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Elia obbedì e andò a nascondersi nelle grotte vicino a Cherìt. si dissetò all’acqua limpida del torrente, e la mattina e la sera veniva visitato dai corvi che, per ordine di Dio, gli portavano pane e carne affinché potesse sfamarsi e vivere perché la sua missione doveva durare a lungo.

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Elia obbedì e andò a nascondersi nelle grotte vicino a

Cherìt. si dissetò all’acqua limpida del torrente, e la

mattina e la sera veniva visitato dai corvi che, per ordine di

Dio, gli portavano pane e carne affinché potesse sfamarsi e

vivere perché la sua missione doveva durare a lungo.

Dio manda la siccità ma aiuta Elia Mentre nel regno di Giuda governò a lungo Asa, nel regno di Israele i re si susseguirono l’uno l’altro, finché fu proclamato re un capitano chiamato Omri. Egli edificò Samaria e la fece capitale del regno. Alla sua morte salì al trono suo figlio Acab. Egli non amò il Signore, anzi, edificò un tempio al dio Baal e insieme a Gezabele sua sposa, lo adorò. Allora Elia, profeta del Signore, gli annunciò: « Ti giuro, per il Signore Dio d’Israele, che io amo e servo con fedeltà: non ci sarà né rugiada né pioggia fino a quando lo dirò io da parte del Signore ». E ci fu una lunga siccità con la quale Dio punì il re e il popolo che lo aveva dimenticato. Invece, Elia, l’unico profeta rimasto fedele a Dio, ricevette quest’ordine dal Signore: « Alzati, parti da qui, va’ oltre il Giordano e nasconditi vicino al torrente Cherìt. Potrai bere l’acqua del torrente e i corvi ti porteranno da mangiare perché io lo vorrò ». Il profeta obbedì e andò a nascondersi nelle grotte vicino a Cherìt. Egli si dissetò all’acqua limpida del torrente, e la mattina e la sera veniva visitato dai corvi che, per ordine di Dio, gli portavano pane e carne affinché potesse sfamarsi e vivere perché la sua missione doveva durare a lungo. Ma non pioveva più neppure oltre il Giordano; così dopo qualche tempo il torrente si seccò. Dio, allora, gli disse: «Alzati e va' a Sarepta di Sidone: ecco, ho dato ordine a una vedova di quella città di darti

da mangiare». Elia andò a Sarepta.Presso la porta della città vide una vedova: si riconosceva che era vedova, dal vestito che indossava. Il profeta la chiamò: «Prendimi un po' d'acqua da bere, e anche un pezzo di pane!» La donna rispose: «Tutto quello che mi resta è un pugno di farina e un po' d'olio; stavo andando a rac-cogliere qualche pezzo di legna, per cuocere la farina per me e per mio figlio. La mangeremo e poi moriremo, perché non abbiamo altro!» Ma il profeta la rassicurò: «Non temere. Con l'olio e la farina prepara una focaccia per me e portamela; poi ne preparerai una per te e per tuo figlio, perché il Signore ti assicura che la farina della giara non si esaurirà, e l'orcio dell'olio non si svuoterà». E così avvenne: Elia, la vedova e suo figlio ebbero tutti da mangiare per giorni e giorni, perché olio e farina non si esaurivano mai. Dopo qualche tempo il figlio della donna si ammalò, e la malattia si aggravò al punto che il ragazzo morì. La povera vedova cominciò a piangere e lamentarsi, sospettando che il profeta Elia fosse in qualche modo la causa della morte del suo unico figlio. Nel suo immenso dolore, la donna gridò al profeta: «Sei venuto qui a punirmi facendo morire mio figlio?» Ma il profeta le prese il ragazzo dalle braccia, lo portò al piano di sopra, nella propria camera, e lo stese sul letto. Poi invocò il Signore, dicendo: «Signore, aiuta questa vedova che mi ospita. Fa' che l'anima torni nel corpo del ragazzo!» Il Signore ascoltò la preghiera di Elia; l'anima del ragazzo tornò nel suo corpo, ed egli riprese a vivere. Elia riprese il ragazzo tra le braccia, lo riportò al piano

di sotto e lo rese alla madre dicendole: «Ecco: tuo figlio vive!» La donna allora si rallegrò grandemente e disse ad Elia: «Ora so con certezza che tu sei un uomo di Dio; ora comprendo che quando parli, tu parli a nome del Signore».

