem.

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so etico', legato a principi morali che si rifiuta di abbandonare e in base aiquali si sforza di capire, di spiegare, di giudicare una storia drammatica (quel-la dell'uomo) di cui per fortuna non si può ancora parlare al passato. Si fa te-stimone della sua 'crisi' negli scritti teoriciu, quella "crisis fundamental, esen-cial del hombre en este fin de la cultura occidental" u, dando voce alla solitu-dine e alla disperazione dell'individuo deluso dalla ragione e dalla scienza.

Un ribelle: Ernesto Sàbato; un "franco tiratore", come lui stesso più vol-te si è definito, da sempre partigiano della giustizia sociale e della libertà, perquesto profondamente 'angosciato'.

E i nodi della sua angoscia, ripetutamente, 'ossessivamente', oserei dire,affiorano: la politica, la letteratura, la scienza, quindi l'anarchia, il comuni-smo, la metafisica e il gabinetto Curie di Parigi che lo accolse una volta infuga da Mosca quale delegato ufficiale della gioventù 'rossa' argentina.

Ma quale fu il motivo che spinse un animo intimamente toccato dalla"quiebra total de una tabla de valores" 13, lugubre annuncio di un'apocalisseormai prossima, verso la scienza, regno della luce e della "ragion pura" 14.

Un crescendo insostenibile di dubbi, di inquietudine e di disperazionedinanzi al caos che avvertiva, ma non comprendeva.

Egli spiega che la sua fanciullezza fu molto triste. Figlio di immigranti (igenitori giunsero in Argentina verso la fine del secolo scorso), era un fanciul-lo introverso, ansioso e pieno di interrogativi. Il mondo gli sembrava caotico,estraneo, insicuro. L'unica certezza era la madre, che con la sua presenza lotranquillizzava e lo rendeva fiducioso. Dice:

Mi madre se afferrò a mi, creo que con desesperación. Era muy austera y es-toica, absolutamente reservada, pero tenía infinita capacidad de amor. Esoquizá me hizo muy mal.I5

11 Cfr. Hombres..., cit.; Heterodoxia, cit.; La convulsión política y social de nuestro tiem-po, Buenos Aires, Edicom, 19691; El escritor y la crisis..., cit.; Apologías..., cit.; Robotización delhombre y otros ensayos, Buenos Aires, Centro Ed. de América Latina, 19811; Antes delfín, Bar-celona, Sebe Barrai, 19931.

12 Á. Leiva, Sàbato, el profeta de una civilización nueva (intervista a E. Sàbato), in"Mundo Hispánico", Madrid, mayo 1977, p. 56.

13 Ivi, pp. 56-58.14 E. Sàbato, Entre la letra..., cit., p. 46.15 I. de Armas, Entre la física y la metafísica (recensione a: E. Sàbato, Entre la letra...,

cit.), in "Cuadernos Hispanoamericanos", Madrid, agosto 1989, 469-470, p. 260.

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Infatti, quando all'età di dodici anni dovette abbandonare la cittadinapampeana di Rojas per frequentare la scuola 'preparatoria', amministratadall'Università della Piata, si ritrovò solo con i suoi fantasmi.

Me sentía aislado en el aula, me sentía ridículo, un chico de pueblo, de campo,sentía que el mundo era hostil y horrible, imperfecto.16

Fu allora che per combattere la solitudine e fuggire dal caos che lo cir-condava 17 si aggrappò a quel mondo dell'ordine, della perfezione, degli og-getti eterni e incorruttibili rappresentato dalla matematica. Confessa Sàbato:

Senti una especie de éxtasis, descubrí un mundo perfecto y exacto, hermoso eincorruptible. No sabía que acababa de descubrir el universo platónico18.

Tuttavia il mondo dell'immaginazione continuava ad attirarlo e spessoavvertiva l'esigenza di scrivere qualche poesia o racconto che poi custodivagelosamente. Fu proprio in quel momento che ebbe inizio una nuova fasenella sua vita contrassegnata da una "eterna lucha entre las tinieblas y la luz,entre el mundo de los hombres y el universo de las ideas" 19. Soltanto quandosi sarà affermato come saggista e scrittore, potrà fare un'accurata analisi diqueste due 'anime' contrastanti che, d'accordo con le teorie dello psicologotedesco Ludwig Klages, chiamerà "lo spirito" e "l'anima"20; spirito, come in-sieme delle attività razionali e consapevoli dell'uomo, anima come forza stret-tamente vincolata con la natura viva, creatrice di simboli e miti, capace di in-terpretare gli enigmi che si presentano all'uomo:

16 Ibidem.17 "La década del treinta [...] es en la Argentina un periodo singuralmente critico [...]

A la caída del irigoyenismo siguió un periodo de deterioro moral y econòmico, propicio aldesarollo de corrientes políticas minoritarias, ya existentes en el país, y al surgimiento de otrasnuevas [...] Son los años que preceden y acompañan a la Segunda Guerra Mundial, con laconsiguiente agitación política en Europa y el mundo", in G. Maturo, prologo a E. Sàbato:La robotización del hombre y otros ensayos, cit., p. II.

