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Elaborazione flash Ufficio Studi Confartigianato 04/06/2015 Elaborazione Flash Ufficio Studi Confartigianato Imprese - Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma www.confartigianato.it - sezione ‘Ricerche e Studi’ @Confartigianato Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job L’analisi per territorio Nel quinquennio 2006-2011 il 9,1 % delle microimprese (3-9 addetti) a conduzione familiare è stato interessato da passaggio generazionale e il 18,2% lo prevede entro il 2016: nell’arco di dieci anni il fenomeno coinvolge più di un’impresa su quattro (27,3%) a un ritmo di 53 microimprese al giorno. Si stima siano coinvolti 877.853 addetti delle imprese in fase di transizione nella gestione, pari al 22,8% degli addetti delle imprese con 3-9 addetti. La formazione ‘sul campo’ ai neoassunti nelle imprese artigiane vale 1,4 miliardi di euro, pari allo 0,8% del valore aggiunto prodotto dall’artigianato. In cinque anni (2010-2014) le imprese artigiane hanno investito in formazione ‘sul campo’ in media 1.965 milioni di euro all’anno. La trasmissione del capitale umano, fattore chiave del valore artigiano Il valore artigiano caratterizza modi di produrre e organizzare l’impresa che superano i vecchi limiti di forma di impresa, dimensione e settore. Il valore artigiano è caratterizzato dalla predominanza di alcuni caratteri e in particolare: una rielaborazione della struttura e del mix delle materie prime che mediante differenti matrici tecnologiche realizza prodotti artigianali caratterizzati da creatività, innovazione ed originalità; la realizzazione di beni e servizi fondata sulle conoscenze della tradizione e caratterizzata da un forte legame con le risorse – umane e materiali - del territorio. La produzione artigiana di beni e servizi interpreta in modo originale l’abbinamento di materiali, tecniche e competenze, con lavorazioni a regola d’arte che garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, reso possibile dal talento delle risorse umane presenti nelle imprese artigiane. Una caratteristica dominante nelle imprese artigiane - resa sempre più necessaria dal crescente alternarsi di cicli espansivi e recessivi e dalla crescente volatilità dei mercati esteri – consiste nella flessibilità produttiva associato alla tempestività. Al carattere dell’artigianalità – fondato su una prevalenza del lavoro dell’uomo - si associa una elevata capacità di ascolto del cliente finalizzata alla personalizzazione del prodotto a cui si abbina un senso del bello e del gusto. Ed è proprio sulla protezione e lo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze resa possibile dal passaggio generazionale nelle imprese familiari e dai processi formativi on the job. Il passaggio generazionale Un vettore di rilievo nella trasmissione di competenze, know how e capitale umano nelle imprese è rappresentato dal passaggio generazionale, fase critica nell’economia delle imprese e che espone la struttura produttiva da un lato al rischio di una perdita del patrimonio imprenditoriale, di occupazione e di conoscenze, e dall’altro alle opportunità connesse con l’ingresso in azienda di risorse più giovani, maggiormente scolarizzate, con una più alta propensione all’utilizzo delle tecnologie e con una maggiore vocazione al rischio e all’innovazione.

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Elaborazione flash

Ufficio Studi Confartigianato 04/06/2015

Elaborazione Flash Ufficio Studi Confartigianato Imprese - Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma

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Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

L’analisi per territorio Nel quinquennio 2006-2011 il 9,1 % delle microimprese (3-9 addetti) a conduzione familiare è stato interessato da passaggio generazionale e il 18,2% lo prevede entro il 2016: nell’arco di dieci anni il fenomeno coinvolge più di un’impresa su quattro (27,3%) a un ritmo di 53 microimprese al giorno. Si stima siano coinvolti 877.853 addetti delle imprese in fase di transizione nella gestione, pari al 22,8% degli addetti delle imprese con 3-9 addetti. La formazione ‘sul campo’ ai neoassunti nelle imprese artigiane vale 1,4 miliardi di euro, pari allo 0,8% del valore aggiunto prodotto dall’artigianato. In cinque anni (2010-2014) le imprese artigiane hanno investito in formazione ‘sul campo’ in media 1.965 milioni di euro all’anno.

La trasmissione del capitale umano, fattore chiave del valore artigiano

Il valore artigiano caratterizza modi di produrre e organizzare l’impresa che superano i vecchi

limiti di forma di impresa, dimensione e settore. Il valore artigiano è caratterizzato dalla

predominanza di alcuni caratteri e in particolare: una rielaborazione della struttura e del mix

delle materie prime che mediante differenti matrici tecnologiche realizza prodotti artigianali

caratterizzati da creatività, innovazione ed originalità; la realizzazione di beni e servizi fondata

sulle conoscenze della tradizione e caratterizzata da un forte legame con le risorse – umane e

materiali - del territorio. La produzione artigiana di beni e servizi interpreta in modo originale

l’abbinamento di materiali, tecniche e competenze, con lavorazioni a regola d’arte che

garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, reso possibile dal talento delle risorse

umane presenti nelle imprese artigiane. Una caratteristica dominante nelle imprese artigiane - resa

sempre più necessaria dal crescente alternarsi di cicli espansivi e recessivi e dalla crescente

volatilità dei mercati esteri – consiste nella flessibilità produttiva associato alla tempestività. Al

carattere dell’artigianalità – fondato su una prevalenza del lavoro dell’uomo - si associa una

elevata capacità di ascolto del cliente finalizzata alla personalizzazione del prodotto a cui si

abbina un senso del bello e del gusto.

Ed è proprio sulla protezione e lo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese

artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze resa possibile dal passaggio

generazionale nelle imprese familiari e dai processi formativi on the job.

Il passaggio generazionale

Un vettore di rilievo nella trasmissione di competenze, know how e capitale umano nelle imprese è

rappresentato dal passaggio generazionale, fase critica nell’economia delle imprese e che espone la

struttura produttiva da un lato al rischio di una perdita del patrimonio imprenditoriale, di

occupazione e di conoscenze, e dall’altro alle opportunità connesse con l’ingresso in azienda di

risorse più giovani, maggiormente scolarizzate, con una più alta propensione all’utilizzo delle

tecnologie e con una maggiore vocazione al rischio e all’innovazione.

