English Style A4 - fipsasbg.it · Ogni pescatore che si rispetti ama costruirsi delle lenze...

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SOMMARIO

Pesca all'inglese pag. 3

Tecnica di lancio pag. 4

Le lenze pag. 7

Come costruire una lenza pag. 7

Lenza per cavedani pag. 9

Lenza per carpe & carassi pag. 10

Lenze standard pag. 13

Lenza per grandi profondità pag. 14

Lenze speciali pag. 15

Come costruire una lenza per lo scorrevole pag. 15

Lenze per Ostellato pag. 16

Lenze per Fiume Arno (Firenze) pag. 17

Le canne pag. 18

I mulinelli pag. 19

I galleggianti pag. 20

Gli attacchi pag. 21

Astine & Cannucce pag. 22

Nylon pag. 22

Shock Leader pag. 23

I piombi pag. 23

Le girelle pag. 24

La treccina pag. 24

Gli Ami pag. 24

Silicon - tube pag. 25

Esche & Pastura pag. 26

La fionda (catapulta) pag. 27

Rod rest pag. 28

La pedana pag. 29

Azione di pesca pag. 30

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Roberto Veronese

PESCA ALL’INGLESE

La pesca all’inglese (english style) viene cosi chiamata perché furono gli inglesi che, per primi, utilizzarono questa tecnica. E’ chiamata anche “pesca con il billy” in onore al suo inventore: l’inglese Billy Lane. La sua consacrazione avvenne nel 1963 quando Billy Lane vinse il campionato del mondo individuale; un successo ripetuto nel 1969 da Robin Harris e, in anni più recenti, dai notissimi campioni inglesi Tom Pickering e Bob Nudd. Questi sono balzati alla ribalta mondiale impiegando quello strano galleggiante che, fuori dall’acqua, penzola a testa in giù sulla lenza. In Italia la sua diffusione avvenne negli anni ottanta (1985) quando gli inglesi, con questa pesca, vinsero il mondiale per nazioni, sull’Arno a Firenze. Attualmente i nostri agonisti hanno assimilato, in pochi anni ed alla perfezione, la nuova tecnica vincendo molte competizioni anche a livello mondiale. I campi di Ostellato, Anita ed Arno a Firenze si sono rivelati particolarmente idonei per svolgere questo tipo di pesca.

La pesca all’inglese è ormai diventata parte integrante del bagaglio tecnico di ogni pescatore che si dedichi alle gare.

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TECNICA DI LANCIO La tecnica di lancio è molto semplice, tuttavia bisogna saperla applicare alla perfezione.

Richiede molta esercitazione ed allenamento sul campo per acquisire famigliarità con gli attrezzi. Esistono diversi metodi di lancio. Il più classico è quello tipo bolognese che tutti noi pescatori sappiamo fare. Tuttavia presenta un difetto nei lanci a lunga distanza: è impreciso. Per apprendere la pesca all’inglese è importante saper lanciare nel modo classico. La tecnica di lancio deve essere curata anche nei minimi particolari e non bisogna mai lasciare nulla al caso; ogni azione deve essere ben coordinata e per fare questo bisogna esercitarsi (farsi la mano). Per apprendere bene bisogna allenarsi, farsi aiutare dai pescatori più esperti per correggere le azioni di lancio. Talvolta i lanci che facciamo sembrano giusti, tuttavia analizzati da coloro che sono più esperti possono risultare scoordinati. Il metodo migliore per apprendere bene questa tecnica consiste nel provare e riprovare continuamente, senza stancarsi.

La collaborazione di altri pescatori consente di migliorare la tecnica del lancio che deve essere molto preciso e, nel contempo, deve risultare morbido. Se viene eseguito alla perfezione difficilmente si formeranno garbugli nel basso di lenza.

Di seguito sono descritte le varie fasi di lancio. La visione delle foto aiuterà a comprendere i vari passaggi.

• 1ª fase: Stendere bene la lenza in avanti con la canna per preparare il lancio.

• 2ª fase: Posizionare il galleggiante a venti centimetri dal cimino.

• 3ª fase: Impugnare la canna con due mani per aumentare la forza di spinta.

• 4ª fase: Spostare la lenza alle spalle facendole compiere un arco sopra la testa.

• 5ª fase: Quando si sente il peso del galleggiante sul cimino della canna, frustare in avanti.

• 6ª fase: Inclinare la canna in avanti in modo che il filo fuoriesca senza creare attriti nei passanti della canna.

• 7ª fase: A fine lancio frenare la corsa del galleggiante in modo da stendere la lenza in avanti.

