EQUINEWS - SICILIA

34
Reg. Trib. di Palermo n.6 del 18/02/2009 N. 1 — marzo 2010 www.equinews.biz — [email protected] E qui N ews Sicilia

description

NUMERO 1 - MARZO 2010

Transcript of EQUINEWS - SICILIA

Page 1: EQUINEWS - SICILIA

Reg.

Trib

. di P

aler

mo

n.6

del 1

8/02

/200

9 —

N

. 1 —

mar

zo 2

010

ww

w.e

quin

ews.

biz

— e

quin

ews@

alic

e.it

Equi N

ews Sic

ilia

Page 2: EQUINEWS - SICILIA
Page 3: EQUINEWS - SICILIA

CopertinaEnzo Fragalà su Pepsi Day

Mensile di equitazione e cultura dell’ambienteN. 1 - marzo 2010

[email protected] - www.equinews.bizReg. Trib. di Palermo, n. 6 del 18 febbraio 2009

Distribuzione a mezzo Web

una pubblicazioneGarsigliana Sport Equestrivia Iside, 22 - 90149 Palermo

Tel (091) 418666 - Fax: +39 (091) [email protected]

Direttore eDitorialeRosario Seminerio

Direttore responsabileDavide Matranga

Hanno Collaborato a questo numero:

Natalia Riccobono, Gaetano Sabato, Claudia Santoro, Francesco Pagano,

Antonio Inghilleri,Chiara Maiolino, Salvatore Vitale

FotograFieClaudia Santoro, Chiara Maiolino, Salvatore

Vitale, Sicilyequitation, Rosario Seminerio

segreteria Di reDazioneLuigia Cangemi

progetto graFiCo e impaginazioneGarsigliana Sport Equestri

Luigi Casella

Copyright © 2010Garsigliana Sport Equestri

SommarioSommarioEquiNewsSicilia

COOPSETTE Soc. Coop.42024 Castelnovo Sotto (RE)Telefono +39 (0522) 961111Fax +39 (0522) [email protected]

5 editorialedi Rosario Seminerio

7 NotiziePolitica Nazionale: il Punto

8 Non solo SiciliaArezzo Equestriam Centre , un esempio per tutti

10 Il personaggioDario Minutoli

1 2 Trofeo Sicilia Giuseppe Allò si aggiudica la 135 della seconda tappa

15 NotizieIn Breve

18 Non solo saltiIl volteggio come arte a cavallo

21 Fisco Costituire un’associazione

22 VeterinariaLa prevenzione del sorriso del nostro cavallo

24 Horse therapist Manteniamo in forma i nostri cavalli: lo stretching

28 NotizieConi e «Favorita», il nuovo binomio

Page 4: EQUINEWS - SICILIA

2

E ra una calda e soleggia-ta mattina del maggio del 2000 quando ho co-

nosciuto Enzo Fragalà. Sono stati amici comuni a farci in-contrare, proprio alla «Strut-tura Equestre». All’interno di quel centro, la Favorita, che poi, sarebbe diventata il terre-no di tante iniziative e, anche, di qualche piccolo e costruttivo “scontro” di idee. Enzo faceva parte di un gruppo di avvocati ai quali l’equitazione aveva ra-

pito il cuore. Sebbene egli non fosse particolarmente legato alle gare, alle quali talvolta ha partecipato, bensì erano le lunghe passeggiate, che ap-pena gli era possibile effet-tuava, a essere il suo diletto. L’aspetto che di lui emergeva sopra ogni altra cosa, per quel che concerne l’equitazione, era che fosse un amatore non solo dell’animale ma anche di tutto ciò che gli girasse intor-no. Amava ogni elemento che fosse parte di quel universo, di quel cosmo: le selle, gli sti-

In memoria di un amico

vali, l’odore del cuoio nuovo. Ad esempio, la maggior parte delle persone che monta a ca-vallo, me per primo, utilizzano gli stivali come strumento di lavoro, come abbigliamento ne-cessario. Enzo Fragalà, invece, nel suo stile di sognatore che adorava amoreggiare con il suo oggetto del desiderio, indossa-va gli stivali proprio perché in quel gesto trovava un qualcosa di incommensurabile, di piace-vole, di speciale. Da quando ci siamo conosciuti, come dicevo, abbiamo spesso lavorato assie-

di Rosario Seminerio

Page 5: EQUINEWS - SICILIA

3

me alla possibilità di portare avanti la struttura equestre della Favorita che dieci anni fa era aperta a pochi ed in condi-zioni fatiscenti. E così siamo ri-usciti, almeno in parte, a resti-tuirla ai palermitani. Lui stes-so è stato fautore della priva-tizzazione del centro a prescin-dere dalle mie perplessità e le battaglie che ha dovuto portare avanti. Tutto ciò, nonostante avessimo delle idee politiche, e talvolta non solo politiche, assolutamente opposte. Tra di noi, d’altronde, il parlar di po-litica era tabù sebbene riuscis-simo quasi sempre a trovare un punto d’accordo. A lui, ad ogni modo, debbo diversi ringrazia-menti: per i suoi insegnamenti, per avermi fatto comprendere al meglio quali fossero gli in-granaggi della burocrazia e per il fatto che non ho mai trovato il suo telefono spento. E, qua-lora capitasse che fosse impe-dito dal rispondere, si faceva sentire immediatamente dopo, mettendo sempre al centro di

ogni cosa la bellezza della sem-plice relazione interpersonale ed umana. Qualcosa che, in un uomo politico, ahimè di rado è facile da riscontrare. Alla Gar-sigliana è ospite il suo cavallo, Pepsi, un polacco di diciannove anni che Enzo acquistò sei anni fa. Gli piaceva chiamarlo “Ma-rengo”, come il cavallo di Napo-leone. Enzo Fragalà era quindi un uomo concreto ma allo stesso tempo un grande sognatore. Il suo sogno più grande era quello di esporre tutti i suoi finimen-ti e le sue selle in una selleria tutta per sé. Insieme ad alcuni amici aveva persino acquistato un prefabbricato in legno per trasformarlo nel suo museo. I suoi giocattoli, come lui ama-va chiamarli, voleva che dive-nissero per l’appunto i pezzi di questo museo. E tale obiettivo spero che presto, a sua memo-ria, trovi compimento. Sarebbe un modo, credo a lui assai gra-dito, per ringraziarlo per tut-to quello che è stato e che per sempre sarà per tutti noi.

Page 6: EQUINEWS - SICILIA

4

Ricordando Giorgio Li Bassi

S e n’è andato a 65 anni, la sera dello scorso 16 febbraio, Giorgio Li Bassi (padre del nostro Luca)

da tanti anni protagonista della scena palermitana. Cabarettista, amante della vita, dei giovani e del teatro Li Bassi era un poeta, un cantore della sua terra, colui che con la sua impronta verace, il tono sgrammaticato e la veste del palermitano plebeo ci faceva ridere di gusto. Difficile dimenticare quel suo fare ironico e quell’aria di perenne presa in giro di sé e del mondo mentre calca il palcoscenico.Nel mondo del cinema possiamo citare la sua partecipazione nel film «Stanno tutti bene» di Giuseppe Tornatore ed «Un sogno perso». L’attore palermitano si fece notare, già negli anni sessanta con Salvo Licata, dando voce ai versi antifascisti, in rima baciata, scritti dal poeta di strada Peppe Schiera e resta memorabile quel suo incipit «Sugnu Peppe Schiera e mi iccaru in galera». Popolare, anche grazie alle numerose presenze in tv locali, lo ricordiamo con Gigi Burruano ne «Gli zii d’America», con Angelo Butera («Da grande voglio fare San Giuseppe» - 130 repliche al teatro Madison - e «Mio fratello Garibaldi») e con Raffaele Sabato, con cui animava, in abiti da francescano, la cena al ristorante-teatro «Al Convento». «Via Castellana Bandiera» scritto da Emma Dante, aveva portato Li Bassi al confronto con uno dei ruoli più difficili e belli della sua carriera, quello del padre nell’aspro «Mishelle di Sant’Oliva» ed aveva dimostrato al grande pubblico non

solo la sua verve di attore d’istinto, comico arguto ed irriverente, ma anche le sue doti di raffinato interprete tragico. In «Mishelle di Sant’Oliva», Giorgio Li Bassi spaziava da un registro attorale all’altro seguendo con cura e dovizia di particolari il disegno e le indicazioni della regista. Presso la camera ardente, allestita nel teatro Spicuzza, sono stati tantissimi i palermitani a voler tributare un ultimo applauso al «loro» Giorgio. Un viavai lungo e commosso per uno dei pionieri del cabaret palermitano. Al funerale, svoltosi presso la Cattedrale di Palermo, la sua presenza si sentiva ancora forte; colleghi, amici, parenti, una grande famiglia tenuta unita dalla grande umanità di Giorgio. La figlia Floriana lo

ha ricordato come l’angelo più buono del mondo. Ed i presenti che ricordavano bene l’altruismo dell’attore, lo hanno manifestato con il lungo applauso con cui hanno accolto le parole della «picciridda», così la chiamava Giorgio. Marcello Mordino ne evoca così l’altruismo: «A lui piaceva tenere contatti con la gente. Il più bel ricordo sono le passeggiate che facevamo assieme. Si soffermava e parlava con chiunque, dava ascolto». Anche Ernesto Maria Ponte lo ricorda in questo modo: «Anche se non abbiamo lavorato spesso insieme e non ci vedevamo, almeno una volta al mese mi chiamava per sapere come stavo». Con i giovani soprattutto amava legare, lui che si definiva «un vecchio emergente al soldo di giovani emergenti». A rievocare l’immagine di questo umile maestro erano le battute che si scambiavano tra di loro alcuni ragazzi mentre accompagnavano il feretro verso l’uscita. Erano gli attori dell’Ats - Spazio zero che ricordavano con il sorriso, le battute che Giorgio era solito fare. Uno di loro diceva: «Si metteva al nostro pari. Voleva essere chiamato Giorgio. Ci ha aiutato tantissimo, veniva sempre a vederci e ci dava consigli». Sdrammatizzare era il suo modo di prendere la vita, e lo testimonia chi con lui ha condiviso vita e lavoro. Con gli occhi commossi Paride Bennassai, legato all’attore da un’amicizia trentennale, ammetteva: «L’ho sognato ieri sera. Mi parlava. È stato unico. Insostituibile. Unico con tutti i suoi limiti e difetti, per questo autentico. Era battagliero, e si dava sempre da fare. Non posso dimenticare quando nel ‘76 ci incatenammo in piazza Pretoria per rivendicare il sostegno che meritava il teatro. Una lotta che non ha mai abbandonato». Un uomo così mancherà a tutti, alla sua famiglia a cui ci stringiamo nel dolore, ai suoi amici ed anche a noi tutti spettatori, amanti del comico palermitano. Grazie Giorgio, per i tanti sorrisi regalatici.

