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IL MENSILE GENOVESE A DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO IV n 31 a.c. PIRRI chi viene chi va

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Immigrazione ed emigrazione in Italia: dati e considerazioni. Intervista a Paolo Putti del movimento 5 stelle. Inchiesta sul silos Hennebique. L' Accademia Ligustica rischio chiusura.

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IL MENSILE GENOVESE A DISTRIBUZIONE GRATUITAANNO IV

n 31a.c. PIRRI

chi viene chi va

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Era Superba è vicina al traguardo del quarto anno di vita senza aver mai ricevuto finanziamenti pubblici. E ora an-che il nostro impegno si fa in quattro: Era Superba mensi-le, Era Superba settimanale, Quotidiano online e WebTV.

5000 visite nel primo mese di vita

w w w . e r a s u p e r b a . i tIl quotidiano online di EraSuperba

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EDITORIALE

Prevenire è meglio che curare. La tragedia, se voglia-mo la coscienza di poter essere toccati dalle cose e dagli eventi in prima persona e in qualunque momen-to, ha spinto la cittadinanza tutta ad alzare le antenne per capire e informarsi, collaborare e aiutarsi. Si po-teva evitare? Di chi è la colpa? Quali interventi hanno fatto sui torrenti? Anche i quotidiani per una settimana hanno proposto inchieste dettagliate e appassionate sulla messa in sicurezza dei torrenti, sulle mancanze, sulle inadempienze. Tutti postumi, come il peccato.Bello vedere cariche politiche prodigarsi nel fornire informazioni ai cittadini, altrettanto bello vedere i citta-dini pronti e desiderosi di essere informati. Tornerà la siccità, e noi che si fa? Si torna tutti nella tana calda e ben arredata del menefreghismo?Non è semplice scovare un fattore positivo da cui ri-partire dopo l’alluvione, quello che penso è: che città sarebbe Genova se l’attività di comunicazione capilla-re adottata nelle giornate post tragedia fosse applicata tutto l’anno? L’enorme frattura fra classe dirigenziale e popolo si ridurrebbe sensibilmente, il popolo stesso sarebbe diverso, un popolo con voce in capitolo sulla città e sulle questioni che la animano, una voce che oggi si limita ai propri fatti personali (Es: mi si rompe un piede, perché non hanno asfaltato quella buca?)Razionalizzazione delle risorse, continuo monitorag-gio di strategie e progetti che interessano le ex aree industriali, lotta al continuo proliferare di centri com-merciali e sviluppo di strutture diverse e adatte ad un nuovo mondo che dovrà presto voltare le spalle al consumismo. I temi in ballo sono tanti e di fondamen-tale importanza, ma le persone informate e interessa-te saranno si e no 1/8 della popolazione genovese. Questo non fa altro che esasperare la distanza fra chi decide e chi subisce le decisioni.Per adesso non si tratta ancora di mettere in cam-po idee e proposte, il primo passo da fare è entrare in gioco, comprenderne le regole (quando ci sono) e iniziare a giocare, ovvero farsi opinioni fondate, inda-gare, curiosare, capire.E’ tutto a portata di mano, basta levarla dalla tasca.

Con affetto,Gabriele Serpe

SOTTO LA LENTEchi viene e chi va

Intervista a paolo putti

il peso dellìimpercepibilesilos hennebique

Macchina del tempoa genova c'è ventoa spasso per zena:

le case chiuse

lettere dalla lunaliverpool porto d'inghilterra

pane e bugiepenna sagace banny

vino veritas

i viaggi di judetassa sui trailer

accademia di belle artil 'angolo di gianni martini

lista distribuzioneparla come mangi

il blog del tamaagenda

A VOXE DE ZENA

di tutto un pò

il caffè degli artisti

var ie ed eventuali

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EDITORE Associazione Culturale PirriDIRETTORE Gabriele Serpe

IMPAGINAZIONE Constanza RojasCOPERTINA Gianmaria Rocchi

GRAFICA INTERNA Constanza RojasFOTO Daniele Orlandi

REDAZIONE Manuela Stella, Andrea Vagni, Matteo Quadrone, Marco Brancato, Annalisa Serpe, Claudia

BaghinoHANNO COLLABORATO Emiliano Bruzzone, Chiara

Spanò, Valentina Sciutti, Gianni Martini, Gigi Picetti, Sergio Almeanno, Antonio Clemente, Adriana Morando,

Gianluca Nicosia, Marta Traverso

CONTATTIwww.erasuperba.it

[email protected] tribunale di Genova

registro stampa n 22/08

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CHI VIENE, CHI VAIMMIGRAZ IONE ED EMIGRAZIONE I DATI CHE NON TI ASPETTI di gabriele serpe e

ELISABETTA CANTALINI

Secondo i dati Istat del gennaio 2011 il numero degli immigrati in Italia è pari a 4.570.317, il 7,5% della popolazione totale. Una cifra sicuramente identifi-cativa del cambiamento epo-cale a cui tessuti urbani come il nostro stanno andando incon-tro.In quel filo sottile fra cronaca e propaganda, la parola “immi-grazione” oggi assume spesso i contorni del “problema da risol-vere” aprendo dibattiti su temi come sicurezza, delinquenza e criminalità. Nuovi flussi di persone che arrivano nel no-stro Paese, uomini e donne in cerca di fortuna che pagano fior di quattrini per attraversare

e raggiungere le coste italiane su imbarcazioni di fortuna. Ma sarebbe un grave errore “ri-durre” il concetto di migrazione solo ed esclusivamente a que-sto.L’enciclopedia Treccani ci aiu-ta nella nostra riflessione: la migrazione è “spostamento di una porzione di popolazione dal proprio luogo originario ver-so un altro”. Quindi i fenomeni di migrazione sono vari e mul-tiformi e non identificabili esclu-sivamente come fuga da luoghi difficili. Facciamo un passo in-dietro e proviamo allora a con-siderare il motivo dello sposta-mento semplicemente come una “ricerca di opportunità”,

qualunque siano le condizioni da cui si parte. Ora che sap-piamo quante persone hanno raggiunto l’Italia, viene naturale analizzare anche il fenomeno inverso: quanti italiani sono emigrati e hanno lasciato il Bel Paese per “cercare opportuni-tà”?Ebbene, il numero delle perso-ne emigrate dall’Italia al 2011 si aggira intorno ai 4 milioni… Come? Vuoi dire che il numero di immigrati e il numero di emi-grati in Italia praticamente si equivale? Esatto, l’emigrazio-ne è un fenomeno che colpisce l’Italia fin dalla fine dell’Ottocen-to e, in questi anni di crisi eco-nomica, dal 2008 ad oggi, si

Foto di Daniele Orlandi

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registra un aumento continuo.Se quattro anni fa erano circa 3 milioni gli Italiani residen-ti all’estero, oggi , secondo i dati Istat, sono più di 4 milioni, esattamente 4. 115. 235, circa il 7% della popolazione. Se-condo il “Rapporto Italiani nel Mondo 2011” realizzato dalla Fondazione Migrantes, il 55, 3% degli emigrati italiani sono rimasti in Europa, il 39,3% si sono spostati in America poi segue l’Oceania con il 3,2%, l’Africa con 1,3% e l’Asia con lo 0,9%. Ecco che improvvisa-mente la parola “immigrazione” sveste i panni del problema per indossare quelli della risor-sa imprescindibile per il futuro della nazione. La ricetta per rilanciare l’Italia non può che passare attraverso piani e strategie per attirare immigra-ti, offrire loro quelle “opportu-nità” di cui sopra. Se l’offerta è pari a zero, anche il flusso migratorio rispecchierà questo dato, ma non come numero

di persone, bensì in termini di “aspettative”. A puntare l’Italia saranno uomini e donne con aspettative di vita basse, alli-neate all’offerta del paese ospi-tante. E non si tratta di un giu-dizio personale, ma di logica.Per comprendere meglio perché abbiamo bisogno di forze nuove, analizziamo i dati riguardanti l’indice di na-talità nella nostra Genova. Dal 1985 al 2011 gli abitan-ti liguri registrano un calo di 146.533 unità, pari all’8,3%.

A Genova la percentuale cre-sce (meno 12,9%) e il tasso naturale di crescita si attesta su un meno 5,9%. Se, poi, prendiamo in esame le fasce di età vediamo come l’ 11.4% della popolazione, con un età compresa tra 0 e 14 anni, strida con il 61.8% di quel-li tra i 15 e i 64 anni, il 26.8% di 65enni, il 6.8% degli over 80. Occorre attirare persone straniere, creare le condizioni favorevoli per un’immigrazio-ne diversificata e eterogenea.

