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EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 1: 33 EDUCAZIONE AMBIENTALE PROGETTO PROVINCIALE DI RISCOPERTA E VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA DELLE RISORSE IDRICHE DIFFUSE E DELLA VEGETAZIONE SPONDALE DENOMINATO “I SENTIERI DELL’ACQUA” Luglio 2008

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EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 1: 33

EDUCAZIONE AMBIENTALE

PROGETTO PROVINCIALE DI RISCOPERTA E VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA DELLE RISORSE IDRICHE DIFFUSE E

DELLA VEGETAZIONE SPONDALE DENOMINATO

“I SENTIERI DELL’ACQUA”

Luglio 2008

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1 INTRODUZIONE La presente relazione si colloca nell’ambito della documentazione prodotta con il progetto “Isentieri dell’acqua”1.Le azioni 4 e 8 del sopra citato progetto consistono in alcune attività di educazione ambientale rivolte alle scuole della Valle Brembana, per la cui realizzazione Ambiente Italia si è avvalsa della collaborazione specializzata dello Studio Associato Ecologo. Tali attività consistono nel monitoraggio della qualità delle acque del bacino idrografico del Brembo, parallelamente al campionamento più “metodico e scientifico” svolto dalle locali Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) della Comunità Montana Valle Brembana, e nelle iniziative formative laboratoriali. Per la continuità di contenuti, è apparso opportuno riportare in un’unica relazione i principali risultati delle attività relative alle due suddette azioni, che di seguito esplicitiamo.

4. Nell’ambito dell’azione 4 del progetto “I sentieri dell’acqua” è stata svolta la raccolta partecipata con il mondo della scuola di campioni d’acqua e sono stati realizzati percorsi formativi sulle modalità di valutazione quali-quantitative delle acque. Si precisa che nell’ambito della stessa azione e parallelamente alle attività svolte con le scuole, si è proceduto, per opera delle locali GEV, a una più estesa mappatura e monitoraggio della qualità chimico-fisica e biologica delle acque e al censimento delle portate, i cui risultati sono invece riportati in un’altra relazione espressamente dedicata.

8. Nell’ambito dell’azione 8 del progetto “I sentieri dell’acqua” sono state realizzate alcune iniziative formative laboratoriali sia per i docenti che per gli allievi inerenti la conoscenza della risorsa idrica e della biodiversità, la lettura del paesaggio dell’acqua, le buone pratiche per la sua conservazione e la valorizzazione del patrimonio idrico e botanico.

La presente relazione consta di due parti: la prima illustra modalità, tempi e destinatari del percorso didattico, mentre la seconda restituisce un rendiconto sintetico del monitoraggio svolto con le scuole. Si segnala che extra-relazione sono inoltre disponibili numerose slide di supporto, appositamente create per documentare e animare i momenti formativi con i docenti e con gli studenti delle scuole medie e superiori. Tale documentazione è da intendersi quale approfondimento, anche propedeutico ad una ripetizione in autonomia delle attività ivi illustrate, da parte delle scuole brembane negli anni scolastici a venire.

2 PERCORSO DIDATTICO A seguito della definizione del percorso didattico in questione, questo è stato presentato in occasione dell’incontro tenutosi con i referenti scolastici della valle, in data 13 dicembre 2007, presso la sede dell’Istituto Comprensivo di San Pellegrino Terme. A tale incontro, finalizzato ad individuare le classi interessate a partecipare al percorso didattico e ad affinare la proposta stessa di percorso, anche in funzione delle classi che avrebbero aderito, hanno

1 “I sentieri dell’acqua” è un progetto realizzato dalla Provincia di Bergamo, con il finanziamento della Regione Lombardia, con il partenariato della Comunità Montana Valle Brembana e dei Comuni vallivi e con la consulenza tecnico scientifica di Ambiente Italia e dell’Orto botanico di Bergamo. L’intervento, che si compone di un sistema integrato di azioni, ha come fine ultimo la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio idrico della Valle Brembana. Per ulteriori informazioni e materiali, cfr. il sito internet della Provincia di Bergamo (www.provincia.bergamo.it) – Servizio Ambiente o contatta l’Ufficio Agenda 21 provinciale (Tel.: 035.387568; E-mail: [email protected]).

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partecipato i referenti dell’Istituto Alberghiero di San Pellegrino, dell’Istituto David Maria Turoldo e degli Istituti comprensivi di San Giovanni Bianco, Zogno, Valnegra, Serina, San Pellegrino e Brembilla (per approfondimenti relativi a tale incontro, cfr. il relativo verbale).

La quasi totalità delle attività per la realizzazione del percorso didattico proposto, e accolto con interesse dai referenti scolastici, si è svolta da febbraio a giugno 2008. I docenti e gli studenti coinvolti sono stati supportati nella realizzazione di attività teoriche e pratiche finalizzate a coinvolgerli nella comprensione e gestione di una rete di monitoraggio. Tale intervento ha compreso sia momenti di lezione in aula, finalizzati ad illustrare le modalità di valutazione quali-quantitativa delle acque, sia attività sul campo e laboratoriali, finalizzate a realizzare i campionamenti e ad applicare i metodi di analisi presentati.

Le lezioni in aula, lievemente diversificate per le scuole medie da quelle per le superiori, ha visto la realizzazione di supporti informatici predisposti con il programma Power point, al fine di illustrare in modo divertente e animato le tematiche riguardanti i fiumi e i metodi di analisi della qualità degli stessi.

Le uscite sul campo sono state condotte sui corsi d’acqua presenti in prossimità delle scuole, raggiungibili a piedi e significativi al fine di applicare i metodi illustrati durante le lezioni in aula.

Le attività laboratoriali, realizzate solo con le scuole superiori in cui era presente un laboratorio attrezzato, hanno consentito di approfondire le analisi di campo e di fornire gli elementi di base per il riconoscimento dei macroinvertebrati, utilizzati come bioindicatori della qualità delle acque.

Di seguito si riportano i moduli didattici realizzati, con le relative tematiche affrontate.