1 Re 17

Una fiamma ardente scese allora dal cielo, consumò la

vittima, prosciugò l’acqua intorno e bruciò la legna e le

pietre dell’altare. Tutti credettero nel Signore e prostrati

esclamarono: « Il Signore è Dio! Il Signore è Dio! ».

Elia, profeta del vero Dio Elia ritornò da Acab che gli gridò in faccia: « Sei tu colui che manda in rovina Israele?». «No – disse Elia – Tu e la tua famiglia lo rovinate, perché avete dimenticato il Signore e onorate Baal. Su raduna sul Carmelo i popolo e i sacerdoti che hai consacrato, e vedremo chi è Dio ». Quando tutti furono sul monte, Elia disse: « State comportandovi male verso il Signore. Se lui è il vero Dio, seguitelo! Se, invece, è Baal, seguite lui! Oggi il Signore stesso farà vedere chi è il vero Dio. Voi offrirete un sacrificio a Baal e io al Signore; ma non vi appiccheremo il fuoco. Il Dio che darà il fuoco, è il vero Dio ». I devoti di Baal sacrificarono la loro vittima e le danzarono intorno invocando da Baal il fuoco. Elia diceva: « Gridate più forte perché Baal non vi sente ». A mezzogiorno non era successo ancora nulla. Allora Elia fece avvicinare il popolo, eresse l’altare, immolò la vittima, la fece aspergere d’acqua e pregò: « Signore, mostra a tutti che sei tu il Signore Dio, che fa buono il cuore dei tuoi figli ». Una fiamma ardente scese allora dal cielo, consumò la vittima, prosciugò l’acqua intorno e bruciò la legna e le pietre dell’altare. Tutti credettero nel Signore e prostrati esclamarono: « Il Signore è Dio! Il Signore è Dio! ». Elia sapeva che Dio ora avrebbe fatto piovere. Perciò disse al ragazzo che era con lui: « Guarda verso il mare! ». Il ragazzo andò per sei volte e non vide nulla. La settima volta tornò correndo e disse: « Ecco, c’è una nuvola piccola come la mano di un uomo che sale dal mare! ». « Corri da Acab, digli che attacchi i cavalli e parta prima che venga la pioggia ». Acab salì sul cocchio e spronò i cavalli verso Izreèl.Il cielo in un baleno divenne nero come la notte e la pioggia cominciò a scrosciare a dirotto. Allora Elia si tirò su la veste e con l’aiuto di Dio corse tanto che giunse a Izreèl prima di Acab. Dopo la sconfitta dei sacerdoti di Baal la regina voleva uccidere Elia e glielo fece sapere. Il profeta si spaventò e, per salvarsi dal suo odio, fuggì a nascondersi nel deserto di Bersabea. «Signore, - disse, - io sono stanco! Prendimi! ». Era triste! Si buttò sotto una pianta e si addormentò. Ma ecco, qualcuno lo toccò e gli comandò: « Alzati e mangia ». C’era là una focaccia e una piccola anfora d’acqua; Elia mangiò e bevve, poi si addormentò. Ma l’Angelo tornò a svegliarlo e gli disse: « Su, mangia! Devi fare ancora una lunga strada!». Elia mangiò, e, fortificato da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte Oreb, incontro al Signore.

1 Re 18-19

Eliseo comprese quello che il Signore voleva da lui, lasciò i

suoi buoi e disse al profeta: « Vado a dare un bacio a mio

padre e a mia madre e torno subito qui da te ». E così fece.

Dio comandò ad Elia di consacrare Eliseo Dio comandò a Elia di ritornare in Israele, di andare nel paese di Abel-Mecolà e di consacrare Eliseo profeta al suo posto. Elia trovò Eliseo che arava il suo campo. Gli passò vicino e gli gettò sulle spalle il suo mantello. Eliseo comprese quello che il Signore voleva da lui, lasciò i suoi buoi e disse al profeta: « Vado a dare un bacio a mio padre e a mia madre e torno subito qui da te ». E così fece. Al ritorno sacrificò due buoi e distribuì la carne cotta alla gente del paese. Poi seguì Elia, mettendosi al servizio del Signore.