ITALIA Cittadini italiani residenti in Italia e all’estero (2006-2011)

AIRE Donne(v.a.) Donne(%) Residenti in Italia Incidenza Aire

2006 3.106.251 1.435.150 46,2 58.711.372 5,3

2007 3.568.532 1.678.862 47,0 59.131.287 6,0

2008 3.734.428 1.774.677 47,5 59.619.290 6,3

2009 3.915.767 1.864.120 47,6 60.045.068 6,5

2010 4.028.370 1.919.547 47,7 60.340.328 6,7

2011 4.115.235 1.967.563 47,8 60.626.444 6,8

Illustrazione di Emiliano Bruzzone

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Incontro del mese

paolo putticandidato sindaco movimento 5 stelle

In occasione della 25° edi-zione della Festa della Zucca di Murta, abbiamo incontrato Paolo Putti, por-tavoce del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, can-didato sindaco alle prossi-me elezioni amministrative. Educatore, attivista nel movimento No gronda, una “piccola” candidatura come la tua, quella di un uomo che proviene dalla società civile, come affron-terà il confronto serrato con politici più navigati? Vorrei riuscire a far sì che la gente comune possa cre-dere di avere la possibilità di riprendere a partecipare alla vita politica. Se ognuno di noi, anche chi magari si considera poco competente, invece di delegare a quelli che sono stati finora i partiti politici, decidesse di metter-si in gioco in prima persona, con i propri strumenti, in que-sto modo chiunque potrebbe dare un contributo positivo alla società. Una scelta con-creta è quella di fare un solo mandato per non correre il rischio di voler conserva-re un privilegio acquisito. Il secondo accorgimentoè fir-mare le dimissioni in bianco:

in questo modo, nel caso do-vessi compiere degli errori, gruppi di cittadini potranno chiedere le mie dimissioni. Ma soprattutto il mio obiet-tivo è formare una squadra di tecnici, persone provvi-ste di competenze specifi-che in grado di trasmettere le informazioni idonee ai cittadini perché poi possa-no essere loro a restituire delle ipotesi di soluzione su cui io e i tecnici dovremo lavorare per intraprende-re dei percorsi di risposta.Partiamo dalla tua espe-rienza di educatore, in qua-le situazione ci troviamo oggi con i tagli al cosiddet-to comparto sociale? La più grande difficoltà è sta-ta quella di non essere riu-sciti a comunicare ai cittadini i numeri per poter valutare appieno l’importanza di que-sto servizio. Se i sevizi socia-li verranno tagliati del 50%, come prospetta il Comune e come da anni sta facendo il governo, questo comporterà un’enorme ricaduta, anche economica, sulla società. In ambito sanitario come si può fare a ottimizzare il sistemagarantendo co-munque il principio per cui

tutti i cittadini hanno di-ritto di accesso alle cure?Un Comune, un Sindaco, ma anche i singoli cittadini de-vono difendere il diritto alla salute. Come sindaco non è possibile intervenire sulle spese sanitarie ma può fare una forte opposizione. Se io ho il mandato di curare il benessere dei miei concitta-dini ma non ho gli strumenti per ottenere l’obiettivo devo restituire le chiavi della città. Sulle Grandi opere cono-sciamo la tua posizione fortemente critica. Parten-do da questo presupposto quali sono invece le “pic-cole opere” necessarie per la città?Sarebbe utile realizzare una vera metropolitana di superfi-cie in grado di percorrere tutte le direttrici della città; costru-ire parcheggi di interscam-bio nelle periferie in modo tale che le persone possano lasciare l’auto e muoversi con la metropolitana: queste sono soluzioni per garantire un’accessibilità veloce a tutti i luoghi. Per quanto riguarda il trasporto merci noi ritenia-mo sia importante puntare sul trasporto su rotaia vista la presenza di molte linee

di matteo quadrone

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di valico sottoutilizzate.Da dove dobbiamo partire per far crescere l’economia della città?Bisogna investire sul traffico merci su rotaia per creare nuovi posti di lavoro stret-tamente collegati all’attivi-tà del porto. E poi investire nella ricerca perché Geno-va grazie alla presenza di una buona Università e del nuovo polo tecnologico che sorgerà agli Erzelli, può davvero dire la sua in que-sto campo. Senza dimenti-care la vocazione turistica della città che va sviluppata con opportuni investimenti.Un tema particolarmente sensibile per il Movimento 5 stelle èquello delle risor-se energe tiche: stiamo an-dando verso lo sfruttamen-to completo delle risorse disponibili, qual è l’alterna-tiva? Si deve puntare sulle energie rinnovabili. L’Italia e la Ligu-ria in particolare sono av-vantaggiate rispetto ad altri Paesi: penso al fotovoltaico,

al solare termico, al mini eo-lico. Anche qui si torna all’im-portanza della ricerca: se investiamo nella ricerca i ra-gazzi di oggi potranno trovare delle soluzioni per il domani.Per quanto riguarda la ge-stione dei rifiuti, a Borzoli è previ sta la realizzazione dell’inceneritore, è una so-luzione che va nella giusta direzione? L’importante è cambiare nome per cercare di vendere cose vecchie: termovaloriz-zatore vuol dire qualcosa che valorizza, quindi appare bel-lo. In realtà si tratta di un in ceneritore che brucia, rischia-di produrre diossina, produ-cesti soldi nella raccolta por-ta a porta permetterebbe di creare nuovi posti di lavoro.polveri sottili e rischio di morte. Noi abbiamo da sempre un’idea precisa: bisogna recuperare il più possibile dai rifiuti. I dati par-lano chiaro: con il sistema del porta a porta la raccol-ta differenziata raddoppia nel giro di poche settimane.

Le risorse ci sono: un ince-neritore costa quasi 300 mi-lioni di euro. Investire solo una piccola parte di questi soldi nella raccolta porta a porta permetterebbe di cre-are nuovi posti di lavoro.C’è una crescente richiesta di sicurezza che proviene soprattutto da alcuni quar-tieri. Qual è la ricetta per sconfiggere la paura? Bisogna ascoltare le richie-ste che provengono da quei ragazzi con forti difficoltà che possono subire una de-riva verso l’illegalità. Fornirgli degli strumenti preventivi, sostenerli perché riescano a costruirsi un’identità pos-sibile: lavorando, studiando, mettendo su famiglia. Dall’al-tro lato occorre tenere conto dei timori di alcune persone, come gli anziani, che han-no paura di uscire di casa. Solo fornendo maggiori op-portunità ai giovani e crean-do le condizioni per cui non siano considerati un fattore di rischio, si può realizzare un modello di convivenza.

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LE PAROLE TRA NOI PESANTICome ci naturalmentono nei pubblici discorsi

Lo specifico lessico famiglia-re impiegato da coloro che intervengono in dichiarazioni ufficiali ed interviste, utilizza nella costruzione delle frasi, specie quando concernono argomenti imbarazzanti, un opportuno sviluppo della tec-nica puerile di differimento, quella che in forme embrio-nali gli scolari usano da sem-pre per mascherare la loro ignoranza nelle interroga-zioni, prendendo tempo per pensare alla risposta giusta.Se l’insegnante ad esempio chiede: “Quali sono le cau-se che hanno scatenato la prima guerra mondiale?” si risponde anzitutto con una ripetizione della domanda “le cause che hanno scatena-to la prima guerra mondia-le??!!” come per verificare se abbiamo capito bene, quasi fossimo discenti sordastri con docenti afoni, per poi proseguire con parole tanto inutili quanto mentalmente poco impegnative, mentre il pensiero frulla alla precipito-sa ricerca della risposta cor-retta, con la percezione tesa ad eventuali suggerimenti mimici o verbali provenienti da solidali compagni di clas-se. Poi nell’eloquio si udiva-no, fra puntinate sospensio-ni, termini tipo ”dunque…” (al che l’insegnante ammo-niva “dunque è conclusivo!”

consentendoci così di pen-sare come rispondere) poi “si…”, “allora…”, “mmm…” finché l’elaborazione di cosa dire per dare l’impressio-ne di sapere era pronta.Poi, nel tempo, quei per-sonaggi pubblici che sono sopravvissuti per istinto di conversazione, hanno ap-profondito la studentesca manfrina in apposite scuo-le quadri, evolvendola fino allo stato dell’arte dell’artifi-cio. Vediamo ora il glossa-rio più diffuso e frequente: “BENE…” non indica neces-sariamente un naturalmen-titore efferato poiché è pa-rola iniziale diffusa a livello internazionale anche fra gli onesti: gli anglofoni premet-tono alla risposata “Well…”, i francofoni “Et bien…” ecc…“ASSOLUTAMENTE SI! ASSOLUTAMENTE NO!” in principio era esclusivo at-tacco di ministri, presidenti, assessori e dirigenti vari per dare superlativa forza alla successiva risposta, ora il morbo assolutista ha conta-minato altre categorie. Per tanto solo la compulsiva ite-razione indica intortatori. Un tempo il si e il no avevano pieno valore ora sono diven-tati validi solo relativamen-te, con tutti gli equivoci del caso. Se un amico mi chie-de: “vuoi unsorso di birra?”

