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P. Giangrisostomo Tovazzi EPISTOLARIO o sia LETTERE FAMILIARI ITALIANE E LATINE SCRITTE A DIVERSI DA FRATE GIANGRISOSTOMO DI VOLANO SERVO DI GESÙ, E MARIA E PROFESSORE DELL'ORDINE SERAFICO DE' MINORI RIFORMATI DI SAN FRANCESCO Della Provincia Trentina di San Vigilio. VOLUME SESTO Dal giugno 1801 sino al maggio 1804 IN TRENTO, MDCCCI. ____________________________________________________________ Appresso Santo Bernardino

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P. Giangrisostomo Tovazzi

EPISTOLARIO o sia

LETTERE FAMILIARI ITALIANE E LATINE SCRITTE A DIVERSI

DA FRATE GIANGRISOSTOMO DI VOLANO

SERVO DI GESÙ, E MARIA E PROFESSORE DELL'ORDINE SERAFICO

DE' MINORI RIFORMATI DI SAN FRANCESCO

Della Provincia Trentina di San Vigilio.

VOLUME SESTO

Dal giugno 1801 sino al maggio 1804

IN TRENTO, MDCCCI. ____________________________________________________________

Appresso Santo Bernardino

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2075. 1801 Al Padre Tommaso Degara da Tiarno. Arco. Nella gazzetta.

R.P. Ieridì ho ricevuto la sua coll’inchiusa per il Padre Provinciale, cui la ho spedita in

questa mattina per mezzo del tedesco beccaio di Campo, giacché là ora si trova il detto Padre. Perciò suppongo, che la di lui risposta non verrà nelle mie mani, perché manderalla per la vai più curta, e diritta di Ballino. Con questo stesso ordinario1 scrivo al suo P. Guardiano rapporto alla sua cassa, fermata in questa dogana, e gli mando il viglietto della spesa per il trasporto della medesima. Scrivo pure al Padre Guardiano di Roveredo, perché mandi a pigliarla2. L’avviso di questo per il caso, che la mia lettera si perdesse. Circa la inscrizione delle gazzette farò quanto Ella mi suggerisce: ed anche avrò attenzione d’indirizzarle al Padre Guardiano, affinché sieno più sicure, e rispettate. In breve insinuerò al sig. Monauni la disposizione loro di celebrare le sei sante Messe, e poi l’avviserò ecc3. Lo riverisco ecc. Trento 13 giugno 1801.

2076. 1801

Al P. Gio. Evangelista di Stenico Ministro Provinciale. Campo. Molto Rev. Padre Benedicite.

In questa mattina ho spedito una lettera della P.V.M.R. al P. Guardiano di Arco; e sabato spedirò al medesimo l’altra sua, che ho ricevuto in questa sera con più altre. Mi spiace, che le poste non sono tutte sicure. Ai sette dello scorso maggio, nel luogo della Pausa furono levate tutte le lettere al postiglione fiemasco: ed oggidì sono stato avvisato in scriptis4, che la bottega di Mezzo Lombardo, in cui vengono deposte le lettere si è assai sospetta, venendo assai volte aperte le lettere, e più assai volte ritardate, negligentate, e perdute. Questo ci obbliga di avere molto riguardo nello scrivere. Io risponderò a Mezzo che trovino un altro posto, oppure avvisino i difettosi. Lunedì è venuta da Feltre la risposta affermativa; ma colla condizione, che sia portato dall’ordinando il privilegio dell’extra Tempora. Onde per non perder tempo ieridì fu scritto dal P. Gioachino a Bressanone5, e nello stesso giorno Fra Bernardino di Carano è partito di qui alla volta di quella città. Sino a Mezzo Lombardo fu accompagnato da questo nostro P. Guardiano: ed oggidì siccome m’ha detto F. Leonardo, ha proseguito il suo viaggio col P. Giorgio di Cles, con intenzione di esser a Bressanone venerdì6. Monsignor Vicario Generale mi ha detto, che là non saravvi difficoltà rapporto all’extra Tempora; e quindi speriamo, che ritornerà sacerdote7. Il Padre Alessio Tommasi di Varignano stanziato alle Grazie d’Arco, non è ancora venuto a questa infermeria, dove oltre li soliti Bernardo, Salvador, e Placido, stanno il P. Regalato, e F. Pietro d’Alcantara chierico. Il P. Francesco Serafico da Padova è tuttavia col suo male: mangia però con noi, e viene anche al coro con noi, ma soltanto a certe ore8. Egli mi ha detto, che qualora la P.V.M.R. lo favorisse coll’obbedienza per Abano, ritornerebbe a ricevere

1 *Corriere, che recapita regolarmente la posta. 2 Venne a pigliarla F. Marcello li 19 giugno. 3 L’ho insinuato ai 24 giugno. 4 Dal P. Anacleto. 5 La lettera giunse a Bressanone un pò dopo l’arrivo dell’ordinando. 6 Fuvvi venerdì mattina. 7 Ritornò li 30 giugno ordinato sacerdote li 21. Cantò la sua prima Messa in Cavalese li 25 giugno,

giovedì. Fu ordinato con 14 altri, senza difficoltà. 8 Li 18 cominciò a stare affatto fuori del comune. Poi ritornò a tutto.

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la risposta romana, o che potrebbe riceverla in Padova9. Oggidì fu qui di ritorno da Padova F. Domenico Malano con un bel mulo di due soli anni, pagato troni 735, ossia fiorini 147. È pur qui F. Gio. Maria di Chiarano. Le lettere, che si danno alla posta per Frati nostri, voglionsi crosate. Finisco baciandole divotamente le sacre mani, e pregandola della sua paterna benedizione. Trento 17 giugno 1801.

Senza soscrizione per mancanza di carta.

2077. 1801 Al P. Davide de Gara da Tiarno. Campo.

R.P.L.S.L.G.C. Suppongo, che sarà ben fatta questa soprascritta: All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone graziosissimo Monsignor Sigismondo Antonio Conte de’ Manci di Ebenheim, canonico, e decano degnissimo dell’insigne cattedrale di

Trento La lettera tedesca, cui ho aggiunto di mia mano il Bolgiano, fu ricevuta dalla posta.

Consegnerò al P. Cesario la mandatami subito, che sarà qui di ritorno da s. Chiara. Sono stato avvisato con lettera, che le lettere per Mezzo Lombardo pericolano, poiché altre vengono ritardate: altre perdute: ed altre aperte. Le serva l’avviso10. È morto il fratello del sig. Pietro Alessandrini di s. Trinità, soldato attivo di questa milizia civica11. Egli essendo sano, e vigoroso disse, che se fosse morto qualcheduno di tale milizia, sarebbe stato da seppellirsi cogli onori militari. Toccarono a lui tali onori, e furongli fatti con grande sfarzo, e conseguentemente con un gran concorso di cittadini curiosi. Tutti preti, e laici l’accompagnarono sino al cimitero comune di s. Francesco, perché fuvvi la musica militare. Non vi furono però Frati. La di lui malattia fu la pleurisia, troppo tardo conosciuta dal medico Borsieri: morì ben disposto, e sacramentato12. Il Signor Iddio l’abbia in cielo. Mi raccomando al solito, e lo riverisco ecc. Trento 17 giugno 1801.

2078. 1801

Alla M. Maria Gioseffa Aloisia Wincklera. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Avvicinandosi la festa del suo sant’Aloisio, fo parte del mio dovere augurandogliela felicissima per ogni verso, e di tutto cuore: supponendo, che a ciò contribuirà eziandio la speranza di una prossima PACE, e l’esser ora senza milizia estranea. Replicherò lo stesso augurio domenica al sacro altare celebrando indi Lei pro, e vantaggio spirituale la mia Messa. La prego di aggradire colla sua solita bontà questa mia doverosa ricordanza; e riverendola le sospiro la benedizione grande di Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Amen. S. Bernardino 19 giugno 1801.

9 Partì per Abano li 16 luglio. Fu in Verona li 22. In Lonigo li 17 agosto. Scrisse nel nov., ricevuta li 15 in Trento. S’incorporò nella Provincia Osservante di Venezia nel 1802, avanti del maggio.

10 Gli undici di giugno giunse a Campo il di lui nipote tonsurato chierico Conte Sigismondo Manci Beneficiato Trapp del Duomo. Sta in convento, e dovrà starvi per volontà di M. Decano in penitenza. Fuggì di notte venendo li 23 di ottobre 1801. Ma li sei di nov. venerdì in tempo notturno fu levato, e condotto nella Rocca di Riva da due soldati della medesima. È morto in Trento li 23 giugno 1804.

11 Francesco notaio celibe separato interamente dal fratello, anche di casa. Fu aiutante del Maggiore Guariento.

12 L’Alessandrini aveva due sorelle in Fiavedo, luogo vicino a Campo, in Casa Levri.

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2079. 1801 Al P. Prosdocimo Gelico13 da Cavalese. Pergine14.

Rev. Padre S.L.G.C.S.N.C. Ierlaltro monsignor Vicario Generale Capitolare15, da me pregato a nome della

P.V.R., ha conceduto facilmente, ch’Ella possa dare l’assoluzione sagramentale a quel collerico, il quale profferì quell’orrendo sproposito: Se nol mazzo, non c’è Iddio. Io poi le raccomando, che con tale occasione proccuri sollecitamente di far diventare pacifico il detto collerico: e d’impetrare anche a me da Sua Divina Maestà una inalterabile pazienza, ed esibendomele per tutto quello, che posso, la riverisco, e mi dico. Trento 19 giugno 1801.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2080. 1801

Al P. Anacleto Manincuore da Casezzo. Mezzo Lombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Oggidì spedisco la di Lei lettera a Roveredo; non però a s. Rocco, perché là stanno i soldati, ma ai PP. Riformati, che ora stanno nel monastero abbandonato per causa de’ soldati dalle MM. Salesiane. Mi spiace grandemente, che costì non sieno sicure le lettere. Ho dato parte di ciò al Padre Provinciale, e ad altri per loro regolamento. Io pure avrò del riguardo nella spedizione delle lettere, che saranvi consegnate; ma non potrò sempre avere occasione impostale16. Quindi raccomando a loro il rimediare all’accennato disordine. Io suppongo, che il botteghiero sarà infedele; ma non tutti quelli, che andranno in quella bottega saranno tali. Crederei, che gioverebbe il non lasciare esposte le lettere su di una tavola, o di una finestre, in vista di ognuno: ma bensì il porle in una cassetta come la nostra cucinesca dal sale, o simile: o come quella, ch’è in Trento nell’osteria Cresseriana, dove suol alloggiare il postiglione delle valli di Non , e di Sole. Così stando unite saranno anche più facilmente ritrovate dal postiglione trapassante, e non perderà tempo nel cercarle. Mi raccomando adunque un’altra volta, perché rimedino al disordine. Con questa spedirò al suo Padre Guardiano una lettera grossa del P. Provinciale ben sigillata. Dica al Padre Giuseppe Maria, che ho spedito subito a Campo la sua; e che il P. Serafico17 ritrorvasi malconcio. Preghino Iddio per me peccatore. Amen. Trento 19 giugno 1801.

2081. 1801

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta. Trento 20 giugno 1801.

Nella notte del primo al secondo giorno del corrente mese fuvvi chi andò su la nostra loggia, come suppongo, per rubare un’altra pezza di tela18; ma non avendola ritrovata perché nella sera precedente fu collocata altrove, tolse un drappetto di lino, e due stari di formentazzo preparati per dargli ad un molinaro. Nella notte poi de’ 17 ai 18

13 *Iellici. 14 Vedi sotto num. 2221, 2628, 2630. 15 *Perché sede vacante. 16 * cioè fuori del servizio postale. 17 Serafico da Padova. 18 La prima pezza ci fu rubata li 31 luglio 1800, sotto il pranzo, mentre stava distesa al sole fuori del

ponte di Rialto [così era detto il ponticello che immetteva nel piazzale nord del convento]. Il drappetto, o sia fazzoletto fu dal P. Anacleto andato da Metz a Pergine.

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parimente di questo mese sono stati dei ladri nel monistero di S. Chiara, ed hanno portato via circa trenta tondi di peltro, con altrettante posate, manipoli, paiuoletti ecc. e tentarono in vano di entrare nella sagrestia. Visitarono pure delle altre case. Dicesi, che siavi una compagnia di tal gente19. Dunque conviene vegliare, e stare cogli occhi aperti. Il Signor Iddio ci abbia pietà, e misericordia. Amen.

2082. 1801

Al P. Fortunato da Trento Vicario in Cles. R.P.P.C.

Non posso parlare col signor Felice Buoninsegna rapporto alle due lettere, di cui mi scrive la P.V.R. perché sino dai 23 di aprile del 1799 trovasi giubilato, e fuori dell’officio postale, con una pensione20. Bensì parlerò cogli attuali postieri la prima volta, che andrò da loro. Per altro io non capisco il perché sieno state rimandate col solo motivo della nota del loro valore; mentre ci vengono date delle altre parimente marcate, senza chiedere pagamento. Con questa occasione le fo sapere, che nella notte de’ 17 ai 18 del corrente sono stati dei ladri nel monastero di S. Chiara, ed hanno portato via circa trenta tondi di peltro, con altrettante posate, dei manipoli, de’ paiuoletti ecc., ed hanno tentato di entrare anche nella sagrestia. Si dice che siavi una compagnia di tal gente21. Converrà dunque stare cogli occhi aperti. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 20 giugno 1801.

Di V.P.R. cui aggiungo, che in Randena un pazzo di 43 anni, che si crede lo Spirito Santo, con tre pistoletate ha ucciso un suo fratello di 32 anni, ed una sorella di 30.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo

2083. 1801

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Campo. M.R.P. Benedicite.

Supponendo, che la qui rinchiusa lettera del P.V. Proccuratore contenesse la ricevuta, che aspetto, della cambiale, che gli ho mandato, la ho aperta io. Quindi chiedo scusa, e prego la P.V.M.R. di avermi per compatito. La ho nuovamente chiusa, e l’assicuro, che non ho punto osservato il contenuto22. Per altro resto molto malsoddisfatto di tutti quelli, cui abbiamo dato rifugio, e gli ho in concetto d’ingrati; nullo excepto. Non ho mai stimato gli attestati de’ medici, ed oggidì mi sento confermato nel mio parere. Credo, ch’eziandio la prescrizione fatta al P. Serafico sia della stessa tempra. Gli ho insinuato quanto la P.V.M.R. mi ha ingiunto, ed egli rimase contento. Mi ha detto, che ora sta bene. In fatti mangia con noi, e viene con noi al coro in tutte le ore. Dell’andato a Bressanone (F. Bernardino) non ho verun riscontro23. Il chierico F. Pietro d’Alcantara oggidì ha fatto ritorno alla santa comunità. Il P. Alessio da Varignano ieridì fu veduto in Roveredo. Nella notte de’ 17 ai 18 del corrente sono stati dei ladri nel monistero di S. Chiara. Non si sa come, sono entrati nel refettorio, ed

19 Capo loro fu il Garello trentino, che fu molto tempo carcerato, ed ora 1804 gira per Trento. 20 Sopra num. 1570. 21 Garelliana. 22 Dà copia del memoriale presentato a Pio VII dal Padre Alessio Tomasi di Varignano della

Provincia picena per secolarizzarsi. Ottenne l’intento nell’agosto 1801. 23 Fu qui di ritorno li 30 giugno, ordinato sacerdote con 14 altri li 21 del corrente. Cantò la sua prima

Messa nella chiesa nostra di Cavalese li 25 giugno, giovedì.

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hanno portato via circa trenta tondi, colle posate, alcuni paiuoletti ecc. Domani spedirò a Roveredo la sua lettera. La prego genuflesso della sua benedizione, e resto. Trento 23 giugno 1801.

Di V.P.M.R. Umil.mo, obb.mo suddito e servo F. Grisostomo.

2084. 1801

Al P. Michel Angelo da Roveredo Guardiano. Roveredo. Ai PP. Riformati. R.P.P.C.

Il P. lettore Sisinnio Maria essendo intenzionato d’andare ancor ai bagni di Prags nella Pusteria, prega la P.V.R. che voglia favorirlo nuovamente con provvedergli sedici libbre di tabacco in polvere non troppo sottile, d non sia scaglia, o Santi Padri24; promettendole, che al suo ritorno dal detto paese verrà fatto il pagamento. Frattanto tenendosi sicuro del favore la riverisce, e facendo anch’io altrettanto, mi dico. Trento 23 giugno 1801.

Di V.P.R. cui aggiungo, che nella notte de’ 18 sono stati dei ladri nel monastero di S. Chiara, ed hanno portato de’ peltri, paiuoletti, posate ecc.25 Le aggiungo altresì, che con questa le spedisco una lettera provincialesca venuta dalla Giudicaria Citeriore.

Div.mo, obb.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

2085. 1801

Al P. Gasparo da Campo Vicario in Arco. R.P.P.C.S.L.G.C.

Ieridì fu soddisfatto il debito, ch’eravi presso questa dogana per la cassa venuta da Venezia, collo sborso di troni 38 e soldi 18, siccome consta dalla ricevuta qui compiegata26. Lo soddisfece il nostro Fontanari dandole una cedola di fiorini cinque: una cedola di fiorini due, la moneta fiemasca di sei carentani: ed aggiugnendole trentatre soldi. Questi trentatre soldi sono stati tolti dalle limosine di questo nostro convento. E però se la P.V.R. si contenterà di far celebrare una santa Messa secondo la intenzione, già fatta, di questo Padre Superiore, i detti soldi resteranno rimessi. La prego di risposta su di questo27. Colla presente occasione le spedisco qui rinchiuse le cedole rimaste, voglio dire una fiemasca di due fiorini: due bolzanine di fiorini dieci; e così io resto senza niente. Voglio sperare, che giugneranno diritte al loro destino: come pure, che il di Lei Padre Guardiano sarà almeno alquanto guarito, se non del tutto. E riverendoli tutti, e due, mi offro ad ulteriori servigi, e mi professo. Trento 26 giugno 180128.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

P.S. La prego di far sapere al P. Tommaso, che il sig. Monauni dopo il mio avviso ha fatta l’applicazione delle Messe.

24 Già preparato avanti del luglio a troni 2 la libbra. 25 Capo il Garello di Trento, che fu molto tempo carcerato nel castello di Trento. Le monache non

furono ricompensate. 26 Ricevuta di Antonio Schweizer. 27 Rispose, che sarà celebrata, e che ha ricevuto tutto. 28 Spedita li 27 per F. Marcello.

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2086. 1801 Alla M. Maria Giacinta Tabarella Clarissa. Trento.

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Abbraccio molto volentieri l’occasione, che il Signor Iddio mi porge, di rinnovare

alla R.V. l’antica mia servitù, mandandole la qui rinchiusa lettera del suo degnissimo signor nipote colonnello (Giuseppe) Schertz, come rilevo dalla data di Semlino29. Questa le servirà per intendere ciò, che le ha insinuato per mezzo di una donna sconosciuta il signor barone Luigi de Taxis (Luigi de Tassis)(maestro di posta) e di un nuovo motivo per consolarsi, e per ringraziare la bontà del Signor Iddio30. Gliene sospiro la continuazione, e la riverisco ecc. S. Bernardino 27 giugno.

2087. 1801

Al P. Ferdinando di S. Orsola Guardiano di Pergine31. R.P.

Frate Gervasio in questa mattina ha fatto condurre a questo convento la limosina di grano (formento) venuta da Bolgiano per il medesimo convento, ed anche per quello di Pergine. Consiste in quindici stari tedeschi per ognuno32. Dunque la P.V.R. potrà mandare a pigliare il suo senza verun ritardo33. Io poi godo di poterle recare questo avviso, ed assicurandola, che li due novizzi di Cavalese hanno già professato, e che Fra Bernardino da Carano ierlaltro (giovedì 25 giugno) in Cavalese ha cantata la sua prima Messa, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 27 giugno 1801.

Di V.P.R. Div.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano.

2088. 1801

Al sig. Giovanni Conte di Welsperg. Bolgiano. Ill.mo signore, sig. e padrone graziosissimo34.

Avendo ricevuto in questa mattina con esultazione li quindici stari tedeschi di formento, che V.S.Ill.ma per puro amore del Signor Iddio s’è degnata di accordare a questo mio povero convento, fo parte del mio dovere ringraziandola di tutto cuore, ed assicurandola, che d’un sì opportuno, e generoso sussidio non dimenticherommi giammai: che pregherò anzi, e farò pregare caldamente Sua Divina Maestà, perché voglia ricompensarla colle grazie sue celesti, e sempre più felicitarla. Ed inchinandomele profondamente mi do l’onore di protestarmi. Trento, s. Bernardino 27 giugno 1801.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore in Cristo F. Giuseppe Antonio da Cles Guardiano de’ Francescani

Fuori. All’Ill.mo signore, sig. e padrone graziosissimo Il signor Giovanni del S.R.I. Conte di Welsperg Signore di Primier, e Langenstein ecc. cavaliere

29 Semlino Klagenfurt Trento. Fu creduto già morto nel maggio. 30 Con tal lettera le assegna presso il barone Tassi dieci fiorini al mese. 31 È morto in Pergine li 30 aprile 1802 Guardiano attuale. 32 Stari tedeschi 15 in 5 sacchetti. 33 Anche al convento di Arco furono dati 15 stari tedeschi e più. Condotti da Trento a Sacco li 27

giugno. 34 Ora 1804 presidente imp. regio di Trento. Nel gennaio 1805 uxorem duxit.

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della Chiave d’Oro per S.M.I.R.A.35 e Vice-capitano del Paese ecc. Bolgiano

NB. Questa letterina, scritta d’ordine del P. Guardiano assente, non si spedirà, perché credesi superfluo il ringraziare con lettera il lodato ministro della Provincia, bastando l’attestato di ricevuta già dato. Il formento sta in cinque sacchetti di rufo, legati in un modo da me non più veduto, e bello. Dieci stari tedeschi fanno quindici stari trentini, e quindici tedeschi ventidue, e mezzo trentini.

2089. 1801

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Campo.36 M.Rev. Padre Benedicite.

Accerto la P.V.M.R. che in questo momento ho ricevuto la sua veneratissima colle due inchiuse, le quali saranno da me spedite senza verun ritardo. Farò la commessami ambasciata al P. Guardiano rapporto al P. Pierantonio, che non s’è ancora veduto. Dirò al P.M.R. Gioachino quello, che non ho ardito di dirgli avanti per non abusarmi dell’avuta notizia37. Il nostro neomista fu ordinato in Bressanone con quattordici altri, perché quel vescovo tiene l’autorità dell’extra tempora concedutagli dal Papa nel 1792 ad arbitrium Sanctitatis Suae38. Proccurerò di trovare documenti per altre volte; e frattanto col bacio delle sacre mani la prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 3 luglio 1801, sotto il pranzo.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Gio. Grisostomo.

2090. 1801

Al P. Fortunato da Trento Vicario in Cles. R.P.P.C.S.L.G.C.

Ricordevole della promessa, che ho fatto alla P.V.R. rapporto alle due lettere, di cui mi ha scritto, ho fatto ricerca delle medesime appresso quest’officio di posta, ed ebbi per risposta, che nulla sanno di esse. Può essere, che la voce sparsa costì sia stata malamente appoggiata. Suppongo, che avrà inteso39, essere stato ordinato sacerdote il nostro P. Bernardino da Carano in Bressanone li 21 dello scaduto, e che ha cantata la sua prima Messa in Cavalese li 25 dello stesso. Io le aggiungo, che quel vescovo tiene l’indulto apostolico di poter ordinare extra tempora concedutogli nel 1792 ad arbitrium Sanctitatis Suae. Ch’egli mostra la sua pietà eziandio nella formola delle sue patenti, cominciandole coll’Ad maiorem Dei gloriam: col dirsi vescovo Dei, et Apostolicae Sedis gratia: col non far motto alcuno del suo casato40: con metter l’anno a Nativitate D.N. Iesù Christi: e coll’esprimere ritum Sanctae Romanae Matris Ecclesiae. Quantunque ne’ Cataloghi stampati dicasi Francesco Carlo, nel suo sigillo dicesi Carolus D.G. Episcopus, e nelle patenti a stampa, ed a mano propria Carolus Franciscus. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 3 luglio 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

35 Sua Maestà Imperiale Regia Apostolica. 36 Ritornò a Trento li 7 di luglio. Partì per Cavalese li 13 luglio. 37 Rapporto al P. Tomasio. 38 Rapporto all’extra Tempora de’ Regolari. Vide To. V. Compend. diplom. num. 1095, ac 1065,

1066, 1067. 39 Dal sig. Giacomo Keller di Cles, che fu a Cavalese li 25 giugno. 40 Egli è Conte di Lodrone inspruchese, nato li 18 nov. 1748, ed eletto li 16 agosto 1791.

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2091. 1801

Al P. Giuseppe Maria della Giacoma da Pradazzo. Metz Lombardo. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

L’identità del cognome, e della nazione mi suggerisce, e stimola, a fargli sapere, che nella scorsa domenica li 28 del passato giugno, il P. Giannantonio della Giacoma da Moena fiemasco, fu esaminato, approvato41, e creato confessore, avendogli fatto un elogio superlativo il signor abate Francesco Zucchelli esaminatore prosinodale, cui l’ho condotto io d’ordine di monsignor Vicario. Per questo ho goduto molto, ed ho ringraziato Sua Divina Maestà: e qui esortando anche lui a fare lo stesso, mi raccomando in precibus, e mi dico ecc. Trento 4 luglio 1801.

P.S. L’altrieri soltanto è andato a Campo il detto P. Giannantonio col neo professo F. Vincenzo Maria, e con Fra Mauro, essendo passato da Campo a Pergine Fra Pacifico di Valfloriana.

2092. 1801

Al P. Attanasio di Sardagna. Borgo. R.P.S.L.G.C.

Ho il contento di rimandarle subito prorogata ad un altro quinquennio la sua patente confessoriale, che iersera tardo giunse alle mie mani. Voglio sperare, e spero fondatamente, che tale quinquennio non sarà l’ultimo42; e che Sua Divina Maestà le donerà del tempo ancora più lungo, affinché possa continuare le sue sacre fatiche, e farsi de’ nuovi meriti. La prego d’un saluto cordiale al mio fratello, mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 5 luglio 180143.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2093. 1801

Al sig. don Valentino de’ Lazari curato di Cognola. Molto Illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo.

Incombenzato dal mio Padre Guardiano ho disteso, e scritto il qui compiegato memoriale. Ora poi lo spedisco a V.S. molto illustre e molto rev. perché lo esamini, e se lo trova conforme alle sue intenzioni, lo sigilli, e qualora non abbia qualche altra strada, lo faccia consegnare alla posta, come ha fatto ultimamente un altro parroco con un mio memoriale, scritto in di lui nome al Sommo Pontefice44. Noi non possiamo darlo alla posta, ed in Roma non abbiamo più alcun appoggio. Bramo, che questo pure come quello, sortisca la richiesta grazia, e che conseguentemente i nostri buoni vicini, e benemeriti cognolesi restino consolati, e provveduti. Col bacio poi delle sacre mani mi protesto. Da s. Bernardino 10 luglio 180145.

Di V.S. molto illustre, e molto rev. Umil.mo, ossequ.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano

41 ad biennium. 42 Egli mi ha scritto, che sarà l’ultima proroga, perché ha 70 anni. 43 Spedita gli 8. 44Sopra num. 2019. 45 Spedita li 12.

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Extra. Al Molto Illustre46 e molto rev. sig. e padrone colendissimo Il signor don Valentino de’ Lazari degnissimo Curato di Cognola.

2094. 1801.

Ai cardinali della Congregazione del Concilio. Roma. Emm.mi, e R.mi Signori.

Li sindaci della chiesa, e della comunità di Cognola presso Trento, oratori umilissimi, espongono riverentemente all’EE. Vostre R.me, che per via di sostituzione poco fa è pervenuta alla loro chiesa curata di s. Vito, l’eredità lasciatale da Giovanni quondam Francesco Caldonazzi di Moiado Cognolese, col suo testamento pubblicato gli undici di giugno dell’anno mille settecento, ed ottantaquattro47, nel quale sta scritto: “In tal caso sostituisce in erede universale la Veneranda chiesa curata di Cognola, coll’espresso però obbligo perpetuo di dovere annualmente impiegare li frutti48 di tutta la facoltà dello stesso testatore nella celebrazione di tante sante Messe in suffragio delle anime della famiglia Caldonazzi: al qual effetto verrà eretta una Primessaria, compensando però alla suddetta Venerabile chiesa le annuali spese per il mantenimento dei necessari sacri arredi, e vino, e cere per la celebrazione delle sante Messe, che con dette rendite dovranno essere celebrate. Rimettendosi però rispetto alla celebrazione della quantità di dette sante Messe, e ciò, che verrà giudicato da Monsignor Vicario Generale di questo R.mo Officio spirituale di Trento, e dal molto reverendo signor curato di Cognola, che pro tempore saranno. E qualora col tratto del tempo questa pia intenzione venisse per supremo comando abolita, vuole in tal caso, che l’eredità d’esso testatore passi tutta all’Agnazione del medesimo Giovanni Caldonazzi, perché tale è la di questo mente, ed espressa volontà”. Così l’accennato testamento.

Ora giacché nella predetta chiesa non evvi alcuna Primessaria fondata, ed il solo curato non basta per rendere ben servita quella numerosa popolazione, divisa in nove, e più contrade nominate Ville49, discoste anche molto una dall’altra, vorrebbesi, che il Primessario caldonazziano servisse di cooperatore, ed aiutante al detto curato, ed oltre il celebrare la santa Messa per comodo del popolo, fosse di aiuto al curato in tutte le sacre funzioni della chiesa, nell’amministrare i santi Sagramenti, e nell’assistere ai moribondi. Per ottenere questo senza verun aggravio del popolo, ch’è povero, si vorrebbe far qualche uso dell’eredità caldonazziana, diminuendo il numero delle Messe destinate per le anime de’ Caldonazzi, e lasciandone qualche numero di libere al Primessario, salva però sempre la località, e l’ora.

Gli oratori adunque supplicano riverentemente che l’EE. VV. R.me vogliano degnarsi di autorizzare a tal effetto li menzionati Vicario Generale, e curato, moderni, e futuri. Per la qual grazia ecc.

Dato in Trento li 10 luglio 1801. Retro. Alla Sacra Congregazione

del Concilio

46 Moltilustre, secondo l’Ariosto vuol dire di molti lustri senex. 47 Dal notaio dottore Vincenzo de’ Bernardi Zetta, in S. Bernardino di Trento, alla presenza di tre

sacerdoti, e cinque chierici Frati. 48 Tali rendite danno 75 fiorini annui: ossia lire 375. Se le Messe festive fossero num. 67, ognuna

avrebbe cinque troni, e dodici soldi, coll’obbligo di risarcire alla chiesa le spese del vino, ostie ecc. 49 Cognola di sopra; Cognola di sotto; La Strada; Tavernaro; Zello; Chiogna; Maderno; Martignano;

Piazina; S. Donato; Moiado.

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Per Li sindaci della Chiesa e della Comunità di Cognola

presso Trento Da Trento

Nella coperta. All’Emm.mo, e R.mo Signore Il Signor Cardinale Prefetto

della Sacra Congregazione del Concilio50 Roma

Pro memoria. Trattò di fare la detta Primessaria don Valentino Caldonazzi prete fratello di Giovanni, siccome consta da una di lui carta. De’ Caldonazzi potrà vedersi il mio Familiarium tridentinum cap. 32, ed il Parochiale Trid. cap. 19 et cap. 60, e Catalogus Vicariorum Gen. Trid. cap. 67. Il memoriale fu approvato dal sig. abate Gio. Pietro Pino seniore li 10 luglio, e da mons. Vicario Zambaiti li 12 luglio, avendolo io loro insinuato. Ma oggidì 31 marzo 1804 non so ancora qual esito abbia sortito, Li 9 dic. 1801 dal sindaco del comune di Cognola ho inteso, che quella comunità ora dà fiorini 140 al Primessario, de’ quali ne cava 70 dall’eredità Caldonazia, coll’obbligo di far celebrare dodici Messa colla limosina di trenta carentani l’una. Il Primessario ha tutte le sue Messe libere. L’eredità fu posta all’incanto.

2095. 1801

Al Governo d’Insprugg. Excellentissimi Domini Domini.

Frater Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae Sancti Vigilii reverenter exhibet EE.VV. Directorium istud divini officii pro anno 1802 in duplo, ac suppliciter petit eius approbationem etc.

Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 16 iulii 1801. Nella coperta. E Tridento

Excellentissimo Caesareo-Regio Gubernio Austriae Superioris Oenipontum

Nel cartoncino di ambedue le copie ho scritto: Directorium Franciscanorum Tridenti pro Anno 1802. Spedito per la posta imperiale li 17 luglio venerdì. Anche sull’involto ho scritto:

All’Eccelso Imp. Regio Governo dell’Austria Superiore. Insprugg. E ciò per il caso, che la lettera si staccasse da lui. Ritornò l’autografo intatto li 9 settembre 1801, licenziato dall’eccelso Governo d’Insprugg li cinque d’agosto, e dall’imp. reg. ufficio Circolare di Roveredo li 2 settembre 1801. Spedito in Roveredo fu notato col num. 3262/278 Eccl.

In Insprugg col num. 9573/1546.

2096. 1801 Alla signora Teresa Cappelletta. Trento.

Riv.a sig.a Sia lodato Gesù Cristo S.N. Ad onta della molta ritrosia, che provo nel prender parte in testamenti, cedendo alle

sue instanze ho abbozzato il suo testamento conformemente al foglio comunicatomi. Glielo spedisco adunque insieme con questa: ed esortandola di considerarlo ben bene

50 Tommaso Antici da Recanati nato 10 maggio 1731, prete cardinale di s. Maria in Trastevere creato 30 marzo 1789, prefetto del Concilio nel 1800, 1801, ma soltanto nel Catalogo monauniano, perché rinunziò al cardinalato alla venuta de’ francesi.

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innanzi di farlo scrivere da notaio pubblico, le sospiro una lunga, e prosperosa vita, onde possa farsi de’ nuovi meriti appresso sua divina Maestà con delle opere buone, e la riverisco. Da san Bernardino 12 luglio 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Abbozzo di testamento della molto illustre signora maestra Teresa quondam Domenico Cappelletti di Trento51.

Vuole, ordina, e comanda, che il suo corpo reso cadavere sia lasciato sopra terra insepolto almeno trentasei ore dopo la sua morte.

Che al suo obito sino invitati otto reverendi sacerdoti, oltre l’officiatore, o sia quello dalla stola.

Che parimente siano invitate otto Fradaglie con otto torcie, e che quattro di dette Fradaglie accompagnino il cadavero con quattro torcie sino al Campo santo.

Che sia pregata d’accompagnarlo, se sarà possibile, anche la Scuola della Santa Dottrina: e che alle ragazze povere della medesima Scuola, le quali l’accompagneranno sino al campo santo, ed ivi reciteranno il Salmo De profundis, vengano dati tanti traieri, quante saranno, cioè uno ad ognuna. Alla donna poi, che terrà in ordine le dette ragazze, sieno dati sei traieri.

Lascia alla fabbrica di san Vigilio nostro protettore principale una libbra di olio per una volta sola.

Lascia al suo cugino Giovanni Giacomoni, ora dimorante in Neustadt, città dell’Austria, fiorini trenta per una sola volta.

Lascia a Giambattista Mattivi abitante in Trento, altro suo cugino, fiorini dieci per una sola volta, supposto però, ed a patto, che non disturbi la pace, e quiete con qualche sua pretesa, e non altrimenti.

Lascia al signor Francesco Borzati di Trento un suo quadretto in rame, che mostra la Presentazione della Santissima Vergine Maria nel Tempio.

Lascia al reverendo signor don Giuseppe Cappelletti di Trento, suo cugino, presentemente curato di Cadine, la sua parte di casa, situata sotto Santa Maria Maggiore, appresso i nobili signori Zucchelli, e la strada comune, consistente in una stuffa, una cucina, una bottega, una cantina, un voltino sotto la scala, un ponticello, la metà dell’antana, la corte, ed i passi comuni anche alla signora Giovanna Moreschina, vedova Cappelletti52, sua cognata, coll’obbligo, ed aggravio di dare in ciaschedun anno a titolo di livello perpetuo ragnesi otto al nobile, e molto reverendo signor don Francesco Sardagna di Trento53: e di celebrare ogni anno in perpetuo quindici sante Messe sull’altar maggiore della chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, in suffragio delle anime d’essa signora testatrice, e de’ di Lei defunti.

Morto poi, che sarà il lodato signor Giuseppe Cappelletti, comanda, ordina, e vuole, che tale quasi cappellania con gli accennati obblighi, ed aggravi, sia dal reverendo signor cappellano, ovvero cooperatore del molto reverendo signor Piovano di Santa Maria Maggiore, il quale sarà di tempo in tempo, senza che mai per essa dipenda in verun conto dal R.mo Capitolo della chiesa cattedrale: pregando il lodato molto rev. signor piovano pro tempore, che voglia esser attento, e sollecito, perché vengano celebrate le predette Messe.

51 Fu gravemente inferma nel 1803 per una caduta. 52 Vedova Cappelletti, e poi vedova Valentini, ora dimorante nel Ledro, appresso il suo nipote don

Antonio Monauno arciprete del Ledro. Ritornò a Trento nel 1802. 53 Al Sardagna come Beneficiato.

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Degli altri suoi beni mobili lascia, instituisce, e nomina di propria bocca erede universale l’anima sua, volendo, che siano incantati, e venduti senza precipitanza, e che col ricavato da loro: come pure col danaro, che le restasse in cassa, o da riscuotere in Insprugg per mezzo dell’Ill.ma signora fraila Maria Antonia baronessa di Prato54, siano celebrate tante sante Messe in suffragio dell’anima sua su l’altare privilegiato, dai RR. Padri Riformati del convento di san Bernardino colla limosina di un traier oltre l’ordinaria per ciascheduna.

Finalmente prega di nuovo l’Ill.mo signor Filippo Conte de’ Consolati, vice cancelliere aulico, che voglia degnarsi d’esse esecutore di questo suo testamento, servendosi per suo minor incomodo dell’opera dl signor Francesco Borzati, già da essa signora testatrice previamente pregato.

E questo dice, ch’è l’ultimo suo testamento, e l’ultima sua volontà, rivocando, ed annullando l’altro suo testamento fatto li 18 maggio 1797, in rogiti Negri55: e riservandosi l’autorità di fare qualche aggiunta,o mutazione con cedola di proprio pugno, o del suo confessore, segnata però col giorno, mese, ed anno, e col nome suo, e del predetto confessore, e non altrimenti.

Alla copia di questo abbozzo li 14 luglio 1801 si ha soscritto il predetto signor V. cancelliere Filippo Conte Consolati, offerendosi di esser esecutore di tal pia, e lodevole volontà. Questo testamento scritto dal sig. notaio Pietro Negri fu pubblicato li 21 luglio 1801 nella nostra sagrestia, alla presenza del sig. Francesco Borzato. Li testimoni pregati furono io F. Gio. Grisostomo di Volano, il P. Cirillo da Cles, F. Luigi da Cles, F. Benedetto da San Lugano, F. Pietro da Meano, F. Placido da Mezzo, e F. Lorenzo d’Orzano56.

2097. 1801

Al P. Giuseppe Andrea di Ala. Roveredo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Oggidì sono andato nel Castello, ed ho impetrato la proroga ad triennium del qui rinchiuso indulto57, quantunque per isbaglio sia segnato il giorno di domani. Con tal occasione ho fatto mutare quella lettera o disgiuntiva nella lettera e congiuntiva, perché l’indulto, o sia rescritto abbia buon senso, e sia conforme alla petizione. Aggradisca la mia attenzione in servirla, e si conservi. Trento 19 luglio 1801.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

2098. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Campo. R.P. lettore sia lodato Gesù Cristo.

Assicuro la P.V.R. che ho spedito subito subito le lettere raccomandatemi, anche per santa Chiara. Che sai venuto costà il signor Conte Sigismondo Manci chierico tonsurato l’ho inteso in città nel giorno dodicesimo. Ho letto la relazione gazzettesca

54 figlia del quondam barone Gaetano di Prato. Nel 1802 prima del maggio in Insprugg è morta

quella fraila che teneva commercio con la Cappelletta per mezzo della fraila Prata. 55 Pietro Negri pagato con troni 18. 56 Il notaio fu pagato con troni 18. 57 Per il sacerdote Gervasio Funmanelli d’Avio d’anni 72, confess. delle Orsoline d’Avio, e

Beneficiato in s. Vigilio, ed in s. Bernardino. L’indulto primo fu segnato nel 1798 da mons. Zambaiti di poter dire tutte le Messe in s. Bernardino. Gervasio è morto avanti l’anno 1803.

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bela tempesta banalitana; ma spiacemi, che non fu notata la grossezza di essa58. Se mi manderà la genealogia Cilladia, l’aggradirò. e la inserirò nel mio Famigliario trentino. Dal mio Inventario Rivano consta, che nel 1776 visse il dottore Gio. Antonio Cillà de Cillà cittadino di Riva. Il P. Serafico è partito di qui per Abano. Il P. lettore Sisinnio in breve partirà per Prags. Io ho già cominciato le mie andate a s. Maddalena per ascoltarvi le confessioni come nell’anno scorso, e dovrò seguitarle sino ai Santi, se il Signor Iddio mi donerà di star sano. Il zelantissimo P. Campana è andato dall’infermeria a Verla recto tramite nella sera dei dodici59. Una compagnia di Niccolò Donati di questa Guardia urbana ha distribuito ai poveri secolari 150 fiorini di pane60. Finisco riverendola, e dicendomi ecc. Trento 20 luglio 1801, con due lucerne. ______________________________________________________________________

Pro tit. All’inclito Imp. Reg. Ufficio Circolare di Roveredo.

______________________________________________________________________

2099. 1801 Al P. Gio. Evangelista Torresanelli di Stenico Ministro Provinciale. Cavalese. In

coperta. Molto Rev. Padre Benedicite.

Il signor arciprete del Banale (don Gio. Antonio Fontana) prega la P.V.M.R. che voglia raccomandare i suoi tempestati al signor Vicario (dottor Giuseppe Torresanelli) suo nipote degnissimo, per quando verranno costà in cerca di sussidi, e limosine61. Il P. Serafico è già partito sino dai 16 verso Abano per Verona. Io ho spedito al Governo d’Insprugg il Direttorio in duplo. Nelle feste vado a s. Maddalena come nell’anno scorso, ad ascoltare le confessioni sagramentali. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e resto. Trento 21 luglio 1801.

Di V.P.M.R. Umil.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Giangrisostomo.

2100. 1800

Al P. Tommaso de Gara da Tiarno62. Arco. R.P.

F. Gio. Grisostomo lo riverisce, e gli fa sapere, che se gli manderà quanto suole notarsi ne’ Cataloghi de’ nostri Religiosi rapporto al novizzo laico, Fra Modesto, che come suppone, ha professato costì nel giorno 14 del corrente, lo riceverà per favore ecc. Aspetta il nome, e la patria, il nome, e cognome del secolo, il Battesimo, e la vestizione, e la professa, ed anche la vestizione terziariale, qualora la sappia. Trento 21 luglio 1801.

58 La tempesta [grandine] in gran parte fu della grossezza d’un uovo di gallina, e tanta, che nel

giorno seguente dovettero andare comunalmente gli uomini a sgomberare le strade, perché potessero passare i carri.

59 Ritornò qua li 15 agosto. 60 cioè 9.000 carentani o 3.000 traieri o 15.000 soldi. 61 Li 10 luglio una grossissima tempesta in due volte rovinò affatto 16 Ville del Banale. Perciò ai

tempestati vien permesso di questuare in tutto il dominio principesco di Trento dai canonici reggenti. Furono raccomandati dai parrochi intra Missarum solemnia: e gli stessi parrochi sono andati alle case questuando per loro.

62 Nel 1455 li 21 luglio Ladislaus de Gara Regni Hungariae Palatinus, et Voivoda fu in Buda con molti prelati, baroni, e magnati del regno.

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2101. 1801 Al P. Fortunato da Trento. Cles.

R.P.S.L.G.C.S.N. Monsignor Vicario Generale, da me pregato, gli concede la chiesta licenza

d’assolvere dall’eresia formale quella ragazza di circa tredici anni, ch’ebbe la temerità di dire un giorno, che Iddio non è giusto per averla fatta povera: ma soltanto in foro conscientiae, ac in Sacramentali confessione ecc. Anch’io tempo, che Luneville finisca come Campo Formido. Sarà quello, che il Signor Iddio vorrà. Rapporto al vaiuolo di Gorizia, e Trieste forse gioverà il nuovo rimedio della vaccina, che praticasi anche in questa nostra città. Io per altro non penso di usarlo, quantunque creda di non aver ancora pagato il tributo comune del vaiuolo. Siccome in età di 52 anni ho avuto le fersine63; così non sarebbe un gran che, se di settanta venissi sopraffatto dal vaiuolo. In tal caso temerei di soccombere. Anche rapporto a questo sia fatta la giustissima volontà del Signor Iddio. Tengo da spedire a Campo la notizia della morte apopletica del genitore del nostro P. Francesco Maria da Panchiato, seguita nella mattina dei 14, la quale sarà insinuata a questa religiosa famiglia nella corrente mattina. Il signor arciprete di Cavalese64 già estremato65 sta in pericolo di soccombere. Mi raccomando, lo riverisco, e sono. Trento 22 luglio 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

NB. Da Gorizia gli ha scritto il di lui fratello sgesuita, che in Trieste il vaiuolo ebbe a fra grande strage. I morti sono più di tre mila, ed in Gorizia qualche centinaio. Il morbo non ha penetrato in veruna casa senz’affatto, o in gran parte distruggerla.

2102. 1801

Al P. Francesco Maria di Francesco da Panchiato. Campo. Riverito Padre sia lodato Gesù Cristo.

In questa mattina ho ricevuto l’infausta nuova della morte del suo buon genitore (Niccolò) dal Padre Vicario Stanislao. Suppongo, che il medesimo Padre nella lettera diretta al P. lettore Davide gli notificherà il come sia succeduta tal morte, senza che io glielo replichi. Piuttosto gli dirò, che mi chiamo a parte del dolore, che proverà per cotanto improvviso annuncio; e per qualche sollievo gli farò riflettere, che il suo genitore fu un buon cristiano, e ricevette i santi Sagramenti nell’antivigilia della sua morte, come pure, che io in breve dirò per lui una mia domenicale66, e coll’occasione di scrivere per altro a Borgo, Roveredo, Arco, Cles farò cenno della predetta morte67. Si consoli, che ora nella santa Religione ha un Padre, ed una madre, che come spero, non mai moriranno. Ringrazi di un tal favore la bontà del Signor Iddio: proccuri di essergli grato continuando a diportarsi bene: raccomandi al medesimo anche me, che salutandolo mi professo. Trento 22 luglio 1801.

Avviserò della menzionata morte anche suor Michelina. Suo div.mo, cord.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

63 *Il morbillo. 64 Riccabona. 65 *Ricevuta l’estrema Unzione, o Olio Santo. 66 La ho detta li 26 luglio. 67 La ho accennata ai perginaschi li 27 per mezzo del loro servo Cappelletto.

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2103. 1801 Al P. Vicario, o Guardiano di Campo.

R.P. La qui rinchiusa mandatami dal P. Stanislao Vicario di Fieme dà notizia della morte

apopletica del genitore del P. Francesco Maria seguita in Panchiato li 14 del corrente. Mi pervenne in questa mattina. Io poi la indirizzo alla P.V.R. perché so, che il P. lettore Davide, cui è diretta in primo luogo, non si trova costì, essendo andato a Peio (con Fra Gio. Pio). Avverta il detto P. Francesco Maria, che rapporto a questo convento non occorrerà dargli altro avviso di tal morte, perché gliel’ho dato io, ed il P. Guardiano lo dispensa. La riverisco, e resto. Trento 22 luglio 1801.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

2104. 1801

Al P. Anacleto da Casezzo. Melombardo. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo.

Posdomani certamente farò la spedizione della lettera68, che mi ha mandato, la cui risposta non potrà venir qua innanzi, che sia passato un buon mese. Se capiterà nelle mie mani farò quanto la P.V. mi raccomanda. Ed io frattanto le raccomando un’altra volta di proccurare, che costì le lettere abbiano un buon recapito. Con questa occasione le fo sapere, che ai 14 del corrente in Panchiato è morto all’improvvisa il genitore del nostro P. Francesco Maria, cui domani spedirò la notizia officiale di tal morte, la quale qui fu pubblicata iersera. Le notifico pure, che siccome porta una lettera goriziana, il vaiuolo in Gorizia, ed in Trieste ha fatto strage. I morti in Gorizia sono qualche centinaio, ed in Trieste più di tre mila. Questo forse darà maggior corso al rimedio nuovamente inventato, e pubblicato anche nella gazzetta di Trento, detto della Vaccina. Darò a F. Leonardo un involto di cinque volumi diretto al suo Padre Guardiano. Lo riverisco, e sono ecc. Trento 23 luglio 1801.

2105. 1801

Ai PP. Guardiani di Arco, Borgo, Roveredo. Colla gazzetta. R.P.

Oggidì 24 luglio ho spedito al P. Francesco Maria di Panchiato, dimorante in Campo, la notizia officiale della morte subitanea del di lui genitore, seguita li 14 del corrente. Qui fu già pubblicata, e domani celebreremo per il medesimo defunto.

2106. 1801

A Monsignor Vicario Generale Capitolare. Trento. Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, nobilem, ac reverendum dominum Carolum

Guarinonium sacerdotem69, per octo novissimos dies hoc in coenobio apud me spiritualibus exercitiis operam sedulam impendisse; coelestiumque meditationi, lectioni, et aliis piis operibus devoto animi affectu vacasse. In quorum fidem etc. Datum in conventu Sancti Bernardin apud Tridentum die 4 augusti An. 1801.

L.+S. Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano

68 Al Procuratore in Roma, spedita li 25 sabato. Venne la risposta li 22 agosto sabato. 69 Nato in Trento circa l’an. 1761. Studiò nel Collegio Germanico di Roma: ed ora serve di

Primessario alla Villa di Sardagna le feste.

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Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci.

2107. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Campo. R.P. Lettore S.L.G.C.

Accenno la sua dei dodici colla Genealogia Cilladia, e coll’inchiusa per il P. Francesco Maria, che non è ancora ritornato da Fieme. Io son ritornato all’amata mia celletta soltanto in quest’oggi dopo d’essere stato nell’infermeria per motivo di febbre; ma non mi è permesso il faticare per ora. In breve le dico, che vienmi supposta sfornita di autorità per il caso del suo nubile questa Curia vescovile70. Quando potrò uscire di convento andrò a ricercarla. Le aggiungo, che io pure dirò delle Messe per il F. Gio. Pio, al ritorno del detto P. Francesco Mara. Presentemente rapporto alla mentovata Genealogia non posso dirle altro, se non se, che io tengo qualche cosa da aggiugnerle. Finisco riverendola distintamente, e dicendomi. Trento 17 agosto 1801, di sera oscura.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2108. 1801

Al sig. don Niccolò Bortoluzzi curato di Fornaso. Molto rev. sig. e padrone colendissimo71.

Rispondo alla sua stimatissima72 dall’infermeria, dove ritrovomi da qualche giorno per cagione di febbre sostenuta, e perciò le dico alla breve, ch’Ella canti la santa Messa di san Rocco nella chiesa di san Rocco ai 16 del corrente, con la sola commemorazione, e l’ultimo Evangelio della domenica, e col prefazio dell’Assunta. Nel giorno poi 19, nella mentovata chiesa di s. Rocco dica la Messa di s. Gioachino, colla commemorazione dell’Assunta, e di s. Rocco, e se ivi celebra eziandio nel giorno 23 dica la Messa dell’ottava di s. Rocco, e finalmente nel giorno 26 la Messa di s. Benizio colla commemorazione di s. Zeffirino. Ella potrà vedere nell’Ordinario ai 15 del corrente, che ho notato, qualmente san Rocco non va trasferito in Ecclesia propria. Le rispondo altresì,che la festa votiva di san Rocco dovrà festeggiarsi dai fornasini ai 16 e non si 19 di questo. Finisco supponendo d’aver soddisfatto alle di Lei ricerche, e riverendola. Trento, s. Bernardino 14 agosto 1801.

Di V.S. molto rev. Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati.

Fuori. Al Molto illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo Il signor don Niccolò Bortoluzzi degnissimo curato di

Fornaso73

70 Nubile, che vorrebbe sposare una vedova sua commadre, avendole tenuto al santo Battesimo un

figlio. Vedi sotto al num. 2114. 71 Un Lorenzo Bartoluccio fiorentino fu scultore insigne. 72 del giorno undecimo. 73 Egli è nativo della pieve di Vigo. Servì lungamente come chierico nel Duomo di Trento. Nel

Clerologio trentino del 1803 verbo Pinetum pag. 50 si dice Nicolaus Bertoluzzi Thusii, curatus Fornasii d’anni 40.

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2109. 180174 Al Governo Imp. Regio d’Insprugg.

Eccelso Imp. Regio Governo. La sottoscritta ex Clarissa del soppresso monastero di San Carlo in Roveredo, non

avendo ricevuto alcuna risposta ad un suo umile ricorso spedito all’inclito Ufficio Circolare di Roveredo, cui espose le sue indigenze di povertà, e miseria, per le attuali dolorose, e critiche circostanze della carestia, ritrovasi costretta di rivolgersi all’Eccelso Imp. Regio Governo, mettendo alla considerazione del medesimo

1. Che con cento, e cinquanta fiorini di pensione, i quali come servente del detto monastero le furono assegnati, e che le vengono pagati in cedole di banco con grave suo scapito, non può mantenersi.

2. Che essendo già avanzata in età, e quindi soggetta a varie indisposizioni, non può in alcuna maniera il necessario sostentamento procacciarsi.

3. Che essendo morte molte monache del predetto monastero, potrà senza aggravio del Fondo di Religione essere soccorsa con qualche aumento dell’annua sua pensione.

E tanto spera dalla pietà dell’Eccelso Imp. Regio Governo. Trento 18 agosto 1801.

Michelina Dorotea Tomasi Ex-Clarissa servente del soppresso monastero di s. Carlo in Roveredo.

Questo memorialetto fu esteso dall’ex-Clarissa corista Maria Carlina degli Alberti di Cavalese, e da me salva substantia ridotto come sopra. Ne fece uno simile in sostanza nello stesso giorno anche il signor barone Andrea Messina; ma indegno d’essere presentato ad un Regio tribunale per essere scritto contra le regole della gramatica, e dell’ortografia, e della rettorica. Il Governo pretende che al memoriale si aggiunga un attestato del parroco circa la povertà, ed uno del medico circa l’infermità. Vedi sotto 2136.

2110. 1801

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Melombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Colla presente l’avviso, e l’accerto, che monsignor Vicario Generale oggidì gli ha conceduto di poter assolvere dai Casi riservati nella nostra diocesi quelle due persone, per cui abbisogna di tale facoltà; ma semel tantum. Io son ancora in parte nell’infermeria col P. Giangiuseppe, e Fra Feliciano; ma spero di ritornare alla santa comunità dentro questa stessa settimana75. Il P. Guardiano di Roveredo ha portato dalla città in questa sera, ch’è venuto ordine76 di rifare il nostro convento di S. Rocco, e che per tal effetto sono stati destinati sei mila fiorini. Deo gratias. Non ho alcun riscontro de’ PP. Francesco Maria, e Serafico: ma gli aspetto in breve77. Gli raccomando di usare costì le necessarie cautele per conservarsi sano mente, et corpore, e lo riverisco, dicendomi. Trento 18 agosto 1801.

Suo affez.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

74 Vedi sotto n. 2136. 75 Ritornai li 22 sabato. 76 ma in vano. 77 Il P. Francesco è giunto qua da Fieme li 20 agosto. Partì per Campo li 22 sabato. Li 26 agosto

venne lettera da Lonigo del P. Serafico infermo scritta li 17. Venne un’altra li 15 novembre.

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============================================================== Li 18 febbraio 1804 scrissi All’Ill.mo, e R.mo Sig. Sig. e Padrone colendissimo

Il sig. Carlo Francesco del S.R.I. Conte de’ Pompeati degnissimo canonico, e sommo scolastico dell’insigne cattedrale di Trento.

2111. 1801

Al sig. Conte canonico Carlo Francesco de’ Pompeati. Oltrecastello. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Nell’infermeria fummi recata la lettera di V.S.Ill.ma, e R.ma, coll’avviso dell’infermità, cui soggiacque, e tutt’ora soggiace la buona Margherita78 già sua economa in Civezzano. Godo per altro sentendo, che il male siasi mitigato alquanto; e con desiderio vero, che cessi affatto farò quanto brama la medesima paziente, raccomandandola di tutto cuore a Maria Santissima innanzi alla di Lei sacra immagine, che veneriamo nel nostro coro, a s. Valentino martire, alla Beata Giovanna Maria Bonomi, ed al Beato Leonardo da Porto Maurizio. Voglio sperare, che questi gloriosi Santi le impetreranno da Sua Divina Maestà la primiera salute, onde poter acquistare de’ nuovi meriti coll’esercizio delle virtù cristiane: e pregando V.S.Ill.ma, e R.ma di significarle questi miei sentimenti, le auguro il buon pro della sua villeggiatura, e tutto pieno di rispetto, stima, ed ossequio, dommi l’onore di professarmi. Di s. Bernardino 20 agosto 1801.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano

Extra. All’Ill.mo, e R.mo Sig. Sig. e Padrone colendissimo Il Sig. Carlo Francesco del S.R.I. Conte de’ Pompeati degnissimo canonico dell’insigne cattedrale di Trento ecc.79

Oltrecastello

2112. 1801 Al P. Germano Rassom di Vigo Fasciano Riformato Vicario. Bolzano.

R.P. Germano de Fascia Vicario Bulsani F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Literas tuas patentes pro sacris confessionibus audiendis, quas a P. L. Sisinnio Maria de Sancto Sisinnio hodie huc reduce accepi, ad te R.P. nulla interposita mora iam ad triennium aliud prorogatas remittens, te optime valere iubeo80. Dabam Tridenti apud s. Bernardinum die 20 augusti 1801. Extra. Rev. ac Religiosissimo in Christo Patri

P. Germano Rassom Vicario Ordinis FF. Minorum Reformatorum s. P:N. Francisci.

Bulsanum ad PP. Franciscanos

78 Margarita Marincella di Villa Montana fu mia penitente nubile avanti d’andare a Civezzano. Ora

1802 è ancora in Trento, mia penitente. Così nel 1804. 79 Fatto sommo scolastico dal Capitolo sede vacante li 4 giugno 1802. 80 Poscia ad biennium per rescritto, che l’autorità seguiti anche spirato il tempo patentato, in caso,

che la posta fallasse, o mancasse senza colpa del confessore. Nel Clerologio 1803 dicesi Rason di anni 62 Vicario di Bolzano.

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2113.1801

Al P. Vigilio da Fondo. Cles. R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.

Ritornato in questo momento dal Castello, reco avviso alla P.V.R. e l’assicuro, che monsignor Vicario Generale (Zambaiti) da me pregato, in vigore di quanto mi ha detto il P. Gregorio iersera, le concede la chiesta facoltà di poter assolvere semel tre persone dai casi riservati nella nostra diocesi. E in tutta fretta esibendomele per ulteriori servigi, la riverisco, e resto. Trento 29 agosto 1801, alle undici di mattina.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2114. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Campo. Rev. P. Lettore S.L.G.C.S.N.C.

In questa mattina finalmente sono stato nel Castello, ed avendo esposto a monsignor Vicario Generale il caso del Nubile, che vorrebbe sposare una vedova, di cui tenne un figlio al sacro Fonte, come compadre, venni assicurato, che questo R.mo Officio tiene la facoltà apostolica di dispensarlo dall’impedimento contratto, ed insieme ragguagliato, che tale dispensa dassi ai poveri colla spesa di sette fiorini. Iersera il P. Gregorio ritornato dall’Anaunia ci disse, ch’è morto il signor arciprete (Pietro Menghini) di Coredo, ed in questa mattina il lodato monsignore mi ha detto, ch’è morto ai 24 di sera. Spedisco questa per Riva, sperando, che le giugnerà più presto, che se aspettassi l’occasione monauniana di venerdì. Colla medesima le mando eziandio una lettera del P. Provinciale. Il P. Serafico ha scritto da Lonigo, che ritornerà quando la febbre sovraggiuntagli glielo permetterà. In tutta fretta la riverisco, e sono. Trento 29 agosto 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2115. 1801

Al P. Michelangelo da Roveredo Guardiano. Roveredo. R.P.G.

Oggidì ho ricevuto il sacco indirizzatomi dalla P.V.R. col sigillo illeso. L’ho aperto ad istanza del P. lettore Sisinnio, cui ho dato quanto era notato per lui. Spedirò il resto colla prima occasione. In caso,che fossesi sparsa eziandio costì la voce della morte del signor barone Cristoforo Trentini, come seguita in Venezia, le fo sapere, ch’è ritornato a Trento vivo iersera, siccome mi ha detto oggidì la di lui dama (Cammilla Sanuta veneta)81. Il P. Provinciale sta presentemente in Cles. La riverisco, e sono ecc. Trento 1 settembre 1801, colla gazzetta.

2116. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Campo. R.P.S.L.G.C.

81 Andò ad Abano come idropico; ma dopo il primo fangamento dovette partire. Con lui andò il

medico Gio. Battista Mazzonello di Terlago, abitante in Trento. Il Trentini è morto in Trento nel 1802 li sei aprile alle undici di notte, e tre quarti.

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Ha fatto bene la P.V.R. cantando in Peio la Messa occorrente da vivo, in luogo di quella de Requiem, nel primo giorno d’agosto, poiché un bravo Carmelitano di Venezia scrisse nel suo Direttorio del 1779, che si a confraternitatibus petantur anniversaria pro confratribus, vel consororibus defunctis, non poterit cantari Missa de Requiem in duplicibus minoribus, vel aliis diebus exceptis. Huiusmodi enim anniversaria non sunt ex testamento, nec sunt vere annniversaria, quia pro cunctis celebrantur. Lo stesso insegna eziandio il P. Cavalieri. Tengo preparati molti de’ libri richiesti, non tutti, perché questi studenti debbono prepararsi all’esame, e quindi abbisognano di libri. Avverta, che chi verrà a pigliarli prenda seco un sacco. Spero, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 29 agosto; e riverendola resto ecc. Trento 3 settembre 1801.

Il P. Caresino sta nell’infermeria colla febbre. Nota. In Peio la Confraternita de’ disciplinanti ha trascelto il primo giorno d’agosto

per fare annualmente un solenne anniversario per li confratelli defunti. In tal giorno cade la festa di san Pietro in Vincoli doppio maggiore. Dunque ecc.

2117. 1801

Al P. Michel Angelo di Roveredo Guardiano. Roveredo. Colla gazzetta. R.P.

Circa le due pomeridiane di questo giorno 4 di settembre in Povo è morto intestato per male di petecchie il signor Conte Francesco Sizzo, figlio della signora contessa Cammilla. Fu assistito dal nostro P Guardiano (Giuseffantonio di Cles) e da F. Pietro (di Castagnedo infermiero)82 chiamati troppo tardo, e quindi non poté confessarsi, né comunicarsi. Colla prima occasione opportuna manderò il sacco, che per difetto di chi portollo dall’osteria dell’Europa, disturbò assai le monache di S. Chiara; perché lo portò a loro in tempo, che pranzavano, e volle portarlo nel monastero, supponendo, che a loro fosse diretto83. Avviso ancora, che la Curia84 presentemente sta in Cles.

2118. 1801

Al P. Adeodato da Noventa Vicentina. Rovigno85. Rev. Padre padrone colendissimo.

Incombenzato dal mio Padre Guardiano rispondo alla lettera, che gli ha scritto la P.V.R. facendole sapere con tutta la sincerità, che qui non trovasi più alcuna copia dei tre volumi del Supplimento Bonaventuriano stampati negli anni 1772-1774, oltre quella, che sta in questa nostra biblioteca. Tutte le copie, che rimasero appresso lo stampatore Monauni furono da me spedite al Padre Guardiano di Bassano ne’ primi giorni di giugno dell’anno 1791 d’ordine del Padre Generale Pasquale da Varese. Dove trovansi presentemente io non lo so. Forse lo saprà il Padre letterario di Venezia86. Mi spiace, che non posso renderla servita; e riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 7 settembre 1801.

Di V.P.R. Div.mo, osseq.mo servo nel Signore F. Gio. Crisostomo d’Avolano (sic) bibliotecario de’ Minori Riformati.

82 e dal medico Slopp. 83 Ho consegnato il sacco al trivisano li 20 settembre domenica. 84 *La curia dei francescani. 85 Rovigno diocesi di Parenzo nell’Istria. Noventa distat a Vicentia 20 P.M. sub Vicariatu Orgiani. 86 P. Domenico da Vicenza letterario generale in Venezia oggidì.

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Extra. Al Rev. Padre nel Signore padrone colendissimo Il Padre Adeodato da Noventa Vicentina Lett. Pred. e bibliotecario de’ Minori Riformati.

Venezia Rovigno87

S. Francesco. Nota. Questo Padre cerca il volume primo per la sua biblioteca, in cui stanno gli altri due secondo e terzo. Hommi soscritto d’Avolano, perché ne’ detti volumi son così nominato. Vedi sopra To. 3, epist. 718, circa la mentovata spedizione.

2119. 1801

A monsignor Vicario Generale Capitolare. Trento. Pro memoria.

Sono per professare nel convento di Pergine ai 17 del corrente settembre 1801, come chierici F. Francesco Saverio Lazari da Tenna, e F. Alberto Mazzini da Civezzano.

Presentato li 10 settembre 1801 in Castello.

2120. 1801 Pro memoria.

Si brama una copia delle Lezioni proprie del Beato Leonardo da Porto Maurizio, sapendosi, che furono stampate nel 1799. L’ho dato a F. Domenico andante a Venezia li 10 settembre 1801. Ritornò senza Lezioni, ma colla sola orazione stampata l’anno 1800 nel Direttorio bolognese del 1801.

2121. 1801

Al P. Francesco Maria da Panchiato. Campo. Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

Ritornato in questo momento dal Castello gli reco avviso sicuro, che monsignor Vicario Generale Capitolare gli concede la chiesta licenza d’assolvere semel una persona dal quinto Caso riservato (Notarii, haeredes etc.). Io non ho potuto servirlo più presto, perché soltanto iersera giunse nelle mie mani la sua de’ 30 d’agosto. Favoriscami di avvisare il P. Patrizio Vicario, che tengo da spedirgli per mano sicura una lettera della signora fraila Maddalena Schröcka, la quale contiene una ricevuta mercantesca. Replichi al P. lettore Davide, che mandando qua per pigliare i libri preparati, faccia, che l’uomo prenda con sé un sacco. Fo poi loro sapere con questa occasione, che sono stati creati nuovi consiglieri aulici di Trento il signor Ambrogio Schröck di Trento, ed il signor Filippo Nerio Maffei di Cles88. Che il signor Niccolò Battistoni botteghiero a s. Pietro è capitano della Guardia nazionale. Che il sig. Antonio Pedrotti droghiere a s. Pietro ha comperato la casa Cresseria di Contrada Lunga. Che ai quattro del corrente in Povo è morto per male petecchioso il signor Conte Francesco

87 Li 7 ottobre 1802 restò bruciata tutta la biblioteca nostra di Rovigno per un incendio casuale. Era

molto copiosa di libri. 88 Giurarono gli XI settembre venerdì nel Capitolo. Lo Schrech fu dimesso come non necessario li 7

novembre 1802, dal nuovo Governo provvisorio imperiale regio austriaco. In tal tempo fu pur dimesso il Conte Filippo Consolati cons. e vice cancelliere come non accetto alla Corte di Vienna. Il Maffei nel maggio del 1803 fu chiamato a Venezia onorevolmente dal Conte di Bissingen governatore. Ritornò poi a Trento, perché quell’aria non se gli confà.

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Sizzo, assistito dal nostro Padre Guardiano Giuseppe Antonio, e da Fra Pietro, chiamati troppo tardi, onde morì senza poter confessarsi, e comunicarsi. Domani Fra Gervasio porterà i suoi rasoi al rotaio nipote del P. Patrizio; e questa mia al Monauni, perché gli piuma più presto. Fra Pietro Alcantara stassene ancora in Pergine sotto la cura del medico Montel89, ed i PP. Regalato, e Vicario Gaudenzio nell’infermeria90. Mi raccomando, lo riverisco, e resto. Trento 10 settembre 1801.

2122. 1801

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Metz Lombardo. Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo

Monsignor Vicario Generale da me pregato gli concede la richiesta licenza, onde poter assolvere semel un’altra persona dai casi riservati nella nostra diocesi. Ha fatto bene tentando di mandarla ad habentem auctoritatem: ed insieme cedendo alle istanze della persona penitente, giacché in ogni convento sonovi dei penitenzieri, e ciò non ostante viene permesso il ricorrere alla Curia ecclesiastica. Faccia così anche nell’avvenire; ma non sia facile nel cedere alle instanze, ed anche nell’assolvere da peccati tanto grossi, specialmente se sono stati commessi altre volte.

Io per la Dio grazia ora sto bene, e vado ogni festa a s. Maddalena. Godo sentendo i buoni principi de’ due novizzi costì vestiti (F. Lodovico, e F. Antonio). Il Signor Iddio doni loro la perseveranza. Mi spiace la malattia del P. Anacleto; ma non intendo i tre dedotti sopra gli occhi91. Avrò memoria di loro due nelle mie povere orazioni; e pregandoli di far anch’essi altrettanto per me, li riverisco ecc. Trento 10 settembre 1801.

2123. 1801

Al P. Amando Guardiano di Arco, colla gazzetta. R.P.

Prego la P.V.R. della sua carità di carte da cuoprire i Direttori, che stanno sotto il torchio per l’anno 1802. Con questa occasione le fo sapere, che il signor Conte Francesco Sizzo, figliuolo della signora contessa Cammilla, nella sua villeggiatura di Sprevo in Povo, ai quattro del corrente morì da male petecchioso, senza potersi confessare, e comunicare. Trento 11 settembre 1801.

Ho scritto li 16 che la patente fu prorogata: e li 18 la ho spedita per mezzo di Fra Leonardo. Cioè la patente del P. Sebastiano.

2124. 1801

Al P. Pietro Damiano Guardiano. Borgo. R.P.

Iersera ho ricevuto la patente confessionale dal Padre Sebastiano da Revò92, ed oggidì sto aspettando un’occasione opportuna per rimandarla, già prorogata ad un altro triennio. Tutti gli altri confessori, anche il P. Carlo Felice da Baselga, si sono incomodati dirizzando le loro patenti a me eglino stessi; onde sospetto, che il detto Padre, servito essendosi della P.V.R. abbia il male allegato al Papa moderno dal fu P. Alessio Tommasi di Varignano per potersi secolarizzare, cioè la mancanza di

89 Ritornò a Trento li 21 settembre 1801. 90 Il P. Vicario è calato abbasso li 13 settembre ed il P. Regalato li 27 settembre. 91 dedotti, cioè parvi digiti. 92 Data li 10 in Borgo.

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confidenza con noi93. Per altro credo, che se ha tal male, se lo ha tirato addosso egli stesso; ed io son disposto a servirlo dove posso. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 13 settembre 1801.

Ai dieci del corrente in Metz Tedesco è morto improvvisamente il signor abate Gio. Nepomuceno de’ Vescovi, in età di 76 anni. Qui poi muoiono molti fanciulli per il male delle vaiuole.

Suo obbl.mo servidore F. Grisostomo.

Li 30 dic. 1801 al P. Domenico da Schio Guardiano de’ Minori Osservanti Vicenza. Lonigo. S. Daniele. Li 5 marzo 1802 Verona. Vicenza. Lonigo.

2125. 1801

Al Padre Pietro Damiano Guardiano in Borgo. R.P.

Spero, che da Fra Leonardo avrà ricevuto la patente del P. Sebastiano, ed innanzi l’avviso, che le ho dato in scriptis colla gazzetta, ch’era già prorogata, lusingandomi, che potesse riscuotere credenza, almeno per qualche ora. Il Terziario doveva esser qui avanti del mercordì, secondoché mi ha detto il di lui Guardiano, allora qui dimorante. Trento 19 settembre 1801, colla gazzetta.

2126. 1801

Al Padre Davide da Tiarno. Campo. R.P.Lettore.

Il R.mo signor Provicario gli concede la facoltà di poter assolvere dalla scomunica l’infrascritto penitente percussorem clerici, nel foro interno, e colla solita formola sacramentale, purché il caso sia occulto, e che non siavi stata effusione di sangue,o frattura delle ossa. Così in Trento li 20 settembre 1801.

F. Gio. Grisostomo da Volano ecc. Il caso quarto, qui notato pro memoria.

Tizio irritato per un affronto ricevuto, con matura deliberazione ha percosso Sempronio Diacono: e diverse volte ha fatto degl’insulti, ora con minaccie i percosse, ed ora con moti irriverenti, e dispettosi ad alcuni sacerdoti. Ciò in questi nostri paesi è affatto occulto, essendo succeduto in altri, potendosi supporre, che il reo sia uno di que’ molti paesani, che l’inverno vanno a lavorare nell’Italia.

2127. 1801

Al Padre Davide tiarnitano. Campo. R.P. S.L.G.C.

Ho ricevuto dal Cesco la sua lettera, ma non i libri94. Conservo per altro la lista de’ medesimi per quando li manderà; ma non so se potrò fare quanto Ella mi raccomanda rapporto ai numeri. Sabato è venuto da Fieme il vestiario d’inverno per F. Vincenzio Maria. È pur venuto qua da Fieme un borrello95 per il sig. Francesco Alimonta speciale in Campo. Qui le spedisco la risposta al caso proposto del percussore ecc. Le aggiungo

93 Li 31 ottobre 1801 venne a me una lettera con questa inscrizione: “All’Ill.mo e Molto rev. sig. sig.

padrone colendissimo Il sig. don’Alessio Tommasi ex Minore Riformato. Mantova per Trento Varignano”. Questa inscrizione ha più difetti.

94 Ricevuti li 25 settembre. 95 *Tronco: vedi epist. 2138.

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che con molto piacere le ho mandato l’avviso del P. Confessore Cesario per mezzo del detto Cesco, che la sua buona nezza professerà colle sue compagne li 21 ottobre. Il P. lettore Sisinnio Maria mi ha risposto, che per la melissa de’ Carmelitani sono stati portati troni 4 e soldi 4. I finali degli inni di santa Maddalena ad Vesp. et Matut. sono comuni. Onde costì dovrà dirsi quello dell’ottava di Maria Santissima. Il vespertino è quello dell’Exultet degli Apostoli. L’altro dicesi a Prima, e nel Comune d’un martire, e di più martiri. È ritornato intatto sa Insprugg il mio Direttorio monastico, il quale ora sta sotto il torchio. Il P. Provinciale in questa settimana calerà a Metz Lombardo. In questa sera è ritornato da Pergine Fra Pietro Alcantarino. Mi spiace, che sia morto il buon beccaio tedesco, che ci servirà molto bene. Il Signor Iddio lo rimuneri. Scrivono da Roma96, che là si dee mangiar poco, e bere acqua. Li ritornati dalla Toscana (signori Giovanni Tomazzoli e Teresa Hofnera) dicono, che qui noi stiamo meglio. Deo gratias. Trento 21 settembre 1801.

2128. 1801

Al Padre Stanislao da Nago Vicario di Cavalese. R.P. Vicario S.L.G.C.97

La Madre Abbadessa di Santa Chiara mi ha mandato da spedire costà due lettere delle due novizze fiemasche Giacoma, e Tommasi, dirette alla sig. Felicita Ress di Cavalese, ed al sig. Niccolò Tomamsi di Carano98. Siccome però non posso darle alla posta imperiale99, così le tratterrò finché verrà di ritorno da Venezia Fra Gio. Maria100: e frattanto prego la P.V.R. che voglia avere la bontà di avvisare le lodate due persone, che tengo tali lettere, e che nel giorno 21 del prossimo mese d’ottobre, piacendo a Dio Signor nostro clementissimo, le predette novizze, insieme colla terza ledrense101, faranno la religiosa professione. Tenendomi sicuro del favore, mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento 22 settembre 1801.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

P.S. Il P. Wenceslao presentemente ritrovasi senza febbre, avendola cacciata da sé colla china. ==============================================================

Li 3 ottobre ho rimandato al P. Gregorio Caldesino la patente confessionalia prorogata ad triennium, colla facoltà de’ Casi riservati per le confessioni generali.

2129. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ho ricevuto i libri, che mi ha rispedito; e subito ho posto nello stesso sacco que’ libri, ch’Ella desidera, e che stanno notati nella qui rinchiusa lista. Non gli ho mandato ai signori Pisoni, perché spero, che manderà qualcheduno, il quale venga qua al convento a pigliarli, insieme col vestiario di Fra Vincenzo Maria, avendole scritto li 21 ch’già venuto da Fieme. Il carico con sarà lieve: massimamente se gli si aggiugnerà

96 in s. Bonaventura. 97 Vedi sotto 2218. 98 Niccolò fratello chirurgo. 99 Solo i Frati godevano della franchigia postale. 100 Le ho date al P. Wenceslao partito per Cavalese li 28 settembre. 101 Zendria [*Zendri]

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eziandio il borrello del signor Alimonta. L’assicuro, che ho spedito sollecitamente le inchiusemi lettere, nominatamente quella al P. Provinciale, che ora sta in Metz, e staravvi ancora parecchi giorni. Ultimamente ha accettato un Gerio di Pergine, il quale col nome di Fra Casimiro sarà vestito in Cles ai sei del corrente. Qui domenica prossima del ss. Rosario predicheranno sette de’ nostri, essendo venuti da Metz in soccorso li PP. Anacleto, e Giuseppe Maria. Non le parlo del fulmine straordinario caduto colla tempesta in Miolla di Pinedo li 25 dello scorso settembre, perché li relatori non si accordano rapporto alle circostanze. Il Signor Iddio ci guardi da simili accidenti. Lo preghi anche V.P. mentre la riverisco ecc. Trento 1 ottobre 1801102.

2130. 1801

Al P. Michel Angelo Guardiano di Roveredo. R.P. Guardiano103.

Tengo da spedire a Mori per il P. Guardiano di Campo un letterone, in cui sta un quadrettino da regalare la benemerita Casa Gottardella, con ordine d’inviarlo, e raccomandarlo alla P.V.R. Io dunque la prevengo per la prima opportuna congiuntura, che potrò ritrovare di spedirlo, e raccomandarglielo la riverisco ecc. Trento 9 ottobre104 1801, colla gazzetta.

2131. 1801

Il signor Giambattista Tomaselli105 è pregato di dare troni 7, dico troni sette, al signor Lodovico Davarda esibitore del presente106. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 10 ottobre 1801107.

Senza sigillo D’ordine del P. Provinciale

F. Gio. Grisostomo da Volano.

2132. 1801 Al P. Gio. Evangelista di Stenico Ministro Provinciale. Mezzo Lombardo.

Molto Rev. Padre Benedicite. Dopo d’aver fatta la spedizione di tutte le lettere inchiusemi, anche della destinata

per Stenico, assicuro la P.V.M.R. che riceverò il signor Francesco Torresanelli di Lei nipote colla maggiore piacevolezza, che potrò, malgrado l’avviso d’essere più che competentemente sviato108. Voglio sperare, che non sarà tale in verità, e che tale sembrerà soltanto alla bontà de’ signori di lui genitori109. Per altro debbo confessarmi incapace di fare miracoli stabili. Già ho provato con altri. Ad ogni modo per ubbidire

102 Li 5 ottobre fu in Trento per Bolgiano. 103 *In margine esemplare in cera di Spagna con la scritta di mano del Tovazzi: “Sigill. conv. s.

Rochi Roboreti 1801”. 104 *Per svista il Tovazzi scrisse Settembre. 105 Una semplice pag. in 8°. 106 Stampatore per la legatura de’ Direttori. 107 Dato al Davarda li 17 ottobre, il quale Davarda ora 1802 sta in Venezia perché licenziato dal

Monauno. 108 Dato dallo stesso Padre zio. 109 Lorenzo Antonio Torresanelli dottore, e cancelliere di Stenico.

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accetto l’impegno, e prometto di usare diligenza per conseguire il bramato fine110. La P.V.M.R. colla sua benedizione m’impetri l’aiuto del Signor Iddio. Rapporto ai privilegi dell’extra tempora mi riservo alla di Lei venuta. Frattanto genuflesso la prego della sua paterna benedizione, e con bacio delle sacre mani mi protesto. Trento 10 ottobre 1801.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che il nostro Direttorio monastico è già stampato, e che per la legatura manderò il libraio al sig. Tomaselli secondo il solito111.

Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Gio. Grisostomo.

2133. 1801

Al P. Davide da Tiarno. Bolgiano. Rev. Padre Lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.

Supponendo di trovarlo ancora costì gli notifico112, che se comodamente potrà trovarmi un Direttorio di codesta alma Provincia Leopoldina, quand’anche fosse dell’anno scorso, e me lo porterà nel suo ritorno, lo aggradirò molto. Ma gli replico il comodamente. Ed assicurandolo, che tengo preparato il quadretto per Mori, fatto maestrevolmente dal nostro Padre Niccolao di Cles, gli sospiro un buon viaggio113, lo riverisco, e mi professo. Trento 12 ottobre 1801.

Suo div.mo, obbl.mo amico, e servo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Qui si parla d’una putta bressanonese passata li tre del corrente con un’orribile serpe intorno al collo; ma si dubita ecc.

Trento Extra. Al rev. Padre nel Signore padrone colendissimo

Il Padre Davide da Tiarno Lettore attuale, e predicatore Francescano Riformato della Provincia di s. Vigilio

Bolgiano Ai PP. Francescani114

============================================================== Si dice che la detta putta bressanonese sia passata per Cognola co’ suoi genitori, e

con due Cappuccini; e che sia stata troppo vana, e disubbidiente alla sua madre. Che la serpe siale venuta addosso dopo un’imprecazione materna. Che la detta voleva una collana della sua madre. Che stava troppo allo specchio. Che mancava alle divozioni. ==============================================================

2134. 1801

Al P. Michel Angelo di Roveredo Guardiano di Roveredo. R. P. Guardiano.

Oggidì gli spedisco il quadretto per Mori, una lettera d’Italia, ed una cassettina chiamata dalla stessa lettera, coperta con panno serafico, e portata da Venezia iersera da

110 Ė venuto nella sera de’ 24 ottobre, sabato e partì nella sera de’ 4 nov. mercordì. Morì li 26

gennaio 1802. 111 Recepi die 17 octobris a Davarda. 112 Partì da Bolgiano li 12 ottobre. Partì da Trento per Campo piovendo nella sera de’ 24 ottobre,

sabato. 113 Con F. Gio. Pio di Moena. 114 Questa lettera ritornò nelle mie mani li 25 ottobre.

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Fra Leonardo. Fu indirizzata a Roma, ed a Venezia con soprascritta senza il titolo guardianale. Questo gli serve d’avviso in caso, che si smarrisse; benché spero, che ciò non avverrà. Lo riverisco di cuore. Trento 13 ottobre 1801, colla gazzetta.

2135. 1801

Al sig. Conte Gio. Pietro Giovanelli115. Trento. Ill.mo signore, sig. e padrone colendissimo.

Ritornato al convento ho studiato la questione, che V.S.Ill.ma s’è degnata di propormi su la strada in questa stessa mattina, di un livellario, che dee pagare il livello, ed anche la decima prediale ad uno stesso soggetto: e quindi con piacere le fo noto, che la risposta con riserva da me datale su due piedi, è conforme a quanto scrivono i dottori. Eccole quello, che leggesi nella Bibliotheca prompta del Padre Lucio Ferrari To. 1, verbo Decimae art. 3, num. 11. “Decimae praediales solvendae sunt integre absque ulla deductione tributorum, et censuum praedialium, vel aliarum exactionum, ita ut ante praestationem ipsarum integre solvi debeant: vel si tributa non decimata solvantur, et ipsa decimari debeant, sive decimas inde solvere cogatur is qui tributa accepit. Sic textus expressus un Cap. Cum non sit 33, de decimis. Sic etiam doctores communiter”116.

Mi lusingo, che V.S.Ill.ma non cercherà di più intorno alla proposta quistione: e pregandola di aggradire la mia premura di renderla servita, mi reco ad onore il potermi dichiarare, e soscrivere. San Bernardino 15 ottobre 1801117.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, osseq.mo ed obb.lmo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Conte Gio. Pietro de’ Giovanelli di Gerstburg etc. etc.

Trento118

2136. 1801 Al P. Michel Angelo Guardiano di Roveredo.

R.P. Guardiano. Spero, che avrà ricevuto quanto gli ho indirizzato ai 13 del corrente per mezzo di un

roveretano conosciuto da F. Vincenzio: voglio dire il quadretto per Mori, una lettera d’Italia, ed una cassettina, suppongo napolitana, chiamata dalla stessa lettera. Colla prima occasione opportuna gli manderò pure i due richiesti attestati del parroco, e del medico per S. Michelina119. Domani 17 ottobre se Iddio non disporrà diversamente, giugnerà qua da Metz la Curia provincialesca. Il sig. G.B. Monauni sta molto malamente, ed in prossimo pericolo di soccombere. Lo riverisco ecc. Trento 16 ottobre 1801, colla gazzetta.

Pro memoria. L’attestato del parroco è questo: Quibus etc.

115 Nato nel 1746 per intercessione di san Pietro Alcantarino, apparso ai genitori in abito di Frate

incognito, nel tempo, che facevano la di lui novena. In s. Bernardino 116 I masadori vescovili del Paradiso non pagano la decima. 117 Spedita li 16. Venne a ringraziarmi li 17 con 4. 118 Uxor eius Maria Anna co. Triangia. Filius eius secundogenitus Antonius. Alius Benedictus. 119 Ha ricevuto queste tre cose.

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Testor sororem Michelinam Dorotheam Tomasi Exclarissam conventus s. Caroli Roboreti pauperem esse, ita ut sola pensione, quam percipit, se sustentare debeat. In quorum etc. aperto sig.o Parochiali etc. Datum ex aedibus parochialibus S. Mariae Magdalenae Tridenti hac die 24 septembris 1801.

L.S. cerei F. Vincentius Maccani

Vicarius parochialis. Nos Iosephus Antonius de Menghin ss. Theologiae doctor, et in spiritualibus

Provicarius Generalis Capitularis Tridenti etc. Universis, et singulis, quibus expedit, fidem facimus, atque testamur, admodum

Rev. Fr. Patrem Vincentium Maccani, qui suprascriptam attestationem exaravit, esse V. parochum s. Mariae Magdalenae huius civitatis, talemque qualem se fecit, ac fide dignum hic, et ubique, In quorum etc. Datum Tridenti die 25 septembris 1801.

L.S. maioris oblongi I. A, Menghin Provic. Genral. Capitularis.

Petrus Ios. Cloch cancellarius etc. L’attestato poi del medico dice così:

A chi ecc. Sottoscritto attesto e faccio fede, che Tomasi Michelina ex monaca del abolito

convento di s. Carlo di Roveredo sia di frequente assalita da affezioni convulsive, per le qualli è costretta a vivere in una continua medicatura; onde merita certamente ogni commiserazione ecc. In fede ecc.

Trento 2 ottobre 1801. Gio. Benigni medico Fisico. L.S.

Questi attestati voglionsi uniti al memoriale portato supra num. 2109. Il vice parroco è Francescano conventuale, ed il medico Priore dell’ospitale italiano detto la Ca di Dio, medico di questa nostra infermeria di san Bernardino120.

2137. 1801

Al P. Michelangelo Guardiano di Roveredo. R.P.

Eccogli qui li due attestati richiesti per accompagnare, ed autenticare il memoriale, che già tiene. Lo prego nuovamente della sua carità serafica, e riverendolo resto ecc. Trento 17 ottobre 1801; spedita per mezzo del P. Isidoro li 21 ottobre.

2138. 1801

Al Padre Guardiano di Campo. R.P.S.L.G.C.

Prevalgomi dell’opportunità, potendo temere di non averne una simile così presto, mandandogli per mezzo del latore della presente, quattordici Direttori dell’anno venturo 1802. Gli mando pure il vestiario d’inverno di F. Vincenzio Maria: un sacchetto di libri per lo studio: un involtino di libri per il P. Giannantonio: un pacchetto per il P. Raffaele, una lettera grossa del P. Vicario di Borgo: un fascettto di lettere: ed il borrello, o sia

120 Furono spediti a Insprugg dalla sig. contessa Riviera, moglie del sig. barone Sigismondo Moll

capitano circolare di Roveredo, coi pieghi dello stesso capitano. M in vano affatto.

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tronco121 venuto da Fieme per il signore speciale. Spero, che gli giugnerà tutto; e riverendolo mi dico. Trento 19 ottobre 1801. P.S. In questa sera è giunto qua da Bolgiano il P. lettore Davide col suo chierico F. Gio. Pio.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2139. 1801

Al P. Geremia di Borgo Vicario di Borgo, colla gazzetta. R.P. Vicario.

Il P. lettore Davide, ch’è qui per la professa, che farà domani in S. Chiara una sua nezza122, porterà a Campo la lettera, che mi ha raccomandato la P.V.R. Onde può star sicuro del di lei recapito. Per la detta professa sono qui anche li PP. Tommaso, e Giangiacomo123: e per la professa di sua sorella il P. Giuseppe Maria da Pradazzo124. La terza profitente125 non ha parenti stretti. Le fo poi noto, che nella notte scorsa è morto il sig. Gio. Battista Monauni stampatore vescovile, e gazzettiero stimatissimo, d’anni 76. Domani mattina noi pure accompagneremo alla sepoltura il di lui cadavere. Il Signor Iddio gli doni il santo paradiso. Amen. Trento 20 ottobre 1801. Il P. Provinciale si trova qui126.

2140. 1801

Io sottoscritto attesto, che il magnifico sig. Antonio Angelini consigliere deputato dell’onoranda comunità di Dro, ha dato in pro di questo convento di san Bernardino appresso Trento, troni quindici, e soldi quindici. In fede ecc. Dato nel detto convento li 22 ottobre 1801.

F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati.

Nota. Ha dato ciò per il libretto, che gli ho fatto colla pergamena trascritta nel mio Codice diplom. To. V, num. 1075, ma non ha pagato la fatica.

2141. 1801

Al P. Giannevangelista da Stenico M.P. Boro M.R.P. Benedicite.

Iersera ho ricevuto il dispaccio insbruchese tedesco, che qui le spedisco tradotto nel nostro italiano dal P. lettore Filippo. Qui si crede, che sarebbe bene il mandar a Bolgiano due Religiosi a levare l’accennato grano, e farlo trasportare sino a Bronzolo, e che almen uno di detti Religioso fosse tedesco. Fra Gervasio ha parlato con dei paroni di barca, e spera, che lo condurranno qua facilmente, e con poca spesa. La P.V.M.R. faccia quello, che giudica bene; mentre io genuflesso le chiedo la sua paterna benedizione, e mi professo. Trento 1 novembre 1801.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo P.S. Per avere i foglietti ho mandato quattro volte alla stamperia.

121 Il borrello non poté pigliarsi dall’uomo. 122 Suor Giovanna Maria Zendria di Tiarno. 123 Fratelli del P. Davide. 124 Suor Maria Antonia della Giacoma. 125 Suor Maria Domenica Tommasia di Carano. 126 Ė partito per Pergine li 27 ottobre.

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Pro memoria. Il detto dispaccio è del tenore seguente. Extra. Da Innspruck

Al Reverendo Padre Provinciale degl’italiano-tirolesi Francescani Giovanni da Stenico a Trento.

Ex Officio num. 26 Prov. n. 1394

Intus. Al Rev.do Padre Provinciale degl’italiani-tirolesi Francescani Giovanni da Stenico a Trento.

Si è qui ricevuta per mezzo della molto lodevole attività della Provincia di Bolgiano con molta compassione, e sensibilità la lamentevole rappresentanza del Padre Provinciale de’ 5 del corrente, corredata co’ ricorsi i iscritto de’ danneggiati conventi francescani agl’italiani confini. E siccome dalle addotte, e dall’accennata Attività appieno ratificate circostanze si prende nella più possibile maniera a cuore di recare efficacemente sollievo ai maltrattati, e miserabili; così si ha giudicato bene di accordare in virtù dell’odierno decreto dell’attività, che a tutti i conventi francescani agl’italiani confini, ma in particolare per quello di Giudicarie, si spediscano in tutto 50 moggi, o staia viennesi127 di formento, e 50 moggi, o staia viennesi di segale, da estrarsi da’ granai provinciali in Ala, e per mezzo di condotta della Provincia sieno tradotti, quanto più presto sia possibile, sino a Bolgiano. Quindi per l’ulteriore trasporto di questo grano il Padre Provinciale, ovvero ogni convento in particolare, si è rivolto alla molto lodevole Attività di Bolgiano.

Innspruck ex Activitate Provinciali a’ 20 ottobre 1801.

In assenza di sua eccellenza Capitano provinciale I.C. de Tonnenberg NN. Dai quattro Stati del Tirolo all’Attività trascelti e costituiti

L.S. Giuseppe Enrico di... segretario provinciale128.

2142. 1801 Al Padre Michel Angelo Guardiano di Roveredo. Colla gazzetta.

R.P. Guardiano. Suor Michelina ringrazia tantissimo la P.V.R. di quanto s’è compiaciuta di fare in

di Lei pro appresso l’Ill.ma signora baronessa Capitania (moglie del barone Sigismondo Moll Capitano Circolare di Roveredo) e spera di conseguire per tal mezzo il suo intento: del che sarà debitrice alla carità di V.P.R.

Io ho fatto anche le altre ingiuntemi relazioni, eccettuata soltanto quella, che riguarda il P. Provinciale, perché non istà più qui, ed è partito per la Valsugana innanzi che io ricevessi le commissioni. Forse la farò in scriptis; ma non sarà cosa superflua, se gli scriverà eziandio la P.V.R. massimamente potendo accertarlo rapporto a tutta la sua religiosa famiglia, di cui a me manca un membro129.

Quattro volte ho mandato alla stamperia per avere i foglietti, e gli ho avuti soltanto in questa sera. Onde chiedo scusa. Trento 1 nov. 1801.

127 Uno staio viennese fa uno staio e mezzo trentino. 128 Li 4 nov. venne al P. Provinciale Giovanni Evangelista di Stenico una lettera tedesca Von Botzen

Activitat. Ex Off.o data in Bolgiano li 30 ottobre 1801. Vedi sotto al num. 2146. 129 Il P. Giuseppe Antonio.

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2143. 1801 Al sig. Lorenzo Antonio Torresanelli. Stenico.

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo130. Un eccesso di gentilezza, e d’una singolare paterna sollecitudine ho ravvisato in

V.S.Ill.ma, essendosi compiaciuta di raccomandarmi il signor Francesco suo degnissimo figliuolo, dopo che fummi raccomandato dal Padre Provinciale, amantissimo di lui zio. Io dunque l’accerto, ed assicuro, che il lodato signor Francesco è stato sempre qui con noi, e stavvi ancora, quieto, divoto, ed intento al fine, per cui è venuto. Prevalendosi poi della libertà da V.S.Ill.ma saggiamente accordatagli, ha risoluto, e stabilito di appigliarsi alla professione legale. Io voglio sperare, che manterrà fedelmente le promesse, che ha fatto a Su Divina Maestà, ed anche a me infimo di lei ministro: e che quindi V.S. Ill.ma ne viverà contenta. Chiedo scusa, se ho mancato al mio dovere; e bramando di poterla servir meglio, con un riverente inchino mi professo. Trento, s. Bernardino 3 novembre 1801131.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor dottore Lorenzo Antonio Torresanelli Cancelliere ecc.

Stenico Nella Giudicaria

2144. 1801

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. R.P.

Ho differito il far prorogare queste sue patenti132, perché il Padre Vicario Pietro Paolo da Roncegno, che me la diede, mi avvisò, ed assicurò, che l’autorità gli fu prorogata già in voce quando fu qui per la professa della sua nezza. Se posso servirlo in altro mi esibisco, e riverendolo resto. Trento 4 novembre 1801133.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo

2145. 1801

Al Padre Michel Angelo Guardiano di Roveredo. R.P.P.C.

Insieme con questa la P.V.R. riceverà (da Domenico Santoliana molaro) dicidotto Direttori monastici per il prossimo anno 1802. Suppongo, che basteranno per il di Lei convento, ed anche per tutte le povere soppresse del suo territorio. Uno poi favorirà di consegnarlo prestamente, e senza fallo, a codesto I.R. Ufficio Circolare, che lo aspetta

130 Risposemi li 12 nov. ringraziandomi gentilmente. Il giovine andò a stare in Trento nella sera de’

3 nov. appresso il prete Vigilio de’ Bernardi a s. Maria per istudiare la fisica nel seminario vescovile. Si ammalò nel dicembre. Si confessò da me nella sera de’ 17 gennaio, e subito fu comunicato per Viatico. Fu unto coll’Estrema Unzione li 26 gennaio, e morì nello stesso giorno. Fu seppellito nella sera de’ 27.

131 Spedita li 6 nov. pel Monauno. 132 Confessionali. Spirarono li due nov. e furono prorogate li 4 nov. ad aliud triennium. La seconda è

de’ Casi riservati nelle confessioni generali, prorogata da mons. Vicario in scriptis, e dal sig. Provicario a voce.

133 Spedita li 7 nov.

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per mandarlo all’eccelso Governo d’Insprugg, che parimente lo aspetta pel canale del lodato Ufficio Circolare. Tengomi sicuro del favore134.

Con questa stessa occasione rispedisco al P. Giangiacomo le di lui patenti confessionali prorogate. Spedisco pure al P. Giangiuseppe di Canzolino un invoglio venuto da Pergine, credo del P. Eusebio di Pinedo.

Iersera il P. Gioachino di Pressano è ritornato al convento135 con moltissime difficoltà, ed oggidì si è fissato nell’infermeria idropico, ed asmatico assai. Lo raccomandino al Signore Iddio, e proccurino essi tutti di conservarsi sani per servire il medesimo Dio. Amen. Trento 5 nov. 1801136.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2145bis. 1801

Al P. Michel Angelo Guardiano di Roveredo colla gazzetta. R.P. Guardiano.

Lo prego di avvisare il P. Giangiacomo, che le di lui patenti sono già state prorogate, e che gliele riporterà in breve il Santoliana, o sia il Menego dalle Mole, insieme coi nuovi Direttori monastici, e con un involtino perginasco per il P. Giangiuseppe. Il P. Gioachino sta nell’infermeria come asmatico, ed idropico. Lo riverisco ecc. Trento 6 nov. 1801 colla gazzetta.

2146. 1801

Pro memoria. La lettera bolgianina, di cui sopra nel margine della pag. 2972 [num. 2142] si è del

tenore seguente137. Da Bolgiano. Attività.

Al molto rev.do Padre Giovanni Evangelista da Stenico Provinciale de’ Francescani

a’ confini italiani. Ex officio a Trento

Intus. Al Molto Reverendo ecc. Alla supplica del medesimo presentata sotto li 10 di questo mese presso questa

Attività, e da qui efficacissimamente rinforzata, e spalleggiata presso la Provincia tirolese per Innspruck. Supplica fatta ad oggetto di ottenere benigno soccorso in grano pel distintamene danneggiato convento di Campo in Giudicarie, e per gli altri bisognosi conventi, che stanno sotto il di lui governo, è stato accordato dall’accennata Tirolese Provincia un soccorso di 50 moggi di formento, e 50 moggi di segala, in tutto adunque di 200 staia da estrarsi da’ granai della Provincia in Ala, e nel tempo stesso si è fatta la disposizione di far condurre questo grano da Ala sino qua a Bolgiano a spese della Provincia. Può esso pertanto far levare di qui questo grano in breve, e si rimette al medesimo nel tempo stesso la cura di una distribuzione proporzionata, e adattata alla necessità de’ bisognosi conventi. Bolgiano li 30 ottobre 1801138.

134 Vedi sotto n. 2237 in fine. 135 Da S. Chiara. Non celebrò li 9 e nella sera morì. 136 Spedita li 7 novembre. 137 Tradotta dal P. Lettore Filippo. 138 Ivit F. Gervasius 10 nov. cum Patre Georgio clesiano. Venit huc pars grani 23 nov. Vide infra n.

2195. La farina di tal grano è non buona, e fa un pane tristo.

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Dalla Provinciale meridionale Attività. L.+S.

cerei rubri Giovanni Conte Belsperg etc.

2147. 1801 Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta.

Carissimo Fratello. In caso, che si smarrisse la lettera guardianale reco io l’infausta nuova, che il nostro

benemeritissimo P. Gioachino, munito de’ SS. Sagramenti, è spirato circa le dieci, e mezza della scorsa notte, e domani mattina verrà seppellito il di lui cadavero. Egli s’ha reso degno di ogni lode, ed è morto rassegnatissimo ai divini voleri. Vi aggiungo, che in questa sera è giunto a Trento il Paccanaro di Trento, Ristauratore, e Generale del nuovo Ordine de’ Gesuiti, e smontò a s. Marco de’ Padri Agostiniani139. Vi abbraccio con fraterno affetto, e vi prego di favorirmi con dei biscotti per la posta140 ecc. Trento 10 nov. 1801.

Colla prima occasione manderò i Direttori.

2148. 1801 Al P. Francesco Maria da Panchiato. Campo.

Carissimo Padre S.L.G.C. Lo rendo certo, che ho ricevuto la sua, e che domani proccurerò di spedire al loro

destino le due inchiuse. Sentirà dalla lettera guardianale la morte del nostro benemerito P, Gioachino seguita circa le dieci, e mezza della scora notte. Egli essendo confessore straordinario a S. Chiara mercoledì sera, benché non avesse terminata la solita quindicina di giorni, si licenziò, e fece ritorno a questo convento con grande fatica, perché asmatico, ed idropico141. Cessò di celebrare soltanto ieri. Io sapeva, che il signor Conte Manci era partito dal convento; ma non già che fossevi ritornato. Nella Rocca di Riva sarà meglio custodito. Vorrei però, che deponesse l’abito, e titolo di chierico. Sebbene lascerò il pensiero di ciò a monsignor decano di lui zio. Lo prego de’ miei rispetti al P. lettore, e raccomandandomi in precibus, anche per essere diventato il chierico seniore di questo convento, mi dico ecc. Trento 10 nov. 1801.

In questa sera è giunto a Trento il Paccanaro di Trento Generale de’ nuovi Gesuiti, e smontò a San Marco. Venne dall’Ausugio, dove celebrò nella chiesa nostra di Borgo142.

2149. 1801

Al P. Amando Veronesi da Covalo Guardiano d’Arco. R.P.P.C.

Da Fra Mansueto esibitore della presente riceverà dodici Direttori monastici, co’ quali, e con gli altri tre, che ho dato al P. Tommaso potrà provvedere abbondevolmente al suo convento. Mi riservo a mandargli ‘l diocesano quando l’avrò anch’io, essendo in oggi ancora sotto al torchio. Con questa scansione lo prego di quattro cartacce per

139 Niccolao Paccanaro, che nel maggio del 1803 sia spetta nel Ledro a fare una Missione: ma vi

mandò altri. 140 Per le “beghenate”; cfr. num. 1768; vedi anche il num. 2156. 141 Vi impiegò un’ora da S. Chiara a S. Bernardino. 142 Vedi il nostro Giornale ai 10 nov. p. 2072. Venne per altro nella sera de’ 9 a detta della gazzetta

trentina. ma questa falla certissimamente.

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coprire li Direttori, che sto componendo143, dell’anno 1803, e potrà darle al suddetto Terziario Fra Mansueto, giacché le occasioni archesi sono tanto scarse;e bisogna fare in tempo le provvisioni. Se nell’autunno prossimo sarò morto, giacché ora muoiono i miei coetanei, serviranno per il mio successore. Lo prego dunque, e raccomandandomi in precibus, lo riverisco, e resto. Trento 11 novembre 1801. Suo div.mo, obb.mo servo

F. Gio. Grisostomo.

2150. 1801 A perpetua memoria.

Noto sia, e manifesto a chiunque leggerà le presenti lettere, che questa immagine cristallata, fatta in Augusta, città della Suevia, fu donata spontaneamente a questa nostra chiesa di san Bernardino appresso Trento, dal divoto sig. Vincenzio Spadea delle Dame negoziante napolitano: benedetta da me infrascritto, ed esposta su questo altare di s. Pietro Alcantarino, nella sera della festa di s. Vigilio li 26 giugno 1800, essendo presente il lodato signor Vincenzio. Ella rappresenta l’immagine lagrimante di Maria Santissima, che in Absam, luogo parrocchiale della diocesi di Bressanone, appresso Ala d’Insprugg, apparve in un cristallo d’una finestra, al contadino Giovanni Bucher, li 17 gennaio 1797, fra le tre, e le quattro di sera: intorno al qual tempo cessarono in Roma di movere maravigliosamente gli occhi le sacre immagini della medesima Santissima Vergine Maria. L.+S. Così ho scritto io Frate Gio. Grisostomo da Volano, Servo di Gesù, e Maria, e

professore dell’Ordine de’ Minori Riformati di San Francesco. Il lodato sig. Vincenzio venne diritto da me nel notato giorno colla mentovata

immagine, perché mi conobbe avanti sino dal primo giorno dell’anno 1800 stesso. Egli negozia di cordelle rare di seta: ed ha un negozio grande. Mi ha detto, ch’è nato principe. Va con due servitori, e spende da generoso. Ha una divozione singolare al ss.mo Sagramento dell’altare, alla Via Crucis, ed a Maria Santissima. Qui non voglio dire il di più, che ho notato altrove. Ho fatto qui questa memoria, perché ora solamente ho veduto l’immagine della detta Madonna impressa in rame con una inscrizione tedesca. Ho posta la descritta memoria nel dorso dell’accennata immagine cristallata. in 4°. Vide To. 2, Inscriptio 1796.

2151. 1801

Alla M. Maria Gioseffa Aloisia Winklerin. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Dal Padre confessore con sommo dispiacere ho inteso l’accidente sopravvenuto a V.R. in questa mattina: il quale però mi venne mitigato colla giunta, che il male scemossi. Voglio sperare, che Iddio Signor nostro clementissimo le ridonerà la sua primiera salute, onde poter continuare a servirlo, ed a fare acquisti di nuovi meriti appresso il medesimo. A questo effetto io, sebben peccatore, lo pregherò di tutto cuore, e nella prossima domenica celebrerò, ed applicherò anche la mia Messa. Ella proccuri di vivere interamente rassegnata alle sempre adorabili disposizioni di Sua Divina Maestà, mentre io aspettando di sentire buone nuove144 la benedico coi ss. nomi di Gesù, e Maria, pregandoli, che benedicano anche le di Lei Madri assistenti. Amen. S. Bernardino 12 novembre 1801.

143 Vedi sopra 2123, sotto 2173. 144 Ė guarita.

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2152. 1801 A monsignor Vicario Generale di Trento.

Ill.mo, e R.mo Signore, sig. e padrone colendissimo. Fra NN. Riformato di san Francesco supplica umilmente V.S.Ill.ma, e R.ma, che

voglia degnarsi di concedergli la facoltà d’assolvere dai casi riservati nella diocesi in occasione di confessioni generali. Che della grazia ecc.

2153. 1801

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Melombardo. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

In questa mattina sono stato nel Castello, ed ho impetrato per la P.V. dalla Curia ecclesiastica la facoltà di poter assolvere semel una persona dai Casi riservati nella nostra diocesi, a tenore della di Lei domanda. Ho piacere, ch’ella fatichi nella vigna del Signore; ma vorrei, che non incontrasse intoppi così grandi, come sono i Casi riservati. Proccuri almeno di conseguire, che i suoi penitenti abstineant de cetero. Padre, la morte del P. Gioachino mi ha fatto diventare più vecchio, ed oltre avermi caricato di nuovi persi, mi obbliga di prepararmi a tenergli dietro in breve. Dunque per carità mi raccomandi al Signor Iddio, affinché mi doni di fare una buona, ed utile preparazione per tal viaggio; mentre io riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 17 novembre 1801.

Suo div.mo affett.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2154. 1801

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. Alle Salesiane. Rev. Padre.

Il R.mo signor Provicario ieridì mi ha conceduto quanto gli ho chiesto per parte della P.V.R., voglio dire, che possa assolvere una penitente, ch’ebbe commercio con un nipote del suo marito, e dispensarla ad petendum debitum.

Ho ringraziato il Signor Iddio, che abbia ridonata la vita alla mia nezza Rosa (Buongiovanni, moglie di Giangrisostomo Tovazio mio nipote)145 e l’ho pregato, e pregherò, perché gliela mantenga lungamente.

Mi spiace l’accidente accaduto al sig. arciprete di Volano146, e supplico il Signor Iddio affinché presto lo ristabilisca nella sua primiera salute: ed intanto conceda di poter far bene le di lui veci a D. Benedetto mio fratello carissimo147.

La ringrazio delle notizie comunicatemi, le fo sapere, che il P. Provinciale ora sta in Pergine, mi esibisco, e la riverisco ecc. Trento 24 novembre 1801.

2155. 1801

Al P. Francesco Maria de’ Franceschi di Panchiato. Campo. Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

L’assicuro, che ierlaltro il R.mo sig. Provicario da me pregato ha conceduto di poter assolvere quella persona, che ha commesso il Caso secondo riservato, sia d’omicidio, sia d’aborto. Parlo così, perché nel 1790 fu deciso, che per l’aborto non basti la licenza generale de’ Casi riservati. Qui abbiamo gli Avventi di Trento cattedrale, Aldeno, Cognola, Povo, Gardolo, e Civezzano. In S. Maria predicherà il sig. don Vincenzio

145 Fu sorpresa da una fiera colica, onde fu sacramentata. 146 Si ha fracassato una gamba li 30 ottobre vicino a Bolognano sua patria. 147 Vicario parrocchiale.

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Angeli. Ho spedito subito la lettera del P. Giannantonio per Moena. Mi spiace, che abbiano tante vacanze. Vedano di non abusarsene. Il P. Provinciale ora sta in Pergine. Sono sedici giorni, che Fra Pietro da Castagnedo sta in casa Schrechia assistendo al sig. abate vecchio don Simone infermo148. Li miei rispetti al P. lettore Davide ecc. Trento 25 novembre 1801. Il concorso per le parrocchie vacanti di Cavalese, e Coredo sarà li 15, e 16 dicembre.

2156. 1801

Al Padre Massimo da Volano. Bogo di Valsugana. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

Per non moltiplicar lettere vi prego di avvisare, ed assicurare il vostro Padre Guardiano, cui m’inchino, che ho ricevuto il sacco di biscotti, e che subito ho consegnato le sette corde di essi a quelli, cui furono destinate, anche al Padre segretario provinciale, che ieri è ritornato a Pergine149. Vi ringrazio poi delle tre corde, di cui mi avete regalato. Con esse, e con un’altra, che ho impetrato dal mio Padre Guardiano, farò il solito regalo ai signori officiali di questa posta imperiale, e regia150. Non è vero, che sieno miserabili; essendo anzi belle bellone. Vi ringrazio un’altra volta di esse, e del buon augurio per il mio compleannos. Mi spiace, che siate incomodato da raffreddori, e raucedini. Aiutatevi se potete, onde possiate predicare151, e servire ai bisogni del convento: ma rapporto al confessionale abbiate più riguardo, e più discrezione. Io grazie a Dio mi contento della mia sanità: parmi di essere ancora come negli anni passati: eccettuato soltanto l’incomodo, che mi reca il catarro, specialmente la mattina, e per camminare all’insù. Il mio Direttorio diocesano sta sotto al torchio, e spero, che verrà terminata la di lui stampa nella prossima settimana. Sarà il 26° diocesano. Il monastico si è il 36°. Ora potrei essere giubilato. Sia ringraziato, e lodato Gesù Cristo Signor nostro. Amen. Trento 26 novembre 1801.

Rimando il sacco, ed il sacchetto. Qui predicano a Povo il P. Provinciale. A Cognola il P. lettore Sisinnio. Trento nel Duomo il P. Pietro Paolo. In Gardolo il P. lettore Filippo. In Aldeno il P. segretario. A Civezzano il P. Guardiano.

2157. 1801

Al P. Anacleto da Casezzo. Cles nell’Anaunia. R.P. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

L’accerto, che go ricevuto il libro dalla P.V. dirizzatomi152, e che lo riporrò a suo luogo: come pure, che lacerarò il viglietto di ricevuta, se troverollo. In questa sera è venuto qua da Pergine il P. Provinciale col suo P. segretario, perché qui sonovi molti pulpiti avventuali. Predicherà nel Duomo di Trento il P. Pietro Paolo Vicario di Roveredo: in Aldeno il P. Segretario Vitantonio: in Povo il P. Provinciale: in Cognola il P. lettore Sisinnio Maria: in Gardolo il P. lettore Filippo: ed in Civezzano il nostro Padre Guardiano. Il Padre Caresino153 nel sabato avanti la domenica Gaudete comincerà in Terlago una quasi Missione. Il Signor Iddio doni a tutti una perfetta sanità, e benedica le loro fatiche apostoliche, affinché possano fare del frutto nelle anime a gloria del

148 Vi andò nel giorno nono Fra Pietro. Ritornò al convento li 22 dicembre. 149 Ritornò da Pergine a Trento il P. Provinciale li 26 novembre. 150 2 al controllore. 1 al segretario. 1 all’off. Pernetto li 26 nov. per Iacobum Fontanarium. 151 a Roncegno. 152 Il libro del P. Gioseffo Platina del Movimento degli affetti. 153 Regalato di Cares. Andò nel sabato 12 dicembre.

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medesimo Dio. Se la P.V. fosse qui, come si aveva stabilito da principio, certamente avrebbe da fare più che costì. Si consoli però, che per questo Ella non iscapita, perché fa la santa obbedienza. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 26 novembre 1801.

Suo div.mo, obbl.mo amico in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2158. 1801

Universis, et singulis praesentes litteras inspecturis fidem facio, ac testor ego infrascriptus, venerabilem clerum Aldeni, cum suo admodum reverendo domino curato, cumque pariter admodum reverendis dominis curatis Cimoni, et Garnigae, ac ill.mo domino presbyetro Iosepho Marzano Villensi154, per octiduum novissimum in sacrario, et ecclesia curata Aldeni, me semper praesente, piis meditationibus, lectionibus, exhortationibus, colloquiis, aliisque huiusmodi operibus, et exercitiis spiritualibus operam sedulam impendisse, ac devoto animi affectu vacasse. Unde spes mihi affulget, quod inde fructum saltem aliquem, adiuvante Deo Optimo Maximo sit relaturus. In quorum fidem has propria manu scriptas, et sigilli curatialis impressione munitas, dedi Aldeni in aedibus canonicalibus hac die dominica 13 decembris anno Domini nostri Iesu Christi 1801.

L.+S. Fr. NN. Ordinis Minorum Reformatorum s. Francisci concionator actualis Aldeni.

Nota. D’ordine di monsignor Vicario Generale Capitolare, spedito a suggerimento del sig. canonico arcidiacono Gio. Francesco Conte di Spaur, don Massimiliano Agostini d’Aldeno, perché fu assente, venne a farli nel nostro convento li 20 dicembre, e partì ai 24.

2159. 1801

Ai Padri (RR. PP.) Guardiani di Arco, e Roveredo. Pazientino se nell’avvenire qualche volta non manderò loro il Foglio nel giorno

proprio, perché non posso continuare, come ho fatto finora, il mandare due, tre, quattro volte per averlo, atteso che venendo tardo le poste, non istampasi al solito tempo. Trento 1 dicembre 1801 di notte, colla gazzetta di due giorni.

2160. 1801

Al P. Stanislao di Nago Vicario in Cavalese. Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Oggidì ho ricevuto la sua de’ 29 novembre, e subito subito ho consegnato il rinchiuso per il P. lettore Davide a Fra Felice di Covalo ritornante a Campo col P. Vicario Patrizio. Parimente subito ho dato al P. confessore Cesario la lettera Riccabona155 da portare alla Madre Abbadessa Riccabona. Ho avvisato Frat’Abbondanzio, il quale mi ha risposto, che già sta facendo quanto la P.V.R. ricerca156; ma abbisogna ancora di qualche tempo. Rapporto a Fra Pietro Alcantarino di Meano le fo sapere, che l’ho salutato in di Lei nome, e che stassene mediocremente bene. Egli per altro diportasi da interamente sano in tutte le cose dentro, e fuori di

154 Iste Marzanus non interfuit exercitiis villanis. 155 di don Giuseppe Pasquale fratello della M. Rosa Riccabona. 156 Pillole. Li 4 dic. le ho date in una scatolina invisibile ad un putto fiemasco ritornante da Madrano

a Cavalese.

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convento. La ringrazio del buon augurio, che mi fa, delle prossime feste natalizie; ma col dispiacere, che non posso premetterle il contraccambio coll’Indovino Inglese, perché non sarà poco se me ne verrà donato uno per mio uso157, ed io non ardisco di chiederlo, o provvederlo. Perciò dimando scusa, e raccomandandomi in precibus, la riverisco, anche per parte del suddetto Fra Pietro, e mi dico. Trento 1 dicembre 1801, di notte.

Il Primessario di Povo don Bartolommeo Perugino di Nago, scappato dalla morte, è ritornato a Nago.

2161. 1801

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al signor Gio. Battista Monauni158 stampatore, esibitore del presente, troni 12, dico troni 12 per saldo della stampa del Direttorio francescano. Che della carità il Signor Iddio, ed il serafico Padre san Francesco ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 5 dicembre 1801159.

Senza sigillo in un quarto di foglio piegato D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo di Volano

2162. 1801

Oggidì 6 dicembre, domenica di sera, dalla posta di Trento ho ricevuto da soscrivere un viglietto in parte stampato, ed in parte scritto del tenore seguente: “N.ro 4. Quitanza. Franciscani. li 28 novembre Per un groppetto Argt 19 f. giunto da Bolzano, che io sottoscritto confesso aver ricevuto da questa posta. Trento li 5 dicembre 1801.

Fra Gio. Grisostomo di Volano Letterario de’ Francescani.

Ho ricevuto il groppetto nel giorno settimo, contenente due cedole, e della moneta per Messe mandate dal P. Quintiliano Reggla al P. Ziller.

2163. 1801

Al P. Lorenzo da Cavareno Guardiano di Cles. R.P.P.C.

Rispondo al quesito propostomi dalla P.V.R. rapporto alle Messe dette Gregoriane, facendole sapere, che approvo il di Lei sentimento, poiché leggo, che non est necesse, ut idem sacerdos per mensem celebret diebus triginta; sed necesse est, ut offeratur hostia per mensem, sive ab uno, sive a pluribus. Così il P. Gavanto parte 1, tit. 5, n. 3.0. Anche il P. Cavalieri To. 3, decr. 90, scrive, che eaedem Missae iure mumquam ita alligatae censeri queunt uni sacerdoti, ut si hic moriatur, vel infirmetur, alter subrogari non valeat, qui easdem continuet, quin iam celebratae repetantur. Il medesimo Cavalieri ibidem aggiugne, che le accennate Messe non una die, aut paucioribus, sed triginta continuis celebrandae sunt. In triduo tamen mortis Christi, necnon si sacerdos ob aegritudinem una vel altera die a celebarndo prohibeatur, huiusmodi continuatio tolli non videtur. Parimente Benedetto XIV, Institut. Eccl. 34 § 5 avvisa, che si intra trigesimun dierum numerum, quo celebrantur Missae Sancti Gregorii dictae, postremi

157 dallo stampatore. 158 Monauni figlio del fu altro Gio. Battista quondam Gio. Battista. 159 L’ho consegnato al sig. Giuseppe fratello in bottega li 10 dicembre 1807.

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tres dies maioris hebdomadae occurrant, diebus insequentibus numerus absolvatur160. Noi qui costumiamo di assegnarle ad un solo supposto disimpegnato, e se questi s’ammala, fansi continuare da un altro. Ed io supponendo, che questo possa bastare alla P.V.R. mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 7 dicembre 1801.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2164. 1801

Al Padre Davide tiarnitano. Campo. R.P.L.S.L.G.C.S.N.

