EPIDEMIOLOGIA renzini

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EPIDEMIOLOGIAEPIDEMIOLOGIA“studio sul popolo”“studio sul popolo”

Studio delle malattie e dei fenomeni ad esse connessi attraverso l’osservazione della

distribuzione e dell’andamento delle malattie nella popolazione allo scopo di individuare i

determinanti che ne possono indurre l’insorgenza e condizionare la diffusione.

Prof. Vincenzo Renzini – Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive – Direzione Sanitaria Azienda Policlinico Umberto I

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EPIDEMIOLOGIACenni storici

Ippocrate (V sec. a.C.)Correlazione tra patologie umane e condizioniambientali o personali.John Graunt (Inghilterra, 1662) Pubblicò un’analisi della mortalità e natalità a Londra soffermandosi sulle differenze per sesso, età e stagionalità. Fu uno dei primi studiosi a riconoscere il valore delle statistiche correnti.William Farr (Inghilterra, 1800)Elaborò un sistema di raccolta dei certificati di morte, imponendo la segnalazione della causa accanto ai dati anagrafici.John Snow (Inghilterra, 1854)Viene riconosciuto come il “primo epidemiologo moderno”. Svolse nella città di Londra indagini epidemiologiche sul colera quando ancora non ne era noto l’agente etiologico.

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EPIDEMIOLOGIAEPIDEMIOLOGIA

• Studi sullo stato di salute della popolazione.

• Interventi atti a migliorare le condizioni di vita.

• Conseguimento della “salute ideale” (soggettiva ed oggettiva).

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Il metodo epidemiologico è anche utile per valutare

EFFICIENZA, EFFICACIA ed ECONOMICITA’

degli interventi sanitari sia preventivi che diagnostico-terapeutici

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Utilità dell’EpidemiologiaLo studio della distribuzione e dei determinanti di malattia in una popolazione può aiutare a:

• Identificare i fattori che causano le malattie;• Identificare i fattori e/o le condizioni che possono essere

modificati per prevenire l’insorgenza o la diffusione delle malattie;

• Spiegare come e perché si verificano malattie ed epidemie;

• Identificare i bisogni sanitari di una comunità• Valutare l’efficacia di differenti tipologie di terapia o di

prevenzione;• Valutare l’efficacia dei programmi sanitari.

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Caratteristiche individuali studiate in epidemiologia

Caratteristiche demografiche (età, sesso, razza, gruppo etnico)Caratteristiche biologiche (anticorpi, sostanze biochimiche, enzimi)Fattori socio-economici (livello sociale, istruzione, professione, luogo di nascita)Abitudini di vita (fumo, uso di medicinali, dieta, esercizio fisico, rapporti sessuali)

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FATTORI DI RISCHIO

Componenti genetiche/ereditarie insiti nell’individuo, non rimuovibiliComponenti ambientali tipiche del luogo in cui l’individuo vive (es. inquinamento atmosferico). Modificabili cambiando l’ambiente di vita o attraverso interventi di sanità pubblicaFattori nocivi presenti negli ambienti di lavoro modificabili cambiando l’ambiente di lavoro, attuando misure finalizzate ad eliminare le sorgenti inquinanti (divieto di fumare, riduzione o eliminazione sostante nocive), proteggendo il lavoratore (DPI)Abitudini tipicamente individuali di facile rimozione se l’individuo si mostra disposto a recepire il messaggio (dieta, fumo, farmaci, etc.)

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FATTORE DI RISCHIO

Quando un fattore si presenta associato ad una malattia e questa manifesta un aumento di frequenza di comparsa,

il fattore stesso viene ritenuto FATTORE DI RISCHIO cioè fattore la cui presenza è associata ad una maggiore probabilità (o

rischio) di insorgenza della malattia stessa.

E’ tuttavia necessario che sussistano due condizioni:

la COSTANTE o comunque la FREQUENTE ASSOCIAZIONE del fattore stesso con la malattia

la SEQUENZA TEMPORALE POSITIVAcioè la presenza del fattore nel soggetto prima che la malattia con la

quale si ritiene associato si manifesti

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FATTORE CAUSALE

La causalità di un fattore e/o condizione deve rispondere

ai seguenti requisiti:

PLAUSIBILITA’ BIOLOGICA

gli effetti attribuiti al fattore

devono essere biologicamente compatibili

CORRISPONDENZA DOSE/RISPOSTA

all’aumentare della dose di esposizione al fattore deve

corrispondere un aumento degli effetti attesi

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Principali fattori di rischio presenti in ambiente ospedaliero

• AGENTI BIOLOGICI (batteri, virus, miceti, parassiti)• AGENTI CHIMICI (tossici, irritanti, allergizzanti,

oncogeni)• AGENTI FISICI (radiazioni ionizzanti e non

ionizzanti, alterazioni microclimatiche, rumori e vibrazioni)

• INFORTUNISTICA (ferite, ustioni, folgorazioni, cadute)

• ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO (movimentazione dei carichi, posture, stress, demotivazione, turni)

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La prevenzione in ambiente ospedaliero

Eliminazione o riduzione delle fonti di inquinamentoAttenta progettazione ed idonea costruzione architettonica, impiantistica, degli arredi salubrità dell’ambiente