ed anziché rispondere “si, grazie” dico “assolu-tamente si!” quello pensa che gliela voglia bere avi-damente tutta e da buon genovese la tiene per sé.Il glossario usato in esclusiva dai marpioni è invece con-centrato quasi al completo nelle risposte date in diretta non concertata a domande del seguente tenore: “Dati i disastri alluvionali che han distrutto attività, abitazio-ni e terreni in molte località italiane con decine di mor-ti voi state mettendo in atto un’urgente prevenzione?” Risposta: “Assolutamente si!, “stiamo monitorando a 360 gradi…”, “come dire…” quelle che sono le criticità problematiche inattese del-le infrastrutture del territorio per concertare fin da subi-to… diciamo… un tavolo di consultazione per… eh… deliberare tutta una serie… no… di tempistiche della ca-lendarizzazione… eh… di zonizzazione degli esenti per rendere… voglio dire… ope-rativa quella che è la linea da tenere… dico… per quanto concerne la garanzia intorno al plaffon dei trasferimen-ti di sostegni piuttosto che quant’altro riguarda quella che è… diciamo… la futura sicurezza… eh… dei cittadini del paese.” No comment…

il peso dell'impercepibiledi gigi picetti

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di matteo quadrone

Silos Hennebique abbandonato da annic'è un'ipotesi di rinascita

Un pezzo di storia cittadina, un colosso imponente, un luogo simbolo del porto di Genova. Parliamo del silos granario Hennebique di San-ta Limbania, abbandonato al suo destino fin dagli anni ’70, ubicato a ridosso della Stazione Marittima. Costruito a fine ‘800 per l’immagazzi-namento e l’insaccamento del grano, è così chiamato dal nome dell’inventore del cemento armato, Francois Hennebique, che brevettò la nuova tecnica di costruzione nel 1892. L’Hennebique rap-presenta un esempio storico di archeologia industriale ci-tato nei manuali di ingegne-ria, un monumento all’edilizia

da salvaguardare tramite un riutilizzo compatibile. Chi deciderà di investire infat-ti dovrà tenere conto di una serie di vincoli imposti dalla Soprintendenza: conserva-zione dell’involucro esterno, salvaguardia delle facciate e della torretta. La notizia è che il silos potrebbe finalmente trovare una nuova destina-zione d’uso grazie a un ban-do di gara che l’Autorità Por-tuale, proprietaria dell’area, sta predisponendo in questi mesi per sancire il sogget-to vincitore a cui affidare la riqualificazione e la futura gestione dell’edificio. Ma il condizionale in questo caso è d’obbligo. Infatti nel corso

degli anni sono fioccate mol-tissime idee sul possibile ri-utilizzo dell’Hennebique: alla fine degli anni ’80 doveva trasformarsi in un albergo, poi avrebbe dovuto ospitare la sede della facoltà di Inge-gneria. Ultimamente all’inizio del 2010, quando già si par-lava di una gara per l’affida-mento, un gruppo di profes-sionisti (Carlo Guglielmetti, ideatore, Gianluca Peluzzo, progetto architettonico e Car-la Peirolero, progetto sceno-grafico) presentarono l’ambi-zioso “Progetto Cimento”, un contenitore culturale capace di ospitare musei (energia, cioccolato e pace), mostre permanenti, bar, ristoranti,

Foto di Daniele Orlandi

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un albergo e un parcheggio con oltre 450 posti. Infine a febbraio di quest’anno, in coincidenza con le celebra-zioni dell’Unita d’Italia, l’ul-tima proposta: perché non renderlo disponibile come sede del museo della storia d’Italia? Nessuna di queste proposte ha trovato finora un’applicazione concreta. Fiumi di parole e idee but-tate al vento, fatto sta che tutto è rimasto com’era. Ma qual è il problema che ha creato l’impasse? L’uscita di scena dell’Università è il fattore scatenante: il cambio di programma dell’ateneo e il trasferimento della facoltà di ingegneria presso il futu-ro villaggio tecnologico degli Erzelli, impone infatti una revisione delle funzioni pre-viste all’interno dell’ex depo-sito granario. È necessaria una variante al precedente accordo di programma si-glato nel 2007 fra Comune, Autorità Portuale e Univer-sità, per individuare quali

funzioni saranno “ammissibi-li”, vale a dire cosa si potrà realizzare all’interno di quegli immensi spazi. Non si trat-ta di un aspetto secondario visto l’ingente investimen-to che sarà necessario per la riqualificazione. Dopo la delibera che rende possibili le modifiche all’accordo, ap-prodata in giunta sul finire di aprile, non si è più avuta notizia dell’approvazione de-finitiva del testo, che spetta al Consiglio comunale. L’au-torità Portuale conferma di attendere le indicazioni di Palazzo Tursi. E ribadisce l’intenzione di indire la gara entro fine 2011, anche per-ché saranno necessari alme-no 5 anni per l’approvazione del progetto e la realizzazio-ne dei lavori. Un’operazione che comporterà notevoli in-vestimenti privati, una prima stima si assesta fra i 100 e i 150 milioni di euro, che in qualche maniera dovranno essere ammortizzati. Dal-la discussione in corso fra

Comune e Autorità Portuale sono trapelate le cosiddette “funzioni ammissibili”. Par-tiamo dalle certezze: la fun-zione prevalente dovrà es-sere pubblica; ma è prevista anche un’apertura a funzioni private di interesse pubblico, prevalentemente di tipo lu-dico culturale, per esempio uno spazio museale. Inoltre ci sarà la possibilità di rea-lizzare una struttura ricetti-vo – alberghiera a condizio-ne che i servizi di interesse pubblico non siano inferiori a una determinata percen-tuale. Non sono invece pre-viste residenze neppure di tipo universitario. Da quello che si riesce a comprendere l’obiettivo principale del re-cupero sarà quello di fornire luoghi di supporto alle atti-vità crocieristiche. E vista la contiguità con Ponte Parodi e il Ponte dei Mille non po-teva essere altrimenti. Resta da capire se per l’ennesima volta si tratta di un annuncio destinato a cadere nel vuoto.

Foto di Daniele Orlandi

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MACCHINA DEL TEMP

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13 NOVEMBRE 2010 Parte il progetto “Libera la Maddalena”, un’iniziativa nata dall’accordo tra il Pat-to per lo Sviluppo della Maddalena e “Libera”. Un’i-niziativa per sostenere la legalità e il contrasto alle mafie in una zona del centro disagiata. Il 4 ottobre di quest’anno sono stati inaugurati i locali in vico Mele, confiscati al malavitoso Rosario Caci. Il Comune ha provveduto al restyling e ha creato un open space con servizi igienici accessibili ai disabili.In futuro lo spazio sarà assegnato a una cooperativa sociale. 18 NOVEMBRE 2010 Terzo Valico: venivano ap-provate le delibere per l’apertura del cantiere per la realizzazione del primo lotto, del valore di 500 mi-lioni di euro, che consentirà un rapido collegamento tra il capoluogo ligure e le principali linee ferroviarie del nord. Proteste della popolazione e degli ambien-talisti. Confindustria manifesta il proprio appoggio all’opera, come del resto gli industriali le istituzioni e i bancari.L’11 novembre 2011 è stato firmato a Roma il contratto per i lavori della linea AV/AC del Terzo Valico dei Giovi sulla linea Milano – Genova. L’investimento complessivo per il Terzo Valico è di 6,2 miliardi di euro. La conclusione dei lavori è prevista per fine 2019.30 NOVEMBRE 2010 Protesta a Genova Sestri Ponente dei lavoratori della Piaggio Aero Industries, che bloccano il traffico in prossimità dell’aeroporto C.Colombo. Il sindacato Cisl spiega che questa pro-testa è esplosa dopo che si sono interrotte le trattati-ve tra i sindacati e l’azienda. Il nuovo piano industriale prevede infatti tre mesi di chiusura di alcuni reparti, e 172 esuberi tra Genova e Finale Ligure.Il 18 ottobre di quest’anno è stato approvato all’una-nimità l’Ordine del Giorno promosso dal Pdl sul futu-ro dello stabilimento di Sestri Ponente della Piaggio Aero.Con il documento il Consiglio regionale ha im-pegnato la Giunta a monitorare e vigilare sull’attuazio-ne dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2008 che garantiva carichi di lavoro sufficienti ad assicu-rare la stabilità del sito di Sestri Ponente con relativo reintegro dei lavoratori in cassa integrazione.

A GENOVA C'è vento

Carissimi lettori, spesso i miei interventi sono molto brevi: è che sono succinto per natura, quando ho espresso un con-cetto, per me va bene cosi’, ci sono ad esempio canzoni che sono già terminate alla prima strofa, però siccome devono essere lunghe ....bla bla bla,si riempono inutilmente, come certi libri, con descri-zioni logorroiche che si intuisce imme-diatamente a che cosa servono, ma le esigenze “spaziali”...Lei è un cretino, si informi! Tipica espres-sione di Totò, l’ineguagliabile Totò, non esistono altri aggettivi per descriverlo, però si possono trovare molti aggettivi per chi, ad Alassio ha fatto “estirpare “ la sua statua….perchè “non è ligure”…o perbacco…lei non lo sa…ma io sono ligure…toscano, siculo, veneto, emilia-no!!! E già, ci siamo lasciati scappare anche Totò, belin a Cuneo no, sono stati felici di ospitarlo!!! Perdinci ed anche per-bacco…tre anni di militare a cuneo… si informi…grazie Cuneo. D’altra parte ab-biamo spazzato via la casa di Paganini: caro turista si informi a Genova la casa di Paganini non c istà... si informi, ci sta-va ma non ci stà più… e mao belin Cri-stoforo Colombo.. .la tua c’è! Si informi.

