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K.R. RAVINDRAN (R.C. COLOMBO, SRI LANKA) PRESIDENTE INTERNAZIONALE PAOLO PASINI (R.C. RIMINI) GOVERNATORE DISTRETTO 2072 PERIODICO DI INFORMAZIONE RISERVATO AI SOCI • Numero 3 • Giugno 2016 MARIO MIRABELLI PRESIDENTE ROTARY CLUB SASSUOLO “ROTARY, CONDIVIDERE EMOZIONI” Anno Rotariano 2015/2016 “SASSUOLO FIORANO FORMIGINE MARANELLO” Segreteria del Club: c/o Rist. Cavallino,Via Abetone Inferiore 1 41053 Maranello (MO) [email protected] In redazione: Simone Ricci, Guido Lasagni, Giulia Tabanelli, Luca Silingardi www.rotarysassuolo.it DONAZIONE DI UN DEFIBRILLATORE ALLA POLISPORTIVA MASSESE

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K.R. RAVINDRAN(R.C. COLOMBO, SRI LANKA)PRESIDENTE INTERNAZIONALE

PAOLO PASINI(R.C. RIMINI)

GOVERNATORE DISTRETTO 2072

PERIODICO DI INFORMAZIONE RISERVATO AI SOCI • Numero 3 • Giugno 2016

MARIO MIRABELLIPRESIDENTE ROTARY CLUB SASSUOLO

“ROTARY, CONDIVIDERE EMOZIONI”

Anno Rotariano2015/2016

“SASSUOLO FIORANO FORMIGINE MARANELLO”

Segreteria del Club: c/o Rist. Cavallino, Via Abetone Inferiore 1 41053 Maranello (MO) [email protected] redazione: Simone Ricci, Guido Lasagni, Giulia Tabanelli, Luca Silingardi

www.rotarysassuolo.it

DONAZIONE DI UN DEFIBRILLATORE ALLA POLISPORTIVA MASSESE

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di Mario Mirabelli

Editorialedel Presidente

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Un tutt’uno con gli amici francesi.

Un atto di gemellaggio tra Club Rotariani ha come principale azione quella di promuovere incontri periodici regolari, preferibilmente an-nuali, fra i membri dei due Club, da realizzare alternativamente presso le rispettive sedi, al fine di meglio conoscere la situazione sociale, culturale ed economica, nonché l’ambiente di vita dei membri del Club gemellato ed al fine di favorire le relazioni e l’amicizia personale tra i membri dei due Club.

L’idea di promuovere e mantenere questo ge-mellaggio nato 32 anni fa si basa sulla volontà di fare uso opportuno di tutti gli strumenti messi a disposizione dal Rotary per favorire le relazioni umane fra persone aventi un co-mune sentire, al fine di rendere alla collettività un servizio migliore.

Se uno degli scopi più ambiziosi del nostro prestigioso sodalizio è quello di “lanciare ponti fra i popoli” per promuovere a livello mondiale migliori relazioni per favorire la comprensione, la collaborazione e la convivenza pacifica, in questo caso lo scopo è stato raggiunto.

Questo gemellaggio, consueto piacevole ed importante momento di confronto con men-talità e costumi che, seppur accomunati dal rispetto dei valori rotariani, sono giustamente differenti e possono rappresentare una fonte importante di reciproco arricchimento cul-turale ed umano.

In questi ultimi cinque anni, abbiamo avuto in Emilia, nella nostra zona in particolare, un terremoto ed una alluvione.

Voi avete avuto una terribile alluvione.

Non c’è stato bisogno di chiedere ma ci siamo aiutati in maniera naturale così come la grande famiglia del Rotary dice di fare e così come il nostro oramai storico gemellaggio ha saputo fare in questi anni.

Noi siamo onorati di questo gemellaggio, personalmente mi piace sempre immaginare che sia ogni volta l’inizio di una azione che si svolge poi nei nostri territori. Questo è lo spirito di servizio, che per noi resterà sempre forte.

Se crediamo nello spirito di servizio, nell’amicizia, crediamo nel rispetto degli uomini e delle donne, nella tolleranza e nella libertà di essere quello che ciascuno di noi desidera essere.

Questo è quello che noi intendiamo come spirito rotariano ampiamente condiviso con voi nostri amici.

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selezione fotografica a cura di Giulia Tabanelli

GemellaggiPassati

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Una vitada doppiatore

pag. 4

“Il vero obiettivo del mio lavoro è renderlo invisibile”. Così ha raccontato David Chevalier, attore e doppiatore italiano che è stato nostro ospite nella prima conviviale di gennaio. Un mestiere estremamente delicato, che richiede anni di impegno e studio, in cui la scuola italiana è riconosciuta come essere la migliore al mondo. Il doppiaggio è fondamentale per poter distribuire film stranieri nel nostro Paese ed è importante che esso venga fatto professionalmente e nel modo migliore possibile.

