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1 Epidemiologia dell’autismo: un’analisi critica Flavia Chiarotti Aldina Venerosi Pesciolini Istituto Superiore di Sanità

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Epidemiologia dell’autismo: un’analisi critica

Flavia ChiarottiAldina Venerosi Pesciolini

Istituto Superiore di Sanità

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PrevalenzaNegli ultimi anni si èassistito a un incremento dellaprevalenza dei disturbidello spettro autistico

L’incremento diprevalenza è stato cosìmarcato da aver fattoparlare di una“epidemia” di autismo

Vi è la necessità di attivare procedure di sorveglianza per monitorare la prevalenza e seguire il decorso ‘longlife’ del disturbo

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Prevalenza USA – CDC, Autism and Developmental Disabilities Monitoring

(ADDM) Network: 2000, 2002, 2006, 2008MMWR, Surveillance Summaries, Vol. 61, n. 3, March 30, 2012

FocusPicco di Prevalenza ASD (studio CDC): 8 anni

Obiettivi Prevalenza ASD totale, rispetto al sesso, all’etnia e all’IQ, in 14 Stati USConfronto fra anni diversi

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08

Metodologia

Fonti cliniche di pediatria generaleprogrammi dedicati ai bambini con disabilità dello svilupporegistri dei bambini che usufruiscono dei servizi educativi speciali

Screeningselezione dei bambini in base alla presenza di comportamenti “sospetti” e compilazione di un record dati per ogni bambino estratto

Analisi dati del recordverifica dei criteri per la diagnosi ASD secondo il DSM‐IV‐TR

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08

“ADDM NetworkMission

Working togetherto understand

the magnitude and characteristics

of the population of children with autism

and relateddevelopmental disabilities

to informscience and policy

From 2000, CDC established

ADDM Network”

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08Anno Popolazione Prevalenza rispetto

all’ IQPrevalenza

rispetto al sessoPrevalenza rispetto

all’etniaPrevalenza totale

2008(14 stati)

337,093 IQ ≤70 4.6/1000 IQ 71‐85 2.9/1000IQ >85 4.7/1000IQ≤70 38% (13‐54%)

M 18.4/1000F 4.0/1000Prev M:F = 4.6:1

Bianchi non ispanici:12.0/1000

Neri non ispanici:10.2/1000

Ispanici: 7.9/1000

11.3/1000 (4.8 Alabama ‐

21.2 Utah)

2006(11 stati)

308,038 IQ≤70 4.2/1000IQ 71‐85 2.3/1000IQ >85 3.9/1000IQ≤70 41% (29‐51%)

M 14.5/1000F 3.2/1000Prev M:F = 4.5:1

Bianchi non ispanici:9.9/1000

Neri non ispanici:7.2/1000

Ispanici: 5.9/1000

9.0/1000(4.2 Florida –12.1 Arizona,

Missouri)

2002(14 stati)

407,578 IQ≤70 3.2/1000IQ 71‐85 1.4/1000IQ >85 2.4/1000IQ≤70 45% (33‐59%)

M 10.2/1000F 2.4/1000Prev M:F = 4.2:1

Bianchi non ispanici:7.0/1000

Neri non ispanici:5.5/1000

Ispanici: 3.7/1000

6.6/1000(3.3 Alabama ‐

10.6 New Jersey;7.5 Utah)

2000 (6 stati)

187,761IQ≤70 (40‐62%)

M 6.6‐14.8/1000F 2.0‐ 4.3/1000Prev M:F = 2.8:1 ‐5.5:1

Bianchi non ispanici:4.5‐11.3/1000

Neri non ispanici:5.3‐10.6/1000

6.7/1000 (4.5 West Virginia ‐ 9.9 New Jersey)

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08 Trend

Dal 2000 al 2002 (6 vs 14 Stati)Totale: stazionaria (‐1.2%)Rispetto all’etnia: diminuzione tra i neri non ispaniciRispetto al sesso: stazionaria

Dal 2002 al 2006 (14 vs 11 Stati)Totale: + 36%Rispetto all’etnia: ispanici (+59%) > bianchi non ispanici (+41%) > neri non ispanici (+31%)Rispetto al sesso: maschi (+42%) > femmine (+33%)