• 8ª fase: Recuperare filo per metterlo in tensione tenendo il cimino immerso nell’acqua.

• 9ª fase: Strappare di lato, o in avanti, la canna per affondare il filo.

• 10ª fase: Appoggiare la canna al “Rod Rest” con il cimino il più vicino possibile all’acqua.

Quelle sopra descritte sono le dieci fasi per effettuare il lancio nel migliore dei modi.

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LE LENZE

Come costruire una lenza

La costruzione delle lenze, per la pesca all’inglese, è più semplice di quanto si possa immaginare. Agli inizi di questa tecnica si impiegava solo il galleggiante tipo “Waggler” costruito da una semplice penna di pavone (lunghezza circa 40 centimetri). Sul nylon del mulinello venivano applicati due o più pallettoni di piombo tenero che agivano anche da fermo per il galleggiante, un terminale molto lungo (circa 60 centimetri) ed alcuni pallini di piombo servivano per portare la lenza in pesca. Attualmente la tecnica è molto migliorata ed i galleggianti hanno subito un’enorme evoluzione (si veda capitolo galleggianti).

La piombatura, che serve per costruire le lenze, è caratterizzata in due tipi: piombatura passiva e piombatura attiva.

Piombatura passiva

Serve unicamente per la taratura del galleggiante; i famosi pallettoni di piombo sono stati sostituiti, nei galleggianti moderni, con delle rondelle piombate incorporate alla base dei galleggianti stessi: togliendo oppure aggiungendo le rondelle si varia la portata della lenza. Il bulk di piombi per la costruzione di lenze scorrevoli è parte integrante della piombatura passiva.

Piombatura attiva

Serve per portare e tenere la lenza in pesca alla profondità voluta; in questi ultimi tempi la piombatura attiva viene fatta solo con il peso di una girella per aumentare la sensibilità della lenza, in particolare quando si pesca a mezz’acqua.

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Dopo avere analizzato la funzione dei piombi nella costruzione delle lenze esaminiamo alcuni tipi di lenza. Quelle che in seguito vengono descritte sono solo alcune delle più comuni; molte altre vengono costruite in base alla tipologia del posto di pesca, laghi o canali. In questi luoghi è consuetudine impiegare lenze appropriate preparate specificatamente dai pescatori locali o abitudinari. E’ consigliabile, quindi, osservarli attentamente per comprendere la tecnica che più si adatta al posto di pesca.

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Lenza per cavedani Pescando con il waggler (penna di pavone), ideale per la pesca del cavedano nei laghi, per

la piombatura attiva si usa solo il peso della girella ed un terminale molto lungo (60/80 centimetri). L’attacco al galleggiante deve essere fisso, per la pesca a mezz’acqua. Per lo scorrevole si forma un bulk da 2 o 3 grammi posizionato ad almeno tre metri dalla girella. (Dis.A).

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Lenza per carpe & carassi Appoggiare l’esca sul fondo è ancora il modo migliore per insidiare carpe e carassi.

Esaminando le lenze appropriate per questa pesca se ne individuano due tipi: una con attacco fisso ed una con attacco scorrevole.

Le lenze con attacco fisso del galleggiante al nylon del mulinello sono sempre in contatto diretto con la canna ed hanno una migliore governabilità nell’azione di pesca.

Esaminiamo la lenza con attacco fisso, a partire dall’alto: tre pallini, dal n° 8 al n° 5, subito sotto il galleggiante; alla profondità di pesca l’immancabile girella e poco sopra tre pallini dell’otto distanziati di un centimetro tra loro. Un terminale munito di treccia, la cui lunghezza non deve essere inferiore a 30 centimetri, completa il tutto.

Nota: i pallini che vengono posti subito sotto il galleggiante hanno una duplice funzione: la prima è quella di tarare il galleggiante mentre la seconda consente, durante la pesca, di togliere uno o più pallini per adeguare la taratura. E’ noto che, dopo qualche ora di pesca, la balsa, a contatto con l’acqua, assorbe umidità diminuendo la portata. Togliendo un pallino si ripristina la taratura. (Dis. B1).

La lenza con attacco scorrevole del galleggiante risulta molto utile in particolari condizioni; l’acqua è completamente ferma e vi è assenza di vento. Esaminiamo la lenza a partire dall’alto: uno stopper (filo di cotone o di nylon), una perlina, un galleggiante e, a seguire, cinque pallini del numero 4. Alla profondità di pesca collocare l’immancabile girella e, poco sopra, tre pallini del numero 8 distanziati di un centimetro tra di loro. Un terminale munito di treccia, la cui lunghezza non deve essere inferiore a 30 centimetri, completa la lenza. (Dis. B2).

