Effetti della politica energetica cinese sulla domanda interna di energie rinnovabili iii emba...

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1 EFFETTI DELLA POLITICA ENERGETICA CINESE SULLA DOMANDA INTERNA DI ENERGIE RINNOVABILI Giovanni Daconto Stefano Mizio Un’economia in forte crescita come quella Cinese ed il bisogno di energia che l’ha accompagnata negli ultimi decenni si sposa oggi con una radicata convinzione che la ricerca di fonti di energie rinnovabili possa essere la ricetta per una crescita sostenibile. Questo lavoro si propone di studiare gli effetti sul settore delle energie rinnovabili in Cina, dei massicci piani d’investimento pubblici e degli sforzi di regolamentazione normativa degli ultimi anni. Esame International Economics and Business III EMBA MIP Politecnico di Milano Ottobre 2009

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Un’economia in forte crescita come quella Cinese ed il bisogno di energia che l’ha accompagnata negli ultimi decenni si sposa oggi con una radicata convinzione che la ricerca di fonti di energie rinnovabili possa essere la ricetta per una crescita sostenibile. Questo lavoro si propone di studiare gli effetti sul settore delle energie rinnovabili in Cina, dei massicci piani d’investimento pubblici e degli sforzi di regolamentazione normativa degli ultimi anni.

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EFFETTI DELLA POLITICA ENERGETICA CINESE SULLA DOMANDA INTERNA DI ENERGIE RINNOVABILI

Giovanni Daconto Stefano Mizio

Un’economia in forte crescita come quella Cinese ed il bisogno di energia che l’ha accompagnata negli ultimi decenni si sposa oggi con una radicata convinzione che la ricerca di fonti di energie rinnovabili possa essere la ricetta per una crescita sostenibile. Questo lavoro si propone di studiare gli effetti sul settore delle energie rinnovabili in Cina, dei massicci piani d’investimento pubblici e degli sforzi di regolamentazione normativa degli ultimi anni. Esame International Economics and Business III EMBA – MIP Politecnico di Milano Ottobre 2009

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INDICE

Introduzione .......................................................................................................... 3

1. La legge sulle Energie Rinnovabili del 2006 ..................................................... 5

1.1 Obiettivi e Principi .................................................................................... 5

1.2 Quadro Normativo ................................................................................... 6

2. Breve analisi dei meccanismi di trasmissione degli stimoli governativi al settore

delle energie rinnovabili ed ipotesi di analisi del caso cinese. .............................. 9

2.1 Domanda aggregata, sviluppo sostenibile ed incentivi fiscali ................. 9

2.2 La Cina, la transizione all’economia di mercato e l’obiettivo del prossimo paragrafo. ........................................................................................................ 14

3. Effetti della politica energetica sulla domanda e sulla produzione di energie

rinnovabili ............................................................................................................ 16

3.1 Risultati dell’analisi degli indicatori nel settore delle energie rinnovabili cinesi …………………………………………………………………………….…...16

3.2 Focus sull’eolico e sul fotovoltaico ......................................................... 20

4. Conclusioni ..................................................................................................... 24

Bibliografia .......................................................................................................... 25

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Introduzione

L’attenzione mondiale per i cambiamenti climatici e’ uscita dall’ambito puramente accademico e degli ambienti ambientalisti per diventare oggetto di analisi dei governi di tutto il mondo come possibile motore di sviluppo. La battaglia ambientale non è più percepita come una zavorra ma, al contrario, come opportunità di crescita delle economie. In questo nuova visione si colloca l’azione del governo Cinese che – come questo lavoro cercherà di dimostrare – ha messo al centro della sua agenda politica il business verde ben consapevole della fame di energia che alimenta il suo modello di crescita. L’equazione che cercheremo di risolvere e’ quella che vede da un lato, gli investimenti governativi nelle energie alternative e, dall’altro, la crescita economica misurata nella domanda e nella produzione di energie rinnovabili. I leader cinesi ritengono fondamentale sostenere una crescita economica con tassi elevati come quelli cui hanno abituato il mondo1 (8-10% crescita PIL anno- su -anno) attraverso una traiettoria diversa da quella attuale, che vede la Cina il luogo ideale dove produrre prodotti a bassa tecnologia ed elevato tasso di manodopera e che, invece, vorrebbero deviare verso la produzione di prodotti e servizi “indigeni” ad alta tecnologia e valore aggiunto (16). Le energie rinnovabili costituiscono un’ottima opportunità di sviluppo come testimonia un recente studio dell’Agenzia Internazionale dell’Energia secondo il quale la Cina può diventare leader nel business del carbone pulito sviluppando innovazioni tecnologiche in grado di essere esportate verso altri paesi. Un dato poco conosciuto è che la Cina è oggi il primo produttore mondiale di pannelli solari (23) L’ambizione espressa dalla Cina è di portare il peso delle energie rinnovabili -entro il 2020 – dall’8% di oggi, al 16% del totale (28). Il più grande inquinatore del pianeta sembra determinato a fare sul serio. L’attenzione dei mercati dei capitali (ad esempio la creazione di fondi specializzati in progetti di supporto alle aziende cinesi per ridurre le emissioni);la nascita di joint ventures specializzate in energie rinnovabili e la quantificazione dei costi che l’inquinamento ambientale ha sul PIL (nel 2004 una stima del National Bureau of Statistics cinese indicava nel 3,05% la riduzione del PIL attribuibile a tale causa), giustificano lo sforzo del governo cinese nel definire le condizioni necessarie per lo sviluppo di un mercato delle energie rinnovabili; sforzo concretizzatosi nel recente piano di investimento di 220 MLD di dollari finalizzato a finanziare l’industria verde (fonti rinnovabili,auto elettrica, motore ibrido, risparmio energetico).