di Natalia Riccobono

Page 7: EQUINEWS - SICILIA

5

EditorialEEditorialeEquiNewsSicilia

Le ambizioni di febbraio, quando abbiamo parlato e ci siamo confrontati in redazione riguardo all’impostazione di questa primo numero del 2010, erano quelle di aprire con le indicazioni del programma nazio-

nale raccontando ai fedeli lettori le novità dell’anno nuovo. Ciò, purtroppo, ci è stato impossibile a causa delle nuove elezioni del consiglio federale di cui, ovviamente, non potevamo non parlare. Speriamo, tuttavia, di poterci addentrare quanto prima su ciò che vorrà fare il Comitato nazionale e tenervi aggiornati. D’altra parte, cosa che per noi non è del tutto nuova nonostante faccia parte della politica di sempre, la protagonista assoluta del periodo di campagna elettorale è stata la così detta «caccia alle deleghe» ovvero una campagna di disinformazione, o meglio priva di informazioni adeguate, con l’esclusiva richiesta di votare i nuovi consiglieri solo in base alle idee del programma senza fare attenzione al loro curriculum. «A chi ho incontrato alla vigilia di queste elezioni – ha detto il presidente Paulgross, così come riportiamo nelle nostre pagine, subito dopo le elezioni - ho chiesto di votare solo nel caso credessero nelle nostre idee». Di certo non è un buon modo per ricominciare. Diversa, invece, la situazione politica regionale che, grazie alla sua acquisita stabilità, ha presentato grosse novità di cui è possibile trovare ulteriori approfondimenti nelle pagine all’interno. In ultima istan-za, ma di certo non ultima per importanza, siamo costretti a dare l’ultimo saluto al caro e compianto amico Enzo Fragalà e a Giorgio Li Bassi, padre di Luca. Scomparsi entrambi in circostanze diverse, ma comunque, troppo presto per quel che ancora potevano dare ai loro cari, alla nostra città, al mondo dell’equitazione.

Rosario Seminerio

Page 8: EQUINEWS - SICILIA

6

Page 9: EQUINEWS - SICILIA

7

NotiziENotizie EquiNewsSicilia

Dopo poco più di un anno di lavoro il comitato nazionale della Fise ha dovuto rivedere la compo-

sizione del proprio consiglio federale ed indire nuove elezioni a causa delle dimis-sioni di ben sei membri su dieci. Secondo le norme statutarie, quindi, il presidente Andrea Paulgross è rimasto in carica per l’amministrazione ordinaria per quasi due mesi giacché, come riporta il comu-nicato della Fise dello scorso cinque gen-naio, «pervenute sei dimissioni non con-temporanee dei consiglieri federali Avv. Antonio Giovannoni, On. Antonio Verro, Sig. Fabrizio Ambrosetti, On. Giovanni Rossoni, Rag. Franco Guerzoni e Dott.ssa Lalla Novo, il giorno 4 gennaio 2010 il consiglio federale della Fise è decaduto ai sensi dell’art. 31 comma 1 lettera B e comma 2 lettera C dello statuto federale». E per chi non conosca lo statuto, per dovere di cronaca, deve sapere che l’articolo sopra-citato prevede il rinnovo del consiglio senza che nulla intacchi la figura del Presidente, il quale amministra serenamente e indi-ce l’assemblea straordinaria per il rinnovo del consiglio. Paulgross ha così convocato l’assemblea per lo scorso 27 di febbraio presso Lido di Camaiore ed il nuovo con-siglio eletto è così composto: Mariuccia Grandinetti, Francesco Vergine, Franco Guerzoni, Federico Forcelloni, Antonio Giovannoni, Mario Gatti, Antonio Verro, Stefano Brecciaroli, Fabrizio Ambrosetti e Lalla Novo. Non saremmo bravi croni-sti, però, se tralasciassimo di raccontare le polemiche che si sono accese a causa del rinnovo del consiglio stesso. Sui vari

portali di informazione sportiva, equestre in particolare, aleggiavamo nella fase pre-elettorale illazioni (o presunte tali) sul fatto che le dimissioni non contemporanee di ben sei consiglieri fosse solo una mossa astuta per fare fuori gli altri quattro. Non è nostra intenzione sostenere questa teoria, o meglio, non è nostra intenzione sostenere qualsiasi teoria in merito. Sembra corretto però raccontare alcuni fatti, sarà il lettore a tirare le proprie conclusioni. Su tutto emer-gono con prepotenza i tre ricorsi che sono stati attuati contro le decisioni di Paulgross e cioè: un ricorso al Tar del Lazio, poi riget-tato, nel quale si sosteneva che insieme al Consiglio Federale sarebbe decaduto anche il presidente in carica perché le dimissioni dei sei consiglieri, per quanto non conse-gnate nello stesso giorno, sarebbero state presentate in tempi così ravvicinati da configurare la contemporaneità. Lo stesso ricorso al Tar del Lazio, sempre rigettato, sottolineava come la località scelta per la nuova assemblea elettiva fosse in contra-sto con un comma dello statuto federale, in base al quale l’assemblea dovrebbe svol-gersi nello stesso comune in cui è la sede nazionale della Fise, cioè Roma. Gli stessi argomenti, poi, sono facenti parte di un ricorso presentato alla Giunta del Coni. Il terzo ricorso, infine, è stato depositato presso la Corte dei Conti in merito a pre-sunti problemi relativi al bilancio federa-le e al compenso per il presidente, a suo tempo approvato dal Consiglio. Un altro «attacco» alla breve gestione Paulgross è stato addirittura effettuato in Senato. Il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, infatti, ha effettuato una rovente interrogazione al Presidente del Consiglio sull’operato del Presidente Fise. E’ incredibile, quin-di, che addirittura a poco più di un anno di attività un consiglio ed un presidente eletti con risultati quasi plebiscitari riscon-trino così grosse difficoltà ed attacchi. Fa’ riflettere, in ultima analisi, il fatto che dei dimissionari ben cinque su sei si siano ri-candidati e siano stati anche rieletti. Sono Giovannoni, Verro, Ambrosetti, Guerzoni e Novo. Viene spontaneo, dunque, doman-darsi perché abbiano deciso di dimettersi per poi ricandidarsi. Sebbene per motivi diversi, in momenti diversi, tutto ciò è poco comprensibile e ci attiveremo nella speran-za di avere risposta dai diretti interessati.

Dal «gioco» sono rimasti esclusi l’ex vice presidente, Vittorio Garrone, Francesco Colucci, Giovanni Bonomelli, Gabriele Tibaldo e Giovanni Rossoni. Adesso che la soddisfazione è al culmine e la squadra al completo è giunto il momento di darsi da fare, così come ha sottolineato Paulgross nel post-elezioni e di cui riportiamo fedel-mente le dichiarazioni: «Abbiamo vissu-to una giornata molto importante per la vita di questa federazione – ha detto il Presidente – Ci siamo lasciati alle spalle un anno vissuto pericolosamente, attraver-sando momenti molto difficili, con passag-gi anche umanamente assai complicati. Abbiamo dovuto sopportare di tutto, tenen-do botta anche in virtù dell’impegno di chi ha creduto nelle nostre prospettive: come il segretario generale, Sergio Bernardini, cui va il mio ringraziamento sincero per l’appoggio garantitomi in questi mesi che hanno segnato un momento drammatico della Fise. La crisi è alle spalle. Ora posso esternare tutto il mio entusiasmo per aver finalmente ritrovato un consiglio federale che, ne sono certo, consentirà lo svolgimen-to di un grande lavoro. Abbiamo la neces-sità di fare squadra: siamo un gruppo di-rigente, dobbiamo dare un forte segnale di unità. Non deludiamoci a vicenda, non partiamo con il piede sbagliato. Sapete di avere in me un presidente che vuole la-vorare sul programma elettorale. Avete visto il mio impegno, ma anche la fiducia che proprio attorno a quel programma ci è stata confermata. Abbiamo di nuovo il con-senso della gente. Io ci ho messo la faccia, chiedendo appoggio pieno: a chi ho incon-trato alla vigilia di queste elezioni ho chie-sto di votare solo nel caso credessero nelle nostre idee. Ora dobbiamo essere garanti di una politica forte e unitaria, dobbiamo essere dirigenti nuovi in una federazione diversa». Il momento di passare ai fatti sembra così giunto e, come si evince dalle dichiarazioni del Presidente, questo anno e mezzo di difficoltà, patite a causa di pro-blematiche sorte per il comportamento di alcuni personaggi non meglio identificati (o identificabili) sarà cancellato dal nuo-vo quadriennio 2009-2012, dalla nuova squadra federale nella quale Andrea Paulgross ha piena fiducia e con la quale ritiene di potere dare compimento a quello che tutt’ora rimane il suo programma.

di Davide Matranga

Politica nazionale: il punto...

Page 10: EQUINEWS - SICILIA

8

NoN Solo Sicilianon solo SiciliaEquiNewsSicilia

A l G l o b a l C h a m p i o n s T o u r e f f i c i e n z a , c o r t e s i a e p u l i z i a

Arezzo Equestrian Centre, un esempio per tutti

Ai lati della strada, che taglia i campi come una ferita antica, la campagna della provincia

aretina si snodava lenta, illumina-ta da un sole appena tiepido, timido annuncio di una primavera incipien-te. Filari di alberi sparsi e sparuti si rincorrevano e si alternavano a campi coltivati, mentre con la mente correvamo alla meta del nostro viag-gio: l’ Arezzo Equestrian Centre, uno dei centri equestri che rappresenta-no l’eccellenza nel nostro Paese. Le premesse erano buone, la cornice splendida e la giornata, seppur con qualche nuvola, sembrava capace di regalarci momenti davvero origina-li. Poco dopo aver lasciato il centro abitato di Arezzo, la città che diede i natali al grande Petrarca, ci siamo diretti in direzio-ne San Zeno. Ci godevamo l’ultimo tratto di strada, pensando a quanto questi luoghi siano impregnati di storia: qui, come in tutta la provin-cia aretina, gli antichi Etruschi la-sciarono molte tracce della loro pre-senza, tutt’oggi visibili. A riportarci

al presente i cancelli di uno degli ingressi. Il centro ne ha tre: quel-lo che abbiamo varcato è aperto al pubblico, mentre gli altri due sono riservati agli autorizzati (fra que-sti, ovviamente, i partecipanti alle competizioni) che possono tranquil-lamente accedere con i propri mezzi fino all’interno. Una bella comodità per i cavalieri che devono trasporta-re i propri cavalli e vogliono seguire con giusta apprensione ogni mo-mento che riguarda i loro animali. Ciò che colpisce da subito all’Arez-zo Equestrian Centre (da ora in poi A.E.C.) è la dimensione degli spa-zi. Tutto è in grande, ma con stile. Elegante al limite dell’esclusivo, ma alla portata di molti. Dal parcheg-