1° lezione - In aula (Presentazione con diapositive ed immagini in Power Point) Illustrazione del progetto “I sentieri dell’acqua”. Principi di ecologia fluviale (ecosistemi acquatici, componenti biotiche ed abiotiche). Il fiume Brembo e i suoi principali affluenti. Metodi di valutazione della qualità dei corsi d’acqua superficiali e dei laghi con

particolare riferimento ai parametri chimico-fisici e biologici. I macroinvertebrati bentonici come bioindicatori della qualità dell’acqua. Illustrazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) per la valutazione della

funzionalità dell’ambiente fluviale.

2° lezione - In campo (Uscita su un corso d’acqua nei pressi della scuola) Raccolta dei macroinvertebrati bentonici con retino immanicato. Osservazione dell’ambiente fluviale seguendo le indicazioni fornite dall’IFF

(applicazione di una scheda semplificata). Analisi dei parametri fisici con sonda multiparametrica: Temperatura acqua,

Conducibilità, pH, Ossigeno disciolto. Analisi dei parametri chimici con Kit a comparazione visiva: Azoto ammoniacale,

Nitriti, Nitrati, Fosfati e Cloruri.

3° lezione - In laboratorio Riconoscimento dei macroinvertebrati bentonici raccolti al microscopio stereoscopico

e utilizzo delle chiavi dicotomiche. Sintesi dei risultati, discussione e conclusioni.

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Le classi coinvolte sono state complessivamente 21, come di seguito riportato. Le attività laboratoriali rivolte alle scuole superiori sono state svolte nelle stesse date delle uscite, come da accordi presi direttamente con gli insegnanti.

Istituto Referente N°classi Classe Lezione in

aula

Uscita sul campo

e att. lab.

Serina Prof. Cimino 1 1° media 16.02.2008 10.05.2008

San Pellegrino Prof. Leopardi 2 1° media 13.03.2008 08.05.2008

Brembilla Prof. Colombi 2 1° media 28.03.2008 04.04.2008

Sedrina (I.C.Brembilla) Prof. Manisco 2 1° media 28.02.2008 Settembre2008

Val Negra Prof. Savi 1 1° media 19.03.2008 16.04.2008

Branzi (I.C. Val Negra) Prof. Angel 1 1° media 31.03.2008 03.06.2008

San Giovanni Bianco Prof. Foresti 2 1° + 2° superiore 29.02.2008 03.06.2008

Istituto alberghiero S. Pellegrino Prof. Cornali 2 1° superiore 03.03.2008 23.04.2008

2 3°+ 2° superiore 04.03.2008 07.04.2008

2 2°+ 2° superiore 06.03.2008 08.04.2008

2 3°+ 3° superiore 11.03.2008 30.04.2008David Maria Turoldo - Zogno Prof. Origlio

2 2° + 2° superiore 12.03.2008 02.05.2008

L’Istituto comprensivo di Zogno ha preferito rivolgere il programma didattico ai docenti delle scuole materne, elementari e medie coinvolte; tali incontri hanno visto la realizzazione di una lezione in aula (05.03.2008) e di un’uscita sul campo (12.03.2008).

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3 RISULTANZE

Le lezioni in aula, le uscite di campo e le successive attività laboratoriali, oltre all’illustrazione del

progetto “I sentieri dell’acqua”, dei principi di ecologia fluviale e dell’inquadramento territoriale del

fiume Brembo e dei suoi principali affluenti, hanno visto la spiegazione e l’applicazione di due indici

abitualmente applicati sul territorio nazionale: l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), che permette di

ottenere indicazioni circa la comunità macrobentonica del corso d’acqua e da questa desumerne le

caratteristiche qualitative, e l’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) che restituisce invece una

valutazione complessiva del corso d’acqua, analizzandolo nel suo complesso. Per una migliore

comprensione dei risultati ottenuti con le attività didattiche, si fornisce di seguito una breve

descrizione di tali indici.

Utilità e modalità di applicazione dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.)

L’I.B.E. (Indice Biotico Esteso) è una modificazione dell’E.B.I. (Extended Biotic Index), metodo

sperimentato da Woodwiss nel 1978 e modificato per la realtà italiana da Ghetti nel 1986 e

definitivamente nel 1997.

Questo metodo consente di valutare la qualità biologica di un

corso d’acqua mediante lo studio delle popolazioni di

macroinvertebrati presenti nelle acque correnti. I

macroinvertebrati bentonici sono organismi di dimensioni

superiori al millimetro, che possono colonizzare qualunque

ambiente acquatico e la presenza dei diversi gruppi sistematici è

legata al variare dei fattori ambientali che caratterizzano i

differenti luoghi. Ogni tipo di substrato può fornire un habitat adatto; ciascun animale ha, infatti,

una sua “specialità” morfologica, fisiologica o comportamentale che lo rende idoneo ad insediarsi

nei sedimenti del fondo, nelle zone di corrente, sulle sponde o fra i fusti sommersi di una pianta

acquatica.

Questi organismi, data la loro scarsa mobilità, si sono rivelati un utile strumento per effettuare

indagini sulla qualità degli ecosistemi fluviali; essi infatti vivendo gran parte del loro ciclo vitale nel

corso d’acqua costituiscono una sofisticata rete di controllo e sono quindi in grado di fornire una

risposta modulata e lineare a qualsiasi alterazione ambientale, sia di tipo naturale, come

un’improvvisa piena, sia a forme ed associazioni di inquinanti diversi, anche nel caso di carichi

pulsanti che di norma sono assai difficili da individuare con le normali metodiche di analisi chimica.

Coleottero Elmidae

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L’utilizzo di indicatori biologici della qualità dell’ambiente parte dal concetto che variazioni delle

caratteristiche fisiche e chimiche superiori alla capacità di adattamento degli organismi, inducono

modificazioni qualitative e quantitative nella struttura della comunità.