1 Orefice G. Sdogati F. Quadro macroeconomico della Repubblica Popolare Cinese – Maggio

2009 – MIP. Il PIL e’ cresciuto anche del 14% nei primi anni ‘90

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L’analisi si svilupperà attraverso lo studio dei lavori disponibili in letteratura, e citati nella bibliografia, integrando la documentazione con la ricerca di indicatori statistici legati alla produzione ed al consumo di energie rinnovabili in grado di evidenziare la correlazione con le politiche d’investimento e con il recente quadro normativo predisposto dal governo cinese. Il primo paragrafo descriverà il quadro normativo predisposto negli ultimi anni dal governo Cinese per garantire l’insieme di regole e norme essenziali per la nascita e lo sviluppo del mercato delle energie rinnovabile. Il secondo paragrafo si soffermerà su come il modello della domanda aggregata Keynesiana possa essere considerato con particolare riferimento al tema della crescita sostenibile delle economie moderne e saranno riportati alcuni esempi di utilizzo delle politiche fiscali di alcuni governi sullo sviluppo del settore delle rinnovabili. Saranno inoltre anticipate le linee di sviluppo del terzo paragrafo focalizzato sul mercato Cinese. Il terzo paragrafo cercherà di individuare le relazioni tra la distribuzione e la tipologia delle politiche energetiche cinesi ed alcuni indicatori della domanda di energie rinnovabili in Cina quali l’andamento della produzione di energie rinnovabili, la crescita dei consumi, la struttura dell’intero settore delle rinnovabili cinesi. Si analizzeranno i dati disponibili negli anni 2006 e 2007 con particolare riferimento all’eolico ed al fotovoltaico che costituiscono le voci più rilevanti – in termini di investimenti fatti - delle rinnovabili. Il quarto paragrafo raccoglierà le conclusioni del lavoro.

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1 La legge sulle Energie Rinnovabili del 2006

1.1 Obiettivi e Principi

La Cina è uno dei maggiori consumatori di energia del mondo, basti pensare che dalle stime sia dell’International Energy Agency che del Department of Energy i fabbisogni di energia primaria mondiale aumenteranno del 55% tra il 2005 ed il 2030 e che questo aumento sarà assorbito per il 74% dai paesi emergenti; tra questi Cina e India contano per il 45%. L’aumento dei fabbisogni energetici ha due implicazioni rilevanti per la Cina: il primo è che le sue risorse interne non saranno in grado di supportare la crescita prevista (27,34); il secondo è che ci sarà un forte impatto ambientale. In questo scenario la Cina ha compreso l’importanza strategica delle energie rinnovabili ed ha iniziato un percorso normativo mirato ad incentivarne l’utilizzo e lo sviluppo. Con la legge sulle energie rinnovabili del gennaio 2006 ed il conseguente National Climate Change Program del 2007 il governo cinese cerca da una parte di assicurarsi l’energia per sostenere la propria crescita, dall’altra di proteggere l’ambiente. Questa attenzione all’ambiente non deve sorprendere in quanto nel Settembre del 2006 l’Ufficio Nazionale di Statistica congiuntamente all’Amministrazione Statale per la Protezione dell’Ambiente hanno pubblicato il primo resoconto che legava PIL ed inquinamento da cui è emerso che, nel 2004, la perdita economica causata dall’inquinamento è stata pari al 3,05% del PIL. La Legge sulle energie rinnovabili si pone i seguenti obiettivi:

Enfatizzare l’importanza che il governo cinese da al settore delle energie

rinnovabili con l’intento di attirare ed incrementare l’interesse di possibili

investitori.

Rimuovere le barriere allo sviluppo del settore industriale delle energie

rinnovabili al fine di accelerarne lo sviluppo e la commercializzazione.

Stabilire un sistema di finanziamento per mitigare gli alti costi di avvio che

le imprese del settore delle energie rinnovabile devono sostenere rispetto

alle energie tradizionali

Definire un chiaro piano di sviluppo delle energie rinnovabili con chiari

obiettivi al fine di fornire maggiori garanzie alle aziende che vogliono

investire nel settore.

Stimolare la ricerca e sviluppo nel settore delle energie rinnovabili al fine

di avere un sistema industriale autosufficiente.

Educare e sensibilizzare la popolazione all’utilizzo di energie rinnovabili.

I principi su cui si basa sono i seguenti:

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Combinare la responsabilità del governo con gli obblighi per i cittadini,

cioè il governo è responsabile di sviluppare l’industria delle energie

rinnovabili, ma i cittadini (privati e industrie) saranno incoraggiati ed in

alcuni casi obbligati ad usare le energie rinnovabili

Combinare intervento pubblico con il mercato, cioè il governo contribuirà

alla costruzione del mercato delle energie rinnovabili attraverso sia la

definizione di regole e norme sulla competizione, sui progetti di sviluppo,

sugli incentivi economici, ma anche attraverso politiche di stimolo per

incoraggiare le aziende del mercato a sviluppare le energie rinnovabili.

Combinare la domanda attuale con gli sviluppi futuri, cioè stimolare

l’utilizzo delle energie rinnovabili mature come solare, biomasse, biogas e

idriche, ma anche fornire incentivi per lo sviluppo di nuove tecnologie per

incrementarne la domanda ed il mercato.

