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- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - - INDICE - A.L.I. Penna d’Autore © All rights VALLINI CARLO (Milano, 1885-1920) - Dopo aver conseguito la li- cenza liceale a Torino si dedica con passione allo studio delle letteratura ed instaura una profonda amicizia con il poeta Guido Gozzano. Nel 1907 pubblica due raccolte di poesie, «La rinunzia» e «Un giorno», e si distin- gue subito per la suggestiva grazia e per una buona finezza espressiva. Nel 1909 si laurea a Bologna e va a insegnante in diverse città d’Italia. La sua produzione letteraria intanto non cessa, anzi, si dedica con successo anche al teatro, per cui scrive «Radda - Dramma lirico in un atto» (1912). Nel 1920 viene pubblicata la sua traduzione in prosa del poema «La ballata del carcere di Reading» di Oscar Wilde. La raccolta completa delle sue poesie, «Un giorno e altre poesie», è stata curata nel 1967 da E. Sanguineti. VALLONE ALDO (Galatina [LE], 1916- 2002) - Preside, funzionario ministeriale e infine professore nelle università di Lecce, Bari e dal 1972 di Napoli, ha diretto la ri- vista «L’Alighieri» e ha collaborato a nu- merose riviste specializzate come «Studi danteschi», «Convivium», «Nuova Anto- logia». Si è imposto tra i maggiori studiosi di Dante che ha approfondito con un mi- nuzioso lavoro storico e filologico, sia in opere di stampo monografico («La prosa della “Vita nuova”», 1963; «La prosa del “Convivio”», 1967; «Lettura interna delle Rime di Dante», 1972), sia in testi di più ampia analisi critica, come la biografia «Dante» (1971) e la monumentale «Storia della critica dantesca dal XIV al XX secolo» (2 voll., 1980-1982). Ha inoltre affrontato altri settori della letteratura ita- liana, proponendo un continuo rapporto tra i fatti letterari e lo sviluppo della società, come appare nei saggi «Genesi e formazione letteraria dei “Sepolcri”», (1946), «La cortesia dai provenzali a Dante» (1950), «Dal “Caffè” al “Conciliatore”» (1953), «Aspetti della poesia italiana con- temporanea» (1960), «Civiltà meridionale» (1978), «Condizioni e condizionamenti nel romanzo italiano del Novecento» (1980), «Dal Ri- nascimento al Romanticismo. Tempi, tradizioni, inquietudini» (1983), «Illuministi e riformatori salentini» (1984), «Profili e problemi del dantismo otto-novecentesco» (1985). Alla ricerca storica e filologica in- torno alla figura di Dante ha dedicato «Cultura e memoria in Dante» VALERIANO PIERIO, pseudonimo del lettera- to italiano Giampietro Bolzani (Belluno 1477- Padova 1558) - Dopo la morte del padre andò a vivere a Venezia presso lo zio Urbano Dalle Fosse, che gestiva una scuola di lingua greca e collaborava con l’editore Aldo Manu- zio, e lo aiutò negli studi. Poi andò a Roma, fu as- sunto alla corte papale e ottenne la cattedra d’eloquenza al Collegio Romano. Ordinato in seguito presbitero ot- tenne una missio canonica a Belluno. Visse a Firenze, a Bologna, a Ferrara e infine a Padova. Fu maestro di Ippo- lito e Alessandro de’ Medici; compose poesie latine («Amo- rum libri quinque»; «Carpio»), si occupò di antiquaria e di filologia, scrisse il «Contarenus sive de litteratorum infelicitate», in cui attraverso vari esempi volle dimostrare che gli uomini di lettere sono tutti infelici. Intervenne nella questione della lingua con il «Dialogo sopra le lingue vol- gari», composto probabilmente nel 1524 ma pubblicato soltanto nel 1620. Ma la sua opera maggiore risulta «Hie- roglyphica, sive de sacris Aegyptiorum aliarumque gen- tium litteris commentariorum libri LVIII», composta da ben 60 libri ognuno dei quali si occupa della descrizione di un animale di una pianta o di una parte del corpo, e interpreta i geroglifici egiziani come esprimenti una lin- gua sapienziale. VALGIMIGLI MANARA (San Piero in Bagno [FO] 1876-Bergamo 1965) - Allievo di Giosuè Carducci all’Università di Bologna, divenne docente di letteratura greca nelle università di Messina, Pisa e Pa- dova. Spirito acuto e versatile, sen- sibile alla lezione crociana, si è oc- cupato, con originalità e misurato equilibrio, di temi svariati, passan- do dai lavori eruditi su Eschilo, Ari- stotele, Platone, Omero, Saffo (i suoi studi sono raccolti in «Poeti e filosofi di Grecia», 1950 e 1964), ai saggi pene- tranti su Carducci («Il nostro Carducci», 1935; «Carducci allegro», 1955), Pascoli, Panzini («Uomini e scrittori del mio tempo», 1953), alle divagazioni culturali in stile lim- pido e brillante («La mula di don Abbondio», 1954). Gli si devono anche molte magistrali traduzioni (da Platone e da Eschilo) ed edizioni critiche (i «Carmina» di G. Pa- scoli, 1951, e le «Opere» di V. Monti, 1963, in collabora- zione con C. Muscetta), che sono ancora in uso nel teatro e nei testi scolastici. Fu direttore della Biblioteca Classense di Ravenna dal 1948 al 1955. VALVASONE DA ERA- SMO (Valvasone [UD] 1523-Mantova 1593) - Tra- scorse quasi l’intera esisten- za nel suo feudo, e solo nel 1592 si trasferì a Mantova presso i Gonzaga. Tradusse la «Tebaide» di Stazio (1570) e la «Elettra» di Sofocle (1588), compose rime di va- rio argomento e iniziò un poema cavalleresco del qua- le pubblicò solo una prima parte («I primi quattro canti del Lancillotto»), scrisse a imitazione del Tansillo un poemetto su «Le lagrime di santa Maria Maddalena» (1586) e nel 1590 pubblicò l’«Angeleide» in tre canti di ottave sulla lotta tra gli angeli buoni e gli angeli ribelli, risentendo l’influsso del Tasso e offrendo forse qualche spunto al «Paradiso perduto» di Milton. L’opera sua più nota è il poema didascalico «La caccia» (1591), in cinque canti di ottave che tratta delle razze dei cani e dei cavalli e di ciò che occorre alla caccia, con episodi e digressioni che dovrebbero ravvivarne la materia. (1988), «La Divina Commedia. Antologia critica, rimario e indice onoma- stico generale» (1989) con Luigi Scorrano e «Strutture e modulazioni nella Divina Commedia» (1990). Ha anche pubblicato, nel 1986, «Leo- pardi. Dagli scritti puerili alla “Ginestra”» e successivamente «Momenti e temi di cultura napoletana» (1991), «Percorsi danteschi» (1991), «Capograssi prosatore» (1992), «Prosa. Tra dottrina e invenzione ed al- tri saggi» (1994), «Storia della letteratura meridionale» (1996).