1 Re 19 Acab rifiuta di ascoltare la Parola di Dio Intanto il re degli Aramei Ben-Adàd venne per distruggere Samaria. Ma Acab lo sconfisse con l’aiuto del Signore. L’anno dopo, Ben-Adàd ritornò con carri e cavalli; Acab, incoraggiato dalla parola di un profeta, lo sconfisse per una seconda volta e distrusse la città dove il re si era rifugiato. Allora Ben-Adàd si vestì di sacco e si presentò ad Acab per chiedergli grazia. Acab non lo uccise, anzi, fece alleanza con lui. Ben-Adàd promise di restituire le città conquistate e di lasciare che Israele esercitasse il suo commercio sui mercati della città di Damasco. Quell’alleanza, però, non piacque al Signore. Acab si era costruito in Izreèl un bel palazzo e voleva che Nabot gli cedesse la meravigliosa vigna che confinava con i suoi possedimenti. Ma Nabot disse: «Non posso! Questa è l’eredità di mio padre! ». Acab si rattristò per questo rifiuto e ne parlò alla moglie. E Gezabele, che aveva il cuore cattivo, mandò delle lettere ai capi di Izreèl perché condannassero Nabot come traditore del re. Nabot, che era innocente, fu ucciso a sassate. Poi Acab andò e si prese la vigna, ma Elia gli disse: « Questo ti dice il Signore: Sterminerò la tua casa, e i cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl ». Acab si pentì del suo peccato e fece penitenza. Dimenticata la parola di Elia, Acab volle andare a riconquistare una città che gli era stata tolta; chiamò in suo aiuto il pio Giòsafat, re di Giuda, poi consultò i falsi profeti che gli dissero: « Attaccala! Dio metterà quel re nelle tue mani ». Ma Giòsafat volle che si consultasse Michea, che venne alla porta di Samaria e disse: «Vedo gli Israeliti andare per i monti come pecore senza pastore ». Profetizzava la sconfitta, ma Acab non gli credette, anzi, lo fece mettere in prigione a pane e acqua. Ma Michea gli disse: « Se ritornerai vivo, vorrà dire che io non sono un profeta del Signore ». Così il re d’Israele e il re di Giuda marciarono con i loro eserciti contro Ben-Adàd.

Il re Acab per non venire riconosciuto si travestì, e quando la battaglia cominciò, i soldati di Ben-Adàd accerchiarono Giòsafat credendolo il re d’Israele. Allora Giòsafat emise un forte grido; i capi nemici lo riconobbero e lo lasciarono in pace. Un arciere però scoccò a caso una freccia e colpì al petto Acab, che gridò al suo cocchiere: « Sono ferito!Portami fuori della battaglia ». A sera Acab morì. Quando i soldati lo seppero, spaventati, fuggirono ognuno a casa propria. Il re Acab fu portato a Samaria e là sepolto.

1 Re 20-22

Elia era scomparso nel fuoco. Là per terra c’era solo il suo

mantello; Eliseo lo raccolse e , giunto al Giordano, ne

percosse le acque; esse si divisero ed egli raggiunse Gerico,

sull’altra sponda. La gente che aveva osservato la scena

diceva: « La potenza di Elia è passata a Eliseo ».

Dio dona a Eliseo lo spirito profetico Elia camminava verso Gerico con il suo fido discepolo Eliseo. Questi sapeva che proprio quel giorno il Signore avrebbe preso con sé il suo maestro, il grande profeta che lo aveva servito fedelmente per tutta la vita. Elia disse ad Eliseo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al fiume Giordano». Ma Eliseo rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò!» E tutti e due si incamminarono. Giunti alla riva del fiume Giordano, Elia decise di attraversarlo: arrotolò il suo mantello e con esso percosse le acque che si divisero, lasciando un sentiero asciutto. Elia ed Eliseo si avviarono su quel sentiero. Allora Elia chiese al suo discepolo: « Che cosa desideri che io faccia per te? ». Elia espresse il desiderio di diventare profeta fedele a Dio come Elia. Questi gli disse: « Se mi vedrai salire, vorrà dire che ciò ti sarà dato ». E camminarono fin oltre il Giordano, che era ritornato ad occupare il suo letto. E mentre parlavano, ecco scendere dal cielo un carro con cavalli di fuoco e dividere il maestro dal discepolo. Elia viene preso in un turbine di vento e di fuoco e portato verso l‘alto. Eliseo lo vedeva salire e gridava verso di lui: « Padre mio, padre mio! Guida d’Israele!». Poi non vide più nulla: Elia era scomparso nel fuoco. Là per terra c’era solo il suo mantello; Eliseo lo raccolse e , giunto al Giordano, ne percosse le acque; esse si divisero ed egli raggiunse Gerico, sull’altra sponda. La gente che aveva osservato la scena diceva: « La potenza di Elia è passata a Eliseo ». Allora quella gente disse ad Eliseo: «La nostra città è molto bella e ci si sta bene, però la sua acqua è cattiva e tutta la campagna intorno è secca ». Eliseo si fece portare del sale in una pentola nuova, andò alla sorgente e vi versò il sale, dicendo: «Dice il Signore: rendo sane queste acque; esse non diffonderanno più né malattia né morte ». L’acqua divenne potabile e rese feconda tutta la campagna intorno. Il Signore aveva premiato la fede degli abitanti di Gerico, che avevano riconosciuto in Eliseo il successore di Elia e il profeta del Signore. Il re d’Israele Ioram e i re di Giuda e di Edom si allearono per combattere Mesa, re dei Moabiti, che non voleva pagare il tributo a Israele. Marciarono uniti verso Moab ma non trovarono acqua. Allora il pio re di Giuda, Giòsafat, disse: « Diciamo ad Eliseo che consulti il Signore per noi ». Eliseo annunciò: « Domani avrete acqua e riporterete vittoria ». La mattina dopo i Moabiti vennero a fare guerra: la valle era allagata e il riflesso del sole la faceva sembrare un lago di sangue. Mesa disse: « I re si sono uccisi tra loro; andiamo a fare bottino!». Ma i tre re alleati erano pronti all’assalto: sconfissero i Moabiti e presero le loro città.