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08Trend

Dal 2006 al 2008 (11 vs 14 Stati)Totale: +26%Rispetto all’etnia: neri non ispanici (+42%) > ispanici (+34%)> bianchi non ispanici (+21%)Rispetto al sesso: maschi (+27%) = femmine (+25%)

Dal 2002 al 2008 (14 vs 14 Stati)Totale: +71%Rispetto all’etnia: ispanici (+114%) > neri non ispanici (+85%) > bianchi non ispanici (+71%)Rispetto al sesso: maschi (+80%) > femmine (+67%)

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Prevalenza USA (CDC, ADDM): 2000/02/06/08 Trend

All’aumento di prevalenza si associa un aumento delle valutazioni e delle diagnosi effettuate entro i primi 3 anni di vita

Percentuale di bambini con valutazione o con diagnosi entro i 36 mesi di vita sui bambini estratti come ASD nello studio

Anno di nascita 1994 2000 (2002)* (2008)* Variaz %

con valutazione 32% 41% +28%

con diagnosi ASD 12% 18% +50%

* Anno di realizzazione dello studio

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Prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America

Elsabbagh et al, Autism Res 2012 “Global prevalence of Autism and other Pervasive Developmental Disorders”

Più di 600 studi esaminati

Differenze metodologiche nella definizione e nelreperimento dei casi

Grande variabilità di stime:

TRA anni

TRA ed ENTRO aree geografiche

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Prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America(prevalenza/10000 e 95% CI)

AD PDD

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331‐18962362.8‐9417Totale

0‐‐0‐‐Africa

3‐‐0‐‐Medio‐Oriente

1‐‐1‐‐Asia SE

3‐‐122.8‐9412Pacifico W

1213‐11065711‐4022America

1430‐11662167‐3919Europa

N studiRangeMedianaN studiRangeMedianaRegione

PDDAD

Prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America (prevalenza/10000; studi pubblicati dal 2000)

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Prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America

Prevalenza AD dal 2000 non è significativamentediversa tra America, Pacifico W ed Europa

Prevalenza PDD dal 2000 non è significativamentediversa tra America ed Europa

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Prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America

Studi a partire dal 2000 convergono su stime mediane diprevalenza:

AD = 1.7/1000 (1 su 588)

PDD = 6.2/1000 (1 su 160) MA stime molto più alte in alcune aree

Baird et al 2006, South Thames (UK): AD=3.89/1000 (2.99‐4.78), PDD=11.61/1000 (9.04‐14.18)

Kawamura et al 2008, Japan: PDD=18.11/1000 (15.85‐20.59)

Kim et al 2011, South Korea: AD=9.4/1000 (5.6‐13.4), PDD=18.9/1000 (14.3‐23.6)

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Prevalenza in ItaliaPiemonteFonte: NPI.netPrevalenza F84 (/1000)

Anno: 2008 2010Totale: 2.5 2.90‐2 aa: 0.1 0.23‐5 aa: 2.1 2.96‐10 aa: 3.7 4.211‐14 aa: 2.9 3.615‐18 aa: 2.3 2.6

Popolazione 0‐18 anni 2010: 721689Casi ASD 0‐18 anni 2010: 2097

Emilia RomagnaFonte: USR Prevalenza allievi F84 (/1000)

Anno scolastico: 2007‐08 2011‐12

Totale: 1.6 2.2infanzia: 1.7 3.0primaria: 2.1 2.8I grado: 1.7 2.1II grado: 0.9 1.5 2.3**1.92.32.83.01.2*2011

2.2**1.72.32.43.01.2*2010

2.02.02.32.52.60.22009

2.01.92.42.82.20.32008

1.81.61.92.51.02006

Totale14‐17anni

11‐13anni

6‐10 anni

3‐5 anni

0‐2anni

Regione Emilia Romagna (Fonte: ELEA)Prevalenza F84 (/1000)

* 1-2 anni; ** 1-17 anni

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Variabilità fra anni (aumento della prevalenza) e fra zone geografiche

(differenti stime di prevalenza): quali spiegazioni?

