Egitto cammelli

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Al mercato di Shalatin testi NICOLETTA SOMMA foto di STEFANO POGNANT GROS @@@Egitto cammelli.qxd 29/09/2004 11.17 Pagina 46

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Al mercato di Shalatintesti NICOLETTA SOMMA foto di STEFANO POGNANT GROS

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Egitto

Esiste un Mar Rosso diverso da Sharm El Sheikh, dalla luccicante Na'ama Bay, dove gli alberghi di lus-so, i locali alla moda, i negozietti straripanti di souvenir sono pronti a soddisfare ogni desiderio del turi-sta. Esiste un Egitto meno famoso delle Piramidi di Giza, del Museo del Cairo e delle crociere sul Nilo.Esiste un luogo dove i gruppi accompagnati da guide che snocciolano spiegazioni in bilico tra nozioni-smo e curiosità non sono ancora arrivati in massa. Esiste un posto nella millenaria terra dei faraoni doveil tempo si è fermato: si chiama Berenice. Isolata, remota, intatta, quasi al confine con il Sudan e a pochichilometri da Shalatin, un mercato dove da sempre le tribù beduine contrattano, vendono e compranosei giorni alla settimana. I protagonisti di questo rituale, con un'origine che si perde nella notte dei tem-pi, sono le “navi del deserto”: i cammelli. In barba alla zoologia, secondo la quale sarebbero in realtà dro-medari, qui tutti si ostinano a definirli così.

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Shalatin da sempre è ilmercato dei cammelli enon è facile trovare in-formazioni precise suquesto avamposto,

aperto al turismo solo dal 1999.Le uniche notizie certe riguarda-no le diatribe sulla striscia di ter-ritorio tra le autorità egiziane esudanesi, mentre le poche altrereperibili spesso si contraddico-no palesemente. Nemmeno lagrafia del nome ha il dono del-l'univocità: si spazia, non senzaun certo sconforto, da Bir Shala-tein, a Shalatayn, a El Shalatinfino a Shelatin. Ma forse è giustocosì. Shalatin è da vedere, dascoprire con gli occhi e con l'ani-ma, lasciando a casa l'idea delviaggio con la guida alla mano.L'unica cosa da portare con sé èla capacità di emozionarsi, diaprirsi a un mondo completa-mente diverso da quello in cuiviviamo ogni giorno e magari difermarsi a riflettere.

Arrivando, il caldo e la luceabbagliante del sole confondono.Si scorge solo una distesa di sab-bia, interrotta da un recinto tra il

In alto: Ahmed,10 anni, ogni

giorno accompa-gna suo padre almercato dei cam-melli di Shalatin;il suo compito ècustodire i docu-menti e registrarele vendite dei capiA fianco: nei dise-

gni (come nellavita) di Ahmed,

i dromedari, sonoprotagonisti asso-luti; il suo tratto

sintetico ma moltorealistico, ricordai graffiti preistorici

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marrone e l’ocra dentro il qualesono radunati i cammelli.

Fuori da questo perimetroviene "siglata" la vendita, dopoun attento esame di età, condi-zioni fisiche e peso, elementodeterminante per stabilire ilprezzo: un cammello può costa-re da 500 a 1.000 euro e oltre.C'è chi dice che sia il maschio avalere di più, ma non manca chisostiene esattamente il contrario.Durante le estenuanti contratta-zioni i beduini masticano un'er-ba, pare una droga leggera simileal qat yemenita, per calmare inervi e resistere stoicamente alcaldo, alla fame e alla sete.

A controllare il mercato è latribù araba e nomade dei Ras-hayda, i quali però appaltano aiBishari il trasporto, oggi realizza-to da camion: una straordinariainversione di ruoli, visto che unavolta erano solo i cammelli a tra-sportare le merci e a percorrerelunghi tragitti nel deserto. Lerazze commerciate sono quellebishara, appunto, somala e suda-nese. All'interno delle mura delmercato le bestie sono stipate:

una sorta di recinto dove domi-na un odore acre, inasprito dallegrida dei mercanti che control-lano, bastone alla mano, le inu-tili fughe degli animali. Moltihanno una zampa legata, tuttisono marchiati e dunque hannogià un padrone.