L’I.B.E si basa quindi sull’analisi della struttura della comunità macrobenthonica e “misura” di

quanto si allontana la comunità rinvenuta nel fiume in esame da una comunità “ideale”, che

dovrebbe essere presente in quell’ambiente se non intervenissero perturbazioni di tipo chimico,

termico, di portata o altri squilibri. L’I.B.E. si basa sia sulla presenza di organismi sensibili

all’inquinamento sia sulla ricchezza di specie. Questa doppia informazione è indispensabile perché

ci sono ambienti che, per caratteristiche intrinseche, ad esempio i torrenti alpini poveri di nutrienti,

non possono ospitare una comunità molto ricca ma sono comunque adatti ad essere colonizzati da

specie molto sensibili; al contrario, nei tratti terminali dei grandi fiumi di pianura, non è possibile

rinvenire comunità tipiche di acque veloci e ben ossigenate, ma possono comunque essere

presenti molti altri organismi ben adattati ad ambienti ricchi di sedimento. L’I.B.E. consente quindi

di valutare la qualità biologica di un corso d’acqua valutando la presenza di determinati taxa (Unità

Sistematiche); questa informazione viene poi convertita in un punteggio ed infine in classe di

qualità (C.Q.). La validità ed efficacia di questa metodologia è anche supportata dal suo

inserimento nel DLVO152/99; l’IBE è divenuto perciò un parametro di legge e come tale deve

essere considerato.

Il sistema di monitoraggio biologico delle acque con gli organismi macrobenthonici costituisce

un’indispensabile integrazione alle analisi di tipo chimico-fisico e microbiologico, che spesso non

riescono a cogliere inquinamenti di tipo episodico e permette di dare risposte precise, fornendo un

giudizio sintetico sulla qualità complessiva dell’ambiente fluviale e sulla capacità autodepurative

del corso d’acqua.

Per eseguire i campionamenti relativi al mappaggio biologico di qualità delle acque, è stato

utilizzato un retino immanicato con raccoglitore svitabile e rete in monofilo di nylon a 21 maglie/cm.

I prelievi sono effettuati lungo un transetto diagonale tra le due

sponde, che possa garantire il controllo di tutti i principali

microhabitat presenti nel tratto sottoposto al monitoraggio.

Ultimato il transetto, il contenuto viene rovesciato in una

bacinella, avendo cura di risciacquare accuratamente il retino

per non perdere eventuali organismi rimasti attaccati.

Il materiale raccolto è separato direttamente sul campo, dove

viene effettuato un primo riconoscimento degli organismi

rinvenuti in modo tale da valutare sommariamente la struttura

macrobenthonica presente ed effettuare, per conferma, ulteriori verifiche con prelievi successivi.

Ove possibile viene eseguito anche un accurato prelievo manuale con l’ausilio di pinzette

Tricottero Odontoceridae

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metalliche da entomologo. Questa operazione permette di reperire unità sistematiche che

aderiscono fortemente al substrato o che vengono danneggiate dall’azione meccanica del retino.

Il materiale raccolto è, infine, collocato in contenitori di plastica contenenti alcool etilico ed è

trasportato in laboratorio per procedere alla classificazione dei macroinvertebrati raccolti, tramite

l’uso dello stereomicroscopio e di un microscopio ottico (per operare a maggiori ingrandimenti).

Una volta classificati i taxa presenti, viene utilizzata una tabella a doppia entrata per estrapolare il

valore di I.B.E.; ad ogni stazione di monitoraggio si attribuisce una classe di qualità biologica, che

può essere visualizzata cartograficamente, con l’ausilio di applicazioni GIS, utilizzando i colori

validi su scala nazionale.

E’ necessario sottolineare che sebbene il metodo non preveda attrezzature costose e sembri

relativamente semplice è fondamentale che gli operatori non siano solo in grado di classificare il

materiale biologico, ma che sappiano campionare in modo corretto, dimostrando la capacità critica

nella scelta delle stazioni oltre ad un’adeguata conoscenza degli ecosistemi fluviali.

Tabella a doppia entrata per il calcolo del valore di I.B.E. Numero totale delle Unità Sistematiche costituenti la comunità

(secondo ingresso) Gruppi faunistici che determinano

con la loro presenza l'ingresso orizzontale in tabella

(primo ingresso) 0-1 2-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36-...

Più di una U.S. - - 8 9 10 11 12 13* 14* Plecotteri presenti (Leuctra°) Una sola U.S. - - 7 8 9 10 11 12 13*

Più di una U.S. - - 7 8 9 10 11 12 - Efemerotteri presenti (tranne fam. Baetidae,Caenidae°°) Una sola U.S. - - 6 7 8 9 10 11 -

Più di una U.S. - 5 6 7 8 9 10 11 - Tricotteri presenti (ed inoltre fam. Baetidae , Caenidae) Una sola U.S. - 4 5 6 7 8 9 10 - Gammaridi, Atidi e Palemonidi presenti

Tutte le U.S. sopra assenti - 4 5 6 7 8 9 10 -

Asellidi presenti Tutte le U.S. sopra assenti - 3 4 5 6 7 8 9 -

Oligocheti e Chironomidi

Tutte le U.S. sopra assenti 1 2 3 4 5 - - - -

Tutti i taxa precedenti assenti

Possono esserci organismi a

respirazione aerea 0 1 - - - - - - -

° Nelle comunità in cui Leuctra è presente come unico taxon di Plecotteri e sono contemporaneamente assenti gli Efemerotteri (tranne Baetidae e Caenidae), Leuctra deve essere considerata al livello dei Tricotteri al fine dell’entrata orizzontale in tabella.

°° per la definizione dell'ingresso orizzontale in tabella le famiglie Baetidae e Caenidae vengono considerate a livello di Tricotteri* Questi valori di indice vengono raramente raggiunti nelle acque correnti italiane per cui occorre prestare attenzione, sia per evitare la

somma di biotipologie, che nel valutare gli effetti prodotti dall'inquinamento, trattandosi di ambienti con elevata ricchezza di taxa.

Tabella di conversione dei valori di I.B.E. in classi di qualità, con relativo colore per la rappresentazione cartografica.Classe di

qualità Valore di I.B.E. Giudizio Colore di riferimento

Classe I 10-11-12 Ambiente non alterato Azzurro

Classe II 8-9 Ambiente con moderati sintomi di alterazione Verde

Classe III 6-7 Ambiente alterato Giallo

Classe IV 4-5 Ambiente molto alterato Arancione

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Classe V 1-2-3 Ambiente fortemente alterato Rosso

Significato e modalità di applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) Un corso d’acqua può essere considerato come una successione di ecosistemi che si susseguono

gradualmente da monte a valle e che sono strettamente interconnessi con gli ecosistemi

circostanti: dalla sorgente alla foce variano infatti i parametri morfologici, chimico-fisici, idrodinamici

e ovviamente biologici.