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Quando via Garibaldi si chia-mava ancora via Montalbano, era il sito del postribolo pub-blico, l’analogo del lupanare di Pompei. Siamo al tempo delle Repubbliche Marinare, il “malaffare” si estendeva dalla Maddalena fino a Por-ta Soprana. La prostituzione non era un libero mestiere perché, ogni 5 anni, la via veniva appaltata e, dunque, essendo fonte di denaro do-veva essere regimentata.Dove, adesso, ci sono i dis-suasori per il traffico, a quei tempi c’era un cancello per

definirne i confini. Le “signo-rine”, infatti, pagavano rego-larmente le tasse, 5 genovini al giorno e, come lavoratri-ci, avevano il sabato libero, la domenica andavano alla messa, rigorosamente vesti-te di giallo e, a S.Giovanni, seguivano la processio-ne dietro l’effige della Maddalena, loro simbolo.La notte tornavano a fare il loro mestiere: avevano un portinaio per scoraggiare i violenti e se qualche ragaz-za veniva ferita, il responsa-bile era costretto a pagare

la diaria cioè l’equivalente del mancato lavoro. Erano chiamate le donne delle can-dele perchè il tempo e quindi l’onere della prestazione era determinato da una tacca in-cisa su un cero. All’inizio del 1500 i nobili genovesi, per co-struire i loro sontuosi palazzi, spostarono più a valle la vita notturna. Poiché il denaro continuava a fluire, non cam-biò nulla fino all’Unita d’Italia, quando Cavour si inventò la legge sulle case chiuse cioè case con persiane rigorosa-mente oscurate onde evitare

le case chiuse del centro storico a spasso per zena

Illustrazione Valentina Sciutti

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sguardi indiscreti. Queste ve-nivano censite come edifici di lusso e regolarmente tassate. Accanto ai lussuosi Suprema e il Mary Noir, di prima cate-goria, dove c’erano velluti, caviale e champagne, si tro-vavano quelle di bassissimo livello in vecchi magazzini, con panche in legno e tende come separè. La più famosa, tra il 1900 e la fine della guer-ra, era chiamata il Lepre ed era gestito da una certa Rina meglio conosciuta come la “Tigre di Gondar” per i suoi passati al seguito dell’eser-cito italiano in Etiopia. No-stalgica del fascismo, vietava alle signorine l’intimo nero, colore che non si addiceva a parti del corpo particolari. Essendo di categoria inter-media, c’era anche il sistema di accoglienza, un vero do-pocena, dove i ragazzi an-davano a fare “flanella” cioè nulla! Le tariffe erano: mez-zora, quarto d’ora, semplice e doppia. La prestazione ve-niva pagata con la marchetta che potevano essere tappi di bottiglia o bottoni o fiches. Un’altra casa molto famosa-era quella di vico dei Ragaz-zi, in cui potevano entrare i minorenni , cosa proibita dall

a legge che, in questo caso, chiudeva gli occhi dietro un lauto compenso da parte della maitresse Angioina.Nei pressi di vico Carabaghe, esisteva un “ritrovo” dalle pa-reti viola che il cantautore

Gino Paoli dichiara essere stata fonte di ispirazione per una sua celebre canzone. Un mondo di storie che solo gli “anta” possono racconta-re e che è finito il 1 gennaio 1958, con la legge Merlin.

a voxe de zena

Il nostro menù di prodotti d’asporto comprende ricette tipi-che della cucina ligure con un occhio di riguardo al reparto frittiOgni giorno potrete trovare cartocci di frittura mista di alta qualità con grandi protagoniste le acciughe impanateTutti i nostri piatti vengono cucinati da noi e le verdure utilizzate nelle prepara-zioni arrivano dall’entroterra genovese e sono assolutamente biologiche.

I MONELLIGASTRONOMIA LIGURE FRIGGITORIA

Piazza Lavagna 18rPRODOTTI D’ASPORTO - CONVENZIONI CON UFFICI E NEGOZI

ORARIO DI APERTURA da Lunedì al Sabato

dalle h 10:30 alle 21:30siamo chiusi la Domenicatel 010 252735

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LETTERE DALLA LUNASchiena dritta e petto in fuori,sei una forza della natura, uno sciame di colori...Ma il fulmine non si cattura,non si acchiappano gli odori.

Chissà quanti ne parlano e chissà quanti lo vor-rebbero quel tuo sguardo sicuro, quelle lame su-gli occhi... Ti sembrerà di non avere tempo, di essere lento, soffrirai la lontananza dei rumori e soffrirai le cose uguali che cambiano nome, che cambiano volto. Ti sembrerà di averle già sen-tite, già viste e provate. Ti crederai in errore e alzerai le difese.

Non rinunciarci mai, non mollare il volante, non cedere alla corrente.

Saranno tutti presi e occupati, perchè anche a loro sembrerà di non avere tempo... Ti sorpas-seranno e ti schiveranno, si convinceranno che esiste un modo di fare e un modo di dire, che non è il tuo, che non è il loro.

Non essere coraggiosa, sii coerente... Avrai più paura ma non conterà niente, non sarà impor-tante.

lettere dalla luna

la brasileravia 5MAGGIO 69R

GENOVABAR E APERITIVI

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LIVERPOOLPORTO D'INGHILTERRACITTA' DEI BEATLES di gabriele serpe

Appollaiata sulla foce del fiume Mersey, Liverpool è una città di porto, di marinai e navigatori. Lo si respira negli odori fra la nebbia e il cielo bigio, nei rumori degli uomini e dei gabbiani, e lo si sente la notte fra boccali di birra ingurgitata in quan-tità industriale e musica live di ogni genere suonata nei tanti locali, pub e club.Liverpool è la città dei Beat-les, la prima a scoprire il rock n’ roll quando nei primissimi anni Cinquanta, direttamente

dalle stive delle navi, arriva-vano i primi dischi america-ni di Chuck Berry ed Elvis Presley. Ancora oggi la città è profondamente legata ai suoi quattro “eroi”, e già lo si comprende quando si atterra al John Lennon airport, dove a darti il benvenuto è una scritta nera su sfondo bian-co: “Above us only sky”, dal testo di Imagine. Gli omag-gi e i riferimenti ai Beatles sono tantissimi, dal museo ricco di cimeli nella zona del porto al Cavern Club in

Mathew Street, e poi Penny Lane, Strawberry Field, luo-ghi che hanno ispirato can-zoni stupende... E’ possibile anche salire sul “Magical Mistery Tour” e scoprire la storia di Paul, George, Ringo e John attraversando i quar-tieri periferici a bordo di un pullman, con tanto di guida che animosamente raccon-ta le vicende più assurde (peccato lo faccia in ingle-se, quasi in dialetto, senza traduzioni in cuffia come in-vece accade in qualunque

1 8 DI TUTTO UN Pò

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di tutto un pò 1 9

altro pullman turistico).Capitale Europea della Cul-tura nel 2008, Liverpool vive racchiusa e protetta fra le sue coinvolgenti contraddi-zioni, caratterizzata da un centro moderno ed europeo (Liverpool One è un quartiere nuovo interamente occupato da un centro commerciale decisamente di cattivo gusto) intorno al quale si abbraccia una città completamente di-versa, tipicamente britanni-ca in quelle vesti che tanto sanno di carbone, mattoni e vita vissuta. Il silenzio al ca-lar della sera con la nebbia a pelo del fiume sotto i portici dell’Albert Dock (come il no-stro Porto Antico, il vecchio molo sul Mersey recuperato e restituito alla città), è la car-tolina di una città affascinante e misteriosa. Fra i vapori che si alzano dai tombini, l’antica Victoria Street che di notte si

trasforma in quartiere omo-sessuale, una fra le più gran-diChina Town in Europa e tantissimi locali, uno attac-cato all’altro, praticamente tutti gratuiti. Nessun esborso all’ingresso chiunque ci sia a suonare. Quartetti jazz, cover band (in questo caso fra Be-atles e Oasis gli amanti del genere avranno di che canta-re…), blues, rock e disco club.Da non dimenticare il forte legame che esiste fra la città e la squadra di calcio, il Liver-pool F.C. nella storica sede di

Anfield Road, un vero e proprio tempio per tut-ti gli amanti del calcio.Il tutto condito da un dialetto strettissimo che rende la par-lata di Liverpool unica in Inghil-terra e da una cordialità spes-so aiutata dalla birra, è vero, ma comunque decisamente piacevole e inaspettata per questa gente di porto, abituata ai modi duri e al sacrificio. E in-tanto laggiù, dalla riva del Mer-sey, l’antica torre dell’orologio sembra scandire le ore di un tempo chissà quanto lontano.

