ENCICLOPEDIA DELL ARTE ANTICA · ENCICLOPEDIA DELL ARTE ANTICA CLASSICA Ε ORIENTALE ISTITVTO DELLA...

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ENCICLOPEDIA DELL ARTE ANTICA CLASSICA Ε ORIENTALE ISTITVTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI ROMA

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ENCICLOPEDIADELL ARTE ANTICA

CLASSICA Ε ORIENTALE

ISTITVTO DELLA

ENCICLOPEDIA ITALIANAFONDATA DA GIOVANNI TRECCANI

ROMA

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DEMETRIAS

française en 1982. Une cour remplie d'amphores à l'Est du Lac Sacré, ibid., CVII,1983, pp. 882-892; id., Les amphores, in DossAParis, 105, 1986, pp. 67-69.

Pitture liturgiche: U. Bezerra de Meneses, H. Sarian, Nouvelles peinturesliturgiques de Délos (BCH, Suppl. 1), Parigi 1973, pp. 77"i°9·

Bronzi: G. Siebert, Mobilier délien en bronze {BCH, Suppl. 1), Parigi I973>pp. 555-587; id., Sur deux appliques de lit dêliennes en bronze, in Bronzes hellénis-tiques et romains. Actes du V' Colloque international sur les bronzes antiques,Lausanne 1978, Losanna 1979, pp. 173-176; id·, Les ans du bronze, in DossA-Paris, 105, 1986, pp. 60-66.

Sigilli: M.-F. Boussac, Sceaux déliens, in RA, 1988, pp. 307-340.Necropoli: M.-Th. Couilloud-Le Dinahet, Travaux de l'Ecole française en

1975, in BCH, C, 1976, pp. 822-828; id., Travaux de l'Ecole française en Grèceen 1977. Catalogue des trouvailles, ibid., Cil, 1978, pp. 859-873; id., Nécropoledélienne et epitaphes: problèmes d'interprétation, ibid., CVIII, 1984, pp. 346-353)id., in DossAParis, 105, 1986, pp. 73-81.

Fattorie e coltivazioni: Ph. Bruneau, Deliaca. Topographie. Les jardins urbainsde Délos, in BCH, CIII, 1979, pp. 89-99; Ph. Bruneau, Ph. Fraisse, Un pressoirà vin à Délos, ibid., CV, 1981, pp. 127-153; M.-Th. Le Dinahet, Identificationdes domaines d'Apollon à Rhénée, in Les Cyclades. Table ronde, Dijon 1982,Parigi 1983, pp. 135-140; ead., Les domaines d'Apollon, in DossAParis, 105,1986, pp. 70-72, ead., L'exploration des domaines d'Apollon et le ravitaillementde Délos, in M. M. Mactoux (éd.), Méfonges Lévêque, IV, Besançon 1990, pp.116-140; M. Brunet, Contribution à l'histoire rurale de Délos aux époques classi-que et hellénistique, in BCH, CXIV, 1990, pp. 669-682.

Soggetti varî: AA.W., Études dêliennes (BCH, Suppl. 1), Parigi 1973 e di-versi articoli comparsi nel BCH tra cui le otto série di "Deliaca" di Ph. Bru-neau (v. BCH, CXIV, 1990, p. 553 ss. con riferimento aile série anteriori).

(PH. BRUNEAU)

D E M E T R I A S (v. vol. m , p. 66). - La città fufondata nel III sec. a.C. nella parte settentrionale del gol-fo di Volo nei pressi di Iolkôs e Amphànai; impiantatasu una penisola a forma di sperone, venne protetta me-diante fortificazioni realizzate in funzione délie caratteri-stiche del terreno. Le mura rafforzate da cortine e da tor-ri, e certamente costraite contemporaneamente alla fon-dazione délia città, racchiudono nel loro interno una va-sta superficie trapézoïdale. Sul colle più alto si trova l'im-ponente fortificazione dell'acropoli, fiancheggiata da unalarga strada, a protezione délia città dalla parte dell'entro-terra. A SO una cinta a se stante, erroneamente interpre-tata corne la fortificazione dell'antica Pagasai, costituivauna difesa latérale contro chi avesse voluto attaccare lacittà approfittando délia piccola pianura costiera più aS. AlPinterno del perimetro fortificato, l'acropoli costi-tuiva una cittadella autonoma, protetta da un muro co-struito sul versante che dominava la città.