gio al numero dei campi, dalle com-petizioni ospitate ai ristoranti, agli spazi ricreativi,

tutto è pensato per essere gradevole al visitatore occasionale, così come rassicurante e affidabile per i cava-lieri più affezionati. O - perché no? - per lasciare soddisfatti anche i più esigenti e scettici. Cinque i campi che offre l’A.E.C.: quattro in sabbia e uno in erba. Fra quelli in sabbia

due sono scoperti, uno coperto e il quarto coperto solo per metà. Quello in erba merita un discorso a sé, che ci riserviamo di fare più avanti. Nei giorni della nostra visita il centro ospitava due competizioni, il famo-so Global Champions Tour e un con-corso minore. Abbiamo avuto modo, così, di osservare le potenzialità della struttura nella gestione di più attività (impegnative come possono essere due concorsi che si svolgono nel medesimo tempo). Un campo in sabbia era dedicato al lavoro in pia-no, mentre in un altro, al coperto, i cavalli venivano girati alla corda. Il campo in sabbia, per metà al coper-to, era condiviso da cavalieri e ca-valli di entrambe le competizioni per il riscaldamento. Attorno era zeppo di visitatori che potevano godersi con calma la preparazione dei bino-mi, sedendosi o sdraiandosi a bordo campo, su morbidi cuscini d’erba. I concorsi e l’ottima organizzazione, evidentemente, non hanno attirano solo «addetti ai lavori» o grandi nomi di cavalieri. Di gente ce n’era tanta. E fra un filo di sole e uno d’erba la curiosità dei neofiti era soddisfatta, così come era soddisfatta la curiosità (o la «fame»?) «tecnica» degli esperti.

di Gaetano Sabato

Cinque i Campi CHe oFFre l’a.e.C.: quattro in sabbia e uno in erba.

Page 11: EQUINEWS - SICILIA

9

A l G l o b a l C h a m p i o n s T o u r e f f i c i e n z a , c o r t e s i a e p u l i z i aDel resto si sa, è proprio durante la preparazione precedente alla gara che si ha l’occasione di apprezzare più in profondità lo spessore dei binomi. Proseguiamo la nostra passeggiata. Il quarto campo in sabbia ospitava la gara minore. I binomi erano di buon livello, così come il fondo del campo: anche qui gli spettatori non manca-vano di certo. Ma più avanti vi era di più e non volevamo perdercelo. Ci siamo avvicinati quindi al vero evento della giornata, percorrendo il grande viale alberato che costeggia il campo in erba. Trovata una buo-na postazione con difficoltà, a causa del numeroso pubblico (ma c’era da aspettarselo), ci siamo fermati per ammirare meglio. L’eleganza della struttura, le scenografie, l’alta qua-lità del fondo campo e le magnifiche performance dei binomi lasciavano piacevolmente impressionati e con pochi aggettivi in grado di resti-tuire in pieno la gamma di sensa-zioni avvertite. Era «in scena» il Global Champions Tour, uno speciale «Salto ostacoli» che toccava tre conti-nenti e nove città: la prima tappa si era svolta proprio ad Arezzo, mentre per le altre si andava da Valencia ad Amburgo, da Cannes a Montecarlo a Estoril, per poi giungere a San Paolo in Brasile, Valkenswaard nei Paesi Bassi, Mosca e Daha. Di spessore in-ternazionale i binomi partecipanti. Tecnica ed eleganza il comune deno-minatore. Non da meno la cornice: il campo in erba aveva anche un picco-lo lago artificiale, per non parlare di siepi e ostacoli, di sicuro impatto sce-nografico, adornati attentamente con fiori e piante. Da segnalare un uso intelligente e discreto della tecnolo-gia. Un grande monitor a bordo cam-po permetteva di vedere (o riguarda-re) le performance appena eseguite dai binomi. Scenografia di ottimo livello anche nella premiazione: in pochi istanti un podio era pronto per accogliere i primi tre classificati. A completare il quadro, all’interno del centro vanno notate due giostre per

legno, lasciando intuire che le at-tività ricreative «collaterali» sono pensate per fornire al pubblico una più ampia possibilità di intratteni-mento. Per finire (ma non da ultimo) un aspetto da segnalare: la pulizia. Tutto il centro era costantemente ripulito. Così come il campo in erba durante la competizione. Grazie a un servizio di spazzamento costante, il verde del fondo poteva vantare una certa brillantezza e i cavalieri, du-rante la gara, non dovevano temere eventuali rifiuti organici. Dopo tanta efficienza e grandezza siamo andati via da Arezzo con l’amaro in bocca. In Sicilia forse non potremo vantare testimonianze etrusche, ma di sicu-ro ne possediamo di greche, di roma-ne e di arabo-normanne. Di centri come l’Arezzo Equestrian Centre, però, quanti ne potremo vedere nei prossimi anni?

i caval-li e un nu mer o sufficien-te di box, tutti co-perti. Ma l ’A .E .C. si è fatto appr ez -zare an-che dagli a m a n t i della cu-cina. Due i ristoran-ti presen-ti all’interno della struttura. Uno più esclusivo, riservato soprattutto ai cavalieri e agli ospiti dei concorsi, l’altro con tende e vetrate sul lato lungo di un campo prova in sabbia. Numerose anche le strutture ricet-tive nei pressi del centro. Facile (se

non fosse per la prenotazione) tro-vare un posto per dormire (non sem-pre a buon prezzo, però). La nostra

giornata volgeva ormai al termine e il sole cominciava a farsi più debo-le. Avviandoci verso il parcheggio, come altri visitatori, non abbiamo potuto fare a meno di girovagare per vari stand che proponevano ar-ticoli legati all’equitazione e non. Piccola recrudescenza consumistica che, però, riserva qualche piacevo-le sorpresa. Alcuni stand erano in

Di spessore internazionale i binomi parteCipanti al global CHampions tour: teCniCa eD eleganza il Comune Denominatore.

Arezzo Equestrian Centre, un esempio per tutti

Page 12: EQUINEWS - SICILIA

10

il pErSoNaggioIl personaggioEquiNewsSicilia

D ario Minutoli, nel palermitano, è uno dei cavalieri di punta. Ha partecipato ad innumerevoli

concorsi ippici nazionali ed internazionali, sia in Italia che all’estero, facendo parte più volte della squadra nazionale. Nato nel capoluogo siciliano nel 1956, è cavaliere di II grado, istruttore federale di terzo livello con specializzazione in salto ostacoli e tecnico Fise per il settore Salto Ostacoli e formazione. La sua carriera di cavaliere è cominciata prestissimo presso la Scuola Palermitana di Equitazione ed ha proseguito specializzandosi presso la scuola militare

di equitazione di Montelibretti, sotto la guida e il comando di Piero D’Inzeo. Come istruttore ha portato i suoi allievi junior e young riders a competizioni e vittorie di prestigio come Piazza di Siena, Verona, Campionati italiani e campionati d’Europa, e spesso ha svolto le funzioni di capo equipe delle squadre italiane senior in trasferta agli CSIO all’estero. Attualmente è istruttore presso il circolo ippico degli Ulivi di San Giovanni La

Punta. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare lo stato dell’equitazione siciliana dal suo punto di vista. «Il parco cavalieri siciliano – esordisce Minutoli - è pieno di risorse, anzitutto per le nostre doti caratteriali. A dar dei problemi è quello dei cavalli che generalmente è mediocre. In generale mi sento di dire che sarebbe

necessario insegnare alla gente a montare a cavallo bene, cioè a fare equitazione non solo per estetica, per voler fare sfoggio di

eleganza, ma bisognerebbe puntare su un’equitazione più tecnica. L’equitazione, con delle basi solide, serve a crescere. Penso sia grave perdere ogni anno l’80% dell’utenza, cioè la

percentuale di persone che si perdono alla soglia della categoria 115 - 120. Allevando giovani cavalieri su basi solide si aumenterebbero i cavalieri che si cimentano in classi superiori. In questo modo ne gioverebbe tutto il settore, concorsi inclusi». Ha delle soluzioni da proporre? «La soluzione deve essere dettata dalla tipologia di gara, dall’assistenza e dalla sorveglianza che viene effettuata. In

merito a ciò esorto anche i giudici e le commissioni del campo prova ad essere più attente alla tecnica e meno agli elementi di importanza minore. Bisogna osservare maggiormente cosa fanno gli istruttori in campo prova, osservare come monta la gente a cavallo e non permettere che si facciano determinati lavori in campo prova, specialmente parlando di juniores. E poi c’è il regolamento che può aiutare molto. Le prime categorie, quelle che cioè riguardano la prima parte equestre, dovrebbero essere solo di equitazione così come fanno all’estero. Del resto quella tipologia di gara, oltre a darti una base con criteri tecnici, serve a montare bene perchè sei obbligato a farlo. Tutte le categorie dovrebbero essere di equitation, così che i cavalieri siano obbligati a montare meglio». Quindi lei propone l’equitation anche nella 115? «Si dovrebbe partire dall’inizio. Tutte le categorie ludiche addestrative, e considero dalla B80 alla C115, dovrebbero essere a giudizio». Nei primi anni ‘90 c’era già stato un simile tentativo … «A quei tempi ancora non avevamo dei giudici con una sufficiente esperienza della tipologia di gara. Considero scontato che per fare bene questo genere di gare c’è bisogno di un collegio giudicante di un certo livello, anzitutto efficiente che sappia far bene queste cose. Nei primi anni ’90 il collegio giudicante non fu all’altezza della situazione e quindi le lamentele delle famiglie fioccarono. E’ per questo motivo che in seguito fu deciso di abolire questo sistema, ma è stata una mossa sbagliata perché i ragazzi devono imparare a montare in maniera corretta. Solo in questo modo, infatti, potranno eccellere nell’equitazione. Certo, ci vogliono anche i mezzi ed un pizzico di fortuna, ma lavorare sodo nel tempo, prima o poi paga. Se lavori male è matematico che arrivi solo fino a un certo punto. La grande responsabilità è degli istruttori che non devono farsi attrarre dai soldi facili. Molti, infatti, per due lire in più sono disposti a portare avanti gente che per montare è disposta a tutto, tranne che a migliorarsi. Questo fa scadere la qualità del nostro lavoro, certamente accontenta alcuni genitori, ma noi non siamo pagati per questo. Dobbiamo anzitutto lavorare bene e con coscienza, perché sappiamo che stiamo costruendo per il futuro. A questo proposito abbiamo anche degli strumenti di controllo. Attraverso i tecnici e i giudici la Federazione potrebbe controllare più severamente lo svolgimento di alcune gare, in questo modo tutti sarebbero obbligati a lavorare in un certo modo». Che ne pensa del Trofeo Sicilia?