Weintraub K, Nature 2011, “Autism counts”

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• Metodologia dello studio

• Differenze nella probabilità di riconoscere e diagnosticare l’ASD

• Differenze nel rischio di sviluppare ASD

Variabilità fra anni e fra zone geografiche: quali spiegazioni?

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• Metodologia dello studio

– studio realizzato ad hoc (riesame e rivalutazione di tutti i bambini all’interno di una popolazione) o studio basato su informazioni già raccolte (riesame e rivalutazione di record contenuti in registri – sanitari e/o sociali e/o scolastici)

– dimensione campionaria

– categoria diagnostica considerata (AD, ASD, PDD)

– fascia d’età considerata (0‐18 aa, 6‐10 aa, ...)

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• Differenze nella probabilità che un bambino con ASD venga riconosciuto e diagnosticato come ASD

– cambiamento dei criteri e degli strumenti diagnostici (inserimento manuali; aumento dei casi meno gravi)

– spostamento delle diagnosi (da MR, LD a ASD)

– anticipazione delle diagnosi

– modificazione di fattori socio‐economici (maggiore disponibilità dei servizi, più sensibilitàsociale ed individuale al problema, ...)

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Cambiamento nosografico

ASD prevalence*10000Weintraub K, Nature 2011, “Autism counts”

AD prevalence*10000Fisch GS, American Journal of Medical Genetics Part C (Seminars in Medical Genetics) 2012, “Nosology and Epidemiology in Autism: Classification Counts”

2 4

20

4060

67

91

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Cambiamento nosografico – Politiche socialiTrend di prevalenza risente dei cambiamenti legislativi in materia di disabilitàI cambiamenti nosografici riflettono e sostengono cambiamenti culturali Le politiche sociali riflettono quindi una cascata di cambiamenti

Nassar N et al, International Journal ofEpidemiology2009, “Autismspectrumdisorders in youngchildren: effect ofchanges in diagnosticpractices”Western Australia

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Switch delle diagnosi – MRObiettivo

• Switch diagnostico, in un periodo di tempo (1992‐2005) da MR a AD o da MR a MR+AD (prima diagnosi secondo DSM III)

Risultati

• Aumento 25% delle diagnosi di AD, soprattutto negli anni prossimi a quelli coincidenti con i cambiamenti nosografici (1999 e 2003)

• Aumento assoluto casi sia MR sia AD sia MR+AD→ AD aumenta proporzionalmente più che MR e si ha riduzione della percentuale di comorbidità

• Lo switch diagnostico rende conto del 26.4% dell’aumento delle diagnosi di AD

King M, & Bearman P, International Journal ofEpidemiology 2009, “Diagnostic change and the increased prevalence of autism”

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Switch delle diagnosi – LD1993‐1994: inserimento dell’Autismo come categoria specifica nel registro delle disabilità della Special Education

Variazione nella prevalenza 1994 – 2003

AD: OR = 1.21 (1.19‐1.22)LD: OR = 0.98 (0.97‐0.98)MR: OR = 0.97 (0.96‐0.97)

Shattuck P, Pediatrics 2006, “The contribution ofdiagnostic substitution to the growingadministrative prevalence of Autism in US SpecialEducation”

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Switch delle diagnosi – LD38 soggetti adulti (15‐31aa, 31M e 7F), con diagnosi pregressa di LD, rivalutati con ADI‐R e ADOS

SLI = specific language impairment; PLI = pragmatic language impairment

Bishop DVM et al, Developmental Medicine & Child Neurology 2008, “Autism and diagnostic substitution: evidence from a study of adults with a history of developmental language disorder”

382018Totale

13 (34%)11 (55%)2 (11%)AD e/o ASD

12 (32%)8 (40%)4 (22%)Dubbi

13 (34%)1 (5%) 12 (67%)Unaffected

TotalePLISLIADI‐R e ADOS

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Età alla diagnosi

• L’incidenza èaumentata con gli anni, in modo piùmarcato nei bambini di 0‐4 aa (in particolare in quelli di 3 anni)