Riduzione o diluizione dei contaminanti, adeguato microclima Adeguata ventilazione naturale, impianti di condizionamento e climatizzazione efficienti

Modifica delle fonti di inquinamentoScrupolosa igiene degli ambienti, attenta manutenzione impianti ed arredi

Modifica dei comportamenti a rischio Idonea formazione/informazione degli operatori, linee guida

Adeguata legislazione

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Misure epidemiologiche di frequenzaIl verificarsi di un evento nell’ambito di una popolazione può essere rappresentato

sotto la forma matematica di un rapporto, una proporzione, un tasso

RapportiFrazione in cui il numeratore non è incluso nel denominatore (relazione tra due quantità

indipendenti tra loro 10 paz. 8 maschi 2 femmine 8:2 = 4)

ProporzioniFrazione in cui il numeratore è incluso nel denominatore (proporzione dei maschi

rispetto alle femmine 8/10 = 0,8 80%)

Stima la probabilità che un evento si verifichi (n. casi in una popolazione 10/100 = 0,1 10% probabilità di 10 su 100

TassiProporzione che introduce la variabile tempo quale caratteristica essenziale

Casi / Popolazione di riferimento o a rischio X unità di tempo

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Tasso di mortalità

n. decessi nel periodo di tempo considerato________________________________________________________________________________________________________________

popolazione esposta al rischio di morte

Tasso grezzonumero complessivo

informazione utile ma non dettagliata

Tasso specifico per età, sesso, causa, professione

informazione dettagliata

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Misure di morbositàLe due più importanti misure di frequenza degli eventi sanitari sono:

PREVALENZARapporto tra n. dei casi e n. dei componenti la popolazione

considerata in un DETERMINATO ISTANTE. E’ un’immagine “fotografica” della popolazione al momento del rilievo. Quantifica

l’entità di una malattia o di un altro fenomeno. E’ una misura statica.

Esempio: studi di prevalenza delle infezioni ospedaliere.

INCIDENZAConsidera il numero di NUOVI CASI in una popolazione in un

determinato periodo di tempo. E’ una misura dinamica.

Esempio: studi longitudinali a coorte (follow up).

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Esempi di fonti informative su bisogni e domanda di salute

• Schede di Dimissione Ospedaliera

• Schede di morte ISTAT

• Notifica malattie infettive

• Rilevazioni dirette medici di base

• Registri farmaci

• Esenzioni per patologia

• Chiamate al 118 regionale

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Fasi di uno studio epidemiologico

• Nascita delle idee• Documentazione• Formulazione delle ipotesi• Definizione del modello di studio• Raccolta dati (studio pilota)• Classificazione e rappresentazione dati• Elaborazione dati• Interpretazione dati• Comunicazione

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Informazioni che possono derivare da uno studio epidemiologico

DESCRIZIONE “quantità” di malattiadistribuzione nel tempo e nello spaziotipo di “soggetto” ammalato a rischio

ANALISI individuazione fattori predittivi e correlati alla malattia a livello sia individuale che di popolazione

SPERIMENTAZIONE/VERIFICA di ipotesidelle tipologie di intervento

POLITICA SANITARIA misurare l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitarifornire supporti tecnici ed informativi a coloro che devono prendere decisioni

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Gli studi epidemiologici

OSSERVAZIONALI

DESCRITTIVI (andamento dei fenomeni)Studi effettuati utilizzando i dati raccolti attraverso le statistiche correnti. Servono principalmente per avere un’idea della distribuzione dei fenomeni morbosi.

ANALITICI (valutazione del ruolo dei fattori di rischio)

Trasversali o di prevalenzaVengono utilizzati per quantificare alcuni fenomeni in campioni di popolazione. Utili per la programmazione sanitaria.

Caso-controlloIndagini etiologiche in cui l’esposizione a presunti fattori di rischio viene valutata in un gruppo di malati (casi) ed in un gruppo di non malati (controlli).

Longitudinali o a coorteSi distinguono in prospettivi e retrospettivi e valutano nel tempo l’incidenza delle malattie negli esposti e non esposti (follow up).

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Gli studi epidemiologici

SPERIMENTALIInterventi diretti, limitato utilizzo per motivi etici

SPERIMENTAZIONI CLINICHEIndagini che studiano l’effetto di uno specifico trattamento terapeutico in uno o più gruppi di pazienti malati e distribuiti tra i gruppi in modo randomizzato.

INTERVENTI PREVENTIVIDistinti in interventi sul campo (FIELD TRIAL) e interventi su comunità (COMMUNITY TRIAL), consistono nella rimozione di fattori di rischio in gruppi di persone sane.

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Quale epidemiologia in ospedale?

Epidemiologia ambientale (governo ambientale)Conoscenza e monitoraggio strutture, impianti, microclima, tecnologie, smaltimento rifiuti, operatori, etc.

Obiettivi prevenzione, formazione, linee guida, etc.

Epidemiologia clinica (governo clinico)Conoscenza e monitoraggio domanda servizi sanitari, analisi Schede di Dimissione Ospedaliera, sorveglianza patologie infettive (CIO), gestione del rischio clinico (RM), etc.

Obiettivi “polso della situazione”, miglioramento offerta servizi sanitari, corretta gestione clinica del paziente, produttività ed economicità di gestione.