Dario Minutoli

di Rosario Seminerio

«La politica è indispensabile per riorganizzare e raggiungere lo scopo, ovvero quello di portare avanti l’equitazione partendo dalle basi»

«l avor are soDo ne l te m po, pr i m a o po i paga».

Dario Minutoli - Lewjs cipher, finale Campionato Italiano - Pontedera 23/25 agosto 2002

Page 13: EQUINEWS - SICILIA

11

«E’ ormai un evento sociale. Questa è stata una stagione positiva, lo conferma anche la numerosa affluenza di binomi e pubblico. E’ una macchina che sta funzionando bene, anche se non ho ben capito cosa cambia rispetto ad altre gare… sono comunque contento che il trofeo abbia creato interesse coinvolgendo quasi tutte le scuole siciliane». Molti si sono lamentati in merito alle categorie maggiori, come la 140, perché si sono disputate a tarda sera. «I comitati spesso non sono composti da gente “di cavalli”. La categoria grossa è quella più importante, e mi sono sempre chiesto come mai questa categoria gareggia quasi sempre quando il pubblico è andato a casa. Sarebbe invece

importantissimo per tutti gli allievi, giovani

e non, poter

guardare la gara di binomi di un certo livello. A Piazza di Siena il Gran Premio lo fanno di notte? Mi pare proprio di no. Nei nostri concorsi la categoria più importante è la 140 ma siccome i nostri organizzatori sono amatori e non sono tecnici, la 140 si disputa per ultima, ed è un peccato perché è una vera attrazione per i nostri allievi». Parliamo degli studi che si sono fatti su cavalli e cavalieri per arrivare alla tecnica… «L’equitazione ha subito un’evoluzione. A campioni come Piero D’Inzeo e Graziano Mancinelli si deve l’equitazione tecnica

che è stata poi tradotta e scritta. Loro montavano d’istinto mettendo davanti tutto il talento, non contavano la distanza, già ad occhio sapevano cosa fare, cosa che oggi è impensabile. Oggi è tutto un calcolo sulle distanze e tutto può essere adattato al cavallo e al livello del cavaliere». Come bisogna prepararsi per dialogare con il cavallo ed arrivare ad una tecnica di livello? «C’è anche il lavoro in piano, le cessioni alla gamba, il galoppo rovescio, i lavori su due piste, le appoggiate, tutto un lavoro che troviamo nel dressage ma che in questo caso diventano movimenti perfezionati e portati all’esasperazione. Di base sono lavori di rispondenza, ovvero mettere il cavallo nelle condizioni di capire quello che gli chiedo. La posizione della gamba, il contatto con la bocca, la schiena riunita… queste cose servono per il salto ostacoli e non solo per il dressage». Lei ha sempre cercato di migliorarsi ed ha lavorato anche con tecnici del calibro di Henk Noren e Piero D’Inzeo. «Ho sempre studiato per cercare di capire. Oggi l’equitazione è

aperta a tutti, un cavaliere si può anche costruire, mentre prima era uno sport riservato solo ai talenti. D’altronde un vero

talento è un’autentica rarità, oggi siamo per lo più persone normali che ci impegniamo a lavorare e studiare, solo così possiamo anche accedere a livello più alti. Ovviamente se ci imbattiamo in un talento naturale, uno che l’equitazione ce l’ha nel sangue, sappiamo che avrà sempre una marcia in più». Che ne pensa della situazione politica siciliana? «Bisogna fare attenzione alla politica che, come è noto, deve cercare di accontentare tutti. Purtroppo non è possibile e quindi, a rischio di essere impopolare, secondo me un ente pubblico come la Federazione deve fare delle scelte decise. Oggi per fortuna abbiamo qualcuno che ne capisce davvero di cavalli, ma deve fare attenzione a non fare errori nell’intento di accontentare qualcuno. Secondo me queste persone devono lavorare mirando ai risultati tecnici, ovvero a ciò di cui lo sport ha veramente bisogno: tecnici validi, gente che lavora e centri attivi. La politica è indispensabile per riorganizzare e raggiungere lo scopo, ovvero quello di portare avanti l’equitazione partendo dalle basi e lavorare su tutto ciò che abbiamo detto. Tutte le altre cose fanno solo perdere tempo».

«la soluzione Deve essere Dettata Dalla tipologia Di gara, Dall’assistenza e Dalla sorveglianza CHe viene eFFettuata».

Sofia, Coppa delle Nazioni Samsung - Medaglia d’Oro a squadre

Criterium - Pratoni del Vivaro - medaglia di bronzo

Page 14: EQUINEWS - SICILIA

12

troFEo SiciliaTrofeo SiciliaEquiNewsSicilia

Trofeo Sicilia: Giuseppe Allò si aggiudica la 135 della seconda tappa

G iuseppe Allò, in sella a The I l’ lusionist, si è ag-g iudicato la C135 della

domenica nel la seconda tap-pa del Trofeo Sici l ia di salto ostacoli. I l cavaliere palermi-tano, istruttore al l ’Equiclub Ipponikos, ha vinto la categoria aggiunta più importante della tappa, svoltasi i l 27 e 28 feb-braio scorsi presso “ I l Pegno” di Trapani. «Ho avuto del le di f f icoltà nella prima parte e alla doppia gabbia – spiega Allò – le g irate erano troppo rigide e i l campo non ha favorito i l percorso perché era pesante». Quello di A llò è stato l ’unico binomio a uscire senza errori agli ostacoli nel tempo di 63,88.

A lle sue spalle si sono piazzati Francesco Pellegrino, in sella a M, con 4 penalità in 62 ,59 (Centro ippico Lo Sperone TP) e Giovanni Gioè (centro ippico Le fontanelle CL) su Pierrot R (4 /67,99). «Ieri primo, oggi ter-zo. Perché?» sorge spontanea la domanda a Giovanni Gioè che dopo aver vinto la C130 del sa-bato si è classif icato terzo nella C135 della domenica, lasciando di fatto i l primo gradino del po-dio. «Perché ci sono anche altri concorrenti – r isponde - l ’im-portante è comunque salire sul podio. I l cavallo non era lo stes-so – spiega poi Gioè, che monta per la scuderia Rana – e poiché ho la possibil ità di montare più cavall i nel la stessa categoria sono sicuramente agevolato dal punto di v ista delle premiazio-

ni». «I l campo – prosegue poi i l cavaliere – ha reso la C135 mol-to di f f icoltosa perché era mol-to pesante. I cavall i facevano fatica a saltare, ad affrontare gli ostacoli. L’organizzazione – conclude inf ine Gioè – è stata come sempre calorosa, da mi-gliorare, forse, sono i servizi». I l direttore di campo che ha disegnato i percorsi è stato i l marsalese Tommaso Favata. “La categoria più grossa del-

di Claudia Santoro

Giuseppe Allò in premiazione

Page 15: EQUINEWS - SICILIA

13

la domenica è la C135 – spiega Favata - categoria mista per la quale ho previsto un percorso base abbastanza selettivo e un barrage con una doppia gabbia che è quasi sempre l ’ostacolo più impegnativo. I l campo è buono, – aggiunge i l direttore - è stato irrigato costantemen-te, i l parco ostacoli è r iverni-ciato, le barriere sono nuove. Mi sembra suf f icientemente buono, forse sono stati effettua-

ti pochi percorsi ma la strut-tura è al l ’a ltezza del Trofeo Sici l ia ». La manifestazione sportiva si è poi conclusa con la BP60. Per l’evento, organiz-zato dal Comitato Fise Sici l ia in col laborazione con i centri ippici ospitanti , che ha preso i l v ia i l 20 febbraio ad Augusta (Siracusa), è stato previsto un montepremi, diviso nelle cate-gorie di gara, per un ammon-tare di 6 mila e 400 euro.Le tappe sono complessivamente sei , d iv ise equamente tra la Sici l ia orientale e quella occi-dentale. A quelle g ià citate si aggiungono poi i l 6 /7 Marzo al S.I.S. (Siracusa); i l 10/11 Aprile La Favorita ( Palermo); l ’8 /9 Maggio al S.I.S.A. (Catania); i l 31 Luglio-1 Agosto al Camelot (Sciacca). A presiedere la g iu-ria per la seconda tappa è sta-ta chiamata Rosalba Bertuccio che è stata coadiuvata da Mela Garofalo, Sabrina Parrinello, Angelo La Mantia e Giovanni Mangogna. Per le prove a giu-dizio di «equitation» in giuria si sono alternati invece Franco Alongi e Mario Scribano. Tra i brevetti pony e cavall i han-no preso parte numerosi bino-

mi che, non avendo effettuato error i agl i ostacol i , si sono classi f icati primi ex equo. Sul podio del la categor ia C115, invece, si sono veri f icati tre netti: Claudio Di Giorgi ( Vil la A lbanese – Fil ippo Infantino) con Eddy Ready Go F (64,10), Gabriele Randazzo (La Staffa) su Cantara (61,5) e Federico Annaloro (Horsing club) con Overt the Top (64,94). In testa al la C120 Francesco A lagna (centro ippico Lo Sperone) in sel la a Veni de Joncmesni l , Eugenio Penna (club Paolo Ferretti) su Safir e Piero Miceli ( I l Pegno) con Campinoo. «A l Pegno ho partecipato con un caval lo tedesco d i Calogero Genova che montavo da quattro giorni – dice Claudio Di Giorgi, v incitore della C115 della do-menica - mi sono trovato bene e, infatti , sono arrivato quinto i l sabato e primo la domenica. L’ultima parte del percorso era la più dif f ici le perché c ’erano i cinque tempi con la gabbia più alta che ha condizionato tutti , infatti i l mio è stato l ’unico netto. I l campo – conclude - era un po’ pesante, ma ne eravamo al corrente».

Trofeo Sicilia: Giuseppe Allò si aggiudica la 135 della seconda tappa

Premiazione della categoria C125

Page 16: EQUINEWS - SICILIA

14

Page 17: EQUINEWS - SICILIA

15

iN brEvEIn breveEquiNewsSicilia

I l T rofeo «raddoppia»

Adim, a De Luca la C135

A l suo ottavo anno consecutivo, i l Trofeo Sici l ia si è scisso in salto ostacol i e dressage.Nato da un’idea del l ’attuale d irettivo del Comitato

F ise Sici l ia , i l Trofeo, it inerante per tutta la reg ione, ha come scopi fondamental i quel lo d i v isionare i g iovani atleti tesserati per i l Comitato reg ionale F ise Sici l ia e quel lo d i garantire al la reg ione mani festazioni con particolar i carat-ter istiche agonistiche anche in ambito locale.Insieme al Trofeo Sici l ia di Dressage e al Trofeo di Equitation denominato “ Trinacria” (pr ima tappa C.I . Uliv i 17/18 Apri le) quel lo di salto ostacol i compone la tr iade del le manifestazio-ni federal i organizzate dal Comitato reg ionale F ise Sici l ia.

