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EMERGENZE EMERGENZE PIANO DI GESTIONE PIANO DI GESTIONE Valutazione del rischio incendio ai sensi del DM 10/08/1998 Indicazioni di carattere generale sulle norme da seguire per la prevenzione e la gestione delle emergenze (LUGLIO 2008) RESIDENCE STATI UNITI D’AMERICA s.r.l. RESIDENCE STATI UNITI D’AMERICA s.r.l. sede legale ed operativa sede legale ed operativa Via Stati Uniti d’America, 10 33029 VILLA SANTINA (UD) 1

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EMERGENZEEMERGENZEPIANO DI GESTIONEPIANO DI GESTIONE

Valutazione del rischio incendio ai sensi del

DM 10/08/1998

Indicazioni di carattere generale

sulle norme da seguire per la prevenzione e la gestione

delle emergenze

(LUGLIO 2008)

RESIDENCE STATI UNITI D’AMERICA s.r.l. RESIDENCE STATI UNITI D’AMERICA s.r.l. sede legale ed operativasede legale ed operativa

Via Stati Uniti d’America, 10

33029 VILLA SANTINA (UD)

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INDICE1. Piano di Emergenza - Introduzione

• Note introduttive• Descrizione del fabbricato• Descrizione dell’attività

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2. Piano di emergenza - aspetti generali• Obiettivi del piano di emergenza• Organizzazione operativa del piano di emergenza• Identificazione delle possibili emergenze• Piano operativo• Identificazione delle zone di rischio • Misure preventive da adottare• Planimetria (aree di lavoro, presidi antincendio e di emergenza)

• Classificazione del livello di rischio• Planimetria (individuazione zone di rischio)

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3. Individuazione e modalità di intervento del personale• Personale addetto alla gestione dell’emergenza• Norme per tutto il personale• Norme per l’addetto alla chiamata della sicurezza (Come chiamare i Vigili del Fuoco)

• Norme per gli addetti all’emergenza (Norme di massima da seguire in caso di emergenza)

• Norme per il responsabile dell’emergenza• Procedure operative per l’emergenza• Termine dell’emergenza• Investigazione dell’incendio, Report, Responsabilità obblighi locali• Equipaggiamento squadra antincendio• Registro dei controlli

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4. Allegati - Indicazioni di carattere generale• Nozioni di primo soccorso (presidi chirurgici e farmaceutici)

• Informazioni di carattere generale (il fuoco, il combustibile, temperatura di infiammabilità, prodotti della combustione)

• Classificazione dei fuochi• Tabelle esemplificative delle sostanze estinguenti da impiegare nei vari tipi di

incendio• Mezzi di estinzione (estintori e loro modalità d’impiego)

• Prova pratica di evacuazione di emergenza

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5. Indicazioni di carattere generale sulle sostanze estinguenti• Acqua• Schiuma• Polveri chimiche• Anidride carbonica

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PIANO DI EMERGENZA

- INTRODUZIONE -

• Note introduttive

• Descrizione del fabbricato

• Descrizione dell’attività

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NOTE INTRODUTTIVE

Predisporre un piano di emergenza presuppone la conoscenza dello scenario incidentale che si vorrebbe

fronteggiare ponendo in salvo la vita delle persone presumibilmente coinvolte e limitando i danni

conseguenti.

Sarebbe pertanto necessario porre in attuazione tanti piani di emergenza per quanti sono gli incidenti

ipotizzabili in una determinata attività umana.

Questo è il motivo per cui non sono mai stati elettorati testi universali sui piani di emergenza che fossero in

grado di fornire tutte le soluzioni per l’infinità dei rischi connessi con l’attività umana.

Va però evidenziato che, fatta eccezione per determinate attività industriali e per quelle definite “a rischio di

incendio rilevante” come individuato dalle Direttive Comunitarie (e recepite in Italia con il D.P.R. 175/88), la

maggior parte delle attività umane presentano aspetti comuni prevalentemente costituiti dalla presenza di

numerose persone in uno stesso edificio e/o locale di lavoro.

Si cercherà pertanto di analizzare i parametri essenziali che possono costituire la base comune a tutti i piani

di emergenza il cui scopo principale, si rammenta, è quello di consentire un rapido allontanamento dal luogo

dell’incidente al fine di “tutelare l’incolumità delle persone”.

Lo “schema di attuazione” è stato realizzato proprio con lo scopo di fornire la traccia “comune e

fondamentale” a tutti i piani di emergenza riguardanti le attività dell’uomo in luoghi di lavoro.

Le procedure riportate dovrebbero pertanto costituire lo “zoccolo duro” o meglio l’ossatura portante del piano

di emergenza che, proprio per sua natura, deve essere studiato e realizzato “su misura” come un vestito,

essendo diverse le caratteristiche organizzative, funzionali e professionali delle attività umane che si

svolgono.

Da ultimo, è bene ricordare che un piano di emergenza va “testato” con almeno due esercitazioni annuali

che tengano vive nella mente di ogni fruitore della struttura l’attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro,

cercando di ottenere lo scopo di fornire l’accrescimento culturale che trasferisce nel bagaglio personale e

nella vita di tutti i giorni il concetto di “sicurezza globale”.

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DESCRIZIONE DEI FABBRICATI L'edificio ospitante il Residence si trova nel comune di Villa Santina, in prossimità dell'ingresso al paese

provenendo da Tolmezzo ed è raggiungibile attraverso diversi accessi: direttamente dalla statale 52 tra

Tolmezzo e Villa Santina presso la zona artigianale di quest'ultima, dal centro di Villa Santina, dall'abitato di

Invillino attraverso via dei Gelsi. Tale situazione logistica rende il residence facilmente raggiungibile anche in

condizioni di traffico limitato o emergenze territoriali diffuse.

L'edificio è costituito (su due piani più un interrato) da due ali parallele unite da una terza ala centrale che fa

da collegamento (vedi planimetrie).

Al piano terra nell'ala est nel troncone prospiciente la strada trovano collocazione la mensa con annessa

cucina, alcune sale di riunione ed assistenza, mentre nella rimanente parte dell’ala vi sono gli uffici di

direzione, segreteria e sala infermiere oltre ad alcuni appartamenti e camere per gli ospiti della residenza

assistenziale. Nella stessa ala troviamo al piano superiore gli altri appartamenti e camere degli utenti del

Centro Anziani.

L’ala Ovest, al piano terra e primo piano è dedicata ad appartamenti di persone autonome che possono

godere, su richiesta, dei servizi di mensa ed animazione del Centro Anziani e godono del servizio di

vigilanza ed assistenza notturna del Centro Anziani.

Il Centro Anziani dista circa 10 Km dalla caserma dei Vigili del Fuoco di Tolmezzo.

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ’

Il Centro Residenziale per Anziani, che risponde alle caratteristiche della Casa-Albergo è una

struttura rivolta all’ospitalità permanente o transitoria di anziani in condizioni di autosufficienza psico-fisica,

totale o parziale, e subordinatamente, anche di quelle persone maggiorenni che, per particolari motivi di

ordine psico-fisico, familiare, sociale od economico, non sono in grado di attendere ad un’autonoma

esistenza e non possono godere di assistenza a domicilio, con il seguente ordine di priorità:

a) persone residenti a Villa Santina e Comuni limitrofi;

b) persone residenti nei restanti Comuni della Carnia;

c) persone residenti in altro Comune del territorio regionale;

d) persone residenti in altro Comune del territorio nazionale.

Finalità specifiche del Centro sono quelle di provvedere al mantenimento delle persone ospitate

garantendo loro ogni necessaria assistenza per le individuali esigenze fisiche, psichiche, sociali e religiose;

di favorire, nel pieno rispetto della personalità e libertà individuali, le relazioni degli ospiti fra di loro; di

renderli partecipi della vita della collettività e di promuovere ed agevolare il loro reinserimento o

permanenza nel proprio contesto sociale familiare, permettendo a ciascuno di usufruire liberamente delle

proprie risorse.

Le attività vengono coordinate dal direttore del Residence Stati Uniti d'America s.r.l. ed attuate dal

personale della ditta che ha in appalto il servizio di assistenza.

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PIANO DI EMERGENZA

- ASPETTI GENERALI -

• Valutazione del Rischio Incendio

• Obiettivo del piano di emergenza

• Organizzazione operativa del piano di emergenza

• Identificazione delle possibili emergenze

• Piano operativo

• Planimetria (aree di lavoro, presidi antincendio e di emergenza)

• Planimetria (individuazione zone di rischio)

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OBIETTIVO DEL PIANO DI EMERGENZA

Il piano di emergenza deve rispondere alla essenziale esigenza della salvaguardia delle risorse umane

che possono essere coinvolte nell’evolvere di un rischio in atto non previsto e non prevedibile dallo

studio, anche attento, dei potenziali eventi indesiderati connessi con l’esercizio di una qualsiasi attività di

lavoro (produttivo o di servizio).

Un efficiente piano deve risultare definito in un elaborato di facile comprensione a tutti quanti operanti o

presenti quali fruitori all’interno di un ambiente di lavoro con prescrizioni di incarico alle persone

eventualmente abilitate a particolari incombenze, e con una chiara ed evidente indicazione della

procedura di esodo in “zona sicura”.

Nella stesura del piano delle emergenze è necessario considerare la possibile presenza di persone con

limitazioni permanenti o temporanee alle capacità fisiche, mentali, sensoriali o motorie.

Definizioni

Piano di emergenza - Si intende per tale un protocollo di intesa elaborato per tutti i lavoratori e

per tutti i presenti a qualsiasi titolo che permangano in uno stesso edificio o

complesso secondo cui, al sopraggiungere di un evento di rischio giudicato

superiore alla possibilità di sicuro contenimento, si interrompe qualsiasi

attività lavorativa ponendo, per quanto compatibile con la situazione in atto,

ogni elemento di impianto in condizioni di sicurezza, per disporre ad un

esodo rapido ed ordinato secondo direttrici prestabilite verso luoghi sicuri.

Compartimento - Ambiente di lavoro il cui spazio risulta delimitato da strutture di confine e/o

protezione che lo separano dall’influenza di altri ambienti o dall’esterno.

Luogo sicuro - Spazio scoperto ovvero compartimento antincendio - separato da altri

compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo - avente

caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di

persone.

Percorso protetto - Percorso costituito da siti di transito, compartimentati antincendio mediante

porte e strutture di resistenza al fuoco, capace di condurre i soggetti

interessati, dall’ambiente di lavoro al luogo sicuro.

Punto di raccolta - Luogo normalmente esterno all’area di lavoro, idoneo a ricevere ed ospitare

le persone evacuate in caso di emergenza in condizioni di assoluta

sicurezza.

Barriere architettoniche Per barriere architettoniche si intendono:

• Gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque

ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità

motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;

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• Gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura

utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;

• La mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono

l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per

chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i

sordi.

Persone disabili Persone di tutte le età che non sono in grado di svolgere in modo indipendente

e senza aiuto attività o compiti di base a causa delle condizioni di salute o

di limitazioni fisiche/mentali/psicologiche di natura temporanea o

permanente. In tale gruppo si comprende:

• Chi usa una sedia a rotelle;

• Persone che hanno difficoltà a camminare con o senza aiuto,

• Gli anziani;

• I giovani minori di cinque anni;

• Persone che soffrono di artrite, asma, problemi cardiorespiratori;

• Persone con limitazioni alla vista e/o all’udito;

• Persone che incontrano difficoltà cognitive;

• Donne in gravidanza;

• Persone che soffrono di perdita del linguaggio parziale o totale.

Ai fini della sicurezza in caso di incendio, inoltre, si devono considerare

disabili anche:

• Coloro che in caso di emergenza sono soggetti ad attacchi di panico;

• Persone che soffrono di situazioni di incapacitazione in conseguenza

dell’esposizione a sostanze tossiche e/o elevate temperature durante

un incendio.