18 I. de Armas, Entre la fisica..., cit., p. 260.19 Ibidem.20 "Siguiendo parcialmente a Nietzsche, Klages afirma con razón que el espíritu (Oeist),

expresión de lo racional y trascendente en el hombre, perturba y hasta destruye la vida crea-dora del alma (Seele), que es irreductible a lo racional, a lo impersonal y objetivo que es pro-pio del espíritu [...]", in E. Sàbato, El escritor..., cit., p. 146.

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una vehemente mezcla de ideas y de sangre[...] dominada por las pasiones delcuerpo mortal, pero aspirando a la eternidad del espíritu21.

Si era allontanato dalla scienza durante l'anno trascorso al laboratorioCurie di Parigi, nel 1938, incoraggiato dal gruppo surrealista che frequentavaall'insaputa dei suoi colleghi: "Yo venía frecuentado al grupo surrealista deBretón, como lina buena ama de casa que de noche hace prostitución"22, mal'abbandonò definitivamente quando si sviluppò la fisica dell'atomo 23. Av-vertì allora che quello era un avvenimento che avrebbe pesato troppo sullastoria dell'umanità e che avrebbe potuto far precipitare il nostro mondo, do-minato dalla tecnologia, verso l'abisso.

La sentía culpable de una creciente deshumanización, al proscribir el pensa-miento mágico y quedar únicamente con el pensamiento lógico24.

Ma precisa:

No quiere decir esto que me pronunciara por las tinieblas, sino que comprendíque la proscripción que el pensamiento ilustrado (y la ciencia, su hija dilecta)

21 E. Sàbato, Apologías..., cit., p. 19. La relazione fra spirito e anima, ricorda ancoraSàbato, è simile a quella che esiste tra il classicismo e il romanticismo: "Lo romántico es [...]lo femenino, lo irracional, lo ondulado y misterioso. Lo clásico es, en cambio, lo masculino,lo racional, lo rectilíneo, lo explicable.", in E. Sàbato, Heterodoxia, cit.., p. 131.

22 Cfr. J. Cristaldo, Entrevista a Ernesto Sàbato, in "Eco", Bogotá, 1981, 8, p. 36.23 Questa decisione ha sempre suscitato l'interesse dei suoi intervistatori. Si consideri

infatti che aveva innanzi a sé un brillante avvenire come fisico-matematico. Nel 1937, dopootto anni di frequenza all'Università Nazionale della Piata, ottenne la laurea di 'dotttore in fi-sica'. Nel 1938 fu inviato in qualità di ricercatore, con una borsa di studio, al laboratorio pa-rigino Joliot-Curie e l'anno successivo si trasferì negli Stati Uniti al MIT (Massachusetts In-stitute of Technology) di Boston per studiare i fenomeni radioattivi. Di ritorno in patria ot-tenne la cattedra di Fisica Teorica presso la sua antica 'alma mater'. Fu verso la fine del 1945che abbandonò università e laboratori e si rifugiò in uno sperduto villaggio della pampa, San-tos Lugares per meditare e scrivere, per capire e capirsi, (cfr. A. Dellepiane, Ernesto Sàbato, elhombre y su obra, ensayo de interpretación y análisis literaria, New York, Las Américas Publi-shing Company, 1968; H.D. Oberhelman, Ernesto Sàbato, New York, Twayne Publishers,1970; M. A. Correa, Genio y figura de Ernesto Sàbato, Buenos Aires, Ed. Universitaria, 1971;M. Gálvez, Ernesto Sàbato, Madrid, Castalia, 1978).

24 I. de Armas, Entre la fisica..., cit., p. 262.

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había hecho de las potencias inconscientes en favor de la razón pura era a lalarga fatal para el hombre25

Fu così che nel 1945, nel suo primo libro Uno y el universo, spiegò lasua scelta letteraria, rivendicando il merito di abbandonare la chiara città del-le torri (la scienza appunto) - ove regnano la sicurezza e l'ordine - per ricer-care invece un continente pieno di pericoli e dominato dalla congettura26. Ebenché all'inizio precipitò verso l'estremo opposto, verso le tinieblas, progres-sivamente si rese conto che: "La verdad estaba en una síntesis entre dos opue-stos injustamente separados por los iluministas"27. È evidente infatti che inSàbato convivono ancora lo spirito e l'anima; uno spirito che non è soloscienza, ma anche filosofìa.

La scienza, che per lo scrittore argentino serve a delucidare la realtà comela fantasia serve a marcare le inadeguatezze della scienza28, non ha nulla a chevedere con la tecnologia. Non bisogna confonderle. La prima cerca nuove veritàper migliorare la vita e prevenire le catastrofi, la seconda (e la civiltà industrialeche da essa deriva) tende a perfezionare la scoperta scientifica per scopi di im-mediata utilità, spesso ignorando la degenerazione che provoca nell'ambientenaturale. È necessaria pertanto una collaborazione più stretta e coerente frascienza e tecnologia dal momento che: "[...] ahora, como diría Schopenhauer, elprogreso es reaccionario y la reacción es progresista", ma puntualizza:

Cuando hablo de reacción, por favor, no me pongan de lado de los partidariosde la injusticia social: quiero antes que nada justicia social y libertad, pero noquiero alienación tecnológica29.