I l cavaliere di Modica, Giuseppe De Luca, in sella all’olan-dese di 11 anni Thunderbolt, si è aggiudicato la C135 mi-sta, prova più prestigiosa del primo concorso ippico della

stagione 2010 Sicilia, organizzato dall’Adim di Augusta il 23 e 24 gennaio scorsi. De Luca, tesserato per il circolo ippico Le Fontanelle di Caltanissetta con l’istruttore Giovanni Gioè, al termine di un barrage a tre è stato l’unico a uscire dal cam-po senza errori agli ostacoli, chiudendo la prova in 45,74. La grossa del sabato (C130 a tempo), invece, ha visto il successo della catanese Rachele Reina (reduce dall’ottima performance nel Master Dalla Chiesa) in sella a Remedi D. L’amazzone del New Eagle’s Club, dove insegna Ciro Carrabotta, ha chiuso la prova senza errori agli ostacoli, nel miglior tempo di 61,44.

Page 18: EQUINEWS - SICILIA

16

iN brEvEIn breveEquiNewsSicilia

S ono stati circa 50 i bino-mi che hanno preso parte alla prima tappa del nuovo

Trofeo Sicilia di dressage svolto al «Sisa» di Aci S. Antonio l’ultimo fine settimana di gennaio. Il Trofeo è una vetrina per i giovani cavalie-ri del panorama equestre sicilia-no ed è qualificante per il Trofeo GID. A giudicare i binomi nella prima tappa, la giuria presieduta dal giudice internazionale Fouad Hamoud, coadiuvato da Linda Heims, Karen Dalton e Antonino Fichera. Appuntamento successivo con il trofeo Sicilia di dressage è quello del 7 marzo al circolo ippico «Ulivi» di San Giovanni La Punta, la terza tappa al «Sir» di Ragusa il 30 maggio e la quarta tappa il 18 luglio al club ippico la Palma di Messina. Ad onore della cronaca, a seguire, i vincitori delle prove finali: Eugenio Penna con Love Parade 7 (124,67% Cup M Senior), Xenia Herta Schuman e Zitnas Baribaldi (Cup children 136,91% e Cup E pony 134,010%), l’amazzo-ne ha vinto anche con Zitnas Vito (Cup F junior 126,520%) e Basko (Cup promesse pony 126,880), Erika Brucato Lo Re su Helen (Cup F Senior 122,080%), Eduardo Marascia su Cleopatra (Cuop E Senior 126,420%), Annalisa Arestia Chamonie (Cup E junior 132,140%).

I° Tappa del Trofeo Sicilia Dressage

Page 19: EQUINEWS - SICILIA

17

Alberto Velis, veterinario, fiduciario Fise, istruttore di secondo livello e cavaliere di secondo grado, parla

della sua professione, chiarendo la duplice veste del veterinario all’interno della mani-festazioni Fise. Come si diventa veterinari Fise?Il veterinario Fise è iscritto all’ordine dei medici veterinari e ha fatto richiesta alla Fise di poter essere inserito in questo elen-co. Non è richiesto un particolare esame per l’iscrizione, ma bisogna presentare un’ autocertificazione in cui si dichiara di essere esperti di cavalli.E quindi un veterinario che cura cani, non si può occupare di cavalli?Può fare entrambe le cose, se il veterinario si autocertifica. La nostra laurea ci abilita a lavorare con tutti i tipi di animali. I compiti del veterinario sono solo quelli di medico, quindi quando un cavallo si fa male dentro

il box o in campo è richiesto il veterinario di servizio, ma il cavaliere è libero di chiamare qualsiasi veterinario.La visita del veterinario di servizio durante una gara da chi viene retribuita? In occasio-ne dei concorsi al veterinario di servizio viene corrisposta una diaria abbastanza modesta affinché sia disponibile per l’intera durata del concorso. Il resto delle prestazioni extra ven-gono retribuite dal cavaliere che le richiede.Qual è la differenza tra il veterinario di servizio e il veterinario delegato?La Fise ha sdoppiato le figure per un con-tenzioso con l’ordine dei medici veterinari creando la figura del veterinario di servizio, quella a cui accennavo prima, e quella del ve-terinario delegato, ovvero un medico che ha rapporti più stretti con la Fise, ed ha l’obbligo di controllare solo il 5% dei passaporti conse-gnati, e controllare, nella storia vaccinale del cavallo, che siano corretti per la Federazione ed anche nell’identità. Quindi l’organizzatore dei concorsi ha bisogno di due veterinari?Si, se si decide di avere un veterinario di fidu-cia che non sia delegato Fise. Oppure si può incaricare un veterinario delegato Fise che può assolvere ad entrambe le mansioni. Quali sono le prescrizioni sanitarie a cui si deve attenere un cavaliere?

La corretta vaccinazione bivalente che deve essere rinnovata ogni sei mesi con 21 giorni di tolleranza per aggiornare il pas-saporto. Per la vetrinaria non ci sono altri obblighi burocratici, se non quelli inerenti alla salute del cavallo, al doping, al maltrat-tamento dei cavalli. Per ciò che riguarda il Test di Coggins l’Asl di pertinenza deve effettuare il controllo prima che il cavallo faccia ingresso nell’impianto. E’ raro incontrare i veterinari dell’Asl…A Palermo e Caltagirone ci sono quasi sempre. Ieri, ad esempio, erano qui (al Sisa ndr) perché quando si organizza una manifestazione si deve comunicare all’Asl il numero dei cavalli presenti in struttura e l’Asl dovrebbe svolgere i controlli necessari prima della scuderizzazione. Un veterinario di servizio può blocca-re un cavallo?Mai. Il veterinario è un medico, non un giudice. Ha l’obbligo di spiegare al presi-dente di giuria quello che succede e sarà il presidente in caso necessario a bloccare il cavallo. Anche per una zoppia deve esse-re il presidente di giuria a prendere una decisione. Al contrario, se il giudice nota qualcosa di strano in un cavallo, deve chia-mare il veterinario.

«Doppi» veterinari Fise

C. S.

Nonostante il parere contrario dell’Ordine veterinario la Fise richiede la presenza in campo del veterinario «fiduciario»

Marchese vince al Cisse

A Matteo Marchese è andata la prova più prestigiosa del concorso ippico nazionale di salto ostacoli,

organizzato dal Cisse nel primo weekend di febbraio. Il trofeo è stato organiz-

zato in occasione dei festeggiamenti di Sant’Agata, la patrona della città di Catania. Marchese, catanese di nascita, è tesserato al Passitti e monta al Club Ippico Siracusano . Domenica 7 febbraio, in sella ad Almero, il cavaliere catanese ha siglato un doppio netto in 38,86 secondi vincendo la C135 mista. Seconda piazza per l’amaz-zone ragusana Alessia Ruggieri (tesserata al SIR di Ragusa con Mario Scribano) su Valentino e, dietro di lei, terza posizio-ne per il modicano Giuseppe De Luca (tesserato al circolo ippico Le Fontanelle di Caltanissetta con Giovanni Gioè) su Thunderbolt. In testa alla classifica fina-

le della C125 a tempo della domenica si è piazzato il messinese Francesco Scarpato, dell’associazione Altair Equi Club di Messina con Angelo Scarpato, su Discolo. Sui percorsi disegnati dal direttore di campo, Gabriele Vulcanico, sono state disputate anche le prove brevetti e la C130 a tempo, vinta da Giuseppe Carrabotta (del New Eagle’s Club di Catania con Ciro Carrabotta) su Royal Group Orsanigo di Nixima e la C120 mista vinta dalla siracusana Alessia Iapichino, tesserata presso l’As-se di Siracusa con Fabio D’Aquila, in sella a Rarina.

Matteo Marchese su Almero

Alberto Velis

Page 20: EQUINEWS - SICILIA

18

NoN Solo SaltiNon solo saltiEquiNewsSicilia

Una passione che è diventata un mestiere. Non un semplice cavaliere, ma

un artista a cavallo. Giuseppe Cimarosa, siciliano classe ’82, è volteggiatore da cinque anni e oggi fa parte di importanti compagnie. Nato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, si è specializzato in volteggio a Roma ma il suo sogno è quello di ritornare in Sicilia, dove vorrebbe portare la disciplina

che ama. Dopo aver conseguito la maturità classica a Castelvetrano, Giuseppe ha rincorso la sua grande passione per l’arte e la storia delle civiltà antiche, iscrivendosi alla Facoltà di Beni culturali archeologici di Agrigento. La sua prima esperienza a cavallo la deve ad Antonino Barresi, istruttore Fise di secondo livello, grazie al quale ha partecipato a gare di salto ostacoli in Sicilia. E’ proprio in quel periodo che conosce Raffaele De Martinis, esperto uomo di

cavalli specializzato nella monta spagnola. Da questo incontro nasce una grande sinergia e il giovane cavaliere viene iniziato alla monta classica dell’alta scuola. «I cavalli li ho nel sangue – racconta Giuseppe Cimarosa – ho iniziato a montare da piccolo, facevo salto ostacoli. Poi intorno ai 16 anni ho incontrato Raffaele De Martinis, una persona fantastica che per me è come un padre. L’ho incontrato a Castelvetrano e mi ha fatto innamorare della monta classica, è veramente il mio maestro di vita». Appassionato di cavalli, arricchisce la propria esperienza lavorando come operatore presso il centro Aias di Castelvetrano nell’ambito della riabilitazione equestre con ragazzi disabili e disadattati, e in altri progetti affini. Nel 2006, per seguire la sua passione per l’arte, Giuseppe si è trasferito a Roma dove ha conseguito la laurea in Scienze Archeologiche all’Università La Sapienza. Vivere nella capitale gli ha consentito di avvicinarsi in breve tempo al mondo del volteggio. Grande ammiratore di artabas, uno dei più importanti esponenti del teatro equestre al mondo e fondatore della compagnia francese Zingarò, Giuseppe decide di frequentare stages e corsi di acrobatica, percussioni, recitazione, creazione, danza contemporanea presso la scuola Contemporanea-Mente, il cantiere europeo delle arti e dello spettacolo diretto da Maurizio Rigatti. «Quando ancora vivevo in Sicilia ho imparato i volteggi da autodidatta. – continua Cimarosa - ho vissuto lì fino a tre anni fa, ma mi limitavo a sognare. Guardavo i video di Bartabas e sognavo di farlo anche io. Poi a Roma ho perfezionato il mio stile. Qui è iniziata la mia vera avventura, sono stato scelto per uno spettacolo di teatro equestre, il primo in Italia, dove avevo un ruolo da protagonista e facevo un numero di volteggio cosacco. Poi ho collaborato con i Muovie Riders2, con Silvia Resta, e ho partecipato a importanti galà come Città di Castello e Fieracavalli a Verona».