Iersera ho ricevuto il suo plico di lettere portanti l’infausta notizia della morte costì seguita (li sei) del fu nostro buon Padre Andrea Balducci da Prezzo. Fu subito pubblicata dal Padre Provinciale, ed oggidì s’avrebbe cantata Messa per lui, se non fossimo stati impediti dal nobile funerale del fu sig. Giuseppe Lanfranchi suocero del sig. Antonio Pedrotti161. Oggidì pure ho spedito le altre lettere tutte, eccettuata soltanto la destinata per Roveredo, che partirà, ed arriveravvi domani. Ho ricevuto la lettera pesante del P. Raffaele per Cavalese; ma non so quando riuscirammi di trovare una occasione opportuna per ispedirla. Rapporto a quella di Orzano (all’onesto giovine studioso Andrea degli Andrei) farò quanto egli mi suggerisce. Mi raccomando, lo riverisco, e sono ecc. Trento 10 dic. 1801, per coperte di altre.

2165. 1801

Pro memoria. Il Padre Vigilio da Fondo, dimorante in Cles, prega, che siagli conceduta la facoltà

di poter assolvere semel una persona dal Caso riservato dell’omicidio, ed anche da ogni altro, che nel decorso della confessione forse si scuoprisse.

Così ho scritto li 10 dicembre 1801 per non andare apposta io subito in città. Fu soscritto così: Concessum etc. Signatum 11 decembris. 1801, J.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2166. 1801

Al P. Anacleto da Casezzo. Cles. Rev. Padre S.L.G.C.S.N.

Senza il menomo indugio, perché possa servire il signor dottore Michele Widmann di Coredo, gli spedisco una copia della relazione, che scrissi nel 1792 ad istanza del fu signor cancelliere Alfonso Widmann. E sperando, che si contenterà di essa, come intesi essersi contentato il lodato signor cancelliere, gli aggiungo, che ora non potrei facilmente migliorarla: che servirò colla facoltà richiesta il P. Vigilio: e che il l.1.n.Dei Filius fu un manifesto errore di stampa. Lo prego de’ miei rispetti al degnissimo signor dottore, lo riverisco, e resto ecc. Trento 10 dicembre 1801, di notte.

Nota. La relazione sta nel Compendium diplom. To. 3, n. 498. Dal sig. Alfonso fu spedita in Germania. Videsis To. 3, epist. 759.

2167. 1801

160 In Vita s. Gregorii Papae scripta per Ioannem Diaconum L. 1, c. 2, n. 15 et 16, apud Bollandianos

To. 2 Martii. Frater Iustus monachus liberatus a Purgatorio celebrata trigesima Missa iuxta praeceptum s. Gregorii.

161 Orefice a s. Pietro.

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Al Padre Vigilio da Fondo. Cles. R.P.S.L.G.C.S.N.

Avrà inteso dal Padre Anacleto, che io era disposto per servirlo coll’autorità richiesta di questa Curia ecclesiastica. Ed ecco, che qui gliela mando in scriptis, senza veruna dilazione. E restando ad ulteriori suoi comandi, lo riverisco, e mi dico. Trento 11 dicembre 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2168. 1801

Al P. Michel Angelo Guardiano di Roveredo. R.P. Guardiano.

L’assicuro, che ho spedito alla sig. Teresa Cappelletta il fagotto addirizzatomi, e che certamente giunse alle di lei mani. Suor Michelina lo ringrazia di quanto ha nuovamente operato il di lei favore, e brama, che si verifichi quel quo tardius, eo gloriosius162. Ella mi ha risposto, che i guanti, e le crocette, di cui le scrive il P. Giangiacomo, sono per la signora Elisabetta Marzani Benetta. Lo prego di avvisarlo. Io supponeva, che le soppresse ex Clarisse di costì fossero cinque, cioè le MM. Pandina, Aloisia, Tisina, Floriana, e Pagliaria163. Come dunque mi scrive, che sono quattro? Lo riverisco ecc. Trento 11 dicembre 1801, colla gazzetta..

2169. 1801

Al P. Francesco dell’Orsola da Borgo Ausugano, Agostiniano, sagrestano in Trento a san Marco164.

Molto rev. Padre padrone colendissimo. Subito dopo la partenza della P.V.M.R. ho pensato più agiatamente al propostomi

caso dell’occorrenza di santa Lucia, e della domenica privilegiata: ed avendo fatto riflesso, che nella chiesa di san Marco165 vuolsi cantare secondo il solito una santa Messa ratione concursus populi ad celebarndum festum S. Luciae, quod transferri debet, colla rubrica sesta de Translat. festorum innanzi agli occhi, ora mi avanzo a dire, che nella predetta chiesa potrassi cantare post Nonam la Messa si santa Lucia, in qua col. rub. etiam quoad altare, Glor. oratio unica, Credo, Praef. Conccept., versetto Ite Missa est, ac ultim. Evamg. In principio. Nella cappella poi di s. Lucia tutte le Messe diransi di s. Lucia, colla seconda orazione, e coll’ultimo Evang. della domenica. Mi lusingo di non errare; e pregando la P.V.M.R. di raccomandarmi alla sua Santa, la riverisco, e resto. S. Bernardino 11 dicembre 1801, di notte.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, ch’essi non sono obbligati di cantare la Messa della domenica dall’accennata rubrica sesta.

Div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

2170. 1801

162 Nulla venne da tal parte. 163 To. 5, n. 2015. 164 Nel 1649 visse un Baptista quondam Ioannis dell’Orsola de Garzano plebis Civezani. Nel 1517

Iohannes de l’Orsola fu possessore nelle pertinenze di Barbaniga. 165 Festa a s. Marco notasi anche ne’ calendari trentini, e si fa fiera presso di esso s. Marco.

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A Fra Marco Brunelli di Rango. Cavalese. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Vi fo sapere, che tengo per Voi una lettera del Padre Raffaele, e che non fido darla alla posta, o altri sconosciuti, perché pesa. Dunque la conserverò finché riuscirammi di trovare una occasione opportuna, o che Voi me la indirizzerete con un vostro viglietto166. Vi avviso altresì, che Fra Gervasio ultimamente ha parlato coll’Ill.mo signore Ress, per il taglio della legna, e che perciò non c’è altro bisogno di memoriale. Suppongo, che sarà giunta eziandio costà la notizia della morte del Padre Andrea; e salutandovi di cuore mi dico. Trento 12 dicembre 1801.

Vostro aff.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2171. 1801

Al Padre Ignazio Malfatti di Trento Vicario in Pergine. Rev. Padre Vicario.

Per espressa commissione del bravo poeta signor don Gio. Vigilio de’ Carli spedisco alla P.V.R. questo di lui foglio in lode del di Lei Ill.mo signor Conte nipote Girolamo Malfatti, tenendo per certo, ch’Ella ne ringrazierà, e loderà il signor Iddio datore d’ogni bene. E senza più riverendola mi professo. Trento 12 dicembre 1801.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

Nota: il foglio dà un sonetto di Nesturdio Melamitico Prendendo il comando della terza brigata nelle nazionali milizie di questa Guardia Urbana per elezione dell’Ill.mo magistrato, e pel vivissimo desiderio degl’incliti suoi uffiziali, e compagni d’armi l’Ill.mo signor Cap.no Girolamo de malfatti in Thiesfeld ec. già benemerito della patria, tra l’universale applauso di ogni ordine di persone, e di popolo ben affetto. Ossequiato al merito ben palese della generosissima dama Giuseppa vedova de’ Malfatti in Thiesfeld Ec. nata Contessa de Melchiori Ec. Madre amorosissima del sopraddetto. Così il foglio stampato in Trento dal Monauni. Per tal funzione furono stampati dodici sonetti. Se Iddio ci donerà vita vedremo se il fine corrisponderà al principio. Vedi nel Giornale167 ai 2 d’agosto 1801. Il Conte nel principio del 1802 si è allontanato da Trento, andando a Venezia, Milano ecc. per motivi domestici. Andò con lui anche il di lui fratello unico Domenico. Ritornò presto.

2172. 1801

A monsignor Vicario Generale di Trento. Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, quod nobilis, ac reverendus dominus Petrus

Fiechi presbyter saccensis, per octiduum spiritualibus exercitiis vacavit in conventu isto sancti Bernardini apud Tridentum. Hac die 14 decembris anno Domini 1801168.

L.+S. nostri Fr. Ioannes Chrysiostomus de Avolano

Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci.

Fu obbligato dalla Curia ecclesiastica di Trento. Egli ha circa tre anni di presbiterato, ed è nipote di don Gio. Battista Fiechi prete. Si scusa con dire, che ha fatto

166 La ho data a F. Gio. Maria li 19 dicembre. 167 *Diario. 168 Abiit eodem die impransus.

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quanto hanno fatto altri preti di Sacco viventi, che furono alle commedie ec. Per altro appresso i Padri Bollandisti To. 2 martii pag. 520, 523, ac 564 ove trattano di san Patricio, ritrovasi rammentato come scrittore un Sanctus Fiecus, detto anche Fiechus, episcopus sleptensis in Hibernia. Il detto prete fu in Vienna nel 1803, ed ora nel 1804 si trova in Trento tedescato.

2173. 1801

Al P. Tommaso da Tiarno. Arco. R.P. Tommaso.

Non posso mandargli copia delle lezioni del Beato Leonardo da Porto Maurizio, perché né pur io le tengo, e sto aspettandole da molto tempo. Il mondo al giorno d’oggi è sossopra. Non si sa a chi scrivere169. Le ho accennate nel nuovo Direttorio, atteso che ho letto nel Direttorio bolognese dell’anno corrente 1801 che furono stampate al fine del Direttorio dell’anno 1800. Nella mattina della scorsa domenica 13 dicembre in Trento sul suo letto è morto subitaneamente il canonico Conte Francescantonio Alberti di Poia, che fu seppellito ieridì mattina con pompa semicapitolare. Noi però siamo stati invitati soltanto nell’infimo numero duodenario170. Nello stesso tempo di domenica dopo fatta collazione in Piazina è morto all’improvviso il sig. Giacomo Cesar di Trento. Gli raccomando ancora di proccurarmi delle cartacce da coprire i Direttori; e lo riverisco. Trento 16 dicembre 1801. Colla gazzetta.

2174. 1801

Al P. Guardiano di Arco. Colla gazzetta. R.P.

Oggidì 22 dicembre circa le due pomeridiane qui è morto cancrenoso il signor abate Simone Schrech di anni 82171, che fu assistito 43 giorni, e notti dal nostro infermiero F. Pietro di Castagnedo. Noi da sabato in qua abbiamo infermo F. Pietro Alcantarino chierico con male di testa, di gola, e di un’orecchia. Li parrochi nuovi sono, di Cavalese il signor Conte canonico Giuseppe d’Arsio: e di Coredo il sig. don Andrea Filippi di Scanna curato di Noriglio nel Lagaro ecc.

2175. 1801

Al Padre Davide tiarnitano. Campo. Rev. Padre lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.

Oggidì ho impaccato le tre copie del primo tomo iueniniano richieste dalla P.V.R. e domani, o posdomani le farò deporre nella bottega pisoniana, secondo la datami direzione. Con questa occasione le fo noto, che Fra Pietro Alcantarino sta nell’infermeria sino dai diciannove del corrente per male di testa, di gola, e d’un orecchia. Ora però sta meno male.

In questa mattina in 19 siamo stati al funerale del fu sig. Antonio degli Antoni, membro della Milizia Nazionale, morto nella sera de’ 26 in età di anni 96, mesi 10, giorni 17. Fu veramente magnifico, e splendido, e singolare. Le strade furono piene, e la gran chiesa di S. Maria Maggiore arcipiena. L’accompagnamento, e la musica

169 Fu per me scritto a Ferrara; ma non venne risposta, forse per essere cisalpina. Ora 1802 in

febbraio si trovano in Arco, ed in Cles inserite nel Breviario di nuova stampa. Le tengo. Vedi sotto n. 2203, 2206.

170 Dovevamo per altro essere 14 almeno. 171 I domestici dicono 83.

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instrumentale della Milizia predetta furono la causa principale di così fatto concorso. Il più pregiabile però di tal funzione si fu, il sentire, che tutti uno ore lodarono la bontà del defunto.

Nella sera oscura del SS. Natale alcuni cittadini si accinsero per rappresentare l’adorazione de’ Santi Re Magi nel Duomo di Trento, dove sino dall’anno 1783 non è lecito il cantare la santa Messa nella mezzanotte natalizia. Ma nulla fecero, perché trovarono il detto Duomo troppo pieno di gente d’ogni sesso, e condizione, postata eziandio su gli altari irriverentemente, ed anche bisbigliata. Onde i detti sacri commedianti andarono a fare la loro opera nel palazzo manciano.

Ai tredici fu trovato morto sul suo letto il canonico di Poia172. Noi siamo stati invitati soltanto nell’infimo numero duodenario, benché il funerale sia stato di mezzo Capitolo.

Ai venti in Cognola è morto quel buon monego. Ai 22 in Trento è morto il sig. abate Simone Schreck. Ai 25 in Cognola è morto misser Bernardo Pedrotti fratello del fu curato. Al di lui

mortorio173 furono presenti dieci nostri Religiosi. Le sospiro un felicissimo capodanno con li suoi studenti: mi raccomando in

precibus, e resto ecc. Trento 28 dicembre 1801.

2176. 1801 Al P. Guardiano d’Arco. Colla gazzetta.

R.P. Nella sera del dì 26 è morto in Trento il sig. Antonio degli Antoni d’anni 96, mesi

10, giorni 17, e fu seppellito nel dì 28 cogli onori militari, essendo stato socio della Milizia Nazionale. Il funerale fu veramente magnifico, e singolare. La chiesa di santa Maria Maggiore si vide arcipiena, senza il minimo disordine, e disturbo. Le sospiro un felice capodanno. Trento 29 dicembre 1801.

2177. 1801

Al Padre Gio. Maria Buonfanti di Cembra. Pergine. R.P.S.L.G.C.S.N.

Dalla ricevuta qui compiegata scorgerà, che colla maggiore sollecitudine ho fatto capitare nelle mani del sig. Gio. Battista Santuari, o piuttosto Saltuari, quanto la P.V. come confessore mi ha indirizzato (cioè cinque tronetti174 in specie) e potrà colla stessa ricevuta render sicuro il suo cliente, anche rapporto al di più, che per altro dovesse ristituire. Le sospiro un felicissimo capodanno, e la riverisco. Trento 29 dicembre 1801.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2178. 1802

Ai Padri Guardiani d’Arco, Roveredo, e Borgo. R.P.

172 Francescantonio Conte Alberti di Poia, cittadino, ed abitante di Trento. 173 *Funerale. 174 *Tronetto: Moneta coniata a Trento nel sec. XVI del valore di 12 carentani ed equivalente al

pezzo d’argento, chiamato Lira Tron in uso a Venezia: cfr. Battaglia, Grande Dizionario della lingua italiana.

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Colla prima occasione opportuna gli spedirò una copia del mio Direttorio diocesano per la sua sagrestia175. Frattanto l’avviso, che mi spiace la discordanza de’ moderni nostri astronomi trentino, e roveretano: e molto più, che hanno messo il plenilunio nel giorno di Pasqua: ed ancora di più, che dal roveretano fu detto plenilunio d’aprile. Sebbene ne lascerò, che ci pensino essi. Lo riverisco ecc. Trento 1 gennaio 1802, colla gazzetta.

2179. 1802

Al Padre Davide tiarnitano. Campo. R.P.L.S.L.G.C.S.N.C.

Spero, e suppongo, che prima di questa avrà ricevuto una mia de’ 28 dicembre, e fors’anche i tre volumi, che ho deposto per Lei presso il sig. Pisoni nel giorno 29. Ora la prego di riporre nella sua sagrestia il qui rinchiuso nostro Direttorio diocesano176, il quale forse sarà l’ultimo, che ho il vantaggio, e contento di mandarle, giacché son troppo vecchio, e veggo, che si ammalano questi nostri Religiosi con pericolo ecc. Stanno sul letto presentemente F. Pietro Alcantarino, F. Abbondanzio, e F. Lorenzo. Ė stato eletto Guardiano di Roveredo il P. Pietro Paolo. Il P. Giangiuseppe sta ancora in Roveredo. Il P. Regalato è in Pinedo missionando. Darò a F. Felice di Covalo un plico sigillato con ceraspagna, e sigillo nobile per Lei, colla nota, che preme. Mi raccomando, la riverisco, e resto ecc. Trento 2 gennaio 1802177. In S. Chiara la M. maestra Teresa Gioseffa Forlina è inferma per male di petto; ma non disperata ecc.

2180. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

Eccovi la promessa copia del mio Direttorio diocesano, la quale in quest’anno dovette pagarsi nove carentani, essendosi pagata negli anni scorsi soltanto 8. Tutto diventa sempre più caro. Le ho aggiunto il calendario canonicale, in cui io non ho avuto mano. Quindi vi avviso, che non approvo quel Vescovile sede vacante, cavato dall’episcopali sede vacante., che ho messo in fronte al mio Direttorio diocesano latino. Piuttosto avrei scritto vacando la sede vescovile. Nel calendario canonicale del 1801\ fu posto soltanto sede vacante in latino, nella qual lingua l’ablativo assoluto ha luogo, non già all’italiana. Vedrete, che contiene degli altri errori da me notati. Io disapprovo anche quella singolarità del giorno 24 d’aprile; ma non fido parlare collo stampatore, temendo di non essere ben inteso,quantunque pesami, che la ragione sia più che manifesta. Ora sto lavorando per l’anno 1803, ma non so se potrò finire il lavoro, atteso l’inverno cattivo, ed il mio catarro. Raccomandatemi al Signor Iddio, e proccurate di conservarvi ecc. Trento 4 gennaio 1802178.

2181. 1802

A monsignor Vicario, o Provicario Generale di Trento. Pro memoria.

Il Padre Giuseppe Maria da Pradazzo supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà di assolvere semel una persona dai casi riservati nella nostra Diocesi ecc.

175 Dato al postiglione in convento. 176 Pagato carentani 9. 177 Spedita li 7 gennaio. 178 Spedita li 13 gennaio per Isidorum.

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Così ho scritto gli 8 gennaio 1802, non potendo andare in città personalmente. Fu rescritto: Concessum etc. Signatum 8 Ianuarii 1802.

I.A. de Menghin Provic. Generalis Capitularis.

2182. 1802 A monsignor Vicario, o Provicario Generale di Trento.

Ill.mo, e R.mo signore, sig. e padrone colendissimo. F. Gio. Grisostomo da Volano, umilissimo servidore di V.S.Ill.ma, e R.ma, non

potendo venire in persona per certo suo malore, le spedisce il qui compiegato foglio, indirizzatogli da un altro convento, e supplicandola della bramata sua autorevole risposta, le bacia riverentemente le sacre mani. Di s. Bernardino gli 8 gennaio 1802.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Monsignor Vicario Generale ecc,

Trento.

2183. 1802 Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo.

R.P. Gli mando il suo foglio col rescritto autentico, e pacifico. E riverendolo resto.

Trento 8 gennaio 1802. Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

Pro memoria. Il rescritto del sig. Provicario Segnato 8 gennaio 1802 insegna, che una cappella privata non può servire per amministrare il Sagramento della penitenza a stranieri, cioè a non domestici. 2. Che un parroco non può dare licenza di confessare in tal cappella. 3. Che chi confessi in essa senza grata colla licenza del parroco, non è incorso nella sospensione, cum supponere potuerit, parochum authoritate hoc concedendi munitum esse. 4. Che un confessore assistendo ad un moribondo, per aver ascoltata la confessione d’un sano in una stanza contigua, ignorando esser ciò vietato dal vescovo sub poena suspensionis, non è incorso nella censura, supposto, che la di lui ignoranza non sia stata affectata, vel supina. 5. Che il medesimo confessore non curandosi dell’avviso datogli, e continuando a confessare, non è incorso nell’irregolarità, nisi etc. ut ad 4.

2184. 1802

Alla sig. contessa Gioseffa vedova Malfatti. Trento179. Ill.ma signora, signora padrona graziosissima.

Quantunque sieno parecchi giorni, che per certo reumatismo non abbia potuto uscire di convento, e né pur andare al coro, giacché ora per la Dio grazia sto meglio, attese le premure di V.S.Ill.ma verrò a servirla oggidì, ma soltanto dopo le due pomeridiane. E senza più facendole una profonda riverenza mi do l’onore di protestarmi180. Di s. Bernardino 13 gennaio 1802.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, obbl.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

179 Nel novembre 1803 si ha divisa dai figliuoli. 180 Voleva, che andassi al pranzo per poi parlarmi ecc. rapporto alle differenze de’ sig. Conti

Melchiori suoi fratelli col sig. Conte Giuseppe primogenito.

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Fuori. All’Ill.ma signora, signora padrona graziosissima La signora Contessa Gioseffa vedova Malfatti nata contessa Melchiori ecc.

Trento

2185. 1802 Al sig. Provicario Generale Capitolare. Trento.

Ill.mo, e R.mo signore F. Gio. Grisostomo servidore umilissimo di V.S.Ill.ma, e R.ma crede, che si possa

rispondere negative ad utrumque: e che tale risposta non abbia bisogno di prove, parlando chiaro le rubriche del Messale romano181. Soggiugne bensì, che secondo il decreto della S.C. de’ Riti segnato li 15 settembre 1664, Non permittitur ad altare maius celebratio Missae, dum dicuntur in choro Matutinum, et Horae, non il coro dee cedere alla Messa; ma la Messa al coro: e che la detta Messa privata non avendo alcuna relazione al coro, potrà celebrarsi ad un altro altare minore, ed in altra ora ecc. S. Bernardino 13 gennaio 1802.

Il Caso è questo.

Ecclesia collegiata182, in qua post Missam conventualem, mos est, ut ad commodum populi celebretur in altari maiori Missa privata, sive sine cantu, ad quam audiendam frequens est concursus, Horas Sextam, et Nonam eodem contextu recitari solitas, ad vitandam confusionem, recitat diebus festis, et dominicis ante Missam conventualem contra rubricas, et hactenus vigentem contrariam, consuetudinem.

Q. 1. An id collegiata ecclesia propria authoritate facere potuerit? Q. 2. An episcopus ob dictam confusionem permittere possit? Il M.R.P. Giangrisostomo è pregato del suo parere183.

2186. 1802 Al P. Massimo da Volano. Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Ho veduto anch’io, che il plenilunio non può stare nel giorno di Pasqua, benché

siavi stato posto dall’astronomo monauniano, ed anche dal roveretano. Ho pur osservato, che il roveretano lo nomina espressamente di aprile. Il monauniano differente da quello degli anni passati, non fa cenno dei mesi. Io ho tolto le lunazioni dal monauniano; ma non fui a tempo di avvisare lo stampatore184. Quindi senza sapere con chi consultare, nel mio calendario ho posto il plenilunio col Martirologio romano nel sabato Santo ai 17 d’aprile. Lo Schieson di Bassano lo mette ai 15. Siccome nell’anno corrente sonovi tredici lune, così conviene darne due ad un mese, cosa, che fu praticata eziandio negli anni 1796, 1799, ed altri. Suppongo, che tal mese sia uno de’ primi; ma

181 Hoc anno 1802 die 27 octobris anonymus perginas epistolam scripsit all’Ill.mo, e R.mo padrone colendissimo il sig. dr Giuseppe Antonio de Menghini Provicario Capitulari di Trento. Ita ille ad literam. Missa conventualis cantanda est post Tertiam, non autem absolutis omnibus Horis canonicis, non obstante contraria consuetudine. S.R.C. 18 ian. 1589 in Chatacen. apud Meratum par. 3, tit. XI, n. 4.

182 Suppongo l’archese. 183 Etiam cathedralis trid. tempore Quadrages. in diebus ferialibus dicit Sextam et Nonam ante

Missam conventualem de festo. Ceterum S.R.C. 9 aug. 1760 in Venusina decrevit, quoad horam celebarndi Missam conventualem de Sanctis, et de feria, servandas esse rubricas Missalis. Videsis To. 4 Chronolo, seraph. pag. 587.

184 Lo stampatore avvisato da me, si corresse in alcun copie stampate dopo l’avviso.

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non so precisamente quale. Peraltro tengomi sicuro di non aver fallata la Pasqua. Se intorno a questo sentiste qualche cosa, che potesse giovarmi, partecipamela.

La festa di s. Alfonso, detto anche Idelfonso, ed Ildefonso vescovo e confessore, sta nel Martirologio romano di Benedetto XIV ai 23 di gennaio: ma non celebrasi dappertutto in tal giorno, perché impedito da altri185. Nel nostro Breviario stampato in Campidonia l’anno 1750 tra gli offici pro aliquibus locis evvi quello di s. Ildefonso ai 18 di febbraio. Nel calendario parigino del 1764 è nel giorno 23 di gennaio. Nel nostro Messale stampato in Venezia si mette la di lui festa per la Spagna, ma senza la nota del giorno, e del mese. Anche nel Martirologio del Baronio stampato l’anno 1586 è ai 23 di gennaio.

Di santa Giuditta vedova Betuliese, non fa menzione alcuna il Martirologio romano186, benché trovisi stralodata, e chiamata Sanctissima da sant’Agostino, e da san Gio. Grisostomo, e da altri Santi. Ella non ha culto approvato dalla Santa Madre Chiesa. Nel Martirologio però del Greveno ai 17 d’agosto v’ha: In Bethulia beatae Iudith viduae. I Padri Bollandisti portano una santa Giuditta martire di Milano ai sei di maggio: ed una Beata Giuditta vedova bavarese racchiusa dell’Ordine Benedettino ai 29 di giugno. Una santa Giuditta senza verun titolo definitivo si ha in due calendarietti tedeschi ai dieci di dicembre, cioè nell’augustano del 1760, e nel bolgianese del 1794. Io non posso dirvi di più.

Vi assicuro, che ho fatto la commessami ambasciata al Padre Provinciale: che ho manifestato ai Religiosi la malattia pericolosa della M. Aloisia Ceschi: ed aggiugnendovi, che qui da molto tempo sta male il nostro Fra Lorenzo: come pure, che io non posso andare al coro per causa d’un gran raffreddore, mi raccomando, e vi abbraccio da fratello ecc. Trento 19 gennaio 1802.

2187. 1802

Al P. Ilario dai Bampi Guardiano di Cavalese in Fieme. Rev. Padre Guardiano S.L.G.C.

In questa mattina Fra Gervasio, a tenore di quanto gli ha scritto la P.V.R. spedisce in Trento per il postiglione fiemasco un sacco di devozionali, cioè sette mazzi di corone: sessantanove dozzine di rosari: e settecento Santi: le quali cose tutte sono valutate troni 69. Quando poi saranno soddisfatte da Pergine, le manderà il viglietto solleriano187 col saldato. Frattanto la prega di rimandargli con comodo il sacco voto: ed io riverendola, eziandio da parte del predetto Fratello, mi dico. Trento 20 gennaio 1802188.

Di V.P.R. cui aggiungo, che coll’accennata occasione le spedisco un Direttorio mio diocesano per la sua sagrestia.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo ecc.

2188. 1802 Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Metz Lombardo.

R.P. sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

185 Nel nostro Breviario veneto del 1700 tra gli altri offici pro aliquibus locis c’è quello di s.

Ildefonso senza giorno. 186 Videsis To. 4, epist. 1087. 187 Francesco Auchentholler detto Soller. 188 Spedita per Tertiarium 1 febr. col Saldato, col sacco, e col Direttorio.

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Ieridì solamente mi è riuscito di avere la chiesta nota de’ predicatori quaresimali destinati da questa Curia ecclesiastica189. Quindi senza verun indugio lo servo con una copia della medesima. Eccola.

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo. Gelmini ecc. Sino dai 4 del corrente tengo preparata una copia del mio Direttorio diocesano per

la sua sagrestia, e sto aspettando un’occasione opportuna per ispedirla. Suppongo, che avrà già ricevuto il mio promemeria col rescritto curiale degli 8 dell’andante per li Casi riservati ecc.

Trento 20 gennaio 1802.

2189. 1802 A monsignor Vicario, oppure Provicario Generale. Trento.

Pro memoria. Il Padre Accursio da Praghena supplica riverentemente, che vengagli accordata la

licenza di poter assolvere semel una persona dal Caso riservato sotto il numero quarto190.

Concessum etc. Signatum 22 ianuarii 1802. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2190. 1802

Al P. Pietro Paolo di Roncegno Guardiano di Roveredo. R.P.G.

L’avverto, che tengo da spedirgli un sacchetto, suppongo, di biscotti, venuti dall’Ausugio. Tengo pure preparata sino dai quattro del corrente una copia del mio Direttorio diocesano per la sua sagrestia. Ma non so s chi affidare tali cose. Quindi ecc. Trento 22 gennaio 1802, colla gazzetta.

Iersera è giunto a questo convento il Padre Ciriaco di Lazzise. ==============================================================

Li 14 marzo 1802 ho risposto a monsig. Gio. Giacomo barone Pizzini mandandogli un foglio di testi per provare, che nella chiesa gli uomini debbono stare separati dalle donne. 1. M. Crispino. 2. Franc. di Simone. 3. S. Carlo. 4. Concilio aquileiese del 1596. Conferto Ferrarium verbo Ecclesia art. 3, n. 94. ==============================================================

2191. 1802

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. Trento. S. Michele. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Troppo sollecita è la R.V. per me, ed anche troppo generosa. Io non posso contraccambiarla con altro, se non se con ringraziarla, come fo, ed augurarle altrettanto per la prossima sua festa nomastica: aggiugnendole, che nella seguente domenica celebrerò per lei la mia Messa: ed ai 14 di febbraio le augurerò un buon compleannos, giacché spero, che il Signor Iddio ci lascerà vivi ambidue in tal giorno, benché siamo assai vecchi, ed anche malconci. Io pure in quest’inverno patisco più, che negli andati, dovendo perciò celebrare, ed anche mangiare nell’infermeria, e stare lontano dalla religiosa comunità. Non credo però di patire più di V.R. Tengo per certo, ch’Ella patisca

189 Sta nel Giornale mio. 190 Caso 4. Qui nuptiarum promissione etc.

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molto, anzi moltissimo, e che a farla patire tanto conferisca non poco l’essere occulti li di Lei malori, eccettuato quello dell’età. Si consoli ciò non ostante, che ancora può faticare, e far del bene per se stessa, e per il monastero, mentre altre, così volendo il Signor Iddio, sono affatto invalide, e bisognose di assistenza. Si consoli pure, che questi mali non saranno eterni, e col Poi andremo in paradiso191. Le raccomando, che speri d’andarvi sul gran carro della misericordia di Dio, e per gl’infiniti meriti di Gesù Cristo Signor nostro. Rapporto al passato già siamo intesi. Domandi perdono, ringrazi, e faccia spesso l’atto di speranza. Io non so quando potrò venire al monastero. Finché dura il freddo, o che debbo guardare l’infermeria, non posso. Mi abbia dunque per compatito. Finisco nuovamente ringraziandola, e sospirandole la benedizione più grande di Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Amen. S. Bernardino 23 gennaio 1802.

Extra. Alla Molto Rev. M.

2192. 1802 Al sig. Giuseppe Ant. de Manghin Provicario Generale. Trento.

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo. Mi piace assai l’attenzione del R.mo Uffizio192, cioè di V.S.Ill.ma, e R.ma, che

nella chiesa nuova di Terzolaso venga posta una perpetua, e patente memoria della erezione di essa. Io per ubbidirla ho distesa la qui compiegata, in quattro foggie bensì: ma molto poco differenti. Ella scelga quella, che meno le dispiace, mentre io pregandola soltanto di far avvisato lo scarpellino, che non metta verun punto sopra la lettera I, e che faccia la lettera V sempre triangolare, pieno di stima, e venerazione col bacio delle sacre mani mi protesto. Di s. Bernardino 26 gennaio 1802193.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Giuseppe Antonio de Menghin Provicario Generale Capitolare ecc.

Trento Le 4 inscrizioni sono To. 2 Variarum inscript. 1780 et seqq.

2193. 1802 A donna Cattarina vedova della Giacoma. Pradazzo.

Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro clementissimo. Vi mando finalmente i pettolotti, che mi avete ordinato. A me pare, che sieno

buoni, e belli, e perciò spero, che saranno di pieno vostro aggradimento. Ma debbo avvisarvi, che costano troni nove, e mezzo194. Bramo, che vi giungano presto, ed anche intatti, o sia senza diminuzione alcuna, e salutandovi mi dico. Trento, appresso s. Bernardino li 26 gennaio 1802195.

Vostra obbl.ma, ed affz.ma Michelina Tommasi Ex Clarissa.

191 Dal mio Cantico del Paradiso. 192 Egli ha scritto a nome dell’Uffizio spirituale da me iersera ricevuto. 193 Spedita subito subito per appostato. 194 Misit schedulam flor. 2, die 31 octobris 1802 cum onere restitutionis unius librae. 195 Spedita per Tertiarium 1 febr. 1802.

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NB. Le carmelle sono 106. Extra. All’onesta vedova

Donna Cattarina della Giacoma nata Gabrielli196 Fieme Cavalese Pradazzo

Con un involto.

2194. 1802 Alla M. Maria Giacinta Tabarella. Trento.

Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano. Nell’atto, che confesso d’avere ricevuto il cordialissimo foglio di V.R. pieno di

buoni auguri per la mia festa nomastica, ed accompagnato da un bello, e generosissimo regalo, mi confesso altresì confuso per non sapere come contraccambiare tanta loro bontà, e cortesia. Io senza replicare i sentimenti, che ho loro espresso negli anni scaduti, dico solamente, che ringrazio la R.V., la Madre Aloisia, e tutte le altre mie MM. benefattrici, per le quali tutte oggidì ho pregato il mio santo protettore, ed in breve celebrerò per loro due sante Messe. Non dico altro, già mi conoscono. Il mio incomodo è in gran parte cessato, e quindi spero, che il Signor Iddio mi donerà di poter ancora vivere, ed anche venire in persona al monastero per ringraziarle. Mi spiace la morte della di lei signora sorella (Orsola vedova) Prati (di chiarano): e perciò le dico, che affine di recarle qualche sollievo, qualora ne andasse bisognosa, la ho posta nel numero de’ miei morti, per li quali prego giornalmente. Pregherò il Signor Iddio anche per il suo benemerito signor nipote (Schertz) colonnello (austriaco in Semelino) affinché lo preservi da ogni disgrazia (essendo destinato come reggente d’una guerra civile, che fanno fra sé li turchi). Né pur io so come passino le cose in quei paesi. Leggo per altro, che ultimamente i giannizzeri hanno trucidato il Passà di Belgrado, come sospettosi per opera del famoso Pasman Oglu ribelle de’ turchi. Voglio sperare, che il lodato signor colonnello, giacché mostra tanta premura per V.R., ritroverà ora una strada più pronta, perché le giungano più presto le amorose mesate, non più servendosi del signor barone Luigi da Taxis. Gli auguro cento anni felici. A me pare moltissimo, che un soldato, posto in tanta distanza, tra turchi, ebrei, luterani, e cattivi cristiani, abbia tanta divozione per una monaca, benché zia materna. Questo è un miracolo. Di bel nuovo le ringrazio tutte, e sospiro loro la benedizione di Dio. Amen. S. Bernardino 27 gennaio 1802.

2195. 1802

Al sig. Conte Giovanni di Welsperg197. Bolgiano. Eccellenza.

Ricevuto avendo con esultazione i sacchi di formento, e di segala, che dalla molto lodevole Attività dell’inclita Provincia del Tirolo, ci furono graziosamente accordati, mercé la efficacissima raccomandazione dell’eccellenza vostra, fo parte del mio dovere ringraziandola di tutto cuore, ed assicurandola, che di un così opportuno, e generoso sussidio non dimenticherommi giammai: che pregherò caldamente, e farò pregare dai miei Religiosi Sua Divina Maestà, perché voglia ricompensarla colle sue grazie celesti,

196 Nel 1799 li 23 dic. visse Catterina vedova di Tommaso della Giacoma di Pradazzo, con un figlio. La Gabriellia è vedova di Gio. Battista, morto sul suo letto. Tommaso è morto bersagliero contra i francesi.

197 Giovanni Nepomuceno, che pigliò moglie nel 1805 in gennaio Bolzano.

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e sempre più felicitarla. Per il qual effetto farò particolarmente, che in ciaschedun convento della mia povera Provincia venga cantata una santa Messa, e che sieno lette parecchie altre. Con che inchinandomele profondamente mi do l’onore di protestarmi. Trento, s. Bernardino 21 gennaio 1802198.

Di vostra eccellenza Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Evangelista da Stenico Provinciale de’ Francescani ai Confini dell’Italia199.

Extra. A Sua Eccellenza200 Il signor Conte Giovanni di Welsperg Signore di Primier, e Langenstein ecc. Cavaliere delle Chiavi d’Oro per S.M.I.R.A. e Vice capitano del Paese ecc. ecc.

Bolgiano201.

2196. 1802 Al signor Conte di Sarnthein. Insprugg.

Eccellenza. Avendo in questi ultimi giorni ricevuto con esultazione i sacchi di formento, e di

segala202, che per puro amore d’Iddio Signor nostro ci furono benignamente accordati dalla molto lodevole Attività dell’inclita Provincia del Tirolo, cui degnamente presiede l’eccellenza vostra, fo parte del mio dovere ringraziandola di tutto cuore, ed assicurandola, che di un soccorso tanto generoso, ed opportuno, giammai non mi dimenticherò: che supplicherò, e farò supplicare caldamente dai miei Religiosi Sua Divina Maestà, perché voglia ricompensarla colle sue grazie celesti, e sempre più felicitarla. Per il qual effetto farò particolarmente, che in ciaschedun convento della mia povera Provincia venga cantata una santa Messa, e che sieno lette parecchie altre. Inchinandomele poi profondamente mi do l’onore di professarmi. Trento, s. Bernardino 21 gennaio 1802203.

Di Vostra Eccellenza Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Evangelista da Stenico Provinciale de’ Francescani ai Confini dell’Italia.

Extra. A Sua Eccellenza Il signor Conte di Sarnthein etc. Capitano Provinciale etc. etc.

Insprugg

2197. 1802 Al Padre Giuseppe Maria da Pradazzo. Metz Lombardo.

Sia lodato Gesù Cristo signor nostro clementissimo.

198 Spedita li 24. 199 Così scrivono gl’Inspruchesi. 200 Vedi sopra n. 2146, e 2141. 201 Ora 1803 sta in Trento presidente del Governo austriaco. 202 Questa farina servì; ma fu trista. 203 Spedita li 24.

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Lo rendo certo, che ho ricevuto la sua coll’inchiusa per Campo, e che questa sarà spedita da me fedelmente verso quelle parti alla più lunga nel giorno venerdì. L’avviso altresì, che ho consegnato il Direttorio diocesano per la sua sagrestia al putto latore della presente. Gli fo sapere in oltre, che avendo scritto per suor Michelina alla sua madre, la ho detta vedova della Giacoma, nata Gabrielli: e che poi ho ritrovato non essere superfluo il nata Gabrielli, giacché dalla gazzetta trentina consta, che li 23 dic. 1799 visse Cattarina vedova di Tommaso della Giacoma di Predazzo, morto bersagliere. Ieri è morto in Trento il dottore Giuseppe Geremia. In frettissima lo riverisco ecc. Trento 30 gennaio 1802.

2198. 1802

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano. Roveredo. Rev.Padre Guardiano S.L.G.C.

A tenore della sua direzione ho mandato, e raccomandato al sig. Padre Lorenzo Manica di Borgo nuovo l’annunziato sacchetto di biscotti. Gli ho aggiunto un rotolone contenente la carta da scrivere, che mi ha dato il P. Guardiano, il quale aggradirà della carta roveretana in cambio. Nel medesimo rotolone ho inserito il Direttorio diocesano: ed anche una fratellanza provinciale per il Woser di Folgaria, chiesta, supponesi, per mezzo del Padre Giangiuseppe. Oggidì è stato condotto da Pergine a questa infermeria il P. Gregorio da Caldese molestato da dolori articolari204, acquistati coll’andar a celebrare la santa Messa fuori di convento in tempi, ed ore triste. Sta pur qui F. Giuseppe di Pergine condotto da Mezzo Lombardo, co’ piedi rovinati fuori di convento205. Fra Lorenzo è un Giobbe, fisso sul letto sino dai due dello scorso gennaio. Bramo, che la P.V.R. si conservi sana, e la riverisco. Trento 5 febbraio 1802, colla gazzetta.

2199. 1802

Al Padre Daniele Arnoldi da Enno. Cavalese. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo206.

Oggidì il nostro Menego è venuto da me tutto allegro, perché finalmente ha ritrovato le due limosine, che nel 1800 si credettero rubate. Hanno ancora le cartelle scritte dalla P.V.R. Una contiene troni 14 e l’altra 4. Le ha ritrovate dietro ad una cassa, tra più altre cartacce; e suppone per certo di non averle buttate là esso. Ella dunque più presto che può mi faccia sapere la sua volontà intorno al ritrovato, affinché possa manifestarla al detto Menego, che lo custodisce207. In attenzione di tale risposta mi raccomando, e la riverisco, Trento 8 febbraio 1802.

Di V.P.R. cui aggiungo,che tengo da spedirle un fagottino direttole da mano secolare: e che penso di spedirglielo per mezzo del P. predicatore Filippo. Pare, che contenga due libretti di...

2200. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello. S.L.G.C.

Vi ringrazio della nuova corda (di biscotti) che mi avete mandato. Ella mi servirà, come spero, per contraccambiare in parte i regali (due torte) che ho ricevuto (da suor

204 simili agli articolari. Ritornò a Pergine li 22 febbraio. 205 Ritornò a Metz li 27 febbraio. Venne qua li 29 gennaio. 206 Fu in Trento li 19 maggio Guardiano di Pergine. 207 Risposemi li 13 febbraio. La ricevetti li 21 febbraio.

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Michelina) per la mia festa onomastica (sic). Godo, che siate per predicare in Torcegno nella prossima Quaresima, e prego Iddio Signor nostro clementissimo, che vi mantenga in buona salute. Io in quest’inverno ho patito molto per mancanza della voce; ieri però la ho riacquistata col rimedio de’ pomi marci bolliti. Deo gratias. Trento 9 febbraio 1802, colla gazzetta.

2201. 1802

Al Padre Davide da Tiarno. Campo. Rev. Padre lettore. S.L.G.C.

Ho cercato attentamente il nome del Beato Lodovico Alemano, o Alemando appresso i padri Bollandisti ai 10 di settembre, anche inter praetermissos, et in alios dies reiectos, ed eziandio nell’indice di tutto il primo semestre; ma in vano, perché non mi è riuscito di trovarlo. Ho pur cercato qualche autorità per aggiugnere al Direttorio quanto brama la P.V.R. rapporto alle profezie del sabato della Pentecoste, ma similmente in vano. Quindi non ardisco di far alcuna novità senza un autorevole appoggio. Ella proccuri, che il servetur solitum, mentre farò altrettanto io pure. Il Direttorio monastico del 1803 già è terminato, ed il diocesano è giunto all’agosto. Nel primo ho distinto, e segnato i giorni delle Indulgenze plenarie con una crocetta. Spero, che lascerassi passare208, giacché non dice cosa significhi. Qualora non lo sappia le notifico io, ch’è morto l’arciprete di Ossana don Luigi Bevilacqua. Egli sermoneggiando dall’altare in lode del fu medico Marchetti praesente cadavere, disse due volte di seguito in latino, ed italiano Hodie, mihi, cras tibi, e poi perdette affatto la loquela, fu portato in canonica, e munito dell’olio Santo, dopo circa 24 ore, con rincrescimento universale per essere stato degno di vita lunga. Finisco colla carta riverendola ecc. Trento 15 febbraio 1802.

2202. 1802

Al Padre presidente de’ Francescani. Bressanone. Admodum Rev. ac Religiosissime Pater.

Inter multiplices calamitates, quibus nos tridentini iusto Dei iudicio subiicimur, una est, quod ab exordio anni proxime praeteriti nullum prorsus habemus episcopum, et quandonam habituri simus, nos latet. Hinc pro sacris Ordinibus suscipiendis extra dioecesis nostrae limites pergere, aliisque tum episcopis, tum benefactoribus molesti fieri compellimur. Veniam igitur det mihi admodum Rev. Paternitas Tua, si et ipsi molestus fio, dum eam demisse rogo, ut velit mihi notum facere, an celsissimus, et R.mus antistes brixinensis habiturus sit Ordinationes in proximo sabbato Sitientes, et pro sua vere singulari benignitate ordinaturus interim etiam quatuor ex nostris Fratribus. Dum autem gratum expecto responsum, eidem fausta quaeque apprecor. Tridenti apud S. Bernardinum die 22 februarii A.D. 1802209.

Admodum Reverendae Paternitatis Tuae Obseq.mus, et devinctissimus servus in Domino F. Io. Evangelista a Stenico

208 dal Governo Enipontano. 209 Spedita li 23. Rispose affirmative. P. Hermannus ab Oeniponte Superior, li 5 marzo, ricevuta in Trento li 9 marzo.

Ė di cognome Siller. Anche il sigillo ha Sig. Super. e rappresenta s. Elisabetta. Per altro nelle tavole del 1751 si dice Praeses Brixinae, con un Conf., un Pred. domenicale, un Pred. festivo, ed un laico.

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Minister Provincialis Franciscanorum. E Tridento

Extra. Admodum Rev. ac Religiosissimo Patri Patri Praesidi Franciscanorum ad Sanctam Elisabetham

Brixinae

2203. 1802 Al Padre Tommaso da Tiarno. Arco. Le Grazie.

Rev. Padre. L.I.C. Nello scorso dicembre con dispiacere ho dovuto rispondergli, che io non teneva

copia veruna delle nuove lezioni del nostro B. Leonardo: e che perciò non poteva dargliene copia. Lo stesso posso dire anche oggidì. Ma con del divario, perché avendo inteso dal padre Giacomantonio di Borgo, che tali lezioni ora trovansi costì, non so presso qual Religioso, lo prego di mandarmene una copia, E sperando d’essere favorito lo riverisco. Trento 26 febbraio 1802, colla gazzetta.

Nella sera dello scaduto lunedì 22 del corrente, dopo la Compieta fu chiamato dal coro questo Padre (Gaudenzio di Trento) Vicario superiore ad istanza di un rivano, il quale gli disse, ch’era stato mandato apposta dal Padre Angeli (di Drone) Minore Conventuale di Riva210 per avvisarlo, che nel prossimo venerdì 26 febbraio dall’Officio di questa posta imperiale gli sarebbero stati dati fiorini 226, per restituzione segreta di rubarie fatte a questo convento. Dimandato del perché non portasse alcun viglietto del lodato Padre Angeli, rispose, che non poteva scrivere, per essere gravemente infermo di febbre putrida. Benché non siagli stata prestata fede, gli fu data la cena, e l’alloggio. Nella mattina poi rimproverato dal portinaio211 come bugiardo, partì presto senza scusarsi. In fatti l’accennata posta non ci ha parlato punto di tal cosa, benché sieno stati dei Frati a portarle delle lettere da spedire altrove. Voglio credere, che sarà stata finta eziandio la malattia del Padre Angeli, e che non sarà superfluo il fargli sapere l’abuso, che fu fatto del di lui rispettabile nome ecc.

2204. 1802

A monsignor Vicario, o Provicario Generale Capitolare. Promemoria.

Il Padre Michel Angelo di Roveredo supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà di dispensare una sposa dall’impedimento incorso ad petendum debitum ecc212.

Concessum etc. Signatum 4 martii 1802. I. A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2205. 1802 Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario di Roveredo. Le Salesiane.

R.P.P.C.

210 P. Gio. Battista Angeli d’anni 40. 211 F. Feliciano Riolfatti di Pedersano. 212 Rem habuit con un secondo cugino viri sui.

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Ieridì ho ricevuto la sua datata, credo certamente per inavvertenza, il primo di febbraio, ed oggidì dal R.mo signor Provicario le ho impetrato la chiesta facoltà di dispensare ad petendum debitum etc. Se mi conosce atto per servirla ulteriormente mi esibisco, quantunque in quest’inverno mi ritrovi non poco sconcertato rapporto alla salute, perché son diventato septuagenario maior, e perciò a detta di più autori decrepitus. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, proccuri di conservarsi Ella, e mi creda quel desso, che mi soscrivo. Trento 4 marzo 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2206. 1802

Al Padre Emmanuele Pasini da Riva. Arco. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ringrazio di cuore la P.V.R. per la copia delle lezioni proprie del Beato Leonardo, che mi ha favorito213, delle quali farò uso, e lo farò fare anche da altri, quantunque non mi piacciano interamente. Oltre più altre cose, mi spiace, che in esse non si dice in qual anno sia morto, e che dicesi morto li 25 novembre, dopo che tutti gli altri hanno detto, ch’è morto li 26. Per altro lo fanno credere un gran santo, ed un gran predicatore, ed io l’ho sempre creduto, e crederò tale. La ringrazio un’altra volta del fattomi favore; e riverendola mi raccomando in precibus, e mi professo. Trento 7 marzo 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2207. 1802

A Fra Marco da Rango. Cavalese. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Fra Gervasio vi ringrazia dei fonghi, delle semenze di ravanelli, e delle altre coselle, che gli avete mandato. Egli poi vi spedisce dell’insalata con alcuni limoni. Ed io, anche a nome del medesimo, vi saluto. Trento 9 marzo 1802.

Vostro affett.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2208. 1802, 12 marzo

A chiunque. Ego infrascriptus universis, et singulis praesentes literas inspecturis fidem facio, ac

testor, quod honestus adolescens Michael de Avis214 pinetanus hisce novissimis diebus apud me sacramentalem sua confessionem emisit. In quorum fidem etc. Datum in coenobio sancti Bernardini apud Tridentum 4 idus martias A.D. 1802.

L.+S. F. Ioanens Chrysostomus de Avolano Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci.

2209. 1802

Promemoria.

213 Tratte da una copia stampata nell’Italia, e ricevuta da un P. Osservante della Volta Mantovana. 214 di Tressilla studente in Pergine della quarta. Partì col suo padre li 13 di sera. Fu a visitarmi

gentilmente li 7 aprile 1804 essendo studioso di rettorica in Pergine sotto il sig. don Mariotti.

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Il Padre Michel Angelo di Roveredo prega riverentemente, che vengagli accodata la facoltà di dispensare un suo penitente dall’impedimento incorso ad petendum debitum etc.215 Concessum etc.

Signatum 16 martii 1802. I. A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2210. 1802 Al P. Prosdocimo Gelico216 di Cavalese. Pergine.

R.P.S.L.G.C. Senza verun mio merito veggomi favorito dalla P.V.R. con una corda di biscotti. La

ringrazio dunque, e mi esibisco a servirla in quel che posso. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento 16 marzo 1802.

Di V.P.R. cui aggiungo, ch’è morto in Revò quel buon arciprete Romedio Ebli d’Ambio.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo.

2211. 1802 Al Padre Massimo di Volano. Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N. Nella sera dello scorso martedì (9 marzo) trovandomi contento d’avere quasi

terminato li miei due Direttori, mi capitò in cella il signor Conte Girolamo Salvetti, ed a nome anche del signor barone Sigismondo Trentini, e del signor Leopoldo Ciurletti, presidenti dell’orfanotrofio trentino detto volgarmente delle Fradaglie, m’intimò di dover fare l’inventario dell’archivio di quel Pio luogo. Nello stesso tempo venne anche il padre Provinciali, già impegnato dal detto signor barone Trentini; e quindi malgrado le mie scuse dovetti promettere di servirli. Sabato217 dunque con un carro fu condotto a questo convento il menzionato archivio chiuso in quattro casse. Non ho ancora cominciato a lavorare intorno ad esso, volendo prima spedire li predetti Direttori: e non so se arriverò a terminarlo, quantunque sia intenzionato di farlo in fretta, e corto. Spero, che non lavorerò in vano. Il Signor Iddio mi doni sanità, e vita. Pregatelo ancora Voi, che mi faccia questa grazia, mentre io pure con fraterno affetto lo pregherò per Voi, affinché vi doni di poterlo servire lungamente. Amen. Trento 16 marzo 1802.

In Revò è morto quel buon arciprete Romedio Ebli.

2212. 1802 Alla M. Gioseffa Aloisia Winklera. S. Chiara.

Gesù, e Maria Signori clementissimi ci benedicano. La strana mutazione del tempo mi ha fatto mutare pensieri218. Sin qua sono stato

con l’intenzione di venire personalmente a riverire V.R. ed augurarle felicissima la sua festa nomastica; ma ora per causa dell’accennata mutazione del tempo la prego d’avermi per iscusato se non vengo. Supplisco dunque con questa, rinnovandole la mia

215 Rem quater habuit cum sorore coelibe uxoris suae. 216 *Iellici. 217 Li 13. 218 Il vento di due giorni ha cagionato un gran freddo. Ella fu sopraffatta da colpo apopletico li 29

marzo 1802 al pranzo sedendo alla tavola colle altre. Fu comunicata per Viatico, ed unta subito me praesente, intendendo essa, ma non potendo parlare. Fu di nuovo sorpresa in coro cantando li 29 settembre, unta da un Cappuccino, poi li 20 viaticata.

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memoria, ed i sentimenti doverosi altre volte già espressi, ed assicurandola, che venerdì prossimo, correndo la detta festa, celebrerò in pro, e a vantaggio spirituale di Lei la mia Messa. Non dico altro, già mi conosce. Tengo memoria eziandio di tutte le altre Gioseffe, e sebbene peccatore farò altrettanti mementi per loro. Gesù, e Maria l benedicano tutte tutte. Amen. S. Bernardino 16 marzo 1802.

2213. 1802

Al sig. barone Ernesto de Taxis canonico di Bressanone219. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Conservando debitamente la rimembranza, e memoria delle buone grazie usate ai miei Religiosi da V.S.Ill.ma, e R.ma quando fu arciprete di Mezzo Tedesco, e supponendo come certo, che avrà lo stesso buon cuore anche al giorno d’oggi, quantunque posta in sito non poco lontano da loro, ardisco di presentarmele innanzi con questa, e di supplicarla rispettosamente d’una nuova grazia. Non essendovi qui alcun vescovo da molto tempo, e non sapendosi quando verravvi, trovomi costretto di mandre costà quattro de’ miei chierici affinché vengano promossi agli Ordini sacri. Attesa la lontananza, accompagnata da vari altri disagi, bramo, che sian ordinati non solamente nel sabato Sitientes, ma eziandio nella seguente domenica. Temendo però di riuscire troppo ardimentoso, ed importuno a S.A.R.ma ho avvisato i predetti chierici che supplichino umilissimamente di tal grazia il lodato principe vescovo, e che occorrendo loro qualche potente appoggio, facciano ricorso a V.S.Ill.ma, e R.ma. Glieli raccomando adunque, e la supplico, che venendo da loro riverentemente pregata, voglia degnarsi di aiutarli, e favorirli. Chiedo scusa del mio ardire, e confidando nella già sperimentata di Lei bontà, con un profondo inchino mi professo220.

Trento. s. Bernardino 29 marzo 1802. Di V.S.Ill.ma, e R.ma

Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Evangelista da Stenico Provinciale de’ Francescani.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor Ernesto barone de Taxis, Bordogna, e Valnigra degnissimo canonico dell’insigne cattedrale di

Bressanone

2214. 1802, 29 marzo Al P. Gio. Maria Ruhedorfer. Bressanone.

Reverendo Patri Ioanni Mariae Ruhedorfero F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Literas patentes huius, non consistorii, sed Officii spiritualis, seu Curiae ecclesiasticae, quibus ampla facultas excipiendi, et audiendi sacramentales confessiones221 in Tractu athesino superiori ad novum triennium Tibi R.P.F. Nepomuceno appellato prorogatur, hisce insertas literas remitto per unum ex quatuor nostris clericis ordinandis, pro ut tuteipse suggessisti: unaque simul eosdem clericos, praeter morem nostrum absque ullo ductore sacerdote missos, et ablegatos, ut

219 Ė morto in quest’anno 1804 avanti dell’agosto in Bressanone. 220 Questo canonico si trova in questo nostro convento di Trento gli XI dic. 1802. Egli è morto nel

1804. 221 Ampla facultas idest etiam quoad Casus alioquin reservatos in dioecesis, excepto ultimo.

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benefactoribus, et hospitibus, ad quos diverterint, et accesserint, minus graves, ac onerosi evadant, charitati tuae seraphicae commendo. In votis nobis est, optamusque, ut celsissimus, et R.mus D.D. princeps, et episcopus brixinensis, ex gratia, et benignitate sua speciali dignetur ipsos Ordinisbus sacris insignire nedum in proximo sabbato Sitientes, sed etiam in mox sequenti dominica Passionis, quia nos nullum habemus episcopum, et ab alienis longe sumus. Id tibi significasse contenti, gratiam speramus222. Ceterum Pater Provincialis, quem tibi bene notum dicis, idest Pater Archangelus clesiensis, iam ad plures abiit, eumque secuti sunt Patres Epiphanius, Ioachimus, et Albanus, quos anno 1796 tuo in transitu novisti. Qui supersunt, Tibi R.P. gratulantur, quod adhuc nedum inter vivos numeraris, sed etiam religiosis muneribus aptus, et intentus existas: utque D.O.M. diuturnam in eodem statu perseverantiam tibi largiri dignetur exoptant. Idipsum opto et ego, qui me tibi singulariter devotum, ed ad servitia paratum adsero. Tridenti apud sanctum Bernardinum 4 kalendas aprilis A.D. 1802223.

La mansione come nel To. V, epist. 1717, ma qui ho scritto Ordinis Minorum Reformatorum S.P.N. Francisci.

2215. 1802

Al P. Tommaso da Tiarno. Arco. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Tempo fa il di Lei Padre Guardiano mi ha risposto, che alla più lunga per mezzo de’ Terziari palmiferi mi avrebbe favorito con mandarmi delle cartacce da coprirei Direttori dell’anno venturo, che piacendo a Dio Signor nostro si stamperanno nel corrente. Suppongo dunque, che saranno già preparate. Quindi prego V.P. che voglia essere sollecita, che sieno date a qualche Terziario, e che le prenda. Mi tengo sicuro di tal favore, e riverendola resto. Trento 25 marzo 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

2216. 1802

Al sig. Adamo Giuseppe Maria di Altspaur. Mezzo Tedesco. Ill.mo signore, sig. e padrone colendissimo.

Senza il menomo indugio224, e di molto buon grado servo la S.V.Ill.ma colla richiesta nuova copia della pergamena seconda, ch’ebbi l’onore di trascriverle nell’anno 1792, giacché per buona sorte conservo la prima copia, che feci allora, eziandio al giorno d’oggi. Ed aggiugnendole, che l’Altspaur da me s’interpreta Spaur vecchio, posciaché ho letto, che l’Alt de’ tedeschi vuol dire vecchio, antico: ed ho trovato,che Mezzo Lombardo fu detto Altmetz in tedesco, e Mez vetus in latino, siccome il confinante Mezzo Tedesco Neumetz in tedesco, e Novum Mezium Coronae in latino, mi esibisco a servigi ulteriori, e tutto pieno di stima, e rispetto in fretta me le inchino riverentemente, e passo a protestarmi. Trento, s. Bernardino 26 marzo 1802225.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano de’ Minori Riformati.

Extra. All’Ill.mo signore, sig. e padrone colendissimo

222 Ordinationes non habuit in dominica quia noluit medicus eius. 223 Scripta 23 martii. 224 Ricevetti la sua nella sera de’ 26 data li 23. 225 Per la posta de’ 27.

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Il signor Adamo Giuseppe Maria cavaliere di Altspaur in Freynhofen etc.

Mezzo Tedesco. Nota. Questo signore ha perduto la prima mia copia con altre carte importanti

nell’occasione della venuta de’ francesi. Vedi To. 3, epist. 741, 743, 745, 749, e 755. La detta pergamena seconda sta nel Compendium diplom. To. 3, num. 488.

2217. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Ieridì 29 marzo la M. Gioseffa Aloisia Badiotta in S. Chiara, già trinitaria, sedendo alla mensa colle altre fu sorpresa da colpo apopletico; e quindi tosto venne munita de’ santi Sacramenti della penitenza, del Viatico, e dell’Estrema Unzione, benché non potesse articolare parola, mostrando però d’intendere. Raccomandatela al Signor Iddio226. Ella si ha fatto rispettare, ed amare da tutti, e fu sempre buona riformata. Io in particolare le son obbligato, e le sarò sempre. Le di lei correligiose, anche Chiarine, la compiangono sinceramente. Trento li 30 marzo, colla gazzetta.

2218. 1802

Al P. Amando da Covalo Guardiano di Arco. Rev. Padre padrone colendissimo.

Con piacere in questa sera ho ricevuto la di Lei carità, e limosina di carta bianca, e turchina227. La ringrazio pertanto, e gliene prego la ricompensa dal Signor Iddio. Ed esibendole la mia povera servitù, le fo noto, che oggidì fu condotto a questa infermeria il P. Stanislao di Nago Vicario di Cavalese, mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi professo. Trento 1 aprile 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2219. 1802

Al P. Lorenzo da Cavareno Guardiano di Cles. R.P.P.C.

Accerto, ed assicuro la P.V.R. che in questa mattina il sig. Giacomo Furlanelli ha ricevuto la lettera speditami dall’ill.mo sig. Alessandro Stanchina di Livo, insieme con un mio viglietto; e che ha promesso di consegnarla in proprie mani all’accennato sig. Lorenzo Battaglia. Se posso servirla in altro mi offro; e riverendola mi dico. Trento 2 aprile 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2220. 1802

Al P. Simon Pietro da Verla. Borgo. R.P.S.L.G.C.

Ho mostrato la di Lei lettera al R.mo sig. Provicario; e quindi le ho impetrato l’autorità per assolvere il suo Tizio duellista, giacché questa Curia ecclesiastica tiene dal

226 Ebbe un altro colpo in coro li 19 settembre 1802, e subito fu Unta coll’Olio Santo da un Cappuccino. Vive muta nel 1805 al 28 novembre.

227 La turchina è troppo poca.

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papa l’indulto di poter concedere la predetta autorità. Rapporto alla penitenza si rimette alla di Lei prudenza. La prego de’ miei rispetti al mio Padre Guardiano, e riverendola in somma fretta resto. Trento 3 aprile 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2221. 1802

Al padre Prosdocimo da Cavalese. Pergine. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

In questa mattina ho dato da leggere la lettera della P.V.R. al R.mo signor Provicario (Menghino) e gliene ottenni la richiesta facoltà per poter assolvere l’indicato bestemmiatore. Mi spiace, che colui sia recidivo, e che non abbia premura di riacquistare la grazia dal Signor Idio, ritornato essendo al sacro tribunale dopo tanti mesi soltanto. Ella gli faccia da buon padre, stimolandolo all’emenda, e fortificandolo perché non ricada. Implori per ciò l’aiuto divino, e confidi. Raccomando al Signor Iddio anche me,che riverendola mi dico. Trento 3 aprile 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

Nota. Vedi sopra num. 2079. Quel bestemmiatore non andò nel 1801 a pigliare l’assoluzione. Ora è venuto con altri peccati, cioè d’aver detto alla propria moglie adirato: Per la Vergine Maria, se è Vergine, e se Dio è giusto ti mazzo. Per la Vergine Maria, se è Vergine, non ti guarderò più228.

2222. 1802

Al Padre Davide da Tiarno. Campo. R.P. lettore sia lodato Gesù Cristo S.N.

Oggidì abbiamo ricevuto avviso da Fra Gio. Pio, che in Bressanone furonvi Ordinazioni nel sabato Sitientes, e che saranvi nel lunedì della Pasqua, e nella domenica in Albis soltanto: come pure, che nel detto sabato egli fu ordinato solamente minorista. Perciò tutti e quattro i nostri chierici in vigore di una nuova obbedienza si ritireranno a Bolgiano, donde ritorneranno a Bressanone per essere ordinati sino al diaconato, et non ultra. Tanto penso bene di notificarle per suo regolamento: ed aggiugnendole, che la M. Gioseffa Badiotta di santa Chiara trovasi a letto per un colpo apopletico: e che sta qui nell’infamerai il P. Stanislao Vicario di Fieme per non poter ritenere nello stomaco stabilmente il cibo229, mi raccomando, la riverisco, e sono. Trento 5 aprile 1802.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

P.S. F. Arcangelo ritornerà diacono con F. Benedetto dopo il detto lunedì: gli altri due poi, cioè F. Battista, e F. Pio dopo la domenica in Albis. Nella notte dei sei venendo i sette in Trento è morto il sig. barone Cristoforo Trentini, ed oggi 8 di sera fu seppellito con gli onori militari, essendo stato socio di questa Guardia Urbana.

2223. 1802

Al Padre Lattanzio da Moena. Cavalese. R.P. L.S.L.G.C.

228 Ritornò cogli stessi peccati nel 1803. Vedi sotto num. 2628. 229 Gli ho dato l’Olio Santo li 31 maggio 1802 di mattina.

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Penso bene di far noto alla P.V.R. che in Bressanone furonvi ordinazioni soltanto nel sabato Sitientes, nel quale F. Giambattista fu ordinato acolito. Saranvi poi nel lunedì della Pasqua, e nella domenica in Albis. Perciò il predetto F. Giambattista con gli altri tre nostri chierici sarà ritornato a Bolgiano, e farà ritorno a Bressanone per il detto lunedì, ed anche per l’accennata domenica in Albis. Fra Benedetto però, e F. Arcangelo ritorneranno a Trento subito dopo il mentovato lunedì, nel quale saranno ordinati diaconi. Le notifico questo, perché non sospetti di maggiori disturbi. Il P. Vicario Stanislao vomita ancora230. In somma fretta la riverisco, e resto. Trento 6 aprile 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2224. 1802

Al padre letterario generale Riformato. Venezia. S. Bonaventura. Rev. Padre.

A tenore di quanto ha scritto il Padre segretario generale231 Agostino di Nocchi al mio Padre Provinciale, indirizzo alla P.V.R. la qui inchiusa del medesimo Padre Provinciale; e riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 6 aprile 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

Nota. Risponde al P. segretario rapporto ai suffragi di Pio sesto, ed al richiamo a Roma de’ PP. Sebastiano, e Carlo Felice nonensi232, già scacciati dalla Repubblica romana, ora estinta, come forestieri. Il letterario è il P. Domenico da Vicenza.

2225. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

In Bressanone furonvi Ordinazioni nel sabato Sitientes, saranvi nella seconda festa di Pasqua e nella domenica in Albis. Li nostri chierici saranno ordinati tutti diaconi, e non ultra. Nel giorno 2 e 3 del corrente fu in Trento il vescovo di Coira; ma non volle ordinare. Il barone Cristoforo Trentini sta male assai. Oggidì è andato ad assisterlo F. Abbondanzio233. Nell’infermeria nostra è il P. Stanislao Vicario di Fieme. Trento 6 aprile 1802., colla gazzetta.

2226. 1802

Al P. Filippo da Metz Tedesco predicatore in Cavalese di Fieme. Rev. Padre padrone colendissimo.

In somma fretta le rispondo, che non mai ho sentito parlare dell’accennatami questione della precedenza lettorale: e che io sono stato sempre in persuasione, che nella Provincia nostra non corra fuori del proprio convento. Mi rimetto però in caso, che altri fossero stati più attenti di me rapporto a tal pratica. Circa poi la Via Crucis, per la quale unitamente a questa le spedisco l’obbedienza provincialesca, le fo sapere, che Benedetto XIV in un suo Breve de’ 30 agosto 1741 ha detto: “Cuicumque parocho, ut praevia proprii Ordinarii, seu antistitis in scriptis licentia, sub directione cuiuslibet Fratris Ordinis Minorum, sive Observantium, sive Reformatorum, sive Recollectorum, vel ad

230 Non poté dir Messa li 7 aprile. 231 Riformato. 232 *Oggi si dice nonesi. 233 Morì nella notte de’ sei ai 7 sulla metà, il detto barone.

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excipiendas sacramentales confessiones approbati, vel praedicatoris Verbi Dei, de quocumque conventu, de suorum tamen superiorum consensu, et permissu eligendi, Viam Crucis, seu Calvarii, sive in propria parochiali ecclesia, sive alibi in eiusdem parochialis ecclesiae districtu, erigendi facultatem tribuimus, et impertimur”.

Il P. Vicario Stanislao spera di guarire, ed oggidì vuole uscire di convento234. Ieridì abbiamo accompagnato alla sepoltura il sig. barone Cristoforo Trentini. La posta parte. Finisco riverendola ecc. Trento 9 aprile 1802.

Nota. Il P. Filippo è chiamato ad erigere la Via Crucis in Fascia diocesi di Bressanone, dove ora sta un suo fratello come assessore di quel Governo, confinante con Fieme.

2227. 1802, 10 aprile

Al Padre Guardiano de’ Francescani Riformati. Bolgiano. Admodum Rev. colendissime, ac religiosissime Pater.

Quod pridem non leviter speravi, nunc certum, exploratumque habeo. Fratres enim mei clerici pro debito suo laetanter significarunt mihi, et notum fecerunt, se charitate vere seraphica, et humanitate summa exceptos fuisse ab admodum Rev. Paternitate tua: promissionemque accepisse de perseverantia. Gratias igitur, quas possum, pro huiusmodi favore tibi ago: simulque auctor sum, ut non pro indemnizatione integra tui sacri conventus; sed pro aliquali grati animi significatione tantum, velis mihi committere triginta Missarum celebrationem, qua fideliter peracta, nihilominus semper debitor, et devinctissimus tibi ero235. Ceterum rogo te. P.A.A,. ut eosdem Fratres, utpote iuvenes, quousque tecum erunt, tamquam tuos habeas, custodias, et in officio contineas, ac praesertim, ut illos R. P. Vicarii236 curae, ac iurisdictioni addictos facias. Dum autem et hoc spero, Deum Optimum Maximum supplex oro, ut tibi diuturna sospitate, ac felicitate pari gaudere concedat. Dabam Tridenti apud s. Bernardinum 4 idus aprilis A.D. 1802237.

A.R.P.T. Devinctissimus servus in Christo F. Io. Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

Extra. Admodum Rev. Religiosissimo, et colendissimo Patri Guardiano PP. Franciscanorum

Bulsani238.

2228. 1802 Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta.

Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N. Col maggior affetto del mio cuore vi sospiro felice la vostra festa nomastica, che

sarà domani, e vi assicuro, che il mio primo memento della santa Messa, sarà per Voi, se il Signor Iddio mi concederà di poterla celebrare. Parlo così, perché oltre le altre ragioni, che ho di non esser sicuro, tengone una nuova, che in questa sera de’ 13 aprile il

234 Fu portato a Pergine gli XI aprile, e riportato a Trento li 26 aprile. Gli ho dato il Viatico nella

mattina de’ 29 aprile. Replicato li 20 maggio. Raccomandata l’anima li 3 giugno. Li 5 di notte all’una, ed un quarto morì. Fu seppellito nella sera tarda.

235 Non accettò l’offerta, ma l’aggradì. 236 Germani fasciensis aetatis an. 61. 237 li 10 aprile. 238 P. Hyacinto Larchero de Bulsano aetatis an. 47.

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nostro buon Menego Litterotti, essendo nell’orto, su sorpreso da un colpo apopletico, che gli ha tolto la loquela. Egli nacque in Marmirolo appresso Mantova li 17 giugno 1919 e cominciò a servire questo nostro convento li 24 giugno 1747 e lo servì sempre molto lodevolmente239. Raccomandatelo al Signor Iddio anche Voi, e notificate il di lui stato anche al mio Padre Guardiano, coi miei rispetti, e coll’avviso, che siamo invitati in 18 alla sepoltura, che succederà domani mattina, del Conte canonico Francesco Felice Alberti morto iersera. Vi auguro un felicissimo Alleluia ecc.

Trento 13 aprile 1902.

2229. 1802 Al P. Michel Angelo Vicario di Roveredo. Colla gazzetta.

R.P. In questa sera de’ 13 fu sorpreso da colpo apopletico il nostro buon vecchio

Menego240: e domani mattina verrà seppellito il Conte canonico Alberti morto iersera. La Tommasia sta in aspettazione della grazia chiesta già tanto tempo: ed almeno di qualche risposta ecc241.

2230. 1802

A Fra Benedetto di S. Lucano Riformato. Bolgiano. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo.

La vostra lettera degli 8 del corrente giunse alle mie mani soltanto in questa sera dopo le due, e quindi non potei fare il passo ingiuntomi appresso il Padre Provinciale, perché fino da ieri stassene in Gardolo. La diedi tosto da leggere al Padre segretario242 nell’atto, che stava per andare a Gardolo, e Meano; e perciò suppongo, che in passando per Gardolo la manifesterà al detto Padre Provinciale: ma per questo non ispero la bramata risposta, e grazia, sapendo, che ha stabilito, che in questa stagione niuno affatto de’ nostri sia promosso al sacerdozio, né pure F. Giambattista più vecchio di tutti. Quando ritornerà qua il detto P. Provinciale dopo le prossime sante feste gli parlerò, gli mostrerò la vostra lettera, e gli farò riflettere ai motivi addotti, specialmente alla benignità di S.A.R.ma di Bressanone; ma temo, che ciò sia per riuscire troppo tardo, ed invano. Vi esorto dunque, che vi diportiate da figlio di ubbidienza, e vi assicuro, che così facendo non iscapitarete punto. Già ve l’ho detto qui, che il lodato Padre Provinciale aveva stabilito, che niuno venisse ordinato sacerdote in queste Ordinazioni: e però niuno può formare sinistri sospetti243. Se muterassi a tempo, sarete avvisato. Se fossi io Provinciale, attesi li motivi addotti, muterei pensieri. Voi però, replico, ubbidite. Spero, che seguirete il mio consiglio; e salutandovi co’ vostri compagni mi dico. Trento 15 aprile 1802.

Vostro affez.mo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Il P. lettore Sisinnio ha ricevuto l’importo delle sante Messe244. Extra. Al venerando Religioso Fra Benedetto

di San Lucano chierico francescano Riformato

239 Morì li 19 settembre 1805. 240 L’ho comunicato per Viatico nella mattina de’ 14 mercoledì Santo. 241 Sopra n. 2109, e 2136, 2137. 242 Vitantonio. 243 Ritornò diacono li 22 aprile con F. Arcangelo. 244 Die 16 venit per postam epistola guardiani bulsanensis et missa fuit statim Gardulum.

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Bolgiano Ai PP. Francescani

preme.

2231.1802 Al R.mo signor Provicario Generale Capitolare.

Pro Memoria. Il Padre Giuseppe Andrea di Ala supplica riverentemente, che siagli conceduta la

facoltà di dispensare un suo penitente, che rem habuit con una sua cognata, ad petendum debitum etc.245

Concessum etc. Signatum 18 aprilis 1802. I.A. Menghin Provicarius Generalis Capitularis246.

2232. 1802 Al P. Romedio da Cles Guardiano di Metz Lombardo.

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro. La relazione, che S.P. R. s’è compiaciuta di darmi rapporto alla graziosa visita, che

s’è degnato di fare al di Lei povero convento l’Emm.mo signor cardinale Luigi Ruffo, riuscì molto grata non solamente a me; ma eziandio al Padre (Vitantonio) segretario, di lei fratello degnissimo, ed a tutti gli altri Religiosi di questo convento, i quali pensano, che nel di Lei refettorio potrebbesi porre una tabella coll’inscrizione qui compiegata. Qualora dunque le piaccia, e piaccia inoltre anche a monsignore di Metz Tedesco247, la rimandi col Placet, che farassi descrivere dal nostro eccellente calligrafo Padre Wenceslao di Pradazzo. Per altro io protesto, che non ho verun impegno, e sentomi disposto a correggerla, ed anche a seppellirla. Se poi farammi tenere quella inscrizione, che mi ha promesso, la porrò nella qualunque siasi mia raccolta col di Lei nome altre volte registrato; e frattanto riverendola mi professo. Trento 22 aprile 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

L’accennata mia inscrizione sta To. 2 Variarum 1790.

2233. 1802, li 23 colla gazzetta. Al Padre Massimo da Volano. Borgo

Carissimo Fratello. Il cardinale Luigi Ruffo nella sera del venerdì Santo, accompagnato da monsignor

Pizzini, ha fatto una graziosa visita al nostro povero convento di Metz Lombardo. Qui a Trento si è fermato soltanto per pranzare nella locanda imperiale dell’Europa, dove fu ossequiato a nome del R.mo Capitolo principesco da monsignor decano, e dal signor canonico barone Buffa li 19 del corrente aprile248. Il Metz Tedesco poi ricevette la restituzione della visita dal P. Guardiano Romedio con molta umanità, e cortesia. Deo gratias.

2234. 1802

245 Ad Montib. 19 giugno 1802. 246 Vide supra To. V, epist. 2040, 1593, 1640, 2036, 2040. 247 Giangiacomo barone Piccini can. Prep. di Trento, ed arciprete di Metz tedesco. 248 In Roveredo non fece alcuna figura.

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Al Padre Massimo di Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Ieridì fu ricondotto da Pergine a questa infermeria peggiorato non poco il Padre Vicario Stanislao249: e con tal occasione abbiamo inteso, che in Pergine sta colla doglia quel P. Guardiano Ferdinando. Ieridì pure, siccome in questa sera ci ha riferito un clesiano (Bertolini) è morto di doglia in Revò sua patria il P. Sebastiano Flaimb d’anni 62250. Oggidì poi circa le otto di mattina in questo Castello principesco è morto in età di anni 82 il signor cerimoniario vescovile don Antonio Candido Cimonati. Onde spero, che io cesserò in breve di essere rubricista vescovile. D.G.A. Trento 27 aprile 1802, colla gazzetta.

2235. 1802

Al sig. Luigi Marchesani stampatore imperial regio. Roveredo. Molto illustre sig. e padrone colendissimo.

Ho fatto il calendario diocesano anche per il prossimo anno 1803, che probabilmente sarà l’ultimo rapporto a me, giacché ieridì ha cessato di vivere il signor don Antonio Cimonati cerimoniero vescovile, da cui sino dal 1776 sono stato incombenzato di farlo251. Oggidì lo porto, e consegno alla R.ma Curia vescovile. In esso non ho posto la festa della Corona spinea di Nostro Signore Gesù Cristo, perché fu conceduta soltanto per un venerdì della Quaresima non impedito, cioè non impedito da officio occorrente, come fummi risposto da Vienna li 9 aprile 1780 e nel detto anno 1803 sono impediti così tutti li venerdì. Con questo rispondo alla sua stimatissima; e riverendola resto. Trento 28 aprile 1802.

Di V.S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2236. 1802

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Il R.mo signor Provicario da me pregato concede alla P.V.R. la chiesta facoltà di poter assolvere semel tre persone dai Casi riservati nella nostra diocesi. Le aggiungo che li 26 alle dieci di mattina in Revò sua patria è morto il P. Sebastiano Flaimb in età di anni 62, e ieri qui è pur morto il signor don Antonio Cimonati cerimoniere vescovile. In Pergine sta male quel P. Guardiano252, ed in questa infermeria il P. Stanislao ha un male strano, e pericoloso. Mi raccomando, la riverisco, e sono. Trento 28 aprile 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2237. 1802

Al Governo d’Insprugg.

249 L’ho comunicato per Viatico nella mattina de’ 29 aprile. Volle celebrare la Messa nel primo di

maggio. Comunicato per Viatico li 20 maggio. 250 In casa del sig. Giacomo Maffei dove andò come compagno del P. Pietro Paolo di Roncegno. Fu

seppellito nella parrocchiale di Revò il detto P. Sebastiano. Vedi sotto 2236, 2249, 2619. 251 Sono stato incombenzato di continuarlo nel primo di giugno 1802 dal nuovo cerimoniero don

Giuseppe Ciurletti. Videsis Kal. Trid. nota 201. 252 Fu viaticato li 28 aprile. Morì li 30 aprile di sera.

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Excellentissimi Domini Domini. Frater Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum

Provinciae Sancti Vigilii reverenter exhibet EE. VV. Directorium istud divini officii pro anno 1803, in duplo, ac suppliciter petit eius approbationem, restitutionemque autogtaphi etc. Datum Tridenti apud sanctum Bernardinum die 4 maii anno 1802.

E Tridento Extra. Excellentissimo Caesareo- regio Gubernio

Austriae Superioris Oenipontum

Nel cartoncino dello scritto da me ho posto: Directorium Franciscanorum Tridenti pro anno 1803. Autographum; e nella copia del P. Cipriano da Tueno: Directorium Franciscanorum Tridenti pro anno 1803. Exemplum.

Sull’invoglio coperto con cartoncino: Da Trento. All’Eccelso Imp. Regio Governo dell’Austria Superiore. Insprugg. L’ho consegnato alla posta di Trento, cioè al sig. Domenico Pernetto di Trento, officiale di essa li cinque maggio 1802. Fu approvato in Insprugg li 19 maggio. Fu spedito dall’Imp. Reg. Ufficio Circolare di Roveredo li 28 maggio. L’ho ricevuto in Trento l’autografo li 2 giugno 1802 intatto, coll’avviso per ordine preciso presidiale, che in avvenire col manoscritto per l’anno venturo si mandi sempre un esemplare del corrente stampato. Vedi sotto To. 7, num. 2841, e sopra n. 2145.

2238. 1802

Al P. Massimo da Volano. Colla gazzetta. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Oggidì 4 maggio, attesa l’immatura morte del P. Ferdinando de’ Paoli da sant’Orsola, seguita in Pergine nella sera de’ 30 dello scorso aprile, fu a pieni voti eletto Guardiano di Pergine il P. Daniele Arnoldi d’Enno, che presentemente si ritrova in Fieme. Nella prossima domenica,che sarà li 9 del corrente, il signor canonico Conte Giuseppe d’Arsio piglierà il possesso della gran parrocchia di Cavalese, e li 28 verrà creato il canonico successore del defunto Conte Francesco Felice Alberti di Enno. Al canonico Conte Filippo di Thunn, che ha rinunciato, èn già succeduto il Conte Francesco Saverio d’Arsio arsiano, chierico253. Il P. Stanislao, che ai 29 dello scaduto fu comunicato per viatico, ora cammina per l’infermeria, e mangia nel refettorietto della medesima. Essendo però troppo mancante di memoria, non gli è permesso di celebrare la santa Messa, benché vorrebbe celebrarla. Domani spedirò a Insprugg due copie del mio Direttorio monastico. Mi spiace, che non possiate venir qua con me, come voleva il padre Provinciale. Iddio così dispone. Così sia.

2239. 1802

Al R.mo signor Provicario Generale Capitolare. Pro memoria.

Il Padre Gregorio da Caldese prega riverentemente, che siagli conceduta la facoltà d’assolvere semel due persone dai Casi riservati nella diocesi ecc.254

Concessum etc. Signatum 10 maii 1802. I. A. Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

253 ma senza Ordini, impossessato li 26 marzo 1802. 254 Scritta li 10.

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2240. 1802

Al Padre Tommaso da Tiarno. Arco. R.P.

A tenore di quanto mi ha scritto la P.V.R. ieridì 10 maggio, per mezzo del P. Regalato ho avvisato lo stampatore monauniano, che per il convento d’Arco non più mi mandi la sua gazzetta255. Avendomela ciò non ostante mandata anche oggidì,gliela spedisco: aggiugnendole con dispiacere, che in Pergine trovasi moribondo il P. Ignazio Malfatti di Trento: in Cles quel Padre Guardiano (Lorenzo Zino di Cavareno) sta male: e qui il P. Stanislao Perugino da Nago non può dire la santa Messa, né l’officio divino, per mancanza di memoria. Mi raccomando, la riverisco, e resto ecc.

2241. 1802

Al Padre Gregorio da Caldese. Pergine. R.P.

Fra Gio. Grisostomo gli fa sapere, che questa R.ma Curia ecclesiastica gli concede la chiesta facoltà d’assolvere semel due persone dai Casi riservati nella diocesi. R lo prega d’avvisare il Padre Prosdocimo, che sarà egli pure servito a norma di quanto ha scritto al Padre segretario ecc. Trento 12 maggio 1802.

2242. 1802

Al Padre Prosdocimo da Cavalese. Pergine. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Il R.mo signor Provicario gli concede di poter assolvere quella persona, la quale avendo udito dire, che non v’è inferno, si compiacque di tal proposizione, e dubita di averla confermata con qualche sua risposta. Ho chiesto io l’accennata facoltà per commissione del Padre Segretario: e col piacere d’aver servito alla P.V.R. mi esibisco ad ulteriori servigi, la riverisco, e resto. Trento 14 maggio 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2243. 1802

Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Vicario. Campo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Ho consegnato (ieridì) ad un bravo libraio256 i tometti de’ Casi Lambertiniani, che mi ha spedito la P.V.R. e l’ho avvisato, che di dicidotto ne faccia nove, tutti coperti con carta pecora. Gli ho insinuato in oltre, che il defunto Mugler contentossi sempre di cinque traeiri il tometto doppio: ma egli mi ha risposto, che non può farlo per meno di otto traieri, perché ora costa di più la carta pecora. Io supponendo, che la P.V.R. li voglia così legati ad ogni costo, e prevalendomi del di Lei faccia ciò, che giudica bene, gliegli ho lasciati, e gli ho detto, che scriverò a Lei, e che sarà soddisfatto. Se ho fallato la prego di compatirmi per questa volta; e riverendola resto. Trento 17 maggio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

255 Glielo ho replicato in persona li 14 maggio ed ancora li 21 maggio: ed anche li 9 giugno. Dopo

questo terzo avviso cessò di mandarmela. 256 Francesco Steinbrecher di Contrada Oriola.

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2244. 1802

Al P. Lorenzo da Cavareno Guardiano in Cles. R.P.P.C.

Con tutta la sincerità notifico alla P.V.R. che la sua lettera recò gran consolazione a me, ed a tutta questa religiosa famiglia, venendo accertati da essa, che ha superato il pericolo della morte, e che ora sta in convalescenza. Siccome ho fatto parte del mio dovere supplicando Iddio Signor nostro, affinché le donasse la vita; così ora pregherollo, perché presto la rimetta nelle primiere sue forze. Domani spedirò a Padova la di Lei lettera colla mansione di mia mano. Il P. Presidente Generale257 partì da questo convento nella sera dei tredici, e dovrà essere in quello di Padova nel giorno 20 per tenere il Capitolo provinciale, in cui doveransi eleggere il Ministro Provinciale, il Custode, i diffinitori, ed i Guardiani, nelle quali elezioni tutte avrà egli pure, oltre la presidenza, il voto consultivo, ed elettivo. Poi andrassene a Venezia ecc258. Ieridì venne a questa infermeria il P. Pietro Antonio da Sacco, e fuvvi condotto come infermo il Terziario Fra Gio. Battista d’Aldeno259. Oggidì poi parimente come infermo fuvvi condotto da Pergine il P. Ignazio di Trento. Il P. segretario Vitantonio di Cles è partito per le Giudicarie, dove andrà in breve anche il P. Provinciale. Finisco in un colla carta riverendola ecc. Trento 18 maggio 1802.

2245. 1802

Al Padre Patrizio da Vigolo Vicario in Campo. R.P. Vicario260.

In questo momento ho ricevuto dal libraio li nove tometti de’ Casi Lambertiniani molto bene legati in carta pecora261. Glieli spedirò colla prima occasione opportuna. Frattanto l’avviso, che il detto libraio aspetta con molta premura dicidotto troni. Rapporto al qual prezzo già gli ho scritto in latra mia dei 17. Spero, che resterà contento, e darà eziandio a me il modo di contentare il mentovato libraio sì circa il prezzo, che circa il tempo. Esibendomi per ulteriori servigi lo riverisco, e mi dico. Trento 19 maggio 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2246. 1802

Il signor Giovanni Fedrici è pregato di dare al sig. Francesco Steinbrecher libraio, esibitore del presente, troni 18, dico troni dicidotto. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 20 maggio 1802262.

D’ordine del padre Guardiano del convento di Campo F. Gio. Grisostomo da Volano.

257 Cioè il P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Trento. 258 Ritornò a Trento li 16 giugno di sera. 259 Fra Battista fu comunicato per Viatico li 13 giugno, e morì li 14 di sera senza agonia. 260 Presentemente in Braguzzo vice curato. 261 Decisioni di casi di coscienza. Quarta edizione ricorretta, e di nuovi casi pratici aumentata per

opera d’un Religioso domenicano, professore di sacra teologia nel collegio di Venezia. In Venezia 1797. Presso Giuseppe Rossi quondam Bortolo. Tomi 18 in 12°. Autore di esse fu il P. F. Faustino Scarpazza di Crema, ch’è morto in Treviso li 14 dic. 1794, d’anni 75.

262 Consegnato al libraio da me li 21 maggio.

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2247. 1802

Al Padre Innocenzio Weber d’Egna Guardiano de’ Cappuccini in Brunegg. Admodum Rev. ac Religiosissmo Patri Innocentio ab Ennia263. F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Pro Patre Guardiano Iosepho Antonio Clesiensi, qui nunc est Paduae praeses generalis Capituli Provinciae Venetae Sancti Antonii, respondeo ego literis admodum Reverendae Paternitatis Tuae datis, die 17 mensis huius; tibique notum esse volo, ac facio, quod fideliter celebrabimus etiam quinquaginta illas Missas, quas nobis pro tua vere singulari charitate celebrandas commisisti. Interim vero debitas tibi ago gratias: e D.O.M. supplex oro, ut te diu valere faciat. Dabam Tridenti apud sanctum Bernardinum die 21 maii 1802.

E Tridento264 Extra. Admodum Reverendo, Religiosissimo, et colendissimo

Patri Innocentio ab Ennia dignissimo Guardiano PP. Capuccinorum S.P.N Francisci.

Bruneggium265 ad PP. Capuccinos

2248. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. Ai PP. Riformati. R.P.

L’assicuro, che ho ricevuto il rotolo da Lei spedito. Rapporto al costo ho parlato col P. segretario, e suppongo, che avrà parlato col medesimo nel di Lui transito anche la P.V.R. Oggidì è partito per Busdivella, e Campo il Padre Provinciale. Fra Gio. Battista è ancora fissato sul letto. Così pure li Padri Stanislao, ed Ignazio. Li PP. Giuseppe Antonio, e Giangiuseppe debbono supporsi giunti ieridì a Padova, per capitolare nel giorno 26. La riverisco ecc. Trento 21 maggio 1802, colla gazzetta.

Nota. Il rotolo di seta della M. Badessa di Bressanone, tinto in Roveredo colla spesa di troni sei, che debbono darsi al negozio Masotti. Son andato a pigliarlo io dal servitore del consigliere Maffei li 21 maggio.

2249. 1801

Al P. Massimo di Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Il P. Provinciale oggidì 21 maggio è partito di qui per Busdivella, e Campo. Il P. Sebastiano è morto certamente li 26 dello scorso aprile in Revò sua patria, ed ivi fu anche seppellito. Il P. Stanislao fu nuovamente comunicato per Viatico ieridì. Il P. Ignazio è ancora obbligato al letto. Così pure il Terziario F. Gio. Battista. Si sta ristorando il convento di s. Francesco. Deo gratias. Trento 21 maggio 1802, colla gazzetta.

2250. 1802

Al P. Lorenzo da Cavareno Guardiano di Cles.

263 Nel novembre 1802 è Vicario. Così pure li 9 gennaio 1804. 264 Scrivo E Tridento giacché il dal Cielo fa a Coelo, presso il Calepino: che ha eziandio dal Cielo,

ex coelo, dal ventricolo e ventriculo. 265 Questo convento ha il titolo della SS. Trinità.

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Rev. Padre. Il Padre lettore Davide m’ingiunge di replicare alla P.V.R. ciò, ch’egli stesso le

scrive in questo ordinario, affinché per diffetto forse della posta, non accada qualche disordine. Le replico dunque, che alle nozze spirituali del novizzo ragolitano troveransi presenti soltanto tre, o quattro de’ di lui congiunti, e che il padre del medesimo si compromette di dare circa quaranta fiorini per il pasto, pregandola di farlo allestire, ed ordinare. Suppongo d’avere intesa, ed esposta rettamente l’incombenza datami: e riverendola resto. Trento 22 maggio 1802.

P.S. I due neo-professi Maurizio, e Basilio sono giunti qua sani, e salvi iersera, con F. Giuseppe266. Ieri è partito per le Giudicarie il P. Provinciale.

Suo obbl.mo, div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2251. 1802

Al P. Lattanzio da Moena lettore. Cavalese267. R.P. lettore sia lodato Gesù Cristo.

Per suo regolamento l’avviso, che il P. Provinciale ora sta in Campo, e staravvi qualche tempo. Nel prossimo venerdì soltanto potrò indirizzargli le lettere, che tengo per lui, tra le quali ne veggo una della P.V.R. L’avviso altresì di addirizzare a me l’attestato dell’esame di F. Gio. Battista, e di spedirmelo presto, affinché negli ultimi dell’andante possa presentarlo a questa cancelleria ecclesiastica innanzi, che vengano le feste pentecostali. Avverta di mandarmi anche l’attestato, che il detto chierico abbia esercitato l’Ordine ultimamente ricevuto, e che abbia fatto gli esercizi spirituali: cose, che pretendonsi dalla cancelleria di Bressanone. Spero, che seconderà le mie giuste premure; e riverendola mi dico. Trento 24 maggio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Mi manca la nota del giorno,mese, ed anno, in cui è nato F. Cosmo di Romeno.

2252. 1802 Al P. Provinciale Evangelista. Campo.

M.R.P. Benedicite Finora non abbiamo ricevuto alcun riscontro de’ nostri Padri Padovani268. Per altro

bramiamo, che ritornino presto, anche a motivo, che questo Padre Vicario (Gaudenzio) s’è ritirato ieridì nell’infermeria per il suo male podagroso, che non gli permette di stare in piedi, e conseguentemente di celebrare la santa Messa. Fra Benedetto è invitato a celebrare le sue primizie in Cavalese: e pensa di celebrarle nel giorno quindicesimo del prossimo giugno (Martedì dopo la Trinità) per poter ritornar qua più presto. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 27 maggio 1802, in coperta di più lettere unite.

2253. 1802

Al Padre Giuseppe Pastorini di Primiero. Borgo. R.P.P.C.

266 Sono andati a Pergine con F. Giuseppe li 22 di sera. 267 Questo Padre Lattanzio Petenato è morto in Cavalese li 20 gennaio del 1806 di anni 77 non

compiti. Fu molto tempo infermo. 268 Venne li 29 di sera.

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Fo sapere alla P.V.R. e l’assicuro, che in questa sera ho ricevuto il rotolo da Lei speditomi per mezzo del noto Isidoro269, e da me aspettato a tenore delle istruzioni datemi dal Padre Provinciale, che ora sta in Campo. E riverendola resto. Trento 28 maggio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2254. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Una cosa affatto nuova è succeduta oggidì in questo convento, benché sia il principale, e più grande della Provincia, voglio dire, che nella tavola del venerdì non si poté far menzione de’ soliti due cantori, per mancanza di sacerdoti, non essendovi altri, che il confessore delle monache, li due lettori, l’ebdomadario, e il primessario. Per l’opposito stanno nell’infermeria il P. Vicario nostro270, il P. Ignazio, il P. Stanislao, il P. Pierantonio, il P. Bernardo, F. Placido, F. Giambattista Terziario, F. Salvatore, che ieridì è quasi morto, ed il vecchio Menego apopletico. Si teme assai del P. Stanislao, cui fu dato il Viatico per la seconda volta li 20 del corrente. Il P. Vicario, e F. Battista non possono stare in piedi. Deus mesereatur nostri. Amen. Trento 28 maggio 1802, colla gazzetta.

2255. 1802

Al P. Michel Angelo Vicario di Roveredo. R.P.

F. Giambattista è tutt’ora inchiodato sul letto. Anche questo nostro P. Vicario sta sul letto fisso tanto, che né pure può celebrare la santa Messa per cagione del solito suo male. Il P. Stanislao ci fa temere di sua vita. Il P. Ignazio comincia a ristabilirsi; ma è vecchio. Il P. Pierantonio abita nella stuetta dell’infermeria. Ė morto il parroco di Lomaso271. Suor Michelina vorrebbe qualche risposta da Insprugg. De’ PP. Padovani non abbiamo verun riscontro. Ė morto il Wiser della Messa quotidiana272. Trento 29 maggio 1802, colla gazzetta.

2256. 1802

Al R.mo sig. Pro-Vicario Generale. Trento. Pro memoria.

Il Padre Gasparo da Campo supplica umilmente, che siagli conceduta la facoltà di dispensare una persona sua penitente dall’impedimento incorso ad petendum debitum etc.

Il Padre Wenceslao da Pradazzo parimente supplica, che vengagli accordata la facoltà d’assolvere semel una persona dai Casi riservati ecc.

Concessum etc. Signatum 1 iunii 1802. I. A. Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

269 Fiorini 22,2 mandati subito alla M. Badessa di S. Chiara. 270 Gaudenzio. 271 Don Gio. Paolo Tabarelli di Terlago morì li 25 maggio 1802. 272 Michele Woldner detto Wiser è morto li 19 maggio 1802 in Aldain.

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2257. 1802 Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese.

R.P.L.S.L.G.C. Accerto la P.V.R. che ho ricevuto la sua carissima cogli attestati richiesti: e che alla

più lunga nel prossimo venerdì spedirò l’altra sua al P. Provinciale, che si ritrova nelle Giudicarie. Con gran dispiacere poi le reco avviso, che in questo stesso punto ho dovuto dare l’Olio Santo al P. Stanislao, che sembra vicino alla fine de’ suoi giorni. Per carità lo raccomandino al Signor Iddio, cui mostrasi rassegnatissimo. Raccomandi al medesimo anche me, che in somma fretta la riverisco, e mi dico. Trento 312 maggio 1802, di mattina.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2258. 1802

Al sig. Carlo Sardagna di Trento arciprete di Mori273. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Atteso ciò, che iersera mi ha riferito il Padre lettore Filippo, spedisco a V.S.Ill.ma, e R.ma la qui compiegata appendice al Direttorio dell’anno corrente274, che mutatis muatndis potrà servirla anche negli anni seguenti: e senza più esibendole la mia poverissima servitù, con un profondo riverentissimo inchino mi pregio dell’onore di potermi protestare. Di s. Bernardino 31 maggio 1802.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

Fuori. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor Carlo de’ Sardagna, ed Hochenstein, degnissimo arciprete di Mori, e canonico275 dell’insigne cattedrale di

Trento.

2259. 1802 Al Padre Patrizio da Vigolo Vicario di Campo.

R.P. Vicario S.L.G.C. Spero, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 19 dello spirante maggio rapporto ai

tometti lambertiniani. Gli replico, che tengoli preparati per mandarglieli, bene involti nello steso panno, in cui sono venuti qua sciolti. Gli aggiungo poi, che colla espressa licenza del suo Padre Guardiano ho fatto soddisfare il libraio con troni dicidotto276. Anche a me questo prezzo pare troppo alto; e quindi sono intenzionato di stare lontano più che potrò da tale libraio. Per altro egli mi ha detto che la legatura in pelle non costa tanto. Se ho fallato questa volta gli chiedo scusa, e riverendolo resto. Trento 31 maggio 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

273 Carlo Emmanuele figlio di Giuseppe, nato in Contrada Larga li 22 marzo 1772. Impossessato del

canonicato li 4 giugno 1802. Nel 1802 cominciò il noviziato. 274 Mi ha pregato in voce di preparargliela per li tre di giugno, in cui sarebbe venuto a pigliarla in

convento egli stesso. Pregato gli ho fatto l’appendice anche per l’anno 1803 li 20 maggio. 275 Canonico non ancora impossessato, creato li 28 maggio dal Capitolo. 276 Steinbrecher.

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2260.1801

Al P. Wenceslao da Pradazzo. Pergine. R.P.S.L.G.C.

Gli fo sapere, e l’accerto, che oggidì il R.mo signor Provicario, da me pregato, ha conceduto, che possa assolvere il suo penitente dai Casi riservati nella nostra diocesi. Gli aggiungo, che ieridì ho dato l’Estrema Unzione al Padre Stanislao: che il Padre Ignazio si va rimettendo: e questo nostro P. Vicario277 sino dai 27 dello scaduto sta nell’infermeria col suo male de’ piedi senza poter celebrare la santa Messa. Il Terziario F. Gio. Battista col suo reuma sta fitto sul letto278. I Padri padovani scrivono, che sperano di essere qui a Trento di ritorno per la festa del Corpus Domini. Mi raccomando, lo riverisco, e resto. Trento 1 giugno 1802.

Suo cord.mo servo in Cristo F. Crisostomo.

2261. 1802

Al P. Gasparo da Campo Vicario di Arco. R.P.P.C.

In questa mattina ho impetrato dal R.mo signor Provicario, che la P.V.R. possa dispensare la persona sua penitente dall’impedimento incorso ad petendum debitum etc. Godo, che col mezzo ordinario della china siasi liberata dalla febbre terzana, e bramo, che più non venga molestata da somigliante malore. Ieridì ho dato l’Estrema Unzione al P. Stanislao. Questo nostro P. Vicario sino dai 27 dello scorso sta nell’infermeria col suo male de’ piedi senza poter celebrare279. Il Terziario Fra Gio. Battista pure non può stare in piedi per effetto di un reuma. Il P. Pietro Antonio finora i mostra quieto. Dalla prima data della gazzetta trentina di venerdì sembra, che le commissioni debbano cessare. I Padri nostri padovani scrivono, che sperano d’essere qui di ritorno per la festa del Corpus Domini. Già saprà, ch’è stato fatto canonico di Trento il sig. Carlo di Sardagna arciprete di Mori, e nipote ex sorore di monsignor Piccini. Tengo da mandarle una copia del privilegio sovrano rapporto ai dazi segnato in Insprugg li 5 maggio 1802. Anche qui abbondiamo di miserie per iscarsezza di Religiosi, specialmente sacerdoti. Nelle feste la conventuale dee servire di Messa prima. Gl’infermieri sono occupatissimi, e perciò intoccabili. Ma basta. Per carità mi raccomandi a Dio S.N. e mi creda. Trento 1 giugno 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Crisostomo.

2262. 1802

Al P.Giangiuseppe di Canzolino. Venezia. S. Bonaventura. R.P.P.C.L.I.C.

Nella sera tarda de’ 29 dello scaduto maggio sono giunte alle mie mani le lettere della P.V.R. scritte in Bassano, e Padova al P. Provinciale, al P. Vicario, ed a me. Abbiamo sentito con molto piacere il buon accoglimento, ch’è stato loro fatto dai Padri dell’Alma Provincia di s. Antonio, ed il felice principio del loro Capitolo. Bramiamo, che parimente ritornino felici, e contenti, ed anche presto. Stanno in questa infermeria,

277 P. Gaudenzio. 278 F. Giambattista fu viaticato li 13 giugno domenica della ss. Trinità. 279 Vi stette sino al primo di agosto.

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oltre i soliti, il P. Pietro Antonio, il P. Ignazio, Fra Giambattista Terziario280, il P. Stanislao, cui ho dato l’Estrema Unzione ieridì, e questo P. Vicario nostro, che per il suo male de’ piedi non può celebrare la santa Messa sino dai 27 dello scorso. Il P. Guardiano di Cles guarisce, anzi suppongo, che sia già guarito. Il P. Provinciale col suo P. segretario è nelle Giudicarie, Qui ora siamo tanto pochi, e miserabili, che la nostra chiesa sembra un deserto. Nelle feste a stento abbiamo quattro Messe. Non so come faremo la funzione della professa di due novizze, ch’è fissata in S. Chiara per gli otto del corrente, in cui mancherà eziandio F. Benedetto281. Ai 19 del passato maggio è morto il noto buon Wiser, ma ciò non ostante abbiamo ordine di seguitare la Messa quotidiana282. Il canonico nuovo è l’arciprete di Mori. Bacio la mano al M.R.P. commissario, anche a nome del P. Vicario, e degli altri Religiosi, ed a Lei m’inchino, dicendomi. Trento 1 giugno 1802.

Suo div.mo, obb.mo servo F. Gio. Grisostomo.

F. Vincenzo Maria di Cles vorrebbe, che gli fosse provveduto un Breviario nuovo, per cui già il di lui padre ecc.

2263. 1802

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano di Roveredo. R.P.

L’accerto, che ho ricevuto il privilegio sovrano rapporto ai dazi, speditomi dalla P.V.R. Le aggiungo poi, che nell’ultimo giorno dello scorso maggio ho dovuto dare l’Olio Santo al P. Stanislao283. Che questo nostro P. Vicario, e F. Giambattista sono ancora fitti sul letto: e che li nostri PP. Padovani ritorneranno qua per la via di Roveredo avanti la festa del Corpus Domini, per la quale vogliono essere qui a Trento. La riverisco divotamente. Trento 2 giugno 1802, colla gazzetta.

2264. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Nel giorni 31 ed ultimo dello scorso mese ho dato l’Olio Santo al P. Stanislao. Rapporto agli altri nostri ammalati non c’è novità. Scrivono da Padova li nostri Padri Capitolari, che ritorneranno qua per la via di Verona, e Roveredo innanzi la festa del Corpus Domini. Colla prima occasione opportuna spedirò al vostro P. Guardiano il privilegio sovrano autentico rapporto ai dazi, segnato in Insprugg ai cinque dello scaduto maggio: nel qual mese ai 25 in Lomaso è morto quell’arciprete: ed ai 28 da questo R.mo Capitolo colla maggioranza de’ voti fu eletto canonico di Trento l’arciprete di Mori Carlo Sardagna nipote di monsignor Piccini. Sia lodato Gesù Cristo. Trento 2 giugno 1802, colla gazzetta.

P.S. Ieridì il signor abate Giuseppe Ciurletti nuovo cerimoniario vescovile mi ha confermato nell’impegno di rubricista, e calendarista vescovile.

280 F. Giambattista è morto li 14 giugno 1802 alle cinque della sera. 281 L’abbiamo fatte coll’aiuto di Dio S.N. 282 Vedi sotto num. 2323. 283 Gli ho raccomandato l’anima nel giorno 3 di giugno.

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2265. 1802 Alla cancelleria vescovile di Bressanone.

Ego infrascriptus Minister, et servus Franciscanorum Provinciae Sancti Vigilii, universis, et singulis, ad quos spectat, notum facio, ac testor, quod dilecti in Christo Fratres Benedictus a Sancto Lucano, natus die 19 ianuarii anno 1778 diaconusque a die 19 aprilis proxime praeteriti, ac Ioannes Baptista a Bedullo284, natus die 6 februarii anno 1777 itidem diaconus a die 25 praefati aprilis, ambo dictae Provinciae alumni, pluries in suscepto diaconatus Ordine ministrarunt, et novisime per octiduum spiritualibus exercitiis vacaverunt. In quorum fidem praesentes literas dedi Tridenti in conventu sancti Bernardini die 3 iunii 1802.

L.+S. Fr. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

2266. 1802 Al P. Gio. Evangelista di Stenico Ministro Provinciale. Campo.

M.R.P. Benedicite. Nel punto, in cui stava per mandare alla posta le lettere, ho ricevuto quella di

V.P.M.R. e quindi ho potuto spedire le due inchiuse per Roveredo, e Cavalese. Dalla posta poi ieridì ho ricevuto di ritorno da Insprugg il nostro Direttorio monastico per l’anno 1803, approvato, ed intatto, colla giunta di un ordine nuovo Presidiale, che in avvenire col manoscritto per l’anno seguente si mandi all’eccelso Governo un esemplare del Direttorio dell’anno corrente. Ho pure ricevuto il dispaccio roveretano risguardante i lettori, che qui troverà compiegato. In oltre ho ricevuto dal P. Guardiano di Roveredo il privilegio sovrano rapporto ai dazi, segnato in Insprugg ai cinque dello scorso maggio. A tenore dell’istruzione datami dal P. segretario manderò a Borgo l’autentico, ed una copia fatta da Fra Vincenzo Maria a Arco. L’altrieri è venuto apposta a questo convento il sig. abate Giuseppe Ciurletti nuovo cerimoniario vescovile, e mi ha confermato ultroneamente nell’impiego di calendarista vescovile. Il P. Stanislao è agonizzante. Il P. Vicario principia a stare men male, e ad alzarsi. In questo coro è succeduto più volte in questi giorni, che ha dovuto fare da ebdomadario un chierico, cosa, che suppongo non esser mai succeduta negli anni scorsi. Nelle feste a stento abbiamo quattro Messe. S’affretti dunque la P.V.M.R. nell’accettare novizzi. La stagione s’avanza. Prometta loro di vestirli quando ritroverà luogo. C’è speranza, che il Signor Iddio sia per darci qualche consolazione. Il nuovo arciprete di Roveredo (Giacomo Tabarelli) s’è congratulato perciò con noi285. Mi vien detto, che qui c’è un chierico scolare bramoso di farsi nostro Frate. Oggidì Fra Benedetto fu esaminato intus et foris per il sacerdozio286; ed io tengo tutto preparato per lui, e per F. Giambattista, onde possano portarsi a Bressanone. Lunedì sera egli andrà a Mezzo Lombardo, e martedì con Fra Leonardo a Egna287. Dalla lettera del P. Giangiuseppe, che le spedisco

284 Bedulium anno 1773 in pagella comunionis paschalis. Bedullunm plebis Pineti anno 1644 et

q680. Bethulum Pineti anno 1773 typis editum. Bedulum plebis Pineti an. 1789, et 1793, editum. Betulla, arbor Calepinus. La Betula, quale i trentini chiamano Bedollo. Matthiolus in Dioscoridem Lib. 1, cap. 91; Bedullum pagus dioecesis Regiensis anno 1092 in literis Clementis tertii antipapae.

285 Vedi sotto num. 2318, 2320, 2322, 2333, 2334. 286 Dall’abate Francesco Zucchelli per la Curia ecclesiastica. 287 F. Battista disse la sua prima Messa in Bolgiano li 13 giugno, festa della ss. Trinità senza canto,

ma con un gran concorso di gente. Fra Benedetto la cantò ivi nello stesso giorno colla musica della Collegiata, e con un concorso straordinario: senza però alcuna sposa, essendo stato levato quell’abuso [La sposa in parola era la signorina che accompagnava all’altare il neon sacerdote, secondo una consuetudine dell’Alto Adige, praticata anche nel 1952 nella valle Gardena]

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qui rinchiusa, intenderà il buon esito del Capitolo padovano, ed il tempo, in cui sperano di essere qui a Trento, giacché altrettanto ha scritto a noi. Genuflesso la prego della sua paterna benedizione, e col bacio delle sacre mani mi professo ecc. Trento 3 giugno 1802.

2267. 1802

Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese. Rev. Padre lettore S.L.G.C.

Da un’altra mia de’ 31 dello scorso avrà inteso, che ho ricevuto i richiesti attestati, e che ho dato l’Olio Santo al P. Stanislao. Ora le notifico, che il medesimo Padre stassene ancora in agonia: e che Fra Benedetto lunedì sera porterassi a Mezzo Lombardo per essere martedì a Egna, ed unirsi a Fra Gio. Battista. L’avverto poi, che per non recare troppo incomodo, e dispendio ai nostri Padri di Bressanone, porti seco il detto ordinando un fazzoletto bianco, il quale dee servire per legare al medesimo le mani unte, e poi rattiensi dagli assistenti dell’ordinatore. Per la spesa delle due candele di mezza libbra l’una, Fra Benedetto porterà ai detti Padri del tabacco provveduto in una bottega. L’avviso in oltre, che il P. Provinciale a voce, ed in iscritto ha conceduto, che il mentovato F. Benedetto possa venir a cantare la sua prima Messa in Cavalese, qualora così bramino, e vogliano i di lui parenti288. Nel qual caso egli vorrebbe cantarla nel martedì dopo la Trinità, cioè ai quindici del corrente. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 3 giugno 1802, di notte. La ringrazio della nota rapporto a Fra Cosmo.

Di V.P.R. cui aggiungo che F. Benedetto aspetta risposta dall’oste di S. Lugano per mezzo di F. Giambattista circa il venir, o non venir a Cavalese, e circa il giorno.

Div. mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2268. 1802

In vigore della presente, che servirà di valida obbedienza, il Padre Fra Benedetto da San Lugano potrà portarsi a Cavalese per celebrare in quella nostra chiesa di san Vigilio le sue primizie sacerdotali: dopo di che più presto, che gli sarà possibile, farà ritorno al convento di sua collocazione. Il Signor Iddio lo benedica, e l’accompagni289. Dato nel nostro convento di san Bernardino appresso Trento li 4 giugno 1802.

L.+S. F. Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale.

2269. 1802 Al P. Giangiuseppe da Canzolino. Verona. S. Antonio290.

R.P.S.L.G.C. Spero, che avrà ricevuto un’altra mia, indirizzata mercoledì a Venezia. Ora le

aggiungo, che in questa notte all’una, ed un quarto il P. Stanislao è spirato, ed ha resa al Creatore l’anima sua. In questa mattina canteremo per lui una santa Messa, e dopo la Compieta gli faremo l’esequie. Stentatamente però, perché siamo troppo pochi291.

288 Ha conceduto a me il fargli l’obbedienza. 289 Ė partito da Trento per Melombardo nella sera de’ 7 giugno: ma non poté passare il Porto alla

Nave per esser troppo alto l’Adige. Andò dunque diritto verso Egna. Fu ordinato in Bressanone li 12 giugno. Cantò la sua prima Messa li 13 in Bolgiano. Ritornò a Trento li 23 giugno.

290 Fu di ritorno in Trento col P. Guardiano li 16 giugno di sera il P. Giangiuseppe, che poi li 24 giugno partì per Mezzo Lombardo, dove starà di famiglia. Ma vi stette poco. Andò in Arco.

291 Fu seppellito nel dì 5 alle 6 e un quarto di sera, per essere vigilia della Pentecoste. Fu aperto, e trovato senza fiele, e col piloro ristretto.

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Bramiamo, che le Paternità Loro sieno qui presto di ritorno. Sono riverite da casa Schrecchia, ed io col bacio delle sacre mani al M.R.P. commissario, a Lei fo riverenza, e mi dico. Trento 5 giugno 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Crisostomo.

2270. 1802

Al Padre Guardiano di Melombardo. Rev. Padre S.L.G.C.

Incombenzato dal mio Padre Superiore accidentale, fo sapere alla P.V.R. che oggidì circa l’una, ed un quarto della mattina, in questa infermeria, munito de’ santi Sacramenti, e rassegnatissimo, dopo un’agonia lunga sì, ma quietissima, rese al Signore l’anima sua il nostro Padre Stanislao Perugini di Nago, Vicario attuale di Cavalese, in età di anni 52, mesi 8, giorni 12. Lo raccomando poi alla P.V.R. ed a tutta la religiosa di lei famiglia, perché co’ suffragi statutari, e con altri di supererogazione, di cui certo si è reso degno colla sua vita religiosa, e colle sue fatiche in pro, e vantaggio della comune nostra santa Madre Religione, vogliano tutti aiutarlo appresso Sua Divina Maestà in caso, che per effetto della fievolezza umana, ne fosse bisognoso. E raccomandando anche me stesso, la riverisco, e resto. Trento 5 giugno 1802.

Di V.P.R. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

============================================================== Nota. Fu scritto: All’Inclito Imperiale Regio Ufficio Circolare di Roveredo, nel 1802. All’Inclito Imp. Reg. Uff.o Circolare ai Confini d’Italia. Roveredo. ==============================================================

2271. 1802 Al P. Prosdocimo di Cavalese Vicario di Pergine.

Rev. Padre S.L.G.C. Da questa posta il P. Ignazio in questa sera ha ricevuto il qui rinchiuso piego venuto

da Insprugg per mezzo del carrozzone: ed io per commissione del medesimo l’indirizzo alla P.V.R. Ella stessa vedrà, che riguarda Messe ecc.292. Suppongo, che saprà la morte del fu Padre Stanislao seguita ieri per difetto del piloro: e l’avviso, che in breve sentirà eziandio la morte già succeduta del genitore del nostro Padre Damasceno293. La riverisco, e sono. Trento 6 giugno 1802294. Favorirà poi della ricevuta.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

2272. 1802

Al Papa Pio Settimo. Roma. Beatissimo Padre.

Fra Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di Trento, ed oratore umilissimo della Santità Vostra, espone riverentemente, che ha due Religiosi professi diaconi, nominati Fra Gio. Pio da Moena, nato li 15 febbraio 1780, e Frat’Arcangelo Maria da Tassullo, nato li 9 aprile 1780 e bramando, che nelle prossime Tempore autunnali possano essere promossi al sacerdozio, attesa la sua tanto grande

292 Fiorini 52, carentani 30 in cedole. 293 Tonina vigolano. 294 Spedita die 7 per Capellet.

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scarsezza di sacerdoti, cagionata dalla mortalità, e dalla lunga proibizione del vestiario, che non può supplire ai suoi motti, e vari impegni di ministeri sacri per servizio de’ popoli, supplica umilissimamente la S.V. che per grazia speciale voglia degnarsi di dispensarli da tutto quel tempo, che loro manca per compimento dell’età canonica. Per la qual grazia ecc. Dato in Trento, nel convento di s. Bernardino li 7 giugno 1802.

NB. Al primo mancano mesi 16, e giorni. Al secondo mancano mesi 18, e giorni. Fuori. Alla Santità di Nostro Signore

Pio Papa Settimo Per

Il Provinciale de’ Minori Riformati di Trento.

Nota 1. A F. Gio. Pio mancano mesi 16, e giorni 28. A F. Arcangelo mancano mesi 18, e giorni 22.

Nota 2. A F. Pio mancano mesi 16, e giorni. A F. Arcangelo mancano mesi 18, e giorni.

Vide To. 5 nostri Codicis Diplom. num. 1084. Vide infra num. 2284. Ho ricevuto due Brevi li 27 settembre 1802, dati in Roma li 17 settembre, co’ quali a F. Pio vengono donati mesi 15, e giorni 10, ed a F. Arcangelo mesi 15, e giorni 12. Vide To. 5 Cod. diplom. n. 1090. Vedi sotto num. 2284, e 2407.

2273. 1802

Al P. Gasparo da Campo Vicario di Arco. R.P.

A tenore dell’instruzione datami dal Padre segretario le spedisco qui compiegata una copia sincera del privilegio sovrano rapporto ai dazi295, segnato in Insprugg ai cinque dello scorso maggio, dovendo mandare a Borgo l’originale. Cosa debba Ella fare di tal copia l’avrà inteso dal detto Padre segretario. Bramo, che le giunga diritta, ed intatta: e riverendola resto. Trento 7 giugno 1802.

Suo div.mo servo F. Crisostomo.

2274. 1802

Al medesimo Padre Gasparo. Arco. Rev. Padre Vicario S.L.G.C.

Supponendo, che avrà ricevuto l’avviso della morte del fu nostro Padre Stanislao Perugini di Nago, datogli dal P. Agostino superiore accidentale, per commissione del medesimo gli aggiungo, che la P.V.R. resta pregata di voler insinuare la detta morte, qualora non l’abbia già fatto, ai signori parenti del Religioso defunto. Con questa occasione le fo sapere, che insieme colla presente consegno alla posta una copia del privilegio sovrano, rapporto ai dazi, colla direzione alla P.V.R., e che qui sappiamo essere morto ultimamente il genitore assai vecchio del nostro P. Damasceno Guardiano di Campo. Aspettiamo, che per il Corpus Domini siano qui di ritorno da Padova li nostri Padri Guardiano, e Giangiuseppe; ed io riverendola mi dico. Trento 7 giugno 1802.

Suo div.mo servo F. Crisostomo.

295 Fatta da F. Vincenzo Maria di Clesio.

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2275. 1802

Al Padre Guardiano di Borgo. Rev. Padre.

Secondo l’instruzione datami dal Padre segretario innanzi,che partisse di qui per le Giudicarie, spedisco alla P.V.R. qui compiegato il privilegio sovrano rapporto ai dazi296, dopo che ho mandato una copia sincera del medesimo al Padre Guardiano di Arco. Favorirà poi d’assicurarmi d’averlo ricevuto, per ogni evento, che potesse succedere di restare o arenato, o smarrito. La riverisco, e sono. Trento 8 giugno 1802297.

Suo div. servo in Cristo. F. Gio. Grisostomo.

Nota. All’Osteria dei Gobbi nella Contrada di s. Giovanni di Trento ogni settimana d’ordinario capita un cavallaro, detto il Pernis, di Lundo, ora 1802 abitante in Campo Lomasino, uomo sicuro, e servizievole.

2276. 1802

Nel santissimo nome di Dio Signor Nostro. Io Michelina Tommasi ex-Clarissa protesto, ed avviso, essere mia intenzione, e

volontà risoluta, che restando dopo la mia morte qualche danaro di ragione mia deposto nelle mani di misser Domenico Malpaga, masadore dell’Ill.mo signor Lodovico Particella presso san Francesco, sia tutto impiegato, e speso in pro, e vantaggio dell’anima mia, con fare, che per la medesima siano celebrate tante sante Messe da’ RR. Padri Riformati del convento di san Bernardino. Così avviso, ed ordino, corroborando questo scritto colla mia soscrizione di proprio pugno, e col mio solito sigillo, nella casa di mia abitazione appresso san Bernardino gli otto di giugno 1802.