I beduini di Shalatin non di-sdegnano la fotografia: per i po-chi turisti si mettono in posasorridenti accanto agli esemplari

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In alto: un mercantemostra la dentaturadi uno dei suoi capi Sotto: mentre gli uomini sono al mercato le donne beduine si occupano della famiglia

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All'interno del recinto del mercato di Shalatin, i dromedari in fila come tante sentinelle, la zampa legata, aspettano il loro turno per la contrattazione.

Età e peso sono fra gli elementi fondamentali per determinare il prezzo di un esemplare,

che può anche superare i mille euro

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più tranquilli, che con quellabuffa espressione e le lunghe ci-glia sembrano anch'essi fissarel'obiettivo. Fanno aprire la boccaai loro cammelli, per mostrarneorgogliosi agli astanti la dentatu-ra, mentre a gesti chiedono diesaminare da vicino “l'interes-sante apparecchio”.

Camminando, si incrocianogli occhi scuri e profondi dellagente. Occhi che ti scavano den-tro, che sembrano spogliarti diogni sicurezza. E non sono soloquelli degli adulti, ma anchequelli di un bambino a suscitarequesta strana sensazione, a stre-garci obbligandoci a guardarloin silenzio. Ahmed ha dieci annie tutti i giorni accompagna ilpadre al mercato di Shalatin. Ilsuo compito è custodire i docu-menti degli animali e registrarnele vendite. Sorride, si avvicina eci invita a seguirlo.

Con lui raggiungiamo la zonadove i quadrupedi attendono dipartire verso la loro sorte: conti-nuare a servire i beduini nel de-serto, diventare un’attrazionenelle località turistiche o finire almacello (corre voce che la zuppadi zampa di cammello possiedadoti afrodisiache, ma solitamentela carne rientra nella dieta quoti-diana). Abbandonando l’area diraccolta, entriamo nel mercato enel villaggio vero e proprio: an-che qui le lancette dell'orologiocorrono indietro. Le casupoledegli abitanti, nelle tonalità del-l'azzurro, del verde e del marro-

ne, danno la sensazione di caderea un improbabile e lieve soffio divento. Si distingue in lontananzauna costruzione diversa dalle al-tre: è l'albergo, l'unico, dove gliacquirenti o i commercianti pos-sono sostare. Spariti magicamen-te i cammelli, qui imperversanopecore, caprette e asini che trai-nano carretti colmi di merci.

È qui che i beduini “fanno laspesa”. Una specie di centrocommerciale dove spuntano co-me funghi le botteghe: il macel-laio, il barbiere che espone le fo-to delle acconciature alla moda,empori con tappeti e stoffe, ma-gliette, pentolame, sedie di pla-stica, frutta, verdura e addiritturaelettrodomestici. Il tutto finiscepoi accatastato con perizia geo-metrica - o quasi - su camion sulpunto di scoppiare per il caricoeccessivo. Colpisce i nostri sensiil profumo di cibo, invitante madi identità indefinibile, prove-niente da un bar, mentre dal “ca-sinò”, dove si guarda anche la te-levisione, le note della musicalocale evidenziano in modo stri-dente la contemporaneità.

Usciti dal bazar, si torna aicammelli. In fila, come tantesentinelle, la zampa legata, sonoancora lì ad aspettare il loroturno. Alcuni animali sono di-stesi a terra, stremati per la pau-ra e la fatica. Uno spettacolodrammatico, ma distogliere losguardo non serve a molto:questa è la vita quotidiana neldeserto, un ambiente estremoche impone regole dure.