Quest'ultima si sviluppava nel settore orientale délia pe-nisola. Le prospezioni di superficie hanno permesso diricostruire un reticolo ortogonale di strade e di isolati,aU'interno del quale si inseriscono le aree pubbliche, co-rne quella che viene definita Vagora sacra. Nelle sue vici-nanze è ubicato Yanàktoron, nel quale dobbiamo proba-bilmente riconoscere la residenza dei re macedoni: l'edifi-cio, di cui sono già stati effetruati lo scavo e la pubblica-zione, nella sua ultima fase risalente alla fine del III sec,consiste in una costnizione assai tipica, a pianta quadran-golare con torri angolari quadrate, ai lati délia quale sonoaccostati altri edifici e cortili, messi in luce dagli scavipiù recenti. Non siamo ancora in grado di stabilire conesattezza quale fosse la situazione di taie complesso: sipotrebbe forse supporre che esso fosse in rapporto conun'ipotetica «cittadella» che costituiva una parte intégrantedell'impianto urbanistico. D. aveva anche altri edifici mo-numentali: un teatro (III sec. a.C.) e un edificio non an-cora scavato (seconda meta del III sec. a.C), interpretatocome Yheroon del fondatore, Demetrio Poliorcète.

La città di D. si costituî per sinecismo, mediante l'agglo-merazione dei piccoli insediamenti preesistenti nel golfodi Volo: Iolkôs, Pagàsai, Amphànai, Glaphyrai, Koropè,e inoltre Melîboia, Kasthànaia, Boibè e Homôlion, chele furono assoggettate e costituirono con essa la confedera-zione dei Magneti di cui D. era insieme città e sede. Per-ciô i membri délia confederazione erano al tempo stessocittadini délie loro città di origine, ma anche di D., dicui ciascuna costituiva un démo, oltre che Magneti in quantomembri déil'èthnos riunito nella confederazione stessa.

Le istituzioni di D. sono ispirate ai modelli formulatidai teorici greci délia città, soprattutto Platone, per l'or-ganizzazione a incastro dei demi entro la città, per l'or-ganizzazione délie assemblée e dei collegi di magistrati:una boulé (il Consiglio), formata dai pritani, dagli strate-ghi, oltre che dai nomophylakes, i guardiani délie leggi,dai teichopoiôi, magistrati incaricati délia difesa e soprat-tutto délie mura, dagli astynômoi, guardiani dell'ordinepubblico. Conosciamo questa organizzazione interna gra-zie aile iscrizioni e soprattutto ai decreti di D., anchese la grande maggioranza dei documenti si concentraentro un periodo limitato a pochi decenni, tra il 140e il 110 a.C. Sono noti anche i culti principali delcentro: Artemide Iolkia, Zeus Akràios, al quale i Magne-ti tributavano un culto sul Pelio, Afrodite Nelèia, Deme-tra e Kore, Pluto, Hera, Pasikràta di cui è stato ritrova-to il santuario extraurbano a S délia città; come divinità

398. - DEMETRIAS. Stèle funeraria dipinta. Volo, Museo Archeologico(fot. aulore)

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straniere sono attestate Ci-bele, Iside e Serapide, eAtargatis. Si tributava ancheun culto al fondatore, aglieroi archegeti e creatori dél-ia città in générale. Nei de-mi alcuni importanti culticostituivano inia fonte di at-trazione, in particolare l'an-tichissimo oracolo di Apol-lo Koropàios.