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Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

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I dati del 9° Censimento dell’industria e dei servizi consentono di esaminare, al 2011, le

microimprese con 3-9 addetti a gestione familiare1 coinvolte in almeno un passaggio generazionale

nel periodo 2006-2011 e nel periodo 2012-2016.

Al 2011 in Italia le imprese a conduzione familiare che impiegano tra i 3 e i 9 addetti sono

705.697, pari all’83,8% del totale delle microimprese con 3-9 addetti attive nell’industria e nei

servizi. L’area geografica che rileva una maggiore presenza di microimprese a gestione

prevalentemente familiare è il Nord-Ovest dove si concentra il 29,5% del totale; seguono il

Mezzogiorno (26,5%), il Nord-Est (23,1%) e il Centro (20,9%).

Il passaggio generazionale nelle imprese a conduzione familiare per regione Anno 2011 - valori assoluti, incidenze e ranking; imprese attive 3-9 addetti con imprenditore/titolare responsabile della gestione*

Regione

Imprese interessate da almeno un passaggio generazionale Totale imprese

interessate (2006-2016)

% su totale

Rank Totale

imprese familiari

% periodo 2006-2011

% su totale periodo

2012-2016 % su totale Rank

Abruzzo 1.748 11,0 2.844 17,9 14 4.592 28,9 5 15.875 2,2 Basilicata 388 7,7 1.065 21,0 1 1.453 28,7 7 5.063 0,7 Calabria 1.079 7,0 2.827 18,3 11 3.906 25,3 17 15.462 2,2 Campania 4.208 8,9 7.887 16,8 18 12.095 25,7 16 47.068 6,7 Emilia-Romagna 5.267 8,8 11.618 19,5 5 16.885 28,3 9 59.722 8,5 Friuli-Venezia Giulia 1.761 11,7 2.653 17,7 15 4.414 29,4 1 15.002 2,1 Lazio 4.436 7,7 10.136 17,5 16 14.572 25,2 18 57.853 8,2 Liguria 1.760 8,0 4.397 20,0 4 6.157 28,0 10 21.951 3,1 Lombardia 12.501 9,7 23.396 18,2 12 35.897 27,9 11 128.733 18,2 Marche 1.815 8,0 3.934 17,2 17 5.749 25,2 18 22.814 3,2 Molise 297 9,1 663 20,2 3 960 29,3 2 3.280 0,5 Piemonte 5.722 10,4 10.335 18,7 9 16.057 29,1 3 55.198 7,8 Provincia Autonoma di Bolzano 922 10,8 1.564 18,2 12 2.486 29,0 4 8.574 1,2 Provincia Autonoma di Trento 777 9,9 1.500 19,1 8 2.277 28,9 5 7.868 1,1 Puglia 3.456 8,6 6.461 16,0 20 9.917 24,6 20 40.367 5,7 Sardegna 1.288 7,2 3.454 19,4 6 4.742 26,6 14 17.840 2,5 Sicilia 2.870 6,8 8.771 20,8 2 11.641 27,7 13 42.071 6,0 Toscana 5.341 9,8 8.785 16,1 19 14.126 25,8 15 54.671 7,7 Umbria 1.082 8,7 2.380 19,2 7 3.462 27,9 11 12.416 1,8 Valle d'Aosta 90 4,3 330 15,8 21 420 20,1 21 2.094 0,3 Veneto 7.237 10,1 13.366 18,6 10 20.603 28,7 7 71.774 10,2

Nord-Ovest 20.072 9,7 38.458 18,5 2 58.530 28,1 2 207.976 29,5 Nord-Est 15.963 9,8 30.700 18,8 1 46.663 28,6 1 162.941 23,1 Centro 12.673 8,6 25.236 17,1 4 37.909 25,7 4 147.753 20,9 Mezzogiorno 15.335 8,2 33.971 18,2 3 49.306 26,4 3 187.028 26,5 ITALIA 64.043 9,1 128.366 18,2

192.409 27,3

705.697 100,0

% su microimprese 3-9 addetti

83,8 Stima addetti coinvolti da pass. generaz. 292.192

585.661

877.853

*Il responsabile della gestione è l'imprenditore o il socio principale o un altro membro della famiglia proprietaria/controllante

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Nel dettaglio in cinque regioni si concentra oltre la metà (52,9%) delle microimprese a conduzione

familiare: spicca la Lombardia con 128.733 microimprese a conduzione familiare, pari al 18,2%

del totale; seguono a distanza il Veneto che ne conta 71.774 (10,2%), l’Emilia-Romagna con

59.722 unità (8,5%), il Lazio con 57.853 unità (8,2%) e il Piemonte con 55.198 unità (7,8%).

Considerando il passaggio generazionale si osserva che il 9,1% delle microimprese a gestione

familiare è stato interessato da passaggio generazionale nel quinquennio 2006-2011 e un ulteriore

18,2% dichiara di avere in previsione un passaggio generazionale entro il 2016. Nel complesso,

quindi, nell’arco di dieci anni il fenomeno in esame coinvolge più di un’impresa su quattro

(27,3%) ad un ritmo di 53 microimprese al giorno oggetto di passaggio generazionale; si tratta

di un fenomeno diffuso a livello territoriale e che si stima coinvolga – considerando la dimensione

1 Le imprese a conduzione familiare sono quelle nelle quali la responsabilità della gestione spetta all’imprenditore

(socio principale o unico) o a un altro membro della famiglia proprietaria controllante

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Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

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media settoriale delle imprese 3-9 addetti – 877.853 addetti delle imprese in fase di transizione nella

gestione (pari al 22,8% degli addetti delle imprese 3-9 addetti).

Nell’ipotesi che il fenomeno si presenti nell’artigianato con la stessa intensità settoriale rilevata nel

totale delle imprese tra 3 e 9 addetti, si stima che sono 303.176 le imprese artigiane fino 10 addetti2

interessate dal passaggio generazionale nell’arco dei dieci anni in esame.