Con Ahmed le parole non so-no necessarie: a cenni ci invitanella sua casa, una tenda beduinain mezzo al nulla, dove conoscia-mo il padre, il viso scuro checontrasta con il bianco della ga-labia, disseminato di rughe pro-fonde, segni di una vita trascorsa

In senso orario:un dromedario vienecaricato su un camion;a Shalatin si fa anchela spesa, dal macellaioagli elettrodomestici; operazioni di carico molto impegnative

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mentre Ahmed si allontana perradunare il piccolo gregge di pe-core disperse nel sole e nella sab-bia. Osserviamo in silenzio illento e preciso lavoro di questadonna, domandandoci come sia-no le sue giornate.

Tutto quello che abbiamo perringraziarla dell’ospitalità sonoun paio di penne, che vengonoricambiate con due fogli di car-ta. Li prendiamo stupite e incu-riosite: vi sono raffigurati cam-melli e alcune persone. Il trattoricorda quello dei graffiti prei-storici, allo stesso tempo sinte-tico e realistico. La barriera lin-guistica incredibilmente nonimpedisce la comunicazione: cifa capire che quelli sono disegni

sotto il sole in lotta con una na-tura difficile. Prepara il caffè,secondo un rito di ospitalitàche affonda le sue radici nel-l’antica cultura beduina.

Sediamo su un tappeto, sor-seggiando una bevanda scura chenon ha nulla dei sapori cono-sciuti, ma piacevole, profumata earomatica, mentre una caprettabianca e nera ci osserva incurio-sita. Dopo il caffè, con il tacitoconsenso dal capo famiglia solole donne del nostro gruppo pos-sono seguire Ahmed nella tendadella madre, una ragazza moltogiovane intenta a intrecciare per-line colorata su una borsa.

Fa segno con un sorriso gentiledi accomodarci accanto a lei,

Sotto: la bottegadi un ortolano nel bazar di ShalatinPagina a fianco,

in alto: i dromedarinel recinto dove si

svolgono i controlliprima della vendita;

in basso: alla finedella giornata si fanno i conti

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di suo figlio e rappresentano glianimali del mercato di Shalatin,il padre sul dorso del cammelloe lui da grande.

Il sole sta calando dietro le du-ne, in controluce fra i rami di unalbero il tramonto. Ascoltiamo ilsilenzio del deserto, avvolti dauna solitudine serena che invita aripensare alla straordinaria giorna-ta che sta per finire e a questoluogo, così carico di profondità,così suggestivo e distante da quel-lo in cui viviamo ogni giorno. Maadesso è più vicino, per le emo-zioni che ci ha dato, per i disegniche abbiamo fra le mani e perchéquel bambino che corre nel deser-to ha al polso il mio braccialettinodi cotone colorato.

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Una ragazzaattende la finedelle contrattazioni

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Nel deserto l’ospitalità rappresenta un valore molto importante. Dalla tostatura dei chicchi alla tazzina, la preparazione del caffè segue precise

regole, secondo un rituale che affonda le sue radici nell’antica cultura beduina

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Berenice è attualmente la più meridionale frale località della costa egiziana raggiunte dalturismo. Doppiato il promontorio di Ras Ma-nas i fondali ancora vergini di questo tratto diMar Rosso al confine con il Sudan garantisco-no immersioni indimenticabili. A cominciaredalla leggendaria isola di Zabargad, evocatri-ce di sogni e di mistero. Già nel passato Plinioil Vecchio, nella sua “Naturalis Historia”, nar-ra di un’isola nel Mar Rosso a trecento stadidal continente di nome Topazos, nota per l’e-strazione delle preziose “pietre verdi”, dap-prima confuse con i topazi e in seguito ricono-sciute come olivine. L’isola originata dalmovimento tettonico creatosi fra le zolle conti-