di Claudia Santoro

Il volteggio come arte a cavallo

Page 21: EQUINEWS - SICILIA

19

Il vero inizio del suo percorso artistico Giuseppe Cimarosa lo deve proprio a Rigatti che, notando il giovane siciliano, ha dato il via alla sua carriera. Nell’estate del 2007, infatti, Cimarosa ha interpretato il ruolo di protagonista, al fianco della cantautrice Itaca, nello spettacolo “Lacrime di Luna”, presentato in anteprima nazionale al Fontanone del Gianicolo di Roma e portato in tournee in molte piazze italiane. Nello stesso anno inizia la sua collaborazione con la scuderia del Team Ariano, lavorando nelle due produzioni televisive “Il sangue e la rosa” e “Pinocchio”, come controfigura. Tra le sue collaborazioni anche quella con “Piccola Tribù Tzigana” in cui ha ricoperto il ruolo del protagonista al fianco della giovane amazzone di fama internazionale Perla Bortolussi, allieva di Jasmine Smart, prima addestratrice di cavalli ad aver vinto il clown d’argento al Festival Montecarlo. Per Giuseppe Cimarosa il volteggio non è un lavoro, non è uno sport, ma una vera passione, e come tale vuole portarla avanti cercando di specializzarsi per

poterla far conoscere anche nella sua isola. «Io non vivo il volteggio come uno sport – incalza l’atleta - per me il volteggio è anzitutto arte come il teatro e la pittura. Sento il bisogno di creare. Riguardo alla Sicilia il mio sogno è quello di poter fare queste cose a casa, ma ancora è presto. Tornerò a provarci appena avrò fatto più esperienza». Non a caso

Cimarosa ha lavorato anche con il presidente dell’Eos, Francesco Traina, ovvero l’unica struttura equestre siciliana che negli ultimi anni ha creato un piccolo gruppo di volteggio con l’obiettivo di portare nuove discipline equestri in Sicilia. Attualmente Giuseppe Cimarosa lavora in un centro di riabilitazione equestre di Roma e quando gli è possibile torna a riabbracciare la sua terra e i suoi cari, di cui sente molto la mancanza. Giornalmente lavora in un teatro insieme alla compagnia l’Auriga con la quale ha presentato lo spettacolo “Il Sogno Del Centauro” che nel mese di luglio ha fatto il giro d’Italia. Lo spettacolo ideato e creato da Giuseppe Cimarosa conta su una compagnia di quindici elementi fra cantanti, cavalli, danzatori, cavalieri e acrobati provenienti da ogni parte d’Italia. La colonna sonora originale è cantata dal vivo da Eleonora Giudizi e accompagna la storia che racconta la nascita del centauro secondo la quale uomo e cavallo si incontrano, si attraggono e si respingono, prima di fondersi nel Centauro, figura mitologica dell’antica Grecia. Quest’estate il team tornerà in scena con gli spettacoli itineranti presentando una forma più arricchita e spettacolare.

Il volteggio come arte a cavallo

Giuseppe Cimarosa

Page 22: EQUINEWS - SICILIA

20

Page 23: EQUINEWS - SICILIA

21

FiScoFiscoEquiNewsSicilia

P rima di entrare nei mean-dri veri di questa rubrica rivolta al fiscale, penso sia

opportuno simulare la creazione di un nostro centro sportivo. Per comodità d’illustrazione lo chia-

meremo Associazione Sportiva Equestre Dilettantistica Equi-news. Diamo per scontato che la nostra forma societaria adot-tata, tra tutte quelle esistenti e applicabili, sia di tipo associati-vo. Cos’è un’associazione? E’ il risultato di un contratto fra più persone che hanno uno scopo co-mune, e decidono di associarsi per perseguirlo. Nel nostro caso ovviamente lo scopo comune da perseguire è l’equitazione. Il pri-mo passo sarà quindi quello di redigere l’atto costitutivo e lo sta-tuto dell’A.s.e.d. Equinews. Tale

costituzione può essere effettuata sia verbalmente che per iscritto. In quest’ultimo caso avremo an-cora due modalità, e cioè tramite scrittura privata autenticata da un notaio o tramite scrittura re-gistrata stilata dagli stessi soci fondatori e poi depositata dal pre-sidente all’Agenzia delle Entrate competente per territorio. I costi, per il primo caso, sono difficili da quantificare, in quanto variano a seconda della parcella richiesta dal professionista; per il secon-do caso (solitamente più economico) inve-ce, tra le spese della registrazione dell’atto e i bolli da apporre sui vari documenti, il costo si aggira in-torno a euro 200,00. Contemporaneamen-te alla costituzione dell’associazione è necessario aprire per essa un codice fiscale da richie-dere presso l’Ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate. L’at-to costitutivo non ha una forma obbligatoria. L’articolo 36 del co-dice civile in maniera scarna ne disciplina le modalità. Diciamo che l’unico vero vincolo specifico è che secondo la legge italiana non è permesso fondare associa-zioni segrete, possiamo quindi affermare tranquillamente che per la nostra associazione saran-no i soci fondatori a stabilirne modalità e regolamentazione. A patto però che nessuna regola-mentazione si scontri con le nor-me previste dalla Federazione italiana sport equestri. Infatti quest’ultima pretende che la neo associazione abbia dei requisiti imprescindibili. La mancanza di uno solo di questi requisiti non darà possibilità al nostro centro

d’essere considerato affiliato o aggregato, e quindi non ricono-sciuto oltre che dalla Fise anche dal Coni. Per chi volesse sapere nel dettaglio quale sia lo stan-dard richiesto dalla Federazione può consultare il sito www.fise.it oppure richiederlo al Comitato regionale di appartenenza. Noi oggi senza entrare troppo nello specifico proveremo a parlare di qualcuno di questi requisiti, tan-to per rendere sempre meglio il concetto di Associazione. Anzi-

tutto la denominazio-ne: un qualsiasi nome, anche di fantasia pur-ché non sia offensivo; sede: luogo esatto e indirizzo in cui l’as-sociazione risiede; scopo: nel nostro caso individuato nell’esple-tamento e divulgazio-ne dell’equitazione e degli sport equestri;

norme dell’associazione: il rego-lamento comportamentale dei soci e della vita sociale. Altro documento sempre redatto che segue come di consuetudine l’atto costitutivo è lo Statuto. Cos’è? E’ il documento che regola la vita e il funzionamento dell’associazio-ne. In particolare, va a determi-nare con precisione quali siano i compiti, le cariche, le qualifiche e di conseguenza le responsabili-tà che ogni singolo socio ha nei confronti dell’associazione stes-sa. La sua stesura ha le stesse modalità dell’atto costitutivo e ne diventa parte integrante al momento dell’inizio della vita dell’associazione. L’Associazione Sportiva Equestre Dilettanti-stica Equinews è costituita, non resta che augurargli buona vita sociale, prosperosa di successi e di soddisfazioni.

di Francesco Pagano*

Costitui re un’associaz ione

per la Fise ogni nuova assoCiazione Deve avere requisiti impresCinDibili, pena il non riConosCimento Da parte Della Fise e Del Coni.

Francesco Pagano

Page 24: EQUINEWS - SICILIA

22

vEtEriNariaVeterinariaEquiNewsSicilia

La cura dei denti del cavallo è fon-damentale per la propria salute e rendimento atletico. I proble-

mi dentali sono piuttosto frequenti nei cavalli anche se spesso sono ignorati. I denti hanno anche una notevole im-portanza per diagnosticare l’età degli animali, particolarmente nel cavallo in cui le peculiari caratteristiche strut-turali ne fanno dei veri e propri «crono-metri dell’età».Il cavallo ha 24 denti decidui, “da lat-te”, e 36-42 permanenti, da adulto, e la sua dentizione riflette il proprio adat-tamento all’alimentazione e alle abitu-dini alimentari.I denti del cavallo sono molto lunghi, solo la parte più esterna è visibile e sono in continua crescita modificando-si lungo tutta la vita dell’animale, per

questo sono detti ipsodonti a differen-za dell’uomo e di altre specie animali la cui crescita si arresta dopo l’avvenu-to sviluppo dei denti permanenti . Questo processo dinamico causa un continuo rinnovamento dei margini di occlusione.I molari dell’arcata superiore non com-baciano perfettamente con quelli infe-riori, debordan-do leggermente all’esterno. Ne consegue che durante la ma-sticazione, man-cando un consu-mo dalla parte opposta ed anche a causa della diversa consistenza delle sostanze che com-pongono i denti, si formano dei margi-ni appuntiti, le cosiddette “punte” (ter-mine che si usa nel parlare comune):

nei molari superiori verso la guancia, a quelli inferiori verso la lingua.Questa situazione può creare delle difficoltà di masticazione al cavallo, si possono notaredelle “cicche” di fieno cadere durante l’assunzione del cibo o altri sintomi che evidenziano un disagio dell’animale nel masticare. Spesso il cavallo diven-

ta insofferente a certi morsi o dimagrisce in breve tempo pur mangiando nor-malmente ed è maggiormente soggetto a co-

liche intestinali, dovute alla insuffi-ciente masticazione, specialmente del fieno. Inoltre, l’animale può assumere una serie di comportamenti protettivi per evitare il dolore: per esempio, man-

di Chiara Majolino e Salvatore Vitale

La prevenzione del sorriso del nostro cavallo

a Causa Della Diversa Consistenza Delle sostanze CHe Compongono i Denti, si Formano Dei margini appuntiti, le CosiDDette “punte”

Page 25: EQUINEWS - SICILIA

23

giare con la testa inclinata di lato o, addirittura, evitare di mangiare certi alimenti, come le granaglie, di consi-stenza più dura. Altre patologie connesse alla tavola dentaria possono riguardare la radi-ce del dente,essa può essere soggetta alla formazione di ascessi più o meno grandi che sintomatologicamente si evidenziano con una alitosi, un gon-fiore della parte interessata e nella maggior parte dei casi con uno scolo nasale muco-purulento unilaterale dal lato colpito dalla lesione. A secon-do della gravità del processo asces-suale si potrà prescrivere una tera-pia antibiotica nei casi più lievi e nei casi più insidiosi trattare con un intervento chirur-gico, previa ane-stesia generale, in cui viene effettua-ta una estrazione del dente interes-sato .A causa di tutti questi problemi connessi con la ta-vola dentaria, la bocca del cavallo dovrebbe essere esaminata almeno una volta all’anno; nei soggetti giova-ni il controllo do-vrebbe essere più frequente a causa del consumo mag-giore e dei pro-blemi associati al cambio tra denti decidui e perma-nenti. Le tecniche con-dotte dal medico veterinario consi-stono nella rimo-zione delle punte dentarie tramite raspe apposite, manuali o elettri-che, taglio o rimo-zione di capsule dentarie, del 1° premolare (lupi-no), ecc. I cavalli tollerano general-mente abbastanza bene le manualità di routine condot-te per risolvere i

problemi sopracitati grazie anche all’ utilizzo di sedativi farmacologici e di un idoneo apribocca,che permette al medico veterinario di potere svolgere tutte le manualità necessarie.In conclusione, il trattamento dei denti ed un controllo regolare rap-presentano una delle basinella normale gestione del cavallo, contribuendo ad aumentare lo stato di salute e la capacità fisica.Il trattamento professionale dei den-ti previene moltissimi problemi nel mantenimento del cavallo e garan-tisce un utilizzo razionale dei nutri-menti.

