ELEMENTI DI BASE E STRATAGEMMI MINIMI PER UNA BUONA DIZIONE 1.
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ELEMENTI DI BASEE “STRATAGEMMI MINIMI”PER UNA BUONA DIZIONE
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Scaletta
• Preparazione delle letture
• Tecnica di lettura
• Articolazione e pronuncia: fondamenti
• Esercizi
– di apprendimento
– di respirazione
– di articolazione e pronuncia
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Preparazione delle letture
• Di cosa si parla?– Leggere il testo per capirne bene il significato
• Quali sono le parole, le frasi chiave?– È su di esse che bisognerà incentrare l’intera lettura
• Studiare il testo dal punto di vista “tecnico”, leggere il testo:– Sillabando;– Applicando volume, ritmo e pause;– Mettendo in rilievo le frasi chiave;– “vedendo” le immagini
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Preparazione delle letture
• La mia lettura è “ascoltabile”?– Leggere il testo in presenza di uno o più
ascoltatori oppure registrandosi;– Verificare se con il proprio modo di
leggere, gli ascoltatori sono in grado di• SENTIRE• CAPIRE• ASCOLTARE
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• SENTIRE– Materialmente ritmo e volume
• CAPIRE– Non è per nulla automatico: dipende dal modo in cui il lettore si è
preparato a leggere il brano e da come effettivamente lo legge. E’ questione di ritmo (pause e velocità), intonazione, articolazione e interpretazione (colore). Le parole non devono solo essere pronunciate, ma capite
• ASCOLTARE– Il lettore non legge per sé, l’obiettivo non è la sua personale
comprensione, ma quella degli altri. È chi ascolta che deve ascoltare e capire, senza annoiarsi
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• Preparazione di una lettura per stacchi e sospensioni:– Ogni frase ha un suo ritmo che bisogna trovare per poi
riprodurre– Un buon ritmo di lettura si ottiene attraverso una
rapida analisi e quattro operazioni:• Raggruppare le parole che devono essere lette
“in un fiato”• Sospendere l’enunciato• Accentuare le sillabe forti• Segnare gli stacchi
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• In generale, quando si parla davanti a un pubblico di qualsiasi tipo, la regola è la seguente:– Una sospensione ( / ) dura un secondo– Uno stacco ( // ) esige un arresto di due secondi– Una pausa ( /// ) esige un arresto di tre secondi
• Esagerato? Forse, ma se il contesto lo consente è la condizione per una buona riuscita della lettura. Provare per credere!
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• La sospensione ( / )– Non è una pausa e neppure uno stacco: è
specie di allungamento della sillaba che “fa desiderare” il resto• Non si dirà: “Parla di finestre e balconi dietro i
quali”• Ma si dirà: “Parla di finestre e balconi /
dietro i quali”– dà rilievo a una parola non nel senso di
marcarla, ma di “farla desiderare”
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• Lo stacco ( // )
– È una via di mezzo tra sospensione e
pausa
– Indica un momento di “semi-riflessione”:
• “Oggi, /mentre andavo a casa, /ho incontrato
un vecchio amico. //Che piacere mi ha fatto!”
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• La pausa ( /// )– E’ un arresto momentaneo ma totale della dizione– Si fa al punto, a fine paragrafo o tra due frasi che
cambiano senso, struttura o stile– Il seguente testo è un ottimo esempio:
• “Il vento / si insinua tra i muri sbrecciati / e le finestre vuote /// e parla”, senza pausa rischierebbe di diventare:
• “Il vento si insinua tra i muri sbrecciati e le finestre vuote e parla”
• La pausa (///) dopo “vuote” serve per far pensare all’uditore: “Cosa farà il vento?”
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Tecnica di lettura• LA RESPIRAZIONE– È molto importante imparare ad effettuare
una respirazione corretta, ossia addominale e non soltanto toracica (cosa che si ottiene usando il diaframma) e sufficientemente profonda. Solo così si riesce ad emettere una voce valida qualitativamente e quantitativamente.