E le deviazioni della tecnologia lo hanno, si sa, profondamente angustia-to. I suoi romanzi, i suoi saggi ricostruiscono l'Io pensante in chiave di vitti-

25 J. Castaido, Entrevista..., cit., p. 36.26 E. Sàbato, Uno..., cit., p. 16.27 J. Cristaldo, Entrevista..., cit., p. 36.28 Questa complementarità agisce negli scritti di Sàbato in termini drammatici; in ter-

mini che sono anche direttamente politici, come testimonia, tra l'altro, la lucidità del suo in-tervento ideologico e critico sul presente e futuro dell'Argentina (cfr. E. Sàbato, El otro rostrodel Peronismo. Carta abierta a Mario Amadeo, Buenos Aires, Imprenta López, 1956 ed E. Sà-bato, Claves Políticas, "El Escarabajo de Oro", Buenos Aires, 19711).

29 I. de Armas, Entre la fisica..., cit., pp. 262-63.

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ma di tutte le prevaricazioni che dalle teorie di Max Weber nei primi del'900 fino ad oggi hanno accompagnato la vita e l'esistenza dell'uomo. Unapolitica della sopravvivenza quella di Ernesto Sàbato che coraggiosamente s'èfatto forza "para escribir estas páginas que, de una manera o de otra, se refie-ren al destino del hombre y al sentido de su existencia" 30, in un momentodrammatico, cruciale in cui "un terremoto universal sacude los cimientos dela civilización"31, una civiltà figlia ed erede dei principi e dei valori dei cosid-detti "Tiempos Modernos"32.

Con tutta probabilità l'esperienza di Sàbato e la sua concreta testimo-nianza di uomo e di scrittore, costituiscono un elemento di grande e nuovarilevanza umana promuovendo un ritorno alle radici primigenie dell'esserenella sfera unidimensionale contro la parcellizzazione del sapere, un ritornoalle radici del sapere quindi, laddove la scienza confina con la poesia ed è fi-losofia essa stessa33.

Nel 1951, a tre anni di distanza da El túnel, pubblica quello che verrà poidefinito una sorta di esame della sua crisi spirituale34: Hombres y engranajes. Re-flexiones sobre el dinero, la razón y el derrumbe de nuestro tiempo. Un saggio che,anche se secondo il volere dell'autore non ha la pretesa di fondare una dottri-na35, espone una visione audace e spettrale del mondo moderno. In esso riflui-scono i capisaldi storico-filosofici della teoria sahariana circa la crisi dell'indivi-

30 E. Sàbato, Apologías..., cit., p. 7.31 Ivi, p. 109.32 Espressione ricorrente con connotazione negativa nei saggi di E. Sàbato: "Los Tiem-

pos Modernos comenzaron su obra de desacralización del hombre en el seno de las comunasmedievales, con la aparición de la burguesía, con el comercio, los bancos, las manufacturas yla ciencia positiva [...]", in E. Sàbato, Entre la letra..., cit., p. 110, "Los Tiempos Modernos[...] no sólo promovieron un nuevo tipo de coexistencia en su región de surgimiento, sino enel mundo entero [...] La crisis de esta tabla de valores afecta por lo tanto a la inmensamayoría de los pueblos", in E. Sàbato, Apologías..., cit., p. 110, ecc.

33 Cfr. S. Lipp, Ernesto Sàbato: síntoma de una época, in Homenaje a Ernesto Sàbato,H.F. Giacoman ed., Madrid, Anaya, 1972, pp. 295-312.

34 "No creo sea muy desacertado tomar[las] [páginas] como autobiografía espiritual, co-mo diario de una crisis, a la vez personal y universal, como un simple reflejo del derrumbe dela civilización occidental en un hombre de nuestro tiempo", in E. Sàbato, Hombres..., cit., p. 9.

35 "Estas reflexiones no forman un cuerpo sistemático ni pretenden satisfacer las exi-gencias de la forma literaria: no soy un filósofo y Dios me libre de ser un literato", ibidem. Aquesto proposito cfr. A.B. Dellepiane, Los ensayos de Sàbato: intelecto y pasión, in "CuadernosHispanoamericanos", Madrid, enero-marzo 1983, 391-393, pp. 570-81.

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duo nella società contemporanea congiuntamente allo schema di un ipoteticosuperamento della stessa sulla scorta di una rinascita universale. Si tratta di unadenuncia nei confronti della "superstizione della scienza" %, un'esortazione a"umanizzarla"37 prima che sia troppo tardi. Commenta Sàbato:

Secondo statistiche che certo bisognerebbe aggiornare l'arsenale atomico cheesiste oggi nel mondo basterebbe a distruggere il pianeta cinquanta volte38.