L.+S. Io Michelina Tommasi Ex-Clarissa di proprio pugno298.

2277. 1802 A monsignor Vicario Generale di Trento.

Monsignore Ill.mo, e R.mo. Orsola Schreck oratrice umilissima di V.S.Ill.ma, e R.ma, espone riverentemente,

che per le sue abituali infermità le riesce troppo incomodo, e difficile l’andare alle chiese pubbliche per ricevere la sagrosanta Eucaristia, succedendole per lo più degli svenimenti. Perciò supplica umilmente V.S.Ill.ma, e R.ma, che voglia degnarsi di concederle la facoltà di poter essere comunicata, e reficiata colla detta Eucaristia nella sua cappella domestica. Per la qual grazia ecc.

Viva voce id libenter indulsit dominus Vicarius, me petente, die 9 iunii anno isto 1802.

2278. 1802

Pro memoria. Oggidì 9 giugno 1802 il signor abate Bernardino Festi di Trento, con un suo

viglietto mi ha proposto questo quesito: Se occorresse nel giorno della ss. Trinità in vece di questa i santi Primo, e Feliciano, si ricerca, se questi in detto giorno escluderebbero l’ottava della Pentecoste. Io dunque sullo stesso viglietto ho scritto:

296 Vide To. V Diplom. n. 1082. 297 Spedita per Isidoro li 9 giugno. Ricevuto in Borgo avanti li 12. 298 Vedi sotto To. VII epist. 3265.

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“Rispondo, che i detti Santi, quand’anche fossero doppi di prima classe, non potrebbero escludere l’ottava della Pentecoste nel giorno della ss. Trinità, perché tale ottava non corre nella domenica della ss. Trinità, essendosi finita nel sabato precedente ai vespri esclusive. Aggiungo, che la domenica della ss. Trinità dee celebrarsi ut ibi, coll’esclusione anche de’ doppi di prima classe occorrenti, come ho notato nel Direttorio ai 4, ed ai 12 del corrente giugno”.

Intorno a ciò nello stessissimo tempo mi ha scritto anche il Padre Vincenzio Maccani di Cles Minor Conventuale, Vicario parrocchiale a s. Maddalena di Trento, ed io parimente ho scritto sul di lui viglietto: “Rispondo, esser vero, che la Pasqua, e la Pentecoste non ha il giorno ottavo della così detta ottava, terminandosi essa nel sabato avanti: ma è falso, che nel giorno ottavo dopo la Pasqua, e la Pentecoste si possa fare l’officio d’un Santo semplice, verbi gratia de’ santi Primo, e Feliciano, perché il detto giorno ottavo essendo domenica esclude l’officio (non però la commemorazione) de’ semplici. Aggiungo poi, che tal giorno ottavo è impedito rispettivamente dalla domenica in Albis, e dalla domenica della ss. Trinità, le quali escludono qualunque altro officio, anche di prima classe occorrente, siccome colle rubriche del Breviario romano ho avvisato nel Direttorio diocesano ai 10, e 24 d’aprile: ed ai e, e 12 del corrente giugno.

2279. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale in Campo299. M.R.P. Benedicite.

Sperando, che la P.V.M.R. avrà ricevuto le cose, che le ho spedito, tutte unite, colla data de’ 3 del corrente, ed anche la lettera del P. Agostino annunciatrice della morte del P. Stanislao, seguita nella mattina dei cinque all’una, ed un quarto passato, le notifico, che Fra Benedetto è partito per Bressanone lunedì sera: che martedì abbiamo fatto la funzione di due professe in Santa Chiara: che oggidì ho dato allo stampatore Monauni il manoscritto del nostro Direttorio monastico; ed a monsignor Vicario Generale il memoriale per impetrare da Roma la dispensa dall’età canonica ai noti sue nostri chierici, al quale il medesimo monsignor aggiugnerà un suo attestato del bisogno allegato300. Ho pure spedito ai Padri Guardiani di Arco, e Borgo il privilegio sovrano rapporto ai dazi. Fra Pio però è stato due volte da me a protestarsi contrario all’accennata dispensa. Io ho lodato il di lui sentimento, ma insieme l’ho esortato ad ubbidire. Non farò la spedizione del predetto memoriale sin che non sarammi data l’incombenza, e la direzione, perché non so a chi mandarlo, e cosa possa promettere. Bensì spero, che occorrendo, ci farà una cambiale per Roma il sig. Rungg, come l’altra volta. De’ PP. padovani nulla sappiamo di nuovo. Il P. Vicario ora dice Messa. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 9 giugno 1802.

In questa sera il P. Pierantonio è stato da S.E. Conte canonico arcidiacono di Spaur, chiamato iersera con lettera indiritta al P. Guardiano.

Il chierico secolare, di cui le ho fatto cenno in altra mia, vorrebbe essere accettato, ed anche vestito presto presto301. Egli è noto soltanto a Fra Vincenzo, e non vuole, che altri sappiano la di lui risoluzione. Io non so il perché. La prego di qualche risposta intorno a questo.

299 Tridentum venit die XV iunii. 300 Questo attestato può leggersi nel mio To. V, Cod. diplom.,. num. 1084. 301 Poi mutò sentimenti.

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In questa sera de’ 10 non è ancora venuto qua da Cles il solito butiro. Forse per causa dell’Adige troppo alto. In vano abbiamo pur aspettato il Padre Giannantonio302.

2280. 1802

Al padre Wenceslao da Pradazzo. Pergine. R.P.S.L.G.C.

Eccolo prontissimamente servito colla proroga richiesta delle sue patenti. Bramo di poterlo servire anche nel tempo futuro nello stesso modo: e raccomandandomi ad Aras, lo riverisco, e mi dico. Trento 13 giugno 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Crisostomo.

Nota. Li 12 furono prorogate ad triennium le patenti confessionali spiranti ai 17 da monsignor Vicario. Una è per le confessioni generarli.

2281. 1802

Al padre Attanasio de’ Gasperi da Sardagna. Borgo. R.P.P.C.

Non ho risposto alla lettera, che la P.V.R. dice d’avermi spedito negli ultimi giorni dello scaduto maggio per mezzo del noto Isidoro Bortolamedi, perché non è pervenuta alle mie mani, e non la ho veduta. Ora dunque a vista della seconda ricevuta iersera sonomi portato alla libreria, ed ho rilevato, che in essa non fu mai, e non vi è la ricercata opera del Padre Gio. Antonio Bianchi da Lucca Minor Osservante, intitolata della podestà, e polizia303 della chiesa contro le nuove opinioni di Pietro Giannone, il di cui tomo sesto, ed ultimo fu stampato in Roma l’anno 1751 in 4° e trovasi lodato nella Storia letteraria d’Italia To. 3, pag. 55, edit. Ven. 1752. Spiacemi, che non posso servir meglio il lodatomi signore (Francesco dottore Trogher), e facendole noto, che ieridì abbiamo comunicato per Viatico il Terziario Fra Giambattista d’Aldeno, mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 14 giugno 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Gio. Grisostomo da Volano. P.S. Iersera fu chiamato in Sardagna per quel R.S. curato Antonio Zanolino il

nostro P. lettore Sisinnio Maria con un infermiero (F. Pietro); ma ora sta meglio. L’Adige oggidì soltanto ha lasciato passare il nostro Terziario di Metz Fra Leonardo di Tesero colla carità pericolante (di butiro sollando) ed ancora stentatamente. Fra Giambattista è morto in questa sera de’ 14 alle cinque, già munito de’ santi Sacramenti.

2282. 1802

Al padre Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. Ai PP. Riformati. Al padre Giangiacomo.

F. Giangrisostomo gli fa sapere, che F. Gio. Battista Liberi d’Aldeno Terziario innanzi di pensare alla morte sua304 (seguita iersera, dopo d’essere stato sagramentato) gl’ingiunse di scrivere alla P.V.R. e di pregarla, che volesse dire a F. Raimondo di Romallo, che gli mandasse il suo tabacco305. Con questo egli eseguisce la mente del

302 Questi venne nella sera degli undici. 303 Non già della Politica, come ha scritto il P. Attanasio. 304 Per idropisia conosciuta in fine. 305 Il tabacco non venne a Trento.

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defunto, e la riverisce. Trento 15 giugno, colla gazzetta. NB. Il Battista ultimamente fu cuoco nel convento di Roveredo.

P.S. Questo P. Vicario è ancora nell’infermeria.

2283. 1802 Al P. Stanislao Küepach306 Guardiano de’ Riformati di Ala d’Insprugg.

Admodum Rev. ac Religiosissime Pater. Monitum te volo, P.A.R. quod expetitos a te libros modo teneo: quodque illos bene

compactos et involutos propediem laudabili huic imperialis, ac regiae Postae officio tradam307, ut per currum hebdomadarium, qui vulgo dicitur la Carrozza di Posta, et il Carrozzone, ad te, tuasque sacras manus transmittantur. Qorum valor, ac pretium est florenorum quatuor, et crucigerorum quadraginta duorum, qui ut istic haereant, et serventur ad computum eorum, quos pro regii salis transvectione nos conferre tenebimur, suadeo, et moneo. Quod autem iidem libri tramite recto, illaesique ad te perveniant, utque te D.O.M. diu sospitem servet, ferventer, et ingenue opto. Tridenti, in conventu sancti Bernardini die 16 iunii 1802.

A.R.P.R. Devinctissimus servus in Christo F. Io. Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

Extra. Admodum Reverendo, ac Religiosissimo Patri Patri Stanislao Küepach Guardiano Patrum Franciscanorum Hallae.

Insprugg Halla

ad Patres Franciscanos.

NB. Nel 1775 nel convento d’Insprugg difese Positiones philosophicas ex praelectionibus P. I, Iacobi a Buteto Schwegerle lectoris, R.F. Stanislaus Küebacher, con due altri Frati Placido Mohr, Marco Hilò.

2284. 1802

Pro memoria. Il memoriale, di cui sopra num. 2272, colla raccomandazione di monsignor Vicario

descritta nel To. V Codicis diplom. num. 1084, fu spedito a Roma da me li 23 giugno 1802 per la posta con una lettera dell’Ill.mo, e R.mo signor Conte Carlo Pompeati canonico, e scolastico di Trento indiritta all’Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo Il sig. ab. Giovanni Adorni Uff.e della Dataria apostolica etc. Roma, la quale si è del tenore seguente:

Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo. Se mai ho pregato V.S. Ill.ma d’una grazia con energia e con ansia, egli è

certamente in quest’oggi, Il P. Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di Trento ricorre al Santo Padre per la dispensa dell’età a favore de’ due suoi Religiosi diaconi, che aspirano al sacerdozio, e mi fa le obbliganti istanze, perché raccomandi tal suo ricorso alla protezione di V.S.Ill.ma. Sarei un perfido un ingrato un crudele, se non mi

306 Stanislao d’Innichen. 307 L’involto fu consegnato alla posta nel dì 21 giugno: cioè al sig. controlore. Fu ricevuto in Ala,

come ricavo dalla lettera data il primo di luglio dal P. Guardiano.

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prestassi all’inchiesta, attesoché da questi PP. Minori Riformati, mentr’era parroco, pel corso di trenta e più anni fui sempre assistito in tutti i bisogni con carità e con zelo particolare. L’ho detto, lo dico, e lo dirò costantemente in faccia al Cielo e al mondo, che dopo i genitori le maggiori obbligazioni io le ho ai Gesuiti, ai Riformati, ed a V.S.Ill.ma. La prego adunque coi più vivi sentimenti dell’animo mio di fare, che venga esaudito il ricorso del prefato P. Provinciale, il quale comunemente qui è riputato vir Deo ac scientia Sanctorum plenus. Ma ciò non basta. La prego inoltre di adoperarsi, affinché vengano condonate le spese. Trattasi di esaudire poveri Frati mendicanti di s. Francesco, che vivono di limosine, e non posseggono nulla. Voglio quindi sperare, che non rimarranno defraudate le mie preghiere. Ad ogni modo, quand’anche gratis se ne ottenga la grazia, V.S.Ill.ma sarà indennizzata per mezzo mio in tutto quello che avrà esposto, e si compiacerà insinuarmi. Caro carissimo sig. abate, mi scusi se così di frequente le sono molesto. Incolpi il suo bel cuore. Il sacerdote ottuagenario Giuseppe Pasi ecc. Aspetto con premura la grazia pe’ sindaci di Cognola: e così pure la dispensa matrimoniale in primo grado pel Gozzer, com’anche la dispensa d’età pe’ chierici ecc. Le raccomando l’affare di Pergine ecc, ecc. In somma fretta le bacio le mani protestandomi con effusione di cuore. Trento 22 giugno 1802.

Di V.S.Ill.ma Um.mo, ed obb.mo servidore Il canonico Pompeati.

2285. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo308. Sia lodato Gesù Cristo S.N.

Oggidì è venuto da Dro un reverendo con un grosso rotolo di carte antiche, e con ordine di pregarmi, che volessi andare in quel paese a scuotere la polvere da’ documenti di quell’archivio pubblico. Io però senza verun indugio gli ho risposto, che non posso servirlo coll’andare là, e coll’intraprendere un tal impegno, perché ho per le mani un altro archivio pubblico, cioè quello dell’Orfanotrofio di questa città, e temo di non viver tanto, che possa terminare la incominciata fatica: massimamente avendo anche più altri affari non dispensabili. Tutti mi dicono, che facciami aiutare, ma non trovo chi possami aiutare, perché tutti sono troppo occupati. Rapporto alle rubriche penso di provare, se sia per potermi succedere il P. Giannantonio da Moena, già che ora sta qui309. Io lavorerò finché il Signor Iddio mi darà il potere. Pregatelo, che me lo doni lungamente a gloria sua, e servizio della nostra madre Provincia. Amen. Trento 22 giugno 1802, colla gazzetta.

Nota. Il Reverendo si è don Francesco Adelpreto Michelotti di Drone310. Le carte sono degli anni 1290, e 1291. Può vedersene il principio nel mio Cod. diplom. To. V, n. 187.

2286. 1802

Al Padre Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Cles311. M.R.P. Benedicite.

308 Vide infra num. 2550. 309 Il P. Giovanni Antonio non può 310 Ora 1805 curato delle Olle presso Borgo di Valsugana. 311 Ė partito da Trento li 21 giugno.

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In questa mattina è ritornato il P. Benedetto neomista, per la Dio grazia sano. Ho portato un altro fagottino di seta da tingere per le monache di Bressanone, le quali mostrarono molto aggradimento della tintura dell’altra. Io lo manderò al P. Giangiacomo a Roveredo, perché faccia come coll’altro: ed occorrendo farò soddisfare ecc. Le dette monache le mandano 24 abitini312. Io penso, che prestano assistenza in cura d’anime tutti li sacerdoti del convento di Roveredo, chi più, chi meno. Il P. Celestino consacra, comunica, dice Messa, fa dir Messe, assiste a moribondi ecc. La prego della sua paterna benedizione ecc.. Trento 23 giugno 1802. La lettera del canonico Pompeati è superlativa. Ne ho fatto copia.

Nota. Ho scritto quell’Io penso, perché gli mando compiegato un dispaccio Circolare di Roveredo de’ 10 giugno 1802, in riga d’un ordine dell’Eccelso Governo de’ 15 maggio. con cui il P. Provinciale viene incaricato di consegnare all’ufficio del Circolo di Roveredo la Nota specifica di que’ suoi Religiosi sacerdoti del suo convento di Roveredo, che al presente prestano in Roveredo assistenza in cura d’anime. Ė soscritto il Bar. Pizzini. Manca la soscrizione del segretario. Il dispaccio porta il num. 3027, Eccl. 263.

2287. 1802

Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano313. Admodum Reverende, Religiosissime, et colendissime Pater.

Quibus verbis exhibeam tibi P.A.R. sensum animi mei, novis charitatis, ac beneficentiae signis onusti, prorsus nescio. Reliquum igitur mihi est, ut aliter non valens favores tuos in Fratres meos, nominatim in neo-sacerdotes Benedictum a Sancto Lucano, et Baptistam a Bedullo conlatos remunerari, saltem gratum, ac devinctum me profiteor, prout hisce ipsis profiteor. Deus Optimus Maximus, intercedente sancto Vigilio patrono nostro, erit pro me remunerator. Quid ultra dicam non habeo. Ceterum si quid umquam et ego in tui gratiam praestare potero, praestabo certe, ac perlibenter. Interim vero, ut diu feliciterque valeas opto, et exoro. Tridenti apud sanctum Bernardinum die 24 iunii A.D. 1802.

A.R.P.T.314 Deditissimus servus in Christo F. Ioanens Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

E Tridento

Extra. Admodum Rev. Relig.mo et colendissimo Patri Patri Hyacinto Larchero Guardiano PP. Franciscanorum Bulsani.

Bulsanum. Nota. Il detto padre Guardiano ha voluto, che, che gli accennati due sacerdoti

novelli celebrino le loro primizie in Bolgiano li 13 giugno, festa della ss. Trinità. Il P. Battista celebrò senza canto alle sei: ed il P. Benedetto alle dieci colla musica della Collegiata. A tutte e due le dette Messe fuvvi un concorso straordinario di fedeli. Tralascio il resto.

312 Li ho dati al P. segretario. 313 Larcher di Bolgiano, nato circa il 1755. Poi Diffinitore. 314 *=Admodum Reverendae Paternitatis Tuae.

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2288. 1802 Al Padre Giangiacomo da Tiarno. Roveredo.

R.P. Il nostro neomista Benedetto di San Lugano ha portato da Bressanone un altro

rotoletto di pezze da tingere315. Io dunque secondo la mente del P. segretario, colla prima occasione opportuna l’indirizzerò alla P.V.R. pregandola di fare con esso come ha fatto coll’altro, ed accertandola, che sarà parimente soddisfatto il debito ecc.316 Frattanto la riverisco. Il P. Giangiuseppe ieridì è andato a Metz Lombardo per istarvi di famiglia. Il P. Provinciale ora è in Cles, col suo segretario. Trento 25 giugno 1802, colla gazzetta.

2289. 1802

Al P. Lorenzo da Cavareno Guardiano in Cles. Rev. Padre Guardiano. S.L.G.C.

Ho il contento di spedire317 alla P.V.R., coll’espressa licenza del Padre Provinciale, il richiesto volume dell’Istoria Austriaca del celebre Gerardo di Roo318, perché con esso possa rendere servito il nostro benemerito signor Giacomo Maffei di Revò. E pregandola de’ miei ossequi al medesimo Ill.mo signore, la riverisco, e resto. Trento 27 giugno 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2290. 1802

Al P. Stefano da Sfruzzo Vicario e Maestro. Cles. R,P. Maestro S.L.G.C.

A tenore della sua lo servirò co’ richiesti offici più presto, che potrò andare alla stamperia. E frattanto raccomandandomi in precibus lo riverisco. Trento 27 giugno 1802.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

2291. 1802

Al P. Vitantonio da Cles segretario provinciale. Cles. R.P.P.C.

Con sommo spiacere ho inteso l’incomodo sopravvenuto al M.R.P. Provinciale: a riguardo però dell’aggiunta, che il preso rimedio abbia giovato, voglio sperare, che in breve si rimetterà, e ripiglierà le sue forze. Per ottenere la qual grazia faremo il nostro preciso dovere supplicando la bontà infinita del Signore Iddio. Mi riesce pure disgustosa l’incombenza dataci di rispondere all’ultimo dispaccio Circolare319. Io non ho mai veduto alcuna formola di tali risposte. Ciò non ostante accerto la P.V.R. che domani la faremo. E bramando di sentire guarito il lodato P.M.R. gli bacio le mani, ed a Lei fo riverenza. Trento 27 giugno 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Crisostomo.

315 Datogli da quella Madre Badessa. 316 L’ho dato li 27 giugno al Beppo barbiero di Roveredo. 317 Per Tertiarium F. Dominicum. 318 Sig. H VII, 11, in fol. Fu ristituito li 23 febbraio 1803. 319 Sopra num. 2286.

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2292. 1802

All’Ufficio Circolare di Roveredo320. All’inclito imp. reg. Ufficio Circolare di Roveredo321.

Il Provinciale de’ Francescani, ch’essendo infermo scrive per mano altrui, risponde riverentemente al clementissimo ordine de’ 10 del corrente, che nel suo convento di Roveredo ritrovansi otto Religiosi sacerdoti, cioè Il Padre Pietro Paolo da Roncegno Guardiano d’anni 61. Il P. Michel Angelo di Roveredo Vicario d’anni 62. Il P. Isidoro da Villa d’anni 70. Il P. Carlo Felice da Trento d’anni 67. Il P. Celestino di Roveredo d’anni 60. Il P. Giangiacomo da Tiarno d’anni 55. Il P. Accursio da Preghena d’anni 55. Il P. Giuseppe Andrea d’Ala d’anni 53.

Che tutti questi, eccettuato il solo P. Celestino, per non esser confessore, né predicatore, al presente prestano ivi assistenza in cura d’anime, chi più, e chi meno, secondo la loro capacità, predicando, ascoltando confessioni sagramentali, ed assistendo a moribondi.

Che ne’ bisogni si mandano là degli altri dai conventi austriaci, ed anche trentini: e che manderebbonsi più facilmente, se avessero il loro convento, e potessero fare con più decoro, ed ordine le monastiche loro funzioni322.

Trento 28 giugno 1802. Extra. All’Inclito Imp. Reg. Ufficio Circolare di

Roveredo.

2293. 1802 Al Padre Michel Angelo Vicario di Roveredo.

Al R.P. Vicario Michel Angelo. Nell’ordinario scorso ho inserito nella gazzetta un viglietto per il P. Giangiacomo.

Ora inteso avendo dal barbiero Giuseppe roveretano, che tal Padre è andato ai bagni d’Abano, prego la P.V.R. di ricevere dal detto barbiero il rotoletto i pezze accennato nel mentovato viglietto, e di conservarlo sino al ritorno del Padre Giangiacomo, qualora non si sentisse di far il favore richiesto Ella stessa. Suppongo, che avrà veduto il viglietto scritto al detto Padre. Domando scusa dell’incomodo, e la riverisco. Il P. Provinciale sta in Cles. Trento 29 giugno 1802.

2294. 1802

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta. Carissimo Fratello.

320 Sotto num. 2358, 321 In data de’ 30 settembre 1802 leggo, che dall’imperatore fu nominato capitano del Circolo di

Roveredo consigliere del Governo dell’Austria Superiore, e commissario ai Confini d’Italia il sig. Giuseppe de’ Martini a Wasserberg, cavaliere del S.R.I., patrizio tirolese, già secretario del Governo, e nativo di Revò della Valle d’Annone. Così la gazzetta trentina. Il detto Martini cessò d’esser capitano di Roveredo nel 1805.

322 Ora sono coi soldati nel convento delle Salesiane.

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Nella gran festa di San Vigilio è stato qui colla sua consorte (Rosa Buongiovanni d’Avio) e coi due suoi figliuoli (Domenico, e Cristoforo) il nostro nipote Crisostomo. Da lui ho inteso, che il nostro fratello don Benedetto ancora dee fare le veci del signor arciprete (Pietro Antonio Saibandi da Bolognano) perché giace infermo, stando bene tutti gli altri. Vi avverto, che il P. Provinciale ora è in Cles. Trento 29 giugno 1802.

2295. 1802

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento è stata celebrata una Gregoriana, consistente in trenta sante Messe, dette a norma dell’instituzione di San Gregorio Papa in trenta giorni continui, secondo la pia intenzione delle nobili signore Spaventi di Trento323. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 22 giugno 1802.

L.+S. Prov. F. Giuseppe Antonio da Cles

Guardiano de’ Minori Riformati. Nota. L’ho scritto, ed anche dato nel primo giorno di luglio alla signora Domenica

Spaventi, sorella della sig. Lodovica. Le Messe furono per una loro sorella defunta.

2296. 1802 Al Padre Massimo da Volano. Borgo, colla gazzetta.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Nella sera dell’ultimo giorno dello scaduto giugno è stato condotto da Arco a

questa infermeria il Padre Crescenzio di Borgo, infermo assai perché vecchio d’anni 87, ed ernioso324. Dal medesimo, e dal di lui compagno F. Umile di Grauno abbiamo inteso, che in Arco stava gravissimamente infermo quel Padre Guardiano Amando di Covalo. Questo nostro P. Vicario Gaudenzio di Trento non può dir Messa per il suo male de’ piedi325. Trento 2 luglio 1802.

2297. 1802

Io infrascritto attesto, che in questo giorno ho ricevuto dal sig. Antonio Rossi un rotoletto sigillato con ceraspagna rossa illeso, ed annesso ad una lettera tedesca data in Bolzano li 30 giugno 1802 dall’Ill.ma sig. Afra Mayrin. In fede ecc. Dato in Trento, nel convento di s. Bernardino li 4 luglio 1802.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Avolano Francescano Riformato.

Nota. Il rotoletto contiene la limosina per 18 Messe, da mandare al convento di Campo. Ho scritto Avolano, perché così ha la lettera bolzanina nella mansione.

2298. 1802

Al P. Gio. Damasceno da Vigolo Guardiano di Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Rendo avvisata la P.V.R. che ieridì ho ricevuto un rotoletto, in cui sta la limosina di dicidotto sante Messe, spedito dalla sig. Afra Mayrin di Bolzano per il di Lei convento. Oggidì poi ho parimente ricevuto da spedirle quattro cedole da fiorini 7 e carentani 30 l’una per le cento Messe, ordinate dal sig. Gio. Gasparo Keller di Termeno. Io

323 Sorelle Lodovica e Domenica. 324 Nella stessa sera è partito per Fieme F. Lorenzo. Al P. Crescenzio ho dato l’Olio Santo nella sera

del giorno terzo di luglio. 325 La disse ai cinque.

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conserverò tutto gelosamente sinché m’insinuerà il luogo, dove dovrò farlo passare; e pregandola d’insinuarmelo presto, le fo sapere,che ierlaltro ho dato l’Olio Santo al Padre Crescenzio, e la riverisco dicendomi. Trento 5 luglio 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Crisostomo.

Tengo un involtino della sig. fraila Teresa Sardagna per il di Lei figliuoccio Fra Pietro Alcantarino da non darsi ad ognuno.

2299. 1802

Al P. Vitantonio da Cles segretario provinciale. Cles326. R.P.S.L.G.C.

Ho inteso con piacere, che il P.M.R. guarisce, e bramo, che guarisca interamente. Qui sino dall’ultima sera dello scaduto giugno abbiamo il P. Crescenzio tanto malconcio, che nella sera del giorno terzo del corrente ho dovuto dargli l’Estrema Unzione. Da lui, e da F. Umile, che l’accompagnò, intesi, che il P. Amando Guardiano d’Arco stava in prossimo pericolo di morte, rapporto al quale finora non ho inteso altro. Ho scritto, e spedito al Padre Guardiano di Ala inspruchese l’involto lasciatomi de’ libri. Ho pure scritto al P. Guardiano di Bolgiano ringraziandolo de’ favori fatti ai nostri neomisti. Ho mandato a Roveredo le pezze bressanonesi da tingere. Ho mandato in oltre all’officio Circolare di Roveredo la risposta dimandata rapporto ai servigi, che prestano que’ Religiosi nella cura d’anime. La risposta poi, che dovrà darsi all’ordine qui compiegato confermerà, che sono utili, poiché suppongo, che il P.M.R. destinerà il P. Accursio tedesco a servizio dello spedale militare di Roveredo. La prego de’ miei ossequi al P.M.R. e la riverisco. Trento 6 luglio 1802. Il P. lettore Sisinnio mi dice, che M. Vicario, e l’arcidiacono sono favorevoli al P. Provinciale rapporto ai PP. Pino, e Saccardo.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

Nota. Gli spedisco l’ordine Circolare dato in Roveredo li 24 giugno, che il P. Provinciale destini un suo sacerdote di lingua tedesca, che assista al detto spedale militare di Roveredo. L’ho registrato intero nel mio Giornale ai tre di luglio 1802, pag. 2089. Gli PP. Cappuccini sonosi scusati colla mancanza di tedeschi.

P.S. al P. Vitantonio. Il P. Guardiano di Ala scrive, che ha ricevuto i libri, e che ha notato li fiorini 4 e

carentani 42, e manda 117 Messe da dirsi a carentani 24. Il P. Crescenzio è agonizzante; ed il P. Amando pericolante327.

2300. 1802

Al P. lettore Davide da Tiarno. Campo. R.P.P.C.

L’assicuro, che in questa mattina ho ricevuto dalla posta il suo plico, e che ho tostamente fatta la spedizione delle inchiuse. Rapporto alla lettera perduta da F. Michele Terziario il P. Guardiano mi ha detto, che non gli ha dato alcuna sua lettera per Lei. Il medesimo P. Guardiano domani partirà per Cles con F. Luigi. Là troverà il P. Provinciale, che fu infermo, e quindi ha risolto di non andare, ma di mandare in Fieme a fare la visita de’ panni il suo segretario. Il P. Crescenzio Sbetta di Borgo è morto alle

326 Ritornò a Trento li 16 luglio. 327 Il P. Crescenzio è morto alle 12 della notte precedente al giorno settimo.

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dodici in punto della notte precedente, e domani mattina sarà da noi seppellito. E però io lo metto morto ai sette di luglio. Venne qua da Arco nell’ultima sera dello scorso giugno: fu da me munito dell’Olio Santo nella sera del giorno terzo del corrente, e non parlò più intelligibilmente dopo la detta prima sera, o sia dopo l’ultima di giugno. Visse anni 87, cioè 86 anni, un mese, e 15 giorni. La riverisco, e sono. Trento 7 luglio 1802.

Tutto suo F. Crisostomo.

2301. 1802 Al Padre Stanislao Küepach Guardiano di Ala.

Admodum Reverende, colendissime, ac religiosissime Pater. Gaudeo valde, quod noti libri, prout optavi, recto ad te tramite pervenerint. Gratum

autem, immo gratissimum mihi est, abs te accipere Missas celebrandas pro salis negotio, nil minus quam fuerit Patri Ioachimo de Pressano bonae memoriae antecessori meo. Quocirca grates tibi rependo pro Missis numero 117 mihi adsignatis, teque certum esse volo, quod fideliter a nobis celebrabuntur328. Interim vero ut diu valeas iubeo. Tridenti apud sanctum Bernardinum die 7 iulii 1802329.

A.P.P.T. Deditissimus servus in Christo F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis. licet indignus.

Extra. Adm. Rev. Col.mo ac religiosissimo Patri Stanislao Küepach Ordinis Minorum Reformatorum Sancti Francisci Guardiano dignissimo

Insprugg Halla

ad PP. Franciscanos

2302. 1802 Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta.

Carissimo Fratello. Oggidì 9 luglio, circa le 4 di sera si appiccò il fuoco ad un luogo del molinaro

Andrea Barbazza, situato tra san Francesco, e s. Bernardino, contiguo al fenile pieno del medesimo Barbazza, e contenente della paglia,, delle carrezze, delle assi, un calesse ecc. Essendo però accorsi tostamente i cittadini al tocco spaventoso delle campane, e la Guardia urbana al suono del tamburo, bruciò soltanto il detto luogo, e non passò più oltre, per misericordia di Dio Signor nostro330. Così fatto incendio ebbe origine dal bucato delle donne Barbazze.

2303. 1802

Al P. Stefano da Sfruzzo Vicario e maestro. Cles. R.P. S.L.G.C.

328 N. 50 ad intentionem; n. 50 Req. ad int.; n. 17 pro felici morte. Omnes pro 24 carentani. 329 P. Stanislaus Koska Kiebach Guardianus conmventus sanctae Mariae Angelorum et concionator

parochialis. Fatto diffinitor nel 1803. 330 Questo luogo fu subito restaurato, e reso più alto.

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Iersera solamente mi è riuscito di ricevere dallo stampatore Monauni il compimento del numero degli offici richiesti dalla P.V.R.331 Gli ho impaccati, e tengoli preparati per ispedirglieli colla prima occasione opportuna. Il detto stampatore si contenta, che la P.V. dica una santa Messa secondo la già di lui fatta intenzione. Se mai costì si parlasse dell’incendio seguito iersera intorno alle quattro appresso questi molini per difetto di donne bugadiere332, sappia, che seguì presso il molino di Andrea Barbazza; ma essendo accorsi li cittadini colla Guardia urbana non bruciò altro, che quel luogo del mentovato Barbazza, in cui teneva della paglia, delle carrezze, delle assi, i calessi ecc., situato tra il fenile pieno dello stesso molinaro, e la garberia de’ signori Ronchi. Guai se fossesi esteso un poco d più tanto di sopra, quanto di sotto. Il Signor Iddio ci guardi da simili disgrazie. La riverisco, e sono. Trento 10 luglio 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2304. 1802 Al P. Antonio Maria da Rovigno333. Feltre. Santo Spirito.

R.P.P.C. In vece del Padre Gioachino da Pressano rispondo io alla P.V.R. Dunque le fo

sapere, che il medesimo Padre ci fu rapito dalla morte, come idropico, ed asmatico, mentre ch’era confessore straordinario di monache, nel nono giorno dello scaduto novembre, in età di anni 74. Che il novello principe stassene ancora in Vienna. Che presentemente qui comanda in spiritualibus, et temporalibus il R.mo Capitolo della chiesa cattedrale. Che la scelta del predicatore di questo pulpito per l’imminente anno 1803 appartiene al nostro P. Provinciale. Che questi brama un predicatore dell’Alma Provincia di Venezia, nominatamente il P. Marcellino di Venezia. Io in questo stesso giorno scriverò al detto P. Provinciale, dimorante in Cles, e gl’insinuerò il desiderio della P.V.R. la quale farà bene notificandolo anche al suo Padre Provinciale, giacché ho inteso, che qualora il lodato Padre Marcellino non possa334, o non voglia accettare l’impegno, sia in arbitrio dello stesso Padre Provinciale veneto il destinare un altro. Io presentemente non posso dirle di più. Bramo, che da Cles vengami una risposta conforme al desiderio della P.V.R. per potergliela tostamente trasmettere, e frattanto riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 12 luglio 1802.

Di V.P.R. Um.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

Extra. Al Rev. Padre padrone colendissimo Il Padre Antonio Maria di Rovigno Lettore teol., predic. e già diffinitore de’Minori Riformati di s. Francesco.

Feltre

331 S. Simonis Trid., Sanguinis, Coronae, Plagarum, Camilli et Cervellionae, Leopoldi, Cyrilli et

Methodii, Fundat. 332 * che facevano il bucato, in dialetto bugada. 333 Questo Padre fu destinato nostro predicatore dal P. Provinciale veneto. Gli ha scritto il P.

Guardiano li 21 agosto 1802 e li 18 settembre 1802. – Rovigno, Arupinum, città piccola, e molto popolata dell’Italia nell’Istria, con due porti di mare, podestaria, e miniere di bei sassi. Giace in un territorio fertile di buon vino, distante 42 miglia da Capo d’Istria. Diocesi di Parenzo. Dai nostri veneti si dice in latino Rubinum. Io poi scrivo Rubinium.

334 Ė impegnato col Duomo di Belluno. Ė destinato a Trento per l’anno 1805. Ora 1803 è Guardiano di Asolo.

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Santo Spirito335 Nota. Ho scritto a questo Padre anche nel 1790, e 1791. Vedi To. 3, epist. 606, 662.

Di lui ho parlato in Pulpito tridentino all’anno 1791. Egli è nato li 10 marzo 1734, e vestì l’abito nostro li 7 giugno 1751.

2305. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite,

Spero, che a quest’ora la P.V.M.R. si ritroverà in buono stato di salute; e bramo, che così mantengasi lungamente. Ho ringraziato in di Lei nome il P. Guardiano di Ala, e gli ho promesso, che saranno celebrate le Messe 117 da lui mandate. Sono 50 ad intentionem; altre 50 Req. ad intent. e 17 pro felici morte: tutte colla limosina di carentani 24 l’una. Il P. Antonio maria da Rovigno, che predicò qui nell’anno 1791, scrive da Feltre, che assai volentieri ritornerebbe qua nel 1803, e che farebbe sentire a Trento quindici nuove prediche. Aggiugne, che conserva una lettera del benemerito defunto principe, con cui gl’insinuò, che lo voleva per la seconda volta. Io gli ho risposto, che la P.V.M.R. ha qualche impegno col P. Provinciale veneto per il P. Marcellino di Venezia, e che le scriverò notificandole il di lui desiderio. La prego dunque di qualche risposta: ed insieme della paterna sua benedizione. Trento 12 luglio 1802.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che il P. Vicario d’Arco in data de’ 9 scrive, che quel P. Guardiano ora dà molta speranza di sua salute. Che il P. Bonaventura ha proibizione dal medico di bere le acidole, e d’andare ai freschi di Caldes. Che F. Modesto è infermo con febbre, ed infiammazione di gola.

Um.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

2306. 1802

Al P. Pietro Paolo da Roncegno Guardiano. Roveredo. R.P.P.C.

Appunto questo Padre Guardiano è partito per Cles nell’ottavo giorno del corrente mese336. Rapporto allo Spadea napolitano, che deve non poco anche a questo convento, noi pure siamo perplessi, e non sappiamo se sia vivo, o morto. Nella scorsa Quaresima fu qui un di lui servidore, e ci disse, che lo Spadea era in Bolgiano alla fiera, e che dopo di essa sarebbe venuto a Trento. Ma noi non l’abbiamo ancora veduto337. Perciò penso di scrivere a Bolgiano, e se riceverò qualche notizia, la comunicherò eziandio alla P.V.R., cui frattanto m’inchino riverentemente. Trento 13 luglio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2307. 1802

Al Padre Wenceslao da Pradazzo. Pergine. R.P.S.L.G.C.

Eccolo servito coi due pezzetti delle Messe (Flaviane) costì mancanti. In caso, che non avessi bene intesa la sua dimanda, me la replichi più chiaramente, che lo servirò

335 Ė Vicario in Feltre. Di cognome Basilisco. 336 Ritornò li 4 d’agosto il P. Guardiano. 337 Vedi sotto num. 2421.

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volentieri. Mi spiace, che costì si trovi un così fatto tristo, che per mero suo capriccio, e senza verun suo utile, ardisca di rovinare i nostri Libri corali. Ciò è succeduto anche in addietro. Dunque stieno attenti, perché più non accada. Certi libri potrebbero mettersi nella sagrestia, dove in tempo di silenzio, e che li Religiosi sono in refettorio, non è libero l’accesso ad ognuno. Per non moltiplicar lettere lo prego di avvisare il suo Padre Guardiano (Daniele), che oggidì monsignor Vicario ha prorogata la sua patente ad triennium cum facultate in reservata, dempto ultimo. Gliela rimanderò extra postam colla prima occasione opportuna338. Mi raccomando in precibus, lo riverisco, e sono. Trento 13 luglio 1802.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

P.S. Dica al P. Vicario Prosdocimo, che il di lui Breviario, trovato da un molinaro su la strada di Tavernaro, sta nelle mie mani.

2308. 1802

A monsignor Vicario Generale. Pro memoria.

Il Padre Simon Pietro da Verla supplica umilmente che vengagli conceduta la facoltà d’assolvere semel una persona, che ha commesso incestum secundi affinitatis gradus.

Concessum ut petitur attributa etc. Signatum 13 iulii 1802. Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis.

2309. 1802 Al P. Gio. Damasceno Guardiano di Campo.

R.P.S.L.G.C. Rendo certa la P.V.R., che abbiamo ricevuto le uova, che ci ha mandato: e l’avviso

di soprassedere nel provvederne altre sinché verrà di nuovo pregata339. Qui ancora c’è molta carestia di piante verzine: Ciò non ostante il Cesco gliene porterà 1200 trovate dal P. Regalato appresso le MM. Orsoline, le quali si contentano, che per esse dica secondo la pia loro intenzione una santa Messa. Il medesimo Cesco le porterà eziandio la chiesta mezza vacchetta, data dal sig. Gio. Battista Rungg a carentani 30 la libbra340, e però valutata troni 18 ed un carentano. e mezzo. Anche questa fu tolta dal P. Regalato, perché il sig. Gio. Fedrici ora è nella valle di Non. Domani andrò dal detto sig. Rungg, e farò con esso quanto Ella mi prescrive rapporto alla limosina ecc. Al mentovato Cesco ho consegnato l’involtino per F. Pietro d’Alcantara. Se posso servirla in altro mi comandi, che la servirò volentieri. Frattanto la riverisco, e sono. Trento 15 luglio 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2310. 1802 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate

ultimamente cinquanta sante Messe secondo la pia intenzione del signor Gio. Battista

338 Ho spedita la patente per Isidorum li 16 luglio. 339 300 a 2 soldi l’uno. 340 Libbre 7,3.

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Monauni stampatore. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 16 luglio 1802341.

L.+S. Guardianale maius F. Gio. Grisostomo da Volano

de’ Minori Riformati di san Francesco.

2311. 1802 Al P. Giuseppe Antonio da Cles Guardiano di Trento. Cles.

Rev. Padre Benedicite. Il fagotto di libri accennato dalla qui rinchiusa, sta presso di me. Fra Lorenzo

ritornato ieridì da Fieme per la via inondata dall’Adige, ha portato, che si cessi dal celebrare la quotidiana Wisera. Qui si parla molto seriamente intorno ai tronetti, e dicesi, che nel prossimo agosto perderanno il loro corso342. Per questo io penso di non accettare cinquanta Messe, che furonmi esibite colla limosina di cento tronetti343. Il P. Guardiano di Fieme ci esibisce delle Messe colla limosina alla mano, la quale forse sarà parimente di tronetti. Io gli risponderò, che ora manca la P.V.R. Il medesimo scrive, che ha fatto sborsare al cercante della legna di Pradazzo troni 10 e carentani 6, e prega, che da noi sia soddisfatto il debito contratto dal fu P. Stanislao appresso il signor Padre Lorenzo Manega di troni 9, e carentani 9, ed avvisa, che così sarà pareggiata la partita. Io dunque lo farò soddisfare. Ieridì ho portato l’attestato al sig. Monauni, e l’ho diretto al sig. Piffer. Bramo, che la P.V.R. ritorni presto, e col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 17 luglio 1802. Rapporto al confessionale di S. Maddalena niuno ha parlato finora. I Wiseri dimandano la nota delle Messe dette.

2312. 1802

Io infrascritto attesto, che oggidì questo convento ha ricevuto un mezzo vitello, mandato dalla carità dell’Ill.mo signor Leopoldo Ciurletti ecc. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 18 luglio 1802.

L.+S Guard. F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati

di san Francesco. Nota. Lo ha mandato, perché abbiamo in convento il di lui figliuolo minore,

occupato in esercizi spirituali per fare la scelta del suo stato.

2313. 1802 Al P. Ilario dai Bampi Guardiano. Cavalese.

R.P.S.L.G.C. In assenza del Padre Guardiano, partito per Cles gli otto del corrente, ringrazio io la

P.V.R. del favore fattoci rapporto alla legna di Pradazzo (colla spesa di troni 10, e car. 6) e l’assicuro, che oggidì sarà soddisfatto il debito contratto dal fu suo P. Vicario appresso il signor Padre Lorenzo Manega, con dargli troni 9, e car. 9. Rapporto poi all’esibizione generosa, che ci fa di Messe le dico, che ora siamo provveduti, e trovomi

341 Consegnato li 16 luglio in proprie mani da me. Furono dette per il defunto Gasperi di Sardagna

suocero del Monauni. 342 *Tronetto: Moneta coniata a Trento nel sec. XVI del valore di 12 carentani ed equivalente al

pezzo d’argento, chiamato Lira Tron in uso a Venezia: cfr. Battaglia, Grande Dizionario della lingua italiana.

343 Dal sig. dottore Francesco Pino di Trento.

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costretto di ricusarne, perché questi buoni cristiani proccurano di sgravarsi de’ tronetti moribondi. Ho già scritto su di questo al P. Guardiano, e sto in attenzione di risposta. La riverisco divotamente, e resto. Trento 18 luglio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2314. 1802

Al Padre Ippolito de’ Biasi da Sfruzzo. Cavalese. R.P.S.L.G.C.

Siccome in assenza del mio Padre Guardiano, tengo io il carico di applicare le sante Messe; così avviso, ed accerto la P.V.R. che ieridì ho cessato di applicare la quotidiana Wisera in vigore di quanto mi ha detto F. Lorenzo: il che mi venne confermato iersera dalla di lei lettera diretta al detto Padre Guardiano: cui ho dato riscontro di tale cessazione. Io non posso mandarle la nota delle Messe dette, e non soddisfatte: bensì le prometto, che quando ritornerà il mentovato Padre Guardiano, il che succederà probabilmente circa il fine del corrente, ed il principio del seguente mese, avrò premura di fargliela spedire. Frattanto la riverisco, e mi dico. Trento 18 luglio 1802.

Di V.P.R. Div.mo, aff.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

Nota. La cessazione della Messa quotidiana fu comandata dal signor Vicario di Egna, quantunque i figliuoli, e le figliuole del quondam buon Michele Woldner, detto Wiser, avessero intenzione, che venisse continuata sino al fine dell’anno. Si crede, che ciò sia stato comandato in grazia delle figliuole, affinché loro tocchi di più dell’eredità paterna.

2315. 1802

Al P. Gio. Damasceno di Vigolo Guardiano di Campo. R.P.S.L.G.C.

Ierlaltro sono stato dal signor Gio. Battista Rungg, e gli ho esibito le cedole in nome della P.V.R., ma non gliele ho date, perché non le ha volute al prezzo corrente oggidì coll’aggio per il novembre, o dicembre, scusandosi con dire, che non sa quello, che a tal tempo potrà succedere: Io dunque le consegnerò al signor Gio. Fedrici quando sarà ritornato dalla Valle di Non344. L’avviso poi, che qui tutti proccurano di sgravarsi de’ tronetti, perché moribondi: e che penso di far soddisfare al detto Rungg la dataci mezza vacchetta, giacché ne’ di lui libri sta notata a conto di questo convento, e questo convento è debitore del suo campense, per il quale fu tolta345. Suppongo, che il mio P. Guardiano, ch’è ancora nell’Anaunia, sarà contento. Domani partirà di qui per Fieme il P. segretario col titolo di commissario provinciale. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 18 luglio 1802.

Tutto suo F. Gio. Grisostomo.

2316. 1802 Al P. Gio. Damasceno Guardiano di Campo.

R.P.

344 Consegnato tutto in proprie mani da me li 22 luglio di mattina in casa di lui. 345 Fu soddisfatta li 21 luglio dal Fontanari.

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Il P. Guardiano di Roveredo mi raccomanda la qui rinchiusa al sig. Lutti (Ill.mo sig. dottore Pietro de’ Lutti) 346datagli dalla M. Superiora delle Salesiane347, che brama di avere risposta, dopo che in vano aspettò risposta ad altre sue. Crede, che l’argomento di tal lettera sia di molta importanza. Potrebbe dirigere a me la richiesta risposta: ed io renderei ben servita l’accennata Madre. La prego dunque di questo favore; e riverendola resto. Trento 20 luglio 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2317. 1802 Al P. Pietro Paolo Guardiano di Roveredo.

R.P. Guardiano. Potrà far sapere alla M.R.M. Superiora delle MM. Salesiane, che ho messo la di Lei

lettera al signor dottore Lutti nel plico di lettere, che spedirò venerdì al nostro Padre Guardiano di Campo per mezzo di un cavallaro campense, e che con una mia gliela ho raccomandata, facendogli cenno, che in vano la detta Madre aspettò risposta ad altre sue: e suggerendogli la strada sicura della richiesta risposta. Onde spero, che questa volta la riceverà. Trento 20 luglio colla gazzetta.

2318. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Il signor Girolamo Buonasorte neofito, che nel 1801 ai 6 di maggio fu battezzato in Trento, me adstante, e che a tal funzione si preparò in questo nostro convento, passerà in breve per Borgo andando a Strigno per villeggiare con S.E. Conte Pio di Wolckenstein. Egli desidera di conoscervi come mio fratello348. Quindi ve lo raccomando. Già non è bisognoso, avendo buoni padroni. Deo gratias. Trento 20 luglio 1802, colla gazzetta.

NB. Li 21 luglio 1802 ho veduto il nuovo regolamento cesareo per li Regolari dato il primo di maggio 1802, favorevole ai Regolari; ma soltanto in parte. Buono, che abolisca diverse cose del Governo gioseffino. Vedi sopra num. 2266.

2319. 1802

Al P. Gio. Damasceno Guardiano di Campo. R.P.

Gli aggiungo, che ieridì colle limosine di questo convento fu soddisfatta la mezza vacchetta, sborsando al mercante Rungg troni dicidotto rotondi. Oggidì poi ho consegnato al sig. Gio. Fedrici il rotoletto di Bolgiano, e le carte di Termeno: e fa monsignor Vicario ho ricevuto il nuovo regolamento cesareo rapporto al clero secolare, e Regolare. Sto descrivendolo. Ė lungo, ma buono. Per ora non dico altro. Lo riverisco dunque ecc. Trento 22 luglio 1802, insieme colle altre due precedenti dirette al medesimo spedita li 23 luglio per la via monauniana, cioè del cavallaro campano349, che ogni venerdì va dal Monauni.

346 Lutti di Campo. 347 Maria Catterina Donati. 348 Fu nel convento di Borgo a pranzo, e cena li 29 luglio, e partì per Istrigno li 30 di mattina.

Ritornò a Trento li 13 agosto. Fuggì da Trento nella sera de’ 30 venendo il 31 febbraio 1803. Così ho inteso nel dì terzo. Portò via 16 sovrane dategli dal Conte Giuseppe Melchiori da cambiare.

349 *cioè di Campo Lomaso.

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2320. 1802

Al P. Giuseppe Antonio di Cles. Cles. R.P. Guardiano Benedicite.

Il latore della presente porterà eziandio li cencinquanta tronetti in specie, che faranno li chiesti troni 157 e mezzo. L’assicuro, che manderò in Fieme l’attestato delle Messe Wisere coll’avvertenza rapporto ai tronetti. Qui c’è di nuovo, che F. Lorenzo essendo stato in Bondone, ora stassene a letto colla febbre. Bisogna mandare in Aldeno a supplire nella festa per il curato assente: ed a Ravina per il Primessario mancante, ed a Povo per il parroco, che andrà a s. Colomba. Ieridì ho ricevuto da monsig. Vicario il nuovo regolamento cesareo rapporto agli ecclesiastici secolari, e Regolari350. Sto facendone copia in fretta. Ė lungo, ma buono. Viene rimessa l’autorità al Provinciale: restituito il diffinitorio: levata l’autorità di farsi li Guardiani alle Famiglie. Il vescovo sarà in luogo del Generale. Del resto per ora non parlo. Bacio le mani alla P.V.R. ed anche al P.M.R. e mi professo. Trento 23 luglio 1802

Um.mo, ubbid.mo suddito F. Grisostomo.

2321. 1802

Al P. Giangiuseppe da Canzolino. Metz Lombardo. R.P.S.L.G.C.

Ho veduto la lettera da Lei scritta al R.mo sig. Provicario, e non sapendo cosa contenesse, gliela ho tostamente mandata a Brezzo, dove stava, e sta tutt’ora. Oggidì sono stato per altro da monsignor Vicario, e le ho impetrato l’autorità di dispensare semel una persona ad petendum debitum. Siccome sonovi andato colla testa troppo occupata; così non avendo perso meco la di Lei lettera, non mi sono ricordato de’ Casi riservati. Suppongo però, che per domani le risponderà da Brezzo il lodato signor Provicario. In caso contrario mi avvisi, che ritornerò in Castello dal predetto monsignor Vicario. Oggidì ho fatto copia del nuovo regolamento cesareo rapporto agli ecclesiastici secolari, e Regolari. La mia copia è di 42 pagine in quarto. Contiene del buono. Rimette le visite de’ Provinciali, e ridona loro l’autorità primiera, soggetta però ai vescovi. Rimette il Diffinitorio. Leva alle Famiglie la facoltà d’eleggersi li Guardiani. Non vuole, che sia più soppresso alcun convento, senza la sua speciale permissione. Che niun Religioso diventi curato perpetuo. Per ora le basti questo. Ringrazi anch’Ella il Signor Iddio, e proccuri di conservarsi sana, mentre io la riverisco, dicendomi. Trento 23 luglio 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2322. 1802 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Cles.

M.R.P. Benedicite. Fo sapere alla P.V.M.R. che oggidì ho copiato il nuovo regolamento cesareo

rapporto agli ecclesiastici tanto secolari, quanto Regolari, dato da sua maestà li 23 marzo, e spedito da Insprugg a questo R.mo Capitolo il primo di maggio. La mia copia empie 42 pagine in 4°. Me lo ha dato ultroneamente monsignor Vicario, dopo che l’ha comunicato al P. Provinciale de’ Cappuccini. Il medesimo monsignore m’ha detto che

350 L’ho ricevuto li 22 alle 10 di mattina, l’ho copiato, e ristituito li 23 dopo il vespro.

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poi lo insinuerà, e pubblicherà formalmente. Io frattanto assicuro la P.V.M.R. che contiene del buono. Restituisce ai Provinciali la loro primiera autorità, soggetta però ai vescovi. Vuole, che visitino i conventi quante volte farà bisogno: che correggano i difettosi: che possano traslocare i Religiosi da un convento ad un altro. Rimette il Diffinitorio, e leva la facoltà d’eleggersi li Guardiani ai conventi. Vieta ai Religiosi l’accettare curazie perpetue, e permette soltanto che possano andar a supplire ad tempus, con questo, che i superiori possano richiamarli al convento, e sostituirne altri. Vuole, che gli esposti si dichiarino entro tre mesi, se vogliono ritornare, o no, ai loro conventi. Permette il servizio divino nelle chiese come avanti. Concede lo studio di teologia, e canonica ne’ conventi colla condizione, che li professori sieno esaminati, ed approvati ecc. ed usino autori ecc. Per ora non dico altro, se non che la P.V.M.R. farà bene venendo qua presto, per poter intendersela col lodato M. Vicario, e poi celebrare Capitolo. E genuflesso la prego della sua paterna benedizione. Trento 23 luglio 1802.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito F. Grisostomo.

2323. 1802

Io infrascritto attesto, e faccio fede a chiunque, che dai Religiosi di questo convento, dal giorno primo dello scaduto gennaio sino al sestodecimo del corrente luglio, sono state celebrate 194, dico cento, e novantaquattro sante Messe, avendone celebrata una ogni giorno, eccettuato il solo triduo posteriore della settimana Santa, tutte secondo la pia intenzione del fu divoto signor Michele Waldner detto Wiser d’Aldein, e poi de’ di lui signori figliuoli351. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 24 luglio 1802.

L.+S. Guard. maius F. Gio. Grisostomo da Volano

de’ Francescani Riformati. Nota. Nel clerologio trentino del 1793 verbo Aura vi è un prete d’anni 72 detto

Simon Walner Aldaini Conf. ed un altro prete d’anni 25 dettto Ioseph Wiser Völlani Cooperator Aurae.

2324. 1802

Al P. Ippolito da Sfruzzo. Cavalese. R.P.S.L.G.C.

Incombenzato dal mio Padre Guardiano ancora dimorante nell’Anaunia, spedisco qui compiegatala nota delle Messe quotidiane da noi dette in quest’anno per li signori Wiseri, e non ancora soddisfatte. Siccome poi, qualora Iddio per effetto dell’infinita sua misericordia non disporrà diversamente, nel prossimo agosto352 perderanno il loro corso, e valore i tronetti, che ora tanto corrono; così lo prego a nome del lodato Padre Guardiano, che voglia usare attenzione, affinché la sperata necessaria limosina non ci riesca inutile. Già m’intende. Per altro assicuri li signori Wiseri, che noi saremo mai sempre ricordevoli della loro pietà, e carità, ed auguriamo loro tutte le benedizioni celesti. Favoriscami poi di riverire da mia parte il P. segretario, e commissario provinciale353, e di dirgli, che ieridì ho fatto una copia intera della traduzione italiana fatta dal signor segretario Pietro Ducato,del nuovo regolamento cesareo rapporto agli

351 Michele morì li 19 maggio. Vedi sopra num. 2262. 352 Cioè l’ultimo giorno d’agosto. 353 Vitantonio.

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ecclesiastici secolari, e Regolari. Questo ci favorisce abolendo parecchie leggi, nominatamente quella, che vietava le visite provinciali: quella, che dava ai conventi la facoltà d’eleggersi li Guardiani. Rimette li diffinitori ecc. Non ho tempo. Lo riverisco, e sono. Trento 24 luglio 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2325. 1802 Al sig. Sebastiano de’ Sebastiani354. Lavis.

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo. In assenza del Padre Guardiano ho io l’onore di rispondere al compitissimo foglio

di V.S.Ill.ma. Quindi l’accerto, ed assicuro, che per il giorno della Porziuncola due Religiosi di questo convento verranno a servire il di lei nobile pubblico, nostro benemerito355, con ascoltare le confessioni sagramentali. E senza più tutto pieno di rispetto, e stima le fo un riverente inchino, e mi professo. Trento, s. Bernardino 25 luglio 1802.

Di V.S.Ill.ma Um.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Da Trento. Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo

Il sig. Sebastiano de’ Sebastiani degnissimo sindaco del nobile pubblico di Lavis356.

2326. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.

In questa mattina ho spedito le lettere del P. lettore Davide (a Roma, e Cles) ed ho portato all’Osteria cresseriana il fagottino di V.P. per la sua sorella (Marianna) rapporto alla quale secolei mi congratulo, che sia per imparentarsi spiritualmente coll’altra sorella monaca. Non essendo però venuto il postiglione fiemasco, ho raccomandato il detto fagottino all’ostessa per la prima volta che verrà. La ringrazio poi dell’inscrizione randenese, che mi ha mandato, e le fo sapere, che la ho inserita nella mia qualunque siasi raccolta di somiglianti memorie357. Col tempo diverrà preziosa. Io suppongo, che sarà stata presentata al serenissimo arciduca in un solo foglio volante. Se andando per le Giudicarie troverà delle altre inscrizioni, e prenderassi la briga di farmele tenere, le aggradirò. Intendo, che siavene una notabile in Tignarone, ed altre nella canonica di Lomaso. Ma l’avviso, che per me non faccia romore veruno. Mi raccomando bensì ad Aras, la prego di riverire da parte mia il P. lettore David, e resto. Trento 28 luglio 1802.

2327. 1802

354 Marito della sig. Teresa Pina di Trento, figlia del qm dottore Antonio: la quale morì li 25 di

settembre 1803, dopo una infermità lunga. 355 Sono andati sabato di mattina li PP. Filippo, e Regalato. 356 Consegnata li 28 al sig. Giuseppe Dorigati nella bottega degli Armigeri in Trento. 357 To. 2, Inscr. 1793.

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Io infrascritto attesto, e faccio fede a chiunque, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate dodici sante Messe, ordinate da donna Teresa Zattelli358 di Cognola per le consorelle della veneranda Compagnia di san Filippo Nerio di Cognola, cioè sei per le viventi, e le altre sei per le defunte. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 3 agosto 1802.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano de’ Minori Riformati di san Francesco.

2328. 1802

Al P. Davide da Tiarno. Campo. In coperta. R.P.L.S.L.G.C.

Già tempo ho spedito alla P.V.R. la lettera venuta da Bassano coll’invoglio di libri, e le ho aggiunto, che tai libri stavano presso di me. Oggidì a vista della sua gli ho portati al P. lettore Filippo; ma non gli ha accettati, non avendo per essi alcuna istruzione. Io dunque li consegno al Cesco359. Domani mattina spedirò la lettera sua per Bolzano. Sto aspettando di giorno in giorno la dispensa romana per F. Pio, e F. Arcangelo, e spero, che verrà, perché il memoriale fu raccomandato da monsignor Vicario, e dal Conte canonico Pompeati con molta energia. Favorisca di avvisare il P. Guardiano, ed il P. Giuseppe Maria, che risponderò loro subito, che potrò. Presentemente sono lungi da Trento monsignor Vicario, e Provicario, ed anche F. Gervasio. In questa sera è giunto qua il P. Provinciale. Il P. Vito sta in Fieme. Il nostro P. Guardiano è ancora assente. La riverisco, e resto. Trento 2 agosto 1802.

2329. 1802

Al P. Bonaventura Caldesino. Arco. Le Grazie. R.P.S.L.G.C.

La lettera della P.V. diretta a Fra Feliciano fu consegnata in Trento ad un nostro Religioso da persona incognita sabato sera. A vista della medesima lettera fu argomentato, che la sportella forestiera ritrovata in questo convento senza veruna direzione, o nota di padrone, sia la dimandata da Lei. Onde l’assicuro, che colla prima occasione sicura, ed opportuna le sarà rimandata360. Temo però, che una tal occasione sia per venire tardo. Questo le potrà servire di regola. In questa sera è venuto qua il P. Provinciale. Il P. Vito di lui segretario è in Fieme in vece del medesimo Padre Provinciale, che fu infermo in Cles. Il P. Fortunato sta colla febbre in Metz Lombardo. Il P. P. A. 361 è quieto. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 2 agosto 1802.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2330. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. R.P.P.C.

358 Zattelli detta Torresana tessadra celibe. 359 Lorenzo Melchiori detto Cesco di Campo lomasino, uomo coniugato povero. 360 Consegnata al zio di Fra Modesto gli 11 agosto. 361 Pietro Antonio.

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Lo prego di consegnare al suo Padre Guardiano la qui rinchiusa più grossa362, e gli fo sapere, che oggidì ho spedito al P. lettore Davide suo degnissimo fratello un invoglio di libri venuto da Bassano: come pure, che iersera è giunto qua da Metz Lombardo il P. Provinciale. Supponendo poi, che avrà ricevuto un rotoletto di pezze da far tingere, mandatogli per mezzo del barbiero Giuseppe li 27 di giugno, e che gli sarà stato dato un mio previo viglietto circa il medesimo363, inserito nella gazzetta, nuovamente la prego de favore richiesto a nome del P. segretario, che ora sta in Cavalese. E tenendomene sicuro, lo riverisco, e mi dico. Trento 3 agosto 1802.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

2331. 1802

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Molto volentieri domani celebrerò la mia Messa all’altare del nostro gran taumaturgo Sant’Antonio di Padova in pro di V.R. e con vivo desiderio, che il medesimo Santo le impetri da Sua Divina Maestà le due grazie, che brama. Ho piacere, che V.R. faccia ricorso al Santo lodato, e spero, che le sarà giovevole, se non altro per non perdere la pazienza, ed il merito de’ suoi patimenti. Io gli dirò confidentemente, che quantunque le due prime grazie possano essere megate per motivi noti a Dio solo; non è così della terza, perché l’impazienza riesce di disgusto al medesimo Dio. Via dunque, proccuri V.R. di rassegnarsi alle divine disposizioni: ha patito molto sino al giorno d’oggi: e può credere, che non patirà più tanto, perché conta molti anni, e poi si consoli con quel Poi andremo in Paradiso. Se il destino vorrà, che io venga costà per la festa della Madre S. Chiara, non mancherò di riverirla. Frattanto la benedico in nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo. Amen. S. Bernardino 3 agosto 1802.

2332. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Il Padre Provinciale sta qui con noi, essendo andato per lui a Cavalese il P. segretario. Nello scorso mese di luglio ho fatto copia del nuovo regolamento cesareo rapporto al clero secolare, e Regolare, la quale riempie 42 pagine in 4° di mio carattere364. Ha del buono ecc. Per ora non dico altro. Io debbo andare ogni festa ad ascoltare le confessioni in s. Maddalena per il seminario vescovile anche in questo terzo anno. Iddio mi aiuti. Amen. Trento 3 agosto 1802, colla gazzetta.

2333. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.

In questa mattina sono stato nel Castello, e da monsignor Vicario gli ho impetrato la facoltà di assolvere semel una persona dai casi riservati vescovili: ed anche la straordinaria di poter dopo il giorno dell’Indulgenza d’Assisi assolvere que’ penitenti, che ascolterà, e non potrà assolvere nel detto giorno. Siccome poi tengo la patente

362 Diretta dal sig. dottore Lutti alla M: R. M. Maria Catterina Donati superiora del ven. convento della Visitazione.

363 Lo ha ricevuto, e consegnato ad un tintore. 364 La copia incomincia Sua Maestà si è. Finisce Baron Cazzan.

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confessionale del P. Francesco Maria da far prorogare in questo mese, e so, che nello stesso tempo fu spedita eziandio quella della P.V., così l’avviso, che la guardi, e veda quando sarà per finire, e spirare365. Per non moltiplicar lettere lo prego di far sapere al suo Padre Guardiano, che sono stato per fare quanto mi ha ingiunto appresso il sig. Gio. Fedrici, ma non l’ho ritrovato, essendo andato ai bagni di Abano. Anche la sig. Colomba di lui consorte manca da Trento, essendo in Cles. Supplirò quando ritorneranno366. Già debbo andare ogni festa a s. Maddalena per ascoltare le confessioni sagramentali: e quindi potrò facilmente sapere il loro ritorno, per essere vicina la loro casa. Tengo copia d’un nuovo regolamento cesareo per il clero secolare, e Regolare. Ha del buono. Rimette il Diffinitorio, cui ridona l’elezione de’ Guardiani. Vuole, che il Provinciale visiti li conventi, corregga i difettosi, faccia le necessarie traslocazioni ecc, ma con il consenso del vescovo ecc. Concede gli studi di teologia, e canonica ne’ conventi; ma vuole, che li professori ecc. Per ora non dico altro. I miei rispetti al Padre lettore ecc. Trento 4 agosto 1802367.

P.S. Qualora non lo sappia gli notifico io, che l’autore delle Decisioni de’ Casi di coscienza, detti Lambertiniani, o sia bolognesi, fu il P. F. Faustino Scarpazza Domenicano della Congregazione veneta del beato Giacomo Salomonio, nato in Crema città della Lombardia li 21 ottobre 1720 e morto in Treviso li 14 dicembre 1794. Egli fu molti anni lettore di filosofia, e teologia, maestro di novizzi, Priore, superiore della detta Congregazione, e vero Religioso. Tengo nelle mani la di lui Teologia morale, ossia compendio d’etica cristiana. Edizione terza, In Venezia 1801. Appresso Giuseppe Rossi qu. Bortolo, in 8°, tomi nove, scritta in lingua italiana. Io la credo buona, anzi ottima, e specialmente per li poveri uomini miei pari. Costa ventisei troni legata in rustico368.

2334. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Ultimamente vi ho scritto soltanto, che il nuovo regolamento cesareo del clero secolare, e Regolare ha del buono369. Ora vi aggiungo, che rimette il Diffinitorio, cui ridona l’elezione de’ Guardiani. Vuole, che il Provinciale visiti li conventi, corregga i difettosi, li punisca ecc. Che possa traslocare ecc. Il tutto però col consenso del vescovo, cui dà l’autorità del Generale. Concede nei conventi lo studio di teologia, e canonica, ma sotto professori ecc. e con autori ecc. Proibisce ai Religiosi l’accettare curazie perpetue, e vuole, che gli esposti ad tempus possano essere richiamati, e cambiati dai superiori. Che li superiori de’ monasteri non intraprendano verun affare d’importanza senza prima aver chiamato a consiglio di ciò i loro confratelli più dabbene, e più illuminati. Che il servizio divino si faccia come prima. Che i già esposti debbano entro tre mesi dichiararsi se vogliono ritornare o no ai loro conventi. Rende difficile il poter ricorrere alle Superiorità politiche ecc. dovendosi prima ricorrere al vescovo ecc. Vuole, che ogni anno i lettori espongano tesi pubbliche, e che le facciano stampare. Che il numero de’ laici sia proporzionato a quello de’ sacerdoti. Che niun convento venga

365 Furono ambidue prorogate da monsig. Vicario li 16 agosto 1802 ad triennium. 366 In casa Dusina. 367 P.S. Sappia il P. Guardiano, che l’olio è a soldi 26 la libbra. Ita Larcherus. 368 Si ha da Verona. 369 Monsig. Vicario Zambaiti li 16 agosto 1802 di mattina, ha ordinato al P. Provinciale nostro, me

praesente, et requirente, che metta in esecuzione un tal regolamento.

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soppresso senza la permissione speciale di Sua Maestà ecc. Trento 4 agosto 1802. Colla gazzetta.

Vi ringrazio del buon accoglimento fatto al mio neofito signor Girolamo Buonafortuna. Ringrazio pure il vostro Padre Guardiano dello stesso accoglimento.

P.S. Qualora non lo sappiate vi notifico io, che l’autore delle Decisioni ecc. ut num. 2333.

Oggidì 6 agosto il P. Provinciale è andato a Pergine; dove farà la visita, e poi ritornerà qua a Trento, ed in seguito andrà a Roveredo.

2335. 1802

Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare a misser Andrea Marzani di Vigolo esibitore del presente, per tanti coppi ecc. troni 47, dico troni quarantasette370. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 7 agosto 1802.

senza sigillo D’ordine del Padre Provinciale

F. Gio. Grisostomo da Volano Riformato di s. Francesco.

2336. 1802

A Monsignor Vicario Generale Capitolare. Pro memoria.

Sono per professare nel convento di Cles nel giorno primo del prossimo mese di settembre 1802 come chierici Fra Lodovico Sommavilla da Moena, e Frat’Antonio Cadrobbi da Pinedo.

Presentato da me li 16 agosto 1802 praesente P. Ministro Provinciali.

2337. 1802 Al P. lettore Davide tiarnitano. Campo.

R.P.L. F. Grisostomo ha ricevuto il grosso plico di lettere campestri, le ha fatte passare al

loro destino, ed assicura il P. Giuseppe Maria, che certamente in breve farà prorogare la di lui patente confessionale, onde possa continuare senza veruna interruzione il suo sacro ministero. Li riverisce tutti ecc. Trento 13 agosto 1802.

2338. 1802

A Monsignor Vicario Generale Capitolare di Trento. Pro memoria.

Il P. Bonaventura da Caldese prega, che siagli conceduta la facoltà d’assolvere una persona semel dai Casi riservati: ed il Padre Anacleto da Casezzo l’autorità di dispensare uno dell’impedimento ad petendum debitum ecc.

Concessit oretenus ut supra die 16 aug. 1802, Monsignor Vicario Generale Capitolare Zambaiti da me pregato.

370 N. 390 a quattrini 7 l’uno.

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2339. 1802

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. Le Grazie. R.P.S.L.G.C.S.N.

Monsignor Vicario in questa mattina da me pregato, ha conceduto, che la P.V.R. possa semel assolvere dai Casi riservati la persona sua penitente, per cui mi ha scritto. Spero, che avrà ricevuto di ritorno la sua sportella, giacché nell’undecimo giorno del corrente la ho consegnata, e raccomandata al zio di Fra Modesto di Lasino. Qui si fanno continue orazioni, e processioni per ottenere la necessarissima pioggia; ma non siamo degni, che il Signor Iddio ci esaudisca. Il caldo è intensissimo, e ci fa sudare continuamente, giorno, e notte. Il lodato monsignor Vicario oggidì ha ordinato al nostro Padre Provinciale, che metta in esecuzione il nuovo regolamento cesareo segnato li 25 marzo scaduto. I Guardiano dovransi eleggere dal medesimo Diffinitorio. Il P. Provinciale dovrà visitare i conventi, correggere i difettosi ecc. Gli studenti non dovranno andare a Insprugg ecc. Deo gratias. Trento 16 agosto 1802.

2340. 1802

Al P. Anacleto da Casezzo. Cles. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ieridì sono stato nel Castello, e da monsignor Vicario gli ho impetrato la chiesta facoltà per poter dispensare dall’impedimento ad petendum debitum ecc. quel suo disgraziato penitente. Ma l’avverto di non esser facile con gente di tal fatta. Io stento molto a scusarla, e non mi fido di essa più che tanto. Anche noi siamo in un continuo sudor, giorno, e notte. Facciamo continue orazioni, e processioni; ma non siamo degni, che il Signor Iddio ci ascolti. Converrà dunque ricorrere a santa perseveranza, ed a santa importunità, continuando a pregare finché otterremo l’intento. Il nostro Iddio è infinitamente buono, e misericordioso. Speriamo, che una volta ci esaudirà. Il Padre Provinciale ieridì ha ricevuto ordine da mons. Vicario Generale di mettere in esecuzione il nuovo regolamento cesareo, che ci favorisce in qualche parte. Deo gratias. Trento 17 agosto 1802.

2341. 1802

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta. Carissimo Fratello.

Ieridì il nostro P. Provinciale ricevette ordine da mons. Vicario Generale di mettere in esecuzione il regolamento cesareo, di cui già vi ho scritto. Ieridì pure la villa di Terres nell’Anaunia fiavonese restò incenerita. Qui sono continue le processioni al ss. Crocifisso per impetrare la necessarissima pioggia. Noi sudiamo continuamente, giorno, e notte. Io poi credo di non aver mai più patito tanto per il caldo, quanto patisco in quest’anno. Iddio ci abbia pietà, e misericordia. Amen. Trento 17 agosto 1802.

2342. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Gli rimando la sua patente confessionale prorogata ieridì ad triennium, insieme con quella del P. Francesco Maria di Panchiato: e gli fo sapere, che il P. Provinciale ieri da mons. Vicario Generale ha ricevuto ordine di eseguire il nuovo regolamento cesareo, di cui già gli ho fatto cenno: e che parimente ieridì la villa di Terres nel Contado di

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Flavone restò incenerita. Favoriscami di dire al P. Guardiano, che ho parlato colla sig. Colomba, e che il sig. Fedrici non è ancora ritornato. I miei rispetti al P. Lettore ecc. Trento 17 agosto 1802, in coperta.

2343. 1802

A Fra Marco Brunelli da Rango. Cavalese. Sia lodato Gesù Cristo.

Fra Gervasio vi saluta di cuore, e vi manda delle Madonnine in numero maggiore del ricercato. Vi prega poi, che vogliate fargli tagliar, ed avere circa sessanta pezzi di pini per la fontana371: ed anche un pò di legna. Ciò gli preme tanto, che vi prega un’altra volta, e vi aggiunge, che lo facciate per amore di Dio Signor nostro, e per carità fraterna. Quindi lo spera certamente, e senza fallo ecc. Trento 19 agosto 1802.

2344. 1802

Al P. Vitantonio da Cles segretario provinciale in Cavalese. R.P.P.C.S.L.G.C.

Ho consegnato a Fra Giammaria i sandali richiesti, dopo d’avere nuovamente legata coi due spaghi primieri la bocca del sacco, in cui stavano. Ho riposto nell’archivio provinciale gli attestati trasmessimi per li novizzi, dove staranno meglio, che altrove. Mi spiace, che la P.V.R. non possa continuare la sua assistenza al P. Provinciale, specialmente in questo tempo, in cui ne ha bisogno più che mai, atteso il nuovo regolamento cesareo: ma dall’altro canto ho piacere, che il convento di Fieme resti proveduto. Io ho fatto una copia intera del detto regolamento, e F. Luigi ne ha fatto un’altra. Il P. Provinciale tiene rodine di eseguirlo da monsig. Vicario: e quindi fu stabilito di tenere Capitolo provinciale nel prossimo settembre, in cui saranno eletti li diffinitori, e fatte le altre ordinazioni. Nella settimana prossima il predetto P. Provinciale andrà a Roveredo, ed in seguito in Arco. La dispensa romana per li due nostri chierici non è ancora comparsa. Nel terzo giorno del corrente da un tristo fu bruciata la casa dei manenti di san Tommaso presso Arco. Nel sedicesimo da un altro tristo tutta la villa di Terres372; e nel diciassettesimo tutta la villa di Flavone colle robe là portate dai Teresini. Queste disgrazie sono peggiori dell’aridità somma, che patiamo, perché sono effetto dell’iniquità degli uomini. Il Signor Iddio ci preservi da disgrazie ulteriori: mentre esibisco alla P.V.R. la mia povera servitù, e la riverisco divotamente. Trento 19 agosto 1802.

Il detto regolamento contiene, che Non sia più soppresso alcun convento senza l’espressa licenza di Sua Maestà. Che il P. Provinciale visiti li conventi, corregga, e castighi li difettosi. Che possa traslocare li Religiosi. Proibisce ai Frati l’accettare curazie perpetue. Vuole, che si rimetta il Diffinitorio. Che li Guardiani sino eletti dal medesimo Diffinitorio. Che i lettori facciano stampare le loro tesi. Che gli studenti non siano obbligati d’andare a Insprugg; ma possano studiare ne’

loro conventi sotto lettori approvati ecc. e con libri ecc. Che il vescovo sia in luogo del Generale, e che a lui sia fatto il primo ricorso dai

malcontenti dei superiori.

371 *Per confezionare canoni per il trasporto dell’acqua. 372 Rapporto a Teres, e Flavone non si sa di certo l’origine dell’incendio.

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Che i Guardiani negli affari d’importanza consultino i discreti ecc.

2345. 1802 Al P. Gio. Damasceno Guardiano di Campo.

R.P. Ho insinuato al sig. Fedrici quanto brama la P.V.R. rapporto alla limosina delle

Messe 18 bolzanine, ed ai tronetti. Egli mi ha risposto, che proccurerà circa i tronetti, e che non ha peranche sciolto il rotoletto bolzanino. Ella dunque frattanto potrà far conto di troni 36 senza pregiudicio del convento. Se sarà di più, sarà contato. Ai 16 del corrente fu incendiato Teres, ed ai 17 Flavone colle robe de’ teresini, da un tristo paesano. Il Signor Iddio ci guardi da mostri tali. Amen. Trento 19 agosto 1802.

2346. 1802

Al P. Amando da Covalo Guardiano. Arco. R.P.P.C.

Domani Fra Gervasio porterà l’inchiusami colla raccomandata cautela373. Godo sentendo, che la P.V.R. sta meglio, e bramo, che guarisca presto, ed interamente. Il P. Provinciale iersera è partito di qui con Fra Placido per imbarcarsi, ed andare a Roveredo, donde passerà presto a Arco. Egli, come ho già scritto li 16 al P. Bonaventura, tiene ordine d’eseguire il nuovo regolamento cesareo rapporto al clero secolare, e Regolare. Questo vuole, che non sia soppresso alcun convento senza l’espressa licenza di S.M. Che il P. Provinciale visiti li conventi, corregga, e castighi li difettosi. Che possa traslocare i Religiosi. Che sia rimesso il Diffinitorio. Che li Guardiani sieno eletti non dalla famiglia, ma dal Provinciale, e Diffinitorio. Che li Religiosi non possano accettare curazie perpetue. Che gli esposti ad tempus possano essere richiamati, e cambiati dai superiori. Che i Guardiani negli affari d’importanza consultino i discreti. Che il vescovo sia in luogo del Generale, e che a lui sia fatto il primo ricorso dai malcontenti de’ superiori claustrali, Che ne’ conventi possano esservi gli studi di teologia, e canonica sotto lettori approvati ecc. e con libri ecc. Che ogni anno i lettori stampino le loro tesi. Che il pubblico servizio divino nelle chiese può esser accordato come prima, col permesso dell’Ordinario ecc. ecc.

Ai 16 del corrente restò bruciato tutto Teres: ed ai 17 tutto Flavone. Perciò nell’Anaunia ora girano delle pattuglie per preservare le altre ville da somiglianti disgrazie. Qui tutti sudano straordinariamente giorno, e notte: fanno orazioni, e processioni: e mormorano de’ tronetti. Deus misereatur nostri. Amen. Trento 23 agosto 1802.

2347. 1802

Al Padre Giorgio da Cles Vicario. Melombardo. Rev. padre sia lodato Gesù Cristo.

Per servire gl’Ill.mi signori Stanchini, benefattori nostri singolari, ho intermesso alquanto le mie quotidiane occupazioni, ed ho dato una scorsa alle loro pergamene, che mi ha indirizzato la P.V. Elleno tutte contengono compre di pezze di terra, fatte dai sindaci della chiesa di san Martino di Livo, che trovai esistente anche nell’anno 1307. Furono scritte negli anni 1500, 1502, 1503, 1519, e 1529, al qual torno di tempo

373 A figlia di Giacomo Veronese fratello del P. Amando.

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appartiene anche quella, che per essere rotta non mostra l’anno, siccome rilevasi dal notaio, che la scrisse, e dal sindaco, che la fece scrivere.

I notari, che le scrissero furono due soli, cioè Simon filius quondam nobilis viri ser Federici notarii de Ballesteris de Tressio, publicus imperiali autoritate notarius, e Nicolaus Stanchina filius quondam ser Leonardi, olim ser Nicolai Stanchinae de Livo Plebis Livi vallis Solis Tridentinae diocesis, publicus imperiali autoritate notarius, ac iudex ordinarius.

Nelle medesime carte v’ha di singolare, che si dice: in stupa a fornello: in stupha a fornello: ed in coquina a focho: come pure, che nominandosi al solito i quattro confini delle dette pezze di terra scrivesi versus mane, versus meridiem, versus sero, versus nullam horam, il quale versus nulla horam, indicante la parte settentrionale non mi è mai occorso in tantissime altre carte, che ho letto di tanti altri notari, e paesi.

Con le predette carte si può emendare il manoscritto Catalogus nobilium Ruralium Vallium Annaniae, ac Solis anno 1529 compilatus Clesii a notario Iosepho de Sandris de Nano, poiché sotto la rubrica in Livo ha: Ioannes quondam Gulielmi Concadi, e la carta dello stesso anno 1529 dice: Iohannes quondam Gulielmi Coradi, sindaco della mentovata chiesa di san Martino. Il medesimo catalogo parimente sotto la rubrica in Livo, ed anche nella giunta dopo l’in Vermilio, dice soltanto Ser Rodegerius, e le carte livane dicono Ser Rodegerius quondam Nobilis viri ser Arnoldi de castro Zochuli plebis Livi, altro sindaco dell’accennata chiesa.

Io suppongo, che il notaio Niccolò Stanchina sia il ser Stanchina notarius riferito dopo Antonio Stanchina nel detto catalogo sotto la rubrica in Livo, piuttosto, che il ser Nicolaus Stanchina posto ivi sotto la rubrica in Terzolas. Altresì suppongo, che il rammentato Niccolò avo del notaio Niccolò Stanchina sia stato quel Nicolaus Stanchina, che nell’anno 1440 fu Massarius in vallibus Annaniae, ac Solis.

Non avendo altro da dire rapporto alle menzionate carte374, l’assicuro, che gliele rimanderò colla prima occasione opportuna, la prego de’ miei ossequi ai lodati Ill.mi signori, la riverisco, e resto. Trento S. Bernardino 23 agosto 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

2348. 1802

Al P. superiore del convento di Campo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

D’ordine del M.R.P. Provinciale, partito per Roveredo, e Arco, avviso la P.V.R. che prepari F. Pietro d’Alcantara per le prossime Ordinazioni autunnali, poiché ha stabilito di mandarlo al suddiaconato con Fra Luigi. Si aspetta risposta da Feltre, onde sapere, se quel vescovo terrà Ordinazioni. Altrimenti bisognerà fare la strada di Bressanone. Si aspetta pure la dispensa per F. Arcangelo, e F. Pio. Se verrà in tempo, andranno tutti insieme. Avverta, che F. Pietro porto l’attestato d’aver fatto gli esercizi spirituali, e che sia qui ai nove del prossimo settembre. Siccome nell’ultimo giorno dello spirante mese perderanno il loro corso, e valore i tronetti375; così ieri, ed anche oggi questa beccaria pubblica ricusò costantemente di riceverne in soddisfazione della carne già dataci. Non

374 Sono sette quasi tutte logore assai. Ho spedito la lettera, e le carte li 25 agosto, per Fratrem

Leonardum. 375 *Tronetto: Moneta coniata a Trento nel sec. XVI del valore di 12 carentani ed equivalente al

pezzo d’argento, chiamato Lira Tron in uso a Venezia: cfr. Battaglia, Grande Dizionario della lingua italiana.

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so quello, che succederà. Gli raccomando di non mancare rapporto a F. Pietro, e riverendolo mi dico. Trento 26 agosto 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2349. 1802

Al Padre Guardiano di Borgo. R.P.S.L.G.C.

Il M.R.P. Provinciale, ch’è partito per Roveredo, e Arco, ha lasciato ordine, che qualora in Feltre siano per esservi Ordinazioni nelle prossime Tempore, vadano là per essere ordinati suddiaconi F. Luigi di Cles, e F. Pietro Alcantarino di Meano: ed in caso, che venga la chiesta dispensa per esser ordinati sacerdoti, anche F. Arcangelo, e F. Pio. Si aspetta risposta favorevole da Feltre376: e quando sia tale, vorrebbesi, che qualche Padre borghigiano accompagnasse a Feltre gli accennati chierici. Ė dunque pregata di un tal favore la P.V.R. e confidandosi nella di Lei bontà, si spera di ottenerlo. Ma pure favorirà di darcene qualche avviso previo: e frattanto riverendola eziandio per parte del mio Padre Guardiano, mi professo. Trento 26 agosto 1802377.

Di V.P.R. Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

2350. 1802 A monsignor Vicario Generale Capitolare. Trento.

Pro memoria. Sono per vestire l’abito religioso come chierici nel convento di Mezzo Lombardo ai

31 di agosto 1802. Antonio Keller di Cles, d’anni 17: F. Francesco Mattia Sembianti di Vervò, e d’anni 24: F. Alessandro. Tommaso Piz di Fondo, d’anni 18. F. Floriano.

Non fu presentato, perché il Sembianti d’anni 24 ha cangiato vocazione.

2351. 1802 A monsignor Vicario Generale Capitolare. Trento.

Pro memoria. Vestirono l’abito religioso come chierici nel convento di Mezzo Lombardo ai 31 di

agosto del corrente anno 1802 Antonio Keller di Cles, e Tommaso Piz di Fondo.

Presentato li 3 settembre 1802 da me. Il Keller fu licenziato. Così pure il Piz378.

2352. 1802 Al P. Vitantonio da Cles segretario provinciale. Cavalese.

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.

376 Fu risposto, che probabilmente non vi saranno Ordinazioni, perché il vescovo è intenzionato

d’andare a Brescia sua patria. 377 Spedita li 28. 378 Nel 1767 in Roma fu sostituto fiscale generale l’avvocato Gennaro Pizzi.

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Siccome domani per commissione del Padre Provinciale, che ora sta in Arco, presenterò a monsignor Vicario i nomi de’ due novizzi vestiti ierlaltro in Mezzo Lombardo, cioè del Keller, e del Piz: così prego V.P.R. che voglia mandarmi li nomi, e cognomi de’ due pradazziani, che saranno vestiti costì ai 14 del corrente, affinché possa presentarli al lodato monsignore379. Il Sembianti di Vervò non è comparso, ed ha scritto, che ha cangiata la vocazione. Pazienza. Il P. Giangiuseppe, atteso il suo male di petto, è in viaggio per Arco: ed il P. Pierantonio andrassene a Mezzo Lombardo. La dispensa per li due nostri Diaconi destinati al sacerdozio, non è ancora venuta. Il corrispondente del sig. Conte canonico Pompeati ha scritto, ch’era difficile l’ottenerla per tanto: ma il lodato canonico gli ha subito riscritto, che ottenga almeno il possibile. F. Luigi, e F. Pietro Alcantarino sono destinati al suddiaconato. Si aspetta risposta da Feltre: ed in caso, che non sia favorevole, dovranno andare a Bressanone: Rapporto all’origine degl’incendi di Teres, e Flavone non si accordano le relazioni. Anche in Sardagna sonosi bruciate affatto tre case casualmente. La guerra de’tronetti è finita; ma n’è succeduta un’altra delle cedole. Siamo in Valle Lacrymarum. Ella proccuri di conservarsi sana a gloria di Dio Signor nostro, ed in pro della nostra povera Provincia: e per carità preghi il medesimo Signore anche per me, che riverendola divotamente mi professo. Trento 2 settembre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2353. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. In coperta. Ai PP. Riformati. R.P.

L’assicuro, che ho ricevuto con piacere il pacco di pezze tinte. Lo ringrazio, e gli prometto un’altra volta, che colla prima occasione opportuna farò soddisfare la spesa380. L’accerto altresì, che in breve gli manderò una copia fedele dell’indulto Piano rapporto all’Indulgenza porziuncolana trasferita alla domenica. E frattanto lo ringrazio replicatamente, lo riverisco, e resto. Trento 3 settembre 1802, di notte,

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

Nel 1453 visse Iacobus de Mediofrêi de Locha Vallis Leudri. Si cerca come vada letto quel Mediofrêi?

2354. 1802

Al P. Francesco Maria da Panchiato. Mezzo Lombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Monsignor Vicario Generale Capitolare, da me pregato, gli concede, che possa semel assolvere dal Caso settimo riservato dell’incesto, e della bestialità. Gli raccomando, che voglia mostrare del zelo particolare contra sì fatti eccessi. A vista della sua ho dovuto cangiare la lista de’ novizzi da presentarsi al lodato monsignore, cui ho

379 Pietro figlio di Cristoforo de Martin, nato gli 11 gennaio del 1785. Niccolò figlio del qm

Giambattista della Giacoma, nato li 10 luglio 1785. Figlio di padre, che andò per il mondo, e non si sa se sia più vivo, o morto. Nipote di un avo, che fu pazzo, e morì schiacciato in un bosco. Non furono vestiti nel detto giorno 14. Il Martini fu vestito in Cles ai 5 di ottobre col nome di F. Leopoldo, e con un soverino detto F. Ambrosio, di cognome Battisti. Il qual Battisti come inetto fu licenziato, e partì li 10 febbraio 1803. Poi rivestito.

380 Di 7 troni al tintore.

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notificato la mutazione del Sembianti. Mi spiace; ma spero, che il Signor Iddio supplirà. Leggo, che ai 14 del corrente in Cavalese saranno vestiti due pradazzani. La dispensa per F. Pio e F. Arcangelo non è ancora comparsa. Andranno al suddiaconato F. Luigi, e F Pietro Alcantarino, non so ancora se a Feltre, o a Bressanone. Mi raccomando, lo riverisco, e mi dico. Trento 3 settembre 1802, di notte.

Tutto suo F. Crisostomo.

2355. 1802

Al P. Romedio di Cles Guardiano di Metz Lombardo. R.P.

In contraccambio dell’inscrizione clesiana, che mi ha favorito la P.V.R., le mando il compendio della mia per il cardinale Ruffo, giacché lo desidera381. Non ho potuto farlo più ristretto. Nominate il conduttore senza dargli tutti li di lui titoli, forse non sarebbe stato aggradito. Per altro replico, che io non ho alcun impegno. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 3 settembre 1802.

Suo obb.mo servo F. Crisostomo.

2356. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Qui compiegato le spedisco quanto desidera. L’accerto poi, che oggidì ho presentato a monsignor Vicario i nomi de’ due novizzi vestiti a Mezzo Lombardo nell’ultimo giorno dello scaduto agosto: e che ho scritto a Cavalese, perché mi sieno mandati li nomi, e cognomi di que’ due pradazzani, che saranno vestiti là nel giorno 14 del corrente, per poterli parimente insinuare al lodato monsignore. Ho tralasciato il Sembianti, perché non è comparso. Non è ancora venuta risposta da Feltre, né da Roma. La prego della sua benedizione ecc. Trento 3 settembre 1802, in coperto.

2357. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. R.P.

Mi affretto di spedirle il rescritto Piano rapporto al Perdono d’Assisi, tratto dalla stampa fatta in Trento, ed inserito nella circolare vescovile indirizzata a tutti li parrochi per renderlo pubblico382. Stupisco per altro, che ora non si possa trovare costì tal circolare. Io prima di vedere la detta stampa ho veduto il memoriale, ed il rescritto manoscritto; ma soltanto di volo, perché contrario al mio sentimento: e quindi non mi ricordo i motivi addotti nel memoriale: e se la stampa, che sembra difettosa in qualche parte, sia in tutto uniforme al manoscritto. Merita riflesso quell’enuntiatis causis durantibus: ed anche il concessit, et indulsit. Un altro vescovo di Trento potrà rinunciare un tal indulto. Ma... Aggradisca la mia premura di renderla servita, e si conservi lungamente. Amen. Trento 3 settembre 1802, di notte.

381 To. 2, Inscript. 1797, 1798 382 Extat in nostro Kalendario tridentino Reformato parte 2, numero. 100, pag. 171, incipit Ex

Audientia.

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2358. 1802 All’Ufficio Circolare di Roveredo.

All’Inclito Imp. Reg. Ufficio Circolare di Roveredo. Il Provinciale de’ Francescani, che presentemente si trova in Arco, per altrui mano

risponde al clementissimo ordine de’ 26 agosto, segnato 4800/435 Eccl., che non ha mancato mai di dare le richieste risposte; e quindi ha pure risposto al Circolare decreto de’ 10 giugno Eccl. 3027/263 con lettera consegnata alla posta di Trento, e concepita ne’ seguenti termini.

All’Inclito Imp. Reg. Ufficio Circolare di Roveredo. Il Provinciale de’ Francescani ecc., come sopra num. 2292 sino al giugno 1802. A questo aggiunge ora, che in ossequio del decreto dell’eccelso Governo de’ 2

giugno, ricevuto nel luglio prossimo passato, ha senza veruna dilazione destinato all’assistenza spirituale degl’infermi nello spedale militare di Roveredo, il suddetto Padre Accursio, il quale parla eziandio la lingua tedesca.

Trento 4 settembre 1802. NB. La menzione, ut supra num. 2233. L’ordine de’ 26 giunse a Trento il primo di settembre. Fu subito spedito in Arco,

donde venne a me in questa sera oscura de’ 4. Comanda, che infallantemente entro 8 giorni risponda al decreto de’ 10 giugno.

2359. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

In questa stessa notte ho risposto all’Ufficio Circolare mandandogli una copia della già data risposta, colla giunta, che fu spedita per la posta nel giugno, ed anche con la giunta risguardante l’ospitale militare di Roveredo, servito dal P. Accursio. Mercoledì lo servirò col resto. Frattanto gli dico, che oggi è partito per Mezzo il P. Pierantonio, e che sono qui li PP. Giangiuseppe, e Vigilio, con F. Candido. Lo prego in frettissima della sua benedizione, e resto. Trento 4 settembre 1802.

Di V.P.M.R. P.S. Ieridì è morta la contessa Tonera, ed in questa notte passata fu portata a

Vigo383. Um.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

2360. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Roveredo. R.P.

Mantengo la parola mandandogli le sette lire di buona moneta per il tintore384. E pregandolo di poi accertarmi della ricevuta, lo ringrazio di bel nuovo del favore, e lo riverisco. Trento 5 settembre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

Lo prego di avvisare il P. Accursio, che lo renderò servito cum primum.

383 Fu portata nella sera de’ 4 con un carretto, accompagnata dal prete strignato sul carretto. Fu Carneria, moglie del Conte Matteo.

384 Date da Giacomo Fontanario, portate a Roveredo li 6 dal P. Giangiuseppe. Ricevuta dal P. Gio. Giacomo. Sotto num. 2405.

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2361. 1802

A monsignor Vicario Generale Capitolare di Trento. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Fra Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di san Francesco, inerendo al comunicatogli nuovo regolamento imperiale-regio del clero secolare, e Regolare, supplica riverentemente V.S.Ill.ma, e R.ma della licenza per poter convocare, e celebrare il Capitolo della Sua Provincia. Che della grazia ecc.

Presentato da me li 6 settembre 1802: dopo il vespro. Fu riscritto “Si concede a senso però dell’indicato regolamento. Segnato 6 settembre 1802. Zambaiti Vicario Generale Capitolare.

2362. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Ho insinuato ai Padri nominatimi (Guard. Filip. Sisin. e Cesario) quanto mi ha ingiunto la P.V.M.R. Eglino d’accordo sono di sentimento, che sarà meglio fissare la venuta de’ PP. vocali a Trento nel lunedì, e fare il Capitolo nel mercoledì: anzi credono, che attese le voci comuni d’imminenti variazioni di Stato, sarebbe meglio celebrare il detto Capitolo ancora dentro questo mese intorno a s. Matteo, acciocché i PP. possano essere ne’ loro conventi pel Rosario. Preme loro particolarmente quel giorno medio tra l’arrivo a Trento, e la celebrazione del Capitolo. Il perché già può immaginarselo la P.V.M.R. Oggidì ho presentato un memorialetto a monsignor Vicario per avere in scriptis la licenza di celebrare il detto Capitolo385: e domani manderò a riceverla.

Le spedisco la formola antica della citatoria della Congregazione intermedia, perché nel formolario provincialesco non v’ha la citatoria di Capitolo, appartenendo questo ne’ passati tempi al Commissario visitatore generale.

Fu risposto da Feltre, che quel vescovo non è sicuro di tenere Ordinazioni nelle prossime Tempore, intenzionato essendo d’andare a Brescia sua patria. Onde converrà, che i nostri due chierici suddiaconandi vadano a Bressanone.

Si manda con questo un commesso apposta per accelerare il negozio. Io scrivendo altrove per altro farò cenno dell’imminenza del prefato Capitolo. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 6 settembre 1802.

Gli spedisco la licenza ricevuta in questo giorno settimo. Potrebbe dare la circolare al latore della presente per Roveredo, Trento, Pergine, Borgo, Un’altra copia per Mezzo, e Cles. Ed un’altra per Cavalese.

2363. 1802

Al P. Accursio da Praghena. Roveredo. R.P.

F. Giangrisostomo l’assicura, che monsignor Vicario Generale ieridì ha conceduto alla P.V.R. la chiesta facoltà per assolvere semel un penitente dal Caso quarto riservato.

La ringrazia della premura, che ha per li suoi nipoti; ma non può risolversi di calare alla patria. Presentemente ha intenzione di scrivere al suo fratello don Benedetto, il quale dovrebbe essere più opportuno, ed efficace ecc. Crede, che dentro questo mese

385 Egli ha voluto, che sia chiesta in scriptis.

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sarà tenuto Capitolo provinciale in Trento. Ed in frettissima la riverisce ecc. Trento 6 settembre 1802. Colla gazzetta.

2364. 1802

Al P. Pietro Damiano Guardiano di Borgo. R.P.

F. Crisostomo ringrazia la P.V.R. della buona sua disposizione per accompagnare a Feltre i chierici ordinandi: e nello stesso tempo l’avviso, che non andranno là, perché quel vescovo pensa di trasferirsi a Brescia sua patria nel tempo delle Ordinazioni386. Le fa poi sapere, che probabilmente in questo mese, ed in questo convento si terrà Capitolo provinciale. Oggidì fu spedita la licenza di celebrarlo al P. Provinciale dimorante ancora in Arco. Finalmente la riverisce ecc. Trento 7 settembre 1802. Colla gazzetta.

2365. 1802

Al P. Vitantonio da Cles Vicario di Cavalese. R.P.L.I.C.

Penso bene di far sapere alla P.V.R. che oggidì ho spedito al P. Provinciale dimorante in Arco la licenza di fare il Capitolo provinciale, che celebrerassi probabilmente ancora in questo mese, ed in questo convento. Favorirà di prevenire il suo Padre Guardiano, acciocché possa essere pronto all’invito, e portar seco i conti ecc. Spero, che domani riceverò da Lei li nomi, e cognomi de’ novizzi nuovi, richiesti con altra mia dei due del corrente, per poterli presentare a monsig. Vicario; e riverendola mi dico. Trento 7 settembre 1802.

Di V.P.R. cui aggiungo, che gli ordinandi suddiaconi andranno a Bressanone, perché non è certo, che in Feltre sieno per esservi Ordinazioni, atteso che quel vescovo va a Brescia.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Crisostomo.

2366. 1802

Al P. Romedio da Cles Guardiano di Metz Lombardo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

Aggiugnendo alla mia raccolta l’iscrizione clesiana387, che ultimamente mi ha fatto tenere a stampa in lettere maiuscole la P.V., mi venne voglia di confrontarla colla gazzetta trentina; e quindi ne rilevai un gran divario. L’iscrizione fatta in rima, e lingua italiana388, terminando non so il perché latinamente, dice, che il Serenissimo Arciduca Giovanni d’Austria fu in Cles per andare in Tonale, die XV. Calend. Octob. MDCCCI, il che secondo il calendario premesso al Breviario romano, e secondo il Martirologio parimenti romano, vuol dire ai 17 di settembre. La gazzetta poi del 1801 foglio 83, de’ 20 ottobre in data di Cles 19 ottobre, asserisce, che il lodato Arciduca giunse a Cles li 18 ottobre, il qual giorno ne’ detti Calendario, e Martirologio si appella XV Kalendas Novembris. Io credo, e tengo per cosa certa certissima, che falli la iscrizione, e contenga un errore nel mese, dicendo Octob. in vece di Novemb389. Altrettanto non crederanno i

386 Monsig. Bernardo Maria Carenzoni monaco olivetano. 387 To. 2, Inscr. 1798. 388 Dal sig. Carlo Torresano assessore. 389 Per questo tra’ Casi rituali del 1803 ho messo il Caso di Almone in aprile. Il sig. Giacomantonio

Maffei nella storia dell’Anauna stampata nel 1805, pag. 116, ha notato l’errore a vista di questa mia.

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nostri posteri, ed i forestieri, li quali saggiamente supporranno fallante ogn’altra memoria contraria piuttosto, che la detta iscrizione contemporanea, e posta nel luogo, in cui succedette il caso riferito da essa. Mi spiace, che sia per accadere un tal disordine, e che non sono in grado d’impedirlo, se non se con avvisarne la P.V. cui sospiro di tutto cuore una vita lunga, e felice, dicendomi. Trento 9 settembre 1802.

Suo obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2367. 1802

Al P. Vitantonio da Cles Vicario in Cavalese. R.P.

Aggiungo a quanto gli ho scritto l’altrieri, che in questa sera ho ricevuto da leggere, e spedire la citatoria al Capitolo Provinciale390. Non veggendone alcuna copia per Cavalese, giudico bene di supplire per il caso, che non fosse stata spedita. Sappia dunque, che li PP. Guardiani dovranno essere in questo convento ai venti del corrente per capitolare nel giorno 22391. Il Signor Iddio per effetto della sua bontà infinita ci doni, che tale Capitolo riesca di sua maggior gloria, e di vantaggio alla nostra povera Provincia. Finalmente oggidì il medesimo Signor Iddio ci ha mandato una buona pioggia. Siane ringraziato. Lo riverisco, e sono. Trento 9 settembre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2368. 1802

Al P. Giuseppe Maria di Pradazzo. Campo. R.P.S.L.G.C.

F. Giangrisostomo gli fa sapere, che non ha ricevuto la di lui lettera dei tre: e che ha ricevuto quella dei cinque iersera di notte392: e quindi non può consegnar al latore della presente la licenza, che brama, perché non ancora la ha impetrata dal Castello ecc. Sebbene spera di ottenerla dopo il pranzo ecc. Sarà disposizione di Dio Signor nostro, che il delinquente debba aspettare, forse dopo d’avere troppo indugiato nel presentarsi alo sacro tribunale ecc. Alla più lunga la spedirà venerdì prossimo. Frattanto lo riverisce. Trento 10 settembre 1802.

2369. 1802

Alla cancelleria vescovile di Bressanone. Ego infrascriptus Minister, et servus Franciscanorum Provinciae Tridentinae Sancti

Vigilii, universis et singulis, ad quos spectat, notum facio, ac testor, quod dilecti in Christo Fratres Aloysius a Clesio, natus die nona martii anno 1781, et Petrus Alcantarensis a Meano, natus die sexta decembris anno 1780, ambo dictae Provinciae alumni solemniter professi, et acolythi, novissime spiritualisbus exercitiis vacarunt393. In

390 Fu tenuto Capitolo Provinciale nello stesso giorno 22 anche dai Padri Cappuccini tirolesi. 391 Giunse nella sera de’ 13 avanti della Circolare spedita da Arco per la posta, che non giunse

ancora nel detto giorno 13. 392 Ricevuta gli 11 di sera tarda. 393 Regulares ad Ordines promovendi praeter litteras obedientiales sui superioris, non teneantur

exhibere Ordinario fidem sui Baptismatis ad docendum de legitima aetate, dummodo in litteris obedientialibus exprimatur aetas. Sic expresse S.C. Concilii die 12 dec. 1733 in Brixinen. in Respons. ad

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quorum fidem praesentes literas dedi Tridenti in Conventu Sancti Bernardini die 10 septembris anno Domini 1802.

L.+S. Prov. F. Ioannes Evangelista a Stenico

Minister Provincialis.

2370. 1802 Al P. Giuseppe Maria. Campo.

R.P. Il R.mo sig. Provicario394 gli concede la chiesta facoltà d’assolvere semel una

persona dai Casi riservati ecc. Trento 10 settembre 1802, avanti ‘l pranzo. Così F. Grisostomo.

2371. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Campo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Ieri alle nove di mattina ho consegnato alla bottega monauniana una mia letterina colla chiesta licenza de’ Casi riservati per la P.V. giacché il tramessiero campense non era ancora stato là a pigliare la gazzetta. In caso, che qual fossesi smarrita, o non fossele ancora giunta, potrà servirsi di questa. Oggidì li due chierici ordinandi andranno a Metz Lombardo per poi passare a Bressanone. Andrà con loro il P. lettore Filippo, giacché non è venuto qua il P. lettore Davide, cui sarebbero stati affidati molto volentieri. Aspetto da Cavalese i nomi, e cognomi di que’ due Pradazzani, che saranno là vestiti ai 14 del corrente coi nomi di F. Ambrosio, e F. Leopoldo. Il Signor Iddio doni loro la perseveranza: ed abbia pietà di noi. Amen. Trento 11 settembre 1802. Scrivo questa giacché ritorna costì il Cesco.

2372. 1802

A chiunque. Vigore praesentium cum salutaris Obedientiae merito reverendus Pater Philippus a

Mediocorona actualis sacrosanctae theologiae lector hic Tridenti, et concionator, Brixinam se se conferet, una cum duobus Fratribus clericis Aloysio a Clesio, et Petro Alcantarensi a Meano, sacro subdiaconatsu Ordine initiandis: quibus ordinatis ad propria cum ipsis redibit. Commendatur idcirco humiliter, et enixe universis, et singulis benefactoribus, ad quos in via eundo, et redeundo ipsum divertere contigerit: eique seraphica benedictione communito, ut Deus Optimus Maximus comitem adiungat sanctum suum Angelum exoratur. Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die XI septembris anno Domini 1802.

L.+S. Fr. Ioan. Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum.

Questa Obbedienza fu chiesta dal P. lettore ma poi non presa dal medesimo, perché giudicata non necessaria. Partì da Trento gli undici sul mezzodì per Metz Lombardo.

2 dub. apud Thesaurum resolutionum S.C. Concilii To. 6 impress. Venetae. Così presso il Ferarri To. 6, Bibl. promptae verbo Ordo num. 86.

394 Anzi monsig. Vicario.

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2373. 1802 Al P. Amando da Covalo Guardiano. Arco.

Rev. Padre. L.I.C. Senza punto sapere dove collimino le intenzioni di chi cerca notizie rapporto a

questo R.mo Capitolo di Trento, rispondo brevemente ai quesiti proposti, Che tal Capitolo è formato da dicidotto Canonici. Che dieci di essi debbono essere sudditi austriaci, e otto sudditi trentini, tra’ quali

due cittadini di Trento. Che presentemente sono i seguenti.

Austriaci. Il barone Giangiacomo Pizzini di Roveredo. Il barone Luigi Pizzini di Roveredo. Il Conte di Spaur di Mezzo Lombardo. Il barone Buffa di Scurelle. Il Conte Khuen di Bellasio. Il Conte di Lodrone di Trento. Il barone Eyerle di Bolgiano. Il Conte Giuseppe d’Arsio di Revò. Il Conte Francesco Saverio d’Arsio di Arsio. Il Conte di Wolckenstein di Bolgiano.

Trentini. Il Conte Manci di Trento. Il barone Gentilotti di Trento. Il nob. Zambaiti di Trento. Il barone de Taxis di Trento. Il Conte di Terlago di Trento. Il Conte Pompeati di Trento. Il barone Trentini di Trento. Il nob. Sardagna di Trento.

Che le dignità di questo Capitolo sono tre sole, cioè il Decanato, la Prepositura, e l’Arcidiaconato. La prima viene conferita dal Papa. La seconda si nomina dal Conte del Tirolo. La terza si conferisce dal vescovo: dal quale si crea eziandio il Sommo Scolastico.

Che niuno degli accennati ha ottenuto il Canonicato col solo titolo di dottore, o laureato.

Finalmente, che rapporto al detto Capitolo potrà vedersi la Costituzione di Papa Benedetto XIV In supremo apostolatus solio, data in Roma li 24 marzo 1745, stampata in Trento nel 1746, e ristampata da me nel 1765, To. 4 Monument. Ecc. Trid. pag. 477, et seqq.

Desidero, che questo poco basti per rendere contenta quella persona di grado, da cui venne incombenzata la P.V.R. e riverendola resto. Trento 13 settembre 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servi in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

2374. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Campo. Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo S.N.

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Lo ringrazio vivamente della relazione, che mi ha dato rapporto alla bella cappella di Maria Santissima Nostra Signora, eretta nella campagna di Randena sotto Peluco; e l’avviso, che con piacere la ho inserita nella mia qualunque siasi Notitia Ecclesiarum Tridentinae Civitatis, ac Dioecesis, sotto il num. 1179. Mi spiace però, che trovomi necessitato di farle sapere, che quella inscrizione dee cancellarsi, poiché trovasi proibita dalla santa Sede apostolica. In fatti nell’Indice romano de’ libri proibiti stampato in Roma nel 1752, pag. 467 leggesi: Indulgenze stampate a Pistoia, ed in Guastalla per quelli che recitano l’Orazione, che comincia: Ave sanctissima Maria Mater Dei, Regina coeli etc. Nel decreto poi de apocryphis indulgentiis fatto dalla S.C. delle Indulgenze, e confermato dal ven. Innocenzio undecimo li 7 marzo 1678, che può leggersi nella Biblioteca pronta del nostro Padre Lucio Ferraris verbo Indulgentia art. 4, num. q. 15, e nella Dilucidazione privilegiorum del parimente nostro P. Diego d’Aragona, stampata in Roma l’anno 1750, e presso Gio. Celricato Erotem. eccl. edit. secundae venetae 1702, pag. 435 et seqq. sta: vel Pistorii, et Vastallae a recitantibus Orationem: Ave SS. Maria Mater Dei, Regina coeli etc. Io suppongo, che la proibizione cada sopra la Nota dell’Indulgenza: e quindi credo, che basterà cancellare la detta Nota: il che potrà farsi senza veruna offesa de’ fedeli, e senza punto scemare il culto a Maria Santissima Nostra Signora. Stupisco per altro, che ciò finora non sia stato avvertito da veruno, e specialmente da quello, che nell’anno 1782 rinnovò la detta inscrizione: e contento d’averne avvisato la P.V., rimetto il negozio alla di Lei prudenza395; e riverendola mi dico. Trento 16 settembre 1802.

Suo div. servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2375. 1802

Al P. lettore Filippo Panizza da Mezzo Tedesco. Bolgiano. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Giacché la P.V.R. si ritrova costì, è pregata dal nostro Padre Provinciale, che voglia destramente ricercare, come que’ Padri intendano le cose a noi oscure del noto regolamento nuovo? Se abbiano cominciato ad eseguirlo? e come? In una parola tutto ciò, che nelle presenti circostanze potrà giovarci. Confido nel di Lei zelo per il bene della nostra santa Madre Provincia: e bramando, che ritorni qua presto, sana, e contenta396, con entrambi li suoi discepoli, la riverisco, e mi professo. Trento 16 settembre 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Trento. Extra. Al Rev. Padre in Cristo padrone colendissimo Il Padre Filippo Panizza397 da Mezzo Tedesco degno lettore teologo, e predicatore francescano Riformato. Al suo arrivo. Bolgiano Ai Padri Francescani.

395 Ne ho parlato al sig. Provicario Menghino sedendo con lui alla mensa; ma senza pro. 396 Fu di ritorno in Trento li 23 settembre co’ chierici ordinati suddiaconi. 397 I tedeschi lo scrivono Banizza.

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2376. 1802 Al P. Cirillo Dusini da Cles. Campo.

R.P.S.L.G.C. Ho pregato F. Gio. Maria Terziario di Fieme perché mi porti da Venezia le bramate

Lezioni, e gli ho dato un mio viglietto per memoria. Se in fatti le porterà, sarò sollecito per fargliele tenere398. Rapporto alle Lezioni de infra octavam SS. Angelorum non posso servirlo, perché non ne ho, e credo, che non mai sieno state stampate dal Monauni. Se non le avrà essendo fuori convento, potrà replicare quelle della festa. Gli sospiro una perfetta sanità, lo riverisco, e gli raccomando la qui inchiusa. L.D.O.M. Trento 18 settembre 1802.

2377. 1802

Al P. Francesco Maria da Panchiato. Melombardo. Rev. padre Sia lodato Gesù Cristo.

F. Gio. Grisostomo gli fa sapere, che il R.mo signor Provicario Generale Capitolare gli concede la chiesta facoltà per assolvere semel quel socero, che rem habuit cum nuru. Gli raccomanda di avvertire, che non sia un recidivo, e lo riverisco ecc. Trento 19 settembre 1802.

2378. 1802

Al P. Prosdocimo da Cavalese Vicario. Pergine. Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo.

Il Re.mo signor Provicario Generale, da me pregato, concede alla P.V.R. la chiesta facoltà di dispensare dall’impedimento ad petendum debitum quella donna, che consentiente, immo compellente proprio marito, ha più volte peccato con un suo compadre. Circa poi l’altro Caso dello spergiuro giudiciale senza danno del terzo, le confesso, che non ho ardito di parlare col lodato signor Provicario, perché non lo trovo nella tabella de’ Casi riservati nella nostra diocesi, pubblicata ultimamente, cioè nell’anno 1785, li 12 dicembre. Se le occorrerà eziandio in seguito qualche bisogno del mio servizio, me lo notifichi, che lo farò volentieri, mentre riverendola mi dico. Trento 19 settembre 1802.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

2379. 1802

Io sottoscritto pregato raccomando alla carità de’ Religiosi tutti del mio Ordine Filippo Gioannini399 di Povo esibitore del presente, uomo onesto, e benefattore nostro, che intraprende il viaggio di Roma per suoi interessi di rimarco. Dato in Trento nel convento di s. Bernardino li 28 settembre 1802.

L.+S. F. Gio. Evangelista da Stenico Provinciale de’ Minori Osservanti Riformati di s. Francesco.

Lettera 2379 accompagnatoria per eventuale ospitalità nei conventi durante il viaggio a Roma, scritta dal Tovazzi letterario del Padre. Provinciale.

398 Fu risposto da Venezia, che ora non vi sono, e che conviene aspettare la nuova ristampa. 399 Gioannini detto Migolo, mesadro de’ Conti Saracini in Povo, il quale nel 1805 mi ha detto, che

questo viglietto gli ha giovato.

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2380. 1802 Al P. Massimo da Volano. Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Vi sospiro un buon, e felice governo400, e non dico altro, perché non ho tempo, né

lena da scrivere. Oggidì sono stato a s. Michele: debbo ritornare domani, ed anche venerdì per incominciarvi lo straordinario, malgrado le altre mie occupazioni premurose. Pregate il Signor Iddio per me, che io lo pregherò per Voi. Amen. Trento 28 settembre 1802, colla gazzetta.

2381. 1802

Ad Antonio de’ Gaspari. Sardagna. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Vi faccio sapere, che dal mio Padre Provinciale ho incombenza di parlarvi rapporto, ed in ordine alla buona intenzione, che già tempo gli avete insinuato di voler servire a Dio per puro amore del medesimo Dio, e dell’anima vostra, infra di noi poveri Riformati di san Francesco. Venite dunque da me più presto, che potete,mentre io vi aspetto, e vi saluto cordialmente. Dal convento di san Bernardino appresso Trento li 30 settembre 1802401.

Vostro affez.mo in Cristo Fra Gio. Grisostomo da Volano Riformato.

Extra: Alle mani dell’onesto giovine Antonio quondam Giacomo de’ Gaspari Sardagna.

2382. 1802

Al P. Presidente dell’ospizio di s. Elisabetta. Bressanone. Admodun Rev. ac religiosissime Pater.

Cum ex dispensatione SS. D. N. Pii Papae Septimi super defectu aetatis canonicae, signata Romae die 17 proxime praeteriti mensis septembris, noster Frater Ioannes Pius a Mohena Diaconus, post diem quintum futuri novembris ad sacrum presbyteratus Ordinem promoveri possit, rogo te P.A.R. ut ad celsissimum, et R.mum D.D. episcopum principemque brixinensem ire velis, ac meo nomine ab ipso humillime petere, an, et quonam die praefatum nostrum Diaconum sacedotio initiare dignabitur. Nota, et pluries experta laudati antistitis begnignitas, et seraphica P.T.A.R.402 charitas, gratum responsum mihi promittunt. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die prima octobris A.D. 1802403.

A.R.P.T. Devinctissimus servus in Domino F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum

E Tridento Extra. Adm. Rev. av Religiosissimo Patri

Patri Superiori FF. Franciscanorum Brixinae

ad s. Elisabetham.

400 *P. Massimo era stato eletto Guardiano del convento di Borgo. 401 Spedita li 30 per Baptistam Fontanarium sartorem. 402 * = Paternitatis Tuae Admodum Reverendae. 403 Spedita li 2 ottobre.

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2383. 1802

Al P. Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale. Pergine. M.R.P. Benedicite.

Nello scorso venerdì dopo il pranzo sono stato due volte alla cella di V.P.M.R., ho girato per tutto il convento , anche sotto i volti, ed ho dimandato di lei per poter baciarle la mano; ma senza ottenere il mio intento, perché non la ho trovata. Ritornato poi al convento ho ricevuto da F. Floriano le chiavi, e le carte. Iersera ho pubblicato le Tavole. Finora non sono capitati li candidati di Carano, e di Sardagna, quantunque io abbia scritto li 30 settembre a quello di Sardagna, e che venga presto. La futura partenza di F. Gervasio preme assai a F. Feliciano, e ci fa temere, che sia per patire, attesa la sua età. Buono però, che lo stesso F. Gervasio ha fatto delle buone memorie per il suo successore404, e che lo lascia ben provveduto: come pure, che mostra di patire volentieri. Il vestir qui un Terziario, che sia sempre in giro viene disapprovato: e vorrebbesi, che prima di farlo girare facesse un pò di ritiro religioso. Dello stesso sentimento son anch’io, e sono stato sempre. Quindi mi prenderò la libertà di avvisare il P. Guardiano, che almeno per alcuni mesi faccia conto di non averlo per mandarlo fuori: e così potrà anche meglio servire al cuoco, ed all’ortolano. La prego genuflesso della sua paterna benedizione: e resto. Trento 5 ottobre 1802, di mattina405.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito. F. Gio. Grisostomo.

2384. 1802

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo, colla gazzetta. R.P.

Avviso, ed assicuro la P.V.R. che oggidì col mezzo di due nostri Religiosi (F. Gervasio, e F. Pio) ho spedito al P. Provinciale, ora residente in Pergine, la di Lei lettera406. Lo stesso ho fatto con quella del P. diffinitore Pietro Paolo portatami dal signor Girolamo Buonasorte nel giorno corrente. La riverisco ecc. Trento 5 ottobre 1802, di notte.

2385. 1802

Al medesimo Padre Vicario di Roveredo. R.P.

Qui sta una riverente risposta del P. Provinciale all’Ill.mo signor Conte (Gaetano) de’ Manci rapporto a quanto gli ha scritto la P.V.R., favorita di presentarglierla, sicura, che il detto Padre Provinciale si mostra non ostinato; ma bensì disposto a fare quello, che verrà replicato. Suppongo, che domani l’accennato P. Provinciale partirà da Pergine per Borgo: e riverendola mi dico. Trento 6 ottobre 1802, di notte407.

2386. 1802

Al R.mo signor Pro-Vicario Generale di Trento. Promemoria.

404 F. Santo d’Isfruzzo. 405 Spedita li 5 di sera. 406 Circa il Fumanello. 407 Spedita li 7 ottobre

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Furono vestiti per novizzi chierici nel convento di Cles ai cinque del corrente ottobre 1802.

F. Leopoldo Martini da Pradazzo, e F. Ambrosio Battisti da Sovero. Sta poi per professare come chierico agli undici del predetto mese d’ottobre 1802

nel convento di san Bernardino appresso Trento F. Casimiro Gerio da Pergine. Presentato dal P. Cesario li 10 ottobre 1802. Nota. Professò nel detto giorno medesimo nelle mani del P. Cesario da Mezzo

Lombardo delegato provinciale. Il Battisti come affatto inetto, essendo anche vecchio, fu licenziato, e partì li 10 febbraio 1803. Parente del P. Battisti Filippino. Fu rivestito li 30 marzo 1803 in Cavalese.