Alcuni pescatori impiegano come stopper un pallino di piombo dello stesso diametro del bulk.

Nota: le lenze di questo tipo non vengono costruite per pescare in profondità. Questo tipo di scorrevole ha una funzione ben precisa che ora esaminiamo: il tratto di filo in cui il galleggiante scorre deve avere una lunghezza minima di 30 e massima di 50 centimetri. Il bulk, formato da 5 pallini del numero 4, ha un peso complessivo di circa 0,9 grammi e serve a dare stabilità al galleggiante; tuttavia la sua funzione principale è quella di sollevare l’esca dal fondo, quando si fanno gli “inviti”, per poi farla scendere lentamente. Questo tipo di invito è molto utilizzato nella pesca con la roubaisienne che offre il maggior numero di catture specialmente quando la presenza di pesci è molto scarsa.

Molti pescatori usano mettere come stopper un pallino dello stesso tipo di quelli usati come bulk in quanto ritengono che rallenti ancor più la discesa dell’esca. In questo caso i pareri sono discordi, tuttavia è certo che quando si recupera la lenza per prepararla al lancio il pallino si ferma contro l’apicale del cimino della canna; se non è ben stretto, a lungo andare, tende a spostarsi variando cosi la profondità di pesca.

Importante: gli inviti vanno fatti esclusivamente recuperando filo con il mulinello e tenendo il cimino della canna immerso nell’acqua.

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Le lenze sopra descritte possono essere utilizzate in tutti i canali con acqua ferma o con una corrente lenta. L’altezza del fondo non deve superare la lunghezza della canna; lo stesso discorso vale anche per i laghetti adibiti a pesca sportiva.

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Lenze standard La lenza di seguito descritta, definita tutto fare, si può utilizzare in quasi tutti canali: con

acque ferme, con corrente lenta e nei laghi con fondali pari alla lunghezza della canna. La lenza può essere fatta sia per galleggianti fissi sia scorrevoli.

Esaminiamo la lenza con attacco fisso, a partire dall’alto: tre pallini dal n° 8 al n° 5, subito sotto il galleggiante; alla profondità di pesca collocare l’immancabile girella e, a 50 centimetri sopra, due pallini del numero 8. Il terminale è lungo 40 centimetri.

Esaminiamo la lenza con attacco scorrevole, sempre a partire dall’alto: uno stopper fatto con filo di cotone o dello stesso filo di nylon, un galleggiante e a seguire cinque pallini del numero 4. Alla profondità di pesca montare l’immancabile girella e, a 50 centimetri sopra, due pallini del numero 8. Il terminale è lungo 40 centimetri.

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Lenza per grandi profondità Le lenze per grandi profondità vengono costruite con attacchi per galleggiante scorrevoli.

Esaminiamo la lenza a partire dall’alto: uno stopper (filo di cotone o dello stesso nylon), una perlina, un galleggiante ed a seguire un bulk di pallini dal peso variabile (da 2 fino a 5 grammi ed anche oltre). Alla distanza di 2 metri dal bulk montare l’immancabile girella sovrastata da uno o due pallini del numero 8, distribuiti sulla lenza (Dis. C).

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Lenze speciali Ogni pescatore che si rispetti ama costruirsi delle lenze personalizzate, di cui va fiero e che

custodisce segretamente. Guai se non fosse cosi, non ci sarebbe più competizione. La lenza in esame viene usata, in alternativa a quelle normali, nel canale navigabile di

Spinadesco quando l’acqua si muove per l’apertura e la chiusura delle porte delle chiuse. Esaminiamo la lenza a partire dall’alto: attacco fisso per galleggianti e, a circa 70 centimetri, si forma un bulk di 2,5 grammi. Alla distanza di pesca si colloca l’immancabile girella preceduta da uno o due pallini (numero 8) distribuiti.

Nota: con una simile lenza risulterebbe problematico il lancio senza garbugli nel basso della lenza. Per eliminare, in parte, il problema occorre impiegare un galleggiante più pesante in modo da non forzare eccessivamente il lancio. L’azione di pesca sarà molto buona ed il galleggiante rimane fermo e stabile anche con l’acqua che si muove. (Dis. D)

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Come costruire una lenza per lo scorrevole. Un motivo che scoraggia molti pescatori a montare l’inglese con il galleggiante scorrevole

è la conseguente difficoltà dei lanci senza provocare continui grovigli del basso di lenza. A questo si aggiunga la precisione di entrata in pesca del galleggiante che, se non viene curato anche nei minimi dettagli, spesso non scorre per nulla. Vediamo come procedere correttamente nella costruzione di una lenza scorrevole con lo “shock leader”.