– Una buona respirazione si ottiene da un buon rilassamento
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• LA VOCE– Sulla base di una corretta respirazione si
tratta di utilizzare al meglio la possibilità dell’apparato vocale. Una buona voce deve essere:• Robusta, non debole• Sicura, non tremolante• Calda, non acuta e stridente
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• L’ANALISI DELLA FRASE E DEL PERIODO– È essenziale rendersi conto, anche senza
soffermarsi a lungo, di come sono costruite le frasi e i periodi che compongono i testi da leggere
– Un periodo in cui prevalga la paratassi deve essere letto in modo ben diverso da un periodo in cui prevalga l’ipotassi
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• PARATASSI– Successione delle frasi
una dietro l’altra, suddivise da pause o da congiunzioni come: e, o, quindi, ma.
– Sono un esempio tipico di ipotassi le pagine dei testi antichi, ad es. dei Vangeli
IPOTASSI Ordinamento gerarchico
delle frasi in cui la frase principale è legata alle altre per mezzo di congiunzioni come: che, perché, se, quando, mentre, come
Un esempio tipico sono le lettere di San Paolo
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• LE PAUSE– Una buona lettura prevede PAUSE al momento
giusto e nel modo giusto– Preparare una lettura significa innanzitutto
studiarla per individuare le pause che dovranno essere fatte, distinguendo quelle lunghe da quelle brevi e segnandole a matita con una o più barrette
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• Le pause si dividono in:– Pause sintattiche
• Sono stabilite in base alla sintassi della frase e alla punteggiatura e sono più o meno lunghe in base al segno che vogliono esprimere;
• Possono esservi variazioni che dipendono dalla lettura e dall’interpretazione che vogliamo darne
• In generale (ma non necessariamente!) le pause lunghe corrispondono alla fine dei periodi
– Pause espressive• La loro importanza non è minore, ma in generale non
sono soggette a regole precise
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• RITMO– Così come quella musicale, anche la frase di un testo ha un
ritmo che il lettore deve saper rendere: è il modo in cui viene regolata la successione delle sillabe e delle parole
– La maggior parte dei lettori legge troppo in fretta: la velocità deve essere inferiore rispetto alla comune conversazione
– La velocità deve variare secondo il genere letterario (una poesia o un salmo si leggono più lentamente dell’epopea)
– Bisogna lasciare alle parole il tempo di essere capite: agli effetti di chi ascolta, il ritmo di assimilazione è da quello di chi legge
– La regola fondamentale è: “adagio con senso”, ma attenzione ad evitare l’errore di una lettura a strappi con pause troppo nette, il ritmo della frase deve essere sempre scorrevole e uniforme
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• VOLUME– La lettura in pubblico o finalizzata a una registrazione
richiede anche un controllo del volume diverso da quello che si farebbe in una comune conversazione
– Attenzione al microfono e agli effetti e ai disturbi da esso indotti: provare sempre più volte la registrazione
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• INTONAZIONE– Leggere con una “intonazione media”, ovvero quella per noi più
naturale e “comoda”: spesso capita invece di impostare un’intonazione innaturale e “faticosa” che poi non si riesce a sostenere
– Evitare cantilene e sbalzi eccessivi tra toni gravi e acuti, in altre parole occorre individuare la più congeniale modulazione personale
– Un caso classico in cui è opportuno cambiare intonazione sono le frasi incidentali che richiedono un’intonazione diversa (normalmente più bassa) per saltare in evidenza
– Ricordare, poi, che l’intonazione va sospesa al termine di una frase a cui ne segue un’altra dipendente, e poi va chiusa al termine
– Ovviamente, le frasi interrogative ed esclamative vanno opportunamente trattate, per esempio:• evitare la cantilena o l’inflessione interrogativa solo sull’ultima
parola della frase• Valutare la necessità di conferire inflessione interrogative a frasi
che potrebbero non averne bisogno (p.es.: Che cosa mangeremo?)