La coesistenza di elemen-ti locali e di una larga aper-tura verso l'estemo si riflettenella storia politica di D.Fondazione di prestigio acarattere militare, con unacomponente marittima do-minante, D. rappresento peroltre un secolo uno dei pun-ti di riferimento per i re ma-cedoni nella Grecia centra-le e nel mare Egeo. Consi-derata una délie «tre catenedélia Grecia», essa consen-tiva ai Macedoni di domi-nare il complesso délie re-gioni délia Grecia storica ecostituiva una base di par-tenza per le flotte macedo-ni e un punto di arrivo dél-ie comunicazioni di tuttol'Oriente mediterraneo.Non a caso neU'importante série di stèle funerarie di D.,ritrovate nel 1908-1912, si annovera un considerevole nu-méro di epitafïî di stranieri (quasi il quaranta per cento)con origini estremamente diverse: cittadini di Sidone, Egi-ziani, Greci d'Asia Minore, Ciprioti e altri ancora, oltread alcuni personaggi provenienti dallOccidente, dall'E-piro, l'Illiria e la Sicilia. Dallo studio di quei documentiprivati si ricava ben poco délia storia di D., ma il lorointeresse sta altrove. Le stèle funerarie di D. infatti costi-tuiscono un materiale estremamente prezioso per la cono-scenza délia pittura greca. Dal punto di vista délie tecni-che pittoriche, esse attestano la grande difïusione déliapittura a tempera (e non a encausto), ma contemporanea-mente aprono illuminant! squarci sulla tecnica délia pit-tura di cavalletto. L'elevato numéro di pezzi che formanola série permette inoltre di studiare lo sviluppo stilisticodélie opère, cosî corne quello délia forma e del colorenel corso di due secoli, dagli inizî del III agli inizî delI sec. a.C. Vi si possono anche distinguere scuole, ο tradi-zioni di scuole, nell'evoluzione délie quali l'orientamentoattico, ben évidente all'origine, viene rapidamente inte-grato da elementi tessali (v. vol. v, p. 840 ss., s.v. Pagasai).

Gli anni 200-170 a.C. sono quelli meglio conosciuti nel-la storia di D., grazie agli storici délie guerre macedoni-che. La città passô sotto la dominazione macedone e quindisotto quella romana, arrendendosi anche agli Etoli e alre di Siria, Antioco ΠΙ, prima di rassegnarsi, corne le

DEMETRIAS

399. - DEMETRIAS. Pianta générale:8) Anàkioron. g) Terrazza

I) SecropolL 2) Acropoh. }) Fonezza. 4) Terni*, j) Herèem. 6) Ttatre.O. 10) Porto. 11) PiaoJe terme. 12) Gratta terme (M Dememus)

altre città délia Grecia, a vivere libéra sotto il controllodell'autorità romana. Agli inizî del I sec. le guerre mitri-datiche sono l'ultimo awenimento stonco chc coinvolgeD.; nel corso di talc campagna le stèle funerarie délienecropoli più vicine al bastione marittimo vennero utilu-zate per risistemare le fortificazioni. Π loro rapido inter-ramento come materiale da costnizione e di riempimento,ha fatto si che si conservassero pressochc intatte con leloro decorazioni e i loro colon. Nell'età impériale romanaD. sembra declinare progressivamente: nonostante alcunenuove costruzioni, tra cui una basilica, la dnà si restringee necropoli si installano aH'intcrno délia cinta murana.L'attività economica non appare più sostenuta dalla posi-zione politica e militare, né dalle coodizkni degli scambicommerciali. Sostituita a poco a poco dal centre politicoe religioso di Nea Anchialos a seguito délia riorganizza-zione dell'impero effetruata dagli imperatori cnstiani, D.cessa di esistere nel corso del Medioevo.

Bisi. : Rapport! prHimirari <S ιατο: D. R. Theocianv m Pr^ki, 1957,pp. 55-69; i i , m Erpm, 1957, pp. $1-36; Λ, m ΠιηιΒι, ï, <9$*> P- 3ss.; ΙΠ, i960, pp. 57^5; id., ia -4ΰώ, XVI, 19*0, Β' OraL, pp. Γ7»-Γ74,183; SVTI, 1961-61, B' daon^ pp. 171-174; ΧΜΠ, ΐ^^, Β Ί CknMU, p.139 ».; ΧΧΓΠ, 196S, Β î Chroo.. p. 363; XXI\", 1969, B'2 Q n a , p. au;XXV% 1971, Β Ί ChroeL, p. 191 e ^ H- W. Ociioe. ia ARiplmim, 18,1972, p. 16; id-, * ϋ , τ% 1973. Ρ- 3 a , » a j S . C BrttenTgo, Gonaa.A Ses Smrvty, m ADA, XZB. I97Ï7^ Β' Ο η κ , p. 550 n.