Per poter comprendere in modo più approfondito la natura di un fiume è preferibile quindi non

limitarsi a valutare solamente gli aspetti qualitativi delle sue acque, ma è necessario ampliare

l’indagine all’intero sistema fluviale, considerando anche le caratteristiche dell’alveo, le strutture di

ritenzione del detrito, così come le fasce di vegetazione perifluviale ed il territorio circostante.

L’obiettivo principale dell’I.F.F. consiste nella valutazione dello stato complessivo dell’ambiente

fluviale e della sua funzionalità, intesa come risultato della sinergia e dell’integrazione di

un’importante serie di fattori biotici ed abiotici presenti nell’ecosistema acquatico e in quello

terrestre ad esso collegato.

Attraverso la descrizione di parametri morfologici, strutturali e biotici dell’ecosistema, interpretati

alla luce dei principi dell’ecologia fluviale, si rileva la funzione ad essi associata, nonché l’eventuale

grado di allontanamento dalla condizione di massima funzionalità. La lettura critica ed integrata

delle caratteristiche ambientali consente così di definire un indice globale di funzionalità.

La metodica, proprio per l’approccio olistico, fornisce pertanto informazioni peculiari che possono

integrare e rendere più comprensibili quelle fornite da altri indici o metodi che restringono

l’indagine ad un numero più limitato di aspetti e/o di comparti ambientali (ad esempio I.B.E., analisi

chimiche, microbiologiche, ecc.). Proprio per questo motivo, l’Indice di Funzionalità Fluviale può

rivelarsi particolarmente utile per supportare scelte gestionali e per indirizzare correttamente gli

interventi di ripristino o conservazione degli ambienti fluviali.

L’Indice di Funzionalità Fluviale è strutturato per essere applicato a qualunque ambiente d’acqua

corrente, sia a torrenti e fiumi di diverso ordine e grandezza sia a rogge, fossi e canali, purché

abbiano acque fluenti. Il periodo di rilevamento più idoneo per un’applicazione corretta è quello

compreso fra il regime idrologico di morbida e di magra e comunque in un periodo di attività

vegetativa.

La scheda deve essere compilata percorrendo a piedi il corso d’acqua da valle verso monte,

osservando le due rive e identificando di volta in volta un tratto omogeneo per le caratteristiche da

rilevare, per il quale andrà compilata un’unica scheda. Non appena si verifichi un cambiamento

significativo in anche uno solo dei parametri da rilevare, va identificato un successivo tratto

omogeneo per una nuova scheda. Il tratto omogeneo da considerare deve comunque essere

proporzionato, per la sua lunghezza, alla grandezza del corso d’acqua in esame.

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La scheda I.F.F. si compone di 14 domande che riguardano le principali caratteristiche ecologiche

di un corso d’acqua; le domande prevedono la possibilità di definire un dato parametro attraverso

quattro alternative di risposta che, nella loro gradualità, dalla prima alla quarta, evidenziano

rispettivamente la massima e la minima funzionalità ecologica associata a tale fattore.

La struttura della scheda I.F.F. consente di esplorare diversi comparti ambientali; le domande

possono essere raggruppate in gruppi funzionali:

le domande 1-4 riguardano le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante al

corso d’acqua ed analizzano le tipologie strutturali che influenzano l’ambiente fluviale (ad es.

l’uso del territorio o l’ampiezza della zona riparia naturale);

le domande 5 e 6 si riferiscono a caratteristiche idrauliche, quali l’ampiezza relativa dell’alveo

bagnato e la struttura fisica e morfologica delle rive;

le domande 7–11 considerano la struttura dell’alveo, con l’individuazione delle tipologie che

favoriscono la diversità ambientale e la capacità autodepurativa di un corso d’acqua;

le domande 12 – 14 rilevano le caratteristiche biologiche, attraverso l’analisi strutturale delle

comunità macrobentonica e macrofitica e della conformazione del detrito.

Alle risposte sono assegnati pesi numerici raggruppati in 4 classi (con peso minimo 1 e massimo

30) che esprimono le differenze funzionali tra le singole risposte. L’attribuzione degli specifici pesi

numerici alle singole risposte deriva da valutazioni ecologiche dell’insieme dei processi funzionali

influenzati dalle caratteristiche oggetto di ciascuna risposta. Il punteggio di I.F.F., ottenuto

sommando i punteggi parziali relativi ad ogni domanda, può assumere un valore minimo di 14 e un

massimo di 300.

Il punteggio finale viene tradotto in 5 Livelli di Funzionalità (L.F.), espressi con numeri romani (dal I

che indica la situazione migliore al V che indica quella peggiore), ai quali corrispondono i relativi

giudizi di funzionalità; sono inoltre previsti livelli intermedi, al fine di meglio graduare il passaggio

da una classe all’altra; ad ogni Livello di Funzionalità viene associato un colore convenzionale per

la rappresentazione cartografica, i livelli intermedi vengono rappresentati con un tratteggio a due

colori alternati.

Livelli di funzionalità, relativi giudizi e colori di riferimento.

VALORE DI I.F.F. LIVELLO DI FUNZIONALITÀ GIUDIZIO DI FUNZIONALITÀ COLORE

261 - 300 I elevato blu251 - 260 I-II elevato-buono blu verde 201-250 II buono verde

181 - 200 II-III buono-mediocre verde giallo121 - 180 III mediocre giallo101 - 120 III-IV mediocre-scadente giallo arancio 61 - 100 IV scadente arancio 51 - 60 IV-V scadente-pessimo arancio rosso

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14 - 50 V pessimo rosso

Di seguito si riportano i dati raccolti e la documentazione fotografica realizzata durante le uscite sul campo suddivise per stazione monitorata sui diversi corsi d’acqua indagati. Non si riportano i dati di Indice Biotico Esteso (I.B.E.), perché ritenuti non attendibili per una valutazione corretta della qualità delle acque, in quanto è stato applicato un protocollo semplificato e i campionamenti sono stati effettuati dagli alunni stessi.