Country Time Clubviale dell’Olimpo 5, Palermo

La scuola di addestramento tennis per le esigenze dei

vostri bambini

Informazioni:Fabrizio Ferrera

Maria Antonietta TrupiaAlejandro Pena - 338-5334308

Tavola dentaria di un cavallo di 6 anni «bocca fatta» : la dentizione permanente è completa e tutti i denti hanno pareggiato.

Page 26: EQUINEWS - SICILIA

24

horSEthErapiStHorsetherapistEquiNewsSicilia

Manteniamo in forma i nostri cavalli: lo stretchingTutti gli atleti, professionisti e non, durante le fasi di riscaldamento o dopo l’attività motoria fanno stretching. Forse soltanto nell’equitazione questi esercizi non vengono praticati da nessun cavaliere, ma per chi deve sostenere sforzi ben più complicati è un ottimo aiuto durante la preparazione quotidiana e pre-gara. Scopo primario di questa tecnica è quella di ridurre le tensioni e le rigidità muscolari, aumentando

così l’elasticità e la flessibilità di muscoli, tendini e legamenti, permettendo così al cavallo-atleta di avere una corretta ossigenazione dei tessuti, movimenti più ampi dati dai fasci muscolari decontratti, e una migliore coordinazione. Non bisogna sottovalutare che per quei cavalli sottoposti a stretching con l’ausilio del fisioterapista, si riduce il rischio di danni ai

muscoli, ai legamenti (come per esempio quelli delle ginocchia o dei garretti) e dei tendini anteriori, fondamentali durante la ricezione.

I nostri c o m p a g n i di gare, non avendo il dono della parola, non possono fermarsi e

dare l’allarme sentendo arrivare il dolore di un muscolo stirato, ma lo possiamo percepire dalla rigidità o resistenze muscolare che provoca contratture tali da ridurre l’ampiezza dei movimenti che diventano rigidi, limitati e successivamente fanno registrare una scarsa tonicità dei fasci interessati.E’ importante sottolineare che le contratture sovente possono ripercuotersi sui tendini e di conseguenza sulle articolazioni. Tutto questo porta il cavallo a manifestare il proprio malessere cambiando radicalmente il carattere o, in casi più estremi, può provocare zoppie. In questi casi lo stretching può essere un ottimo strumento diagnostico. Con questo metodo dunque,veterinario

e terapista, possono rilevare possibili danni. Dopo aver individuato il problema e dopo aver valutato il livello di tolleranza alla mobilizzazione, ovvero quanto il cavallo riesce a flettere o stirare la parte interessata, lo stretching viene inserito nel programma riabilitativo, assumendo così un

di Antonio Inghilleri

lo stretCHing è una pratiCa non invasiva CHe va sempre pratiCata Dopo il risCalDamento.

le Contratture musColari possono riperCuotersi sui tenDini e sulle artiColazioni e un atleta può allenarsi bene soltanto se i suoi FasCi musColari sono ben DeContratti.

Protrazione dell’arto anteriore, muscoli allungati e zone di massaggio

Page 27: EQUINEWS - SICILIA

25

Manteniamo in forma i nostri cavalli: lo stretching

aspetto terapeutico. Nel percorso di rieducazione lo stretching coadiuva la manipolazione. Esistono svariati movimenti di stretching a secondo di quale zona muscolare o articolare si sta trattando. Lo stretching è una pratica non invasiva che va sempre praticata dopo il riscaldamento. Per quanto riguarda la zona cervicale vengono fatte eseguire delle flessioni cervicali (craniale e caudale) e delle flessioni laterali

(verso la spalla e verso la grassella) con l’ausilio di cibi appetibili al cavallo. Il treno anteriore viene sottoposto a protrazioni, retrazioni, mediomozioni, lateromozioni e altri movimenti ben più complessi, e lo stesso riguarda i posteriori. Più comuni da vedere sono invece l’estensione e flessione toracica e le latero flessioni. Esiste anche lo stretching della coda, infatti, ad alcuni cavalli può ridursi lo

spazio intravertebrale tra la quinta vertebra sacrale e la prima caudale a seguito di gare sportive o dopo lunghi viaggi in spazi stretti e scomodi. In questi casi l’intervento del fisioterapista è indispensabile. Abbiamo quindi visto come questa pratica sia di notevole e molteplice importanza sulla preparazione atletica del cavallo. Un atleta può allenarsi bene soltanto se i suoi fasci muscolari sono ben decontratti.

Adduzione dell’arto anteriore. Allungamento dei muscoli della faccia laterale della spalla

Retrazione dell’arto anteriore. Muscoli allungati e zone di massaggio

Page 28: EQUINEWS - SICILIA

26

Garsigliana Sport Equestri Asd

«il benessere Collettivo e la sensazione Di Familiarità all’interno Del Centro sono Due Dei punti Di Forza Della garsigliana».

In Contrada Pietralunga, al numero civico 32, in direzione San Martino delle Scale - a soli 5 km da Paler-

mo - sorge la Garsigliana Sport Eque-stri. Il centro è immerso nel verde ed è situato lontano dal traffico cittadino. A fargli da cornice, poi, c’è l’imponente Monte Petroso e, soprattutto, si respi-ra un’aria pulita, una tranquillità ed un silenzio che solo la montagna ti può offrire insieme alla serenità che pre-tende una disciplina complessa e ricca di storia come l’equitazione. Aperto tutto il giorno dal martedì al sabato, la domenica solo di mattina, dispo-ne di tre campi in sabbia, un ampio parcheggio ed di una club house con ristorante, bar e pizzeria con un’area comune dove è possibile leggere, chiac-chierare, consumare uno spuntino o vedere la tv. Nel locale riscaldato, nei momenti di pausa, gli allievi, i paren-ti e gli amici degli stessi che li hanno accompagnati possono disegnare, gio-care a carte o con giochi da tavolo. Il tutto corroborato da un buon the cal-do, se d’inverno, o un buon gelato nella stagione più calda. Quattro giornate al mese, poi, sono dedicate agli stage di dressage o salto ad ostacoli, tenuti sempre da qualificati e capaci tecnici

provenienti da realtà esterne e no. Dei 20 box disponibili, già 17 sono occu-pati da cavalli scuderizzati, tra pony, cavalli sociali e privati. Veniamo, però, a scoprire quale può essere il «manife-

sto» della Garsigliana, ovvero gli obiet-tivi tecnici che vuole raggiungere per i propri allievi: «è improduttivo – dice Rosario Seminerio, direttore tecnico del Centro - spendere risorse economi-che in cavalli di categoria eccelsa per i principianti, piuttosto è meglio con-centrarsi sull’arruolamento di tecnici ed istruttori che li facciano cresce-re». D’altronde, una buona formazione di allievi ed istrut-tori è garanzia di crescita per i singoli così come per tutto il gruppo. In occasione degli stage o degli incontri, poi, possono partecipare an-che i genitori per condividere infor-mazioni ed apprezzare i progressi dei loro ragazzi. «Il benessere collettivo, la sensazione di familiarità all’interno del centro – prosegue Seminerio - sono due dei punti di forza della Garsiglia-na». Ma qual è la marcia in più che offre il centro? Nato per riaffermare l’Equitazione con la E maiuscola, «la

Nuova realtà nel palermitano, il centro ha lo scopo di offrire una scuola e dei servizi di significativa qualità

Page 29: EQUINEWS - SICILIA

27

centro e la chiave per ottenere ottimi risultati. Attualmente sono trenta i principianti che frequentano i campi del centro equestre ed il cui lavoro li porterà a sostenere i primi impegni

agonistici ad inizio del 2011. Proprio per seguire la filosofia dell’impegno e della continuità, al momento si è orien-tati al lavoro in piano - con un’adegua-ta attenzione all’assetto e all’uso degli aiuti – che, sostengono gli istruttori, sia la base per qualunque crescita. Il salto ad ostacoli, che per ora ricopre soltanto un ruolo marginale, verrà successivamente inserito ed insegnato non trascurando aspetto alcuno, an-che ai livelli più avanzati. Intanto, per chi ne avesse voglia, è possibile tra-scorrere il proprio tempo libero presso il Centro: tecnici e responsabili sono pronti a dare ospitalità e fornire tutte le informazioni possibili.

Garsigliana Sport Equestri Asd

Garsigliana – afferma Luigia Can-gemi, presidente del centro - si pone come scuola, improntata sull’allievo (e non sul conseguimento dei risultati), da cui debbano uscire ragazzi allena-ti, preparati fisicamente e psicologica-mente. Consci che solo tramite il lavo-ro, il rispetto delle regole e l’amore per il cavallo si possano ottenere ottimi ri-

sultati anche agoni-sticamente parlan-do». «La massima attenzione - conclude Rosario Seminerio - è rivolta, poi, alla disciplina sportiva, intesa come compor-

tamento sportivo, come conoscenza dei regolamenti da parte dell’allievo che deve crescere all’interno dell’associa-zione con spirito di gruppo, spirito di squadra, senza che ciò metta in di-scussione l’agonismo stesso». La pas-sione per questo sport, ma al contempo la fatica profusa, la concentrazione co-stante e l’assiduità negli allenamenti sono alla base dell’insegnamento del

«il benessere Collettivo e la sensazione Di Familiarità all’interno Del Centro sono Due Dei punti Di Forza Della garsigliana».

«la passione per questo sport, ma al Contempo la FatiCa proFusa, la ConCentrazione Costante e l’assiDuità negli allenamenti sono alla base Dell’insegnamento Del Centro».

