EDITORIALE Tandem contro l’Italia “C · allo sbaraglio LEZZI: QUANDO IL CALDO DÀ ALLA TESTA...

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WWW.DEMOCRATICA.COM C ’è un aspetto che ri- guarda la gestione delle federazioni e delle isti- tuzioni sportive che da tempo richiedeva un intervento di riorganiz- zazione: si tratta della durata dei mandati de- gli organi di vertice, regolati attualmente in maniera disorganica. Finora alcune di que- ste cariche potevano sostanzialmente essere rinnovate all’infinito. Talvolta un ruolo, non si può negare, diventava pressoché a vita, in altri casi la durata era fin troppo breve. Una situazione che per anni ha reso confuso, se non contraddittorio, il quadro direttivo dello sport italiano, e attirato un buon numero di critiche, più che legittime. Per questo, nelle mie dichiarazioni pro- grammatiche di inizio mandato, tra gli altri obiettivi, ho incluso il riassetto della discipli- na che riguarda proprio i mandati dei dirigen- ti delle istituzioni sportive. Ieri quel riordino ha compiuto un passo decisivo: il provvedi- mento, attraverso un disegno di legge ad hoc, è stato approvato dalla Camera dei Deputati, con ampia maggioranza. Un’altra promessa mantenuta. Si tratta di una risoluzione che cambia completamente il sistema attuale. Il nume- ro dei mandati viene uniformato per tutte le istituzioni: nel Coni, nel Comitato Paralimpi- co, nelle federazioni, nelle discipline associa- te, negli enti di promozione sportiva e in tutte le loro strutture territoriali, il tetto massimo sarà di tre mandati consecutivi, per un arco complessivo di dodici anni. È un primo passo. ALLE PAGINE 2-3 Tandem contro l’Italia Le due destre La Lega s’indigna ma non restituisce i soldi rubati. Le primarie-farsa del M5s con un candidato unico e inadeguato Sport, un’altra promessa mantenuta EDITORIALE Luca Lotti n. 32 Mercoledi 20 settembre 2017 “Un giovane vecchio senza studi iscritto da un’azienda alla corsa per Palazzo Chigi non è un predestinato. E’ un miracolato” (Massimo Gramellini su Luigi Di Maio) ALLE PAGINE 5-6 Smartphone in aula Perché sì, perché no SCUOLA SEGUE A PAGINA 4

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“C’è un aspetto che ri-guarda la gestione delle federazioni e delle isti-tuzioni sportive che da tempo richiedeva un intervento di riorganiz-

zazione: si tratta della durata dei mandati de-gli organi di vertice, regolati attualmente in maniera disorganica. Finora alcune di que-ste cariche potevano sostanzialmente essere rinnovate all’infinito. Talvolta un ruolo, non si può negare, diventava pressoché a vita, in altri casi la durata era fin troppo breve. Una situazione che per anni ha reso confuso, se non contraddittorio, il quadro direttivo dello sport italiano, e attirato un buon numero di critiche, più che legittime.

Per questo, nelle mie dichiarazioni pro-grammatiche di inizio mandato, tra gli altri obiettivi, ho incluso il riassetto della discipli-na che riguarda proprio i mandati dei dirigen-ti delle istituzioni sportive. Ieri quel riordino ha compiuto un passo decisivo: il provvedi-mento, attraverso un disegno di legge ad hoc, è stato approvato dalla Camera dei Deputati, con ampia maggioranza. Un’altra promessa mantenuta.

Si tratta di una risoluzione che cambia completamente il sistema attuale. Il nume-ro dei mandati viene uniformato per tutte le istituzioni: nel Coni, nel Comitato Paralimpi-co, nelle federazioni, nelle discipline associa-te, negli enti di promozione sportiva e in tutte le loro strutture territoriali, il tetto massimo sarà di tre mandati consecutivi, per un arco complessivo di dodici anni.

È un primo passo.