David ha all’attivo oltre 300 film e 100 telefilm: figlio dell’attore e doppiatore Roberto Chevalier, inizia la sua attività di doppiaggio all’età di otto anni. È la voce ufficiale degli attori Ashton Kutcher e Jason Biggs, inoltre presta la sua voce nelle serie televisive “Una mamma per amica” e “Supernatural”. Ha anche doppiato Rob-ert Pattinson nel film “Harry Potter e il calice di fuoco” e Taylor

Lautner nel ruolo di Jacob nei vari film della serie cult della saga di Twilight. Ha doppiato Tom Hiddleston nei film dell’universo Marvel come Thor e The Avengers, James McAvoy in L’ultimo re di Scozia, Shia LaBeouf in Constantine, Orlando Bloom in Black Hawk Down, Emile Hirsch in La ragazza della porta accanto e molti altri. Recentemente ha doppiato l’attore Adam Driver che interpreta Kylo Ren nel film Star Wars il Risveglio della Forza.

“Cerco sempre di seguire ciò che fa l’attore mentre faccio il doppiaggio” ha affermato Chevalier “imitandone anche i movimenti e le gestualità”. “Quella dei doppiatori non è una casta, ma è molto frequente trovare doppiatori che sono figli di ex doppiatori, come nel mio caso. E’ come il lavoro dell’artigiano, che si tramanda. Mio padre non mi ha mai agevolato – ha sottolineato David – ma i continui studi in dizione e recitazione e quindi essere a mia volta attore, aiuta a perfezionarmi”. Una delle cose che ha colpito di più i soci è il fatto che, fino al momento in cui non si entra in studio di registrazione, il doppiatore non conosce quali battute dovrà dire: sono “turni” di circa 3 ore ciascuno e spesso in una giornata si passa da un film all’altro senza sosta. Infine, non è scontato che l’attore straniero abbia sempre lo stesso doppiatore: ci sono logiche economiche che a volte vanno oltre al riconoscimento dell’attore at-traverso la sua voce italiana.

di Simone Ricci

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Trovare il 18°cammello…

pag. 5

Essere Rotariani è senza dubbio un onore;

tuttavia sappiamo bene che la nostra spil-

letta, per tutto ciò che rappresenta e per il

peso della storia che si porta dietro, merita

di essere portata da persone che coltivano

consapevolmente i principi sui quali il nostro

fondatore, Paul Harris, ha costruito il Rotary.

Abbiamo, quindi, precisi doveri ai quali at-

tenerci per essere Rotariani a tutti gli effetti.

Per questa ragione, proprio nell’occasione del

45° compleanno del nostro Club, abbiamo

dedicato una serata ai nostri fondamentali partendo dal presupposto che, per col-

tivare l’amicizia che di deve tenere uniti, dobbiamo anche saper gestire con intel-

ligenza e raziocinio i conflitti che possiamo incontrare nel nostro cammino. Per chi

non era presente il 2 febbraio, che non potrebbe capire il titolo apparentemente

stravagante, riassumiamo il breve racconto che ha concluso la serata. Si tratta della

storia, raccontatami da un amico di origini beduine abituato a gestire conflitti, di

tre fratelli, abitanti nel deserto, che ereditarono 17 cammelli. Secondo la legge dei

beduini, il primogenito ha diritto alla metà dei cammelli, il secondo ad un terzo, il

terzogenito ad un nono. 17 non è divisibile né per 2 né per 3 e neanche per 9. Un

conflitto stava nascendo perché ognuno dei tre rivendicava i propri diritti. Fortuna-

tamente un amico saggio li chiamò e donò a loro un 18° cammello, in modo che

tutti potessero fare la divisione, perché 18 è divisibile per 2, per 3 ed anche per 9.

Il primo divise 18 per 2 e si prese 9 cammelli, il secondo divise per 3 e si prese 6

cammelli ed il terzo divise per 9 e si prese 2 cammelli. Sommando 9 + 6 + 2 fa 17.

Si accorsero così che stavano innescando un inutile conflitto che avrebbe rovinato

un rapporto tra fratelli solamente perché ognuno di loro, ritenendo di essere nel

giusto, aveva anteposto il proprio interesse a quello del gruppo. Poterono così

restituire il 18° cammello a chi, grazie alla propria saggezza, aveva salvato il loro

rapporto. In sintesi, per essere buoni Rotariani, bisognerebbe imparare a cercare il

18° cammello……

di Gianfranco Sassi

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di Simone Ricci

Un defibrillatorea Spezzano

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L’attività sportiva nel percorso formativo di tanti giovani. Tutto questo portato avanti quale insieme di un fenom-eno complesso, sviluppato in una sua versione umaniz-zata e umanizzante come deve fare una società sportiva parrocchiale. E’ stato questo il filo conduttore di un mo-mento di aggregazione promosso dal G.S. Spezzanese che da anni opera fra i più giovani e sempre sorretto dallo spirito volontario dei suo dirigenti. Una manifestazi-one, non una festa e questo per rispetto ai fatti luttuosi accaduti a Parigi, che si è svolta il 14 novembre scorso alla palestra della scuole medie “Bursi” presenti i quasi 250 tesserati praticanti il calcio e la pallavolo, allenatori

e dirigenti. Durante l’incontro il Rotary Club di Sassuolo, con il presidente Mario Mirabelli e diversi soci e Stefano Baruffi, della ditta “Re.Ba” di Spezzano, hanno donato al G.S. Spezzanese due defibrillatori che saranno messi al Campo da calcio parrocchiale e alla palestra “Bursi”. Sull’importanza di questo strumento è inter-venuto il dott. Francesco Melandri, nostro socio e già primario di cardiologia dell’Ospedale di Sassuolo.