1.2 Quadro Normativo

In linea con gli obiettivi ed i principi descritti precedentemente, la Legge sulle Energie Rinnovabili ha prodotto un quadro normativo che regolamenta lo sviluppo delle stesse e che include:

Obiettivi sia economici che tecnologici

Obbligatorietà della connessione alla rete elettrica nazionale

Regolamentazione dei prezzi dell’energia e sistemi di incentivazione

Condivisione dei costi per la generazione delle energie rinnovabili

Investimenti ed incentivi

Obiettivi La legge definisce obiettivi nazionali per lo sviluppo delle energie rinnovabili, questi obiettivi sono diversi per tipologia di tecnologia (idrica, eolica, solare e biomasse) e mirano a garantire un mix di energie che sia coerente con le risorse disponibili, le condizioni economiche e la domanda di energia. Inoltre, sia l’utilizzo sia lo sviluppo di ogni tecnologia e’ regolamentato da specifiche norme. Gli obiettivi nazionali sono in seguito declinati a livello provinciale in accordo con le autorità locali e gli operatori sul mercato. Nella tabella seguente sono riportati gli obiettivi nazionali definiti per le varie tecnologie di energie rinnovabili che, se verranno raggiunti, porteranno nel 2020 al 16% la percentuale delle rinnovabili sul consumo energetico previsto totale (22)2.

2 RELaw Assist- Renewables Energy Law in China – Issues Paper June 2007 by Baker &

McKenzie - Renewable Energy Generators of Australia and the Chinese Renewable Energy Industries Association

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Tecnologia 2010 2020

% Energie rinnovabili sul totale consumi energetici

10% 16%

Idrico 180 GW 300 GW

Biomasse 5.5 GW 30 GW

Eolico 5 GW 30 GW

Solare 50 MW 1,8 GW

Collettori Solari 150 milioni m2 300 milioni m2

Biogas 15 miliardi m2 30 miliardi m2

Combustibili liquidi 2 miliardi di tonnellate 10 miliardi di tonnellate

Connessione alla rete elettrica nazionale La legge contiene due elementi fondamentali:

tutta l’energia generata da sorgenti rinnovabili deve essere acquistata

tutte le aziende produttrici di energia elettrica devono fornire servizi di

collegamento alla rete elettrica nazionale (inclusa la costruzione del

collegamento)

Ciò crea un legame tra chi vende energia elettrica e chi produce energia rinnovabile; i primi, utilizzando la rete elettrica che è nazionale, sono obbligati ad acquistare tutta l’energia rinnovabile prodotta, i secondi, a loro volta, sono obbligati a legarsi alla rete elettrica nazionale. Inoltre nelle aree non coperte dalla rete nazionale lo stato sovvenziona progetti di generazione di energia rinnovabile al fine di favorirne l’espansione. Definizione dei prezzi Il prezzo è sicuramente una delle barriere principali alla diffusione delle energie rinnovabili giacché il loro costo di produzione è mediamente molto più elevato delle energie tradizionali. Per questo motivo la legge sulle energie rinnovabili delega la definizione del prezzo allo State Council che deve essere ”di stimolo allo sviluppo e all’utilizzo delle energie rinnovabili, di essere economico e ragionevole, e di essere costantemente aggiornato coerentemente con lo sviluppo delle tecnologie” (Capitolo 5 articolo 19). Lo State Council ha seguito due approcci differenti per la definizione del prezzo coerentemente con i dettami della legge; la definizione di un prezzo fisso per legge ed un processo di gara su un contratto di fornitura di un certo quantitativo di energia (vince chi fa il prezzo più basso e soddisfa altri requisiti tecnici e di localizzazione geografica).

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Ad esempio per il solare fotovoltaico il governo approva ogni progetto e sulla base delle caratteristiche dello stesso fornisce una sovvenzione in modo che la tariffa venga definita ad un “prezzo ragionevole” (la ragionevolezza del prezzo sottostà sempre all’approvazione dell’autorità); mentre per l’eolico si usano gare basate su prezzo e localizzazione dell’impianto. Condivisione dei costi Come detto in precedenza , essendo le energie rinnovabile ancora in fase di sviluppo il loro costo è molto più alto rispetto alle energie tradizionali. Per questo motivo la legge sulle energie rinnovabili prevede anche dei meccanismi di “condivisione dei costi” sia con i consumatori sia con le utilities. L’ente preposto a definire questi meccanismi è lo State Council. Attualmente il metodo più usato è quello di un sovraccarico sul prezzo di vendita dell’energia. Investimenti ed incentivi La legge sulle energie rinnovabili prevede un sistema di incentivazione sia per aziende (nazionali ed estere), che intendono investire in energie rinnovabili in Cina, che per l’utilizzo di energie rinnovabili in civili abitazioni o impianti industriali. Tale sistema si sviluppa attraverso diversi strumenti:

deduzione delle tasse in caso di investimenti nell’installazione di sistemi

basati su energie rinnovabili sia industriali che domestici; sul prezzo

dell’energia nel caso si faccia ricorso a quelle rinnovabili; sull’importazione

di impianti per la produzione di energie rinnovabili (14)

creazione di un fondo speciale che fornisce aiuti gratuiti o prestiti a tassi

agevolati alle aziende che investono o sviluppano progetti in Cina sulle

energie rinnovabili

incremento delle tasse e diminuzione dei sussidi sulle energie tradizionali

al fine di diminuire il gap tra i prezzi delle rinnovabili e delle tradizionali

(anche se questo approccio è spesso politicamente difficile da

implementare)

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2 Breve analisi dei meccanismi di trasmissione degli stimoli governativi al settore delle energie rinnovabili ed ipotesi di analisi del caso cinese.