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VALLINI CARLO (Milano, 1885-1920) - Dopo aver conseguito la li-cenza liceale a Torino si dedica con passione allo studio delle letteraturaed instaura una profonda amicizia con il poeta Guido Gozzano. Nel 1907pubblica due raccolte di poesie, «La rinunzia» e «Un giorno», e si distin-gue subito per la suggestiva grazia e per una buona finezza espressiva.Nel 1909 si laurea a Bologna e va a insegnante in diverse città d’Italia. Lasua produzione letteraria intanto non cessa, anzi, si dedica con successoanche al teatro, per cui scrive «Radda - Dramma lirico in un atto» (1912).Nel 1920 viene pubblicata la sua traduzione in prosa del poema «Laballata del carcere di Reading» di Oscar Wilde. La raccolta completa dellesue poesie, «Un giorno e altre poesie», è stata curata nel 1967 da E.Sanguineti.

VALLONE ALDO (Galatina [LE], 1916-2002) - Preside, funzionario ministeriale einfine professore nelle università di Lecce,Bari e dal 1972 di Napoli, ha diretto la ri-vista «L’Alighieri» e ha collaborato a nu-merose riviste specializzate come «Studidanteschi», «Convivium», «Nuova Anto-logia». Si è imposto tra i maggiori studiosidi Dante che ha approfondito con un mi-nuzioso lavoro storico e filologico, sia inopere di stampo monografico («La prosadella “Vita nuova”», 1963; «La prosa del

“Convivio”», 1967; «Lettura interna delle Rime di Dante», 1972), sia intesti di più ampia analisi critica, come la biografia «Dante» (1971) e lamonumentale «Storia della critica dantesca dal XIV al XX secolo» (2voll., 1980-1982). Ha inoltre affrontato altri settori della letteratura ita-liana, proponendo un continuo rapporto tra i fatti letterari e lo sviluppodella società, come appare nei saggi «Genesi e formazione letteraria dei“Sepolcri”», (1946), «La cortesia dai provenzali a Dante» (1950), «Dal“Caffè” al “Conciliatore”» (1953), «Aspetti della poesia italiana con-temporanea» (1960), «Civiltà meridionale» (1978), «Condizioni econdizionamenti nel romanzo italiano del Novecento» (1980), «Dal Ri-nascimento al Romanticismo. Tempi, tradizioni, inquietudini» (1983),«Illuministi e riformatori salentini» (1984), «Profili e problemi deldantismo otto-novecentesco» (1985). Alla ricerca storica e filologica in-torno alla figura di Dante ha dedicato «Cultura e memoria in Dante»