2 Re 2-3

Allora la donna andò da Eliseo, l'uomo di Dio, a

raccontargli che il suo poco olio si era moltiplicato. «Ed

ora, che devo fare?» chiese la donna. Il profeta le rispose:

«Va' a vendere l'olio dei vasi: con quello che ricaverai

pagherai il debito, e te ne resterà per mantenere te e i tuoi

figli».

Dio conferma la missione di Eliseo

Un giorno si recò dal profeta Eliseo una donna a dirgli: «Mio marito è morto. Come tu sai, egli era un uomo buono, che sempre ascoltava e metteva in pratica le parole del Signore. Ora però un nostro creditore è venuto a prendersi i miei due figli come schiavi, in pagamento dei nostri debiti». Eliseo le chiese: «Che cosa posso fare per te? Dimmi che cosa hai nella tua casa». «In casa ho soltanto un vasetto d'olio» rispose tristemente la donna. «Va' a chiedere vasi vuoti a tutti i tuoi vicini» ordinò il profeta «e chiedine molti. Entra in casa. Chiudi la porta dietro di te e i tuoi figli. Poi dal tuo vasetto versa olio in quei vasi, e metti da parte quelli pieni». La donna fece così; i suoi figli le porgevano i vasi ed ella li riempì tutti d'olio; e l'olio del suo vasetto finì soltanto quando tutti i vasi furono pieni. Allora ella andò da Eliseo, l'uomo di Dio, a raccontargli che il suo poco olio si era moltiplicato. «Ed ora, che devo fare?» chiese la donna. Il profeta le rispose: «Va' a vendere l'olio dei vasi: con quello che ricaverai pagherai il debito, e te ne resterà per mantenere te e i tuoi figli».

Un giorno il profeta Eliseo andò da una donna molto ricca, che dava sempre da mangiare a lui e al suo servo quando passavano. Eliseo sapeva che la donna non aveva bambini, e desiderava molto averne uno. Allora le chiese: «Ecco, per tutto il bene che hai fatto a me, il Signore Dio ti concede di avere un figlio». Così avvenne. Quel figlio poi crebbe, ed era ormai un ragazzo. Un giorno era nei campi con il padre, quando sentì un gran male alla testa. Fu condotto a casa, la madre lo tenne sulle ginocchia fino a mezzogiorno, ma poi il ragazzo morì. La madre allora lo distese sul letto, e subito, fatta sellare un'asina, si affrettò a recarsi da Eliseo. Quando seppe dell'accaduto, Eliseo si avviò con la donna alla casa di lei; qui giunto, entrò solo nella stanza dove il fanciullo era stato adagiato, e chiuse la porta. Eliseo stette dapprima a pregare il Signore; poi si distese sul ragazzo, mise le mani sulle sue e la bocca sulla sua, e gli alitò il proprio respiro. Il corpo del ragazzo riprese calore, poi il bambino starnutì e aprì gli occhi. Eliseo chiamò la madre e le disse: «Ecco, riprendi tuo figlio».