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• INTONAZIONE
– Quando invece è necessaria, l’intonazione interrogativa deve cadere sul verbo
– Attenzione al finale delle frasi: mai far cadere la voce, che va invece mantenuta sulla stessa intonazione fino al punto fermo
– Attenzione anche all’inizio delle frasi: l’intonazione deve essere sempre più alta di quella con cui si è terminata la frase precedente per segnare la ripresa del discorso e il distacco tra le due frasi
– Spesso capita, senza rendercene conto, di confondere il volume con l’intonazione, con il risultato che alzando uno si alza anche l’altro
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• IL “COLORE”, OVVERO L’INTERPRETAZIONE– Nessuno dovrebbe esimersi dal “colorare” una lettura, ma è necessario
farlo nel modo giusto, con misura
– Non è possibile leggere come se ciò che stiamo leggendo non ci interessa! Occorre chiarire prima di tutto a noi stessi se e quale enfasi conferire alla lettura, e poi agire di conseguenza con tutte le sfumature intermedie possibile, sempreché adeguate:• Slancio, determinazione, perentorietà / dubbio• Entusiasmo, euforia / preoccupazione• Gioia / tristezza
– D’altro canto, non bisogna nemmeno eccedere per timore di essere monotoni
– Originalità e personalità vanno bene, ma solo se funzionali al racconto!
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• IL “COLORE”, OVVERO L’INTERPRETAZIONE
– Gli errori da evitare…• La lettura SFILACCIATA, noiosa e fredda che denuncia il
disinteresse del lettore• La lettura CANTANTE o CANTILENANTE, con inflessioni
non necessarie, cadenze sempre uguali, falsa o forzata• La lettura ENFATICA, esageratamente ricca di calore da
apparire freddo convenzionalismo
– … anche se, PARADOSSALMENTE, inflessioni, cadenze e forzature, nel caso fossero FUNZIONALI al racconto, potrebbero servire proprio per denunciare disinteresse, forzatura o convenzionalismo…
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Articolazione e pronuncia
• È indispensabile parlare con la bocca bene aperta, soprattutto per articolare bene le vocali
• Le vocali sono in realtà sette: sia la “e” che la “o” hanno due diversi accenti fonici, ovvero:– Pronuncia chiusa (o acuta)
• Es.: perché, cróce, amóre, nói
– Pronuncia aperta (o grave)
• Es.: bène, cènto, cuòre, uòmo
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• Bisogna rispettare l’accento tonico, ovvero appoggiare l’accento sulla vocale giusta:
• Tronche: verità• Piane: etèrno• Sdrucciole: àlbero• Bisdrucciole: rùminano• Trisdrucciole: telèfonaglielo
• Attenzione ad alcune parole “difficili”:• Gratùito e non gratuìto• Mollìca e non mòllica• Dissuadère e non dissuàdere• Rubrìca e non rùbrica
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• In alcuni gruppi di lettere la vocale “i” compare come semplice segno ortografico e non fonetico, pertanto non deve essere pronunciata:– Cielo, fascia, religione, fanciullo,
• A volte, davanti a un’altra vocale, la “i” ha funzione di semi-consonante e deve pertanto essere pronunciata in modo più duro, come se fosse raddoppiata:– Aiùto, tabaccàio, gàio
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• Attenzione all’articolazione della “s” e della “z” che possono
essere:
– Sorde (o aspre)
• Segno, spesso, grazia, bellezza
– Sonore (o dolci)
• Risveglio, centesimo, bizzarro, organizzare
• I gruppi consonanti “gl”, “gn” e “sc” devono essere pronunciati
in modo “rafforzato”:
– Signore, egli, conoscenza
• Alcune consonanti iniziali di parola si pronunciano come
fossero raddoppiate quando seguono certe parole terminanti
per vocale:
– “di Dio”, “è vero”, “a me” suonano come: “di D-Dio”, “è v-
vero”, “a m-me”
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Esercizi di apprendimento
– Effettuare una lettura
– Ascoltarne la registrazione
– Il lettore stesso ne fa una critica