Con riferimento al periodo 2012-2016 il dettaglio regionale rileva una più alta incidenza di

microimprese interessate dal passaggio generazionale in Basilicata dove è coinvolto il 21,0% delle

microimprese; seguono, con incidenze superiori al 20,0%, la Sicilia (20,8%), il Molise (20,2%) e la

Liguria (20,0%).

Considerando le regioni con una maggiore presenza di microimprese a gestione familiare si rileva

una più alta incidenza di imprese interessate da passaggio generazionale entro il 2016 in

Emilia-Romagna dove è coinvolta quasi un’impresa su cinque (19,5%); seguono il Piemonte

(18,7%), il Veneto (18,6%), la Lombardia (18,2%) e il Lazio che con il 17,5% è l’unica regione

tra le maggiori con un’incidenza inferiore alla media nazionale (18,2%).

A livello settoriale si osserva una più alta incidenza di microimprese interessate da passaggio

generazionale nell’Industria in senso stretto, rappresentato per il 97,4% da imprese attive nel

Manifatturiero, dove nel periodo 2006-2016 è coinvolta un’impresa su tre (32,1%): per l’11,7%

è accaduto nel periodo 2006-2011 e il 20,4% delle microimprese prevede un passaggio

generazionale entro il 2016, con una più alta incidenza nel Nord-Ovest (21,2%). Considerando la

dimensione media del settore si stima un potenziale coinvolgimento di 188.315 addetti nei dieci

anni in esame.

Nel dettaglio, la regione con la più alta incidenza di microimprese interessate da passaggio

generazionale entro il 2016 è la Valle d’Aosta dove è coinvolto il 38,2% delle microimprese attive

nel settore; seguono la Sardegna (27,0%) e il Molise (26,8%).

Considerando le regioni con il maggior numero di microimprese a conduzione familiare attive nel

settore, le più alte incidenze si osservano in Lombardia con il 21,3% di imprese che prevede un

passaggio generazionale nel periodo 2012-2016; seguono il Piemonte e l’Emilia-Romagna,

entrambe con il 20,7%, il Veneto e la Toscana che con un’incidenza rispettivamente del 18,9% e

del 18,4% sono le uniche regioni, tra le maggiori, a registrare un valore al di sotto della media

nazionale (20,4%).

Si osserva che la maggiore incidenza di imprese interessate da passaggio generazionale nel

Manifatturiero può essere influenzata dalla necessità di non dissipare la più alta dotazione di

capitale nel settore, alimentato da un più consistente flusso di investimenti3: un’impresa

manifatturiera con meno di 10 addetti, infatti, registra in media 11.700 euro di investimenti in un

anno, più del doppio di un’impresa del settore dei Servizi (5.700 euro) e tre volte quelli di

un’impresa attiva nel settore delle Costruzioni (3.800 euro).

2 Si considerano le imprese artigiane con 0-9 addetti con riferimento al 2012 3 Si considerano gli investimenti delle microimprese con 0-9 addetti con riferimento all’anno 2012

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Il passaggio generazionale nelle imprese a conduzione familiare per regione - Industria in senso stretto (Sezioni B-E) Anno 2011 - valori assoluti, incidenze e ranking; imprese attive 3-9 addetti con imprenditore/titolare responsabile della gestione*

Regione

Imprese interessate da almeno un passaggio generazionale Totale imprese

interessate (2006-2016)

% su totale

Rank Totale

imprese familiari

% periodo 2006-2011

% su totale periodo

2012-2016 % su totale Rank

Abruzzo 194 8,1 513 21,5 5 707 29,6 15 2.385 2,0 Basilicata 62 7,6 173 21,2 8 235 28,8 17 816 0,7 Calabria 196 9,0 450 20,7 11 646 29,7 14 2.174 1,9 Campania 580 8,9 1.223 18,7 20 1.803 27,6 20 6.526 5,6 Emilia-Romagna 1.278 11,5 2.311 20,7 11 3.589 32,2 9 11.142 9,6 Friuli-Venezia Giulia 475 21,5 433 19,6 15 908 41,1 2 2.210 1,9 Lazio 568 10,2 1.167 21,0 9 1.735 31,2 12 5.555 4,8 Liguria 299 13,2 446 19,6 15 745 32,8 8 2.273 2,0 Lombardia 3.510 14,2 5.293 21,3 7 8.803 35,5 6 24.797 21,3 Marche 456 9,1 1.090 21,8 4 1.546 31,0 13 4.992 4,3 Molise 62 13,3 125 26,8 3 187 40,1 3 466 0,4 Piemonte 1.366 14,5 1.957 20,7 11 3.323 35,2 7 9.432 8,1 Provincia Autonoma di Bolzano 47 5,6 182 21,5 5 229 27,1 21 845 0,7 Provincia Autonoma di Trento 164 17,0 192 19,9 14 356 36,9 4 964 0,8 Puglia 579 8,9 1.228 18,9 18 1.807 27,8 19 6.497 5,6 Sardegna 193 9,0 581 27,0 2 774 36,0 5 2.149 1,8 Sicilia 504 8,6 1.221 20,8 10 1.725 29,3 16 5.880 5,0 Toscana 1.194 10,1 2.174 18,4 21 3.368 28,5 18 11.836 10,2 Umbria 246 12,3 382 19,1 17 628 31,4 11 2.003 1,7 Valle d'Aosta 9 5,7 60 38,2 1 69 43,9 1 157 0,1 Veneto 1.685 12,6 2.534 18,9 18 4.219 31,5 10 13.399 11,5

Nord-Ovest 5.184 14,1 7.756 21,2 1 12.940 35,3 1 36.658 31,5 Nord-Est 3.649 12,8 5.651 19,8 3 9.300 32,6 2 28.560 24,5 Centro 2.463 10,1 4.813 19,7 4 7.276 29,8 3 24.387 20,9 Mezzogiorno 2.369 8,8 5.513 20,5 2 7.882 29,3 4 26.893 23,1 ITALIA 13.666 11,7 23.734 20,4

37.400 32,1

116.499 100,0

% su imprese 3-9 add. del macrosettore

83,7 Stima addetti coinvolti da pass. generaz. 68.810

119.504

188.315

*Il responsabile della gestione è l'imprenditore o il socio principale o un altro membro della famiglia proprietaria/controllante

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il fenomeno è meno intenso nei Servizi4 e nelle Costruzioni. Nell’arco dei dieci anni considerati

(2006-2016) il passaggio generazionale coinvolge il 26,3% delle microimprese dei Servizi di cui

l’8,6% è stato coinvolto nel periodo 2006-2011 e il 17,7% prevede un passaggio generazionale

entro il 2016. Considerando la dimensione media del settore si stima un potenziale coinvolgimento

di 558.100 addetti nei dieci anni in esame.

