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1 GIACOMO BAROFFIO Editio Medicea e Editio Vaticana: qualche confronto Accanto all’Editio Vaticana [EV] 1 anche l’Editio Medicea [EM] 2 può essere ricordata tra i più importanti prodotti editoriali che hanno contribuito alla diffusione del canto gregoriano negli ultimi secoli. 3 Entrambe queste opere contengono i canti della Messa: Temporale e Sanctorale, Proprium e Ordinarium. L’EM fu pubblicata a Roma negli anni 1614/15 quale iniziativa di carattere privato. Nonostante il coinvolgimento di persone della Curia romana e l’interessamento di autorevoli rappresentanti del mondo musicale e politico del tempo, l’EM non ebbe né un carattere né una funzione ufficiale. 4 Non se ne conosce la tiratura iniziale e tanto meno il numero degli esemplari delle numerose ristampe e adattamenti diocesani che ne hanno permesso una diffusione capillare sino all’inizio del XX secolo. 5 Un capitolo parallelo, non ancora investigato in modo sistematico, è il lavoro di revisione cui sono stati sottomesse le fonti manoscritte e a stampa più antiche per uniformarle alla recensione musicale dell’EM. 6 Interessante, ma non ancora chiarita in tutti gli aspetti, è la genesi dell’EM. Lo stesso Giovanni Pierluigi da Palestrina – non solo a causa dei suoi talenti musicali, ma anche per la sua profonda vita spirituale – fu coinvolto nella redazione primitiva dell’opera da un Breve di papa Gregorio XIII il 25 ottobre 1577. 7 Con il documento si avviava la riforma del repertorio liturgico 1 Graduale 000 2 Graduale de Tempore iuxta ritum sacrosanctæ Romanæ ecclesiæ. Editio Princeps (1614). Edizione anastatica, Introduzione e Appendice a cura di GIACOMO BAROFFIO - MANLIO SODI, Presentazione di GIULIO CATTIN, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2001 (Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 10) [Introduzione: XI-XXXI] - Graduale de Sanctis iuxta ritum sacrosanctæ Romanæ ecclesiæ. Editio Princeps (1614-1615). Edizione anastatica, Introduzione e Appendice a cura di GIACOMO BAROFFIO - EUN JU KIM, con la collaborazione di MANLIO SODI, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2001 (Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 11). 3 Grande e talora grandissima importanza nella rielaborazione e diffusione del canto liturgico hanno avuto le edzioni locali diocesane. Paradigmatico è un messale di Besançon: Missale Bisuntinum, / illustrissimi et reverendissimi in Christo Patris, / D. D. Raymundi De Durfort, /archiepiscopi bisuntini, / sacri romani imperii principis, /auctoritate editum. / Vesuntione, / Apud Lépagnez natu majorem, Illustr. & Reverend. D. D. / Archiepiscopi Bibliopolam, via Pontis. / M. DCC. LXXXI /Cum privilegio Regis. Nel solco delle liturgie neogallicane vi si trovano nuovi canti del Proprium Missae e un numero notevole di (nuove) sequenze. 4 RAPHAEL MOLITOR, Die Nach-Tridentinische Choral-Reform zu Rom. Ein Beitrag zur Musikgeschichte des XVI. Und XVII. Jahrhunderts. I: Die Choral-Reform unter Gregor XIII; II: Die Choral-Reform unter Klemens VIII. und Paul V., Leipzig, F. E. C. Leuckart (Constantin Sander) 1901 e 1902. 5 Cfr. PIERRE COMBE, Histoire de la restauration du chant grégorien d’après des documents inédits. Solesmes et l’Edition Vaticane, Solesmes, Abbaye 1969. 6 Poppi, Biblioteca Comunale Rilliana, 1: sul margine più volte c’è la scritta “ex Soriano” in corrispondenza a interventi mirati che uniformano la lezione primitiva del graduale (sec. XIV) a quella dell’EM. Cfr. la scheda 21 in Segno e Musica. Codici miniati e musicali nel millenario della nascita di Guido d’Arezzo, a cura di Giacomo Baroffio, Milano, Mazzotta 2000, 74. Sulla difficoltà di introdurre correzioni negli antichi libri cfr. MOLITOR I, 289-290. 7 “(…) Quoniam animadversum est, Antiphonaria, Gradualia et Psalteria quae ad divinas laudes et officia in Ecclesia celebranda plano cantu, ut vocant, annotata prae manibus sunt, post editum breviarium et missale ex Concilii

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GIACOMO BAROFFIO

Editio Medicea e Editio Vaticana: qualche confronto

Accanto all’Editio Vaticana [EV]1 anche l’Editio Medicea [EM]2 può essere ricordata tra i più

importanti prodotti editoriali che hanno contribuito alla diffusione del canto gregoriano negli ultimi

secoli.3 Entrambe queste opere contengono i canti della Messa: Temporale e Sanctorale, Proprium

e Ordinarium.

L’EM fu pubblicata a Roma negli anni 1614/15 quale iniziativa di carattere privato.

Nonostante il coinvolgimento di persone della Curia romana e l’interessamento di autorevoli

rappresentanti del mondo musicale e politico del tempo, l’EM non ebbe né un carattere né una

funzione ufficiale.4 Non se ne conosce la tiratura iniziale e tanto meno il numero degli esemplari

delle numerose ristampe e adattamenti diocesani che ne hanno permesso una diffusione capillare

sino all’inizio del XX secolo.5 Un capitolo parallelo, non ancora investigato in modo sistematico, è

il lavoro di revisione cui sono stati sottomesse le fonti manoscritte e a stampa più antiche per

uniformarle alla recensione musicale dell’EM.6

Interessante, ma non ancora chiarita in tutti gli aspetti, è la genesi dell’EM. Lo stesso

Giovanni Pierluigi da Palestrina – non solo a causa dei suoi talenti musicali, ma anche per la sua

profonda vita spirituale – fu coinvolto nella redazione primitiva dell’opera da un Breve di papa

Gregorio XIII il 25 ottobre 1577.7 Con il documento si avviava la riforma del repertorio liturgico

1 Graduale 000 2 Graduale de Tempore iuxta ritum sacrosanctæ Romanæ ecclesiæ. Editio Princeps (1614). Edizione anastatica,

Introduzione e Appendice a cura di GIACOMO BAROFFIO - MANLIO SODI, Presentazione di GIULIO CATTIN, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2001 (Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 10) [Introduzione: XI-XXXI] - Graduale de Sanctis iuxta ritum sacrosanctæ Romanæ ecclesiæ. Editio Princeps (1614-1615). Edizione anastatica, Introduzione e Appendice a cura di GIACOMO BAROFFIO - EUN JU KIM, con la collaborazione di MANLIO SODI, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2001 (Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 11).

3 Grande e talora grandissima importanza nella rielaborazione e diffusione del canto liturgico hanno avuto le edzioni locali diocesane. Paradigmatico è un messale di Besançon: Missale Bisuntinum, / illustrissimi et reverendissimi in Christo Patris, / D. D. Raymundi De Durfort, /archiepiscopi bisuntini, / sacri romani imperii principis, /auctoritate editum. / Vesuntione, / Apud Lépagnez natu majorem, Illustr. & Reverend. D. D. / Archiepiscopi Bibliopolam, via Pontis. / M. DCC. LXXXI /Cum privilegio Regis. Nel solco delle liturgie neogallicane vi si trovano nuovi canti del Proprium Missae e un numero notevole di (nuove) sequenze.

4 RAPHAEL MOLITOR, Die Nach-Tridentinische Choral-Reform zu Rom. Ein Beitrag zur Musikgeschichte des XVI. Und XVII. Jahrhunderts. I: Die Choral-Reform unter Gregor XIII; II: Die Choral-Reform unter Klemens VIII. und Paul V., Leipzig, F. E. C. Leuckart (Constantin Sander) 1901 e 1902.

5 Cfr. PIERRE COMBE, Histoire de la restauration du chant grégorien d’après des documents inédits. Solesmes et l’Edition Vaticane, Solesmes, Abbaye 1969.

6 Poppi, Biblioteca Comunale Rilliana, 1: sul margine più volte c’è la scritta “ex Soriano” in corrispondenza a interventi mirati che uniformano la lezione primitiva del graduale (sec. XIV) a quella dell’EM. Cfr. la scheda 21 in Segno e Musica. Codici miniati e musicali nel millenario della nascita di Guido d’Arezzo, a cura di Giacomo Baroffio, Milano, Mazzotta 2000, 74. Sulla difficoltà di introdurre correzioni negli antichi libri cfr. MOLITOR I, 289-290.