– Gli altri aggiungono i loro commenti
– Lo stesso lettore riesegue la stessa lettura
– Si valutano modifiche e miglioramenti
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• Osservazioni preliminari:– Gli uditori non hanno il testo: è dalla lettura (stacchi,
pause, ‘dosatura’ dell’enfasi) che dovranno afferrarne significato e pathos
– Il lettore deve sapere che il suono corre più veloce del senso, deve lasciare che stacchi e pause consentano al suono di entrare in contatto con l’intelligenza degli uditori
– Ovviamente, si può ottenere un buon equilibrio solo se il testo è stato precedentemente preparato
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Esercizi di respirazione
– ESERCIZIO 1: In piedi, con le mani dietro la schiena, una mano stringe il polso dell’altra:• Espirazione forzata
• Pausa respiratoria
• Inspirazione profonda del naso. Pausa. Pronunciare la vocale “O” iniziando con poco volume e aumentandolo gradatamente al massimo volume fino a esaurire l’aria
• Ripetere 3 volte
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– ESERCIZIO 2: Eseguire l’esercizio precedente al contrario
– ESERCIZIO 3: Inspirazione profonda. Pausa. Pronunciare la vocale “O” aumentando e diminuendo il volume
– ESERCIZIO 4: Inspirazione profonda. Pausa. Pronunciare la vocale “O” una volta sussurrata e una volta gridata
– ESERCIZIO 5: Inspirazione profonda. Pausa. Espirare pronunciando con voce di petto una dopo l’altra le vocali:I È E A Ò O UBadare di rimanere sempre sulla stessa nota per tutta la durata dell’espirazione
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– ESERCIZIO 6: In piedi, con le mani dietro la schiena, una mano stringe il polso dell’altra.
• Espirazione forzata
• Pausa respiratoria
• Inspirarentamente con le narici ben dilatate
• Pausa inspiratoria (durata 3 secondi)
• Espirare gradatamente
– ESERCIZIO 7: Inspirare lentamente attraverso le labbra socchiuse.
• Pausa inspiratoria
• Espirare molto lentamente con la bocca spalancata
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– ESERCIZIO 8: Inspirare lentamente con le labbra socchiuse
• Durante la pausa inspiratoria, appoggiare le mani all’altezza delle clavicole
• Espirare lentamente con le labbra socchiuse pronunciando senza emettere suono il dittongo “EI” più volte senza sospendere l’emissione dell’aria
– ESERCIZIO 9: Inspirare lentamente
• Durante la pausa appoggiare le mani sulla parte inferiore del torace sotto lo sterno
• Espirare in modo fluido e adagio con le labbra socchiuse
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Esercizi di articolazione• Tre tigri contro tre tigri• Sopra la panca la capra campa sotto la panca la
capra crepa• Sono dell’Istituto di Dinamica Comportamentale• Treno troppo stretto e troppo stracco stratta troppi
storpi e storpia troppo• Trentatré trentini entrarono in Trento tutti e trantatré
trotterellando• Schiaccia la rana che gracchia presso una macchia
di pracchia
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• Tre tozzi di pan secco in tre strette tasche stanno• Pisa pesa e pesta al Papa, il Papa pesa e pesta il
pepe a Pisa• In un coppo cupo cupo poco pesto cape• Settantatré struzzi di stanza a Stresa stracchi
strimpellavano strani strumenti• Il freezer del frigorifero fredda di fretta la frutta e
freddando la frutta frigidifica frigorosamente il raffreddamento della frutta così raffreddata
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Altri esercizi di articolazione• Per sciogliere l’articolazione:
– Chiudete gli occhi e immaginate di avere davanti un cibo succulento e ripetere “gnam-gnam-gnam-gnam” esasperando il movimento della bocca
• Per aumentare la potenza della voce:– Pronunciare a labbra chiuse “mmmm” e terminare
l’espirazione pronunciando chiaramente tutte le vocali aperte e chiuse aumentando gradatamente il volume.