In générale: F. StacMfe, Dm U h à b k TliiiiSni, Stooank 1924, pp. 69-75; id.. Z*r Q i m Î p wmJBrUJnmfAr Jjnefajh» wm JfqpMiH w Î f l a wmus. in AM, LJV, 193% p. a » «M N. D. P>|ilMiiiv To ̂ W & M O enotropo

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DEMETRIO I

της Δημητριάδας, in Thessatika, Ι, 1958, ΡΡ· 16-26, 50-65; id., Μαγνήσια πολις,η "υπο το πηλιον", ibid., II, 1959, ΡΡ· 22-2i; P. MarzolfF, Demetrias. Elemen-te einer hellenistischen Hauplstadt, in Architectura, V, 1975, pp. 43"6o; I. Beyer,V. von Graeve, U. Sinn, Grabung am Anaktoron von Demetrias 1970, in Deme-trias I (BAMK, 12), Bonn 1976, p. 59 ss.; P. Marzolff, Zur Stadtanlage vonDemetrias. Untersuchung auf der Hôhe 33, ibid., p. 5 ss.; id., Spàtantike Archt-tekturdarstettungen, in Architectura, VIII, 1978, p. 1 ss.; id., Demetrias III. De-metrias und seine Halbinsel (BAMK, 19), Bonn 1980; J. Eiwanger, DemetriasIV. Keramik und Kleinfunde aus der Damokratia-Basilika, Bonn 1981; P. Mar-zolff, Demetrias 1980-82, in Bericht iiber die 33. Tagung fur Ausgrabungswissen-schaft und Bauforschung, Trier 1984, Karlsruhe 1986, pp. 25-28; id., Die Bau-ten auf der Hôhe 84 (Heroon-Hôhe), in Demetrias V (BAMK, 27), Bonn 1987,pp. 1-47; id., Eine verschwundene Monumentgruppe, ibid., pp. 49-61; id., Gra-bungen im Bereich der "Damokratia-Basilika", ibid., pp. 63-228; C. Habicht,Neue Inschriften aus Demetrias, ibid., pp. 269-306.

Stèle fiinerarie dipinte: C. Wolters, Die Anthemion-Ornamente der Grabste-len von Demetrias (diss.), Heidelberg 1969; V. von Graeve, Die bemalten Grab-stelen aus Demetrias, Friburgo 1976; id., Zum Zeugniswert der bemalten Grab-stelen von Demetrias fur die griechische Malerei, in La Thessalie. Actes de laTable-Ronde, Lyon 1975 (Collection de la Maison de l'Orient méditerranéen,6. s. archéol., 5), Parigi 1979, p. 111 ss.; C. Wolters, Recherches sur lesstèles funéraires hellénistiques de Thessalie, ibid., pp. 81-98; V. von Graeve,F. Preusser, Zur Technik der griechischen Malerei auf Marmor, in Jdl, XCVI,1981, pp. 120-156; F. Preusser, V. von Graeve, Ch. Wolters, Malerei aufgriechischen Grabsteinen. Technische und naturwissenschaftlicke Aspekte eines ar-châologisches Material, in Maltechnik, I, 1981, pp. n-34; V. von Graeve, Lestèle di Demetriade, in DArch, III s. spec, II, Roma 1984, p. 59 ss.; B.Helly, Stèles funéraires de Thessalie: chronologie des remparts et des nécropolesméridionales de Demetrias, in Actes du Colloque D. R. Théocharis, Volos 1987,A t e n e I 9 9 2 - (V. VON GRAEVE-B. HELLY)

D E M E T R I O I , POLIORCÈTE DI MACEDONIA (V.vol. III, p. 66). — La conoscenza del ritratto di D. Po-liorcète è oggi progredita, rispetto aile precedenti acquisi-zioni, grazie a recenti tentativi di attribuzione.

Caposaldo délia ricerca, oltre aile efïigi monetali, restal'erma-ritratto del Museo Nazionale di Napoli (v. vol. III,fig. 93). Importanti sviluppi ha avuto il riconoscimentodeirimmagine di D. in un bronzetto proveniente da Er-colano e conservato nel Museo Nazionale di Napoli. Taieattribuzione (Ch. Picard, 1944) non è stata consideratanella voce précédente, ma ormai sembra certo che si trattidell'unico riflesso d'insieme délia statua di D. creata daTeisikrates, il bronzista di scuola lisippea. Una testa inbronzo del Museo del Louvre a Parigi, è stata giustamen-te indicata corne un'ulteriore derivazione dallOriginale diTeisikrates. Nello stesso museo è stato identificato ancheun ritratto in marmo, caratterizzato dal diadema e da due

400. - DEMETRIO I DI MACEDONIA. Piede bronzeo pertinente a statua équestre,dall'agorà di Atene. Atene, Museo dell'Agorà {fou American School - Atene)

fori, che erano previsti per l'inserimento délie due cornadi toro, consuete nell'iconografia di D. e di altri sovraniellenistici.