7 “(…) Quoniam animadversum est, Antiphonaria, Gradualia et Psalteria quae ad divinas laudes et officia in Ecclesia celebranda plano cantu, ut vocant, annotata prae manibus sunt, post editum breviarium et missale ex Concilii

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musicale che doveva adeguarsi ai nuovi libri liturgici. Nel caso del graduale, il modello di referenza

era costituito dal messale edito nel 1570. Il lavoro si era concentrato sulle messe domenicali8 e

doveva essere in fase molto avanzata, quando fu interrotto tra il 1578 e il 1579, cioè poco prima di

una possibile edizione a stampa.9 Il contributo di Palestrina, come quello di Annibale Zoilo e di altri

collaboratori,10 non è tuttavia conosciuto nei particolari. Tutte le carte, infatti, o sono andate

distrutte o, se ancora esistono in qualche deposito, non sono ancora state identificate dopo la

vertenza giudiziaria che ha visto parte in causa l’erede del Palestrina, il figlio Iginio.11 Un gruppo di

periti nel 1597 aveva constatato che nel santorale (Santuario) c’erano “molte varietà” e “disformità

grandi” tali da non poter attribuire questa parte al Palestrina.12 La redazione definitiva dell’edizione

romana è stata condotta in porto grazie all’intervento di Francesco Soriano e di Felice Anerio che

sono intervenuti nell’impresa solo nel 1611,13 e che forse hanno utilizzato i lavori preliminari di

Palestrina e Zoilo.

L’EV è un libro nato in fretta, senza le necessarie attenzioni redazionali.14 È soprattutto il

frutto di una serie di compromessi tra opinioni differenti enunciate e difese da gruppi contrapposti.15

Tridentini praescripto quam plurimis barbarismis, obscuritatìbus, contrarietatibus ac superfluitatibus, sive imperitia sive negligentia aut etiam malitia compositorum, scriptorum et impressorum esse referta: Nos ut ea Breviario et Missali praedictis, sicuti congruum et conveniens est, respondeant, simulque superfluitatibus resecatis ac barbarismis et oscuritatibus sublatis ita aptentur, ut iis nomen Dei reverenter, distincte devoteque laudari queat, quantum cum Deo possumus prospicere cupientes, Vos, quorum artis musicae et modulandi peritia, nec non fides et diligentia atque erga Deum pietas maxime probata est, deligendos duximus, quibus potissimum hoc onus demanderemus, firma spe freti, vos desiderio huic nostro cumulate satisfacturos. Itaque vobis Antiphonaria, Gradualia, Psalteria et alios quoscumque cantus quorum in ecclesiis est usus, iuxta ritum Sanctae Romanae ecclesiae tam in horis canonicis quam Missis et aliis divinis celebrandis revidendi et prout vobis expedire visum fuerit, purgandi, corrigendi et reformandi negocium damus atque super his omnibus plenam et liberam aucoritate Apostolica tenore praesentium facultatem tribuimus et potestatem, et quo celerius ac diligentius praemissa exequi valeatis, vobis ut aliquot alios Musicae peritos adiutores arbitrio vestro asciscere possitis concedimus (…)” (corsivi miei). Il testo – conservato in un documento dell’Archivio di Stato di Firenze – è stato pubblicato da MOLITOR I, 297-298.

8 MOLITOR I, 237. 9 Nell’arco di tempo della sospensione del progetto, tra il 1579 e il 1614, saranno pubblicate altre opere importanti che

avranno una grande diffusione come le edizioni romane di Guidetti (a partire dal bestseller Directorium chori del 1582 con numerose ristampe) e quelle veneziane di Liechtenstein (1580), Gardano (1585). Cfr. 000 000

10 Ad esempio Zoilo si faceva aiutare da un certo Ludovico Luccatello; cfr. MOLITOR I, 239. 11 MOLITOR II, 17-45, 50-57 e i documenti pubblicati in appendice: la patente papale di Clemente VIII per Fulgenzio

Valesio e Leonardo Parasole/i (16 IX 1593: p. 213), una lettera dei due al card. Federico Borromeo (pp. 214-215), l’attestato della Congregazione dei Riti (21 I 1594: p. 215), una seconda redazione dello stesso atto (p. 215), una terza redazione (29 III 1594: p. 216), il contratto di vendita di Iginio (14 III 1594: pp. 216-217), un nuovo instrumento di vendita (18 XI 1594: p. 217)…

12 MOLITOR II, 226-227 pubblica il votum” degli esperti che hanno esami nato il manoscritto di Iginio. I periti deputati dal card. Francesco Maria del Monte erano Giovanni Maria Nanino, Giovanni Andrea Dragone e Giovanni Troiani.

13 Cfr. la lettera con cui il tipografo Raimondi chiede a papa Paolo V la licenza di pubblicare i Cantifermi (MOLITOR II, 236). In un primo tempo la Congregazione dei Riti per la riforma delle melodie gregoriane si era orientata verso cinque musici residenti a Roma: Giovanni Bernardino Nanino (S. Lorenzo in Damaso), Curzio Mancini (S. Giovanni in Laterano), Ruggiero Giovanelli e Francesco Soriano (S. Pietro), Pietro Martire Felini (S. Maria in Via); cfr. MOLITOR II, 235-236.

14 Basta verificare la lezione corrotta del responsorio graduale 000 ; cfr. JOSEPH GAJARD, 000 000 15 Si pensi a due personalità quali il Prof. Peter Wagner (Freiburg Schw.) e Dom André Mocquereau (Solesmes). Cfr.

Combe, De Salvo > Kyrie Lux et origo ... Molto interessanti al rigardo sono i protocolli delle sedute della Commissione di cui ho potuto leggere alcune pagine grazie alla cortesia di Mons. Domenico Bartolucci. Sarebbe opportuno pubblicare integralmente tutto il materiale.

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Nonostante le sviste e gli errori redazionali e le contrastanti prese di posizione, i membri della

commissione convergevano su un punto molto importante: la necessità di sostituire l’EM e le tante

altre edizioni diocesane in quanto non corrispondevano più alle attese del tempo. Tra l’EM e l’EV

ci sono due differenze sostanziali di natura principalmente culturale. Si possono riassumere con due

termini certo non esaurienti, ma in ogni caso indicativi: umanesimo e romanticismo.

Sull’onda del richiamo romantico all’antichità, considerata il modello di riferimento per i

canoni estetici e per l’integrità della fede, l’EV vuole operare un ritorno alle fonti con il ricupero

delle melodie autentiche quali, si pensava ancora allora, erano state composte da papa san Gregorio

per ispirazione quasi divina.16 Pur con tutti i limiti che segnano questo impegno, i migliori

specialisti del tempo hanno fatto di tutto per migliorare o ricostruire le melodie liturgiche sulla base

delle antiche fonti manoscritte. È un vero ressourcement, un ritorno alla recensione primitiva,

all’Urtext dei codici medioevali che proprio in quegli anni sono stati riscoperti e studiati con

rinnovata passione e crescente competenza.17

Una prospettiva culturale totalmente diversa aveva segnato secoli prima l’elaborazione

dell’EM. I redattori in questo caso si sono preoccupati principalmente di fornire un prodotto finale

che avesse un legame stretto con il presente e non con il passato, in piena sintonia con la cultura

musicale dell’epoca. Cultura musicale omogenea che interessava trasversalmente la produzione

polifonica, ormai primaria, e il canto monodico. Tra il XVI e XVII secolo non si pensava

minimamente a ristabilire un venerando testo antico conforme alla reale trasmissione manoscritta

dei testi liturgici. Un forte impegno “filologico” s’interessava da tempo ai testi nell’intento di

liberarli da tutte le deviazioni (barbarismi) rispetto ai canoni della lingua latina classica. Tra le

operazioni della purga letteraria si può ricordare la revisione degli inni riformulati già nel 1525

“iuxta veram metri et latinitatis normam” da Zaccaria Ferreri su commissione di papa Leone X.18

Nella revisione dei testi nei libri liturgici tridentini, il criterio ispiratore era stata “la norma e

la regola dei Padri”, il ritorno alla migliore tradizione, liberata dalle sovrastrutture e aggiunte

secondarie accumulatesi nel tempo. Diverso però è stato l’orientamento in campo musicale. I

16 Cfr. la miniatura premessa all’antifonario di Hartker riprodotta più volte, accessibile in rete: http://www.gregor-und-

taube.de/index.html o http://www.gregor-und-taube.de/index.html. 17 Dopo i lavori straordinari di Lambillote, Hermesdorf meritano attenzione le riproduzioni fotografiche dell’abbazia di

Solesmes (Paléographie Musicale) e l’edizione di alcuni libri liturgici; le pubblicazioni della Gregorianische Akademie di Freiburg Schw. (perlopiù tesi dottorali condotte sotto la guida di Peter Wagner, il quale progetta e inizia a pubblicare la fondamentale trilogia Einführung in die gregorianischen Melodien.