nentali asiatiche e africane, per millenni haospitato miniere per l’estrazione di questi cri-stalli che hanno creato cavità ancora oggi visi-bili lungo i versanti dell’isola. Chiusa al turi-smo per diversi anni, dal maggio del 1998Zabargad, insieme con le Brothers e DedalusReef, è stata inclusa dal governo egiziano inun parco marino e terrestre con la finalità dipreservarne la straordinaria bellezza. Uno deipanorami più suggestivi dell’isola si ammirasul versante meridionale, dove un’ampia lagu-na incorniciata da una spiaggia bianchissimaè lambita da un mare dai riflessi color smeral-do. A un miglio da Zabargad è situata la pic-cola Rocky Island, un’isola calcarea che s’in-

MARROSSO

Quseir

MarsaAlam

Berenice

Dedalus

Elphinstone

Sha’ab Samadai

Sha’ab Claudio

Zabargad

Rocky Island

Ecco le caratteristiche tecniche dei migliori punti di immersionedel tratto di Mar Rosso fra Berenice e il confine con il Sudan.

Zabargad - profondità 10-40 metri, per espertiDedalus - profondità 1-40 metri, per espertiSha’ab Claudio - profondità 10-15 metri, per principiantiRocky Island- profondità 1-40 metri, per espertiSaint John - profondità 1-40 metri, difficoltà mediaSha’ab Mahrus - profondità 17-40 metri, difficoltà media

LE IMMERSIONI PIU’ BELLE DI BERENICE

Berenice, i fondali segreti del Mar Rosso

G. M

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rini (

2)

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nalza appena dal mare, ma con fondali checadono ripidi a più di mille metri di profondi-tà per offrire ai subacquei una tra le espe-rienze più entusiasmanti che si possano vive-re in Mar Rosso. Da questo balcone naturale,che si affaccia sul blu profondo si può osser-vare un continuo passaggio di branchi di pe-sce pelagico e, soprattutto, di squali che ingran numero simuovono tran-quilli e per nien-te intimoriti dal-la presenza deisubacquei. Pri-ma del confinecon il Sudan siapre, infine, unavasta zona dicoralli, indicatasulle carte nauti-che con il nomedi Saint John:un esteso bancocorallino ricco direef af f iorant iche s’innalzanoverticali da pro-

fondità abissali. Frequentata dai subacqueisolamente da pochi anni, quest’area offrefondali ancora totalmente vergini con innu-merevoli e indimenticabili possibilità d’immer-sione, come quella di Sha’ab Mahrus dove lavarietà e la quantità di pesce presente lungotutti i versanti della barriera è indescrivibile.Uno degli incontri più emozionanti che si pos-

sono fare da que-ste parti è quellocon un grandeCarcharhinus lon-gimanus, unesemplare incon-fondibile di squa-lo Pinna BiancaOceanico presso-ché stanziale inquesta zona eche, spinto dauna “particolare”curiosità, è solitoposizionarsi pro-prio sotto la chi-glia delle barche.

Foto e testi di G. Mesturini

LAHAMI BAY BEACH RESORT- BERENICEUnica struttura nella zona, a circa 30 km dalle rovine di Berenice: è il Lahami Bay Beach Resort,un gioiello proposto in esclusiva da Turisanda, tra deserto, sabbia, mare e una bella barrieracorallina. Se cercate discoteche e vita mondana non è probabilmente il posto che fa per voi. IlLahami è immerso nella natura, il silenzio ha la meglio in questo luogo dove è possibile farelunghe passeggiate senza incontrare nessuno, a parte la popolazione locale e qualche drome-dario. Si cena a lume di candela e per terminare la serata si può sorseggiare the o caffè nel-l’angolo beduino ricreato sulla spiaggia. Con uno spettacolo in cui le attrici sono le stelle. N. S.(Fino al 31 ottobre quote a partire da 949 euro a persona in camera doppia con trattamento dimezza pensione, a partire da 909 euro nel mese di novembre).