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di Adriana Morando

2 0 DI TUTTO UN Pò

Un incontro curioso, di quel-li che ti spingono a medi-tare, si è svolto presso le Cisterne di Palazzo Ducale. Dario Bressanini, chimico di professione, scrittore per passione, ci mette in guar-dia contro i pericoli della cattiva informazione che, in campo alimentare, può dar adito a leggende metropoli-tane assolutamente fallaci.Nel suo libro “Pane e Bugie“ pone l’accento su ciò che de-finiamo naturale e quello che etichettiamo come “chimico”.Qualche esempio... La pre-senza di metil-eugenolo, nel basilico, ha relegato il pesto tra le sostanze canceroge-ne, anche se il buon senso, valutandone la presenza in percentuale, ci dice chia-ramente che non sarebbe pericoloso neppure per una formica. Oppure il caffè che contiene 21 sostanze cance-rogene dovute alla tostatura e persino il succo d’arancia non è esente da elementi pericolosi, le cui dosi insigni-ficanti sono ampiamente bi-lanciate dagli effetti salutari o di piacevolezza. Siamo fans dello zucchero di canna? Le canne sono quelle che ab-biamo in testa se pensiamo a qualcosa di diverso dallo zucchero bianco, tacciato di essere cancerogeno e de-privato di preziosi oligo-ele-menti. Lo zucchero grezzo è

semplicemente meno raffi-nato, lo paghiamo di più e dovrebbe costare meno e ha un residuo pari allo 0,5% di calcio e potassio. Come dire che su 100g di zucche-ro ci sono 0,133g di potas-sio contro i 3g necessari pro die. Temiamo il “sintetico” ma assumiamo vitamina C in bustine o compresse, vita-mina che nessuno si sogne-rebbe di estrarre dal limone a costi esorbitanti e, così, la si estrae dall’amido di mais, con buona pace di tutti.LA FATIDICA DOMANDA:Biologico è sinonimo di sano? Dipende... in queste colture sono permessi solo antiparassitari “naturali” tra i quali il Rotenone e il solfato di rame, altamente neurotossici e non si possono coltivare nuove specie se non ottenu-te per mutazioni spontanee cioè per errori casuali della natura. Devono considerarsi

spontanee anche quelle in-dotte da radiazioni con cui si èottenuto il pompelmo rosa? Rifiutiamo a priori gli OGM, rei di aver un gene in più cioè una proteina (il prodotto di un gene è una proteina) capace di difenderli dai virus vegeta-li. Accertata la innocuità della proteina, l’immediato vantag-gio è che tali coltivazioni non devono essere trattate il che si traduce in un beneficio per la nostra salute e nella salva-guardia per il bio-habitat ani-male che vive nel campo.Infine merita un accenno il monossido di idrogeno, killer di professione: è un solvente industriale, responsabile del-le piogge acide, può essere radioattivo e causa l’effetto serra… Sapete che cos’è il monossido di idrogeno?? E’ il nome scientifico dell’acqua! E questo la dice lunga su come un’informazione non corret-ta può distorcere la realtà.

PANE E BUGIEL'EDUCAZIONE ALIMENTAREDI DARIO BRESSANINI

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di tutto un pò 2 1

PENNA SAGACE

BANNyV INOVER I TASdi gianluca nicosia

Il 29 Ottobre si è svolta la giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone. Numerose iniziative sono state promosse in tutta Italia per dire “No” all’utilizzo del carbone e per affermare la necessità di un piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica. Tra le iniziative promos-se vi sono stati presidi alle centrali di Civitavecchia, Saline Joniche, Brindisi, La Spezia e Vado Ligure.

Nessuna iniziativa è stata invece organizzata nella nostra città. Sembra infatti che nessuno si accorga più della centrale a carbone che si trova sotto la Lanterna e che anch’essa, a suo modo, sia diventata un simbo-lo di Genova. Per molti anni, a partire dal 1927, anno della sua costruzione, è stata il simbolo dello sviluppo della città e del suo porto, mentre oggi, a più di ottan-tanni di distanza, è il simbolo della delusione di chi, dopo aver detto di no al nucleare, si aspettava un fu-turo fatto di pannelli solari e pale eoliche e si ritova ad avere, al loro posto, un’enorme montagna di carbone.

Fortunatamente la centrale inizierà a spegnersi già dal prossimo anno per arrivare gradualmente alla chiusura nel 2017, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della concessione demaniale nel 2020. Pur-troppo tra le ipotesi circolate per sostituire la centrale sotto la Lanterna vi è anche la costruzione di un nuo-vo impianto nell’area delle acciaierie di Cornigliano, un’area che, in termini di impatto ambientale, ha già dato troppo. L’illusione che, in alternativa, basti rico-prire la diga foranea di pannelli solari o pale eoliche per risolvere il problema dell’energia resterà tale fino a che ognuno di noi vivrà come se avesse a dispo-sizione due o tre pianeti. Forse dopotutto non è così male avere davanti ai nostri occhi, mentre rivolgia-mo lo sguardo verso la Lanterna, un’enorme mon-tagna nera. Ci ricorderà che il nostro stile di vita ha un prezzo che prima o poi saremo costretti a pagare.

Il Bianco di Alcamo è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Trapani e Palermo. Istituito con decreto del 21/07/1972,si ha già notizia di questo vino nel 1549 quando uno dei sommelier della San-ta Sede lo classificò tra i vini più pregiati del tempo.La produzione avviene con la vinificazione in bianco, ov-vero l’immediata estrazione del succo dal frutto,in modo che la fermentazione riguardi solo la parte liquida. Questo processo si applica perchè i bianchi sono più soggetti ad alterazioni microbiche e/o fermentazioni anomale. Il co-lore è giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli,il sa-pore è secco, fresco e frut-tato; l’odore è leggero con sentori dell’uva d’origine.L’Alcamo Bianco DOC si accompagna con primi a base di pesce, pesce alla brace ma anche con fritta-te e formaggi ovini freschi.

VITGNI CON IL QUALE VIENE PRODOTTO:CATARRATTO BIANCO CO-MUNE 80%-100%CATARRATTO BIANCO LUCI-DO 80%-100%Titolo alcolometrico minimo del vino: 11.5°

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2 2 il caffè degli artisti

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il caffè degli artisti 2 3

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24 il caffè degli artisti

Il popolo del web e dei blog è in rivolta: desta scalpore l’ul-tima trovata della Siae, la so-cietà italiana autori ed editori, di imporre ai siti internet che pubblicano trailer cinemato-grafici che includono musica, il pagamento di una tassa, il cui importo parte da 450 euro ogni tre mesi per il diritto di pubblicare fino a 30 trailer.Nel comunicato diffuso qual-che giorno fa, i paladini del diritto d’autore spiegano che diffondere al pubblico colonne sonore senza averne assolto i diritti d’autore, rappresenta una violazione della legge.I magazine e i blog cinema-tografici on line, con la possi-bilità di arricchire i trailer con inserimenti musicali aumen-terebbero l’attrattività sia nei confronti degli utenti che degli inserzionisti pubblicitari. Per cui questo vantaggio in più va pagato, e a caro prezzo aggiungiamo noi. In pratica questa tassa è basata sull’i-potesi che le musiche dei film incrementano la forza com-merciale dei siti, è una tassa sull’ipotetica attrattività! Que-sta tassazione non è prevista per i siti non commerciali, cioè quelli che non hanno al loro interno la pubblicità. Nessuna eccezione per tutti gli altri: Siae non fa differenza

il pagamento, molti siti hanno rimosso i trailer ma secondo la Siae il costo è dovuto lo stesso per la passata pub-blicazione. La Siae signori e signori ha poteri retroattivi! Quantomeno bizzarro, visto che per una grande quantità delle leggi dello Stato Italiano (incluse quelle penali) vige il principio di non-retroattività.Il rischio è che questa deci-sione penalizzi il mercato ci-nematografico, che non sta di certo vivendo uno dei suoi momenti migliori. Soprattut-to i film di qualità e non di massa, che sarebbero tas-sati quanto i grandi colossal.

TASSA SUI TRAILERL'ENNESIMA TROVATA DEI paladini dei diritti d'autore di manuela stella

Illustrazione di Chiara Spanò

tra chi pubblica il trailer e chi si limita a mettere il link a un video tratto da Youtube.La licenza trailer prevede la regolarizzazione da parte dei siti per l’anno 2011, più l’am-montare per i prossimi due anni, 2012 e 2013, a partire dal 1800 euro l’anno, con la possibilità però di pubblicare un numero limitato di trailer. Difficile pensare che ci pos-sa essere una convenienza economica anche per i siti più grossi e strutturati, un numero limitato di trailer dif-ficilmente genererebbe un traffico di visite sul sito tale da ripagare 1800. Per evitare

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il caffè degli artisti 2 5

ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI A RiSCHIO CHIUSURA di Marta Traverso

Una scelta dolorosa ma ine-vitabile: da qualche tempo girano voci sulla possibile chiusura dell’Accademia di Belle Arti e del relativo Museo.Non sono a rischio soltanto i corsi di studio per molti giova-ni creativi (quest’anno bloccati i corsi biennali), ma anche un museo, che nonostante possie-da opere che attraversano set-te secoli di storia dell’arte attira appena mille visitatori l’anno.Un museo già costretto a con-vivere con un orario di apertura ridotto all’osso (solo nei gior-ni feriali) e un buco di bilancio

mentato il direttore del Museo Giulio Sommariva: “Se riuscire-mo a vendere quei quadri il mu-seo rimarrà aperto. Viceversa, la sua chiusura e quella dell’intera Accademia saranno inevitabili“.Restiamo quindi in attesa di conoscere gli sviluppi fu-turi della vicenda: non di-mentichiamo che l’Accade-mia è l’unica struttura ligure riconosciuta dallo Stato per l’insegnamento delle belle arti.E ora un appello ai genove-si: se non siete mai stati al museo, è una buona occa-sione per farlo. Non trovate?

di circa un milione di euro. Lo spettro chiusura arriva dopo che il Comune di Genova ha minacciato di tagliare dal pros-simo anno i fondi finora garan-titi all’Accademia, poco più di cinquecentomila euro annui.In questi giorni si sta consuman-do un tentativo in extremis per salvare il museo: vendere tren-ta dipinti alla Fondazione Cari-ge, per una cifra complessiva che si spera superi l’intero disa-vanzo. Si tratta di opere minori, ma che costituiscono comun-que una parte importante del patrimonio museale. Così ha

Lupo Antica Trattoria si trova alle porte del Centro Storico Genovese, ristorantino informale, romantico in stile anni 30 adibito come l’ interno di una vera casa, proprio per mettervi a vostro agio, potrete gustare la cucina tradizionale genovese e la cucina creativa e sfiziosa del nostro Chef. Il locale cerca di rivitalizzare la zona con la creazione di numerosi eventi dalle mostre d’ arte alle sfilate di moda e alle lezioni di macramè in sala Te al pomeriggio, potrete anche trovare all’ interno vetrine espositive dove abili artigiani liguri mettono in vendita le loro creazioni dalla ceramica alla filigrana di Campo Ligure, per un regalo che parla della Liguria. Il ristorante è nel circuito Genova Gourmet, usa Pesce fresco di mare collaboriamo con il Pesce Ritrovato Acquario di Genova ,Piatti per Celiaci e Vegani, in Guida Michelin. Quality per l’ Ospitalità Italiana.Da noi per riscoprire la nostra Liguria in tutte le sue forme d’ Arte.