Di récente è stata ribadita l'ipotesi che in alternativaaile corna taurine i ritratti di D. Poliorcète, insieme aquelli di altri dinasti, fossero caratterizzati dalle corna diPan. Entrambi gli attributi riflettono, comunque, l'assi-milazione con Dioniso.

Una concreta proposta d'identificazione dell'immaginedi D. Poliorcète, che pure non è stata compresa nellaprécédente voce, riguarda uno dei cavalieri scolpiti sulsarcofago di Sidone (J. Charbonneaux, 1952).

Non del tutto convincente sembra invece il tentativodi riconoscere neli'Atleta che s'incorona del Paul GettyMuséum di Malibu un ritratto giovanile di D. eseguitoda Lisippo. Quelle che sono sembrate convergenze fisio-nomiche (J. Frel, 1982 e 1987) sono, in realtà, analogiestilistiche epocali riscontrabili anche in altre sculture, vi-cine per ambiente e cronologia (P. Moreno, 1992).

Decisamente da respingere dal catalogo dei ritratti diD. Poliorcète sono una série di teste di atleti (Copena-ghen, Ny Carlsberg Glyptotek; Northampton, Smith Col-lège; Olimpia, Museo Archeologico; Farsalo) e le due er-me, una délie quali nel Museo Archeologico di Efeso el'altra nel Paul Getty Muséum di Malibu, i cui tratti fi-sionomici e la cui capigliatura non hanno pertinenza conl'immagine accreditata del Poliorcète.

Del tutto superata è da considerare anche l'identificazio-ne corne D. per il ritratto in marmo di un principe elleni-stico, a Delo, proposto di récente quale ritratto di Mitridate.

La scoperta dei frammenti di una statua di cavalièrein bronzo, nel corso délia campagna di scavi del 1971,ncll'agorà di Atene, ha aperto la strada aU'identificazionedell'iconografia équestre di D. Poliorcète: dei sei fram-menti recuperati, di taglia maggiore del vero, nessuno èpertinente alla testa del cavalière. L'ipotesi si basa sulladatazione dei frammenti, sicuramente riferibili agli annifinali del IV sec. a.C, e su considerazioni di caratterestorico (C. Houser, 1982).

La dedica di una statua équestre a D. Poliorcète nell'a-gorà di Atene si giustificherebbe in seguito alla liberazio-ne délia città dalla tirannide di Demetrio Falereo, awe-nuta nel 307 a.C. (Plut., Demetr., 8; Paus., 1, 25,6).

Non è da escludere che la visione parziale offerta daiframmenti dtWagorà possa essere completata grazie a unbronzetto di cavalière nel Museo Archeologico di Firen-ze, attualmente montato su un cavallo di fattura moder-na. La statuetta del cavalière, databile entro la meta delIII sec. a.C, consente infatti il riconoscimento del ritrat-to del Poliorcète.

BIBL.: Erma-ritratto del Museo Nazionale di Napoli: G. M. A. Richter,The Portraits of the Greeks. Abridged and Revised by R. R. R. Smith, Oxford1984, p. 228, fig. 193; M. R. Wojcik, La Villa dei Papiri ad Ercolano. Contnbu-to alla ricostruzione dell'ideologia délia nobilitas tardorepubblicana, Roma 1986,PP· 52-55> tav. ccc; R. R. R. Smith, Hellenistic Royal Portraits, Oxford 1988,pp. 64-65, 73, n i , 156, n. 4, taw. rv-v. - Bronzetto da Ercolano, MuseoNazionale di Napoli: Ch. Picard, Teisicratès de Sicyone et l'iconographie de Déme-trios Poliorcétès, in RA, XXII, 4, 1944, pp. 5-37; C. Rolley, Les bronzes grecs,Friburgo 1983, p. 241, n. 293; R. R. R. Smith, op. cit., pp. 100, I94> n · 10>tav. LXX, 5. - Teste ritratto in bronzo e in manno, Museo del Louvre: J.Frel, A. Pasquier, L'Ecole de Lysippe: à la recherche de Démétrios Poliorcète,in J. Chamay, J. L. Maier (éd.), Lysippe et son influence, Ginevra 1987, PP-81-88, figg. 33-40. - Analisi délie corna corne attributi nei ritratti ellemstia:

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