2387. 1802

Al P. Gio. Evangelista M.P. Borgo. M.R.P. Benedicite.

Ieridì col P. Paolo sono giunti qua F. Valentino, Fra Casimiro, e due chierici clesiani. Oggidì poi sono partiti per Roveredo tutti questi, eccettuato il solo F. Casimiro, che lunedì, a Dio piacendo, farà qui la sua solenne professione408. Al detto P. Paolo ho consegnato la lettera della P.V.M.R. per il sig. Conte manci, inchiusa in una mia al P. Vicario Michelangelo. La ho mostrata al solo P. lettore Filippo, perché il P. Custode non è ancora venuto. Piacque tanto al detto P. lettore, che mi fece coraggio per ispedirla subito, e si offerse di trascriverla, come in fatti la trascrisse in netto per memoria. Nella prossima domenica farò tenere al signor Provicario un mio promemoria, notificandogli, che in Cles ai cinque del corrente furono vestiti F. Leopoldo Martini da Pradazzo, e F. Ambrosio Battisti da Sovero: come pure, che lunedì farà qui la sua professione il detto F. Casimiro. Il P. Prosdocimo mi ha detto, che sarebbe stato meglio il dare l’autorità de’ casi riservati al P. Raffaele, perché si suppone, che avrà da fare più, che il P. Amando, e sarà più stabile. Nella nuova lista delle feste solenni manca quella della SS. Trinità, che potrà mettervisi ad mentem. Con dispiacere ho inteso, che il novizio Piz di Fondo non ha salute per durare tra noi. Li candidati di Sardagna, e Carano per Terziari non sono ancora comparsi. La prego della sua benedizione paterna, e resto. Trento 7 ottobre alle 10 di mattina.

Suo Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo e suddito Così è anche oggi 8 ottobre alle 10 di mattina. Eziandio al P. lettore Sisinnio piace

molto la lettera al Mancio.

2388. 1802 Al P. Michel Angelo Vicario di Roveredo.

R.P. Spero che ieridì avrà ricevuto dal P. Paolo una mia con un’inchiusa per lì’Ill.mo

sig. Conte Manci. E bramando un buon effetto della medesima lo riverisco ecc. Trento 8 ottobre 1802, colla gazzetta.

2389. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Borgo.

408 La fece me praesente.

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M.R.P. Benedicite. In questa sera ho ricevuto il grosso plico di lettere indirittomi dalla P.V.M.R. Onde

le rispondo, che nella carta da me scritta nel Capitolo tra le nuove Ordinazioni non v’ha cenno alcuno de’ giorni carnevaleschi: e mi ricordo, che sebbene sia stato parlato di essi, in fine fu conchiuso di non fare alcuna novità. Spedirò le dette Ordinazioni quando l P.V.M.R. mi favorirà rispondendomi circa la giunta della festa della SS. Trinità. In questa stessa sera ho ricevuto un dispaccio dell’Officio Circolare409 dato in Roveredo li 30 settembre con entro la notificazione datagli nel giorno 28 dal P. Diffinitore Pietro Paolo delle elezioni capitolari, con ordine, che uniscasi alla medesima il Decreto vescovile, con cui fu confermato l’atto d’elezione, onde poter poi in seguito sottoporre il tutto alla cognizione dell’eccelso Governo. A questo si premette: “Siccome in forza del § 6 del nuovo regolamento sovrano segnato da S.M. sotto i 25 marzo anno corrente, l’elezione de’ Capitoli provinciali non ottiene il pieno suo vigore, se prima non sia stata confermata dal rispettivo R.mo Ordinariato, perciò in supplemento dell’acchiusa notificazione sarà unito anche il Decreto ecc.”. Non avendo potuto ritrovarlo nel provincialato, dove lo vidi una volta, domani andrò dal signor Provicario, e lo pregherò di replicarla. Tengo preparata la quitanza per il sale; ma non so cosa scrivere per il trasporto del medesimo. Da Bressanone non è ancora venuta risposta. Genuflesso la prego della sua benedizione ecc. Trento 10 ottobre 1802.

2390. 1802

Ad Antonio de’ Gaspari qm Giacomo. Sardagna. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Mi spiace, che non ho ancora potuto parlarvi410. L’incombenza, che io tengo dal Padre Provinciale si è, d’insinuarvi, che qualora vi contentaste di servire al Signor Iddio tra di noi coll’abito, e grado di Terziario commensale, sareste accettato, e vestito presto. Qualunque sia la vostra risoluzione, fatemela sapere, e senza ritardo, perché la stagione opportuna delle nostre vestizioni si avanza di troppo verso il suo fine. Attendo dunque una vostra risposta, e vi saluto. Trento, san Bernardino gli 11 ottobre 1802411.

Fra Gio. Grisostomo da Volano Riformato di s. Francesco.

Extra. All’onesto giovine ecc. ut supra num. 2381.

2391. 1802 Quitanza.

Io infrascritto attesto d’avere ricevuto a titolo di limosina dall’Imp. Reg. Ufficio della salara di Halla 18, dico dicidotto sacchi di sale per l’anno 1803.

Idest Sacchi 18. L.+S. F. Gio. Evangelista da Stenico Provinciale

de’ Francescani di Trento. Vedi sotto num. 2432.

409 Segnato 5611/494 Eccl. 410 Questo giovine venne da me li 13 di mattina, disposto di essere Terziario. Quindi subito ho scritto

al P. Provinciale dimorante in Borgo con data di s. Michele. 411 Spedita subito.

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2392. 1802. Al P. Michel Angelo Vicario di Roveredo. Colla gazzetta.

R.P. Il P. Giangiacomo mi ha detto, che non mandi più costà la gazzetta trentina, se non

vienmi un nuovo ordine412. Quindi lo prego di avvisarmi presto, se debba, o no mandarla nell’avvenire, ed a nome di chi. Lo riverisco ecc. Trento 12 ottobre 1802.

Fu risposto a voce, che non la mandi più. Cessai dunque di mandarla li 19 ottobre.

2393. 1802. Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Borgo.

M.R.P. Benedicite. Ieridì F. Casimiro ha fatto qui la sua professione solenne. La funzione riuscì bene.

Oggidì è partito con F. Constantino per Roveredo. Il P. Wenceslao sta colla febbre, che non gli ha permesso il celebrare oggidì. Col consenso del P. Custode, ritornato ieri, ho aggiunto la festa della ss. Trinità alla lista delle altre solenni; ed ho cominciata la spedizione della circolare, e delle Ordinazioni capitolari. Dal R.mo sig. Provicario aspetto il decreto, che mi ha promesso ieri, da mandare all’Officio Circolare. Domani partirà di qui per Arco il P. lettore Vigilio con F. Lodovico: e per Campo il P. Guardiano Anacleto col P. Benedetto supplimentario413. Il P. Giangiacomo in questa mattina è partito per Mezzo con F. Domenico Terziario. Lo prego di risposta rapporto al sale, come lo voglia condotto, e della sua paterna benedizione414. Trento 12 ottobre 1802, colla gazzetta.

Ho replicato un mio viglietto al candidato di Sardagna, ed aspetto risposta.

2394. 1802 Alla sig. Fraila Maria Maddalena Schreck. Trento.

Ill.ma sig. sig. padrona colendissima F. Giangrisostomo umilissimo servidore di V.S.Ill.ma le fa sapere, che domani non

potrà venire a servirle415, come fu concertato, perché sarà impegnato nel confessionale. Perciò ha mandato a san Bernardino affinché in sua vece venga il P. Vicario. Quindi spera, che all’ora stabilita sarà costì416. E riserbandosi di venire a riverirle nella prossima domenica, dopo che avrà servito Santa Maddalena417, fa loro un riverente inchino ecc. S. Chiara 13 ottobre 1802.

2395. 1802

Al P. superiore del convento di Pergine. Rev. Padre. L.I.C.

Oggidì ho ricevuto riscontro da Bressanone, che quel benignissimo vescovo ordinerà sacerdote il nostro Fra Gio. Pio nel prossimo novembre: e che perciò si porti là nel quinto giorno del medesimo mese. Adunque la P.V.R. ordini al detto chierico, che faccia subito gli esercizi spirituali, e coll’attestato de’ medesimi sia qui nel giorno di mercoledì 27 del corrente, per poter sostenere con comodo gli esami, e ricavare dalla

412 Per cinque sante Messe. 413 Per Campo sono partiti oggi 12 ottobre e per Arco li 14 perché ai 13 pioveva. 414 Vedi sotto num. 2416. 415 Cioè ad ascoltare le loro confessioni, celebrare, e comunicarle. 416 Andò li 15 di mattina P. Gaudenzio. 417 *A confessare nella parrocchia omonima.

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cancelleria ecclesiastica gli attestati necessari. Confido nella di lei attenzione, e riverendola resto. Trento 15 ottobre 1802418.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano d’ordine ecc.

2396. 1802

All’Officio Circolare di Roveredo. All’Inclito imp. reg. Uffizio Circolare.

di Roveredo. Il Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia419 rimandando la notificazione de’

28 settembre prossimo passato, le unisce la conferma autentica del R.mo Ordinariato, richiesta con dispaccio de’ 30 del detto mese, segnato 5611/494 Eccl.

Trento 13 ottobre 1802.

2397. 1802 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Borgo.

M. Rev. Padre Benedicite. Oggidì ho ricevuto risposta da Bressanone, che quel buon vescovo, dopo i cinque

del prossimo mese di novembre, ordinerà il nostro F. Gio. Pio: e quindi ho scritto a Pergine, che venga qua li 27 del corrente. Domani manderò alla posta per l’Uffizio Circolare di Roveredo la richiesta conferma dell’Ordinario, consistente nelle copie, tratte dagli originali della cancelleria vescovile, autenticate dal sig. cancelliere Cloch, e danti la supplica della P.V.M.R, della conferma degli eletti, e dell’assenso di poter fare le mutazioni nel corrente ottobre. Io non ho chiesta la seconda, ma fu posta ultroneamente sul foglio della prima. La notificazione pure del P. diffinitore Pietro Paolo accenna, che il regolamento prescrive di dare soltanto i nomi degli eletti. Ma conviene chinare il capo. Ho spedito la circolare colle Ordinazioni nuove per Cles, Mezzo, Arco, e Roveredo. Col consenso del P. Custode differisco la spedizione delle altre copie, perché li Religiosi420 rapporto a certi capi si mostrano assai malcontenti, come le scriverà lo stesso P. Custode, il quale risponderalle pure rapporto al P. lettore Vigilio, ch’è partito ieri di qui per Roveredo. Aspetto l’obbedienza per il Terziario di Sardagna: e baciandole riverentemente le sacre mani, la prego della sua benedizione paterna. Amen. Trento 15 ottobre 1802, colla gazzetta.

2398. 1802

Al P. Vito Antonio di Cles Guardiano di Cles. R.P.

Prego la P.V.R. d’inserire nel Libro del noviziato la qui compiegata memoria della solenne professa di Fra Casimiro da Pergine: e poi con comodo farmi tenere la nota de’ novizzi, che trovansi costì. Mi ricordo, che nell’archivio provinciale si conserva un di Lei sacchetto. Glielo spedirò quando potrà pigliarlo il Terziario suo. Frattanto mi raccomando, la riverisco, e mi professo. Trento 16 ottobre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

418 Pervenne a Pergine subito. 419 Così è chiamato dai circolaristi di Roveredo. 420 Giuseppe Antonio.

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2399. 1802 Al P. Raffaele de’ Bianchi da Lardaro. Pergine.

R.P.S.L.G.C. In vigore di quanto mi ha insinuato il P. Vicario Prosdocimo ho scritto nel giorno 7

del corrente al P. Provinciale, che dia l’autorità de’ Casi riservati per le donne alla P.V.R. levandola al P. Vicario Amando, il quale non ne avrà tanto bisogno: e quindi spero, che lo farà421. In caso contrario mi avvisi, che la servirò impetrandogliela per le confessioni generali. Frattanto domani, pranzando nel seminario vescovile col signor Provicario, gliela otterrò pro una vice, ed alla più lunga gliela spedirò mercoledì per la posta. Oggidì parimente per la posta ho scritto al di Lei P. superiore locale, perché faccia fare subito gli esercizi spirituali a F. Gio. Pio, e che poi li 27 del corrente lo mandi qua per poter andare a Bressanone a ricevere il presbiterato. In caso, che la mia letterina si arenasse, o si perdesse, prego la P.S. di supplire con questa. Il P. Wenceslao sta qui ancora colla febbre. Mi raccomando in precibus, e la riverisco. Trento 16 ottobre 1802, alle 10 di mattina.

P.S. Siccome questa giugnerà costà innanzi dell’altra mia spedita per la posta; così farà bene avvisando il detto P. superiore, e il P. lettore, o il chierico Gio. Pio di quanto ho scritto rapporto alle Ordinazioni.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2400. 1802

Al P. Ermanno Siller d’Insprugg. Bressanone. Admodum Reverende, ac Religiosissime Pater.

Acceptis literis A.R.P.T. nulla prorsus interposita mora, eas per pro-secretarium meum422 ad istud R.mum Officium ecclesiasticum misi, a quo heic interclusum expetitum rescriptum manu R.mi domini Iosephi Antonii de Menghin Provicarii Generalis Capitularis exaratum pro vestro clerico Fratre Disma Tutzer423 unterinensi retuli. Gratias autem debitas agens tibi pro impetrato benignissimo responso celsissimi, ac R.mi brixinensis quo ad nostrum Diaconum Fratrem Ioannem Pium, qui nisi Deo Optimo Maximo aliter disposuerit, et voluerit, die quinta proximi novembris erit Brixinae cum Patre Ioanne Antonio fratre suo germano, me ad quaecumque servitia, et obsequia tibi praestanda paratum adsero, et ut diu bene valeas ex corde opto. Tridenti in coenobio s. Bernardini die 16 octobris A.D. 1802424.

A.R.P.T. Deditissimus servus in Christo F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

E Tridento. Extra. Admodum Rev. ac Religiosissimo Patri

421 Lo ha fatto subito. 422 P. Provincialis fuit Burgi. Ego ivi, et feci quod hic dicitur. 423 Alii scribunt Tuzer. Est aetatis an. 23, habetque dispensationem episcopalem delegatam pro

persbyteratu ad titulum mensae. Est statura modicus. 424 Dedi officio postae die 17 hora cir. 10 matutina. Posta dedit Fratri Dismae ipsomet die post

vesperas, me suggerente. Venit Tridentum eodem die. Habet quinque annos conversionis, seu Religionis, estque professor grammaticae in gymnasio Hallensi. In clerologio Tridentino anni 1803 dicitur Dismas Futzer Unterhini aetatis an. 24, verbo Unterhinum.

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Patri Hermanno Siller ab Oeniponte Lectori Theol. ac superiori dignissimo PP. Franciscanorum.

Brixinae ad s. Elisabetham

Il rescritto è questo: “Attentis exposituis Frater Dismas Unterhini natus ab hac dioecesi perpetuo dimittitur, ita ut in dioecesi Brixinensi, in qua susceptus est, ad sacros Ordines promoveri possit, et in ea servitia sua valeat praestare.

Signatum 16 octobris 1802. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis. Si dice Attentis espositis perché il vescovo di Bressanone non ha voluto ordinare

Fra Disma senza le dimissorie del vescovo trentino originario, benché tali dimissorie a tenore delle leggi canoniche, e della pratica comune non fossero necessarie. Ma sappiasi, che F. Disma non è professo e per essere ordinato ha la dispensa apostolica dall’età canonica. Così mi ha detto egli.

2401. 1802

Al P. Raffaele da Lardaro. Pergine. R.P.S.L.G.C.

Ricordevole di quanto gli ho scritto ieri lo avviso, ed accerto, che il R.mo signor Provicario, da me pregato, gli accorda la facoltà per assolvere semel una persona dai Casi riservati nella nostra diocesi. Voglia Iddio Signor nostro clementissimo, che non abbia mai più bisogno di tale facoltà, perché cos’ non sarebbe tanto gravemente offeso. Ma se anche gliene occorresse il bisogno, io sarò sempre pronto per servirlo. Frattanto lo riverisco, e resto. Trento 17 ottobre 1802425.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2402. 1802

Ad Antonio quondam Giacomo de’ Gaspari. Sardagna. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

In questa sera ho ricevuto da Borgo di Valsugana la qui compiegata obbedienza. In vigore della medesima, se verrete da noi, sarete vestito del nostro sacro abito in questo convento426. Ma debbo avvertirvi d’ordine del Padre Provinciale, che per il panno nuovo del detto abito, ed altro spettante al vestito, facciate prima la carità di deporre quaranta (NB cinquanta) fiorini appresso, e nelle mani del signor Giambattista Tommaselli mercante a san Pietro in Trento: come pure, che portiate con Voi la fede autentica del Battesimo: quella della Cresima427, che potrà esservi fatta dal vostro gudazzo: e quella de’ vostri costumi, fattavi dal molto rev. signor curato. Voglio sperare, che avrete ancora la già manifestatami buona risoluzione: e che perciò verrete, e farete volentieri quanto vi ho suggerito; e salutandovi di tutto cuore mi soscrivo. Trento, nel convento di san Bernardino li 17 ottobre 1802.

425 Spedita li 18 mattina. 426 Che venga nella sera de’ 19 almeno. Sia vestito nella mattina de’ 22 e detto Fra Ladislao. Venne

la detta sera dopo il vespro. 427 Fu cresimato nel castello di Trento avanti l’anno 1796, tenuto dal sig. Conte Pietro Sizzo per

procuratorem famulum eius. Nacque li 29 settembre 1780 alle sei di mattina, e fu battezzato nello stesso giorno in s. Maria Maggiore dal parroco Angeli, e nominato Michele Antonio. Venne da me nella mattina de’ 18.

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Vostro affett.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano diffinitore, e prosegretario provinciale.

Io delegato dal P. Guardiano l’ho vestito li 22 ottobre 1802 dopo il Mattutino, presenti tutti li Religiosi avanti l’altar maggiore.

2403. 1802

Noi sottoscritte abbadessa, e Vicaria del monastero di s. Michele dell’Ordine di Santa Chiara fuori di Trento, attestiamo d’avere ricevuto dall’imp. reg. Uffizio della salara di Halla ventinove centenari di libbre in diecinove sacchi di sale per l’anno 1803.

Idest sacchi 19. L.+S. Suor Maria Rosa Riccabona abbadessa

Suor Maria Barbara Maccani Vicaria428.

2404. 1802 Al P. Stanislao Küepach Guardiano di Alla d’Insprugg.

Admodum Reverende, ac Religioisissime Pater. Data occasione opportuna Religiosi Fratris Dismae Tuzeri isthuc redeuntis, mitto ad

te P.A.R. binas hasce apochas429 pro sale regio Provinciae huius nostrae, ac monasterii sancti Michaelis nomine accipiendo430. De modo autem, quo huc transvehendum erit, scribam alio die, quando ipsum mihi suggeret Pater Provincialis, nunc Burgi in Ausugio inferiori degens. Vale. Dabam Tridenti apud s. Bernardinum die 18 octobris A.D. 1802431.

A.R.P.T. Humillimus servus in Domino F. Ioannes Chrysostomus de Avolano Definitor et Pro secretarius Provincialis.

E Tridento. Extra. Admodum Reverendo, ac Religiosissimo Patri

Patri Stanislao Küepach Ordinis Minorum Reformatorum S. P. N. Francisci, lectori tehol. concionatori et Guardiano dignissimo

Insprugg Hallam

ad PP. Franciscanos.

2405. 1802 Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare troni 7, dico troni sette, a

Giacomo Fontanari esibitore del presente432. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 18 ottobre 1802.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

428 La quitanza tedesca del 1804 per il 1805 è sottoscritta da Suor Maria Barbara Maccani

abbadessa.. Suor Maria Giuseffa Perugini Vicaria. Col sigillo ostiale [*cioè a forma di ostia]. 429 * Ricevute, quietanze. 430 Dedi eidem Dismae die 19 octobris. 431 Ipse scribit Halae. Sigillum etiam habet. Sigillum Guard. Convent. Halens. B.M.V. Angel. In

tedesco scrive Hall. 432 Vedi sopra num. 2360. Gli ha dati effettivamente.

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2406. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Borgo. M.R.P. Benedicite.

Spero, che questo dispaccio non recherà ulteriore disturbo alla P.S.M.R., giacché colla lettera di sabato avrà calmato la burrasca. Oggidì fu da me il Gaspari. Gli ho dato l’obbedienza, e l’ho fatto provare l’abito. Ritornerà domani a sera, per poi vestire il detto abito. Subito non può dare li 40 fiorini al Tommaselli; ma li darà dopo la vendita del suo brascato. Mi spiace, che la P.V.M.R. patisca tanto nella sanità; e la prego di proccurarne la guarigione. Venga qua a Trento più presto, che può, e si metta in quiete. La prego di risposta circa la condotta del sale, e circa la spedizione della sua circolare: come pure della paterna sua benedizione ecc. Trento 18 ottobre 1802.

NB. Il menzionato dispaccio è dell’Officio Circolare di Roveredo, dato li 14 ottobre e segnato 5837/132 Scuole. Parla del P. Fumanelli catechista.

2407. 1802

Il signor Gio. Battista Tommaselli è pregato di dare troni 60, dico troni sessanta di buona moneta, all’Ill.mo, e R.mo signor canonico Conte de’ Pompeati. Che della carità il signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 19 ottobre 1802.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Li detti troni 60 debbonsi al signor canonico per le spese fatte in Roma dal di lui amico nell’ottenere li due Brevi Piani, di cui sopra num. 2272 e 2284. Il viglietto non fu prodotto, perché il Tommaselli non tiene buona moneta. Per causa delle monete vi vollero troni 70. Il canonico donò li 35 di F. Pio.

2408. 1802

Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano. A.R.P.

Literas hasce patentes433 pro R.P. Gelasio ad te mitto P.A.R. quia sic me monuit vester Frater Dismas Tuzer, qui heri me praesente illas petiit ab ista Curia ecclesiastica. Vale. Dabam Tridenti apud s. Bernardinum die 20 octobris 1802434.

A.R.P.T. Humillimus servus in Cristo F. Io. Chrysostomus de Avolano.

Extra. Admodum Reverendo, ac Religiosissimo Patri Guardiano Franciscanorum

Bulsani ad PP. Franciscanos

2409. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Borgo. M. R. Padre Benedicite.

433 Literae confessionales pro Tractu Athesino superiori ad triennium datae die 19 oct. a Provicario.

Patri Gelasio Penz, qui fuit confessarius in Triden. dioecesi alio tempore, amisitque priores literas. Nunc ab alia dioecesi venit.

434 Spedita li 22 ottobre.

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In questa mattina, subito dopo il Mattutino abbiamo dato l’abito terziariale ad Antonio de’ Gaspari, ora nominato Fra Ladislao da Sardagna, nato li 29 settembre 1780. Nella stessa mattina è morto in Trento il nostro benemerentissimo sig. barone Carlo Salvadori, assistito dal nostro Fra Pietro. In assenza del di lui confessore sono stato chiamato io, benché dopo fatta la confessione venne il detto confessore prete Pietro Savoy. In tal congiuntura il sig. medico Montel mi parlò ultroneamente contra lo stabilito rapporto al suono delle sante Messe. Per queste, e per le altre lagnanze, e per le novità imminenti del Governo, che si possono temere attesa la lettura della gazzetta odierna, io credo, che sarebbe bene tralasciare il capitolo, che tocca le campane. Mi rimetto però, e sto attendendo gli ordini della P.V.M.R. per eseguirli. Bramo ardentemente d’intendere, che sia guarita: e pregandola della sua paterna benedizione mi professo. Trento 22 ottobre 1802.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

P.S. Questi Padri, tra’ quali anche il P. Custode, che domani partirà per Roveredo col P. Guardiano Lorenzo, sono di parere, che sarebbe bene il vestire subito de’ novizzi435, quantunque non ancora capaci della lingua latina, giacché vi sono candidati di tal sorta, e dicesi, che il nuovo Governo comincerà nel primo giorno del prossimo dicembre436, e sospenderà la vestizione. Dicono, che lo studio di Pergine si potrebbe unire a quello di Trento, e che potrebbonsi vestire anche a Mezzo. La P.S.M.R. faccia quello, che le inspirerà il Signor Iddio.

Li Padri Emmanuele, Patrizio, Romedio, e Giuseppe Maria sono partiti da qui per il loro destino.

2410. 1802

Al Padre Guardiano di Cles437. R.P.

F. Grisostomo gli manda questo libro, che ultimamente gli fu posto nella cella non so da chi438, vedendo, che appartiene alla libreria clesiana si sant’Antonio: e lo riverisce. Trento 23 ottobre 1802. Ieridì è morto in Trento per male di punta439 il sig. barone Carlo Salvadori, assistito da Fra Pietro. Io ho ascoltato l’ultima di lui confessione, essendo fuori di Trento il confessore del medesimo don Pietro Savoy d’Altorivo cappellano dell’ospitale tedesco.

2411. 1802

Al P. Geremia da Borgo Guardiano di Mezzo Lombardo. Rev. Padre.

L’esibitore della presente, detto Giuseppe Maria Bonelli di Carano, battezzato li 23 gennaio 1771 ed accettato per nostro Terziario commensale dal M.R.P. Provinciale, doveva essere vestito qui nel primo, od almeno ne’ primi giorni del corrente mese. Ma non essendo venuto, perché trattenuto da certi impegni col suo padrone (Giazzera)440,

435 Furono accettati, e vestiti subito per chierici dodici novizzi. 436 Cominciò li 6 nov. 1802,ma non fece novità, perché soltanto provisorio. Venne il Conte

Bissingen. 437 Vitantonio di Cles. 438 Dal P. lettore Sisinnio. 439 Polmonite. 440 Capitò nella sera de’ 23 ottobre.

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ieri ho vestito un altro nominato Fra Ladislao da Sardagna, con ordine del lodato Padre Provinciale, che sopravvenendo il Bonelli, lo mandi ad essere vestito costì in Mezzo Lombardo. Adunque la P.V.R. cui scriverà in breve il detto Padre Provinciale, siccome mi ha promesso, abbia la bontà di vestirlo, o farlo vestire sotto il nome, e patrocinio di san Valerio vescovo di Treveri, e discepolo di san Pietro Apostolo, rammentato dal Martirologio romano li 29 gennaio441. Da quanto mi ha detto Fra Vincenzo suppongo, che non le mancherà un abito. Trattengo qui la fede del Battesimo, ed anche il prezzo del vestiario. Confido, che farà quanto le insinuo d’ordine espresso del sopra lodato Padre Provinciale; e riverendola resto. Trento 23 ottobre 1802.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Provinciale ai 26 partirà da Borgo per Pergine. Div. servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano.

2412. 1802

P.S. Al detto Padre Guardiano. Qualora non gli arrivasse la lettera del P. Francesco Felice di Campodenno, che gli

ho spedito ieri per la posta, l’avviso io, che il detto Padre aspetta il carretto per ritornare a Mezzo Lombardo. Con tal occasione F. Vincenzo gli spedirà il panno per il Terziario novizio. Il P. Provinciale ha fatto qualche cangiamento nelle novità riprovate.

2413. 1802

Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese. Rev. Padre lettore, padrone mio colendissimo.

Ho ricevuto il Diurno per F. Lodovico da Moena, che mi ha indirizzato la P.V.R. e quindi l’avviso, ed accerto, che colla prima occasione lo spedirò al suo destino442. Ho scritto anch’io a Venezia per avere Lezioni, e supplimenti nuovi; ma fummi risposto in scriptis, che ora non ve ne sono, e conviene aspettare una nuova ristampa. Qui compiegata le mando la richiesta lista, e nota de’ neoprofessi chierici, e laici: e le fo sapere, che il P. Benedetto di san Lugano ritornato da Campo sabato sera (23 ottobre) fu là parecchi giorni soltanto come supplimentario del P. Wenceslao da Pradazzo arenato qui per causa di malattia443. Ieridì è partito per Gardolo alla cerca del vino. Quando ritornerà gli recherò il cordiale di Lei saluto. Posdomani verrà da Pergine Fra Gio. Pio di Moena444, il quale ai cinque dell’imminente novembre dovrà trovarsi a Bressanone per essere ordinato sacerdote ai sette, mercé la dispensa Piana di mesi quindici, e giorni dieci. Accompagnerallo il P. Giannantonio di lui fratello degnissimo. Domani s’avvierà da Borgo per Pergine il P. Provinciale445. Il candidato Giuseppe Maria Bonelli di Carano è arrivato qua troppo tardi (nella sera de’ 23). Perciò ai 22 ho vestito qui Terziario Fra Ladislao de’ Gaspari da Sardagna, e ieridì ho spedito il detto Bonelli a Mezzo Lombardo, acciocché sia vestito in quel convento col nome di Fra Valerio. Il P. Giuseppe Maria fu presente all’ingresso di sua sorella Marianna nel monastero di santa Chiara446. Padre lettore, i tuoni, che si sentono, minacciano tempesta. Preghiamo Iddio

441 Fu vestito li 27 ottobre mercoledì. Lo depose li 26 gennaio 1803 ad istanza de’ signori Lutterotti

di Salorno. 442 Spedito li 2 nov. per Pedrottum molitorem. 443 Partì per Campo li 4 nov. il P. Wenceslao. 444 Venne li 26. 445 Venne da Borgo a Trento li 26. 446 Li 21 ottobre.

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Signor nostro clementissimo, che ci usi delle sue misericordie. Amen. Trento 25 ottobre 1802. Senza soscrizione per mancanza di carta.

2414. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Pergine. M.R.P. Benedicite.

Suppongo, che avrà ricevuto la mia de’ 22 coll’avviso della vestizione di Fra Ladislao. Con questa le fo sapere, che nella sera de’ 23 finalmente giunse qui il candidato di Carano Giuseppe Maria Bonelli, nato li 23 gennaio 1771, ed io con una mia nel giorno 24 l’ho spedito a Mezzo Lombardo perché sia vestito là sotto il nome di Fra Valerio, a tenore dell’ordine datomi dal P.V.M.R. Egli ha lasciato qui (presso il sig. Tommaselli) li 40 fiorini (in cedole). Nel detto giorno poi 24 fu qui da me il candidato dei Masi di Cavalese Bartolommeo di Giampietro a replicare le sue istanze per essere vestito Terziario447: ed anche Gasparo Thaller di Falesna d’anni 30 circa, che vorrebbe essere Frate nostro. Ad entrambi ho promesso d’insinuarli alla P.V.M.R. senza prometter loro la grazia, benché paiami che il primo la meriterebbe. Ho parlato col sig. Provicario circa il P. Vigilio, ed esso mi ha detto, che da noi si potrebbe dissimulare ecc. Differisco ancora la spedizione della sua circolare, sapendo, che sarà qui presto Ella stessa: e supplicandola della sua serafica benedizione mi protesto. Trento 25 ottobre 1802.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbed.mo suddito F. Grisostomo.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------- Promemoria. Al M. Illustre sig. Francesco Domenico Manenti mercante di lane in Venezia a s. Cassano nel 1802. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

2415. 1802

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. Rev. Padre lettore S.L.G.C.

In assenza di Fra Pietro, ch’è nella cerca in Gardolo, avviso io la P.V.R. che il Giacomo ha saldato i debiti presso il Tommaselli, e le mercantesse Boscarole di Santa Maddalena, col danaro, che teneva depositato, e coll’altro venutogli dal Rivano. Coll’avanzo poi, che fu di soli cinque traieri, ha ricevuto cinque fizzoletti di carta fina da lettera448. Qui compiegata le spedisco la ricevuta delle Boscarole, e separatamente il rotolo della detta carta. Spero, che la P.V.R. continuerà in buona salute, ed esibendomele la riverisco, e mi professo. Trento 25 ottobre 1802.

Della P.V.R. Div.mo, obb.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2416. 1802 Al Padre Guardiano di Ala d’Insprugg.

Admodum Reverendo patri Guardiano Hallensi F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Sub datum die 18 huiusce mensis per Religiosum Fratrem Dismam Tuzerum tuum misi ad te, P.A.R. binas apochas pro regio sale accipiendo: tuncque promisi alio die

447 d’anni 23 circa. Ritornò nel primo di nov. e gli 8 dic. 1802. 448 da G.B. Tommaselli.

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scribere de modo ipsum ad nos transvehendi. Nunc igitur ad mentem mei Patris Provincialis notum tibi facio, quod simul ac sciemus abs te, idem sal in promptu esse, committere ipsius transvectionem huic teloniario, seu doganerio non cunctabimur. Quapropter, ut hanc etiam molestiam nos monendi pro Deo Optimo Maximo amore sustinere non graveris rogamus, et obsecramus449. Vale. Datum Tridenti in conventu s. Bernardini die 26 octobris 1802.

La mansione come sopra num. 2404.

2417. 1802 Alla cancelleria vescovile di Bressanone.

Ego infrascriptus Minister Franciscanorum Provinciae Tridentinae sancti Vigilii, universis, et singulis, ad quos spectat, fidem facio, ac testor, quod dilectus in Christo Frater Ioannes Pius a Mohena, eiusdem Provinciae alumnus, natus die 15 februarii anno 1780, Diaconus a die 25 aprilis huisce anni 1802 et a ss. D.N. Pio Papa septimo dispensatus die 17 proxime praeteriti septembris quo ad defectum quindecim mensium, ac dierum decem aetatis canonicae pro presbyteratus, pluries in suscepto Diaconatus Ordine ministravit, ac novissime per octiduum spiritualibus exercitiis vacavit. In quorum fidem praesentes literas dedi Tridenti in conventu sancti Bernardini die 29 octobris A. D. 1802.

L.+S. F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis ut supra.

2418. 1802

Al P. Giangiacomo da Tiarno. Mezzo Lombardo. Rev. Padre.

Mi riesce nuovo, e sembra quasi incredibile, che lo stampatore Monauni non tenga più alcuna copia venale de’ quattro tomi del fu nostro Padre Benedetto Bonelli risguardanti la storia della Chiesa di Trento, benché sappia, che furono ricercati eziandio da altri450. Io non tengo altro, che una copia per questa nostra libreria: e siccome ho promesso ieridì al sig. canonico don Lorenzo Gressler, o sia Wolfango; così prometto anche alla P.V.R., che andando alla città li cercherò io pure presso il detto Monauni, ed in caso, che veramente non li tenga, gli raccomanderò, che venendogliele alle mani,giacché certuni non letterati si privano de’ libri per acquistare de’ danari, me ne renda tosto avvisato. Non posso fare di più per servire la nostra benemantissima Prelatura di san Michele451, ed anche la P.V.R. cui fo riverenza, professandomi. Trento 28 ottobre 1802452.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2419. 1802

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello. L.I.C.

449 Ha risposto li 5 nov. Ricevuta da me gli undici. 450 Li Monauni hanno risposto anche a me, che non ne tengono più nel giorno 15 di nov. 1802. 451 Il sig. Decano di essa. 452 Spedita li 2 nov. per Tertiarium Fratrem Ludovicum.

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Qui piove continuamente. La Fersina cresciuta di molto ci fa temere rovine. I coperti non istagnano più453. I viaggiatori non possono proseguire i loro viaggi: ed i destinati per Bressanone alle Ordinazioni (P. Gio. Ant. e F. Gio. Pio) temono di non poter arrivarvi a tempo. Buono, che il P. Provinciale giunse qua dirittamente da Borgo nella sera, benché piovosa, de’ 26. Malgrado le mie moltiplicate istanze non ho ancora potuto vedere una riga stampata de’ miei Direttori dallo stampatore Monauni. Onde temo, ch’eziandio in quest’anno ve gli spedirò tardi454. Vi abbraccio con fraterno affetto ecc. Trento 29 ottobre 1802. Colla gazzetta.

2420. 1802

Vigore praesentium cum salutaris obedientiae merito venerandus Pater Frater Ioannes Antonius a Mohena concionator, Brixinam se se conferet una cum Fratre Ioanne Pio Diacono fratre suo germano, sacro presbyteratus Ordine initiando, quo ordinato ad propria cum ipso redibit455. etc. etc. Datum etc. die 31 octobris Anno Domini 1802. Il resto e l’ommesso come sopra num. 2372.

2421. 1802

Al P. Gio. Antonio da Moena. Bressanone. Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.C.

Dopo la sua partenza (d’oggidì) mi è venuto in mente, che forse costì saprassi se sia vivo, o morto, e dove presentemente si ritrovi il signor Vincenzo Spadea delle Dame napolitano, che fu qui più volte come negoziante di cordelle nell’anno 1800, e 1801, e ci fece fare diverse devozioni. Lo prego dunque di ricercare destramente in codeste contrade le notizie predette, cioè in Bressanone, ed in Bolgiano. Si bramano esse non solamente da me; ma eziandio da altri di Roveredo, che mi hanno scritto456. Siccome oggidì è cessata finalmente la pioggia457; così spero, che il Signor Iddio gli darà meno tristo il restante del suo viaggio, ed il ritorno, che lo desidero in breve. Frattanto lo riverisco insieme col suo amato fratello, e mi dico. Trento 1 novembre 1802.

Tutto suo di cuore F. Gio. Grisostomo.

Extra. Reverendo in Christo Patri Iohanni Antonio de Mohena concionatori Ordinis FF. Minorum Reformatorum sancti Francisci

Bressanone Brixinam

ad s. Elisabetham

2422. 1802

453 Cominciò la pioggia li 25. Cessò nella notte avanti il primo di nov. dopo che nevicò su li monti di

Vigolo, e Povo. Ma piovette ancora nel giorno primo di nov. Nel 2 ancora. Poi cessò. 454 Accepi primum folium dioecesani in sero diei 9 nov. 1802. 455 Partì da Trento nel primo di nov. Arrivò a Bressanone li 5. Fu in Trento di ritorno li 12 al pranzo.

Celebrò la sua prima Messa bassa il P. Pio li 9 nov. martedì, in Bolgiano. Fu ordinato li 7 domenica. Partì per Pergine li 14 di sera.

456 Nulla sanno dello Spadea li bressanonesi, e bolgianesi nostri da molto tempo. Siamo creditori noi, e lo sono anche li nostri roveretani. Lo stesso Spadea è ritornato a Trento li 15 febbraio 1803 e fu da me li 16. Viaggiò a Salisburgo, Bamberga, e Francfurt.

457 Piovette ancora nel primo e secondo. Il 3 fu bello, chiaro, e soliato (soleggiato). Così il 4 5,6,7 e segg.

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Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria signori nostri clementissimi ci benedicano

Troppo sono sollecite per me le riverenze loro: e quindi accrescono a dismisura i miei debiti. Sebbene già sanno la mia povertà, e che sono fallito. Ad ogni modo prometto loro, che quando il Cielo si serenerà, e che potrò avere un compagno, verrò a riverirle: e ciò più presto, che potrò, innanzi che venga il crudo inverno458. Io spero, che troverò ancora viva459, e abbastanza sana eziandio la M. Gioseffaloisia, e molto più la M. Anna Francesca. Che se mai altramente disponesse Iddio Signor nostro, confido, che ci troveremo in paradiso, dove siamo aspettati da tanti Santi.

Rapporto alla difficoltà, che prova la R.V. io la compatisco sinceramente; ma non so come liberarla, e sollevarla. Ciò non ostante la esorto, che la sopporti come una penitenza impostale dal Signor Iddio: e di credere in oltre, che tal penitenza non sia eccessiva. Dicalo al medesimo Iddio, che vuole sopportarla come tale, e lo preghi, che le doni la forza necessaria. Pensi, che ogni giorno può essere l’ultimo; e stia sicura, che con tal riflesso anzi che patire, goda di meritare. Non posso dirle di più. Bramo, che questo poco le arrechi almeno qualche conforto: e ripromettendole la promessa visita, sospiro a tutte e tre la più grande ed efficace benedizione di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 2 novembre 1802.

2423. 1802

Al P. Vitantonio da Cles Guardiano. Cles. R.P.P.C.

Ho ricevuto il pacchetto di tabacco, che la P.V.R. mi ha indirizzato, e lo terrò finché mi verrà insinuato a chi debba darlo, perché il P. lettore Filippo non ha voluto accettarlo, non sapendo d’averne alcun merito460. L’assicuro,che ho riposto nell’archivio provinciale quanto mi ha mandato rapporto ai neo-professi (F. Candido, F. Lodovico, F. Antonio). La ringrazio della nota de’ quattro novizzi ultimamente vestiti (Leopoldo, Ambrosio, Floriano, e Francesco) ed anche delle notizie risguardanti monsignor Niccolò Rosetti, la quale mi serve per conferma di quanto ho scritto di lui l’anno 1792 nella mia Mitrologia tridentina al capo 156, dove riferisco, che fu vescovo di Boiano nel regno di Napoli l’anno 1780 e fu visitato dal signor don Gio. Maria Rosetti di Taio461.Domani mattina darò a Fra Domenico il di Lei Breviario, ed il sacchetto, che stava nel detto archivio a di Lei disposizione. Le raccomando la pazienza coi novizzi di nuovo conio, attesa la novità eziandio de’ tempi; ed esibendole tutto quel poco, che posso, la riverisco, e mi professo. Trento 14 novembre 1802.

F. Gio. Pio fu ordinato sacerdote in Bressanone li sette del corrente. Suo obbl.mo servo, ed amico F. Crisostomo.

2424. 1802

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.P.C.

Due volte il P. Giangiacomo mi ha favorito col far tingere costì delle pezze per la M. Badessa di Bressanone, cui professiamo delle obbligazioni per causa de’ nostri

458 Fui die 4 nov. per accidens. 459 Iterum data fuit Extrema Unctio Iosephae Aloysiae die 6 nov. 1802. 460 Tabacco spedito dal P. Ilario a Trento al Padre lettore. 461 Questo prete è morto in età d’anni 76 nel 1803, avanti l’aprile.

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chierici, che là debbono andare per essere ordinati. Ora non essendo più costì l’accennato P. Giangiacomo ardisco di pregare V.P.R. che voglia avere la bontà di far tingere il qui annesso terzo rotolo della lodata Badessa, e di proccuarre, che ritorni alle mie mani avanti li 28 del prossimo dicembre, in cui se Iddio Signor nostro non disporrà diversamente partirà per Bressanone un altro nostro chierico462. Per quanto so gli altri due rotoli furono tinti dal signor Masotti. Favorirà poi di avvisarmi del debito, ed assicurandola, che sarà puntualmente soddisfatto, come si praticò con gli altri, la prego di scusare l’incomodo, e la riverisco. Trento 14 novembre 1802463.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Grisostomo.

2425. 1801

Al P. Lattanzio Petenato da Moena. Cavalese. R.P.P.C.S.L.G.C.

Ho sentito con piacere l’elogio fatto dalla P.V.R. al Terziario Fra Michele di Viarago, ed ho ringraziato il Signor Iddio, che ci abbia dato un soggetto di tanto merito. L’ho poi raccomandato al Padre Provinciale; ma in vano, perché, come già le sarà noto, fu stabilito di non più dare il cappuccio ai vestiti per Terziari. Io però non dispero, che col tempo non possa succedere qualche cangiamento delle ultime risoluzioni, e credo, che la P.V.R. potrà frattanto consolarsi, sapendo, che il detto F. Michele si trova impiegato nella cucina464, cosa per altro cappucciesca, e potendo sperare, che sarà eziandio senza cappuccio adoperato alla porta, ed alle questue con vantaggio della santa Madre Religione, e con edificazione del secolo. Mi congratulo finalmente colla P.V.R. che sia giunta ad essere il pro-seniore della nostra Provincia, ed augurandole anche il seniorato per molti anni, mi raccomando in precibus, la riverisco divotamente, e mi dico. Trento 15 novembre 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

P.S. Favorisca di avvisare il P. Vicario Ilario dai Bampi, che qui sta il tabacco da lui mandato a Cles colla direzione al P. Lettore in Trento: e che sto aspettando da lui a chi debba darlo, perché questo P. Lettore Filippo non vuole accettarlo, non sapendo d’averne alcun merito,né d’averlo chiesto.

2426. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles. R.P.S.L.G.C.S.N.

Stimolato da questi buoni Padri sono a pregare la P.V. che voglia farmi sapere senza veruno strepito in qual giorno sia morto in Tassullo sua patria il famoso Pilato: in qual giorno, e dove sia stato seppellito: di quale malattia sia morto: in qual età: chi gli abbia dato i Sagramenti: con quali sentimenti gli abbia ricevuti: con quale apparato gli sia stata data la sepoltura, e con quale fama. Egli ha fatto parlare il mondo, e parlerà di lui anche ne’ secoli seguenti; ma... Mi tengo sicuro del favore, e facendole sapere, che in Avis ai 14 del corrente cessò di vivere il buon sacerdote Francesco Fabri di Drebeseno, il quale più volte fu costì nel convento a bere le acidole, la riverisco, e resto. Trento 16 novembre 1802.

462 Vedi sotto num. 2446. 463 Spedita li 20 nov. per il s. Uliana. 464 a Roveredo.

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Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

Nota. Carlantonio Pilati è morto li 28 ottobre 1802 in giorno di giovedì, festa de’ santi Apostoli Simon, e Giuda, e fu seppellito solennemente nel seguente sabato li 30 ottobre in Tassullo465. Ricevette li Sagramenti dal cappellano don Felice Menapace di Rallo prete d’anni circa 55. Fu seppellito coll’intervento del clero della parrocchia. La sua malattia fu di più piaghe schifosissime, e dolorosissime. Da castel Tunno aveva un’annua pensione di fiorini 400 in ricompensa delle bastonate dategli di notte già non pochi anni nella città di Trento da Santo Tolomeo bargello. Ha scritto molti libri, tutti pessimi, specialmente l’intitolato d’una Riforma d’Italia. Ma qui basti. Egli fu battezzato in Tassullo con i nomi di Carlo Antonio Innocenzio li 28 dic. 1733.

2427. 1802

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Ai 28 dello scaduto ottobre in Tassullo è morto tutto piagato il famoso Pilato: ed ai 14 del corrente in Avis è parimente morto l’ottimo sacerdote don Francesco Fabri di Drebeseno. Il Cappelletto è ancora qui, non sapendosi dove mandarlo466. Vi prego de’ biscotti per la posta, e vi saluto di tutto cuore. Oggidì ho corretto il primo foglio del Direttorio diocesano. Del nostro monastico non si parla. Pazienza. Amen. Trento 16 nov. 1802. Colla gazzetta.

2428. 1802

Al sig. Conte Filippo de’ Consolati. Trento. Ill.mo sig. sig. padrone graziosissimo467.

Domenico Santuliana di Trento, umilissimo oratore, rappresenta riverentemente a V.S.Ill.ma, che avendo ristretto i conti li 23 aprile 1801 colli fratelli Cornali di Calliano468, e non avendo potuto ottenere il suo credito nel tribunale di prima istanza, trasporto la causa nel tribunale di seconda istanza, nel quale furono annullati tutti gli atti antecedenti, e per conseguenza lasciò arenata tutta la l’opera colla speranza di poter venire a capo di tale credito in qualche altra maniera più opportuna senza litigio: ma non essendogli finora riuscito l’intento, e trovandosi all’estremo bisogno per le presenti critiche circostanze: ricorre alla bontà, e clemenza di V.S.Ill.ma, affinché con l’autorità sua voglia commettere al suddetto tribunale di prima istanza, che per via summaria vengano stimolati li fratelli Cornali a somministrargli non solo il quantitativo ristretto ne’ conti da loro sottoscritti469: ma anche i danni da lui sofferti ne’ viaggi per tal effetto intrapresi. Il buon cuore di V.S.Ill.ma verso de’poveri gli porge una ferma, e soda speranza d’esser assistito nella sua causa, che per essere privilegiata, è tanto equa, e giusta. Per la qual grazia le sarà sempre obbligatissimo, e le sospira dal Cielo la più copiosa benedizione.

Nota. Il Consolati è Reggente della giurisdizione di castel Beseno per li dinasti Conti Troppi dimoranti in Insprugg. Sino ai 7 del corrente novembre fu vice cancelliere

465 Così mi ha detto in questa stessa sera de’ 16 un sig. Girolamo Tabarello di Tassullo, che fu

presente a tutto. 466 Venuto da Borgo nella sera 10 di nov. 1802. Descendit ex valetudinario kalendis decemb. 467 Ill.mo e sapientissimo. 468 Bortolo, e Valentino Cornali. 469 Di fiorini 48.

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aulico di Trento, e primo ministro del principato. Così ho scritto li 18 novembre 1802. Il Santuliana è fabbricatore di mole da molino, nativo di S. Uliana presso Recovaro vicentino. Il Consolati ha fatto il rescritto favorevole; ma i giudici si scusano vicendevolmente di non essere competenti470.

2429. 1802

Al P. Guardiano di Roveredo. R.P.

Al latore della presente consegnerò domani un rotolo segnato A.+B. ed indirizzato al P. Vicario, che mi preme molto, ed anche un sacchetto voto per F. Raimondo, se vorrà prenderli471. Rapporto al corame, ed ai cerioli scriverà il P. Guardiano. Il corame non è in convento, ed i cerioli472 non sono ancora stati fatti, come mi ha detto il sig. Giuseppe Dorigati in questa sera. Del predetto corame mi ha parlato iersera il Menego dalle Mole, intenzionato di condurlo seco costà per l’Adige473. Lo riverisco ecc. Trento 19 nov. 1802, per coperta di più lettere.

2430. 1802

Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano. Admodum Rev. Religiosissime, et colendissime Pater.

Si hospitalitatem, auxiliumque praestiti religioso Fratri Dismae Clerico tuo, partes tantum officii mei exhibui, quibus favores ab admodum Rev. Paternitate tua mihi, et clericis meis conlatos nullatenus exaequavi. Ceterum pro impetranda facultate audiendi sacramentales confessiones etiam in Tractu Athesino superiori huiusce dioecesis Reverendo Patri Salutari Gmeinero, qui relicta infelici Bavariae Provincia474, nunc ishic Bulsani cum A.T.P. Ministri Almae Provinciae tuae tyrolensis licentia moram trahit, ostendi literas tuas, et eis adnexas huic R.mae Curiae ecclesiasticae, videlicet R.mo domino Iospho Antonio de Menghin Provicario in spiritualibus Generali, sede vacante Capitulari, qui dictam facultatem laudato Patri oretenus tantum concessit: concessurus etiam in scriptis, quando eidem constabit, quod statio ipsius Patris placitum, firmitatemque dicasterii civilis obstinuerit. Interim ad te remitto supra memoratas literas adnexas, et gratulor mihi, quod saltem modicum istud servitium tibi praestare voluerim; dumque alia, etiam maiora praestare gestio, fausta quaeque sincero animi adfectu tibi exopto. Tridenti in conventu Sancti Bernardini die 19 novembris 1802.

A.R.P.T. Devinctissimus servus F. David a Thiarno Guardianus475

E Tridento

Extra. Admodum Rev. Religiosissimo, et colendissimo Patri Patri Hyacinto Larchero lectori theol.

470 Il Santuliana replicò il memoriale li 14 marzo 1805 ed il Conte fece questo rescritto: Il nobile

signor commissario amministrerà pronta giustizia secondo la natura, e qualità della causa, onde non vi sia motivo di giusto richiamo. Segn. li 15 marzo 1805, Filippo Conte Consolati Reggente.

471 e sei cerioli de’ nostri. 472 *Candela filiforme usata per accendere le candele... 473 Il Menego ha levato dal Rungg il corame, e lo ha tolto in zatta li 20 nov. A lui ho dato anche li sei

cerioli, il rotolo, il sacchetto, e questa lettera con altre. 474 Dux Bavariae Maximilianus Iosephus aetatis annorum 46 hostis Religiosorum, e suo Ducatu

expulit Religiosos natos extra dictum Ducatum. 475 Si trovò impedito da altre faccende.

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concionatori, et Guardiano dignissimo PP. Franciscanorum Bulsani

Nota. Le lettere annesse sono una patente confessionale d’Augusta data nel 1791. Una simile patente di Ratisbona, e Frisinga del 1799. Un attestato del P. D. Amando Lieschman Benedettino Vicario parrocchiale di Painten del 1802. Il detto Padre Salutare fu qui con noi nel 1797 quando voleva andare in Gerusalemme, il che non poté ottenere da Roma. L’ho trattato più giorni, essendo io Guardiano, benché indegno.

2431. 1802

Al P. Vigilio di Fondo lettore logico. Arco. R.P. lettore S.L.G.C.

Spero, che avrà ricevuto la sua patente confessionale prorogata sollecitamente giovedì mattina, e consegnata al corriero di Riva. Ora gli aggiungo, che sarangli spediti anche i libri richiesti colla prima occasione, che si presenterà, essendo già da molto tempo preparati: e colla stessa occasione verrà spedito eziandio il vestiario di Fra Saverio venuto da Fieme ieridì. Non so però quando il Signor Iddio ci manderà tale occasione. Suppongo, che il Terziario clesiano avrà qualche motivo di venire costà. In caso, che non lo sappia, gli notifico io, che in Tassullo ai 28 dello scaduto ottobre ha finito di vivere il famoso Pilato, ed ai 14 del corrente in Avis il buon sacerdote Francesco Fabri. In Cavalese furono vestiti tre soli. Oggidì spedisco a Bolgiano la licenza di ascoltare le confessioni ad un nostro Religioso espulso dalla Baviera. Fra Mattia sta qui. F. Gio. Pio è sacerdote. Mi raccomando, lo riverisco, e sono. Trento 20 novembre 1802.

Tutto suo F. Grisostomo.

2432. 1802 Io infrascritto Provinciale de’ Francescani dimoranti ne’ conventi di Trento, Arco,

Borgo, Pergine, Roveredo, Cles, Mezzo Lombardo, Campo, e Cavalese, formanti la Provincia di San Vigilio ai Confini d’Italia, confesso, e attesto d’avere ricevuto a titolo di limosina dall’imp. reg. Uffizio della salara di Halla d’Insprugg 18, dico dicidotto sacchi di sale per l’anno 1803.

Idest sacchi 18476. L.+S. F. Gio. Evangelista da Stenico

Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia

Questa quitanza potrà mandarsi al P. Guardiano di Halla nell’ottobre, il quale la presenterà sul principio dell’Anno Militare. Gli officiali della salara vogliono, che sieno determinati li nostri conventi,come vollero anche negli anni passati, per avviso del detto Padre datomi li 5 novembre 1802. Presentemente l’attestato dee darsi Praenobili Domino de Waldauf: e devesi pregare pro antiqua salis gratia gratiosus salinarum halensium director de Schenz. Converrà mutare l’anno, ed il nome del Provinciale. Ma sappiasi, che gli officiali della salara la vogliono tedesca: e che perciò la farà il detto P. Guardiano d’Alla per noi.

2433. 1802

Al P. Vitantonio da Cles Guardiano di Cles.

476 NB. Una volta, cioè intorno al 1760 li sacchi furono 22. Bisogna pagare la tela, ed i facchini insaccatori del sale.

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Rev. Padre Guardiano sia lodato Gesù Cristo S.N. Al primo quesito della P.V.R. rispondo senza veruna dilazione, che l’accolito

andando nel mezzo del coro avanti al leggiletto per trovare le Lezioni del terzo Notturno dopo la partenza di quello, che lesse quelle del secondo, dee fare la genuflessione al Santissimo due volte, cioè nell’arrivo, e nella partenza, appunto come far debbono i lettori delle Lezioni, secondo il prescritto del Cerimoniale nostro pag. 4, num. 21, ove si ha, che genuflettono pur tutti arrivati al leggiletto per leggere le Lezioni, e lette le Lezioni prima di ritornare al loro luogo. Lo stesso trovasi prescritto alla pag. 15, num. 106, e 109, ed alla pag. 45, num. 350. Dissi andando nel mezzo, perché molte volte non fa d’uopo cercare le Lezioni terze, giacché sono unite alle seconde: ed altre volte possono facilmente trovarsi stando al fianco del leggiletto col mezzo della già preparata cordella.

All’altro quesito rispondo, dicendo, che nell’orazione pro Territorio, la quale incomincia Omnipotens, e dicesi al fine delle preci dopo la Compieta, qui diciamo quique populum... abundans... confidens... valeat, perché ora non abbiamo alcun principe477. Così praticammo allorché siamo stati sotto ai francesi, e quando cessò di vivere Pietro Vigilio ultimo nostro principe. Affinché poi nel recitarla, o cantarla fossimo tutti uniformi, e non ci accadesse di confonderci, la ho scritta tutta intera sul principio del libretto ebdomadariale. Qualcheduno ha detto, che quantunque non siavi alcun principe, c’è però chi fa le di lui veci: ma io gli ho risposto, che se li Vicari avessero il merito de’ principali, non si darebbe mai sede vacante. Questo dassi, come si ha dalle rubriche del Messale romano parlanti del Canone Te igitur, e del Preconio Exultet. Dunque ecc. Confido d’aver soddisfatto con questo ai propostimi quesiti; ed aggiugnendo, che ne’ luoghi austriaci a mio credere debba dirsi: quique regem nostrum, et populum, quantunque il sovrano sia imperatore, giacché là eziandio nel sacro Canone della Messa dee nominarsi soltanto Re coll’et Rege nostro, a tenore dell’indulto, e decreto di Papa Clemente XIII de’ 5 e 6 di maggio 1761478, la riverisco, e mi professo. Trento 23 novembre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

2434. 1802

Io infrascritto accerto, ed assicuro chiunque leggerà la presente, che l’esibitore della medesima fu destinato a ricevere dall’imp. reg. Uffizio della salara di Halla d’Insprugg, la limosina di 18, dico dicidotto sacchi di sale in pro delli nove conventi de’ Francescani della Provincia Trentina di San Vigilio ai Confini d’Italia per l’anno 1803. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 26 novembre 1802479.

L.+S. Provinc. Fra Gio. Grisostomo da Volano

Diffinitore e pro-segretario provinciale de’ Francescani.

2435. 1802 Al P. Guardiano di Halla d’Insprugg.

477 Per altro dicevasi quique Principem nostrum, et populum... abundantes... confidentes... valeant. 478 Videsis nostrum kalendarium trid. adnot. 203, pag. 230. 479 Dato allo Schweizer doganiero di Trento da F. Santo li 27 nov. sabato. Il doganiero Antonio

Schweizer con suo viglietto dell’ultimo 1802 ha insinuato l’arrivo de’ 18 sacchi di sale al P. Provinciale. Il sale da noi fu condotto a s. Bernardino nella mattina de’ tre di gennaio lunedì 1803.

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Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Io. Chrysostomus de Avolano.

S.P.D. Visis literis A.R.P.T. ad me nuper datis, commissa fuit transvectio salis regii huic

teloniario, seu doganerio, cui proinde data fuit etiam schedula manu mea scripta, qua deputatus ad id asseitur. Quoniam autem domini officiales salinarum exigunt in apocha numerum, et nomina conventuum nostrorum, aliam heic interclusam, ad normam, ut puto, compositam transmitto480. Denique iterum demisse rogo charitatem P.T.A.R. et ut diu valeat iubeo. Tridenti die 26 novembris A.D. 1802.

2436. 1802

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Mi piace, che la R.V. desideri d’essere incoraggiata per più facilmente, e con maggior merito fare il digiuno del corrente santo Avvento, atteso che un tal desiderio è aggradito dal Signor Iddio, e facilita l’impresa. Ella dunque offerisca in primo luogo al medesimo Iddio la sua volontà, ed insieme lo preghi del suo aiuto. Poi rifletta, che può essere l’ultimo suo Avvento, e che forse resterà ancora su i libri del Signor Iddio qualche credito da soddisfare. Aggiunga a questo, l’aver provato, e veduto, ch’eziandio non digiunando vigorosamente ha dovuto patire non poco negli anni addietro. Ma con tutto ciò le raccomando la discrezione. Non sia ostinata nel suo sentimento. Si lasci governare. Prenda il caffè anche col latte, almeno ne’ giorni del digiuno monastico, e la sera pigli qualche cosa di più del solito digiuno. Per questo avrà la licenza della M.R.M. Badessa, col consiglio del signor medico. Dissi col consiglio, perché il medico non ha l’autorità di dispensare, ma soltanto di consigliare. Spero, che le basterà questo poco; e senza più le sospiro una nuova potentissima benedizione di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 29 novembre 1802.

2437. 1802

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo S.N.

Vi ringrazio de’ biscotti, che mi avete mandato e come Guardiano, e come Massimo. Essi mi serviranno per soddisfare ai debiti, che ho e come letterario, e come Crisostomo481. Vi ringrazio un’altra volta. Vi ringrazio altresì a nome del P. Provinciale, e del P. Guardiano, a’ quali ho consegnato quelle parti, che avete loro destinato. Vi rimando il sacco voto, ed i due sacchetti. In questi troverete un invoglietto di cose divozionali482 datemi da mandarvi dal Padre Provinciale, che iermattina in barca è andato a Roveredo, con intenzione di poi passare in Arco, e starvi sino al dopo Pasqua. Credo, che la Prelatura483 vi riuscirà pesante, anche per le circostanze del tempo484; ma consolatevi, che non l’avete ricercata Voi, e così potete coraggiosamente ricorrere per

480 Supra num. 2432. 481 Dedi per Fontanarium die primo decembris: Corde al controlore 2; al segretario 1, al Pernet 1: in

tutto 4. 482 Capi 27. 483 *Il Guardianato. 484 Si lamenta.

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aiuto da Sua Divina Maestà. Io spero, che daravvi ascolto, e soccorso per effetto dell’infinita sua bontà. Amen. Trento 29 novembre 1802485.

2438. 1802

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. R.P.L.P.C.

Il R.mo signor Provicario Generale oggidì pregato da me in di Lei nome, le concede la bramata facoltà d’assolvere dai Casi riservati nella diocesi per tutto quel tempo, che durerà la di lei patente confessionale.

Oggidì pure ho preparato il sacchetto di persecche datomi dal P. Ignazio a nome della P.V.R. per ispedirlo a Bolgiano, e Brunegg, sigillandolo, ed attaccandogli la di Lei direzione (al P. Innocenzio d’Egna Vicario de’ Cappuccini). Sono stato all’abitazione del noto Pot, o sia tramessiero maranese; ma non l’ho ritrovato per essere andato a Marano. Ritornerovvi nella vegnente settimana, e proccurerò di renderla ben servita486. Il P. Giannantonio è andato a Roveredo come supplimentario del P. Custode (Giuseppe Antonio) che sta qui per predicare in S. Maria Maggiore. Il detto P. Giannantonio predicherà ciò non ostante in Aldeno. La riverisco divotamente, e mi dico. Trento 29 novembre 1802.

Suo obbl.mo servo F. Crisostomo.

2439. 1802

Al P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano di Roveredo. Rev. Padre Guardiano sia lodato Gesù Cristo S.N.

Fo sapere alla P.V.R. e l’accerto, che in questo giorno il R.mo signor Provicario Generale Capitolare, pregato da me colla di Lei lettera nelle mani, ha conceduto, che le quattro signore Perghere, con un figliuolino, attese le abituali loro infermità, ed incomodi, possano soddisfare al precetto della nostra santa Madre Chiesa, ascoltando la santa Messa nell’oratorio privato, che le due note già monache Clarisse tengono colla licenza dell’Ordinario per se stesse sole nella loro casa: a patto però, e condizione replicata, che di tale indulto ne rendano avvisato, e consapevole il R.mo signor arciprete del luogo. E senza più riverendola resto. Trento, s. Bernardino 29 novembre 1802.

Di V.P.R. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Le dette signore Perghere abitano in una casa posta su la strada, che da S. Rocco porta a Volano, e le due già monache nella casa del Masera situata fra san Rocco, e Roveredo. Dimandano un tale indulto, perché la chiesa nostra di san Rocco fino dai 22 di nov. dell’anno 1800 ritrovasi profanata, ed occupata dai soldati, come ho portato nel tomo quinto Epist. 1975, e 1999. Gli 8 settembre 1803, festa di maria Santissima i nostri ripigliarono il celebrare in s. Rocco, ed il primo di ottobre vi ritornarono tutti, benché non sia stato riattato.

2440. 1802

Al sig. don Giuseppe Rosa di Trento, cappellano di Avis. Molto illustre, e M. rev. sig. e padrone colendissimo.

485 La carta era finita. 486 Consegnato al Pot gli 8 dic. che partì li 9 per Bolgiano.

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Con intenzione vera di servire V.S. molto illustre e molto rev. ho chiesto al Padre Provinciale la necessaria licenza per poterle imprestare un libro, che desse una novena di Nostro Signore Gesù Cristo. L’ho poi diligentemente ricercato appresso questi miei confratelli Religiosi; ma in vano, perché niuno lo tiene. Son stato due volte apposta per trovarlo nella nostra biblioteca; ma parimente in vano, atteso che avendone trovato un solo, che ne dà due tra molte (n. 27) altre di vari Sani, queste non mi piacciono punto, e non le credo degne d’essere praticate, e perciò non ardisco di mandarle un così fatto libro487. Prego dunque V.S. molto illustre, e molto rev. che vogliami avere per iscusato, e di volersi contentare della mia buona volontà: come pure di umiliare i miei ossequi al suo M.R. sig. curato (leone Delai da Bolzano); e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 30 novembre 1802488.

Di V.S. molto illustre e m. rev. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. Al Molto Illustre e Molto Rev. sig. e Padrone Il signor don Giuseppe Rosa Cappellano degnissimo do

Lavis489

2441. 1802 Al P. Giorgio di Cles Guardiano di Cavalese.

R.P. F. Crisostomo prega la P.V.R. di avvisare il suo P. Vicario Ilario, che voglia

rispondergli rapporto al tabacco, di cui gli ha scritto per mezzo del P. lettore Lattanzio ai 15 dello scorso. Iersera è giunto qua il signor Stefano di Lei fratello col signor Gio. Battista Bertolla490 runano491, che instantissimamente dimanda d’esser accettato, e vestito nostro Frate chierico, malgrado il rigore della stagione, e la promessa fattagli di vestirlo dopo la Pasqua. Fu segretario militare, sa parecchie lingue, ha 26 anni d’età, sembra un soggetto maturo, e grave, ed è raccomandato dai nostri Padri clesiani. Dovrà portarsi a Roveredo, se vorrà presentarsi al Padre Provinciale, che ora sta là492. Eziandio il Padre Giannantonio di Moena, che predica in Aldeno, sta in Roveredo, come supplimentario del P. Custode, che predica qui a Santa Maria Maggiore, e poi predicherà in Calavino ecc. Trento 1 dicembre 1802, in coperta d’altra lettera informe.

2442. 1802

Al P. Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale. Roveredo. Molto Rev. Padre Benedicite.

Dalla qui compiegata lettera la P.V.M.R. comprenderà quanto miserabile sia lo stato presente del nostro P. Mariano da Bordiana. Eziandio il Pedetto493 latore della

487 Nel libro intitolato Lume dell’anima, o sia raccolta d’esercizi spirituali opera del P. F. Evangelista da Spoleto M.O.R. della Provincia serafica. Terza ediz. Venezia 1725. Presso Gius. Corona in 12° dalla pag. 188 alla 195. L’autore dal P. generale dicesi missionario apostolico nel 1724.

488 Spedita il 1 dic. per Pedettum clesiensem. Fu ricevuta subito. 489 Qui scrivo Lavis per uniformarmi al volgo. altrove poi Avis. 490 figlio del qm Alessandro, qm Bartolommeo ambi orologisti. 491 * da Mocenigo di Rumo. 492 Non andò a Roveredo, perché nevicò nel primo di dicembre. Per lui vi andò il nostro Diacono,

che ritornò li due. 493 Pedetto servo del convento di Cles, detto propriamente Pietro Fedrigoni.

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medesima ci ha detto lo stesso, aggiugnendogli, che parimente miserabile si è il mentovato P. Mariano nel profferire la formola dell’assoluzione sagramentale. Il Religioso relatore, che non vuol essere manifestato ad altri494, scarica la sua coscienza sopra di noi: ed io si sic est, non dubito di asserire irregolare il detto P. Mariano, ed incapace di celebrare la Santa Messa495, e di ascoltare le sagramentali confessioni. Suppongo, che altrettanto crederà eziandio la P.V.M.R. Onde la prego di rimediare senza dilazione al disordine, e così dar fine ai lamenti. Non approvo la proposta di mandarlo a questa infermeria, non avendo egli bisogno degl’infermieri, non essendovi qui sacerdoti, che abbiano tempo di servirgli ogni mattina. Piuttosto gli ordinerei di celebrare nella cappella di Cles coll’assistenza di qualche Padre autorizzato a comandargli, finché riducasi a celebrare secondo il prescritto delle rubriche: e per maggiormente impegnarlo ad ubbidire gli minaccerei la sospensione dal celebrare. Lascio per altro, che la P.V.M.R. ordini quello, che le inspirerà il Signor Iddio, e confidando d’aver anch’io con questa scaricata la mia coscienza, genuflesso la prego della sua paterna benedizione, e mi protesto. Trento 1 dicembre 1802496.

Di V.P.M.R. Umil.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

2443. 1802

A monsig. Vicario, o Provicario Generale. Pro memoria.

È per vestire l’abito francescano come chierico nel convento di Cavalese intorno ai dieci del corrente dicembre 1802 il giovine Gio. Battista Bertolla di Runo della Valle di Non.

Presentato li tre dicembre al Provicario. Ma il novizzo non perseverò nel suo proponimento: vestì l’abito nostro li 21 e lo depose li 25 dicembre 1802. Buon per noi, che partì.

2444. 1802

Ai predetti Vicario, o Pro-Vicario. Pro memoria.

Il Padre Giannantonio da Moena supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà di assolvere semel una persona dai Casi riservati sotto al numero settimo.

Concesso a voce li 3 dic. Vedi sotto num. 2446.

2445. 1802 Tenore praesentium, quo voti compos efficietur ingenuus adolescens dominus

Ioannes Baptista Bertolla de Mocenico Runi, seraphicae nostrae Religionis candidatus, ad nostrum conventum sancti Vigilii Cavalesii se se conferet quam primum, ibidem clericalem strictionris observantiae S.P.N. Francisci habitum devote suscepturus sub nomine, ac patrocinio sancti Felicis Valesii, cuius festum die vigesima novembris ab ecclesia universali quotannis recolitur. Ex quo deinceps Frater Felix a Mocenico

494 Il P. Giuseppe Maria con data 29 novembre. 495 *Formula della consacrazione che pronunciava il Padre Mariano: “Hic hic hic hic hic est/ est est

enim/ est enim enim/cali cali cali/cali cali calix/ san san san/san sangui/ sangui sangui/sangui sanguin/ sangui sanguin/ sanguinis/ sangui sanguin sanguin.sanguin sanguinis sanguinis mei/ mei mei mei mei/ mei mei/ mei mei etc.

496 Spedita li 6 perché avanti piovette sempre.

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vocabitur. Deus Optimus Maximus, qui coepit opus, ipsum perficiat, et sicuti dedit velle, det etiam laudato adolescenti pro sua pietate perficere, atque in ardua perfectionis arrepta semita perseverantiam praestare dignetur, quam eidem ex animo apprecamur. Datum Tridenti in nostro conventu sancti Bernardini die 2 decembris Anno Domini 1802.

L.+S. Fr. Io. Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

Nota. Questa obbedienza fu scritta da me con moltissima fretta, e subito consegnata parimente da me al detto giovine, che impazientemente aspettavala. La ho tratta dal solito formolario con qualche variazione. Il nome di Felice fu chiesto da lui. Egli dice, che ha 26 anni d’età poco fa compiuti. Fu segretario militare, e prigioniero di guerra de’ francesi. Vide la gran battaglia di Marengo, e viaggiò una gran parte dell’Europa. Sa l’italiano, latino, tedesco, francese, e fu maestro di lingua in Vienna. È di statura ordinaria. Chiese d’esser vestito subito con importunità eccessiva. Non ammise le nostre difficoltà. È figlio d’Alessandro orologista497.

2446. 1802

Al P. Giannantonio da Moena. Roveredo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

F. Gio. Grisostomo gli notifica, e l’accerta, che il R.mo signor Provicario Generale pregato gli concede non solamente l’autorità richiesta per assolvere semel una persona dai Casi riservati sotto al numero settimo; ma eziandio l’autorità generale per assolvere dai casi riservati: ma però soltanto in Aldeno, e sino all’ultimo giorno del corrente mese di dicembre. Lo prega poi di avvisare il P. Vicario Michel Angelo, che il rotolo per Bressanone vorrebbesi qui di ritorno avanti la festa del santissimo Natale498, giacché subito dopo di essa dovranno avviarsi per Bressanone i due Religiosi destinati ecc. Mancando altra migliore occasione potrà indirizzarsi al noto Biasio di Santa Chiara. Trento 3 dicembre 1802.

2447. 1802

Al P. Evangelista Provinciale. Roveredo. M.R.do Padre Benedicite.

Iersera è partito di qui contentissimo per Runo il candidato Bertolla coll’obbedienza per portarsi quam primum a vestire il nostro sacro abito in Cavalese col nome di s. Felice Valesio. Non ha voluto partire senza di essa. Io gliela ho scritta in vigore della licenza di V.P.M.R. portata dal Giacomo. Oggidì poi l’ho insinuato in scriptis alla R.ma Curia ecclesiastica. Oggidì parimente ho dato a F. Vincenzo il tabacco per Ala da lavare. Lo spedirò più presto, che mi riuscirà di trovare chi lo voglia prendere, e scrivendo a quel P. Guardiano lo pregherò di offerire al signore Waldauff le due sante Messe. Oggi ancora è partito per Pergine il P. Agostino con F. Abbondio venuto col P. Vicario Amando499. L’assicuro, che avrò tutta l’attenzione rapporto all’ordinando F. Arcangelo. L’avrò anche per F. Mattia. Questi è venuto al refettorio mercoledì scorso, primo del corrente, sta su la tavola de’ forestieri, e protesta di voler ubbidire. Finora mi

497 Fu vestito in Cavalese li 21 dic. 1802 e svestito li 25 del medesimo. Si scusò con dire, che non

poteva stare tante ore in ginocchio, e fare tanti atti di umiliazione, verbi gratia baciare la terra, scopare, lavare ecc. Per altro esortò li tre suoi connovizzi a star costanti, e non seguire il di lui esempio.

498 L’ho ricevuto li 16 dicembre. 499 Ritornò li 20 dic. di mattina.

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sembra quieto. Leggerò al P. Guardiano gli ordini della P.V.M.R. risguardanti il mentovato F. Mattia500; ma io non capisco bene quel Venga in coro all’Uffizio divino colli sacerdoti, come a vespro. In avvenire le scriverò per Arco, dove, come spero, starà meglio. La prego al solito della sua benedizione serafica, e resto ecc. Trento 3 dicembre 1802.

2448. 1802

Al Consiglio di Trento. Ill.mi, e sapientissimi Signori.

Vittoria Andreis ex-Clarissa corista501 del soppresso monastero di San Carlo in Roveredo, al giorno d’oggi abitante in una casa secolare di questa città di Trento, espone riverentemente alle Signorie vostre ill.me, che dalla soppressione fino a questa epoca ricevette annualmente dalla R.ma Mensa di Trento l’assegnatale pensione di fiorini dugento. Essendo priva d’ogni altro sostentamento, ed incapace di aiutarsi col lavoro delle sue mani per l’età avanzata d’anni sessantadue502, per la debolezza della vista, e per le infermità, che frequentemente la molestano, tempo fa presentò una supplica alla fu R.ma Reggenza di Trento per impetrare qualche aumento della detta pensione. Le fu risposto, che pazientasse fino all’arrivo del principe. Non dubitando punto d’essere consolata in breve, si contentò di gemere, e sospirare ancora fra le miserie, senza far ulteriori mosse. Ora però vedendo, che la cosa va in lungo, non comparendo il mentovato principe, prostrata in terra, e colle lagrime agli occhi, supplica umilmente le Signorie vostre ill.me d’un caritatevole soccorso, ed accrescimento dell’accennata pensione, divenuta ristrettissima per l’eccessivo costo de’ viveri. Anche alter di Lei consorelle de’ monasteri soppressi di Roveredo, e Valsugana furono consolate, e graziate con un simile accrescimento. Per questo, e per gli accennati motivi, spera di esser esaudita dalla bontà delle Signorie vostre ill.me. Per la qual grazia ecc. Extra. All’Eccelso Imp. Reg. Consiglio

di Trento

Umilissima supplica di Vittoria Andreis Ex- Clarissa.

Nota. Così pregato scrissi li 4 dic. 1802. Ma ora il sig. Ferdinando Ernesto Conte di Bissingen commissario provisorio non ammette consiglieri, ma soltanto assessori. A lui dee dirigersi il memoriale. Vedi sotto num. 2470.

2449. 1802

Al sig. Provicario Generale Giuseppe Antonio de Menghin. Trento. Ill.mo, e R.mo sig, sig. e padrone colendissimo503.

Né pur io so qual sia la Colletta solita da dirsi nella santa Messa per impetrare dal Signor Iddio un felice parto all’augustissima imperatrice. Credo dunque, che potrebbesi rispondere, non trovarsi qui la detta solita Colletta, e che quindi ce ne mandino una copia. Sebbene suppongo, che senza perder tempo si potrebbe prescrivere la Colletta per qualunque necessità Deus refugium coll’avviso nel viglietto del motivo. Non posso dire

500 Glieli ho letti. 501 * Sopra la riga: Conversa. 502 Nata li 25 giugno 1741. 503 Ho risposto subitissimo per mezzo di quello stesso che mi portò la lettera del sig. Provicario.

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di più. Onde in frettissima con un riverente bacio delle sacre mani mi dichiaro. S. Bernardino 4 dicembre 1802.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. abate Giuseppe Antonio de Menghin Provicario Generale ecc.

Trento Nota. L’imp. Francesco secondo ricerca, che tutti i vescovi facciano mettere nella Messa la solita Colletta per il felice parto dell’imperatrice sua consorte Maria Teresa napolitana, che oggidì ha due figliuoli, e quattro figliuole. Io quantunque abbia 47 anni di sacerdozio non ho mai sentito parlare di tale Colletta. Gli 8 di sera venne il viglietto coll’orazione Deus refugium. Vedi sotto num. 2482504.

2450. 1802

Al P. Antonio Maria da Rovigno. Feltre. Rev.Padre padrone colendissimo.

Anche questa volta scrivo io alla P.V.R. in vece d’un altro, voglio dire del mio nuovo Padre Guardiano Davide da Tiarno, ch’è infermo, ed obbligato a letto dalla sciatica. Le fo sapere adunque, che volendo Ella insinuare il suo destino a questo pulpito per la prossima Quaresima, giacché tutt’ora è vacante questa sede vescovile, basterà che scriva due sole lettere colle iscrizioni seguenti. All’Ill.mo, e R.mo signore, sig. padrone colendissimo

Monsignor Sigismondo Antonio Conte de’ Manci in Ebenheimm Canonico, e Decano degnissimo dell’insigne cattedrale di Trento.

All’Ill.mo signore, sig. e padrone graziosissimo Il signor barone Sigismondo Trentini di Wolgersfeld, Capo-Console degnissimo dell’inclita città di Trento. Io supponendo, la P.V.R. goda buona salute, e sperando, che il Signor Iddio gliela

conserverà tale anche nell’avvenire, onde possa soddisfare alle nostre brame di sentirla, le fo un divoto inchino, e riverendola eziandio per parte del mentovato mio Padre Guardiano, e del Padre Custode Giuseppe Antonio da Cles, mi raffermo. Trento, s. Bernardino 5 dic. 1802505.

Di V.P.R. Umil.mo e div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

Da Trento Extra. Al Rev. Padre padrone colendissimo

Il Padre Antonio Maria da Rovigno lettore teol., predicatore e Vicario de’ Minori Riformati di s. Francesco506.

504 Si crede, che vengano comandate orazioni, perché li 19 settembre 1802 in Vienna è morta per un

infelice parto colla prole, Maria Luisa Amelia ex granduchessa di Toscana, cognata, e sorella dell’imperatrice, nata li 27 luglio 1773, e sposata in Vienna li 19 settembre 1790, giorno anniversario della succeduta morte.

505 Consegnatagli nel giorno 31 di gennaio. Fattagli istanza pro domo gli 8 febbraio. 506 Mi ha risposto li 4 gennaio 1803. Ricevuta in Trento li 9 gennaio.

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Feltre Santo Spirito

2451. 1802

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello. L.I.C.

La tardanza della posta mi fa scomparire, e sembrare negligente, quantunque non sia tale, giacché più volte mando alla stamperia per avere i foglietti. Questo servavi d’avviso. Nello scorso sabato 4 dicembre il mio Padre Guardiano è andato a Gardolo per predicarvi; ma nella seguita domenica né predicò, né disse Messa507; e fu ricondotto a questo convento infermo come dissesi di sciatica. Si spera però, che domani ripiglierà la celebrazione della Santa Messa. Il P. Provinciale ieridì, oppure oggidì sarà partito da Roveredo per Arco. La gazzetta di Campidonia508 mette una cosa falsissima rapporto a Trento, cioè che li tedeschi per occuparlo dovettero combattere tre giorni, e che poi fecero morire il commissario della Guardia Civica come ostinato nel diffenderlo. Questo è arcifalsissimo, poiché il Magistrato consolare ha mandato due consoli (Manci, e Tosetti) ad incontrarli sino a Salorno, ed il tutto riuscì con somma quiete, ed armonia509. Deo gratias. Trento 7 dicembre 1802, colla gazzetta.

2452. 1802

Al signor Monauni. Trento. Fra Gio. Grisostomo prega il sig. Monauni stampatore imp. regio, che voglia notare

su questa cartella, se tenga venale una copia del Martirologio romano di Benedetto XIV, e quanto vorrebbe per essa ecc. E lo riverisce ecc.

Così ho scritto li 9 dic. per il sig. curato di Gardolo don Domenico de’ Filippi d’Albiano. Ha risposto a voce, che ora non l’ha; ma la farà venire in breve. Li 9 dic. 1802.

2453. 1802

Alla Madre Maria Rosa Riccabona abbadessa. S. Michele. M.R.M.

Il Padre Guardiano di Hala mi scrive, che per il monastero di s. Michele di Trento furono sborsati

Fiorini 41,45 Per l’Urbario fiorini 1,12 Per sacchi 19 fiorini 9,30 Somma Fiorini 52,17 510 Io credo, che il computo sia fallace, e che in vece di carentani 17 debba dire

carentani 27. Scrivendogli l’avviserò di tale divario ridondante in di lui danno. Il Padre predetto mi ha mandato la ricevuta de’ signori officiali della salara per l’accennato monastero, e mi ha insinuato, ch’essi vogliono tutte le scritture in tedesco. Tal ricevuta è

507 Celebrò 508 Così anche quella di Milano, che nomina il Mersi come ucciso, e decapitato. 509 La Guardia Civica voleva riceverli colla musica; ma essi non la vollero. 510 NB. Ogni sacco di sale dunque costa dunque in Ala libbre 13, soldi 16. Ogni sacco da sale

carentani 30.. La condotta costò troni 21 per sacco: e però troni 399. Ogni sacco dunque costa alle monache troni 34, soldi 16.

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qui compiegata. Stentatamente mi fu spiegata da due Padri per altro buoni tedeschi ecc.511.

Da s. Bernardino li 9 dicembre 1802. ______________________________________________________________________ NB. Nel 1801 le monache dovettero pagare in Ala Per il sale fiorini 44, 54 Per li sacchi fiorini 9, 27

Somma fiorini 54, 21 ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

2454. 1802

Al P. Gio. Pio della Giacoma da Moena. Pergine. Venerando Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

Lo avviso, che il P. Provinciale l’ha destinato compagno di F. Arcangelo nel viaggio di Bressanone per esser ordinato sacerdote. Dunque venga qua nell’antivigilia, o vigilia del ss. Natale, o sia nel giorno 23, oppure 24 del corrente alla più lunga, per poter poi essere in Bressanone ai trenta. Faccia consapevole di ciò il suo Padre Guardiano, e Padre lettore, ed a me scriva, e renda noto, e certo d’avere ricevuto la presente. Bramo, che il Signor Iddio gli doni di poter eseguire una così fatta obbedienza; e riverendolo mi dico. Trento 10 dicembre 1802.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2455. 1802

Al P. Prosdocimo da Cavalese Vicario e maestro de’ novizzi. Cles. Rev. Padre maestro S.L.G.C.

Per commissione del mio Padre Guardiano, che sta nell’infermeria convalescente, fo sapere alla P.V.R. che il R.mo signor Provicario Generale Capitolare le concede la chiesta facoltà de’ Casi riservati per il tempo dell’Indulgenza di San Zeno. Ed aggiugnendole, che Frat’Arcangelo tassullitano, qualora Iddio S.N. non disponga diversamente, porterossi col P. Gio. Pio a Bressanone per essere ordinato sacerdote al principio del nuovo anno, che glielo auguro felicissimo, mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi professo. Trento 10 dicembre 1802.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2456. 1802

Al P. Giorgio da Cles Guardiano. Cavalese. Rev. Padre S.L.G.C.

Per parte del mio Padre Guardiano, che come convalescente stassene ritirato nell’infermeria, ringrazio io la P.V.R. della sua carità fagiuolesca512. Supponendo poi, che avrà ricevuto dal postiglione il sacchetto, che le ho spedito come letterario l’altieri, e che avrà vestito il candidato Bertolla runano, la prego, anche a nome del lodato mio padre Guardiano, che con il suo minore incomodo voglia favorirci colle solite note de’ suoi novizzi. Ed aggiugnendole, che il Padre Provinciale ora stassene in Arco; e che il P. Gio. Pio accompagnerà F. Arcangelo nel viaggio di Bressanone per essere ordinato

511 P. lettore Filippo, e P. Bernardo. 512 *Un sacchetto di fagiuoli.

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sacerdote nel primo, o secondo giorno dell’imminente nuovo anno, che le sospiro arcifelice, mi raccomando, la riverisco, e mi dico. Trento 10 dicembre 1802.

Di V.P.R. cui replico, che aspetto risposta dal di Lei P. Vicario rapporto al tabacco mandato a Cles ecc. Il sacchetto, che portò i fagiuoli sarà rimandato colla prima occasione opportuna.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2457. 1802

Al P. Fiorentino Villoth Francescano. Bolgiano. Reverende, ac Religiosissime Pater.

Quod hodierna die huc pervenerint literae P.T.T. ad nostrum Patrem Ministrum Provincialem Ioannem Evangelistam a Stenico: et quidem illaesae, continentesque applicationem undecim Sanctarum Missarum, cum earum aleemsyna, testis tibi sum ego, qui nulla prorsus interposita mora, de iisdem literis, Missis, et eleemosyna scribam ad laudatum Patrem Ministrum, nunc Arci degentem. Quod autem Bulsani hoc tempore mors praeter morem suum non saeviat, gaudeo; hinc enim potiori iure mihi sperare licet, quod in te quoque serius sit insurrectura. Faxit id Deus Optimus Maximus. Dabam Tridenti in conventu sancti Bernardini die 10 decembris A.D. 1802.

R.P.T. Inutilis servus F. Io. Chrysostomus de Avolano Deffinitor et Pro-secretarius Provincialis.

E Tridento

Extra. Reverendo, ac Religiosissimo Patri Patri Florentino Villoth Ordinis Minorum S.P.N. Francisci Reformatorum concionatori ac Patri colendissimo etc.

Bulsanum ad PP. Franciscanos

2458. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M. R.do Padre Benedicite.

Oggidì essendo giunta qua una lettera di Bolzano alla P.V.M.R. la ho aperta, ed ho trovato in essa una cedola con due monetelle, componenti troni 27, c. 6 e subito gli ho portati al sig. Tommaselli513. Essi sono la limosina di undici Messe da dirsi pro pluribus defunctis, le quali si mandano a conte delle trenta chieste al P. Fiorentino per li sudari. Il medesimo Padre scrive, che manderà poi anche le altre. Io gli ho risposto subito, che ho ricevuto il mandato, e che subito ne darò parte alla P.V.M.R. Bisogna dunque celebrare undici Messe ad mentem del detto Padre Fiorentino.

Ho pure ricevuto riscontro dal P. Guardiano di Ala rapporto al sale. Questi i scrive, che per le Clarisse furono sborsati Fiorini 52, carentani 27 e per noi saranno pure sborsati fiorini nove: e che perciò detratti li fiorini 4,42 de’ libri mandatigli, e fiorini 46, 48 delle 117 Messe, ci resta il debito di fiorini 9, carentani 57, per il qual debito, ricevuta che avrà risposta da me, manderà delle altre Messe da celebrare. Io dunque

513 Cedola fiorini 5; monetina fiorini 0, carentani 6; monetina fiorini 0, carentani 9.

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domani, o posdomani gli risponderò, e con la stessa occasione gli manderò le due carte di tabacco, e l’esibizione delle due ss. Messe per il sig. Waldauf.

Ho scritto a Pergine, perché, perché avanti del santo Natale venga qua il P. Gio. Pio destinato condottiere di Frat’Arcangelo sino a Bressanone. Scriverò in breve anche al P. Presidente di Bressanone. Intendo, che in questa sera non sia stato alla collazione F. Mattia, perché infermo514. Domani lo visiterò e raccomanderò agl’infermieri. La supplico della sua paterna benedizione, e resto. Trento 10 dicembre 1802.

Suo ubbid.mo servo, e suddito F. Crisostomo.

2459. 1802

A Fra Pietro Alcantarino da Meano suddiacono. Pergine. Sia lodato Gesù Cristo S.N.

Un vostro amantissimo benefattore vi manda questi due libretti, affinché vi serviate di essi ne’ vostri bisogni, con la benedizione d’Iddio Signor nostro, e del vostro Padre superiore. Così pregato scrisse Fra Gio. Grisostomo gli 11 dicembre 1802 in Trento.

Nota. Il benefattore si è il P. Guardiano Davide, che lo fece accettare all’Ordine, e fu poi lettore del medesimo. Il chierico ha una complessione cagionevole.

2460. 1802

Al P. Ippolito d’Asfruzzo. Cles. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Per servire l’Ill.mo signor Giacomo Maffei515 rapporto al vescovo Niccolò Rosetti non posso dir altro, se non se, che nell’anno 1792 ho fatto qualche memoria di lui come originario trentino, perché allora mi venne scritto, che il signor don Gio. Maria Rosetti di Taio, prete d’anni 68 disse ad un nostro Religioso, esser egli nato da un Rosetti di Taio domiciliato nello Stato papalino, e d’averlo visitato come suo parente. L’ho nominato Niccolò Rossetti, e vescovo di Boiano nel regno di Napoli, perché nel catalogo degli arcivescovi, e vescovi del mondo cattolico, stampato l’anno 1780 in Trento dal Monauni al fine della Galleria delle Stelle per l’anno 1781 non ho trovato altro Rossetti, o Rosetti. L’ho detto eletto dopo il 1766 perché in tal anno, siccome imparai dal Chracas, fu vescovo di Boiano un altro. Non parla del medesimo Rosetti l’Italia sacra dell’Ughelli, perché il tomo 8 che dà il catalogo de’ vescovi di Boiano fu ristampato con giunta nell’anno 1721. Nelle Notizia romane del Chracas per il mentovato anno 1781 od altro vicino, senza dubbio si troverà la patria, la nascita, e l’elezione. Per altro io suppongo, che in Taio avrà lasciato qualche memoria il suddetto signor don Gio. Maria Rosetti, oppure Gio. Battista Rosetti, che nell’anno 1769 con un fratello mi comparve poeta, ed eremita di Santa Giustina presso Taio. Io non posso dire di più. Prego la P.V. de’ miei riverenti ossequi al lodato signor Maffei, e riverendola mi dico. Trento 11 dicembre 1802516.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

P.S. Dica al P. Giuseppe Maria, che in breve gli risponderò.

514 F. Mattia fu salassato gli undici dic. e si fermò nell’infermeria. 515 Maffei di Revò, che scrive la storia topografica dell’Anaunia, e della Sollandia. 516 Spedita li 12.

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2461. 1802 Al P. Daniele Arnoldi da Enno Guardiano. Pergine.

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N. Assicuro, ed accerto la P.V.R. che ieridì per mano del P. Custode ho spedito la sua

lettera al signor Conte canonico Carlo Francesco Pompeati: e che oggidì manderò al medesimo, ed anche alla signora Anna Maria Bozza ex-Clarissa le corde di biscotti segnate per loro517. La ringrazio poi della carità, che ha fatto a me come letterario di altri biscotti (due corde), e riverendola mi professo. Trento 12 dicembre 1802518.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2462. 1802

Al Padre Geremia Pola da Borgo Guardiano. Mezzo Lombardo. Rev. Padre Guardiano.

Siccome negli anni passati il convento di Mezzo Lombardo, abbondante di cenere, fece la carità di mandarne due sacchi questo di Trento, che scarseggia molto di tale materia per motivo della legna troppo dolce519, tanto che con la sua sola non potrebbe fare le sue grandi bugade: così ardisco di pregare la P.V.R. in nome anche del mio Padre Guardiano, che per amore di Dio Signor nostro voglia farci la detta carità. Con la prima occasione opportuna manderò i sacchi: e baciandole riverentemente le sacre mani resto. Trento 12 dicembre 1802520.

Di V.P.R. Umil.mo, obbl.mo servo in Cristo Fra Vicenzo da Sfruzzo.

2463. 1802

Al P. Ermanno Siller d’Insprugg Superiore. Bressanone. Admodum Reverende, atque colendissime Pater.

Quamvis certum nobis sit, et exploratum, quod celsissimus, ac R.mus dominus epsicopus, princepsque Brixinensis, pro sua vere insigni benignitate, ac pietate, omni tempore sit paratus ad sacras Ordinationes habendas, nostrum esse ducimus, praevio tempore notum eidem facere, quod ad eum mittemus Fratrem Archngelum Mariam a Tassullo Diaconum sacri presbyteratus Ordine post 28 diem huiusce mensis initiandum, attenta ss. domini nostri Pii Papae septimi dispensatione super aetatis canonicae defectu, Quapropter P.T.A.R. rogamus, ut laudato antistiti reverenter signifiacre velit, quod idem Frater die iovis 30 eisudem mensis erit, Deo dante, Brixinae pro suscipiendo presbyteratu die, quo eidem celsissimo libebit521. Certi autem de gratia, responsum abs te non expectamus. Vale. Dabam Tridenti in conventu sancti Bernardini die 13 decembris A.D. 1802.

A.P.P.T. Humillimus servus F. Io. Chrysostomus de Avolano deffinitor et pro-.secretarius provincialis.

517 Due al canonico ed una alla Bozza. Mandate li 12 dic. per il Fontanaro nostro. 518 Spedita li 12. 519 di pezzo. 520 Nulla venne. 521 Fuit Brixinae die 30 dec. et ordinatus die dominico 2 ianuarii 1803. Missam cantavit Bulsani die

6 ianuarii.

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E Tridento Extra. Admodum Reverendo, et colendissimo Patri

Patri Hermanno Siller lectori theol. concionatori et superiori dignissimo PP. Franciscanorum Brixinae.

Brixen Ad PP. Franciscanos

2464. 1802

Al P. Stanislao Küepach Guardiano di Halla. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Pervenerunt ad me literae P.T.A.R. die 2 huius mensis datae. Hinc ad Clarissas misi schedulam inclusam522: et facta, ut monuisti, sumamrum computatione deprehendi, quod nos debitores sumus florenorum 9, et crucigeros 47. Pro huiusmodi autem debito extinguendo libentissime accipiemus alia Missarum onera. Interim rogamus te, P.A.R. ut nomine nostro debitas gratiarum actiones referre velis Ill.mo domino de Baldauf, eique offerre binas Missas, quas ad piam eius intentionem, et mentem celebrabimus: ad te autem pro aliqua saltem grati animi significatione propediem per maiorem huiusce postae currum geminas tabacci chartas mittemus. Vale, vir de nobis optime merite. Dabam Tridenti die 13 decembris A.D. 1802523.

Extra. Admodum Rev. Relig.mo et colendissimo Patri P. Stanislao Küepach lect. theol. conc. et Guardiano dignissimo Ordinis Minorum Reformatorum S.P.N. Francisci.

Insprugg Hall

Ad PP. Franciscanos.

2465. 1802 Allo stesso Padre Guardiano di Halla. Admodum Rev. Patri Guardiano halensi Frater Ioannes Chrysostomus de Avolano

geminas hasce tabacci chartas hesternis literis promissas mittit, ac iterum S.P.D. Tridenti die 14 decembris 1802.

Extra. Adm. Rev. Patri Guardiano Franciscanorum Halensium. Innsprug. Hall. ad PP. Franciscanos524.

2466. 1802

Al P. Francesco Felice da Campodenno. Mezzo Lombardo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N.

Sospetterà forse la P.V.R. che io siami dimenticato della promessa, che le ho fatto, di cercare una strada per mandare alla Santa Casa di Pietà in Verona li sessanta fiorini destinati per essa. Quindi l’avviso, ed accerto, che non sonomi dimenticato punto, e che perciò sono stato più volte a parlarne con un mercante. Ma ho trovato della difficoltà per il prezzo, e valore vario delle monete, per essere la detta Casa nel territorio della nuova Repubblica italiana, già Cisalpina. Io non capisco un tal commercio. Veda dunque la

522 La ricevuta tedesca degli officiali della salara pagati con fiorini 42 e car. 57. 523 Dedi postae die 16 dec. Halam pervenerunt die 29 dec. 1802. 524 Dato alla posta giovedì 16 dic. dal Giacomo.

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P.V.R. di trovare costì qualche altro negoziante, con cui possa presenzialmente intendersi. Li fiorini potranno mandarsi all’Ill.mo signor Priore della Santa Casa di Pietà in Verona. Mi spiace non poterla servire meglio; e riverendola divotamente mi dichiaro. Trento 14 dicembre 1802.

Di V.P.R. Obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2467. 1802

L’Ill.mo signor Priore della Santa Casa di Pietà in Verona, dall’esibitore del presente riceverà sessanta fiorini tedeschi di cinque Lire l’uno, in pro, ed utile della medesima Casa: e favorirà di dare al predetto esibitore la ricevuta.

Dato in Trento li 27 ottobre 1802 da un Religioso confessore. Nota. Questo potrà servire di formola.

2468. 1802 Al P. Wenceslao da Pradazzo. Campo.

R.P. Eccolo servito coll’Offertorio Domine Iesu Christe, che cantiamo qui

continuamente non già col Fa Sol La, ma col Re Mi Fa. Stupisco per altro, che non sia stato reso comune anche ai campani525 prima d’ora, specialmente essendovi stati parecchi coristi di buon carattere, ed altri pratici di questo coro trentino. Questa si è la terza volta, che io l’ho copiato. Ho sempre fatto volentieri un tal servizio, perché riguarda la maggior gloria di Dio Signor nostro, ed il comodo de’ Religiosi. Così potessi fare anche altro. Mi raccomando in precibus, e lo riverisco. Trento 14 dicembre 1802.

Suo div. servo F. Crisostomo.

2469. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. Molto Rev. Padre Benedicite.

Ho scritto al P. Presidente di Bressanone per le Ordinazioni. Ho pure scritto al P. Guardiano di Ala per il sale, pregandolo di ringraziare il sig. Waldauf, e di offerirgli due ss. Messe. Al medesimo Padre in breve manderò due carte di tabacco. Egli mi ha scritto, che resta creditore di fiorini 9, car. 57 e che per essi ci manderà delle altre Messe da dire. F. Mattia dagli undici in qua sta nell’infermeria, non però obbligato a letto. Fu salassato. Non ritiene il cibo, dorme poco, e dice, che sentesi tutto malconcio. Io fin ora l’ho visitato ogni giorno, e credo, che presentemente sia caricato abbastanza. Onde differisco il di più prescritto. Per il sale delle Clarisse furono spesi in Ala fiorini 52, car. 27 e per li nostri 18 sacchi fiorini 9. Avviso la P.V.M.R. che ho inteso esservi chi biasima fortemente il permettere, che predichi dai pulpito quello, che vuol persuadere tutti esser già venuto l’anticristo526. Quindi crederei ben fatto l’ammonirlo, che almeno ne’ pulpiti ‘astenga dall’asserire tal cosa. Finisco pregandola della sua santa benedizione. Trento 14 dicembre 1802.

Umil. servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

525 *I Frati di Campo Lomaso. 526 Pietro Paolo da Roncegno.

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P.S. Favorisca di avvisare li PP. Bonaventura, e Vigilio, che tengo de’ biscotti per loro. Ed il P. Guardiano, che non posso mandare a Povo la sporta, e le lettere pel P. Vicario Regalato, perché ora là è troppo occupato giorno, e notte.

2470. 1802

Al sig. Ferdinando Ernesto Conte di Bissingen commissario provisorio imperiale in Trento.

Eccellenza. Vittoria Andreis ex-Clarissa527 del soppresso monastero di San Carlo in Roveredo,

ora abitante in questa città di Trento, espone umilissimamente all’Eccellenza Vostra, d’aver essa bensì conseguita annualmente dalla Camera di Trento la pensione graziosamente assegnatale di fiorini duecento, secondo la sovrana prescrizione fissata al tempo della seguita soppressione del monastero, con la quale fin ora procurò, bensì stentatamente, di campare la vita; ma ridotta al presente in età avanzata, e piena d’acciacchi, e sopraffatta da frequenti malattie, come dal qui appoggiato attestato, resa inabile ad alcuna sorte di lavoriero, con la sola sopra esposta pensione se le rende impossibile sostentarsi ulteriormente, massime atteso l’eccessivo inalzamento de’ viveri sorpassante della metà di quello, che valevano al tempo della fissatane pensione. Per il che costretta s’arritrova di ricorrere ai piedi dell’Eccellenza Vostra qual padre de’ poveri, e miserabili, supplicandola devotissimamente per un discreto aumento della propria pensione: il che con tanto maggiore fiducia si lusinga d’ottenere dall’umanità dell’Eccellenza Vostra, quanto che altre sue consorelle ex-monache tanto hanno ottenuto dalla munificenza sovrana in riflesso de’ sovra esposti motivi, come tanto sarà noto altresì all’Eccellenza vostra.

Questo memoriale fu tratto dal mio riportato sopra num. 2448. Così lo ha tratto il signor consigliere Alberto degli Alberti di Poia528. Io l’ho trascritto oggidì 16 dicembre, correggendo però molti errori d’ortografia, e grammatica; verbi gratia Eccelenza. Vitoria, Anoresi, soppreso, S.t Carlo. assegnatali. due cento. priscrizione. soppresione. ridota. soprafata. malatia. atestato. inposibile. masime. mettà. saritrova. di ricorre. discretto. de. consorele. tanta magior. manufucenza.

2471. 1802

Al Padre superiore del convento di Campo. In coperta. Trento 16 dic.

Oggidì abbiamo celebrato le sante Messe, e fatti li suffragi statutari per la fu madre di Frat’Alberto Mazzini da Civezzano chierico presentemente dimorante in Borgo, perché F. Gervasio e F. Ruffino andando lunedì all’Avis l’hanno segnata coll’acqua santa nel cataletto529. Tanto scrive di proprio moto il povero F. Crisostomo servo inutile di Gesù Cristo, giacché ha questa occasione opportuna.

527 Questa Religiosa è morta li 29 dicembre 1802 di mattina in Trento, nel Borgo nuovo, nella casa

del tintore Valentini, sotto ai coppi, dopo che il Bissingen è partito da Trento insalutato hospite, senza risponder al memoriale nella sera de’ 28 dic. Ad istanza però del di Lei confessore Simone Rolandini di Molaro Filippino dopo la morte il Castello ha dato non so quanto per pagare i debiti.

528 Non volle presentarlo il cancellier Alberti. Onde lo presentò li 22 dic. 1802 il P. Ignazio nostro al Bissingen.

529 Morì nel sabato gli 11 dicembre.

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2472. 1802 Al P. Fiorentino Villot francescano. Bolzano.

Reverendo Patri Florentino F. Ioannes Chrysostomus S.P.D.

Die decima huiusce mensis respondi P.T.R. pro meo Patre Provinciali longe dissito: nunc iterum pro eodem respondeo, quod hodie accepi alias literas tuas cum schedula unius floreni, ac duabus intentionibus, seu Missis celebrandis530. De his quoque cras ad praedictum Patrem Provincialem scribam. Vale. Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 16 decembris A.D. 1802.

2473. 1802

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Lo servo subito facendogli sapere, ch’egli è destinato predicatore nell’arcipretale di Borgo. Così ho inteso dal P. Provinciale quando rispose ai signori clesiani,che lo ricercarono per lettore de’ loro figliuoli. Da altri poi ho inteso, che il P. Francesco Maria è destinato predicatore in Melombardo, ed il P. confessore Giuseppe Antonio in Lomaso. L’assicuro, che ho spedito al P. Provinciale la sua lettera intorno alle irregolarità, e pazzie del P.M531. accompagnata da una mia con cui sgravai la mia coscienza, e che iersera ho ricevuto per risposta, che già è stato scritto su di ciò al P. Guardiano di Cles. Egli se non si emenderà completamente dovrà cessare dal dire la santa Messa, e dall’ascoltare le confessioni sagramentali. Lo ringrazio poi della sua relazione intorno alla malattia, e morte del famosissimo Pilato. La ho attaccata al mio Pilatismo, supponendo, che un dì sarà ricercata, ed aggradita. Per altro io non resto persuaso, che il detto Pilato non sia stato l’autore dell’empio condannato libro della Riforma d’Italia. Qui non dico altro su di questo. Oggidì abbiamo celebrato le Messe, e fatti li suffragi mortuali per al madre di Frat’Alberto da Civezzano. Nella settimana prossima si porteranno a Calavino a farvi una specie di Missione li PP. Giuseppe Antonio, e Davide532. Finisco in un colla carta riverendolo di cuore. Trento 16 dicembre 1802.

2474. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Ho letto a questo Padre Guardiano quanto mi ha scritto la P.V.M.R. rapporto alle Messe del Padre Giannantonio. Ieridì ho aperto un’altra lettera bolzanina del Padre Fiorentino, ed ho trovato in essa una cedola533 d’un fiorino, coll’obbligo di dire per essa due sante Messe, cioè una per una persona defunta, ed un’altra ad intentionem. Gli ho risposto subito. La porterò, oppure manderò al signor Tommaselli, per mezzo di cui mi è pervenuta534. Posdomani,siccome ho inteso da povesi, terminerà la Missione di Povo (de’ nostri PP. Amando, e Regalato)535. Ieridì abbiamo celebrato le Messe per la defunta madre del chierico F. Alberto da Civezzano, quantunque non sia venuta lettera, perché

530 I tedeschi scrivono, che mandano Intentiones quando mandano Messe da dire. 531 *Mariano. 532 Col P. Romedio predicatore avventuale. 533 n. 221657. 534 L a ho mandata al Tommaselli per il Giacomo li 19 dicembre. 535 Nella sera della domenica 19 dicembre li PP. sono ritornati a s. Bernardino.

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Fra Gervasio ritornando dall’Avis ci ha detto, che la ha segnata coll’acqua santa nel cataletto. Prego la P.V.M.R. della sua paterna benedizione, e col bacio delle sacre mani mi protesto. Trento 17 dicembre 1802.

Di V.P.M.R. Umil.mo, obbl.mo, obbed.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

P.S. Le aggiungo, che ai 15 solamente ho terminato di correggere in fretta le stampette del Direttorio diocesano: e che del nostro monastico non ho ancora veduto una parola, benché l’abbia dato allo stampatore li nove di giugno536.

2475. 1802

Alla cancelleria vescovile di Bressanone. Ego infrascriptus Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae Tridentinae

sancti Vigilii, universis, et singulis, ad quos spectat, fidem facio, ac testor, quod dilectus in Christo Frater Archangelus Maria de Tassullo eiusdem Provinciae alumnus, natus die nona aprilis anno 1780, Diaconus a die 19 aprilis huiusce anni 1802, et a SS. D.N. Pio Papa septimo dispensatus die 17 septembris quo ad defectum quindecim mensium, ac dierum duodecim aetatis canonicae pro presbyteratu, pluries in suscepto diaconatus Ordine ministravit, ac novissime per octiduum spiritualibus exercitiis vacavit. In quorum fidem praesentes literas dedi Tridenti in conventu sancti Bernardini die 20 decembris A.D. 1802.

L.+S. F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis ut supra.

2476. 1802

Al P. Gio. Antonio da Moena. Roveredo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ai quindici del corrente ho ricevuto lettera dal P. Provinciale datata in Arco gli undici, con cui mi avvisa, che la P.V. sarebbe stata qui iersera, per poi nella vigilia del ss. Natale andare in Sardagna; applicando però la di Lei Messa il P. Guardiano di Roveredo sino ai 30 inclusive di questo mese. Giacché non è venuta qua fino a quest’ora, forse per non avere ricevuto la lettera, che dice di avere scritto il P. Provinciale al di Lei P. Guardiano, venga in vigore di questa mia, che le scrivo d’ordine del mio P. Guardiano: ma non falli, e venga subito. Domani il detto mio Guardiano col P. Custode partirà per Calavino a missionare. Il P. Gasparo s’ha rotto la testa iersera, cosicché non ha potuto oggidì celebrare: il P. Cesario ha male d’occhi. Bisogna predicare a Villazzano, ed a Gardolo. Giovedì andranno a Cognola per missionare li PP. Amando, Regalato, e F. Salvadore537. Venerdì verrà qua da Pergine il P. Gio. Pio per andare a Bressanone con F. Arcangelo Maria ordinando. Replico venga subito. L’aspetto, e la riverisco538. Trento 20 dicembre 1802.

Suo cord.mo F. Grisostomo.

2477. 1802 A chiunque.

536 Ho ricevuto la prima stampetta del nostro soltanto nella sera oscura de’ 21 dicembre. 537 Andranno mercoledì sera li 22. 538 Venne li 21 in vigore della lettera del P. Provinciale ricevuta li 20, con F. Angelo infermo. Questi

fu viaticato nella sera de’ 23 dicembre, giovedì. Li 25 l’Olio Santo. Li 26 morì all’una e mezza pomeridiana

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Vigore praesentium cum salutaris obedientiae merito venerandus in Christo Pater Frater Ioannes Pius a Mohena sacerdos, et ss. theologiae studiosus huius nostrae Provinciae sancti Vigilii, Brixinam se se conferet una cum dilecto Fratre Archangelo Maria de Tassullo Diacono, sacro presbyteratus Ordine initiando, quo rite ordinato ad propria cum ipso redibit539. Commendatur idcirco etc. come sopra num. 2372. Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die 20 decembris A.D. 1802.

L.+S. F. Ioannes Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum.

2478. 1802

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Ringrazio la R.V. de’ buoni, e cordiali auguri, che s’è compiaciuta di farmi, e le chiedo scusa delle mie mancanze passate, senza però prometterle di emendarmi, perché son poverissimo di tempo. Bensì l’assicuro, che spesso ricordomi di Lei, e la raccomando al Signor Iddio, e cos’ farò molto più ne’ giorni santi, che sono imminenti. Mi spiace, che vada soggetta all’incomodo tedioso, che mi accenna, ed approvo, che l’abbia manifestato anche al signor medico (Prete Michele Gabrielli). Se poi ha qualche motivo di temere, che sia per nuocerle la notte del ss. Natale, stia ritirata, e confidi, che il santo Bambino Gesù aggradirà la sua buona disposizione di andare colle altre a lodarlo, e benedirlo nel coro. La ringrazio un’altra volta, e le sospiro di cuore l’adempimento de’ suoi buoni desideri, e la benedizione di Gesù, e Maria. Amen. Altrettanto sospiro anche alle altre tutte mie buone madri, singolarmente alla M. Gioseffa Aloisia, ed alla M. Anna Francesca del Bambino Gesù. S. Bernardino 21 dicembre 1802.

2479. 1802

Nos Simon Albanus Zambaiti de Vezzanburg, huius ecclesiae cathedralis canonicus, et in spiritualibus Vicarius Generalis Capitularis Tridenti etc.

Universis, et singulis, quibus expedit, fidem facimus, atque testamur, in proxime futuro mense ianuario nullas habendas esse Tridenti clericorum Ordinationes. Insuper testamur, venerabilem Fratrem Archangelum Mariam a Tassullo Diaconum Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci huius tridentinae dioecesis pro presbyteratus Ordine suscipiendo examinatum, et approbatum fuisse. In quorum fidem etc. Datum Tridenti die 22 decembris 1802.

L.+S. Zambaiti Vic. Generalis Capitularis Petrus Ioseph Cloch cancellarius.

NB. Formulam hanc dedi ego cancellariae, ad normam ab ipsa receptum alio anno.

2480. 1802 All’Eccelso Imp. Reg. Governo dell’Austria Superiore. Insprugg.

All’Eccelso Imp. Reg. Governo dell’Austria Superiore. La sottosegnata supplicante implora umilmente dalla clemenza dell’Eccelso Imp.

Reg. Governo, che vengano ascoltate, ed esaudite le sue preghiere, avendo con due replicate suppliche, corredate co’ richiesti attestati del proprio parroco, e medico540, e spedite all’inclito Imp. Reg. Uffizio Circolare di Roveredo, esposto le sue indigenze,

539 Furono di ritorno in Trento gli 8 gennaio 1803. 540 Sopra n. 2136, 2109.

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l’avanzata età, e le sue infermità, per cui assolutamente non può sussistere colla tenue pensione di fiorini 150., dico cento, e cinquanta, essendo tutti i commestibili ridotti al prezzo per lo meno il doppio di quello, che fu al tempo in cui le venne graziosamente assegnata la detta pensione. Per questi motivi, ed altresì perché persuasa, che la mente sovrana non fu mai di far perire quelle persone, che in esecuzione de’ suoi sovrani ordini furono costrette d’abbandonare i loro sacri recinti, dove avevano assicurata la propria sorte: e considerando, che per esser ora le monache diminuite più della metà, non può riuscire d’aggravio al regio erario, spera d’esser esaudita dalla clemenza dell’eccelso Governo. Per la qual grazia ecc.

Trento, nella Contrada de’ Molini li 22 dicembre 1802. Michelina Dorotea Tommasi Ex-Clarissa servente del soppresso monastero di san Carlo in Roveredo.

Questo memoriale fu tessuto dalla M. Carlina degli Alberti; e da me nonnullis detractis, vel additis, ridotto ut supra. Fu dato alla posta li 24 dicembre 1802 dalla stessa Michelina con un tron.

2481. 1802

Al P. Guardiano Anacleto. Campo541. In coperta. R.P. Trento 23 dicembre 1802.

In questa sera fu munito del sacro Viatico F. Angelo di Frassilongo, condotto l’altrieri da Roveredo a questa infermeria. Iersera sono andati a missionare in Cognola i PP. Amando, e Regalato con F. Salvadore. Il P. Gasparo è nell’infermeria per un’accidentale caduta542. Del Direttorio nostro monastico non è ancora stato stampato il primo foglio per difetto dello stampatore. Onde s’avrà tardo. Anche F. Mattia è nell’infermeria. Domenica, piacendo a Dio signor nostro, partirà per Bressanone a ricevere il sacerdozio Frat’Arcangelo Maria, insieme col Padre Gio. Pio. Sospiro alla P.V. ed a tutta la di Lei religiosa famiglia, tutte le benedizioni del Cielo. Amen.

2482. 1802

Pro memoria. Il viglietto, di cui sopra num. 2449 fu del tenore seguente “ad impetrandam a Deo

felicitatem proximi partus Augustissimae Imperatricis Mariae Theresiae sacerdotes addant in Missa collectam Deus refugium etc. Secuto dein partu recitent in gratiarum actionem orationem Deus, cuius misericordiae etc. “543. Fu a stampa, esposto nella sera degli otto dicembre nella nostra sagrestia, e levato nella sera de’ 24 dicembre, perché il tal sera si lesse nella gazzetta di Trento foglio 98 (sic) in data di Venezia 18 dicembre che l’imperatrice li 7 dello stesso dicembre diede alla luce un terzo reale arciduca, nominato Francesco Carlo, e battezzato da Lodovico Flangini patriarca di Venezia, e cardinale. Altronde si seppe avanti parecchi giorni, che il parto era succeduto. nell’Indovino inglese dicesi nato gli 11 dicembre 1802, Francesco Carlo Giuseppe.

2483. 1802

541 Est hic Tridenti die 18 ianuarii 1803. 542 Il P. Gasparo è andato a Gardolo nella sera de’ 24 e ritornò nel giorno 27 alle dodici. 543 Li 9 maggio 1804 fu replicato questo viglietto. Nacque li 7 giugno 1804 Maria Anna Francesca

Teresa Gioseffa Medarda.

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Io infrascritto attesto, che dal sig. Gio. Battista Tommaselli di Trento ho ricevuto due lettere del R.P. Fiorentino Francescano in Bolzano date gli undici, e 18 del corrente, con entro due cedole, una d’un fiorini, e l’altra di dieci fiorini. In fede ecc. Trento, nel convento di san Bernardino li 25 dicembre 1802.

F. Gio. Grisostomo da Volano Francescano Riformato.

2484. 1802

Al P. Fiorentino Villot. Bolzano. R.P. Florentino F. Ioannes Chrysostomus S.P.D.

Ecce iam tertio venio ad te R.P. pro absente meo Patre Provinciali, teque moneo, ac certum reddo, quod hesterno vespere a domino Ioanne Baptista Thomaselli accepi literas tuas die 18 huiusce mensis datas ad dictum Patrem Provincialem, et complectentes schedulam544 decem florenorum, cum onere viginti Missarum. De his quoque certiorem reddere praefatum Patrem Provincialem non cunctabor. Vale. Tridenti die 26 decembris 1802545.

2485. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale546. Arco. M.R.P. Benedicite.

Per commissione di questo Padre superiore fo sapere alla P.V.M.R., e per non moltiplicar lettere, anche al Padre Guardiano di costì, che all’una, e mezza pomeridiana del giorno corrente, in questa nostra infermeria, munito de’ santi Sagramenti, per male d’idropisia è morto Frat’Angelo Eccher da Frassilongo. Egli è stato condotto qua da Roveredo nel giorno 21. Gli fu dato il sacro Viatico nella sera de’ 23 e l’Olio Santo iersera. Per la Messa cantata gioverà il leggere quello, che sta notato nel libretto delle rubriche pag. 19, num. 30.

In questa mattina è partito per Bressanone il P. Pio con F. Arcangelo Maria ordinando.

Il P. Fiorentino di Bolgiano ha mandato da dire altre venti Messe ad intentionem, con una cedola di dieci fiorini. Gli ho risposto subito. Domani poi manderò al sig. Tommaselli la detta cedola547.

Il P. Giannantonio ritornato in questa sera da Sardagna, domani comincierà la celebrazione delle cinque Messe personali a die scientiae per il defunto Frat’Angelo. Su di che scrivo anche a Roveredo.

F. Mattia è ancora nell’infermeria bisognoso di cura, che gli viene prestata. Il P. Gasparo, malgrado la sua cascata, che lo fece stare cinque giorni

nell’infermeria, è andato a Gardolo per compire la sua predicazione. Missionano in Cognola i PP. Amando, e Regalato con Fra Salvadore, abitando nella

casa Travaglia e li PP. Custode Giuseppe Antonio, e Guardiano Davide in Calavino. Sospiro alla P.V.M.R. un buon capo dell’imminente anno nuovo, e la prego della

sua paterna benedizione. Trento 26 dicembre 1802548.

544 n. 497853, numeri dubbiosi li primi tre. 545 Spedita li 29. 546 Questi è morto in Nago li 21 aprile 1805, dopo d’avervi predicato. Fu pur ivi seppellito nella

tomba Gazzoletta situata nella chiesa, perché li naceni non permisero il di lui trasporto al convento delle Grazie d’Arco.

547 Misi die 27 per Iacobum.

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Suo ubbid.mo, obb.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

In questa stessa sera è morto il sig. Filippo Manci segretario, in età d’anni 89, mesi 4, giorni XI.

2486. 1802

Al P. Michel Angelo da Roveredo Vicario. Roveredo. Ai PP. Riformati. Rev. Padre Vicario, padrone mio colendissimo.

Ringrazio vivamente la P.V.R. del favore, che s’è compiaciuta di farmi, proccurando la tintura eccellente delle cose bressanonesi, le quali ora sono in viaggio per Bressanone. La prima volta, che il noto Domenico Santuliana, detto dalle Mole, oppure la di lui consorte Margarita, verrà costà, porterà le cinque Lire per il tintore (Bridi)549. Già ho parlato col menzionato Domenico, al quale darò eziandio una lettera pesante per il di Lei Padre Guardiano550. La ringrazio un’altra volta.