18 MOLITOR I, 7. Anche a Milano gli stessi inni santambrosiani furono oggetto di revisioni letterarie. Accettati da san Carlo Borromeo, questi nuovi inni non furono tuttavia approvati da Roma (papa Gregorio XIII): cfr. MOLITOR I, 63. In seguito a Roma s’affermò una revisione promossa da papa Urbano VIII. MOLITOR II, 209 ricorda l’avvertenza premessa all’edizione degli inni nel 1643: “Ad lectorem. Post ultimam Breviarii Romani sub Ssmo. D. Urbano VIII. recognitionem doctamque adhibitam hymnorum Ecclesiasticorum correctionem, ubique cum applausu receptam, reliquum erat, ut notae musicae ad veriores regulas artis, et purum cantum Gregorianum reducerentur novisque quibusdam metris, et correcto reliquorum hymnorum textui adaptarentur (…)”.

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riformatori in quest’ambito, è forse opportuno ripeterlo, desideravano realizzare qualche cosa di

nuovo, che corrispondesse ai canoni estetici e musicali contemporanei. È un’opera di “ri-forma” nel

senso che a tanti brani liturgici si è data una nuova forma musicale grazie a tutta una serie di

interventi sulle melodie. Il risultato è un repertorio lontano da un ideale e ipotetico “Urtext”, ma

assai vicino alle convinzioni letterarie e musicali colte umanistiche e, forse, al sentire del

pubblico/assemblea. Nonostante tutto, l’EM rimane sostanzialmente fedele alla tradizione

gregoriana e non si concede quelle libertà che tra ‘600 e ‘700 segnano, almeno in Italia, il trionfo

della principale concorrenza, il repertorio del canto fratto.19

Un primo risultato positivo conseguito dall’EM è la presentazione grafica delle melodie, fino

allora soggette spesso a imperfezioni, le deprecate obscuritates.20 Nelle prime generazioni dei libri a

stampa le più frequenti difficoltà di lettura derivavano dalla non precisa collocazione dei segni

notazionali sulle linee e negli intervalli interlineari del rigo musicale. Meno frequente rispetto alla

tradizione manoscritta, ma pur sempre presente nei libri a stampa, era inoltre la sfasatura, talora

notevole, nell’allineamento tra le note e le sillabe o vocali di riferimento, soprattutto alla presenza

di melismi e di formule cadenzali.21

[esempio 1]

Nell’esaminare la relazione tra l’EM e le altri fonti manoscritte e a stampa del canto

gregoriano, si possono fare molti rilievi sotto vari punti di vista. È tuttavia bene rilevare un aspetto

metodologico talora trascurato. Vi sono analisi che considerano l’EM partendo esclusivamente dalla

prospettiva dell’EV, quasi che ci sia una relazione genetica e per di più inversa tra le due opere (EV

> EM). Per comprendere la reale portata dell’EM è necessario considerare quest’edizione nel

contesto della trasmissione del canto gregoriano qual è testimoniata dalle fonti (italiane, manoscritte

e a stampa) del XIV - XVI secolo. A causa della scarsa conoscenza delle fonti tardive, non sempre

si può valutare il carattere delle lezioni varianti dell’EM rispetto all’EV. Tali lezioni si possono

distinguere in due gruppi: varianti a) derivate dalla tradizione precedente, ma non assunte in seguito

dall’EV e b) nuove formulazioni melodiche.22 Indicativo al riguardo è, ad esempio, l’introito

19 Atti di Radda, Parma/Lecce; Gozzi nel catalogo di Giulia Gabrielli. 20 Cfr. MOLITOR I, 70. 21 EM I, 22 (si noti la ripresa del primo inciso dell’alleluia segnalata dai due punti, il si bemolle); Sacramentarium

Patriarchale Secundum Morem Sanctae Comensis Ecclesiae Mediolani MDLVII, Ristampa in facsimile Anno 1998, Como – Aquileia, Tip. Ed. Cesare Nani – Gruppo Archeologico Aquileiese, lii.

22 Queste due categorie sono state riscontrate nei più antichi libri a stampe analizzati da GUIDO MILANESE, Variantistica minima Feinigeriana, in GIULIO CATTIN & AL. (edd.), Il canto piano nell’era della stampa. Atti del Convegno internazionale di studi sul canto liturgico nei secoli XV-XVIII. Trento Castello del Buonconsiglio (…) 9-11 ottobre 1998, Trento, provincia autonoma. Servizi Beni librari e archivistici 1999, 115-131. Milanese identifica le varianti riscontrate “in due tipi di fondo: 1. varianti che continuano una tradizione medievale e comunque presente già in manoscritti medievali. In alcuni casi si tratta di varianti diffuse a livello paneuropeo, che indicano una difficoltà

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Victricem manum del giovedì della settimana in albis.23 [esempio 2]

Victricem manum (introitus: f. 5 post Pascha; AMS 84): Amb(rosiano: Antiphonale Missarum 1934, 222); Fnz (Faenza, Arch. Capitolare, 14, 177r; Grd s. XV-XVI); GrR (Graduel Neumé 232); Lmb (Milano, BN Braidense, “Regione 2”; Grd OFM s. XV); Mod (Modena, Arch. Capitolare, O.I.13, 107v); Med (Medicea I 336 nr. 823); Pot (Pothier 1883, 246); Rom (Bodmer 74, 85r [Arch. S. Pietro F 22 = salmodia in mi plagale])

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 GrR G Gh h hd c cc ca a cc Gha a GrR Vic tri cem ma num tu am Do mi ne

Pot Ah Mod Lmb Ah cca Fnz Ah cca Med EG Ac hc Ga a Rom G ahahaGah ch h c c c c cch a a Amb GFF DGaGah h // // // // // // G

11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 GrR G ach h dcc a ccc G GFa a a GaFG G GrR lau da ve runt pa ri ter al le lu ia

Pot c dhc GaGG E Mod c E Lmb c dc acc FaFG* E Fnz c dc ac E Med ac hc c ac G E Rom h a a G aGaG EF DFa ahaGF GaGFGF DFEF FGFE Amb // // // // // // // // // E

22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 GrR F FFF ED G aGa a a a ahc aG G Gachc Gacc ahcG G GrR qui a sa pi en ti a a pe ru it os mu tum

Pot aG Gh h h Mod F G Fa Gahah Gacca ahcG Mod ti Lmb FF F G Fa ahc* .. … … Fnz F F G Fa … .. … Med F E D FGa ac a a chc GaG Rom a a a haG Gahc cha h a Ghch hahG achaG Gh ch hahG a Amb // // // // // // // // // // // // h

36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 GrR G ah h ha cd dc ccc aha hd c ccc Ghca a GrR et lin guas in fan ti um fe cit di ser tas

Pot ch Mod ah* h hd* Ghcha* Lmb h h cca ha c Fnz h hd .. …. c Gaca Med h hd c ca cd c hc Rom haha* Gach h c cch* a a h a G aGFEF* FED

strutturale percepita da tempo (…); in altri (…) di varianti a livello locale, che non ci stupisce nel veder continuate in stampati della medesima area. 2. varianti che non rappresentano la continuazione cinque-seicentesca di lezioni medievali, bensì il tentativo progettato di ridare senso al cantus planus in un contesto culturale e musicale totalmente diverso da quello che lo aveva generato. Da qui le attività di ‘riscrittura’. Non si tratta di varianti in senso stretto, ma di innovazioni sistematiche, progettuali, che ottengono come risultato finale un pezzo diverso, che mantiene con il brano di partenza un rapporto spesso assai labile” (p. 130).

23 Cfr. l’analisi delle cadenze in MEIER, Modale Korrektur, 117. Sulle diverse attribuzioni modali nelle fonti medioevali (III e VIII modo) cfr. URBAUS BOMM, Der Wechsel der Modalitätsbestimmung in der Tradition der Messgesänge im IX. Bis XIII. Jahrhundert und sein Einfluss auf die Tradition ihrer Melodien, Einsiedeln, Benziger 1929, 51; IDEM, Nochmals vom Wechsel der Modalitätsbestimmung der gregorianischen Messgesänge und seinem Einfluss auf ihre Überlieferung, “Musices Aptatio. Liber Annuarius” 1983 (1984), 27.