Il setale (diametro di 0,15 millimetri) imbobinato nel mulinello viene infilato negli anelli della canna, accuratamente allineati. Si unisce uno spezzone di filo del diametro di 0,20 millimetri, lungo almeno due volte la lunghezza della canna, che avrà la funzione di shock leader. Su di esso si infila un attacco scorrevole e sullo spezzone di filo andrà poi preparato il nodo di fermo (stopper). Legare allo shock leader uno spezzone di filo del diametro di 0,14 millimetri lungo un paio di metri, montare l’immancabile girella e un pallino del numero 8 (a 50 centimetri sopra la girella). Il terminale è munito di treccina lungo 40 centimetri. Montare un bulk formato con 4 pallini di piombo del numero “AAA”, appena sopra il nodo che unisce il shock leader serrando tutti e due i fili.

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Lenze per Ostellato Dopo aver visto come sono costruite le lenze per la pesca all’inglese ora, vediamo quali

sono le lenze più utilizzate per la pesca nei vari campi di gara. Ostellato è considerato uno tra i più bei campi di gara italiani per la pesca all’inglese. Nel disegno A è rappresentata la lenza utilizzata con presenza di vento. Mentre nel disegno

B è rappresentata la lenza utilizzata senza vento.

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Lenze per il Fiume Arno (Firenze) Nel fiume Arno a Firenze prendendo come riferimento i tratti subito a monte e a valle del

Ponte alla Vittoria. Il fiume è molto largoed al centro fiume la profondità varia da 3 a 6 metri.L’acqua non è mai ferma vi è una debole corrente ed una leggera brezza è sempre presente.

Nel disegno A è rappresentata la lenza utilizzata con acque mosse. Mentre nel disegno B è rappresentata la lenza utilizzata con acqua ferma o quasi.

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LE CANNE La tecnica di pesca all’inglese esige canne specifiche. Sono costruite appositamente;

devono essere leggere, maneggevoli, non temere vento e pioggia. Soprattutto devono essere potenti e, nel contempo, paraboliche nell’azione ed elastiche durante il combattimento: devono lanciare pesi importanti ed a lunga distanza.

La classica canna all’inglese è allestita in tre pezzi, con innesti, per una lunghezza fra i 3,60 e 4,80 metri. Quelle corte sono preferibili per una pesca leggera, mentre quelle lunghe rendono meglio per distanze e pesi maggiori. La soluzione in tre pezzi è molto idonea per il tipo di azione parabolica, di punta, con cimini sensibili, e per la possibilità di avere molti anelli. Questi ultimi consentono al filo si seguire fedelmente la curvatura della canna, senza angoli morti.

Le canne in tre pezzi di ultima generazione, anche se leggerissime, hanno una potenza di lancio che va da un minimo di 2 ad un massimo di 30 grammi, e oltre. Bastano questi dati per far comprendere la maneggevolezza di una canna all’inglese e l’assoluta ininfluenza del vento durante l’azione di pesca.

Le canne telescopiche non hanno il fascino delle classiche tre pezzi, tuttavia l’evoluzione dei nuovi materiali sta colmando il divario derivante dal diverso tipo di allestimento. Non cambia l’alto numero di anelli (almeno 10) che una canna all’inglese deve avere. Per struttura la canna telescopica ha un’azione più “secca” e, logicamente, più rigida rispetto ad una tre pezzi.

Molti pescatori la preferiscono nel caso avvertano l’esigenza di una potenza ai massimi livelli, anche fino a 40/50 grammi.

Controllare l’allineamento La distanza da raggiungere è significativa e la forza da imprimere nel lancio è notevole: per

evitare attriti ed assicurarsi un perfetto scorrimento del filo è sufficiente verificare che, durante il

montaggio della canna, mulinello e anelli siano perfettamente allineati.

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I MULINELLI Con questa tecnica la prerogativa più importante è la velocità. Non soltanto per il recupero

ma anche per il veloce allineamento del filo subito dopo il lancio. Un rapporto di recupero di 6:1 rappresenta una soluzione ideale.

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I GALLEGGIANTI Originariamente, il galleggiante classico era solo il waggler, in balsa: lungo e lineare, senza

alcun rigonfiamento, come accade per le penne di pavone la cui forma sembra fatta apposta per l’inglese. Le portate minime e massime per il waggler vanno dai 2 fino a 6 ~ 8 grammi.