Una catastrofe universale certo, ma alquanto ridicola, perché: "[...] qualesignificato ha parlare di distruggere cinquanta volte qualcosa quando ne bastauna?"39 Un delirio quindi, il delirio dei cosiddetti "realisti"40 che speculano sper-perando in armamenti le risorse dell'umanità mentre milioni di persone si dibat-tono tra fame e miseria. Sàbato si fa portavoce41 degli incubi dell'uomo contem-poraneo: la massificazione, la cosificazione, fenomeni che riducono al grado zerola personalità dell'individuo, schiavo della macchina e della ragione, a dispettodell'incosciente e del subcosciente, fattori integranti della sua totalità ed essenza.

He ahí el fin del hombre renacentista. La máquina y la ciencia que había lan-zado sobre el mundo exterior, para dominarlo y conquistarlo, ahora se vuelvencontra él, dominándolo y conquistándolo como a un objeto más42.

36 "A lo largo de los siglos XVIII y XIX se propagó [...] una verdadera superstición dela ciencia, lo que equivale a decir que se desencadenó la superstición de que no se debe sersupersticioso. Era inevitable: la ciencia se había convertido en una nueva magia y el hombrede la calle creía tanto más en ella cuanto menos iba comprendiéndola", in E. Sàbato, Hom-bres..., cit., p. 41.

37 "Sería menester, ahora, recuperar aquel sentido humano de la técnica y la ciencia,fijar sus límites, concluir con su religión", ivi, p. 92.

38 E. Clementelli, Sàbato e Arguedas: due universi divisi dalle Ande (incontro con E. Sà-bato), in "II Tempo", Roma, 20/09/86, p. 9. A questo proposito si veda anche E. Sàbato, Laconvulsión politica..., cit., pp. 20-31.

39 Ibidem.40 E Sàbato, Los Realistas..., cit., p. 10.41 "[...] aquellos que sienten la necesidad oscura pero obsesiva de testimoniar su drama,

su desdicha, su soledad. Son los testigos, es decir los mártires de un época. Son hombres queno escriben con facilidad sino con desgarramiento", in E. Sàbato, El escritor..., cit., pp. 96-97.A tale proposito cfr. E. Medina, Ernesto Sàbato, una voz necesaria, in "Cuadernos Hispanoa-mericanos", 391-393, cit., pp. 815-20.

42 E. Sàbato, Hombres..., cit.., p. 51.

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È l'ecatombe universale, l'acme di quella decadenza della civiltà d'Occi-dente che originatasi nel XIII secolo crepuscolo del Medioevo, esplose col pro-cesso di secolarizzazione della cultura promosso dal Rinascimento. Dice Sàbato:

Si debemos buscar el viraje que originó nuestra civilización, hay que buscarloen la época de las Cruzadas. Es ahí, en las comunas burguesas, donde verdade-ramente se inician los Tiempos Modernos, con una nueva concepción delhombre y su destino43.

Spezzate le catene della schiavitù medievale l'uomo moderno si ritrovasolo dinanzi alla propria libertà recuperata dopo l'oscurantismo dei secoli buie l'asservimento alle rigide gerarchie dell'età di mezzo. Libertà che agisce inqualità di forza angosciosa, lacerante; e senza Dio né ideali, l'uomo sperimen-ta l'alienazione.

El hombre secularizado — animal instrumentifìcum — lanza finalmente la má-quina contra la naturaleza para conquistarla44.È IL DOMINIO ASSOLUTO DELLA RAGIONE E DELLE IDEE CON-CRETE E PRAGMATICHE.Éste es el hombre moderno, conoce las fuerzas que gobiernan al mundo, lastiene a su servicio45.

ACCECATO DALLA PRESUNZIONE, CONVINTO CHE "TODOPUEDE HACERSE" \ SI CONVERTIRÁ IN DEMONIO: "ES EL DIA-BLO [...] SUS ARMAS SON EL ORO Y LA INTELIGENCIA. SU PRO-CEDIMIENTO ES EL CALCULO"47.

Di fronte alla cosificazione estrema, alle astrazioni, alle dialettiche assur-de, allo spirito distruttivo e alienante, Sàbato osserva:

43 Ivi, p. 29.Per una totale refutazione della teoria sabatiana cfr. J.I. Jimenes - Grullón, Anti-Sábato o Er-nesto Sàbato: un escritor dominado por fantasmas, Santo Domingo, Ed. Dominicana, BibliotecaNacional, Centro de Investigaciones Literarias, 19822, [19681].

44 E. Sàbato, Hombres..., cit., p. 23.45 Ivi, p. 26.46 Ivi, pp. 23-27.47 Ivi, p. 26. A questo proposito cfr. C. Cortinez, Sàbato: al rescate del hombre integral,

in "La Nación", Buenos Aires, septiembre 1967, p. 4.

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El mundo [...] de los hombres y sus pasiones se fue convirtiendo en un heladoconjunto de sinusoides, logaritmos, letras griegas, triángulos y ondas de proba-bilidad. Y lo que es peor: nada más que en eso48.