Vico delle Monachette 20 Rosso (Principe inizio via Balbi) Genova

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2 6 il caffè degli artisti

l' angolo diGianni Martini

Nel periodo che va dai primi anni ’60 fino alla metà degli anni ’70 esercitarono un ruolo rilevante anche alcune trasmissioni radio-foniche e televisive, alcune riviste a tiratura nazionale e poi qualche discografico, dj, case editrici e quotidiani legati al “movimento”. Si tratta di un segmento impor-tante della vita socio-culturale del nostro paese, proprio perché favorirà processi, squisitamente sociali, di “formazione identita-ria”, in senso anticonformista, progressista e successivamen-te – almeno per alcuni - anta-gonista. Anche in questo caso poche citazioni e l’impossibilità di essere esaurienti. Le prime riviste esclusivamente rivolte ai giovani e al loro mondo, furono: “Ciao amici”, “Big”, “Giovani”, per arrivare, tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70 a: “Ciao 2001”, “Re nudo”, “Muzak”, riviste sempre più politicizzate e tutte, appunto, a distribuzione nazionale. Vorrei invece dedicare una citazione un poco più ampia a due riviste “locali”, entrambe di Milano, che furono al centro di feroci azioni repressive, a dimostrazione di quanto il clima stesse inizian-do a scaldarsi. Citerò per prima “La zanzara”, rivista studentesca milanese che nel 1966 realizzò un’inchiesta sui costumi sessuali dei giovani. Scoppiò un enorme scandalo. La stampa benpen-sante, servilmente e istericamen-te, si lanciò a descrivere quell’in-chiesta come un attacco alla

morale comune, al senso del pu-dore ecc…dipingendo gli studen-ti che l’avevano realizzata come teppisti, incoscienti ecc…L’altra rivista fu “Mondo beat” che uscì per soli 6 numeri. Gli obiettivi del collettivo che l’animava (va ricordato almeno G. De Martino) erano quelli di arrivare ad essere un riferimento nazionale. E pro-babilmente ci sarebbero anche riusciti. Purtroppo ebbero la ma-laugurata idea di organizzare nel 1967 un campeggio libero in una zona periferica di Milano. Anche in questo caso scoppiò un puti-ferio. A rileggere gli articoli allora usciti sui quotidiani (riportati nel bel libro “Capelloni & ninfette” ed. Costa & Nolan) si capisce il timore borghese per il dilagare di un pensiero e un modo di vi-vere non conformista, opposto ai riti comportamentali di un per-benismo ipocrita e sempre più percepito come falso. La polizia intervenne pesantemente all’alba del 12 giugno, disinfestando tutta la zona, tagliando forzatamente i capelli ai ragazzi (va segnala-to che alcuni genitori si unirono all’azione di “bonifica” della poli-zia). Il Corriere della sera, tanto per citare un esempio, sopran-nominò quel campeggio – ini-ziato il 1° maggio del 1967, con un regolare contratto di affitto per l’uso del terreno, valido fino al 31 agosto– “nuova barbo-nia”…!!! La rivista “Mondo beat” fu ovviamente chiusa e alcuni membri della redazione arrestati.

Tuttavia l’eco di questo episodio fu enorme e un po’ in tutta Italia iniziarono a diffondersi riviste, fogli, bollettini e poi funzine con taglio locale. Come si è detto anche la radio acquistò impor-tanza soprattutto per alcune tra-smissioni condotte da giovani dj che sapevano bene interpreta-re i nuovi gusti musicali, poiché loro stessi appartenevano a quel mondo. Tra la prima parte de-gli anni ’60 e la metà degli anni ’70 citerei innanzitutto R. Arbore e G. Boncompagni e poi alme-no D. Salvatori e R. Dagostino. Anche alcune trasmissioni ra-diofoniche televisive possono essere considerati alla stregua di “agenti identitari”, perché ve-nivano seguiti da un tipo di gio-vane, culturalmente più aperto, spesso attivo nei movimenti che animavano le piazze di quegli anni. Parliamo di: “Bandiera gial-la”, “Per voi giovani”, “Superso-nic”, “Alto gradimento”, “Chi sa chi lo sa “, “Scacco matto” ecc…Arrivò poi la stagione delle “radio libere”: prima fra tutte la bolo-gnese “Radio Alice”, che la poli-zia chiuse con una irruzione nel 1977, le romane “ Radio radicale”, “Radio città futura, “Radio onde rosse”, mentre “Radio popolare” trasmetteva da Milano. A Genova ci fu “Radio Genova ‘76”, a Pa-dova “Radio Sherwood”. Queste radio (e molte altre da Bolzano a Trapani) diffondevano ovviamen-te le idee del movimento e le sue magmatiche pulsioni musicali.

Periodo di grandi fermenti sociali e artistici, quello compreso tra gli anni ’60 e i ’70. E la nostra tesi consiste nell’assegnare un rap-porto diretto (non deterministicamente inteso, sia chiaro) tra l’im-pegno sociale e la vitalità artistica, tra la spinta politica che chiede un cambiamento radicale e i linguaggi espressivi che rom-pono con la tradizione, in nome di un rinnovamento dell’uomo.

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ESPOSITORI FISSI Piazza Dante (attraversamento pedonale di fronte casa Colombo) Via XII Ottobre (attraversamento pedonale di fronte bar Moody) Piazza delle Erbe (Biggie, Caffè Letterario, Gradisca) Via Assarotti 11R (Rapid Service Mosca) Matitone (ingresso lato levante) Ospedale Galliera (atrio principale) Monoblocco Ospedale San Martino (atrio lato edicola), Berio Cafè (c/o Biblioteca Berio via del Seminario) vico del Ferro 5 (Assoutenti) Sestri Ponente (Biblioteca Bruschi-Sartori, Via Biancheri zona stazione FS)

CENTROPiazza Dante (espositore attraversamento pedonale) Via Fieschi/Seminario (Berio Cafè) Via Ceccardi (Librerie Feltri-nelli) Via XX Settembre (Forum FNAC) Via Cesarea (Birreria Scassadiavoli, Bar Cesarea), Via Malta (Rock Cafè) Piazza del-la Vittoria (XO) Via XII Ottobre (espositore attraversamen-to pedonale) Via Assarotti (Rapid Service Mosca) Fontane Marose/ Via Garibaldi (Edicola Fontane Marose, Assoutenti vico del Ferro, BookShop Palazzo Tursi, Baribaldi, Guitar Land) Zona Maddalena (edicola via Maddalena, La Lepre, Teatro HOPS, bar Piazza Posta Vecchia, Pub i 4 Canti, GloGlo Bistrot) Via Cairoli/ Piazza Meridiana (Cairoli Cafè, Les Aperitif, Cafè Monticelli, O Caffè, Cairoli Dischi, Libreria Bozzi, Ghetto Bla-ster) Zona San Lorenzo/ Giustiniani (Bar Pasticceria Da Giu-se, Glad, Little Italy) XXV aprile/ Casana (Bar Baruffa, Bar 25, Bar Antica Casana, Cafè de Paris) Matteotti/ Porta Soprana/ Pollaiuoli (Informa Giovani, Mentelocale, Bar Boomerang) Zona piazza Erbe/Via di San Bernardo (Le Corbusier, Gra-disca Cafè, Biggie, Caffè letterario delle erbe, Moretti, Taver-na degli Alabardieri) Soziglia (Klainguti, Almanacco) Via San Luca/ Fossatello (Edicola Fossatello, Boarder Cafè, Pasticceria Cavo, Caffetteria Lomellini) Piazza del Carmine (Bar Marika, Osteria piazza del Carmine) Via Balbi/ Santa Brigida (Univer-sità di Lettere Balbi 4, Scienze Politiche/Giurisprudenza Balbi 5 (accoglienza), Università Lingue, Polo Universitario) Via Prè (Libreria Books in the Casba) Porto Antico (Università di Eco-nomia, libreria Porto Antico, Bigo Cafè, Museo Luzzati, Antica Vetreria del Molo, Biblioteca De Amicis, Bicu)CARIGNANOOspedale Galliera (atrio principale) Via Nino Bixio (Bar Moji-to), Via Corsica (Mattoni Rossi) Piazza Carignano (Blanco lounge bar)CASTELLETTOSpianata Castelletto (bar gelateria Don Paolo) Piazza Manin (Alle Volte)NERVIPasseggiata Anita Garibaldi (Senhor do Bonfim) Stazione FS (Bar chiosco) Via Oberdan (gelateria Gaggero, gelateria Chicco, Bar Piazzetta, Al Castello Pub)QUINTOVia Gianelli (Bar Colombo, A due Passi dal Mare)QUARTO DEI MILLELungomare Via Quarto (Sette Nasi) Priaruggia (Il Galeone, Bar Giangiulio) Viale Des Geneys 14R (Sede Gruppo Edito-riale Era Superba, Bar Tino) Piazza Nievo (Circolo Ricreativo Dario Fazio) Via Schiaffino (O’Connor Pub)STURLAVia V Maggio (Liggia) Piazza Sturla (Big Ben)ALBARO Boccadasse (Creperia La tartana) Via F. Cavallotti (Hobby sport junior, Posh, Bar Sereno) Corso Italia (Bar Garden, Gelati Italia) Via De Gaspari (Tonitto, piscine di Albaro) Via Gobetti (Bar Brio) Via Nizza (Belli che aneti) Via Piave (bar Piave)

