Eneide Def.

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L’Eneide L’Eneide

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L’EneideL’Eneide

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Perché l’eposPerché l’eposLa formazione letteraria di Virgilio è alessandrina e neoterica, poco attratta dall’epos

CallimacoCallimaco aveva polemizzato con gli sciatti imitatori dei poemi omerici, sostenendo una poesia erudita, breve, stilisticamente elaborata; a Roma CatulloCatullo e i suoi amici avevano preferito l’epillio erotico e mitologico.

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Il poema classico, nella versione omerica ed enniana, era sembrato superato.

L’unico esempio additabile erano le Argonautiche di Apollonio Rodio, un poema di soli 4 libri, centrato su temi avventurosi e amorosi di natura mitologica.

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L’Eneide (Aeneis) è un poema epico in 12 libri, scritto in

esametri

Cominciato intorno al 29, restò incompiuto alla morte dell’autore. Dalla Vita di Donato

sappiamo che Virgilio affidò all’amico Vario il compito di bruciare l’opera nel caso egli

fosse morto prima della revisione finale, ma che Augusto diede l’ordine di salvarla,

pubblicandola così com’era.

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Lo stato di Lo stato di incompiutezza incompiutezza

del poema del poema è testimoniato, oltre che da squilibri e contraddizioni di ordine narrativo, dalla presenza di 58 versi non conclusi, i

cosiddetti tibicines, «puntelli», sostegni provvisori in attesa dell’ultima mano.

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La divisione in 12 libri La divisione in 12 libri Conciliare l’esigenza della brevitas alessandrina (i 4 libri delle Argonautiche) con la maggior lunghezza del poema classico omerico (Iliade e Odissea, di 24 libri ciascuno).

i primi sei libri rinviano al modello odissiaco (il viaggio avventuroso); i secondi sei al modello iliadico (la guerra).

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Con OMERO Virgilio instaura un Con OMERO Virgilio instaura un rapporto di competizione innovativa:rapporto di competizione innovativa:

il viaggio di Ulisse era un viaggio di ritorno (nòstos), quello di Enea un viaggio di rifondazione proiettato verso l’ignoto;

la guerra iliadica era una guerra di distruzione, quella di Enea è rivolta alla costruzione di una nuova città (e di una nuova civiltà);

l’Iliade si concludeva con la disfatta troiana, l’Eneide con la vittoria del troiano Enea, che risarcisce il suo popolo della patria perduta.

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Riassunto dell’operaRiassunto dell’operaI Enea approda a Cartagine dopo una tempesta provocata dalla nemica Giunone ed è accolto da Didone

II Narrazione di Enea: la fine di Troia

III Narrazione di Enea: peripezie di viaggio, morte di Anchise.

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Il IV libro è un epillio ellenistico sugli amori di Didone e Enea (modello: il III libro delle Argonautiche di Apollonio Rodio, con echi delle grandi eroine tragiche di Euripide).

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Il V libroIl V libro

Giochi funebri, svoltisi in Sicilia, in onore di Anchise (con aperture eziologiche di gusto ellenistico)

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il VI: la CATABASIil VI: la CATABASIDiscesa agli inferi (modellato sull’XI dell’Odissea, la Nekya): visione dei morti e dei futuri eroi che renderanno grande Roma (motivo celebrativo)

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I libri VII-XII, la parte iliadica I libri VII-XII, la parte iliadica dell’dell’Eneide, sono Eneide, sono dominati dal tema della dominati dal tema della

guerra con le tradizionali situazioni guerra con le tradizionali situazioni (rassegna degli eroi, assedi, duelli) ma (rassegna degli eroi, assedi, duelli) ma

anche dal paesaggio, boscoso e sacro, del anche dal paesaggio, boscoso e sacro, del Lazio. Lazio.

Autonomo rispetto agli altri è il libro VIII, con la cosiddetta «passeggiata archeologica» di Enea e Evandro sui luoghi ancora primitivi dove sarebbe sorta quattro secoli dopo Roma.

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VII Enea sbarca alla foce del Tevere e riconosce la “terra promessa”. Patto con il re Latino. Per volere di Giunone Amata (moglie di Latino) e il re dei Rutuli Turno fomentano la guerra. Sfuma il matrimonio fra Enea e Lavinia (nuova Elena), contesa da Turno. Coalizione dei popoli italici contro i Troiani.