Sui valori dello sport educativo che deve essere sempre alla base dell’attività di ogni società che lavora con il mondo giovanile sono intervenuti Francesco Tosi, Sindaco di Fiorano, e l’On. Matteo Richetti, con un passato da calciatore proprio nella Spezzanese. Presenti, fra i tanti rappresentati della società civile, gli assessori

fioranesi Morena Silingardi e Simona Baldaccini, il presidente dell’A.C. Fiorano Michele Iacaruso e il dott. Primo Bonacorsi che, assieme al Sindaco di Fiorano e al parroco Don Paolo Orlandi, ha ricevuto il plauso del presenti per l’aiuto e il sostegno dato al gruppo sportivo Spezzanese.

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di Simone Ricci

Donati i 4.000 libridel Fondo Livraghi a Fiorano

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Quattromila volumi donati al Comune di Fiorano Modenese e conseg-nati ufficialmente al Sindaco Francesco Tosi durante una serata coniviale che si è svolta a fine marzo presso il ristorante Il Cavallino di Maranello.Si tratta della collezione privata dello studioso milanese Giancarlo Livraghi, deceduto nel 2014, che la famiglia ha donato al Rotary di Sassuolo due anni fa e oggi viene regalata interamente al Comune di Fiorano Moden-ese, che li sistemerà, provvisoriamente in attesa della catalogazione, a Villa Pace.

Come professionista della pubblicità, Livraghi ha lavorato per molte gran-di imprese italiane e internazionali, ricoprendo anche cariche istituzionali. Come studioso, ha sviluppato una linea di pensiero incentrata sui val-ori della comunicazione umana anche via internet. Ha al suo attivo cen-tinaia di pubblicazioni sulla comunicazione, sul marketing e sulle attività d’impresa online.

In questi due anni il Rotary ha catalogato quasi 700 volumi: si tratta di edizioni in buono stato, di saggistica, poesia, romanzi, teatro, fumetto, pub-blicazioni italiane e straniere. I restanti volumi saranno catalogati da volo-ntari del Comune prima di essere esposti e resi disponibili al pubblico, verosimilmente entro l’estate. Una significativa testimonianza della let-teratura europea di oltre 20 anni.

“Desidero ringraziare, a nome di tutta la cittadinanza, il Rotary di Sassuolo per questa importante donazione - dichiara Francesco Tosi, Sindaco di Fiorano Modenese - che valorizzeremo non solo rendendola pubblica, non appena sarà conclusa la catalogazione, ma avviando iniziative speci-fiche in collaborazione anche con le scuole”.

Durante la serata è stata conferita la più alta onorificenza rotariana - Paul Harris Fellow - allo scultore Dario Tazzioli per il suo successo professio-nale negli Stati Uniti con mostre in diverse località d’oltreoceano.

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di Luigi Giuliani

Il conflitto in Siria:i ruoli delle grandi potenze

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La situazione nei Paesi medio-orientali non è di certo delle più tranquille e questo anche a causa dei tanti con-flitti interni che vedono contrapposte fazioni completa-mente differenti. La Siria, in particolare, è al centro di un conflitto iniziato nel 2011 e che va avanti ininterrotta-mente da ormai cinque anni, contando attualmente più di 220mila vittime e migliaia di profughi. Questo stato di criticità è stato al centro di una relazione che Ste-fano Vernole, Vicedirettore della rivista di studi geopolitici “Eurasia” ha fatto nel corso di una conviviale il 15 marzo scorso. “Una guerra iniziata nel 2011 che nel tempo – ha detto in premessa il relatore - è diventata sempre più confusa e complicata e la cui soluzione politica sembra

essere ancora lontana nonostante che la Russia abbia iniziato a ridimension-are, a suo tempo tempestivo, interven-to militare”. La Siria è uno stato che confina a nord con la Turchia, a est con l’Iraq, a sud con la Giordania e a ovest con Israele e il Libano. Ha la costa ovest sul Mar Mediterraneo, ma non è molto estesa.

Tutto ha avuto inizio quando la po-polazione manifestò contro il regime del presidente Bashar al-Assad succe-duto al padre, e che governa la Siria ininterrottamente dal 2000. “La guerra in Siria - ha evidenziato Vernole - è un groviglio di milizie, fazioni, coalizioni es-

temporanee. Difficile seguire i mutamenti di alleanze, comprendere gli orientamenti ideologici e gli obiettivi di ciascuna sigla”. In questo caos pesano i ruoli delle grandi potenze: gli Usa con Obama sempre più debole perché in scadenza di mandato e l’Europa sempre più divisa a causa delle sanzioni economiche contro Mosca e il flusso incessante di “mi-granti”. In maniera molto avventata, l’amministrazione di Obama le ha tentate tutte per porre fine al regime di Assad, proprio come fece con Gheddafi in Libia, senza badare ai cosiddetti “ribelli” ed alla loro affiliazione politica. La Russia, con Putin, e con l’appoggio de cinque Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) impegnata a sconfiggere l’Isis, mantenere al governo Bashar al-Assad e così difendendo non solo la propria base di Tartous ma anche quella di Latakia, sulla costa mediterranea della Siria. Mediterraneo.