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

La Valutazione del Rischio di Incendio costituisce la necessaria premessa alla corretta definizione del Piano

per la Gestione delle Emergenze. L’individuazione delle zone a rischio, la definizione delle misure e degli

interventi migliorativi da attuare allo scopo di limitare l’esposizione al rischio da parte delle persone presenti

costituiscono quindi una condizione irrinunciabile.

Essendo l'attività esercita tra quelle previste per le quali vige l'obbligo dell'acquisizione del Certificato di

Prevenzione Incendi, l'individuazione delle zone di rischio e gli approntamenti tecnici necessari sono già stati

analizzati in tale contesto. Al momento risultano ancora in corso le attività di completamento, manutenzione

e rifacimento degli impianti e strutture atte a completare quanto previsto dal progetto preliminare approvato

dai VVF. Tale progetto individua varie zone funzionali divise in diverse compartimentazioni:

1. Zone adibite ad “appartementi” autonomi

2. Zone adibite a locali, camere o appartamenti, per il Centro Anziani

3. Zone adibite a locali di soggiorno ed attività del Centro Anziani

4. Zone adibite a Cucina

5. Seminterrati adibiti a servizi (Lavanderia, locale per manutenzione, …)

6. Seminterrati ad uso ricreativo - palestra

7. Seminterrati ad uso del Comune di Villa Santina (Archivio, deposito, ….)

Nella prima zona vi è la presenza di persone autosufficienti residenti in “miniappartamenti” autonomi, su due

piani, gestiti autonomamente dagli occupanti e loro familiari. L’attività del centro si limita alla reperibilità

notturna ed alle attività di animazione e servizi svolte presso il centro.

Nella seconda zona vi è la presenza di camere o miniappartamenti ove sono domiciliati gli assistiti dal

centro; si tratta di persone anziane e/o invalide con sufficiente autonomia (SCORE fino a 210 anziano

autosufficiente metodo di valutazione BINA). Vi si trovano inoltre le sale comuni (soggiorni, cappella, sala

riunioni, …), gli uffici e la sala per le visite mediche. Vi possono essere presenti inoltre il personale di

assistenza, gli addetti alle pulizie, volontari ed animatori, visitatori esterni. In tale zona non vi è la presenza di

depositi di materiali combustibili né di gas.

Queste due prime zone sono costantemente presidiate da almeno un operatore addetto all’assistenza durante

tutte le 24 ore.

La terza zona è occupata dalla cucina e dalla sala mensa. In questi locali vi è la presenza del personale

addetto alla preparazione e distribuzione dei pasti durante le ore diurne e, in occasione dei pasti, anche degli

assistiti che usufruiscono del servizio mensa. In tali orari sono inoltre presenti gli addetti all’assistenza, addetti

alle pulizie ed occasionalmente gli addetti delle ditte fornitrici incaricati della consegna delle derrate e dei

prodotti d’uso. Questi locali normalmente non sono presidiati durante le ore notturne.

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Nei seminterrati adibiti a servizi il personale addetto alle pulizie è presente solamente nelle ore diurne ed è

limitato a pochi addetti (massimo 4).

La zona occupata dalla “palestra”/”teatro” viene utilizzata sia dagli utenti del Centro Anziani sia da persone

esterne per le attività di animazione previste dal Centro. Tale utilizzo risulta occasionale e viene gestito dalla

direzione del centro.

Nei seminterrati adibiti a magazzino comunale non vi è presenza del personale che presta servizio presso il

Centro Anziani. L’accesso semi indipendente e la compartimentazione prevista rendono di fatto le attività e

l’occupazione degli spazi completamente indipendente rispetto il Centro Anziani. Le uniche interferenze

possono esserci nelle attività di manutenzione dell’impianto idrico o elettrico.

In funzione dell’affollamento, della gestione delle presenze, dell’adozione dei presidi tecnici quali vie di fuga

sufficientemente larghe, impianti tecnici a regola, impianti d’allarme, compartimentazioni, ecc. e delle quantità

di materiali combustibili impiegati e/o depositati, della formazione, informazione e professionalità richiesta alle

ditte che hanno in appalto i servizi infermieristici e di assistenza nonché dell’organizzazione della squadra di

emergenza il rischio viene classificato a livello:

MEDIO

“Si intendono tali, in questo caso, luoghi di lavoro o parti di essi aperti al pubblico con elevato numero delle

persone presenti, della permanenza delle persone impedite nella loro mobilità nonché a causa degli

ambienti di lavoro che comportano difficoltà in caso di evacuazione e che però sono servite da sufficienti

risorse tecniche, organizzative e gestionali per far fronte alle emergenze”.

Si ricorda che il Centro Anziani è soggetto a rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi da parte dei VVF.

In attesa del completamento dei lavori e del rilascio del CPI, sono già stati effettuati i principali interventi di

adeguamento strutturale, acquisiti ed installati gli idonei presidi di prevenzione per quanto attiene agli spazi

utilizzati. Vi è inoltre un adeguato numero di operatori in grado di assistere gli utenti presenti grazie alla

programmazione del lavoro ed alla presenza di personale volontario in appoggio. Inoltre il direttore che

riveste il ruolo di coordinatore dell'emergenza è sempre facilmente rintracciabile e, in caso di emergenza,

viene sempre allertato.

E' possibile inoltre far affidamento alla squadra di protezione civile comunale per la gestione di

maxiemergenze.

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ORGANIZZAZIONE OPERATIVA DEL PIANO DI EMERGENZA

Definizioni

Parte generaleScopo: dare informazione ed indicazione sul comportamento del personale e

fornire le opportune informazioni tecniche da utilizzare quando si

verifica una emergenza.

Definizione di emergenza: ogni situazione anomala che presenti un pericolo potenziale in atto.

Segnalazione di emergenza: chiunque riscontri una qualsiasi situazione di emergenza deve darne

immediato avviso al personale interessato.

Responsabile della emergenzaResponsabile: è la persona appositamente designata o il responsabile più elevato in grado

presente (normalmente il direttore).

Avvisi: gli avvisi vanno indirizzati ai responsabili comunali e se del caso ai Vigili del Fuoco

mediante il numero 115, al Pronto Soccorso mediante il numero 118, ai carabinieri al

numero 112 ed alla polizia al numero 113.

Azione: il responsabile dispone la chiusura delle attrezzature di lavoro nelle condizioni di

sicurezza, avvisa il personale appositamente addetto di sospendere, se necessario,

le forniture energetiche alla zona dell’emergenza, si assicura del completo esodo

dalla zona interessata all’emergenza.

La particolare organizzazione del lavoro, la quale prevede le attività di gestione amministrativa ed il

coordinamento delle attività a carico del “Residence Stati uniti d'America” mentre le

attività operative assistenziali sono in carico alle aziende appaltatrici, rende

necessaria la partecipazione di queste ultime nella gestione delle emergenze. Viene

quindi individuato nel sig. Francesco Cojaniz la figura del responsabile e

coordinatore per le emergenze, mentre il ruolo di coordinatore e responsabile

operativo viene individuato nella coordinatrice in servizio dell'azienda appaltante per

i servizi di assistenza. Per quanto attiene alla gestione delle attività della cucina,

della lavanderia e della pulizia le responsabili delle ditte previste per tali appalti si

coordineranno con i responsabili sopra menzionati.

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IDENTIFICAZIONE DELLE POSSIBILI EMERGENZE

Definizione di emergenza:

L’emergenza è ogni circostanza critica che presenti pericoli in atto o potenziali.

L’emergenza può essere:

Locale:

situazione di pericolo a carattere locale, ma che può comportare condizioni di rischio tali da interessare nel

tempo successivo diverse parti o tutto l’edificio;

Estesa:

situazione di pericolo che già al suo verificarsi interessa parti o tutto l’edificio.

Inoltre le emergenze possono essere “Esterne ed Interne”.

Emergenze esterne:

Sono quelle che possono verificarsi all’esterno degli edifici e possono consistere in:

- Sviluppi di incendio nelle zone circostanti;

- Eventi calamitosi;

- Terremoto;

Emergenze interne:

Sono quelle che possono svilupparsi all’interno dell’edificio come:

- Incendio in aree di deposito / magazzino / archivio

- Incendio nella area quadri elettrici

- Incendio nell’area ospitante la centrale termica

- Incendio in area uffici

- Incendio sala consiliare

- Black out

- Crolli localizzati

- Infortuni con coinvolgimento di una o più persone

- Malori che richiedano l’intervento immediato del medico.

- Altri eventi gravi non prevedibili in grado di generare panico.

Cause dell’emergenza

Gli eventi avversi che danno origine ad un’emergenza possono derivare da cause di:

Natura umana : derivanti da comportamenti maldestri, imperizia ed incuria o negligenza o violazione di

divieti.

Natura tecnica : possono essere fatti risalire all’avaria di strumenti e d’impianti, a difetti di manutenzione e/o

fabbricazione, a sorgenti di innesco (fiamme libere, surriscaldamento, corto circuiti…) Tali eventi si

possono limitare con una corretta manutenzione ed evitando manomissioni.

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Natura esterna : quelle conseguenti ad eventi naturali. L’unica difesa è quella passiva (strutture

antisismiche…) e la capacità di reazione del personale addetto alla gestione dell’emergenza

Effetti dell’emergenza

L’instaurarsi di uno stato di emergenza normalmente comporta un aggravio dei rischi valutati e riscontrabili

durante le normali attività lavorative, sia per l’edificio e le strutture, sia per gli impianti che, naturalmente, per

le persone presenti.

Per quanto riguarda le persone presenti, sulla base delle emergenze sopra identificate si possono elencare i

seguenti rischi:

Elettrocuzione

Malore improvviso

Folgorazione

Caduta in piano o in altezza

Schiacciamento

Investimento

Urti con oggetti

Colpi, tagli, lacerazioni da oggetti

Lesioni

Ustioni

Inalazione fumi e vapori

La definizione del valore di rischio derivante dall’emergenza occorsa dipenderà dall’efficienza dei sistemi di

contenimento predisposti, dalla rapidità dell’intervento di contrasto e dalla preparazione del personale

addetto alla gestione dell’emergenza.

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PIANO OPERATIVO

Introduzione

Lo scopo della redazione di un piano di emergenza è quello di dare indicazioni sul comportamento del

personale dipendente, degli addetti alle emergenze, degli alunni e di tutte le persone presenti a diverso titolo

all’interno dell’edificio nonché di dare le opportune informazioni tecniche da utilizzare quando si verifica una

situazione di emergenza.

Pertanto saranno illustrati di seguito le procedure che si devono seguire, in caso di emergenza, in funzione

del ruolo rivestito da ognuno.

Per “emergenza” si intende ogni situazione anomala che presenti un pericolo potenziale o in atto.

Le cause possono insorgere all’esterno o dall’interno dell’edificio.

Per il dimensionamento del piano si fa riferimento allo scenario dell’incendio in quanto abbraccia,

oggettivamente, le maggiori difficoltà di gestione sia nei confronti dell’esodo, pesantemente turbato dalla

situazione interna derivante da fumi e calore, sia nei confronti della riduzione eventuale dell’evento

(intervento con attrezzature specialistiche come estintori ed idranti e specializzazione degli operatori).

All’interno del comparto di servizio viene costituita una squadra di emergenza composta da un numero di

persone adeguato alle caratteristiche dell’attività ed alla tipologia delle eventuali emergenze da affrontare.

La squadra è composta almeno al 50% da addetti antincendio qualificato con corsi di formazione e tutti gli

operatori debbono essere a conoscenza delle apparecchiature e distribuzione dell’energia all’interno del

comparto di lavoro.

Eventuale altro personale viene incaricato di specifiche mansioni a supporto della squadra di emergenza con

compiti, per lo più connessi, di disattivazione delle alimentazioni energetiche all’interno del comparto.