Per commissione poi del mio P. superiore, absente Guardiano, e per non moltiplicar lettere, fo sapere a Lei, ed al di Lei P. Guardiano, che oggidì all’una, e mezza pomeridiana qui è morto F. Angelo da Frassilongo. Gli fu dato il sacro Viatico nella sera de’ 23, e l’Olio Santo iersera. Domani gli daremo la sepoltura, e comincieremo la celebrazione delle cinque Messe statutarie per il medesimo. Cominceralle domani anche il P. Gio. Antonio, ritornato in questa sera da Sardagna, giacché sono personali a die scientiae551.

Le sospiro un felice capo dell’imminente nuovo anno: ed avvisandola, che tardo potrò spedire il Direttorio monastico, perché malgrado l’averlo dato allo stampatore li nove di giugno, e l’aver molte volte stimolato lo stesso stampatore, non è ancora stato posto nel torchio il primo foglio, la riverisco, e mi professo. Trento 16 dicembre 1802.

Di V.P.R. cui aggiungo, che in questa stessa sera è morto il segretario Manci. Div.mo, obbl.mo servo, e amico F. Gio. Grisostomo.

2487. 1802

Al P. Massimo Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello.

Per non moltiplicare le lettere alla posta, incombenzato da questo Padre superiore, absente Patre Guardiano, vi fo noto, che ieridì all’una, e mezza pomeridiana qui è morto idropico il nostro F. Angelo Eccher da Frassilongo, in età di anni 74. Egli fu condotto da Roveredo a questa infermeria nel giorno 21 dell’andante dicembre: fu munito del sacro Viatico nella sera de’ 23, e dell’Olio santo nella sera de’ 25. Oggidì daremo la sepoltura di lui cadavere. Lo raccomando adunque ecc.

Del nostro Direttorio monastico non è ancora stato posto al torchio il primo foglio: e perciò anche per l’anno seguente, che vi auguro felice, potrò mandarvelo tardi. Pazienza. Addio Fratello Carissimo, Trento 27 dicembre 1802. Colla gazzetta.

Iersera è morto il fu sig. segretario Filippo Manci ecc.

548 Spedita li 29. 549 In date de’ 13 mi ha risposto che le cinque Lire furono portate al tintore dalla donna li 12

gennaio. 550 Data al S. Oliana (sic) li 31 dicembre 1802. 551 Questi andò in Garniga li 31 dicembre a supplire.

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2488. 1802 Ai Padri Guardiani di Campo, Mezzo, Cles, Cavalese, e Pergine552.

Rev. Padre. Incombenzato da questo Padre superiore fo sapere alla P.V.R., che oggidì abbiamo

seppellito il cadavere del nostro Frat’Angelo Eccher da Frassilongo, morto idropico in questa infermeria ieridì all’una, e mezza pomeridiana. Egli fu condotto qua da Roveredo nel giorno 21 del corrente mese. Ricevette con divozione il sacro Viatico nella sera de’ 23 e venne unto coll’Olio Santo nella sera de’ 25. Lo raccomando quindi alla carità fraterna della P.V.R. e di tutta la religiosa di lei famiglia per gli statutari, e supererogatori suffragi: e raccomandando anche me in precibus la riverisco, e resto. Trento 27 dicembre 1802553.

Di V.P.R. (al Perginasco) che suppongo avrà già ricevuto un’altra lettera d’avviso della malattia, e che darà parte di questa mia ai parenti del defunto.

Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

P.S. Iersera è morto in Trento il sig. Filippo Manci già secretario aulico, in età di anni 89, mesi 4, giorni undici. Domani verrà seppellito.

2489. 1802

A monsignor Vicario, oppure Pro-Vicario di Trento. Pro memoria.

Il Padre Geremia da Borgo Guardiano in Mezzo Lombardo supplica riverentemente, che siagli conceduta l’autorità d’assolvere uno, che più volte rem habuit colla propria figlia: e che ha commesso un duplicato volontario omicidio con due suoi figliuoli; e che tale autorità vengagli accordata presto presto, perché il reo ecc.

Concessum iuxta petita. Signatum 29 decembris 1802. Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis. Ho ricercato la sua, e mandato apposta in Castello questo viglietto allo stesso

tempo. Non ho espressa l’infermità pericolosa del reo, affinché non possa venire scoperto da altri, che intendessero la di lui morte ecc. Mi raccomando in precibus, trovandomi travagliato dal catarro, e lo riverisco, aggiugnendogli che il nostro Direttorio è ancora sotto la torchio. Trento 29 dicembre 1802.

Suo div. servo Fra Grisostomo. P.S. Oggidì è morta qui la miserabilissima ex-Clarisssa di s. Carlo Maria Vittoria

Andreis di Scanna d’anni 62.

2490. 1802 A Fra Masseo da Enno. Pergine.

Si lodato Gesù Cristo S.N. Supponendo, che sia stata scritta per Voi la qui compiegata lettera di Fra Pacifico

da Udine Riformato di Venezia, giacché tratta di cardi, ed è stata diretta a Pergine sul Trentino. S. Francesco, colla falsa inscrizione a Fra Benedetto, fatta, come si crede, per isbaglio, non essendo tra noi alcun Fra Benedetto, oltre il Padre Fra Benedetto sacerdote studente in questo convento, a Voi la spedisco, e lascio parimente a Voi il farle risposta.

552 Hanno risposto Pergine, Borgo, Cles, Arco, Cavalese, Mezzo, Campo, Roveredo. 553 Spedita li 29.

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Vi prego poi di avvisare il P. lettore Sisinnio Maria, che oggidì è morta qui la miserabilissima ex Clarissa Maria Vittoria Andreis di Scanna in età d’anni 62554 e che il signor Conte commissario di Bissingen è partito per Insprugg nella sera de’ 26 senza rispondere al di Lei memoriale presentatogli nel giorno 22 dal nostro P. Ignazio. Per carità raccomandatemi al Signor Iddio, mentre io vi sospiro un felice capo dell’anno imminente, dicendomi. Trento 29 dicembre 1802.

Vostro aff.mo F. Grisostomo.

2491. 1802 Al P. Davide da Tiarno Guardiano di Trento. Calavino.

R.P. Benedicite. Il P. Provinciale con data di Arco 21 dicembre mi scrive, che il P. Guardiano di

Roveredo prenderà Fra Mattia, se verrà sgravato di F. Valentino: e che se la P.V.R. si contenta di ciò, scriverà ecc. Tanto ho scritto innanzi di sapere, che F. Angelo fu condotto da Roveredo a Trento, e che passò all’altro mondo: e non sapendo, che F. Mattia è bensì disposto d’andare a Roveredo colla volontà, ma che non può andarvi a piedi, e che non può assicurarsi di poter zavorre, avendo ancora il male di non poter ritenere il cibo di qualsisiasi sorta. Io sabato gli risponderò, e gli farò sapere, che la P.V.R. ora non è qui; e che F. Matteo sta come sopra. Presentemente non ho altro da scriverle, se non se, che li 26 è morto il sig. segretario Manci vecchio, e li 29 l’ex Clarissa Vittoria Andreis da Scanna. Sospiro a Lei, ed al P. Custode un felice capo dell’imminente anno nuovo, e riverendoli resto ecc. Trento 30 dicembre 1802.

Così nella coperta d’una lettera di Brunegg e d’un’altra italiana. Ma non la ho spedita.

2492. 1802

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Oggidì ho ricevuto riscontro in iscritto, ed a voce, che li 18 sacchi di sale per noi sono in questa dogana. Lunedì (3 gennaio) dunque manderò a prenderli, e nello stesso tempo chiederò del nostro debito, il quale come intendo, non sarà picciolo. Dopo alcuni giorni lo farò soddisfare dal sig. Tommaselli. Ho pregato il P. confessore Cesario, che dimandi alla M. Badessa di s. Chiara quanto abbia speso per la condotta de’ suoi diciannove sacchi di sale da Ala a Trento555, e spero, che porterà la risposta posdomani. Ho insinuato a F. Mattia il progetto di mandarlo a Roveredo. Egli è disposto per andarvi; ma dice, che non potrà fare tal viaggio a piedi, e che non può promettere di poter lavorare. Di ciò non ho potuto parlare con questo Padre Guardiano, perché dai 21 dell’andante sino a quest’ora si trova in Calavino. Domenica (2 gennaio) finirà la sua Missione, lunedì erigerà la Via Crucis in Padergnone556, e poi ritornerà qua. Ho cominciato a mettere in carta la regoletta da stamparsi per li novizzi, perché allo stampatore bisogna dare un originale netto, ed ordinato. Tal fatica mi costerà non poco; ma pure, se il Signor Iddio mi conserverà la salute, la farò557. Il P. Gio. Antonio in

554 Fu seppellita li 30 dicembre dal piovano di san Vigilio. 555 Costò 21 troni per sacco. 556 Non ha eretta la Via Crucis, e ritornò a Trento ut infra. 557 Cominciai li 29 dicembre 1802. Terminai li 19 gennaio 1803. Est pagg. 58, in 8° sub tit. Regola,

e testamento del Serafico Padre San Francesco di Assisi. Con una istituzione cristiana. Dedi typographo die 31 ianuarii 1803. La stampa è di pagg. 96..

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quest’oggi ha dovuto andare in Garniga per farvi da curato, perché ieridì quel curato intruso fu cacciato dal popolo. Li PP. Somaschi si contentano, che stiavi soltanto fino a lunedì, nel qual giorno andranvi due di essi a farvi una specie diMissione, cioè il P. Luigi Zambaiti, ed il P. Sola558 futuro piovano di s. Maddalena. La Missione di Povo finì nella sera de’ 19 con dispiacere del popolo, che a proprie spese la voleva più lunga; ma il parroco ostinatissimamente non volle, anche ad onta d’una risposta di M. Vicario. Finisco in un colla carta pregandola della sua paterna benedizione. Amen. Trento 31 dicembre 1802.

Li 29 in Trento è morta l’ex Clarissa Vittoria Andreis da Scanna: e nella sera de’ 26 è partito per Insprugg il sig. Conte commissario Ferdinando Ernesto di Bissingen.

2493. 1802

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Colla gazzetta. Carissimo Fratello.

Li 29 dello spirante nel Borgo nuovo di questa città è morta la sempre miserabilissima ex-Clarissa roveretana Maria Vittoria Andreis da Scanna sollanda, in età di anni 62, e se non lo sapete vi notifico, che in Tassullo è morto il famoso Pilato li 28 ottobre di quest’anno, dopo una schifosissima, e lunga malattia. Vi auguro un buon capo d’anno, l’ultimo giorno del 1802. Amen.

2494. 1803.

Al P. Emmanuele Pasini da Riva. Cles. Rev. Padre.

Io non so in qual giorno egli abbia spedite a me le sue patenti confessionali: bensì, che le ho ricevute oggidì alle undici di mattina, e che le ho fatte prorogare ad triennium subito avanti l’una pomeridiana. L’avverto poi, che la seconda risguardante le confessioni generali si dice prorogata nell’anno 1802 per isbaglio, dovendosi dire nel 1803. Gli aggiungo, che li 29 dello scorso dicembre in Trento è morta l’ex-Clarissa roveretana Vittoria Andreis di Scanna, e che sta per morire un’altra monaca in s. Chiara. La stampa del nostro Direttorio è appena incominciata. Spero, che oggidì in Bressanone sarà stato ordinato sacerdote Frat’Arcangelo Maria Tabarelli di Tassullo. Circa la Messa sua prima si regolerà conforme alle arie ecc. Suppongo che la dirà domani nella predetta città. Egli ha per compagno il P. Gio. Pio da Moena tedesco. Favoriscami di dire al P. Guardiano, che lo ringrazio del prezioso regalo, che mi ha fatto della lettera originale del Beato Gregorio Barbarigo: ed al P. Vicario, che tengo da spedirgli una sporta perginesca piena di non so che. La Missione di Calavino finirà domani a sera559: e quella di Cognola nell’altra domenica. Un saluto cordiale al P. Ippolito, ed al P. Giuseppe Maria. Mi raccomando in precibus, e resto. Trento 1 gennaio 1803.

2495. 1803

Al P. Davide da Tiarno. Calavino. In coperta. R.P.

Trattengo una lettera per S.P. dal P. Vicario di Brunnegg560, perché suppongo, che non sarà premurosa, e spero, ch’Ella ritornerà presto. Il P. Gio. Antonio venerdì fu

558 Sola, già nostro Riformato torinese soppresso. 559 La calavinese fu prorogata. 560 Cappuccino Innocenzio Weber da Egna.

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mandato in Garniga per farvi da curato, essendo stato cacciato dal popolo quel curato561. Ci hanno promesso di ristituircelo in questo giorno; ma non l’abbiamo veduto. In questa mattina F. Santo ha condotto al convento il sale alano. In s. Chiara sono agonizzanti le MM. Delama, e dall’Aquila. In questa sera F. Mattia fu sorpreso da un accidente, che ci fece correre. In Borgo sta male assai F. Maurizio. Io non posso cantare, e stento a respirare. La prego della sua benedizione. Trento 3 gennaio 1803.

2496. 1803

Al P. Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Ieridì Fra Santo ha fatto condurre a questo convento li nostri 18 sacchi di sale venuto da Ala per dogana: ed ha portato un viglietto del doganiere, che ci fa debitori di troni 347,10, cioè troni 55 per il costo de’ sacchi vuoti con spese in Halla, e di troni 292,10 per la condotta di 18 sacchi di sale da Halla fino qui562. Io non capisco la nota de’ troni 55, perché da una lettera del P. Guardiano di Halla so, che da lui furono pagati li sacchi vuoti troni 45. Domani dunque manderò a chiedere la spiegazione della detta nota563. Alle monache la condotta costò troni 212 ogni sacco. F. Mattia iersera ebbe un accidente, che ci fece correre; ma oggi sta meglio. La Missione di Calavino è stata prorogata. Il P. Giannantonio è ritornato da Garniga in questa sera. Mi scrive da Fieme il P. Patrizio, che da dieci giorni trovasi obbligato a letto senza poter celebrare la santa Messa, con tosse tale, che non può riposare né giorno, né notte. Anche il P. Guardiano di Borgo mi scrive, che là quasi tutti sono raffreddati, e che il chierico F. Maurizio ha una malattia pericolosa. Il P. Guardiano di Fieme poi scrive, che il Bertolla vestì l’abito nostro li 21 dello scorso dicembre 1802, 4 lo depose li 25 col pretesto di non poter reggere tante ore in ginocchio, ed a tanti atti di umiliazione564. Dice, che gli altri tre sono tutti di ottima volontà, contenti, ed animati a durarla dallo stesso Bertolla, il quale disse ad uno, che non faccia come esso: ad una altro, che non segua il di lui esempio; ed al terzo, che sia costante. Il sig. Conte Bissingen ieridì è partito per Venezia; onde non si può più parlargli. Ho avvisato questi PP. predicatori. Li patentandi in quest’anno saranno non già quattro soli, ma cinque, cioè Riva, Lomaso, Cles, Mezzolombardo, e Cavalese. Mi spiace, che non ho la formola da presentarli, né da chiedere la dispensa dal venir a prendere la benedizione. Farolla come m’ispirerà il Signor Iddio. La prego ecc, Trento 4 gennaio 1803.

In S. Chiara sono agonizzanti le MM. Delama, ed Aquila da più giorni.

2497. 1803 Al P. Giorgio di Cles Guardiano di Cavalese.

R.P. Guardiano. In assenza del P. Provinciale, che sta in Arco, ho aperto la di lei lettera indiritta al

medesimo. Riporrò dunque gli attestati trasmessi nell’archivio provinciale, e farò sapere al detto Padre l’esito del novizzo Bertolla, il quale non fece conto alcuno delle difficoltà

561 Don Antonio Cont da Pedersano. 562 La condotta del nostro di troni 292,10, porta troni 16,5 per sacco: e così ogni convento per due

sacchi dee dare troni 32 e soldi 10, a’ quali debbono aggiugnersi per li sacchi troni cinque. Onde troni 37,10.

563 Il doganiere li 5 ha risposto, che così gli fu scritto da Ala, e che riscriverà là. Poi li 29 gennaio ha detto, che noi dobbiamo pagargli la sola condotta. Nell’anno 1802 li sacchi furono pagati due volte.

564 V.g. baciare la terra, scopare, lavare ecc.

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da noi propostegli: consolandolo insieme colla buona relazione rapporto agli altri novizzi. Consegno al di Lei uomo dodici cucchiari di legno, ed un Direttorio diocesano. Il monastico è ancora sotto al torchio. Mi spiace la malattia del P. Patrizio, e che non abbia peranche ricevuto il suo fagotto. Sono parecchi giorni, e sino d’avanti il ss. Natale, che un servo dell’Osteria del Sole, mandato dal postiglione fiemasco, è venuto a prenderlo. Io glielo ho dato. Oggidì manderò alla detta Osteria per vedere se si trovi arenato nella medesima565. Spero, che avrà ricevuto la mia lettera colla morte di F. Angelo. Al detto uomo saranno dati li rosari di legno, che verranno soddisfatti coi trenta troni depositati appresso il Fedrici. Ora non posso scrivere di più566. La riverisco dunque col detto P. Patrizio, e resto. Trento 5 gennaio 1803.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2498. 1803

Al sig. Rohr ecc. Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo567.

Spiacemi grandemente, che non posso servire l’I.R. Delegazione provinciale camerale568 coi lumi, che si degna di ricercarmi rapporto alle antiche misure de’ grani, nominata nelle investiture delle Valli d’Annone, e Sole, perché non ho mai fatto alcun riflesso alle medesime, ed ora non saprei su qual fondamento farlo. Perciò chiedo scusa, e con un riverente inchino mi dichiaro. Di s. Bernardino 6 gennaio 1803.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, div.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. All’Ill.mo sig, sig. e padrone colendissimo Il sig. Rohr ecc.

Trento Nel Castello

Ricercò se il moggio delle dette investiture in fatti equivalesse a due staia del paese. Il Rohr è trentino, parente de’ Clochi, di nome Simone Giuseppe rettorico nel 1795. Fu nella grammatica. Infima nel 1791...

2499. 1803

Al P. Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Il Padre Guardiano di Ala mi scrive, che ha ricevuto le due carte di tabacco, e mi ringrazia. Per pareggiare poi il debito nostro ci manda ventiquattro altre Messe da dire, cioè

Pro defunctis parentibus n. 10 Item n. 5 Ad intentionem n. 9 24

565 Fuvvi trovato arenato. 566 Non posso per male di occhi comune ora in Trento, ed in convento a tanti altri. 567 L’imp. reg. prov. delegazione in Publico-politicis 1803, 20 settembre. 568 Imperiale Regia Delegazione Provisoria Camerale di Trento. Così viene stampato. A mano poi:

L’Imp. Reg. Provisoria Delegazione publico-politicis Tridenti. – L’Eccelsa Imp. Reg. Delegazione di Giustizia in Trento 1802.

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Questo doganiere ha risposto, che così gli fu scritto da Ala: ma riscriverà là la nostra obbiezione. Io aspetto la risposta, e poi risponderò al detto Padre Guardiano. Spero, che lunedì 10 corrente saranno qui di ritorno i nostri bressanonesi569. Mi hanno scritto da Bressanone, che il chierico sarebbe stato ordinato ai due, e che li bolgianesi l’hanno obbligato cortesemente di celebrare la sua Messa prima in Bolgiano nella festa dell’Epifania. Oggidì ho corretto l’ultima stampa del nostro Direttorio; stentatamente però, perché ho il corrente male di occhi. Li missionari sono ancora fuori tutti. Genuflesso la prego più del solito della sua paterna benedizione. Trento 7 gennaio 1803570.

P.S. Li missionari di calavino sono ritornati in questa sera sani per la Dio grazia. Al latore della presente dò un Direttorio diocesano per codesta sagristia a conto.

2500. 1803 Al medesimo P. Provinciale. Arco.

M.R.do Padre Benedicite, In confidenza sono stato ragguagliato del bisogno, che vi è di qualche regolamento

rapporto all’educazione de’ novizzi di Fieme. Leggo, che non hanno né maestro, né vice maestro, quantunque bisognosissimi, perché il P. Guardiano maestro sta poco in convento, e rare volte vassene al coro. Il P. Vicario vice maestro non vuole incomodi. Dicono spropositi leggendo nel coro, e nel refettorio, e niuno li corregge. Non c’è chi vada con loro a dire l’officio della Madonna, ed il vespro da morto. Fra il giorno vanno nella cella guardianale, e perdono il tempo in ciarle. Tutta la famiglia mormora, e senza frutto. Da queste mancanze possono argomentarsi le altre, che saranno maggiori, e più rimarchevoli. Mi fanno compassione, e temo, che la nostra prescia571 nell’accettarli sia per avere un cattivo esito. Il relatore non vuol essere manifestato: ed io penso, che alla più lunga potrebbe servire per mettervi qualche ripiego il P. Diffinitore Pietro Paolo coll’occasione che andrà in quel convento nella prossima Quaresima, e vedrà co’ propri occhi il tutto, e sentirà le lagnanze. Con dispiacere do questa notificazione alla P.V.M.R. per supplire almeno in parte al mio dovere, e sperando, che il zelo, e la prudenza sua saprà trovare il modo migliore per ovviare ai detti mali, col bacio delle sacre mani la prego della sua benedizione, e resto. Trento 8 gennaio 1803.

2501. 1803

Al P. Prosdocimo di Cavalese Vicario e maestro. Cles. R.P. sia lodato Gesù Cristo.

Per arrecare alla P.V.R. qualche sollievo nelle angustie, che prova giustamente, l’avviso, che oggidì ho scritto al P. Provinciale rapporto al noviziato fiemese senza nominare alcun relatore: e che gli ho suggerito, che alla più lunga potrà mettervi qualche ripiego per mezzo del P. Diffinitore Pietro Paolo coll’occasione, che andrà in quel convento come predicatore quaresimale. I novizzi meritano compassione. Già fu provveduto, che non sarebbero stati capaci come quelli degli anni antichi: e che quindi sarebbe stato d’uopo insegnare loro la grammatica dopo la professione, come suppongono alle volte di bisogno li nostri statuti. Furono accettati, perché la voce comune minacciò la fine del mondo monastico. La loro istruzione noviziale costerà non poco, ma sarà eziandio di maggior merito agl’instruttori. Questa volta la cosa è fatta:

569 Sono giunti a Trento nella sera degli otto sabato. Cantò la sua Messa in Bolgiano li sei. 570 *Nel manoscritto, per svista, il Tovazzi scrisse 1802. 571 *Fretta.

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converrà pazientare. Servirà di regola per l’avvenire. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, e proccuri di conservarsi. Trento 8 gennaio 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

2502. 1803

Alla cancelleria ecclesiastica di Trento. Concionatores quadragesimales Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci

hoc anno 1803 erunt Ripae P. F. Petrus Regalatus a Caresio. Lomasii P. F. Iosephus Antonius a Clesio. Clesii P. F. Vitus Antonius a Clesio. Medii sancti Petri P. F. Franciscus Maria a Panchiato. Cavalesii P. F. Petrus Paulus a Roncenio.

Presentato gli XIII gennaio al sig. Provicario. Le patenti furono scritte nel giorno 28 di gennaio, e mandatemi li 7 febbraio.

2503. 1803

Al P. Provinciale Gio. Evangelista. Arco. M.R.P. Benedicite.

Nella sera dello scorso sabato gli 8 del corrente, sono stati qui di ritorno da Bressanone il P. Pio, ed il P. Arcangelo. Questo secondo fu ordinato sacerdote, insieme con un diacono, ai due di questo mese, giorno di domenica, e cantò solennemente la sua prima Messa in Bolgiano ai sei. Dicono, che hanno avuto un buon viaggio, e che dappertutto sono stati ben veduti, e trattati. Oggidì il P. Pio è partito per Pergine col P. Gregorio ritornante dall’Avis.

Dalla qui compiegata lettera del P. Mariano la P.V.M.R. intenderà meglio lo stato miserabile del medesimo. Io crederei bene l’usargli la carità, che dimanda quantunque tema, che in ogni luogo sia per essere infermo senza speranza di guarire, e di non picciolo aggravio agli altri. Almeno succederà questo, che non potrà lagnarsi di noi. Potrebbe partire da Cles insieme col predicatore di Borgo.

Rapporto al P. Paolo le rispondo, che credo essere soverchio il di lui scrupolo: e che quindi senz’altro possa continuare il suo esercizio di confessore, tenendo per certo, che li P.P. Provinciali antichi aveano l’autorità delegata dell’officio spirituale. Non avendola essi ristretta a tempo, né richiamata, ne avviene, che dura tuttavia. Io pure così la tengo, perché l’ultima mia patente fu data ad arbitrium dal P. Provinciale delegato vescovile, e non fu mai richiamata.

Il P. predicatore del Duomo nella prossima Quaresima mi ha risposto da Feltre, e mi ha mandato le sue lettere per monsignor Decano572, e per il sig. Capo-Console573.

Il P. Gasparo è cascato nella sera de’ 19 dicembre andando in fretta nell’orto per la porta del lavatorio: si ruppe il naso, e la faccia, e stette più giorni colla testa legata senza poter celebrare la santa Messa. Fu poi a Gardolo, e ieri predicò in S. Maria Maggiore. Nella sera di oggidì 10 gennaio, si ritirò colla febbre nell’infermeria, ed oggidì 11 gennaio detta l’epistola, sopraffatto da uno svenimento dovette cessare dal celebrare la Messa. Gli fu cacciato del sangue, ed ora sta meglio. Anche F. Placido da non pochi giorni in qua trovasi obbligato a Letto.

572 A Monsig. Decano fu data la lettera feltrina li 12 gennaio. 573 Il Capo Console B. Trentini è partito per Padova gli 11 gennaio. Ritornò li 27 gennaio di sera.

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Si suppone, che la Missione di Cognola finirà in questa sera degli undici. Per ora non so cosa dire di essa574.

Il novizzo F. Angelo da Panchiato “Giovanni Valentino di Francesco”, fu battezzato li 23 agosto 1780. Il novizzo F. Gio. Francesco da Moena “Simone Bartolommeo della Giacoma”, fu battezzato li 28 ottobre 1783. Ha portato da Bolzano575 attestati di prima classe rapporto ai costumi, ed alla diligenza: e di seconda classe rapporto all’ingegno, e profitto. Deo gratias. La prego della sua paterna benedizione, chiedendo scusa ecc. Trento 10 gennaio 1803.

In questa sera oscura degli undici fu chiamato in fretta dalle monache il P. confessore. Nella medesima sera ho ricevuto i Direttori legati dallo stesso stampatore con carta eguale. Mando interim tre copie di essi al P. Guardiano.

2504. 1803

Al P. Mariano da Bordiana. Cles. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Ho intesa con mio gran dispiacere l’infermità della P.V.R. e quindi ho spedita la di Lei lettera al P. Provinciale, con una mia giunta, onde venga esaudita; e spero, che così succederà. Per altro io non capisco il perché non possa ritrovare rimedio al suo male anche lungi da Trento576. Qui pure sonovi degli agitati da scrupoli, e che stentano a celebrare la santa Messa. Confidi nella misericordia d’Iddio Signor nostro, ch’è infinita, ed ubbidisca, se vuol guarire. Io non posso dirle altro, se non se, che mi fa compassione sinceramente, e che bramo la sua guarigione: con che riverendola mi dico. Trento 11 gennaio 1803.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Arcangelo Tabarelli di Tassullo fu ordinato sacerdote in Bressanone li due del corrente: cantò la sua prima Messa in Bolgiano ai sei: e fu qui di ritorno sano, e salvo nella sera degli otto.

Div.mo, obb.mo servo F. Gio. Grisostomo.

Spedisco tre Direttori a conto insieme con questa.

2505. 1803 Al P. Giorgio da Cles Guardiano di Cavalese.

R.P. Nel giorno 4 del corrente gli ho spedito una copia del mio Direttorio diocesano, ed

oggidì tre copie del monastico. In questa sera poi ho preparato questo plico, in cui sono quattordici copie del detto Direttorio monastico, per la prima occasione opportuna, che mi si presenterà. Una di tali copie potrà servire per la povera soppressa Riccioli, in caso, che sia viva: cui potrà far noto, che li 29 dello scorso dicembre qui a Trento è morta la miserabile ex Clarissa di san Carlo Maria Vittoria Andreis di Scanna. Lo riverisco. Trento 12 gennaio 1803577.

2506. 1803

Al P. Geremia di Borgo Guardiano di Melombardo. R.P. Guardiano.

574 Li missionari di Cognola sono ritornati al convento nella sera de’ dodici. 575 Dove studiò l’infima grammatica. 576 Venne all’infermeria li 25 gennaio 1802.[1803]. 577 Spedita li 13 pel postiglione.

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Nel quarto giorno del mese corrente gli ho spedito una copia del mio Direttorio diocesano. Oggidì poi gliene spedisco quindici del monastico, supponendo, che basteranno per il suo convento. Il P. Ignazio accetta l’impegno di predicare in Metodesco nella prossima Quaresima. Fra Placido da parecchi giorni in qua trovasi obbligato a letto dal catarro, dalla tosse, e da qualche poco di febbre. Favorisca di notificarlo ai di lui signori domestici. Suppongo, che avrà ricevuto un’altra mia ministeriale, annunciatrice della morte di Frat’Angelo da Frassilongo, data li 27 dicembre, e riverendolo mi dico. Trento 12 gennaio 1803.

2507. 1803

Alla Curia ecclesiastica di Trento. Pro memoria.

Il Padre Accursio da Preghena supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà in reservata per una confessione generale ecc.

Concessum etc. Signatum 13 ianuarii 1803.

I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis

2508. 1803 Al P. Provinciale. Arco.

M.R. Padre Benedicite. Rispondo subito subito, che il buon Padre Ignazio accetta l’impegno di predicare in

Mezzo Tedesco nella prossima Quaresima. Il P. Guardiano però sente ciò con dispiacere, perché in caso di qualche accidente non avrebbe altri da far supplire. Il P. Gasparo è a letto col suo dolore di capo, e con della febbre, tanto che non può celebrare la santa Messa, ed avrà bisogno, che altri suppliscano per lui a S. Maria Maggiore nella imminente domenica, e forse anche nelle seguenti. Il P. Giannantonio andrà a Pergine. Fra Luigi oggidì s’è ritirato nell’infermeria per il suo male di testa. In questa sera sono ritornati al convento li PP. missionari di Cognola, i quali nel prossimo sabato, se lo permetterà il tempo, partiranno di qui per li loro conventi. In Civezzano missionano due PP. Cappuccini forestieri. Tosto, che riceverò la risposta di questo doganiere, le notificherò la nostra spesa per il sale. Non vorrei, che fosse stato pagato due volte. Ho inteso, che il Preghena fu veduto a Trento come cappellano secolare militare. Il Signor Iddio gli usi misericordia. La prego della sua paterna benedizione. Trento 12 gennaio di notte 1803. Il P. Custode è partito di qui per Roveredo in questa mattina.

2509. 1803

Al P. Accursio da Praghena. Roveredo. R.P.

Eccolo prontamente servito colla richiesta licenza. La ringrazio poi della notizia, che mi dà rapporto al nipote578, e godo, che la casa paterna siasi almeno in parte sgravata: ma temo, che il detto nipote sia per patire nell’anima, e nel corpo: e sia per esser ancora di rammarico, ed aggravio ai zii, e fratelli. Io non sono a portata per ovviare a così fatti mali. Se non possono li presenti a tutto, molto meno posso io lontano. Se mai potesse la P.V.R., la prego di volersi adoperare. Io raccomanderò al

578 Don Benedetto ch’è andato a stare col suo fratello fuori di casa, cioè coll’

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Signor Iddio con premura il bisogno de’ miei domestici579: ed esibendomi ad ulteriori servigi, la riverisco, e mi professo. Trento 13 gennaio 1803.

Della P.V.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2510. 1803

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Ho inteso il passaggio della fu M.R.M Catterina Teresa succeduto nella mattina del giorno corrente all’altro mondo: e spero fondatamente, che sarà stata ammessa nel santo paradiso, giacché so, che fu sempre un’ottima Religiosa, e che il Signor Iddio le ha donato tanto tempo da prepararsi ad un tal passaggio. Ciò non ostante io la raccomanderò al medesimo Iddio, e nella prossima domenica (li 16 gennaio) celebrerò per essa la mia Messa: e scrivendo ad altri conventi avviserolli della di Lei morte, per acquistarle qualche suffragio. Rapporto alla R.V. le rispondo, e l’assicuro, che sono persuasissimo, che sieno veri verissimi li di Lei mali, e se altri non li credessero tali, direi, che ciò derivasse dal Signor Iddio per darle da patire di più. Approvo per altro, ch’Ella usi confidenza colla M.R.M. Badessa, e glieli manifesti: e poi se né pure ciò recheralle sollievo, faccia uso di quella polverina, che si nomina: Così vuole il Signor Iddio. Rifletta, che ha 75 anni d’età, ed è la vice seniore del monastero. S’aiuti col pensiero, che questi patimenti non dureranno molto, e poi andremo in paradiso. La mia povera specieria non ha migliori rimedi. Bramo, che questi pochi, e semplici le sieno di qualche giovamento. Non possiamo pretendere miracoli. La vecchiaia è una malattia comune, ed indispensabile. Godo sentendo, che la M. Anna Francesca sta meglio: ed augurando ad ambedue l’efficacissima benedizione di Gesù, e Maria resto cogli occhi malconci. Amen. S. Bernardino 14 gennaio 1803.

2511. 1803

Al Padre Provinciale. M.R.P. Benedicite.

Benché avessi risolto di non iscrivere alla P.V.M.R. nell’ordinario corrente, per non darle nuovi fastidi, pur debbo scriverle, stimolato dal mio P. Guardiano, il quale brama, che alla P.V.M.R. sia noto, come oggidì al fine di pranzo ha letto, ed insinuato ai neosacerdoti le Ordinazioni capitolari: che non partano dal coro senza chiedere la licenza come i chierici: che assistano alla Messa conventuale, che presentino al P. Vicario, o superiore le lettere, che riceveranno ecc. e gli ha fatti fare la cerimonia canevettale colla colpa ecc. Si raccomanda poi nel caso, che su di ciò le venisse scritto.

Il P. Amando si fermerà qui a supplire in S. Maria Maggiore per il P. Gasparo infermo. F. Feliciano oggidì si ha ritirato nell’infermeria per male di schiena, e d’ernia. È morta in s. Chiara oggidì la M. Catterina Teresa Delama. Quella M. Badessa vorrebbe soddisfare la spesa del sale fatta in Ala, e perciò dimanda in qual luogo possa ciò effettuare. Il P. Vicario Regalato partirà di qui domani per Roveredo, ed Arco580. Ho mandato alla cancelleria ecclesiastica i nomi de’ nostri cinque predicatori patentandi. Patisco ancora il corrente male di occhi; non però tanto, quanto negli scorsi giorni. Lavoro intorno al libricciolo per li novizzi. La prego genuflesso della sua paterna benedizione. Trento 14 gennaio 1803.

579 *Sempre in senso di familiari. 580 Partì li 15 per Aldeno, li 16 per Roveredo, ed arrivò in Arco nella sera de’ 17 lunedì.

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2512. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.P.C.

Nuovamente ringrazio la P.V.R. del favore fattomi colla tintura delle pezze bressanonesi, e sento con piacere, che sia stata soddisfatta. Godo parimente udendo, che lavorano, e s’affaticano per riacquistare san Rocco; ma non vorrei, che la minaccia di partire dalla città sortisse il tristo effetto, cui soggiacque una simile idea nel 1784 rapporto a queste monache micheline, che risposero d’accettare le trinitarie colla speranza, che tal cosa, e trasporto non succedesse. Piuttosto esporrei gl’incomodi, e danni, che patiscono essi, ed il pubblico stando lontani da san Rocco: le promesse fatte di rimetterlo: gli ordini dell’augustissimo sovrano, se vi sono, la cessazione del bisogno di ospitale, e l’essere la cosa concentrata tutta, come vienmi supposto, nel solo Consiglio civico. La Madonna del Monte si è una bella situazione; ma per noi sarebbe incomoda non poco, e vorrebbe essere ampliata più, che notabilmente. Si dice, che la sorte di questi paesi sarà presto decisa. Io dunque crederei, che potessero pazientare ancora qualche poco, continuando però a bussare, ed agire per ottenere l’intento. Ma mi rimetto ad ogni consiglio migliore; e riverendola divotamente mi professo. Trento 15 gennaio 1803.

Della P.V.R. Div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Gio. Grisostomo.

2513. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

Ieridì è morta in S. Chiara la M. Catterina Teresa Delama in età di anni 84581. Il P. Gasparo è infermo. Per lui supplirà in S. Maria Maggiore il P. Amando. Sto aspettando ancora l’Isidoro per mandarvi li Direttori. Se non potrò mandarveli più presto vi avviso, che sino ai 28 del corrente potrà servirvi ‘l diocesano. In tal giorno 28 dovrà da noi farsi l’officio de’ ss. Berardo e Compagni. Ai 30 la B. Giacinta. Ai 31 la B. Lodovica. Nel primo di febbraio il B. Andrea. Li 3 il B. Odorico. Ieri F. Feliciano si ha ritirato nell’infermeria. In somma fretta vi abbraccio Fratello Carissimo. Trento 15 gennaio 1803.

2514. 1803

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare all’esibitore del presente troni 5, dico troni 5. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 16 gennaio 1803.

D’ordine del P. Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

NB. L’esibitore si è Domenico Santoliana dalle Mole di Trento, che pagò il tintore Bridi in Roveredo. Vedi sopra num. 2512, 2486.

2515. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo S.N.

581 Li 20 giovedì dai di Lei pronipoti giudicariesi fu suffragata in S. Chiara coll’officio de’ morti, e

con una Messa solenne contrappuntata, e organizata.

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In questa mattina ho consegnato all’Isidoro il plico de’ direttori per il vostro convento, e per le povere sorelle soppresse. Ho principiato a lavorare per l’anno 1804, ma non so se il Signor Iddio mi donerà vita per istamparlo. Per questo ho cominciato ad istruire il chierico Frate Vincenzo Maria da Cles, giovine, che mostra genio, e capacità, perché poi possa servire la Madre Provincia in mia vece. Li Padri Guardiani di Trento, Mezzo, e Campo mi dicono, che non hanno avuto alcun avviso ministeriale della morte seguita in Civezzano della madre de nostro chierico F. Alberto gli undici dello scorso dicembre. Noi qui l’abbiamo suffragata colle sante Messe ed altro ai 16 dicembre, perché F. Gervasio, e F. Rufino andando da Pergine all’Avis l’hanno segnata coll’acqua santa nel cataletto, e così ci riferirono nel ritorno. Il detto chierico ritrovasi costì. Egli forse non saprà il nostro costume. Questo servanvi di regola in caso ecc. Intendo, che il nipote don Benedetto ha lasciato la casa paterna, ed è andato a stare con un suo fratello, di pieno consenso ecc. Addio Fratello Carissimo. Trento 18 gennaio 1803. Colla gazzetta.

2516. 1803

Al P. Daniele da Enno Guardiano di Pergine. Rev. Padre. L.I.C.

Alla quistione propostami oggidì dalla P.V.R. se il moribondo signor Grandi582, benemerito sindaco apostolico de di Lei convento, in vigore delle Costituzioni fatte dai sommi Pontefici a favore de’ nostri sindaci apostolici, abbia il diritto d’essere seppellito nella chiesa del detto convento, benché non abbia ivi sepoltura propria, rispondo subito negative, perché non trovo tal privilegio concessogli nella Biblioteca pronta del P. Ferrari verbo Syndicus, e verbo Sepultura, e nella dilucidazione de’ privilegi del P. Diego d’Aragona Tr. 7, cap. 9 de syndicorum privilegiis. Aggiungo a questo, che a’ miei giorni il signor Gasparo Marchiori, ed il signor barone Ignazio Trentini, entrambi sindaci apostolici di questo convento, furono seppelliti altrove in città, ed il signor de’ Vigili sindaco apostolico del convento di Mezzolombardo, per poter essere seppellito in quella nostra chiesa comperò un monumento. Aggiungo poi, che se il lodato signor Grandi si eleggesse d’essere seppellito nella detta chiesa nostra, giacché quilibet a iure non impeditus potest sibi eligere sepulturam in qualibet ecclesia ad id ius habente, qual è anche la nostra perginese, potrebbe ammettersi, senza però verun obbligo di metterlo insieme coi Religiosi. Nell’archivio di codesto convento dovrebbe esservi qualche memoria intorno alle sepolture. Io presentemente non posso dirle di più. Quindi riverendola mi professo. Trento 19 gennaio 1803.

P.S. Il P. Gio. Antonio è destinato predicatore di Albiano. Io non so perché non sia stata scritta la morte della madre Mazzina di Civezzano ai conventi di Campo, Mezzo, Trento ecc. Noi qui abbiamo dette le Messe su la parola di Frate Gervasio.

2517. 1803

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Il rimedio per il sale alano, che si userà in quest’anno, sarà di aspettare la risposta degli alani richiesta dal doganiere, cui abbiamo detto, che li sacchi furono già pagati da noi. Al più resterà da pagare la spesa de’ facchini, che insaccarono il sale. Ho avvisato questo P. Guardiano, e F. Abbondanzio rapporto ai Padri Francesco Felice, e Mariano.

582 Antonio Grandi detto Bergamasco. Egli è morto li 29 dic. 1804, e fu seppellito nella chiesa nostra di san Francesco.

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Proccureremo di guarire anche il secondo. Aspetto le cinque patenti de’ predicatori, e non dubito, che saravvi anche quella del P. Regalato. Ieri di mattina il P. Amando è ritornato a Pergine, giacché il P. Gasparo spera di poter predicare domani583. Eziandio il P. Guardiano Anacleto iermattina è partito di qui per ritornare a Campo. Io credo, che la P.V.M.R. non abbia debito di scrivere al futuro predicatore del Duomo. Piuttosto egli dovrebbe scrivere a lei; ma forse supporrà, che gli basti l’avere scritto a me. Ieri ho presentato al signor Provicario il libretto, che ho scritto col titolo Regola, e Testamento del Serafico Padre San Francesco di Assisi, Con una istituzione cristiana, e ne ho riportato subito l’Imprimatur. Più presto, che potrò darollo al Monauni col patto, che sia stampato avanti la Pasqua. Dal Tommaselli ho fatto soddisfare la spesa di troni cinque per la tintura delle pezze monastiche di Bressanone. I garnigani volevano un nostro Frate che supplisse la mancanza del loro curato; ma il P. Guardiano si ha scusato coll’impotenza. Il destinato nuovo Preposito584 de’ PP. Somaschi ieri mi ha chiesto un Padre, che desse gli esercizi spirituali ai suoi Padri; ma gli ho risposto, che ora non possiamo servirlo. Nello scorso mercoledì ho consegnato al postiglione di Riva il resto de’ Direttori per il convento di Arco, e così ho terminata la spedizione di tutti. Farò soddisfare dal Tommaselli la spesa della stampa, e della legatura dopo, che avrò parlato col Monauni. F. Placido è inchiodato sul letto, Fra Feliciano, e F. Lorenzo sono in piedi bensì, ma nell’infermeria. La prego della sua paterna benedizione ecc.. Trento 22 gennaio 1803. Ho spedito subito le lettere inchiusemi.

2518. 1803

Al P. Massimo Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello L.I.C.

Questo prefetto dell’infermeria (F. Abbondanzio) inteso avendo dal P. Gasparo, che tenete de’ boccali delle Nove585 irregolari, ed oziosi, simili a quelli, che il detto Padre Gasparo mandò qua d’ordine del P. Provinciale nell’anno 1798586, vi prega, che vogliate ancora Voi mandarli a questa infermeria comune, dove riusciranno utili. Spero, che farete questa carità; ed abbracciandovi resto ecc. Trento 22 gennaio 1803. Colla Gazzetta.

2519. 1803

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P.

Oggidì è stato da me F. Mattia, e mi ha pregato d’insinuare alla P.V.M.R. che ora crede di poter andare a Roveredo utilmente. Quindi se gli manderà l’ubbidienza vi andrà in qualche modo, cioè o per acqua, o a piedi, o in legno ecc. Il P. Guardiano è contento. Se andrà, resterà più luogo per quelli, che verranno qua nell’infermeria. Consegno all’uomo587 un fagotto per il P. lettore Vigilio, ed un altro per il P. Bonaventura, cui favorirà dire, che F. Santo ha fatto quanto gli ha scritto. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 22 gennaio 1803 in coperta588.

583 Predicò. 584 Ieri 21 aspettava la patente di Preposito, ed oggidì 26 ho inteso, ch’è in possesso. 585 Nove Vicentine. 586 To. 4, epist. 1401. Mi ha risposto che ora non ne tiene altro che quattro, i quali servono per

l’acqua. 587 Giovanni Boniato servo del convento d’Arco. 588 Spedita li 24.

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2520. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Custode. Roveredo. R.P.P.C.

In questa sera ho ricevuto da F. Santo di Sfruzzo la lista de’ predicatori vescovili per la prossima Quaresima589, e per mantenere la mia promessa ne mando subito copia eziandio alla P.V.R. Con questa occasione la prego di ringraziare a nome mio li PP. Guardiano, e Vicario per le buone, ottime nuove, che oggidì mi hanno fatto avere rapporto alla restituzione del convento di s. Rocco590, le quali ci hanno consolati tutti: ed aggiugnendole, che al P. Guardiano mando tre fagotti, e che scrivo al P. Provinciale perché mandi l’obbedienza a F. Mattai di Trento disposto per venire costà, la riverisco, e resto. Trento 22 gennaio 1803, in coperta591.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2521. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.P.C.

Vienci supposto, che la P.V.R. siasi amorevolmente esibita di procccurare la dispensa apostolica dall’età canonica ad alcuni Religiosi chierici per poter essere ordinati sacerdoti, col mezzo dell’Emm.mo signor cardinale Saluzzo592 suo antico, ed affezionatissimo padrone. I chierici sarebbero questi: F. Aloisio da Cles suddiacono, nato li 9 marzo 1781. F: Francesco Saverio da Tenna, nato il primo di dicembre 1780. F. Alberto da Civezzano, nato li 20 luglio 1780. Ci contenteressimo, che li due primi potessero essere promossi al sacerdozio nel sabato delle 4 Tempore pentecostali, che sarà li 4 di giugno: e gli altri due nel sabato delle 4 Tempore autunnali, che sarà li 24 di settembre. In questo secondo sabato mancherebbero

Al primo mesi 17, giorni 5. Al secondo mesi 9, giorni 18. Al terzo mesi 14, giorni 6. Al quarto mesi 9, giorni 26. È dunque pregata la P.V.R. che voglia avere la bontà d’interessarsi per ottenere la

grazia bramata dalla nostra Madre Provincia, la quale scarseggia molto di sacerdoti, ed a stento ritrova chi possa, e voglia ordinarne, vacando ancora da tanto tempo la sede vescovile di trento. Io spero, che di buon cuore assumerà un tale impegno per farsi un nuovo merito, e riverendola mi raffermo. Trento 25 gennaio 1803.

Della P.V.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2522. 1803 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco.

M.R.P. Benedicite.

589 Datagli dal sig. Dusino di Cles prefetto de’ chierici seminaristi. 590 Ma gli ordini dell’imperatore non furono eseguiti. 591 Spedita li 24. 592 Ferdinando Maria napolitano.

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In questa sera è giunto a questa infermeria il P. Mariano, che non celebra593. Io temo, che sta troppo fisso ne’ suoi sentimenti scrupolosi, e che difficilmente gli riuscirà di guarire. Basta, vedremo. Ho avvisato questi due chierici rapporto alle Ordinazioni. Io però vorrei differire ad altra stagione il far girare tanti Religiosi (15). Il Sitientes è in Quaresima. Gli studenti hanno da prepararsi per le tesi pubbliche. Bisogna farli accompagnare da sacerdoti, che forse saranno impiegati nelle prediche. Conviene scrivere a tanti previamente594. Si dice ancora, che il nostro vescovo sia per venire presto. Mi rimetto però a quanto vorrà la P.V.M.R. cui spedisco la qui compiegata, perché la legga, la esamini, e se giudica bene la mandi a chi è diretta (al P. Michel Angelo). Ho consegnato la lettera, che mi ha inchiuso aperta, dopo d’averla letta, e sigillata senza veruna mutazione. Il P. Ignazio in questa mattina fu in Trento ad insinuarsi a Monsignor di Mezzo, e venne graziosamente ricevuto. Siccome leggo, che andrassene a Pergine per predicare in Pinedo il P. Romedio; così ora dubito, che il P. Giannantonio predicatore d’Albiano debba portarsi a Pergine, oppure star qui. F. Feliciano, e F. Lorenzo sono ritornati alla santa comunità; F. Salvadore poi è a Sacco. Col bacio della sacra destra lo prego della sua benedizione ecc. Trento 25 gennaio 1803.

2523. 1802

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Sia lode a Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi.

Senza replicare i sentimenti, e le proteste, che ho espresso altre volte, intendendo però di replicarle, mi restringo a dire soltanto, che ho ricevuto gli effetti cordiali, ed anche reali delle riverenze Loro, e che quindi le ringrazio tutte, e mi professo obbligatissimo; avvisandole, che in breve celebrerò per loro due sante Messe. Non dico altro, già mi conoscono. Aggiungo, ch’eseguirò la loro intenzione mandando notabil parte de’ loro copiosi regali anche al P. Guardiano di Borgo: e che ho pregato il mio santo avvocato, specialmente al sacro altare, affinché supplisca con loro alle mie mancanze. Finisco sospirando loro la benedizione più grande di Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi. Amen.

A Lei poi M. Giacinta reciproco l’augurio per l’imminente sua festa, e l’avviso, che nella medesima celebrerò per Lei la mia Messa. Circa il resto non so cosa dirle di nuovo. Quindi le replico, che si ricordi, che trovasi attempata, e che non tiene privilegi per andar esente dagl’incomodi de’ vecchi: e che ringrazi Dio d’averle dato di ritornare a S. Michele, dove non patirà tanto quanto patì la M. Maria Teresa d’Ulzbach in s. Giuseppe. La prego di ringraziare particolarmente la M. Gioseffa Aloisia, con cui mi congratulo, che ancora sia viva, e capace di fare del bene, dopo che ha temuto di non arrivare a questo giorno. Deo gratias. S. Bernardino 27 gennaio 1803. Domani manderò a Borgo il destinato della loro bontà, facendo cenno della medesima ecc. Rimando la scatola vota. Dimando scusa.

2524. 1803.

Alla M. Anna Francesca Romani di Calliano. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Quello, che debbo confessar io verso di V.R. lo dice Ella verso di me per effetto della sua bontà. Io non so d’avere alcun merito appresso di Lei, e se di cuore le desidero, e prego dal Cielo il conseguimento di quanto santamente brama, e che le può

593 Celebrò malamente li 27. 594 a Verona, Feltre, Bressanone.

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giovare all’anima, ed al corpo, non fo altro, che parte del mio dovere. Io dunque la ringrazio di tutti li favori, che s’è compiaciuta di farmi dall’anno settantasette sino al giorno d’oggi, e l’avviso, ed accerto, che in breve celebrerò per Lei una Messa all’altare di sant’Antonio nostro taumaturgo singolarissimo, e lo pregherò, che faccia eziandio con Lei delle sue meraviglie, ricordandogli, che lo prego per una mia cugina. Se stando sul letto leggerà la vita del Santo lodato, che ultimamente ho mandato al monastero595, le crescerà senza dubbio la divozione verso il medesimo, e la fiducia nella di lui intercessione, e le passerà il tempo più facilmente, e con minore noia. Egli potrà impetrarle anche l’andar esente dalle tempeste, e la necessaria pioggia nel tempo della siccità. Credo d’essere inteso: e rinnovandole i ringraziamenti, e sentimenti premessi, le prometto le chieste benedizioni Avemmariali, e Meridiali596, ed ora la benedico in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. S. Bernardino 27 gennaio 1803.

2525. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo.

Il vostro cordiale augurio ebbe il suo effetto, poiché oggidì ho celebrata la festa di s. Crisostomo mio avvocato nomastico felicemente, mercé la bontà di questo P. Guardiano, di tutti li Religiosi, delle MM. di S. Chiara, e di altri. Sarà forse l’ultima volta, che ho un tal vantaggio. Sia fatta la volontà di Dio Signor nostro clementissimo. Consegno all’Isidoro un involtino, in cui troverete dicidotto Agnusdei secondo la mente delle dette MM. di S. Chiara. Suppongo, che possiate farne uso senza incorrere la disgrazia sovrana. Voi saprete se ora ciò siavi lecito. Mi spiace il disturbo, che avete per il pulpito di Telve597; ma non posso parlare col P. Amando, perché non è più qui, essendo ritornato a Pergine li 21 del corrente. Ieridì è morto in Trento il sig. Giovanni Paccanaro. Qui abbiamo il P. Mariano, che infermasi all’altare quando ha da profferire l’Hoc est Corpus etc. Addio Fratello Carissimo. Trento 27 gennaio 1803.

2526. 1803

Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Cles. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro colendissimo.

Alla dimanda, che mi fa la P.V. in nome del R.mo signor arciprete di Fondo598, che le spedisca la chiave, ossia il modo, e la maniera di leggere i libri, e le scritture gottiche, e le loro breviature, rispondo con dispiacere, che non posso compiacerla, perché quella picciola, che tengo, acquistata colla fatica di quaranta, e più anni, sta concentrata nella mia memoria, e ne’ miei occhi. Ho fatto bensì nell’anno 1784 un libricciuolo intitolato: Siglae, ac notae compendiariae, quas vulgus abbreviaturas adpellat, ex libris, et scripturis antiquorum depromptae, ac expositae599; ma è ancora tanto informe, che non ardirei di lasciarlo uscire dalla nostra celletta: e se anche uscisse, son sicuro, che non basterebbe per fare un buon antiquario. La prego dunque di scusarmi appresso il lodato signor arciprete; e riverendola mi dico. Trento 29 gennaio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo

595 cioè li 22 gennaio. Vedi To. V, epist. 1737 in margine. Ricevuta di ritorno li 28 dicembre 1803. 596 *del mattino e della sera. 597 Fu ricusato il predicatore Illuminato [Gritti] perché pazzo. 598 Don Francesco Aliprandini di Praghena. 599 * Cfr. il suo MS 113.

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F. Gio. Grisostomo da Volano. P.S. Supponendo di far piacere a Lei, ed agli altri Padri suoi contubernali, le mando

la lista de’ predicatori vescovili della prossima Quaresima.

2527. 1803 Al P. Stanislao Küepach Guardiano di Ala.

Admodum Reverendo Patri Guardiano Halensi Fr. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P600.

Literis admodum Rev. Paternitatis Tuae datis die 30 decembris, receptisque a me die sexta ianuarii currentis, respondere hucusque distuli, quia theloniarius iste, salis transvector, pro saccis vacuis, et expensis Halae, libras quinquaginta quinque, praeter vecturam, a nobis petiit; et ideo bis, et ultra solvendos eosdem saccos nobis exhibuit. Cur nescio. Ceterum hodie id perperam actum fassus est. Quapropter nunc certum te reddo, P.A.R., quod suscepi celebarndas etiam illas viginti quattuor Missas, quas in dictis literis notasti. Rogo autem, ut mihi significare non graveris, an praefati sacci halenses aliquo signo notati, et distincti fuerint, prout retroactis temporibus fieri consuevisse accepi601. Etenim novissimi nullum prorsus signum praeferunt. Ignosce, quaeso, P.A.R. si tot incomodis tibi molestus fio: et una cum tuo P. Disma bene valeas. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 30 ianuarii 1803602.

2528. 1803

Al Padre Giangiuseppe da Canzolino Guardiano. Roveredo. Rev. padre.

Eccolo prontamente servito colla sua patente prorogata ad un altro quinquennio. Trattengo uno de’ due sacchi, perché suppongo che sia il da me impetrato al Marchetto gli 8 dicembre. Spedirò al P. Gregorio l’involto segnato col di lui nome. Spedirò poi gli altri due quando mi farà sapere per chi sieno, perché ora non mostrano alcuna direzione603. Fra Mattia sta in attenzione dell’obbedienza per poter venire costà. Godo, che siavi fondata speranza di riacquistare San Rocco in breve, Lo riverisco ecc. Trento 30 gennaio 1803.

2529. 1803

A monsignor Leonardo Ciani. Vaccia nell’Ungheria. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Incombenzato dal mio Padre Guardiano Davide da Tiarno confesso, ed accerto V.S.Ill.ma, e R.ma, che dal signor Giovanni Tommazzoli di lei proccuratore abbiamo ricevuto ultimamente un’abbondantissima, ed opportunissima limosina di pane604. Perciò la ringraziamo, e le professiamo tenutissimi, e di tutto cuore preghiamo Iddio Signor nostro clementissimo, che voglia dargliene una copiosa ricompensa. Io poi replicandole con sincerità, che fo parte del mio dovere, ricordandomi sempre de’ favori, che ho ricevuto singolarmente da V.S. Ill.ma, e R.ma, e dalla signora Rosa sua sorella

600 Ha risposto li 7 febbraio, che saccos (sic) salinarios, qui veniunt ab Oeniponte, solent signari: qui autem a speditoribus mittuntur, signantur diversis signis; qui a funariis nostris vehuntur, nullis signis notantur.

601 eccettuati questi tre ultimi anni. Quasi tutti furono rotti quest’anno. 602 Spedita il primo febbraio. 603 Ricevuta oggidì da un appostato Comper di Besenello giovine studente in Roveredo. Che ritornò

a Roveredo li 31 gennaio. 604 Cioè di fiorini dieci in una cedola. Così pure ai PP. Cappuccini di Trento.

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degnissima di buona memoria, le sospiro una lunga, e prosperosa vita, le bacio riverentemente le sacre mani, e con inalterabile stima, e rispetto passo a riconfermarmi. Trento 30 gennaio 1803605.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma P.S. Ardisco di pregarla d’un saluto a ecc.606 Umil.mo, obbl.mo, osseq.mo servidore F. Gio. Grisostomo di Volano.

Trento Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo

Monsignor Leonardo de’ Ciani abbate mitrato di s. Agostino in Coloccia, e canonico degnissimo dell’insigne cattedrale di Vaccia

Vienna Vaccia

Nell’Ungheria.

2530. 1803 Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al signor doganiere Antonio

Schweizer, esibitore del presente, troni 292,10, dico troni dugento, e novantadue, e soldi dieci. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di San Bernardino appresso Trento li 31 gennaio 1803.

D’ordine del P. Provinciale F. Gio. Grisostomo di Volano

Nota. Ciò per la condotta di 18 sacchi di sale da Ala d’Insprugg a Trento. Consegnato da F. Santo li 4 febbraio ed accettato dal doganiere607.

2531. 1803

Al P. Giuseppe di Torbe Minore Riformato. Primiero. Rev. Padre padrone colendissimo.

Rimando alla P.V.R. senza veruna dilazione qui compiegata la sua patente provinciale, con la giunta, che avendola io presentata ieridì al R.mo signor Giuseppe Antonio de Menghin Provicario Generale Capitolare di questo vescovado, sede vacante, le ho impetrato a voce la chiesta licenza di poter predicare in Primiero nell’imminente Quaresima, e nello stesso tempo ivi amministrare il Sacramento della Penitenza, coll’autorità eziandio rapporto ai casi riservati nel detto nostro vescovado608. E pregandola d’un’Avemmaria popolare, mi offro per ulteriori servigi, la riverisco, a nome anche di questo Padre Guardiano Davide da Tiarno, e resto. Trento, s. Bernardino 1 febbraio 1803609.

Di V.P.R. Div.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo di Volano

605 Spedita primo febbraio. 606 Cioè alla Beppa di lui maggiordonna. 607 Dunque la condotta d’ogni sacco costò fiorini 3, troni 1, soldi 5, ossia troni 16 e soldi cinque. 608 Ho impetrato la confessione mostrando il Confes. della patente. La licenza di predicare fu data in

voce soltanto per riguardo del nuovo Governo. 609 Spedita li 2 febbraio.

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Diffinitore e pro-secretario provinciale de’ Minori Riformati610.

Trento Extra. Al Rev. Padre padrone colendissimo

Il Padre Giuseppe di Torbe Lettore filosofo, e predicatore de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Valsugana Primiero Fiera.

L.+S. Prov. La detta patente si è di questo tenore. Dilecto nobis in Christo P. F. Iosepho a Turbis lectori philosophiae concionatori et

confessori Ordinis Minorum Strictioris Observantiae S.P. Francisci Fr. Franciscus Antonius de Venetiis Lector theologiae concionator, et in alma D. Antonii Reformata Provincia Minister Provincialis, et servus, salutem in Domino sempiternam. Seraphici Patris S. Francisci vestigiis inhaerentes, et saluti animarum zelo ducti, inter caeteros nobis subiectos, et apostolico muneri destinatos, Te, quem dudum novimus sana doctrina, morunque integritate pollere, ad illustrissimum, ac Reverendissimum dioecesanum antistitem mittimus, ut ordinaria facultate, ac benedictione obtenta, ad evangelizandum Dei verbum in Ecclesia archipresbiterali de Primerio tempore Quadragesimae praesentium tenore, et cum salutaris obedientiae merito te conferas. Monentes, ut quae circa huiusmodi ministerium a sacris canonibus, tridentinis decretis, nostrique Ordinis constitutionibus sancita sunt, sancte serves, uberem percepturus mercedem a Domino, quem pro nobis exoratum habebis. Datum Paduae ex nostro conventu s. Caroli sub die 11 mensis ianuarii Anni 1803.

L.+S. Fr. Franciscus Antonius a Venetiis Minister Provincialis. De mandato adm. reverendi in Christo Patris Fr. Benedictus a Cartiliano secretarius provincialis.

In questa patente mi dispiace, che il P. Provinciale mette il suo nome dopo quello del Religioso suo suddito, e che in fine non gli dà la sua benedizione.

2532. 1803

Alla M. Anna Francesca Romana. S. Chiara. Gesù, e Maria ci benedicano.

Col celebrare una santa Messa in suffragio della fu M.R.M. Catterina Teresa, non ho fatto altro, che parte del mio dovere preciso, avendomi sopportato, e favorito specialmente quando fu abbadessa, ed io ebbi l’onore di servila. Quindi non occorreva, che s’incomodasse la M. Catterina Apollonia. Ciò non ostante aggradisco la di Lei limosina, e la ringrazio. Circa poi la mia venuta al monastero non posso prometterle altro, se non se, che succedendo avrò memoria. Ma temo, che succederà tardo, perché il freddo, che ho provato ieri andando alla città, mi fa paura. Finisco, perché son chiamato altrove, e le benedico ambedue coi ss. nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 1 febbraio 1803.

610 Vedi num. 2575

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2533. 1803

Al Padre Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

È venuta finalmente la risposta di questo doganiere, in vigore della quale siamo esenti dal pagare li 55 troni notati per li sacchi vuoti, e quindi ho fatto un viglietto per la spesa della condotta di troni 292,10, ai quali aggiugnendosi li 45 troni pagati in Ala per li sacchi vuoti, ne risulta, che la spesa del sale in tutto costa troni 337,10611, li quali divisi per nove conventi, ad ognuno toccano troni 37,10. In seguito di questo ho scritto al P. Guardiano di Ala, che celebreremo anche le ultime 24 Messe. Ieridì ho dato al Monauni il libretto della regoletta col patto, che lo stampi subito, e mi ha promesso di farlo. Domani spedirò in Primiero la licenza di questa Curia vescovile ad un Padre nostro veneto, perché nell’imminente Quaresima possa ivi predicare, ed ascoltare le confessioni sagramentali. Fra Salvadore vassene al refettorio cogli altri. Il P. Mariano celebra la santa Messa, ma stentatamente, ed a certe ore viene al coro. Un dì stette circa mezz’ora sull’Hic senza passar oltre, finché io chiamato dai PP. Gasparo, e Benedetto, avendo fatto come da cancelliere, francamente replicò quanto io dissi recitativamente. Li 26 dello scorso è partito il Terziario Bonelli, come le scriverà il P. Guardiano di Mezzo. Egli era troppo vecchio per noi612. Questo F. Ladislao si diporta molto lodevolmente. Il pulpito di Telve la disturberà. Genuflesso la prego ecc. Trento 1 febbraio 1803.

2534. 1803.

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

Vi fo sapere, che nell’imminente Quaresima predicherà in Primiero il P. lettore Giuseppe di Torbe Riformato nostro veneto, cui domani spedirò la licenza di questa Curia ecclesiastica. Sto ancora in aspettazione di qualche vostra risposta circa la morte della madre del vostro chierico F. Alberto. Ieridì ho dato da stampare un libretto al Monauni d’ordine del P. Provinciale per li novizzi. Sarà ristampa; ma mi costò fatica, e tempo il prepararla613. Vi abbraccio ecc. Trento 1 febbraio 1803, colla gazzetta.

2535. 1803

Al P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano. Roveredo. Rev. Padre.

Lo prego di consegnare all’Ill.mo signor Conte Francesco degli Alberti Piamarta la qui rinchiusa cartuccia614, che siccome vienmi supposto, contiene ventiquattro troni di restituzione segreta, parte in carta, e parte in metallo. Favorirà poi di rimandarmi la ricevuta scritta dal lodato signor Conte615. Noi pure siamo creditori dello Spadea napolitano; ma non sappiamo se sia, o no più tra’ viventi. Io sono stato a ricercare di lui appresso il signor Francesco Cappelletti di Santa Maria, che gli diede l’albergo in

611 Oltre le due Messe per il signore Waldauff, e le due carte di tabacco al Padre Guardiano di Ala.

Ad ogni convento troni 37,16,2. 612 Il Terziario F. Valerio Bonelli è partito per le promesse, ed esibizioni fattegli dai signori

Lutterotti di Salorno. Andò dunque a servirli. Così mi fu scritto. 613 Ho corretto la prima stampetta li 4 febbraio. 614 Dal sig. don Vigilio de’ Bernardi calavinese, già cappellano di S. Maria Maggiore detto Cordolo. 615 Venne la ricevuta del Conte li 15 febbraio data li 12.

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Trento: ed ho scritto, e fatto ricercare del medesimo in Bolgiano, ed in Bressanone, ma in vano, perché niuno sa più di lui616. Domani per mezzo dell’Isidoro spedirò a Pergine il sacco voto, che ho trattenuto supponendolo nostro, e li due rotoli di tabacco per il P. Gregorio. Gli altri due pacchi di tabacco a chi vanno?617 Eglino sono senza direzione. Mi faccia nota la sua intenzione. Lo riverisco, e resto. Trento 3 febbraio 1803618.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

2536. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello L.I.C.

Girolamo Buonasorte, di cui vi ho scritto più volte, specialmente li 20 luglio, e sei agosto, è partito da Trento con mala grazia nella sera de’ 30 dello scorso gennaio619. Perciò gli furono spedite dietro delle requisitoriali da questo pretore(Pace Bonacina di Milano) ad istanza del signor Conte Giuseppe de’ Melchiori, di lui benefattore singolare. Egli non fu mio penitente, né confidente, benché si spacciasse per tale. Ciò mi spiace assai. Raccomandatelo al Signor Iddio ecc. Trento 4 febbraio 1803.

Nota. Il Conte Melchiori gli ha dato sedici sovrane, che fanno fiorini 320 da cambiare in altra moneta. È partito con esse insalutato hospite. La di lui lingua gli ha fatto perdere la grazia, che godette per qualche tempo, del sig. Conte Girolamo Graziadei suo padrino di Battesimo. Della signora contessa Gioseffa Malfatti sua madrina. Di S.E. la sig. contessa Gioseffa di Thunn madre di monsig. Eletto. Del sig. Conte Pio di Wolchenstein, e di tanti altri. Cominciò a parlare, dopo, che fu battezzato. Io più volte l’ho ammonito, ma in vano. Subito dopo il Battesimo egli non fece altro che girare per le case principali di Trento, e del Trentino. Più volte gli fu dato molto danaro da portare altrove.

2537. 1803

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

In questa sera tarda ho ricevuto lettera dal P. Guardiano di Cavalese, colla quale si lagna, che avendo scritto quattro lettere alla P.V.M.R. e per il Bertolla, e per li predicatori, non ha ricevuta alcuna risposta. Egli desidera, che resti a Cavalese il P. Eusebio e per le confessioni, e per il pulpito di Tesaro, perché mancherà il P. Vicario,il P. Lattanzio è frequentemente sorpreso da svenimenti quasi mortali, il P. Giacinto è ancora Giacinto, ed il P. Patrizio dal signor medico è dichiarato inabile alla predica. in fine replica, che conviene provedere al detto pulpito di Tesaro, e ch’egli non può supplire. Io gli scriverò mercoledì, che ho scritto per lui alla P.V.M.R. Onde la prego di rispondergli senza dilazione. Il medesimo Padre dimanda un Martirologio francescano per il refettorio. Qui non abbiamo altro, che quello i cui ci serviamo. Per quanto mi ricordo evvene uno vecchio nella libreria delle Grazie d’Arco. Se trovasi ancora potrebbe mandarglielo. Sarà meglio che niente. Dall’ultima mia avrà compreso, che per il sale toccheranno ad ogni convento troni 37,10. Ora le soggiungo,che comprese le due

616 Lo Spadea fu da me in s. Bernardino li 16 febbraio 1803. Venne a Trento li 15. 617 Ho dato i due pacchi con un sacco al tramessiero di Pergine li 9 febbraio, cioè al Brunet mandato

dal P. Gregorio. 618 Spedita gli 8 febbraio per Boniatum. 619 Fu veduto da un trentino in Verona nell’aprile. Ora 1804 non so dove sia.

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Messe per il signor Waldauff gli toccheranno troni 36,16,2. Il P. Mariano celebra, ma se non mutasi, dovrà cessare620. Lunedì andrò ancora a vederlo, e sentirlo celebrare. La prego di rispondere al P. Guardiano di Mezzo rapporto all’abito del Terziario Bonelli disertore, cioè cosa debbasi restituirgli. La prego altresì di rispondermi se il P. Gio. Antonio debba star qui, oppure andar a Pergine621. Il sig. don Gretter ha promesso di mandarmi lunedì le cinque patenti de’ predicatori. Il P. Custode mi dà buone nuove circa san Rocco. Ieridì ho corretto la prima stampetta della Regola. Qualora non lo sappia, le fo noto con mio grande spiacere, che l’ebreo livornino nella sera de’ 30 dello scorso gennaio è partito da Trento insalutato hospite. Pazienza. Così a’ miei giorni ha fatto anche un’ebrea parimente in Trento622. La prego della sua paterna benedizione genuflesso ecc. Trento 5 febbraio 1803, di notte623. Gli ho inserito la lista de’ predicatori vescovili.

2538. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Custode. Roveredo. R.P.P.C.

Oggidì ho ricevuto le patenti vescovili per li nostri predicatori; e giacché mi si presenta l’opportunità del nostro uomo d’Arco spedisco alla P.V.R. quella, che porta il di Lei rispettabile nome. La ringrazio poi delle buone nuove, che s’è compiaciuta di darmi rapporto a san Rocco, e desidero ardentemente che si verifichino. Con dispiacere ho inteso la malattia di F. Raimondo, e le fa sapere, che questo P. Vicario oggidì si ha ritirato colla febbre nell’infermeria, mancando più giorni il P. Guardiano andato a Calavino. Suppongo che saprà, come ai 30 dello scorso è partito da Trento insalutato hospite l’ebreo livornese, detto qui Girolamo Buonasorte, con dispiacere de’ signori trentini, che sonosi troppo fidati di lui. Egli ci dà un nuovo motivo di non fidarsi d’ebrei. Mi raccomando d’un’Avemmaria popolare, la riverisco, e resto. Trento 7 febbraio 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

Mando al P. Guardiano da fare una restituzione segreta in Roveredo.

2539. 1803 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Arco.

M.R.P. Benedicite. Oggidì ho ricevuto le patenti per li nostri predicatori: e però spedirò subito subito la

qui rinchiusa (per Riva) trattenendo quella per il P. Pietro Paolo sino al di lui arrivo a questo convento. Gli raccomando di rispondere subito al P. Guardiano di Cavalese intorno a quanto gli ho scritto ieridì, cioè rapporto al pulpito vacante di Tesaro. Il P. Mariano ha cessato di celebrare in questo giorno. Già ho scritto, ch’è troppo fisso ne’ suoi sentimenti. Questo P. Vicario da parecchi giorni stava fuori di comunità624; ed oggidì senza celebrare si ha ritirato colla febbre nell’infermeria, mancando il P. Guardiano andato a Calavino. Anche il P. Agostino è fuori di comunità da non pochi giorni. Bisogna rispondere al P. Guardiano di Mezzo circa l’abito del fu Terziario

620 Domenica non ha celebrato. Così anche nelle altre domeniche. 621 Ha risposto, che vada a Pergine. 622 Nel 1762. 623 Spedita li 6 di mattina. 624 *Si recava solo per i pasti nell’infermeria.

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Bonello. Io non so qual sia stata la pratica della Provincia negli anni scorsi. Scriverò al P. Guardiano di Cles, il quale in Fieme fu nel caso. Anche il P. Custode quando fu Guardiano di Cles ebbe un caso simile in un altro Bonello. Ne’ registri provinciali si dovrebbe trovare la pratica625. Gli raccomando di conservarsi sano, e lo prego della sua benedizione. Rapporto all’età de’ profitenti ci sarà tempo da parlare, giacché le vestizioni sono state fatte tardo. E ciò tanto più, che come ho inteso anche oggidì, le novità si faranno presto. La legge gioseffina eccettuò li già vestiti avanti d’essa. Per il Capitolo provinciale credo, che non vi sarà impedimento. L’Ordinario è vicino. Ora stento ad uscire di convento in tempo tanto tristo, per cagione del male, che ancora patisco negli occhi, e per il catarro ecc. Trento 7 febbraio 1803.

2540. 1803

Al P. Geremia da Borgo Guardiano. Mezzolombardo. Rev. Padre Guardiano L.I.C.

Per non moltiplicar lettere lo prego di consegnare la qui rinchiusa patente a chi va626, dicendogli nello stesso tempo, ch’è dispensato dal portarsi qua per chiedere la benedizione. Non ho risposto alla prima della P.V.R. de’ 14 gennaio, perché né pure a me ha risposto finora da Borgo, e da Pergine rapporto alla morte certa per altro, della madre di F. Alberto627. Non ho risposto all’altra senza data di mese, e girono, da me ricevuta li 30 dello scorso, perché né pur io so qual sia la pratica della nostra Provincia rapporto agli abiti de’ novizzi disertori. Ho scritto al P. Provinciale: ed ho ricevuto per risposta, ch’egli ancora è all’oscuro. Il P. Cesario mi dice, che crede essere il costume di valutare gli abiti due fiorini al mese. Io non ho mai avuto ingerenza in così fatta faccenda: quantunque sia succeduta tante colte anche a’ miei giorni. Forse saprà qualche cosa il P. Francesco Felice. Di più dovrebbe sapere il P. Vitantonio Guardiano di Cles. Io ho replicato al P. Provinciale, che non so niente; e frattanto la P.V.R. potrà far sapere al Bonelli, che senza dubbio gli verrà ristituito quello, che sarà di dovere. Ho notato la di lui partenza come accaduta li 28 gennaio, così argomentando dal di Lei ieri mattina628. F. Placido si alza ogni giorno per qualche tempo dal letto. Questo P. Vicario stamane s’è ritirato colla febbre nell’infermeria, dopo che fu molti giorni fuori di comunità. Eziandio il P. Agostino il P. Agostino è fuori di comunità da parecchi giorni. Da Roveredo mi sono state scritte delle nuove consolanti circa san Rocco: ed insieme,che F. Raimondo stava colla punta, non però ancora dichiarata micidiale. Ai 30 dello scorso è partito da Trento insalutato hospite l’ebreo livornese, qui detto Girolamo Buonasorte cristiano, con dispiacere grande di parecchi signori trentini, li quali ora sospettano, che sia stato qui come commissario de’ suoi antichi padroni. Egli non fu né mio penitente, né mio confidente. Il Signor Iddio gli usi misericordia629. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 7 febbraio 1803.

Tengo da spedirle una sporta di biscotti, ed un involto grosso di tabacco venuto da Roveredo.

Suo div.mo cord.mo servo F. Grisostomo.

625 Il P. Provinciale ha risposto, che si rimette alla carità, e discrezione del Bonelli. 626 al P. Francesco Maria. 627 Poscia fu risposto da Borgo, che la madre è morta. 628 Partì li 26 gennaio. 629 Né pure oggidì 17 febbraio si sa dove sia andato.

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2541. 1803 Al P. Vitantonio da Cles Guardiano. Cles.

Rev. Padre Guardiano S.I.C. Con piacere gli spedisco questa patente, che lo dichiara predicatore de’ suoi

concittadini nell’imminente Quaresima. Il P. Mariano ieridì ha cessato di celebrare la santa Messa, e quindi anche di strapazzarla per causa dell’Hoc, ed Hic, parole per lui fatali. Le nostre ragioni, ed esortazioni furono sempre rigettate da lui, che disse di essere abbastanza istruito, e di non essere un’oca. Egli pure ha scritto al P. Provinciale. Quindi staremo aspettando la risoluzione del medesimo630. Certamente resterà molto mortificato, ed angustiato, giacché perderà un Religioso, che avrebbe potuto esser utile alla Madre Provincia, scarseggiante di confessori, e predicatori. Pazienza. Se la P.V.R. sapesse qual sia la pratica rapporto all’abito che lasciano i novizi disertori, li quali hanno già depositato il di lui prezzo, cioè quanto si debba loro ristituire, favorisca di notificarmelo. Da Roveredo mi sono state scritte delle nuove consolanti rapporto a s. Rocco. Mi viene scritto altresì, che in Roveredo sta male F. Raimondo, ed a Borgo Fra Biagio. Qui trovasi a letto il P. Vicario. Ai 30 dello scorso è partito da Trento insalutato hospite l’ebreo livornese, detto qui Girolamo Buonasorte. Il Signor Iddio l’illumini, e gli usi misericordia. Non dico altro. Lo prego d’un’Avemmaria popolare, e lo riverisco, dicendomi. Trento 8 febbraio 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

Replico, che tengo da spedire al P. Vicario una sporta perginese dallo scaduto dicembre631.

2542. 1803

Al R.mo sig. Provicario. Pro memoria.

Il Padre Francesco Maria da Panchiato supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà d’assolvere semel dai Casi riservati sotto ai numeri primo, e settimo632.

Concessum etc. Signatum 9 februarii 1803. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis633.

2543. 1803 Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo.

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo. Ho ricevuto i quattro bellissimi quadretti, che mi avete mandato, come regalo, e

limosina delle nostre buone Madri sorelle. Confesso per altro, che io non ne ho alcun merito, avendo fatto il mio dovere. Così farò anche in seguito fino a tanto, che il Signor Iddio mi donerà di poterlo fare. Li menzionati quadretti serviranno molto bene al P. Provinciale, e al mio Guardiano, forse per regalare il P. Predicatore del Duomo, il quale passerà per Borgo probabilmente in questa settimana. Godo, che il P. Amando aderisca al vostro desiderio: e sento con dispiacere, che Voi pure siate tanto scarso di tempo.

630 Celebrò li 18 febbraio. 631 Supra num. 2494. 632 Magiche arti. Incesto. Bestialità. 633 Spedita li 9 di mattina per postam.

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Spero però, che il Signor Iddio vi aiuterà, giacché fate l’obbedienza. Ho fatto sapere a quelli di Mezzo, e Campo, che la madre di Frat’Alberto è morta certamente, ma non so, se l’abbiano suffragata. Ringraziate da parte mia le predette buone Madri, e conservatevi sano. Amen. Trento 8 febbraio 1803.

2544. 1803

Al P. Giorgio da Cles Guardiano e maestro. Cavalese. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

Nella sera dei cinque dopo l’Avemmaria ho ricevuto la lettera di V.P.R. de’ 31 gennaio, e subito la ho accennata col contenuto di essa al P. Provinciale dimorante in Arco, con una mia spedita certamente nella mattina dei sei, e gli ho raccomandato, che le risponda subito. Quindi spero, che in questo stesso ordinario riceverà la di lui risposta. Gli ho scritto anche rapporto al Martirologio del refettorio, ricordandomi d’averne veduto uno vecchio ozioso nella nostra libreria di Arco. Qui abbiamo quel solo, che usiamo giornalmente. Già parecchi anni sonomi accinto per rifarlo di nuovo, ed insieme accrescerlo di Santi; ma dopo li quindici di gennaio per mancanza di tempo lasciai l’impresa. Egli è bisognosissimo di essere rifatto da capo a fondo. Io son troppo vecchio, ed occupato. Lascerò ad altri ‘l farsi del merito con tale fatica. Dirò al P. Guardiano quanto Ella mi scrive rapporto alla cerca legnaria quando ritornerà da Calavino. Qui pure stiamo male. Il P. Vicario è sul letto nell’infermeria senza potere di Messa dai 7. Il P. Agostino è fuori di comunità634. Il P. Giannantonio deve andare a Pergine. Il P. Ignazio a Mezzo. Io patisco il corrente male degli occhi. Il P. Mariano ha cessato di celebrare per causa dell’Hoc, ed Hic. Dappertutto vi è abbondanza di miserie. Il Signor Iddio ci aiuti per sua pietà.. Mi raccomandi al medesimo, e si conservi. Trento 8 febbraio 1803.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

P.S. Il Buonasorte, già ebrei, è partito da Trento li 30 di gennaio insalutato hospite, da ebreo. In Borgo è infermo F. Biagio, ed in Roveredo F. Raimondo. Rapporto a san Rocco mi sono state scritte delle nuove molto buone, le quali estendonsi anche a tutti gli altri conventi occupati dal militare nel Tirolo. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------

NB. Li 23 febbraio dalla posta di Trento ho ricevuto un dispaccio circolare dato in Roveredo li 19 febbraio 1803 dal Cap. Gius. de Martini soscritto dal segr. Manci, notato 1058/93 Eccles. con cui si accenna un aulico decreto de’ 9... intimazione Gov. de’ 29 gennaio, che ricorda la Normale rapporto all’immigrazione, o emigrazione de’ preti, e Frati.

2545. 1803

Al sig. Matteo qm Matteo Zamboni. Mattarello635. Riverito signore sia lodato Gesù Cristo.

Ritornato al convento colla grata memoria della sua esibizione caritatevole di mandarci del vino buono, feci riflesso, e rilevai, che più opportuno, e vantaggioso al giorno d’oggi ci sarebbe l’avere da fare della polenta. Onde supponendo, che a V.S. sarà lo stesso, ardisco d’insinuarle questo nostro bisogno: rimettendomi per altro alla di Lei carità, e bontà. Avvisandola poi nuovamente, che ogni cosa per noi sarà bene

634 Il P. Agostino non ha celebrato li 10. 635 Videsis nostrum Necrologium, num. 1208.

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indirizzata, e raccomandata al Biasio636 sagrestano di Santa Chiara, la riverisco, insieme colla sua signora consorte, e mi professo. Trento, s. Bernardino li 9 febbraio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Vincenzo da Sfruzzo Riformato di s. Francesco.

Extra. Al signor, signor Matteo Zamboni ecc. Mattarello.

2546. 1803

Al P. Ignazio da Trento. Trento, in città. R.P.

Questi buoni Religiosi avendo inteso, che sta per venire in convento quel sacerdote, di cui mi ha parlato questa mattina la P.V.R. tutti sonosi commossi, e dissero, che sarebbe da pregare, che sia differito dopo le ceneri. Ora è troppo freddo. Abbiamo un solo fornello, e questo bisogna salvarlo per il Padre predicatore del Duomo. Anche le altre celle in questi giorni ci saranno necessarie per li Padri predicatori, che dovranno passare di qui. Se starà sempre al caldo nel refettorio, non penserà di proposito ai casi suoi, e atteso il di lui carattere profano, a noi sarà di troppo aggravio. Dunque le raccomando ecc. S. Bernardino 11 febbraio alle 12 meridiane637.

P.S. Manca il P. Guardiano. Abbiamo infermi li PP. Vicario, ed Agostino. La Post Scriptum ed il P. lettore sono di partenza. Il P. Cesario confessore non può assisterlo. Il P. Giannantonio partirà. Gli studenti non sono confessori... Li giorni seguenti per noi sono critici...

2547. 1803

Al P. Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite

Questo Padre Filippo dentro la prossima settimana porterassi (di mala voglia però) a Melombardo, attesa la licenza della P.V.M.R. Li PP. Vicario, ed Agostino sono a letto, e non celebrano. Io credo, che senza peccare si possa sospendere, ed anche affatto tralasciare la risposta al P. Girolamo da Gardolo, giacché non è officiale. F. Rocco da Riva s’ha fatto questo merito colla nostra Madre Provincia, che dopo d’essere stato allevato da essa, ed anche tollerato quando fu infermo (pazzo), la ha abbandonata nel 1789, ed ha tirato dietro a sé nel 1791 F. Lazaro da Pinedo, e nel 1796 il dotto Padre Girolamo. Ha mutato abito, Provincia, e Congregazione. In questi ultimi quattordici anni non ha punto suffragato li nostri Religiosi defunti, e non ha dato alcun segno d’essere ancora dei nostri. Questi meriti potransi allegare in caso, che venisse replicato l’avviso della di lui morte. Io non so come sia partito da noi; bensì che nel mio catalogo de’ Frati allora l’ho notato come incorporato nella Provincia Osservante di Mantova. Lascio alla P.V.M.R. il pesare queste note; ed aggiugnendole, che oggidì sono giunti qua li PP. Damasceno, e Romedio: e che ancora non sappiamo dove sarà collocato il P. predicatore del Duomo, che aspettiamo, la prego della sua paterna benedizione. Trento 11 febbraio 1803.

636 Biasio Predellio. 637 Il prete è venuto in convento nella sera degli 11 venerdì. Si chiama don Antonio Turrini di Vò

Casaro pieve di Ala d’anni 51 circa, fratello seniore di don Innocenzio già Filippino di Mantova, d’anni circa 43, e fratello del dottore Alberto domiciliato in Roveredo. Come inquieto, ed insolente fu licenziato, e mandato via dopo il pranzo del martedì 15 febbraio. Ma ritornò subito ad istanza de’ Conti Malfatti. Partì poi nella mattina de’ 19. Ritornò. dopo pranzo; ma...

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2548. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Sono stato stimolato di scrivervi, e farvi sapere, che li nostri Religiosi ultimamente ritornati da Mattarello, portarono una lamentanza contro un Padre, che nel 1801, passando da Roveredo a Borgo per la Val Sorda, in tempo, che pioveva, ebbe un’ombrella da un buon uomo di Mattarello col patto di lasciarla nella canonica di Vigolo, dove egli sarebbe andato a ripigliarla, massimamente perché l’aveva in prestito da un altro anch’esso. Andò; ma non la ritrovò, e sino al giorno d’oggi non la ha più veduta. Io suppongo, che il Religioso la avrà consegnata a qualcheduno, affinché gliela riportasse; ma il fatto si è, che non gli fu riportata: e perciò egli si lagna di noi. Non si sa chi sia stato quel Padre. Se mai fosse ancora costì, e si ricordasse a chi l’abbia consegnata, e raccomandata, si potrebbe rimediare, almeno in parte, alla mancanza passata638. Quindi vi raccomando questo affare, e vi saluto di tutto cuore. Trento 12 febbraio 1803.

P. S. Il P. Diffinitore Pietro Paolo è stato in passando a Volano639, ed ha ritrovato li nostri domestici tutti sani. Ai 28 dello scorso dicembre nel convento della Volta Mantovana de’ PP. Osservanti è morto Fra Rocco da Riva, il quale, non so con quale ardimento, per mezzo del P. Girolamo da Gardolo, ricercò i nostri suffragi, allegando per motivo, che non fu incorporato nella Provincia Mantovana, benché sia stato in essa sino dall’anno 1789. Poverino!

2549. 1803

A monsignor Vicario, o Provicario Generale. Pro memoria.

Il Padre Provinciale de’ Minori Riformati supplica riverentemente, che sia conceduta l’autorità d’assolvere dai casi riservati dal principio della prossima Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive, a tutti li suoi predicatori quaresimali.

Concessit oretenus die 14 februarii 1803 R.mus dominus Vicarius. Die autem 28 martii pariter oretenus rogatus declaravit, talem auctoritatem esse personalem, non vero localem640.

2550. 1803

Al sig. don Francesco Adelpreto Michelotti. Vezzano. Dro. Molto illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo.

Sono già quasi otto mesi641, che per servire la magnifica Comunità di Drone, ad istanza di V.S. molto ill. e molto rev., ho compendiato i tre rotoloni antichissimi, e difficilissimi, che mi ha consegnato. La ho cercata nell’indicatomi locanda detta dei Conti642; e non avendola ritrovata, l’avviso colla presente, che mandi a ripigliare i detti

638 Il Religioso fu il P: Innocenzio, che la ricevette con ordine di lasciarla in canonica, oppure

all’oste di Vigolo. La lasciò all’oste. Fu per altro tanto meschina, che non meritava conto veruno. Così li 17 febbraio.

639 Partì da Trento per Cavalese li 14 febbraio. Vi arrivò li 16. 640 Avvisati Trento dixi Mezzo, Cles; Cavales. scripsi; Borgo scripsi; Campo scripsi; Arco scripsi:

Roveredo scripsi. Pergine. 641 Vide supra num. 2285. 642 Situata sotto al Castello, detta delli Conti, spettante ai Conti di Wolckenstein.

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rotoloni col io compendio, qualche persona fedele, ma munita però 643d’un suo viglietto; e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 13 febbraio 1803.

Di V.S. molto illustre e m. rev. Div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Trento Extra. Al Molto Ill.re, e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo

Il sig. don Francesco Adelpreto Michelotti ecc.644 Vezzano

Dro

2551. 1803 Al P. Giuseppe Antonio da Cles Custode. Campo.

R.P.P.C. Avrà inteso da Fra Serafino, che mancando il P. Guardiano, io non ho potuto

ritrovare nella di lui cella, malgrado una replicata, e vera diligenza, la chiave della cella, in cui sta la cassetta indicatami. Ora dunque gli spedisco la cosa richiesta incartata645, ed insieme la chiavetta della medesima cassetta. Ed aggiugnendogli, che questa R.ma Curia ecclesiastica concede l’autorità de’ Casi riservati a tutti li nostri predicatori dal principio dell’imminente Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive, mi raccomando, lo riverisco, e mi professo. Trento 15 febbraio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Il P. Guardiano Vito Antonio di Cles mi scrive, che ai dieci del corrente il novizzo Battisti di Sovero ha deposto il nostro sacro abito (licenziato come inetto).

2552. 1803

Al P. Giorgio da Cles Guardiano. Cavalese. R.P.

Fo sapere alla P.V.R. e l’accerto, che ieridì questa R.ma Curia ecclesiastica, pregata da me a nome del Padre Provinciale, ha conceduto l’autorità rapporto ai casi riservati nella nostra diocesi a tutti li nostri predicatori dal principio dell’imminente Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive. Ed aggiugnendole, che ieridì è partito da questo convento per costà con un uomo di Lasino il P. Predicatore Pietro Paolo da Roncegno: e che ai dieci del corrente in Cles ha deposto il nostro sacro abito ad mentem familiae, il novizzo Battisti di Sovero, mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 15 febbraio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Favorisca di dire al P. Patrizio, che il discorso speditogli di s. Gio. Nepomuceno fu trovato in Campo dal P. Gio. Damasceno.

643 Spedita li 16 per postam. 644 Li 10 febbraio 1804 fu da me andando alle Olle di Valsugana cappellano esposto. 645 2 Stiv.

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2553. 1803 Al P. Massimo Guardiano di Borgo.

Carissimo Fratello. Qualora non ve lo abbia detto il P. predicatore Giuseppe Maria da Pradazzo, da me

pregato, vi avviso, che questa R.ma Curia ecclesiastica646 concede a tutti li nostri predicatori l’autorità in Reservata dal principio della Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive. Deo gratias. Trento 15 febbraio 1803., colla gazzetta.

2554. 1803

A monsig. Vicario, o Provicario Generale. Pro memoria.

Il Padre Emmanuele da Riva supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà di dispensare una persona sua penitente ad petendum debitum ecc.

Concessum etc. Signatum 16 februarii 1803. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitualris.

2555. 1803 Al Papa Pio Settimo. Roma.

Beatissimo Padre. Fra Gio. Evangelista da Stenico Ministro della Provincia di san Vigilio de’ Minori

Riformati di san Francesco, ed oratore umilissimo della Santità Vostra, espone riverentemente, che ha sei Religiosi professi chierici, nominati F. Alberto da Civezzano, nato li 20 luglio 1780. F. Francesco Saverio da Tenna, nato il primo dicembre 1780. F. Pietro Alcantarese da Meano, nato li sei dicembre 1780. F. Aloisio da Cles, nato li nove marzo 1781. F. Lodovico da Moena, nato li 29 luglio 1781. F. Maurizio da Castagnedo, nato li 27 maggio 1782.

E bramando, che vengano promossi al sacerdozio più presto, che sia possibile, attesa la sua grande scarsezza di sacerdoti, e li molti, e vari impegni, che ha di ministeri sacri a servizio de’ popoli, ardisce di supplicare umilissimamente la S.V. che voglia degnarsi di dispensarli, se non in tutto, almeno in parte, da quel tempo, che loro manca dell’età canonica. Per la qual grazia ecc.

Dato in Trento li 15 febbraio 1803. Extra. Alla Santità di Nostro Signore

Pio papa Settimo Per

Il Provinciale de’ Minori Riformati di Trento.

A questo memoriale va unita la patente commendatizia di monsignor Vicario Generale, descritta nel To. V. Cod. dipl., num. 1096. Ne aggiugnerà un’altra il sig. Conte canonico Pompeati. Il Papa li 22 marzo 1803 ha donato a tutti sei, mesi quindici rotondi per il presbiterato, con sei Brevi giuntici a Trento li 7 aprile. I Brevi costarono dieci scudi, e la posta cinque Lire.

646 Dico Curia ecclesiastica, non vescovile, perché non c’è vescovo.

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2556. 1803 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Roveredo.

M.R. Padre Benedicite. Oggidì ho scritto un memoriale al Papa per sei chierici, ed ho ricevuto una lettera

commendatizia per li medesimi da monsignor Vicario Generale647. Ne aggiugnerà un’altra il signor Conte canonico Pompeati, e poi sarà da noi mandato il tutto a Roma648. Quindi la P.V.M.R. potrà dire al P. Vicario Michel Angelo, che per ora soprasseda lo scrivere di ciò all’Emm.mo cardinale Saluzzo. In questa mattina il P. lettore Filippo è partito per Mezlombardo649. Con lui è andato il chierico F. Vincenzo Maria, il quale colla licenza espressa di questo P. Guardiano, e colla presunta della P.V.M.R. farà una scappata a Cles per visitare la sua signora madre inferma. Vi andrà col P. Raffaele, che domani partirà di qui col P. Ignazio650. Ieri ho impetrato la facoltà in Reservata per tutti li nostri predicatori dal principio della Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive: ed ho cominciato il dare avviso di ciò ai PP. Guardiani. Il P. Guardiano di Cles mi scrive, che ai dieci del corrente ha deposto l’abito nostro il novizzo Battisti di Sovero, e che né pur egli sa la pratica della nostra Provincia rapporto al costo degli abiti usati dai novizzi disertori. Da altri no inteso, che sonovi degli altri novizzi titubanti. All’opposto domenica (13 febbraio) fu da me Niccolò Menestrina di sopramonte col suo padre, a manifestarmi ‘l suo desiderio d’esser nostro Frate; ma egli è ancora troppo indietro, non avendo ancora cominciato a studiare il latino. È giovine, e però gli ho detto, che se studierà, e persevererà nella sua risoluzione... Oggidì si ha messo a letto questo P. Guardiano per il male sopraggiuntogli in un piede651. Ha impegno di predicare domenica in Cognola. Il predicatore del Duomo starà nella casa Crosina. La prego della sua santa benedizione ecc.. Trento 15 febbraio 1803.

2557. 1803

Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Roveredo. M.R. Padre Benedicite.

La qui rinchiusa da me scritta per ispedirgliela col mezzo del sig. Comper; ma è partito senza mia saputa, benché l’avesse avvisato nell’antecedente sera, che aveva da dargliela. Quanto scrivo in essa rapporto alla visita, che pensava di fare F. Vincenzio Maria alla sua madre, lo abbia per non scritto652. Questo Padre Guardiano è obbligato a letto, perché non può stare in piedi; e perciò domenica predicherà in Cognola il P. Gasparo. Io credo, che il detto Padre Guardiano abbia contratto il suo male in Calavino, dove fu otto giorni nel principio del corrente mese, in tempo di gran freddo. Sicché ora sono qui non celebranti il P. Guardiano, e P. Vicario. P. Agostino è fuori di comunità. Il P. Mariano celebra malamente nell’infermeria, dove celebra eziandio il P. Francesco Felice venuto ieri. Da Pergine abbiamo ricevuto riscontro, che domani sarà qui finalmente il Padre del Duomo: e da Borgo, che ai quattro fu munita del sacro Viatico la M. Chiara Teresa Buffa. Il Padre Pietro Paolo è partito da questo convento per Cavalese li 14 del corrente con un uomo di Lasino: e quindi aspettiamo collo stesso uomo il P.

647 To. V Diplom. n. 1096. 648 Mandato li 19 febbraio. 649 Il P. lettore Filippo è ritornato li 19 sabato, e F. Vincenzo li 23. 650 Partì li 16 dopo il pranzo. 651 Non ha celebrato li 16, 18, 19. 652 Ritornò li 23 di mattina.

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Giacinto653. Nella prossima domenica qui dovremo cantare Messa, e fare l’esposizione del Santissimo per il famoso sig. Vincenzio Spadea napolitano, ritornato a Trento li 15 del corrente. Dica ciò al P. Guardiano654. Del Buonasorte non si ha veruna notizia. La prego della sua benedizione ecc. Trento 18 febbraio 1803.

2558. 1803

Al P. Lorenzo di Cavareno Guardiano. Arco. R.P.L.I.C.

Fo noto alla P.V.R. che questa R.ma Curia ecclesiastica, da me pregata in nome del Padre Provinciale, ha conceduto l’autorità per assolvere dai Casi riservati a tutti li nostri predicatori quaresimali dal principio dell’imminente Quaresima sino all’ottava di Pasqua inclusive. Potrà dunque avvisare di ciò li dimoranti nel suo territorio. Qui stanno a letto li PP. Guardiano, e Vicario senza poter celebrare. Anche il P. Agostino è fuori di comunità, come convalescente. Il P. Ignazio è andato a Mezzo, il P. Giannantonio andrà a Pergine. Quindi siamo assai scarsi. Ci viene scritto da Pergine, che oggidì sarà qui il P. predicatore del Duomo655. Il male del detto P. Guardiano è in una gamba, contratto, come penso io, dal freddo patito in Calavino ne’ primi giorni del corrente. Temo, che non guarisca pesto. Preghi Dio per noi, e specialmente per me, che riverendola mi dico. Trento 19 febbraio 1803.

Suo obb.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2559. 1803 Al P. Gio. Evangelista Ministro Provinciale. Roveredo.

M.R.P. Benedicite. Buone nuove. Il P. Mariano ha preso l’impegno senza replica di predicare a Strigno.

E quindi è partito verso là questa mattina con comodità656 sino a Pergine, dove unirassi al P. Vicario Amando, che ha da predicare dopo il pranzo in Pergine, e vorrà essere in Borgo in questa sera per poter predicare domani a Telve. Io suppongo, che domani potrà predicare a Strigno il P. Vicario Attanasio. Il detto P. Mariano mi ha promesso, che ascolterà eziandio delle confessioni. Il signor Iddio gli dia forza da eseguire la volontà. Nello scorso sabato è ritornato da Mezzo il P. lettore Filippo: è venuto da Cavalese il P. Giacinto, e da Pergine il P. predicatore del Duomo col suo compagno Fra Marino. Ieri è partito per Albiano con F. Santo il P. Giannantonio, Giovedì partirà per Campo il P. Giacinto, se guarirà dal male di gambe, che ha contratto nel viaggio657. Il detto P. predicatore del Duomo fu bene accolto da tutti, cioè dal signor commissario regio, da mons. Vicario, da mons. Decano, dal signor capo-console, dal signor Conte Graziadei, dalla signora baronessa Crosina ecc. Deo gratias, che per sua pietà gli doni anche di proseguir, e finir bene. Questo P. Guardiano celebra, e viene al refettorio: ma zoppicando. Il P. Vicario non si muove dal letto. Sento buone relazioni de’ noviziati di Mezzo, e Cavaelse; ed opposte del clesiano. Il dimesso Battisti cerca d’essere accettato da altri. Sono molti giorni, che ho terminato la correzione delle stampette della

653 L’uomo fu qui di ritorno solo li 19 febbraio e nella sera eziandio il P. Giacinto solo. 654 Spadea nato in Parigi, ed educato in Milano. Nacque da un principe napolitano emigrato. 655 Il predicatore venne li 19 al pranzo. 656 *Con un mezzo di trasporto. 657 È partito giovedì li 24 febbraio.

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regoletta: ho due volte mandato per avere la stampa; ma non la ho ancora veduta658. Le copie saranno 600. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 22 febbraio 1803, di mattina. Il P. Guardiano sabato andrà a Gardolo per predicarvi. Ave non si predica nel giorno delle Ceneri. Il P. Guardiano di Mezzo mi scrive, che tra’ suoi Religiosi no ha di attivi altri, che il P. Vicario, e F. Giosafatte, e perciò dovrà tralasciare delle cerche. Vorrebbe il Terziario di Roveredo. Se può lo consoli omni meliori modo ecc.

2560. 1803

Al P. Geremia da Borgo Guardiano di Metz Lombardo. R.P. Sia Lodato Gesù Cristo.

Sono persuasissimo, che la P.V.R. ha bisogno di Religiosi attivi per poter mantenere il suo convento, e la compassiono sinceramente. L’assicuro poi, che scrivendo al Padre Provinciale la ho raccomandata al medesimo, accennandogli anche il desiderio d’avere il Terziario di Roveredo Fra Michele da Viarago. Ma temo assai, che la mia raccomandazione sia per riuscire senza niun effetto, perché dappertutto c’è una grande carestia di Frati. In Roveredo, oltre il detto F. Michele, vi è soltanto F. Raimondo gravemente infermo. Fra Valentino invalido affatto: e Fra Costantino. Laonde vede, che non c’è alcuno superfluo. A Borgo sta moribondo F. Biasio ecc. Dunque se il Padre Provinciale non provederà prima, porti pazienza sino al vicino maggio in cui facendosi Capitolo, verranno fatte delle nuove famiglie. Non posso dirle altro. Ieridì si ha istradato per Borgo il P. Mariano destinato predicatore di Strigno, perché fu ricusato il P. Loico659. Spiacemi però, che non siavi qui alcun maestro. Il P. Vicario è infermo. Io non so quello, che sarà di me, anche perché il P. confessore Cesario non può stare in piedi a motivo, che gli gira la testa da ieri in qua. Oggidì fu salassato, e non ha potuto celebrare la santa Messa. Fra Luigi parimente giace infermo per causa, come credesi, dell’eccessivo freddo patito nella questua di Busdivella. Insieme con questa le spedisco un dispaccio circolare, che non contiene cose nuove; ma raccomanda l’osservanza delle antiche: e però ci fa sapere, che siamo ancora in eadem navi. Nella seconda domenica di Quaresima660 sarà cantato il Te Deum dappertutto per il nuovo Governo. Speriamo (imperativamente parlo) in bene. La prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 25 febbraio 1803.

P.S. Il P. Cesario oggidì 26 sta meglio, ed ha celebrato nell’infermeria. Deo gratias.

2561. 1803 Questo numero manca: è stato saltato per sbaglio dal Tovazzi.

2562. 1803 Al P. Guardiano di Cavalese.

R.P. Tengo ordine dal Padre Provinciale, ora dimorante in Roveredo, di avvisare il

giovine Bartolommeo di Giampietro rodaro dai masi di Cavaelse, figlio di quel monego che se ancora brama di essere vestito per nostro Terziario, venga qua subito, portando seco la fede del Battesimo, della Cresima, e de’ suoi buoni costumi ecc.661 Prego dunque

658 La ho ricevuta li 3 marzo. 659 *Il P. Illuminato Gritti lettore di filosofia. 660 li 6 marzo. 661 Il giovine fu qui da me il primo di marzo, venuto dall’Avis: ed anche li 6.

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la P.V.R. di dargli questo avviso senza dilazione. ed in caso, che or non volesse, o non potesse venire, favorisca di farmelo sapere, affinché possa mandare l’obbedienza ad un altro. Spero d’essere favorito; e riverendola resto. Trento 26 febbraio 1803.

P.S. Se viene gli dica, che passi per Melombardo, vada a quel convento, e prenda per sé l’abito nuovo lasciato dal Terziario Bonelli, e lo porti qua, se può.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2563. 1803

Al P. Guardiano di Mezzo Lombardo. R. P.

La risposta, che mi ha dato il P. Provinciale, che ora sta in Roveredo, si è, che qui sia vestito un nuovo Terziario, e poi sia mandato costà questo F. Ladislao Terziario, già vestito nell’ottobre, il quale finora s’è diportato molto lodevolmente. Ho già spedita l’obbedienza in Fieme al candidato. Forse gli sarà mandato uno de’ quattro novizzi clesiani. Si crede, che non saranno affatto inutili. Non si sa come fare altramente. La crescita de’ Frati è universale. Il detto P. Provinciale dee predicare a S. Maria di Roveredo in vece del P. Guardiano Giangiuseppe infermiccio. Mi raccomando, la riverisco, e sono Trento 26 febbraio 1803.

P.S. Venendo costà il candidato fiemasco gli consegni l’abito lasciato dal Bonelli: ma se può mandi qua il detto abito senza dilazione662.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2564. 1803

Al Padre Gio. Evangelista. Roveredo. M.R. Padre Benedicite.

Domani con F. Vincenzo da Sfruzzo si metterà in barca, o zatta F. Mattia talis qualis663. Il Signor Iddio faccia, che non sia talis qualis anche costì. Io temo, che non sia per succedere tal miracolo. Dal detto F. Vincenzo la P.V.M.R. riceverà un rotoletto di tabacco. L’ho tolto da una delle due indicatemi bozze, ed in parte dall’altra. Non sono stato ancora a fare la ingiuntami visita del P. predicatore del Duomo, perché non mi sento in istato di viaggiare, atteso il mio male del respiro, e degli occhi: e poi perché..664. Questo l’intenderà dal predetto F. Vincenzo. Stammi a cuore la vestizione del nuovo Terziario, e la partenza che dovrà fare l’altro per Mezlombardo. Temo, che il secondo capiti malamente, e che il primo non sia per essere abbastanza assistito, per la troppa scarsezza de’ Frati, e che con un’altra le ho accennato. La prego genuflesso della sua paterna, e grande benedizione ecc. Trento 28 febbraio 1803.

Dai Religiosi, che oggidì sono stati alla predica, ho inteso, che il P. predicatore aspetta una lettera dalla P.V.M.R.665 Il P. Cesario è fuori di comunità.

2565. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles. Campo. R.P.P.C.

662 L’abito venne qua li 2 marzo. 663 Andò nel primo di marzo. 664 Il predicatore non predicò li 2 e 3 marzo. Predicò li 4. 665 La lettera venne li 2.

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Godo sentendo, che la P.V.R. co’ pochi suoi contubernali sta bene, e gliene sospiro la continuazione. Per l’opposito noi qui parimente pochi, abbiamo infermo ancora il P. Vicario. Fra Luigi è nell’infermeria, ed il P. Cesario sta fuori di comunità666. Il P. Mariano è andato a Borgo per predicare a Strigno, essendo stato ricusato il P. lettore Illuminato. Fra Mattia in questa mattina è partito con F. Vincenzo per Roveredo, essendo stato accettato da quel P. Guardiano salvis iuribus. Il P. Provinciale dee supplire a S. Maria di Roveredo per quel P. Guardiano infermiccio667. Il P. Vicario Michelangelo predica alle Teresine. Non si sa ancora dove sia il Buonasorte già ebreo, partito da Trento insalutato hospite li 30 gennaio. Li 15 dello scaduto febbraio è ritornato a Trento il famoso Spadea, che ha tostamente soddisfatto ecc. e ci ha fatto fare una esposizione ecc. e ordinato Litanie ecc. Questo Terziario F. Ladislao andrà a Mezzo dopo, che sarà stato vestito qui un altro Terziario, cui ho spedita l’obbedienza. In Primiero predica un nostro Riformato veneto. È venuto un dispaccio governale, che ricorda la Normale rapporto all’immigrazione, o emigrazione de’ preti e Frati. Li 28 dicembre 1802 alla Volta668 è morto F. Rocco, il quale per mezzo del P. Girolamo ha chiesto da noi li suffragi, perché non incorporato nella Provincia mantovana. Poverino! Nella scorsa domenica (27 febbraio) pigliò solennemente il possesso della cura garnigana il signor don Niccolò Concini di Tueno. Nella prossima (6 marzo) saremo tutti unius labii. La prego d’un’Avemmaria, e la riverisco. Trento 1 marzo 1803669.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

2566. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

In questa mattina è partito per Roveredo F. Mattia: ed ho inteso da un prete mio penitente (Vigilio de’ Bernardi) che il chierico Andreis di Vezzano670, studioso in Padova, ha scritto al signor don Simone Rover di Trento, che li 15 dello scorso febbraio in quella città, celebrandosi la festa della lingua di sant’Antonio, un tristo671 ebbe l’ardire di parlar con disprezzo della medesima lingua, e subito restò sfigurato nella faccia, cosa dai medici dichiarata miracolosa. Un caso simile si legge nella vita del nostro Beato Gentile succeduto in Venezia. Col tempo si saprà meglio il tutto. Il mio male rapporto al respiro continua, e si fa più serio. Stento a camminare in fretta, ed a parlare molto. Son vecchio, e tanto basta. Pregate l Signor Iddio per me ecc.. Trento 1 marzo 1803, colla gazzetta.

2567. 1803

Al P. Gio. Evangelista da Stenico. Roveredo. M.R. Padre Benedicite.

Oggidì chiamato fu qui da me il candidato dai masi di Cavalese. Egli ha tuttora la volontà di essere nostro; ma vorrebbe il cappuccio. Perciò ha chiesto tempo da pensare, se possa risolversi di accettare il solo abito Terziariale, e mi ha promesso di portarmi la

666 Caesarius venit nobiscum hac die 1. 667 Non supplì, essendo anch’egli reumatico. 668 *Volta Mantovana. 669 Questa non fu spedita. Fu spedita li 18 con una giunta. 670 Andreis figlio di Bortolo, ed ora 9 dicembre 1803 sacerdote. 671 Uno scolare veronese, cioè di Cologna olim Veronese, ora Vicentina. Vedi sotto 2668.

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risposta nella prossima domenica. Le replico, che qui non c’è maestro di novizzi; e la prego della sua benedizione ecc. Trento 1 marzo 1803, di sera.

P.S. In questo punto intendo, che ai 15 dello scaduto febbraio sant’Antonio ha fatto un miracolo strepitoso in Padova. Fu scritto a Trento da un Andreis di Vezzano studioso in quella città. Se mai scrivesse a Padova il P. Guardiano Giangiuseppe, potrebbe farselo autenticare, e dichiarare meglio.

2568. 1803

Al sig. don Antonio Mazzonelli piovano di Terlago. Molto illustre, e R.mo sig. e padrone colendissimo.

Dal mio Padre Provinciale, ora dimorante in Roveredo, sono incombenzato di parlare al giovine Francesco Fabro sarte di Terlago, raccomandatogli da V.S. molto Ill.re e R.ma. Perciò ardisco di pregarla, che aver voglia la bontà di avvisarlo, che calando a Trento venga da me con suo comodo672. E baciandole riverentemente le sacre mani resto. Trento. s. Bernardino 4 marzo 1803.

Di V.S. molto illustre e R.ma Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati.

Extra. Al Molto Ill.re, e R.mo sig. e padrone colendissimo Il sig. D. Antonio Mazzonelli degnissimo parroco di

Terlago.

2569. 1803 Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo.

Carissimo Fratello. L.I.C. Vi assicuro, che ho ricevuto il fazzoletto, ed il sonetto673 da voi mandatimi, e che

con essi saranno fatte delle Madonnine da un secolare conosciuto da Fra Vincenzo. Non ardisco d’incomodare le suore. Suppongo che avrete inteso da questo Padre Guardiano, che ai tre qui è morto il P. Bernardo Cioli da Samoclevo, munito da me ai due de’ santi Sacramenti. A Mezzo sta male il P. Ubaldo Bertolini da Vermiglio. Questo Padre predicatore del Duomo per impedimento sopraggiuntogli della voce, non ha predicato ne’ giorni 2 e 3 del corrente. Oggidì dal pulpito ha invitato l’uditorio per domenica alle nove, cioè un’ora innanzi del solito, per dar tempo alla gran funzione tedeale674, che già suppongovi nota, giacché sarà fatta in ogni luogo de’ principati di Trento, e Bressanone eodem die. Deo gratias675. Trento 4 marzo 1803, colla gazzetta.

2570. 1803

Al P. Gio. Evangelista Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Iersera finalmente ho ricevuto tutte le copie 600 della nostra santa Regola stampate dal Monauni676. In breve ne farò legare qualche numero. In questa mattina ho scritto a Terlago, perché venga qua quel giovine, di cui mi ha scritto la P.V.M.R. Mercoledì sera

672 Vennero da me il piovano, ed il giovine li 10 di mattina. 673 Sonetto di seta per le nozze del sig. Giuseppe Antonio Dordi. 674 *Col canto del Te Deum di ringraziamento. 675 Dati a Casa d’Austria. 676 Fogli n. 554 da me contati.

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ho pregato il P. Domenico Battisti Preposito de’ Filippini, che faccia venir qua l’ex novizzo Battisti, ora siccome credesi, dimorante in Salorno. In caso, che venga, e che ancora brami di essere nostro, l’accetterò, e gli farò l’ubbidienza per Cavalese, così desiderando il detto Padre Battisti. Il P. Guardiano di Mezzo mo scrive lagnanze rapporto allo stato del suo convento, e desidera, che siagli mandato un sacerdote. Scrive, che sta male il P. Ubaldo. Che non vorrebbe, che i suoi buoni novizzi venissero disturbati dai clesiani. Per l’opposto questo P. Guardiano di Trento si esibisce di riceverli in caso, che non sieno accettati altrove. Circa il P. Carlo Felice da Bresimo io penso, che possiamo star cheti. Egli è nativo di questo paese. Quando venne qua nel 1798 fu ammesso dal signor presidente Cavalcabò, e dalla Curia ecclesiastica ottenne l’autorità di confessore. Rapporto al novizzo Battisti, se debbasi o possasi fargli buono il tempo passato nella Religione non so, che dire. Bisogna intender meglio il modo della di lui partenza. Il caso a me riesce affatto nuovo. Si tratta di quattro soli mesi. Non vorrei, che col tempo facendosegli buono da noi, fosse giudicato altramente da altri; e però crederei meglio il non computarglielo677. Su di ciò vi sarà tempo da pensare, e consultare. L’andare a Vienna per il motivo allegato, e nel tempo presente, non mi pare opportuno. Se li contrari lo sanno, possono prevenirci, ed impedirci l’accesso. Quello, che non ottiene il signor Conte di Lodrone, più difficilmente sarà ottenuto da noi. Scrivasi al medesimo il tutto, e si aspetti ancora la risposta. La mutazione di dominio, che seguirà posdomani, mi rende dubbioso circa la vestizione del Terziario, ed altre cose. Ai tre qui è morto il P. Bernardo,da me sacramentato ai due678. I Padre predicatore del Duomo per impedimento della voce non ha predicato ai due, ed ai tre. Ieridì ha predicato, ed ha invitato l’uditorio per domenica alle nove per dar tempo alla funzione Tedeale. Qui si risarciscono i nostri tetti, cosa, che costerà non poco. Il P. Guardiano confida meritamente nella divina Provvidenza. È inferma la Madre Giacinta Tabarelli. Il nostro P. Vicario scende qualche pezzo di tempo dal letto679. Chiedo scusa del mio scrivere incondito, e la prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 4 marzo 1803.

2571. 1803

Al P. Vitantonio di Cles Guardiano e predicatore in Cles. R.P.P.C.

Debbo pregare la P.V.R. che aver voglia la bontà di mandare più presto, che siale possibile al convento di Mezzo Lombardo, tutto il vestiario d’estate, e d’inverno del fu novizio Battisti. E sperando di essere favorito, le aggiungo, che questo predicatore del Duomo ieridì ha predicato, dopo d’avere tralasciato due prediche impedito da un reuma, e che ha invitato l’uditorio per domani: come pare, che in Borgo il P. Mariano celebra la santa Messa, ma col consumo di mota cera. La prego per carità di un’Avemmaria popolare; e riverendola resto. Trento 5 marzo 1803.

Di V.P.R. che già saprà la morte del P. Bernardo, seguita ai tre di mattina. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

677 Fu decretato dal venerabile Diffinitorio, che il tempo passato in Cles non gli sia computato, e che

cominci l’anno del noviziato dal giorno della rivestizione. Così fu decretato li 30 aprile 1803 in Trento. 678 Il P. Bernardo diventò cieco li 19 giugno 1784 in Enno mentre stava nel confessionale, essendo

festa solenne del titolare. 679 Celebrò li 6 marzo la santa Messa.

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2572. 1803 In vigore della presente il divoto giovine Bartolommeo di Giampietro dai Masi di

Cavalese,nostro candidato, in breve potrà portarsi a questo nostro convento di san Bernardino appresso Trento, dove senza molta dilazione sarà vestito dell’abito del Padre San Francesco in qualità di Terziario nostro commensale, sotto il nome, e patrocinio di san Valerio vescovo di Treveri, lodato dal Martirologio romano ai 29 di gennaio: e quindi poi chiamarsi Fra Valerio dai Masi di Cavalese. Il Signor Iddio gli doni la perseveranza nella santa vocazione, lo benedica, ed accompagni680. Dato in Trento nel suddetto convento li 6 marzo 1803.

L.+S. D’ordine del M.R.P. Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano Diffinitore e pro-secretario provinciale de’ Minori Riformati.

2573. 1803

Al P. Ministro Provinciale Gio. Evangelista. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Il candidato dai Masi di Cavalese oggidì è ritornato a me, ed avendo inteso, che non posso dargli il cappuccio, accettò l’obbedienza per Terziario. Domani dunque partirà dall’Avis per Fieme a congedarsi dai suoi, ed a pigliare le fedi del Battesimo, della Cresima, de’ suoi costumi ecc. e 36 fiorini681. Ritornerà presto, e piacendo a Dio Signor nostro sarà vestito qui col nome di Fra Valerio: e qualche giorno dopo sarà mandato a Mezzo questo F. Ladislao con dispiacere di tutti, giacché piace a tutti. L’abito del Bonelli già sta qui. Ho scritto a Cles, perché venga mandato a Mezzo l’abito del Battisti. Ho pure scritto al signor piovano di Terlago, che mandi qua il giovine da lui raccomandato. Questo Padre Guardiano andando in città, parlerà con un signor cappellano di Calavino (Tommaso dalla Valle) rapporto ai parenti di Fra Modesto. In questa mattina il nostro Vicario (Gaudenzio) finalmente ha ripigliato la celebrazione della santa Messa. Fra Luigi presto ritornerà con noi dall’infermeria682. Il P. predicatore del Duomo in questa stessa mattina dopo la predica ha letta, e pubblicata la unione de’ principati di Trento, e Bressanone alla Contea del Tirolo, essendo presene il sig. commissario imp. regio Strobele683, con molta uffizialità militare, molto canonici ecc. quattro nostri Religiosi ecc. Leggo, che li novizzi d’esito incerto sono il Keller, ed il Piz per parte de’ Religiosi, li quali forse cangeranno sentimenti dopo la lettura dell’ultima lettera del P.V.M.R. La prego della paterna sua benedizione ecc. Trento 7 marzo 1803.

2574. 1803

Al R.mo sig. Pro-Vicario Generale Capitolare. Trento. Pro memoria.

Il predicatore quaresimalista di Primiero, stimolato dal suo R.mo signor arciprete (Cristoforo Carnerio) ardisce di supplicare, che siagli graziosamente conceduta la facoltà di ascoltare in camera le confessioni sagramentali degli uomini. Della qual grazia ecc.

680 Venne i S. Bernardino gli XI marzo 1803 al pranzo. Fu vestito li 14 col nome di Fra Lucia. Poi

nel settembre fu nominato F. Agnello. 681 Ne portò XL. 682 F. Luigi ritornò li 7. 683 Giovanni Francesco.

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Concessum etc. Signatum 7 martii 1803. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2575. 1803 Al P. Giuseppe di Torbe. Primiero.