Ruolo importante nello scacchiere Medio Orientale è quello della Cina. “I suoi progetti sulla Cintura economica della Nuova Via della Seta terrestre e Marittima, la Banca dei BRICS e la sua Banca Asiatica di Investimento per le Infrastrut-ture rappresentano – ha sottolineato Vernole - l’unica reale speranza di rilanciare lo sviluppo mondiale, con benefici enormi per tutti gli scambi commerciali soprattutto nel Medio Oriente. Siria compresa che, secondo i cinesi, potrebbe essere ricostruita in cinque anni”. Sicuramente con l’intervento della Banca di sviluppo Brics. Nel quadro generale si aggiunge il caos immigratorio che rischia di degenerare in conflitti etnici pericolosi e devastanti per tutti. A conclusione della relazione è emerso come guardando alle pseudo-coalizioni o di blocchi fra i “grandi” del pianeta , in Siria pare ne sia nato un altro, che scaturisce dall’attrito fra energia di una caduta libera (Stati Uniti e i loro alleati occidentali) ed energia di una crescita libera (Cina, Russia e i loro Brics, Shangai, alleati regionali).

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di Simone Ricci

Ceramica:l’eccellenza del territorio

pag. 9

Si è svolta il 16 febbraio scorso, presso il Salone dei Cocchieri, la conviviale che ha avuto come relatore il Presidente di Confindustria Ceramica, Vit-torio Borelli. Ospite anche il direttore dell’Associazione Armando Cafiero e il Sindaco Claudio Pistoni.

E’ stata l’occasione per illustrare la situazione del settore ceramico italiano - alla luce degli ultimi dati elaborati da Confindustria Ceramica - i trend del momento e l’andamento della principale fiera del settore, il Cersaie di Bologna.

Borelli ha sottolineato l’elevata qualità della ceramica italiana (“in 30 anni la produzione è aumentata di 16 volte ma noi ci confermiamo al primo posto in valore del commercio internazionale con una quota del 32%”) e ha ricordato come le aziende italiane abbiano saputo internazionalizzarsi, soprattutto in Europa e Stati Uniti (17 società estere controllate da 10 gruppi ceramici italiani, per un fatturato totale di oltre 715 milioni di euro) per avvicinarsi maggiormente ad aree strategiche, producendo in loco per il mercato locale.

La qualità del prodotto si raggiunge solo con investi-menti costanti che ogni anno sfiorano il 6% del fatturato (286 milioni di euro) e che riguardano principalmente il rinnovamento di impianti e la ricerca sui prodotti. “Dopo la monocottura, il grès porcellanato e la decorazione dig-itale - ha sottolineato Borelli - ora la rivoluzione riguarda le lastre ceramiche che arrivano addirittura a 5 metri di lunghezza.

Accanto agli spessori sottili, sempre più importanza rive-stono le piastrelle di oltre 2 cm di spessore, autoposanti e adatte all’arredo urbano”.

“Il Cersaie è la fiera in assoluto più importante del mon-do - ha concluso Borelli - perchè racchiude in 5 giorni tutti gli operatori professionali dell’intera filiera, com-prendendo anche comparti come legno, pietre naturali e marmi che si affiancano alle tradizionali piastrelle di ceramica e arredobagno”.

Con oltre 100.000 visitatori, il 47,4% dei quali esteri, e quasi 900 espositori, si conferma appuntamento im-perdibile per il mondo del trade e dell’architettura.

E proprio agli architetti è rivolto il programma culturale delle conferenze, che ha visto negli ultimi anni la parteci-pazione di ben 7 Premi Pritzker.

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di Corrado Lavini

Tre giorniin Costa Azzurra

pag. 10

Un anno vengono loro da noi, un anno noi da loro. E’ dal 1982, presidente era il caro Ferruccio Cosci, che ci incontriamo a cadenza annuale coi soci del club gemello di Mandelieu Val de Siagne. Il nostro ge-mellaggio non si limita però alla gita sociale: in caso di particolari emergenze, ecco che scatta immediata la vicendevole solidarietà, come durante l’esondazione del Secchia a Bastiglia di tre anni fa e la tragica inondazione che colpì l’anno scorso la Costa Azzurra e la regione delle Alpi Marittime. Due Clubs, i nostri, ben amalgamati che hanno resistito non solo alla “crisi del settimo anno”, ma che hanno continu-ato ad essere legati ben oltre nel tempo in un rapporto che si è sempre contraddistinto per rispetto e sincera amicizia.