Infine va individuato un addetto alle chiamate di emergenza.

Il piano di emergenza prevede quindi l’istituzione delle seguenti figure:

• responsabile dell’emergenza e suo sostituto.

• squadra di emergenza.

• addetti alla disattivazione delle forniture energetiche.

• addetto alle chiamate di emergenza.

• addetto alle persone disabili

Onde evitare che l’incendio si propaghi assumendo dimensioni pericolose, è obbligatorio che, al sorgere di

un focolaio, si intervenga al più presto con i mezzi più adatti per l’estinzione.

In tutti i locali in cui esistono pericoli di incendio devono quindi essere presenti estintori idonei, collocati in

punti facilmente accessibili, indicati e noti ai lavoratori, devono inoltre essere mantenuti in buona efficienza e

controllati ogni 6 mesi da personale esperto. L’avvenuto controllo deve risultare da un talloncino applicato

all’estintore stesso che riporta la data dell’ultimo controllo.

L’attività in oggetto, prevede comunque la presenza di un estintore abilitato all’uso anche su apparecchiature

elettriche, da collocare prevalentemente negli uffici ed in prossimità dei quadri elettrici. Ricordiamo che ad

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incendio iniziato, lo sprigionarsi delle fiamme, oltre a produrre calore e fumo, libera parecchie sostanze e

composti gassosi tossici e nocivi: per salvarsi non basterà quindi proteggersi dal calore ma si dovrà

assolutamente preoccuparsi di non inalare fumi e gas di combustione.

È molto importante, a fronte di un incendio, mantenere la calma ed un comportamento razionale.

Accertata la natura e la gravità dell’incendio, nel caso sia di modesta entità, si deve dar luogo allo

spegnimento impiegando gli estintori a disposizione, iniziando dai focolai più vicini e procedendo verso i

principali, indirizzando il getto di estinguente alla base delle fiamme ed evitando rischi ricordandosi di tenere una via di fuga alle spalle.

Nelle operazioni di spegnimento, non si devono mai usare acqua e sostanze estinguenti conduttrici in

prossimità o su impianti e apparecchiature in tensione.

Spento il fuoco, ci si dovrà accertare che anche le braci siano completamente spente.

Il rientro nei locali potrà avvenire soltanto dopo che questi siano stati completamente liberati dal fumo e dai

gas di combustione.

Qualora si incendiassero gli abiti di una persona, e questa istintivamente cercasse scampo correndo,

alimentando oltremodo le fiamme, si dovrà provvedere a fermarla e a soffocare le fiamme ricoprendola con

coperte, indumenti bagnati o getti d’acqua; nel caso non ci fosse nulla di tutto ciò a disposizione è

consigliabile almeno farla rotolare per terra.

L’uso di estintori, in questo caso, è estremamente efficace, ma deve essere fatto da persona capace ed

attenta a non provocare ulteriori danni all’ustionato.

Nel caso di incendi di vaste proporzioni, si deve dare immediatamente l’allarme ed invitare le persone presenti ad evacuare i locali, raggiungendo il punto di raccolta collocato nel parcheggio esterno.Una volta raggiunto il luogo sicuro si deve segnalare la propria presenza e preoccuparsi di identificare le persone non ancora in salvo.

Da queste poche osservazioni si può comprendere l’importanza di alcune indicazioni significative e più

precisamente, la necessità che:

i mezzi di estinzione siano sempre facilmente raggiungibili attraverso percorsi che devono rimanere

sgomberi e liberi e siano sempre mantenuti efficienti

gli spazi e le vie di fuga siano sempre perfettamente percorribili, senza intralci di sorta;

ciascuno sappia dove deve andare e cosa fare;

siano date informazioni e istruzioni precise sul piano di evacuazione in caso di incendio o emergenza;

le vie di fuga siano indicate da una corretta e sufficiente segnaletica di sicurezza.

Un altra eventualità imprevedibile è quella afferente allo scenario del terremoto. In tale evenienza assumono

particolare importanza le procedure di evacuazione, considerato che non ci sono modalità di intervento

possibili a fronteggiare l’emergenza se non quella dell’attivazione del personale addetto che sarà chiamato a

guidare l’esodo ordinato delle persone presenti fino al punto di raccolta, curandosi di tutte le persone

presenti, a vario titolo all’interno del complesso. Le modalità di evacuazione ricalcano quelle evidenziate in

precedenza.

Alla luce delle recenti normative inerenti alla valutazione del rischio chimico (D.Lgs. 25/02) sono da

considerare come scenari di possibili emergenze anche quelli evidenziati da usi impropri di sostanze

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chimiche o da incidenti connessi al loro utilizzo, manipolazione, stoccaggio. La presenza di sostanze

chimiche infatti delinea delle situazioni di pericolo legate sostanzialmente alla loro proprietà fisico-chimiche

comportanti rischi di esposizione per il personale operante. La presenza di un incendio in aree interessate

dallo stoccaggio di prodotti chimici di varia natura può inoltre aggravare lo stato di emergenza a causa della

possibile formazione di vapori, fumi e gas tossici inalabili.

Particolare attenzione andrà tenuta durante lo sfollamento nei confronti delle “persone disabili” intendendo

con questo termine non solo persone diversamente abili o temporaneamente inabili ma anche chi in

occasione di pericolo si facesse prendere dal panico.

Ricordiamo che il fuoco si può spegnere facilmente sul suo nascere: ogni minuto che passa rende tutto più

difficile, dopo poco tempo tutto diventa impossibile. A questo proposito risulta di fondamentale importanza

che siano presenti degli addetti opportunamente formati che sappiano intervenire nel modo più corretto in

caso di emergenza.

Vista la posizione dello stabilimento sito presso la sponda fluviale ed accessibile attraverso un ponte sullo

stesso fiume è stata analizzata la possibilità di un’emergenza legata ad eventuali inondazioni. Tale

emergenza mai verificatasi fin’ora anche in presenza di eventi alluvionali nel territorio circostante, è da

ritenersi improbabile. Comunque, in caso si verificasse, verranno seguite le istruzioni impartite dagli organi

preposti, provvedendo, se necessario, all’evacuazione del sito.

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P L A N I M E T R I EP L A N I M E T R I E(aree di lavoro, presidi antincendio e di emergenza)

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INDIVIDUAZIONE E MODALITÀ DI INTERVENTO

DEL PERSONALE

ADDETTO ALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA

• Personale addetto alla gestione dell’emergenza

• Norme per tutto il personale

• Norme per l’addetto alla chiamata della sicurezza (come chiamare i Vigili del Fuoco)

• Norme per gli addetti alla emergenza ed alle persone disabili (norme da seguire in caso di

incendio, terremoto e sversamento di sostanze chimiche)

• Norme per il responsabile dell’emergenza

• Norme per gli addetti al primo soccorso

• Procedure operative per l’emergenza

• Termine dell’emergenza

• Investigazione dell’incendio, Report, Responsabilità obblighi locali

• Equipaggiamento squadra di emergenza

• Registro dei controlli

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PERSONALE ADDETTO ALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Responsabile dell’emergenza

Cognome e nome COJANIZ FRANCESCO

Residente (città, via, n. civico)VILLA SANTINA – VIA PIAVE, 38

MansioneDIRETTORE

Sostituto

Cognome e nome BEARZI ARIANNA

Residente (città, via, n. civico)TOLMEZZO

Recapito telefonico0433 43566

Squadra di emergenza

Addetti antincendio

Cognome e nome INFERMIERA O SSISTENTE DI TURNO

Residente (città, via, n. civico)C/O CENTRO ANZIANI

Recapito telefonicoInterno 11 o 16 da qualsiasi telefono interno oppure tramite i

pulsanti di chiamata

Addetti al pronto soccorso

Cognome e nome INFERMIERA O SSISTENTE DI TURNO

Residente (città, via, n. civico)C/O CENTRO ANZIANI

Recapito telefonicoInterno 11 o 16 da qualsiasi telefono interno oppure tramite i

pulsanti di chiamata

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Addetto alle persone disabili

Cognome e nome INFERMIERA O SSISTENTE DI TURNO

Residente (città, via, n. civico)

C/O CENTRO ANZIANI

Recapito telefonico

Interno 11 o 16 da qualsiasi telefono interno oppure tramite i pulsanti di chiamata

Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche

Cognome e nome BORIA PIETRO

Residente (città, via, n. civico)VILLA SANTINA

Recapito telefonico338 6060112

Addetto alla chiamata di emergenza

Cognome e nome INFERMIERA O SSISTENTE DI TURNO

Residente (città, via, n. civico)C/O CENTRO ANZIANI

Recapito telefonicoInterno 11 o 16 da qualsiasi telefono interno oppure tramite i

pulsanti di chiamata

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NORME PER TUTTE LE PERSONE PRESENTI

a) Segnalazione di pericolo

Chiunque individui un principio di incendio o rilevi qualche altro fatto anomalo (presenza di fumo, scoppi, crolli, spargimento di sostanze infiammabili, infortuni o malori ecc.) è

tenuto a segnalare immediatamente:

• la natura dell’emergenza;

• il luogo in cui si è verificato;

• l’eventuale presenza di infortunati.

Deve poi avvertire immediatamente le persone che, a suo giudizio, possono essere coinvolte dagli sviluppi dell’evento.

b) Intervento di emergenza

Il personale presente può tentare un intervento di emergenza, ma solo qualora ne sia in grado e possa farlo senza pregiudizio per la propria e altrui incolumità.In caso di focolai di incendio, in attesa dell’intervento degli addetti, può cercare di spegnere le fiamme con gli estintori presenti, seguendo comunque attentamente le norme per il loro utilizzo.IMPORTANTE: Non usare acqua per spegnere incendi che hanno interessato attrezzature elettriche (quadri elettrici, macchinari) sotto tensione, accertarsi preventivamente che sia stata tolta corrente.

c) Modalità di sfollamento di emergenza

Se viene impartito l’ordine di sfollamento di emergenza le persone presenti devono deve dirigersi verso le uscite di sicurezza, come indicato dai segnali di uscita.Durante lo sfollamento di emergenza bisogna:

• abbandonare il locale senza indugi, ordinatamente e con calma senza creare confusione e portarsi presso il punto di raccolta.

• non portare al seguito oggetti ingombranti o pesanti;

• non tornare indietro per nessun motivo;

• non ostruire gli accessi allo stabile;

• rimanere in prossimità del punto di raccolta entro trenta minuti dopo lo sfollamento d’emergenza per rispondere all’appello e ricevere istruzioni.

In presenza di fumo o fiamme è opportuno:

• se possibile bagnare un fazzoletto e legarlo sulla bocca e sul naso, in modo da proteggere per quanto possibile dal fumo le vie respiratorie;

• se disponibili, avvolgere indumenti di lana attorno alla testa in modo da proteggere i capelli dalle fiamme.

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NORME PER L’ADDETTO ALLA

CHIAMATA DI EMERGENZA

Tale addetto deve essere in possesso di tutte le possibili informazioni inerenti la natura dell’emergenza e le

caratteristiche degli ambienti. Compatibilmente con la situazione in essere, l’addetto deve attendere precise

indicazioni da parte del responsabile dell’emergenza o del suo delegato prima di effettuare la chiamata.

a) Segnalazione di pericolo

Nel caso in cui l’addetto alla chiamata della sicurezza riceva un segnale di pericolo, deve richiedere:

• il luogo dell’evento

• il tipo di evento (incendio, scoppio, infortunio, sversamento di sostanze chimiche ecc.)