• L’aumento di incidenza nei bambini di 5‐9 aa si è pressoché fermato dal 2003‐4

Incidenza per anno di calendario 1990‐2007 per bambini di 0‐4 aa e 5‐9 aa di età (Database del Department DevelopmentalServices, DDS)

Hertz-Picciotto & Delwiche, Epidemiology 2009

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Età alla diagnosi

• Vi è un forte aumento della incidenza cumulativa nei primi 5aa di vita all’aumentare dell’anno di nascita

• Vi è un lieve aumento della incidenza cumulativa tra i 5 e i 9aa all’aumentare dell’anno di nascita

Incidenza cumulativa di ASD per anno di età, calcolata sulle coorti di bambini nati tra il 1990 e 2003 (Database del Department Developmental Services, DDS )

Hertz-Picciotto I & Delwiche, Epidemiology 2009

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Accesso ai servizi

Basso accesso ai servizi

StessaPrevalenza

Alto accessoai servizi

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Fattori socioeconomiciAlcuni studi sostengono che la probabilità di ricevere diagnosi di ASD aumenta all’aumentare dello stato socioeconomico(Durkin et al, PlosOne 2010)

MHI, median household income (reddito mediano familiare)

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Fattori socioeconomiciVengono diagnosticati:• più casi lievi che severi

nei contesti agiati • più casi severi che lievi

nei contesti disagiati (King and Bearman, Am Sociol Rev 2011)

Attenzione: Un recentestudio su un coortesvedese evidenzia che:

• basso SES → maggiorerischio per ASD

“Lower, not higher, socioeconomic status was associated with an increased risk of autism spectrum disorders (ASD). Studies finding the opposite may be underestimating the burden of ASD in lower socioeconomic status groups”(Rai et al, J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2012)

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• Differenze nel rischio di essere ASD, per bambini di coorti di anno di nascita o di aree geografiche diverse, legate a differenze:

– nella frequenza – nell’effetto

di specifici fattori di rischio per l’autismo

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Fattori di rischio per l’autismo: Genetici• EreditariTasso di concordanza tra gemelli

Bailey et al, Psychological Medicine 1995: 110 twin pairs

• Autismo (AD): 60% MZ vs 0 DZ• Spettro autistico (ASD): 90% MZ vs 10% DZ

Rosemberg et al, Arch Pediatr Adolesc Med 2009: 277 twin pairs

• Spettro autistico (ASD): 88% MZ vs 31% DZ

Liu et al, Demography 2010: 315 twin pairs

• Spettro autistico: 47.5% (MZ + DZ) ?

Hallmayer et al, Archives of General Psychiatry 2011: 192 twin pairs

• Autismo (AD): 58% MZ vs 21% DZ• Spettro autistico (ASD): circa 60% MZ vs 35% DZ

Ricorrenza tra fratelli: dagli anni ’80 ad oggi vi è una variazione considerevole della stima riportata

che va dal 3%‐18% (Constantino et al, 2010: 1235 siblings; Ozonoff t al, 2011: 664 siblings)

Concordanza DZ>NT siblingsImportanza dei fattori ambientali prenatali

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Fattori di rischio per l’autismo: Genetici

• Variazioni genetiche de novo (sia casi sporadici che familiari)

Possibili meccanismi:• Riarrangiamenti cromosomici • Delezione o duplicazione di piccoli segmenti di DNA (Copy number variations, CNVs); • Polimorfismo di un singolo nucleotide (Single nucleotide polymorphisms, SNPs).