D'accordo con Huxley, quindi, i valori sono mere illusioni. Lo sviluppodella scienza incoraggiato dalle necessità tecniche, il dogma del "Progreso Ge-neral e Ilimitado"49, la dottrina del better and bigger, come demoni tentatoribiecamente irretiscono l'Uomo, novello Faust assetato d'assoluto e di potere.

Los doctrinarios del Progreso habían imaginado que la humanidad avanzaría dela Oscuridad hacia la luz, de la Ignorancia hacia el Conocimiento50.

Nacque per Sàbato la "grande illusione"51 e l'uomo soggiogato dai nuoviriti consacrò loro l'esistenza. "Dios nos salve de la guillotina o de los camposde concentración de estos adoradores de la humanidad" 52, ammonisce loscrittore. E gli eccessi della cosiddetta "civiltà tecnolatrica53", i tragici risultatidella Rivoluzione Industriale lo inducono ad assumere una posizione critica,dialettica nei confronti della realtà che lo circonda dacché coraggiosamentepone l'accento su quel "hombre con minúscula" 54, sacrificato, martirizzatodalla stessa cultura cui diede vita, vittima, non del tutto innocente di unaprometeica illusione di dominio.

48 E. Sàbato, Hombres..., cit., pp. 38-3949 "El avance de la técnica hizo nacer el dogma del Progreso General e Ilimitado [...]

todo lo que era tinieblas, desde el miedo hasta la peste, iba a ser iluminado por la Ciencia",ivi, p. 43.

50 Ivi, p. 47.51 Ivi, p. 43. A questo proposito cfr.: W. Goldschmidt, V. Massuh, J.A. Vásquez, En

torno a "Hombres y engranajes". Tres opiniones, in "Notas y estudios de filosofía", Tucumán,1952,111, 11, pp. 259-61.

52 E. Sàbato, Hombres..., cit., p. 62. Si veda anche: J. Cruz, Un mundo en escombros, in"La Nación", Buenos Aires, junio 1974, p. 3.

53 "En El Siglo XX, el mundo está llegando a las últimas consecuencias de una civiliza-ción tecnolátrica. El capitalismo acumuló capitales crecientes, esto provocó la concentraciónindustrial, la que a su vez fue causa de una monstruosa expansión de las ciudades. Los últi-mos pasos [...] serán la estatización de la banca, de la industria [...] El Estado se habrá con-vertido [...] en un gigantesco patrono que dispone de la suma del poder público y todos losmedios de coerción y de persuasión", in E. Sàbato, Hombres..., cit., p. 49.

54 Ivi, pp. 59-62.

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Ernesto Sàbato vs la catàstrofi espiritual del nostro tempo 329

Ernesto Sàbato, inquieto, tormentato, inabissato in insolubili problemiesistenziali e metafisici, incapace di uscire da se stesso e tuttavia bramoso di'impegnarsi' " nel mondo, di trovare una ragione che giustificasse ad un tem-po la sua esistenza e l'esistenza dell'universo, afferma:

El candoroso siglo XIX [...] culminó en la doctrina más inesperada de todoslos tiempos, en la idea de la identidad de los sexos56.

Sono parole di Heterodoxia, uno dei saggi più lucidi e impegnati nel de-molire i miti della 'cultura dominante'. Il bersaglio non cambia: si tratta ancorauna volta di un processo alla civiltà attuale, anche se da un'angolazione diffe-rente e della correlativa difesa del hombre concreto, visto nella sua complessaunità maschile e femminile di contro al vir o anèr platonicamente puro. Difronte agli estremi rappresentati dalla psicologia weiningeriana, per cui la don-na è il caos, la negatività assoluta, e dall'ideologia femminista, Sàbato, in unlungo excursus, illustra il ruolo svolto dai due sessi nel corso della storia, dove lequalità virili: logica, astrazione, idee pure, si oppongono a quelle femminili: in-tuito, istinto, senso del concreto. Il mondo feudale, che ha per fondamento laterra e risponde a un tipo di società "femenina" 57, ossia statica, conservatrice,spaziale, è contrapposto a quello moderno, che ha per fondamento la città e ri-sponde a un tipo di società "varonil"58, ossia dinamica, progressista, temporale:

El mundo medieval era cualitativo: el tiempo no se medía [...] era el natural delos pastores, del despertar y del descanso, del hambre y del comer [...] era untiempo concreto y vital, hogareño, femenino59.

Al mondo medievale succede quello moderno, dove:

55 A questo proposito cfr. H. Read, Arte y sociedad, Barcelona, Península, 1973. Perquanto riguarda la dicotomia Sábato/Sartre circa il concetto di letteratura e compromiso (enga-gement cfr. E. Sàbato, Tres aproximaciones a la literatura de nuestro tiempo: Robbe-Grillet, Bor-gesy Sartre, Santiago de Chile, Ed. Universitaria, 19681 e J. P. Sartre, What is literature?, NewYork, Harper and Row Publishers, 1965.