• una valutazione se possibile della gravità dell’evento

b) Incendio o pericolo generico accertato

L’addetto alla chiamata della sicurezza deve:

• impedire l’accesso di altre persone all’edificio;

• preparare le condizioni per l’arrivo del soccorso pubblico;

• far richiedere l’appello, presso il punto di raccolta dopo lo sfollamento.

c) Chiamata del soccorso pubblico

In caso di pericolo accertato e su istruzioni del responsabile dell’emergenza o di un suo sostituto, l’addetto al

posto di chiamata provvede a far intervenire il soccorso pubblico (VVFF, vigili urbani, polizia, CRI e ENEL).

IN.T. TER. S.p.a. IN.T. TER. S.p.a. 27

COME CHIAMARE I VIGILI DEL FUOCO

Il numero telefonico dei vigili del fuoco si trova nelle primissime pagine delle guida telefonica. Potete

telefonare anche al 115, che risponde in tutta Italia alle chiamate di emergenza per i Vigili del Fuoco.

La richiesta di soccorso deve essere il più possibile chiara e completa. In un momento di panico, può

capitare di omettere informazioni di vitale importanza e ritardare così l’arrivo dei soccorsi.

Descrivete con poche parole quanto sta accadendo, fornendo i seguenti dati:

• Indirizzo esatto ed eventuali indicazioni per raggiungerlo;

• Numero di telefono dal quale state chiamando, per consentire un controllo della chiamata e la richiesta di

ulteriori notizie, se necessarie;

• Tipo di emergenza:

Incendio.

Esplosione.

Sversamento di prodotti chimici.

Crollo di strutture, materiali e/o attrezzature.

Infortunio, malore a persone.

Altro.

• Caratteristiche dell’incendio:

Dimensioni (limitate, estese).

Materiali interessati dall’incendio (solidi, liquidi, gas).

• Presenza di persone in pericolo.

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NORME PER GLI ADDETTI ALLA EMERGENZA

a) Durante la normale attività

Svolgere compiti di prevenzione interna, allo scopo di ridurre la probabilità che possa insorgere un incendio

e/o limitare le conseguenze, con particolare attenzione a:

• controllare la continua fruibilità delle vie e delle uscite di emergenza, verificando che tutti i passaggi

previsti come tali in caso di emergenza siano tenuti permanentemente sgombri da materiali e/o

attrezzature che possano ostacolare il normale deflusso delle persone;

• verificare che siano mantenuti in perfetta efficienza i sistemi, i dispositivi e le attrezzature espressamente

finalizzati alla sicurezza antincendio (presidi antincendio, segnaletica, ecc.).

b) Incendio o pericolo generico accertato

In caso di incendio o pericolo generico accertato, la squadra d’emergenza deve:

• avvisare persone che ritengano possano essere coinvolte da probabili sviluppi dell’evento e farle allontanare;

• intervenire, se ritengono sia possibile e non pericoloso, con i mezzi a disposizione (estintori, materiale di emergenza in dotazione).

IMPORTANTE: Non usare acqua per spegnere incendi che hanno interessato attrezzature elettriche (quadri elettrici, macchinari) sotto tensione, accertarsi preventivamente che sia stata tolta corrente.

c) Sfollamento di emergenza

In caso di sfollamento rapido dei locali la squadra di emergenza deve mettersi a disposizione del responsabile dell’emergenza o del suo sostituto.I compiti di detta squadra, previa verifica dell’operato dell’addetto alla disattivazione delle fonti di energia, devono tenersi pronti a:

• interrompere l’erogazione dell’energia elettrica;

• guidare l’esodo di emergenza verso il punto di raccolta delle persone presenti, evitando l’insorgere di situazioni di panico.

d) Intervento del soccorso pubblico

In caso di intervento del soccorso pubblico la squadra di pronto intervento è tenuta a fornire tutte le

informazioni necessarie ai servizi di pronto soccorso (ubicazione degli estintori, dell’interruttore generale

dell’energia elettrica, ecc.).

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NORME PER L’ADDETTO ALLO SFOLLAMENTO DEI DISABILI

In caso di emergenza il personale con questo incarico deve verificare che nei locali da evacuare non ci siano

delle persone con problemi di mobilità ridotta o che siano temporaneamente incapaci di seguire le indicazioni

impartite per allontanarsi dalla zona di pericolo.

Verificare che in ogni locale evacuato non ci sia più presenza di persone.

Se si verifica il caso in cui ci siano delle persone con dei problemi motori l’incaricato deve assisterle ed

aiutarle ad raggiungere il luogo sicuro più vicino.

Si ricorda che la disabilità è intesa non soltanto come limitazione motoria o sensoriale, ma in tale definizione

si raccolgono anche bambini, anziani e persone che in tale evenienza si facessero prendere dal panico. Ciò

considerato, è importante che tutto il personale presente sia comunque preparato ad affrontare situazioni a

volte difficilmente prevedibili a priori.

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IN CASO DI INCENDIO SEGUIRE, CON LA SUCCESSIONE PIÙ IDONEA, LE SEGUENTI NORME DI MASSIMA

• Dare immediatamente l’allarme convenzionale e fare allontanare eventuali persone presenti in luoghi

pericolosi; avviare le procedure di evacuazione, verificando che nessuno utilizzi l’ascensore

• Mettere fuori tensione le apparecchiature installate nella zona interessata dall’incendio e nelle sue

immediate vicinanze

• Fermare gli eventuali impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento interessati all’incendio.

• Allestire ed impiegare i mezzi antincendio mobili (estintori portatili, lance antincendio).

• Circoscrivere quanto possibile l’incendio, allontanando il materiale infiammabile che potrebbe venire

raggiunto dal fuoco.

• Richiedere in caso di incendio grave, l’intervento dei Vigili del Fuoco.

• Ad incendio domato, controllare attentamente che non esistano focolai occulti e non smobilitare finché

non sia raggiunta la certezza dell’impossibilità di ripresa dell’incendio.

• La ripresa del servizio dovrà venire attuata solo dopo avere verificato, per sezioni, l’efficienza della

struttura.

NUMERO VIGILI DEL FUOCO

115115

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IN CASO DI EVENTO SISMICO INTENSO SEGUIRE, CON LA SUCCESSIONE PIÙ IDONEA, LE SEGUENTI NORME DI

MASSIMA

• Ripararsi presso muri o strutture portanti avendo cura di allontanarsi da porte, finestre o vetrate e da

scaffalature o ripiani, nonché da parapetti.

• A evento terminato dare immediatamente l’allarme convenzionale ed allertare gli addetti per

l’evacuazione della struttura, verificando che nessuno utilizzi l’ascensore

• Mettere fuori tensione le apparecchiature e fermare gli eventuali impianti.

• Guidare e regolarizzare l’esodo dei presenti verso il punto di raccolta avendo cura di controllare che tutti

siano sfollati e con un occhio di riguardo per i disabili e per coloro che si facessero prendere dal panico

• Richiedere in caso di crolli localizzati o persone intrappolate, l’intervento dei Vigili del Fuoco o/e del

Pronto Soccorso se sussiste la presenza di feriti o infortunati.

• Ad evento sismico terminato richiedere l’intervento di sopralluogo dei tecnici o degli enti preposti per

valutare la presenza di eventuali danni, anomalie tali da pregiudicare la agibilità della struttura

• La ripresa del servizio dovrà venire attuata solo dopo avere verificato, per sezioni, l’efficienza e la

agibilità della struttura.

NUMERO VIGILI DEL FUOCO

115

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IN CASO DI VERSAMENTO DI SOSTANZE TOSSICHE O NOCIVE SEGUIRE, CON LA SUCCESSIONE PIÙ IDONEA, LE SEGUENTI

NORME DI MASSIMA

• Fare evacuare ordinatamente le persone presenti salvo il personale addetto all’emergenza seguendo le

vie di fuga segnalate.

• Verificare che all’interno del locale non siano rimaste bloccate persone

• Presidiare l’ingresso impedendo l’accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza.

• Verificare se vi sono cause accertabili di perdita dei liquidi (rubinetti aperti, contenitori forati)

SE SI E’ IN GRADO DI ELIMINARE LA CAUSA DI PERDITA

a) Eliminare la causa della perdita.

SE NON SI E’ IN GRADO DI ELIMINARE LA CAUSA DELLA PERDITA

a) Telefonare ai Vigili del fuoco.

b) Telefonare all’unità sanitaria locale.

d) Contenere ed assorbire la perdita utilizzando le tecniche, i materiali ed i dispositivi di protezione

individuale previsti nelle schede di sicurezza delle sostanze pericolose.

AL TERMINE DELLE OPERAZIONI DI CONTENIMENTO ED ASSORBIMENTO

a) Lasciare ventilare il locale fino a non percepire più l’odore del prodotto versato.

b) Verificare che i pavimenti siano puliti e non scivolosi.

c) Dichiarare la fine dell’emergenza.

d) Riprendere le normali attività.

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IN CASO DI INFORTUNIO O MALORE

• In caso di primo intervento

Verificare innanzitutto le condizioni dell’infortunato e la gravità dell’infortunio occorso.

• Infortunio di lieve entità

Nel caso di infortuni di lieve entità prestare le cure necessarie facendo ricorso ai presidi medico chirurgici

presenti nell’apposita cassetta di pronto soccorso.

Al termine dell’intervento di primo soccorso è comunque necessario far visitare l’infortunato a del

personale medico.

• Inalazione, contatto con prodotti chimici nocivi.

Seguire le indicazioni riportate sulle schede di sicurezza in merito all’intervento di primo soccorso. In

genere queste sono:

- sciacquare abbondantemente con acqua e sapone la parte contaminata ( non gli occhi con il

sapone)

- portare all ‘aria aperta la persona esposta ad inalazione, praticare ossigenoterapia in caso di difficoltà

respiratoria.

- togliere gli indumenti contaminati

- chiamare il medico

• Infortunio grave

In caso di infortunio grave avvertire immediatamente la segreteria al fine dell’intervento del personale

medico (ambulanza).

Intervenire sull’infortunato solo in caso di estrema necessità (si può spostare solo in caso di ulteriori

pericoli come crolli, incendi, ecc.).

Non somministrare in nessuno caso bevande.

Nel caso l’infortunato sia cosciente tranquillizzarlo.

NUMERO PRONTO SOCCORSO

118118

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IN CASO DI GUASTO ELETTRICO

COME INTERVENIRE :

a) SE LE LAMPADE DI EMERGENZA SI SONO REGOLARMENTE ACCESE

• Invitare le persone a rimanere nella posizione in cui si trovano. Verificare che nessuno si trovi

all’interno dell’ascensore.

• Attendere qualche minuto, poi se non torna la corrente ( si suppone sia buio) fare evacuare tutti

guidando l’esodo al punto di raccolta

b) SE LE LAMPADE DI EMERGENZA NON SI SONO ACCESE

• Invitare le persone a rimanere nella posizione in cui si trovano. Verificare che nessuno si trovi

all’interno dell’ascensore

• Attendere qualche minuto, poi se non torna la corrente ( si suppone sia buio) fare evacuare tutti

guidando l’esodo al punto di raccolta con l’ausilio di torce elettriche

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IN CASO DI ALLAGAMENTO

COME INTERVENIRE

• Interrompere immediatamente l’erogazione dell’acqua

• Aprire interruttore EE centralizzato e non effettuare altre operazioni comportanti impiego di attrezzi

alimentati elettricamente.

• Fare evacuare le persone presenti impedendo l’accesso allo stabile a chiunque non sia addetto

all’intervento di emergenza.

• Verificare se vi sono cause accertabili della perdita d’acqua ( rubinetti aperti, visibile rottura delle

tubazioni)

SE SI E’ IN GRADO DI ELIMINARE LA PERDITA

• Eliminare la causa della perdita

SE NON SI E’ IN GRADO DI ELIMINARE LA PERDITA

• Far contattare dalla segreteria i Vigili del Fuoco e l’Azienda municipalizzata.