2.1 Domanda aggregata, sviluppo sostenibile ed incentivi fiscali

La valutazione dell’efficacia dei cospicui piani d’investimento nelle energie rinnovabili per stimolare l’economia nel futuro immediato e produrre crescita nel lungo periodo e’ oggetto di studi sia nel vecchio che nel nuovo continente. Accanto alle necessità di garantire una crescita sostenibile i capi di governo si trovano a fronteggiare una difficile situazione economica. La comprensione dei meccanismi di trasmissione delle politiche di investimento sui settori interessati e’ argomento che gli economisti hanno sempre studiato e che recentemente ha subito un ritrovato interesse nell’acceso dibattito nato soprattutto negli Stati Uniti in occasione del disegno di legge federale che ha destinato 60 miliardi di dollari per investimenti nell’energia (programmi di risparmi energetico, prestiti per la costruzione di grandi impianti che utilizzano fonti energetiche dal sole e dai biocombustibili). La tabella seguente riporta i piani di stimolo dei governi mondiali nel periodo 2008/ primo quarto 2009 3.

I cambiamenti climatici hanno accompagnato l’industrializzazione e la rapida crescita della popolazione che nello scorso secolo e’ triplicata passando da 2 a

3 Toward a Transatlantic Green New Deal – World Watch Institute for the Heinrich Boll

Foundation 2009. La tabella – presente nel lavoro citato – e’ tratta da uno studio della HSBC Global Research e mostra come a fronte di 2,2 trilioni di euro, circa 340 miliardi del piano di stimoli, possano essere etichettati come “verdi”.

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6 miliardi e si prevede che nel 2050 passerà da 6 a 9 miliardi di individui e dove Cina, India ed Africa saranno le aree con la maggior concentrazione. India e Cina continueranno a crescere, con quest’ultima che probabilmente raggiungerà gli attuali livelli di consumo degli Stati Uniti nei prossimi decenni4.

La necessità di individuare una traiettoria di crescita sostenibile – sostenibile secondo la definizione classica: … sviluppo che indirizzi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro - e’ ,come dicevamo, al centro dell’agenda di politici ed economisti.

Infatti la de-carbonizzazione del mondo e’ - dai piu’ - vista come un’enorme opportunita’ di investimento.5 Un mercato – quello dei prodotti e servizi a basso consumo di carbone - valutato in 500 miliardi di dollari per anno.6

Guardando all’equazione delle domanda aggregata se gli investimenti crescono (in fonti alternative di energia) – ceteris paribus – cosi fara’ la domanda aggregata7.

In realta’ alcuni studiosi hanno affrontato in modo piu’ organico questo tema. Crescita economica ed emissione di CO2 seguono andamenti strettamente correlati.

Ridurre le emissioni di carbone del 50% nel 2050, cosi come suggerito dal Intergovernmental Panel on Climate Change (2007) – organismo interno alle Nazioni Unite nato per stimare il rischio provocato dai cambiamenti climatici ed informare i leader politici - per raggiungere l’obiettivo di contenere a 2 gradi Celsius l’aumento di temperatura, sembra confliggere con la traiettoria di crescita dell’economia, fortemente dipendente dal consumo di energia fossile (si vedano i due grafici seguenti per la stretta correlazione tra crescita ed emissioni di CO2).

4 He J. - Rebalancing China’s Economy – World Bank China Research paper No.7, 2007

5 Rapporto Stern 2006 –The Economics of Climate Change. Cambridge University Press. I costi

di mitigazione della decarbonizzazione stimati nell’ 1% del PIL annuo mondiale. 6 Rapporto Stern 2006 – Capitolo 12

7 Helm D. Professor of Energy Policy – University of Oxford –Climate change: sustainable

growth,markets and institutions – April 2007

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Jonathan Harris della Tufts University 8 sostiene che a parità di tecnologie disponibili, di investimenti e di comportamenti di consumo, la riduzione di CO2 possa portare ad una recessione e ad un tasso di disoccupazione crescente. Alternativamente, una veloce trasformazione delle tecnologie energetiche e dell’industria stimolerebbe la crescita economica, orientandola verso l’efficienza energetica e verso l’uso di fonti energetiche non basate sul carbone.

8 Jonathan M. Harris. Ecological macroeconomics: consumption,investment, and climate

change.– Global Development and Environment Institute, Tufts Univeristy - Real-world economics review no.50.

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La soluzione e’ di incentivare gli investimenti che migliorino il ”benessere” ma che non contribuiscano ad un maggior consumo di prodotti di materiali ed energie non rinnovabili.

La classica equazione della domanda aggregata

Y=C+I+G+(X-M)

puo’ essere riscritta con una divisione dei diversi termini secondo un’opportuna classificazione:

Y=[Cg+Cs+Cm]+[Ime+Imc+In+Ih]+[Gg+Gme+Gs+Gmc+Gn+Gh]+(X-M)

dove Cg e Gg sono i consumi privati e pubblici di beni non durevoli e di servizi ad elevato consumo di energia (es. i trasporti); Cs e Gs i consumi privati e pubblici di servizi di capitale umano (esempio la formazione); Cm consumi privati di beni durevoli; Gmc investimenti pubblici in iniziative che riducono l’uso di energia (ad esempio in infrastrutture di telecomunicazioni); Gme investimenti pubblici in attività che implicano un elevato consumo di energia ;Gn investimenti pubblici in “capitali naturali” (cioè ad esempio investimenti volti a preservare le foreste 9); Gh investimenti pubblici in capitale umano; Ime investimenti privati in attività che implicano un elevato consumo di energia ; Imc investimenti in attività che riducono l’uso di energia; In investimenti in “capitali naturali”; Ih investimenti in capitale umano.