Fiume BREMBO

Stazione di Zogno

Applicazione dell’I.F.F. Raccolta dei macroinvertebrati bentonici

Raccolta dei macroinvertebrati bentonici Osservazione dei macroinvertebrati bentonici

L’uscita sul campo con gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Zogno è stata principalmente

un’occasione di confronto sui metodi di valutazione della qualità delle acque e dell’ambiente

fluviale, attraverso l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.). L’applicazione di tale

indice ha consentito un’ampia discussione sui diversi aspetti legati alla struttura degli ambienti

fluviali, fornendo anche suggerimenti su come gestire in autonomia future uscite con i ragazzi, che

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potranno essere legate anche ai singoli aspetti trattati dall’indice (ad es. vegetazione, elementi di

antropizzazione, idrologia, inquinamento, ecc.).

Per quanto riguarda i parametri chimico-fisici, non sono stati raccolti dati puntuali, ma sono stati

illustrati i metodi di valutazione, suggerendo per eventuali uscite successive l’utilizzo di kit a

comparazione visiva per l’analisi di alcuni parametri indicatori della presenza di sostanza organica.

Per quanto riguarda i parametri biologici, sono state fornite indicazioni su come poter gestire

un’uscita con gli alunni delle scuole di diverso ordine e grado, sottolineando i diversi aspetti che

potranno essere colti attraverso la raccolta di macroinvertebrati, non necessariamente legata alla

valutazione della qualità delle acque (in particolare per gli insegnanti delle scuole materne e

primarie), ma ad esempio, alla scoperta della biodiversità o di una critica e consapevole analisi

territoriale di gestione degli ambienti fluviali. A tale scopo sono stati illustrati i metodi di raccolta,

osservazione e determinazione dei macroinvertebrati bentonici, fornendo un’indicazione pratica del

metodo I.B.E., illustrato precedentemente durante l’incontro in aula. La discussione critica operata

con gli insegnanti durante l’uscita ha consentito di fornire anche gli elementi bibliografici utili

all’eventuale scelta di intraprendere analoghe esperienze in autonomia.

Nelle pagine seguenti si riportano i risultati ottenuti con le diverse classi e nei diversi ambienti

analizzati, facendo specifico riferimento alle osservazioni raccolte durante le uscite di campo, che

hanno rappresentato il momento pratico per la sperimentazione dei concetti e delle metodiche di

analisi illustrate durante le precedenti lezioni in aula. Durante le uscite, le analisi chimico-fisiche,

biologiche e territoriali sono state eseguite direttamente dagli alunni sotto la guida dei docenti

specializzati, al fine di stimolare una concreta discussione sugli elementi di pregio e di criticità

osservati e sperimentati.

Alcuni dati chimico-fisici (nitriti, nitrati, azoto ammoniacale, fosfati e cloruri) sono stati raccolti

utilizzando kit a comparazione visiva, mentre altri (temperatura, ossigeno, pH, conducibilità) sono

stati raccolti utilizzando una sonda multiparametrica.

L’I.F.F. è stato applicato utilizzando la scheda

pubblicata dall’Agenzia Nazionale per la

Protezione dell’Ambiente (ANPA, 2000).

L’applicazione dell’I.B.E. ha seguito, seppur in

maniera semplificata, la procedura prevista dal

“Manuale d’applicazione: i macroinvertebrati nel

controllo della qualità degli ambienti di acque

correnti” (Ghetti, 1997).

Sonda multiparametrica utilizzata per rilevare alcuni parametri chimico-fisici

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Fiume BREMBO

Stazione di Zogno

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

07.04.08 11,1 8,87 347 10,98 105,6 <0,15 <1 0,25 5 474

08.04.08 10,8 8,33 305 10,03 95,1 <0,15 2 0,25 5 210

30.04.08 9,8 8,51 290 10,31 97 <0,15 <1 0,25 5 179

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 13: 33

L’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) sul fiume Brembo nella stazione di Zogno è stato applicato

lungo il tratto coincidente con il punto di campionamento delle acque. Tale tratto è contraddistinto

dalla presenza dell’area urbanizzata, da difese spondali in cemento e da una vegetazione

perifluviale troppo sottile e povera di specie riparie, da un’omogeneità del fondo, come meglio

evidenziato nella scheda seguente, che ha determinato un giudizio scadente per la riva sinistra e

intermedio tra mediocre e scadente per la riva destra.

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantea) Foreste e boschi 25 25 b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5 d) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariaa) Formazioni arboree riparie 30 30 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25 c) Formazioni arboree non riparie 10 10 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariaa) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Senza interruzioni 20 20 b) Con interruzioni 10 10 c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoa) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivea) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 b) Con erbe e arbusti 15 15 c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficia) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 14: 33

c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

9) Sezione trasversalea) Naturale 15b) Naturale con lievi interventi artificiali 10 c) Artificiale con qualche elemento naturale 5d) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo a) Diversificato e stabile 25b) A tratti movibile 15c) Facilmente movibile 5d) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandria) Ben distinti, ricorrenti 25b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoa) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15 b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10c) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5 d) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminarea) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoa) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10c) Frammenti polposi 5d) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonica a) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5d) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 89 104

Livello di funzionalità IV III IV

Oltre all’I.F.F., è stato applicato l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.) di cui, come già sopra specificato,

non si riportano i risultati ottenuti, in quanto non ritenuti significativi (campionamenti effettuati dagli

alunni, tempistica di campionamento ridotta, sommaria analisi in campo dei macroinvertebrati).