Quest’anno a spostarci siamo stati noi, e siamo andati proprio a casa loro, a Cannes, perla della Costa Azzurra. Prima di arrivare a destinazione abbiamo fatto una sosta nel Principato di Monaco dove ad un veloce pranzo è seguita una passeggiata lungo il porto dove fervevano i lavori per allestire le tribune del Gran Premio di maggio. Arrivati a Cannes siamo stati accolti dagli amici francesi che ci hanno fatto con-oscere la città con un trenino-navetta che ha percorso la celebre Promenade de la Croisette, un tratto di passeggiata marittima di circa 2 chilometri costeggiata da una spiaggia sabbiosa da un lato e hotel di lusso e negozi dall’altro. Centro della Croisette è il Palais des Festivals et des Congrès dove a maggio di ogni anno si svolge il Festival Cinematografico. Il tour è proseguito poi per rue d’Antibes, la via dello shopping per far tappa infine nella città vecchia da cui si gode un bellissimo panorama su tutta la costa. Il giorno dopo siamo partiti per Grasse, da tutti riconosciuta come capitale mondiale del profumo, grazie a una tradizione industriale che risale al XVI secolo. A Grasse abbiamo visitato il centro storico, con impor-tanti testimonianze medievali fra cui la cattedrale di Notre Dame du Puy, ed il Museo Internazionale della Profumeria, interessante e unico nel suo genere.

Un museo dove protagoniste sono le essenze, presentate secondo un’accattivante lettura storico-antropologica che spazia dalla raccolta alla sin-tesi chimica, dall’industria alla ricerca, dal commercio al design e agli usi attra-verso le forme più diverse, con una ricca iconografia di reperti archeologici e dipinti ed una rara selezione di oggettistica antica e moderna. Il pranzo si è svolto nell’affascinante cornice della villa di Jean-Honoré Fragonard, celebre pittore del periodo rococò. Trascorso il pomeriggio in libertà ci siamo trovati al Caveau 30 di Cannes per la cena di gala, dove i due presidenti Dominique Trolard e Mario Mirabelli hanno rivolto ai presenti i saluti ed i ringraziamenti di rito suggellati dallo scambio di regali. L’ultimo giorno, accompagnato da una splendida giornata di sole, l’abbiamo passato all’isola Sainte-Marguerite, poco lontano dalla baia di Cannes. Un’isola verdissima, ricoperta da foreste di pini ed eucalipti e da una ricca macchia mediterranea e dominata da un poderoso forte bastionato costruito nel XVII secolo da Richelieu e successivamente ampliato dal grande ingegnere militare Vauban.

La visita guidata della fortezza ci ha fatto conoscere la cella dove venne rin-chiusa la maschera di ferro, di cui, nonostante molte ipotesi fatte in passato, rimane sconosciuta la vera identità. Al termine della bellissima passeggiata, che ci ha regalato emozionanti suggestioni paesaggistiche e momenti di notevole interesse storico, ci siamo fermati a pranzo nel dehors dell’unico ristorante dell’isola. E da lì, ritornati all’imbarcadero abbiamo preso il traghetto che ci ha riportato a Cannes da dove siamo ripartiti per Modena. Sono stati tre giorni divertenti e piacevoli in cui, a differenza di altre occasioni, abbiamo realmente fatto gruppo coi soci del Club gemello tanto nelle escur-sioni quanto nelle occasioni conviviali, sforzandoci di superare le comprensibili barriere linguistiche. Di questi tre giorni ricorderemo sicuramente la squisita ospitalità e la perfetta organizzazione degli amici francesi curata come sempre da Victor, disponibile e onnipresente. Come ricorderemo affettuosamente la tenacia di Tiziana ed Angelo, vero esempio per tutti noi, sempre in prima fila, anche nelle situazioni più impegnative e faticose. E infine, ciliegina sulla torta, ricorderemo il viaggio di ritorno in cui i “loggionisti” in fondo al pullman hanno dato spettacolo coinvolgendo gli altri passeggeri in un happening scatenato che sapeva tanto di gita scolastica di altri tempi.

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di Giorgio Mattei

Il “mio” PremioGhirlandina

pag. 11

Che esista un rapporto tra lavoro, salute e malattia (mentale, ma non solo) è noto da oltre un secolo. Oggi però sappiamo che il legame tra economia e salute non è diretto, cioè non è immediato; per questo non è scontato che una crisi economica, anche di entità pari a

quella che stiamo attraversando, abbia conseguenze negative per la salute delle po-polazioni interessate, per il corpo sociale, per il corpo economico. Questo rapporto, tra economia e salute (individuale e collettiva) è mediato da alcuni fattori. Tre di essi sono fondamentali: primo, i sistemi di protezione sociale; secondo, il livello di equità; terzo, la coesione sociale. La ricerca scientifica condotta negli ultimi anni non solo ha evidenziato che il legame tra economia e salute è influenzato da questi tre fattori, ma ha anche prodotto dati che mettono in guardia dall’adozione di politiche severamente improntate all’austerità in tempi di profonda sofferenza economica. La crisi economica e la sfida al mercato del lavoro che rappresenta ci ricorda quanto sia forte il legame tra lavoro e dignità.