Il galleggiante di tipo waggler, avendo una portata limitata, non sono sufficienti se necessita una lenza più pesante. Per questa ragione sono stati creati i bodied: galleggianti lunghi come i waggler ma dotati, alla base, di un inserto a forma di una grossa oliva che ne aumenta la portata, anche fino a 50 grammi. Gran parte del peso risiede in questa parte del galleggiante e può essere incrementato con vari sistemi, a base di rondelle piombate, che possono essere aggiunte oppure eliminate, per aumentare o diminuire la portata della lenza. Esistono anche modelli con alette direzionali per migliorare la stabilità durante il lancio.

Per la pesca in corrente, invece, si usano gli stik-floats: galleggianti costruiti in legno pesante anziché in balsa. L’acqua che scorre rappresenta il “tallone d’Achille” del sistema ma la forma più corta e tozza degli stik-floats si adatta anche a queste situazioni sfavorevoli.

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GLI ATTACCHI In Inghilterra nessuno si sognerebbe di utilizzare gli attacchi fissi o scorrevoli,

almeno non costruiti in questo modo. Gli inglesi raramente usano galleggianti con pesi superiore ai 6~8 grammi. La loro concezione di pesca prevede, infatti, di tarare completamente il waggler sulla lenza. Da noi i metodi sono diversi; la maggior parte dei pescatori italiani è abituata a pescare con almeno 12 o più grammi di galleggiante arrivando ai 40 ed oltre.

Naturalmente, i galleggianti di concezione italiana portano una parte o tutto il piombo di taratura direttamente sul loro corpo. Quando vengono lanciati partono come palle di fucile! Sono nati cosi gli attacchi fissi che possono essere piombati o meno per ogni esigenza di pesca e bloccano saldamente il galleggiante sulla lenza, anche se sollecitati da lanci forzati.

Per quanto riguarda la pesca con il galleggiante scorrevole nulla vieta di passare il filo direttamente all’interno della girella del galleggiante. Tuttavia per facilitare la sostituzione del galleggiante e per avere un miglior scorrimento lungo il filo è utile impiegare gli attacchi scorrevoli che, tra l’altro, grazie al ridotto diametro del loro foro, consentono di evitare la perlina.

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ASTINE & CANNUCCIE Dopo aver analizzato la costruzione delle lenze per la pesca all’inglese, ora esaminiamo le

astine che rappresentano una parte fondamentale dei galleggianti. In base a quale criterio si sceglie un modello con un certo tipo di materiale, invece che

con un altro?

Le aste in tonchino: sono valide solo ed esclusivamente per la robustezza dell’insieme. L’astina in tonchino non è ben visibile (a meno che non ci sia il riflesso giusto); tuttavia è bene tener presente che queste antenne resistono maggiormente all’affondamento. Per questo motivo sono molto usate quando si pesca in presenza di vento.

Le aste in plastica piena: sono valide esclusivamente per la loro sensibilità. L’astina in plastica piena è maggiormente visibile rispetto a quelle in tonchino. Essendo più pesanti sono, di conseguenza, molto più sensibili; difettano, tuttavia, nella stabilità; basta un po’ di vento per farle affondare. Quando si sposta il galleggiante, per invitare il pesce ad abboccare, quello munito di astina in plastica piena impiega molto tempo a ritornare in superficie perdendo l’eventuale attimo favorevole alla abboccata. Per questa ragione sono poco utilizzati.

Le aste in plastica cava (cannucce): il discorso cambia quasi radicalmente; sono molto più visibili rispetto alle astine in tonchino grazie alla capacità della plastica cava di essere attraversata dalla luce che accentua il fenomeno della fluorescenza. In commercio ne esistono di forme diverse: con fori alla base, con tagli longitudinali, ecc.

Quelle auto-costruite (vedasi foto) sono di plastica sottilissima verniciate con colori fluorescenti, visibili anche a notevoli distanze. Il segnalatore cosi ottenuto risulta molto sensibile; una volta tarato alla perfezione sarà sufficiente il tocco, anche timido, di un pesciolino di pochi grammi di peso per far affondare nettamente il galleggiante. Le stesse astine, di dimensioni più ridotte, sono destinate a pesche difficili, dove il pesce è sospettoso o comunque mangia male.

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NYLON In questa tecnica l’affondamento del filo è fondamentale. Occorrono fili appropriati che

lavorino sott’acqua e sono generalmente di colore scuro. Quelli per la pesca all’inglese resistono bene al nodo, sono abbastanza rigidi e privi di memoria, sono trattati contro l’abrasione e, soprattutto, senza elasticità e di grande propensione all’affondamento. I diametri che maggiormente vengono utilizzati vanno dallo 0,14 allo 0,20 millimetri. L’affondamento è garantito da un peso specifico maggiore rispetto ai fili tradizionali.