Con riferimento al periodo 2012-2016 le più alte incidenze di imprese dei Servizi interessate da

passaggio generazionale si rilevano in Molise (21,3%) ed in Umbria e nella Provincia Autonoma

di Trento, entrambe con il 21,0%.

Considerando le maggiori regioni per microimprese a conduzione familiare, le più alte incidenze si

osservano in Emilia-Romagna, dove il 18,7% delle microimprese è coinvolto in un passaggio

generazionale entro il 2016; seguono il Piemonte e il Veneto (entrambe con il 18,1%), il Lazio

(17,7%) e la Lombardia (16,7%) che è l’unica regione, tra le maggiori, a registrare un valore al di

sotto della media nazionale (17,7%).

4 Sezioni da G a S, al netto delle Attività finanziare e assicurative (sezione K), dell’Amministrazione Pubblica e difesa;

assicurazione sociale e obbligatoria (sezione O) e delle Attività di organizzazioni associative (divisione 94) della

Classificazione Ateco 2007

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Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

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Il passaggio generazionale nelle imprese a conduzione familiare per regione - Servizi (Sezioni G-S al netto di K, O e S94) Anno 2011 - valori assoluti, incidenze e ranking; imprese attive 3-9 addetti con imprenditore/titolare responsabile della gestione*

Regione

Imprese interessate da almeno un passaggio generazionale Totale imprese

interessate (2006-2016)

% su totale

Rank Totale

imprese familiari

% periodo 2006-2011

% su totale periodo

2012-2016 % su totale Rank

Abruzzo 1.314 12,4 1.839 17,3 15 3.153 29,7 2 10.628 2,2 Basilicata 312 9,8 612 19,2 8 924 29,0 5 3.191 0,7 Calabria 776 7,4 2.083 19,8 5 2.859 27,2 9 10.508 2,2 Campania 3.048 9,3 5.727 17,5 14 8.775 26,8 12 32.741 6,8 Emilia-Romagna 3.386 8,2 7.699 18,7 9 11.085 26,9 11 41.176 8,6 Friuli-Venezia Giulia 995 9,3 1.721 16,2 17 2.716 25,5 15 10.642 2,2 Lazio 3.316 7,7 7.620 17,7 13 10.936 25,4 16 43.020 9,0 Liguria 1.266 7,8 2.918 17,9 12 4.184 25,7 13 16.310 3,4 Lombardia 7.188 8,6 14.062 16,7 16 21.250 25,3 17 84.024 17,6 Marche 1.095 7,6 2.157 14,9 20 3.252 22,5 20 14.475 3,0 Molise 203 9,6 451 21,3 1 654 30,9 1 2.118 0,4 Piemonte 3.582 9,6 6.760 18,1 10 10.342 27,8 8 37.246 7,8 Provincia Autonoma di Bolzano 621 9,8 1.243 19,6 6 1.864 29,4 4 6.344 1,3 Provincia Autonoma di Trento 501 8,8 1.201 21,0 2 1.702 29,7 2 5.725 1,2 Puglia 2.323 8,6 4.176 15,5 19 6.499 24,2 19 26.888 5,6 Sardegna 661 5,5 2.348 19,4 7 3.009 24,9 18 12.090 2,5 Sicilia 2.141 7,4 5.955 20,7 4 8.096 28,1 7 28.805 6,0 Toscana 3.486 10,0 5.475 15,7 18 8.961 25,7 13 34.879 7,3 Umbria 644 7,9 1.706 21,0 2 2.350 29,0 5 8.113 1,7 Valle d'Aosta 77 4,5 209 12,2 21 286 16,6 21 1.720 0,4 Veneto 4.246 8,9 8.680 18,1 10 12.926 27,0 10 47.838 10,0

Nord-Ovest 12.112 8,7 23.949 17,2 3 36.061 25,9 3 139.299 29,1 Nord-Est 9.748 8,7 20.543 18,4 1 30.291 27,1 1 111.724 23,3 Centro 8.541 8,5 16.957 16,9 4 25.498 25,4 4 100.489 21,0 Mezzogiorno 10.779 8,5 23.193 18,3 2 33.972 26,8 2 126.969 26,5 ITALIA 41.181 8,6 84.641 17,7

125.822 26,3 478.479 100,0

% su imprese 3-9 add. del macrosettore

84,5 Stima addetti coinvolti da pass. generaz. 182.664

375.436

558.100

*Il responsabile della gestione è l'imprenditore o il socio principale o un altro membro della famiglia proprietaria/controllante

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Nelle Costruzioni il passaggio generazionale coinvolge il 26,0% delle imprese a conduzione

familiare: per l’8,1% delle microimprese del settore è accaduto nel periodo 2006-2011 e il 17,9%

prevede un passaggio generazionale entro il 2016. Considerando la dimensione media del settore si

stima un potenziale coinvolgimento di 120.035 addetti nei dieci anni in esame.

In particolare, con riferimento al periodo 2012-2016 si registrano nel settore significative differenze

tra il Nord e il resto del paese: nel Nord-Ovest (21,3%) e nel Nord-Est (20,0%) è coinvolta

un’impresa su cinque, mentre nel Mezzogiorno (15,3%) e nel Centro (15,1%) le microimprese

interessate da almeno un passaggio generazionale sono circa una su sette.