VALERIANO PIERIO,pseudonimo del lettera-to italiano GiampietroBolzani (Belluno 1477-Padova 1558) - Dopo lamorte del padre andò avivere a Venezia presso lozio Urbano Dalle Fosse,che gestiva una scuola dilingua greca e collaboravacon l’editore Aldo Manu-zio, e lo aiutò negli studi.Poi andò a Roma, fu as-

sunto alla corte papale e ottenne la cattedra d’eloquenzaal Collegio Romano. Ordinato in seguito presbitero ot-tenne una missio canonica a Belluno. Visse a Firenze, aBologna, a Ferrara e infine a Padova. Fu maestro di Ippo-lito e Alessandro de’ Medici; compose poesie latine («Amo-rum libri quinque»; «Carpio»), si occupò di antiquaria edi filologia, scrisse il «Contarenus sive de litteratoruminfelicitate», in cui attraverso vari esempi volle dimostrareche gli uomini di lettere sono tutti infelici. Intervenne nellaquestione della lingua con il «Dialogo sopra le lingue vol-gari», composto probabilmente nel 1524 ma pubblicatosoltanto nel 1620. Ma la sua opera maggiore risulta «Hie-roglyphica, sive de sacris Aegyptiorum aliarumque gen-tium litteris commentariorum libri LVIII», composta daben 60 libri ognuno dei quali si occupa della descrizionedi un animale di una pianta o di una parte del corpo, einterpreta i geroglifici egiziani come esprimenti una lin-gua sapienziale.

VALGIMIGLI MANARA (SanPiero in Bagno [FO] 1876-Bergamo1965) - Allievo di Giosuè Carducciall’Università di Bologna, divennedocente di letteratura greca nelleuniversità di Messina, Pisa e Pa-dova. Spirito acuto e versatile, sen-sibile alla lezione crociana, si è oc-cupato, con originalità e misuratoequilibrio, di temi svariati, passan-do dai lavori eruditi su Eschilo, Ari-

stotele, Platone, Omero, Saffo (i suoi studi sono raccoltiin «Poeti e filosofi di Grecia», 1950 e 1964), ai saggi pene-tranti su Carducci («Il nostro Carducci», 1935; «Carducciallegro», 1955), Pascoli, Panzini («Uomini e scrittori delmio tempo», 1953), alle divagazioni culturali in stile lim-pido e brillante («La mula di don Abbondio», 1954). Glisi devono anche molte magistrali traduzioni (da Platonee da Eschilo) ed edizioni critiche (i «Carmina» di G. Pa-scoli, 1951, e le «Opere» di V. Monti, 1963, in collabora-zione con C. Muscetta), che sono ancora in uso nel teatroe nei testi scolastici. Fu direttore della Biblioteca Classensedi Ravenna dal 1948 al 1955.

VALVASONE DA ERA-SMO (Valvasone [UD]1523-Mantova 1593) - Tra-scorse quasi l’intera esisten-za nel suo feudo, e solo nel1592 si trasferì a Mantovapresso i Gonzaga. Tradussela «Tebaide» di Stazio (1570)e la «Elettra» di Sofocle(1588), compose rime di va-rio argomento e iniziò unpoema cavalleresco del qua-

le pubblicò solo una prima parte («I primi quattro cantidel Lancillotto»), scrisse a imitazione del Tansillo unpoemetto su «Le lagrime di santa Maria Maddalena»(1586) e nel 1590 pubblicò l’«Angeleide» in tre canti diottave sulla lotta tra gli angeli buoni e gli angeli ribelli,risentendo l’influsso del Tasso e offrendo forse qualchespunto al «Paradiso perduto» di Milton. L’opera sua piùnota è il poema didascalico «La caccia» (1591), in cinquecanti di ottave che tratta delle razze dei cani e dei cavallie di ciò che occorre alla caccia, con episodi e digressioniche dovrebbero ravvivarne la materia.

(1988), «La Divina Commedia. Antologia critica, rimario e indice onoma-stico generale» (1989) con Luigi Scorrano e «Strutture e modulazioninella Divina Commedia» (1990). Ha anche pubblicato, nel 1986, «Leo-pardi. Dagli scritti puerili alla “Ginestra”» e successivamente «Momentie temi di cultura napoletana» (1991), «Percorsi danteschi» (1991),«Capograssi prosatore» (1992), «Prosa. Tra dottrina e invenzione ed al-tri saggi» (1994), «Storia della letteratura meridionale» (1996).