La potenza del Signore era con il profeta Eliseo, ed egli la manifestava affinché gli Israeliti restassero fedeli al loro Dio. Un giorno in cui aveva con sé un gruppo di profeti, ordinò al servo di preparare una minestra per tutti. Uno di loro trovò in campagna una vite selvatica, ne colse i frutti e , fattili a pezzi, li mise nella pentola a cuocere. Quando i profeti assaggiarono la minestra, gridarono: « Uomo di Dio, in questa minestra c’è la morte!». Allora Eliseo fece portare della farina e la versò nella pentola. La minestra divenne ottima e tutti mangiarono e si saziarono di quel cibo miracoloso.

2 Re 4

Naamàn scese al Giordano, vi si immerse sette volte, ed ecco

che la sua lebbra scomparve! Allora egli disse: «Ora com-

prendo che non vi è altro Dio se non il Signore, Dio

d'Israele!»

Eliseo manifesta la bontà di Dio a Naamàn Il capo dell'esercito del re di Siria era un uomo valoroso e molto onorato dal suo re; ma aveva quella terribile malattia che si chiama lebbra. Il nome di quell'uomo era Naamàn. Durante una guerra contro Israele, i Siriani avevano preso prigioniera una fanciulla, che divenne la serva della moglie di Naamàn. La fanciulla un giorno disse alla sua padrona: «Se Naamàn andasse dal profeta che è nel mio paese, egli lo guarirebbe dalla lebbra» La moglie ne parlò al marito ed egli ne parlò al re, che gli dette una lettera per il re d’Israele; in essa lo pregava di guarire il suo servo. Il re, letta la lettera, pensò che il re di Aram cercasse un pretesto per fargli guerra. Lo seppe Eliseo e disse al re di mandargli Naamàn, che avrebbe conosciuto la bontà del Dio d’Israele. Così Naamàn, con il suo carro e i suoi servi, arrivò alla casa di Eliseo e si fermò davanti alla porta. Eliseo, senza riceverlo in casa, gli mandò a dire: «Va' a lavarti sette volte nel fiume Giordano, e guarirai». Allora Naamàn si adirò e se ne andò dicendo: «Pensavo che il profeta mi sarebbe venuto incontro, avrebbe pregato il suo Dio, mi avrebbe toccato nella parte ammalata e così la lebbra sarebbe scomparsa; invece mi manda a dire di lavarmi nel Giordano! Forse che i fiumi della mia città non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Era necessario che venissi fin qui?». Ma i suoi consiglieri gli dissero: «Se il profeta ti avesse comandato di compiere qualcosa di difficile, non l'avresti forse fatta? A maggior ragione perciò esegui la cosa semplice che ti ha detto». Naamàn ascoltò il consiglio; scese al Giordano, vi si immerse sette volte, ed ecco che la sua lebbra scomparve! Allora egli disse: «Ora comprendo che non vi è altro Dio se non il Signore, Dio d'Israele!» Tornò dal profeta, ad offrirgli ric-chi doni in cambio della guarigione; ma Eliseo li rifiutò. Con ciò egli intendeva dire che Naamàn era guarito dalla lebbra non per opera sua, ma per la volontà del Signore. Naamàn ripartì dopo aver preso un po’ di terra per innalzare un altare al Dio d’Israele. Il servo di Eliseo si rammaricò che il padrone non avesse accettato i bei doni di Naamàn, lo rincorse e, mentendo, disse che il profeta gli chiedeva un po’ di argento e due vesti. Naamàn glieli diede con gioia e cortesia. Il servo li porto a casa sua, poi, come niente fosse avvenuto, si presentò ad Eliseo. Il profeta gli annunciò il castigo del Signore: «La lebbra di Naamàn colpirà te e i tuoi figli».

2 Re 5

Quando all’alba, il servo di Eliseo uscì di casa, scoprì che un

esercito assediava la città.

«Non spaventarti! – gli disse il profeta. Quelli che ci

difendono sono più numerosi ».