Nel dettaglio regionale, le più alte incidenze di microimprese interessate da passaggio generazionale

si osservano in Valle d’Aosta (33,9%) e in Liguria (33,4%), dove è coinvolta un’impresa su tre.

Considerando le regioni con il maggior numero di microimprese a conduzione familiare attive nel

settore, si rileva una più alta incidenza di imprese interessate da passaggio generazionale entro il

2016 in Lombardia (20,4%) e in Veneto (20,2%) dove è coinvolta un’impresa su quattro; seguono

il Piemonte (18,2%), il Lazio (14,8%) e la Toscana (13,7%). Queste ultime due regioni, tra le

maggiori, sono le uniche a registrare valori inferiori alla media nazionale (17,9%).

Page 6: Elaborazione Flash - Asarva...generazionale entro il 2016 è la Valle d’Aosta dove è coinvolto il 38,2% delle microimprese attive nel settore; seguono la Sardegna (27,0%) e il Molise

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Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

Elaborazione Flash Ufficio Studi Confartigianato Imprese - Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma

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6

Il passaggio generazionale nelle imprese a conduzione familiare per regione - Costruzioni (Sezione F) Anno 2011 - valori assoluti, incidenze e ranking; imprese attive 3-9 addetti con imprenditore/titolare responsabile della gestione*

Regione

Imprese interessate da almeno un passaggio generazionale Totale imprese

interessate (2006-2016)

% su totale

Rank Totale

imprese familiari

% periodo 2006-2011

% su totale periodo

2012-2016 % su totale Rank

Abruzzo 239 9,1 419 16,0 11 658 25,1 12 2.626 2,6 Basilicata 13 1,3 264 27,4 3 277 28,7 8 965 1,0 Calabria 70 2,6 273 10,3 19 343 13,0 21 2.647 2,6 Campania 520 7,2 795 11,1 18 1.315 18,3 18 7.174 7,2 Emilia-Romagna 486 7,4 1.474 22,5 5 1.960 29,9 5 6.548 6,5 Friuli-Venezia Giulia 222 11,6 448 23,5 4 670 35,1 3 1.908 1,9 Lazio 447 5,4 1.230 14,8 12 1.677 20,2 17 8.303 8,3 Liguria 142 4,8 999 33,4 2 1.141 38,2 1 2.989 3,0 Lombardia 1.521 8,6 3.610 20,4 8 5.131 29,0 7 17.705 17,7 Marche 264 8,8 633 21,0 7 897 29,7 6 3.016 3,0 Molise 27 4,3 87 13,7 15 114 18,0 19 635 0,6 Piemonte 742 9,8 1.378 18,2 10 2.120 28,0 9 7.573 7,6 Provincia Autonoma di Bolzano 232 18,2 119 9,4 21 351 27,6 10 1.272 1,3 Provincia Autonoma di Trento 84 7,9 108 10,1 20 192 18,0 19 1.069 1,1 Puglia 462 7,2 923 14,4 13 1.385 21,5 15 6.431 6,4 Sardegna 395 11,8 477 14,3 14 872 26,1 11 3.338 3,3 Sicilia 158 2,3 1.447 21,4 6 1.605 23,8 13 6.749 6,7 Toscana 635 8,8 984 13,7 15 1.619 22,5 14 7.200 7,2 Umbria 189 8,8 265 12,4 17 454 21,2 16 2.142 2,1 Valle d'Aosta 3 1,7 61 33,9 1 64 35,6 2 180 0,2 Veneto 1.225 12,8 1.922 20,2 9 3.147 33,0 4 9.534 9,5

Nord-Ovest 2.407 8,5 6.048 21,3 1 8.455 29,7 2 28.447 28,4 Nord-Est 2.248 11,1 4.071 20,0 2 6.319 31,1 1 20.330 20,3 Centro 1.535 7,4 3.112 15,1 4 4.647 22,5 3 20.660 20,7 Mezzogiorno 1.887 6,2 4.685 15,3 3 6.572 21,5 4 30.565 30,6 ITALIA 8.077 8,1 17.916 17,9

25.993 26,0 100.002 100,0

% su imprese 3-9 add. del macrosettore

84,2 Stima addetti coinvolti da pass. generaz. 37.299

82.736

120.035

*Il responsabile della gestione è l'imprenditore o il socio principale o un altro membro della famiglia proprietaria/controllante

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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7

La formazione on the job ai neoassunti nelle imprese artigiane

Secondo gli ultimi dati della rilevazione del Sistema Informativo Excelsior – realizzato da

Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro – al I trimestre 20155 le imprese

italiane dell’industria e dei servizi prevedono 132.780 assunzioni6 di cui 116.210 (87,5%) sono

assunzioni non stagionali; con riferimento a queste ultime si rileva che 73.300 unità (63,1%) sono

previste nelle piccole imprese fino a 49 dipendenti.

Nell’artigianato le assunzioni previste dalle imprese nel 20147 – ultimo dato disponibile – sono

77.600 di cui 52.790 (68,0%) sono assunzioni non stagionali. In particolare, si osserva che quasi

un terzo (32,4%) delle assunzioni non stagionali previste nel corso del 2014 dalle imprese artigiane

si concentra nel Mezzogiorno; seguono il Nord-Est (25,5%), il Nord-Ovest (23,4%) e il Centro

dove le assunzioni non stagionali rappresentano meno di un quinto del totale (18,8%).

Nel dettaglio regionale, il maggiore numero di assunzioni non stagionali di dipendenti si rileva in

Lombardia e nel Veneto rispettivamente con il 13,7% (7.210 unità) e l’11,1% (5.880 unità) del

totale; seguono l’Emilia-Romagna (9,4%, pari a 4.970 unità), la Sicilia (7,3%, pari a 3.870 unità) e

la Toscana (7,2%, pari a 3.820 unità). Complessivamente queste cinque regioni assorbono il 48,7%

del totale assunzioni non stagionali di dipendenti.

Con riferimento al 2014 si stima che per le 52.790 assunzioni non stagionali previste dalle imprese

artigiane, il valore della formazione on the job ai neoassunti ammonti a 1.371,8 milioni di euro,

pari allo 0,8% del valore aggiunto prodotto dall’artigianato.