Questo significato politico e morale del lavoro è presente anche nel primo articolo della nostra Costituzione. Lo studio dei momenti di crisi economica che si sono veri-ficati nel corso dell’ultimo secolo ha evidenziato come essi si accompagnino costante-mente ad una de-regolamentazione dei mercati, che favorisce la concentrazione delle ricchezze (e delle risorse del pianeta) nelle mani di pochi. Dunque la crisi economica non fa solo male alla salute, nel breve e medio termine, nella misura in cui vengano intaccati i tre mediatori di cui già si è detto; essa riduce anche l’equità e accresce la

disuguaglianza e il divario tra chi ha sempre di più e chi ha sempre di meno: meno lavoro, meno risorse per accedere ai servizi, meno dignità. Nessuno può sentirsi del tutto immune da questo processo, che si svolge al di sopra delle nazioni, dei governi e dei popoli che li eleggono. Così, una caratteristica dell’attuale crisi economica è che tutti i lavoratori si trovano a fare i conti con le sue conseguenze. In questo senso, il tristemente famoso fenomeno dei suicidi (nel nostro Paese ma non solo) ha coinvolto tanto gli imprenditori quanto i lavoratori dipendenti, trattandosi peraltro solo della punta di un iceberg, alla cui base si colloca l’aumentata incidenza di sindromi coronariche acute, in particolare nelle popolazioni a rischio, ad esempio uomini in età da lavoro, l’aumento di prevalenza di depressione tra i disoccupati, di disturbi di ansia e somatizzazioni e di consumo di psicofarmaci in quanti mantengono il lavoro in un generale clima di precarietà, e di consumo di tabacco e di droghe cosiddette leggere.

Tutto questo ci ricorda la necessità di essere uniti, nel mondo del lavoro, e nella società, sforzandoci di costruire legami, di costruire ponti, in un contesto storico, sociale ed economico - quello che stiamo attraversando - che spinge verso le divisioni, le frammentazioni, i parti-colarismi, e l’indebolimento collettivo e individuale. La perdita del lavoro non intacca solo la dignità della persona, ma aumenta il rischio di esclusione sociale. In Italia, in Europa e nel Mondo la povertà è in aumento, così pure il rischio di essere esclusi, dal mercato del lavoro, dai luoghi in cui vengono prese decisioni rilevanti per la collettività, dai servizi, dal welfare, dai sistemi di cura. La crisi economica ha evidenziato ampie falle nei sistemi sanitari universalistici di nazioni quali Regno Unito e Italia. La principale sfida oggi riguarda la sostenibilità di tali servizi, nonché l’accessibilità ad essi, in particolare da parte delle fasce di popolazione più deboli. In quest’ottica si fa strada la necessità di pensare nuovi modelli di welfare, in cui il tema della salute non sia appannaggio esclusivo dei tecnici, ma veda coinvolte anche altre aree della società. Questo a fronte dei principali determinanti socio-economici di salute e malattia: traumi infantili, guerra, povertà, disoccupazione e preca-rietà lavorativa, basso livello di scolarizzazione, isolamento e disuguaglianza sociale. Determinanti questi, che sconfinano dalla medicina per aprirsi verso un orizzonte di senso più ampio, in cui prevenzione delle malattie e promozione della salute fanno capo alla collettività e ai singoli individui. Credo che questo aspetto sia particolarmente importante in psichiatria, dove lo sforzo per prevenire i disturbi psichiatrici e promuovere la salute mentale deve essere accresciuto. Per questo, grazie al sostegno rappresentato dal premio Ghirlandina, intendo concretizzare un progetto che coltivo da tempo: l’Associazione per la Ricerca in Psichiatria, con la precisa finalità di raccogliere fondi da destinare a progetti di ricerca da realizzare prevalentemente nel campo della promozione della salute mentale e della prevenzione dei disturbi psichiatrici. Grazie alle persone a cui vorrei dedicare questo Trentatreesimo Premio Ghirlandina: a mia madre Gabriella, e a mia moglie Serena. Grazie a tutti i rotariani, per avere creduto in me.

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di Luca Silingardi

Quando le pietre raccontano:alla scoperta della Mutina romana

sotto la Modena moderna

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Tutti noi conosciamo bene l’origine romana di Modena, sorta lungo il tracciato della via consolare Aemilia nel 183 a.C. col nome di Mutina. Come per il nostro capoluogo, anche altre città italiane hanno avuto una genesi analoga: ad esempio Rimini oppure Verona, per non andare troppo lontano. Tuttavia, mentre in queste due città sono ancora bene evidenti le tracce del glorioso passato romano, con la grandiosa Arena nel capoluogo veneto e il Ponte di Tiberio nella città adriatica, dove sono finite le vestigia di Mutina, l’antica Modena romana definita dalle fonti opulentissima et splendidissima? Da questa intrigante domanda ha preso avvio l’interessante relazione con cui il nostro socio e past-president Corrado Lavini ha presentato nella partecipata serata conviviale interclub del 26 aprile scorso, organizzata assieme al Rotary Club di Modena al ristorante “Vinicio”, la sua ultima fatica editoriale: Quando le pietre raccontano: itinerari storico-artistici modenesi (Athena 2015), stampato col contributo di “BPER:”.