Aggregando i diversi addendi nel modo seguente:

Y=[Cg+ Ime+ Gg +Gme] +[Cs+Cm+ Imc+In+Ih+ Gs + Gn + Gmc +Gh]+(X-M)

il secondo termine puo’ essere “incrementato” generando crescita sostenibile. La transizione verso sistemi di generazione di energia rinnovabili (in generale non basati sul carbone) potrebbe quindi generare crescita governando opportunamente gli addendi dell’equazione della domanda aggregata.

Sempre sul fronte delle politiche fiscali da adottare, il modello Keynesiano di base prevede – come noto – che anche la variazione del livello delle imposte possa servire ad influenzare la spesa aggregata, influenzando il reddito disponibile nel settore privato10.

L’introduzione delle cosiddette tasse verdi porterebbe ad una riduzione della domanda aggregata ma il gettito da esse generato potrebbe essere investito in settori legati al miglioramento dell’ambiente11; così come sostiene Paul Krugman:

9 The critical natural capital. Ecological Economics 44 (2003) - Skanberg K.& al - Swedish

National Institute of economic research - 10

Frank R. Bernanke B.- Principi di Economia – pp 589 11

Paul Krugman – Economisti per Caso: gli economisti diventano ecologisti – Garzanti 2000

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tasse da far pagare per far svolgere attività nocive (inquinare) piuttosto che meccanismi di aste per ottenere diritti ad inquinare.

UK, Danimarca ed Olanda hanno finanziato lo sviluppo del settore della produzione di energia eolica attraverso l’uso di tasse sul consumo di carbone e di elettricita’ generata da combustibile fossile.12

Sono presenti in letteratura alcuni studi che hanno stimato gli effetti di opportune politiche fiscali come strumento di stimolo all’utilizzo ed alla produzione di energie rinnovabili. Qui citiamo quello del Center for Resource Solutions (CRS) del 2005 13 che individua i seguenti benefici dei piani di incentivi fiscali:

sono estremamente flessibili: possono essere applicati in modo selettivo ad alcuni settori; a particolari energie rinnovabili; per limitati periodi di tempo.

Riducono direttamente i costi di investimento per produttori e consumatori di energie rinnovabili.

Hanno un impatto immediato sul settore industriale.

Sono facili da comprendere.

Tra le diverse tipologie di incentivi fiscali quelli legati agli investimenti ed alla produzione hanno mostrato un maggior impatto nello stimolare la diffusione delle energie rinnovabili.

Sul fronte degli investimenti – Investment Tax Credit (ICT) - gli incentivi fiscali riducono il costo del capitale iniziale nei progetti legati alle energie rinnovabili, come nel caso del fotovoltaico 14 ma non garantiscono alcuno stimolo per la produzione, azione svolta invece da incentivi sulla produzione (Production Tax Credit - PTC).15

La figura seguente mostra come l’adozione di piani di incentivo alla produzione (PTC) nel settore dell’eolico negli Stati Uniti abbia fatto crescere la quota di energia prodotta, attraverso questa fonte, in modo significativo 16. L’esperienza statunitense, ma non solo, ha evidenziato la necessità di stabilire e comunicare la durata dei piani di incentivo (i cosiddetti cicli di termine/estensione). In altri termini, imprese ed investitori hanno bisogno di certezze sulla “Politica” di sostegno e sulla durata di quest’ultima nel sostenere piani di incentivi fiscali nel lungo termine.

12

Piscitello E. & Bogach V. - Financial Incentive for Renewable Energy Development –World Bank Discussion No 391, International Workshop Amsterdam 1997 13

Lo studio citato e’ stato ripreso in un lavoro del gennaio 2009 presso la Facolta’ di economia di Pretoria - A literature study of renewable energy tax incentive – Nortje Dola . 14

Si veda Renewable Tax Credit - del World Resources Institute – issue 4. 15

Si rimanda al paragrafo 3 per la valutazione dell’impatto del meccanismo ICT sul settore eolico cinese. 16

Wyser R. & al – Using the Federal Production Tax Credit – Lawrence Berkeley National Laboratory – November 2007

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L’efficacia però di incentivi fiscali può essere limitata se il debito d’imposta di chi può usufruire dei benefici fiscali e’ basso; e’ quindi essenziale combinare questo strumento di incentivo ad altre forme di stimoli a favore delle energie rinnovabili, come politiche monetarie verdi con tassi d’interesse “preferenziali” per investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica.

2.2 La Cina, la transizione all’economia di mercato e l’obiettivo del prossimo paragrafo.

Nel corso degli ultimi decenni la Cina ha dimostrato – almeno dalla fine degli anni ’70 – di credere fermamente nell’uso di politiche macroeconomiche Keynesiane17.