Nello specifico, per la stima del valore economico della formazione ‘sul campo’ ai neoassunti

abbiamo considerato: i) le assunzioni non stagionali previste dalle imprese artigiane secondo

l’ultima indagine Excelsior, ii) le ore effettivamente lavorate per dipendente nel settore privato di

fonte Istat, iii) i dati Unioncamere-Tagliacarne sul valore aggiunto dell’artigianato, iv) il numero

degli addetti impiegati nelle imprese attive artigiane di fonte Istat e v) la quota di tempo del

personale dell'impresa dedicata al neoassunto per ripartizione rilevata da una indagine campionaria

in Confartigianato (2012).

La formazione ‘sul campo’ comprende, all’interno dell’attività lavorativa, l’affiancamento del

titolare, dei suoi collaboratori o dei dipendenti al nuovo assunto al fine di trasferire competenze e

sviluppare capacità utili per l’esercizio delle attività in azienda: nelle imprese artigiane in media il

42% del tempo del formatore è impiegato per l’affiancamento dei nuovi assunti.

A livello territoriale l’analisi evidenzia che la combinazione di un maggior numero di assunzioni

non stagionali di dipendenti e una più alta quota di tempo dedicato alla formazione del neoassunto

da parte del personale dell’impresa (47%) comporta che nel Mezzogiorno si concentri un terzo

(33,1%) del valore della formazione on the job pari a 453,4 milioni di euro, l’1,2% del valore

aggiunto prodotto nella ripartizione; segue il Nord-Est con 321,9 milioni di euro, pari al 23,5% del

valore totale della formazione, lo 0,7% del valore aggiunto, il Nord-Ovest con 317,7 milioni

(23,2%), pari allo 0,6% del valore aggiunto e il Centro, dove si concentra un quinto (20,1%) del

totale del valore del training on the job, pari 276,1 milioni di euro, lo 0,8% del valore aggiunto

prodotto.

Il dettaglio regionale rileva che in quattro regioni si concentra il 41,8% del valore della formazione

'sul campo' ai neoassunti nelle imprese artigiane: in queste regioni la formazione on the job vale

oltre 100 milioni di euro; in particolare spicca la Lombardia con 186,5 milioni di euro, pari al

5 L’indagine Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro svolta a cadenza trimestrale indica le previsioni di

assunzioni per il 1° trimestre 2015 rilevate nelle imprese intervistate dall’8 ottobre al 9 dicembre 2014 6 Le assunzioni previste interessano i lavoratori dipendenti, compresi i contratti a termine ed esclusi i lavoratori

interinali, i collaboratori a progetto, gli "altri" lavoratori non alle dipendenze e i tirocini/stage, retribuiti o meno 7 Assunzioni previste dalle imprese artigiane intervistate tra gennaio e aprile 2014

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13,6% del totale; seguono il Veneto con 138,1 milioni di euro (10,1%), la Toscana con 131,2

milioni di euro (9,6%) e l’Emilia-Romagna con 116,2 milioni di euro (8,5%).

La formazione on the job nell'artigianato per regione Anno 2014; valori assoluti e percentuali; ranking

Regione Assunzioni

non stagionali %

Valore formazione on the job (mln euro)

% Rank Incidenza sul

valore aggiunto

Abruzzo 1.730 3,3 46,2 3,4 12 1,2 Basilicata 780 1,5 25,3 1,8 17 1,7 Calabria 1.350 2,6 40,7 3,0 14 1,1 Campania 3.200 6,1 86,8 6,3 8 1,3 Emilia-Romagna 4.970 9,4 116,2 8,5 4 0,6 Friuli-Venezia Giulia 1.070 2,0 27,3 2,0 16 0,6 Lazio 3.150 6,0 85,3 6,2 9 0,9 Liguria 1.400 2,7 34,4 2,5 15 0,7 Lombardia 7.210 13,7 186,5 13,6 1 0,5 Marche 2.280 4,3 52,3 3,8 11 0,7 Molise 360 0,7 11,6 0,8 19 1,2 Piemonte 3.540 6,7 91,6 6,7 7 0,6 Puglia 3.690 7,0 93,0 6,8 6 1,2 Sardegna 2.110 4,0 53,5 3,9 10 1,4 Sicilia 3.870 7,3 97,2 7,1 5 1,2 Toscana 3.820 7,2 131,2 9,6 3 0,9 Trentino-Alto Adige 1.540 2,9 43,8 3,2 13 1,3 Umbria 660 1,3 14,5 1,1 18 0,5 Valle d'Aosta 180 0,3 5,0 0,4 20 0,9 Veneto 5.880 11,1 138,1 10,1 2 0,6

Nord-Ovest 12.330 23,4 317,7 23,2 3 0,6 Nord-Est 13.460 25,5 321,9 23,5 2 0,7 Centro 9.910 18,8 276,1 20,1 4 0,8 Mezzogiorno 17.090 32,4 453,4 33,1 1 1,2 ITALIA 52.790 100,0 1.371,8 100,0

0,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro e Unioncamere

Infine si rileva che in cinque anni, con riferimento al periodo 2010-2014, le imprese artigiane

hanno investito nella formazione 'sul campo' ai neoassunti in media 1.965,5 milioni di euro

all’anno, a conferma di quanto l’accumulazione del capitale umano sia un fenomeno consolidato in

azienda grazie all’affiancamento del titolare ai suoi collaboratori.