R.P.P.C. Nella sera di ierlaltro solamente ho ricevuto la sua stimatissima de’ 25 febbraio: e

ieridì non avendo potuto calare in città personalmente, attesa la pioggia, vi ho spedito il qui rinchiuso Promemoria, ed ho ricevuto il bramato Concessum etc. Con questa occasione, giacché la P.V.R. si compiace d’esibirmisi per Padova, le notifico, che aggradirei una distinta, e circostanziata relazioncella del miracolo, che dicesi succeduto in Padova li 15 dello scorso febbraio contra un disprezzatore della sacra lingua del nostro gran taumaturgo Sant’Antonio. E sperando di essere favorito684, le fo riverenza, e mi dico. Trento, s. Bernardino 8 marzo 1803.

Di V.P.R. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Trento Extra. Al Rev. Padre padrone colendissimo

Il P. L. Giuseppe da Torbe de’ Minori Riformati di s. Francesco Predicatore attuale in Primiero.

Valsugana Primiero

Fiera

2576. 1803 Al P. Prosdocimo Vicario, e maestro in Cles.

R.P.P.C. Ho il contento di rimandarle subito le sue patenti prorogate, secondo lo stile

moderno ad un altro triennio. Porti pazienza. Forse in questi prossimi tre anni si cangierà il detto stile col cangiamento del vescovo, che dovrà seguire. Rapporto al fu novizzo Battisti non so cosa dire oltre quello, che le ho scritto un’altra volta. Spero, che non succederà più a’ miei giorni un caso di tal fatta685. Per altro mi ricordo, che i Valentini, ed i Sebastiani furono poverissimi, e ciò non ostante hanno servito alla Religione assai meglio di più Salomoni. Qualora non fosse ancora stato spedito a Mezlombardo il vestiario del fu predetto Battisti; le raccomando di sollecitarne la spedizione. E riverendola resto. Trento 8 marzo 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2577. 1803

Al P. Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Spero, che oggidì dal Padre Maturino di Monaco bavarese, istradato per Roma, avrà ricevuto un’altra mia. Ora le aggiungo, che in questa sera il Padre Preposito Battisti mi

684 Mi ha risposto da Padova gli 11 maggio 1803. 685 Sopra num. 2501.

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ha detto, che l’ex novizzo Battisti è ai Pochi sopra Salorno686: che domani probabilmente sarà qui: e che il di lui genitore sconsolatissimo, e stanco di girare in pro del figlio, all’udire, che ancora siamo disposti di riceverlo, rimase assai contento, e consolato. Prima di fargli l’obbedienza per Cavalese vorrei l’assenso della P.V.M.R. richiesto con altra mia de’ quattro. Rapporto alle ricerche risguardanti la parentela di F. Modesto, il signor cappellano di Calavino687 ha promesso di favorirmi quando ritornerà a Calavino, e che farà ciò colla bramata cautela. Questo Padre Guardiano Davide crede, che farebbe una cosa utile la P.V.M.R. se mandasse ai conventi già trentini una circolare in lode dell’augustissima Casa d’Austria, rammemorando i di lei meriti appresso di noi, ed inculcando ecc., e che tal circolare potesse farsi passare alle mani di questo signor commissario I. Regio Altrettanto credo anch’io, E chiedendole la benedizione paterna, con dispiacere aggiungo, che oggidì F. Lorenzo si ha nesso a letto con febbre ecc. Trento 8 marzo 1803.

2578. 1803

Io sottoscritto prego umilmente i nobili signori daziali, che vogliano usare della loro bontà, lasciando passare liberi, e franchi, per amore di Dio Signor nostro, li quattro sacchi di sale, che conduce l’esibitore del presente per li poveri Religiosi francescani Riformati de’ conventi di Roveredo, e Arco. Della quale carità il medesimo Iddio, ed il Serafico Padre San Francesco ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 10 marzo 1803.

L.+S Povin. F. Gio. Grisostomo da Volano

Diffinitore pro-segretario provinciale.

2579. 1803 Al Padre Provinciale. Roveredo.

M.R.P. Benedicite In questo momento sono stati qui da me il sig. piovano di Terlago, ed il candidato

nostro da lui raccomandato. Ho loro esposto quanto la P.V.M.R. mi ha ingiunto, e replicatamente, del che sonosi contentati. Il giovine d’anni 21 circa non è alto di statura, ma piuttosto basso. Mi piace però, perché ha un buon colore, e sembrami forzuto. Mi ha detto essere tre anni, che tiene la volontà di essere nostro. Per parte mia, se altro non succederà, non saravvi difficoltà nell’accettarlo. Aspetto ancora li candidati Battisti, e Giampietri. Al carradore, cui darò la presente, furono consegnati quattro sacchi di sale per Roveredo, e Arco, ed io gli darò il passaporto per li dazi. Per altro sarebbe stato bene, che avesse portato da Roveredo un viglietto per legittimarsi, non essendo qui conosciuto da tutti. A Fra Lorenzo continua la febbre, con qualche segno di tintura. Eziandio il P. Agostino teme un simil male di petto, avendo sputato sangue. Perciò va nell’infermeria. Oh quante miserie! La prego della sua paterna benedizione, ma grande ecc. Trento 10 marzo 1803.

2580. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

686 Il curato dei Pochi è maestro di grammatica. 687 D. Tommaso a Valle.

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In seguito di quanto vi ho scritto nel primo giorno del corrente, vi fo sapere, che tengo nelle mani una lettera scritta in Padova dal sig. Agostino Bozza di Maleto sollando688 alla sig. Anna Maria Bozza sua zia, ex-Clarissa dimorante qui a Trento sotto san Bernardino. Ella è del seguente tenore: “Signora zia carissima. Non mi faccio ecc. Un caso gli voglio narrare, ed è volendo in poche parole esprimermi, che un giovane studente nella vigilia, o giorno della solennità, che celebravasi di s. Antonio, in onore della s. Lingua, venne in discorso di questa, ardì niegarla, volendo sostenere essere quella di una bestia, ma non di quel Santo: e per disvadere chi l’ascoltava fece la scomessa d’un suo occhio: sicché nel giorno stesso, se non erro, della solennità, mentre allo specchio stava si vidde mancare da un occhio intieramente, o quasi intieramente la visione, con contorsione di labbra, ed ora in continuo sospiro, ululato vive. Ancorché simil fatto autentico non sia; pure senza ricorrere alle mediche teorie penso poterlo, se non dover piamente credere, essere ciò avvenuto per divina permissione, o volere, a correzione dell’incredulità moderna, esaltando sempre più le proprie magnificenze, e l’onore de’ Santi suoi. Chiudo ecc. Padova li 25 febbraio 1803689.

P.S. Se una tal nuova possi essere verificata,o no, glielo farò sapere in seguito, giacché sento dubitarsi.

Aff.mo, obbl.mo servo Nipote Agostino”. Anch’io mi rimetto ad ulteriori riscontri, e più distinti; e vi saluto di tutto cuore.

Trento 10 marzo 1803690.

2581. 1803 Al P. Guardiano diMezzo Lombardo.

R.P.P.C. Ho dovuto scrivere a Cles con data dei cinque del corrente, che più presto, che sia

possibile venga mandato al convento di Mezzo Lombardo tutto il vestiario del fu novizzo Battisti, e so, che tale mia lettera fu ricevuta. Non sapendo però, che anche avuto abbia il bramato effetto, prego la P.V.R. che se il detto vestiario non è ancora giunto costà, voglia senza dilazione mandare a prenderlo, e parimente subito spedirlo a Cavalese. Chiedo scusa dell’incomodo, che le arreco per forza, e sperando d’essere compatito, ed insieme favorito, la riverisco, e resto. Trento 10 marzo 1803.

Di V.P.R. cui aggiungo, che qui sta male F. Lorenzo per febbre infiammatoria, o sia di punta691 ecc.

Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2582. 1803

Al P. Giorgio di Cles Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

688 Il sig. Agostino Bozza è dottore, e professore di medicina nell’università di Padova. Abita presso

lo speziale Fabri. Non ha ancora tolta la laurea dottorale. 689 In Roveredo si dice, che il miracolo di s. Antonio consiste in questo, che un giovine studioso di

medicina nella solennità della traslazione di s. Antonio si fece beffe di essa, dicendo anche, che quella lingua era d’una vacca, o cane: e se non era così si contentava, che gli saltassero fuora gli occhi. Che andò a dormire, e la mattina seguente si trovò colla bocca presso un occhio, e gli occhi nella cima della fronte, , da mostro orribile. E che così persevera, benché ecc.

690 Vedi sotto num. 2658. 691 Polmonite.

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Prevengo la P.V.R. che in breve porterassi costà il fu novizzo clesiano Battisti coll’obbedienza per poter rivestire il nostro sacro abito. Già ho scritto a Cles,ed a Mezzo Lombardo perché venga mandato il di lui vestiario senza dilazione. Egli fu battezzato li 14 aprile 1780 e rapporto ai costumi fu concordemente lodato. Circa il resto non siamo a’ tempi di pretendere quello, che si pretese una volta, benché né pur allora si ottenne il tutto, come si vide ne’ Valentini, Sebastiani, ed altri. Glielo raccomando adunque, e riverendola in tutta fretta resto. Trento 10 marzo 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2583. 1803

Tenore praesentium, quo pii, ardentisque voti sui compos efficiatur ingenuus adolescens dominus Bartolomaeus Tiburtius Battisti de Monte Soveriì, seraphicae Religionis candidatus, ad nostrum conventum sancti Vigilii Cavalesii se se conferet quam primum, ibidem clericalem strictioris Observantiae S.P.N. Francisci habitum devote suscepturus, sub nomine, ac patrocinio sancti Ambrosii episcopi, et Ecclesiae doctoris eximii692. Ex quo deinceps Frater Ambrosius a Soverio vocabitur. Deus Optimus Maximus, qui pro immensa sua pietate dedit ei velle, det etiam perficere, atque in ardua perfectionis arrepta semita perseverantiam praestare dignetur. Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die 10 martii 1803.

L.+S. Prov. De mandato A,R,P. Provincialis

F. Ioannes Chrysostomus de Avolan Definitor, et pro-secretarius.

2584. 1803

Al P. Guardiano de’ Riformati. Bergamo. Le Grazie. R.P.P.C.

Inteso avendo, che costì sonovi delle fabbriche di lana, le quali danno via dello stame nero filato. ardisco di pregare la P.V.R. che per amore di Dio Signor nostro volesse avere la bontà d‘informarsi, se ditale stame nero filato ne darebbero anche a noi qualche centinaio di libbre, unicamente per fare i panni de’ nostri abiti: ed a qual prezzo. Sperando poi d’esser favorito con una grata, e sollecita risposta, la riverisco, e mi dico693.

Di V.P.R. Trento. s. Bernardino gli 11 marzo 1803.

Div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Evangelista da Stenico Ministro Provinciale de’ Minori Riformati.

Trento

Extra: Al Rev. Padre padrone colendissimo Il Padre Guardiano de’ Minori Riformati di san Francesco

Bergamo

692 Lo vestì ai 30 di marzo. 693 Giunse a Bergamo li 26 marzo. La risposta data in Bergamo li 26 marzo giunse a Trento li 5

aprile. Rispose il P. predetto di Bergamo commissario di Terra Santa.

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Le Grazie.

2585. 1803 Al P. Domenico Battisti Preposito de’ Filippini. Trento.

M.R.P. Fra Gio. Grisostomo servidore suo divotissimo, con singolare contento gli spedisce

la qui compiegata obbedienza per il sig. Bartolommeo Battisti, e gliela raccomanda, perché vada sicura, e presto. E divotamente lo riverisce ecc. Di s. Bernardino gli 11 marzo 1803694. Extra. Al Molto Rev. Padre, sig. e padrone colendissimo

Il Padre Domenico Battisti degnissimo Preposito de’ PP. Filippini.

Trento S. Trinità

2586. 1803

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Colla gazzetta. Carissimo Fratello.

Oggidì 12 marzo F. Lorenzo fu comunicato per Viatico, essendo il giorno quinto del suo male di doglia, cui più altre volte soggiacque con gran pericolo di soccombere. Onde spero, che il Signor Iddio gli donerà di superare anche questa burrasca. Egli è degno di tal grazia695. Raccomandateglielo ecc.

2587. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Ho scritto a Bergamo per lo stame nero filato. A Mezzo per l’abito del Battisti, ed a Cavalese per lo stesso Battisti, affinché sia rivestito. Ho pure spedita l’obbedienza al medesimo Battisti per mezzo del Padre Preposito Battisti. Sono stato dal Monauni per intendere quanto sia il nostro debito per la stampa del Direttorio, e della Regoletta, e per la legatura del detto Direttorio; ma non ha voluto dirmelo, dicendomi, che popi ecc. Ho dato ad un libraio cento copie della mentovata Regoletta da legare in pelle; ma temo, che tale legatura, benché di volume picciolino, sia per costare troppo. Ieridì è giunto qua da Fieme il candidato Giampietri con delle cedole696. Sarà vestito lunedì. L’altrieri fu qui anche il Battisti col suo padre, e col Padre Preposito. All’aspetto mi piace, e parmi, che colla diligenza di lui, e del maestro dovrebbe apprendere ciò, che gli manca. In questa mattina fu comunicato per Viatico Fra Lorenzo, essendo nel giorno quinto del suo male di doglia. Io però non dispero, che sia per superare anche questa burrasca, essendo stato soggetto alla medesima parecchie altre volte. Come Padre mandi la sua benedizione a lui, ed a tutta questa religiosa famiglia ecc. Trento 12 marzo 1803.

2588. 1803

Pro memoria. Il Padre Gregorio da Caldese supplica riverentemente, che siagli conceduta la

facoltà d’assolvere semel dai Casi riservati quattro persone.

694 Spedita li 12. 695 È guarito. 696 Portanti fiorini 40 compresi due traieri di metallo.

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Concessum etc. Signatum 12 martii 1803. I. A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2589. 1803 Al P. Giorgio Guardiano di Cavalese.

R.P. In questa mattina ho vestito per nostro Terziario Fra Lucio Giampietri dai Masi di

Cavalese. Sabato scorso ho spedita l’obbedienza all’ex-novizzo Battisti, perché si rivestito costì quam primum. Giovedì ho scritto a Mezzo Lombardo, che senza dilazione venga mandato costà il di lui abito francescano697. Bramo, che tutte queste cose abbiano un esito felice, ed avvisando, che qui ha la doglia F. Lorenzo, in fretta lo riverisco, e resto. Trento 14 marzo 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

2590. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Sento con piacere, che la P.V.M.R. si trovi disposta per fare ritorno a questo convento, e quindi l’accerto, che ritornandovi riuscirà di aggradimento al P. Guardiano, ed a tutti, poiché sarà molto utile per ogni capo la di Lei presenza, e tutti avremo piacere, ch’Ella si rimetta, e conservisi sana. Venga dunque presto. In questa mattina ho vestito per Terziario Fra Lucio dai Masi di Cavalese698, che fu battezzato in Cavalese li 28 giugno 1789, detto prima Bartolommeo figlio di Gio. Battista quondam Bartolommeo de Giampietro. Vi ho dato il nome di Lucio, perché così piacque al P. Guardiano. Ieridì F. Lorenzo ebbe buono il giorno sesto. Così è anche il corrente settimo. Faccia Iddio Signor nostro, che altrettanto sia de’ giorni venturi. Quando ritornerà da me il signore Spadea gli darò l’attestato del P. Guardiano di costì. Egli dee ritornare certamente. Ma forse passerà per Roveredo, essendo andato a Riva, e Arco. Non si sa ancora dove sia andato il Buonasorte. Bensì, ch’è partito con sedici sovrane dategli dal signor Conte Giuseppe Melchiori affinché le cambiasse o con altra moneta. Per altro io non so, che abbia portato via altro. Qui per cagione del militare si parla della SS, Trinità, e di s. Francesco. Ieridì ha predicato in Villa Montana il P. Daniele Guardiano di Pergine. La prego al solito della sua paterna benedizione. Trento 14 marzo 1803699.

Gio. Battista fratello di F. Ladislao brama di essere nostro Frate. Deo gratias700. Nota. La fede battesimale di F. Lucio dice: Anno Domini 1778, die mercurii 7

octobris, Bartholomaeus filius Ioannis Baptistae quondam Bartholomaei De Giampietro, et Iulianae filiae Antonii de Giampietro eius legitimae uxoris, baptizatus fuit a R.do domino Ioanne Ioannini cooperatore. Patrini fuerunt dominus Franciscus Vanzo pro celsitudine rev.ma principe Tridenti telonarius huius loci, et Teresiae uxor Francisci de Giampietro: omnibus (sic) a Mansibus, patrino excepto. La cavò dal Libro de’ battezzati in Cavalese gli 8 marzo 1803, presbyter Ioseph Ambrosius Sighel cooperator etc.

697 Fu mandato li 15 per mezzo del nostro servo di Mezzo. 698 Poi detto F. Agnello. 699 Spedita subito. 700 Fu da me li 25 marzo. È Giovine.

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2591. 1803

Al P. Provinciale. Roveredo. Ai PP. Riformati. M.R.P. Benedicite.

Ieridì ho raccomandato al Biasio di s. Chiara una mia letterina per la P.V.M.R. In caso, che non le fosse ancora giunta le notifico con questa, che se verrà qua, sarà ben veduta dal P. Guardiano, e da tutti, e sarà molto utile a questo povero convento. In questa sera qui fu letta, e pubblicata la bella di lei Circolare ai conventi già trentini (data in Roveredo gli undici febbraio). Fra Lorenzo sta meno male, e ci dà speranza di guarire. Ho recitato il Te Deum per la buona nuova, che mi ha scritto rapporto al convento di San Rocco, e lo replicherò quando sarà effettuata. Oggidì fu qui con noi a pranzo il signor medico Ioris di nano, venuto apposta per intendere, s’era stata spedita l’obbedienza al Battisti: e quindi partì molto convento. Mentre sto aspettandola, la prego della sua benedizione ecc. Trento 15 marzo 1803.

2592. 1803

Al P. Giorgio da Cles Guardiano di Cavalese. Rev. Padre.

Inteso avendo ultimamente da più d’uno, che li fiemaschi ogni anno prima d’intraprendere, ed effettuare la di loro così detta menata di legnami per il fiume Avisio, come buoni, e divoti cristiani ricorrono all’infinita Maestà d’Iddio Signor nostro clementissimo per impetrare la di lui benedizione onnipotente: e che su la sponda del detto fiume alla presenza de’ condottieri la fanno implorare anche da qualche nostro sacerdote Religioso del convento nostro di s. Vigilio in Cavalese: come pure, che d’ordinario il medesimo Religioso non sa qual formola usare nel chiedere l’accennata benedizione; pensai di comporne una io, e di mandarla al detto convento, affinché qualora piaccia, esser possa di uso, e comodo al mentovato Religioso. La ho fatta dunque coll’aiuto del Rituale romano, e qui rinchiusa la spedisco alla P.V.R. perché se la giudica degna, ed opportuna la riponga, e conservi nella cella guardianale ad uso di ogni Religioso, che verrà destinato all’accennati ministero701: e riverendola resto. Trento 18 marzo 1803.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

Nota. Libretto in 8°, pagine 12 ben legato, ha questo titolo: Benedizione della menata Fiemasca. In Trento MDCCCIII. Appresso S. Bernardino702. L’ho spedito per mezzo di Fra Gio. Maria Terziario.

2593. 1803

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare troni 10, dico troni dieci, al signor Francesco Steinbacher libraio esibitore del presente. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 18 marzo 1803703.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

701 Fu riposta nella detta cella. 702 *Tovazzi, MS 120. 703 Il Tomaselli ha dato al libraio li troni 10 subito. Il libraio mi ha portato tutti li libretti legati li 21

marzo. Sono cento. Vuole cinque soldi l’uno.

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2594. 1803 Al Padre Provinciale. Roveredo.

M.R.P. Benedicite. Nuove buone, anzi ottime. Questo Padre Guardiano oggidì ha presentato

riverentemente a S.E. il sig. Giovanni di Strobl commissario imp. regio in questa città704, la lettera circolare della P.V.M.R. ai conventi già trentini: il qual signore la lesse subito, e l’aggradì tanto, che promise di spedirla tostamente a Sua Maestà I.R.705 e di farci una limosina di cinquanta fiorini. Gli piacque singolarmente la prescrizione di nominare nel Canone della santa Messa la lodata Maestà, ed inteso avendo, che noi abbiamo copia dell’indulto apostolico rapporto a tale giunta, mostrò desiderio d’averne una egli pure706. Quindi dal P. Guardiano gli sarà portata domenica sera. Una buona nuova si è anche questa, che il P. lettore Filippo è disposto per supplire nel Duomo in caso, che il P. predicatore non possa proseguire: cosa, che sembra potersi temere707. Parimente nuova buona è, che Fra Lorenzo pare franco, e fuori pericolo di soccombere. Spero, che la P.V.M.R. avrà ricevuto due mie, colle quali le insinuai, che ritornasse qua presto: e sperando altresì, che in fatti ritornerà nella prossima settimana, e che porterà seco delle nuove buone circa il convento di s. Rocco, la prego della sua paterna benedizione ecc. Trento 18 marzo 1803.

2595. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Per facilitare alla P.V.M.R. il ritorno a questo povero convento, il P. Guardiano ha pensato bene di spedire Fra Ladislao esibitore della presente, affinché le serva di compagno, supponendo, che costì non le riuscirà facile il trovarne un altro. Il P. predicatore del Duomo non ha predicato né ieri, né oggidì, in cui gli fu cacciato sangue, e né pure domani predicherà. Il P. lettore Filippo è ritornato da Meano in questa sera malconcio. Il detto predicatore per altro non parla di supplimentario, quantunque siagli stato insinuato. Faccia Iddio Signor nostro, che non ne abbia bisogno. Sperando di poterle baciare le mani alla più lunga posdomani la prego della sua benedizione paterna. Trento 20 marzo 1803. Spedita li 21 di mattina.

2596. 1803

Ai Padri de’ conventi di Pergine, Campo, Mezzo, Cles, e Cavalese708. F. Gio. Grisostomo avvisa, che nel sacro Canone della Messa, dopo l’Antistite

nostro N. ha messo con una cartuccia: et Rege nostro Francisco, a tenore del Breve apostolico di Clemente Papa XIII, diretto ai sudditi dell’augustissima Casa d’Austria li si di maggio 1761, in cui si prescrive la formola invariabile dell’accennata menzione, o sia giunta. A norma poi di essa eziandio nell’Orazione compietale pro territorio ha scritto: quique Regem nostrum, et populum.

Nota. Così ho scritto nella Circolare del P. Provinciale, che prescrive la riferita menzione, li 21 marzo 1803709. L’accennato Breve sta nel mio Rubricale trentino pag. 40. La detta Circolare fu spedita per Pergine e Mezzo li 23 marzo.

704 Ricusa il titolo di Eccellenza. 705 La ha spedita innanzi li 27 marzo. Ed ha data la limosina. 706 Fugli portata, e moltissimo fu da lui aggradita. 707 Non predicò li 19 e li 20-24. Predicò li 25. 708 Trento, Pergine, Campo, Mezzo, Cles, Cavalese.

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2597. 1803

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Ho ricevuto la sua con molto piacere vedendo, che ancora è in istato di scrivere secondo il suo solito, malgrado il male ultimamente sofferto, e molto più leggendo, che trovandosi già rimessa, stava per ritornare all’esercizio della sua obbedienza. Io fui sollecito nel chiedere del di Lei stato al P. confessore ogni volta, che ritornò dal monastero, e di cuore la raccomando al Signore, anche con orazioni fatte in comune. Ora ringrazio il medesimo Signore, e lo prego, che voglia conservarla almeno in vita, se non affatto sana, perché attempata, per qualche buona pezza di tempo. Ha fatto bene lasciandosi governare, e non ostinandosi ne’ suoi voleri. Faccia così anche in seguito, e vedrà, che patirà, e farà patire assai meno. Godo udendo verificato ciò, che più volte le ho detto rapporto agli scrupoli, che pensando alla morte in tempo di sanità, il Signor Iddio suol dar pace nel pericolo della morte. Onde non sospetti male della quiete, che ha provato quando temeva di morire. Bensì ne ringrazi la bontà d’Iddio, e proccuri di vivere sempre rassegnata ai giustissimi voleri del medesimo. Io non so quando potrò venire a riverirla in persona. Gli occhi, il catarro, le faccende m’impediscono d’andare anche altrove senza una precisa necessità. Forse le cose mie si cangieranno quando cangierassi la stagione. Voglialo Iddio Signor nostro, nel cui ss. Nome la benedico insieme colle MM. maestra (Forlina) Aloisia, ed Annafrancesca. Amen. S. Bernardino 22 marzo 1803.

2598. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Oggidì ho consegnato al signor Giuliani di Borgo la gazzetta del giorno corrente, ed anche un fagottino, in cui sono le Madonnine, che ha fatto fare Fra Vincenzo col fazzoletto, e col sonetto da Voi mandatimi, ed altre trenta aggiunte dallo stesso Fra Vincenzo. Spero, che il lodato signore vi porterà tutto710. Ieridì fu condotto a questa infermeria il Padre Ignazio cui sopravvenne un accidente in Metztodesco domenica dopo il pranzo (20 marzo). Si teme, che sia un foriero di apoplessia711. Fu subito scritto a Campo, perché uno dei quei Padri vada a supplire quel pulpito. Il P. Provinciale deve supplire a S. Maria di Roveredo, perché il P. Guardiano Giangiuseppe partirà verso Vienna per l’affare di san Rocco intorbidato. Fra Lorenzo sta meglio, e si spera che col tempo guarirà. Li PP. Gaudenzio, ed Agostino sono ancora nell’infermeria, Presentemente vi sono anche il P. Benedetto, e Fra Luigi. Fra Placido guardia il letto, ed il Menego ha qualche nuovo incomodo. Sta pure sul letto per la sua gamba il P. Francesco Felice. Il detto F. Vincenzo non si sente bene. Il P. predicatore del Duomo domani forse ripiglierà il coro interrotto delle sue prediche712. Miseriae miseriarum. Quando mi ragguaglierete d’avere ricevuto il prefato fagottino, incombenzatemi di ringraziare in vostro nome il mentovato F. Vincenzo. Dite al P. predicatore Giuseppe Maria, che ho ricevuto la sua, e che farò ecc. Pregate il Signor Iddio per me, che vi

709 Vedi sotto 2642. 710 Lo portò fedelmente. 711 Gli ho dato l’Olio Santo nella mattina de’ 20. 712 Non predicò li 23 e 24. Predicò li 25, 27.

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abbraccio da fratello ecc. Trento 22 marzo 1803. Non si sa ancora, se qui saranvi Ordinazioni. Fate, che i vostri chierici sieno sempre preparati.

2599. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. Alle Salesiane. M.R.P. Benedicite.

Spedisco alla P.V.M.R. una copia della Regoletta ultimamente ristampata, giacché troppo in lungo differirà il suo ritorno a questo convento. Il libretto è riuscito cotanto basso713, ed in punto la metà dello stampato avanti, perché ho tralasciato il trattatello cappuccinesco del P. Giovanni da Fano, e l’altro intorno all’origine ecc. de’ Cappuccini, la Bolla latina sopra i Casi riservati, la tavola delle feste, e l’altre de’ digiuni, non essendo più di uso universale. Ne ho fatto legare cento copie, e tutte come questa, per minore spesa. Restando da legare cinquecento altre. Il legatore ha chiesto cinque soldi l’una714. Finora ha ricevuto dal Tomaselli dieci troni, avendoli dimandati per essere bisognoso. Rapporto al resto non ardisco arbitrare. Quindi la prego di presto significarmi la sua volontà per corrispondere alle premure del povero libraio. La prego pure della sua benedizione. Trento 23 marzo 1803.

2600. 1803

Al R.mo sig. Provicario Generale. Pro memoria.

1. Il Padre Bonaventura da Caldese supplica riverentemente, che sigli conceduta la facoltà d’assolvere dai Casi riservati semel una persona ecc.

2. Il Padre Francesco Maria da Panchiato parimente supplica per l’autorità di dispensare una persona ad petendum debitum ecc.

3. Anche Padre Stefano da Sfruzzo prega per la facoltà di dispensare marito, e moglie ad petendum debitum ecc.

4. Finalmente il P. Illuminato da Cles prega per l’autorità di dispensare una persona ad petendum debitum: ed anche tutte quelle altre, che sino all’ottava di Pasqua si presentassero al di lui tribunale con tal bisogno.

Concessum quoad 1,2,3, et 4, exclusive: ed anche tutte quelle altre ecc. pro quibus casu etc. recurrat. Signatum 25 martii 1803. I. A. de Menghin Provicarius Generalis capitularis.

2601. 1803

Al P. Giuseppe Antonio di Cles predicatore. Campo. R.P.P.C.

Quando il P. Provinciale mi ha scritto, che ai 18 del corrente sarebbe stato evacuato S. Rocco, ed ai 19 ristituito ai Frati, ho recitato il Te Deum, egli ho promesso di recitarlo quando avessi ricevuto riscontro, che ciò fossesi verificato. Ma oimé, che S. Rocco evacuato dai soldati antichi, ora è pieno di soldati nuovi. Per questo il P. Guardiano Giangiuseppe vuol andare a Vienna. Il Signor Iddio l’accompagni, e sia con lui. Fra Lorenzo dà speranza di guarire col tempo. Questo predicatore del Duomo ha tralasciato sette prediche finora, e non vuole supplimentario, benché sia pronto per supplire il P. lettore Filippo. Questo P. Guardiano venerdì dovrà predicare in Gardolo, ed alla

713 Pagine 96. 714 Gli furono dati cinque soldi l’una. Ne legò 200. Quindi gli furono dati troni 50. Poi altri 30 per

avere piegato le altre 400 copie. In tutto troni 80. Allo stampatore troni 76.

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Nunziata di Trento. I novizzi di Cles danno molto fastidio a que’ Religiosi, ed al P. Provinciale. Non so come finirà il negozio. Preghi caldamente il Signor Iddio per la Madre Provincia, ed anche per me, che riverendola resto. Trento 23 marzo 1803.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il male del P. Ignazio credesi un foriero apopletico: e che i Confratelli del Rosario al Carmine desiderano, che la P.V.R. faccia il loro ottavario nel prossimo maggio, cominciante gli otto, domenica quarta post Pascha.

Umil.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2602. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Giacché la P.V.M.R. costì non tiene in pronto li nostri Statuti, penso bene di qui trascriverle lo Statuto cap. 2, num. 20, allegato dal P.M. Prosdocimo. Eccolo: “non si muti dal noviziato, se non per causa d’infirmità, o altra urgente cagione, ed in tal caso dove sarà dimorato intorno a sei mesi, si piglino li voti de’ Frati, de’ quali non avendo la maggior parte, sia mandato via senza altro”. Così lo Statuto, che sembra molto chiaro. Dico sinceramente, che la P.V.M.R. mi fa compassione. Si consoli però, che patisce per l’obbedienza datale dal Signor Iddio, e che in breve sarà sollevata. Che sai quasi vacante il pulpito di questo Duomo, non deriva da noi, perché il P. lettore Filippo avrebbe supplito, e supplirà, se il P. predicatore cederà. Vedremo quello, che farà nel prossimo venerdì. nel quale il P. Guardiano dovrà predicare in Gardolo, ed alla Nunziata di Trento. La prego al solito della sua benedizione ecc. Trento 23 marzo 1803715.

2603. 1803

Frater Ioannes Evangelista a Stenico Ordinis Minorum sancti Francisci Reformatae Provinciae sancti Vigilii Minister, et servus RR. PP. FF. Ioanni Iosepho a Canzolino concionatori et Guardiano conventus roboretani, et Iosepho Andreae ab Ala concionatori, et professori normali716, eiusdem Ordinis, et Provinciae alumnis, salutem in Domino sempiternam717.

Cum in commune totius nostrae Provinciae commodum, et utilitatem nonnulla, eaque gravissima negotia Viennae peragenda sint, eam in rem illos ad id muneris illuc mittere decrevimus, quos maxime idoneos esse dignoscimus. Vobis igitur praefatis Patribus, de quorum vitae probitate, morum integritate, prudentia, et rerum agendarum dexteritate nobis plurimum pollicemur, tenore praesentium ad salutaris obedientiae meritum committinus, ut Viennam nulla interposita mora Vos conferatis, et concredita Vobis negotia ea, qua par est, sollicitudine, ac solertia, Deo auspice, atque adiutore perficere studeatis. Quam in rem omnibus, et singulis, ad quos velut hospites accesseritis, vel quorum opera quovis modo indigueritis, Vos enixissime commendamus. Bene valete. Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die 24 martii Anno Domini 1803.

L.+S. Fr. Io. Evangelista a Stenico Minister Provincialis.

715 Ho scritto al P. Provinciale anche li 24 di sera. 716 Catechistae. 717 Partirono da Trento per Insprugg li 25 marzo. Il P. Giuseppe Andrea fu di ritorno in Trento li 10

settembre, ed il P. Giuseppe il primo di dicembre 1803. Ottennero da S.M.I.R. la restituzione del convento roveretano di s. Rocco.

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2604. 1803

Al P. Ercolano Oberrauch. Insprugg. A dmodum Reverende. religiosissime, atque clarissime Pater.

Aliis meis literis commendavi universis Reverendum Patrem Ioannem Iosephum a Canzolino Guardianum conventus nostri Roboretani, eiusque socium Patrem Iosephum Andream ab Ala, praesentium exhibitores, quos pro negotiis gravissimis praedicti conventus, ac totius Provinciae huius Vigilianae Oenipontum, et Viennam mittere compellor. Hisce autem illos Paternitati Tuae Admodum Reverendae singulariter commendare audeo, probe sciens, Te istic Oeniponti nedum apud praecipuos caesarea regii regiminis administros; sed etiam apud celsitudinem serenissimam Mariae Elisabethae archiducissae, multa gratia gaudere,ac potiri. Sperans autem, quod vota mea in cassum non ibunt, Deum Optimum Maximum deprecor, ut sospitate diuturna frui tibi concedere dignetur. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 24 martii A.D. 1803.

Obseq.s servus in Christo F. Io. Evangelista a Stenico Minister Provincialis Franciscanorum718.

Extra. Adm. Rev. Religiosissimo et clarissimo Patri P. Herculano Oberrrauch Ordinis Minorum Reformatorum S. Francisci sacrae theologiae professori emerito etc.719

Oenipontum

2605. 1803 Al Padre Giuseppe Antonio da Cles. Campo.

R.P. In questa mattina per appostato ho spedito a Roveredo la lettera campestre720 al P.

Provinciale, che senza dubbio resterà molto sconsolato. Nella stessa mattina sono partiti di qui per Insprugg, e fors’anche per Vienna li PP. Giangiuseppe, e Giuseppe Andrea, con un gran fascio di lettere commendatizie.. Ieri mattina praesente medico fu sopraffatto da un nuovo male il P. Ignazio, cui tostamente ho dato l’Olio Santo. In questa vive; ma fuori di sé, come fu anche ieri. Preghino il Signor Iddio per lui; e proccurino di conservarsi. Amen. Trento 25 marzo 1803, in coperta721.

2606. 1803

Al Padre Daniele di Enno Guardiano. Pergine. R.P.

Per la mancanza del P. Ignazio, cui ho dato l’Olio Santo, il pulpito di Mezzo Tedesco è vacante. Il P. Provinciale ha scritto a Campo; ma gli è venuta risposta, che que’ Padri predicatori vacanti non possono andar a supplire, perché infermi. Non sapendo in tanta strettezza di tempo chi mandare, io a nome del detto P. Provinciale prego la P.V.R. che voglia andar là essa, o mandare qualche altro de’ suoi. Spero, che

718 Egli ora sta in Roveredo. 719 Natus est die quinta decembris 1728. Est Oeniponti confessarius archiducissae. 720 *Di Campo Lomaso. 721 Spedita li 29 marzo colla Circolare.

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farà questa carità; ed in attenzione di gradevole risposta la riverisco. Trento 25 marzo 1803, di sera, anzi notte722.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2607. 1803

Al P. Stefano da Sfruzzo. Melombardo. R.P.L.I.C.

Fo sapere alla P.V.R. che oggidì il R.mo sig. Provicario le ha conceduto la chiesta facoltà di dispensare marito, e moglie ad petendum debitum. Nel mio promemoria presentatogli ho tralasciato l’et reddendum, come nuovo affatto, e non necessario. Mi esibisco ad ulteriori servigi, mi raccomando in precibus, e la riverisco. Trento 25 marzo 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2608. 1803

Al P. Francesco Maria di Panchiato. Melombardo. R.P.S.L.G.C.

Nella corrente mattina il R.mo sig. Provicario gli ha conceduta la facoltà di dispensare una persona dall’impedimento ad petendum debitum ecc. conforme alla dimanda. Gli aggiungo, che ieridì mattina ho dato l’Olio Santo al P. Ignazio, il quale si trova fuori di sé anche in questa, nella quale per appostato723 ho spedito al P. Provinciale la risposta de’ campensi impossibilitati di venire a Mezzo per cagione di malattie. Oh quanti disturbi, quante miserie! Mi raccomando d’un Avemmaria, lo riverisco, e resto. Trento 25 marzo 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2609. 1803

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare troni 5, dico troni cinque, al sig. Francesco Steinbrecher libraio esibitore del presente. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 26 marzo 1803.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

2610. 1803

Pro memoria. Il Padre Bonaventura da Caldese nuovamente prega, che vengagli conceduta la

facoltà d’assolvere un’altra persona dai Casi riservati semel. Concessum oretenus. Die 28 martii 1803. I. A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

722 Questa lettera non fu spedita, perché non si sperò di ottenere l’intento, atteso il bisogno di

confessori a Pergine. 723 Domenico dalle Mole.

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2611. 1803 Al P. Gio. Damasceno da Vigolbaselga. Borgo.

R.P.L.I.C. Il mio P. Guardiano m’ha incombenzato di rispondere alla lettera della P.V. giacché

in essa sono allegato. Quindi le ricordo, che quando fu qui di passaggio, colle lettere del P. Provinciale alle mani la ho avvisata eziandio in scripts, che applichi le sue Messe per il detto P. Guardiano nella Quaresima sino ai 20 marzo. Ora l’avviso, che il medesimo P. Guardiano ha cominciato ad applicarle nel giorno delle Ceneri, perché tenuto comunemente il primo giorno di Quaresima724; e perciò pretende le quattro avanti la prima domenica di Quaresima. Io credo, che abbia ragione, e che così abbia inteso anche il P. Provinciale. Voglio sperare, ch’Ella pure crederà nell’avvenire altrettanto; e raccomandandomi in precibus la riverisco, e resto. Trento 28 marzo 1803.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2612. 1803

Al P. Illuminato da Cles lettore. Borgo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ho presentato al R.mo signor Provicario Generale la petizione della P.V.R. e ne ho riportato un Concessum rapporto al dispensare una persona ad petendum debitum: ed una negativa rapporto ai bisogni futuri, colla giunta, che pro quibus casu etc. recurrat. Questo potrà servire di regola per l’avvenire a Lei, ed a me, che se il Signor Iddio mi donerà vita, e salute la servirò prontamente in ogni sua religiosa occorrenza. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 25 marzo 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2613. 1803

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. R.P.L.I.C.

Spero, che avrà ricevuta un’altra mia colla facoltà d’assolvere dai Casi riservati una persona concedutale nel giorno 25 del corrente: ora l’assicuro, che oggidì le ho impetrato l’autorità medesima perché assolverne possa un’altra. Rapporto a somiglianti suoi bisogni porti pazienza ancora per questa stagione, poiché se avrò voce nel maggio proccurerò, che sia destinato casista. Frattanto proccuri di mandare i penitenti ad habentem, essendo destinato apposta, ed essendo bene, che trovino della difficoltà. Io per altro sarò sempre pronto a’ suoi cenni. Mi raccomandi al Signor Iddio, e veda di conservarsi. Trento 28 marzo 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2614. 1803

A chiunque. Io infrascritto attesto, che il signor Vincenzo Spadea mi ha detto, ed assicurato

d’avere sborsato in pro del nostro convento di Roveredo per limosina di cinquantadue Messe da lui celebrate secondo la pia intenzione del medesimo signore, e per

724 Il Martirologio romano ha: Dies Cinerum, et initium ieiunii sacratissimae Quadragesimae, da leggersi nel giorno antecedente a quello delle Ceneri.

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l’esposizione del Santissimo Sacramento ecc. fiorini ventisei. Trento, nel convento di s. Bernardino li 29 marzo 1803.

L.+S. Prov. F. Gio. Grisostomo da Volano

Diffinitore, e pro-segretario provinciale de’ Francescani Riformati. Nota. Così ho scritto sul di lui taccuino per importunità, non volendo attestare ciò,

che non ho veduto. Partirà domani per Augusta, e Francfort.

2615. 1803 Al Padre Massimo da Volano Guardiano. Borgo.

Carissimo Fratello. Vi rimando il sacchetto, che mi portò i biscotti, e vi ringrazio. Rapporto alle

difficoltà, che provate nell’officio vostro io non so cosa dirvi altro, se non se, che il Signor Iddio ha disposto così, e che tutti tutti sono arcistanchi de’ loro pesi straordinari. Io pure sono soverchiamente affaccendato. Raccomandiamoci al Signor Iddio, che ci doni forza, e pazienza, e confidiamo in lui, giacché egli è nostro Padre. Amen. Trento 29 marzo 1803. Colla gazzetta.

2616. 1803

Al P. Daniele da Enno Guardiano. Pergine. R.P.P.C.

L’assicuro, che ho ricevuto il fiasco, e che quando potrò ritrovarne qui un altro simile, glielo rimanderò voto. La ringrazio tanto tantissimo; ma temo, che possa farmi male, se non altro con usarmi malamente, non avendo mai voluto tenere cose tali. Lo ringrazio un’altra volta. Circa il memoriale io credo di poterlo fare; ma non so a chi mandarlo, e raccomandarlo affinché lo presenti. Si tratta di grazie non necessarie. Lo scrivere a quella città può riuscire sospettoso, specialmente al giorno d’oggi. Per l’eresia esternata mi pare troppo. Più volte son ricorso al solo Foro conscientiae, ed a patto, che l’eretico non abbia complici. Per levare la benedizione papale de’ predicatori fu conceduta ai vescovi bis in anno. Con tutto ciò gli prometto, che in breve stenderò il memoriale. Frattanto Ella veda, se può trovare qualche collegiale, che vada in quella città. Essendo venuta qua la sua lettera per Fieme dopo la partenza del Terziario, la ho spedita per la posta. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, e proccuri di conservarsi sano a gloria del medesimo Iddio, ed a vantaggio della nostra Santa Madre Religione travagliata, ed angustiata. Gli aggiungo, che l’autorità de’ predicatori quaresimali circa i Casi riservati, ieridì fu dichiarata personale, non locale. Trento 29 marzo 1803.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2617. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

Il mio Padre Guardiano m’ingiunge d’avvisarvi, che gira intorno uno, il quale si dice di lui nipote, e così ottiene ciò, che indebitamente brama. Sappiate dunque, ch’Egli è bensì ledrino, ma non nipote725, né parente del lodato Padre Guardiano, e se ardisce di venire anche costà, servitevi di questo avviso per trattarlo come merita. Il Padre Ignazio

725 Il P. Davide non ha verun nipote.

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è ancora vivo, e parla; ma ci fa temere, che non la scampi. Sono pur infermi il P. Vicario, il P. Agostino, F. Lorenzo. Io patisco molto per il catarro. Queste Clarisse ieridì hanno ricevuto una intimazione disgustosa. Pregate Iddio Signor nostro clementissimo per noi, per le dette Suore, e per S.M.C. Amen. Trento 29 marzo 1803, di notte.

2618. 1803

Al P. Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Li due Padri commissari sono giunti qua nella sera oscura de’ 24 innanzi, che mi arrivassero le lettere della P.V.M.R. Nella seguita mattina ho loro dato un’obbedienza onorevole per Vienna, ed una lettera commendatizia al P. Ercolano. Sono partiti subito. Tutti credevamo, che fosse per andare un tedesco, il quale almeno potesse servire d’interprete; ma il P. Guardiano Giangiuseppe rispose non esservi bisogno. Il P. Ignazio è ancora vivo, a parla; ma è bisognoso di una continua assistenza degl’infermieri, anche per edificazione de’ visitatori. Il P. lettore Filippo per certa causa vorrebbe fissare le sue tesi agli 11 e 12 del futuro maggio, e la prega del di Lei assenso. In questa mattina ho consegnato allo Spadea l’attestato delle Messe roveretane726. Voleva, che io gli facessi la ricevuta della limosina di fiorini 26. Avendo io ricusato di attestare ciò, che non sapeva da latri, si contentò, che attestassi d’aver inteso da lui stesso, che la ha deposta. Il P. predicatore del Duomo continua le sua prediche. Deo gratias. Per ora non dico altro, se non che la prego di risposta circa il pagamento del libraio, e della sua paterna benedizione. Amen. Trento 29 marzo 1803.

P.S. Il P. Ignazio in questa notte fu nuovamente maltrattato dal suo male, ed ora sta senza loquela. Temiamo che non arrivi a domani.

2619. 1803

Al signor Valentino Vanzi di Cavalese. Narni. Tenaglie. Molto illustre ed eccellente signore, e padrone colendissimo.

Affinché V.S. molto illustre ed eccellente non aspetti in vano la risposta pronta, che ha chiesto al nostro Padre Sebastiano di Revò suo amico, con una sua de’ 10, qua giunta li 27 del corrente, l’avviso, ed assicuro, ch’egli è morto per male di doglia li 26 aprile dell’anno scorso, in Revò sua patria727, dove andò dal vicino convento di Cles come compagno d’un altro nostro Religioso728. In ordine poi alle di Lei ricerche le soggiungo soltanto, che qui per la Dio grazia c’è da vivere; a prezzo però molto alto, e straordinario: e che in questa città esercitano lodevolmente la medicina i signori Borsieri, Gabrielli, Bacca, Benigni, Slop, Mazzonelli, e la chirurgia li signori Gerloni, Benigni, Concini, Cainelli. Molti altri fanno lo stesso nelle altre città, borghi, e villaggi della nostra diocesi729. Finalmente rapporto alla sua risoluzione di ripartire credo di consigliarla bene con ricordarle quel tene certum, dimitte incertum. Ed augurandole ogni prosperità la riverisco, e mi soscrivo. Trento, s. Bernardino 30 marzo 1803730.

Di V.S. molto illustre, ed eccellente Div.mo, osseq.mo servo in Cristo

726 Messe 52. 727 in casa Maffei. 728 P. Pietro Paolo. 729 Vide nostrum Medicaeum tridentinum Decade 60. 730 Mi ha replicato li 16 maggio 1803, ricevuta li 5 giugno. Fuori ha da Viterbo., e dentro Narni per

Tenaglie.

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F. Gio. Grisostomo di Volano de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Trento Extra. Al molto illustre ed eccellente sig. e padrone colendissimo

Il signor Valentino Vanzi chirurgo. Venezia Narni

Tenaglie

2620. 1803 A Pio Papa Settimo.

Beatissimo Padre. Fra Daniele di Enno sacerdote dell’Ordine de’ Minori Riformati della Provincia di

Trento, prostrato ai piedi della S.V. dopo un divotissimo bacio de’ medesimi, la supplica umilissimamente, che voglia degnarsi di concedergli la facoltà di poter assolvere dai Casi Papali, ed anche dall’eresia esternata: di poter dare la benedizione papale coll’Indulgenza plenaria sul fine delle sue prediche missionali, quaresimali, avventuali, ottavariali, ed anche triduali: come pure di poter brigittinare corone, ed applicare l’Indulgenza plenaria in articulo mortis a Crocifissi, e medaglie. Per le quali grazie ecc. Extra.

Alla Santità di N.S. Pio Papa Settimo

Per Fra Daniele di Enno de’ Minori Riformati

di Trento731.

2621. 1803 Al Padre Proccuratore Generale de’ Riformati. Roma.

Molto Rev. Padre padrone colendissimo732. Non avendo altro mezzo per ottenere costì ciò, che bramo, ardisco di pregare la

P.V.M.R. che voglia farmi la carità di presentare a chi crede bene il qui compiegato memoriale. E chiedendole scusa del mio ardire, spero d’essere favorito, le fo un riverente inchino, e mi protesto. Pergine appresso Trento 31 marzo 1803.

Di V.P.M.R. Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Daniele di Enno Guardiano de’ Minori Riformati.

Pergine. Extra. Al molto rev. Padre, padrone colendissimo

Il Padre Proccuratore Generale de’ Minori Riformati di s. Francesco.

731 Li PP. Eremitani di s. Agostino hanno la facoltà di dare la benedizione papale l’ultimo giorno

della predicazione quaresimale, e missionale in qualunque chiesa, loro conceduta da Benedetto XIV nel 1743. Ex libello edito Tridenti 1803, cui tit. Breve compendio pro Cincturatis pag. 89.

732 Queste due lettere furono spedite subito al loro destino. Vedi sotto num. 2715.

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Roma S. Francesco a Ripa.

2622. 1803

Al P. Daniele di Enno Guardiano. Pergine. R.P. Guardiano L.I.C.

Eccolo prontamente servito col memoriale ordinatomi, e con l’aggiunta d’una lettera commendatizia, Qualora gli piaccia, sigilli la coperta, che gli ho fatto, e lo spedisca per la posta di Pergine, se non ha canale più opportuno. Aggradisca la premura, che ho di servirla, e per carità mi raccomandi al Signor Iddio, poiché sono. Trento 31 marzo 1803733.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2623. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles. Campo. R.P.P.C.

Domani mattina dai Religiosi, che andranno in Duomo alla predica, verrà portata al signor barone Gaudenti734 la lettera indirizzatami dalla P.V.R. Il P. Ignazio ieridì ebbe un nuovo assalto così gagliardo, che ci fece temere di perderlo. Temiamo ancora, che non possa durare molto. Il P. predicatore del Duomo continua le sue prediche, ma stentatamente. Ne ha tralasciato otto, oltre quella solita della mezzaquaresima. Eziandio il di lui compagno F. Marino d’Asolo fu infermo. Fra Lorenzo sta meglio, ed esce di cella. Il P. Agostino oggidì non ha celebrato, e non è sceso dal letto. Il P. Vicario Gaudenzio stassene ancora nell’infermeria. Lo Spadea ha soddisfatto il convento di Roveredo, e ieridì è partito per Francfort. Il cardinale Flangini patriarca di Venezia dispensando l’uso delle carni, e de’ latticini nella corrente Quaresima colla sua pastorale de’ 9 febbraio allega l’indulto appostolico di Pio VII, e dice, che da verun altro concedere non si può, che dal solo ecclesiastico supremo governo, e che dalla sola pienezza della sua autorità tutti dobbiam riconoscere. Avvisa poi, che eccettuate le sole domeniche, nella refezioncella della sera, e molto meno fra il giorno, non si possa far uso di carni, e di latticini, come pure di qualsivoglia bevanda mista col latte, o di ciambelle, quali, e per la qualità, e quantità non siano conciliabili col digiuno. Credo, che questo sarà di piacere anche alla P.V.R. cui m’inchino professandomi. Trento 31 marzo 1803.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2624. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

Oggidì è partito di qui per Pergine Fra Bartolommeo. Il P. Ignazio è ancora vivo, ma parla poco. Il P. Agostino sta coi vescicatori, e perciò non celebra. Il P. lettore vorrebbe prolongare le tesi agli 11 e 12 di maggio per aver, e dar tempo da studiare, perché gli studenti furono impediti da mali, e da questue. Io non ho alcun riscontro de’ due PP. commissari roveretani, né de’ noviziati. Bensì, che li 28 dello scorso marzo fu

733 Spedita 1 aprile. 734 Antonio.

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intimato alle MM. di S. Chiara, che in avvenire niuna faccia la professa de’ voti religiosi prima di compiere l’anno 24° dell’età sua. Ho poi inteso, essere sul tappetto, che gli uomini pure non possano professare prima dell’anno 24° e che possano professare nell’età d’anni 21 qualora sieno stati tre anni nella Religione. Questa notizia potrà servire per calmare alquanto li contrari ai novizzi di tristo aspetto, giacché resterà del tempo da provarli, e farli provare anche da altri. Rapporto alle Ordinazioni ho inteso, che furono date le dimissorie ai presbiterandi, e consigliati gli altri ad aspettare d’essere ordinati qui. La prego della sua paterna benedizione. Trento 1 aprile 1803. Anche il Terziario F. Lucio si diporta bene. Quando l’altro andrà a stare in Mezzo si chiamerà F. Valerio, giacché così desiderano que’ Religiosi, e la P.V.M.R. non si ha mostrata contraria735.

2625. 1803

Al Padre Sisinnio Maria di Sanzeno. Pergine. R.P. lettore padrone colendissimo.

Non ho potuto rispondere alle lettere di Pergine per mancanza di tempo, essendo troppo breve, ed importuno. Ora dico, che ho ricevuto quella della P.V.R. colle tesi, e le prometto, che avrò cura di esse. Credo bene di aggiunger loro secondo il solito, e distinguerle coi numeri. Mi spiace, che il loro titolo sia scritto non abbastanza chiaramente, e che sia replicato su cartuccie. Temo, che non sia tollerato il sine labe etc. Suppongo, che le avrà già mandate al P. Provinciale, e che ne avrà riportato l’approvazione, e licenza, come ha fatto questo P. lettore. Converrà presentarle al R.mo Officio spirituale, ed anche a S.E. il sig. commissario regio Gio. di Strobl. Queste censure vorranno del tempo. Quindi temo, che difficilmente potrà riceverle stampate avanti li 26 del corrente. Conviene altresì, che mi faccia sapere quante copie ne voglia. Non so se tutte staranno comodamente in un foglio anche grande. Lascerò in bianco il giorno della disputa, ed il mese. In caso, che vengano eccezionate, bisognerà che la P.V.R. venga qua. Agli altri risponderò in altro giorno. La riverisco, e resto. Trento 2 aprile 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

2626. 1803

Al sig. Giuseppe Antonio de Menghin Provicario. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

F. Gio. Grisostomo servidore umilissimo di V.S. Ill.ma, e R.ma, non potendo venire personalmente, la supplica con questa in nome del Padre Sisinnio Maria da Sanzeno lettore in Pergine, che voglia degnarsi di aggiungere l’Imprimatur a queste tesi, qualora le giudichi degne di esso. Per la qual grazia ecc. Di s. Bernardino li 2 aprile 1803736.

Vedi sotto num. 2630.

2627. 1803 Il Padre Gio. Antonio da Moena supplica riverentemente, che siagli conceduta la

facoltà di dispensare una persona dall’impedimento petendi debitum etc.737

735 Mi ha risposto, che si chiami pur Valerio. 736 Nihil obstat ut retroscriptae propositiones typis imprimantur. Signatum 2 aprilis 1803. I. A. de

Menghin Provicarius Generalis Capitularis. 737 Videsis nostrum Didacum Aragon. in Dilucidatione privilegiorum, pag. 240.

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Concessum etc. Signatum 2 aprilis 1803. I. A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2628. 1803 Pro memoria.

Il Padre lettore Sisinnio Maria da Sanzeno prega riverentemente, che vengagli conceduta l’autorità d’assolvere semel una persona, che alla presenza d’altri profferì colla sola bocca, non persuasa intus, et in corde, le seguenti proposizioni: Se Dio esiste: Se Dio è giusto. Per la Vergine, se è Vergine.

Anche il Padre Lattanzio da Moena prega, che siagli accordata la facoltà di dispensare una persona dall’impedimento ad petendum debitum.

Si concede per l’uno, e l’altro punto, osservate però nel primo caso le solite clausule prescritte nel Breve pontificio.

Segnato 4 aprile 1803738. Zambaiti Vicario Generale Capitolare.

2629. 1803

Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese. R.P.P.C.

Assicuro la P.V.R., che ieridì sera monsignor Vicario le ha conceduto la chiesta facoltà di dispensare una persona dall’impedimento ad petendum debitum. Altrettanto mi conviene chiedere frequentemente per altri della Provincia nostra, malgrado l’opinione del privilegio accordato ai Regolari. Costa poco il ricorrere alla Curia, ed io ho piacere, che simili penitenti ritrovino della difficoltà, e vorrei, che ne trovassero ancora maggiori, specialmente li recidivi, ed anche abituati. Non la ho chiesta per li casi futuri, perché avendo dimandato lo stesso per un altro nostro li 25 marzo dell’anno corrente739, fu rescritto, che ricorra toties quoties. Parimente non ho dimandato la conferma dell’autorità rapporto ai Casi riservati, perché non la credo necessaria, e suppongo, che le duri la già ottenuta per mezzo del fu Padre Albano, il quale la ottenne anche per me. Godo, che finalmente sia stato fatto un nuovo maestro de’ novizzi, credendo, che sarà il P. Patrizio. Non capisco il perché sia stata differita tanto la rivestizione del Battisti: ed accerto la P.V.R. che se sarò vivo, e vocale, avrò tutta la premura per il bene de’ PP. Giuseppe Maria, e Francesco Maria, i quali finora sonosi resi degni di molta lode. Il P. Ignazio è vivo, ma sopito. Il P. Agostino non può celebrare. F Lorenzo guarisce. Io sono molestato dal catarro. Mi raccomandi al Signor Iddio per carità, e si conservi. Trento 4 aprile 1803.

Suo tutto F. Crisostomo. Finora il Terziario dai Masi di Cavalese si diporta bene. Dicesi F. Lucio. Il nome di

F. Valerio sarà dato a quello, che sarà mandato a Mezzo.

2630. 1803 Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine.

Rev. Padre lettore, padrone mio colendissimo. Ieridì monsignor Vicario ha conceduto alla P.V.R. la chiesta facoltà d’assolvere

semel quel bestemmiatore, osservate però le solite clausule prescritte nel Breve

738 Ma doveva dire 3 poiché in fatti fu scritto li 3 aprile domenica di sera. 739 Sopra num. 2612.

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pontificio. Queste forse saranno le altre volte accennatemi in scriptis740, cioè, che il penitente ne’ suoi errori non abbia complici: che abiuri li suoi errori, e li detesti coram confessario:che faccia la professione della fede cattolica, e dia segni di vera penitenza. Che siagli ordinata una penitenza grave: la frequenza de’ Sacramenti: di riparare lo scandalo ecc. Io temo assai, che il detto penitente sia un abituato, attesa la qualità delle proposizioni741. Onde le raccomando la cautela.

Le di Lei tesi sabato sono state approvate dal R.mo signor Provicario. Domani le porterò allo stampatore742, affinché vada a chiedere, ed ottenere l’Imprimatur da S.E. commissario regio, come ha fatto con quelle di questo Padre lettore, le quali non sono ancora stampate, malgrado la premura datagli. Onde temo, che altrettanto farà eziandio con quelle di Lei. Aspetto risposta circa il loro numero; e riverendola divotamente resto. Trento 4 aprile 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2631. 1803

Al Padre Massimo Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

Ringraziando a nome vostro Fra Vincenzo per le Madonnine, ho inteso dal medesimo, che gli fareste una gran carità, se gli mandaste della cenere da far liscia, perché qui attesa la qualità della legna dolce non se ne fa abbastanza. Se potete fargliela, fategliela. Egli non la chiede per se stesso, ma per il suo ufficio. Vi sospiro un felice Alleluia. Trento 5 aprile 1803, in coperta della gazzetta.

2632. 1803

Al P. Geremia di Borgo Guardiano di Mezlombardo. R.P.P.C.

Domani attese le istanze della P.V.R. verrà costà il Terziario Fra Ladislao di Sardagna743, e vi resterà sino ad altra determinazione. Non l’abbiamo mandato prima d’ora, perché non ci fu espresso il tempo, e perché ne avemmo bisogno per qualche istruzione dell’altro novizzo Terziario, non essendovi qui alcun maestro, e per supplire alla mancanza de’ Religiosi accresciuta dai molti infermi. L’avviso poi di non mutargli il nome senza una espressa licenza del M.R.P. Provinciale, quantunque abbia promesso a F. Leonardo di mutarglielo in questa congiuntura. Egli finora si ha diportato lodevolmente, e con soddisfazione di tutta questa religiosa famiglia. Voglio sperare, che altrettanto farà eziandio costì. e raccomandandoglielo di tutto cuore, la riverisco, e mi dico. Trento 5 aprile 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2633. 1803

Al Padre Provinciale. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

740 Sopra n. 1627, 1972. 741 Vedi sopra n. 2079, 2221. 742 Furono portate allo stampatore li 4 aprile. La stampa in foglio aperto costò troni 20. 743 Poi Fra Giovanni Andrea nominato.

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Oggidì è partito di qui per Mezlombardo il P. Francesco Felice, e domani andrà là eziandio Fra Ladislao. L’accompagnerò con una mia a quel P. Guardiano, avvisandolo, che non gli muti il nome senza una espressa della P.V.M.R. La risposta è giunta da Bergamo in questa mattina rapporto allo stame nero filato non corrisponde alle nostre speranze, poiché ci fa sapere, che anche quel nostro lanifiziere dura fatica ad averne il bisogno, quantunque abbia amici tutti li fabbricatori, e nel triennio passato fu costretto a far tingere la lana innanzi di estrarre lo stame. Il povero libraio legatore della Regoletta è ritornato per avere de’ soldi. La prego di stabilirmi il quanto, e di non lasciarmi in libertà: Ieridì ci fu detto, che a tutti que’ chierici, per cui abbiamo presentato memoriale, furono rilassati quindici mesi colla spesa di dieci scudi, e che presto arriveranno i Brevi. Ci fu detto altresì, che sarà chiamato in breve uno de’ vescovi limitrofi a tenere Ordinazioni se S.M. ne darà il permesso744. Le tesi del P. lettore Filippo approvate dal sig. Provicario, e munite dell’Imprimatur dal sig. commissario aulico, sono già stampate. Quelle del P. lettore Sisinnio approvate dal detto sig. Provicario sono nelle mani del lodato sig. commissario. La prego della sua paterna benedizione, e le sospiro un felice Alleluia. Trento 5 aprile 1803.

2634. 1803

Al Padre Provinciale745. Roveredo. M.R.P. Benedicite.

La lettera del signor cancelliere di Lei fratello dal Biasio fu raccomandata ad un carradore. Come poi sia andata nelle mani di un soldato non si sa. Il risarcimento de’ tetti dell’infermeria, e del convento è terminato. Li sei Brevi colla dispensa di 15 mesi rotondi furono da me ricevuti ieridì. Ho scritto a Mezzo, che non sia mutato il nome a F. Ladislao senza l’espressa licenza della P.V.M.R. perché il motivo di mutarglielo non credesi lodevole. Darò al libraio da legare altre cento copie della Regoletta, e frattanto, giacché ne ha premura, gli farò dare a conto qualche cosa. Il P. Ignazio vive, e parla. F. Vincenzo è sul letto. F. Lorenzo assiste stentatamente alla sagrestia. Nulla so ancora de’ due commissari nostri roveretani. Spero di poterle presto baciare le sacre mani, e pregola della sua paterna benedizione ecc. Trento 8 aprile 1893, in coperta.

2635. 1803

Al P. Gio. Pio da Moena. Pergine. Venerando Padre sia lodato Gesù Cristo.

Le tesi del di lui Padre lettore sino dai 4 del corrente sono nelle mani dello stampatore, che mi assicura di farle stare tutte in un foglio solo, mettendo i numeri ai capi delle medesime. Ho messo in chiaro il loro titolo per comodo del predetto stampatore, ed anche perché sia meglio diviso. Aspetto il numero delle copie, che dovransi fare. L’esemplare secondo, che ho ricevuto oggidì, mi riesce superfluo ormai. Suppongo, che avrà già ricevuto il foglio delle tesi qui difese l’anno scorso, e la risposta di F. Vincenzo Maria. Non posso mandarle la copia richiesta delle tesi filippine dell’anno corrente, perché non sonosi ancora ricevute a stampa. Non intendo bene la dimanda, che mi fa, di rispondere con qualche precisione circa la proibizione de’ libri. Onde le dico solamente, che qui sonosi sempre tenuti, e si tengono chiusi in un armaro746: e che al medesimo armaro furono mandati de’ libri anche da altri conventi.

744 Da Sua Maestà non venne alcuna risposta mai. 745 Giovanni Evangelista. 746 Iuxta Bullam Clementis XIV.

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Nello stesso armaro si mettono li registrati nell’Indice romano di qualunque classe. Io ne tengo la chiave come bibliotecario soltanto. Dica a F. Pietro, che in vigore dell’indulto di 15 mesi, che tengo nelle mani, potrà essere ordinato sacerdote nel prossimo settembre, e che forse presto qui saranvi Ordinazioni, nelle quali potrà essere diaconizzato747. Auguro ad ambidue un felicissimo Alleluia, e resto. Trento 8 aprile 1803. Le tesi saranno agli 11 e 12 maggio.

Suo aff.mo servo F. Grisostomo.

2636. 1803

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare troni 15 dico troni quindici al signor Francesco Steinbrecher libraio esibitore del presente. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 9 aprile 1803.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

2637. 1803

Al P. Patrizio da Vigolbaselga maestro. Cavalese. R.P.S.L.G.C.

L’abito, ed i tre mantelli richiesti dalla P.V.R. per li novizzi sono preparati, ed oggidì s’andrà in cerca di chi li prenda per portali costà. In caso, che non si ritrovi alcuno proccurino essi di trovarne costì uno che venga a prenderli. Il P. Provinciale sarà qui oggi, o domani. In fretta la riverisco, e sono. Trento 13 aprile 1803.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

2638. 1803

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Con tutto tutto il cuore vi auguro felicissima la vostra festa nomastica, che sarà domani, e vi prometto, che il mio primo memento sarà per Voi. Suppongo, che sarete stanco per le fatiche straordinarie de’ passati giorni. Proccuarte di rimettervi. Io pure ho patito molto e per essere quasi solo confessore e per aver avuto l’impedimento del catarro, e della tosse. Sono ancora in cura. Il P. Provinciale sarà qui oggidì, o domani748. Del predicatore del Duomo non parlo, perché siamo tutti malcontenti. Vi abbraccio da fratello. Trento 13 aprile 1803.

2639. 1803

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. R.P. lettore.

In questo momento ho ricevuto dallo stampatore le sue tesi da correggere. Le correggerò subito. e dopo il pranzo le rimanderò alla stamperia. Dovranno ritornare a me per essere di nuovo corrette, abbisognando, e poi ancora rimandate alla stamperia. Mi fu promesso, che saranno stampate subito; ma io non son obbligato di credere a tali

747 Trento ha scritto a Vienna per ottenere la licenza di far venire un vescovo de’ vicini a tenere Ordinazioni; ma non ha ricevuto alcuna risposta né pure li 15 luglio 1803.

748 Venne li 13 di sera. Il predicatore venne li 15 di sera. Partì per Roveredo li 18. Ritornò a Trento li 22. Partì per Pergine e Feltre li 27 aprile.

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promesse. Onde temo, che per li 26 del corrente non sieno per essere in pronto a Pergine. Aspetto il due volte chiesto numero delle copie, che dovransi fare. Il mio P. Guardiano m’ingiunge d’avvisare, che aspetta subito, e senza verun ritardo il P. Giannantonio. In somma fretta lo riverisco, e resto. Trento 13 aprile 1803, alle 9 di mattina.

2640. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello.

Ieridì costretto dai buoni Padri Provinciale, e Guardiano, che mi vogliono vivo, e sano, sonomi ritirato nell’infermeria per scansare gl’impegni del confessionale, e liberarmi dal catarro troppo importuno. Aveva della febbre. Oggidì essendo stato sempre ritirato, e quieto sto meglio. Quindi spero, che con tal riguardo il Signor Iddio mi ridonerà la primiera salute. Pregatelo ancora Voi, che si degni di farmi questa grazia, e state sicuro, che io pure lo prego di cuore per Voi. Sia lodato Gesù Cristo signor nostro clementissimo. Trento 15 aprile 1803. Mi spiace assai la differenza di sentimenti rapporto alle quattro Messe del P. Damasceno749.

2641. 1803

Al sig. Luigi Marchesani stampatore Imp. Reg. Roveredo. Molto illustre sig. e padrone colendissimo.

Quantunque il nuovo cerimoniero vescovile signor abate Giuseppe Ciurletti siasi compiaciuto di confermarmi nell’antico mio impiego di calendarista750, e rubricista diocesano, finora non ho fatto altro,, che il semplice calendario, perché attesa la variazione del dominio vescovili, e la mancanza del vescovo, non so su qual fondo lavorare. Ciò non ostante sono d’avviso a V.S. che cadendo nella Quaresima del prossimo anno 1804 tre venerdì vacui da officio corrente, ho scelto per la festa della Sara Corona di Spine di Gesù Cristo Signor nostro quello, che cadrà nel giorno secondo di marzo. E senza più riverendola resto. Trento, s. Bernardino 23 aprile 1803.

Di V.S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2642. 1803

Al sig. don Pietro Zaiotti cappellano di Verla. F. Grisostomo tiene bensì la Bolla di Clemente XIII che comanda la detta giunta

per li Stati austriaci; ma non ha ordine di pubblicarla dove non fu ancora pubblicata. Dunque V.S. aspetti, che tal ordine le venga dalla Curia ecclesiastica751. Così risponde in fretta dall’infermeria li 23 aprile 1803. Così ho scritto a’ piedi della lettera scrittami dal detto sig. cappellano circa l’aggiungere nel sacro Canone della santa Messa l’et Rege nostro Francisco, presenti due giovani, che me la recarono. Vedi sopra num. 2596.

2643. 1803

Al sig. don Antonio Mazzonelli piovano di Terlago. Molto illustre, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

749 Sopra n. 2611. 750 Vedi n. 2235. 751 L’ordine stampato li venne li 10 maggio.

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Martedì mattina, li tre dell’imminente maggio, sarà il giorno destinato, perché si presentino personalmente avanti al nostro Diffinitorio congregato in questo convento, que’ giovani, che bramano d’essere accettati, e ricevuti nel numero de’ nostri confratelli. Perciò io, a nome anche del detto Diffinitorio, prego riverentemente V.S. molto illustre e R.ma, che aver voglia la bontà di rendere avvisato il da sé raccomandato giovine Francesco Fabro, che se ancora tiene la volontà sua primiera d’esser nostro confratello, venga qua, e si presenti nel suddetto giorno, colla fede del Battesimo752. E sperando di essere favorito, con un riverente bacio delle sacre mani mi professo. Trento, s. Bernardino 30 aprile 1803.

Di V.S. molto illustre e R.ma Um.mo, osseq.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano.

La soprascritta ut supra n. 2568, colla replica del sig. sig.

2644. 1803 Pro memoria.

Il Padre Vito Antonio da Cles prega riverentemente, che siagli prorogata la facoltà in Reservata, concedutagli graziosamente a voce nell’anno 1800, sino allo spirare della patente ecc.753

Fu conceduta ad triennium li 12 maggio 1803 dal R.mo sig. Provicario Generale Capitolare la patente della confessione.

2645. 1803

A monsig. Vicario Generale Capitolare. Trento. F. Gio. Crisostomo supplica riverentemente V.S. Ill.ma, e R.ma della grazia chiesta

in questa lettera ecc.754 Signatum 3 maii 1803. Zambaiti Vicario Generale Capitolare.

Essendo il matrimonio contratto da Tizio con Tecla, se mai uno di questi si presentasse nel tribunale di Penitenza, usate le solite cautele, si potrà ottenere da questo Officio munito dell’opportuno pontificio indulto la facoltà per la convalidazione del matrimonio. Così M. Vicario.

Il caso è questo. Tizio ha impegnata Tecla. Poi ha peccato carnalmente con Marta prima cugina di Tecla. Finalmente ha contratto, e celebrato il matrimonio con Tecla. Ora è più di un anno, ch’è ciò seguito. Fu proposto dal Padre lettore Illuminato da Cles, dimorante in Borgo li 27 aprile: cui ho rimandato la lettera col rescritto li 3 maggio.

2646. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Pergine. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Insieme con questa mia vi saranno consegnate le tavole della vostra famiglia. Il M.R.P. Provinciale m’ingiunge di avvisarvi, che trattenghiate Fra Modesto sino ad altro avviso, perché ora Fra Lorenzo è infermo: e che vi sarà mandato da vestire per laico col nome di F. Claudiano un candidato sersiano, ai 24 del corrente. Mi ha detto altresì, che

752 Il detto giovine si presentò, ma non fu accettato. 753 Scritta 3 maii. 754 Absolvendi Martam ab incestu secundi gradus.

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per la di lui vestizione non occorre di fare alcun discorso. In fretta vi abbraccio, e vi sospiro ogni bene. Amen. Trento 8 maggio 1803.

2647. 1803.

A Fra Masseo da Enno. Pergine. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

In questo punto abbiamo ricevuto una lettera del sig. Francesco Domenico Manenti con data di Venezia 29 aprile. In essa ci avvisa, che ha consegnato per noi al fondaco de’ tedeschi quattro sacchi di lana fina nera Scopia, li quali ci verranno avanzati: e che ci avviserà tosto, che gli verrà la lana nera di Puglia. Quella de’ suddetti sacchi ci costerà in Venezia Lire 643,16. Vostra riverenza quando arriverà in Pergine farà, che il signor Padre soddisfaccia il doganiere, o sia conduttore755. Il peso de’ predetti sacchi è questo:

Il 1° libbre 130. Il 2° libbre 129. Il 3° libbre 131. Il 4° libbre 122.

libbre 512. 40. libbre 472.

In caso che li PP. borghigiani fossero partiti, fate, che subito per appostato sieno loro spedite le lettere loro dirette, e portate dal Cappelletto. Trento 8 maggio 1803.

Vostro affett.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2648. 1803

Al sig. don Gio. Pietro Beltrami diacono. Roveredo. Molto illustre e Rev. sig. e padrone colendissimo.

La gentilissima di V.S. molto illustre e Rev. mi ha trovato nell’infermeria, calato dalla quale senza essere interamente guarito, come né pur oggi sono, mi tennero assai occupato le faccende capitolari, e non mi lasciarono tempo di risponderle.

Ora dunque la ringrazio del regalo, che s’è compiaciuta di farmi dell’antico calendario francescano756, certamente erudito; ma da leggersi, ed usarsi con cautela, imperciocché dopo quell’anno 1687 sono state fatte rubriche contrarie.

La ringrazio altresì della Vita di s. Geraldo cavata dal Breviario di Lione. Veggo, ch’essa non si accorda colla bollandiana: e contentandomi di farne memoria, lascerò ad altri il conciliarle. Non so il perché l’accennato s. Geraldo sia stato posto nel calendario trentino; bensì che fuvvi nel calendario dell’anno 1617 e nel Proprio del 1627, ai 13 di ottobre757. Né l’uno, né l’altro di questi nota il meruit supremos per alcun Santo. Io l’ho notato per s. Geraldo, supponendo, che fosse il bollandiano, morto ai cinque di aprile, e fissato non solamente dai trentini; ma eziandio da altri ai tredici di ottobre, giorno della di lui traslazione. Sant’Eduardo nel calendario universale del 1630 non occupò tal giorno, siccome rilevasi dal martirologio romano stampato nel medesimo anno: e fu

755 Grandi. 756 Composto dal P. F. Antonio Bernardino di Como Vicario del coro d’Araceli per l’anno 1687.

Stampato Romae, ac Venetiis. 757 S. Geraldo confessore dell’Aron. lionese trovasi anche nel catalogo di Pietro de’ Natali, ai 13

d’ottobre come morto ai dieci.

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aggiunto dal Merato al Gavanto morto nel 1638 in vigore d’un decreto della S.C. de’ Riti segnato l’anno 1680. Io per altro confesso ingenuamente, che mi sento inchinato per il bollandiano.

Niente sapeva del decreto Piano di canonizzazione del ven. card. Giuseppe Maria Tomasi758. Ho letto qualche cosa del medesimo cardinale già molti anni; ma ora nulla tengo alle mani per tessergli un elogio martirologiale. Se verrà conceduto l’officio, verrà eziandio prescritto l’elogio, od almeno potrà estrarsi dalle Lezioni proprie759.

Circa il quesito, se un diacono possa fare da ebdomadario nel coro praesente sacerdote, de illius licentia, la sento con Lei rispondendo affirmative.

La festa del SS. Cuore di Gesù nella nostra diocesi ebbe origine da un decreto dell’Imp. Reg. aulico direttorio de’ 21 maggio 1796760, insinuato al vescovo di Trento con data d’Insprugg 16 agosto 1796 e fu destinata per ringraziare Iddio dell’allontanamento dell’inimico, e pregarlo di tenerlo lontano anche in avvenire. La scelta della domenica, e dell’officio venne da Insprugg. Io per altro aveva suggerito a questa R.ma Curia la domenica fra l’ottava del Corpus Domini, giacché si voleva in una domenica, e l’officio, che ha l’orazione Concede; ma troppo tardo.

Ho aggiunto al calendario l’Ipsas tamen duplicare non tenentur soltanto per quelli, che recitano le Litanie marciane, e Rogazionali privatamente, sapendo, che non sono da duplicarsi per obbligo né pure nelle processioni, conforme avvisano tutti li rubricisti761.

Grate i sono le notizie comunicatemi rapporto al rubricista Bartolommeo Corsetto. L’ho trovato più volte citato e come rubricista, e come istorico; ma non ho mai veduto alcuna di lui opera. Suppongo ch’egli sia l’autore del libro intitolato Leonis Laterani adumbratio, che come stampato nel 1621, in 4°, si riferisce nel catalogo paroniano di Trento del 1756, e che questo non distinguasi dal libro parimente riferito nell’altro catalogo paroniano del 1763 col titolo: Leo Lateranus Ill.mae gentis Lodroniae aeternum decus, in 4° senza l’anno762. Ma essendo morto il Corsetto sul principio del secolo XVIII, mi dà fastidio il detto anno 1621.

Finalmente sperando, che prima di questa avrà ricevuto dal Padre Carlo Felice la speditale763 copia intera dell’indulto clementino circa l’inserire nel sacro Canone della santa Messa l’et Rege nostro, la ringrazio ancora, le chiedo scusa della mia rozzezza, e con tutto il rispetto, ed ossequio mi professo764. Trento s. Bernardino 9 maggio 1803.

Di V.S. molto illustre e Rev. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. Al Molto Illustre e Rev. sig. e padrone colendissimo Il signor don Giovanni Pietro Beltrami diacono

Roveredo

758 Sortì li 28 marzo 1803. 759 Il Tommasi è morto nell’anno 1713. Fu Chierico Regolare Teatino. Li 29 settembre 1803 nel

Vaticano si celebrerà la di lui beatificazione da Pio VII. Il detto Tommasi fu creato card. li 16 maggio 1712. Dal Grancolas dicesi Iosephus Maria Carus, idem qui Thomasius, auctor italus, qui anno 1683 collationes dedit precum, hymnorum, antiphonarum, et responsoriorum.

760 Epist. num. 1094. 761 Epist. num. 821. 762 Leo Lodronius Corsetti editus Brixiae 1683. 763 Sped. li 9 maggio di mattina. 764 Dalla Curia ecclesiastica ci venne l’ordine d’inserirlo li 10 maggio 1803.

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2649. 1803 Al P. Presidente di Bressanone.

Adm. Rev. ac Religiosissime Pater. Frustrata spe nostra, quod pro sacris Ordinationibus habendis hic Tridenti, venturus

esset saltem aliquis ex vicinioribus episcopis, cogimur adhuc nostros clericos alio ablegare765. Praemoneo igitur P.T.A.R. quod in proximis Temporibus pentecostalibus Brixinam venient, nisi D.O.M. aliter voluerit, tres ex nostris clericis, quorum unus pro suscipiendo diaconatu: alii vero duo pro prima Tonsura, et quattuor Ordininibs Minoribus, necnon subdiaconatu, et diaconatu. Certi autem nedum de singulari Celsissimi brixinensis benignitate; sed etiam de seraphica P.T.A.R. charitate, nullum expectantes responsum, ut diu prospera fruaris valetudine peroptamus. Tridenti in conventu s. Bernardini die 10 maii 1803.

A.R.P.T. Humillimus servus in Christo F. Gasparus a Campo secretarius provincialis Franciscanorum.

Tridento. Extra. Admodum Rev. ac Religiosissimo Patri

Patri Superiori FF. Franciscanorum ad s. Elisabetham Brixinae

Bressanone

2650. 1803 Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara.

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Ringrazio la R. S. delle orazioni, che s’é compiaciuta di fare per la mia salute.

Presentemente sto meno male; ma temo di non più guarire del tutto. Quello, che patisco deriva dall’età, essendo incomodato da catarro, e da flussione degli occhi. Pazienza. Preme anche a me di guarire almeno tanto, che possa fare qualche mestiero, e non essere affatto inutile. Circa poi quello, che mi ricerca le rispondo, che paionmi giusti, e lodevoli i di Lei pensieri sopra le tre persone, che dovrà eleggere per il buon governo del suo venerabile monastero766. Spero, che tutte in tale congiuntura si diporteranno da buone Religiose, e che il negozio sortirà con pace, ed edificazione comune. Per tal effetto pregherò anche Sua Divina Maestà. Frattanto la riverisco, e la benedico, insieme colla Madre Gioseffa Aloisia, M. Annafrancesca ecc. S. Bernardino 10 maggio 1803.

2651. 1803

Alla cancelleria vescovile di Bressanone. Ego infrascriptus Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae Tridentinae

sancti Vigilii, universis, et singulis, quorum interest, notum facio, ac testor, quod dilectus in Christo Frater Petrus Alcantarensis a Meano eiusdem Provinciae alumnus, natus die sexta decembris anno Domini 1780, pluries in suscepto ministravit, ac novissime per octiduum spiritualibus exercitiis vacavit. Testor insuper, quod Fratres Albertus a Civizano, natus die 20 iulii 1780, et Franciscus Xaverius a Thenna, ortus die prima decembris 1780, ambo clerici professi praedictae Provinciae, spiritualibus

765 Tenne Ordinazioni per trentini li 27 maggio domenica sesta dopo Pasqua. 766 Così successe la elezione li 25 maggio.

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exercitiis per octiduum novissime pariter vacarunt. In quorum fidem etc. Datum Tridenti in conventu s. Bernardini die 27 maii 1803767.

L.+S F. Iosephus Antonius a Clesio Minister Provincialis etc.

2652. 1803

Al sig. don Francesco Michelotti. Dro. Molto illustre e molto Rev. sig. e padrone colendissimo.

Ho scritto a V.S. molto illustre e molto Rev. già tre mesi in punto per la posta rivana768, che circa otto mesi avanti ho compendiato i tre rotoloni da Lei consegnatimi; e che perciò mandasse a ripigliarli, col mio compendio, qualche persona fedele munita però d’un suo viglietto. Non avendo finora veduto alcun effetto di tale avviso, glielo replico. E riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 13 maggio 1803769.

Di V.S. molto illustre e molto Rev. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati.

Extra. Al molto illustre e molto rev. sig. e padrone colendissimo Il sig. don Francesco Michelotti cappellano degnissimo di

Dro

2653. 1803 Al P. Vitantonio da Cles Guardiano. Cles.

R.P. Con piacere rimando alla P.V.R. la patente confessionale coll’autorità in Reservata,

prorogata, e soscritta ad triennium, non già ieridì, ma in questa mattina, benché sia scritto 12 maii. Mi raccomando in precibus, la riverisco, mi offro, e mi professo. Trento 13 maggio 1803.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

2654. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello L.I.C.

Vi mando le chieste tavole; ma vi avverto, che non tutti hanno da viaggiare subito. Rapporto a F. Modesto già vi ho scritto d’ordine del P. Provinciale770. Il P. Amando va a Roveredo come supplimentario dell’annualista di s. Marco, finché ritornerà da Vienna il P. Guardiano Giangiuseppe. Il P. Sisinnio Maria si fermerà in Pergine co’ suoi studenti sino al settembre. Questi studenti pure staranno qui sino al settembre tutti. Il P. Giuseppe Maria fermerassi a Melombardo ad tempus per supplire all’annualista di Metodescco. Li novizzi ad tempus avranno altre stazioni.. F. Lorenzo è ancora nell’infermeria, ma in piedi. Io non sono più letterario, son vivo, ma cagionevole poco meno, che ne’ giorni passati. In questo nostro convento fanno gli esercizi spirituali per

767 Partirono per Metz li 28 maggio sabato vigilia pentecostale. 768 Sopra num. 2550. 769 Spedita li 13 maggio per Angelo Tavernino di Dro candidato nostro. 770 F. Modesto venne li 27 maggio.

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le Ordinazioni 30 chierici secolari771. De’ nostri andranno a Bressanone tre soli. Conservatevi, e pregate il Signor Iddio per me, che vi abbraccio ecc. Trento 14 maggio 1803.

2655. 1803

All’Inclito Imp. Reg. Officio Circolare di Roveredo. Il Provinciale de’ Francescani ai Confini d’Italia in esecuzione de’ suoi doveri

spedisce la nota de’ neo-eletti nel Capitolo Provinciale tenuto ultimamente in Trento, con la conferma del R.mo Ordinariato772.

Dato in Trento li 3 maggio 1803.

2656. 1803 Al Padre Giacomo Antonio da Borgo. Campo.

Rev. Padre. Siccome oggidì, quantunque non sia più letterario, debbo mandare al R.mo Officio

spirituale una patente confessionale (del P. Ippolito da Sfruzzo) già spirata ne’ giorni scorsi (li 9) e so, che tali patenti sogliono essere prorogate ad triennium773: come pure, che li cinque febbraio 1800774 ho spedito a V.P.R. la sua patente prorogata, e non so, che l’abbia rimandata; così penso bene di avvisarla, che la guardi, e veda se sia, o no spirata. Chiedo scusa della mia confidenza; e riverendola mi dico. Trento 16 maggio 1803.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

2657. 1803

A monsignor Vicario, o Provicario Generale. Ill.mo, e R.mo signore.

Il Padre Gregorio da Caldese775 supplica riverentemente, che siagli conceduta la facoltà d’assolvere una persona, la quale in presenza di più altre proferì queste parole: “La religione cristiana è una religione unicamente per tenere in freno, e per tenere rispettosi li cristiani verso de’ superiori”. Di più alla medesima presenza disse d’aver letto in libri stampati, che Maria Vergine sia stata una puttana, la quale ebbe commercio coll’Arcangelo Gabriele: e ch’è falso esservi Paradiso, o inferno.

Concessum sub clausulis etc. Signatum 25 maii 1803.

Zambaiti Vicarius Generalis Capitularis. Le clausole pontificie sono: Che il penitente ne’ suoi errori non abbia complici. Che

abiuri, e detesti coram confessario li detti errori. Che faccia la professione della fede cattolica, e dia segni di vera penitenza. Che gli sia imposta una penitenza grave, la frequenza de’ Sacramenti. Che ripari lo scandalo etc.

Così Fra Gio. Grisostomo da Volano.

771 29 ordinandi, e due volontari. 772 Li 19 giugno venne dal detto Officio la conferma non aspettata, perché non richiesta, e non

ordinata dall’imperatore. 773 Fu prorogata li 16 ad triennium. 774 Sopra To. V, epist. 1812. La ha mandata per un commesso. 775 Dimorante in Pergine.

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2658. 1803 Al Padre Giuseppe da Torbe. Verona. Padova. S. Carlo776.

R.P.P.C. Lungi da me fu certamente il sospettar male della P.V.R. dal non vedere la chiesta

relazione. Questa mi pervenne l’altrieri, e perciò la ringrazio. Da essa imparo la patria, ed il nome del bestemmiatore, cose non espresse in due altre, colle quali per altro conviene rapporto alla sostanza, benché non faccia verun cenno di s. Antonio. Io le conserverò tutte e tre unite a gloria d’Iddio, e del nostro santo taumaturgo, ed a confusione de’ moderni miscredenti, pur troppo moltiplicati dappertutto. La prego di scusare il mio ardire d’incomodarla; ed offerendole la mia servitù, la ringrazio un’altra volta, la riverisco divotamente, e mi professo. Trento, s. Bernardino 24 maggio 1803.

Di V.P.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo di Volano.

La relazione mandatami dal detto P. Giuseppe con data di Padova gli 11 maggio 1803, si è questa: “Non vedendo ecc. Ho differito per informarmi. Ecco la distinta, ed autentica relazione fattami dal Vicario del s. Officio d’Inquisizione. Angelo Daselli di Cologna nel territorio vicentino dottore in medicina, studiando in Padova tenne discorsi contrari alla santa religione, ed al culto de’ Santi, colla padrona di casa, dove era ospite. Scandolezzata la buona donna gli minacciò tra dieci giorni la severità de’ divini castighi, e specialmente la perdita della vista, e l’uso della favella. Scorsero li dieci giorni, né verificossi il castigo. Passati circa quaranta giorni il predetto giovine fu assalito da una flussione nell’orecchio destro, che tosto comunicatasi anche all’occhio ne perdette l’uso, restando affatto immobile. Quindi nella bocca, come se fosse percosso da colpo. Chiamati li medici attestarono, che ciò provenne da cause fisiche; ma il giovine confessò ch’era il ben meritato castigo, e se ne pentì. Egli ricorse al s. Officio, abiurò, ritrattò quanto aveva empiamente pronunciato, assoggettandosi a più castighi, a’ quali avesse stimato meglio il prenominato Officio. Questa relazione è veridica, perché cavata da me da una deposizione fatta dall’anzidetto dottore, confermata di propria mano. Le soggiungo un altro fatto esibito dallo stesso Vicario. Un pecoraio rimirando una immagine della beatissima Vergine Santissima, caricolla di villanie da non riferirsi. La sera postosi a letto improvvisamente enfiossegli dapprima un piede, di poi la coscia, ed il braccio a dismisura, che reca maraviglia il vederlo. Li medici attestano di non riconoscervi alcuna causa. L’infelice geme, e frattanto ne formano il processo per castigarlo severamente, se la divina giustizia non ne prende le ultime vendette. Ecco ecc.”.

2659. 1803

Al Padre superiore attuale di Campo. R.P.

Ieridì stimolato dal padre Patrizio sonomi risolto di aprire una lettera dell’Ill.mo signor abate Giuseppe Prez di Castel Campo indirizzata al Padre Davide Guardiano di questo convento, giacché assente: ed avendo riguardo al tenore della medesima, la ho subito mandata a monsignor Vicario Generale, da cui venne trattenuta per fare quanto in

776 Vedi sopra num. 2575, 2580.

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essa si dimanda777. Prego pertanto la P.V.R. che aver voglia la bontà di rendere avvisato di ciò il lodato signor abate: e riverendola resto. Trento 26 maggio 1803.

Di V.P.R. P.S. Il detto P. Patrizio ha fatto vedere al commesso i mazzi delle corone, perché li

pigliasse, e li portò nella sua cella: e poi con suo gran dispiacere seppe, che il buon uomo è partito senza di essi.

Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2660. 1803

Al padre Gio. Damasceno da Vigol-Baselga. Cavalese. R.P.

Con piacere lo rendo servito senza veruna dilazione colla qui rinchiusa patente confessionale prorogata li 25 del corrente ad triennium: e lo assicuro, che ho dato in proprie mani al P. Patrizio da Vigol-Baselga la sua lettera. Spero, che avrà ricevuto da Fra Gio. Maria Terziario li suoi fagotti: e facendogli sapere, che qui ora è letterario il P. Diffinitore Gaudenzio, lo riverisco, e mi dico. Trento 26 maggio 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2661. 1803

Al Padre lettore Geremia da Borgo. Pergine. Rev. Padre lettore S.L.G.C.

Ho dato da leggere a monsignor Vicario Generale la lettera della P.V.R. ma con mio dispiacere non ne ho riportato l’intento778, avendo risposto, ch’essendo vicina, ricorra ne’ bisogni. Ella dunque in primo luogo dica ai suoi penitenti colpevoli di peccati riservati, che non tiene l’autorità per loro: e che perciò vadano dai penitenzieri già destinati in ogni convento: ed in caso, che non possano andarvi, ricorra qua, che sarà servito. Per altro la licenza viene chiesta per poter assolvere semel una, due, o tre persone: e cert’uni esprimono anche il caso col numero notato nella tabella. Mi spiace di doverle dare una così fatta risposta, e chiedendole scusa, la riverisco, e resto. Trento 27 maggio 1803.

Di V.P.R. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2662. 1803

Al P. Raffaele Bianchi da Lardaro Vicario di Mezlombardo. R.P. Vicario.

Fra Grisostomo ha il contento di rimandargli qui compiegata la sua patente confessionale779 prorogata oggidì 27 marzo ad triennium: e lo riverisco.

2663. 1803

All’imperatore Francesco secondo. Vienna.

777 Per la figlia del sig. Antonio Giorgio Thaller mercante di Bressanone, condotta a Trento da due

coniugati scultori di capri, e collocata presso il sig. Lorenzo Marchetti alla Morte. La putta non fu ritrovata da monsignor Vicario.

778 l’autorità generale per li casi futuri. 779 Spirante li 9 giugno.

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Sacra Maestà. Felice Antonio Buoninsegna da Strigno di Valsugana, suddito fedelissimo, ed

oratore umilissimo della Maestà Vostra Cesarea, Regia, ed Apostolica, prostrato innanzi all’augustissimo vostro trono, espone riverentemente, che per lo spazio di anni venticinque ha servito, con fedeltà, ed assiduità, di giorno, e di notte, nell’Ufficio imperiale, e regio della posta di Trento: ed ora essendo avanzato nell’età, e sottoposto ad un reuma, gode sino dall’anno 1799 una graziosamente concedutagli pensione annua di fiorini cinquantasette, e carentani trenta. Siccome però tal pensione non fu sufficiente per il necessario sostentamento della sua povera famiglia, massimamente attesa la carestia degli anni, l’eccessivo costo de’ commestibili, ed il notabile danno recatogli dai croati con un assalto di casa nella loro ritirata per la seconda invasione de’ francesi: così è stato costretto d’andare sotto a debiti, per li quali viene molestato. Egli desidera di soddisfarli. Tiene bensì una casa propria in Trento, dove abita; ma l’alienarla sarebbe l’ultima sua disgrazia. Onde colle lacrime agli occhi, e con singhiozzi ardisce d’implorare misericordia, e soccorso dall’innata clemenza, e liberalità della Maestà Vostra Cesarea, Regia, ed Apostolica. Per la qual grazia ecc. Fuori. Alla Sacra Ces. Reg. ed Apost. Maestà

di Francesco secondo Imperatore de’ Romani ecc. ecc.

Umilissima supplica di Felice Antonio Buoninsegna

da Valsugana. Così pregato scrissi li 29 maggio 1803. Il sig. Felice vuole andare a Vienna, e

presentarsi a Cesare. Tiene attestati de’ suoi costumi, fatti da Francesco Tomaselli di Strigno chierico. Da Gio. Francesco Conte Spaur canonico ed arcidiacono di Trento. Da don Luigi Cheluzzi podestà di Trento. Del dot. Carlo Zanghellini Vicario della giurisdizione d’Ivano nel 1777. Di mons. Simone Albano Zambaiti canonico e Vicario Generale Capitolare di Trento 1800. Di Pio Conte di Wolckenstain di Trento 1800. Di F. Vincenzo Maccani vicario parrocchiale di s. Maddalena 1800. Di Aloisio barone de Taxis del 1796. Del controlore del 1796. Il sig. Felice partì per Vienna li 3 giugno. Voleva partire; ma non poté punto perché ne fu dissuaso prudentemente. Voleva pigliar seco una delle sue figlie. Io l’ho dissuaso.

2664. 1803

Al sig. Giacomo Luigi Pisoni arciprete di Arco780. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Prevalendomi della licenza graziosamente conceduta da V.S. Ill.ma, e R.ma, per poter darle una risposta sollecita, e senza veruna dilazione, le dico in corto, e poche parole, che io pure credo ben fatto il differenziare, e distinguere il camice del celebrante da quelli de’ Leviti: che non sia contra le rubriche del Messale l’indorare la di lui lazza: il porre sotto del pizzo una pedana d’altro colore, ed il mettere fra ‘l pizzo, e la tela una trinetta, o spighetta d’oro. Non mi consta, che ciò sia vietato dalle dette rubriche; bensì, che la differenza del pizzo, e della pedana si pratica eziandio in Hierolexico verbo Alba, antiquitus adsuebantur textilia frusta in manicis, in pectore, humeris, et fimbriis Albae, quem usum adhuc retinent Regularium ecclesiae, et pontificia cappella. Presentemente

780 Da Madruzzo d’anni 46.

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non posso dirle di più. Quindi baciandole col dovuto rispetto la sacra destra, passo a protestarmi. Trento, s. Bernardino 1 giugno 1803781.

Di V.S. Ill.ma, e R.ma Umil.mo, div.mo, osseq.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

Fuori. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Al sig. Giacomo Luigi Pisoni esaminatore prosinodale, decano foraneo, ed arciprete degnissimo della Collegiata do

Arco. Preme.

2665. 1803

Al sig. don Francesco Alessandrini cappellano di s. Maria in Trento. Molto illustre, e molto Rev. sig. e padrone colendissimo.

F. Gio. Grisostomo suo servidore obbligatissimo, non potendo venire in persona, gli rimanda, e restituisce qui rinchiuso il suo bello, e buono Direttorio veronese (dell’anno corrente 1803), lo ringrazia di cuore, e lo riverisce divotamente782. S. Bernardino 4 giugno 1803. Extra. Al Molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo

Il signor don Francesco Alessandrini degnissimo cappellano dell’insigne parrocchiale di Santa Maria Maggiore in

Trento

2666. 1803 Al Padre Benedetto da San Lugano. Bolgiano.

Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo. Iersera ho ricevuto la sua carissima de’ 3783. La ho letta subito al Padre Provinciale,

ed ai PP. Guardiano, Lettore, segretario, ed altri, ed ebbi l’incombenza di rispondergli, ch’esso con Fra Pietro ritorni qua, e gli altri due restino finché sieno stati ordinati Diaconi, giacché sono là, e trovano la carità serafica, ed il vescovo disposto ad ordinarli. Non sappiamo quel, che sarà di noi, e del nostro paese, nel futuro settembre. Onde crediamo meglio tenere il certo. Basterà, ch’esso, e Fra Pietro partano da Bolgiano dopo il ritorno de’ due suddiaconi784. Godiamo per altro udendo, che hanno viaggiato felicemente, e che sono stati ben ricevuti. Auguriamo loro altrettanto nel ritorno, e di cuore li salutiamo. Trento 9 giugno 1803.

Tridento Extra. Reverendo in Christo Patri Fratri Benedicto

a sancto Lucano sacerdoti, ss. theologiae studioso, Ordinis Minorum Reformatorum S.P.N. Francisci

Bulsanum ad PP. Franciscanos

781 Spedita sabato 4. 782 Vide nostrum Rubricale tridentinum num. 652 et seqq. 783 Da Bressanone. 784 Furono in Trento li 17 giugno di mattina il P. Benedetto, e F. Pietro. Gli altri due Saverio, ed

Alberto furono ordinati Diaconi li 26 giugno, domenica, e F. Saverio fu in Trento li 30 giugno, giovedì.

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2667. 1803

Al signor don Francesco Alessandrini. Trento. F. Ioannes Chrysostomus descriptis ex Bauldrio785 addit ea, quae iubet Cavalerius

To. 4, cap. 19 de Processione Corporis Christi num. 6. Hae sunt: “Infra octavam quae Missa dici debeat praecedenter ad processionem, videtur de eadem octava, eis dumtaxat diebus exceptis, quibus occurreret festum duplex primae vel secundae classis, si attednenda foret dispositio instructionis clementinae, quae votivam de Sacramento dicendam indicit. Ego tamen eam saltem magis dici laudarem de currenti officio cum commemoratione Sacramenti, sicut certe fieri debet in diebus illis, in quibus fit particularis processio eiusdem Sacramenti. Unde sequens decretum: Missa de dominica, seu de festo duplici, si illa die occurret, debet dici cum commemoratione ss. Sacramenti ad formam rubricarum Missalis, quando fit particularis processio cum SS. Sacramento in aliquibus dominicis, seu aliis diebus cuiuslibet mensis. S.R.C. decretum 1633 in Fanensi”. Idem F. Chrysostomus non admittit Bauldrianam commemorationem dominicae: nec translationem occurrentis festi duplicis. Bene vero Missam de ss. Sacramento cum Sequentia. Et ita scribit in angustia temporis hac die 10 iunii 1803786. Extra. Al Molto Rev. signor Cappellano di S. Maria Maggiore di

Trento In canonica

Nota. Egli mi ha scritto in questa stessa sera, ed ha chiesto risposta subita, e breve su la stessa sua lettera.

2668. 1803

Al P. Romedio da Cles. Campo. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

Che per trasferire un’Indulgenza plenaria da un giorno ad un altro sia necessaria l’autorità della Santa Sede, lo deduco, ed inferisco dalla pratica. In fatti nell’anno 1766 Papa Clemente XIII ha conceduto alle nostre chiese francescane l’Indulgenza plenaria perpetua per il giorno 27 di novembre, correndo allora in esso la festa di tutti li nostri Santi francescani. Nell’anno poi 1781 essendo stato riformato il nostro calendario coll’approvazione della Sede lodata, e trasferita la detta festa nel giorno 29 dello stesso mese, Papa Pio sesto con un Breve nuovo trasferì anche l’Indulgenza. Nell’anno 1788 per trasferire l’indulgenza singolare detta il Perdon d’Assisi, dai due d’agosto, in cui fu fissata nel 1217 da Papa Onorio terzo, alla prima domenica dopo le calende d’agosto, fu d’uopo un rescritto del mentovato Pio Sesto. Altri casi di simil sorta riferisconsi da Eusebio Amort in Historia Indulgentiarum editionis venetae 1738 donde si ha, che nel 1712, essendo stata trasferita da Papa Innocenzio XII la festa di s. Maria della Mercede dalla domenica più vicina al primo d’agosto ai 24 di settembre, con un altro decreto dalla Santa Sede fuvvi trasferita eziandio l’Indulgenza. Nel 1724 li Padri Gesuiti di Venezia dovendo trasferire la festa di san Francesco Saverio impedita da quella di santa Barbara, chiesero, e ottennero anche la traslazione della Indulgenza. Nel 1731 ai Padri Domenicani di Napoli fu negata la grazia chiesta di trasferire l’Indulgenza colla festa di s. Lodovico Bertrando impedito da san Francesco Borgia. Nel 1733 ai Padri Carmelitani parimente fu negato il trasferire nella seguente domenica le Indulgenze concedute per la

785 *Bauldry Michael. 786 Li 12 giugno dominica infra octavam Corporis Christi, ho risposto anche al P. Preposito de’

Somaschi, che canti la Messa de octava, ut hic, avanti la processione solenne.

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festa de’ loro santi Angelo, Alberto, e Maddalena de’ Pazzi. Nel 1734 per l’opposito ai polacchi fu accordata la traslazione dell’Indulgenza colla festa di san Giorgio impedito da sant’Adalberto. Tralascio altri esempi, e supponendo, che questo sia bastevole alla P.V. per confermarsi nel suo sentimento rapporto alla traslazione delle sante Indulgenze, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 10 giugno 1803787.

Suo div.mo servo, ed amico in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

Nota. In Vigo di Randena fu costume di solennizzare la festa di Maria Vergine Addolorata nella domenica terza di settembre. Poi da Papa Clemente XIII fu conceduto di celebrare tal festa nella terza festa della Pentecoste in perpetuo con Indulgenza plenaria. Nell’anno scorso 1802 dal sig. curato Giuseppe Benini di Gavazzo fu trovato l’indulto clementino, ed in quest’anno col consenso della sua Vicinia volle celebrare la detta festa nella seconda festa della Pentecoste, giacché la terza più non sussiste, e pubblicò, che così farassi anche in seguito coll’Indulgenza plenaria. Il P. Romedio gl’insinuò, ch’egli non può trasferire l’Indulgenza; e stentando il curato ad arrendersi, chiese il mio sentimento.

2669. 1803

Al Padre Gio. Antonio da Moena. Cles. S.L.G.C.

F. Gio. Grisostomo rimandandogli qui compiegata la sua patente confessionale788, prorogata oggidì ad un altro biennio, lo prega di raccomandarlo al Signor Iddio, ed a s. Antonio, essendo infermo negli occhi, e nella gola, e temendo di peggiorare ecc. Gli augura poi buona la sua festa ecc. Trento 12 giugno 1803.

2670. 1803

Al P. Giorgio da Cles Vicario, e maestro di novizzi. Cavalese. Rev. Padre.

Lo prego, che aver voglia la bontà di consegnare al signor Domenico Rizzoli la qui rinchiusa. E chiedendogli scusa dell’incomodo, che gli reco per impegno non ricercato, lo riverisco, e mi dico. Trento 13 giugno 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

Nota. L’inchiusa è di Valentino Vanzi chirurgo, data da Narni per Tenaglie 16 maggio 1803 da me ricevuta li 5 giugno. In essa commette al Rizzoli suo cugino, che venda il suo prato presto, e coi maggiori vantaggi, avendo somma necessità di danaro.

2671. 1803

Al sig. Valentino Vanzi. Venezia. Viterbo, Narni, Tenaglie. Molto Illustre ed Eccellente sig. e padrone colendissimo789.

Accerto, ed assicuro V.S. Molto Illustre ed Eccellente, che per servirla ho spedito a Cavalese la sua lettera intera, ed originale, affinché il suo signor cugino Domenico Rizzoli faccia, ed eseguisca quanto in essa si contiene rapporto al suo prato. Perché poi non istà qui il P. Romedio, la servo io parimente colle richieste tavole nostre generali;

787 Spedita li 17. 788 Scadente li 28 giugno. 789 Mi ha scritto con data di Narni per Alviano 20 settembre 1803 da me ricevuta li 16 ottobre 1803,

che ha ricevuto la mia de’ 13 giugno circa un mese, e mezzo avanti.

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ma non intere, supponendo, che de’ chierici, e novizzi, e laici non si curerà tanto. Godo sentendo, che in Roma le cose siensi aggiustate per li forestieri: ma ciò non ostante credo, che gli emigrati stieno meglio qui. E riverendola divotamente resto. Trento, s. Bernardino 13 giugno 1803.

Di V.S. Molto Illustre ed Eccellente Div.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo di Volano.

Extra. Come sopra num. 2619, ma col Venezia. Viterbo, Narni, Tenaglie.

2672. 1803 Al Padre Massimo da Volano Guardiano di Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Nella scorsa domenica 12 corrente fu qui Bartolommeo Antonio nostro pronipote,

figlio di Mattia, e c’insinuò il suo desiderio, e proposito di essere nostro Religioso790. Io l’ho presentato al P. Provinciale, da cui fu ben accolto., ed avvisato,che ritorni poi al tempo della prima Congregazione, la quale a Dio piacendo sarà tenuta nella prossima primavera dell’anno 1804. Ha qualche difetto negli occhi; ma io spero, ch’essendo vecchio non passerà più oltre, e non gli pregiudicherà più che tanto. Raccomandatelo anche Voi al Signor Iddio, affinché gli doni la perseveranza nella buona risoluzione, ed anche la forza per eseguirla.

F. Alberto, e F. Saverio saranno ordinati Diaconi soltanto nella domenica, che correrà li 26 dell’andante, perché il vescovo di Bressanone non ha voluto ordinarli suddiaconi nella domenica della ss. Trinità, e sarà impedito da tenere Ordinazioni nella prossima domenica de’ 19. Perciò frattanto ritireransi a Bolgiano: e gli altri due domani, o posdomani saranno qui di ritorno.

Io sono a buon segno coi Direttori791; ma stento ancora a cantare, ed il male degli occhi mi si fa più molesto. Raccomandatemi al Signor Iddio, e conservatevi. Amen. Trento 14 giugno 1803.

2673. 1803

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara, Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Ringrazio la carità della R.V. per la premura, che mostra di sapere lo stato di mia salute. Le rispondo adunque, che sto come il Signor Iddio vuole: e quindi non posso stare meglio. Patisco negli occhi, e nella voce: e temo, ch’essendo vecchio sia per non più guarire. Prevalgomi della bontà de’ Religiosi, che mi vorrebbero sano; ma non posso non fare qualche mestiero. Forse mi gioverà l’imminente stagione calda. In caso contrario supplicherà il Signor Iddio, che mi doni la santa pazienza. Per carità m’aiuti ad ottenerla eziandio la R.V. Rapporto poi a quanto patisce Ella, non so cosa dirle oltre il detto altre volte. Siamo ora insieme nella stessa barca. Bensì le rispondo, che F. Abbondanzio da me ricercato mi ha commesso di risponderle, che continui quanto le ha prescritto esso. Mi congratulo seco loro, che sieno passate bene le loro faccende capitolari, e tutt’ora godano la santa pace. Prego il Signor Iddio, che così sempre le

790 Pronipote ex sorore nato li 13, battezzato li 14 dic. 1780, figlio di Matteo Tovazzi, e Lucia

Condina da Romagnano, cresimato in Isera da P. Vigilio nel 17.... Fu qui li 17 luglio 1803, 3 li 25 aprile 1804, e li 26 aprile.

791 Il R.mo sig. Provicario li 22 giugno mi ha ordinato di farli come nel 1803, ma senza nominare lo stato.

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mantenga; e coll’intenzione di venire un dì a riverirle, anche a fine di ultimare il negozio delle sante Indulgenze, riverisco la M.R: Badessa, la M. Aloisia, ed a Lei sospiro la benedizione di Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Amen. S. Bernardino 17 giugno 1803.

2674. 1803

Al Padre Prosdocimo da Cavalese. Cles. Rev. Padre Vicario. S.L.G.C.

Io credo, che la sacra Penitenzieria col suo rescritto del primo d’aprile792 abbia manifestata chiaramente la sua intenzione, che il delinquente Officium confessarii, quo tam perdite abusus est, omnino dimittat, et dimissum amplius non reassumat: e ciò non solamente rapporto alla persona sua complice; ma eziandio a qualunque altra, giacché dice omnino. Credo altresì, che il curet dimittere sia non un mero consiglio, ma un vero precetto: e che il quam primum poterit non gli permetta molto tempo, e molto meno tutta la di lui vita. Che l’interim ab audiendis complicis confessionibus qauntum citra grave scandalum poterit abstineat, vada inteso del breve tempo, che gli è permesso a dimettere omnino confessarii officium. Sentendo poi, che continua nell’officio di confessore anche dopo l’esortazione fattagli di desistere, sospetto, che sia molto tristo, e che col pretesto di schivare il futuro possibile grave scandalum, non mai si risolverà di dimettere l’officio sacrosanto, e così aggiugnerà peccati a peccati, con certo scandalo della sua complice. Se vorrà dadovevro finirla, non gli mancherà il mezzo. Questo, a mio credere sarebbe il cangiare paese, ed anche diocesi, almeno per qualche tempo notabile, come hanno fatto altri, quando anche nel suo paese tenesse qualche stretto vincolo. Confessori di tal sorta fanno perdere la fede ai penitenti, e difficilmente si emendano. I peccati loro sono moltissimi, e gravissimi. Io non so cosa dirle di più. Ella vorrà maggiori notizie risguardanti l’accennato soggetto, e quindi potrà più fondatamente risolvere il caso. Si raccomandi al Signor Iddio con premura: non si fidi facilmente di promesse, e procuri d’impedire gli ulteriori peccati. La prego di compatirmi se non appago le di Lei ricerche, e riverendola resto. Trento 20 giugno 1803793.

Nota. La S. Penitenzieria apostolica dopo d’aver conceduta al P. Prosdocimo la facoltà d’assolvere dalla scomunica, e di dispensare dall’irregolarità incorsa per aver continuato ad amministrare i Sacramenti, il suo penitente, ha soggiunto: “quodque officium confessarii, quo tam perdite abusus est, curet cum primum poterit omnino dimittere, et illud dimissum amplius non reassumat. Et interim ab audiendis complicis confessionibus quantum citra grave scandalum poterit, abstineat, et sciat, si complex cum eodem complicitatis reatu in re turpi pro sacramentali absolutione redierit, se iuxta constitutionem etc.” Il detto penitente suppone, che gli venga vietato il continuare nell’officio soltanto rapporto alla complice.

2675. 1803

A chiunque. Vigore praesentium, cum salutaris obedientiae merito, venerandus in Christo Pater

Frater Benedictus a sancto Lucano sacerdos, et ss. theologiae studiosus huius nostrae Provinciae sancti Vigilii Brixinam se se conferet cum dilectis Fratribus Petro Alcantarensi a Meano, Alberto a Civizano, et Francisco Xaverio a Thenna clericis

792 Ricevuto in Cles li 25 giugno. 793 Spedita li 22.

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Ordinibus initiandis, quibus rite ordinatis ad propria cum ipsis redibit794. Commendatur idcirco humiliter, et enixe universis, et singulis Patribus superioribus conventuum, et dominis benefactoribus, ad quos in via eundo, et redeundo ipsum divertere contigerit: eique seraphica benedictione communito, ut Deus Optimus Maximus comitem adiungat sanctum suum Angelum exoratur. Datum Tridenti in conventu s. Bernardini die 27 maii anno Domini 1803.

L.+S. Fr. Iosephus Antonius a Clesio Minister Provincialis Franciscanorum.

2676. 1803

Al Padre Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. Rev. Padre lettore, padrone mio colendissimo.

Il Padre Provinciale, che in questa mattina è partito di qui per Metz, e Cavalese795, mi ha ingiunto di pregare la P.V.R. che avvisi il P. Gio. Pio, qualmente nel suo transito da Pergine a Metz sarà qui esaminato per l’officio della santa predicazione, e che perciò si prepari. Nello stesso tempo saranno pur esaminati per la predicazione il P. Benedetto, il P. Arcangelo, e F. Aloisio. La prego altresì d’avvisare F. Pietro d’Alcantara, che si prepari per il sacerdozio, e che faccia gli esercizi spirituali avanti gli otto del prossimo settembre. Ieridì ha deposto il nostro santo abito, ed è partito da noi il novizzo Keller di Cles796. Nello stesso giorno è partito il Visintainer di Vignola, il quale non sarebbe stato vestito per Terziario, se avesse manifestato prima il male caduco, che patisce, e per cui è caduto qui due volte nello spazio di dodici soli giorni. Il vecchio Troger tramessiero di Marano si trova gravemente infermo. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 27 giugno 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2677. 1803

Al P. Daniele da Enno Guardiano di Pergine. Rev. Padre Guardiano, padrone mio colendissimo797.

Per commissione del Padre Provinciale, che in questa mattina si ha istradato per Fieme, prego la P.V.R. che per atto di fraterna carità voglia sovvenire questo povero convento con del fieno, perché in quest’anno dispera di trovarne altrove il bisognevole, mancando i prati mensali di Lamaro, ed altri di Lidorno resi arativi798. Confido nella di Lei religiosità; e riverendola resto. Trento 27 giugno 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2678. 1803

Al P. Pietro Paolo da Roncegno. Borgo. R.P.P.C.

794 Dispensatio ab interstitiis pertinet ad episcopum ordinandi, non ad ordinantem. S.C. Episc. 9

augusti 1563, ac 15 aprilis 1591, Barbosa, Gavantus, et Corsettus p. m. 403. 795 È partito da Metz per Cavalese li 30 giugno. 796 Il Keller fu esortato a partire perché non venisse cacciato. Per altro egli lo strammeritava, e

doveva essere cacciato. 797 Remisi vitrum die 25 augusti per Capellat. 798 I prati della mensa vescovile a Lamaro sopra Gardolo mancanci perché il loro fieno fu incantato.

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Incombenzato dal mio Padre Guardiano, che sta per andare a Lasino799, assicuro la P.V.R. che in questa mattina fu portato il di Lei rotolo al signor Provicario, e che io in questa sera sono stato dal medesimo Provicario per ottenere la bramata licenza della mostranza. Non avendo potuto parlargli per essere occupato negli esami degli scolari, vi ritornerò in breve con un memorialetto per il caso, che venisse richiesto. Dal tramessiero Isidoro esibitore della presente, riceverà quanto ha chiesto colla sua poscritta, voglio dire un pacchetto di C. Ieridì ha deposto il nostro santo abito il novizzo Keller di Cles. È pure partito il novizzo Terziario da Vignola, perché soggetto al mal caduco. Intendo, che i missionari Paccanaristi nel Ledro hanno fatto del gran bene: e che perciò con grande impegno sono ricercati anche dai rivani. Deo gratias. Il P. Provinciale in questa mattina è partito per Fieme. Finisco colla carta riverendola, e dicendomi. Trento 27 giugno 1803.

Tutto suo F. Grisostomo.

2679. 1803 Al P. Niccolao da Cles Vicario e maestro. Arco.

R.P. maestro. Eccogli qui la sua patente confessionale prorogata oggidì senza verun indugio ad un

altro triennio800. Li due suoi novizzi Gio. Pietro, e Teodoro lo ringraziano della memoria, che tiene di loro, e si raccomandano alle sue orazioni. Continuano a diportarsi bene, e ci danno motivo di sperare, che così faranno anche in seguito. Il Keller è partito li 26. Nello stesso giorno è pure partito il Terziario vignolano, perché soggetto al mal caduco suo originario, essendo caduto qui due volte in dodici giorni. Ieridì è partito per Fieme il P. Provinciale. F. Costantino è andato a Metz. Favoriscami di avvisare il P.M.R. che colla prima opportunità gli manderò una copia del regolamento cesareo801. Li riverisco entrambi, mi raccomando, e resto. Trento 28 giugno.

2680. 1803

A chiunque. Il signor arciprete di Riva Francesco Antonio Fiorio con data de’ 27 giugno 1803 ha

scritto al nob. e R.mo signor abate Giuseppe Antonio de Menghin dottore in sacra teologia, e Pro-Vicario Generale di Trento, che ha dato principio agli esercizi spirituali nella sua parrocchia, ed ha soggiunto: “La devo poi pregare della facoltà di poter ergere un altare portatile in una piazza vicina alla chiesa per poter celebrare la s. Messa occorrendo, e fare la s. Comunione generale, non potendosi questa fare nella parrocchiale”. Il sig. Provicario per mezzo del sig. don Gio. Baldassare Dusini di Cles prefetto de’ chierici seminaristi di Trento, ha mandato a me la detta lettera li 29 giugno per la risposta: e quindi subito su d’una cartella gli ho mandato questo transunto: “Lucius Ferrarius in sua Bibliotheca prompta To. V, verbo Missae sacrificium art. 3 et 4 docet, quod in maximo concursu populi, quem sacer locus capere non potest, de communi doctorum, etiam absque licentia episcopi, si absens sit, et difficulter adiri possit, ipso iure potest quilibet sacerdos licite celebrare extra loca consueta; seu benedicta, ut sub dio, vel in privatis domibus, aut in altari portatili, et loco ceteroquin honesto. Nec potest censeri, quod Concilium trid. voluerit prohibere celebrationem extra

799 a predicarvi, e piantarvi una Via Crucis. Ma la Via Crucis non fu benedetta per non essere stata chiesta la licenza dell’Ordinario.

800 Scadente il primo di luglio. 801 Preparata gli 8 luglio.

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loca sacra, et benedicta in casibus magnae necessitatis, quoniam necessitas legem non habet. et quod non est licitum in lege, necessitas facit licitum.

Gli esercizi si danno dai Padri Paccanaristi, che ultimamente fecero una missione nel Ledro. Uno è il segretario Zinelli padovano del P. Generale Paccanaro. Fu a Trento a chiedere la licenza di farli. Sono stati chiesti dal popolo ad onta de’ nobili, che hanno impegno coi commedianti. Gli ha permessi anche il sig. commissario Strobele802.

2681. 1803

A monsignor Vicario Generale Capitolare di Trento. Ill.mo, e R.mo signore.

Fra Massimo da Volano Guardiano, ed i Religiosi del convento di san Francesco in Borgo di Valsugana, atteso il qui annesso consenso parrocchiale, supplicano riverentemente V.S. Ill.ma, e R.ma della licenza di poter fare nella loro chiesa l’esposizione del Santissimo Sacramento con la mostranza. Che della grazia ecc.

Nota. Non ho presentato questo memoriale, perché ho chiesta la grazia in voce, e la ho impetrata per rescritto fatto sul viglietto del parroco. In cui sta scritto così: “Ill.mo R.mo (sic) Spirituale di Trento.

Io sottoscritto arciprete del Borgo acconsento che li PP. Riformati di questo convento di s. Francesco facciano l’esposizione del Santissimo Sacramento nella loro chiesa con la mostranza, qualor ottengano l’approvazione dell’Officio spirituale di Trento. Borgo li 12 giugno 1803.

Stefano Tropman arciprete e decano foraneo del Borgo di Valsugana ecc.” Si concede quanto ecc. Segnato 30 giugno 1803. G.A. de Menghin Provicario Generale Capitolare.