56 E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 97.57 Ivi, p. 155.58 "Todo configura el nacimiento de un mundo varonil, un mundo de poder y abstrac-

ción", ibidem.55 Ibidem.

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Todo se cuantifica: aparecen los relojes mecánicos y el tiempo se convierte enuna entidad abstracta y objetiva, masculina60.

Grazie all'astrazione, alla capacità di sostituire con simboli e cifre le coseconcrete, l'uomo conquista il potere:

Con el dinero y la razón el hombre de Occidente realizó la conquista del mun-do entero, empresa típicamente viril, constituyéndose así la sociedad contem-poránea, en cuyo anverso está el capitalismo y en cuyo reverso domina la cien-cia positiva y matemática61.

Scienza e capitalismo infatti sono per Sàbato prodotti virili, separati dal-la realtà concreta dell'essere umano e in non pochi casi avversi ad essa.

Il mondo contemporaneo nato da questa scissione è esclusivamente ma-schile e quindi (il paradosso è solo apparente) disumanizzato, perché ignoratutti quegli aspetti (concreti) che la donna percepisce e difende. Mondo dop-piamente malato, dacché la donna in questo tipo di società può entrare solomascolinizzandosi.

La crisi del nostro tempo appare quindi come la crisi della civiltà ma-scolina e mascolinizzante. La salvezza sta nell'incorporare gli elementi femmi-nili ripudiati:

Deberemos volver a lo concreto sin desdeñar la abstracción, habrá que integrarla logica y la vida, el objeto con el sujeto, la esencia con la existencia62.

Cosi Sàbato pone su altre basi la vecchia disputa sulle capacità creative,in senso artistico, della donna. L'uomo, eterno scontento e insoddisfatto dellarealtà, è portato alla creazione, alla scoperta. La donna, "porta il mondo el'umanità intera nel suo seno" 63 e non ha un interesse vitale alla creazione. La

60 Ibidem. A provare il suo essere vs. cfr. C. Segre: Ernesto Sàbato o la lucha por larazón, in "Revista Iberoamericana", Pittsburgh, enero-marzo 1992, 158, pp. 223-32.

61 E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 157.62 Ivi, p. 158. A questo proposito cfr. A.A. jr. Natella, Emesto Sàbato y el hombre super-

fluo, in "Revista Iberoamericana", Pittsburgh, 1972, 38, pp. 671-79.63 "La mujer, comúnmente, no necesita más que lo que tiene dentro: lleva el mundo y

la humanidad entera en su propio seno. No es que sea incapaz de creación abstracta: es quevitalmente no le interesa ", in E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 158.

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sua emarginazione dal mondo della cultura non dipende da motivi storico-sociali e neppure da mancanza di doti, ma da cause al tempo stesso biologi-che e metafisiche: la creazione artistica e letteraria non ha per la donna lostesso significato che ha per l'uomo.

Ciò nonostante, ed è un autentico paradosso, la creazione artistica insé è per Sàbato più vicina al 'femminino' di cui parlava Goethe: indifferen-ziazione tra razionale e irrazionale, tra concreto e astratto. L'artista comeuno 'strano mostro'64, riunisce in sé la capacità propriamente virile di tra-scendere la pura soggettività e la tendenza femminile di restare nella zonapiù indifferenziata dell'essere65. E se, come sostiene Jung, tutti portiamo innoi il sesso contrario, più o meno represso, la creazione artistica, la lettera-tura, e all'interno di questa la poesia, sono espressione della parte femmini-le, inconscio e intuizione, dello spirito umano66. Attraverso l'arte, perciò,possiamo attingere una realtà più vasta e complessa di quella offertaci dallaconoscenza scientifica.

Sàbato promuove un 'ritorno alla donna'. L'accettazione dell'eterno fem-minino rivelato dal romanticismo e valorizzato dall'esistenzialismo sarebbe ilsegno di un superamento della crisi attuale. Questo ritorno sarebbe anche unritorno all'arte67.

Basandosi sulla sua duplice esperienza, scientifica e letteraria, Sàbato po-stula l'esistenza di due linguaggi, uno della "ciencia" o "verdad" e uno della"vida" 68. Se si ammette che l'uomo è portato tendenzialmente all'astrazionementre la donna si muove meglio nel mondo della concretezza, si può parla-re di un linguaggio 'femminile', intuitivo, che è quello della "vida" e di unlinguaggio 'maschile', razionale, che è quello della "ciencia". La riconciliazio-ne fra i due linguaggi, opposti e complementari o, come s'è detto, fra le dueculture, potrà avvenire, per Sàbato s'intende, con una trasformazione di ci-

64 "Todos los grandes creadores y aun los creadores a secas son anormales y neurópa-tas", ivi, p. 191. Riguardo ciò cfr. E. Neumann, Art and thè creative unconscious, New York,Pantheon Books, 1959.

65 Cfr. G. Maturo, Sàbato: la búsqueda de la salvación, in "Cuadernos Hispanoamerica-nos", 391-393, cit., pp. 602-20.

66 E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 130.67 Cfr. S. Mardoqueo Reyes, Ernesto Sàbato y su compromiso con el hombre, Santa Fe,

Cuadernos Arrien, 1982.68 E. Sàbato, Heterodoxia, cit., p. 123.