VIII Enea risale il Tevere e ottiene l’appoggio di Evandro, re degli Arcadi. Suo figlio Pallante parte con Enea: a loro si unisce la coalizione etrusca (sollevatasi contro il tiranno Mezenzio, alleato di Turno). Dono divino ad Enea di un’armatura vulcanica sul cui scudo è istoriato il futuro di Roma.

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IX Crisi al campo troiano. Parziali successi di Turno. Sfortunata spedizione notturna dei troiani Eurialo e Niso.

X Ritorno di Enea con gli alleati. Turno uccide Pallante; Enea uccide Mezenzio.

XI Enea piange Pallante e fa inutilmente offerte di pace. Morte di Camilla (alleata dei Latini).

XII Quando è oramai certa la vittoria troiana, Giunone si riconcilia con Giove ottenendo che nel nuovo popolo non resti traccia del nome troiano. Enea sconfigge Turno in duello: sta per risparmiarlo ma, scorgendo su di lui il balteo di Pallante, in uno slancio di indignazione lo uccide.

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omerico è il omerico è il codice codice

espressivo a espressivo a cui fa cui fa

riferimento riferimento Virgilio:Virgilio:

omerico è il omerico è il codice codice

espressivo a espressivo a cui fa cui fa

riferimento riferimento Virgilio:Virgilio:

tono elevato, uso frequente di similitudini, ricorso agli epiteti fissi richiesti dallo stile formulare epico (pius Aeneas; infelix Dido; audax Turnus).

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Il I libro è costruito nel rispetto Il I libro è costruito nel rispetto del più tradizionale repertorio del più tradizionale repertorio

epico:epico:

proemio; narrazione in medias res; colloqui fra gli dèi; tempesta e naufragio; apparizione di una divinità benefica; il motivo dell’ospitalità sacra; il banchetto che prelude alla narrazione delle gesta anteriori, allietato dal canto dell’aedo.

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Protagonista. Protagonista. Enea era già presente in Omero e nelle leggende italiche, nei poemi di Nevio e di Ennio,

così come la maggior parte dei personaggi, già noti da precedenti elaborazioni mitiche e letterarie.

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Virgilio obbedisce a un’esigenza Virgilio obbedisce a un’esigenza ideologica e celebrativa. ideologica e celebrativa.

~ da Enea Cesare e Ottaviano avevano fatto

discendere la propria famiglia, la gens Iulia: la

celebrazione dell’eroe legittimava il potere di Augusto, conferendogli

un’aureola di mitica sacralità.

Ascanio (Iulo)figlio di Eneafondatore diAlbalonga

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diversità fra Enea e gli eroi epici diversità fra Enea e gli eroi epici antecedentiantecedenti

Gli eroi omerici sono dominati da grandi passioni elementari: dotati di psicologia arcaica, priva di sfumature e risonanze interiori, essi vivono in una condizione di immediatezza. L’eroismo omerico non conosce esitazioni, è rivolto all’impresa, alla gloria, al duello: la vittoria, il successo non sono mai intaccati da un senso di colpa o dal pensiero della vittima.

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Enea, al contrario, è l’uomo che Enea, al contrario, è l’uomo che soffre e che pensa, una figura soffre e che pensa, una figura

malinconica e meditativa, malinconica e meditativa, consapevole delle proprie consapevole delle proprie

responsabilità. responsabilità.

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L’eroe del dovereL’eroe del dovere

E l’uomo del dovere, strumento di un destino che lo costringe a rinunciare ai propri desideri e affetti

Durante il viaggio perde la moglie Creùsa, il padre Anchise, l’amante Didone, compagni cari e fedeli come Palinuro e Miseno, e deve accettare la morte del giovinetto Pallante, che Evandro gli aveva affidato come a un secondo padre.

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Enea è l’eroe della pietas (la devozione

verso gli dèi, la famiglia e la patria), della fides (la parola data cui non

viene mai meno) e dell’humanitas (la

misericordia di fronte ai vinti e la comprensione della fragile condizione

umana).

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Enea è figura complessa, in cui si concentrano Enea è figura complessa, in cui si concentrano valori umani e politici non sempre concordi. valori umani e politici non sempre concordi.