2682. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P. Benedicite.

Atteso ciò, che mi ha scritto ultimamente da Arco il P.M.R. Gio. Evangelista, fo sapere alla P.V.M.R. che il nostro Padre Ferrari To. 1 verbo Annus probationis, seu novitiatus, num. 32-34 dice: “Aliqua tamen etc. etc.”. Questo si è quel tanto, che sono stato incombenzato di mandarle. Gli aggiungo una copia dell’indulto, che ho riportato oggidì per il convento del Borgo rapporto all’esposizione del Santissimo colla mostranza: e che ho dovuto fare li Direttori come negli anni scaduti: e pregandola della sua paterna benedizione resto. Trento 30 giugno 1803.

Di V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

Nota. Il Ferrari dice, che li superiori Regolari possono prorogare il noviziato sino s sei mesi ecc.

2683. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Carissimo Fratello.

802 Anche il Cavalieri To. 5, cap. 4 de loco celebrationis Missae num. 6 dice che si può dire la Messa sub dio, in maximo populi concursu, loci sacri capacitatem quamplurimum excedente.

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Ho il contento di mandarvi qui compiegata la grazia chiesta da me ieridì a vostro nome di poter usare la mostranza nell’esposizione del Santissimo. Ma vi raccomando di stare attento, perché la detta mostranza non venga fatta contra la nostra professione francescana. Pregate Iddio per me, specialmente, perché mi ridoni la sanità degli occhi, ora molto alterata. Ho bisogno di essa per poter lavorare. Ma pure sia fatta la divina volontà. Amen. Trento 1 luglio 1803.

2684. 1803

Al Padre Gio. Evangelista da Stenico. Arco. Molto Rev. Padre padrone colendissimo.

Assicuro la P.V.M.R. che ho mandato al P. Provinciale quanto scrive il P. Ferrari rapporto al prorogare l’anno del noviziato. Egli con più altri accorda ai superiori Regolari la facoltà di prorogarlo sino a sei mesi, quando siavi qualche causa ragionevole. Gli ho pure mandato la lettera della P.V.M.R. ed una copia della licenza di poter fare l’esposizione del Santissimo data dal sig. Provicario al nostro convento di Borgo a vista del consenso accordato in scriptis da quell’arciprete. Suppongo, che dal P. maestro avrà intesa la partenza del Terziario vignolano, e del chierico Keller, ambidue accompagnati da attestati medicali. Suppongo altresì, che dal detto P. maestro sarà stata avvisata, qualmente la servirò con una copia del regolamento cesareo, la quale si sta facendo dal P. Arcangelo. Ma non so quando potrò spedirgliela fuori della posta. La prego di raccomandarmi al Signor Iddio, specialmente per il male di occhi, che ancora patisco, e col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 2 luglio 1803.

Suo um.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2685. 1803

Al P. Prosdocimo da Cavalese Vicario. Cles. R.P. Vicario S.L.G.C.

Compatisco la P.V.R. se ha dimessa la cura spirituale di Tizio; ma pure la esorto di raccomandarlo al Signor Iddio, perché gli dia lume da conoscere i suoi falli. Reca orrore il sentire, che uno scomunicato di scomunica riservata al Papa, ed irregolare, continui a celebrare, ed amministrare Sacramenti da tanti mesi in qua. Io credo, che l’ignoranza non lo scusi. Credo altresì, che dovrebbe render avvisata la complice della nullità dell’assoluzione da lui datale. Se fossesi confessata da altri, sarebbe stata obbligata di accusarlo all’Ordinario. Se Tizio avesse peccato con quella sola, giacché ora non c’è occasione né prossima, né rimota con quella, ed il farlo cessare d’esser confessore darebbe motivo di scandalo a molti, cederei al progetto di farlo cangiar paese. Ma temo, che sia difettoso, e che non abbia coscienza: e perciò sia indegno dell’assoluzione sacramentale. E ciò tanto più, che mostra di non curarsi di essa. Bisogna, che sia cieco da entrambi gli occhi. Approvo, che la P.V.R. preghi Dio, affinché la preservi nell’avvenire da imbrogli di tal fatta: e riverendola resto. Trento 2 luglio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

2686. 1803

Al P. Vitantonio da Cles Guardiano di Cles. Rev. Padre Guardiano padrone mio colendissimo.

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Accerto la P.V.R., che ho ricevuto le fedi battesimali de’due novizzi Floriano, e Leopoldo: e la ringrazio dell’inscrizione posta nella casa del sig. Lorenzo dal Lago per l’arciduchessa Lisabetta. La ho registrata nella mia raccolta d’inscrizioni803. In essa mi dispiace quel Lisabethae, quell’advenienti, e quell’a Lago:ma ciò non ostante ho piacere d’averla; ed un’altra volta ne ringrazio la P.V.R. raccomandandomi per altre simili memorie, e molto più nelle di Lei orazioni, specialmente trovandomi cogli occhi difettosi dal gennaio in qua. Ella proccuri di conservarsi lungamente, e mi creda quel desso, che mi dico. Trento 5 luglio 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Gio. Grisostomo.

2687. 1803

Io infrascritto attesto a chiunque, qualmente nell’anno 1797 da un libro pergameno contenente un catalogo de’ massari della Casa della Misericordia di Trento dall’anno 1394 sino all’anno 1473 ho cavato, che nell’anno 1406, ai cinque di marzo li due massari Lorenzo Guainar, e Domenico Speciale resero la sua raxon alla presenza di maistro Bartolamè da la Lana, Zuan de l’Alda, e Pero Baldoino: li quali furono antecedentemente massari della detta Casa. Tanto attesto nel convento di san Bernardino appresso Trento li cinque di luglio 1803.

L.+S. nostri F. Gio. Grisostomo da Volano

de’ Minori Riformati804. Nota. Fui pregato di ciò da due deputati della detta Casa di Dio, cioè dal sig.

Giovanni Chemelli campanaro del Duomo, e dal sig. servente della chiesa della Ca di Dio. Eglino si lagnano, che li signori reggenti dell’ospitale non rendano mai i conti.

2688. 1803

Al P. Gregorio da Caldese. Pergine. R.P.S.L.G.C.

In somma fretta gli rispondo, che il giovine raccomandatoci di Vignola ci piace805: e quindi subito lo insinueremo al P. Provinciale, ora dimorante in Fieme. Quando verrà la risposta, gliela comunicheremo. Suppongo, che non potrà essere vestito qui, perché fu già spedita l’obbedienza ad un altro. Per l’opposto non abbiamo potuto consolare il Moter di Falesina, comparso in questa stessa mattina un poco avanti del suddetto Weber, per cagione del male, che ha patito, e patisce806. Lo prego de’ miei rispetti al P. lettore Sisinnio, e di fargli sapere, che gli risponderò in un altro giorno. Li riverisco entrambi, e resto. Trento 5 luglio 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2689. 1803

Al signor don Francesco Michelotti. Dro d’Arco. Molto illustre e molto rev. sig. padrone colendissimo.

803 To. 2, Inscript. 1812. 804 hodie Malfa. in con. 805 Cristano figlio di Antonio Weber di anni 23 in circa, per Terziario. Ritornò li 26 luglio. 806 d’anni 27 circa, con un braccio alquanto offeso da un colpo avuto già 20 anni circa,

raccomandato dal sig. dottore Stefano Bertolini di Pergine.

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A vista della sua de’ 3 del corrente l’avverto, che io non fo alcun prezzo ai miei lavori, e ricevo soltanto come povero quello, che mi vien dato807. Gli replico, che mandi a prendere i tre rotoli dronesi qualche persona autenticata da una sua letterina; e riverendola i somma fretta mi protesto. Trento 6 luglio 1803.

Di S.S. molto illustre e molto rev. Div.mo, osseq.mo servo F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato.

2690. 1803

Al sig. Gio. Pietro Beltrami Diacono. Roveredo. Molto illustre, e rev. sig. e padrone colendissimo.

Confesso, che ho ricevuto con gran piacere il libro del Corsetto, che V.S. molto illustre e rev. s’è compiaciuta di mandarmi, e regalarmi. Io non posso contraccambiare il di Lei favore se non con ringraziarla, come intendo di fare colla presente, ed assicurarla, che su lo steso libro farò grata, e perpetua memoria del donatore. Presentemente non mi ricordo dove abbia letto, che il mentovato Corsetto sia stato autore della Storia lodroniana. Concedo, che l’anno 1621 è troppo vicino a quello della di lui nascita808; ma non son certo, che non sia un errore di stampa. Lascerò la decisione del dubbio ai Bresciani, ed ai panegiristi dell’eccell.ma Casa di Lodrone.

Rapporto al quesito, che riguarda l’esequie dopo la Messa de occurrenti officio, le rispondo in corto, che noi stiamo in ciò col Merato, avendo però del riguardo al rito del giorno corrente. Quindi nella festa di s. Gio. Battista abbiamo ricusato di cantare la di lui Messa coll’esequie, ed in vece abbiamo cantata la Messa di s. Guglielmo coll’esequie nel giorno seguente.

Sento con piacere, che si tratti della canonizzazione del ven. Labré francese, e spero che la di lui causa non troverà molti intoppi. Già ho letto, e compendiato per mio uso la di lui vita composta dal Marconi. Nulla sapeva delle due venerabili francescane Febronia Anselona809, e Maria Francesca delle Piaghe. Sarà un effetto della divina Provvidenza, se in questi tempi tanto critici per il monachismo, verranno scritte nel catalogo de’ Beati, e Santi. Io però temo di non vivere tanto, perché son vecchio, e le cause di tal sorta non si finiscono tanto presto.

L’edizione latina, che tengo io del magri è stata fatta in Venezia dal Baglioni nel 1735. Ho letto, che un’altra ne fu fatta prima in Venezia nel 1712 ed un’altra in Bologna nel 1767, Tomi 2, in 4° la quale forse non sarà stata diversa da quella, che dicesi fatta ivi nel 1766, voll. 2, in 4° accresciuta di circa 8.000 vocaboli. Ho pure trovato memoria d’un libro intitolato: Notizia de’ vocaboli ecclesiastico di Domenico Magri. In Venezia 1732, in 4°.

Nell’ordinario per l’anno 1804 ho messo san Geraldo senza la nota del meruit supremos, ma son ancora dubbioso. Ho letto il Fleury, ed il Mabillone, che diconlo morto ai 13 di ottobre. Ho pur letto il catalogo de’ Santi di monsignor Pietro de’ Natali, che lo mette ai 10 d’ottobre, dicendo, che feliciter ad Christum migravit VI idus octobris. Temo di non arrivare a poter deporre affatto il mio dubbio, ed anche a sapere il perché nel Proprio tentino sia stato posto il detto Santo.

807 Gli ho preparati, e coperti li 12 luglio. Gli ho dati a lui steso li 19 agosto 1803. 808 *L’opera infatti è stata stampata a Brescia nel 1683. – Il Leo Lateranus è del 1621, ma l’autore è

un tedesco. 809 Suor Febronia Ferdinanda Anselona monaca nel monastero di s. Chiara in Palermo. Suor Maria

Francesca delle Piaghe di N.S.G.C. Terziaria professa de’ Minori Riformati Scalzi di Napoli.

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Finalmente le fo sapere, che nell’Ordinario accennato ho messo s. Tommaso da Villanova col rito doppio minore, la ringrazio un’altra volta de’ suoi favori, la riverisco, e mi professo. Trento 6 luglio 1803.

Di V.S. molto illustre e rev. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2691. 1803

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. Rev. Padre lettore, padrone mio colendissimo.

Avrà inteso dal P. Gregorio, che il giovine raccomandatoci di Vignola piacque a tutti, e perciò gli abbiamo promesso d’insinuarlo subito al Padre Provinciale, che ora sta in Cavalese, come in fatti l’abbiamo insinuato ieridì810. Ho parlato col P. Benedetto rapporto al tabacco. Egli mi assicura d’averlo consegnato al Trogher, e mi ha promesso d’andare a riparlargli la prima volta, che calerà in città. Il P. Provinciale non ha spedito a Feltre i chierici ordinandi, perché non seppe, che quel vescovo fosse per ordinarli di seguito dalla tonsura fino al Diaconato, avendoci fatto rispondere un’altra volta, che per essere ordinati extra Tempora gli portassero il privilegio dell’extra Tempora. Glieli manderà nel prossimo settembre, se saprà, che sia disposto di ordinarli: e manderavvi anche degli altri, che non hanno alcun Ordine. Gli studenti di morale destinati a Mezzo sotto della P.V.R. sono Cirillo, Arcangelo, Pietro Alcantarense, e Basilio. Mi compatisca se non le ho risposto subito per mancanza di tempo, e proccuri di conservarsi, mentre io riverendola mi dico. Trento 7 luglio 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2692. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Sabato (9 luglio) abbiamo ricevuto dalla posta un dispaccio regio, che dovrà conservarsi con gli altri simili, che stanno nel provincialato. Quindi per non caricare la P.V.M.R. senza necessità, le spedisco qui una copia fedele del medesimo. Parmi favorevole, perché mostra di volere osservata la costituzione antica de’ Regolari di cambiare li superiori ogni tre anni, e che il numero de’ loro sacerdoti, ora scarso, abbia da ridursi, e da crescersi all’antica. Se dietro a questo verranno degli altri somiglianti, cadranno insensibilmente li regolamenti del passato Governo. Faxit id D.O.M. Genuflesso la prego della sua paterna benedizione, e col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 11 luglio 1803.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo. Sua Maestà, giusta ecc. ut ad finem mei libelli, cui tit. Regolamento del clero ecc. N. 4117/344 Eccl. P.S. Suppongo, che avrà ricevuto a Cavalese il dispaccio che ho mandato rapporto

al dare le tabelle quadrimestrali de’ conventi.

810 Scrisse il P. Gaudenzio.

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2693. 1803 Promemoria.

La Legge prammatica, che nessuno de’ sudditi austriaci d’ambi li sessi, e di qualsisia condizione possa fare la professione, o solenni voti irrevocabili di un Ordine, se non ha compiuto interamente l’anno ventesimo quarto di sua età: e ciò tanto rapporto ai chierici, che ai laici, alle suore di coro, ed alle laiche, fu segnata in Vienna li 17 ottobre 1770, e spedita da Insprugg li 7 novembre 1770. Li novizzi però vestiti avanti il primo di novembre dello stesso anno 1770 furono dispensati da tal legge con un decreto regio segnato in Vienna li 14 febbraio 1771 a petizione de’ Regolari. La segnatura tanto della legge, quanto del decreto dispensativo fu fatta dall’imperatrice regina Maria Teresa di gloriosa memoria ecc.

Così pregato scrissi gli XI luglio 1803, per le Clarisse di san Michele, cui li 28 marzo 1803 d’ordine del sig. Giovanni Strobel commissario regio in Trento fu intimata la detta legge dal sig. Provicario Menghino. Esse hanno due novizze già vestite, e due candidate già entrate nel monastero nell’anno 1802 e vestite li 25 aprile 1803. Li 29 luglio 1803 dal Castello di Trento venne alle monache la grazia chiesta che possano professare a suo tempo le dette 4 novizze segnata in nome dell’imperatore sotto al memoriale presentato dal sig. Pasotti di Tueno. Ma subito il Castello dimandò le fedi battesimali: e poi nel 1804 venne una negativa portata dal Provicario.

2694. 1803

Al P. Gio. Evangelista da Stenico. Arco. M.R.P.P.C.

Sino dagli 8 del corrente conservo appresso di me rotolata la chiesta copia del regolamento cesareo del clero per ispedirla colla prima occasione alla P.V.M.R. Al mio originale di essa ho aggiunto un dispaccio regio de’ 31 maggio, il quale clementissimamente accorda, che li superiori Regolari possano essere confermati per altri tre anni dopo i primi tre, attesa la scarsezza attuale di sacerdoti, ed ordina, che quando i detti sacerdoti saranno ridotti al completo numero di prima, o vi saranno almeno approssimati, nuovamente venga ripersa la solita disciplina, fondata su la legge monastica di non confermare i superiori oltre li tre anni. L’ho mandato con piacere al P. Provinciale, cui è stato indirizzato. In avvenire adunque non farà bisogno il chiedere la dispensa dal sessennio: e non sarà disputabile la durazione del Diffinitorio. Nel giorno quinto di questo è stato qui un putto di Falesina per essere accettato nostro Terziario; ma l’abbiamo rimandato, perché ha 27 anni811, e più, ed avendo patito già molti anni un colpo apopletico, ha tutt’ora un braccio difettoso, e sembra stupidetto. Nello stesso giorno è comparso un altro putto di Vignola per essere parimente nostro Terziario. Ha circa 23 anni di età, ed essendoci paruto degno d’esser esaudito, gli abbiamo promesso d’insinuarlo al P. Provinciale, come in fatti l’abbiamo insinuato. F. Gio. Pietro dai 29 dello scorso in qua è nell’infermeria con una risipola in una gamba. Dai 9 in qua si lavora ad aprire il muro per fare la porta di san Francesco812. Già è forato. Deo gratias. Le bacio le sacre mani, mi raccomando, e resto ecc. Trento 11 luglio 1803.

NB. Li 12 luglio per il detto foro del muro sono passati degli uomini. Vi son passato anch’io nel giorno quintodecimo andando nella città. Li 26 agosto ho veduto nella soglia superiore inciso Porta Nuova 1803.

811 Circa 20 anni. 812 Porta Nuova di s. Francesco.

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2695. 1803 Al P. Anacleto da Casezzo Guardiano di Campo.

R.P.S.L.G.C. Il Padre Provinciale mi scrive da Cavalese, che un certo Martino Gardener dai Masi

di Cavalese gli ha chiesto d’essere accettato per nostro Frate, anche soltanto come Terziario: e che perciò io scriva a V.P.R. affinché prenda informazione del medesimo Gardener da Fra Lucio di lui compatriotto. La prego adunque di prenderla, e di farmela tenere più presto, che sarà possibile. Il detto P. Provinciale partirà da Cavalese ai 18 del corrente. Al medesimo domani spedirò un dispaccio813, che ci dispensa dall’obbligo di confermare li nostri superiori dopo, che sono stati tre anni nell’officio. e vuole, che quando li sacerdoti saranno arrivati al loro numero antico, venga osservata la legge monastica di non confermargli oltre il tempo stabilito. Questo è buono, e ci dà motivo di sperare del bene anche nell’avvenire. Nuovamente la prego della predetta informazione, la riverisco, e resto. Trento 12 luglio 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2696. 1803

Io infrascritto nell’instrumento rendenese dell’anno 1347 per Vadaione, Pinzolo, e Baldino, alla linea, o sia riga cinquantesima prima leggo: Veniendo foras et inde sub pratis Valestoni: cioè come spiego io: Venendo fuora e di lì sotto ai prati di Valestone. Tanto attesto nel convento di san Bernardino appresso Trento li 13 luglio 1803.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati di san Francesco.

Così ho scritto pregato da un uomo rendenese venuto apposta da Rendena, cui diede il mio nome in iscritto il signor consigliere Luigi Prati dimorante in Trento. La contesa verte sopra la voce sub, volendo altri, che voglia dire sopra. La carta ha sb pratis. Se il notaio avesse voluto dire sopra i prati avrebbe scritto sup prata, o ŝ prata. Il notaio fu Pietro qm ser Andrea degli Alberti di Borzago. Di tale instrumento furono fatte delle versioni.

2697. 1803

Al P. Provinciale Giuseppe Antonio da Cles. Cavalese. M.R.P. Benedicite,

Il P. Leonardo se ne ritrova colla licenza di ascoltare le confessioni ad annum. Fu esaminato da questi padri, e dal sig. abate Zucchelli. Si spera, che continuando lo studio insieme colla pratica si renderà degno di tempo più lungo. Potrà dargli la patente con comodo. Ho scritto al P. Guardiano di Campo per avere conformazione rapporto al candidato Gardener. Da detto P. Leonardo riceverà un’altra mia colla copia del dispaccio rapporto alla durazione de’ nostri superiori: ed un’altra volta le dico, che suppongo, esserle giunto il dispaccio mandatole, raccomandante il dare le tavole quartali. Aspettiamo risposta dalla P.V.M.R. rapporto al candidato per Terziario Cristano Weber di Vignola. Anche il P. Guardiano aspetta risposta da Lei. Gli Statuti nostri cap. 2, n. 7 dicono: “La recezione de’ novizzi si faccia dal Padre Ministro, e Diffinitorio nel Capitolo, o Congregazione, o fuori di essi, secondo la facoltà della Santità di N.S. Urbano VIII, cioè con due Diffinitori, e due Guardiani, che s’intende

813 Spedito li 14.

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quando non vi siano presenti gli altri due Diffinitori. Chi riceverà altrimenti di quello, che di sopra è ordinato, tanto il Ministro, quanto i Diffinitori siano privi dei loro offizi, e più gravemente castigati ad arbitrio del superiore”. Così lo Statuto, a tenore del quale non ha voto nella recezione de’ novizzi chi non è Diffinitore, né Guardiano: e però non lo ha né pure il P. lettore Filippo. L’esame si può commettersi ad altri. Veda dunque la P.V.M.R. che non facciamo qualche fallo. Io crederei bene, che li candidati Agostin814, e Barbolin si presentassero soltanto nella prossima primavera, giacché ora non sembrano accettabili. Dell’Agostin ho inteso, ch’è variabile. Cosa simile ho inteso negli anni scorsi anche d’un Barbolin da Tesero, Se verrà il moenato chiameremo il P. Guardiano di Pergine: ma sarebbe bene, che prima di venire ci avvisasse815. Sino dai 29 dello scorso stanno nell’infermeria per una risipola il novizzo F. Gio. Pietro: e per altro male il P. Agostino. La prego della sua benedizione, e le bacio le sacre mani. Trento 13 luglio 1803816.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

2698. 1803

Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles. M.R.P. Benedicite.

Iersera dalla posta ci venne data una lettera per la P.V.M.R. tutta tedesca ex officio. Ella fu scritta tutta intus et foris dal solo sig. Capitano Circolare Martini in Roveredo li 29 dello scaduto. Con essa ci avvisa, che li maestri quando finiranno d’insegnare riceveranno una medaglia d’oro colla catenella: eccettuati però li mendicanti, cui ciò non quadra ecc. Così ha rilevato il P. lettore Filippo. Io dunque non gliela spedirò; ma la riporrò nel provincialato. Servirà di avviso ai nostri Padri normali per nona spettare, o pretendere la detta medaglia quando sentiranno, che altri l’avranno ricevuta. Per supplire alla mancanza di essa sarà bene il fare altre memorie proprie di poveri Religiosi, perché i posteri sappiano il loro merito, il quale senza dubbio non sarà minore dell’acquistato dai premiati, e distinti colla medaglia. Questi Padri debbono supplire per il signor curato di Sardagna infermo817, e per quello d’Aldeno andato a bere le acidole. Rapporto al dispaccio, che ordina il dare le tabelle trimestrali de’ conventi le risponderà il P. Guardiano, quando sarà ritornato da Aldeno. Mi riesce nuovo, che debba darle il Provinciale. Onde credo, che farebbe bene scrivendo ai tre conventi, che le hanno date sino ad ora, ed al signor Capitano assicurandolo d’avere avvisato i detti conventi, perché le diano818. Non posso dirle altro dì di questo. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 18 luglio 1803.

Suo um.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Li 20 mercoledì ritornò il candidato Bolognani di Cavedine; li 20 pure fu scritto a

Feltre per le Ordinazioni. Venne la risposta 7 agosto. Li 22 ven. Aqu. Salva. Li 10 settembre altra. Li 30 sabato Lorenzo Predarolo di Cavedine d’anni 30.

814 Matteo d’Agostin di Cavalese, nipote ex sorore del P. Prosdocimo. Giuseppe Gozzalgo di Moena.

Gabriele Barbolin di Tesero. Giacomo Bailoni da Vigolo di Vattaro fu qui li 27 agosto 1803. 815 Vedi sotto num. 2737. 816 Spedita li 14. 817 Antonio Zanolino che cascò per essergli rotto uno scalino d’una scala da mano. 818 d’Arco, Borgo, e Roveredo [*conventi in giurisdizione austriaca]

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2699. 1803

Al Governo d’Insprugg. Excellentissimi Domini Domini.

Frater Iosephus Antonius a Clesio Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae sancti Vigilii reverenter exhibet EE. VV. Directorium divini officii typis editum pro anno currenti 1803, ac Directorium pro futuro anno 1804, manuscruptum in duplo, suppliciterque petit huius approbationem, ac eius autographi restitutionem. Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 19 iulii 1803.

Tridento

Foris. Excellentissimo Caesareo-Regio Gubernio Austriae Superioris

Oenipontum Insprugg

Nell’invoglio coperto con carta, sotto alla lettera: Da Trento. All’Eccelso Imp. Reg. Governo dell’Austria Superiore in Insprugg. La lettera è in un foglio ordinario senza coperta. L’ho consegnata alla posta li 20

luglio, mercoledì. La copia fu fatta da F. Vincenzo Maria di Cles. Sul mio MS ho messo Autographum.Fu approvato dall’Eccelso Presidio di Governo con decreto degli 8 agosto: e spedito dall’Imp. Reg. Ufficio Circolare li 17 agosto 1803. Ricevuto dalla posta li 27 agosto, intatto. Ritornò l’autografo. Notato in Roveredo num. 5245/12 Censura.

2700. 1803

Al Padre Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Oggidì si ha presentato Antonio figlio di Giacomo della Pe detto Massenzin di Stravino di Cavedine d’anni circa 23 per essere accettato nostro Frate laico819. Noi dunque, cioè il P. Guardiano, il P. Diffinitore Gaudenzo, ed io, non avendo motivo di rimandarlo sconsolato, e con una negativa, gli abbiamo promesso d’insinuarlo alla P.V.M.R., siccome intendo di fare colla presente, senza però assicurarlo della chiesta grazia. Con questa occasione le fo sapere, che nella scorsa domenica è ritornato il mio pronipote Bartolommeo Antonio munito di ottimi attestati, desiderando d’essere presto accettato, e vestito. Egli è nato ai 13 dicembre 1780. Mi scrive il mio fratello prete don Benedetto, che avrebbe piacere, che venisse accettato, anche perché così risorgesse nella sua patria lo spirito di Religione. Lo raccomando adunque, e col bacio della sacra destra mi professo. Trento 19 luglio 1803.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

Domani spedirò a Insprugg li Direttori ecc.

819 Antonius Aloysius filius Iacobi qm Francisci dalla Pe dicti Massenzin de Stravino Cavedini

baptizatus 3 iulii 1778. Fu qui li 26 luglio 1803. Forsan scribendum dall’Ape. Il libro de’ Battezzati dice dalla Pe. Nel 1529 fu scritto Giacomo della Gnes pro dell’Agnes. Un altro ha scritto Santa Gata per Sant’Agata. Un altro dell’Adama, ed un altro della Dama. Un altro per d’Alcantara ha scritto dal Cantara. Un altro nel 1669 ha la Provina per l’Approvina.

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2701. 1803 Al Padre Provinciale. Cles.

M.R.P. Benedicite. Oggidì stati levati li secondi voti per li due novizzi chierici F. Gio. Pietro, e F.

Teodoro. Furono tutti bianchi. L’altrieri fu qui di nuovo il candidato Bolognani di Cavedine, supponendosi capace per essere accettato; ma l’abbiamo rimandato con questo, che prima impari a leggere, poiché ora non sa leggere di seguito una riga. e dice più spropositi, che parole. Il P. Guardiano di Campo mi ha risposto circa il candidato Gardener dai masi di Cavalese, e mi ha mandato la risposta per mano di F. Lucio venuto qua con F. Biasio, e col mulo per pigliare del vino, e dell’olio. Le spedisco tale risposta qui rinchiusa, la quale fummi ratificata in voce da F. Lucio. Se verranno degli altri candidati, che non siano capaci di leggere francamente, io non darò loro il mio voto. Intendo, che il Manega Antonio820, fratello di F. Clemente, non è stato capace di durare presso i PP. di s. Croce in esercizi spirituali neppur una settimana: e che il candidato cavalesiano d’Agostin chiede d’esser Frate per fini umani. L’ultimo esame per la confessione ci ha pregiudicato. Quindi la prego di non avere tanta premura di mandare il P. Gio. Battista. Genuflesso la prego della sua benedizione, e resto. Trento 22 luglio 1803.

D V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

2702. 1803

Al P. Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Assicuro la P.V.M.R. che oggidì ho ricevuto la sua de’ 22 e che non ho ricevuto l’accennatami rapporto al candidato di Vignola per Terziario. Quando ritornerà da Aldeno il P. Guardiano le risponderemo intorno al medesimo candidato. Frattanto le dico, che il P. Gaudenzio ed io lo crediamo degno d’essere accettato. Ci ha detto, che vorrebbe sapere presto il suo destino, perché s’egli non viene con noi, il di lui fratello parte verso al Germania per li suoi negozi: e s’egli viene con noi, il fratello stassene a casa. Ultimamente le ho scritto, che io ho risolto di non accettare per chierici quelli, che non sanno leggere francamente. Ora glielo replico, perché tanto vienmi raccomandato anche dal P.M.R. Evangelista, il quale non si contenta del Lasino, e del Sovero. Rapporto a questo dubita eziandio degli occhi. Mi aggiunge, che si pente di non avere mandato via il Gerio, inteso avendo, che in Arco ha scritto lettere senza licenza, ed ha manifestato il suo malcontento ai candidati Baroncino, e Segala,li quali ciò non ostante seguitano a venire in coro a cantare li vespri, e le Compiete, ed a trattare co’ Religiosi, eccettuato il detto Padre Evangelista. Mi avvisa in oltre, che il Carmelino ha contrarissimo il suo padre, e che il sig. arciprete d’Arco (Giacomo Pisoni) ha fatto quanto ha potuto per dissuaderlo dal farsi Frate. In caso, che venga qua dunque converrà esaminare ben bene la di lui vocazione, e non precipitare la vestizione. La malattia di Sardagna durerà non poco. La prego al solito della sua paterna benedizione, e resto. Trento 24 luglio 1803.

Suo um.mo suddito F. Grisostomo.

820 Voleva esser nostro: ed essendo stato rigettato andò per farsi Cappuccino. S’è poi fatto nel 1804 col nome di F. Illuminato.

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2703. 1803 Al P. Gio. Evangelista da Stenico. Arco.

M. Rev. padre padrone colendissimo. Iersera ho ricevuto la sua de’ 15. Mi spiace, che li novizzi le dieno da patire: e

molto più la notizia geriana, rapporto alla quale converrà stare con gli occhi aperti. Circa poi la difficoltà nel leggere, le fo sapere, che già ho scritto li 22 del corrente al P. Provinciale, che io non darò il mio voto a chi non sarà capace di leggere francamente. Le aggiungo, che farò leggere il tutto di seguito come va letto in pubblico il latino, e l’italiano. Questi due ultimi novizzi Festi, e Bonora sono passati a pieni voti nella seconda votazione. In S. Chiara è Badessa la M. Barbara: Vicaria la M. Maria Gioseffa Perugina; e maestra la M. Maria Rosa Riccabona. Le loro novizze sono sode, e stanno aspettando la grazia di poter professare alla trentina, essendo entrate nel monastero mentre fu trentino. Noi abbiamo due candidati per Terziari, e credo, che presto saranno loro mandate le obbedienze. Sonovi anche de’ candidati per laici; ma tengo ordine di dir loro, che si presentino, se vogliono, al tempo della prossima Congregazione. Ho spedito a Insprugg il Direttorio nuovo colla giunta dell’officio, che qui le mando in parte821. Sono tre giorni, che sto meglio co’ miei occhi. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, mentre congratulandomi secolei, che sia vicina al compimento dell’anno cinquantesimo di sacerdozio, e notificandole, che la M. Aquila sta estremata, la riverisco ecc. Trento 25 luglio 1803.

2704. 1803

Al Padre Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Oggidì fu da me il Weber di Vignola candidato per Terziario, con un buon attestato di quel R.S. curato rapporto ai suoi costumi: ed io l’ho rimandato a sua casa colla speranza, che presto la P.V.M.R. gli manderà l’obbedienza. Nello stesso giorno è pure ritornato da me il candidato Massenzini colla fede del Battesimo conferitogli ai 3 di luglio 1778822. A questo poi ho detto quanto mi ha scritto la P.V.M.R., cioè che ora non può essere accettato, e che potrà presentarsi al tempo della Congregazione di primavera. Il P. Guardiano non è ancora ritornato da Aldeno: ed il P. Francesco Maria è in Sardagna. Ieridì fu intimata la soppressione ai PP. Conventuali, ed ai PP. Somaschi di Trento. Del resto non parlo, perché non son sicuro abbastanza. Col bacio delle sacre mani la prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 26 luglio 1803.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che ho messo nel provincialato il suo tabacco di Mezlombardo, e che

la M. Carlina Alberti sta col male di petto. Um.mo, ubbid.mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Il P. Guardiano è ritornato, e con noi due Diffinitori acconsente, che sia vestito il detto Weber.

2705. 1803

Al sig. don Benedetto Tovazzi seniore. Volano. Molto Rev. sig. e Fratello Carissimo.

821 del Beato Benvenuto da Recanati. 822 Il Massenzini è ritornato da me ancora nel giorno quinto d’agosto, con intenzione di andare dal P.

Provinciale.

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Confesso, che ho ricevuto due vostre carissime, con cui mi avete raccomandato il Pasquali dai Quattro Masi, ed il nostro pronipote Bartolommeo. Non vi ho risposto in iscritto allora823, perché la scarsezza, e la circostanza del tempo non me lo permisero, e supposi, che potessero bastarvi le risposte mandatevi a voce per mezzo degli stessi latori delle vostre lettere. Anche oggi suppongo, che vi avranno ragguagliato, ed assicurato d’essere stati ben ricevuti dal Padre Provinciale, e da me. Ciò non ostante penso bene di farvi sapere anche con questa mia, che il Pasquali non poté accettarsi subito per nostro fratello chierico, perché si mostrò incapace quasi affatto di leggere il Breviario: e quindi gli abbiamo promesso di accettarlo, eziandio a preferenza d’altri, subito che fossesi mostrato capace di leggere competentemente. Ora però la nostra promessa non varrebbe quand’anche nelle carceri di Roveredo dove sta ancora, fosse diventato un eccellentissimo lettore, atteso che l’irregolarità da lui contratta con un omicidio qualificato ci vietarebbe l’ammetterlo nel nostro sacro consorzio, specialmente come chierico824.

Il pronipote pure non poté accettarsi, perché venne fuori di tempo, cioè dopo lo scioglimento del Diffinitorio, cui privative quoad alios, tocca l’atto dell’accettazione all’Ordine nostro. Quindi gli fu detto, che se si presenterà quando congregarassi nella prossima primavera il mentovato Diffinitorio, e porterà un attestato di medico, che il suo difetto oculare non sia di conseguenza, molto probabilmente resterà consolato. Dissi di conseguenza, perché il portato parla soltanto del passato, e nulla dice del futuro. Voglio sperare, che l’accennato difetto non sarà di conseguenza, e non passerà più oltre; come pure, che il soggetto ad esso persevererà nella sua santa risoluzione: al qual fine io spesso, e di cuore lo raccomanderò all’infinita bontà di Dio Signor nostro clementissimo.

Finalmente accertandovi, che ho notificato al Padre Provinciale per lettera le replicate istanze del predetto nostro pronipote: l’ottimo attestato fattogli dal R.mo signor arciprete, e la vostra santa premura, che la di lui accettazione serva di stimolo ad altri per far risorgere nella nostra patria lo spirito di Religione: e facendovi sapere, che ho dovuto, e debbo rispondere anche ad altri nostri candidati, che aspettino la Congregazione diffinitoriale: vi saluto con tutti tutti li vostri domestici, e mi protesto. Trento, s. Bernardino 29 luglio 1803825.

Vostro affez.mo Fratello F. Gio. Grisostomo de’ Minori Riformati.

Extra. Al Molto Rev. sig. e padrone colendissimo Il signor don Benedetto Tovazzi seniore.

Volano

2706. 1803 Al P. Maestro Gregorio da Caldese. Pergine. Ed in di lui assenza al P. lettore Sisinnio Maria.

R.P. In questo momento ho ricevuto da Cles la qui rinchiusa lettera, coll’inserita

obbedienza per il candidato Cristano Weber di Vignola, da V.P. raccomandato. La prego d’inchiuderle in una sua dopo d’averle lette, e spedirle prestamente al detto

823 nel 1802. 824 Non ha ammazzato il suo padrone, perché il colpo andò fallato. 825 Spedita li 31 luglio.

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Weber, replicandogli l’avviso del P. segretario rapporto all’abito. E riverendola col Padre lettore Sisinnio Maria, mi dico. Trento 31 luglio 1803.

Suo div.mo servo F. Gio. Grisostomo.

Nota. Il Weber andrà a Melombardo li 21 agosto: sarà vestito da Terziario li 24 col nome di F. Mario. Deporrà Fiorini 50826 presso il Grandi in Pergine.

2707. 1803

Al P. Ministro Provinciale. M.Rev. Padre Benedicite.

Rendo certa la P.V.M.R. che ho ricevuto l’obbedienza per il Weber, e che alla più lunga posdomani con una mia la spedirò a Pergine827. Oggidì è venuto qua da Dro il candidato Angelo Tavernino, supponendosi vicino alla sua vestizione. L’abbiamo fatto leggere latino, e italiano, e l’abbiamo trovato incapace di leggere ne’ nostri cori, e refettori. Onde per parte nostra gli abbiamo inculcato, che si franchi prima nella lettura. Io però stento a credere, che sia per arrivarvi, non avendo maestro, né tempo. Mi è convenuto di esortare i Religiosi a sofferire l’insufficienza de’ vestiti in fretta, speranzandoli, che non succederà il simile in seguito. Non vorrei scomparire. Mi rimetto però a quanto giudicherà bene la P.V.M.R. e col bacio della sacra destra la prego della sua benedizione. Trento 1 agosto 1803.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid,mo suddito, e servo F. Gio. Grisostomo.

2708. 1803

Al padre Gio. Evangelista. Arco. M.R.P.S.L.G.C.

Li 20 dello scaduto fu qui il candidato Bolognani supponendosi capace per essere accettato:oggi poi è comparso il candidato Tavernino di Dro credendosi vicino alla sua vestizione. Avendosi però mostrati affatto incapaci di leggere ne’ nostri cori, e refettori, gli abbiamo rimandati, ed esortati a continuare lo studio. Di tanto ne do parte anche al P. Provinciale, ch’è parimente risoluto di non vestire chi non sa almeno leggere. Suppongo, che saprò, essere stata intimata la soppressione a questi PP. Conventuali, e Somaschi. Le aggiungo, che tremano le povere suore di S. Chiara, quantunque abbiano ricevuto un rescritto favorevole rapporto alle moderne loro novizze. Intendo, che oggidì con un carro furono condotti nel Castello i libri di s. Francesco. Tengo l’obbedienza per un Terziario di Vignola, che sarà vestito a Mezzo li 24 del corrente828. La vestizione dell’altro sarà differita. La prego d’indicarmi dove stieno riposte le regolette di nuova stampa; e se mi aggiugnerà la nota de’ novizzi costì vestiti, anche dell’emigrato, la riceverò per favore. F. Gio. Pietro è ancora nell’infermeria, come convalescente, La nuova porta di s. Francesco è frequentata. Nulla sappiamo di s. Rocco. Nulla del vescovo. Aspettiamo risposta da Feltre per le Ordinazioni829. La M. Aquila tira in lungo. Preghi Dio, e la Madre delle Grazie per me, per la Religione nostra, e per tutto il Trentino ecc. Trento 1 agosto 1803.

826 *Per il vestiario monastico. 827 Spedita li 2 per Isidorum. 828 Spedita li 2 per Isidorum. 829 Venne la risposta li 7 agosto di sera.

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2709. 1803 Al P. Michel Angelo da Roveredo Vicario. Roveredo.

Rev. Padre. L.I.C. Iersera ho ricevuto la patente, ed in questa mattina ho conseguito, che monsignor

Vicario ha prorogato l’autorità in essa notata con un Denuo ad triennium. Gliela rimanderò colla prima occasione opportuna; e supponendo, che frattanto potrà servire al confessore questo mio avviso per esercitare il suo sacro ministero, li riverisco entrambi, e resto. Trento 6 agosto 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Il confessore si è don Innocenzio Turrini d’Avio, già prete dell’Oratorio di s. Filippo Nerio in Mantova, e poi in Trento. Ora dicesi d’anni 40 nel clerologio, e da Vado Casaro. Sta in Roveredo. L’ho riverito in Trento. La prima patente trentina per lui Filippino è de’ 27 luglio 1798 ad biennium per li decanati di Roveredo, Avio, e Brentonico, coll’autorità etiam in reservata. Fu estesa ad Praeturam Trid. 14 febbraio 1799. Prorogata ad triennium 25 iulii 1800. Denuo ad triennium 6 aug. 1803. Venne a Trento per cagione della guerra de’ tedeschi coi francesi.

2710. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.S.L.G.C.

L’altrieri ho avvisato la P.V.R. che la patente innocenziana fu prorogata. Ora la preparo qui rinchiusa per rimandargliela con la prima occasione opportuna. Voglio sperare, che non ismarrisassi, e che le ritornerà recto tramite. E riverendola insieme col suo buon penitente confessore, mi esibisco, e professo. Trento 8 agosto 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2711. 1803

Al P. Provinciale Giusepp’Antonio. Cles. M.R.P. Benedicite.

Essendo stato replicatamente avvisato, che in Mezzo si tratta con impegno d’introdurre l’organo, e di schiantare gli alberi fruttiferi dell’orto per renderlo un vignale, ad onta de’ nostri Statuti capo 3, num. 31, capo 5, num. 12 e capo 6, num. 4 colla speranza di ottenere la dispensa dalla Santa Sede, ardisco di pregare la P.V.M.R. che voglia impedire così fatte novità, e vietare il parlarne. Il di Lei antecessore ha protestato ai Mezzani830, che se avessero eretto l’organo, sarebbe andato in persona a gettarlo, e disfarlo. Spero, ch’eziandio la P.V.M.R. nodrirà lo stesso zelo, e non lascerassi sovvertire dagl’ingannevoli pretesti de’ novatori.

Il Massenzini premuroso di sapere il suo destino è stato qui con intenzione di venire da V.P.M.R e per fermarlo dovetti leggergli quanto di lui ha la di Lei lettera.

Intenderà da questo P. Guardiano, che monsignor vescovo di Feltre831 ci favorirà ordinando i nostri chierici, se andranno là innanzi alla metà del prossimo settembre. Io crederei bene, che fossero là i tonsurandi ai 4 di settembre, perché così potrebbero in una settimana ricevere anche il Diaconato quelli, che hanno l’età, cioè F. Basilio, F. Candido, F. Lodovico. Vorrei pure, che gli accompagnasse il P. lettore di Borgo.

830 *I Frati del convento di Mezzolombardo. 831 Bernardo Maria Carenzoni da Brescia monaco Olivetano.

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Frattanto scriverò a Borgo, e Pergine, che si preparino, facendo anche gli esercizi. Gli altri ordinandi potrebbero essere F. Vincenzo Maria, F. Luigi, F. Pietro, F. Saverio, F. Alberto. Staremo attendendo la volontà di V.P.M.R. cui bacio le mani, e chiedo la paterna benedizione. Trento 9 agosto 1803.

Um.mo, ubbid.mo suddito F. Grisostomo.

P.S. Nella prossima domenica comincieranno una Missione in Villa Montana li PP. Guardiani di Trento, e Pergine832. Non vorrei, che frattanto venissero li candidati fiemaschi.

2712. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Giacché monsignor vescovo di Feltre ci ha fatto rispondere, che ordinerà i nostri chierici tutti, qualora sieno là innanzi la metà del prossimo settembre, vi avviso, che senza dilazione facciate fare gli esercizi spirituali ai vostri F. Saverio, F. Lodovico, e F. Candido, e che si preparino il primo per il presbiterato, e gli altri per la prima tonsura, li 4 Ordini minori, per il suddiaconato, e Diaconato. Saranno loro aggiunti anche F. Basilio, F. Luigi, F. Pietro, F. Vincenzo, e F. Alberto: e probabilmente sarà pregato il P. lettore Vigilio perché gli accompagni. In seguito sarete avvisato del tempo, in cui dovranno mettersi in viaggio. In tutta fretta vi saluto ecc. Trento 10 agosto 1803. Io vorrei, che li tonsurandi fossero in Feltre avanti li quattro di settembre. Rapporto agli altri basterà, che sienvi per gli otto. Quindi potranno andare divisi in due compagnie.

2713. 1803

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. Rev. Padre lettore.

Monsignor vescovo di Feltre ci farà la grazia di ordinare li nostri chierici, anche con più ordinazioni, qualora si portino là innanzi la metà del prossimo settembre. Si pensa di mandarvene otto. Prego dunque la P.V.R. che faccia fare subito gli esercizi spirituali ai suoi F. Pietro, e F. Basilio, e che si preparino il primo per il presbiterato, e l’altro per la prima tonsura, per li 4 Minori, per il suddiaconato, e Diaconato. Io vorrei, che li tonsurandi fossero in Feltre avanti li 4 di settembre, perché così potrebbero ricevere il suddiaconato agli 8 ed il diaconato agli undici. Forse saranno accompagnati dal P. lettore Vigilio833. Per ora non le dico altro, se non che in fretta riverendola sono. Trento 10 agosto 1803.

Suo obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2714. 1803

Al P. Gio. Evangelista da Stenico. Arco. M.R.do Padre S.L.G.C.

Eccolo prontamente servito con tutto l’officio muovo del Beato Benvenuto da Recanati. Se poi me lo rimanderà, servirammi per comunicarlo anche ad altri, senza essere obbligato a farne tante copie834. Mi piace, che gli fu assegnato il giorno 15 di

832 Sono andati nel sabato dopo il vespro 13 agosto. Ritornarono nella sera de’ 21. 833 Il P. lettore Vigilio si ha scusato. 834 Lo ha rimandato.

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maggio, ch’era vacuo, per non ismuovere dai cinque s. Pio quinto, come hanno fatto i PP. Conventuali, essendo morto ai cinque. Lo ringrazio della nota de’ novizzi; ma debbo significargli, che a me non basta, perché abbisogno del nome, e cognome secolaresco, del giorno, mese, ed anno della nascita, del giorno, mese, ed anno della vestizione: e del giorno, mese, ed anno della professione, oppure uscita. Il vescovo di Feltre ci farà la grazia di ordinare i nostri chierici avanti la metà del prossimo settembre. Quindi se Iddio Signor nostro non disporrà diversamente saranno mandati là otto ordinandi d’ogni classe. F. Gio. Pietro ieridì è ritornato nell’infermeria per la sua risipola. F. Abbondanzio è chiesto a s. Michele per assistere a quel prelato gravemente infermo. Domani questo P. Guardiano con quello di Pergine comincierà una Missione in Villa Montana. Questi novizzi si diportano bene. Il ragazzo di sagrestia (Antonio Tommasi) serve sine querela. Io presentemente mi contento de’miei occhi. Bramo, ch’eziandio la P.V.M.R. si conservi lungamente, e col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 12 agosto 1803.

Suo um.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2715. 1803

Pro memoria Non essendo venuta veruna risposta al memoriale portato sopra num. 2620, fu

replicato per mezzo del signor Conte canonico Pompeati di Trento nel modo seguente, e venne il soggiunto rescritto.

Beatissimo Padre. Il P. Daniele da Denno Minore Riformato della Provincia di s. Vigilio diocesi di

Trento, oratore umilissimo della S.V. bramando dopo la predica, nel di cui esercizio l’oratore si occupa, o in fine di Missione, o Avvento, ed anche dopo i santi esercizi poter fare acquistare a suoi uditori un’Indulgenza plenaria, supplica umilmente la S.V. perché si degni accordargliela. Che ecc.

Die 21 iulii 1803. Sanctissimus Dominus Noster Pius PP. VII omnibus utriusque sexus

christifidelibus, qui s. Missionibus, ac spiritualibus exercitiis in aliqua ecclesia, seu oratorio publico de licentia Ordinarii ab oratore peragendis octo consecutivis diebus devote interfuerint, Indulgentiam plenariam lucrandam in uno ex ultimis tribus tum s. Missionum, tum spiritualium exercitiorum diebus, dummodo vere poenitentes, confessi, ac s. Communione refecti fuerint, et per aliquod temporis spatium iuxta mentem Sanctitatis Suae pie oraverint, benigne concessit. Voluitque Sanctitas Sua hanc gratiam ad septennium absque Brevis expeditione fore valituram, et pro unica vice in quolibet anno suffragari. Datum Romae ex secretaria s. Congregationis Indulgentiarum.

L.+S. Petrus Maccarani secertarius. Card. praefecti Didaci Innici Caraccioli Neapolitani tit. s. Augustini. Infra est Gratis, Foris autem “Alla Santità di N.S. Papa Pio VII. Per l’entroscritto

oratore. Adorni”.

Haec descripsi Tridenti die 12 augusti 1803.

2716. 1803. Al P. Davide da Tiarno Guardiano. Villa Montana. In canonica.

Rev. Padre Benedicite.

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Iersera ho ricevuto risposta dal Padre Provinciale. Egli si rimette in tutto a noi rapporto alle Ordinazioni de’ chierici, anche circa il numero di otto, e il prevenire con lettera i feltrensi del loro arrivo. Onde se la P.V.R. giudica bene, potrà scrivere al fu nostro predicatore, coll’ed in assenza a quel P. Guardiano, che gli ordinandi saranno otto divisi in due compagnie, giacché di diversi Ordini, e che la prima sarà in Feltre per ricevere la grazia dell’ordinazione ai quattro di settembre. La seconda per gli otto; e che tre resteranvi per gli undici, qualora monsignor vescovo si degni di tenere tante Ordinazioni. Potrà mandare a me la sua lettera, mentre io mercoledì la farò spedire per la posta. Suppongo, che sarà ben fatto il prevenire l’arrivo de’ predetti ordinandi, essendo tanti, e per tanti giorni. Prego Iddio Signor nostro, che conservi la P.V.R. in prospero stato, e che le dia la grazia di farsi molto merito colle sue apostoliche fatiche: e baciandole riverentemente le mani mi professo. S. Bernardino 14 agosto 1803.

Suo um.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

2717. 1803

Al P. Antonio Maria da Rovigno. Feltre. R.P.P.C.

Attesa la benignità di codesto monsignor vescovo, manifestataci dalla P.V.R. manderemo costà sul principio del prossimo settembre otto de’ nostri chierici, divisi in due compagnie, per essere graziati con diversi Ordini, cioè tre col presbiterato, uno col Diaconato, uno colla Tonsura, e quattro Minori, e gli altri tre colla Tonsura quattro Minori, Suddiaconato, e Diaconato. Ci dispiace di essere nella dura necessità di dover arrecare tanto disturbo al lodato prelato, ed insieme al di Lei venerabile convento. Speriamo però d’esserne compatiti dalla loro bontà, siccome preghiamo. Io poi facendole noto, che scrivo questo per commissione del mio Padre Provinciale assente, con tutto il rispetto la riverisco, e mi raffermo. Trento, s. Bernardino 16 agosto 1803835.

Della P.V.R. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

Trento

Extra. Al Rev. Padre padrone colendissimo Il Padre Antonio Maria di Rovigno Lettore teol. ex diffinitore, predicatore, e Vicario de’ Minori Riformati, ed in di lui assenza al R.P. Guardiano

Feltre Santo Spirito

--------------------------------------------------------------------------------------------------------- Li 6 e 7 settembre fu qui il candidato Angelo Tavernino di Drone. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

2718. 1803

Al Padre Provinciale. M.R.P. Benedicite.

835 Spedita li 17.

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Essendosi scusato di scrivere a Feltre il mio P. Guardiano, attese le sue occupazioni di Villa Montana836, ho scritto io, che li nostri chierici saranno là sul principio del prossimo settembre, divisi in due compagnie. Che tutti otto vengano all’esame vescovile in Trento parmi necessario, perché possano seco portare a Feltre l’attestato del tenore qui compiegato. Quelli, che dovrebbero venire apposta sono i tre di Borgo, ed i due di Pergine. Fra Luigi, e F. Alberto dovranvi venire per necessità di poter passare più oltre837. Vorrei, che fossero qui tutti nella sera de’ 28 oppure al pranzo de’ 29 del corrente: e che nello stesso tempo fosse qui anche la P.V.M.R. Converrà renderli avvisati di ciò nella prossima settimana. Farò preparare alcun carte838 di tabacco per li Religiosi nostri feltrensi soltanto, e non per li curiali, affinché non ne pretendano anche in seguito, come hanno fatto un’altra volta. Ma non so se sarà contrabbando. Que’ tre, che andranno al sacerdozio dovranno pigliare seco tre fazzoletti bianchi. In questa sera è capitato qui il candidato Pietro Bridaroli di Cavedine, che sarà vestito col nome di Fra Giacomo ai 19839. Egli è nato li 25 marzo 1781, e dice, che il Comai vuole ritornare. In questa mattina colla licenza presunta della P.V.M.R. è partito per Civezzano, e Pergine, insieme con F. Salvadore, il P. Ignazio. Noi però temiamo di qualche disturbo per cagione del di lui male. Ha chiesto egli tale licenza. Genuflesso la prego della sua serafica benedizione, e resto. Trento 16 agosto 1803.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbed.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

2719. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo. Carissimo Fratello. S.L.G.C.

Supponendo, che avrete ricevuto un’altra mia de’ 10 del corrente rapporto ai vostri chierici ordinandi F. Saverio, F. Candido, e F. Lodovico, ora autorizzato parimente dal Padre Provinciale vi avviso, che li facciate essere qui a Trento per l’esame monastico, e vescovile nella sera de’ 28 oppure al pranzo de’ 29 di questo. Allo stesso tempo dovranno esser qui anche li due perginesi, il clesiano, e questi due. La prima compagnia di essi dovrà partire da Borgo per Feltre nel primo giorno del prossimo settembre, insieme col P. lettore Vigilio, il quale con un chierico d’una sola Ordinazione potrà partire da Feltre per ritornare a Borgo nel giorno quinto. La seconda compagnia potrà partire da Borgo ai cinque. Dopo gli otto resteranno in Feltre i tre soli ordinandi Diaconi, cioè F. Basilio, F. Candido, e F. Lodovico. Così sono disposte le cose per alleggerire il peso al convento di Feltre, ed acciocché non vadano per le strade tanti insieme ad uno stesso passo. Saranno loro date alcune carte di tabacco per li Religiosi di Feltre. Avvertite, che li vostri sieno ben provveduti rapporto ai sandali, e che non manchino a quanto sopra ho avvisato. Vi saluto, ed abbraccio cordialmente ecc. Trento 19 agosto 1803.

2720. 1803

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine.

836 Missionovvi col P. Daniele Guardiano di Pergine. 837 F. Luigi è venuto li 18 agosto. 838 Quattro. 839 Dominicus Petrus Aloysius filius Iacobi qm Dominici Bridaroli Mustei, baptizatus Cavedini die

25 martii 1781 a medcio Bartholomaeo Antonio ab Armis domi. Pater eius hac die 17 augusti deposuit florenos 50 apud Tomasellum pro vestibus.

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R.P. lettore. Autorizzato dal M.R.P. Provinciale avviso la P.V.R. che faccia essere qui a Trento

li suoi chierici F. Pietro, e F. Basilio nella sera de’ 28 oppure nella mattina de’ 29 del corrente, affinché insieme con gli altri sei possano sostenere l’esame monastico, e vescovile. F. Basilio dovrà essere in Feltre avanti li 4 del prossimo settembre, e F. Pietro avanti gli otto. Il primo dovrà fermarvisi per ottenere il Diaconato sino agli undici. L’altro potrà partire da Feltre ai nove. Avverta, che sieno ben provveduti rapporto ai sandali, e che non manchino di venire qua per il tempo notato. Spero, che il tutto succederà ad votum, e riverendola resto. Trento 19 agosto 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2721. 1803

Al P. Evangelista da Stenico. Arco.

M.R.P.S.L.G.C. In questa notte fu qui con noi l’ex novizzo Comai di Cavedine venuto apposta per

manifestarci il suo pentimento d’avere lasciato il nostro sacro abito, ed il desiderio di riaverlo. Il partendo mi ha detto, che ritornerà qua nel giorno trentesimo dell’andante per presentarsi, e raccomandarsi anche al Padre Provinciale. Io l’ho sgridato, e gli ho protestato, che non facilmente crederò alle di lui promesse. Buono per lui ch’è giovine. Prego dunque la P.V.M.R. del suo sentimento, e d’una distinta relazione de’ di lui diportamenti. Io penso, che sarebbe bene farlo aspettare sino alla Congregazione della primavera. Ieridì qui abbiamo dato l’abito laicale a Pietro Bridaroli di Cavedine, ora detto F. Giacomo840, ad insinuazione di monsignor Gio. Giacomo Piccini di lui padrino cresimale. Egli è nato li 25 marzo 1781. Il P. Ignazio con F. Salvadore, è andato a Civezzano, e Pergine per cangiar aria. F. Modesto lavora, e serve quietamente. Il Prelato di s. Michele sta meglio, benché non sia stato assistito da F. Abbondanzio. A s. Chiara non vi è novità. La prego di tenermi raccomandato a D.O.M. Trento 19 agosto 1803.

2722. 1803.

Io infrascritto attesto, che il Molto Rev. signor don Francesco Michelotti di Dro ha deposto intanto una cedola di cinque fiorini a beneficio di questo povero convento di san Bernardino per qualche ricognizione d’un estratto d’una pergamena dell’anno 1291 relativa al diritto di pescare in un rimone presso il lago di Toblino. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 19 agosto 1803.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Egli ha voluto l’intanto, ed il qualche. Vedi sopra num. 2550, 2652, 2689 e To. V. Cod. diplom. n. 1087.

2723. 1803

Al P. Prosdocimo da Cavalese. Cles. R.P.S.L.G.C.

Ho differito il rispondere alla P.V.R. per avere inteso, ch’è andata in Fieme. Ora le dico, che per poter risponderle fondatamente dovrei avere innanzi agli occhi li

840 Nell’obbedienza gli fu assegnato il nome d’Ilarione.

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memoriali presentati alla s. Penitenzieria, ed i rescritti della medesima. Ciò non ostante le dico, che aspetti la risposta al suo ultimo memoriale, non essendo troppo lungo lo spazio di trenta giorni per una risposta romana: e qualora questa non venisse dopo un tempo congruo, e possa credersi esposto tutto intero il caso da Tizio, attengasi alla risposta data dal medesimo Tizio, senza la clausola, che dimittat etc. Siccome poi Tizio senza scrupolo continua il ricevere ecc. e la P.V.R. scrupoleggia per lui; così ritornando lo preghi, che non voglia esserle molesto. Io non so cosa dirla altro. La prego di compatirmi, e di raccomandarmi al Signor Iddio, trovandomi oggidì sfinito di forze, e la riverisco ecc. Trento 19 agosto 1803.

2724. 1803

Al Padre Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Oggidì ho scritto a Borgo, e Pergine, affinché que’ chierici ordinandi sieno qui a Trento nella sera de’ 28 oppure nella mattina de’ 29 dell’andante841. L’altrieri dopo il mezzogiorno fu vestito qui Fra Giacomo da Cavedine, detto prima Pietro Bridaroli, essendo stato giudicato bene d’anticipare la di lui vestizione, acciocché non venisse disturbato il Mattutino solenne di s. Lodovico. Nella sera del medesimo giorno è venuto apposta da Cavedine il Comai ex novizio per manifestarci il suo pentimento d’avere lasciato il nostro sacro abito, ed il desiderio di riaverlo. Ieridì poi partendo mi ha detto, che ritornerà nel giorno trentesimo per fare lo stesso anche con la P.V.M.R. Io non gli ho promesso niente, ed ho scritto al P.M.R. Evangelista per una distinta relazione de’ di lui diportamenti. In questo momento mi è stato riferito, che un militare di cavalleria esagerò la supposta ricchezza di s. Chiara, e disapprovò la nostra mendicazione842. Il Signor Iddio ci aiuti, e la P.V.M.R. mi benedica. Trento 20 agosto 1803.

Suo um.mo, ed obbed.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

2725. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.

F. Grisostomo a nome della signora fraila Maddalena Schrecka prega la P.V.R. che voglia avere la bontà di far passare al suo destino la qui rinchiusa diretta al R.mo di Terragnolo: e la riverisce ecc. Trento 21 agosto 1803.

2726. 1803

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno. Pergine. Rev. Padre lettore padrone mio colendissimo.

Spero, che a quest’ora la P.V.R. avrà ricevuto una mia de’ 18 ed anche un’altra del P. Provinciale, con le quali fu avvisata di mandar li suoi chierici ordinandi nella sera de’ 28 oppure nella mattina de’ 29. Lo stesso fu scritto a Borgo per que’ tre chierici. Preveggo anch’o, che tra gli esaminandi saranvi de’ deboli; ma confido, che saranno compatiti, specialmente essendo tanti, ed essendovi tra di essi alcuni, che suppliranno,

841 Sono venuti tutti nella sera de’ 28. Partirono tutti nella sera de’ 29. Furono tutti in Feltre al

pranzo de’m 2 di settembre. Furono ordinati ne’ giorni 4, 8, 11. Il P. Alberto cantò la sua prima Messa in Trento li 15 settembre giovedì. Il P. Pietro in Pergine.

842 Sarà qualche luterano.

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nominatamente F. Vincenzo, e F. Luigi. Il Troger843 tramessiero di Marano è morto certamente. Ora fa quella strada, e quel mestiero la vedova già di lui moglie con un putto. Ho commesso al nostro Giacomo, che veda là per il tabacco della P.V.R. ed ella frattanto potrà scrivere a Marano consegnando la sua lettera alla posta non di Trento, ma di Pergine. Se il destino delle Clarisse è fissato non gioverà il tenere scuola, come non giovò l’essersi esibite di tenerla alle Caroline. Le suppongono, falsamente però, molto ricche. Sarà quello, che il Signor Iddio vorrà. La riverisco divotamente. Trento 22 agosto 1803.

2727. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. Rev. padre padrone colendissimo.

Dal foglio qui compiegato potrà rilevare la P.V.R. su quali fondamenti sia stata appoggiata la risposta intorno alla dirò riconciliazione della nostra chiesa di s. Rocco. Per servirla ho parlato ierlaltro con monsignor Vicario Generale. Egli è persuaso, che la detta chiesa non sia veramente polluta: ed anche che i prelati Regolari abbiamo il privilegio riferito nel detto foglio di riconciliazione le proprie chiese. Qualora poi ciò non bastasse a chi pensa diversamente mi ha soggiunto, che risponde essere inteso con lui. Spero, che questo basterà alla P.V.R. per poter fare la bramata funzione senza scrupolo; e bramando, che possa farla presto, le replico, che tengo preparata per la prima occasione sicura la patente innoncenziana, colla giunta d’una lettera Shrechiana per il sig. arciprete di Terragnolo Leonardo Zanella: e che mi spiace la malattia grave del sig. arciprete Bartolommeo Malanotte844, e la morte del sig. don Cristano Sighele mio compatriotto: e divotamente la riverisco. Trento, s. Bernardino 26 agosto 1803845.

Di V.P.R, Div.mo, obbl.mo servi, ed amico F. Gio. Grisostomo.

Il foglio rinchiuso contiene: 1. Omnes Praelati Regulares, videlicet Generales, Provinciales, Priores, Guardiani,

et consimiles, eorumque Vicarii, seu praesidentes, illis absentibus, ex amplissimis Sedis apostolicae privilegiis, possunt benedicere ecclesias, coemeteria, corporalia, et alia ornamenta ecclesiarum ad divinum cultum, et ad usus dumtaxat suos, in quibus Chrisma non intervenit: necnon ecclesias, et coemeteria qualibet sanguinis, vel seminis effusione, seu alias quomodolibet pollutas, seu polluta, quoties opus fuerit, aqua per eosdem, in locis remotis, ubi episcopus longe distat, videlicet per 40 milliaria, benedicta, authoritate apostolica reconciliare valeant etc. Ita P. Didacus de Aragonia in Dilucidatione privilegiorum edita Romae anno 1750, Tract. v, cap. 1, num. 1, pag. 183.

2. Praelati Regulares habent privilegium reconciliandi ecclesias sibi subiectas, quomodocumque violatas, etiamsi prius consecratas, aqua quidem per ipsos benedicta, si episcopus distet ultra duas dietas, alias debent uti aqua per episcopum benedicta. Sic. P. Lucius Ferrraris in Bibliotheca prompta To. 3, edt. venetae 1763, verbo Ecclesia, art. 4, num. 68.

3. Dicto privilegio reconciliandi ecclesias aqua per ipsos benedicta possunt uti Regulares non solum quando sedes ordinaria episcopi distat duabus dietis ab ecclesia

843 Li tedeschi scrivono, stampano Troger, e proferiscono Trogher. 844 Malanottus obiit Brentonici die 25 augusti inter horam X et XI matutinam ex hydrope. Die primo

sepetmbris Licianae celebratus fuit septimus ab eius obitu, cum oratione funebri domini Francisci Ballistae presbyteri brentonicensis. Ceterum sepultus fuit Brentonici.

845 Spedita li 31 aprile per Tertiarium Lucium.

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polluta, sed etiam quando episcopus taliter distat ratione suae absentiae, vel abest causa mortis, renunciationis, depositionis, exilii etc. Idem P. Lucius ibidem num. 69.

4. Qualibet dieta continet 29 miliaria italica. Idem ibidem num. 70. 5. Violatur ecclesia per copulam coniugalem, si in ipsa ecclesia habeatur extra

necessitatem etc. Ibidem num. 49. 6. Si autem copula coniugalis habeatur in ecclesia in casu necessitatis, quia verbi

gratia coniuges causa belli, vel ex alia causa diu cohabitare debent in ecclesia, propter quod adest periculum incontinentiae, tunc ad ipsum vitandum est licita copula coniugalis etiam in ecclesia, si aliter extra ipsam haberi non possit. Ibidem num. 59. In summario autem clarius. “Non violatur ecclesia, si in ipsa habeatur copula in casu necessitatis”.

2728. 1803

Io infrascritto prego umilmente i nobili signori daziali, che vogliano usare della loro bontà lasciando passare libero, e franco l’esibitore del presente, conducendo robe per uso, e beneficio del nostro povero convento di Arco. Che della carità il Signor Iddio, e di P.S. Francesco ecc. Dato li 27 agosto 1803.

L.+S. Provincialis F. Gio. Grisostomo da Volano

Diffinitore de’ Francescani Riformati Conduce panni per vestire i Frati. Egli è un calavinese.

2729. 1803 Al P. Daniele da Enno Guardiano. Pergine.

R.P.P.C. Spero, che ierlaltro la P.V.R. dal suo Cappelletto avrà ricevuto di ritorno, ed anche

sano, il suo vetro. Quindi la ringrazio, me le professo obbligatissimo, e mi esibisco per tutto quello, che non eccede le mie deboli forze; e pregandola di raccomandarmi al Signor Iddio la riverisco, e mi protesto. Trento 27 agosto 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2730. 1803

Al P. lettore Sisinnio Maria da S. Zeno. Pergine. R.P.L.

F. Grisostomo ha il piacere di spedirgli qui rinchiusa la cartella846, che ha ricevuto in questo momento dal sig. Conte Gio. Pietro Giovanelli, per il tabacco mandato a Marano col mezzo del defunto Troger; e lo riverisce in frettissima. Trento 29 agosto 1803847.

Vedi sopra num. 2726.

2731. 1803 Al sig. Giacomo Telchi arciprete di Enno.

Molto illustre, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo. L’aver veduto portare in certe processioni di Trento, e Povo l’effigie del SS.

Crocifisso colla faccia rivolta al clero, e popolo seguente, ha offeso i miei occhi, e mi ha

846 F. V. 847 Spedita subito per F. Luigi.

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stimolato a proporre il caso di Rosando al fine dell’ordinario di quest’anno. Prima però di proporlo consultai parecchi rubricisti, e ritrovai, che dee praticarsi l’opposto.

In fatti scrive il celebratissimo Gavanto parte 1, tit. 19, lit. e, parlando de processionibus, che Imago Christi terga debet vertere cero sequenti, quasi Christus praeire videatur, nisi sit archiepiscopalis, vel papalis etc.

Domenico Magri in Hierolexico edit. venetae 1735, pag. 185, verbo Crux, dice, che in processionibus Crucifixi imago debet terga vertere ad clerum, sed quae ante Pontificem, vel archiepiscopum defertur, debet antistitem respicere, licet canonici intermedientur.

Il cerimoniale romano ad uso de’ Frati Minori stampato in Roma l’anno 1640, dove parla della processione ad tumulum pag. 66, num. 1, prescrive, che facies Crucifixi terga vertat subdiacono (Portatore della Croce) quod erit semper observandum in quibuscumque processionibus: e a pag. 264 nel capo de processionibus num. 1, avverte, che, Crucifixus terga Fratribus vertat in processionibus.

Lucio Ferrari nella sua Biblioteca pronta To. 2, edit. 1763, verbo Crux num. 7 insegna, che in processionibus ita debet Crux deferri, quod imago Crucifixi terga vertat clero, seu populo sequenti, quasi Christus praeire videatur, ad differentiam Crucis papalis, vel archiepiscopalis, in qua imago Crucifixi respicit Papam, vel archiepiscopum etc.

Il cerimoniale ecclesiastico della Provincia nostra di san Vigilio, stampato in Trento l’anno 1742,pag. 200, num. 656 ha: In tutte le processioni deve precedere la Croce in modo, che il Crocifisso volti le spalle a quei, che seguono. Allega poi Caer. Ord. Bauld.848, Gavant. etc. e nota, che pro Cruce archiepiscopali peculiaris est canon.

Il cerimoniale de’ vescovi non dice espressamente, che nelle processioni il Crocifisso volti le spalle al clero seguente, ma tanto si può arguire dall’eccezione, che fa dicendo Lib. 1, cap. 15, num. 2, Quod si fuerit archiepiscopus, aut alius utens Cruce, ipsa Crux immediate ante archiepiscopum per aliquem capellanum deferatur, imagine Crucifixi ad archiepiscopum conversa. Replica lo stesso imagine Crucifixi ad archiepiscopum conversa eziandio nel num. 8. Mi lusingo, che questo possa bastare per una risposta semplice alla stimatissima di V.S. molto illustre e R.ma: e col bacio delle sacre mani mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 31 agosto 1803.

Di V.S. Molto illustre e R.ma Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. Al Molto Illustre e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor Giacomo Telchi degnissimo arciprete di

Denno In Val di Non

Nota. Nella conferenza de’ Casi tenuta nella canonica di Enno li 19 agosto restò

indeciso il caso rapporto alla Croce del clero per essere stati diversi li pareri. Del lodato Telchi ho parlato in Parochiali tridentino verbo Ennenses. E To. e epist. 697 sotto e 890.

848 Michele Bauldry in Manuali sacrarum caeremoniarum stampato in Venezia l’anno 1745, parte 2,

cap. 14 de Processionibus num. 9, dice:Imago autem Crucifixi in Cruce pendentis terga vetere debet clero subsequenti... Excipitur tamen Crux Papalis, et Archiepiscopalis etc.

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2732. 1803 Al sig. Conte canonico Pompeati. Ultracastello.

Pro memoria. Il Padre Benedetto Bonelli da Cavalese fu lettore di filosofia, e teologia,

predicatore, anche in Venezia, e Milano, Missionario, Vicario, e Guardiano di più conventi, Diffinitore provinciale, pro Ministro votante nel Capitolo generale di Murcia nella Spagna, Diffinitore generale votante nel Capitolo generale di Mantova, commissario visitatore generale della Provincia di Milano, esaminatore pro-sinodale di Trento, e morì attuale diffinitore generale surrogato come primo Padre della Nazione germanica.

Il Padre Giuseppe Maria da San Nicolò di Roveredo, fu lettore di filosofia, e teologia, predicatore, Vicario, e Guardiano di più conventi, maestro di novizzi, confessore di monache, segretario commissariale nella Provincia di Milano, segretario, Diffinitore, Custode, e Ministro Provinciale.

Il Padre Giuseppe Ippolito degl’Ippoliti di Pergine, fu lettore di filosofia, e teologia, predicatore, Vicario, e Guardiano, confessore di monache, segretario provinciale, e registratore dell’archivio principesco di Trento.

Il Padre Antonio Inama da Fondo fu lettore di filosofia, e teologia, predicatore, confessore del reale monastero di santa Chiara in Napoli, segretario di due commissari visitatori generali nella Provincia tirolese di san Leopoldo, Diffinitore, Custode, e Ministro Provinciale, segretario generale in Roma, e commissario visitatore generale delle Provincie della Carniola, e di Milano. Come Custode intervenne al Capitolo generale romano del 1774, non avendo potuto andarvi il Ministro Provinciale.

Così ho scritto pregato li 9 settembre 1803.

2733. 1803 Al P. Giannantonio da Moena. Cles.

Carissimo Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro. L’avviso, ed accerto, che ieridì gli ho impetrata dal Re.mo signor Provicario la

chiesta facoltà d’assolvere una persona dal Caso sesto, e due altre dal settimo riservato. Gli raccomando di servirsene con molta cautela, e di non fidarsi facilmente delle promesse di tali penitenti, giacché sogliono essere abituate,od almeno recidivi Per mancanza di tempo mi riservo il rispondergli rapporto alle ricerche dell’Ill.mo sig. abate Giuseppe Stanchina, e pregandolo di raccomandarmi al Signor Iddio lo riverisco, e mi dico. Trento 10 settembre 1803.

P.S. Monsignor Vicario con una sua circolare data li 31 d’agosto a tutti li parrochi ricerca eziandio se abbiano conventi di Religiosi? di quale Istituto? Quanti sacerdoti sieno in essi, quanti confessori: quanti laici? Quanti sieno gl’impiegati nella cura d’anime, o nelle scuole, o per gl’infermi? Chi di loro abbia dato saggi di singolar dottrina, e zelo? Se il convento abbia bisogno di ristorazioni, ed a chi tocchi il ristorarlo? Vuole una risposta pronta. La dimanda d’ordine eccelso.

2734. 1803

Al P. Michel Angelo di Roveredo Vicario. Roveredo. R.P.P.C.

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Rimando alla P.V.R. la lettera dell’archese849, coll’inseritole pro-memoria Tiarnitano, avvisandola, ed accertandola, che ieridì l’ho presentato personalmente, e l’ho dato da leggere al R.mo signor Provicario, ed ho avuto per risposta, ch’egli non può concedere la grazia chiesta, e che suppone difficile l’ottenerla eziandio in Roma. Li motivi addotti, e specialmente quello degli uccellatori, sono nuovi, e troppo deboli. Se non avessi sperato di riportare una tale risposta, non avrei fatto il paso, perché avrei creduto altrimenti di fomentare la ora troppo grande profanazione delle sante feste. Confido, che la P.V.R. mi avrà per giustamente scusato; e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 10 settembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Con data Tiarno di Sopra 15 luglio 1803 li rev.di sacerdoti Domenico zio, e Bartolommeo nipote Tiboni chiedono di poter celebrare la s. Messa avanti l’aurora nel tempo dell’autunno per motivo de’ custodi d’armenti, per inviarsi molti ne’ monti assai lontani dalla patria: come pure per alcuni uccellatori in detti monti. Il pro-memoria ha cellebrare, avvanti, saccerdotti, mottivo. Il zio è confessor, ed ha 61 anno d’età: ed il nipote ha 45 anni d’età, ed è cappellano di Tiarno Superiore.

2735. 1803

Al P. Gio. Antonio da Moena. Cles. Rev. Padre Sia Lodato Gesù Cristo Signor Nostro Clementissimo.

Sento con piacere, che l’Ill.mo signor abate Giuseppe Stanchina850 s’interessa per la storia della chiesa parrocchiale di Livo sua patria. Ma per l’opposito provo del disgusto per non trovarmi fornito di notizie conformi alle di lui ricerche, quantunque dall’anno 1764 in qua sia sempre stato sollecito di notare quanto mi è venuto alle mani risguardante le parrocchie di Livo, e di tutti gli altri luoghi della nostra diocesi.

Io non sono mai stato a Lico, e l’ho veduto soltanto da lungi stando al Santo del Faedo. Tengo memoria delle non poche di lui ville, e da uno851, che fu molte volte in Livo ho inteso, che ora la chiesa parrocchiale di Livo sia nella villa di Varolo. Tutti li parrochi di Livo venuti a mia notizia furono detti semplicemente parrochi di Livo, eccettuatole un solo, che fu nominato Gerardus de Gerardis parochus ecclesiae B.M.V. de Cassino Livi, nella patente degli otto luglio 1651 in cui monsignor Carlo Emmanuele Madruzzo vescovo, e principe di Trento, accordò il titolo di arciprete a lui, ed ai di lui successori. La chiesa fu detta S. Maria de Livo nella tassa generale delle chiese fatta l’anno 1309, e Nativitatis B.M.V. Livi nella relazione ad limina data nel 1760 da monsignor Francesco Felice degli Alberti. Nel predetto anno 1309 fu tassata otto marche, come furono tassate anche quelle di Taio, Enno, e Sporo.

Il più antico parroco di Livo a me noto si è quell’Ognibene, che fu nel Concilio diocesano del 1336. Un altro fu nominato Marcus Plebanus in Livo, cappellanus in ecclesia cathedrali Tridenti, Prior, et Rector monasterii, et Hospitalis sancti Thomae de Romeno nell’anno 1414. Un altro anonimo Rector parochialis ecclesiae in Nerimberg dioecesis Constantiensis, con una patente d’Alessandro vescovo di Trento, data in Oppido Velchirck Curiensis dioecesis li 22 settembre 1431 fu investito delle vacanti parrocchie di Calavino, Teno, Garduno, Maleto, Livo, e Sarnonico. Egli dunque in uno stesso tempo ebbe sette parrocchie, tra di loro non poco distanti, e soggette a due

849 P. Regalato da Cares. 850 d’anni 31, confessore. 851 F. Santo d’Isfruzzo.

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vescovadi: e forse sarà stato uno di quelli, che al zelante signor arciprete Vigilio de’ Vescovi diedero motivo, ed impulso di scrivere nella vita inedita del cardinale Lodovico Madruzzo vescovo di Trento, al § Sub regimine, che “retroactis temporibus sive praelatorum negligentia, seu hominum avaritia res eo deducta fuit, ut parochiae omnes per Vicarios, idest per mercenarios, homines mali exempli, cum summa animarum pernicie administrarentur, vagantibus interim parochis ab una ecclesia ad aliam in luxu, et otio, non ut animarum sibi commissarum notarent profectum, sed suorum beneficiorum fructus attraherent. Erat proinde in dioecesi summa morum corruptela, rerum sacrarum indicibilis ignorantia, divinus cultus neglectus, loca sacra, vestes, et alia omnia squallida, et sordida”.

Perché poi la detta pieve si chiami di Livo, e non di Varolo, o Casino, io mon lo so; ma suppongo che ciò possa essere derivato dall’essere forse stata da principio nella valle di Livo la chiesa, e sede parrocchiale, giacché tal villa sussiste al giorno d’oggi. Altrimenti crederei, che Livo fosse un nome comune a tutta la pieve, come sono quelli di Povo, Banale, Giovo, Garduno, Pinedo, ed altri, che non hanno ville sinonime. Il nome di Livo è certamente antico, e fu reso celebre nelle carte trentine del secolo duodecimo da più soggetti nobili costantemente cognominati de Livo, uno de’quali meritò, che la sua morte fosse notata nel necrologio Udalriciano della Chiesa di Trento ai 22 di novembre.

Presentemente non so cosa dire di più in ordine ai quesiti del lodatomi ill.mo signor abate. Laonde prego la P.V. che voglia scusarmi appresso il medesimo, ed umiliargli riverentemente i miei ossequi, e finisco dicendomi. Trento, s. Bernardino 11 settembre 1803.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

2736. 1803

Al sig. don Gio. Pietro Beltrami Diacono852. Roveredo. Molto illustre, e rev. sig. e padrone colendissimo.

Compiacendosi V.S. Molto illustre, e rev. di continuare a favorirmi coll’erudite sue lettere, la prego di non usare quelle formole di rispetto, che io certamente non merito.

La ringrazio poi della visita, che mi ha fatto avere853; ed in ordine alla sua, che ho ricevuto l’altrieri, le fo sapere, che i calendari del prossimo anno 1804 mi hanno costato una fatica straordinaria, fatti avendoli tre volte. La prima sul modello dell’anno corrente: la seconda su quello degl’interamente austriaci: e la terza di nuovo sul primo, col solo divario, che non ho potuto nominare alcun dominio. Per altro le consecrazioni delle chiese, e gli offici ad libitum sono come in quello di quest’anno. Il monastico è stato in Insprugg, ed è ritornato qua intatto. Il diocesano per difetto del copista essendo andato là troppo tardo, non è ancora ritornato.

Ho letto quanto scrivono di s. Esuperanzio vescovo d il Bollando854, e l’Ughelli dell’edizione veneta del 1722, ma non sono restato contento. Le notizie di quel Santo sono scarse assai; e quindi non so, come i Cingolani abbiano potuto tessergli un elogio sdegno d’essere inserito nel corpo del Martirologio romano. Forse l’avranno fatto per

852 Fu ordinato sacerdote dal vescovo di Verona nel dic. 1803. Cantò la sua prima Messa in s. Marco

di Roveredo li 24 dicembre. 853 del signor Angelo Emmanuelli Diacono roveretano. 854 Bolland. To. 2 Ian. 24, pag. 602, et in fine pag. 1148. Ughelli To. 10, col. 64, edit. non 1732, sed

1722.

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loro solamente, e non per la Chiesa universale. Se V.S. Molto illustre, e rev. mi favorirà con una copia del medesimo, l’aggradirò, e se sarà per tutti, l’aggiugnerò ai Martirologi de’ nostri cori.

Godo sentendo, che ai 29 del corrente nella basilica vaticana sarà solennizzata la Beatificazione del cardinale Giuseppe Maria Tommasi Teatino, fatta da Pio settimo855, e le rispondo, che il decreto del Tuto, accennato dal Diario di Roma, si è un decreto della S.C. de’ Riti, nel quale sta l’avverbio latino Tuto, dicendosi, che tuto procedi potest ad Beatificationem, oppure Canonizationem856.

Mi dispiace grandemente la morte del signor Malanotti degnissimo arciprete di Lizzana. Monsignor Vicario Generale mi ha letto la lettera del di lui signor nipote, annunciatrice di tal morte; e però la ho subito registrata col luogo,giorno, ed ora. La memoria, che ho fatto di lui, da lui stesso favoritami, sta nel mio qualunque siasi Parrocchiale trentino.

Aveva notata la morte del Padre Gregorio Fontana857; ma non il giorno di essa, perché non l’aveva inteso. Di lui parlerà la storia letteraria; diversamente però, come si parla eziandio al giorno d’oggi, altri dicendo, che fu agitato dalla frenesia, ed altri dalla sinderesi.

Confessomi obbligato al gentilissimo signor abate Carlo Tranquillini per la memoria, che conserva di me. La prego di riverirlo da parte mia. Non avendo poi altro da scriverle, la ringrazio ancora, la riverisco, e mi raffermo. Trento, s. Bernardino 16 settembre 1803.

Di V. S. molto illustre e rev., che la prego de’ miei rispetti al sig. don Emmanuelli. Um.mo, div.mo, obbbl.mo servo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2737. 1803

Al P. Daniele da Enno Guardiano. Pergine. Rev. Padre.

Il latore della presente si è un giovine di Moena, che brama d’essere nostro Religioso858. Fu esaminato in Cavalese dal M.R.P. Provinciale, ed approvato, ed avvisato, che si porti qua per essere approvato, ed accettato a tenore de’ nostri Statuti da due Diffinitori, e due Guardiani859. Noi siamo stati avvisati di ciò dal lodato P. Provinciale, ed incombenzati di chiamare la P.V.R. per tale atto. Ella dunque in vigore di questa favorisca di portarsi qua più presto, che le riesce possibile860. L’aspettiamo senza fallo, fors’anche in questa stessa sera: e frattanto io la riverisco, professandomi in tutta fretta861. Trento S. Bernardino 21 settembre 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo da Volano.

855 Fu eseguita li 29 settembre la funzione della Beatificazione del venerabile Giuseppe Maria

Tommasi Chierico Regolare Teatino cardinale de’ ss. Silvestro, e Martino ai Monti. Nacque li 14 settembre 1649 in Sicilia, e morì il primo di gennaio 1713.

856 La festa del Beato Tommasi fu fissata nel giorno 24 di marzo: e fu celebrata in Roma in tal giorno l’anno 1804.

857 Fu roveretano, Scuolapio, e professore in Pavia, cattivo, cioè modernista. Videsis nostram Bibiliotecam Tirolensem.

858 Giuseppe Gozalgo. 859 Vedi sopra num. 2697. 860 Venne li 22 di mattina. 861 Alle XI di mattina.

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P.S. Le raccomando di far dare da mangiare al detto giovine.

2738. 1803 Al P. Lattanzio da Moena lettore predicatore. Cavalese.

Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro. Ieridì è giunto qua il candidato Giuseppe Gozzalgo862 di Moena, raccomandato dalla

P.V.R. e dopo d’essersi reficiato è partito con una mia verso Pergine a chiamare quel Padre Guardiano, a tenore degli ordini datimi dal Padre Provinciale, perché la di lui accettazione sia conforme al prescritto de’ nostri Statuti. In questa mattina sarà qui di ritorno col detto Padre Guardiano; e confido, che sarà consolato colla nostra accettazione.

La prego di farmi tenere il giorno, in cui furono costì vestiti li novizzi di Moena, Panchiato, e Caldonazzo, ed anche se sieno stati vestiti di mattina, o di sera. Così pure rapporto a quello di Albiano vestito in Cles.

La prego altresì di dare al Padre Vicario (Giorgio da Cles) la qui rinchiusa carta rapporto al nuovo Beato Benvenuto da Recanati, già inserito nel Direttorio stampato del prossimo anno 1804, avvisandolo, che dopo d’averne fatto copia me la rimandi per poter comunicarla eziandio ad altri conventi, non avendo tempo di farne tante copie.

Il Padre Provinciale ora è in Campo863. Qui per la Dio grazia siamo tutti sani. Godo sentendo, che tanto è anche della P.V.R. e degli altri suoi correligiosi. E bramando, che tali si conservino lungamente, mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 22 settembre 1803, di mattina oscura.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il detto giovine fu approvato ed accettato anche da noi in questa mattina de’ 22.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2739. 1803

Al P. lettore Sisinnio Maria da S. Zeno. Melombardo. Rev. Padre lettore.

Eccolo prontamente servito coi tre tomi foglianti dell’Ethica Amoris del Padre Enrico da Sant’Ignazio Carmelitano. Se mi manderà il viglietto della ricevuta l’esporrò nel luogo solito. Stupisco per altro, che in questa veneta edizione del 1771 non facciasi alcun motto della Liegiense del 1709, proibita dalla sacra Congregazione del sant’Officio li 29 luglio 1721. Favoriscami di avvisare il P. Arcangelo, che gli risponderò in un altro giorno, e riverendolo mi dico. Trento 22 settembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2740. 1803

Al P. Daniele Guardiano di Pergine. Rev. Padre Guardiano.

Sono ad incomodarlo nuovamente. Anche il giovine latore della presente si è un nostro candidato, che colla licenza del Padre Provinciale è venuto qua all’esame da Cavaelse. Egli è nipote ex sorore del nostro P. Prosdocimo: e pare di capacità non

862 d’anni 21 nell’ottobre da compirsi. Ha madre, e 2 fratelli. Ritornò a s. Bernardino li 13 ottobre ali 15.

863 Venne a Trento li 26 settembre al pranzo post alios.

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inferiore al Gozzalgo864. Dunque la P.V.R. faccia la carità di presto ritornare qua per votare nella di lui accettazione. Il suo incomodo sarà ricompensato dal Signor Iddio, e dalla nostra santa Madre Religione. Aspettandola sicuramente la riverisco, e resto. Trento 26 settembre 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2741. 1803

Al P. Anacleto da Casezzo Guardiano di Campo. R.P.

D’ordine del M.R.P. Provinciale ho preparata questa patente di fratellanza spirituale: e quantunque abbiami detto, che la consegni al Terziario Frat’Agnello865, la indirizzo alla P.V.R. supponendo ch’Ella saprà dove debba andare. Con questa occasione mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento 26 settembre 1803866.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

La patente è diretta: “Al signor Giuseppe qm Pietro Magonzini, con la sua madre Lucia qm Bartolommeo Vidi, e con la sua moglie Margarita Poli, e loro discendenti sino alla quarta generazione” La data è de’ 30 agosto 1803 in Trento.

2742. 1803

Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese. R.P.S.L.G.C.

Secondo il convenuto col candidato Gozzalgo, dalla P.V.R. raccomandatomi, spedisco a Lei qui compiegata l’obbedienza per essere vestito col nome di Fra Vittorio. Dovrà essere costì in convento nella sera de’ 19 del prossimo ottobre per essere vestito coll’Agostini867 latore della presente nel giorno 22. La prego dunque di fargliela capitare presto, e sicuramente. Suppongo già, che il detto giovine le avrà parlato su di questo. Col contento di poterla in ciò rendere soddisfatta, mi raccomando ancora, la riverisco, e mi raffermo. Trento 27 settembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

2743. 1803

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Essendosi compiaciuto Iddio Signor nostro di chiamare a sé in questa mattina la buona Madre Giovanna Margarita Aquila, n’è seguito, che la R.N. è restata seniore del venerabile monastero. Chi l’avrebbe mai creduto, che potesse arrivare a tanto? e di arrivarvi anche fuori dell’infermeria? Io dunque secolei mi congratulo de’ favori, e privilegi, che ha ricevuto dall’Infinita Bontà del Signor Iddio, e gliene sospiro ancora una lunga continuazione, accompagnata però da una religiosa pazienza nel sopportare

864 Vedi sopra num. nel margine 865 F. Agnello già F. Lucio dai Masi di Cavalese. 866 Spedita li 28 settembre per F. Pietro da Castagnedo. 867 Giuseppe Mattia qm Niccolò Agostini di Cavalese, battezzato in s. Pietro di Trento li 7 ottobre

1782. Questi si dirà Fra Benvenuto. Ma cangiò pensieri, e non andò al noviziato.

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gl’incomodi, cui va soggetta la vecchiaia. Ho inteso con dispiacere, che oggidì abbia patito qualche assalto la M. Gioseffa Aloisia. Perciò essendo superiore ho recitato per essa l’orazione dell’Avemmaria in comunità. In suffragio poi della defunta M. Aquila ho applicato quanto col divino aiuto farò di bene in questi otto giorni, e nel primo giorno, che sarò in libertà, celebrerò per la medesima la mia Messa. Finisco in un colla carta, e la riverisco. Amen. S. Bernardino 29 settembre 1803.

2744. 1803

Al P. Arcangelo Maria Tabarelli di Tassullo. Mezlombardo. R.P. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Avrà inteso dal Padre lettore, che sonomi riservato il rispondergli in un altro giorno. Oggi dunque gli rispondo, che nella festa del ss. Nome di Maria, celebrandosi fra l’ottava della di Lei Natività, non può farsi commemorazione della medesima Natività, perché così ha decretato la S.C. de’ Riti li 23 settembre 1684 inerendo alla regola: De eodem bis non fit in eodem officio, dalla quale sono eccettuate soltanto le feste di N.S. Gesù Cristo dal Gavanto, dal Cavalieri, e da altri rubricisti, qualora non sieno de Christo iuxta eumdem respectum, et rationem.

Rapporto all’accentare le parole, sì, così, più, ne, perche, gia, gli confesso, che io non le ho mai ritrovate senza accento in autori di vaglia. Onde credo di scriver bene scrivendo sì, tardo, così tardo, più, perché, già, e né quando corrisponde alla negativa latina nec. Per l’opposito scrivo senza verun accento, fu, ho, fra, Fra, Pre, da Cles, Dres, Tres.

Spero, che questo poco gli basterà, ed aggiugnendogli, che oggidì è morta in S. Chiara la M. Aquila, e fu condotto a questa infermeria da Roveredo Fra Valentino, lo riverisco ecc. Trento 29 settembre 1803. Ho ristituito il libretto a Fra Vincenzo Maria, quando è ritornato da Mori, e Arco.

2745. 1803

Al P. Giorgio da Cles Vicario e maestro de’ novizzi. Cavalese. R.P.

Nella sera de’ due ho ricevuto la sua de’ 30 settembre, ed avendola tostamente data da leggere al P. Provinciale, lascio ad esso il risponderle, dicendole soltanto, che finora il male di F. Angelo dispiace a questo nostro medico Benigno868. Siccome poi rapporto alle professe religiose sonovi delle novità impedienti, come avrà inteso dalla lettera del P. Provinciale scritta li 28 settembre, così le spedisco per ora queste due sole Regolette. Mi spiace la mutazione del Gozzalgo di Moena, ed aspetto di saperne il perché. Già mi ha detto, ch’è venuto qua di nascosto del suo signor maestro. Pazienza. Mi ha costato incomodi. Finisco riverendola ecc. Trento 5 ottobre 1803.

Nota. Il maestro del Gozzalgo don Gio. Battista Bonelli di Carano d’anni 48, Beneficiato ai Masi di Cavalese, si ha mostrato contrario che facciasi nostro Religioso. Il detto Gozzalgo è venuto qua frattanto, che il mentovato maestro è andato alla fiera di Bolgiano. Vedi sopra pag. 2557, 2604, 2605, 2609869. Frat’Angelo fratello del P. Francesco Maria vuolsi etico.

868 F. Angelo da Panchiato novizzo chierico venuto da Cavalese nella detta sera con Fra Vitale.

Andò a Pergine li 10 ottobre per mettersi sotto la cura del medico Montel. 869 *Le pagine non corrispondono! C’è stato un errore nell’impaginazione con salti di numeri...

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2746. 1803 Al P. Prosdocimo di Cavalese Vicario di Cles.

R.P. Vicario S.L.G.C. Senza veruna dilazione fo sapere alla P.V.R. che il P. Provinciale acconsente, che li

fiorini cinquanta sieno depositati per il vestiario del di Lei nipote anche dopo cinque sei mesi. Oggidì Fra Francescantonio, già Fra Leopoldo da Pradazzo, non potendo professare attesa la legge austriaca de’ 24 anni d’età, fu solennemente, ed alla presenza del di lui genitore, dichiarato fuori del noviziato canonico870, e posto nell’ordine de’ chierici, e subito condotto a Pergine dai Padri Ciriaco, ed Amando. Il novizzo di Fondo sarà di nuovo accettato, ed andrassene a Cavalese, dove principierà un altro anno di noviziato. Sta qui nell’infermeria il novizzo da Panchiato con pericolo di dover lasciare il nostro santo abito per cagione del suo male. In tutta fretta mi congratulo con Lei per il nipote, l’avviso, che venerdì scriverò al P. Guardiano di Cavalese per li detti fiorini, mi raccomando, e la riverisco dicendomi. Trento 5 ottobre 1803.

Suo F. Grisostomo.

2747. 1803. Al P. Stefano da Sfruzzo Guardiano. Cavalese.

R.P.G. S.L.G.C. Per commissione del M.R.P. Provinciale rendo avvisata la P.V.R. che a petizione

del P. Vicario Prosdocimo concede, ed acconsente, che il nipote del medesimo P. Prosdocimo sia vestito del nostro sacro abito anche prima di depositare li tassati cinquanta fiorini per il vestiario, e si contenta, che vengano depositati anche cinque sei mesi dopo tale vestizione. Frat’Angelo in questa sera mi ha detto, che ora sta meglio. Ma convien riflettere, che presentemente sta nell’infermeria con tutto il comodo. Gli gioverà l’impedimento generale di non poter professare prima de’ 24 anni di età. Frattanto potrà provarsi, e essere provato. Io desidero la di lui guarigione. Con questa congiuntura mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento 5 ottobre 1803.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Li Frati nostri nel primo del corrente hanno ripigliato il possesso di san Rocco in Roveredo.

2748. 1803.

Al P. Stanislao Küebach d’Innichen Guardiano di Ala. Admodum Rev. colendissime, ac religiosissime Pater.

Hesterno vespere dum cogitarem de annua salis regii eleemosyna, deque scribendis literis ad P.T.A.R. pro ea impetranda, cum magna exultatione accepi literas tuas humanissimas. Gratias igitur ego tibi ex toto corde, quod adhuc memor sis nostri, et pro nobis adeo sollicitus: teque humilietr rogo, ut praefati salis eleemosynam etiam pro anno proxime futuro 1804 nobis impetres. Apocham871 Clarissarum heic interclusam invenies. Aliam pro nobis teipsum facturum iam pro tua seraphica charitate promisisti. Quo ad vecturam autem eisudem salis moneo te, quod iam egerimus cum quodam nostrate. Hinc precor te P.A.R. ut interim, et quo citius poteris, ad nos mittere velis intentiones, seu Missas celebrandas de more, pro solvendis expensis istic faciendis. Ut

870 Ciò fu fatto dopo le XI sotto il pranzo nel refettorio dal P. Provinciale. 871 * Ricevuta.

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vero diu valeas, etiam nomine mei atris Provincialis nostri Iosephi Dusini clesiensis iubeo. Tridenti in Conventu s. Bernardini die 9 octobris A.D. 1803.

A.R.P.T. Humillimus servus in Christo F. Io. Chrysostomus de Avolano.

Tridento

Extra. Admodum Rev. Colendissimo, ac Rligiosissimo Patri Patri Stanislao Küebach Ordinis Minorum Ref. S. Francisci, lect. theol. concion. diffinitori provinciali, et Guardiano dignissimo.

Insprugg Hall

ad PP. Franciscanos Nota. Egli mi ha scritto, che l’anno militare incomincia nel primo giorno di

novembre, e in tal tempo si suol pregare per la limosina del sale regio d’Ala d’Insprugg. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

Gennaio 1805. Alla Salina fiorini 55,30 Per condurla 53,50 alli facchini 1,12 fiorini 110,32

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

2749. 1803 Al P. Gio. Evangelista da Stenico. Arco. Le Grazie.

M.R.P.S.L.G.C.S.N. Oggidì la M. Giacinta Tabarelli riceverà la lettera della P.V.M.R. Mi spiace il

male872 del novizio Soverino. L’ho insinuato a F. Abbondanzio, ed ho ricevuto da lui la qui compiegata cartuccia. Egli crede, che costì si ritrovino de’ chirurghi capaci di curarlo: ed io aggiungo, che non si mandi qua all’infermeria, non essendosi mai praticato di mandar qua li novizzi873. Dico questo, perché ultimamente dai fiemaschi fu mandato qua il novizzo di Panchiato che ora sta in Pergine sotto la cura del sig. Montel, come sospetto di etica874. Nello scaduto settembre sono venuti qua da Fieme due candidati, già presentatisi a Cavalese nel giugno (Gius. Gozzalgo, e Matteo Agostini) colle formalità statutarie gli abbiamo accettati, ed abbiamo loro mandate le obbedienze perché fossero vestiti là domani. Ma poi l’uno, e l’altro rimandò l’obbedienza. Rapporto al primo mi fu scritto, che ritornò da Trento allegro, e contento; ma il di lui maestro Beneficiato ai Masi di Cavalese don Gio. Battista Bonelli di Carano, tanto si adoperò, tanto lo tempestò, tanto disse, tanto fece, che lo costrinse a rinunciare la detta obbedienza. Ho inteso, che ha tentato lo stesso anche col Padre Bernardino di Carano, e con altri. Mi dispiace, che ciò disordina le nostre idee, così restando in Cavalese un solo novizzo, voglio dire il riaccettato Piz da Fondo. Il P. Giangiuseppe ha scritto da Vienna, che presenterà memoriale per la professa de’già vestiti, e per li lettori esaminandi in

872 d’una natta. 873 Vedi Statuto c. 2,n. 10 et 15 ac 20. 874 Questi è partito da Trento per Cavalese li 22 nov. 1803 consigliato da’ medici di andare a

Cavalese.

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Insprugg, e che due consiglieri gli hanno detto esser impossibile l’ottenere le grazie chieste. Bisognerà dunque pazientare anche rapporto a questo. Li due nostri novizzi Gio. Pietro, e Teodoro, ed il terzo laico si diportano irreprensibilmente. Il novizzo giubilato, che fu vestito col nome di F. Leopoldo, ed ora si dice F. Francesco Antonio, fu mandato a Pergine come chierico studente. Li novizzi di Cavalese tosto che avranno finito l’anno canonico del noviziato verranno parte qua, e parte andranno a Pergine. Anche il secondo de’ predetti candidati fiemaschi è scolare del Bonelli. Il primo venne di nascosto di tal maestro, mentre andò a Bolgiano, perché sapeva il di lui umore. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, e proccuri di conservarsi lungamente ecc. ecc. Trento 21 ottobre 1803.

2750. 1803

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Resto confuso dalla memoria, che conserva di me la Teresa Giuseffa Forlina, e della bontà che s’è compiaciuta di mostrarmi. Giacché poi mi rende avvisato di non ammettere scusa, e ripulsa, l’aggradisco, e la ringrazio: non potendo contraccambiarla in altro, le fo sapere, che gliene pregherò la ricompensa dal Signor Iddio, e per tal fine più presto, che mi riuscirà possibile applicherò per la medesima una mia Messa. Mi congratulo poi colla R.V. per la consolazione, che le ha donato il Signor Iddio colla notizia, che il di Lei signor nipote colonnello875 sia ancora vivo. e benefico: e prego il medesimo Dio, che così lo conservi mille anni. Godo pure sentendo, che la R.V. ora sta meglio dopo d’avere dovuto stare nell’infermeria per un male d’una gamba: e bramando, che guarisca presto interamente, anche perché colle sue fatiche possa sempre più farsi de’ meriti appresso Iddio, e la santa madre Religione, le ringrazio ambedue, e le benedico in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. S. Bernardino 23 ottobre 1803.

2751. 1803

Al P. Pietro Damiano da Borgo Diffinitore. Arco. R.P.S.L.G.C.S.N.

Mi spiace, che non ho vantaggio, ed onore di poter servire l’ill.mo signor consigliere Luigi de’ Marcabruni colle richieste notizie rapporto al privilegio accordato dal vescovo principe di Trento li 20 settembre 1702 al boscaiuolo Niccolò Corlera di Salò, perché io non so di lui più di quanto scrive il P. Cipriano Gnesotto Cappuccino nelle Memorie delle Giudicarie cit. pag. 220. Per altro non dubito di esso, giacché si dice, che tal privilegio al dì d’oggi si vede: e parlasi d’un privilegio non moto antico; e la storia di esso si trova scritta con tanta minutezza. Prego dunque la P.V.R. che voglia scusarmi appresso il lodato ill.mo signor consigliere: e riverendola mi dico. Trento 23 ottobre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2752. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale. Borgo. Molto Rev. Padre Benedicite.

875 Schertz.

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Il Padre Guardiano di Ala mi ha risposto, che proccurerà la limosina del sale per noi, e per le suore. Frattanto ha mandato da dire cento Messe, le quali renderanno quaranta fiorini. Elleno sono:

Ad intentionem 50 Pro una 22 Pro uno 10 Requiem ad intentionem 18 100 fiorini 40 Promette poi di mandarne altre, se quel suo sindico dovrà spendere di più: et intanto

prega, che gli mandiamo sedici libbre di tabacco in foglia da regalare quel signore, che pagherà il nostro debito.

Avrà inteso la P.V.M.R. dal suo P. segretario, che il condottiere di Pradazzo ha chiesto più di quanto nell’anno scorso chiese questo doganiere. Quindi pensiamo di servirci dello stesso doganiere anche in quest’anno876.

Avrà pure inteso, ch’eziandio l’obbedienza data all’Agostini di Cavalese non ha ottenuto il suo intento. Il Gozzalgo venuto fuori alle vendemmie fu a mangiar, e dormire in questo nostro convento ai 13 e 15 del corrente.

Il giorno 23 fu da me Bartolommeo Chuel di Caldonazzo, giovine di circa 21 anno, a servizio del signor Matteo Comper di Besenello. Egli brama d’esser nostro Frate Laico. Io dunque gli ho risposto, che maturi meglio la sua risoluzione, provenuta essendo da un sogno, e che si faccia conoscere dai nostri Religiosi di Roveredo, e poi si presenti alla Congregazione della primavera.

Iersera mi fu detto, che un roveretano biasima, e detesta l’ammettere donne in s. Rocco, il condurle, ed accompagnarle per ogni luogo di esso, ed in ogni ora del giorno. Forse crederanno, che la clausura sia rotta. Ma io non lo credo, e per non approvare la loro pratica mi basta il sapere, che fu disapprovata dal detto roveretano, testimonio di vista. Ho avvisato di ciò il P. segretario, affinché andando là proccuri d’impedire gli scandali ulteriori877.

Ieridì questi Padri Conventuali hanno evacuato s. Francesco, ed oggi hanno fatto lo stesso con s. Maddalena li PP. Somaschi. Il P. Maccani però Conventuale, a petizione878 del P. Paride Rigotti nuovo piovano, starà in s. Maddalena sino ai sei del prossimo novembre. Il P. Francesco Viganoni andrà a Brancolino per vivere coì suoi Religiosi Conventuali a costo. Il P. Bernardino Borghese continuerà la cappellania di s. Chiara. Il P. Agostino Bertoldi resterà in Trento. Il P. Luigi Zambaiti Somasco starà in casa Travaglia879. Il P. Francesco Gasparini morirà in Roveredo. Fra Giacomo solo de’ Somaschi resterà in s. Maddalena.

Genuflesso la prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 25 ottobre 1803. Di V.P.M.R. cui aggiungo, che domani qui celebrerà il suo anno cinquantesimo di

sacerdozio il P. Ignazio. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

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876 Il doganiere li 27 ci ha promesso di condurre il sale per noi, e per s. Michele. 877 Vi andò li 28 ottobre. 878 non a petizione, ma per concessione. 879 Il Zambaiti andò altrove. Il Viganoni a Roveredo.

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Li 5 dic. 1803 leggo, che in Roma nella stamperia di s. Michele a Ripa si stamperanno due tomi in foglio del P. M. Giangiacinto Sbaraglia Minore Conventuale in supplimento del tomo del P. Luca Waddingo, che dà gli scrittori, e martiri francescani. Ogni tomo dagli associati dovrà pagarsi venti Paoli in moneta reale d’argento.

2753. 1803

Al P. Stanislao Guardiano di Ala. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi

F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D. Pervenerunt ad me literae P.T.A.R. die 20 huiusce mensis datae. Quapropter gratias

tibi ago pro adsignatione Missarum centum, teque certum reddo, quod a nobis absque mora celebrabuntur. Pariter certe ad te mittam expetitum tabaccum foliorum, sive integrum; sed prius nosse vellem, an esse debeat sexdecim librarum viennensium, idest, unciarum viginti pro qualibet: an potius tridentinarum nostrarum, quae sunt unciarum duodecim. Quo ad vecturam salis moneo te, quod ad ipsum accipiendum tam pro nobis, quam pro sororibus veniet iste teloniarius, seu doganerius, quando innotuerit nobis esse paratum. Ut autem bene valeas D.O.M. rogo, una cum P. L. Philippo Pannizza. Tridenti in conventu sancti Bernardini, proh dolor! titubante hac die 28 octobris A.D. 1803.

Tridento

Extra. Admodum Rev. Colendissimo, ac religiosissimo Patri P. Stanislao Küebach Ordinis Minorum Ref. S. Francisci, lectori teholog., conc., Definitori, et Guardiano dignissimo880.

Insprugg Hall

ad PP. Franciscanos

2754. 1803 Al P. Attanasio de’ Gaspari Vicario in Borgo.

R. P. Vicario S.L.G.C. Oggidì fu sagramentato per Viatico in Ravina il Padre di quel Giovanni de’

Gaspari, cugino della P.V.R. che sta in Bassano. Perciò il di lui fratello prega la P.V. che voglia fargli noto lo stato del detto suo Padre, affinché se vuole vederlo vivo, venga qua presto. Aggiunge, che sta pur male per febbre quartana la di lui madre. Io poi pregandola d’un cordiale saluto al mio fratello, la riverisco, e colla mano tremante881 mi professo. Trento, s. Bernardino 30 ottobre 1803.

Suo div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Gio. Grisostomo.

2755. 1803

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare troni 7, dico troni sette al signor Francesco Steinbrecehr libraio esibitore del presente882. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 2 novembre 1803.

880 Hic ante hunc annum 1803 plures tomulos suarum sermonum typis edidit. 881 Perché si tratta di farci cangiare convento, e mandarci alle Laste, e di profanare s. Bernardino. 882 Direttori 229.

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D’ordine del padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

2756. 1803

Al P. Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale. Borgo. M.R.P. Benedicite.

Forse il P. Vicario Attanasio avrà manifestato alla P.V.M.R. che scrivendogli ai 30 dello scaduto ottobre, ho terminato la mia letterina con queste parole: colla mano tremante mi professo. Oh Dio! In questa debbo spiegare il motivo di tal tremore. Tutto Trento parla di noi, e dice, che dovremo cedere questo nostro amato convento ai sodati, perché serva loro di ospitale, e trasferirci a quello de’ Padri Carmelitani delle Laste: Aggiungono, che il decreto trentino è stato spedito in fora per la ratifica. Io genuflesso ho protestato, che voglio fare la volontà del Signor Iddio anche in questo dolorosissimo caso, e vado replicando tal protesta; ma temo di lasciarvi anche la vita. Tutti siamo afflittissimi, e nominatamente F. Feliciano ottuagenario affaticatissimo. Il P. Guardiano, che andò a predicare in Gardolo per li morti, non ritornerà da Albiano sin dopo domenica883. Onde io desidero, che venga qua presto la P.V.M.R. e frattanto la prego genuflesso della sua paterna benedizione. Trento, s. Bernardino 3 novembre 1803884.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che in questa sera il P. Francesco Maria da monsignor Vicario Generale ulroneamente fu assicurato di non esservi per ora verun male per noi. Deo gratias.

Umil.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Gio. Grisostomo.

P.S. Ho consegnato all’Isidoro li Direttori per Borgo, e Pergine.

2757. 1803 Alla M. Maria Barbara Macccani abbadessa di s. Chiara.

M.R.M.S.L.G.C. Con dispiacere le rimando intatte le sue carte, perché non ho lena da studiare, e

scrivere. Il perché se lo può immaginare. Già sa, che il Gloria si dice alfine del Salmo. Poi la relazione patisce delle eccezioni, falla in più luoghi, e manca. La ho confrontata colla mia in cella, e fatto ciò non ho più potuto ritrovare la mia, quantunque sia sicuro, che non la ho portata fuori dello studiolo. Pazienza per questo, e per ogni altro sinistro accidente, che il Signor Iddio permette di sovrastarci. La prego di compatirmi di questo, ed anche se non vengo in persona al vostro monastero. Deus misereatur nostri, et benedicat nobis. Dal povero convento di san Bernardino li 3 novembre 1803, di mattina885.Nota. La relazione si è del signor notaio Luigi Bertolini di Trento, attuario del monastero. Incomincia: Ella è pratica costante. Empie pag. 12 in folio parvo. La mia forse sarassi occultata fra le carte dell’Orfanotrofio.

2758. 1803

Al P. Mariano Panchieri da Bordiana. Mezlombardo. R.P.S.L.G.C.

883 Ritornò li 7 di sera. 884 Spedita li 4 quo die Provincialis venit Perginum. 885 Questa lettera non fu spedita.

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Senza veruna tardanza fu soscritta, e prorogata ad un altro quinquennio la qui rinchiusa di Lei patente886. Sento con piacere, che voglia farne uso: e pregandola di raccomandare al Signor Iddio questo nostro povero convento, che va per le bocche de’trentini887, la riverisco ecc. Trento, s. Bernardino 3 novembre 1803.

Tengo preparati li Direttori anche per costì.

2759. 1803 Alla Curia vescovile di Trento.

Promemoria. È per professare come chierico nel convento di Cavalese ai 16 del corrente

novembre 1803, in età di anni 25 F. Urbano Ciola da Centa.

Nota. In vece di questo promemoria fu presentato il seguente del num. 2761.

2760. 1803 Al sig. don Gio. Pietro Beltrami Diacono. Roveredo.

Molto illustre e Rev. sig. e padrone colendissimo. Con singolar piacere in questa sera ho ricevuto lo stimatissimo foglio di V.S. molto

illustre e Rev. Quindi la ringrazio delle notizie, che s’è compiaciuta di comunicarmi, tutte a me nuove, anche quella, che riguarda il nuovo nostro vescovo sergiopolitano F. Eugenio Cerina, quantunque stieno qui due Padri che furono in Roma, e missionari nella Turchia europea, ed africana888. Io pure credo, che la causa del ven. Ligorio889 incontrerà delle opposizioni per parte de’ di lui scritti: essendo ciò cosa solita rapporto ai Santi, che hanno scritto; ma nondimeno spero, che sortirà, perché suppongo, che non abbia insegnato eresie. Ho registrato nelle mie memorie l’elogio martirologiale di s. Esuperanzio890, insieme col decreto apostolico, che l’approva, e comanda, e col nome rispettabile di V.S. molto illustre e Rev. che me lo ha favorito; ma non posso contenermi dal dire, che quel Confessoris messo avanti l’Episcopi non mi piace, perché non trovo un esempio simile in tutto il Martirologio romano. Io dunque direi piuttosto Exuperantii eiusdem civitatis Episcopi: ovvero Episcopi, et confessoris. Aggradirò anche la sua visita, che mi fa sperare verso la fine del corrente mese891; e frattanto ringraziandola di bel nuovo, e riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 8 novembre 1803.

Di V.S. Molto Illustre e Rev. Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2761. 1803

Alla Curia ecclesiastica di Trento. Ill.mo, e R.mo signore.

886 Confessionale. 887 Dicesi, che si voglia dare ai soldati, ed a noi quello delle Laste de’ PP. Carmelitani Scalzi. 888 Il P. Eugenio Cerina Minore Riformato, già missionario apostolico fu consacrato vescovo di

Sergiopoli nella Siria li 2 ottobre 1803 in s. Francesco a Ripa di Roma. 889 Monsignor Alfonso de’ Liguori napolitano, fondatore de’ Redentoristi, e vescovo di s. Agata. 890 In Kalend. trid. pag. 236. 891 Venne li 23 nov. all’esame per il presbiterato, essendo in età d’anni 23, e tenendo la dispensa

papale di mesi 13,bastandogliene undici. Fu ordinato dal vescovo di Verona.

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Fra Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di s. Francesco, espone riverentemente a V.S. Ill.ma, e R.ma, che sta per professare come chierico nel convento di Cavalese ai 16 del corrente novembre 1803, di sua età 25 Frat’Urbano Ciola da Centa ecc.

Presentato dal P. Guardiano Davide a M. Vicario Generale li 10 nov. 1803. Il novizio professò solennemente.

2762. 1803

Al Governo di Trento. All’Eccelsa Imp. Reg. delegazione commissariale aulica di Trento.

Fra Giuseppe Antonio da Cles Ministro Provinciale de’ Francescani Riformati espone riverentemente, che finora li suoi Religiosi transitando nell’andare, o venire dai conventi di Campo, ed Arco a quello di Trento, per grazia, e benignità singolare de’ celsissimi principi ebbero l’ospitalità presso il loro agente alla Sarca: ed ardisce di supplicare umilissimamente per la continuazione dell’ospitalità predetta892. Che della grazia il Signor Iddio, ed il Padre San Francesco ecc.

Presentato.

2763. 1803 Al sig. Conte canonico Carlo de’ Pompeati. Trento.

Il Padre Fra Giannantonio da Piano della Valle di Sole, Religioso Francescano Riformato, e figlio unico del notaio Giuseppe de’ Rossi, nacque li 29 agosto 1737 e nel santo Battesimo fu nominato Gianniccolò Agostino. Vestì l’abito serafico nel convento di s. Antonio di Cles il primo giorno di luglio dell’anno 1758, e nell’anno seguente fece la professione religiosa. Nell’anno poi 1764, si sedici di giugno fu ordinato sacerdote. Studiò la filosofia, e teologia ne’ conventi della sua Provincia trentina di san Vigilio, ed in seguito fu confessore, predicatore, Vicario, e Guardiano di più conventi, Finalmente nell’anno petecchioso 1797 ritrovandosi Guardiano del convento di s. Francesco in Pergine, dopo d’avere assistito caritatevolmente a più infermi, e moribondi, venne sorpreso dalla morte li 26 di maggio, in età d’anni sessanta. Egli si mostrò sempre un ottimo Religioso dentro, e fuori di convento. Esercitò lodevolmente, e con soddisfazione universale de’ Religiosi, e de’ secolari, gli addossatigli uffici. Costumò di fare molta orazione, e continuò sino alla morte la pia pratica d’andare in coro, ed in chiesa ad orare, e flagellarsi aspramente introno alla metà di ogni notte, anche dopo, che nell’anno 1787 fu proibito alle comunità religiose l’andare in tal tempo notturno al coro per cantare le divine lodi. Volentieri servì ne’ ministeri più bassi, abbietti, e faticosi. Amò singolarmente il silenzio, la povertà, l’obbedienza, per la quale resistette virilmente a que’ parrochi, e sindaci delle comunità, che volevano trattenerlo, e non permettergli l’allontanarsi da loro, quando da’ suoi superiori regolari veniva traslocato. Fu molto assiduo nell’ascoltare le sagramentali Confessioni, specialmente degli uomini, e della gente povera893. Non mai sentironsi querele d’alcuna sorta contro di lui; ma bensì molte lodi: e la parrocchiale di Pergine in attestato di sua stima, e gratitudine lo distinse col far suonare a lutto le sue campane per la di lui morte.

Così ho scritto li 10 nov. 1803 dopo replicate istanze del signor Conte canonico, e del mio Padre Guardiano. Gliel’ho dato al canonico li 30 novembre.

892 Li 16 dic. 1803 l’Imp. Reg. provisoria delegazione camerale di Trento. Così anche li 22 febbraio 1804.

893 Anche degli sbirri.

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2764. 1803

Al P. Gasparo da Campo segretario provinciale. Roveredo. S. Rocco. R.P.P.C.

Il Padre Provinciale mi ha scritto da Pergine, che commetta alla P.V.R. il provedere costì le sedici libbre Viennesi di tabacco in foglia da mandare al Padre Guardiano di Ala d’Insprugg. La prego adunque; avvisandola di riflettere alla qualità delle libbre, che chieggonsi Viennesi: ed alla qualità del tabacco, ch’esse dee in foglia. Se potesse mandarmelo per mezzo di F. Leonardo ritornante da Arco, mi farebbe un gran piacere894.

Il signor colonnello Baldessari, o sia Balteser, assicurandoci, che non c’è alcun trattato contra questo nostro convento di s. Bernardino, ci disse ultroneamente, che scrivendo a Roveredo avvisassimo, che stagli a cuore il monastero delle MM. Salesiane, e che proccurerà di farle rimettere nel medesimo. Tanto scrive con piacere; e bramando, che la buona intenzione del lodato signor colonnello sortisca presto il suo effetto: ed anche di sentire buone nuove rapporto a s. Rocco, ed all’infermo P. Giuseppe Andrea, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 11 novembre 1803.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Guardiano Giangiuseppe dee credersi partito da Vienna895, giacché una lettera del P. Provinciale nostro ritornò da Vienna a Trento già parecchi giorni.

Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2765. 1803

Al P. Stanislao Guardiano di Ala d’Insprugg. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.

Praesentium oblator accipiet, hucque transvehet saccos regiam salis eleemosynam continentes, tam pro nobis, quam pro Clarissis896. Vale. Dabam Tridenti in Conventu s. Bernardini die 11 novembris 1803.

Extra. Admodum Reverendo Patri Guardiano Franciscanorum

Insprugg Hall

ad PP. Franciscanos

2766. 1803 Al P. Giuseppe Antonio Ministro Provinciale. Pergine.

M.R.P. Benedicite. Avendo ricevuto avviso dal Padre Guardiano di Ala, che la limosina regia del sale

sta preparata per noi, e per le suore, e che si può mandare a prenderla in qualunque giorno, ho autorizzato questo doganiere con un mio viglietto indirizzato al detto Padre Guardiano, affinché vada presto a pigliarla, e tradurcela. Ho pure scritto al P. Segretario, che mi mandi le sedici libbre viennesi di tabacco in foglia richieste dal mentovato Padre: aggiugnendogli d’ordine di questo signor colonnello Balteser, ch’esso

894 Il tabacco mi capitò li 16 nov. Libbre 16 di Vienna a carentani 40 l’una, importa fiorini 10, carentani 40, cioè troni 53, carentani 4. Dal negozio roveretano di Benvenuto Chiusole.