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viltà69, una civiltà che veda la donna e le qualità femminili non più emargi-nate dalla vita sociale.

Un impegno quello di Ernesto Sàbato senza compromessi, l'impegnodel letterato che scava nell'uomo; l'impegno civile di chi non si piega all'arro-ganza della società. Un pessimista attivo che pur non avendo spirito religiososostiene che non bisogna necessariamente credere in Dio per avere fede bensìaffrontare il dolore dell'esistenza70.

Il tramonto dell'ideologia, l'inquinamento del pianeta; e poi il progressoche la scienza non assicura a tutti. Dove andremo a finire?

Parece que el pianeta va a morir en 30 o 40 años. Pero si sobrevive, el porvenirpertenece a las pequeñas comunidades. Pertenece a la escala humana.71

II suo vuoi essere un invito a resistere agli 'anni oscuri'. E in questa pro-spettiva la parola 'resistere' assume una valenza particolare: diviene il filo checorre lungo le duecentododici pagine di El escritor y sus fantasmas, suscitandonel lettore curioso dubbi sul messaggio del titolo. Esiste una scappatoia perl'uomo di fronte a questa "crisi spirituale"72 che violenta e uccide i sentimenti,le emozioni, le passioni? Ma è lo scrittore stesso a soccorrerci chiarendo l'obiet-tivo del suo processo alla civilización tecnoldtrica: non si tratta di tornare al Me-dioevo, ma di ridimensionare il potere della tecnica, togliendo alla scienza unoscettro che non le spetta. Opera singolare, El escritor y sus fantasmas, dacché puressendo stata considerata una teoria del romanzo, importante dal punto di vistametodologico se comparata con testi critici di scrittori a lui contemporanei73, è

69 Cfr. E. García Márquez, Un anarquista de la existencia: Ernesto Sàbato, in "Revistade Occidente", Madrid, diciembre 1970, 93, p. 364.

70 Su Antes del fin di E. Sàbato, cfr. J.W. Robb, News of IberoAmerica, in "Hispania",U.S.A., march 1994, 77, pp. 169-70. Sàbato si definisce "anarquista cristiano"; a tale proposi-to cfr. H. Thielicke, Nihilism: its origin and nature with a christian answer, New York,Schocken Books, 1969.

71 Cfr. E Sorela, Sàbato: "Si no hubiese escrito novelas me habría suicidado", in "El País",Madrid, 24 de agosto de 1993, p. 20.

72 "Esta gran crisis de nuestro tiempo es una crisis espiritual, y me atrevería a decir re-ligiosa en el sentido más amplio de la palabra", in "La Vanguardia", Barcelona, 3 de diciem-bre de 1991, p. 40.

73 Nel testo succitato E. Sàbato dibatte la cosiddetta teoria della novela total che rende-rebbe possibilile: "La integración de las dos regiones en que se desenvuelve la existencia [...]

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aperta alla problematica attuale ed è capace di suscitare inquietudini che vannoal di là della letteratura. Una letteratura vista non solo come fatto estetico, bensìcome fenomeno vitale, metafisico attorno a cui ruotano tutti i temi dell'esisten-za umana. Nel capitolo intitolato ¿Crisis del arte o arte de la crisis? Sàbato affer-ma che si deve porre il problema del romanzo come epifenómeno di un dram-ma più vasto, quello della civiltà che diede origine alla finzione romanzesca. Losviluppo e il derrumbe di questa civiltà è anche lo sviluppo e la crisi del roman-zo. Non è in crisi l'arte, ma il mondo che l'arte riflette. Non è l'arte che si è di-sumanizzata, come sosteneva Ortega y Gasset74, ma l'uomo, convertitosi in uo-mo-cosa. L'artista: pazzo, ribelle è l'unico che testimonia autenticamente questodesmoronamiento di tradizioni e norme. Oggi non è in crisi una forma artistica,ma "il caduco concetto borghese della realtà esterna"75.

Flaubert, Balzac, Zola, precisa Sàbato, sono i rappresentanti di questo'spirito scientifico'. Ma la Russia produce il genio liberatore di Dostoevskji,che si ribella alla triviale realtà oggettiva per scendere nel sottosuolo, scopren-