In quanto proiezione dell’animo turbato e sensibile del suo autore, concentra su di sé le domande fondamentali sul senso della vita, sulla presenza del male e sul rapporto fra uomini e dèi (che già erano state di Lucrezio).

In quanto prefigurazione mitica di Ottaviano Augusto, è il garante di una missione politica e religiosa voluta dagli dèi, che sancirà non solo il diritto di Roma a governare sul mondo ma anche la legittimazione del nuovo potere augusteo, creando continuità fra passato e presente, mito e storia, origini e contemporaneità.

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Virgilio rielabora in una direzione storica, nazionale e romana,

inserendo gli eventi del mito e della storia in una dimensione religiosa e

provvidenzialistica.

L’Eneide è diventata il grande poema nazionale romano anche perché il suo autore ha raccolto e

selezionato il ricco materiale delle leggende preistoriche (italiche e laziali) disponendolo in

un disegno unitario.

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Il libro VIIIIl libro VIII

La flotta di Enea procede lungo la corrente del Tevere, accompagnata dalle divinità animistiche del fiume: la bellezza dei luoghi intatti è pervasa di un profondo sentimento religioso. Giunti sul Palatino, nello stesso luogo dove Augusto aveva posto il suo palazzo, Enea incontra Evandro, un pastore proveniente con il suo popolo dalla mitica Arcadia. La fusione del mito arcadico con quello romano rinnova il clima delle Bucoliche: l’aspirazione alla quiete è realizzabile solo nell’universo di iustitia e di pax reso possibile da Augusto, di cui Virgilio condivide gli intenti di restaurazione morale e religiosa, il richiamo agli antichi valori.

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Virgilio accetta del codice epico la presenza di dèi dèi antropomorfiantropomorfi che intervengono nella vita dei mortali.

Sopra gli dèi, agisce il Fato, dal quale dipendono leggi inalterabili (ad esempio la condizione mortale degli uomini) ed eventi predestinati (la caduta di Troia; la nascita della potenza romana). I decreti del Fato sono immodificabili. Gli dèi possono solo ritardare gli eventi, non mutarli.Su base stoica, Virgilio interpreta la presenza del Fato come una mens () che governa provvidenzialmente il mondo, assicurando un ordine razionale e morale agli eventi. Accoglie credenze, di derivazione orfico-pitagorica, sull’immortalità dell’anima e sulla metempsicosi. Il libro VI esprime il piano metafisico-religioso sul quale si regge il mondo.

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Il problema del dolore, dell’infelicità, della Il problema del dolore, dell’infelicità, della crudeltà degli eventi è il centro ispiratore crudeltà degli eventi è il centro ispiratore

del poemadel poema

Il fato è iniquus, soprattutto quando elimina gli insontes («innocenti») come Palinuro.

L’ubbidienza di Enea alla volontà divina non abolisce la cruda tragicità degli eventi. Egli è un esule costretto a errare e a soffrire, spesso sacrificato a un destino superiore senza alcuna ricompensa.

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Le inflessioni patetiche e l’andamento Le inflessioni patetiche e l’andamento soggettivo della narrazione non cancellano soggettivo della narrazione non cancellano

l’esigenza di uno l’esigenza di uno stile solennestile solenne:: passioni rappresentate con passioni rappresentate con nobile e nobile e

misurata dignità.misurata dignità.

diversamente da Didone e da Turno, preda di passioni troppo forti, Enea rappresenta un ideale di ordine e di razionalità, di virtus paziente nella sofferenza e nel dolore, di saggezza superiore, che implica la sottomissione agli dèi, la rinuncia ai propri interessi immediati, la severità dei costumi.

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Lo stile Lo stile dell’Eneidedell’Eneide

L’esametro è regolare, ma anche flessibile, aperto alla narrazione continua, libero dai rigidi schemi di pause propri dei neoterici

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Lo stile epico prevedeva l’uso di arcaismi, di parole composte e di locuzioni rare. Virgilio lo fa con misura: gli arcaismi non superano il 2,55% del totale.

Sono invece mediamente presenti gli arcaismi poetici più consueti dell’epos latino: mortales (= uomini); caelestes (= gli dèi superi); genitor (= padre); satus (= figlio); aura (~ vento); draco (invece di serpens); ensis e mucro (invece di gladius).