– Il risultato sarà pressappoco: “mmmm-a”, “mmmm-e”, “mmmm-i”, ecc.
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Craco, il paese che non c’èIl vento è la sola voce nel silenzio del paese martoriato.Il vento si insinua tra i muri sbrecciati e le finestre vuote.E parla.Parla del dolore dell’abbandono forzato,di sogni infranti, dei ricordi, del passato.Parla di desolazione,della rovina delle case costruite con passione e speranza.Parla di finestre e balconi, dietro ai quali ha palpitato la vita.Rimangono ruderi, portoni cadenti,muri con crepe profonde come ferite dolorose per il bene perduto,finestre vuote come orbite senz’occhi,e senza più lacrime per la speranza e il futuro spezzati.Ciò che è rimasto si sgretola lentamente,come l’impotenza di chi è dovuto andar via,a testimonianza della fragilità dell’uomo e delle sue opere.
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Leggere ad alta voce è molto diverso dal leggere tra sé e sé, e non soltanto per una questione di voce: leggere ad alta voce significa prima di tutto leggere per qualcuno, per un pubblico. Quando poi i destinatari della lettura sono i bambini non si può prescindere da tecniche particolari. Il pubblico bambino richiede testi adatti e una modalità di lettura sensibilmente diversa rispetto a una lettura ad alta voce per adulti. Mutano la prossemica, lo sguardo, il ritmo, la mimesi; la lettura deve essere più intima, il contatto più intenso; l’universo sensoriale (i gesti, i suoni, gli sguardi, le voci e le facce dei personaggi…) acquista un’importanza fondamentale.
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UNA FAVOLAIL PRICIPE ZERO
In un castello vivevano un re e una regina a cui piacevano molto i numeri. Avevano nove figli e li avevano chiamati 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9. Ogni mattina i principini si mettevano in fila davanti al tavolo del cuoco di corte: 1 riceveva una tavoletta di cioccolato, 2 due ciambelle, 3 tre caramelle, 4 quattro pasterelle, 5 cinque canditi, 6 sei pasticcini, 7 sette biscotti, 8 otto bignè, 9 nove fette di torta…e poi tutti correvano a giocare in giardino con la pancia piena. Il re e la regina erano così fieri dei loro figli che pensarono di metterne al mondo un altro. Così si baciarono un pochino e dopo uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove mesi nacque un bel bambino.Ma subito cominciarono i problemi: - come lo chiameremo? – chiese il re.Davvero non lo so!! – rispose la regina – perché 1 c’è già, e anche 2 e 3…E ci sono anche 4, 5, 6, 7, 8 e 9… Poveri noi, abbiamo finito i nomi!Il re e la regina si sentivano molto tristi e, per consolarsi, mangiarono qualche ciambella.Fu proprio l’ultima rimasta che suggerì al re una buona idea.Ci sono! – esclamò. – Inventeremo un nuovo nome: lo chiameremo «zero»…ti piace cara?Si moltissimo! (…)
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UNA FILASTROCCACINQUE PICCOLI PORCELLI
Ecco il primo indaffarato / dentro nel supermercato
Il secondo sta nettando / e il tappeto sta aspirando
Poi c’è il terzo che, al suo posto, / sta mangiandosi l’arrosto
Mentre il quarto ha già finito / e la pancia s’è riempito
Ed il quinto? Lacrimando / la sua casa sta cercando
Perché, a furia di giocare, / non la riesce più a trovare