pues permite rescatar esa unidad perdida del día y de la noche, esa unidad destruida por larazón pura". (J. Cristaldo, Entrevista..., cit., p. 38). La novela, dunque, quale strumento attra-verso cui realizzare la sintesi del pensiero filosófico e logico e di quello magico che ingloba ilmito, il simbolo, il sogno. A questo proposito cfr. E. Sàbato, Sartre contra Sartre o la misióntrascendente de la novela, in "Sur", Buenos Aires, 1968, 311, p. 37; Algunas reflexiones a propó-sito del'nouveau román, in "Sur", Buenos Aires, 1963, 285, pp. 42-67; Tres aproximaciones...,cit., p. 77 ecc. Per un raffronto metodologico fra El escritor..., cit. e i numerosi scritti critici enarrativi sulla nueva novela latinoamericana cfr. fra i più significativi a mio avviso: J. Cortázar,Rayuelo, Buenos Aires, Sudamericana, 19661; C. Fuentes, La nueva novela hispanoamericana,México, Cuadernos de J. Mortiz, 19691; L. Lima, La expresión americana, Santiago de Chile,Ed. Universitaria, 1969'; M. Vargas Llosa, García Márquez: historia de un deicidio, Barcelona,Seix Barrai, 19711; La orgía perpetua: Flaubert e "Madame Bovary", Madrid, Taurus, 19751;"La literatura es fuego", titolo del discorso pronunciato da Vargas Llosa a Caracas, P i i agosto1967 in occasione del conferimento del premio "Rómulo Gallegos", ora in Contra viento ymarea (1962-1982), Barcelona, Seix Barrai, 1987, pp. 132-37; A. Carpentier, La novela lati-noamericana en vísperas de un nuevo siglo, México, Siglo Veintiuno ed., 19811; M. Á. Asturias;A. Cavallari; S. Pautasso, Incontro con M. Á. Asturias, in "Documenti e Punti di vista", Roma,1973, 3, pp. 7-42 ecc.

74 Cfr. J. Ortega Y Gasset: Meditaciones sobre la literatura y el arte, Madrid, ClásicosCastalia, 1987. Com'è noto infatti, Sàbato non si limita a fornire le chiavi di lettura dei suoiromanzi, ma espone le sue idee sulla narrativa a partire dal più vasto fenomeno della creazio-ne artistica.

75 E. Sàbato, El escritor..., cit., p. 30.

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do l'intimità dell'uomo. Questo slittamento verso l'Io profondo si fa generalein tutta la grande letteratura da Proust a Kafka76.

Nel capitolo El arte corno rebelión romántica Sàbato osserva che furonoproprio i romantici i primi a rivendicare i valori vitali di fronte alla ragione.Di contro al problema dell'essenza posero il problema dell'esistenza; di con-tro alla conoscenza oggettiva rivendicarono la conoscenza dell'essere umanodi per sé contraddittoria e tragica che non si può raggiungere con la razónpura. E dalla preminenza della vita sulla ragione, Sàbato deduce che l'arte co-me strumento di conoscenza è superiore alla scienza77. Si torna quindi al ca-pitolo iniziale: non crisi dell'arte, ma arte della crisi. Partendo da questa pre-messa lo scrittore definisce il romanzo contemporaneo: novela total. Oggi sinarra, avverte, partendo dall'Io, ma con una visione totale, fenomenologicadella realtà. Il romanzo si occupa del rapporto di un Io con altri Io; il suoscopo è l'intersoggettività, il tema fondamentale è la comunione e come rove-scio l'incomunicabilità, l'alienazione, la catástrofe espiritual Di fronte alla ci-viltà moderna che ha scisso il corpo dall'anima, l'intuizione dal concetto, l'Iodal mondo, la scrittura sembra essere l'unico mezzo per reintegrare l'uomonella sua totalità. Il romanzo, e in senso lato l'espressione letteraria, rappre-senta insomma il recupero dell'unità perduta e acquista così un valore "cono-scitivo" n convertendosi in strumento di "salvezza"79 al punto tale che, con-clude paradossalmente Sàbato, quando i nuovi filosofi vorranno andare in-contro alle problematiche esistenziali dovranno rinunciare all'astrattezza deitrattati e scrivere umilmente dei romanzi.

76 Nel capitolo Novela y fenomenología, Sàbato rileva la coincidenza fra l'esistenziali-smo, che introduce l'angoscia, conseguente al crollo dei valori borghesi e questo tipo di crea-zione romanzesca che comincia con Dostoevskji. Per una più precisa ricognizione della matri-ce esistenzialistica sabatiana cfr. M. A. Vásquez-Bigi, Épica dadora de eternidad (Sàbato en lacritica americana y europea), Buenos Aires, Sudamericana/Pianeta, 1985.

77 R. Benavides, El escritor y sus fantasmas, in "Revista Iberoamericana", Pittsburgh,enero-junio 1966, XXXII, 61, pp. 160-61.

78 E. Sàbato, El escritor..., cit., pp. 22-2479 Cfr. E. Sàbato, La literatura como instrumento de salvación, in "El Independiente",

Madrid, 24 de mayo de 1990, p. 65. A tale proposito cfr. M. D. Pétrea, Ernesto Sàbato: lanada y la metafisica de la esperanza, Madrid, Ed. J. Porrúa Turanzas, 1982; A. Madrid Lete-lier, Sàbato: la búsqueda de la esperanza, in "Cuadernos Hispanoamericanos", 391-393, cit.,pp. 231-47; L. R. Scarano, La concepción sabatiana del arte: una ética del heroísmo, in "Cua-dernos para la Investigación de la Literatura Hispánica", Madrid, 1989, 11, pp. 21-38.