SAN MARTINOOspedale San Martino (atrio Monoblocco) Corso Europa (Uni-versità Scienze motorie, Università di Medicina e Scienze Natu-rali)FOCEPiazza Rossetti (Bisquit Cafè) Corso Torino (Grigua, Il Salotto) Corso Buenos Aires (Il baretto) Via Finocchiaro Aprile (La Rosa dei Venti), Via Pisacane (Il Bar) Piazza Palermo (bar Foce) Via Rivale (bar Movie, bar Boom) Via di S.Zita (bar Mediterraneo) Viale Brigate Partigiane (Bar Night&Day) Via Trebisonda (Cafè de Nuit)SAN FRUTTUOSOPiazza Giusti - Manzoni (Bar Don Chisciotte, Sportello del citta-dino)MARASSI Via del Chiappazzo (scuola di musica ‘Music Line’)VOLTRIVia Camozzini (Voltri Cafè, Bar Luigi, Bar Roma) Passeggiata mare (Fuori Rotta) Piazza Odicini (Circolo Anpi Odicini, La Bot-tega del Goloso 2), Kapitombolo (Via S.Ambrogio 18r), Piazza Lerda (New Gibò, bar Gli Archi) Stazione FS (Bar Stazione) PRaVia Prà (Bar Nuovo Cafè Rolando, Tony e Giò,104 Rosso, Bar Grisù) Via Fusinato (Caffetteria degli archi) Piazza Sciesa (Bar Bellotti) Via Murtola (Bar Flò) Fascia di Rispetto (bar pizzeria Il Gufo 2)PEGLIVia Pegli (La Tana dei Golosi, Bar Peretti), Largo Calasetta (cir-colo Rari - Nantes), Lungomare di Pegli (Bar Pasticceria Amleto, Alma Cafè), Pontile Milani (Bar chiosco), Piazza Rapisardi (Bar Franca), Via Parma (Bar Angelo), Via della Maona/Odisso (Bar Christian’s), Stazione FS (edicola), Via Martiri della Libertà (Bar le Palme)MULTEDOVia Ronchi (Cafè Restaurant La Porcigna) Via Dei Reggio (Molli Malone’ s Guinnes Pub)SESTRI PONENTEVia Biancheri (espositore fisso lato stazione), Via Merano (Aqua-rius), Via Soliman (Bar New Sensation, Biblioteca Civica Bruschi Sartori), Via Ginocchio (Tumbler), Vico al Gazzo (Les Barriques), Via Sestri (Le Petit Cafè, Maestrale, La caffetteria, Librerie Coop, Bar il Fragolino, L’Arte dell’Espresso, Bar Tentazioni, Caffè degli ar-chi, Pit Stop), Via Menotti (Merendò), Piazza Baracca ( La sosta del buongustaio)CORNIGLIANOVia Cornigliano (Pintori dolce e salato, Music Bar Ikebana, Ze-rodieci)SAMPIERDARENAVia Ghiglione (Damme del Tu) Via Buranello (Bar Modena, Cen-tro Civico Buranello) WTC/ Via di Francia (Le Cafè, Snack Bar, La Torre, Le Delizie della Lanterna) Mura degli Angeli (Bar degli Angeli)CERTOSABiblioteca Cervetto

lista distr i b uz ion e

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ZIMINO DI CECI INGREDIENTI250 gr. di ceci secchi; bicarbonato di sodio; 10 foglie di bietole; una carota piccola; una costa di sedano; mez-za cipolla; uno spicchio d’aglio; un ciuffo di prezzemo-lo; olio extravergine d’oliva; vino bianco secco; conser-va di pomodoro; 200 gr. di ditali rigate o crostini di pane casereccio; parmigiano grattugiato; sale; pepe nero.

PREPARAZIONEMettete a bagno, per una notte, i ceci in acqua tiepida con un cucchiaino di bicarbonato. Lessateli poi a fuoco lento in ac-qua salata per circa 2 ore. Tritate tutti i sapori e fateli rosolare in una padella con un pò d’olio e le bietole tagliate a listarelle.Quando saranno appassiti bagnate con mezzo bicchie-re di vino bianco: lasciate evaporare, quindi unite un cucchiaio di conserva diluita con un pò d’acqua. Lascia-te cuocere per circa 15 minuti, poi aggiungete un litro e mezzo d’acqua calda e i ceci scolati. Portare a bollore e lasciar cuocere per circa mezz’ora, quindi gettare la pasta.A cottura ultimata servite con parmigiano grattu-giato, un pò d’olio e pepe macinato al momento.La pasta potrà essere sostituita da crostini insapo-riti con uno spicchio d’aglio sfregato in superficie.

Participi passati irregolariMolte irregolarità si presenta-no nei participi passati di ver-bi la cui coniugazione è per il resto regolare. Ad esempio:

Accendere (açende) → Acceso açeiso

Aprire(arvî) → Aperto averto

Cadere (cazze) → Caduto cheito

Condurre (condùe) → Condotto conduto

Coverto (crovî) → Coperto coverto

Cuocere (cheuxe) → Cotto cheutto

Friggere (frizze) → Fritto frïto

Guadagnare (guägnâ) → Guadagnato guägno

Morire (moî) → Morto mòrto

Pungere (ponze) →Punto ponto

Piangere (cianze) → Pianto cento

Raccogliere (accheugge)→ Raccolto accuggeito

Sciogliere (deSgöge) →Sciolto desguggeito

Spegnere (ammortâ) → Spento ammòrto

Rompere (rompî) → Rotto rotto

Tendere (tende) → Teso teisoTrarre (trâ) → Tratto trætoVedere(vedde)- Visto visto

Vivere (vîve) → Vissuto visciùo

PARLA COME MANGI di manuela stella

2 8 il blog del tama

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parla come mangi 2 9

il blog del tamaQui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favori-sce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si di-stingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al me-rito, e la povertà non costitui-sce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quoti-diana; noi non siamo sospet-tosi l’uno dell’altro e

non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossi-mo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vi-vere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi peri-colo.

Un cittadino ateniese non tra-scura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni pri-vate.

Qui ad Atene noi facciamo così.Ci è stato insegnato di rispet-tare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo protegge-re coloro che ricevono offesa.E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’uni-versale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.Un uomo che non si interes-sa allo Stato noi non lo con-sideriamo innocuo, ma inu-tile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.Noi non consideriamo la di-scussione come un ostacolo sulla via della democrazia.Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stes-so, la prontezza a fronteggia-re qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle - Discorso agli Atenie-si, 461 a.C.

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Fino al 7 dicembre “Moscheta” . Uno spettacolo che mette in scena con originalissima comicità un mondo contadino rozzo e sen-suale (dove si parla il dialetto padano), ma comunque migliore di quello affettato e ingannatore della città, nella quale trionfa la lingua “moscheta” che appartiene ai furbi e agli imbroglioni. Teatro della Corte, tutti i giorni inizio spettacolo 2030, domenica h 16, lunedì chiuso.

Venerdì 18 novembreH 2030 Festival Govi in rock. Concerti di Dassistassy, Borderline, The Chicago Groovers. Teatro Govi, Bolza-netoH 2230 The best of Cabaret Burleque. La Claque in Agorà, vico san Donato

Sabato 19 novembreH 2030 Festival Govi in rock. Concerti di Rock Ola, Spazio Zero, Tropico del Blasco. Teatro Govi, BolzanetoH 2130 Sara Velardo singer songwriter – acoustic rock, folk, blues, bossanova (Lc). Chitarrista e cantautri-ce da Lecco. Ostaia Da u Neo, Sestri PH 2230 Belohorizonte, spettacolo di cabaret. La cla-que in Agorà, vico san Donato

Domenica 20 novembreH 2030 festival Govi in rock. Concerti di Alessandro Bianchi, Michelangelo Pulci, Maurizio Lastrico, Andrea Possa, Marco Rinaldi. Teatro Govi, Bolzaneto

Lunedì 21 novembreH 18 Sul buon uso dell’indignazione. Con il tono ap-passionato di un’orazione civile, Roberta De Monticelli in La questione civile mette a fuoco con esattezza il cuore della tragedia che stiamo vivendo, e mostra come dal buon uso della nostra indignazione possa risultare una rifondazione, un progetto per una nuova civiltà. La fel-trinelli.