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variazione del tessuto linguistico variazione del tessuto linguistico

Per indicare il mare, ad es., Virgilio ricorre a altum, pelagus, pontus, aequor, marmor, gurges, undae, freta, vada, oltre al colloquiale mare.Con intenti espressivi sono usate le forme composte (per esempio velivolus, horrisonus, laniger, saetiger) e le locuzioni epiche formulari, sia di derivazione omerica (sic fatur lacrimans) che enniana (come omnes arma requirunt; tollitur in caelum clamor; divum pater atque hominum rex): esse conferiscono un ritmo rallentatoritmo rallentato. . . . . . . .

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Alla semplicità dei costrutti, fondati di preferenza su rapporti

paratattici, corrisponde una straordinaria sperimentazione

lessicale

NOVITA’: collegamenti che Virgilio instaura fra parole neutre:es. tela exit= esce dai dardi, cioè li schiva; eripe fugam= strappa la fuga,

cioè fuggi…le parole subiscono una forzatura di

significato che dà loro rilievo nel contesto.

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La soggettivitàLa soggettivitàVirgilio carica i moduli consueti di una nuova sensibilità:

chiedendo al lettore maggior partecipazione emotiva

concedendo spazio al “punto di vista” dei personaggi e del narratore.

La funzione oggettivante è garantita dall’autoreche ricompone i singoli punti di vista in un progetto

unitario.

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Oggettività epica e soggettività tragicaOggettività epica e soggettività tragicaPoema nazionale romano(Enea eroe fondatore portatore di una missione provvidenziale)

Motivo encomiastico (origini divine della gens Iulia)

All’origine di Roma c’è l’unione di vari popoli (Troiani, Etruschi, Latini riconciliati, persino i Greci, tradizionali nemici dei Troiani, con gli Arcadi di Evandro)

Sentimenti dei personaggi e ragioni dei “vinti” (come Didone e Turno)

Dalle cui vicende si ricava il concetto

che la GUERRA nasce non dauna differenza, ma da un eccessivo amore fra simili

(Didone) o dal volere tragicodi potenze demoniache

(quella fra Troiani e Latini è una guerra fratricida)

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La fortunaLa fortuna

Nessun autore antico ha mai goduto di una Nessun autore antico ha mai goduto di una fama e di una diffusione così ampie e così fama e di una diffusione così ampie e così durature. durature.

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la sua opera diviene una sorta di Bibbia del sapere antico:

vedi i centoni virgiliani (opere integralmente composte con versi o

emistichi dei testi di Virgilio) e le sortes (passi del poeta estratti a caso per

interpretare il futuro).

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Al IV-V secolo appartengono i Al IV-V secolo appartengono i grandi commenti di Servio e grandi commenti di Servio e

Donato e le discussioni virgiliane Donato e le discussioni virgiliane dei Sadei Saturnalia turnalia di Macrobio.di Macrobio.

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Cristianizzato

La IV ecloga è interpretata come una profezia della nascita di Cristo.

Tertulliano aveva definito Virgilio «anima naturalmente cristiana»;

nel De continentia Vergiliana (fine secolo v), l’africano Fulgenzio legge l’Eneide come un’allegoria della vita umana.

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le sue opere continuano ad le sue opere continuano ad essere lette, studiate e imitate essere lette, studiate e imitate

per tutta l’età medievale. per tutta l’età medievale. Dante lo sceglie come guida agli inferi (sulla scorta del VI dell’Eneide ma anche per il carattere sapienziale e profetico assunto dalla sua figura) e lungo la scalata alla montagna del Purgatorio, chiamandolo «de li altri poeti onore e lume», «lo mio maestro e ‘1 mio autore», «colui da cu’io tolsi! lo bello stilo che m’ha fatto onore», «lo duca mio», «gloria de’ Latin», «dolcissimo patre»: segno di un magistero non solo letterario ma anche morale.

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teoria dei teoria dei generagenera dicendidicendi

risalente a Cicerone e Quintiliano, viene adattata verso il XII secolo alle opere di Virgilio, ognuna delle quali rappresenta uno stile (gravis, mediocris, humilis).

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Gli autori delle artes dictaminis, per favorire l’apprendimento

mnemonico, fissano questi concetti nella cosiddetta «Ruota di

Virgilio»

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La rota VergiliiLa rota Vergilii