In particolare sul fronte delle politiche fiscali, il governo cinese ha sempre dato prova di fiducia nella loro efficacia per stimolare la domanda aggregata. Nel 1998 durante la crisi finanziari asiatica, l’allora premier Zhu Rongji – in una conferenza stampa – espresse chiaramente che la strategia che avrebbe adottato per raggiungere un tasso di crescita dell’8% nel 1998, sarebbe passata attraverso lo stimolo della domanda interna con un piano di investimenti volto alla costruzione di ferrovie, autostrade, e nell’industria high-tech (400 miliardi di dollari ad anno)18.

Gli anni ’90 hanno segnato la fine di una fase di evoluzione politico ed economica del paese iniziata nel 1978 – con un graduale processo di apertura alle economie del resto del mondo - e conclusasi nel 1993 con l’adozione, da parte del Partito Comunista Cinese, di un modello di “economia socialista di mercato”.19

17

Chow G. – China’s economic transformation – 2002. In particolare il capitolo 7 descrive la storia della politica macroeconomica cinese. 18

Chow G. opera citata 19

Orefice G. Sdogati F. - citato

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Cosi come evidenziato nel grafico seguente, il peso dell’agricoltura è andato scemando a favore di una significativa crescita dei servizi e, soprattutto, dell’industria20.

Un modello di crescita basato su grandi investimenti, guidato dall’industria e bisognoso di energia e risorse materiali.

Nel prossimo paragrafo cercheremo di valutare le relazioni tra la produzione e la domanda di energia rinnovabile in Cina – con un focus sul biennio 2006-2007 – e le politiche fiscali definite nella legge sulle rinnovabili del gennaio 2006, con particolare riferimento al settore eolico ed fotovoltaico.

Ci aspettiamo di trovare una significativa crescita della produzione e del consumo di energie rinnovabili nel periodo in esame ed un aumento degli investimenti privati e pubblici nel settore delle rinnovabili.

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Grafico tratto dal lavoro di J. He e L. Kuijis della World Bank China – Research Paper n.7 – op. citata.

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3 Effetti della politica energetica sulla domanda e sulla produzione di energie rinnovabili

3.1 Risultati dell’analisi degli indicatori nel settore delle energie rinnovabili cinesi

L’analisi si basa sui dati messi a disposizione dall’Istituto Nazionale di Statistica Cinese21 e si e’ concentrata sulle voci seguenti:

1. Produzione totale di energia dal 1990 al 2007 divisa per tipologia.

2. Consumo totale di energia dal 1990 al 2007 diviso per tipologia.

Il focus sui settori eolico e fotovoltaico è stato sviluppato attraverso le fonti citate

nella bibliografia e nelle note riportate a pie pagina.

Tutti i dati sono disponibili fino al 2007, limitando a solo 2 anni (2006 e 2007) le considerazioni relative agli impatti della politica energetica cinese in seguito all’applicazione della legge sulle energie rinnovabili del 2006. Per i dati concernenti il punto uno e due, l’Istituto Nazionale di Statistica Cinese identifica solo quattro tipologie di energia: Carbone, Petrolio, Gas Naturale e, raggruppando in un’unica voce Eolico, Nucleare, Idrico e tutte le altre diverse fonti di energia - incluse le rinnovabili - che chiameremo per comodità “Fonti Alternative”. Questa semplificazione ci ha costretto a fare un’assunzione molto forte, difatti abbiamo supposto che le varie fonti di energia incluse nelle “Fonti Alternative” abbiano avuto sempre lo stesso peso percentuale nel corso dei vari anni. La tabella seguente - che riassume i consumi di elettricità suddivisi per fonte di energia - supporta la nostra ipotesi. Si evince, infatti, che i pesi percentuali rimangano pressoché costanti dal 1990 al 2007.

1990 1995 2000 2005 2006 2007

Idrico 20% 19% 16% 16% 15% 15%

Termico (carbone,petrolio, …)

80% 80% 82% 82% 83% 83%

Nucleare 0% 1% 1% 2% 2% 2%

I grafici sotto riportati riassumono un’analisi della produzione per fonte di energia ed il loro peso percentuale sulla produzione totale:

21

www.stats.gov.cn

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Da questa prima analisi si nota come ancora tutte le fonti di energia alternativa abbiano un’incidenza molto marginale ed assai lontana dagli obiettivi fissati dalla legge sulle energie rinnovabili. Il carbone è ancora la fonte di energia principale senza rilevanti variazioni in termini di peso percentuale e sebbene sia le fonti alternative sia il gas abbiano aumentato il loro peso percentuale, dal 2006 in poi non si nota un salto in avanti significativo rispetto agli anni precedenti. La predominanza dell’utilizzo del carbone è giustificata dal fatto che il carbone è una risorsa disponibile in Cina e quindi, in un periodo di forte crescita economica con un incremento della domanda di energia assai elevato (come evidenziato dalla pendenza della curva della produzione negli ultimi anni), l’utilizzo di fonti disponibili sul proprio territorio è un’opzione estremamente allettante, nonostante le politiche di incentivazione delle rinnovabili. Basti pensare che entro il 2012 la

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Cina abbia previsto la costruzione di 800 centrali a carbone di nuova generazione con un tasso di crescita della capacità produttiva pari a 1GW ogni 5 giorni. Va comunque rilevato un aspetto importante relativo agli anni 2006 e 2007 dove, come mostra il grafico sottostante, la crescita percentuale anno su anno delle fonti alternative è stata significativamente maggiore sia di quella del carbone sia del petrolio. Tale risultato è un segnale di una tendenza che comunque dovrà essere confermata ed analizzata nei periodi successivi.

Abbiamo in seguito raffrontato la curva dei consumi delle energie rinnovabili con quella della produzione come evidenziato nel grafico seguente.