La formazione on the job nelle imprese artigiane in Italia

Anni 2010-2014; valori assoluti in milioni di euro

2.538,9

3.002,5

1.516,11.398,1 1.371,8

Media: 1.965,5 mln

500,0

1.000,0

1.500,0

2.000,0

2.500,0

3.000,0

3.500,0

2010 2011 2012 2013 2014

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro e Unioncamere

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A livello provinciale8 si osserva che le assunzioni non stagionali previste nel corso del 2014 dalle

imprese artigiane superano le 1.000 unità in 11 territori su 99, rappresentando complessivamente il

28,2% del totale nazionale. In particolare spicca la provincia di Roma con 2.140 assunzioni non

stagionali di lavoratori dipendenti, pari al 4,1% del totale; seguono le province di Milano (1.810

assunzioni, pari al 3,4%), Torino (1.640 assunzioni, pari al 3,1%), Brescia (1.410 assunzioni, pari

al 2,7%), Verona (1.260 assunzioni, pari al 2,4%), Napoli (1.200 assunzioni, pari al 2,3%),

Vicenza (1.120 assunzioni, pari al 2,1%), Padova (1.110 assunzioni, pari al 2,1%), Treviso (1.100

assunzioni, pari al 2,1%), Bologna (1.070 assunzioni, pari al 2,0%) e Firenze (1.040 assunzioni,

pari al 2,0%).

Come già evidenziato, nel 2014 la formazione 'sul campo' ai neoassunti nelle imprese artigiane vale

1.371,8 milioni di euro. Nel dettaglio, le province dove l’investimento in formazione on the job da

parte degli imprenditori è maggiore sono Roma con 54,4 milioni di euro pari al 4,0% del totale

nazionale; seguono Milano (45,5 milioni, pari al 3,3%), Torino (40,8 milioni, pari al 3,0%),

Brescia (34,4 milioni, pari al 2,5%), Firenze (31,2 milioni, pari al 2,3%), Napoli (30,2 milioni, pari

al 2,2%), Bolzano (30,1 milioni, pari al 2,2%) e Verona (28,5 milioni, pari al 2,1%).

Complessivamente in queste province si concentra oltre un quinto (21,5%) del valore della

formazione ‘sul campo’ ai neoassunti nelle imprese artigiane.

Le otto province* per maggiore investimento in formazione on the job nelle imprese artigiane

Anno 2014; incidenza % sul totale valore formazione on the job superiore al 2,0%

4,0

3,3

3,0

2,5

2,32,2 2,2

2,1

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

Roma Milano Torino Brescia Firenze Napoli Bolzano Verona

*I dataset provinciali disponibili presentano dei disallineamenti: sono, infatti, escluse alcune province di più recente costituzione (la provincia di Barletta-Andria-Trani e le ultime quattro province della Sardegna) pertanto è stata creata la 'metaprovincia' di Bari&Foggia – che comprende Bari e Foggia nei loro attuali confini e la provincia

di Barletta-Andria-Trani – e per la Sardegna è stato utilizzato il dato regionale. Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro e Unioncamere

8 I dataset provinciali disponibili presentano dei disallineamenti e non consentono l’elaborazione per tutti i territori.

Nell’indagine Excelsior sono, infatti, escluse alcune province di più recente costituzione (la provincia di Barletta-

Andria-Trani e le ultime quattro province della Sardegna); pertanto è stata creata la 'metaprovincia' di Bari&Foggia –

che comprende Bari e Foggia nei loro attuali confini e la provincia di Barletta-Andria-Trani – mentre per la Sardegna

è stato utilizzato il dato regionale.

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La formazione on the job nell'artigianato per provincia* 1/2 Anno 2014; valori assoluti e percentuali; ranking

Provincia Assunzioni

non stagionali %

Valore formazione on the job (mln euro)

% Rank Incidenza sul

valore aggiunto

Agrigento 410 0,8 11,0 0,8 48 1,7 Alessandria 310 0,6 8,4 0,6 62 0,5 Ancona 500 0,9 11,9 0,9 39 0,7 Aosta 180 0,3 5,0 0,4 79 0,9 Arezzo 480 0,9 16,9 1,2 28 1,1 Ascoli Piceno 270 0,5 6,2 0,5 70 0,8 Asti 210 0,4 5,6 0,4 79 0,6 Avellino 370 0,7 11,9 0,9 39 1,4 Bari&Foggia 2.010 3,8 48,5 3,5 3 1,1 Belluno 160 0,3 4,5 0,3 87 0,4 Benevento 280 0,5 8,2 0,6 62 1,6 Bergamo 780 1,5 19,8 1,4 19 0,4 Biella 130 0,2 3,6 0,3 87 0,5 Bologna 1.070 2,0 26,7 1,9 11 0,7 Bolzano 820 1,6 30,1 2,2 8 2,2 Brescia 1.410 2,7 34,4 2,5 6 0,6 Brindisi 460 0,9 13,2 1,0 30 1,6 Caltanissetta 150 0,3 3,8 0,3 87 1,0 Campobasso 280 0,5 9,3 0,7 54 1,3 Caserta 400 0,8 10,7 0,8 48 1,2 Catania 720 1,4 18,6 1,4 19 1,1 Catanzaro 280 0,5 9,2 0,7 54 1,2 Chieti 390 0,7 11,2 0,8 48 1,0 Como 530 1,0 13,4 1,0 30 0,6 Cosenza 470 0,9 13,7 1,0 30 1,1 Cremona 270 0,5 7,6 0,6 62 0,5 Crotone 170 0,3 5,5 0,4 79 1,6 Cuneo 520 1,0 13,5 1,0 30 0,5 Enna 160 0,3 4,1 0,3 87 1,2 Fermo 400 0,8 8,3 0,6 62 0,8 Ferrara 250 0,5 5,9 0,4 79 0,5 Firenze 1.040 2,0 31,2 2,3 7 0,9 Forlì-Cesena 610 1,2 14,0 1,0 30 0,7 Frosinone 390 0,7 13,7 1,0 30 0,9 Genova 760 1,4 17,5 1,3 21 0,8 Gorizia 110 0,2 3,6 0,3 87 0,8 Grosseto 200 0,4 8,6 0,6 62 1,1 Imperia 260 0,5 6,9 0,5 70 0,9 Isernia 80 0,2 2,4 0,2 98 1,0 L'Aquila 630 1,2 17,2 1,3 21 2,1 La Spezia 210 0,4 5,3 0,4 79 0,7 Latina 350 0,7 9,2 0,7 54 0,8 Lecce 940 1,8 23,4 1,7 16 1,2 Lecco 260 0,5 7,1 0,5 70 0,5 Livorno 270 0,5 12,0 0,9 39 1,2 Lodi 130 0,2 3,8 0,3 87 0,5 Lucca 370 0,7 15,0 1,1 29 0,9 Macerata 570 1,1 13,1 1,0 30 0,8 Mantova 360 0,7 10,0 0,7 54 0,5 Massa-Carrara 160 0,3 4,8 0,3 87 0,7 Matera 270 0,5 7,3 0,5 70 1,7 *I dataset provinciali disponibili presentano dei disallineamenti: sono, infatti, escluse alcune province di più recente costituzione (la provincia di Barletta-Andria-Trani e le ultime quattro province della Sardegna) pertanto è stata creata la 'metaprovincia' di Bari&Foggia – che comprende Bari e Foggia nei loro attuali confini e la provincia di Barletta-Andria-Trani – e per la Sardegna è stato utilizzato il dato regionale.