I meccanismi possono agire a livello di (i) singolo gene, (ii) sequenze che coinvolgono piùgeni, o (iii) sequenze non codificanti

Le analisi di screening genetico (GWA), sebbene abbiano evidenziato loci genetici associati alla condizione ASD (complessivamente in circa il 10%), dimostrano che se presi singolarmente presentano frequenze molto basse (0.005%‐ 0.8%)

L'eterogeneità negli ASD può essere spiegata da questi meccanismi genetici capaci di influenzare in maniera differente l'espressione fenotipica a seconda dei loci genetici che sono coinvolti in termini di numero (combinazione di variazioni?) e/o bassa/alta penetranza (importanza della funzione nello sviluppo, interazione con fattori ambientali)

Toro et al, 2010; Li et al, 2012; Devlin and Scherer, 2012

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Fattori di rischio per l’autismo: GeneticiTra i geni individuati dall'analisi GWA (Genome Wide Association) si

identificano differenti 'cluster funzionali': geni coinvolti nel funzionamento della sinapsi o più in generale nella formazioni delle connessioni nervose (MET, PTEN, En2, UBE3a, CNTNAP2, neurexins, neuroligins, shanks, SYN-1); geni per la neuromodulazione (GABA-β3, 5-HTT, GRIK2, OXTR); geni presenti in altri disturbi del neurosviluppo (FMR1, MECP2, TSC)

Importanza dei fattori ambientali prenatali

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Fattori di rischio per l’autismo: Ambientali

Rischio ASD• Età dei genitori ↑ ↑ (King et al, 2009; Grether et al, 2010;

Shelton et al, 2010)

• Peso alla nascita ↓ ↑ (Eaton 2001)

• SGA ↑ ↑ (Hultman et al, 2004; Larsson et al, 2005)

• Apgar score ↓ ↑ (Eaton et al, 2001)

• Distress fetale al parto ↑ ↑ (Glasson et al, 2004)

• Infezioni perinatali ↑ ↑ (Varga et al, 2005; Atladóttir et al, 2010;

(neuroinfiammazione?) Goines et al, 2011)

• Distanza tra le nascite ↓ ↑ (Cheslack‐Postava et al, 2011)

(< 1 anno)

• Sostanze neurotossiche ↑ ↑ (Palmer et al, 2006; Windham et al, 2006;

(mercurio, 'inquinamento atmosferico', Kalkbrenner et al, 2010; Volk et al, 2011;pesticidi) Roberts et al, 2007; Shelton et al, 2012)

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Età dei genitori

Una meta‐analisi su studi effettuati in vari paesi dimostra l’associazione dell’età paterna con il rischio di autismo

Hultman et al, Molecular Psychiatry 2011

• Un aumento di 10 anni di età della madre risulta associato a un aumento del 38% del rischio di autismo (OR = 1.38, 95% CI: 1.32 to 1.44)

• Un aumento di 10 anni di età del padre risulta associato a un aumento del 22% del rischio di autismo (OR = 1.22, 95% confidence interval: 1.18, 1.26)

Grether et al, American Journal of Epidemiology 2009

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Età dei genitori

• Il rischio di ASD aumenta all’aumentare dell’età dei genitori

• L’età materna è sempre influente, qualunque sia l’età del padre

• L’età paterna è influente quando l’età della madre è < 30 anni

Shelton et al, Autism Research 2010California

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La maggior parte degli studi epidemiologici riguardal’età evolutiva

Cambiamenti nosografici, fattori socio‐economici e specifici fattori di rischio individuale possono spiegaresolo in parte l’aumento di prevalenza osservato

IN CONCLUSIONE

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L’epidemiologia è utile per studiare:

• la prevalenza e incidenza del disturbo, e le loro variazioni nel tempo e nello spazio

• l’ezio‐patogenesi del disturbo, e il ruolo di singoli fattori di rischio (genetici e ambientali) e di loro interazioni sull’incidenza e/o sulla presentazione clinica del disturbo

vediSEED (CDC, http://www.cdc.gov/ncbddd/autism/seed.html)CHARGE (http://beincharge.ucdavis.edu/index.php)EARLY and Baby Siblings Research Consortium (NIH and Autism

Speaks, Newschaffer et al, Journal of Neurodevelopmental Disorders 2012)

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Affinché gli studi siano utili, occorre però che le metodologie dello studio siano standardizzate. Infatti

“Studies using comparable methodology toestimate prevalence across differentgeographical regions and to monitor

changes to it over time provide a powerfulapproach”

allo studio dell’ezio‐patogenesi e del carico globale del disturbo (Elsabbagh et al, Autism Research 2012)

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Grazie per l’attenzione