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Amb a // // // // // // // // // //

48 49 50 51 52 53 54 55 GrR ha c chca G Ga a FaG GaG G GrR al le lu ia al le lu ia

Pot Mod h ac EGFF FE Lmb ha* EGF FE Fnz h EGF FE Med c chcG E a a GEGF FE Rom FG FGa G* E a GFG FaGFG* FE Amb h // // // // // // aG

Interessante a causa della scelta modale, comune a EM e EV, ma estranea a gran parte della

tradizione, è l’offertorio Erit vobis.24 [esempio 3]

Erit vobis hic dies (offertorium: f VI post Pascha; AMS 85): Amb(rosiano 1934, 256: Erit hic vobis); Gr(aduel Neumé, 237); Pot(hier 1883, 251); Med(icea) I 342 nr. 841; Mod (ena 109v); Rom (Bodmer 74, 86r)

1 2 3 4 5 6 7 GrR DGF Ga G GahG GhahGEG EGa ahaGa aG GrR E rit vo bis hic di es

Pot Mod GaF Ga Med FDFGa a Fgbab GF FGa aba a Rom EFG aG EFG aG EFG aGF // // // FEF Amb FG G // // Ga ahaG G

8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 GrR F G a ac cc dc c c cdc ca cc cahchGabaG Fga GF GrR me mo ri a lis al le lu ia

Pot acdc cc Mod … …. ..h.. FGaGFG Med G acd cdcacaG GaGFG Rom F D // // // // // // // GF EFG Amb G // // // // // // // G

18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 GrR F G a cdc ccc a G cc ahaGa aG GrR et di em fe stum ce le bra bi tis

Pot c Mod Med Ga c c cab a a Rom // // // // // // // // // GF EFG Amb // // // // // // // // // c

28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 GrR Ga aGGF G FahaaG GaGF FE E C D E C D FGaGa GF GrR sol lem nem Do mi no in pro ge ni es ve stras

Pot aa GF acaa GaG-E F F D E Gahah aG Mod aaG* GF ahaa* GaG-E D D Mod is Med G aG GFa Ga G GFD DF Rom a* // // // // GF EFG // // // // // // FEFG 24 Cfr. URBAUS BOMM, Der Wechsel der Modalitätsbestimmung, 160-162: dei testimoni esaminati, solo l’EV ritiene il

brano in VI modo; tutti gli altri lo considerano in VIII (Montpellier, Cisterciensi, Rouen [San Pietroburgo, O.v.I.6, fine s. XII], Premostratensi, Domenicani, Sarum, Pothier, Frütolf).

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Amb c d // // // aG // // // // // // d

41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 GrR F FaG F FF FDDC D FF F GFFD F FEEDE ED GrR le gi ti mum sem pi ter num di em

Pot FE … .. Mod … .. Med G GFEF FD F F FG E FDCD DC Rom // // // // // // // // // DFEDF FED Amb c // // // // // // // // a

51 52 53 54 55 56 57 58 GrR FF DFE FFF DCD FF DFF FDC CD CCD CEDC GrR al le lu ia al le lu ia

Pot CD CEDC Mod FFF* Med F DF EF DED F DF CED DC Rom D FE DFED* DC D FF xxxx xxxxxxxxxx Amb ahcd hcha cc ahcc xx xxxxxxxx xxxx xxxxxxxxxx

59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 GrR C CDFGE Ga FFF FGFF Gb bb cbaFG bb bG abFDF FF GF FGaGF GF GrR al le lu Ia

Pot CDFGD FGF Ga ccc dchG acc ca hcGE GGG aG GG ah aG Mod GG GaG Ga ccc dchG acc ca hcGEG GG GaG Gaha* aG Med CD FDFGaGa FGF F Rom xx xxxxxxxx xx xxx xxxx xxxxx xxxxx xxxxx xxxxx xxxxxxx EFG* FE Amb c ac ch caG xx xxx xxxx xxxxx xxxxx xxxxx xxxxx xxxxxxx xxxxxx ahaG

La preoccupazione modale è un aspetto saliente dell’EM. Si può osservare nei momenti

“forti” dei brani: l’intonazione e le cadenze e, di conseguenza, anche la visione d’insieme dei brani

musicali. Una tipologia d’intervento, probabilmente sotto l’influsso della prassi polifonica,

comporta la modifica della nota iniziale dei brani, non necessariamente dell’intera formula

d’intonazione.25 Conseguenza di quest’operazione: la nota iniziale coincide di solito con la finalis

oppure con la V superiore o, nel caso di modalità plagali, anche con la IV inferiore.

[esempio 4]

Note iniziali di brano uniformate alle finales Incipit testuale; Tipologia liturgico-musicale; A = prima nota; Z = finalis; Medicea; Vaticana (Graduel neumé)

incipit tipol A Z Med A Z GrR

Universi qui te expectant grd D D 1v C D 16 Alleluia Ostende nobis all G G 2r F G 16 Alleluia Ostende nobis val G G 2r c G 16 Dominus dabit benignit. com a D 2v F D 17 Congregate illi sanctos vgr c F 3v F F 19 Deus tu convertens off E E 4r G E 20 Qui sedes Domine super grd G G 5r a G 22 Alleluia Excita Domine all E E 5v F E 23 Alleluia Excita Domine val E E 5v a E 23 Rorate caeli desuper int D D 6r C D 34 Prope es tu Domine int E E 8r D E 24 Tollite portas principes grd a a 6v G a 25 Confortamini et iam off E E 7v C E 26

25 Cfr. MEIER, Modale Korrektur, 106-107.

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In sole posuit tabernac. grd F F 10r E a 30 Domine Deus virtutum grd a a 10v G a 32 Excita Dne potentiam grd a a 10v G a 33 Exulta satis filia Sion off D D 14r G E 28 Ave Maria gratia plena off G G 15v F G 36 Hodie scietis quia int F F 16r D F 38 Hodie scietis quia grd a a 16v G a 38

Un secondo momento della revisione modale si concentra sulle cadenze intermedie. Nei casi

più importanti, cioè nelle cesure sintattiche principali del testo, se già non occorre, è scelta una nota

rilevante nella modalità del pezzo. È uno sforzo che vuole adattare meglio la melodia alla dinamica

del testo letterario. Illuminanti sono due esempi segnalati già da Bernhard Meier; ma i casi si

possono moltiplicare.26 [esempio 5]

Invocabit me (introitus: dom. 1 XL: AMS 40): GrR = Graduel Neumé; Med = Medicea I 5a

1 2 3 4 5

GrR 92 GF* G Gchc aF* G GrR 92 In vo ca bit me

Med 61v G Gachc a ac

6 7 8 9 10 11 12 13 14 GrR aFG Gach c c ccc aG Gahc cahG G GrR et e go ex au di am e um

Med Gc chah G a cd c c aGa

15 16 17 18 19 20 GrR aFG Gcc a aFa ahaGa aG GrR e ri pi am e um

Med GF Ga G G FEDE ED

21 22 23 24 25 26 27 28 GrR Ga* G Gach h hd ec ca ch chca a GrR et glo ri fi ca bo e um

Med G F G ac c hchaGa aG

29 30 31 32 33 34 35 36 GrR ch* c d c ccc a ahaGa aG GrR lon gi tu di nem di e rum

Med h c aGFGa a

37 38 39 40 41 42 GrR Gah ha* ahGE EGa ahaGa GrR ad im ple bo e um

Med F a E F GFa aG

5b Oculi me (introito: dom 3 XL; AMS 000) GrR 112 Gd d d d d GrR 112 O cu li me i

26 Per gli introiti Invocabit me e Oculi mei cfr. MEIER, Modale Korrektur, 112-113.

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Med 61v GrR ded ec cd ha c chc aG G acG aG GF GrR sem per ad Do mi num

Med dede cdha a aG GrR F a cd d c dfef ed GrR qui a i pse e vel let

Med Fa aG dfede GrR d ded c ca c de ec ed dhc ch GrR de la que o pe des me os

Med ed cde d edhc GrR d cecd e d cd c dcc GaG GrR re spi ce in me

Med de d de d GrR Ga* Ga G Fahc c cc ca cG GFG GF GrR et mi se re re me i

Med G Fac chGa aG GrR a cca ha c ccc acG aGGF GrR quo ni am u ni cus

Med cd c c a ac GrR aF* Gacc ca aG* ahGF ahc GaG G GrR et pau per sum e go

Med G hd d dcd aGa aG

Merito di Bernhard Meier è di aver segnalato, tra le modalità redazionali dell’EM, la

reiterazione musicale in presenza di ripetizioni verbali nello stesso brano: alla medesima parola in

vari casi corrisponde la medesima linea melodica.27 [esempio 6]

iterazione testuale e musicale Gaudete in Domino semper iterum dico Gaudete (introitus: dom 3 adv.; AMS 000)