Lavini, stimatissimo chirurgo e docente universitario mode-nese, che coltiva da tempo anche la passione per gli studi storico-artistici, dando alle stampe già tre volumi su questi temi, dopo essere stato presentato dai due presidenti dei club organizzatori, Mario Mirabelli ed Eugenio Boni, ha scel-to infatti di focalizzare il proprio intervento su uno dei tanti argomenti trattati nel suo corposo libro, forse quello più suggestivo: le testimonianze rimaste di Mutina, sepolta sotto cinque-sei metri di detriti alluvionali, nei secoli di decadenza seguiti al crollo dell’Impero romano. Una ricca sequenza di immagini, di supporto a una narrazione colta e avvincente, ha distinto la presentazione di Lavini a cui sono seguite numerose domande da parte del pubblico presente, che ha poi chiesto all’autore di autografare le numerose copie del libro acquistate. Una splendida serata, insomma, all’insegna della cultura, della convivialità e dell’amicizia rotariana.

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Un pezzo di storiadella Ferrari

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E’ stato uno degli artefici della me-morabile “Era Schumacher”, quan-do la “Ferrari” vinceva il mondiale costruttori e piloti di Formula Uno. A Maranello c’è stato per ben 27 anni e sicuramente, come ha ricor-dato Leo Turrini nel presentarlo, “è un protagonista della storia di que-sta scuderia automobilistica cono-sciuta in tutto il mondo”. Si tratta di Luca Baldisserri, “Baldo” per gli ami-ci, dall’inizio del 2016 ex ingegnere della “Rossa” e soprattutto 7 volte iridato che con Leo Turrini, sicuramente il giornalista che conosce più di tutti la “Ferrari” e la Formula Uno, hanno parlato di questo mondo e dei suoi protagonisti dentro e fuori le piste. La premessa è stata un “amarcord” su alcuni dei più importanti incarichi che il “Baldo” ha avuto nella scuderia del cavallino rampante: ingegnere di pista di Eddie Irvine con la Ferrari che conquista, dopo 16 lunghissimi anni, il titolo mondiale costruttori.

Nel 2000 Michael Schumacher lo vuole suo ingegnere di pista ed inizia la sequenza di titoli mondiali piloti e costruttori; Luca Baldisserri ricopre anche l’incarico di Direttore Sportivo e, negli ultimi tempi, di responsabile della Ferrari Driver Academy. Tempi di vittorie, tempi di bei ricordi come quando “Baldisserri passò alla storia – rammenta Leo Turrini - per la strepitosa strategia decisa durante il Gran Premio di Francia del 2004; la Ferrari di Schumacher si impose dopo aver ef-fettuato ben 4 pit-stop”. “Manicure è un circuito particolare”, spiega Luca Baldisserri. “Ero il secondo, allora, di Ross Brawn e mi occupavo di strategie. Fu una scelta criticatissima, ma che risultò vincente proprio per gli studi che facemmo di questa tracciato da corsa”. I tempi cambiano e la domanda di Leo Turrini è sorta spontanea: “perché la Ferrari non vince più?”. “Cambiano i regolamenti – ribatte il “Baldo” - e la struttura “Ferrari” ha difficoltà nel recepire il più velocemente possibile queste trasformazioni.

C’è poi l’aspetto delle persone che mutano continuamente quando invece occorre un team unito come ai tempi di Jean Todt e Ross Brawn”. “Per vincere manca anche un pilota come Michael Schumacher….”, rileva Leo Turrini. “Un pilota ti-mido - fa notare il “Baldo” - e questo, probabilmente, era dovuto l’apparire come un uomo distaccato e che non hai mai imparato a parlare in italiano. Forse era un suo schermo di protezione anche per il tirmore che aveva sulle interpretazione che potevano dare su di lui tutte le persone che gravitavano nel mondo della Formula Uno.

Ad ogni modo – avvalora Luca Baldisserri - era un “grande” soprattutto sotto l’aspetto umano e mi chiedeva, ogni setti-mana, come procedevano i lavori sulla macchine a Maranello e sul team dei meccanici. Aspetto umano che oggi è quasi

sparito dal mondo delle corse”. Luca Baldisserri, ha deciso di lasciare il Cavallino Rampante per seguire Lance Stroll, pilota canadese di Formula 3 e nuovo collaudatore della Williams F1. Segue anche Mick Schumacher, figlio diciassettenne del grande campione tedesco, che nel novembre dell’anno scorso è venu-to a Maranello per lavoro e fare qualche giro di pista sulle orme del padre Michael. “Mi piace vedere questi giovani crescere, vincere e – termina il “Baldo” - possi-bilmente arrivare ad un team di Formula Uno. Mick ha un cognome “pesante” e soli 17 anni. Io sono ormai fuori dal circo della Formula Uno. Non mi ci ritroverei più in un mondo dove attualmente ci sono due team dominanti e e con una differenza troppo alta con tutti gli altri. E questo allontana anche il grande pubblico ”.

di Luigi Giuliani

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di Simone Ricci

Defibrillatoreper la Polisportiva Massese

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Prosegue l’impegno del nostro club in favore delle popo-lazioni terremotate, in particolare verso quelle attività che riguardano i giovani e le loro attività ricreative. Nel 2013, sono stati donati 10 computer e altrettante stampanti al Liceo “Morandi” di Finale Emilia.