AL TERMINE DELLA PERDITA D’ACQUA

• Drenare l’acqua dal pavimento

• Assorbire con segatura e stracci

• Verificare che il pavimento sia asciutto e non scivoloso

• Verificare che l’acqua non abbia raggiunto quadri, apparecchi e scatole di derivazione; se questo è

avvenuto non riattivare la corrente fino al compimento delle attività di controllo e manutenzione.

• Dichiarare la fine dell’emergenza e riprendere le attività.

NUMERO VIGILI DEL FUOCO

115115

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NORME PER IL RESPONSABILE DELL’EMERGENZA

In caso di incendio o pericolo generico accertato, è necessario che le azioni da seguire vengano coordinate

da un’unica persona, alla quale devono arrivare il maggior numero di informazioni possibili sull’evento e che

deve prendere le opportune decisioni operative.

a) Durante la normale attività

Svolgere compiti di prevenzione interna, allo scopo di ridurre la probabilità che possa insorgere un incendio

e/o limitare le conseguenze, con particolare attenzione a:

• controllare la continua fruibilità delle vie e delle uscite di emergenza, verificando che tutti i passaggi

previsti come tali in caso di emergenza siano tenuti permanentemente sgombri da materiali e/o

attrezzature che possano ostacolare il normale deflusso delle persone;

• far mantenere in perfetta efficienza i sistemi, i dispositivi e le attrezzature espressamente finalizzati alla

sicurezza antincendio (presidi antincendio, segnaletica, ecc.).

b) Incendio o pericolo generico accertato

Egli deve:

• incaricare l’addetto alle chiamate di emergenza di effettuare le telefonate esterne previste (vigili del fuoco,

vigili urbani, polizia, CRI, ENEL);

• far fermare eventuali attrezzature e/o impianti presenti;

• far interrompere l’erogazione dell’energia elettrica;

• coordinare l’eventuale intervento della squadra per la gestione delle emergenze;

• assicurarsi che tutti abbiano abbandonato l’edificio interessato e si sia portato presso il punto di raccolta

• assicurarsi che al personale degli uffici pubblici di emergenza intervenuti vengano date tutte le indicazioni

del caso;

• collaborare con il personale dei servizi pubblici intervenuti, al fine di fornire tutte le possibili indicazioni

necessarie al caso.

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PROCEDURE OPERATIVE PER L’EMERGENZA

Metodologia di allarmeAl verificarsi di una emergenza occorre attivare la procedura di allarme.

Il responsabile o il suo sostituto, si attiva e:

- si reca nell’area interessata all’emergenza

- interviene direttamente se giudica l’emergenza controllabile e fa rientrare l’allarme, altrimenti allerta la

squadra di pronto intervento (informandola sul tipo di emergenza da affrontare).

Falso allarmeIl Responsabile e la squadra di emergenza constatano la presenza di falso allarme e danno comunicazione

di cessata emergenza.

La squadra di pronto intervento controlla l’emergenzaIl Responsabile e al squadra di emergenza, recatasi nell’area interessata in caso di emergenza effettiva

devono:

1) Affronta l’emergenza con i mezzi a disposizione.

2) In caso di incendio il Responsabile deve giudicare se è il caso di dare l’ordine di evacuazione del

personale.

3) Neutralizzata l’emergenza il Responsabile proclama la cessazione dell’emergenza.

La squadra di pronto intervento non controlla l’emergenzaIl Responsabile e la squadra di emergenza si recano nell’area e devono:

1) Far evacuare il personale

2) Far intervenire i VV.F. e gli altri eventuali servizi pubblici (pronto soccorso, forza pubblica)

3) Vista l’impossibilità di controllare l’emergenza deve essere isolata la zona interessata

4) Il Responsabile dell’emergenza fa:

- sospende le attività in atto

- fa eseguire al proprio personale le operazioni e le manovre per soccorrere eventuali infortunati

- avverte le persone estranee presenti perché si portino fuori dallo stabilimento presso il punto di raccolta

- informa al suo arrivo i responsabili del soccorso pubblico (in particolare VV.F.) sulla natura dei prodotti

presenti, su eventuali pericoli di scoppi, ecc.

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TERMINE DELL’EMERGENZA

Informazione di fine emergenzaAl termine dell’emergenza il Responsabile dovrà provvedere ad annunciare la fine dell’emergenza, dovrà

pertanto avvertire:

- Tutti i servizi intervenuti.

- Le autorità esterne.

- I responsabili interni

Azioni dopo l’emergenzaAl termine dell’emergenza occorrerà effettuare un controllo del luogo accidentato e valutare:

- le quantità ed il tipo di danno prodotto;

- lo stato dell’ambiente danneggiato;

- se occorre chiudere parte o l’intero edificio fino alla sua rimessa in servizio;

- se occorre isolare tramite recinzione l’area circostante (installando anche l’opportuna segnaletica di

sicurezza);

- se occorre staccare tutti i servizi.

Tale ispezione sarà fatta dal Responsabile in collaborazione con i Servizi Tecnici e di manutenzione

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INVESTIGAZIONE DELL’INCENDIO, REPORT,

RESPONSABILITÀ OBBLIGHI LOCALI

Investigazione sull’incidenteL’investigazione dopo l’emergenza sarà condotta dall’ufficio di sicurezza e/o dalle Autorità competenti a

seconda del tipo di emergenza e alla presenza di infortunati

Sarà condotta una indagine chiamando in causa tutti gli interessati (operatori, responsabili, ecc.) per risalire

alla dinamica che ha prodotto l’emergenza.

Materiale fotografico e reportsL’indagine sarà condotta fotografando lo stato dopo emergenza, consultando la documentazione necessaria

(autorizzazioni, certificati di verifiche periodiche, cicli di lavoro, ecc.) ed fine dovrà essere steso un Reports

d’indagine, interno o delle autorità competenti.

Danni e sistemazione dei diritti, responsabilitàL’investigazione permetterà di individuare le cause che hanno prodotto l’emergenza e quindi di individuare le

responsabilità

Misure correttiveLe cause dell’emergenza consentiranno di stabilire se le procedure in atto erano corrette od occorre mettere

in atto una revisione dei processi.

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EQUIPAGGIAMENTO SQUADRA DI EMERGENZA

Oltre ai normali dispositivi antincendio ubicati all’interno ed all’esterno del fabbricato (estintori, idranti,

ecc.) è necessario che la squadra addetta alla lotta antincendio sia dotata del seguente equipaggiamento

(minimo) per l’espletamento delle sue funzioni:

• Mascherina.

• Guanti.

• Elmetto.

• Torcia elettrica (anche una per classe in caso di black out)

• Coperta ignifuga.

Tale equipaggiamento deve essere conservato in prossimità del punto di ritrovo degli addetti; esso inoltre

deve essere sempre mantenuto in buone condizioni di efficienza.

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REGISTRO DEI CONTROLLI

A cura del responsabile dell’attività deve essere predisposto un Registro dei controlli periodici da effettuare

ai fini della sicurezza antincendio, organizzato secondo i seguenti criteri:

A - In tale registro devono essere annotati tutti gli interventi ed i controlli finalizzati alla verifica della

consistenza e della efficacia di:

- impianti ed attrezzature di protezione antincendio;

- impianti elettrici ed illuminazione di sicurezza;

- dispositivi di sicurezza e controllo;

- impianti a rischio specifico.

B - Devono altresì essere annotati i controlli finalizzati a:

- mantenimento delle previste condizioni di sicurezza nella efficienza delle vie di uscita;

- mantenimento della regolare affissione della segnaletica di sicurezza;

- osservanza delle previste condizioni di sicurezza e di esercizio nelle aree a rischio specifico;

- osservanza della eventuale limitazione dei carichi d’incendio nei vari ambienti dell’attività;

- manutenzione attrezzature di lavoro;

- pulizia e ordine del posto di lavoro.

C - L’annotazione di ciascun controllo deve avvenire specificando: la data, il nominativo del personale che

ha effettuato il controllo e/o la manutenzione, l’esito degli interventi.

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VERIFICA E CONTROLLO(periodicità)

IMPIANTI ELETTRICIN. Impianto ed attrezzature elettriche Periodicità1a Quadri elettrici Semestrale2a Funzionalità interruttore differenziale Trimestrale3a Interruttore di sgancio di emergenza Trimestrale4a Illuminazione di sicurezza Trimestrale5a Segnaletica di sicurezza Trimestrale6a Verifica impianto di messa a terra 2 anni ( se C.P.I.)7a Verifica impianto contro le scariche atmosferiche - - - -

VIE DI ESODON. Fruibilità delle vie di esodo Periodicità1b Vie di fuga Mensile 2b Visibilità delle planimetrie di evacuazione Semestrale

ANTINCENDION. Mezzi Antincendio Periodicità1c Segnaletica di sicurezza Semestrale 2c Accessi all’insediamento e viabilità Mensile3c Estintori portatili Semestrale (da personale qualificato)4c Estintori portatili (manutenzione) 5 Anni5c Manichette Annuale6c Allarme antincendio Annuale

IMPIANTI E ZONE A RISCHION. Impianti e zone a rischio specifico Periodicità1d Depositi cartacei Mensile2d Locali vari e/o di lavoro Mensile3d Centrale termica 6 mesi4d Ascensori Annuale

PRESIDI SANITARIN. Presidi chirurgico sanitari Periodicità1e Presidi sanitari Mensile

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ALLEGATI

- Indicazioni di carattere generale -

• Nozioni di primo soccorso (presidi chirurgici e farmaceutici)

• Indicazione di carattere generale (il fuoco, il combustibile, il comburente, temperatura di infiammabilità,

prodotti della combustione).

• Classificazione dei fuochi.

• Tabelle esemplificative delle sostanze estinguenti da impiegare nei vari tipi di incendio.

• Mezzi di estinzione (estintori e loro modalità d‘impiego, rete fisa ed idranti antincendio)

• Prova pratica di evacuazione di emergenza

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NOZIONI DI PRIMO SOCCORSO

Cosa fare:- Agire con sollecitudine mantenendo la calma.

- Avvertire o far avvertire i soccorsi organizzati chiamando il più vicino Pronto Soccorso o il 113 (polizia)

oppure il 112 (carabinieri).

- Se l’infortunato è cosciente tranquillizzarlo.

Cosa non fare:- Muovere il ferito (si può spostare solo in caso di ulteriori pericoli come crolli, incendi, ecc.).

- Eseguire manovre inutili, errate o dannose.

- Impedire con fermezza alle altre persone di sollevare l’infortunato per trasportarlo con mezzi

inadeguati (auto...). Attendere l’arrivo dell’ambulanza.

- Dare da bere alcolici.

• Asfissia

L’asfissia è un arresto o una insufficienza della respirazione ed è provocata da innumerevoli fattori come

ad esempio:

- acqua, in caso di annegamento

- terra, in caso di frana

- edema della glottide, in caso di puntura di insetti

- lingua capovolta, in caso di persona incosciente

- traumi cranici, per lesioni alla testa

- traumi toracici, frattura di costole, ecc.

- veleni, sostanze casualmente ingerite

- folgorazione.

Nell’asfissia è importante vedere il colore della pelle che risulterà:

- Bianco livido, dovuto ad arresto cardiaco

- Rosso dovuto ad intossicazione

- Violaceo dovuto ad ostruzione delle vie aeree superiori

Primo soccorso

- Adagiare il soggetto sulla schiena mettendo un indumento avvolto sotto la nuca in modo che la testa

sia poggiata all’indietro.

- Pulire la bocca e la laringe con un dito asportando la terra nel caso che l’infortunato sia stato sepolto

da una frana.

- Slacciare gli indumenti che possono rendere difficile la respirazione (camicie, busti, cinture, ecc.).

- Attuare la respirazione artificiale.