S. P

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IN PRATICAForma di governo Repubblica presidenziale.Presidente: Mohammed Husni Mubarak

Capitale e fuso orarioIl Cairo+1 rispetto all’Italia

Popolazione 69.5 milioni di abitanti (ber-beri, beduini e nubiani)

LinguaLa lingua ufficiale è l’arabo,l’inglese è molto diffuso enei luoghi turistici numeroseguide parlano italiano

SaluteNessuna vaccinazione obbli-gatoria. È consigliabile con-sumare solamente acqua ebevande in bottiglia

DocumentiPassaporto con validità di al-meno 6 mesi dalla data dipartenza e visto di ingressoestendibile fino a un mesedi permanenza

TelefonoDall’Italia prefisso internazio-nale 0020 + prefisso locale.Attualmente a Berenice i i cellulari gsm italiani nonfunzionano

Moneta Lira Egiziana (1 Euro = 4,5Lire Egiziane circa). Non èesportabile, conservare le ricevute di cambio per la riconversione nella monetad’origine. Mance gradite.

IN PRATICAClimaLe coste del Mar Rosso egi-ziano sono caratterizzate daun clima caldo secco, maventilato, che rende soppor-tabili le elevate temperatureestive. Le notti sono general-mente fresche.

Religione94% musulmani, 6% cristia-ni. Religione, politica e cultu-ra rappresentano per il mon-do musulmano un’unicarealtà, molto diversa daquella europea ma che deveessere compresa per evitarespiacevoli difficoltà. E’ oppor-tuno osservare il massimo rispetto per i luoghi di cultoe domandare sempre il per-messo prima di fotografarele persone, soprattutto se disesso femminile

Numeri utili e internetAmbasciata d’Egitto tel. 06 8440191 (per rilasciovisti tel. 06 84241896)Consolato Generale d’Egittotel. 02 29516360http://touregypt.net sito ufficiale del Ministerodel turismo egiziano (ingl.)www.goredsea.com(anche in italiano)

Bibliografia“Mar Rosso le meraviglie delmondo sommerso”di A.Ghisotti, Ed. Bonechi;“Mar Rosso” di G. Mesturini,Ed.Touring Club Italiano“Coralli e Deserto” di G. Guadalupi e G. Mesturini,Ed.White Star

L’antica città di BereniceNon lontano da Shalatin, sorgono le rovine dell’anti-ca città di Berenice, a circa 300 km a est di Assuan (incantiere c’è infatti l’idea di una strada di collegamentotra le due) e a 800 km circa da Suez. Fondata nel 275a.C. da Tolomeo II Filadelfo e così chiamata in onoredella madre Berenice I, rappresentava un nuovo portostrategico per i Tolomei dove imbarcare gli elefanticatturati negli attuali territori dell’est del Sudan, del-l’Eritrea e dell’Etiopia, dal momento che i Seleucidi,dinastia macedone regnante in Asia, avevano bloccatol’importazione degli animali di origine indiana. Inepoca romana Berenice divenne un emporio com-merciale: da qui si inviavano ad Alessandria e Romaspezie, mirra, incenso, perle e tessuti. La scoperta delsito data al 1818 a opera di Giovanni Belzoni, lo stes-so che individuò l’ingresso della Piramide di Chefren.Gli scavi, concentrati prevalentemente sul tempio de-dicato a Serapide, divinità greco-egizia introdotta daTolomeo I, sono tutt’ora in corso da parte di una mis-sione promossa dalla “Netherlands Foundation forScientific Research” e da studiosi dell’università diDelaware (Usa) e di Leida. Al momento, però, il sitoè chiuso al pubblico. Una curiosità: oltre a Berenicesul Mar Rosso (detta Trogloditica, appellativo datoledai Tolomei) esistono una Berenice Cirenaica, nel-l’attuale Libia, e una Berenice Pancrisia, in località alAllaqi (Deraheib), nel deserto sudanese, dove prossi-mamente dovrebbero iniziare le opere di scavo.

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