Tuttavia, tutte queste caratteristiche da sole non sono sufficienti. Se si desidera favorire ancor più l’affondamento bisogna pulire il filo con una soluzione d’acqua e detersivo (ancora meglio se si impiega quello per i piatti diluito al 50% con acqua), oppure trattare il filo con prodotti specifici venduti in commercio. Il filo cosi sgrassato non è preda della tensione superficiale dell’acqua.

SHOCK LEADER Nella pesca all’inglese si possono raggiungere grandi distanze. Per ottenere questi risultati

occorrono grossi galleggianti e bisogna imprimere forze notevoli alla canna. Tutto questo implica l’adozione di monofili di diametro elevato per reggere la spinta. E’ noto, tuttavia, che con il filo di diametro robusto aumenta l’attrito con gli anelli della canna ed il lancio risulta penalizzato pesantemente. Poiché filo fine e pesanti galleggianti non vanno d’accordo, si è attinto al surf casting lo stratagemma dello shock leader: viene cosi chiamato lo spezzone terminale di filo dal diametro maggiore rispetto al nylon in bobina del mulinello. E’ lungo poco più della lunghezza della canna: consente di forzare al limite i lanci assorbendo lo shock iniziale del lancio ed aumentando cosi la distanza di lancio e la portata dei galleggianti. Si unisce al nylon del mulinello tramite un doppio nodo (vedasi disegno). Questo sistema viene usato quando si usano galleggianti con grandi portate, fino a 40 grammi ed oltre, per non rompere il filo in fase di lancio. Avendo nella bobina del mulinello un nylon di diametro più sottile permette una migliore fuori uscita del setale e si raggiungono distanze notevoli.

A qualcuno può dare noia il ticchettio del nodo che passa sugli anelli della canna. Un piccolo trucco consente di ovviare a questo inconveniente tagliando i baffetti del nodo a zero e mettendo una goccia di Attack sullo stesso.

Nel disegno è raffigurato un sistema molto semplice di doppio nodo.

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I PIOMBI Innanzi tutto devono essere di piombo tenero e possibilmente amovibili in modo da non

intaccare la lenza. Le misure sono solo tre ed i loro pesi si raddoppiano: dal piccolo al medio e dal medio al grande, cosi come si può notare dalle loro tarature. I piombi inglesi si identificano con le sigle:

• BB pari a 0,4 grammi

• AAA pari a 0,8 grammi

• SSG pari a 1,6 grammi

Per tutti gli altri piombi valgono le misure italiane.

LE GIRELLE Nella pesca all’inglese, la lunga distanza ed i continui lanci e recuperi causano torsioni al

terminale. E’ sempre bene, quindi, mettere una piccola girella, fra la lenza madre ed il terminale, in modo che la torsione si scarichi su di essa.

Ormai da qualche tempo le girelle hanno assunto un’importanza fondamentale nella costruzione delle lenze. Nella maggioranza dei casi costituiscono l’unica fonte di piombatura delle lenze.

BB AAA SSG

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LA TRECCINA Un sistema vantaggioso, usato da molti pescatori quando pescano all’inglese a molti metri

di distanza da riva, è rappresentata dalla treccina. Viene fatta sulla parte alta del terminale, sotto la girella, per irrigidire questo tratto di filo.

L’utile stratagemma consente di mantenere il finale disteso e lontano dalla montatura, evitando cosi che i due spezzoni di filo, aventi diametri differenti, si attorciglino tra loro. E’ molto utile quando si recupera senza il pesce attaccato azionando mulinelli molto veloci, soprattutto se l’esca crea in acqua l’effetto elica.

GLI AMI Nella pesca all’inglese vengono usati ami che abbiano una curvatura larga ed un gambo di

lunghezza media, con filo relativamente sottile in quanto devono calzare due o più bigattini per volta. In commercio ami che abbiano queste caratteristiche ce ne sono a migliaia, ogni pescatore predilige scelte personalizzate.

SILICON – TUBE I tubicini in silicone, che nella pesca con lo scorrevole vengono collocati tra i piombi ed il

galleggiante, hanno una funzione ammortizzatrice, attutiscono lo strappo iniziale del galleggiante nella fase di lancio e mantengono integri i piombini.

In commercio ci sono anche dei distanziatori in plastica che servono a tenere staccati i piombi dal galleggiante (vedasi foto). Vanno collocati ad una distanza dal bulk di piombi pari alla lunghezza del galleggiante.