Tale applicazione, tuttavia, oltre ad aver fornito gli elementi di base per la comprensione delle

tecniche di biomonitoraggio e del ruolo degli indicatori biologici nel mappaggio della qualità dei

corsi d’acqua, ha consentito di poter rispondere in modo adeguato all’ultima domanda dell’I.F.F.

che riguarda la struttura della comunità macrobentonica.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 15: 33

Nel fiume Brembo la comunità rilevata, oltre ad essere risultata alterata rispetto a quanto atteso,

ha consentito di osservare in prevalenza taxa tolleranti l’inquinamento (Ditteri Chironomidi e

Simulidi, Oligocheti, Efemerotteri tolleranti, Irudinei, Gasteropodi). Il rinvenimento di pochi

organismi più sensibili (quali individui del genere Ecdyonurus), ha consentito di introdurre ed

illustrare il concetto di drift (processo di deriva) e di comunità biologica stabilmente presente

nell’ambiente.

Dato che le classi che hanno frequentato questa località erano della scuola superiore, è stato

effettuato anche un lavoro successivo di laboratorio finalizzato al riconoscimento degli organismi

macrobentonici rilevati in campo. Un numero adeguato di individui è stato posto in un barattolo

contenente alcol etilico e trasportato in laboratorio, dove con i microscopi stereoscopici è iniziato il

riconoscimento, tramite l’utilizzo di chiavi dicotomiche semplificate per giungere al riconoscimento

della Classe, Ordine e Genere degli individui. Tale attività ha consentito di illustrare i concetti di

anatomia dei macroinvertebrati, con particolare riferimento agli insetti.

In conclusione, anche con la partecipazione attiva degli insegnanti, è stato effettuato un riepilogo

delle informazioni ricavate e sono state tratte le conclusioni sugli aspetti qualitativi delle acque e

dell’ambiente fluviale osservato. A tale proposito, la discussione ha evidenziato i problemi

territoriali legati agli ambiti fluviali e le loro cause (ad esempio, le difese spondali in cemento

presenti nei pressi di insediamenti edilizi e nei meandri fluviali) e le possibili soluzioni gestionali per

il miglioramento degli ambiti fluviali (ad esempio, sono state illustrate alcune tecniche di ingegneria

naturalistica, meno invasive delle tradizionali). Una volta individuati i problemi e le proposte

migliorative, sono stati individuati gli Enti territorialmente competenti nella gestione del territorio

evidenziando i possibili canali di comunicazione con gli stessi per il miglioramento degli ambienti

fluviali locali.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 16: 33

Alcuni momenti delle attività di laboratorio

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 17: 33

Fiume BREMBO

Stazione di Lenna

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

16.04.08 6,8 8,36 228 10,8 94,7 <0,15 <1 0,25 5 165

Nella stazione di Lenna, il fiume Brembo è stato analizzato lungo il tratto coincidente con il punto di

campionamento delle acque. Tale tratto, a differenza di quanto è stato rilevato per i tratti di fiume che

scorrono a San Pellegrino e Zogno, è contraddistinto dalla presenza di aree naturali, in cui si rileva la

presenza di vegetazione perifluviale riparia continua, assenza di erosione, presenza di strutture di

ritenzione degli apporti trofici e la presenza di una comunità biologica diversificata e stabile. La

differenza osservata tra la riva sinistra e destra è dovuta al fatto che quest’ultima, pur rappresentando

un’area naturale, è stata organizzata per la fruizione, oltre alla quale corre la strada provinciale che

determina a sua volta la presenza di strutture industriali.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 18: 33

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantea) Foreste e boschi 25 25 b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5d) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariae) Formazioni arboree riparie 30 30 f) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25g) Formazioni arboree non riparie 10 10 h) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariaa) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5 d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Senza interruzioni 20 20 b) Con interruzioni 10 10c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoa) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivea) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 b) Con erbe e arbusti 15 15c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficia) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5 d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

9) Sezione trasversalea) Naturale 15b) Naturale con lievi interventi artificiali 10 c) Artificiale con qualche elemento naturale 5 d) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo a) Diversificato e stabile 25

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 19: 33

b) A tratti movibile 15c) Facilmente movibile 5d) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandria) Ben distinti, ricorrenti 25b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5 d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoa) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15 b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10 c) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5d) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminarea) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoa) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10 c) Frammenti polposi 5d) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonicaa) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 270 230

Livello di funzionalità I II

Oltre all’I.F.F., è stato applicato l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.) di cui, come già sopra specificato,

non si riportano i risultati ottenuti, in quanto non ritenuti significativi. Tale applicazione ha

consentito di poter rispondere in modo adeguato all’ultima domanda dell’I.F.F. che riguarda la

struttura della comunità macrobentonica.

Nella stazione di Lenna la comunità rilevata è risultata ben strutturata e diversificata, adeguata alla

tipologia fluviale. Sono stati infatti osservati Plecotteri, Efemerotteri sensibili all’inquinamento,

Tricotteri, Coleotteri, Ditteri, Irudinei, Gasteropodi e Oligocheti. In particolare, la significativa

presenza di specie di tricotteri con gli astucci, ha consentito di approfondire il ciclo biologico degli

insetti, che trascorrono la vita larvale in acqua mentre quella adulta è di tipo aereo.

La presenza di periphyton nel substrato fluviale ha consentito anche di approfondire il tema del ciclo

della sostanza organica, facendo prendere coscienza ai ragazzi degli impatti delle attività umane (in

questo caso scarichi di tipo organico) sugli ambienti fluviali.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 20: 33

Fiume BREMBO

Stazione di San Pellegrino

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

23.04.08 10,9 8,75 310 10,8 102,3 <0,15 <1 0,25 5 320

Il fiume Brembo è stato analizzato lungo il tratto coincidente con il punto di campionamento delle

acque situato in città. Tale tratto, analogamente a quello che scorre nel territorio di Zogno, è

contraddistinto dalla presenza dell’area urbanizzata, da difese spondali in cemento e da una

vegetazione perifluviale troppo sottile e povera di specie riparie, dall’omogeneità del fondo, come

meglio evidenziato nella scheda seguente, che ha determinato un giudizio scadente per la riva sinistra

e intermedio tra mediocre e scadente per la riva destra.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 21: 33

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantea) Foreste e boschi 25 25 b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5 d) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariaa) Formazioni arboree riparie 30 30 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25 c) Formazioni arboree non riparie 10 10 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariaa) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Senza interruzioni 20 20 b) Con interruzioni 10 10 c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoa) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivea) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 b) Con erbe e arbusti 15 15 c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficia) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