GrR 6 DC* ECED DEF F FGa a GaG baG ab a F F FGFEF DED D GrR 6 Gau de te in Do mi no sem per di co Gau de te

Med 4v DE D Gabab ba FG DE ECE

Numerosi brani evidenziano un altro procedimento redazionale che caratterizza l’EM. È un

intervento specifico che riguarda la nota conclusiva del penultimo inciso testuale. Essa può già

anticipare l’ultima nota del brano. In questo caso, l’EM evita di terminare l’inciso sulla finalis, ma

sceglie un’altra nota.28 [esempio 7]

27 Cfr. MEIER, Modale Korrektur, in pareticolare 120-121. 28 Il lavoro di revisione dell’EM anche in questo caso non è stato tuttavia condotto in modo sistematico; cfr. l’OFF

Elegerunt con finale G su spiritum meum e alleluia…

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Rorate caeli (introitus: f. 4 Q.T. adv. + dom. 4 adv.; AMS 5 + 7/2): GrR = Graduel Neumé; Med = Medicea I

1 2 3 4 5 6 7 8 Med 6r D Dab a ac a Gachcd d dc Med 6r Ro ra te cae li de su per

GrR 21 CD acca aG ahc chcdcd

9 10 11 12 13 14 15 Med G aba G c a aGF GF D Med et nu bes plu ant iu stum

GrR F cca GF aGF GF F

16 17 18 19 20 21 22 Med F G a a-c G FGa GF Med a pe ri a tur ter ra

GrR ahc FGFD D

23 24 25 26 27 28 29 30 Med D FG G GF D-F CE DE D Med et ger mi net sal va to rem

GrR DFE FGFD DEF CED DED Dicite pusillanimes (communio: dom. 3 adv.; AMS 4): GrR = Graduel Neumé; Med = Medicea I

1 2 3 4 5 6 7 8 Med 6r GaFa G G G a chcd d d Med 6r Di ci te pu sil la ni mes

GrR 9 Ga aFaG Gac hcd

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Med d d fede d d d d de d c cedchc aG Med con for ta mi ni et no li te ti me re

GrR fdf fff fgff ded c c ce ded ce dedd hch

21 22 23 24 25 26 27 28 29 Med hcde d d d dh d cdhchaGa a a Med ec ce De us no ster ve ni et

GrR d hd cd hchaGa aG

30 31 32 33 34 Med Fac c cdhc Ga aG Med et sal va bit nos

GrR chca cahaG Finale: penultima e ultima cesura Med 5r DEF F DEF ED Med 5r Gaudete in Domino INT ve strae De um GrR 6 DED DC DED D Med 6r cdhchaGa a a c cdhc Ga aG Med 6r Dicite pusillanimes COM ve ni et sal va bit nos GrR 9 cd hchaGa aG chca cahaG Med 14v Ga G FED GEFG F Med 14v Exultavit ut gigas COM e ius e ius

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GrR 20 Fa GaGF FED GEF

Si può notare che la conclusione del penultimo inciso testuale sia stata avvertita come punto

critico della composizione gregoriana ancora all'inizio del secolo XVII. Non si può non pensare alle

indagini condotte da Jean Claire sulla posizione dei melismi dopo che il problema è stato suscitato

da Ernesto Moneta Caglio e Leo Levi a proposito di alcune melodie ambrosiane.29 Nell'affrontare i

melismi veri e propri, ma anche le piccole fioriture, l'EM si adegua ai tempi e dilata sul piano

musicale la sillaba tonica delle parole, spostando eventualmente su di loro le note che in origine

erano attribuite alle sillabe atone. [esempio 8]30 Deus tu convertens (Offertorium: dom. 2 adv.; AMS 2)

1 2 3 4 5 6 Gac c cd c ch ccc ccc a* h c h S908,20 OFF De us tu con ver tens C230,2v cd cc ccc* c acc C315,8v c cc C330,5v cd c h c* cc C340,2v cc cd c dc c* cc cc C350,3v c cdhc ch c c* cc h C390,6v cd ch c c S499,3v cd ch c c S546,4v cd ch c c S580,3v cd ch c c S591,4r cd c c c S610,8 c ha c hc ha a S618,3r c ha c hc ha a S653,7 c hc ha a S614,4r E Gac cd ch c c ch h

7 8 9 10 11 12 13 G ha c ccc aG G cc ccc adc chG S908 vi vi fi ca bis C230 ac a cc G acc xxx ad- ch C315 cc aG G xxx ch C330 ac a c aGa xxxxxx cc ad- ch C340 ac a c hcaG accc xxx ch* C350 ac a cha ac xxx ch h C390 ac a cc aGa xxxxxx cc ad- ch S499 ac a cc aGa- c cc ad- ch S499 ca S546 ac a c aG aac c ad - ch S546 ca S580 ac a c aG ac xxx ad- ch S591 ac a c aG ac xxx ad- ch S610 c aG a FGF xxx xxxx xxx F S618 c aG a FGF xxx xxxx xxx F S653 c aG a F FGF xxx xxxx xxx F S614 ac a a a d xxx c xxx 29 Cfr., ad esempio, la Laus magna angelorum ridotta poi a Gloria in excelsis (= EV IV ad libitum) e il transitorio Te

laudamus. 30 Le sigle delle fonti utilizzate in queste tabelle sono spiegate in appendice.

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14 15 16 17 18 19 aG acc ca G aa G ha G aFFE S908 nos C230 ac aF C315 … ..- aGa xxx G ba G C330 … ..- aGa xxx C340 aGa ch- Gc a G aF C350 caaGa xxx C390 … ..- aGa xxx xxxxxx FFE S499 … ..- aGa xxx G ba G S546 … .. aGa xxx G ba G S580 aGa xxx h S591 xxx xxxxx xxx xxxxxx aF E S610 xxx xxx xxxxx xxx xxxxxx E S618 xxx xxx xxxxx xxx xxxxxx E S653 xxx xxx xxxx xxx xxxxxx E S614 xxx xxx xxxxx xxx GaG FG xxxxx

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 F EFG aG c ccccha cGGF G G c ch cccha a aha G aG S908 et plebs tu a læ ta bi tur in te C230 ccha c GF Gc dcccha aca G* C315 ccha G hdc ccha ahaa* C330 cha Gac h cha aha C340 EFG* ccha Gac ccha aca C350 cha chha aha* C390 ccha Gac h ccha aha S499 FE* ccba Gac h ccha aba S546 ccha Gac h cha aha S580 cha Gac h cha aha S591 cha xxxxx Gac h aha S610 EF Ga xxxxx G a ca hch Ga S618 EF Ga xxxxx G a ca hch Ga S653 Ga xxxxx G a ca h Ga S614 aG chac xxxxx GF Gac h c c c a FG E

31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 G Gh h d h cdaaG hG acc dcch c ccha a c GaGFEF FE S908 o sten de no bis Do mi ne C230 a c cdc cd aG c Ga cc dc ccha ahc FF C315 a h … ..- dc ch ccha C330 a cc* xxxx ccdaaG acca dc h cha ah C340 a c cdc c Ga chca dc ccha GaGF F C350 a h cc Ga xxxx cdcch chha ahc C390 a c xxxx ccdaaG acca dc h ccha S499 a c xxxx ccdaaG acca dc h ccha S546 a c xxxx cdcda aG hG acca dc h ccha S580 a c xxxx acca dc h ccha S591 a c xxxx cd aG xxxxxx ac a dc h cha GaGF S610 a h c xxxx a aG a h xxxxx a FG EF S618 a h c xxxx a aG a h xxxxx a FG EF S653 a cd xxxx a aG a h xxxxx a EF E S614 xxxx c xxxx adc hc h a cGaGF EF F

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42 43 44 45 46 47 48 49 50 EF EF E E Fa acG G GFGFE FFF DE D S908 mi se ri cor di am tu am C230 FF FF D Fa GFGFF FF- D FD C315 D Fa FF- C330 F xxxxx EDE D C340 F F D a GFGF FF FD FD C350 F F F GFGFEF xxxxx C390 F FF- S499 F FF- S546 F GEGFE FF- S580 F FF- S591 F E Fac G F D E D S610 E F Fa G F G ah xxxxx a S618 E F Fa G F G ah xxxxx a S653 EF E F Fa G F G ah xxxxx a S614 a a a c G FEFDE xxxxx E D