- Nel caso di folgorazione, la prima cosa da fare è di staccare l’interruttore generale. Se l’interruttore

risulta lontano dal luogo staccare la vittima dalla corrente facendo uso di mezzi sicuri come ad

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esempio, legno asciutto, stracci avvolti sulle mani, ecc., avendo cura di isolarsi da terra con un oggetto

asciutto come un asse di legno, tappeto, carta, ecc. nel caso che la bocca si chiusa dare un colpo con

le dita serrate nelle vicinanze del ramo della mandibola, in quanto con i mezzi normali difficilmente si

aprirà. Se anche, in questo modo non si riesce ad aprire la bocca procedere con la respirazione

bocca-naso.

• Respirazione artificiale bocca-bocca , arresto del respiro

1) Adagiare l’infortunato sul dorso stando in ginocchio al suo fianco;

2) Inclinare all’indietro, quanto più è possibile, la testa dell’infortunato e mantenere questa posizione

mettendo sotto la nuca un indumento arrotolato;

3) Aprirgli la bocca con la mano. Fare una profonda inspirazione e tenendo chiuse con le dita le narici,

soffiargli l’aria nella bocca finchè il suo torace non si sollevi.

N.B. Se la bocca è ostruita da terra, liberarla con le dita. Se la bocca risulta chiusa soffiare l’aria nel

naso. Per questioni igieniche interporre tra la bocca dell’infortunato e la vostra una garza,

fazzoletto, ecc. a maglia larga in modo che passi l’aria.

4) Allontanare la bocca dalla bocca o dal naso dell’infortunato, in modo che l’aria insufflata possa uscire.

Ripetere l’operazione 15 volte al minuto avendo cura di effettuare le prime dieci insufflazioni di aria

molto rapidamente.

Non interrompere la respirazione artificiale se non quando l’infortunato abbia incominciato a respirare o in

ogni caso sino all’arrivo dei soccorsi.

Rianimazione cuore-polmoni , Massaggio cardiaco-respirazione artificiale1) Porre l’infortunato supino su un piano rigido (piano stradale, pavimento, ecc.);

2) Porre il palmo di una mano sotto il punto centrale del torace, sulla parte inferiore dello sterno;

appoggiarvi sopra l’altra mano ed esercitare una pressione verticale sul torace, usufruendo del peso

del corpo;

3) La rianimazione cuore-polmoni (respirazione da bocca a bocca o bocca-naso e massaggio cardiaco)

va quindi eseguita nel modo seguente:

- Nel caso di un unico soccorritore: due insufflazioni di aria nella bocca (o naso) saranno seguite da

12-15 compressioni del cuore;

- Se i soccorritori sono due: a un’insufflazione di aria, eseguita da un soccorritore, l’altro farà seguire

5 compressioni cardiache;

4) Le manovre di rianimazione non devono mai essere interrotte (neppure durante il trasporto) e

dovranno essere continuate sino a quando non siano ben evidenti i segni di una ripresa dell’attività

circolatoria (ricomparsa delle pulsazioni e respiro).

N.B. Per poter praticare in maniera corretta la respirazione artificiale ed il massaggio cardiaco è

necessario che le relative tecniche vengano apprese con esercitazioni su manichini.

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Sindrome da schiacciamentoTale inconveniente insorge quando un infortunato resta immobilizzato per qualche ora sotto le macerie.

Una volta liberato presenterà un shoch molto grave. Per evitare la sindrome è importante porre, prima di

togliere le macerie un laccio emostatico sulla parte superiore dell’atro compresso, questo per evitare la

messa in circolazione della Mioglobina e per prevenire una emorragia.

Emorragie venoseDalla ferita il sangue, di colore scuro, esce lentamente ed in modo continuo.

Porre sulla lesione una garza sterile e applicare sopra detta garza un abbondante tampone di cotone e

poi fasciare.

L’arto dell’infortunato deve essere sistemato più in alto rispetto al resto del corpo in modo da diminuire

l’afflusso di sangue.

Il laccio emostatico non è sempre necessario ma in questo caso deve essere messo a valle della ferita.

La ferita deve rimanere tra il laccio e il cuore perchè il sangue venoso va dalla periferia verso il cuore.

Emorragie arterioseIl sangue è di colore rosso vivo, fuoriesce a fiotti, e intervalli regolari, in sincronia con i battiti del cuore. Il

laccio deve essere applicato solo esclusivamente sopra la ferita e su arti dove esiste un solo osso

(braccio e femore). Il laccio emostatico blocca completamente la circolazione sangiunea dell’arto a valle

del laccio, pertanto ogni 30 minuti deve essere allentato ma mai rimosso. Annotare l’ora e i minuti di

applicazione del laccio e trascriverli su un foglietto che dovrà accompagnare l’infortunato in ospedale.

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PRESIDI CHIRURGICI E FARMACEUTICI

Sulla base di quanto indicato all’allegato I del D.M. 15 /07/2003 n° 388, riguardante le disposizioni sul pronto

soccorso aziendale, in attuazione dell’articolo 15 del decreto legislativo 19/09/1994 n° 626 e successive

modificazioni, si riporta l’elenco del contenuto minimo dei presidi sanitari aziendali.

Contenuto minimo del pacchetto di medicazione

1) Guanti sterili monouso; (2 paia)2) 1 flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml;3) 1 flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9 %) da 250 ml4) 3 compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole;5) 1 compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole;6) 1 pinzette sterili monouso;7) 1 confezione di cerotti pronti all’uso (di varie misure) ed una confezione cotone idrofilo8) 1 rotolo benda orlata alta cm 10;9) 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5;

10) 1 paio di forbici;11) 1 laccio emostatico;12) 1 confezione di ghiaccio “pronto uso”;13) 1 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;14) istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del

medico.Contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso

1) Guanti sterili monouso (5 paia) ;2) 1 visiera paraschizzi;3) 1 flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da un litro4) 3 flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro 0,9% da 500 ml)5) 10 compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole;6) 2 compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole;7) 2 pinzette sterili monouso;8) 1 confezione rete elastica misura media;9) 1 confezione di cotone idrofilo;

10) 2 confezione di cerotti pronti all’uso (di varie misure);11) 2 rotoli di benda orlata alta cm 10;12) 2 rotolo di cerotto alto cm 2,5;13) 1 paio di forbici;14) 3 lacci emostatici;15) 2 confezioni di ghiaccio “pronto uso”;16) 1 coperta isotermica monouso;17) 2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;18) 1 termometro; apparecchio per la misurazione delle pressione arteriosa.19) istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del

medico.

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ISTRUZIONI PER L’USO DEI MATERIALI CONTENUTI NEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE :

1) Lavarsi bene le mani con acqua e sapone prima di toccare qualunque ferita o il materiale di medicazione; in caso di mancanza d’acqua, pulirsi le mani con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di disinfettante

2) Lavare la ferita con acqua pura e sapone, servendosi della garza per allontanare il terriccio, la polvere, le schegge, ecc.; in mancanza d’acqua, lavare la pelle intorno alla ferita con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di disinfettante

3) Lasciare uscire dalla ferita alcune gocce di sangue ed asciugare con garza.

4) Applicare sulla ferita un poco di disinfettante; coprire con garza; appoggiare sopra la garza uno strato di cotone idrofilo; fasciare con una benda di garza, da fissare alla fine con una spilla o con un pezzetto di cerotto. Se si tratta di piccola ferita, in luogo della fasciatura, fissare la medicazione mediante striscioline di cerotto.

5) Se dalla ferita esce molto sangue comprimerla con garza o cotone idrofilo, in attesa che l’infortunato riceva le cure del medico. Se la perdita di sangue non si arresta e la ferita si trova in un arto, legare l’arto, secondo i casi, a monte o valle della ferita o in ambedue le sedi, mediante una fascia di garza, una cinghia, una striscia di tela, ecc. sino a conseguire l’arresto dell’emorragia.

6) Nel caso di ferita agli occhi, lavare la lesione soltanto con acqua, coprirla con garza sterile e cotone idrofilo e fissare la medicazione con una benda ovvero con striscioline di cerotto.

7) In caso di punture di insetti o morsi di animali ritenuti velenosi spremere la ferita e applicarvi sopra un po’ d’ammoniaca salvo che non si tratti di lesioni interessanti gli occhi. Se la persona è stata morsa da un rettile o se versa in stato di malessere, richiedere subito l’intervento del medico.

8) In caso di scottature, applicare con delicatezza sulle ustioni un po’ del preparato anti-ustioni, coprire con garza e fasciare non strettamente.

nota :

- I presidi chirurgici e farmaceutici devono essere costantemente in condizioni di efficienza.

- Il materiale di medicazione deve sempre essere adoperato in modo da toccarlo il meno possibile con le dita.

- Servirsi delle pinze per prendere ed usare la garza nel lavaggio e nella disinfezione delle ferite.

- Servirsi delle forbici per tagliare bende. garza, cerotto, ecc.. - Prima dell’uso disinfettare i suddetti strumenti mediante l’ebollizione o, almeno, in

caso di urgenza, ripassandoli accuratamente con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di disinfettante.

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INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

• Il fuoco

Il fuoco è la manifestazione visibile di una reazione chimica (combustione) che avviene tra due sostanze

diverse (combustibile) e comburente con emissione di energia sensibile (calore e luce).

Le conseguenze di una combustione sono la trasformazione delle sostanze reagenti in altre (prodotti di

combustione) nonché l’emissione di un sensibile quantitativo di energia sotto forma di calore ad elevata

temperatura.

• Il combustibile

Il combustibile è la sostanza in grado di bruciare. In condizioni normali di ambiente esso può essere allo

stato solido (carbone, legno, carta, ecc.), liquido (alcool, benzina, gasolio, ecc.) o gassoso (metano,

idrogeno, propano, ecc.).

Perché la reazione chimica abbia luogo, di norma il combustibile deve trovarsi allo stato gassoso. Fanno

eccezione il carbonio (sotto forma di carbone) e pochi altri elementi metallici come il magnesio.

Il legno, per esempio distilla per effetto del calore della sua fiamma stessa, tutti i suoi prodotti volatili

lasciando da ultimi il carbone che arde come brace senza fiamma trattandosi di combustione diretta di un

solido.

• Il comburente

Il comburente è la sostanza che permette al combustibile di bruciare. Generalmente si tratta dell’ossigeno

contenuto nell’aria allo stato di gas.

• Temperatura di infiammabilità

La temperatura di infiammabilità è, per tutti i combustibili che partecipano alla reazione come emettitori di

gas, la minima temperatura alla quale il combustibile emette vapori in quantità tale da formare con il

comburente una miscela incendiabile.

Per altri tipi di combustibile che reagiscono direttamente allo stato solido (carbone, metalli, ecc.).

Tale temperatura si individua al corrispondente livello in cui la superficie del combustibile è in grado di

interagire con l’ossigeno dell’aria.

• Il campo e i limiti dell’infiammabilità

Perchè una miscela combustibili-comburente allo stato gassoso risulti infiammabile, il combustibile deve

essere presente in determinate proporzioni. Precisamente esiste per ogni sostanza combustibile un campo

di valori, espresso in volume percentuale (volumi di vapori combustibili x 100 parti di volume della miscela),

per i quali risulta infiammabile. Questo campo è definito “campo di infiammabilità” ed i suoi limiti sono definiti

“limiti d’infiammabilità” (inferiore e superiore). Al di sotto o al di sopra di questi limiti la miscela risulta troppo

povera rispettivamente di valori combustibili o di comburente, per cui la combustione non può avvenire.

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• La temperatura di accensione

La temperatura di accensione è la minima temperatura alla quale la miscela infiammabile inizia a bruciare

spontaneamente e prosegue nella combustione senza apporto di calore esterno.