9) Sezione trasversalea) Naturale 15b) Naturale con lievi interventi artificiali 10 c) Artificiale con qualche elemento naturale 5d) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo a) Diversificato e stabile 25b) A tratti movibile 15

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 22: 33

c) Facilmente movibile 5d) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandria) Ben distinti, ricorrenti 25b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoa) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15 b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10c) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5 d) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminarea) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoa) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10c) Frammenti polposi 5d) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonicaa) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 94 109

Livello di funzionalità IV III IV

Durante le uscite sul campo, gli alunni e gli insegnanti hanno potuto comprendere come la

gestione territoriale possa influenzare la funzionalità fluviale; in particolare, la presenza di massicci

interventi di regimazione, l’assenza della vegetazione perifluviale, ecc., tipici elementi presenti nei

tratti fluviali che scorrono nelle città, hanno favorito la discussione circa le esigenze antropiche e

quelle ecologiche di conservazione degli ambienti naturali, portando ad evidenziare quali

potessero essere i possibili interventi di rinaturazione degli ambiti fluviali, sottolineando gli aspetti

legati ai costi e benefici di tali ipotesi.

Per quanto riguarda l’I.B.E., presso la stazione di San Pellegrino sul fiume Brembo la comunità

rilevata, oltre ad essere risultata alterata rispetto a quanto atteso, ha consentito di osservare in

prevalenza taxa tolleranti l’inquinamento (Ditteri Chironomidi e Simulidi, Oligocheti, Efemerotteri

tolleranti, Gasteropodi), analogamente a quanto riscontrato nella stazione di Zogno. Il rinvenimento

di pochi organismi più sensibili (quali individui del genere Ecdyonurus), ha consentito di introdurre

ed illustrare il concetto di drift (processo di deriva) e di comunità biologica stabilmente presente

nell’ambiente.

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 23: 33

Torrente SERINA

Stazione di Serina

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

10.05.08 11,6 8,29 1.300 9,95 99,6 <0,15 2 0,25 5 140

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 24: 33

Il torrente Serina, pur scorrendo in un’area con urbanizzazione rada ed elementi di naturalità

pregiati, presenta pesanti interventi di regimazione e banalizzazione della struttura attesa, come

meglio evidenziato nella scheda seguente. Tali evidenze hanno consentito di individuare i possibili

interventi finalizzati al recupero della funzionalità fluviale.

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantea) Foreste e boschi 25 25 b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5 d) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariaa) Formazioni arboree riparie 30 30 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25 c) Formazioni arboree non riparie 10 10 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariaa) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Senza interruzioni 20 20 b) Con interruzioni 10 10 c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoa) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivea) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 b) Con erbe e arbusti 15 15 c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficia) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20 b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

EDUCAZIONE AMBIENTALE – I SENTIERI DELL’ACQUA

COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 25: 33

9) Sezione trasversalea) Naturale 15b) Naturale con lievi interventi artificiali 10c) Artificiale con qualche elemento naturale 5 d) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo a) Diversificato e stabile 25b) A tratti movibile 15c) Facilmente movibile 5d) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandria) Ben distinti, ricorrenti 25b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoa) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10 c) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5 d) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminarea) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoa) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10c) Frammenti polposi 5d) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonicaa) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 111 93

Livello di funzionalità III IV IV

Gli alunni e gli insegnanti, durante l’uscita di campo, hanno potuto comprendere quali siano gli

elementi che incidono negativamente sulla corretta funzionalità fluviale, anche tramite i numerosi

esempi pratici svolti. La raccolta dei macroinvertebrati bentonici ha consentito agli alunni di

scoprire come il substrato fluviale ospiti numerosi organismi viventi. L’applicazione semplificate

dell’I.B.E. ha consentito la raccolta e la successiva osservazione di numerosi gruppi tassonomici,

tra i quali anche specie abbastanza sensibili all’inquinamento quali Efemerotteri, Tricotteri,

Odonati, Coleotteri, Irudinei, Gasteropodi, consentendo di illustrare i principi generali che regolano

le tecniche di biomonitoraggio e scoprendo gli indicatori biologici.

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COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 26: 33

Torrente SANBUSSO

Stazione di San Pellegrino

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

08.05.08 12,7 8,62 440 9,95 98,4 <0,15 2 0,25 5 117

L’I.F.F. è stato applicato lungo il tratto coincidente con il punto di campionamento delle acque. Tale

tratto è contraddistinto dalla presenza di aree naturali, in cui si rileva la presenza di vegetazione

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perifluviale riparia continua, assenza di erosione, presenza di strutture di ritenzione degli apporti trofici

e la presenza di una comunità biologica diversificata e stabile, come evidenziato di seguito.

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantea) Foreste e boschi 25 25b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5 d) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariaa) Formazioni arboree riparie 30 30b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25 c) Formazioni arboree non riparie 10 10 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariaa) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5 d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivaa) Senza interruzioni 20 20b) Con interruzioni 10 10 c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoa) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivea) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25b) Con erbe e arbusti 15 15 c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficia) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5 d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

9) Sezione trasversalea) Naturale 15b) Naturale con lievi interventi artificiali 10 c) Artificiale con qualche elemento naturale 5

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d) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo a) Diversificato e stabile 25b) A tratti movibile 15c) Facilmente movibile 5d) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandria) Ben distinti, ricorrenti 25b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5 d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoa) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15 b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10c) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5 d) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminarea) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoa) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10 c) Frammenti polposi 5d) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonicaa) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20b) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 295 295

Livello di funzionalità I I

Le classi che hanno partecipato a questa uscita hanno avuto la possibilità di rilevare le

caratteristiche di un torrente naturale in cui la presenza delle attività antropiche non ha influenzato

negativamente la funzionalità fluviale. Inoltre, l’applicazione semplificata dell’I.B.E. ha consentito di

raccogliere un numero considerevole di specie macrobentoniche, consentendo agli alunni di

osservare la diversità biologica presente in corso d’acqua naturale. In particolare sono state

rinvenute diverse specie di Plecotteri, Efemerotteri e Tricotteri, associati ad una comunità biologica

diversificata e stabile. L’osservazione successiva degli individui raccolti ha consentito di

approfondire sia l’anatomia degli insetti sia di esplicitare numerosi concetti di ecologia fluviale (drift,

autodepurazione, catene trofiche, ecc.).