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro e Unioncamere

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04/06/2015

Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

Elaborazione Flash Ufficio Studi Confartigianato Imprese - Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma

www.confartigianato.it - sezione ‘Ricerche e Studi’ @Confartigianato

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La formazione on the job nell'artigianato per provincia* 2/2 Anno 2014; valori assoluti e percentuali; ranking

Provincia Assunzioni

non stagionali %

Valore formazione on the job (mln euro)

% Rank Incidenza sul

valore aggiunto

Messina 760 1,4 18,4 1,3 21 1,5 Milano 1.810 3,4 45,5 3,3 4 0,6 Modena 940 1,8 20,9 1,5 17 0,6 Monza e Brianza 210 0,4 5,2 0,4 79 0,2 Napoli 1.200 2,3 30,2 2,2 8 1,2 Novara 460 0,9 12,2 0,9 39 0,9 Padova 1.110 2,1 26,5 1,9 11 0,6 Palermo 680 1,3 17,4 1,3 21 1,1 Parma 510 1,0 11,8 0,9 39 0,7 Pavia 400 0,8 12,5 0,9 39 0,6 Perugia 530 1,0 11,2 0,8 48 0,5 Pesaro e Urbino 540 1,0 12,8 0,9 39 0,7 Pescara 260 0,5 6,5 0,5 70 0,8 Piacenza 250 0,5 6,1 0,4 79 0,5 Pisa 280 0,5 9,4 0,7 54 0,6 Pistoia 260 0,5 10,3 0,7 54 0,8 Pordenone 240 0,5 6,3 0,5 70 0,5 Potenza 510 1,0 18,0 1,3 21 1,7 Prato 510 1,0 13,9 1,0 30 1,4 Ragusa 280 0,5 6,9 0,5 70 0,9 Ravenna 490 0,9 12,6 0,9 39 0,8 Reggio Calabria 300 0,6 8,5 0,6 62 0,9 Reggio Emilia 540 1,0 12,1 0,9 39 0,5 Rieti 100 0,2 3,1 0,2 98 0,7 Rimini 330 0,6 7,1 0,5 70 0,5 Roma 2.140 4,1 54,4 4,0 1 0,9 Rovigo 250 0,5 6,4 0,5 70 0,6 Salerno 950 1,8 26,1 1,9 11 1,4 Savona 170 0,3 4,5 0,3 87 0,4 Siena 260 0,5 9,2 0,7 54 1,0 Siracusa 330 0,6 9,4 0,7 54 1,5 Sondrio 360 0,7 10,7 0,8 48 1,1 Taranto 280 0,5 8,2 0,6 62 1,0 Teramo 450 0,9 11,5 0,8 48 1,1 Terni 130 0,2 3,3 0,2 98 0,4 Torino 1.640 3,1 40,8 3,0 5 0,6 Trapani 370 0,7 7,6 0,6 62 1,1 Trento 710 1,3 17,6 1,3 21 0,8 Treviso 1.100 2,1 24,8 1,8 15 0,7 Trieste 160 0,3 4,0 0,3 87 0,8 Udine 560 1,1 13,6 1,0 30 0,6 Varese 700 1,3 17,8 1,3 21 0,6 Venezia 900 1,7 21,1 1,5 17 0,7 Verbano-Cusio-Ossola 180 0,3 4,5 0,3 87 0,7 Vercelli 110 0,2 3,4 0,2 98 0,5 Verona 1.260 2,4 28,5 2,1 10 0,8 Vibo Valentia 140 0,3 4,5 0,3 87 1,4 Vicenza 1.120 2,1 26,0 1,9 11 0,6 Viterbo 180 0,3 5,0 0,4 79 0,5 Sardegna 2.110 4,0 53,5 3,9 2 1,4 Italia 52.790 100,0 1.371,8 100,0

0,8

*I dataset provinciali disponibili presentano dei disallineamenti: sono, infatti, escluse alcune province di più recente costituzione (la provincia di Barletta-Andria-Trani e le ultime quattro province della Sardegna) pertanto è stata creata la 'metaprovincia' di Bari&Foggia – che comprende Bari e Foggia nei loro attuali confini e la provincia di Barletta-Andria-Trani – e per la Sardegna è stato utilizzato il dato regionale.

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro e Unioncamere

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04/06/2015

Valore artigiano e trasmissione del capitale umano: passaggio generazionale e training on the job

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Riferimenti e fonti dati

CONFARTIGIANATO (2012), Il valore del training on the job nell’artigianato

CONFARTIGIANATO (2015), Nutrire la piccola impresa, energia per la crescita. 10° Rapporto

annuale, Assemblea del 20 maggio

ISTAT (2014), La struttura del costo del lavoro in Italia. Anno 2012

ISTAT (2014b), Struttura e competitività delle imprese industriali e dei servizi. Anno 2012

ISTAT (2015), Datawarehouse del Censimento dell’industria e dei servizi 2011

ISTAT (2015b), I. Stat, datawarehouse delle statistiche

UNIONCAMERE-MINISTERO DEL LAVORO (2014), Sistema Informativo Excelsior 2014

UNIONCAMERE (2014), Rapporto Unioncamere 2014 - Appendice statistica