51 52 53 54 55 56 57 Gc* cccc a aha G GaG F Gahha S908 et sa lu ta re tu um C230 Gc cc Gacc Gcc C315 a cc C330 Gc c Ga ba a C330 um C340 G aca Gahc aa C340 um C350 cc GaGGF Ga ca* C390 Gc c S499 Gc c aba Gabba S546 Gc c aba S580 Gc c aba Gabba S591 Gc c aba abaGF a S610 Gc c aha FGa ac c G a G F S618 Gc c aha FGa ac c G a G F S653 Gc c aha FGa a ac G a G F S614 G G hc a GFG a a

58 59 60 61 62 63 64 cccc Gha GGF Gahc dc cha FaGF GF E E S908 da no bis C230 cc GhaG F dc ha C315 cc Ga cdc cha C330 cc G ba G F Ga cdc ha C340 ccc cG caG F Ga c FaG E C350 c GhaaGGF dhcchha GFFE C460 c cGha G Ga cdc ha E> S499 cc G ba G F Ga cdc ha E> S546 cc G ba G F Ga cdc ha S580 cc G ha G F Ga cdc ha E> S591 c- G a F- Ga xxxxxxx GF E> S610 xxxxx G a xxxx ch aG aG E GF FE S610 no S618 xxxxx G a xxxx ch aG aG FGF FE S618 no S653 xxxxx G a xxxx ch aG aG E GF FE S653 no S614 xxxxx xxxxxxxxxx xxxx cdc ha aGF GE GF

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Ierusalem surge (Communio: dom. 2. adv; AMS 2)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 DE C DF FE FEFD Fa G GGE FG Ga G FG ED S908,20 COM Ie ru sa lem sur ge et sta in ex cel so C090,6r GE* FGF* C100,3r FFC FGF* C230,3r D FC F F GE* GE FGF* C315,9v D FC Fa* F* GE FG* C330,6r F aG* C350,3v FFC EFD G* C470,7v F a S499,4r F a S546,5r F a S580,3v F a S591,4v F a D S610,8 E D FG A G S618,3v E D FG A G S653,8 E D aF FG A G S614,4v F F FGa a D

13 14 15 16 17 18 19 20 F DC ECD E D D FDDC* D FGFG FE S908 et vi de iu cun di ta tem C090 /// ////////// //// //////// C100 F* C230 F C315 F E DC DEDC DE C330 FDDC C350 F* FDD* C470 FF FDD S499 S546 FF FDD S580 FDD F GFG S591 DC DE D FGF E S610 DC DE FD E F S618 DC DE FD E F S653 DC DE FD E F S614 DC D F F F

21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 E Ga GE FGE F DCECD DCA C EGF FEGFEF DED D S908 quæ ve ni et ti bi a De o tu o C090 G F FG FF C100 G F FG FF C DCA C230 FG F D DCA C315 C330 F G F FG F C DCA C350 FGE F* DCFCD CDCCA FGF EFGFEF C470 F G F FG F DCDHC C DCA FE FEF D> S499 F G F FG F C DCA D> S546 F G F FG F C DCA F S580 F G F FG F C DCA S591 F G F FG F C DCA F EGFDED S610 F ah G F FGF DC CE GFE FE DE ED S618 F ah G F FGF DC CE GFE FE DE ED S653 F G F FGF DC CE GFE FE DE ED S614 F GaG F F DC D CA A EG EF DE ED

Nei brani proposti come esemplificazione emerge un nuovo intendimento redazionale che

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vede l'EM, questa volta, allinearsi decisamente con la tradizione manoscritta: la riduzione dei

gruppi strofici – come si può già osservare dall’introito Ad te levavi – e il taglio dei melismi con la

conseguente semplificazione delle melodie. [esempio 9]

Ad te levavi (Introitus: dom. 1 adv.; AMS: 1)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 GD* F Ga a G Gcc a Ga FG GaG GF S908,16 INT Ad te le va vi a ni mam me am C090,3v C230,1r GaG F C315,1r D C330,2v GG F GaG F C350,1r GG* Gc GaGG* C390,2r D C470,1r G GaG F C550,1r G GaG F S499,1r G> GaG F S546,1 G GaG F S580,1 G> Gc GaG F S591,2 G> aG GaG F S610,3 G Gc G ah aG S618,2r G Gc G ah aG S653,3 G a Gc G GF S614,1r aG Gc Ga GF

11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 a cc cc dc cd F G* G F F a ch ha ccc aG GaFG Ga G G S908 De us me us in te con fi do non e ru be scam C090 ///////////// /// ///// //// ///////// ////////// C230 cdc a G* F ahcch cc C315 cdc a* cc C330 c cdc Ga cc C350 ac Ga* c C390 c F C470 c cdc Ga cc C550 c cdc // //////////// ////// //// //////////// cc S499 c cdc Ga cc S546 c cdc Ga cc S580 c cdc Ga Fa ch c S591 c cdc Ga c> S610 c cd c Ga Fa ch a c aF Ga S618 c cd c Ga Fa ch a c aF Ga S653 c a d c Ga Fa ch a c aF FG S614 ac c cdc c Ga Fa G h a c a G GaFGa

25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 c c ccc ah a a cdc ha ccc G G G Gahc c a a F F S908 ne que ir ri de ant me i ni mi ci me i C090 ///// //////// /// C230 cc cc ah a cc aGF C315 c h cc ah a cc Ga c ha C330 cc c ah a c Ga c C350 cc c ah a cc* C390 cc a ca Ga c ha C470 cc ah a cc Ga c C550 cc ah a c Ga c S499 cc c ah a cc Ga c S546 cc c ah a cc Ga c S580 c ah a c Ga c S591 c> c ah a c Ga c S610 c a de dc h c a a a h d c S618 c a de dc h c a a a h d c S653 c a c Ga c c S614 a cd c ac Ga c a

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38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 Fa aG G G G G hah G G G ach hcd c aha S908 et e nim u ni ver si qui te ex pec tant C090 /// /// //// /// /// C230 Gahah FG ac c h d ecc ha C315 G bab FG Gach c cd cc ha C330 G haha* FG Gach h cd c C350 Gach c C390 G h caa* Gach c cd cc C470 FG Ga ch C550 /// /// //// /// // //////////////// FG Gach h cd c S499 FG Gach h cd c S546 FG Gach h cd c S580 a a a FG Gach h cd c aba S591 G bab FG Ga ch S610 G a a ba FG a ch cd c S618 G a a ba FG a ch cd c S653 a a a ba FG a ch cd c S614 a a G bab FG Gac a cd a

50 51 52 53 54 Ga* a aFaG GaG G S908 non con fun den tur C090 ///////////////// //// C230 Ga C315 Ga C330 a* aFaG* GaGG* C350 G G a* C390 G C470 Ga G> C550 Ga S499 Ga G> S546 Ga S580 Ga S591 Ga S610 Ga ha Fa S618 Ga ha Fa S653 Ga Fa Ga S614 Ga a aFa Ga

Entrambi i fatti sono praticati in modo massiccio dopo il XII/XIII secolo. La semplificazione

delle melodie gregoriane caratterizza la revisione dei cistercensi; probabilmente si mirava a far

cantare le melodie riformate dal maggior numero possibile di monaci e non dalla solo schola

ristretta.31 All'epoca dell'EM si era recepito ormai un linguaggio sobrio.32 Anche la pratica

esecutiva, probabilmente lenta e pesante, non favoriva più il canto di lunghi vocalizzi. Si è giunti

pertanto a deformare l'assetto primitivo di molte melodie gregoriane. Il taglio radicale dei melismi

toglie, infatti, ad alcuni canti – in particolare alle melodie melismatiche dei brani interlezionali – gli

elementi più caratterizzanti. [esempio 10]

31 Cfr. BENIAMIN RAJECKI, 000 32 PDF

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Ostende nobis (Alleluia: dom. 1 ADV.; AMS 1)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 FGa aG ahch accc cdcaaG h c GaGF ahcch G ca h aaG S908/16 All Al le lu ia C090,4r accca* cc ah ch C230,1v ac ca* cdc aG cc ah ch h a G C315,3v a ch acc cc ah ch C330,3v FGaa* a ch ac cc ah ch Gaha C340,1r a chc acc* cdch aG cc accc G ha ca G C350,2r acc c- GaGGF ah ch C470/3r a cha a ccdcaaG cc ah ch Gaha S499/1v a cha ac cc- ah chG ha S546/2v a ch ac cc- ah ch Gaha S580/2r a ch ac cc- F aGF ah chG ca S591/3r a c ha G cc ah ch Gaha G> S610/4 a cha cdc G aG c- GcaGF ah chG aha aG S618/2r a cha cdc G aG c- GcaGF ah chG aha aG S653/4 a cha cdca aG cG aGF ah chG aha aG S653/4 Al le lu Ia S614/2r Ga a cha cdca aG c- a caG xxxx abaG