Nuova realtà nel palermitano, il centro ha lo scopo di offrire una scuola e dei servizi di significativa qualità

inFormazione pubbliCitaria

Page 30: EQUINEWS - SICILIA

28

NotiziENotizie EquiNewsSicilia

Coni e «Favorita», i l nuovo binomio L ’impianto comunale equestre

della città di Palermo, la Favo-rita, è stata recentemente preso

in gestione dal Coni di Palermo. Una novità, nel panorama siciliano, il fat-to che sia proprio il Coni a prendersi cura di un impianto equestre e che decida di gestirlo a 360 gradi. Una novità assoluta per la quale abbiamo incontrato il Presidente del Comitato di Palermo, Giovanni Caramazza, per cercare di capire i motivi, gli obiettivi e le modalità con cui si vuole gestire l’impianto. Sperando che questa sia la volta giusta per assistere alla sua rinascita. Presidente Caramazza, ovviamente la prima domanda sorge spontanea. Da dove è nata l’intenzione di prendere in ge-stione una struttura comunale? «Quello della Favorita non è il primo caso. Facciamo molta fatica a gestire i nostri impianti però, pur sapendo di imbarcarci in un impegno molto gra-voso, il senso di responsabilità ci ha portato a decidere di gestirne quanti più possibile. Abbiamo cominciato con la piscina comunale di Chiusa Scla-fani, una struttura quasi completata e rimasta chiusa per quarant’anni. Adesso il Comune ha completato i lavori e l’abbiamo presa in gestio-ne. Gli Enti pubblici probabilmente

sono interessati a dare al Coni le proprie strutture per le garanzie che esso stesso offre, e cioè il fatto di essere un ente pubblico che ha le competenze adeguate per la gestio-ne. Questa struttura, mi sento già di dire, sta andando molto bene vista la sua posizione geografica in una zona di Sicilia in cui il mare non è vicinis-

simo». Questa voglia di “sfida”, dunque, è uno degli elementi principali che ha spinto il Coni a chiedere l’affidamento della struttura equestre della Favori-ta al Comune di Palermo. «Si, abbiamo fatto una richiesta for-male all’Amministrazione Comuna-le. C’erano state altre richieste di altri soggetti privati ma alla fine si è preferito darla a noi. Probabilmen-te sempre per il motivo che affidarla ad un altro ente pubblico offre mag-giori garanzie e fa-cilità nella rapidità di assegnamento». Senza il proble-ma, così, di do-vere effettuare bandi pubblici o subire rallentamenti per ricor-si. Dunque la concessione della Favorita va ad incastonarsi in un progetto a più ampio respiro, o no? «Gli impianti della provincia, purtroppo, non sono in ottime condi-zioni ed è nostra intenzione lavorare proprio in questo senso, per miglio-

La struttura equestre palermitana passa nelle mani del Comitato olimpico, nella speranza di avere miglior fortuna rispetto al recente stato di abbandono

«il benessere Collettivo e la sensazione Di Familiarità all’interno Del Centro sono Due Dei punti Di Forza Della garsigliana».

Giochi nel campo in erba della struttura equestre durante la manifestazione «Tempo d’estate»

Giochi nel campo in erba della struttura equestre durante la manifestazione «Tempo d’estate»

Giovanni Caramazza

Page 31: EQUINEWS - SICILIA

29

queste ricordo la sistemazione dell’al-laccio fognario». Qual è stata la pri-ma procedura attuata una volta presa in consegna la “Favorita”? «Abbiamo invitato tutte le società, spiegando le modalità di accesso alla struttura offrendo un diritto di prela-zione a quanti fossero già dentro per i box. Purché fossero società sportive perché non è nostro interesse trattare direttamente con i singoli privati. La scuola di equitazione, invece, è stata affidata ad un consorzio composto da tre società, propostosi autonomamen-te». In quanto ad altre attività, le così dette “collaterali”, avete già in cantiere qualcosa? «D’esta-te abbiamo organizzato il “tempo d’estate”, che è andato molto bene. Hanno partecipato diversi bambini, tra cui persino mio figlio. Ed è stata una cosa importante, perché grazie a lui ho compreso se il progetto fosse valido o meno. Sono state effettuate attività sportive ma anche di educa-zione ambientale. Pensi che mio figlio inizialmente non aveva voglia di par-tecipare, per poi addirittura rimpian-gere i bei momenti trascorsi. D’inver-no vorrei invece coinvolgere le varie Federazioni sportive per dar loro uno spazio auto - promozionale all’inter-no della struttura». Da un punto di

Coni e «Favorita», i l nuovo binomio

rare la qualità dei servizi da offrire alla cittadinanza. Questa stessa mo-dalità di lavoro sta avvenendo anche nel resto della Sicilia con una piccola differenza: e cioè che solo in questo caso siamo noi a pagare un canone al Comune per la gestione dell’impianto equestre. Altrove accade il contrario, ma abbiamo accettato di fare così pur di rivalutare quell’area. Secondo noi è uno dei posti più belli d’Italia e per questo abbiamo deciso di pagare per-sino un canone». In che condizioni

avete trovato la struttura? «In tota-le abbandono, abbia-mo dovuto iniziare con la pulizia. Poi con la sistemazione del manto erboso,

l’acquisto di ostacoli nuovi e così via. Il progetto, ovviamente, è ad impatto ambientale zero. Vogliamo abbattere eventuali strutture prive di autoriz-zazione e ristrutturare quelle già esi-stenti». La struttura è ora agibile? Si, abbiamo avuto delle prescrizioni alle quali abbiamo adempiuto. Tra

La struttura equestre palermitana passa nelle mani del Comitato olimpico, nella speranza di avere miglior fortuna rispetto al recente stato di abbandono

«il benessere Collettivo e la sensazione Di Familiarità all’interno Del Centro sono Due Dei punti Di Forza Della garsigliana».

vista tecnico, tornando proprio all’equitazione, non potrebbe accadere che possano accedere ai box soggetti diversi da quelli che hanno fatto il contratto con voi? «Siamo noi a fornire le tesse-re di ingresso. E nessun altro potrà entrare nella struttura se non sarà tesserato. Quindi abbiamo assoluto controllo sugli accessi. Sugli indivi-dui così come su cavalli e fieno. Non è ovviamente intenzione del Coni speculare sulla struttura ma tutto va nell’ottica del servizio, tutte le en-trate vanno reinvestite nello stesso impianto». Per quanto riguarda i costi, però, sembra che siano un po’ alti rispetto alla media. Si vuole forse creare un polo d’ec-cellenza o i costi elevati di ma-nutenzione richiedono di tenere alto il prezzo? «Entrambe le valuta-zioni sono corrette. Ma ne esiste una terza molto importante: noi non pos-siamo fare concorrenza alle società sportive. La Favorita è la struttura più bella ed ambita, e se a questo as-sociassimo un canone d’affitto basso rispetto alla media rischieremmo di mettere in serie difficoltà le società private. Abbiamo voluto tenere il ca-none più alto proprio per scongiurar

l’insorgenza di problematiche».

Giovanni Caramazza

Page 32: EQUINEWS - SICILIA

30

EquuSEquusEquiNewsSicilia

Come per altre grandi civil-tà del passato, nella storia dell’antica Roma il rapporto

fra uomini e cavalli ha rappresen-tato una costante, connotando in maniera peculiare la storia di uno degli imperi più vasti mai esistiti. Dall’ambito mili-tare a quello po-litico arrivando all’equitazione come disciplina e come forma di spettacolo, la sto-ria dell’Urbe può essere seguita anche da questa particolare visua-le. Senza dimenti-care le derivazio-ni linguistiche: dai latini equus, equitatio, eque-ster ci arrivano, «equino», «equitazione», «eque-stre»; dal tardo latino caballus (la cui origine è controversa) l’italiano «cavallo», lo spagnolo «caballo», il portoghese «cavalo» e il francese «cheval».Data la vastità della tematica, que-sto mese ci concentreremo sugli equites e sul ruolo che avevano nel-la società romana per comprendere come il rapporto fra uomini e cavalli abbia avuto importanti risvolti sul-la stessa organizzazione politica di Roma antica. Sul prossimo nume-ro, invece, passeremo in rassegna i modi in cui i Romani concepivano l’equitazione come attività fisica e ludica.A Roma, dall’età monarchica fino alla prima età repubblicana, col ter-mine di equites (cavalieri) venivano indicati i soldati a cavallo. La loro origine, secondo la tradizione, era da ricondurre a Romolo, il mitico fondatore della città. In seguito, grazie alla riforma messa in atto dalla Lex Sempronia, nell’epoca dei Gracchi, gli equites divennero una classe di censo (l’ordo equestris) for-mando una classe politica che si col-locava fra patrizi e plebei. All’inizio era lo Stato romano ad assegnare ad ogni eques un cavallo (che perciò

veniva chiamato equus publicus) op-pure ai cavalieri veniva dato il cor-rispettivo in denaro per acquistarne uno, somma che consisteva in 1.000 assi (contributo che veniva detto aes equestre). Inoltre a questi cavalieri veniva assegnato anche un contri-buto annuo di 200 assi per il mante-nimento del cavallo. Ma ben presto

anche cittadini abbienti divenne-ro equites, alme-no nell’originario senso militare: il cavallo era acqui-stato a spese pro-prie, ma la paga che ricevevano questi cavalie-ri per il servizio reso superava di gran lunga quel-la riservata ai sol-dati di fanteria. Non finiva qui. In epoca repubblica-

na i censores, magistrati preposti a varie importanti funzioni nella Roma repubblicana, controllavano in periodi stabiliti che cavalli e ca-valieri fossero in ordine: gli equites che ricevevano dallo Stato le loro cavalcature dovevano dimostrare di possedere e di mantenere con la dovuta cura equipaggiamento e cavallo e di essere degni del rango rappresentato. In caso di mancato superamento della periodica ispe-zione (essa aveva luogo solitamente

Equites, cavalieri nella città eternanel foro) potevano vedersi degrada-ti a soldati di fanteria e subire la riassegnazione del cavallo ad un altro eques più meritevole, il quale, magari, fino a quel momento ave-va provveduto a equipaggiamento e cavalcatura a proprie spese. Gli equites, soprattutto nella Roma repubblicana, poterono contare su molti privilegi ed ebbero una par-te attiva nella difesa dell’integrità dello Stato, per esempio in occasione della congiura di Catilina.Le cose cambiarono dopo la rifor-ma militare di Gaio Mario, quando l’equivalenza fra equites e cavalieri venne meno, dal momento che molti cittadini a reddito bassissimo o non romani confluirono sempre più spes-so nelle fila della cavalleria. Roma cresceva e così pure le sue esigenze militari. Fra la fine della repubbli-ca e l’epoca imperiale, in un primo momento non si badò più all’origine degli equites, cosicché molti riusci-rono ad entrare nell’ordo equestris sulla base del proprio reddito.Fu Augusto, il primo imperatore romano, a reintrodurre criteri più selettivi per gli equites, anche se da quel momento i cavalieri divennero di fatto il ricco ceto di funzionari amministrativi della nuova burocra-zia imperiale. Gli antichi cavalieri, i soldati a cavallo della repubblica, si avviavano a diventare importanti ingranaggi della macchina statale romana, destinata a durare almeno altri quattro secoli.

di Gaetano Sabato

Page 33: EQUINEWS - SICILIA
Page 34: EQUINEWS - SICILIA