Dal 22 al 27 novembreL’ultima notte. Anatomia di un suicidio di Corrado Augias, Vladimiro Polchi. Teatro Duse. Inizio h 2030, domenica h 16.

Mercoledì 23 novembre-H 18 Incontro con Don Andrea Gallo in occasione dell’u-scita del suo ultimo libro Se non ora, adesso e della sua biografia a cura di Bruno Viani Ancora in strada, un prete da marciapiede. La Feltrinelli

Giovedì 24 novembreH 18 Incontro con Gianrico Carofiglio Una donna in fuga dal suo passato. Un bambino in fuga dalla realtà, tra sogni e incubi. Un uomo inchiodato a una colpa remota. Tre vite intrecciate per il nuovo romanzo di un protago-nista della narrativa italiana. Gianrico Carofiglio incontra i lettori in occasione dell’uscita de Il silenzio dell’onda. La FeltrinelliH 21 La donna che sbatteva nelle porte di Roddy Doyle con Marina MassironiUn viaggio duro ma vitalissimo in una vicenda potente-mente contemporanea, dove dramma e felicità si intrec-ciano continuamente. Teatro dell’Archivolto, anche il 25 e 26 novembreH 2230 SERATA BORGATA BOREDOM: Trans Upper Egypt + Delacave. LA Claque

Venerdì 25 novembreh 1745 I diritti e la città con Edoardo Salzano, docen-te di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, direttore del sito web Edduburg.it. Tra i suoi ultimi libri Memorie di un urbanista. L’Italia che ho vissuto (Corte del Fontego, 2010). Palazzo DucaleH 21 Foriamo i Filtri! Spettacolo-concerto di Gabriele Serpe. Il concerto del cantautore genovese è arricchito dalla presenza sul palco di attori e attrici, protagonisti di dialoghi e monologhi scritti dallo stesso cantautore. Un "mix" che ha catturato l'attenzione del pubblico sin dal-le primissime apparizioni nei teatri del capoluogo ligure. Musicisti: Giulio Gaietto, Andrea Giannini, Marco Topini , attori: Federica Covaia, Fabio Fiori, Gigi Picetti, Annalisa Serpe, musiche: Gabriele Serpe. Teatro Garage.

Sabato 26 novembre H 21 REPLAY Dance Festival In consolle suoneranno: - BOOKA SHADE djset (GER) il mitico duo tedesco della label Get Physical electro e deep house - HEIDI (CAN) con il suo suono dance underground, GIOVANNI VER-RINA (ITA) artista di riferimento nella scena “clubbing” genovese e nazionale. 105 stadiumh 2130 Ila & The Happies Tree singer songwriter and band -folk/indie (Bg). Ostaia da u Neo, Sestri P

Lunedì 28 novembre H 1730 Lettori cercasi Torna il gruppo di lettu-ra Feltrinelli-Teatro della Tosse: un nuovo ciclo di incontri per leggere a voce alta e discutere dei li-bri più amati.In questo novembresi leggono i fratelli

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Karamazov di Fedor Dostoevskij. Con Laura Salmon (Università di Genova), Pietro Fabbri e i lettori a voce alta del gruppo di lettura. La Feltrinelli.

Martedì 29 novembre h 18 Poesia d’amore al BerioCafé. Presentazione del-la nuova raccolta di poesie di Tullio Gardini: “Fillide & Geco” Insieme all’autore intervengono: Stefano Verdino critico letterario, “Pimpi” Barabino che leggerà alcune po-esie, Antonio Gambula maestro e direttore d’orchestra, al violoncello. Berio Cafè-h 21 Zucchero in concerto. 105 stadium, anche domani

Dal 29 novembre al 4 dicembre Questa immensa notte. Quando Loredana e Mary esco-no di prigione, il mondo esterno non le può aiutare, ma le soffoca e le intimorisce.. Rappresentato per la prima volta a Londra nel 2008, il delicato ritratto di due donne che provano a ricominciare. Una produzione del Teatro Cargo con la regia di Laura Sicignano. Teatro Duse. Ini-zio h 2030, domenica h 16.

Mercoledì 30 novembre H 1745 Mediterranea, voci tra le sponde – Incontro con Abraham B. Yehoshua – La scena perdutaTra i più importanti scrittori contemporanei, insegna Letteratura comparata e Letteratura ebraica ad Haifa. Palazzo DucaleH18 Città mediterranee e deriva liberista. Presenta-zione del libro sulle trasformazioni delle più importanti cit-tà mediterranee. Ne discutono l’autore, Salvatore Palid-da, Marco Preve (giornalista del quotidiano Repubblica e autore di libri sulla speculazione edilizia) e l’architetto-urbanista Carlo Andrea Chevellard. Berio Cafè. h 1830 “Il libro è servito” ciclo di letture aperitivo - Così parlò Bellavista” di Luciano de Crescenzo, leggono Ro-berta Romano e Jorma Lagolio. Osteria La Italia, in via Torti 5 r.

Giovedì 1 dicembreH 21 Jovanotti in concerto. 105 stadium

Venerdì 2 dicembreH 19 La notte degli scrittori a cura di Giorgio Gallio-ne, partecipano Diego De Silva, Maurizio Di Giovanni, Carlo Lucarelli, Valeria Parrella, Marco Presta, Maria Pia Veladiano. Conduce Danilo Di Termini. Dopo il successo dello scorso anno ritorna l’iniziativa che porta sul palco (e a cena a teatro) alcuni tra gli scrittori più rappresenta-tivi del panorama italiano, per una sera anche interpreti della propria opera. Teatro dell’Archivolto, anche il 25 e 26 novembre

Sabato 3 dicembreH 21 Lettere da lontano – Parole e musica del distacco” parla di emigrazione, con un occhio a quella storica ligu-re ma anche a quella contemporanea di chi è arrivato e continua ad arrivare nella nostra regione. Teatro Garage, anche domaniH 2130 Jono Manson singer songwriter rock,r&b,soul (Santa Fe, New Mexico). Ostaia da u Neo, Sestri P

Dal 5 al 8 dicembre Commedia da camera. Mescolando ironia e omaggio artistico, Luigi Maio propone un gioco ludico e didattico sui Gironi danteschi, in cui Liszt prende il posto di Virgilio e dove la poesia dell’Alighieri si sposa alle note di un artista romantico che, in perpetua oscillazione tra Dante, Goethe e Paganini, sapeva attrarre e affascinare giovani platee in preda ai più costruttivi deliri. Uno spettacolo per il duecentesimo anniversario della nascita di Liszt. Teatro Duse. Inizio h 2030, domenica h 16.

Martedì 6 dicembreH 21 Vitamia – Gianmaria Testa. Un concerto per pre-sentare il nuovo disco, un affresco sentimentale e umano che porta con sé sfumature e colori musicali diversi. Te-atro dell’Archivolto

Mercoledì 7 dicembre H 2130 Swing String Band swing, jazz (Ge). Ostaia da u Neo, Sestri P

Sabato 10 dicembre H 2030 “Canto… Sinnò me moro”, dedicato a Gabriella Ferri. Luisa Rigoli e suo figlio Federico Sirianni rendono omaggio all’arte della cantante protagonista di un percor-so ricco di grandi successi. Teatro DuseH 2130 Los Bonobos Boracheros(BOBBY SOUL & ALE FAZZ CAORSI) in concerto . Canzoni d’autore, blues, soul (Ge). Ostaia da u Neo, Sestri PH 2230 SI SON PRESI IL NOSTRO CUORE – con MAS-SIMO BUBOLA E GIULIO CAVALLi. La Claque

Lunedì 12 dicembreH 1745 Mediterranea, voci tra le sponde – Incontro con Petros Markari – Il giorno del giudizioPalazzo Ducale.

Martedì 13 dicembreH 1745 La città per i bambini con Analia Setton, peda-gogista. Infanzia&Città, Settore Servizi per l’infanzia del Comune di Milano. Collabora alla Ricerca Internazionale Tobin. Palazzo Ducale

DAl 13 al 18 dicembreELEKTRA. Un testo che appassiona per la sua forza po-etica e per la immaginifica musicalità delle parole. Una rivisitazione moderna del mito greco classico, caratteriz-zata dalla violenza barbarica delle passioni e dall’emer-gere dei personaggi da un arcaico paesaggio dell’anima. Teatro della Corte, tutti i giorni inizio spettacolo 2030, domenica h 16, lunedì chiuso.Venerdì 16 / sabato 17 dicembre ore 21Eretici e corsari dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Lu-porini e Pier Paolo Pasolini con Claudio Gioè e Neri Mar-corè, musiche dal vivo GNU QUARTETUno spettacolo che si alimenta di questi materiali: mo-nologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”.

Sabato 17 dicembre H 2130 Chemako & Kid blues ( Pv, Ge ) in concerto. Ostaia da u Neo.

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