11 12 13 14 15 16 17 18 19 c chdc c ch h hcd dca cah ch h S908 O sten de no bis Do mi ne C090 ///// //// /////////////// //////// c C230 c c hcd ca c C315 c c C330 chdc* c C340 ccdc c c h d dca cac c c C350 c Hcd dcca C470 c S499 c S546 c h S580 c S591 c hcd c ahc S610 ch dc d cde xxxx d c S618 ch dc d cde xxxx d c S653 ch dc d cde xxxx d c S614 Gc chd c hcd ca hc h

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 h h ha ce d c hc aG cchG abaF GbaG aG G G G G aGc c S908 mi se ri cor di am tu am et sa lu ta re C090 hchG ahaF GhaG /// //// /// C230 ahaF GhaG C315 c c c a C330 ceed hchG C340 c c c a cc G acaF caG C350 hc* chhG ahaaF GhaaG GG C470 hchG ahaF GhaG S499 hchG S546 hchG S580 hchG aha G GhaG S591 a xxxxx xxxxx xxxxx xxx S610 a ce d c xx hc xxxxx xxxxx xxx aG GG S618 a ce d c xx hc xxxxx xxxxx xxx aG S653 a ce d c xx hc xxxxx xxxxx xxx aG S614 a ce d chc hcaGa xxxxx xxxxx xxx aG

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37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 cachG acaF baG accc dec a h dh dch cG aGbG baG aF F aFGa S908 tu um da C090 /////////// ///////// ////////// /////// ///////// /////// ////// ///// ///////// haG C230 cac G ahaF haG ac cdecca cdh aGhG haG C315 baGa cc …. .. C330 hachG baGa cc xxx aFGa ch C340 haccG caGa ccc cdc d- aGccG caGa a* C350 cacchG ahaaF haG ac cdeda hdc- dcch aGhG- haG aaFGa C470 hachG ahaF haGa cc aGhG haG S499 hachG abaF baGa cc S546 hachG abaF GbaGa c cedc xxx xxx xxx xxxxx xxxx aaF S580 hachG aha G haGa cc S591 hac G xxxxx abaGa xxx xxxx xxx xxx xxx xxxxx xxxx S610 chG aha xxxxx xxxx xxxx xxx xxx xxx xxxxx xxxx xxx FF S618 hachG aha xxxxx xxxx xxxx xxx xxx xxx xxxxx xxxx xxx FF S653 hachG aha xxxxx xxxx xxxx xxx xxx xxx xxxxx xxxx xxx S614 hac G xxxx xxxxx xxxx xxxx xxx xxx xxx xxxxx xxxx aFGachah

50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 chcac hcaG Faca G Fahch chah GhahGF GaG ccaG abGF ccaG aha aG S908 no bis C090 chhah Fa ch /////// //////// /////// /////////////////// C230 ch ac FacaaG Fa c cha hGh ahGF a c aG C315 Fa xxxxx xxxxxxx xxxxxxx xxxx xxxx xxxx xxxx cah aaG C330 a h Fa xxxxx chcha Gca G xxxx xxxx xxxx xxxx C340 Fachac xxxxxxx GcacGGF hcaG acGF hcaG aca aG C350 hcaaG FacaaG cha xxxxxxxx xxxx xxxx xxxx xxxx hcaaG C470 ch a h Fa xxxxx chchah Gca G xxxx xxxx xxxx xxxx ah aG> S499 ch a h hcaGF xxxxxx xxxxx achcha hGca G xxxx xxxx xxxx xxxx S546 ch a h Fa xxxxx chchah Gca G xxxx xxxx xxxx xxxx S580 ch a h hcaGF chcha xxxxx xxxxx hGccaG xxxx xxxx xxxx xxxx S591 ch a hc xxxxx xxxxxx xxxxx xxxxx G ah a xxxx xxxx xxxx xxxx G> S610 ch aG xxxxxx ahc xxxxx xxxxxxx xxxx xxxx xxxx aG GG S618 ch a hc aG xxxxxx xxxxx xxxxx xxxxxxx xxxx xxxx xxxx aG G S653 ch a hc aG xxxxxx xxxxx xxxxx xxxxxxx xxxx xxxx xxxx aG G S614 hca xxxx xxxxxx xxxxx xxxx xxxxxxx xxxx xxxx xxxx xxxx G

L'EV ribalta definitivamente la situazione e conferma il nuovo indirizzo “filologico musicale”

che ha permesso soprattutto di ricuperare nella veste “originale” il repertorio solistico e della

schola. Un indirizzo che nella novità e nei suoi limiti ancora oggi promuove e condiziona il canto

gregoriano.

Nella revisione del canto tradizionale, l'EM interviene in modo forte sulle melodie per dare

ragione a un'altra esigenza dello spirito del tempo, l'imperativo che la musica contribuisca a

evidenziare il significato descrittivo delle parole.33 [Esempio 11]

In nomine Domini (introitus: f. 4 Hebd. Scae; AMS 76): GrR = Graduel Neumé; Med = Medicea I

1 2 3 4 5 6 7

GrR178 ED* G ac c hc c c GrR 178 In no mi ne Do mi ni

Med 135r E Gac c xx Med 135r Ie su xx 33 Cfr. Meier, Modale Korrektur, 000

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8 9 10 11 12 13 14 GrR hc* c c ccc ahG ahc dcc GrR o mne ge nu fle cta tur

Med cd a Ga cd h

15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 GrR aG ah a a ach chca aGahah ha G ac ccc hdcc ch GrR cae le sti um ter re stri um et in fer no rum

Med c hc c c G FG G G E D E CDE E

28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 GrR h d e d c d c xxx h dhc aG a GrR qui a Do mi nus fa ctus xxx o boe di ens

Med Ga a Ga a a c a a ac a G G Med est

40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 GrR aG a c hdcc ch G ah* h a GahGa GaGE GrR u sque ad mor tem mor tem au tem cru cis

Med hdc hc aG G EFG GaG FE

51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 GrR EFGa G G Ga G G G G aGahah ha GrR id e o Do mi nus Ie sus Chri stus

Med EFG ahchah h ch a

61 62 63 64 65 66 67 68 69 GrR aG* ahc G a G EFa a GF aGF GFE E GrR in glo ri a est De i Pa tris

Med c hc GaG GF aGF GEFE E

Il fenomeno in misura sobria appare anche nel repertorio gregoriano classico,34 ma nell'EM

trova ampio spazio. Molte melodie conservano la parola caelum nella posizione tradizionale, altre

invece la elevano con uno stacco netto rispetto alla lezione usuale. In alcuni casi, l’elevazione di

caelum è ottenuta abbassando altri incisi musicali.35 In una tabella sono riunite alcune testimonianze

di questa operazione.36 [Esempio 12]

caelum (+ terra) in EM/EV A: ambito medio-grave comune a EM e EV; B: ambito acuto comune a EM e EV; C: ambito acuto soltanto in EM; D: caelum + terra; E: caelum + terra nel Sanctus

A 1 GrR 238 DC* / Fa Gaha G GE* FG F A 1 GrR 238 Data est mihi ??? in / cae lo et in ter ra D 1 A 1 Med 168v DF / acd c c a aba a A 2 GrR 497 FGF F A 2 GrR 497 Posuerunt COM cae li D 1 A 2 Med b 88v EFG GF37 A 3 GrR 21 ac ca aG A 3 GrR 21 Rorate INT cae li D 1 A 3 Med 14v ac a

34 Cfr., ad esempio, il responsorio graduale Christus factus est ... crucis ... exaltavit illum e l'antifona Qui habitas in

caelis: GrTr 148 e 690. Nelle melodie del Sanctus si può incontrare il cielo all’acuto e la terra più grave. 35 Cfr. l’antifona di comunione Exultavit ut gigas dove l’elevazione originale al do è mantenuta su summo, caelo,

summum, mentre su cur-ren-dam vi-am la melodia nell’EM suona: F G aGa F FG F invece di F aG achc acF FGF F. 36 Un caso particolare è costituito dall’offertorio Oratio mea: cfr. ESEMPIO 000 37 Med b 88v = 163v; 173v