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ESCHE E PASTURE La scelta delle esche è un po’ limitata in quanto si possono usare solamente quelle che,

durante il lancio, garantiscono una perfetta tenuta all’amo. Nella pesca all’inglese si impiegano larve di mosca carnaria, caster e, raramente, piccoli vermi di terra.

Pasturare bene è fondamentale, specie se lo si deve fare a grandi distanze. Una pastura combinata di sfarinati e cagnotti aiuta a mantenere il pesce in competizione alimentare alla profondità desiderata e dà continuità alle catture.

Per fiondare con precisione esche e pasture a molta distanza bisogna adottare degli accorgimenti. Per ottenere la consistenza necessaria al lancio bisogna appesantire il tutto facendo molta attenzione a non esagerare; se la pastura o le esche sono troppo pesanti andranno sul fondo invece di aprirsi a mezz’acqua. Bisogna trovare il giusto compromesso: nel caso dei cagnotti dosare bene la quantità di colla usata. Per la pastura, selezionare attentamente ingredienti a bassa tenuta ed alta galleggiabilità. Nello specifico, poca colla e tanta ghiaia nei cagnotti; in questo caso la pallina come tocca l’acqua si apre creando una pioggia di esche e pastura fine ed oleosa. Inserire dei sassolini nelle palle di pastura. La palla deve aprirsi a circa un metro o poco più di profondità dalla superficie; il sasso precipita sul fondo e lascia in sospensione una nuvola di cibo alla profondità desiderata.

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LA FIONDA (CATAPULTA) La fionda è una valida alleata, tuttavia bisogna conoscerla e modificarla per adeguarla al

“nostro” tiro. Una fionda nuova deve essere personalizzata: tagliare gli elastici se sono troppo lunghi e non si riesce ad allungarli fino a termine corsa; prolungare il manico se la presa non è ben salda; diminuire o aumentare il diametro degli elastici se questi, rispettivamente, non si tendono oppure si tirano troppo facilmente; cambiare la scodella se non ha la dimensione giusta.

La fionda deve essere rapportata alla forza ed alla lunghezza delle braccia del pescatore.

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ROD REST Il “rod rest” (appoggia canne) viene cosi chiamata la forcella che serve a reggere la canna

durante l’azione di pesca. Gli appoggia canne, ben collocati e grazie ai due sostegni ad altezza regolabile, facilitano la ferrata, mantengono il filo in tensione e la canna inclinata verso il basso con giusta angolazione.

Questo attrezzo risulta indispensabile nella pesca all’inglese; mantiene ferma, nella esatta posizione, la canna durante l’azione di pesca, considerato il particolare assetto sommerso e teso del filo. Qualsiasi movimento della canna provoca l’affondamento del galleggiante… come se si trattasse dell’abboccata del pesce. Il “rod rest” evita questi “falsi alarmi”. Dopo il lancio e l’allineamento del filo la canna resta immobile, bassa e con il cimino immerso. Neanche un centimetro di filo resta esposto al vento.

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LA PEDANA Nella pesca all’inglese la pedana offre un valido aiuto avendo tutto l’occorrente a portata di

mano. Avere le esche, la pastura e quanto altro necessita a brevissima distanza consente di

concentrarsi, in modo ottimale, nell’azione di pesca. Considerando che restare in piedi rappresenta il modo migliore per pescare, la pedana evita

le altalenanti posizioni durante le varie azioni. In commercio ne esistono di svariati tipi e tutti molto validi. Chi ha un po’ di dimestichezza

con il fai da tè può anche costruirsela. Quella che proponiamo nella foto è stata auto-costruita; si chiude a forma di valigia e, al suo interno, trovano posto oltre alle gambe anche il “rod rest” ed uno svariato numero di accessori.

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AZIONE DI PESCA Nel lancio, il galleggiante è l’elemento di trazione principale in quanto racchiude la

maggior parte del peso. Proiettato a velocità elevata, grazie alla potenza della canna, esso trascina tutta la lenza. Per evitare grovigli è consigliabile alzare leggermente la canna un attimo prima che la lenza si adagi sull’acqua. Questa lieve frenata non incide sulla distanza, ma rende il lancio più morbido e preciso.

La tecnica di lancio con i galleggianti scorrevoli non cambia rispetto alla pesca con il fisso. La sostanziale differenza consiste, invece, nel mettere in pesca il galleggiante. A lancio effettuato, e dopo aver affondato il filo, si deve aprire l’archetto del mulinello per far scorrere la lenza fino a quando l’attacco scorrevole incontra il nodo di fermo (stopper).