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Lo studio del grafico evidenzia che:

le curve si sovrappongono; questo farebbe supporre che produzione e

domanda coincidono (coerentemente con uno dei principi della legge

sulle energie rinnovabile che impone l’acquisto di tutta l’energia prodotta

da fonti rinnovabili)

negli anni dell’applicazione della legge (2006 e 2007) la pendenza della

curva indica un aumento in percentuale anno su anno rilevante.

L’andamento delle curve di produzione e consumi delle fonti alternative negli anni 2006 e 2007 trova uno stretto legame con gli investimenti sulle energie rinnovabili in Cina come si evince da grafici seguenti che mostrano gli investimenti in (41):

Venture Capital e Private Equity, ovvero tutti gli investimenti in equity, sia di fondi di venture capital sia di fondi private equity, nelle società che sviluppano tecnologie sulle energie rinnovabili.

Asset financing, ovvero tutti gli investimenti in progetti per la generazione di energie rinnovabili finanziati sia tramite equity sia tramite debito.

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Dai grafici si denota come il settore privato in Cina abbia ancora un impatto marginale sugli investimenti (addirittura in calo tra 2006 e 2007), mentre è evidente il formidabile incremento dell’Asset Financing che in sostanza raddoppia di anno su anno nel 2006 e nel 2007, anni di applicazione delle legge sulle energie rinnovabili, e che porta la Cina, con oltre 10 miliardi di dollari investititi, ad essere nel 2007 seconda solo agli Stati Uniti (16 miliardi di $).

3.2 Focus sull’eolico e sul fotovoltaico

Abbiamo anche cercato di analizzare alcune delle singole fonti di energia rinnovabile e ci siamo concentrai sull’eolico e sul fotovoltaico in quanto costituiscono le due voci su cui si sono concentrati i maggiori investimenti, cosi’ come riportato nel Renewable Report del 200722. Nel 2007 gli investimenti mondiali nel settore delle energie rinnovabili hanno raggiunto la cifra di 148,4 miliardi di dollari con un incremento del 60% rispetto al 200623e con il settore eolico a trainare la crescita. Per l’eolico sono disponibili i dati forniti direttamente dal “China Electricity Council” che ci hanno permesso di fare alcune considerazioni che riportiamo di seguito. La tabella seguente mostra come la crescita della capacità installata dell’eolico abbia avuto un incremento rilevante tra il 2004 ed il 2007, con un picco specialmente nel 2006 e nel 2007 anni in cui è entrata in vigore la legge sulle energie rinnovabili:

2004 2005 2006 2007

Incremento MW prodotte anno su anno 197 502 1330 3300

Indice di crescita anno su anno 100% 155% 166% 147%

Capacità Installata (MW) 764 1266 2600 5900

Indice di crescita cumulata 35% 66% 105% 127%

L’incremento della capacità installata sembra quindi aver beneficiato della politica di stimolo attuata dal governo cinese, difatti, alle aziende che si sono aggiudicate le gare di concessione governativa per lo sviluppo dell’eolico, il governo cinese :

ha garantito l’acquisto dell’energia prodotta (che è funzione della capacità

installata) da parte delle provincie in cui sono stati installati gli impianti

(questo sembra confermare che produzione e domanda coincidono)

ha riconosciuto un premio di 0,001 RMB per ogni kWh prodotto al fine di

mitigare i maggiori costi di produzione rispetto alle fonti tradizionali. Il

22

Renewables 2007 Global Status Report –www.ren21.net 23

Global Trends in Sustainable Energy Investment 2008 - United Nations Environment Programme and New Energy Finance Ltd. 2008 – pag.8

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premio non è pagato subito ai produttori di energia e ai distributori ma

contribuisce ad un fondo che nel 2007 ha raccolto 300 milioni di euro. Nel

2008 il premio è stato incrementato a 0,002 RMB.24

L’efficacia delle politiche di sostegno del governo Cinese trova conferma nell’analisi contenuta nel report del Global Wind Energy Council del 2008. Il grafico seguente riporta date ed eventi più significativi:

In realtà, come anticipato nel paragrafo precedente, i meccanismi di incentivo fiscale implementati sull’eolico (ICT senza alcun incentivo sulla produzione) ha fatto si che nel 2007 dei 6 GW di capacita’ installata, ben 2 GW non fossero in uso. Lo stesso rapporto mostra come il sostegno del governo cinese allo sviluppo dell’eolico si sia anche tradotto in una forte presenza statale nelle aziende di produzione. Tale intervento ha accelerato la crescita del numero di aziende cinesi nel settore eolico che sono balzate nel giro di due anni da 2 a 70, con un impatto sulle quote di mercato verso le aziende straniere che riportiamo nel grafico seguente:

24

Dati contenuti nel Global Wind 2008 Report del Global Wind Energy Council

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Un andamento di crescita simile all’eolico si nota anche nella produzione di energia elettrica tramite il fotovoltaico, come mostrato dal grafico seguente (sorgente GMT Research). Dal 2006 al 2008, anni di applicazione della legge, la capacità installata ha seguito un andamento costantemente crescente sia sull’anno (100%) che sul cumulato.