• L’innesco

L’innesco è l’elemento che, a contatto con la miscela infiammabile, avvia la reazione di combustione. Esso

può essere costituito da qualsiasi sorgente di calore o da processi catalitici (fiamme, scintille, materiali caldi)

che abbia i seguenti requisiti. 1) temperatura superiore a quella di accensione della miscela; 2) apporto di

energia calorifica; 3) durata del tempo di contatto.

I due ultimi punti sono commisurati alle caratteristiche del combustibile.

• Temperatura teorica di combustione

La temperatura teorica di combustione è il più elevato valore di temperatura che la fiamma generata dalla

combustione di una determinata sostanza può raggiungere. Esso è in funzione della temperatura iniziale del

combustibile o del comburente, del potere calorifico del combustibile e della pressione.

• Prodotti della combustione

La combustione dà come risultato il fuoco (che fornisce grandi quantità di energia sotto forma di calore ad

elevata temperatura con emissione di luce) ed una serie di prodotti secondari che, nella combustione dei più

comuni materiali infiammabili, risultano essere:

• ANIDRIDE CARBONICA (CO2) - Per combustione completa (abbondanza di ossigeno alla combustione)

• OSSIDO DI CARBONIO (CO) - Per effetto di combustione incompleta (carenza di ossigeno)

• VAPORE ACQUEO (H2O)

• ANIDRIDE SOLFOROSA E SOLFORICA (SO2 ed SO3) - In presenza di combustibili contenenti zolfo.

• CENERI - Costituite da prodotti vari mescolati in genere con materiali incombustibili; una parte si

disperde nell’aria sotto forma di aerosol con effetti a volte visibili e configuranti come fumo.

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CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI

La norma europea EN2 ha suddiviso e classificato i fuochi in base ai materiali combustibili che li generano.

Tale classificazione consente di scegliere le sostanze estinguenti idonee nei diversi casi.

FUOCHI DA MATERIALI SOLIDI, generalmente di natura organica, la cui combustione

avviene normalmente con formazione di braci A(ES. CARTA, TESSUTI, LEGNO, PELLI, GOMMA, ECC.)

B FUOCHI DA LIQUIDI O DA SOLIDI LIQUEFATTIBILI

(es.: alcoli, vernici, solventi, oli minerali, benzine, petroli, ecc.)

C FUOCHI DA GAS

(es.: metano, propano, idrogeno, etilene, acetilene, ecc.)

FUOCHI DA METALLI, incendi di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in

presenza di aria, reattive in presenza di acqua o schiuma D(es.: nitrati, clorurati, sodio, potassio, magnesio, perossidi, ecc.)

FUOCHI DI NATURA ELETTRICA, la classificazione dei fuochi di natura elettrica non è

prevista dalle norme EN2.E

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Sostanze estinguenti Azione estinguente Classe di impiego

Raffreddamento Soffocamento Inibizione chimica A B C D EAcqua ** * Si No (2) No No NoSchiuma * ** Si (1) Si No No NoAnidride carbonica * * Si (1) Si Si No SiPolveri chimiche * * ** Si (1) Si Si Si Si(1) con limitazioni d’uso - (2) possibile l’uso di acqua nebulizzata

TABELLA ESEMPLIFICATIVA DELLE SOSTANZE ESTINGUENTI DA IMPIEGARE NEI VARI TIPI DI INCENDIO

Materiali Sostanze estinguentiClasse di incendio da Acqua

proteggere Getto pieno Nebulizz. SchiumaAnidride

carbonica Polvere

A

Incendi di materiali

solidi combustibili

infiammabili ed

incandescenti

Legnami, carta e cartoneGomma e derivatiTessuti naturaliCuoio e pelli * * *Libri e documenti * * *Quadri, tappeti pregiati e mobili d’arte * * *

B

Incendi di materiali

e liquidi per i quali è

necessario un effetto

di soffocamento

Alcoli e sostanze solubili in acquaVernici e solventiOli minerali e benzine

Automezzi

CIncendi di materiali

gassosi infiammabili

IdrogenoMetano, propano, butanoEtilene, propilene, acetilene

D

Incendi di sostanze

chimiche spontanee

in presenza di aria,

reattive in presenza

di acqua o schiuma

Nitrati, nitriti, clorati e percloratiAlchilati di alluminio *Perossido di bario, di sodio e di potassioMagnesio e manganeseSodio e potassioAlluminio in polvere

E

Incendi di

apparecchiature

elettriche sotto

tensione

Trasformatori *Alternatori *Quadri ed interruttori *Motori elettrici *Impianti telefonici *

Uso vietato * Efficace ma danneggia i materiali Permessa purché erogata da impianti fissi

Scarsamente efficace

Efficace

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MEZZI DI ESTINZIONE

ESTINTORI

• Caratteristiche

Gli estintori oltre a diversificarsi per tipo e qualità di estinguente sono caratterizzati da diverse tagli

dimensionali.

I portatili variano da un contenitore minimo di 500 grammi di estinguente a 10 kg.

Per maggiori prestazioni vengono realizzate apparecchiature, poste su ruote, capaci di 25, 50 e 100 kg.

La teoria insegna e la pratica conferma che lo spegnimento dell’incendio è proporzionale soprattutto alla

potenza di intervento.

Una “secchiata” d’acqua riesce a fermare la combustione di un braciere più che 200 litri versati goccia a

goccia.

L’azione di un estintore di grande potenzialità si rivela pertanto molto più efficace di molteplici piccoli

interventi di portatili incapaci di portare a termine in modo completo e decisivo l’estinzione del focolaio.

• Scelta dell’estintore adeguato

La scelta degli estintori portatili deve essere determinata in funzione della classe di incendio e del livello

di rischio del luogo di lavoro. Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono rispondere

ai valori indicati nella successiva tabella, per quanto attiene gli incendi di classe A e B ed ai criteri di

seguito indicati:

- il numero dei piani (non meno di un estintore a piano);

- la superficie in pianta;

- lo specifico pericolo di incendio (classe di incendio);

- la distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore (non superiore a 30 m).

Tipo di estintoreSuperficie protetta da un estintore

Rischio basso Rischio medio Rischio alto

13 A – 89 B 100 m2 - - - - - -

21 A – 113 B 150 m2 100 m2 - - -

34 A – 144 B 200 m2 150 m2 100 m2

55 A – 233 B 250 m2 200 m2 200 m2

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• Efficienza degli estintori

Perché l’estintore si dimostri efficace è anche necessario porre attenzione alle modalità di impiego.

• Spegnimento di un liquido infiammabile

La quantità di agente estinguente contenuta è limitata e la sua capacità, ottima allo stato della tecnica

moderna, non è miracolosa.

Occorre che il massimo del contenuto, e meglio se la totalità, sia indirizzato al cuore della combustione

senza realizzare quelle azioni meccaniche pericolose nello svolgimento dell’azione.

L’azione dell’estinguente va indirizzata verso il focolaio, ponendosi ad una distanza di erogazione tale

che l’effetto dinamico della scarica trascini la direzione delle fiamme tagliandone l’afflusso dell’ossigeno.

Occorre peraltro fare molta attenzione a non colpire direttamente e violentemente il pelo libero per il

possibile sconvolgimento e spargimento del combustibile incendiato.

• Spegnimento di combustibili solidi

Nel caso di combustibili solidi il comportamento sarà diverso non sussistendo la possibilità di aumentare

con troppa facilità le parti in combustione.

L’angolo di impatto ne risulta notevolmente accentuato per migliorare la penetrazione della polvere

estinguente all’interno della zona di reazione.

Occorrerà comunque discernere a priori, e con un tentativo iniziale se non si ha la certezza della

“pezzatura” e della sua relativa densità di quanto sta bruciando.

L’estintore è uno strumento caricato a pressione interna e la sua azione ha sempre un impatto dinamico

che potrebbe esercitare sia nei liquidi che nei solidi effetti di proiezione di parti calde e/o infiammate che

potrebbero comunque generare la nascita di ulteriori piccoli focolai capaci di vanificare l’azione di

estinzione in atto.

• Note finali

Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato se non dopo un periodo di tempo tale che il suo

riaccendersi sia impossibili.

Va verificata sempre l’intera zona incendiata smassando le ceneri e tutte le parti parzialmente combuste

per verificare con assoluta certezza che il fuoco è spento.

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NORME D’USO DEGLI ESTINTORI PORTATILI

ESTINTORE A POLVERE

1. Afferrare l’estintore a polvere e avvicinarsi, nei limiti di sicurezza, all’incendio;

2. Disporsi in posizione tale da non essere investiti da fiamme e fumo;

3. Disporre l’estintore a terra;

4. Sfilare dalla sua sede la lancia;

5. Strappare la ghiera di sicurezza posta sulla parte superiore dell’estintore;

6. Alzare con una mano l’estintore mediante la maniglia;

7. Agire con l’altra mano sulla leva mobile;

8. Dirigere il getto alla base delle fiamme.

ESTINTORE A CO2

1. Impugnare l’estintore a CO2 per l’apposita maniglia;

2. Togliere la spina di sicurezza con catenella posta vicino all’impugnatura;

3. Tenere l’estintore in posizione verticale;

4. Portarsi a circa 2 metri dall’incendio;

5. Orientare il cono di erogazione alla base della fiamma;

6. Mantenere una posizione sicura da fiamme e fumo;

7. Premere il pulsante in testa all’estintore;

8. Agendo col pollice della stessa mano che impugna l’estintore;

9. Insistere nell’erogazione fino allo spegnimento completo;

10. Utilizzare, se necessario, altri estintori idonei.

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RETE FISSA – IDRANTI ANTINCENDIO

IMPIANTO FISSO DI ESTINZIONE.

Insieme di sistemi di alimentazione , di valvole, di condutture e di erogatori per proiettare o scaricare un

idoneo agente estinguente su una zona d’incendio.

La sua attivazione ed il suo funzionamento possono essere automatici o manuali.

La rete di idranti antincendio è un impianto manuale ed è il più importante e fondamentale impianto fisso

di estinzione.

Possiede una grande flessibilità di impiego in quanto l’operatore può consapevolmente decidere in ogni

momento dell’intervento le modalità e la localizzazione dell’erogazione dell’estinguente (acqua) in

relazione alle reali esigenze operative.

L’utilizzazione di idranti antincendio ha però necessariamente bisogno, per una utilizzazione efficace,

dell’opera di personale, sempre presente ed appositamente addestrato.

Un fabbricato o un’area è considerata protetta da una rete di idranti se l’impianto è esteso all’intero

fabbricato o area, e se ogni parte dell’area protetta è raggiungibile con il getto d’acqua di almeno un

idrante.

COMPONENTI PRINCIPALI

Le pompe di alimentazione della rete di idranti sono ad avviamento automatico e fermata manuale.

L’attacco di mandata per autopompa è un dispositivo costituito da una valvola di intercettazione ed una

di non ritorno, dotato di uno o più attacchi unificati per tubazioni flessibili antincendio. Serve come

alimentazione idrica sussidiaria. Gli attacchi per autopompa devono essere contrassegnati in modo da

permettere l’immediata individuazione dell’impianto che alimentano.

L’idrante antincendio è un attacco unificato dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale

collegato a una rete di alimentazione idrica. Un idrante può essere a muro, a colonna soprassuolo oppure

sottosuolo. Gli idranti sono classificati in base alla loro ubicazione ed al loro diametro nominale (DN

45/70/100).

Il naspo è costituito da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una

estremità , in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante all’altra

estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto. Il naspo

antincendio assicura una maggiore facilità e praticità di utilizzazione alla portata anche di operatori non

specializzati.