Dio combatte in favore del suo popolo Da qualche tempo il re dell’Aram era turbato e credeva che qualche ministro lo tradisse perché gli andava a monte ogni piano contro Israele. Ma gli ufficiali gli dissero che era colpa di Eliseo. Il re, allora ordinò di andare a prenderlo. Quando all’alba, il servo di Eliseo uscì di casa, scoprì che un esercito assediava la città. «Non spaventarti! – gli disse il profeta. Quelli che ci difendono sono più numerosi ». In quel momento il servo vide il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco. I soldati nemici vennero colpiti da cecità ed Eliseo li catturò e li condusse dal re, che dopo averli sfamati, li rimandò al re di Aram. Ma il re di Aram ritornò ad assediare Samaria, e in città la carestia fu tale che era impossibile resistere a lungo. Allora il re se la prese con Eliseo, che gli disse: «Non scoraggiarti! Domani ci saranno farina ed orzo in abbondanza! ». Quella notte, infatti, il Signore spaventò i nemici con rumori di carri e di scalpitio di cavalli. Gli Aramei, credendo che fosse un forte esercito, fuggirono dall’accampamento, lasciando sul posto carri, cavalli, oro, argento e vesti in quantità. La scoperta fece impazzire di gioia gli Israeliti, che si riversarono nel campo e lo saccheggiarono. Come aveva annunciato Eliseo, la fame era finita. Poi Ben-Adàd si ammalò e mando Cazaèl da Eliseo affinché consultasse Dio sulla sua malattia. Cazaèl si presentò con ricchi doni e disse: « Ben-Adàd, re di Aram, ti domanda « Guarirò o no?». Eliseo gli rispose: « Digli che guarirà; ma io so che egli morrà». Poi divenne triste e, piangendo, disse: « Io so che tu, diventato re, farai tanto male ad Israele ». Cazaèl ritornò dal re per annunziargli che Eliseo gli prometteva la guarigione. Ma il giorno seguente, Cazaèl, che gli aveva dato al re la speranza di guarire, lo tradì togliendogli la vita.

2 Re 6-8 Dio punisce la casa di Acab Cazaèl, diventato re di Aram, ferì in guerra Ioram re d’Israele, che andò a curarsi in Izreèl. In quei giorni Eliseo fece consacrare re uno dei capi dell’esercito d’Israele, Ieu, e gli fece annunziare che avrebbe sterminato i discendenti del cattivo re Acab. Ieu salì sul cocchio e si avviò alla reggia forzando cavalli ad una corsa pazza. La sentinella dalla terra annunciò a Ioram: « Vedo arrivare gente. È guidata certo da Ieu, perché il modo di guidare è il suo ». Non sapendo cosa pensare, Ioram e Acazia re di Giuda gli andarono incontro fino al campo di Nabot.La Ieu uccise Ioram e poco dopo anche Acazia. Gezabele, mamma di Ioram, era anche lei al palazzo; quando conobbe ciò che Ieu aveva fatto al figlio, si adornò da regina e attese al balcone la sua fine. Vedendo Ieu entrare per la porta

della città lo riprese con fierezza: «Che fai, assassino del tuo re?». Ieu non le badò, ma gridò: « C’è qualcuno, qui , che sta dalla mia parte?». Due servi comparvero dietro la regina. Ieu disse: «Gettatela giù! » – E così fecero. Quando andarono a prendere il corpo per seppellirlo, non c’era nulla. Anche su Gezabele si era avverata la parola che il Signore aveva annunciato per bocca del profeta Elia.

Quando Eliseo si ammalò della malattia di cui morì, Ioas re di Israele andò a visitarlo. Egli scoppiò in pianto davanti al profeta dicendo: «Padre mio, padre mio, protezione di Israele!» Eliseo gli disse: «Prendi arco e frecce». Il re prese arco e frecce. Aggiunse Eliseo: «Impugna l'arco». Quando il re l'ebbe impugnato, Eliseo mise la mano sulla mano del re, quindi gli disse: «Apri la finestra verso Oriente». Dopo che la finestra fu aperta, Eliseo disse: «Tira!» Ioas tirò. Eliseo disse: «Freccia vittoriosa per il Signore, freccia vittoriosa su Aram. Tu sconfiggerai gli Aramei». Eliseo disse ancora al re d'Israele: «Prendi le frecce». Quando Ioas le ebbe prese, gli disse: «Percuoti con le tue frecce la terra». E Ioas la percosse tre volte, poi si fermò. Eliseo si indignò contro di lui e disse: «Avresti dovuto colpire con le tue frecce la terra cinque o sei volte. Allora avresti sconfitto definitivamente Aram. Ora, invece, sconfiggerai Aram solo tre volte». Poi Eliseo, l'uomo di Dio, morì e Israele perdette il profeta che il Signore gli aveva dato per ricordargli che solo Lui è Dio : la fine del regno di Israele era stata profetizzata.

2 Re 8-9; 13