Nel 2014 sono state regalate attrezzature sportive per la ginnastica artistica alla Polisportiva “G. Pico” di Mirandola. Nel 2015 sono state donate le due panchine del campo sportivo “I. Bombarda” di Massa Finalese, frazione di Finale Emilia.

Quest’anno l’intervento segue quello del 2015 e ritorna presso la Polisportiva Massese, che conta oltre 250 ragazzi iscritti suddivisi tra calcio, pallavolo femminile e altre attività sportive. La nostra donazione consiste in un defibrillatore semiautomatico portatile DAE, dotato di tutti gli accessori necessari, comprese le piastre pediatriche. Alla cerimonia di consegna del materiale, il 16 maggio, erano presenti il Sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli, il vice Presidente vicario della Lega Nazionale Dilettanti dell’Emilia Romagna Dorindo Sanguanini, il vice presidente delegato della F.I.G.C di Modena Francesco Lanni e il delegato Mauro Diazzi, i Presidenti della Polisportiva Massese Luigi Borghi e della Virtus Massese Loriano Calanca.

“Ancora una volta la sensibilità degli amici del Rotary Sas-suolo ci stupisce – afferma il Sindaco di Finale Emilia, Fer-nando Ferioli - Ancora una volta i rotariani si mobilitano per portare un concreto aiuto agli sportivi finalesi. Grazie a tutti i soci del Rotary sassolese, che da anni sono vicini alla nostra comunità attraverso aiuti concreti e tangibili, dai computer al Liceo Morandi, fino alle panchine del campo sportivo Bombarda e ora il defibrillatore”.

“Questa donazione ci rende estremamente felici - afferma commosso il presidente della Polisportiva Massese Luigi Borghi – sia per il valore dell’apparecchiatura, fondamenta-le salvavita per chiunque acceda agli impianti sportivi, ma soprattutto perché ci da la forza per continuare a fare con passione quello che sappiamo fare meglio, cioè fare comuni-tà, attraverso lo sport”.

La nostra delegazione era composta dal pre-sidente Mirabelli e da altri 6 soci: un gesto di vicinanza ripagato dall’affetto e dalle parole commosse di tutto lo staff della polisportiva: persone che ogni giorno si dedicano ai gio-vani e allo sport con passione e dedizione. Questi momenti sono il segnale inequivoca-bile che la direzione è quella giusta. Grazie agli amici di Massa Finalese.

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Profumo:“La banca del futuro avrà meno sportelli”

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di Simone Ricci

Ospite d’eccezione il 24 maggio al Modena Golf & Country Club di Colombaro. Il noto banchiere Alessandro Profumo è intervenuto ad una serata organizzata in interclub dal nostro Rotary con gli amici del Rotary Castelvetro Terra dei Rangoni, del Rotary Frignano e del Lions Formigine Castello. Oltre ad imprenditori, banchieri e professionisti, erano nume-rose le autorità presenti: i sindaci di Sassuolo Claudio Pistoni, di Fiorano Francesco Tosi, di Maranello Massimiliano Morini e di Formigine Maria Costi, e il Comandante dei Carabinieri di Sassuolo Fabrizio Picciolo.

Il tessuto industriale italiano è fatto per lo più da PMI che sono quel-le maggiormente esposte con il sistema bancario (circa 200 miliardi di sofferenze). “Queste aziende - ha sottolineato Profumo - hanno difficile accesso ai mercati e il loro rapporto con le banche continua ad essere fondamentale per avere credito. In media una azienda con 50 milioni di fatturato ha rapporti con 8 banche diverse: la mancanza di una house bank rende difficoltoso un rapporto di vera partnership tra banca e impresa. Se qualche anno fa per erogare 100 euro di prestiti, la banca aveva bisogno di un capitale di 2,5 euro, oggi necessita di un capitale, mediamente, di oltre 10 euro, rendendo molto più selettiva l’erogazione dei prestiti”.

Sul salvataggio delle banche Profumo ha ricordato come in Italia siano stati utilizzati finanziamenti con fondi pubblici per 4 miliardi di euro con-tro i 270 utilizzati dalla Germania, a testimonianza della solidità del siste-ma bancario italiano. “La ripresa del nostro Paese - ha affermato Profu-mo - non può più passare solo attraverso il credito bancario, ma sono fondamentali economie di scala e aggregazioni di imprese, che sappiano guardare al mercato globale con una maggiore solidità patrimoniale”.

Il futuro delle banche? “Nella mia esperienza in MPS - ha detto Profu-mo - si è passati, in soli 3 anni, dal 75% di transazioni allo sportello, al 23%. Ciò significa che deve cambiare il modello di business degli oltre 31.000 sportelli distribuiti in tutta Italia, con una sensibile contrazione degli stessi”. E sulla proposta di una tassazione unica del 25% sulle ren-dite finanziare: “Sarà molto difficile che passi, per la ferma opposizione di alcuni paesi”.

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