Le manichette antincendio di mandata sono il mezzo di congiunzione tra gli idranti e le lance idriche e

sono quindi necessarie per portare l’acqua dagli idranti al luogo in cui si è sviluppato l’incendio. Sono

costituite da tubazioni flessibili e sono realizzate essenzialmente con fibre tessili sintetiche, rivestite

internamente di gomma per ridurre le perdite di carico. Le manichette antincendio di mandata sono

normalmente disponibili nei diametri DN45/70 , in spezzoni della lunghezza di 20 m e sono dotate ad

un'estremità di un raccordo filettato maschio ( per il collegamento alla manichetta successiva o alla

lancia) e all'atra estremità di un raccordo filettato femmina ( per il collegamento alla presa dell’idrante o

alla manichetta precedente).

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Le lance idriche rappresentano i componenti terminali di una rete di idranti e servono per erogare

l’acqua e dirigere il getto. Le lance più usate sono a triplice effetto o a getto frazionato.

Il corpo della lancia è in alluminio parzialmente protetto da materiale plastico isolante è presente inoltre

un selettore a tre posizioni:

Posizione chiusa,

Getto pieno: si consideri che la gittata può arrivare dai 22 ai 60 m a seconda della pressione e del

diametro del bocchello;

Getto frazionato o nebulizzato: gittata minore (metà del getto pieno) ma con minore consumo d’acqua,

massimo effetto di raffreddamento per evaporazione, massimo effetto di soffocamento per produzione di

vapore acqueo, massimo effetto di diluizione, minore conducibilità elettrica, minori danni per impatto

violento del getto, minore proiezione di materiali incandescenti per i più formati possibilità di crearsi una

corsia all’interno del focolaio.

Le lance in bronzo non dovrebbero essere più usate in quanto non permettono di ottenere i risultati sopra

esposti ed inoltre non dispongono di una valvola di intercettazione sulla lancia.

PROCEDURE DI IMPIEGO DEI COMPONENTI DELLA RETE FISSA DI ESTINZIONE

Ricordiamo che gli estintori portatili e se presenti gli estintori carrelati sono considerati mezzi antincendio

esclusivamente di primo intervento cioè per intervenire su piccoli focolai o su principi d’incendio e

divengono inefficaci se il fuoco ha avuto la possibilità di superare lo stato iniziale ed ha quindi assunto

dimensioni notevoli.

La corretta procedura di impiego delle MANICHETTE ANTINCENDIO è la seguente:

Le manichette sono ubicate all’interno delle apposite cassette avvolte in doppio (partendo dal centro della

manichetta) e scollegate dalla lancia e dall’idrante;

Nello stendere la manichetta il raccordo femmina deve essere sempre tenuto verso l’idrante ed il

raccordo maschio verso l’erogazione (lancia);

Procedura di srotolamento e messa in opera (consigliata la presenza di due persone):

Impugnare la manichetta saldamente con le due mani;

Tenere fermi i raccordi filettati;

Fare srotolare la manichetta dopo averla lanciata imprimendole una spinta ( come lanciare una palla da

bowling);

Persona A collega il raccordo femmina all’idrante,

Persona B afferra il raccordo filettato maschio e la lancia antincendio e corre nella direzione dell’incendio

per stendere la manichetta in tutta la sua lunghezza. Montata la lancia segnala alla persona A di aprire la

valvola di intercettazione (rubinetto);

Nell’uso si dovrà evitare (utilizzando materiali o attrezzature di protezione) l’appoggio delle manichette su

spigoli appuntiti, taglienti, superfici eccessivamente scabrose per evitare tagli forature e abrasioni;

Dopo l’uso le manchette devono essere lavate internamente con acqua potabile, pulite esternamente con

spazzole non metalliche ed infine messe ad asciugare all’ombra preferibilmente in posizione verticale;

Per il loro riavvolgimento si deve procedere piegandole in due ed affiancare i due raccordi maschio e

femmina ed arrotolare a partire dalla parte opposta a quella dei raccordi. Nell’avvolgimento si deve tenere

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la parte di manichetta portante il raccordo maschio verso l’interno del rotolo onde facilitare la successiva

messa in opera;

AVVERTENZE E LIMITAZIONI

L’acqua è un buon conduttore di elettricità e pertanto non può essere usata in presenza di

apparecchiature sotto tensione prima di intervenire bisogna assicurarsi di avere tolto tensione a tutto il

reparto;

L’acqua non può essere usata contro fuochi di classe “C” (gas);

L’acqua non può essere usata contro fuochi di classe “D” (metalli);

Mantenersi sempre in una zona sicura ;

Tenere sempre una via di fuga a disposizione mai precludersi una via di fuga cioè mai mettersi con le

spalle “al muro”;

Aggredire il focolaio dall’alto;

Il focolaio appena estinto non va mai abbandonato perché potrebbe riprendersi;

Le ceneri vanno smassate per assicurarsi che il fuoco sia estinto;

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PROVA PRATICA DI EVACUAZIONE DI EMERGENZA

Una corretta gestione del Piano per la Gestione delle Emergenze prevede che vengano effettuate almeno

due volte all’anno delle prove di evacuazione atte a simulare l’evenienze possibili previste in fase di stesura

della documentazione. L’intervento richiede una corretta pianificazione che comprende una fase di

istruzione-formazione per gli operatori.

E’ implicito che l’intervento di formazione richiede la presenza degli addetti alla gestione delle emergenze,

debitamente formati secondo i dettami della normativa vigente. L’esercitazione deve prevedere comunque

delle variabili per testare la capacità ed i tempi di reazione degli addetti. E’ possibile prevedere la presenza

di Vigili del fuoco o operatori sanitari al fine di rendere il più realistica possibile la simulazione.

Lo schema da seguire può ricalcare quello sotto riportato

ARGOMENTO LUOGO1a ora Le procedure di emergenza e di evacuazione:

La struttura organizzativa dell’emergenza

La lettura della segnaletica

Le procedure di evacuazione

Compilazione del registro

Municipio

2a ora Simulazione pratica di emergenzaComunicare l’ordine di evacuazione

Effettuare l’evacuazione

Rientro

Municipio

2a ora Dopo l’esercitazioneVerifica in loco

Raccolta delle informazioni

Discussione, proposte e suggerimenti

L’informazione e la formazione

Discussione con gli

addetti alle

emergenze

PREPARAZIONE DELL’INTERVENTO Descrizione in base al piano dell’azienda dell’evento e dello scenario

SVOLGIMENTO DELL’ESERCITAZIONEPersonale addetto

Verificare la presenza del personale designato alle attività antincendio ed emergenza

Comunicazione segnale di evacuazione Lanciare l’ordine di evacuazione attraverso i seguenti mezzi

A) a voce

B) strumenti sonori

Attuare

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Quanto previsto nel Piano di emergenza

Controllare I luoghi interessati all’evacuazione al fine di verificare che tutti abbiano effettuato l’esercitazione

Compilare Al punto di raccolta esterno il registro per l’evacuazione.

DOPO L’ESERCITAZIONERientro

Dall’ingresso principale

Verificare Che le porte d’emergenza siano richiuse

Congedare Gli addetti che hanno partecipato all’esercitazione

Raccogliere Eventuali informazioni relative allo svolgimento dell’esodo

Redigere Un eventuale rapporto aggiuntivo ed inviarlo al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione

dell’azienda

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INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE

SULLE SOSTANZE ESTINGUENTI

• Acqua

• Schiuma

• Polveri chimiche

• Anidride carbonica

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A C Q U A

E’ la sostanze estinguente più comune, diffusa ed economica.

Agisce sul fuoco per:

RAFFREDDAMENTO (1 Kg. H2O = 595 Kcal)

SOFFOCAMENTO (1 lt. H2O = 1700 lt. vapore)

DILUIZIONE (delle sostanze infiammabili solubili in acqua; dell’ossigeno atmosferico con il vapore)

E’ efficace sui fuochi di:

Classe “A” (molto efficace)

Classe “B” (uso nebulizzato con operatori esperti)

Quando è possibile, è preferibile utilizzare l’acqua con getto frazionato o nebulizzato (e non con getto pieno), per i

seguenti motivi:

• minore consumo e maggiore sfruttamento

• massimo effetto di raffreddamento per evaporazione

• massimo effetto di diluizione

• evitare impatti violenti e proiezione di materiali incandescenti

• minore conducibilità elettrica

Non adoperare l’acqua, per evitare situazioni di pericolo, su:

• apparecchiature elettriche sotto tensione

• liquidi infiammabili più leggeri (benzina, gasolio)

• sostanze tossiche (cianuri, cloro, fluoro)

• sostanze che reagiscono violentemente con l’acqua (litio, sodio, potassio, magnesio, zinco, alluminio, carburo

di calcio, acido solforico)

L’uso dell’acqua può provocare danni su materiali deteriorabili (apparecchiature delicate, documenti, libri, quadri,

ecc.)

Utilizzazioni tipiche:

• impianti fissi di spegnimento (idranti, sprinklers)

• impianti di protezione e/o raffreddamento

• barriere idriche

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S C H I U M A

E’ costituita da una emulsione di acqua, liquido schiumogeno, ed aria (o gas inerte).

Agisce sul fuoco per:

SOFFOCAMENTO (impedisce il contatto fra l’aria e il combustibili)

RAFFREDDAMENTO (per lo sviluppo di vapore acque e CO2)

E’ efficace su fuochi di:

Classe “B” (specialmente se contenuti in recipienti)

Classe “A” (ad alta espansione per saturazione dell’ambiente)

Limitazioni d’impiego: come l’acqua

Caratteristiche importanti per l’efficacia:

• tipo di liquido schiumogeno

• portata critica (al di sotto della quale non è possibile lo spegnimento)

• tipo di erogazione (getto diretto o indiretto)

• tempo di precombustione

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P O L V E R I C H I M I C H E

Le polveri chimiche estinguenti sono miscugli di particelle solide finemente suddivise, costituite da sali alcalini od

organici, ed additivi migliorativi delle loro caratteristiche

Azione estinguente per:

INIBIZIONE CHIMICA

SOFFOCAMENTO

RAFFREDDAMENTO (decomposizione ⇒ CO2, H2O)

Efficace su fuochi di classe A, B, C, E, (D)

Limitazioni d’impiego

• Non spengono le braci

• Danneggiano apparecchiature elettriche

• Sono irritanti per le vie respiratorie

Tipi più diffusi:

Bicarbonato di sodio (B-C-E)

Bicarbonato di potassio (B-C-E)

Fosfato momoammoniaco (A-B-C-E)

Cloruro di sodio (D)

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A N I D R I D E C A R B O N I C A

Gas inodore, incolore, dielettrico, più pesante dell’aria (1,5 volte), inerte, non lascia residui; conservata

normalmente in bombole allo stato liquido sotto pressione.

Azione estinguente per:

SOFFOCAMENTO

RAFFREDDAMENTO (espansione rapida ⇒ - 78°C)

Efficace sui foschi di classe (A), B, C, E

Può essere utilizzata per protezioni d’ambiente in percentuale dal 30% al 45% in volume.

Limitazioni d’impiego:

• Reagisce pericolosamente con cianuri alcalini (acido cianidrico) e con sodio, potassio, magnesio, zinco e

alluminio (CO).

• In locali chiusi, la presenza del 22% di CO2 riduce l’ossigeno al 16%, provocando asfissia; ventilare

energicamente.

• Non toccare parti metalliche di recipienti appena scaricati, e non dirigere il getto di CO2 su persone, per evitare

ustioni da congelamento.

• Non spegne le braci.

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NUMERI DI EMERGENZA

VIGILI DEL FUOCO

115115

PRONTO SOCCORSO

118118

CARABINIERI

112112

POLIZIA

113113Residence Stati Uniti d'America s.r.l. Residence Stati Uniti d'America s.r.l. 67

VERBALE DI CONSULTAZIONE Il Piano delle Emergenze è stato elaborato in collaborazione con il

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Residence Stati Uniti d'America s.r.l.Residence Stati Uniti d'America s.r.l. Per l’Ente Firma

Il Responsabile del SPP Firma

Villa Santina, lì……

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