895 Arrivò a Trieste li 3 novembre. 896 Pro nobis venit Tridentum die 7 ianuarii, ad s. Bernardinum autem die 9 ianuarii 1804.

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proccurerà, che le MM Salesiane possano presto ritornare al loro monastero. In nome della P.V.M.R. ho dato avviso in scriptis a questa Curia ecclesiastica della professa, che sta per fare F. Urbano, e fu accettato sul riflesso della nota postavi degli anni 25 d’età. Ho pure scritto in di lei nome un memorialetto a questo eccelso Governo per ottenere la continuazione dell’ospitalità presso l’agente alla Sarca. Ora sto correggendo le stampette del Direttorio mio diocesano, nel cui frontispizio fu omesso il Iussu Ill.mi, et R.mi Capituli etc. Iersera è ritornato qua l’ex novizzo Comai, il quale si contenterà, se verrà accettato nella prossima primavera. In questa sera verrà qua per fare gli esercizi spirituali il sig. don Giuseppe Riccabona. Il P. Guardiano fu più volte nel Castello per ossequiare il sig. presidente Conte di Welsperg, ma trovollo sempre impedito da altri, e non poté vederlo. In s. Francesco a Ripa di Roma li 2 dello scorso ottobre fu consacrato vescovo di Sergiopoli nella Siria il P. F. Eugenio Cerina nostro Riformato, già missionario apostolico. Leggo, che in Roma si tratta la causa di Beatificazione del ven. servo di Dio Alfonso de’ Liguori Redentorista, e vescovo di s. Agata de’ Goti. La prego della sua paterna benedizione. Trento, s. Bernardino 12 novembre 1803.

Senza soscrizione per mancanza di carta.

2767. 1803 Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Mezlombardo.

R.P.S.L.G.C.S.N.C.A. Atteso ciò, che mi ha detto F. Vincenzio Maria gli spedisco insieme con questa il

mio Martyrologium Seraphicum manoscritto, onde possa trarne un’appendice al Martirologio del suo coro, a norma di quella, che ho aggiunto a quello di questo coro. Gli raccomando di farla con diligenza, con carattere grande, senza breviature, e senza zifre, di farla presto; e poi per mano sicura rimandarmi il mio manoscritto. L’elogio di s. Esuperanzio fu aggiunto per decreto precettivo di N.S. Pio VII de’ 16 luglio 1803. Ma si avverta, che va posto nel penultimo luogo de’ 24 gennaio. Mando nello stesso tempo anche il plico de’ Direttori per l’anno 1804, ed avviso, che il mio Direttorio diocesano sta sotto al torchio: senza però il Iussu Ill.mi, et R.mi etc. Mi raccomando in precibus, lo riverisco insieme al R.P. lettore, e P. Cirillo, e resto. Trento 16 novembre 1803.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

P.S. Oggidì li 16 novembre li due novizzi F. Gio. Pietro da Novarna, e F. Teodoro da Gavazzo, avendo finito lodevolmente il loro anno regolare, e canonico di noviziato, e non avendo l’età regia per poter professare, furono posti nell’ordine de’ chierici improfessi, e destinati allo studio. In Roma si tratta la causa di Beatificazione del ven. servo di Dio Alfonso Marai de’ Liguori napolitano: ed ai due dello scorso ottobre nella chiesa nostra di s. Francesco a Ripa fu consacrato vescovo di Sergiopoli nella Siria il P. F. Eugenio Cerina nostro Riformato, già missionario apostolico897.

2768. 1803

Al P. Giuseppe Antonio Ministro Provinciale. Pergine. M.R.P. Benedicite.

Il P. segretario della P.V.M.R. mi fa premura per la spedizione della qui rinchiusa; e m’ingiunge di ottenergli presto una risposta, se accettar possa l’applicazione di

897 Il P. Filippo Ferrari nel suo Lessico geografico dice, che Sergiopolis, s. Giorgio, urbs archiepiscopalis Syriae apud Euphratem fluvium, così dicesi a Sergio cive romano ibi cum Baccho martyrio passo. Vegagsi anche il Martirologio romano ai 7 ottobre.

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cinquanta Messe, avvisandomi, che colla limosina di loro potrà soddisfare il debito di troni 53, carentani 4 contratto presso il sig. Benvenuto Chiusole per le 16 libbre viennesi di tabacco provvedute a richiesta del P. Stanislao Guardiano di Ala d’Insprugg. Dunque senz’aspettare la posta di sabato (19 nov.) la preparo qui per ispedirla domani mattina: e baciandole riverentemente le mani resto. Trento 16 novembre 1803, di notte.

Suo ubbid.mo suddito F. Gio. Grisostomo.

2769. 1803

Al P. Gasparo segretario provinciale. Roveredo. S. Rocco. R.P.P.C.

Ringrazio la P.V.R. del tabacco, che mi ha mandato per il P. Guardiano di Ala, ed anche dell’attenzione, che ha avuto di farlo così bene impaccare. Ora però mi resta la difficoltà di farlo passare avanti, perché il tramessiero di Marano teme per li dazi. Ma il P. Guardiano mi ha promesso, che proccurerà il di lui inoltramento898. Al medesimo P. Guardiano oggidì ho dato la di Lei lettera per il P. Provinciale, con una mia, perché gli giunga domani in Pergine, donde partirà sabato per Trento. In caso, che non gli arrivi colà, l’avviserò in voce qui a Trento subito, che verrà. La ringrazio altresì per la buona nuova, che mi dà rapporto alla clausura; e riverendola mi professo. Trento 17 novembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2770. 1803

Al P. Giacinto Larcher Guardiano di Bolgiano. Admodum Reverende, atque colendissime Pater.

Propediem dabo alicui ex hisce mercatoribus899 haud modicum involucrum tabacci pro A.R.P. Guardiano Halensi, P.T.A.R. commendatum. Rogate igitur, ut ipsum accipere velis, et quam primum poteris ad laudatum Patrem Guardianum Halensem mittere non graveris. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 17 novembris A.D. 1803.

A.R.P.T. Humillimus servus in Christo F. Ioan. Chrysostomus de Avolano Def. et pro-secertarius provincialis.

Tridento

Extra. Admodum Reverendo Patri Guardiano Franciscanorum.

Bulsanum ad PP. Franciscanos

2771. 1803

Al P. Stanislao Küepach Guardiano di Ala. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Ioan. Chrysostomus de Avolano S.

898 Fu dato al Rungg li 30 novembre. 899 Datum Runchio qui illud iam deposuit apud P. Guardianum Bulsanesem anno 1803.

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Visis novissimis literis A.T.P.T. commisi huic teloniario, seu doganerio, ut quam citius mittat aliquem ishuc ad accipiendos saccos salis regii tam pro nobis, quam pro Clarissis, eique dedi espistolam ad te directam, qua missus sese ad id deputatum ostendat. Heri Roboreto accepi haud modicun involucrum tabacci, quod petisti: hodie autem ipsum ad te direxi, commendatum A.R.P. Guardiano Bulsanensi, cui si scribes et tu, bene facies. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 17 novembris A.D. 1803.

Extra, ut supra num. 2753.

2772. 1803 Al P. Vitantonio di Cles Guardiano. Cles.

R.P.P.C. Assai obbligato mi confesso alla P.V.R. per la premura, ed attenzione, che ha di

favorirmi. La ringrazio dunque dell’inscrizione nuova, che s’è compiaciuta di mandarmi, e l’assicuro, che la ho aggiunta alla mia raccolta al literam, tralasciando solamente le note900. Il sig. Maffei si rende benemerito de’ posteri, li quali avranno materia da studiare per ben intenderlo. Io spiego la soscrizione così: Maffei Iacobo Antonio Patricio Tirolensi auctore, giacché ha Maffei I.A.P.T. auctore. La ringrazio un’altra volta, la prego di continuare a favorirmi, e la riverisco divotamente. Trento S. Bernardino 19 novembre 1803.

Di V.P.R. cui aggiungo, che in Roma si tratta di beatificare Alfonso Ligorio, ed ai 2 d’ottobre in s. Francesco a Ripa fu consecrato vescovo di Sergiopoli nella Siria il P. F. Eugenio Cerina nostro Riformato, già missionario apostolico.

Div.mo, obbl.mo sevo F. Gio. Grisostomo.

2773. 1803

Al P. Arcangelo da Tassullo. Mezlombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.A.

Non fu mia intenzione, che la P.V. si prendesse tanta premura con tanto incomodo, per rimandarmi il mio Martirologio manoscritto. Mi sarei contentato di riaverlo anche dopo un mese. Il carattere di F. Basilio è buono, e potrà servire: ma quanto più grosso sarà, riuscirà più comodo ai lettori di coro. Avverta, che sia eziandio diligente per non variare, o tralasciare parole. Io non tengo raccolte a penna tutte le orazioni nuove del Breviario, perché ho a stampa il Diurno, ed il Supplimento. Facciano anch’essi col Diurno ebdomadariale come abbiamo fatto qui noi. Rapporto al Supplimento del Messale abbiano la sollecitudine di emendarlo, commettendo tale officio ad uno, che siane attento, ed abbia un buon carattere. Il trovare venali le buone meditazioni del pio P. Cuniliati ora è assai difficile. Ho inteso, che il moderno letterario di Venezia non vuole brighe per la nostra Provincia. L’ultima copia, che qui si ebbe delle predette meditazioni fu di più edizioni. Non parlo del P. Gaetano Maria da Bergamo, perché non l’ho esaminato: ma suppongo, che leggendosi con prevenzione non farà male, od almeno in parte gioverà. Qui diciamo il Credo nella Messa cantata di s. Catterina, perché abbiamo l’altare di essa: ed io credo, che altrove non possa dirsi. Finisco colla carta riverendola. Trento 25 novembre 1803.

900 To, 2, n. 1820.

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2774. 1803 Al P. Giorgio da Cles Vicario in Cavalese.

R.P.P.C. In ordine a quanto ha scritto il M.R.P. Provinciale avviso la P.V.R. che per

accompagnare l’ordinando Fra Luigi a Marano, oppure a Bressanone901, proccuri di lasciarsi ritrovare in Egna nella sera dei sei del prossimo dicembre, onde possano celebrare in Bolgiano la festa dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima nostra Signora. Fra Luigi pensa d’andare a Mezlombardo nel sabato de’ tre dicembre (andò) e di essere in Egna li sei. Bramo, che il concertato abbia il suo effetto; e riverendola resto. Trento 25 novembre 1803, di sera902.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2775. 1803

Alla stamperia, e libreria monauniana. Vienmi ricercata903 una copia del sinodo feltrense, tenuto da monsignor Andrea

Minucci nell’anno 1760, ed una copia del sinodo trentino, celebrato dal cardinale Lodovico Madrucci nel 1593. Li prego di farmi sapere se li tengono venali. S. Bernardino 25 novembre 1803.

2776. 1803

Vigore praesentium cum salutaris obedientiae merito, Reverendus Pater Frater Georgius a Clesio concionator, et Vicarius nostri conventus cavalesiensis, Meraniam, vel Brixinam904 se se conferet, una cum Fratre Aloysio a Clesio Diacono, ad sacrum presbyteratus Ordinem promovendo: quo rite promoto, ad propria cum eodem redibit. Commendatur idcirco etc. ut supra num. 2675. Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die 2 decembris A.D. 1803.

L.+S. maioris Fr. Iosephus Antonius a Clesio

Minister Provincialis Franciscanorum.

2777. 1803 Al Papa Pio Settimo.

Ego infrascriptus Minister Provincialis Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci Provinciae Tridentinae sancti Vigilii, universis, et singulis praesenets literas inspecturis fidem facio, ac testor, reverendos in Christo Patres Fratres Philippum a Medio.Corona lectorem theologiae, et concionatorem actualem in ecclesia ista cathedrali, ac Davidem a Thiarno lectorem theologum, et Guardianum actualem huiusce conventus, novissime a me, cum venerabilis Diffinitorii consensu delegatos, ac deputatos fuisse concionatores pro natione italica in ecclesia aulica Salisburgensi, ad votum RR.PP. Guardiani905, et Vicarii conventus illius, inhaerentium iussionibus serenissimae celsitudinis Ferdinandi regii archiducis Austriae, ac S.R.I. electoris

901 Andarono a Bressanone, dove F. Luigi fu ordinato sacerdote gli XI dic.. Fu in Trento ai 19

dicembre. 902 Replicato colla stessa data li 30 novembre. 903 Dall’abate Patuzzi di Limone. 904 Andarono a Bressanone perché il vescovo di Marano manca, essendo andato a Vienna. 905 P. Hermolai Moseri Guardiani.

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Salisburgensis: eosque dignos esse favoribus, quos in his adnexo libello supplici a SS. D. N. Pio Papa Septimo humillime petunt. Testor insuper Patrem Fratrem Ioannem Pium a Mohena concionatorem, futurumque lectorem, dignum pariter esse, qui ab eodem S. D. exaudiatur iuxta petita906. In quorum fidem etc. Datum Tridenti in conventu s. Bernardini die 2 decembris Anno Domini 1803.

L.+S. minoris Fr. Iosephus Antonius a Clesio

Minister Provincialis, ut supra.

2778. 1803 Il signor Monauni è pregato di notare su questo stesso foglietto, se tenga venali le

Costituzioni sinodali del cardinale Lodovico Madrucci vescovo di Trento, più volte stampate: e le Costituzioni sinodali di monsignor Andrea Minucci vescovo di Feltre. Così scrive Frate Giangrisostomo Riformato. Die 6 decembris 1803.

Extra. Per il sig. Monauni.

2779. 1803 Al P. Daniele da Enno Guardiano di Pergine.

R.P. Guardiano, padrone mio colendissimo. Confesso, che in questa sera ho ricevuto la corda di biscotti mandatami dalla di Lei

bontà senza verun mio merito. La ringrazio adunque; e bramando di poterle contestare con fatti la mia gratitudine , la riverisco divotamente, e mi professo. Trento 6 dicembre 1803.

Della P.V.R. Div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Gio. Grisostomo.

2780. 1803

Al P. Pietro Damiano da Borgo Diffinitore. Arco. Le Grazie. R.P.P.C.

Affinché la P.V.R. non sospetti, che la sua scrittami siasi arenata, o smarrita, l’accerto, che la ho ricevuta, e che due volte ho scritto al sig. Monauni stampatore, e libraio (non potendo andare da lui personalmente) per avere i due richiesti libri. Finalmente mi ha risposto, che li cercherà; ma rapporto al feltrino suppone di non tenerlo. Replicherò le mie istanze; ma temo, che non così presto resterò contento907. Frattanto, come spero, verrà qua la P.V.R. ed a Lei toccherà la buona sorte di rendere ben servito il lodatomi signor abate Gio. Battista Patuzzi. Le sospiro felicissime le imminenti sante feste, e riverendola mi dico. Trento 12 dicembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2781. 1803

Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Mezlombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.A.

906 Il P. Pio chiede la licenza de’ libri proibiti, attesi li suoi scrupoli. Nel 1778 S.C. S. Officii

concessit nostro P. Provinciali, ut cum Diffinitorii consensu possit Religiosis concedere licentiam legendi libros alias prohibitos. Vide Acta Provinciae 1778, pag. 393.

907 Sono stato personalmente dal Monauni li 14, ed ho parlato.

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Rispondo un pò tardo908, perché prima non ho potuto, tenendo impegni indispensabili. Della Messa Rorate parla il Padre Gio. Battista Halden d’Insprugg Gesuita nel suo Effemerologio ecclesiastico stampato in Bressanone l’anno 1717, alla domenica 1 d’Avvento, dicendo: Missa votiva solemnis de B.V. (vulgo ab eius introitu dicta Rorate) quotidie per Adeventum, adeoque etiam hac dominica, ex recepta consuetudine in pluribus Germaniae locis solet decantari cum Gloria, et Credo. Agli 8 dicembre avvisa, che Praefatio de B.V. Et te in Conceptione hodie, ac per octavam etiam dicitur in Missa Rorate, ubi haec ex more alicubi recepto, aut privilegio, per Adventum decantatur quotidie per modum Missae votivae solemnis sine ulla commemoratione. Finalmente pag. 232, dove tratta de Missis votivis dice, che Missam Rorate, in quibusdam ecclesiis quotidie in Adventu decantari solita, cantari potest etiam infra octavam Concept. B.M.V. Secus vero de votivis aliis infra alias octavas B.M.V909. Nel Direttorio della diocesi di Bressanone per l’anno 1801 agli 8 di dicembre leggo: Praefatio de B.V. Et te in Conceptione etiam in Missa votiva Rorate per totam octavam910. Nel Direttorio della diocesi di Sirmione per l’anno 1761 parimente leggo In Missis Rorate, quae per totum Adventum dici solet sub auroram instar Miss. votivae solemnis dic. Glor. orat. unica, Cr. Praef. de B.M.V. Et te in veneratione (in festo tamen Conceptionis et per octavam dicitur Et te in Conceptione). Ite Missa est, et Evang. s. Ioannis in fine, color. alb. Appresso il P. Cavalieri911, ed altri autori leggo finalmente, che Missa Rorate, etsi solemniter decantatur in Adventu, non est tamen recensenda inter Missas votivas, pro re gravi, vel pro publica causa, sed haberi dumtaxat poterit, ut mera populi devotio. Così ha rispsoto S.R.C. die 29 ianuarii 1752 in una Ordinis Carmelitarum Excalceatorum Provinciae Poloniae, che allegaronla instituita in un Concilio provinciale della Polonia, approvato da Paolo V Papa. Il fin qui detto risguarda la Messa Rorate quotidiana. Di quella, che celebrasi nella novena innanzi al s. Natale, dico solamente, che trovasi privilegiata dalla S. Sede. Con questo finisco, augurandogli ogni felicità nelle prossime sante feste, e dicendomi. Trento 12 dicembre 1803.

Suo div.mo F. Gio. Grisostomo.

P.S. La Beata Cervelliona fu da me fissata nel primo giorno d’ottobre in perpetuo, giacché non mai potrassi fare in tal giorno l’officio intero di s. Remigio: e riesce comodo l’averla nel detto giorno per ischivare la coincidenza delle antifone, e de’ versetti, che soleva occorrere quando in esso si mettevano de’ traslati per accidens.

2782. 1803

Al sig. canonico Conte Carlo de’ Pompeati. Trento. Pro memoria.

Il vescovado Bibliense, che toccò a monsignor Gio. Paolo Ciurletti canonico di Trento, e suffraganeo di Salisburgo, fu nel patriarcato di Antiochia della Storia, siccome imparo dal Provinciale omnium Ecclesiarum cathedralium universi orbis, stampato, scorrettissimamente però, Romae in Vico Peregrini apud uxorem q. Balthasaris Cartularii l’anno 1543 in 4° dove leggesi Biblien. qui dicitur Cibilet. Michele Antonio Baudrand Parigino nelle sue Giunte al Lessico geografico del Padre Filippo Ferrari della

908 Ad eum respondi etiam die 13 februarii 1804. Vide To. 1, 909 Cantatur etiam Tridenti, Avisii, Roboreti. 910 Lo stesso si dice nei Direttori della nostra Provincia Tirolese per gli anni 1801, e 1802. 911 Cavalieri To. 5, pag. 124. Ferrari To. 8, verbo Decr. S.R.C. num. 1257. Chronolog. Seraph. To. 4,

pag. 46.

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stampa di Padova del 1675, in fol. ha posto Bible, quae et Digba, urbs Asiae, in Babylonia regione, ad Tygrim fluvium, 15 milliaribus infra Ctesiphonte, forsan nunc Cormaba, Il predetto Ferrari poi ha: Byblus, Byblos Plin. Giblet, teste Brochardo, seu Zibellet Nig. et Postel al. Gibeleto, urbs Fhoeniciae merid. inter Tripolim, et Berytum, al. inter Botrym, et Berytum, urbs archiepiscopalis sub patriar. antiocheno, nunc cum Botry excisa.

L’orazione del Padre Wex mi fa testo rapporto al giorno della morte, ma non all’anno della nascita del lodato signor professore Andrea Pompeato-Luchini. Che sia nato al fine di novembre dell’anno 1649, e che non avendo ancora terminato l’anno ventesimo della sua età, sia stato laureato in Padova da professore giurista Tebaldo, cioè nell’anno 1669. Stento a crederlo, perché nell’Historia Gymnasii Patavini di Niccolao Comneno Papadopoli, stampata in Venezia l’anno 1726 trovo un solo professore di al cognome, voglio dire Carlo Tebaldo padovano, e questi fu professore in quell’università soltanto dai 12 di settembre 1683, sino ai 18 di settembre del 1685, in cui morì, per attestato del detto Papadopoli To. 1, pag. 162, e 275. Stupisco poi, che il Padre Wex niente affatto dica degli scritti d’Andrea, specialmente avendolo io ritrovato in un catalogo inedito di scrittori tirolesi. Io né pur dubito che abbia scritto delle cose appartenenti alla sua professione legale: e quindi l’ho aggiunto al mio catalogo di scrittori tirolesi912.

Così senza cerimonie per risparmio di tempo risposi li 16 dicembre 1803 rimandando l’orazione funebre del P. Wex per mezzo del Padre Provinciale, recitata in Insprugg nel 1694, e stampata ivi nel 1695. Vedi la nostra Biblioteca Tirolese verbo Wex, e verbo Pompeati Andrea.

2783. 1803

Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo. Carissimo Fratello, Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Ho differito il ringraziarvi della carità delle due corde di biscotti, che mi avete mandato, come fo colla presente, perché ho voluto prima parlare col Padre Provinciale secondo il vostro desiderio. Mi dispiace però, che non posso consolarvi, atteso, che mi ha risposto, che non può esentarvi dal predicare nella prossima Quaresima, se altro non succederà. Nella stessa Quaresima gli mancheranno i due predicatori Filippo, e Davide destinati predicatori aulici in Salisburgo, per dove s’istraderanno dopo l’Epifania. I pulpiti sono molti. Li predicatori, ed anche sacerdoti sono rispettivamente pochi dappertutto. Sicché, Fratello Carissimo, pazienza. Confidate in Dio Signor nostro, che siccome havvi aiutato fino al giorno d’oggi, aiuteravvi anche nell’avvenire, giacché lavorate, e faticate per Lui. Prevaletevi della carità, e discrezione della Santa Madre Religione, e sminuito nel convento le occupazioni non guardianali del confessionale. Io spero, che rassegnerete, e che in fine vi chiamerete contento. Vi avverto poi, che l’ultimo foglio della gazzetta trentina contiene delle proposizioni false, e cattive, e che soltanto ieridì ho corretto l’ultimo foglio del Direttorio diocesano. Vi auguro felicissime le sante feste, e vi abbraccio ecc. Trento 17 dicembre 1803.

P.S. Ringraziate per me il vostro P. Vicario ecc.

2784. 1803. Ai signori Monauni stampatori di Trento.

912 *Biblioteca Tirolese.

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Avvertano, che i numeri de’ fogli della gazzetta fallano, poiché dal num. LXIX de’ 30 agosto fu fatto un salto al num. LXXX, e dopo il num. CIX fu replicato il XCIX. Così ho scritti li 19 dicembre 1803. Il foglio seg. fu notato C, ma doveva notarsi CI.

2785. 1804 (sic)

Fr. Iosephus Antonius Dusini a Clesio Ordinis Minorum Strictioris Observantiae sancti Francisci lector theologus, concionator, ac Provinciae Tridentinae sancti Vigilii

Minister, et Servus. Plurimum nobis in Christo dilectis RR. PP. FF. Philippo Panizza a Medio-Corona,

et Davidi Degara a Thiarno eiusdem Instituti, ac Provinciae alumnis, lectoribus theologis, concionatoribus, confessariis, et ex Guardianis salutem in Domino sempiternam913.

Cum simul ac RR. PP. Guardianus, et Vicarius cinventus salisburgensis Patrum Recollectorum S.P.N. Francisci a Nobis petierunt duos probos, et doctos Religiosos, qui iuxta saluberrimum serenissimi principis Ferdinandi Regii Archiducis Austriae, ac primi Ducis, et S.R.I. electoris salisburgensis edictum, in aulica eorum ecclesia conciones, et catecheses italico idiomate, sive pro italica Natione obeundum, cum venerabilis Nostri Definitorii consensu delegerimus, et deputaverimus: nunc vigore praesentium, cumque salutaris obedientiae merito Vobis praecipimus, atque mandamus, quatenus absque mora illuc Vos conferatis. Ut autem iter prosperum, ac felix, adversante licet hiemali rigore, Vobis concedere dignetur Deus Optimus Maximus, optamus, et rogamus, Vosque universis, et singulis Patribus superioribus conventuum, et dominis benefactoribus, ad quos accesseritis, enixe commendamus; ac tandem seraphica benedictione peramanter communimus. Datum Tridenti in Conventu sancti Bernardini die secunda ianuarii Amnno Domini Nostri Iesu Christi 1804914.

F. Iosephus Antonius a Clesio Minister Provincialis etc. L.+S. maioris De mandato P.S.A.R.

Fr. Gasparus Bottesi a Campo secretarius Provincialis.

2786. 1804 (sic) Fr. Iosephus Antonius a Clesio Ordinis Minorum Sancti Francisci Reformatae

Sancti Vigilii Provinciae Minister, et Servus. Plurimum in Christo Nobis dilecto R.P. Gaudentio a Tridento Definitori actuali eiusdem Provinciae, salutem in Domino sempiternam915.

Vacante Guardianatu nostri conventus Sancti Bernardini apud Tridentum, per discessum R.P. Davidis a Thiarno delecti concionatoris ducalis, et electoralis aulae salisburgensis pro eius natione italica, vigore Statutotum Generalium nostrae Reformationmis Cap. 8, num. 60, elegimus Te in praesidem dicti conventus usquedum de Guardiano alio provideatur. Itaque praesentibus literis Tibi praecipimus, atque mandamus, quatenus cum sanctae obedientiae merito praefatum munus assumas, et obire cintendas, ita ut tua vigilantia, prudentia, et charitate seraphica, glicsentes

913 Antonius Panizzius sculptor Tridenti an. 1666, et 1692; Antonius Panitia notarius Lonati an 1679;

Michael Panitia de Lonato an. 1704; Pietro Panizza 1671; Io. Baptista de Panitiis; Io. Andreas Panizza an. 1561.

914 Scripsi die 19 decembris 1803. Partirono per Salisburgo li 7 gennaio di mattina innanzi giorno. 915 Letta, e pubblicata li 7 gennaio di mattina.

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defectus, et subrepentia subditorum tuorum errata elimines, evellasque: ac germina virtutum succrescentia, quo ad perfectam, et consumatam maturitatem perducantur, sedulitate, ac industria tua foveas, excolasque: ac tandem omnes ad votivam perfectionem vehementius impellas. Vale, ac Deum Optimum Maximum enixius orare cum tuis subditis etiam pro Nobis, qui seraphica Tibi, et illis benedictionem peramanter impertimur, ne praetermittas. Datum in eodem conventu s. Bernaridni die 7 ianuarii Anno Domini Nostri Iesu Christi 1804916.

Fr. Ios, Antonius a Clesio Minister Provincialis etc. L.+S. De mandato A.R.P.S. F. Gasparus a Campo

secretarius Provincialis.

2787. 1803 Pro memoria.

La prima lettera venuta da Salisburgo, e ricevuta in Trento dalla posta nella sera de’ 26 novembre dal nostro Padre Provinciale si è del seguente tenore917. Intus. Plurimum Rev. Religiosissime Pater

Pater Minister Provincialis Honorandissime. Cum ex mandato regiae suae Celsitudinis Electoris nostri ecclesia nostra aulica de

duobus viris vitae probatae, et in re christiana perdoctis providendi sit, ad Reverendum prae ceteris conventum duximus recurrendum, rogandumque plurimum reverendam Paternitatem vestram, ut in eodem conventu, aut adiacentibus, nobis tuos viros, ut praedictum est, aptos tamquam missionarios submittere dignetur, quorum unus conciones, alter cattecheses in ecclesia nostra aulica habere in lingua italica possit.

Habebunt autem eandem nobiscum mensam, et vestitum. Duas in hebdomada Missas liberas, aut quod liberum erit stipendium pro eis unum florenum rhenanum 69 crucigerorum, ex quo si noster potus, qui in cerevisia, et scutella vini consistit, eis non sufficeret, et aliud sibi, et reliqua necessaria comparare poterunt: habebunt, et cellam prout apud nos mos est pro concionatoribus calefactam, et liberi erunt a choro. Poterunt submissis aliis pro eis aeque idoneis suo tempore ad suum conventum denuo reverti, si placuerit.

Hae sunt conditiones, sub quibus, et aliis pro futuro forte adhuc melioribus, si qui adsint, qui voluerint, venire poterunt: et ut nobis mittantur, submisse rogamus plurimum Reverendam Paternitatem vestram, expectamus hac super re, quam citius fieri poterit responsorias litteras, sumusque ad reciproca charitatis fraternae officia paratissimi.

Plurimum reverendae Paternitati vestrae addictissimi P. Hermolaus Moser Pater Guardianus P. Simeon Wagner Pater Vicarius et conventus.

Salisburgi die nona novembris 1803. Extra. Plurimum Reverendo Religiosissimo Patri

Patri N.N. Ministero Provinciali Franciscanorum actuali Provinciae Roveredanae Patri suo observandissimo

a Roveredo.

916 Scripsi die 22 dec. 1803. 917 Scripsi die 25 decembris in sero.

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2788. 1803 La seconda lettera salisburghese si è questa:

Plurimum Rev. Relig.me Pater Minister Provincialis, Pater ac Patrone observandissime.

Peroptatae venerunt nobis P.R.P.M. Provincialis litterae officiosissimae, ex quibus tuam in omnes sive respectu ad nationem confratres profussam, paternamque charitatem sat superque cognovimus, cum ingenti gaudio, fatemurque, quod nos tibi per hoc etiam obstrinxeris vel maxime. Ad proposita autem quaesita nunc sine ambagibus respondemus. I. Serenissimi Electoris nostri votum quidem esset, ut cum novo anno conciones quoque, et catecheses inciperent, saltim quam primum fieri poterit. II. Catecheses habebuntur singulis dominicis, ut hic moris est, a prandio. III. Conciones autem ab altero singulis dominicis, et festis diebus de praecepto, qui tamen et hic ad minorem nuemrum ut in tota Germania redacti sunt. IV. Singilis hebdomadis in Adventu, et Quadragesima tres erunt conciones, quae ubique mediam horam non excedant: quas concionatores Adventus, et Quadragesimae duo itali, prout videbitur, inter se dividere poterunt. V. Quoad vacationem nil a serenissimo Electore determinatum est: et quia conciones, uti et catecheses italiace pro aulicis potissimum habendae sunt, putamus tempus vacationum eo tempore non defuturun cum praedicti aulici cum serenissimo Electore extra aulam per anni decursum habitaverint, aut certe unus pro altero vacationem expetente supplere vices interim facile poterit cum catecheses ob paucitatem praesentium multum dificultatis non sint habiturae. Interim cum gaudio expectamus ultimam plurimum rev. P. Re. P. M. Provincialis resolutionem, et adventum confratrum a te mittendorum, quos non dubites omni in honore et charitate suscipiendos et semper habendos a nobis esse. Erimus autem et tibi, et toti Provinciae suae sempe gratissimi, et ad reciproca charitatis officia paratissimi.

Salisburgi quinta decembris 1803. P. Hermolaus Moser Guardianus et PP. Discreti conventus.

Extra. da una bella mano italiana. Al Molto Re.do P. S.r.S.r Patrone Colendissimo Il P. Giuseppe Antonio di Clesio Ministro Provinciale dei PP. Francescani918

Trento

2789. 1803. Il signor Gio Battista Tomaselli ut supra num. 2161. Dato li 26 dicembre 1803.

Consegnato al Monauni li 4 gennaio 1804.

2790.1803 Al P. Stefano da Sfruzzo Guardiano. Cavalese.

Rev. Padre padrone mio osservandissimo L.I.C.D.N. Rispondo senza verun ritardo alla sua trascrivendogli ad literam quanto un dì trovai

nella lettera circolare, che scrisse in Borgo li 7 maggio 1747 il Padre Ferdinando da Branzolo nostro Ministro Provinciale. Sappia dunque, che in essa ho letto così: “Nel giorno solenne del ss. Natale siccome il celebrare la Messa conventuale tocca al superiore o Provinciale, o locale, così ad esso pure si aspetta l’applicarla per la

918 Carentani 16

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conventuale, e non sarà obbligato a ristituirgliela al Padre eddomadario per turnum, ancorché il Natale cadesse in giorno di domenica. Ma la domenica delle Palme, e nella festa della Ceriola, quando occorre in domenica, l’eddomadario dovrà applicare la sua Messa secondo l’intenzione del Padre Vicario, il quale in quel giorno deve dire la conventuale, ed anche applicarla come tale. Così risposero li Padri del venerabile Diffinitorio da me consultati su questo punto a tenore del compromesso capitolare, che conferì ai medesimi l’autorità di dichiarare autenticamente i passi dubbi, ed oscuri del nostro Cerimoniale”. Fin qui il lodato Padre Ferdinando.

Mi congratulo sinceramente col Padre Lattanzio, che abbia ricevuto da Dio Signor nostro clementissimo di poter cantare la sua Messa quinquagenaria: sospiro al medesimo, alla P.V.R. ed a tutti li suoi buoni Religiosi un felice capo dell’imminente anno, con un pari proseguimento, ed essendo diventato il sacerdote più prossimo alla giubilazione, e fors’anche alla morte, mi raccomando caldamente in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento, s. Bernardino 28 dicembre 1803.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

2791. 1803

Terza lettera salisburghese, ricevuta li 28 dicembre. Extra. Plur. Rev. Relg.mo P. P. Iosepho a Clessio O.S.F. Provinciae Tridentinae actuali

Ministro Provinciali dignissimo Guardiano, et Lectori em. Patri ac patrono suo observandissimo.

Per Inspruch a Trident Intus. Plur. Rev. Relig.me PP. Minister Provincialis.

Pater ac patrone observandissime! Quanto nos gaudio repleverint litterae P.R.P.T. litteris exprimere satis non

possumus; charitate actuali exquisita exprimemus, qua viros excipiemus, a te propediem mittendos, viros inquam ex officio, quo actu fungebantur adeo iam honorabiles, atque eo magis etiam a nobis, et a tota civitate honorandos, gratias, ut par est maximas rependimus plurimum Re. Pat. Tuae in primis, dein Rev. Patribus Deffinitoribus, sicuti et toti conventui, quod consenserint in dimissionem tam bonorandorum Patrum, et confratrum adeo sibi carorum, et in maximis muneribus spectatorum, quae excolebant, alter in vestro conventu, alter in ecclesia cathedrali, de quibus propterea dubitare nefas ducimus, quin aptissimi sint ad munus vere apostolicum, ad quod et a nobis serenissimi Eletoris nostri nomine petebantur, et omnium superiorum suorum consensu mittuntur. Propterea etiam qua vobis, et confratribus vestris mittendis intelligemus essa commoda, et accepta, omni super studio persequemur dilignterque praestabimus. 2. Hinc, si quid expensarum in via opus feurit, diligenter notetur, ut serenissimo exhiberi, solvique possint. Vota pro festis natalitiis, novoque anno facta ex corde rependimus. P.R.P.T. rev. PP. Definitoribus, totique conventui, quibus omnibus prospera omnia, animove fraterno optamus, et hisce nos ad omnia charitatis officia simul paratissimos profitemur, et cum omni veneratione sumus.

Pl. Re. Pat. tuae Dabam Salisburgi 19 decembris. 1803 Obstrictissimi

P. Hermolaus Moser Guardianus et conventus.

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2792. 1803 Al sig. don Gio. Vigilio de’ Carli. Trento.

Molto illustre e m. rev. sig. sig. e padrone colendissimo. Eccola servita con una copia fedele dell’allocuzione fatta nel palazzo Tunniano ne’

primi d’aprile dell’anno 1800 dall’illustrissimo signor Conte Girolamo de’ Graziadei capo-console di Trento, al neo-eletto vescovo, e principe di Trento Emmanuele Maria de’ Conti di Thunn. Le rinnovo l’augurio d’un felice capodanno, e tutto pieno di stima, e venerazione senza più passo a protestarmi. S. Bernardino 29 dicembre 1803919.

Di V.S. Molto illustre e m. rev. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio Grisostomo da Volano.

Nota. L’allocuzione, che comincia: Il faustissimo, sta nel mio Codice diplomatico To. V. num. 1049. Extra. Al Molto Ill.re e Molto Rev. sig. sig. e padrone colendissimo

Il signor don Gio. Vigilio de’ Carli professore pubblico, ed eccellentissimo di grammatica in

Trento

2793. 1803 Al P. Giuseppe Maria da Pradazzo. Roveredo. S. Rocco.

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N. Obbligato mi professo all’ottimo neomista Beltrami per la memoria, che conserva

di me. Secolui mi congratulo, che il Signor Iddio l’abbi innalzato all’eccelso grado di suo ministro, e l’assicuro, ch’eziandio questi Religiosi, ragunati nel refettorio dopo il pranzo, hanno sentito con tanto piacere le di lui lodi, espresse nell’allocuzione del Popol de Rovré, che hanno aggradito molto il sentirle due volte. Io pure tengo per certo col medesimo popolo, che renderassi sempre più degno di lodi, e pregandolo d’un Memento Messale920, l’assicuro, che inserirò i fogli mandatimi nel volume di memorie, che fo legare ogni anno, ne pereant, come suol accadere a simili stampette921, lo ringrazio un’altra volta, sospiro a lui, ed alla P.V. un felice capodanno, e li riverisco. Trento, s. Bernardino 31 dicembre 1803.

Loro servo inutile F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Fu ordinato sacerdote con dispensa papale rapporto al difetto dell’età, da sua ecc.za R.ma monsignor Giovanni Andrea Avogadro vescovo di Verona, residente in Monte Forte fuori della città, per non istare nella residenza civica, ora resa cisalpina, li 17 dic. 1803, sabato della 4 Tempora. Cantò la sua prima Messa in s. Marco di Roveredo li 24 dicembre nella notte precedente li 25 avanti però la mezzanotte ex privilegio roboretanis concesso. Un libretto di versi è di Giovanni Galvagni. Un altro di Giacomo Maria Galvagni. Un foglio di P.C.B. ed un altro di B.B. Tutti furono stampati in Rovereto per Luigi Marchesani S.I.R.922. Tutti li porrò nel To... della mia raccolta di Novelle universali.

919 Mi chiese questa copia li 27 dicembre. 920 *Un ricordo nella celebrazione Messa. 921 Gli ho già inseriti. 922 *Stampatore imperial regio.

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2794. 1803 Pro memoria923.

Le monache di san Michele hanno pagato alla salara di Ala nell’anno924: 1757 Fiorini 52, car. 41 1798 Fiorini 53, car. 9 1799 Fiorini 54, car. 3 1800 Fiorini 51, car. 30 1801 Fiorini 54, car. 21 1802 Fiorini 56, car. 3 1803 Fiorini 55, car. 31 1804 Fiorini 42, car. 57 1805 Fiorini 55, car. 30 1806 Fiorini 42, car. 45.

Per la condotta poi da Ala a Trento di sacchi 19 nel: 1797 Fior. 72, car. 36 1798 Fior. 99, car. 45 1799 Fior. 60, car. 48 1800 Fior. 69, car. 42 1801 Fior. 98, car. 48 1802 Fior. 79, car. 48 Pel calo di monete fior. 1, car. 30 1803 Fior. 56, car. 36 1804 Fior. 53, car. 50 Ai facchini fiorini 1, car. 12

2795. 1804

Pro memoria Ho dato copia delle tre lettere salisburghesi ai Padri che andranno a Salisburgo, in

tre mezzi fogli, ad ognuno de’ quali ho aggiunto: “Ego F. Ioannes Chrysostomus Thovatius de Avolano chronologus, Definitor, ex pro-secretarius provincialis, fidem facio, ac testor, retroscriptum exemplum epistolae salisburgensis, perfecte concordare cum eius originali, servato ab adm. Rev. Patre Ministro Provinciali, ad quem data fuit. Sicque testor Tridenti in conventu sancti Bernardini die 3 ianuarii 1804, apposito sigillo provinciali

L.+S. Prov.

2796. 1804 Alla stamperia monauniana. Trento.

F. Giangrisostomo è restato molto mortificato nel vedere lo sbaglio intollerabile commesso nel suo Direttorio diocesano. Egli ha scritto nella prima stampetta queste precise parole: Se hanno intenzione di mettere secondo il solito le lettere domenicali alla testa de’ giorni, favoriscano di mettervele avanti la seconda correzione. No fu favorito, ed avendovele messe eglino dopo la seconda correzione, le hanno fallate tutte sino ai 26 di febbraio: col di più, che hanno fallato anche non replicando la lettera f dell’anno bisestile, come prescrive la rubrica posta nel Calendario al fine del febbraio.

923 Sopra num. 2453. 924 Per la così detta imposta.

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Cosa diranno i rubricisti moderni, e futuri? Pazienza. Ma non facciano più così, non si fidino di se stessi, ed ubbidiscano al correttore ecc. Così ho scritto li 3 gennaio 1804.

2797. 1804

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. Trento. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Mi compatisca, se non le ho risposto subito. Anch’io son miserabile, poiché oltre gl’impegni, che tengo, il tempo mi manca, perché non o più quel vigore ch’ebbi un dì per lavorare la notte. Ciò non ostante ho pregato espressamente sua Divina Maestà, che doni un buon capodanno a V.R. ed a tutte le sue Madri, mie benemerite padrone. Desidero, che il mio cordiale augurio abbia effetto, ed ho qualche speranza. Ella rapporto ed ai suoi acciacchi, ed alla sussistenza del venerabile monastero, proccuri di acquistarsi col sia fatta la volontà d’Iddio Signor nostro. Io non trovo altro rimedio. Si contenti, che è arrivata ad essere la seniore. ed ancora valida. Aggradisca l’esibizione sincera del signor Conte Bortolo Tabarelli; ma si riservi di accettarla in uso, che non potesse stare con Religiose. Si consoli, ch’è vecchia: ed anche che trovasi amata singolarmente dalle molte sue consorelle. Non abbia scrupolo di trattarsi da vecchia acciaccata. Tutte sanno, che ha sempre lavorato volentieri. Offerisca al Signor Iddio la sua buona volontà, e stia sicura, che le sarà computata a merito. La prevengo, e prego, di non prendersi verun incomodo per la mia festa, bastandomi, che mi raccomandi al Santo, ed a dio. Io farò per la sua quel poco, che ho fatto in addietro, ed ho promesso di fare finché potrò. Io pure temo di non finire l’anno corrente 1804. Madre, consoliamoci sperando d’andare in Paradiso per effetto dell’infinita bontà del Signor Iddio, e per li meriti di Gesù Cristo Signor Nostro. Amen. Amen. S. Bernardino 3 gennaio 1804.

2798. 1804

Al P. Stanislao Guardiano di Ala. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Io. Chrysostomus de Avolano S.

Huc usque distuli respondere novissimis literis A.R.P.T. quia de die in diem expectavi adventum salis. Paucis ab hinc diebus venit sal pro Clarissis tantum. Etiamnum igitur expecto aliud pro nobis925. Expecto insuper nuncium, quod notum tabaccum ad te pervenerit; certus enim sum, quod depositum fuerit apud Patrem Guardianum bulsanensem. Interim respondeo tibi, quod pro eodem tabacco soluti fuerunt mercatori roboretano floreni decem, et crucigeri quadraginta: quodque pro expetita theologia contensoriana sollicitus erit noster Pater Provincialis, cui dedi titulum editionis venetae. Respondeo tandem, quod P. Guardianus roboretanus ab exordio elapsi decembris est Roboreti cum Fratribus suis in semidiruto conventu s. Rochi. His addo, quod die septima huius hinc discedent PP. Philippus Panizza lector, et David Degara Guardianus Tridenti, tamquam deputati concionatores, et catechistae itali electoralis aulae salisburgensis. Ad te quoque transeuntes venient926. Alia post adventum salis praedicti ad te scribenda relinquo. Interim autem ut bene valeas opto. Tridenti die 3 ianuarii 1804.

925 Venit die septima Tridentum. 926 Discesserunt die 7 ante lucem, ducente Matthaeo Dulzano. Rescripserunt Salisburgo die 19

Tridentum pervenit epistola die 26. Fratres Salisburgum pervenerunt die 15 ianuarii.

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2799. 1804 Alla cancelleria ecclesiastica di Trento.

Nota. Concionatores quadragesimales Ordinis Minorum Reformatorum sancti Francisci

hoc anno 1804 deputati sunt Clesii P. F. Amandus a Covalo. Medii Sancti Petri P. F. Petrus Regalatus a Caresio. Lomasii P. F. Patritius a Viculo Basilicae. Cavalesii P. F. Illuminatus a Clesio. Presentata li 6 gennaio dal P. Provinciale alla Curia ecclesiastica di Trento, cioè al

sig. Provicario. Le patenti furono tacconate.

2800. 1804 Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al signor Antonio Schweizer,

esibitore del presente troni 264, car. , dico troni dugento sessantaquattro, e carentani cinque927. Che della carità il signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 9 gennaio 1804928.

D’ordine del Padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Per n. 18 sacchi di sale regio tolti in Ala d’Insprugg, e giunti a s. Bernardino nella mattina de’ 9 gennaio929. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

*Fra le pagine 3560-3561 vi è questo biglietto*: “Trento li 7 gennaio 1804. Sono giunti qui in dogana 18 sacchi- Sale per li R.R.P.P. Minori Riformati di s. Bernardino. Antonio Schweizer”.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------

2801. 1804 Al P. Pietro Paolo da Roncegno Custode. Borgo.

R.P.P.C. Insieme colla presente indirizzo alla P.V.R. un lungo rotolo, che dà il modello per

rifare il nostro convento roveretano di s. Rocco, affinché Ella pure dica il suo sentimento, il quale aspettasi dal M.R.P. Provinciale, che ora è in Mezzo Lombardo.

L’altrieri sono di qui partiti per Salisburgo li PP. Filippo, e Davide. Ora è qui costituito presidente il P. Diffinitore Gaudenzo, e continua la lettura il P. Diffinitore Damiano.

Domani partirà per Mezzo Lombardo il P. segretario. La prego d’un saluto al mio fratello, e di avvisarlo, che con questa gli spedisco una copia del mio Direttorio diocesano per la sua sagrestia. Mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 9 gennaio 1804930.

Di V.P.R. cui aggiungo, che ho fatto cenno del Direttorio per il caso che si smarrisse.

927 Fiorini 52, 53. Vedi sopra num. 2794. 928 Fu consegnato li 9 al figlio. 929 Ogni sacco troni 14,8 e più. 930 Spedita li 13 per Isidorum.

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Div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo.

2803. 1804

Alla M. Maria Barbara Maccani Badessa. S. Chiara. Molto Rev. Madre sia lodato Gesù Cristo S.N.

Le rimando intatta la relazione del signor Bertolini, colla giunta d’una mia qualunque siasi memoria. Io non ho potuto far meglio, e ciò non ostante mi lusingo, che lo scritto non sarà inutile ai nostri posteri. Non so il perché siasi smarrita la mia prima scrittura nello stesso giorno, in cui feci qualche collazione colla bertoliniana. La ho cercata diligentemente; ma in vano. Mi spiace, che con essa ho perduto la nota del dato al vetriaro, al tisler, al fabbro ferraio, e muratore ecc. sebbene questo, ed altro si potrà facilmente registrare nelle aggiunte dopo il num. 6. Chiedo scusa della mia povertà, e tardanza: mi raccomando di cuore alle di Lei fervorose orazioni, e la riverisco. S. Bernardino 9 gennaio 1804931.

P.S. La spesa fatta per il di Lei ven. monastero alla salina di Ala nel 1803 si è di fiorini 55, car. 31 per il sale, per l‘Urbario, e per li sacchi. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------

Die 10 ianuarii misi duas chartas tabacci ad admodum R.P. Stanislaum Küebach Guardianum Halensem; easque dedi postae Tridenti die 11 ianuarii. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------

2803. 1804

Al P. Lattanzio da Moena. Cavalese. R.P.P.C.

In caso, che non ancor fosse giunta alla P.V.R. la risposta, che certamente le ha spedito per la posta il P. Provinciale innanzi di andare a Metz Lombardo, l’avviso io, ed accerto, che il medesimo Padre sta col P. Ferraris verbo Debitum art. 2, num. 22, e quindi come Provinciale accorda eziandio a Lei l’autorità di dispensare ecc. Suppongo, che costì pure si troverà il citato autore, ed in caso contrario le basterà il detto. Coll’occasione, che ho risposto nell’anno scorso al suo Padre Guardiano, mi sono congratulato colla P.V.R. perché il Signor Iddio le ha conceduto di celebrare la sua Messa quinquagenaria. Replico lo stesso anche in questo. Io non so, se sarò fatto degno di una tal grazia, benché rapporto all’età sia il più prossimo. Sabato sono partiti per Salisburgo i Padri predicatori aulici Filippo, e Davide. Ora qui è presidente il P. Diffinitore Gaudenzio, e lettore il P. Diffinitore Damiano. Oggidì è morta in Trento la signora fraila Teresa Sardagna di Meanperg. Finisco colla carta ecc. Trento 10 gennaio 1804.

2804. 1804

Al P. Daniele d’Enno Guardiano di Pergine. R.P.G.S.L.G.C.

Frate Gio. Grisostomo lo riverisce, gli manda un suo Direttorio diocesano per la sagrestia, e li tre altri monastici richiesti, li quali non furono mandati con gli altri nel novembre, perché allora non sapevasi quanti chierici fossero per essere collocati in Pergine. Si raccomanda ecc. Trento 11 gennaio 1804932.

931 Spedita li 10. 932 Spedita li 13 per Isidorum.

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Il P. Amando ritornato da Covalo ieridì sta sul letto col suo male di gamba ecc933. Domani sarà data sepoltura in Trento alla signora fraila Teresa Sardagna di Contrada Lunga, che fece sua erede universale la signora fraila Francesca Ciurletta sua contubernale ecc. Dicalo a Fra Gervasio ecc.

2805. 1804

Al Padre Stanislao Küebacher Guardiano di Ala d’Insprugg. Admodum Rev. patri Guardiano Halensi F. Ioannes Chrysostomus de Avolano S.P.D.

Nudius tertius tandem huc pervenerunt etiam octodecim sacci salis pro hac nostra Provincia. Gratias igitur agimus P.T.A.R. quod huiusmodi eleemosynam nobis pro tua singulari charitate procuraveris, ac obtinueris. Pro aliqua vero, exigua licet, grati animi significatione, ad te direximus binas tabacci chartas, easque hodie huic postae tradidimus per hebdomadarium eius currum transvehendas. Ad piam mentem praenobilis domini de Waldauff934 geminas Missas de more celebrabomus, quam censere poterimus, quod fuerit abs te praemonitus. Pro extinguendo autem debito nostro florenorum 64 et crucigerorum 31, quia nescimus, quandonam ventura sit theologia contensoniana, pro qua uti monui te literis datis die tertia huius, sollicitus est, scripsitque Venetias noster P. Provincialis935, rogamus te, ut mittas nobis alias Missas celebrandas; computatis enim florenis 40 pro 100 Missis celebratis, et florenis 10 cum crucigeris 40 solutis pro tabacco roboretano936, supersunt, ni fallor, a nobis solvendi floreni 13, et crucigeri 51937. Interim tibi gratias iterum ex intimo corde agimus, et fausta quaeque praecamur. Tridenti in conventu sancti Bernardini die XI ianuarii Anno Domini nostri Iesu Christi 1804.

L’inscrizione ut supra num. 2748.

2806. 1804 Al sig. Luigi Marchesani stampatore imp. regio. Roveredo.

Molto illustre sig. e padrone colendissimo. Ringrazio V.S. Molto illustre del regalo, che s’è compiaciuta di farmi dell’erudito

suo Lunario: e l’avviso, che ho posto la festa della Corona Spinea di Gesù Cristo Signor nostro nel calendario diocesano per il 1805, nel venerdì, che cadrà li 29 di marzo. Le sospiro ogni bene, e la riverisco. Trento 12 gennaio 1804938.

Di V.S. molto illustre Div., obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Nota. Il Lunario ha questo titolo: L’Eremita Georgico-Astronomo ossia Lunario sopra l’anno bisestile 1804. Roveredo 1804. Per Luigi Marchesani stampatore Imp. Reg., pp. 64, in 12°. Ma non mi piace il titolo d’Eremita: e che le fiere sono messe ne’

933 Partì per Pergine li 12 gennaio. 934 Francisci Antonii praefecti salinarii. 935 Venit die 16 augusti 1804. Vide supra num. 2798. 936 Cioè troni 67, e carentani 7. 937 Li 15 gennaio mandò Messe de requiem 19, ad intentionem 11 a car. 24 = troni 60; pro uno a car.

30 Messe 4. Ci chiede troni 69, car. 3. 938 Spedita li 25 gennaio.

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giorni di festa, il che fu vietato quando fu sminuito il numero delle sante feste. Credo, che il Georgico derivi dal luogo campestre di s. Giorgio tra Roveredo, e Sacco.

2807. 1804

Al P. Innocenzio Weber d’Egna Vicario de’ Cappuccini di Brunnegg. Admodum Rev. religiosissime et colendissime Pater.

Quum Pater David Guardianus noster iam abierit Salisburgum versus: et pater Gaudentius praeses deputatus extra coenobium sit, certam reddo ego P.T.A.R. quod huc pervenerint literae tuae die 9 huius datae, quodque sine longa mora celebrabuntur etiam quinquaginta illae Missae, quas iisdem literis novissimis celebrandas pro seraphica tua charitate nobis commisisti. Vale. Dabam Tridenti in conventu s. Bernardini die 13 ianuarii A.D. 1804.

A.R.P.T. Addictissimus servus in Domino F. Ioannes Chrysostomus de Avolano.

Tridento Extra. Admodum Rev. Colendissimo et Religiosissimo Patri

Patri Innocentio Enniensi Vicario PP. Minorum Cappuccinorum S.P.N. Francisci dignissimo.

Brunnegg ad PP. Capuccinos

2808. 1804

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Io non so più come rispondere alla bontà delle Riverenze Loro. Confesso dunque soltanto, che ho ricevuto i loro cordiali auguri, accompagnati da copiosi, e belli regali939, e le ringrazio tutte, intendendo però di replicare i sentimenti espressi altre volte rapporto al mio demerito, Le avviso poi, che in breve celebrerò per loro due sante Messe, pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che con larga mano le rimuneri, e specialmente, che doni loro di non più dover emigrare, ed abbandonare il loro santo, ed amato monastero, il che tanto, e poi tanto stammi a cuore940. Frattanto le ringrazio un’altra volta, e le benedico tutte tutte in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. S. Bernardino 20 gennaio 1804.

Assicuro poi V.R. che farò parte del mio dovere, anche colla santa Messa, nella festa suo nomastica di santa Giacinta, e nell’anniversario della sua nascita: e che rapporto alla M. Gioseffaloisia mi riservo alla festa di s. Giuseppe.

Non so quando potrò venire a riverirla in persona: bensì, che ho intenzione di venire.

2809. 1804

Ai signori sindaci della città di Riva. Ill.mi signori, signori, e padroni colendissimi941.

939 Agnusdei 77, habitus 3= 80 capi. 940 Dovettero abbandonarlo nel 1804 li 26 ottobre dopo il pranzo. Tutte andarono alle Laste. Le

prime vi andarono nel dì 22. 941 Il loro sigillo ha due torri coll’iscrizione Civitas Ripae.

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Per servire le signorie loro ill.me ho intermesso altre mie quantunque premurose occupazioni, e senza veruna dilazione ho fatto la richiesta copia degli accennatimi documenti942. Qui annessa gliela spedisco, e trattenendo il manoscritto Giornale a loro disposizione, le prego umilmente di aggradire la mia povera servitù, e con una profonda riverenza mi dò l’onore di protestarmi. Trento, s. Bernardino 21 gennaio 1804943.

Delle Signorie Loro Ill.me Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano de’ Minori Riformati.

Trento

Extra. Agl’Ill.mi signori, sig. e padroni colendissimi Li signori sindaci della città di

Riva944

2810. 1804 Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara.

Gesù, e Maria ci benedicano. In frettissima, per mancanza di tempo, ringrazio la M.R.M. abbadessa, me le

professo obbligatissimo, e perciò bramoso di poterle mostrare con fatti la mia gratitudine. Ringrazio anche tutte le altre de’ loro auguri, e fo loro sapere, che la mia Messa della scorsa domenica, e quella della festa odierna furono per loro. Quella poi di posdomani sarà per la R.V. cui mi confesso obbligato anche per li morselli. Avrò attenzione di spedire a Mezlombardo la scatola per il P. Francesco Felice, giacché qui non si trova, e non fu ne’ giorni passati. Ella fu malragguagliata per essere qui di passaggio il P. Vicario di Mezlombardo Raffaele da Lardaro. Dal Biasio avrà ricevuta di ritorno la sua scatola con entro de’ Direttori vecchi, postivi prima d’esserne avvisato, non potendo corrispondere con altro. Le ringrazio tutte ancora, e sospiro loro tutte le benedizioni del Cielo. Amen. S. Bernardino 27 gennaio 1804. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------

*Alla lettera 2810 è annesso un documento di due pagine; veramente la pagina coi nomi delle monache è stata cassata con tratto di penna. Tuttavia trascrivo anche i nomi delle singole monache come sottofirmate al documento del medico. Si veda la lettera num. 451.*

“Formola. A chiunque. Trento 20 febbraio 1787. Io infrascritto nell’atto, che ratifico quanto scrissi con data de’ 9 dicembre 1785

rapporto all’infermità, e guarigione della molto reverenda Madre Maria Regina degli Alberti di Fiemme, monaca nel venerabile monastero di santa Chiara fuori di Trento, attesto, che quando dissi aver tal Madre a’ primi di quell’autunno abbandonata la medicina, ed in un tratto ricuperate le sue forze, la voce, la nutrizione in modo che poté adoperarsi come prima agl’impieghi della Religione, dissimulai avvertentemente per miei giusti motivi, che ciò da lei attribuivasi a grazia manifesta concedutale dal Signor

942 Vide nostrum Inventarium ripense a pag. 472. 943 Spedita li 22. 944 Francesco Parolari, e dottor Antonio Armani, che mi ringraziarono con lettera de’ 9 marzo,

ricevuta gli XI, nel qual giorno ho consegnato il Giornale al sig. Francesco Leonardi giovine rivano deputato a riceverlo. Mandarnmi del zuccaro e del caffè, e tutto l’ho dato al convento.

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Iddio per intercessione della Beata Giovanna Maria Bonomi, con gran fervore invocata dopo che io protestai di non saper trovare altri rimedi nell’arte mia per guarirla. Ora dunque supplisco, ed a maggior gloria di Dio Ottimo Massimo, e della predetta di Lui serva Beata Giovanna Maria Bonomi sinceramente protesto, che attesa la integrità, e stabilità perfetta della guarigione anche dopo sedici mesi, adotto il pio sentimento della graziata, e delle altre di Lei correligiose, credendo, che l’accennata guarigione sia veramente venuta dal Cielo per intercessione della suddetta Beata. In fede di che mi soscrivo di proprio pugno.

Bartolommeo Gerloni il padre Medico-chirurgo.

Altrettanto con gran contento crediamo anche noi monache del predetto monastero, cioè

Io suor Maria Rosa Riccabona abbadessa. Io suor Maria Bernardina Mattioli Vicaria. Io suor Giulia Teresa Alessandrini Discreta. Io suor Catterina Teresa Delama Discreta. Io suor Giovanna Margarita dell’Aquila. Io suor Francesca Teresa Cristani. Io suor Maria Giacinta d’Arco. Io suor Giacinta Maria Tabarelli. Io suor Maria Domenica Signorini. Io suor Maria Bernardina Pomaroli. Io suor Maria Aloisia Kolbin. Io suor Maria Saveria Manci. Io suor Maria Felice Manci. Io suor Maria Filippina Manci. Io suor Maria Gioseffa Aloisia Wincklerin Io suor Teresa Maria degli Alberti. Io suor Gioseffa Maria Tomazzoli. Io suor Catterina Apollonia Heyderin. Io suor Giovanna Teresa Heyderin. Io suor Teresa Gioseffa Forlini. Io suor Marai Barbara Maccani. Io suor Maria Gioseffa Perugini. Io suor Francesca Teresa Auchentalerin. Io suor Anna Chiara Perenstich. Io suor Maria Rosa Poli. Io suor Maria Arcangela Filippi. Colle altre tutte ecc.”

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

2811. 1804 Al P. Massimo da Volano Guardiano di Borgo.

Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro. Colla prima occasione opportuna vi manderò una particella del regalo, che le buone

Madri di s. Chiara sonosi compiaciute di farmi, secondo il loro solito, per la mia festa nomastica, la quale in quest’anno fu celebrata dalla bontà di questi Religiosi, e nominatamente dal M.R.P. Provinciale, con segni singolari ecc. Forse sarà l’ultima.

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In questa sera ho ricevuto lettera da Salisburgo molto consolante, perché mi dà ragguaglio, che li nostri Padri hanno avuto un buon viaggio, e sono stati ben ricevuti dappertutto. Eglino mi hanno mandato un bel Direttorio di quella Provincia Recolletta. Non nomina città, né conventi, ma dà il solo Calendario nostro francescano dell’ultima edizione. Fu stampato in Augusta per l’anno 1803. Sta interamente attaccato alle rubriche della detta edizione ultima. Mi piace, perché dal principio sino alla fine si mostra cattolico-romano. Esso nota le Indulgenze delle nostre chiese, ed altre comuni. Prescrive Messe solenni de Requiem praesente cadavere: mette ai 15 di marzo solemnem commemorationem Sanctorum quorum corpora et reliquiae in eccl. tertii Ordinis S.P.N.Franc. adservantur. L’indulgenza della Porziuncola concess. a D.N.I.C. ai 2 d’agosto. Lascia intatte a s. Gregorio settimo le sue Lezioni proprie del secondo Notturno. Dice Immacolata la Concezione di Maria Santissima nostra Signora. Esprime l’orazione pro Papa: cose tutte, che in altri Direttori tedeschi... Vi assicuro, che vi ho mandato con viglietto il vostro sacchetto, e vi abbraccio da fratello. Trento 28 gennaio 1804945.

P.S. Ci scrivono da Salisburgo li 23 gennaio ricevuta li 29, che quel Serenissimo Elettore non va mai al ballo, o teatro, e che con un suo viglietto ha disapprovato, che sieno stati al ballo de’ sacerdoti, e canonici. Che tiene presso di sé un’accademia di musica, cui non lascia intervenire dame. Che li suoi due primari ministri Manfredini, e Rospigliosi946, co’ quali passeggia, sono celibi. Che ha piacere, che li Frati sieno molti. Ha loro ridonato le cerche proibite dall’arcivescovo Colloredo.

2812. 1804

Al sig. canonico Conte Carlo Pompeati. Trento. Il Padre Agapito da Prato di Tesaro fiemasco è morto in Padova l’anno 1687, nel

mese di novembre, in età di anni 34. Partì da Trento essendo studente di sacra teologia, ed andò a Roma nell’anno 1678 dopo li 20 di novembre, e studiò le lingue orientali nel nostro Collegio de’missionari a San Pietro di Montorio. Dedicò il suo libro stampato in Padova nel 1687 al Beato Gregorio Barbarigo allora cardinale, e vescovo di Padova. Il libro è intitolato: Flores grammaticales Arabici Idiomatis. È diviso in due parti, ognuna delle quali sta divisa in tre libri. La parte seconda s’intitola: Rudimenta Grammaticae Persicae. L’autore trovasi lodato nel tomo quinto Orbis Seraphici pag. 462, stampato in Torino l’anno 1741. Il celebre sig. Girolamo Tartarotti roveretano avendo veduto l’accennato libro nella biblioteca della Minerva di Roma, scrisse una lettera di congratulazione al nostro Padre Benedetto Bonelli fiemasco li 20 ottobre 1741, con data di Venezia.

Così ho scritto gli 8 febbraio 1804 su la cartella stessa del sig. Conte canonico Pompeato, con cui mi ricercò notizie del predetto nostro Religioso.

2813. 1804

Al P. David Degara da Tiarno predicatore aulico. Salisburgo. Rev. Padre padrone mio colendissimo.

Avrà inteso dal P. Luigi di Cles la P.V.R. che ho ricevuto il Direttorio salisburghese, che s’è compiaciuta di mandarmi947, e che riservavami il ringraziarla di proprio pugno. Colla presente dunque la ringrazio tanto tanto, e me la professo molto

945 Spedita li 5 febbraio. 946 Il Rospigliosi ha la moglie in Roma. 947 Dato in Salisburgo li 17 gennaio e ricevuto in Trento li 28 gennaio.

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obbligato. L’assicuro poi, che ho sentito con molto piacere, che abbia fatto felicemente il suo viaggio, e che dappertutto sia stata ben veduta, e ricevuta (del che ne ho ringraziato il Signor Iddio) e che continuo a raccomandarla al medesimo Iddio, affinché continui egli pure il favorirla. Qui di nuovo non c’è altro se non se, che ai sei dello scaduto gennaio nel convento di Volta Mantovana è morto il di Lei connovizio P. Girolamo da Gardolo, e qui a Trento ai 10 dello stesso gennaio è morta la signora fraila Teresa Sardagna di Vialonga: come pure, che io non so ancora chi sarà il predicatore di questo Duomo nell’imminente Quaresima, perché dicesi, che il primo milanese Cappuccino948 destinato è morto di colpo apopletico, ed il secondo destinato fu sopraffatto non so da quale infermità. Ella è riverita distintamente dalla Case Sardagna, e Schreck, ed io pregandola de’ miei rispetti al suo Padre collega, mi esibisco, la ringrazio, e mi professo. Trento 8 febbraio 1804949.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

P.S. Mi piace il suddetto Direttorio950, perché cattolico-romano, ed accuratissimo. Soltanto mi dispiace, che non abbai veruna cosa particolare della sua Provincia. Il Beato Matteo dai romani fu fissato ai 28 di gennaio perché essi fanno la festa del ss. Nome di Gesù sempre ai 14 di gennaio. Per altro facendosi nella domenica dee lasciarsi vacuo il detto giorno 28. La festa di s. Maddalena de’ Pazzi si dice dupl. min. soltanto in Italia, et insulis adiacentibus dal Breviario. Così pure quella di s. Avellino. Non so il perché ai due di novembre non si noti l’officio generale de’ defunti. Non approvo le Lezioni Mortuo itaque de’ 29 ottobre, credendo col Cavalieri, che doveansi assegnare quella della feria terza Antiochus autem. Né pur approvo quel Vesp. a cap. senza il seq. Io scrivo apparuisti col Breviario, non adparuisti: e Benvenuti parimente col Breviario, non Benevenuti. Distinguo col carattere corsivo i testi sacri, le antifone, ed i versetti. Suppongo, che per sola inavvertenza sia stato scritto B. Bernardi Abb. e B. Iosephi a Cupert. Nell’Avvento non trovo li digiuni delle vigilie tralasciati fra l’anno. Nel medesimo Avvento si notano i digiuni delle tempora e della vigilia del ss. Natale, dopo che al principio fu notato Initium ieiunii Regularis, ed al fine Finis ieiunii Reg. Io non distinguo le lettere del Martirologio col min. e col mai quando nel Martirologio evvene una sola. Il patrocinio di s. Giuseppe celebrandosi post tempus Paschale voleva essere notato più chiaramente ecc.

Da Trento Extra. Al Rev. Padre in Cristo padrone colendissimo

Il Padre David Degara Francescano951, Lettore, e predicatore aulico in

Salisburgo Ai Padri Francescani

2814. 1804

Al Padre Davide da Tiarno. Salisburgo colla gazzetta trentina.

948 Rhaudensis. 949 Spedita li 10. 950 Dell’anno 1803. 951 Il P. Davide fu creato parroco della Corte nel febbraio 1804, perché non ha voluto accettare tal

titolo il P. Filippo. La detta Corte ha circa una cinquantina d’uomini, senza il Battesimo. [*senza il diritto di battezzare].

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Trento sabato 11 febbraio di sera952. Oggidì tenendo nelle mani il libretto intitolato “Prenuncio ristretto su l’eclissi del

giorno XI febbraio M.CCC.IV” di Pietro Cossali C.R. professore di astronomia meteorologica idraulica nell’università di Parma953. Vicenza presso Tommaso Parise 1804, in 12°, pagg. 14, con due tavole: e sapendo, che i popoli della Lombardia furono avvisati, che non si spaventassero al comparire di tal eclissi, sono stato attentissimo per vederlo; ma vidi tanto poco, che se fossi stato secondo il mio solito nella cella leggendo, o scrivendo, non mi sarei accorto punto di esso. Il giorno tutto fu nuvoloso, ed il Lagaro tenebrato. Il corso del predetto eclissi dal citato libretto, fatto per Venezia, e per le città poco lontane, si fissò dalle ore undici, e miniti sette di mattina sino all’una, e minuti cinquanta. Dall’Indovino inglese di Trento dalle ore undici, e minuti 21 di mattina, sino alle ore due, e minuti quattro di sera. Dall’Eremita di Roveredo dalle ore 11 e minuti 9 di mattina, sino all’una, e minuti 52 di sera. Il nostro P. Provinciale temendo, che il detto eclissi potesse disturbare il suo ritorno da Roveredo a Trento, l’anticipò un giorno. Nella gazzetta trentina num. 12 de’ 10 febbraio in data di Amburgo 25 gennaio fu scritto: “Nelle specole di Berlino, Gotha, Brema, e Londra si fanno gran preparativi per osservare minutamente l’eclissi solare degli 11 febbraio”. Nel giorno 12 nevicò grossamente, e continuamente dalla mattina sino alla sera, e poi piovette.

2815. 1804

Memoria. Il Padre Frat’Ildefonso, già FRancesco Vicentini da Bressanvido, latinamente detto

a Braydo sancti Viti, luogo della diocesi di Vicenza, distante da quella città sette miglia, nacque gli undici d’agosto dell’anno di Nostro Signor Gesù Cristo 1696 e vestì l’abito serafico de’ Francescani Riformati nella Provincia veneta di Sant’Antonio li 14 di gennaio dell’anno 1714. Fu lettore di filosofia, e teologia, Ministro provinciale due volte dal 1745 sino al 1748 e dal 1763 sino al 1766. Predicò in Napoli, Milano, Torino, Pavia, Como, Venezia, Padova, Gorizia, Trento nel 1757, Roveredo nel 1762, Burano presso Venezia nel 1767 ed altrove. Fu sorpreso da un colpo leggiero di apoplessia in Burano nel venerdì Santo li 17 aprile del predetto anno 1767 e cessò di vivere dopo una breve malattia nel convento di Padova li 25 ottobre 1777 in età d’anni 82, e di religiosa professione sessanta quattro. Io l’ho visitato sano in Burano, e l’ho udito, ed ammirato in Trento, come Religioso umile,modesto, ritirato, quieto, e di così poche parole, che appena sapevasi esser egli nel convento. Sul pulpito poi si diportò in maniera, che dal principio sino al fine della Quaresima ebbe sempre un uditorio di cittadini ed esteri straordinariamente copioso: fu lodato da tutti; e dopo la Pasqua i principali cavalieri di Trento, in buon numero uniti, vennero a questo convento di san Bernardino, e gli diedero segni non equivoci della loro soddisfazione, stima, e venerazione singolare. La di lui predica contro la vita molle piacque tanto, che costrinsero il Padre Gio. Pio Besenella da Pressano, ex-Provincaile nostro, a scrivere nel libro, che poi sortì colle stampe di Trento nel 1759, in 8° intitolato: La vita molle disaminata. Le dugento, e venticinque Istruzioni morali sopra la dottrina cristiana composte dal medesimo Padre Ildefonso, e recitate nella Piazza di Padova, alla presenza dell’eminentissimo cardinale

952 Spedita 14 febbraio. 953 Il Cossali dice, che ristringe le più essenziali determinazioni, che rispetto al futuro furono grande

eclissi ha con altre molte, e col corredo di preliminari, e di spiegazioni esposte nel discorso annesso alla effemeride, fregiato degli auspici del consigliere di Stato, ed amministratore generale di Parma, Piacenza, e Guastalla Moreau Saintmery membro di molte letterarie accademie.

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Carlo Rezzonico veneto, allora vescovo di quella città, e poi dal 1758 sino al 1769 Papa Clemente XIII, furono tanto apprezzate, ed aggradite dal pubblico, che dovettero stamparsi, e ristamparsi parecchie volte, sempre divise in tre tomi in 4°. Le stampe furono fatte in Milano nel 1771, Genova nel 1776, Vercelli nel 17..., Bassano nel 1783, 1784, 1788.

Io l’ho nominato non Idelfonso954, ma Ildefonso, perché l’ho trovato nominato Ildefonso nel catalogo de’ Frati della di lui Provincia: nel catalogo de’ Ministri provinciali, e nel catalogo de’ predicatori veneti del 1767, ed anche perché il Santo del di lui nome si dice Ildefonso nel Breviario romano, nel Messale romano al fine, nel Martirologio romano latino, nel calendario parigino del 1764, dal venerabile cardinale Baronio, dal Dizionario dell’Advocat, da Tritemio, dal Mariana, e da altri storici antichi pubblicati dal Fabricio bibliotecario. Così ho scritto A.M.D.G. li 12 febbraio 1804.

Religiosi della Provincia Riformata veneta di s. Antonio, che predicarono in Trento.

Nel 1690. Il Padre Gio. Clemente Campioni di Venezia, il quale predicò eziandio in Venezia, Padova, Trevigi, Feltre, Napoli, Roma, Rieti, Pesaro, Assisi, ed altrove. Fu missionario apostolico del ven. Innocenzio undecimo, stampò parecchi libri, e morì in s. Bonaventura di Venezia li 15 marzo 1723.

1731. Il Padre Giuseppe [Dorella] da Cittadella, che poi fu Ministro provinciale dal 1742 sino al 1745, diede alle stampe alcuni de’ suoi discorsi, e finì di vivere nel convento di san Carlo di Padova 3 settembre 1768.

1748. Il Padre Francesco Terriera da Conegliano, nato li 7 dic. 1706, e vestito Frate li 9 ottobre 1723. Predicò in Roveredo nel 1756, e fu creato Diffinitore provinciale nel 1766. Stampò il suo panegirico di s. Simone trentino.

1757. Il Padre Ildefonso da Bressanvido, di cui avanti. 1769. Il Padre Eusebio Salvi da Verona, nato nel 1725, e vestito Frate nel 1742, e

poi Diffinitore provinciale. Morì nel convento di s. Antonio di Verona il 28 gennaio 1799. Egli stampò la vita di Lisabetta Panigaia in Verona l’anno 1774, e fu il primo predicatore di Trento nella vicenda co’ Padri Cappuccini stabilita nell’anno 1768. Colla detta vita stampò anche un suo panegirico di s. Margarita da Cortona.

1771. Il Padre Gio. Clemente da Rovigno, d’anni 37. Egli predicò in Roveredo nel 1774, e morì avanti 18 settembre 1786.

1777. Il Padre Giusto Musitta di Padova, d’anni 45. Poi fu Diffinitore provinciale, stampò de’ libri, e cessò di vivere in Venezia li 15 gennaio 1798.

1791. Il Padre Antonio Maria Basilisco da Rovigno, nato li 10 marzo 1734, vestito Frate li 7 giugno 1751. Fu difinitore provinciale. Morì a s. Bonaventura di Venezia il 15 agosto 1807.

1803. Il Padre Antonio Maria medesimo. Tralasciò dieci prediche per essergli mancata la voce dopo la sesta predica.

1805. Il Padre Bartolommeo Costenaro dalla Crosara. Morì il 13 agosto 1812 nel suo paese durante la soppressione napoleonica.

Così ho scritto al fine del To. 3 dell’Istruzioni bressanvidiane della stampa del 1788, che riporrò nella nostra biblioteca trentina di san Bernardino955.

954 Idelfonso si dice nel frontispizio delle Istruzioni. 955 *Non ho trovato tale manoscritto.

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2816. 1804 Al P. Cirillo da Cles. Mezlombardo956.

R.P.S.L.G.C.S.N.C. E perché mai ora cerca la dispensa della Messa? Ringrazi Iddio Signor nostro, che

in vigore di essa fu già legittimamente ordinato. Gli fu data per rescriptum ex audientia Sanctissimi die 8 augusti 1800, e gli vennero donati sei mesi, quantunque non avesse bisogno di tanto. Non so ora dove stai l’autentica, bensì che ne ho fatto copia quando la ricevetti scritta sul mio Memoruiale. Non gliela trascrivo, perché credo, che non siavi bisogno. Non posso mandargli l’officio di san Vigilio per il Diurno, perché non ne ho più. Nel Diurno del fu P. Saverio da Fondo l’anno 1786 l’ho messo scritto di mia mano. Così potrà fare anch’egli col suo, giacché ha un buon carattere. Parimente non posso mandargli gli offici delle Piaghe, e del Sangue, perché non ne tengo più, avendo dato ad altri quelli, che teneva. Questi si trovano ne’ Breviari nuovi al fine. Porti pazienza con intenzione di provare la santa povertà, finché morrà qualche vecchio proveduto già di essi. Frattanto consideri, che stando in convento può facilmente avergli o dal coro, o da qualche Religioso vecchio, anche per usarli fuori di convento, consistendo il bisogno per due giorni soli, e giorni per altro conventuali. Mi compatisca, mi raccomandi all’infinita bontà del Signor Iddio, e si conservi. Trento 16 febbraio 1804.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

In questo uomo predica il P. Damaso Andreotti d’Arco diffinitore, e Guardiano de’ Cappuccini d’Arco, che fu annualista del medesimo nel 1796.

2817. 1804

Al P. Lattanzio Petenato da Moena, Cavalese. R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.C.

Affinché la P.V.R. non sospetti, che l’ultima sua letetra de’ 18 gennaio siasi smarrita. o che non abbia riscosso un buon accoglimento, l’avviso, che la ho ricevuta, e che avendola data da leggere al P. Provinciale ho supposto, che le avrà risposto egli. Stia sicura, che non la ha scritta in vano; e sappia, che noi qui abbiamo solennizzata la festa del ss. Nome di Gesù Signor nostro come in diebus illis. Le aggiungo poi, che io non ho impegno per il novizio Floriano, e che sono di parere, ch’egli sia un soggetto capace di far molto bene, ed anche molto male. Buono per noi, che possiamo provarlo parecchi anni avanti che secondo le leggi moderne possa professare. A tutti dispiace, che la nostra Provincia sia restata priva de’ due Padri (Filippo e Davide) andati a Salisburgo; ma si spera, che là pure le riusciranno giovevoli, se non altro col fare del bene in quelle anime come alunni della detta Provincia. Il rifiutare la campagna offertaci dal Signor Iddio sarebbe stato certamente piaculum957. Ho avvisato questo P. presidente Gaudenzio di quanto mi ha incombenzato. Qui giace infermo F. Abbondanzio; e F. Vincenzo per assistere al P. Pierantonio lunedì 13 è andato a Metz958. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 16 febbraio 1804959.

Suo obbl.mo amico F. Grisostomo. P.S. In questo Duomo predica il P. Damaso Andreotti d’Arco diffinitore e

Guardiano de’ Cappuccini d’Arco. Fu annualista nel 1796 del medesimo Duomo.

956 Spedita li 18. 957 *Castigo? 958 Rediit 21 februarii. 959 Spedita li 18.

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2818. 1804

Al Pompeato. Nota.

Il Beato Leonardo da Porto Maurizio genovese, missionario apostolico dell’Ordine serafico de’ Minori Riformati di san Francesco, è morto in san Bonaventura di Roma li 26 novembre 1751 di sua età 75, e fu beatificato con grandissima solennità nella basilica vaticana di Roma li 19 giugno 1796 dal sommo Pontefice Pio Sesto Braschi, che lo conobbe, e trattò vivente. La di lui festa dall’Ordine francescano, e dal clero secolare delle città, e diocesi di Albenga, e di Fiorenza, si celebra ogni anno li 27 di novembre col rito doppio minore, con orazioni, e Lezioni proprie. La vita del medesimo Beato fu scritta dal Padre Raffaele di Roma, che venne stampata in Roma l’anno 1753, e ristampata in Venezia l’anno 1754, in 8°. Altra più copiosa ne ha scritto il Padre Giuseppe Maria di Masserano vercellese, postulatore della di lui causa, stampata in Roma l’anno 1796 e ristampata in Fiorenza lo stesso anno 1796 in due tomi, in 8°. V’ha pure un ristretto dio essa stampato in Roma l’anno 1796, in 8° pagg. 108. Nel 1796 li 7 dicembre fu scritto da Roma a Trento, che il Papa Pio Sesto aveva risoluto di santificare il Beato Leonardo nel luglio del 1797 insieme col Beato Francesco Caracciolo, col Beato Benedetto Moro Francescano Riformato, colla Beata Coleta Clarissa, e colla Beata Giacinta Mariscotta monaca Terziaria francescana. Ma non l’ha fatto, impedito ecc. Fu pure scritto li 20 luglio 1796, che per la beatificazione del Beato Leonardo tutta Roma per tre sere fu illuminata: e che in più chiese della medesima città fu celebrato un solenne triduo.

Così ho scritto li 17 febbraio 1804 nell’antiporta della vita del Beato, stampata in Venezia nel 1754, dovendo imprestarla al sig. Conte canonico Carlo Pompeato. Gliela ho mandata li 22 febbraio.

2819. 1804

Al sig. don Pietro Beltrami prete. Roveredo. Molto illustre e molto rev. sig. e padrone colendissimo. L.I.C.

Tengo per certo, che V.S. molto illustre e molto rev. sarà stata ragguagliata dal Padre Giuseppe Maria del singolar piacere provato da me, e da questi miei correligiosi, all’udire la di Lei degna promozione al sacerdozio, e gli elogi, che le sono stati fatti meritamente in tal congiuntura. Quindi ora lasciando ciò da parte la ringrazio del nuovo regalo, che s’è compiaciuta di farmi del Manuale Bauldriano, il quale mi piace molto, lo stimo assai, e niente meno mi sa caro. Spiacemi soltanto, che attesa la mia età non poco avanzata, troppo tardo mi è venuto alle mani. Servirà però lungamente ai miei successori, li quali con esso avranno un terzo monumento della di Lei bontà inverso di me suo povero servidore, giacché siccome ho fatto cogli altri, gli aggiugnerò una nota risguardante il benemerito donatore.

Lo sbaglio della lettera domenicale nel calendario di quest’anno è nato così. Gli stampatori mi hanno portato i fogli da correggere senza le lettere domenicali, quantunque io le abbia messe tutte nell’originale a norma delle rubriche. Gli ho pressati, anche in iscritto, che ve le mettessero almeno avanti la seconda correzione, ma non fui favorito: ed avendole poste tutte dopo la seconda correzione senza mia saputa, sonomi accorto dello sbaglio intollerabile soltanto nel gennaio quando me ne diedero una copia. Egli è un disordine, che l’autore sia l’ultimo a vedere la stampa netta della sua fatica, potendo succedere, come so essere succeduto al signor don Giuseppe Belli mio

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antecessore, che gli stampatori lascino indietro qualche giorno, e che debbasi supplire con un cartellino, il che non potrebbe farsi dopo la distribuzione di tutte le copie. L’ho tollerato ventotto anni, e fo conto di tollerarlo anche in seguito finché il Signor Iddio mi donerà di vivere, e di poter servire la diocesi col Direttorio.

Appunto in grazia della chiesa roveretana delle MM. Salesiane ho messo ai 29 di gennaio quella nota, perché supposi, che là si potesse, e dovesse dire la santa Messa del loro santo fondatore in tal giorno. Tanto suppongo eziandio in oggi dopo d’aver letto l’allegatomi Cavalieri960, perché il detto Santo dà il nome a quel luogo dicendosi comunemente alle Salesiane, ed alle stesse Religiose, le quali perciò meritamente sollennizzano il di lui giorno.

Ho messo ai 25 dicembre quell’in infimo altaris gradu, perché così ho trovato ne’ Direttori diocesani de’ miei antecessori, quantunque sapessi essere altrimenti prescritto dal cerimoniale de’ vescovi, e dal nostro monastico, non avendo ardire di far novità gravose. Bensì in vece dell’a parte Epistolae notato da detti antecessori, ho fatto sedibus proximiori, perché so, che in certi luoghi le sedie non sono a parte Epistolae.

Il libro manoscritto di questa nostra biblioteca, cui Frater Ianus de Nusdorfio961 ha fatto un’annotazione al fine, e che s’intitola Conflatile F. Francisci de Mayronis, fu già stampato; ma non so dove si possa ritrovare una copia di tale stampa. Bensì che facilmente si possono trovare delle stampe d’altri libri, onde imparare a leggere le scritture dette gottiche. Le stampe del secolo XV da me vedute, hanno le breviature somigliantissime ai manoscritti, onde possono confrontarsi colle stampe de’ secoli posteriori fatte senza breviature.

Rapporto al costume roveretano di dare la Pace al popolo cum instrumento avanti l’offertorio, senza studiare altro sto con Lei, e rispondo servetur solitum.

Sento con piacere, che la causa di canonizzazione del Ven. servo di Dio Fra Crispino da Viterbo Cappuccino sia stata riassunta: e patisco veggendo, che ora la gazzetta trentina non più fa conto di somiglianti notizie, come faceva una volta.

Ella mi dà ragguaglio della morte dell’ex-parroco Costa: ed io in contraccambio le fo sapere, che in questo mese ha finito di vivere l’ex-parroco Gramola, l’ex-consigliere Bonifacio Bonelli d’anni 93, e l’ex-Vicario Schuldhaus di Avis.

Finalmente l’assicuro, che se ci favorirà con altre sue visite sarà ben veduta da tutti: e frattanto riverendola eziandio a nome del padre Provinciale, e de’ Religiosi nominatimi, le chiedo scusa della mia tardanza nel risponderle, e tutto pieno di obligazioni mi professo. Trento, s. Bernardino 23 febbraio 1804962.

Di V.S. Molto illustre e molto Rev. Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

Extra. Al Molto Illustre e Molto Rev. sig. e padrone colendissimo Il signor don Giovanni Pietro Beltrami ecc.

Roveredo

2820. 1804 Al P. Massimo da Volano Guardiano. Borgo.

Carissimo Fratello Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

960 To. 3, decr. 84. 961 * Frater Ioannes de Avolano, cioè Giangrisotomo da Volano. 962 Speddita li 9 marzo.

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Atteso ciò, che mi ha insinuato Fra Vincenzio Maria da Cles ultimamente ritornato da Borgo, vi prego di far sapere al M.R.S. don Lorenzo degli Ambrosi963, che nel 1779 li 22 aprile rispondendo al nostro fu Padre Teodoro di Gavazzo dimorante nel convento delle Grazie appresso Arco, scrissi: “Circa il caso che risguarda il cantare la Messa per un defunto, cui furono fatte l’esequie sul cimitero, e che dopo di essere già cominciata la Messa viene portato in chiesa, e deposto nella sepoltura, le rispondo, che parmi esser lecito il cantargliela come fu praticato sin ora, perché cantasi alla presenza del popolo venuto alla sepoltura, e che per qualche tempo vede il cadavero nella stessa chiesa. Un nuovo rito, e dubbio vorrebbe un nuovo decreto appostolico”. Così scrissi allora, e poi nel 1782 ebbi ‘l bramato decreto, dato in Florentina 25 aprile 1781, sottoscritto da Giovanni card. Archinto prefetto, e da Carlo Airoldo secretario della S.C. de’ Riti, il quale ha, che Pio Papa sesto “ad preces Magni Ducis Hetruriae964 concessit, quod in cunctis eius dominiis celebrari possit una solemnis Missa de Requiem diebus etiam festivis de praecepto, et duplicibus secundae classis, una cum absolutionibus et precibus, quae in die obitus fieri, et recitari solent, etsi cadaver tumulatum non fuerit, sed ea, qua decet religione servetur in loco decenti, et ecclesiae proximiori, apposito tamen in ecclesia lodicis, seu turgidi panni signo ab eo diverso, quod in anniversariis adhibetur, ut fideles intelligant Missam hisce diebus offerri in expiationem animae illius defuncti, cuius corpus traditum terrae adhuc non fuit”. Questo senza dubbio conferma il mio sentimento.

ne calendario di questa nostra Provincia ho lasciato vacuo il giorno 28 di gennaio per poter in esso riporre l’officio del ss. Nome di Gesù ogni volta, che viene impedito nella domenica seconda dopo l’Epifania. Il fu signor don Giuseppe Belli mio antecessore nel calendario diocesano di Trento ha fissato in tal giorno l’officio di s. Paolo primo eremita impedito da s. Romedio, colla nota, che ceda a quello del ss. Nome di Gesù quando non può farsi nella detta domenica; ed io non l’ho smosso, perché tengo questo decreto: “Quando festum ss. Nominis Iesu ab occurrente dominica Septuagesimae impeditur, transferendum est ad diem 28 ianuarii tamquam illi propriam, ne festum praedictum celebretur intra Quadragesimam iuxta genuinum decretum diei 5 maii 1736: et officium s. Raymundi transferatur in aliam diem non impeditam. S.R.C. 3 maii 1761 in Aquensi.

Rapporto al Salmo Lauda anima nelle preci del vespro da morto io suppongo, che quando si dice in vigore delle rubriche del Breviario, e del Rituale romano, sia da dirsi, o non dirsi ut ibi notatur. Quando poi si dice il mentovato vespro per altro titolo, si possa praticare il solito. Noi quando lo diciamo pro benefactoribus dopo il pranzo , e la cena tralasciamo il detto Salmo.

Così rispondo su due piedi ai quesiti propostimi vocalmente dal predetto Fra Vincenzio Maria, non avendo né tempo, né lena da studiarli maggiormente: e pregandovi de’ miei rispetti al lodato signor don Lorenzo, vi saluto di cuore, e mi dico. Trento, s. Bernardino 25 febbraio 1804965.

P.S. Io scrivo degli Ambrosi, perché quando già cento anni sentiva nominare il signor don Carlo Ambrosi di Borgo, supponeva, che l’Ambrosi fosse nome, e non cognome, giacché siamo soliti di dire anche Attanasi, Basili, Antoni, Dionisi, Alessi, e simili, per Attanasio, Basilio, Antonio, Dionisio, Alessio.

963 d’anni 44, rubricista confessore e nipote del prete Carlo Ambrosi. 964 Pietro Leopoldo. 965 Spedita li 28.

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2821. 1804 Al P. Arcangelo Maria da Tassullo. Mezlombardo.

R.P.S.L.G.C.S.N.C. Ho insinuato al M.R.P. Provinciale quanto la P.V. mi ha scritto circa il suo

Breviario vecchio. Egli pure ha per buono, e lodevole il di Lei sentimento di ristituirlo a questo convento, da cui l’ha ricevuto, e ciò anche perché qui sonovi parecchi giovani bisognosi, e saranvene, piacendo a Dio Signore nostro, anche nell’avvenire. Quindi approva, che lo rimandi. Io però credo, che farà bene differendo qualche tempo tal visitazione, atteso il sentimento contrario... Frat’Abbondanzio è bensì fuori pericolo; ma non può ancora stare in piedi. Leggo, che in Roma si esaminano i miracoli del ven. servo di Dio Fra Crispino da Viterbo Cappuccino. Mi ricordo della promessa, che le ho fatto circa le Lezioni de’ tre nostri Beati Monticolo, Salvadore, e Leonardo; ma non trovo chi mi aiuti. Rapporto ai predicatori non c’è alcuna novità; bensì circa li Beneficiati ecc. La riverisco, mi raccomando, e sono ecc. Trento 28 febbraio 1804966.

2822. 1804

Pro memoria. Il nostro Padre Provinciale in altrui nome ha presentato alla Curia ecclesiastica di

Trento questo memoriale, cui fu risposto ut infra. Giudico bene di registrarlo, perché può servire di qualche regola.

Ill.mo, e R.mo Monsignore. Alessandro confessore espone a V.S. Ill.ma, e R.ma, che ascoltando le confessioni

di Berta moglie di Tizio, da questa rileva la nullità del di Lei matrimonio a motivo di copula perfetta, ch’ebbe prima del suo matrimonio con Bruto fratello di Tizio. Supplica quindi V.S. Ill.ma, e R.ma, che compiacersi voglia di accordargli la facoltà di convalidare un tale matrimonio, della cui nullità Berta finora non n’è punto consapevole. Che della grazia ecc.

Conceditur petita dispensandi facultas, monita poenitente de necessaria renovatione consensus cum putato marito certiorato de nullitate prioris consensus, sed ita caute, ut ipsius poenitentis delictum nusquam detegatur, remota occasione peccandi, et iniuncta salutari poenitentia, et sacramentali confessione semel in mense per tempus dispensantis arbitrio determinandum.

Signatum 8 martii 1804. I.A. de Menghin Provicarius Generalis Capitularis.

2823. 1804 Pro memoria.

Li 12 marzo 1804 ho risposto a monsignor Gio. Giacomo barone Pizzini Preposito, e canonico di Trento, arciprete di Meztodesco, Prelato domestico, e referendario papale, a quattro quesiti sul viglietto dello stesso, presente il latore, in questo modo:

Al primo rispondo, che credo potersi fare la solita funzione sotto la Messa solenne de dominica Passionis967, colla giunta dell’orazione del ss. Sagramento sub unica conclusione della prima orazione di detta domenica.

Al secondo rispondo, che la processione del Santissimo dee farsi col piviale bianco. Al terzo rispondo, che non può suonarsi l’organo alla detta Messa de Tempore.

966 Li 29 il P. Cesario non poté celebrare per febbre. Celebrò gli XI marzo. 967 Che sarà li 18 marzo.

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Al quarto rispondo, che credo potersi esporre il ciborio alla Messa prima, e suonare l’organo per accompagnare gl’inni, che canta il popolo.

Così penso, e rispondo su due piedi ecc.

2824. 1804 Alla M. Maria Giacinta Tabarelli. S. Chiara.

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Non potendo venire al venerabile monastero personalmente, giacché né pure altrove

posso andare, atteso il mio male di respiro, prego V.R. che voglia rendere avvisata la M. Gioseffa Aloisia, che nella prossima domenica di Passione, piacendo a Dio Signor nostro, celebrerò per essa la mia Messa, e nel seguente lunedì, festa di san Giuseppe, suo speciale avvocato, le implorerò di tutto cuore il conseguimento di quanto santamente desidera d’ottenere dal Cielo a riguardo, e per li meriti del medesimo Santo. Mi tengo sicuro di tal favore: ed assicurandola, che sarò memore in tal festa eziandio delle altre Gioseffe, ed anche della R,V., tutte le benedico in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. S. Bernardino 13 marzo 1804.

Extra. Alla Molto Reverenda Madre La M. Maria Giacinta Tabarelli dell’Ordine Serafico di S. Chiara Seniore del Ven. Monastero ecc.

Trento. S. Chiara,

2825. 1804 Al P. Filippo Panizza da Meztodesco predicatore aulico. Salisburgo.

Rev. Padre in Cristo padrone mio stimatissimo. Sia lodato Gesù Cristo. Ringrazio la P.V.R. che tenga memoria di me anche situata in tanta distanza, e tanto

occupata: e l’assicuro, che io pure ricordomi di Lei. A vista della sua ho subito cercato i due tomi del Vocabolario torinese, gli ho fatti impaccare maestrevolmente da Fra Vincenzio di Sfruzzo, ed oggidì consegnare a questa posta968. Il pacco pesa cento oncie in punto. Fra Pietro aggradirà del filo d’ottone, oppure delle sante Messe per il tabacco, giacché la P.V.R. gli offerisce il contraccambio. Ho fatto le ingiuntemi ambasciate a questi Religiosi; ma non posso fare le altre fuori di convento, perché atteso il mio male di respiro, non posso andare alla città. Se verrà il candidato Rossiti lodatomi, avrò riguardo al di lei attestato, e lo favorirò col mio voto969. Il giorno destinato per altro per l’accettazione de’ novizzi è il 26 del prossimo aprile. Questo P. Vicario Cesario dopo la domenica seconda cessò di predicare, e celebrare sorpreso dalla febbre. Ora celebra bensì; ma dee supplire al pulpito il P. Provinciale. Fra Feliciano sacramentato per Viatico sta presentemente meno male. Fra Giacomo novizzo è ritornato infermo da Verla. Il P. C. Ilario è fuori di comunità per mal giallo. Il P. Luigi mangia nell’infermeria. F. Placido guarda la cella. F. Abbondanzio è guarito; ma non ancora può uscire dall’infermeria. Proccuri la P.V.R. di conservarsi sana col suo P. collega, a gloria, e servizio di Dio Signor nostro, ed anche per nostra consolazione, mentre io riverendoli tutti e due mi professo. Trento 14 marzo 1804.

968 To. 2 in Venezia typis Thomae Betinelli 1768, in 4°, dedicati a questa libreria dal P. Clemente di

Trento. La posta riceve da noi gratis otto lib. viennesi. 969 Don Niccolò Antonio Rossiti da Trava della Carnia chierico accolito, nato nel 1782 li 22 agosto

in meridie, e battezzato li 23. Accolito dal 1800. Figlio di Dionisio, ed Antonia. Ora senza padre. Vestito in Arco li 21 aprile 1804 col nome di F. Odorico. Svestito nel 1804.

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Delle PP. LL. RR. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore F. Gio Grisostomo.

P.S. Ai 2 del corrente in Salorno è morta la signora Notburga Lutterotta. Il P. Damaso Andreotti d’Arco predicatore di questo Duomo,viene lodato molto da questi nostri Padri. Il detto filo d’ottone, in caso, sia né troppo sottile, né troppo grosso970.

2826. 1804

Alla M. Maria Giacinta Tabarelli Clarissa. S. Michele. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Amen.

Oggidì ripiglio l’uso della penna intermesso ai 15 dell’andante, per ringraziare la M.R. Badessa delle sue carità, ed anche la R.V. e le altre de’ buoni, e cordiali auguri, che mi fanno. Mi sento fiacco, e debole tanto, che non posso faticare, e temo che così sia per durare non poco. Sia fatta, lodata, ed in eterno esaltata la giustissima, altissima, ed amabilissima volontà di Dio in tutte le cose, e singolarmente in questa mia infermità971. Così dica eziandio la R.V. rapporto alle sue. Io non posso mandarle altro Recipe. Siamo vecchi, e non possiamo pretendere privilegi contro l’età. Non abbai scrupolo, se ora non fa tutto quello, che faceva negli anni scorsi: ed usi confidenza con le Madri, manifestando la sua impotenza. Confidi nella bontà di Dio Signor nostro, che le computerà a merito li suoi patimenti, quantunque Ella tema di sopportarli per forza, per superbia, per umano rispetto. Protesti contra questi sentimenti, e pensi, che così disponga Iddio per darle occasione di maggiori meriti. Mangi, beva, dorma da vecchia, ed acciaccata, senza scrupolo. Così pure non abbia scrupolo tralasciando quelle orazioni vocali, che ora per la sua fiacchezza non può comodamente recitare, giacché non sono d’obbligo. Tale credo, che siane anche l’officiuolo della Madonna. Rapporto al quale credo altresì, che per le non coriste vada Avemmarie. Circa gli altri suoi scrupoli le replico quanto più volte le ho detto a voce, che confidi nella divina misericordia, e si consoli col ricordarsi degli effetti, che sino ad ora ha sperimentato della medesima; e speri la loro continuazione. Anche i suoi timori sono buoni, e le servono di purgatorio. Ma veda, che non sieno eccessivi, affinché di essi non si valga l’inimico, invidioso del suo bene. Mi congratulo colla M. Gioseffa Aloisia, che il Signor Iddio le abbia donato di superare anche l’ultima burrasca, Io non ho potuto celebrare la santa Messa nella domenica di Passione, vigilia di s. Giuseppe in pro di essa, perché fui obbligato al letto, e dovrei contentarmi di fare la sola Comunione. La ho dunque celebrata nella scorsa domenica delle alme. Ieridì mi ha onorato con una sua graziosa visita l’Ill.mo signor Conte Bartolommeo Tabarelli. Finisco ringraziandole tutte, ed augurando loro un felicissimo Alleluia. Amen. Dall’infermeria nel venerdì Santo 30 marzo 1804.

2827. 1804

Al P. Arcangelo Maria Tabarelli da Tassullo. Mezlombardo. R.P.S.L.G.C.S.N.

Da Fra Leonardo avrà inteso lo stato di mia salute. Oggidì soltanto ripiglio l’uso della penna. L’assicuro dunque, che ho ricevuto lo speditomi Breviario, e Diurno. Rapporto al frammento parimente mandatomi d’un carattere, gli rispondo, che non lo conosco; ma pure sembrami, che abbia qualche somiglianza con quello del fu Padre da Revò. Certamente fu d’uno, che seppe scrivere secondo gl’insegnamenti della buona

970 Ha risposto che ha ricevuto i libri. 971 Orazione favorita con Indulgenza da Pio VII nel 1800 per 20 anni.

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ortografia. Il Beato Benvenuto da Recanati, latinamente a Recineto, è morto li cinque di maggio del 1289. In tal giorno fanno la di lui festa i PP. Conventuali. Perché poi dal P. Arturo nel Martirologio francescano sia lodato, e riferito ai cinque di febbraio, presentemente non lo so. Stupisco, che non l’ha potuto ritrovare nel Leggendario francescano. Mi piace per altro, che a riguardo di lui non sia stato smosso dai cinque maggio s. Pio quinto, quantunque a tenore delle rubriche avrebbe potuto essere smosso per dar luogo al detto Beato Benvenuto. Il nostro cerimoniale non può prescrivere, che dicasi l’Avemmaria innanzi ad ogni Ora della Madonna, quando dee soggiugnersi ad ogn’altra Ora del Signore, perché il Breviario, dove mette l’officio B.M.V. ha questa rubrica: Ad vesperas Ave Maria, secreto: quae dicitur semper in principio omnium Horarum B.M. quando non coniunguntur cum officio diei. Nelle rubriche poi generali tit. XXXII de Oratione dominica, et Salutatione angelica num. 3, avvisa, che Salutatio angelica semper dicitur ante officium beatae Mariae quando non coniungitur cum officio Domini, quia tunc sufficit dixisse eam in principio cum Oratione dominica. L’avverto in fine, che non posso compiacerlo con le parecchie copie972, che dimanda, perché io non ho tempo, e questi studenti sono parimente occupatissimi; e quindi non posso impiegarli né pure per me. Quindi ho dovuto fra io stesso la copia del mio Direttorio per Insprugg. Frattanto facciano quel poco, che possono. Gli auguro un felice Alleluia ecc. Dall’infermeria di s. Bernardino 30 marzo 1804.

2828. 1804

Al P. David Degara da Tiarno. Salisbugo. R.P.P.C.S.L.G.C.S.N.

Rispondo tardi all’ultima sua gratissima, perché la ricevetti nell’infermeria sul letto con la febbre. Sto ancora nell’infermeria come convalescente. Dal Padre Provinciale avrà già inteso, che il candidato Rossiti giunto qua nella sera de’ 20 dello scorso marzo, fu da noi volentieri accettato ai 23, e che ai 28 si ha istradato verso Arco, dove in breve sarà vestito col nome di F. Odorico, giacché il nome di F. Benvenuto fu promesso ad un altro, figlio d’un Benvenuto. Ho suggerito io il nome di Odorico, perché anche il nostro Beato Odorico fu friulano, e si venera il sacro di lui corpo in Udine. Io spero, che sarà costante nella sua risoluzione, e che farà una buona riuscita973. Il Signor Iddio per sua pietà ci doni questa consolazione974.

Lo ringrazio delle Lezioni, che mi ha mandato. Mi riescono nuove soltanto quelle del Beato Andrea de’ Conti. Le ho accennate nel Direttorio per l’anno 1805, quantunque non abbia veduto il decreto concessivo, supponendo, che senza di esso non saranno state stampate costì. La stampa è bella; ma non conforme alle regole tipografiche. In esse io non approvo que’ numeri III, XIV, XI, IX, IV, VIII, XIII, VI, perché non tutti li coristi sono buoni grammatici al giorno d’oggi, e tali non sono le coriste. Al Beato Leonardo io assegno le Lezioni Designavit, perché così ha il Direttorio nostro romano del 1803, appoggiato al Direttorio apostolico de’ 17 settembre 1796. Non mi piace l’elogio martirologiale del detto Beato Leonardo, perché non lo dice a Portu Mauritio, né Riformato, e contra lo stile del Martirologio romano mette il giorno, mese, ed anno della di lui beatificazione. Quel Kal. Februarii del Beato Andrea non sarà letto bene da tutti gli accennati coristi. Malgrado queste mie eccezioni aggradisco l’attenzione della P.V.R. per favorirmi, la ringrazio, e la prego di continuarmela.

972 di orazioni nuove per li Messali. 973 Don Niccolò Antonio Rossiti da Trava della Carnia udinese, accolito. 974 NB. Non siamo stati degni d’esser esauditi.

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Qui c’è di nuovo, che F. Basilio da Caldonazzo è andato a Feltre col P. Luigi per farsi ordinare sacerdote. Ciò gli fu accordato ad istanza del di lui fratello secolare, che parimente sarà ordinato sacerdote, qualora non sia stato ordinato nel Sabato Santo975. Il P. Damaso d’Arco ha terminato lodevolmente il suo Quaresimale in questo Duomo. Ha dovuto predicare egli, perché li rivani non hanno voluto cedere ai trentini il P. Fedele Cisalpino da principio loro assegnato. Ultimamente sono morti quattro medici, Guglielmi, e Carli di Pergine, Ramponi di Magrasso, e Lago di Cles. Noi abbiamo avuto piena l’infermeria, nella quale ora oltre di me stanno il P. Gio. Maria, F. Feliciano, F. Nazario, F. Cosma ecc. Bramo, che il Signor Iddio conservi sana, e vigorosa la P.V.R. ed il di lei Padre collega, e riverendola resto. Trento 2 aprile 1804976.

Suo obbl.mo, e div. servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

Il P. Bernardino ha predicato in Villa Montana, ed in Sardagna. Il P. Francesco Maria poi alla Nunziata.

2829. 1804

Al Governo Imp. Re. d’Insprugg. Excellentissimi domini domini.

Frater Iosephus Antonius a Clesio Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae Sancti Vigilii reverenter exhibet EE. VV. Directorium divini officii typis editum pro anno currenti 1804, ac Directorium pro futuro anno 1805 manuscriptum in duplo, suppliciterque petit huius approbationem, ac eius autographi restitutionem.

Datum Tridenti in conventu sancti Bernardini die 3 aprilis A.D. 1804. Così ho scritto in un foglietto da lettere, ed aperto l’ho posto in testa all’autografo.

Anche la copia è di mia mano. Su tutti e due ho scritto Directorium Franciscanorum Tridenti pro Anno Domini 1805. Al primo ho soggiunto Autographum. Ho inserito in essi una copia stampata del Direttorio dell’anno corrente 1804, a tenore del notato sopra num. 2237. Sul rotolo ho scritto: Tridento.

Excellentissimo Caesareo-Regio Gubernio Austriae Superioris Oenipontum. Innsprugg.

L’ho dato alla posta li 7 aprile, sabato. Fu approvato in Insprugg li 25 aprile. Ricevuto in Trento dal Castello li 7 maggio, spedito dal Castello li 9 e da me ricevuto li 13 sera. Vedi sotto num. 2841.

2830. 1804

Al Padre superiore di s. Michele (misi), Arco (misi), Borgo (misi), Pergine (misi), Roveredo (misi), Cles (misi). Metz (misi), Campo (misi), Cavalese (misi).

Rev. Padre S.L.G.C. Fra Gio. Grisostomo prega la P.V.R. che voglia mettere, o far mettere

nell’Appendice manoscritta al Martirologio del suo coro li due seguenti elogi, e la riverisce ecc. Trento 3 aprile 1804.

24 Ianuarii, loco penultimo. Cinguli in Piceno sancti Exuperantii, eiusdem civitatis Episcopi, fama miraculorum

illustris. Item beati Surani etc. 15 maii, primo loco.

975 Fu ordinato nel sabato Santo li 31 marzo. Cantò la sua prima Messa in Pergine li 15 aprile

domenica. 976 Spedita li 6 aprile.

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Recineti in Piceno beati Benvenuti confessoris, Ordinis Minorum, qui Christum Dominum suis brachiis complecti, et ab eo multis miraculis decorari promeruit.

Il primo di ottobre mettesi la B. Maria di Cervellione, qualora non siavi già stata messa.

2831. 1804

Alla M. Maria Giacinta Tabarella. S. Chiara. Gesù, e Maria ci benedicano. Amen.

Ringrazio la M.R.M. Abbadessa, e la R.V. delle nuove carità, che sonosi compiaciute di mandarmi ieridì per mezzo di Fra Vincenzio: e nello stesso tempo le prego di non più incomodarsi per me, poiché ora da ieri in qua sto colla comunità religiosa. Per la Dio grazia sentomi rinforzato, e sono libero dalla febbre; ma patisco ancora, specialmente la mattina, l’incomodo della gola, e temo, che mi accompagnerà sino alla morte. Il Signor Iddio per effetto della sua pietà infinita mi doni la necessaria pazienza, onde possa sopportarlo con merito. Le ringrazio un’altra volta, e di tutto cuore auguro loro la santa pace, la sanità, ed ogni bene. Amen. S. Bernardino 9 aprile 1804977.

Le rimando la sua scatola, e più presto, che potrò le manderò de’ Direttori vecchi978.

2832. 1804 Al P. Cirillo Dusini da Cles. Mezlombardo979.

Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N. Calato dall’infermeria rispondo all’ultima sua de’ 10 marzo, facendogli sapere, che

salva in ceteris reverentia al nostro cerimoniale pag. 184, num. 521, nota g. io credo, che il secondo Deinde appartiene alla formola dell’assoluzione sacramentale, e perciò lo dico recitandola. Tanto a me sembra chiarissimo, e certissimo. Se appartenesse alle rubriche, la seconda volta starebbe male. Per l’opposito rende buon senso nella formola quel te absolvo a vinculo excommunicationis. Deinde te absolvo a peccatis. Nell’orazione A cunctis va nominato il titolare della chiesa, o il protettore della diocesi, mancando il titolare: oppur anche il fondatore dell’Ordine, in mancanza del detto titolare. Vegga il libretto delle rubriche pag. 32, n. 52. L’orazione de’ nostri Santi ne’ suffragi fu sempre stampata con variazione rapporto al B.P.N. Francisci, altri dicendo B. Francisci, altri B.P. Francisci, ed altri B.P.N. Francisci. L’officio della Mano di santo Stefano fu da me fissato ai 2 di giugno, quando il 30 di maggio fu impedito da un officio dell’Ordine nostro. Ora, ch’è rimasto vacuo, l’ho rimesso al detto suo giorno 30. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, e si conservi. Amen. Trento, s. Bernardino 11 aprile 1804980.

2833. 1904

Al P. Massimo da Volano Vicario di Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo S.N.

Suppongo, che ora sarete consolato per essere state esaudite le vostre suppliche, onde venire scaricato del peso guardianale. Resteravvi però ancora da faticare, perché il nuovo Padre Guardiano (Fortunato) patisce nelle gambe, ed avrete de’ giovani bisognosi d’assistenza. Ve li raccomando: ed insieme vi raccomando ancora di spedirvi

977 Spedita gli 11. 978 Ne ho mandati molti. 979 Fatto confessore ad biennium li 9 maggio 1804. 980 Spedita li 20.

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colle penitenti. Nel concorso de’ 26 scaduto tra molti fuvvi anche il nostro pronipote Bartolommeo Antonio; ma non fu accettato per il solo suo male degli occhi, ch’è veramente notabile, ed io temo, che non sia per guarire981. Con lui fu anche Cristoforo quondam Agostino Volani d’anni circa sedici, che studia sotto, ed abita in casa di don Benedetto nostro fratello; ma soltanto per insinuarsi. Il medesimo don Benedetto mo scrive, che sono accettati da’ PP. Cappuccini un Pegolotto Raffaeli ed un Sighele nostri paesani: e che vocifera di voler fratasi anche il nostro pronipote Cristoforo, il quale studia ora la seco da; ma ch’essendo uno spirito vago dovrà maturar meglio la sua vocazione. Io presentemente non ho altro male, che quello del respiro, specialmente la mattina. Bramo, che Voi vi conserviate, e con fraterno affetto vi abbraccio ecc. Trento 2 maggio 1804.

2834. 1804

Al signor Giuseppe Cazzuffi. Trento982. Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Confessomi obbligato a V.S. Ill.ma per la memoria, che tuttavia conserva della fatica, che ho fatto nell’anno 1789 dal gennaio sino all’agosto, per servire alla causa sua, riducendo in compendio i rotoli, e le carte del suo copioso archivio: e per la premura, che mostra, perché tal fatica venga ricompensata. Replicandole poi, che io come Religioso povero non fo alcun prezzo a somiglianti mie fatiche, quantunque non lievi, le aggiungo, che molto volentieri mi rimetto a quanto degnerassi di stabilire, e decretare il cesareo-regio Giudizio provinciale di questo Circolo di Trento, il quale potrà essere informato intorno a ciò dall’Ill.mo signor Vice-pretore Luigi de Lupis983, che fu avvocato nella detta causa, e vide il mentovato mio compendio: e con un riverente inchino mi dichiaro. Dal convento di s. Bernardino 2 maggio 1804.

Di V.S. Ill.ma Umil.mo, div., obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Francescano Riformato.

Extra. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Giuseppe Cazzuffi di Pauebrg ecc.

Trento. Nota. Improvvisamente mi è comparso nella cella il lodato signore oggidì 2

maggio, e mi ha chiesto quanto sopra ho esposto, essendo ora la di lui causa di fallimento nel tribunale de’ nobili sopra mentovato. Ha voluto nominato il signor Lupi. Vedi To. 3, epist. 892, 895.

2835. 1804

Al P. Stanislao Küepach Guardiano di Ala984. Admodum Rev. Patri Guardiano Halensi F. Io. Chrysostomus de Avolano S.P.

981 Vedi sopra num. 2672. 982 Vedi sotto To. 7, num. 2919. 983 Il sig. Luigi de Lupis li 16 giugno 1804 ha attestato che io nel 1790, in 4 tometti ho compendiato

le carte cazzuffiane ad istanza di monsig. Piccini. Falla però nel detto an. 1790. 984 Fuit Guardianus Halae 12 annis, cui anno 1804 successit P. Gedeon Unterberger.

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Hisce adnexam per postam ut aiut, Diligentiam mitto ad te P.A.R. Vitam nostri gloriosissimi thaumaturgi sancti Antonii patavini, quam egregie admodum scripsit celebris ex-Iesuita lusitanus Emmanuel de Azevedo985; quamque tibi meritissime spopondit noster Pater David Thiarnaeus, Aulae salisburgensis concionator. Gaudens autem, quod italicis quoque lectionibus delecteris, ut prospera valetudine ad maiorem D.O.M. gloriam, et nostrae huiusProvinciae profectum diutissime fruaris, una cum meo Patre Provinciali, qui Venetias iterum scripsit pro Contensonio986, sinceriter exopto. Tridenti in coenobio s. Bernardini die 4 maii A.D. 1804987.

Extra. Admodum Rev. Colendissimo, ac relogiosissimo Patri Patri Stanislao Kiebach (sic) Ordinis Minorum Reformatorum s. Francisci, lect. theol. conc. Diffinitori provinciali, et Guardiano dignissimo.

Insprugg Hall

ad PP. Franciscanos

2836. 1804 Al P. Massimo Vicario di Borgo.

Carissimo Fratello. Giacché debbo supplire per il P. Diffinitore Gaudenzio dal suo male inchiodato sul

letto, vi fo sapere, ch’eziandio il P. Provinciale ritrovasi qui fermato da un reuma in una gamba. Il P. Regalato andrà Vicario a Cavalese, ed il P. Prosdocimo a Pergine, perché i medici non acconsentono, che questo secondo vada in Fieme. Questa infermeria è piena piena. Nel d’ 29 dello scorso aprile la curazialità di Villazzano fu solennissimamente trasferita dall’antica chiesa di s. Bartolommeo alla nuova di santo Stefano presso Villazzano. Lo studio di Cles non è ancora giunto qua988. Finisco dicendo sia lodato Gesù Cristo S.N. Trento 12 maggio 1804.

2837. 1804

In vigore della presente, che servirà di valida ubbideinza, il divoto giovine Antonio Frasnello di Molaro, nostro candidato, porterassi al nostro convento di san Vigilio in Cavalese della Valle di Fieme, e dovrà giugnervi nella sera dei due del prossimo mese di giugno, per esse vestito ivi del sacro abito del nostro serafico Padre san Francesco ai cinque dello stesso mese in qualità di Fratello laico, sotto il nome, e patrocinio di quel glorioso martire san Celso, di cui la santa madre Chiesa ne celebra la festa ogni anno nel giorno ventesimottavo di luglio: e quindi nell’avvenire chiamerassi Fra Celso da Molaro. Il Signor Iddio gli doni la perseveranza nella santa vocazione, lo benedica, e lo accompagni. Data in Trento, nel convento di s. Bernardino li 14 maggio 1804.

L.+S. rotundi F. Giuseppe Antonio da Cles

Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di s. Francesco.

985 editam Venetiis 1793 apud Franciscum Millum in 8° lingua italica. 986 Contensonius venit. Vide To. 7, epist. 2921. 987 Data postae die quinta. Respondit die 3 iunii quod acceperit. 988 Venne li 13 di mezzogiorno.

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2838. 1804 Ad Antonio Frasnello di Molaro.

Sia lodato Gesù Cristo signor nostro. Qui compiegata d’ordine del Molto Rev. Padre Provinciale vi spedisco

l’obbedienza, onde posiate portarvi al nostro convento di Cavalese in Fieme, per esser ivi vestito del serafico nostro abito. Siccome poi li nostri novizzi debbono provvedersi da sé il primo vestiario religioso, depositando previamente cinquanta fiorini tedeschi989, così vi avverto, che innanzi d’andare al noviziato di Cavalese, vogliate deporre gli accennati cinquanta fiorini nelle mani del signor Lorenzo Lago di Cles, e che portiate la di lui ricevuta al Padre Guardiano di Cavalese, insieme colla suddetta ubbidienza, colle fedi del Battesimo, e della Cresima. e coll’attestato di due uomini attempati, e gravi del vostro paese, scritto da pubblico notaio, o dal vostro R.mo signor arciprete, che abbiate le condizioni per altro richieste, affinché uno possa essere ammesso al nostro serafico Instituto, delle quali condizioni v’inserisco qui a parte una lista. E pregando Iddio Signor nostro clementissimo, che si degni di donarvi la perseveranza nella santa vocazione, vi saluto. Trento, s. Bernardino li 14 maggio 1804.

Vostro affez.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Diffinitor, e pro-segretario provinciale.

Extra. Alle mani dell’onesto giovine Antonio Frasnello di Molaro pieve di

Torri In Val di non

Le condizioni richieste sono: 1. Ch’è nato di matrimonio legittimo. 2. Che non ha mai commesso omicidio, od altro simile delitto. 3. Che non è bandito, né inquisito dalla Giustizia. 4. Che non è indebitato più delle sue facoltà. 5. Che non ha obbligo di rendere i conti di alcuna amministrazione di beni, o danari

altrui. 6. Che non deriva da gente notata di pazzia per parte di padre, o di madre. 7. Ch’è cattolico: non sospetto di alcun errore nella santa fede: non notato d’alcuna

pubblica infamia, non legato in matrimonio. 8. Ch’è sano di corpo, e di mente. Il dare questa cartella non basta. Un parroco ha posto sotto la fede del battesimo,

che il battezzato ha tutte le condizioni notate in pagella. Altri hanno messo dietro alla pagella, che questo giovine ha le dette condizioni senza nominarlo, e senza date del tempo, senza luogo.

2839. 1804

Al Padre superiore del convento di Mezlombardo. R.P.

F. Grisostomo avendo inteso dal P. Luigi, ritornato qua oggidì da Mezlombardo, che il giovine Frasnello cui spedisce l’obbedienza per li due del prossimo giugno, presentemente si ritrova costì, prega la P.V.R. che voglia avere la bontà di fargliela

989 Li Padri Cappuccini domandano ottanta fiorini.

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capitare sicura, e presto. Egli crede, che non le riuscirà troppo difficile il ritrovarlo costì, ed il consegnargliela in proprie mani. Si tien sicuro del favore, e la riverisce ecc. Trento 14 maggio 1804.

Deo gratias. Segue il volume settimo.