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A 4 GrR 84 DFF FFF ED A 4 GrR 84 Qui habitat TCT cae li D 2 A 4 Med DF E A 5 GrR (72) GF FGFF CDC A 5 GrR (72) Terribilis INT cae li D 2 A 5 Med b 252r FGFDE ED A 6 GrR 13 cah caG hGa h a A 6 GrR 13 A summo GRD cae lo a 2 A 6 Med 9v cahchGah a A 7 GrR 14 edch caG … fede ed A 7 GrR 14 A summo VGR Cae lo a 2 A 7 Med 10r aGc c A 8 GrR 494 a c A 8 GrR 494 Caeli enarrant VGR Cae li a 2 A 8 Med b 77r acd d38 A 9 GrR 356 F FFF FD* FG* F E 4 A 9 GrR 356 In voluntate INT Ce lum et ter ram A 9 Med 254v F D EF A 10 GrR 289 EGFF FE A 10 GrR 289 Benedicimus COM cae li E 4 A 10 Med 201r FGaGF GEG FE A 11 GrR 288 abaG abaF aGF

GF F

A 11 GrR 288 Benedictus VGR cae li F 5 A 11 Med 201r abaG aF F A 12 GrR 497 ca ccc cahcd cdecc

ddc

A 12 GrR 497 Posuerunt VGR Cae li F 5 A 12 Med b 79r cd39

c

A 13 GrR 497 ca ccc cahcd cdecc

ddc

A 13 GrR 497 Posuerunt VGR cae li F 5 A 13 Med b

172v cd

dc

A 14 GrR 231 a cca G haGa A 14 GrR 231 Portas caeli OFF cae li G 8 A 14 Med 165r acaGa a A 15 GrR 232 ccc dc dcc Ga A 15 GrR 232 Portas caeli OFF cae li G 8 A 15 Med 165r cdc G B 1 GrR 342 adc dcah a B 1 GrR 342 Verbo Domini VGR cae li D 1 B 1 Med 105r adcd a B 2 GrR 171 DC DEFG FEG abG GF B 2 GrR 171 Annuntiabitur VTC cae li D 2 B 2 Med 130v FGabG F B 3 GrR (18) ccc ded ff fgf ded B 3 GrR (18) Confitebuntur off cae li G 7 B 3 Med b 58r cdeded d B 4 GrTr 478 defg ffed B 4 GrTr 478 Confitebuntur ALL cae li G 7 B 4 Med dedcd d

38 Med b 79r (A) = 97r (B), 170v (A). Il grd In omnem terram in EM ha 2 diverse recensioni melodiche per il responso

[A, B], mentre il vgr è sempre identico. 39 Med b 79r = 180v

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B 5 GrR 279 GaG chaGE FG G B 5 GrR 279 Verbo Domini ALL cae li G 8 B 5 Med 194v ...... .... G C 1 b

GrR 497 FGF F

C 1 b

GrR 497 Posuerunt COM cae li D 1

C 1 b

Med b 88v EFG GF40

C 1 a

GrR 497 FGF F

C 1 a

GrR 497 Posuerunt COM cae li D 1

C 1 a

Med b 80r cdca a41

C 2 GrR 465 GaG GD C 2 GrR 465 Exclamaverunt INT cae lo D 1 C 2 Med b 57r Clamaverunt cd a C 3 GrR (6) G GD C 3 GrR (6) Semel iuravi COM cae lo E 4 C 3 Med b 7v aGE GD D C 4 GrR 35 E FGFE FED FD EFE C 4 GrR 35 Tui sunt OFF cae li E 4 C 4 Med 22v EFGFE FGa G C 5 GrR 264 cdc chc cdch h (c) C 5 GrR 264 Viri galilaei INT cae lum cae lum G 7 C 5 Med 182r cde d cde d C 6 GrR 45 FG GbG GF C 6 GrR 45 Dum medium INT cae lis G 8 C 6 Med 30v cd d C 7 GrR 38 a GaG C 7 GrR 38 Video caelos COM cae los G 8 C 7 Med 24v acd d D 1 GrTr 665 CD D DEDC/C ED FGE ED* D D 1 GrTr 665 Solve iubente VAL cae le sti/a re gna D 1 D 1 Med b 128r F aGab a / a GFGa G D 2 GrR 238 DC* / Fa Gaha G GE* FG F D 2 GrR 238 Data est mihi in / cae lo et in ter ra D 1 D 2 Med 168v DF / acd c c a aba a D 3 GrTr 403 F FFF DC* D FFD ED CD D 3 GrTr 403 Salve sancta p. INT cae lum ter ram que D 2 D 3 Med b 8r FaG F DE CA C = = = = = = D 4 GrR 50 F FFF DC* D FFD ED CD D 4 GrR 50 Ecce advenit INT re gnum in ma nu D 2 D 4 Med 40r F F D DFDED C D 5 GrR 29 DGFE GaGF GFE F aGaF aG

GD* DGFE FGFD

D 5 GrR 29 Laetentur OFF cae li et exultet ter ra E 4 D 5 Med19r Gaca a aGa E D 6 GrR 243 FG* F FF FD FE D 6 GrR 243 Misericordia INT ter ra all... cae li E 4 D 6 Med 172v EG FE ac G D 7 GrR (27) dca a acd chdca a

FGacc...GbaF

D 7 GrR (27) Laqueus contr. VGR cae lum et ter ram F 5 D 7 Med 27r df f c aGbaGa F

40 Med b 88v = 163v; 173v 41 Med b 80r = 126v

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D 7 Med b 108v

fede e cd acaG baFG GF42

E 1 GrTr 727 d c h d c E 1 GrTr 727 Scs Scs Scs IV cae li et ter ra G 8 E 1 Med 274r dc h d c h E 2 GrTr 740 aGc c cd* dcbc ba E 2 GrTr 740 Scs Scs Scs VIII cae li et ter ra F 6 E 2 Med 279v cdchch a a Ga a E z GrTr 744 G a c ded dc* c E z GrTr 744 Scs Scs Scs IX cae li et ter ra F 5 E z Med 299r Ga G Gahc cha aG

Le prove campione compiute nell’EM permettono di conoscere alcuni momenti redazionali

che evidenziano il carattere tradizionale e, insieme, innovativo dell’edizione seicentesca. È stato un

tentativo coraggioso, ancorché non sempre riuscito, di conciliare nova et vetera. L’EV, si è visto, si

è posta altre finalità. Noi oggi ci troviamo di fronte a nuovi compiti che non si limitano alla

redazione e al ricupero di un testo scritto corretto, ma si estendono ai problemi interpretativi sul

piano esecutivo. In quest’avventura, l’EM si pone al nostro fianco: ci ricorda la necessità di fare

delle scelte mirate che, nella tensione tra conservare et promovere, sappiano coniugare l’amore alla

tradizione con la libertà della ricerca, ut in omnibus glorificetur Deus.

Appendice

C090 MODENA, Archivio Capitolare, O.I.13 (Modena-Bologna s. XI-XII) C100 BERGAMO, Bibl. Civica A. Mai, MA 150 (Lombardia s. XI-XII) C150 ASTI, Bibl. Seminario, VI (Piemonte > Azzano S. Bartolomeo s. XII) C230 ACQUI TERME, Bibl. Seminario, 1 (Pavia > Acqui s. XIIIin) C315 PERUGIA, Bibl. Augusta, 2781 (Perugia S. Domenico s. XIVin) C330 STRONCONE, Comune, Cor. 1 (Umbria s. XIV1) C340 GORIZIA, Bibl. Seminario Teologico Centrale, G (Aquileia s. XIV acefalo) C350 VERBANIA, Bibl. Capitolare S. Vittore/Intra, 10 (Como s. XIV) C390 CIVIDALE Mus.arch. naz. LXXIX, (Cividale s. XIV-XV) C470 BERGAMO, Bibl. Comunale Mai, MIA cor. 59 (Bergamo S. Maria Maggiore s. XV3/4) C550 FIRENZE, Opera del Duomo, 18 (A 1) (Firenze Battistero - S. Maria del Fiore s. XVI) C610 FIRENZE, Opera del Duomo, 41 (Firenze S. Maria del Fiore s. XVII1) S499 Venezia - Giunta 1499/1500 (ed. FRANCESCO DE BRUGIS) S524 Torino - Porro 1524 (edd. EUSTACHIO PORTA, GIOV. ANTONIO LENONI) S525 Venezia - Liechtenstein 1525 S527 Venezia - Giunta 1546 S546 Venezia - Giunta 1546 (ed. PIETRO CIANCIARINO) S580 Venezia - Liechtenstein 1580 S591 Venezia - Gardano 1591(edd. ANDREA GABRIELI, LUDOVICO BALBI, ORAZIO VECCHI) S610 Venezia - Ciera 1610 S614 Roma - Medici 1614 (edd. FRANCESCO SORIANO, FELICE ANERIO) S618 Venezia - Giunta 1618 S618c Venezia - Ciera 1618 S653 Venezia - Baba 1653 S701 Venezia - Balleoni 1701 S908 Editio Vaticana 1908

42 EM ha due melodie diverse per il grd Anima nostra.