La distanza da raggiungere è significativa e la forza da imprimere nel lancio è notevole; pertanto, per evitare attriti ed assicurarsi un perfetto scorrimento del filo è sufficiente verificare che, durante il montaggio della canna, mulinello ed anelli siano perfettamente allineati.

Prima di dare inizio alla pesca vera e propria è consigliabile misurare il fondo. La soluzione ideale è quella di schiacciare un pallino di piombo tenero, tipo inglese BB (gr. 0,4), sul gambo dell’amo. Eseguendo alcuni lanci di prova si può verificare l’emersione del galleggiante se il piombo aggiunto tocca il fondo; si sposta il galleggiante oppure il nodo di fermo (stopper) fino a trovare l’eventuale esatta posizione. In sostituzione del pallino di piombo si possono usare delle sonde che, tuttavia, non devono superare il grammo di peso.

Prima di dare iniziare alla pesca è buona norma avere un punto di riferimento presso la riva opposta: una pianta, una pietra oppure un qualsiasi oggetto facilmente identificabile. Il che consente di stabilire una linea teorica di pesca in modo da lanciare sempre nello stesso posto. Ancora più importante risulta pasturare nel medesimo punto. Dopo aver trovato la distanza ideale di pesca dalla riva si può segnare il nylon, appena sopra il mulinello, dipingendo con un pennarello di colore bianco A volte, per essere più precisi, si colloca un filo di lana colorata legato con il solito nodo scorrevole.

La ferrata deve esse morbida e progressiva alzando la canna lateralmente. Il recupero del pesce deve avvenire in modo continuo, senza strappi, assecondando le fughe del pesce con l’impiego della frizione. Ancora meglio se viene utilizzato l’anti ritorno del mulinello (questo metodo è utilizzato dai pescatori di alto livello agonistico). Per recuperare il pesce di piccola o media taglia, senza perdere tempo prezioso, è sufficiente tenere la canna parallela all’acqua. In questo modo il filo non tocca gli anelli e non crea attriti. La preda, soggetta alla trazione del mulinello, si porterà velocemente in superficie senza alcuna resistenza.

Se il filo dovesse spanciare spostandosi, di conseguenza, dalla linea di pesca, prima di ferrare è consigliabile dare qualche giro di manovella del mulinello. In questo modo si recupera un po’ di pancia.

Molte volte il filo del mulinello affiora in superficie; le cause possono essere di diversa natura: filo sporco, correnti d’acqua sotterranee, presenza di vento. Il modo migliore per farlo affondare nuovamente è il seguente: immergere il cimino della canna in acqua, dare qualche giro di manovella al mulinello per mettere in tensione il filo, strappare la canna nel senso laterale fuori

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dall’acqua. Si può strappare anche in avanti. Se sia meglio strappare in avanti o lateralmente dipende dalla posizione in cui ci trova rispetto all’acqua. Se si è collocati in posizione elevata rispetto al piano dell’acqua risulta più pratico strappare in avanti mentre se ci si trova prossimi al piano acqueo risulta più pratico strappare lateralmente.

Gli “inviti” servono per invogliare il pesce ad abboccare. Si eseguono spostando l’esca di qualche centimetro in modo che il pesce si accorga della presenza. Nella pesca all’inglese questi movimenti vanno fatti esclusivamente con il mulinello recuperando il filo tenendo il cimino immerso nell’acqua; in questo modo si mantiene anche il contatto diretto con il galleggiante. Quando si fanno queste manovre potrebbe essere il momento ideale in cui il pesce si accorge dell’esca e quindi abbocca. L’abboccata avviene quando il galleggiante è ancora sommerso in acqua per cui sarà impossibile vedere l’attimo dell’abbocco. Per ferrare al momento giusto è sufficiente mettere in pratica un piccolo trucco impiegato dai campioni: fare un invito di prova e dal momento della scomparsa del galleggiante incominciare a contare mentalmente fino alla sua ricomparsa. Ipotizzando che si arrivi a cinque questo è il tempo che il galleggiante impiega per tornare in pesca. In azione di pesca, al seguito di invito, se al cinque il galleggiante non dovesse essere tornato visibile, questo sarebbe il momento di ferrare.

Il miglior modo per invitare il pesce all’abboccata avviene quando l’esca viene sollevata dal fondo per poi farla ricadere lentamente. Questo tipo di invito è molto utilizzato nella pesca con la roubaisienne. Nella pesca all’inglese lo si ottiene quando si pesca con lo scorrevole. Ed ecco svelata la ragione per cui molti agonisti di alto livello usano pescare con lo scorrevole anche in presenza di poca acqua.

La fortuna nella pesca non esiste, conta solo la bravura del pescatore… eccezioni a parte.-