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In conclusione, le lezioni svolte in aula, le uscite di campo e gli approfondimenti in laboratorio

hanno consentito di coinvolgere gli studenti nella comprensione e nella gestione di una rete di

monitoraggio ambientale permanente, in quanto sia la presentazione delle azioni previste dal

progetto “I sentieri dell’acqua” sia la dimostrazione teorica e pratica dei metodi di monitoraggio

fluviale, hanno evidenziato la necessità di un confronto continuo sui diversi aspetti che regolano la

gestione di un fiume. In particolare, le uscite realizzate sui corsi d’acqua che presentavano

alterazioni ambientali e della qualità hanno rappresentato l’occasione per un confronto critico sui

diversi interessi che determinano scelte gestionali (ad es. costruzione di difese spondali,

alterazione del regime idrologico, degenerazione della qualità, ecc.) che hanno portato nel tempo

alla modificazione, anche drastica, di alcune parti di territorio. Alla luce delle osservazioni effettuate

da alunni e insegnanti, sono stati evidenziati i possibili interventi di miglioramento degli ambienti

fluviali compromessi, e come l’Indice di Funzionalità Fluviale potrebbe ottenere punteggi più elevati

nel caso venissero realizzati, tenendo conto dei diversi interessi in gioco. In ambienti dove l’I.F.F.

restituiva risultati elevati, è stata posta l’attenzione sui concetti di conservazione e valorizzazione,

evidenziando come l’eventuale attuazione di interventi (ad es. sentieri pedonali, ecc.) che

consentano una valorizzazione economica delle località interessate (ad es. sviluppo turistico),

possa essere gestita in maniera corretta e rispettosa dell’ambiente fluviale.

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COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 30: 33

Difese spondali in massi cementati presenti sul fiume Brembo nelle stazioni di San Pellegrino e

Zogno. Impossibili da eliminare in quanto difendono aree ormai urbanizzate ed abitate. Tuttavia i

ragazzi hanno evidenziato come sia possibile (almeno in linea teorica) realizzare edifici lontani

dalle rive dei fiumi e, se necessario, come realizzare difese spondali meno impattanti sulla

funzionalità fluviale.

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COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 31: 33

Torrente BREMBILLA

Stazione di Brembilla

Data Temperatura pH Conducibilità O2 O2 Nitriti Nitrati Azoto ammoniacale Fosfati Cloruri

°C µS/cm mg/l % mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l

04.04.08 7,5 7,53 669 7,95 79,6 <0,15 2 0,25 5 360

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COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 32: 33

Il torrente Brembilla risulta ancora riceve gli scarichi delle aree urbanizzate che attraversa e

dell’abitato di Brembilla; presenta una situazione delle sue acque pessima con una spessa coltre

perifitica che testimonia la presenza di un forte carico organico. Inoltre in molte parti del suo corso

ha subito interventi sulle rive e pesanti regimazioni relativamente al suo piccolo e brere corso . Tali

evidenze hanno consentito di individuare i possibili interventi finalizzati al recupero della

funzionalità fluviale.

Sponda Sx Dx 1) Stato del territorio circostantee) Foreste e boschi 25 25 f) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 g) Colture stagionali e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizz. rada 5 5 h) Aree urbanizzate 1 1

2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primariae) Formazioni arboree riparie 30 30 f) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 25 25 g) Formazioni arboree non riparie 10 10 h) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondariae) Formazioni arboree riparie 20 20 f) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 g) Formazioni arboree non riparie 5 5 h) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1

3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivae) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 f) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 g) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5 h) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1

4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustivae) Senza interruzioni 20 20 f) Con interruzioni 10 10 g) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 h) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1

5) Condizioni idriche dell'alveoe) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20f) Alveo di morbida maggiore del triplo dell'alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 g) Alveo di morbida apprezzabilmente maggiore del triplo dell'alveo bagnato con fluttuazioni di

portata frequenti 5

h) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1

6) Conformazione delle rivee) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 f) Con erbe e arbusti 15 15 g) Con sottile strato erboso 5 5 h) Rive nude 1 1

7) Strutture di ritenzione degli apporti troficie) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati o presenza di fasce di canneto o

idrofite.25

f) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento o canneto o idrofite rade e poco estese 15 g) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene o assenza di canneto o idrofite 5h) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1

8) Erosione e) Poco evidente e non rilevante 20 20

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COD: AI 034A07 VERS: 01 DATA: luglio 2008 PAGINA: 33: 33

f) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 g) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 h) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1

9) Sezione trasversalee) Naturale 15f) Naturale con lievi interventi artificiali 10 g) Artificiale con qualche elemento naturale 5h) Artificiale 1

10) Fondo dell'alveo e) Diversificato e stabile 25f) A tratti movibile 15g) Facilmente movibile 5h) Artificiale o cementato 1

11) Raschi, pozze o meandrie) Ben distinti, ricorrenti 25f) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 g) Lunghe pozze che separano corti raschi o viceversa, pochi meandri 5h) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1

12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolentoe) Periphyton rilevabile solo al tatto e scarsa copertura di macrofite 15 f) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10 g) Periphyton discreto o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5h) Periphyton spesso o discreto con elevata copertura di macrofite 1

12bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminaree) Periphyton poco sviluppato e scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 f) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti o scarsamente sviluppato con

limitata copertura di macrofite tolleranti 10

g) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 h) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1

13) Detritoe) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 f) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10g) Frammenti polposi 5h) Detrito anaerobico 1

14) Comunità macrobentonicae) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 f) Sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 g) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5h) Assenza di una comunità strutturata, pochi taxa piuttosto tolleranti all’inquinamento 1

Punteggio totale 88 66

Livello di funzionalità IV IV