La crescita del settore si è avuta non solo in termini di capacità installata ma, anche, sul fronte della produzione di “celle” e di capacità manifatturiera .25 26

25

L’industria cinese fotovoltaiaca si basa sulla tecnologia dei cristalli di silicio ed utilizza apparati importati dalle nazioni industralizzate. 26

Nel marzo del 2007 circa il 90% della produzione di celle e moduli era diretta verso I mercati esteri (Germania, Giappone,…) – fonte SolarPlaza – Enormous Growth of Chinese PV Industry

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Gli istogrammi e i valori percentuali riportati nel grafico della figura precedente danno ragione di una linea di crescita che è passata da bassi valori percentuali ad un terzo della produzione mondiale dei wafer di silicio e dei componenti dei sistemi di produzione (moduli fotovoltaici). La Cina è il primo produttore mondiale di celle solari grazie alla presenza di 30 produttori locali - nel 2008- attivi nell’industria; 27industria che è decollata solo negli ultimi anni e che trova nell’export il suo principale mercato di sbocco. Annual Photovoltaic Production, Select Countries and Europe, 1995-2006

Year

United

States Japan Europe China Taiwan India Others Total

1995 34,8 16,4 20,1 77,7

1996 38,9 21,2 18,8 88,7

1997 51,0 35,0 30,4 125,8

1998 53,7 49,0 33,5 154,9

1999 60,8 80,0 40,0 201,3

2000 75,0 128,6 49,8 2,5 10,5 10,5 276,8

2001 100,3 171,2 73,9 3,0 3,5 12,5 21,6 386,0

2002 120,6 251,1 122,1 8,0 8,0 19,1 18,2 547,1

2003 103,0 363,9 200,2 9,0 17,0 23,1 32,2 748,4

2004 138,7 601,5 311,8 35,0 40,0 31,1 35,4 1.193,5

2005 154,0 833,0 476,6 134,0 88,0 35,5 65,0 1.786,1

2006 201,6 926,9 678,3 369,5 177,5 43,4 123,6 2.520,8

Megawatts

Source: Compiled by Earth Policy Institute from Worldwatch Institute, Signposts

2004 , CD-Rom (Washington, DC: 2005); Prometheus Institute, "23rd Annual Data

Collection - Final," PVNews , vol. 26, no. 4 (April 2007), pp. 8-9.

E’ importante sottolineare – a supporto delle considerazioni fatte sulla politica di spesa pubblica cinese – il progetto finanziato dal governo centrale – The Village

27

La figura e’ tratta da uno studio pubblicati negli atti del 5 International Symposium on Advanced Science and Technology of Silicon Materials – ottobre 2008, Hawaii – di Jane Wu - A Survey of Chinese PV Industry: Recent Situation and Prospect

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Electrification Program – volto a fornire energia, per mezzo del fotovoltaico, ad oltre 20.000 villaggi nelle regioni ovest del paese entro il 2010 – in modalità non connessa alla rete di distribuzione – ed avendo come obiettivo ambizioso la copertura di tutte le popolazioni rurali della Cina nel 2015. Tale progetto si colloca sulla scia di una precedente iniziativa lanciata nel 2001 dal governo cinese e denominata Sending Electricity to Townships con l’obiettivo di portare elettricità a circa 1 milione di cittadini in nove province. Progetto conclusosi nel 2004 con l’installazione di 20MW dal fotovoltaico, 840KW dall’eolico e 240MW dall’idrico con un impegno da parte del governo di 240 milioni di dollari per sussidiare l’acquisto degli impianti.28 Complessivamente – come indicato nel Medium-to-Long-Term Development Plan per le energie rinnovabili del settembre 2007 – gli investimenti previsti dal Governo Cinese per raggiungere i target definiti nella legge ammonteranno a 251 miliardi di $ (2006-2020). Un dato d’interesse che conferma concretamente l’impegno del governo cinese sulle rinnovabili e’ la spesa in Ricerca e Sviluppo che nel biennio 2006-2007 ha visto la Cina seconda solo al Giappone (615 milioni $ e 978 milioni $ rispettivamente)29.

4 Conclusioni

La promulgazione della Legge sulle Energie Rinnovabili in Cina nel Gennaio del 2006 ha dato un impulso visibile a tutto il settore. Nel biennio 2006-2007 la crescita percentuale anno su anno delle fonti alternative è stata significativamente maggiore sia di quella del carbone che del petrolio. Sia la produzione sia i consumi delle rinnovabili hanno seguito un traiettoria di crescita praticamente identica, coerentemente con la direzione indicata nel testo della legge e – a nostro avviso – grazie alla ricchezza dei meccanismi di incentivo contenuti nel testo. La legge ha recepito le esperienze fatte in altri paesi implementando meccanismi di stimolo fiscali sia sul fronte degli investimenti che della produzione. Nell’eolico in soli due anni il numero di aziende cinesi che operano nel settore è passato da 2 a 70. Riprendendo l’equazione della domanda aggregata, nella formulazione che abbiamo visto, appare evidente come il governo Cinese abbia deciso di far crescere alcuni dei termini che spingono verso uno sviluppo sostenibile. Ricordiamo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo; i piani di finanziamento come Il Sending Electricity to Townships; gli 11 miliardi di $ di investimenti diretti del governo nelle rinnovabili nel solo 2007 (asset finance) Ma appare altrettanto evidente che il peso delle fonti di energie tradizionali continuerà a pesare per un’economia che rimane, comunque, il secondo 30consumatore mondiale di energia.

28

Si veda http://www.nrel.gov/docs/fy04osti/35788.pdf - National Renewable Energy Laboratory 29

Global Trends in Sustainable Energy Investment 2008, pag 28 – opera citata 30

Global Trends in Sustainable Energy Investment 2008, pag. 52 – opera citata

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