ALLE PAGINE 2-3

Tandemcontro l’Italia

Le due destre La Lega s’indigna ma non restituisce i soldi rubati. Le primarie-farsa del M5s con un candidato unico e inadeguato

“Sport, un’altra promessa mantenuta

EDITORIALE

Luca Lotti

n. 32Mercoledi

20 settembre2017

“Un giovane vecchio senza studi iscritto da un’azienda alla corsa per Palazzo Chigi non è un predestinato. E’ un miracolato” (Massimo Gramellini su Luigi Di Maio)

ALLE PAGINE 5-6

Smartphone in aula Perché sì, perché no

SCUOLA

SEGUE A PAGINA 4

2 mercoledì 20 settembre 2017

La Lega restituisca agli italiani i soldi che ha rubato

Matteo Salvini fa finta di niente ma in realtà sapeva tutto. Lo scrive oggi Repubblica, ripor-tando un documento ufficiale dei revisori del bilancio della Lega Nord, datato 22 maggio 2015. In piena gestione Salvini, da circa un anno e mezzo. Nel testo c’è scritto, nero su

bianco, che in riferimento al processo che coinvol-ge cinque esponenti del-la Lega “relativamente a rimborsi elettorali e di ap-propriazione indebita, il collegio (de revisori, ndr) raccomanda vivamente ai rappresentanti del mo-vimento e il comitato am-ministrativo di costituirsi parte civile nel processo”.

Le raccomandazioni, però, sono rimaste lettera morta.

Salvini ha preferito la messa in scena a cui stia-mo tristemente assisten-do in questi giorni: niente Parlamento europeo (che continua inutilmente a pagarlo), visite spot ai terremotati, accuse alle “schegge” della magistra-tura, show fascio-populi-sta in quel di Pontida. Con un unico obiettivo: spo-stare l’attenzione e scap-pare dalle responsabilità.

Ora, però, il Salvini che fa spallucce viene inca-strato dai fatti. Il 3 giugno 2015, nella relazione fina-le al bilancio della Lega, la richiesta dei revisori viene confermata. Ma ai vertici del Carroccio gui-dato da Salvini nessuno sembra ascoltare. E si arriva alle condanne del 2016 e del 2017.

Il provvedimento più pesante, quello prospet-tato dai revisori, diventa realtà: scatta il sequestro

ai danni dei beni della Lega: il provvedimento riguarda 48 mi-lioni di euro, ma nei conti del partito di Salvini è rimasto solo un milione di euro. Come farà a restituire i soldi rubati agli italiani?

Focus Lega Nord

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I revisori dei conti della Lega

avevano consigliato a Salvini di costituirsi come parte civile nel

processo. Inutilmente

1 APPROPRIAZIONE INDEBITA E TRUFFA AGGRAVATANel 2012 le Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria si

occupano della gestione dei soldi della Lega. Nel 2013 i pm contestano a Bossi, in concorso con Belsito, l’appropriazione indebita e la truffa aggravata per i rimborsi elettorali 2008 e 2009 e ai figli di Bossi, Renzo e Riccardo, l’uso a fini personali di 300mila euro di soldi pubblici

2 LA PRIMA SENTENZA DEL MARZO 2016La prima sentenza arriva nel mese di marzo dello scorso anno:

2 anni e mezzo per Riccardo Bossi. Un anno dopo la richiesta di condanna per il Senatùr, il figlio Renzo e l’ex tesoriere Belsito. La sentenza arriva il 10 luglio: per Bossi, la tesi dei pm, “sostenere i costi della sua famiglia” con il patrimonio della Lega era “un modo di agire consolidato e concordato” con Belsito.

3 LA CONDANNA PIÙ PESANTE 48 MILIONI DA CONFISCAREIl 10 luglio Bossi è condannato in primo grado a 2 anni e 3 mesi,

il figlio Renzo a 1 anno e 6 mesi e l’ex tesoriere Belsito a 2 anni e 6 mesi. Erano accusati di appropriazione indebita e truffa allo Stato nel processo sulle irregolarità nell’uso dei fondi pubblici della Lega. Il tribunale ha disposto la confisca di 48 milioni al partito.

Le tappe dell’inchiesta

3 mercoledì 20 settembre 2017Focus Movimento 5 Stelle

Dilettantiallo

sbaraglio

LEZZI: QUANDOIL CALDO

DÀ ALLA TESTAPer la deputata Barbara Lezzi la crescita

industriale di agosto non è avvenuta grazie alle azioni del Governo,

ma per i condizionatori: “Ha fatto molto più caldo

e si è consumata molta più energia”.

DI BATTISTA E LA STORIA

CHE NON C’ÈIn un intervento alla Camera,

cita Napoleone come colui che combatteva “sui

campi ad Auschwitz”. E noi che credevamo

avesse combattuto ad Austerlitz…

DI MAIO E I MALATI

DI CANCRO“C’è la lobby dei petrolieri e quella

degli ambientalisti, quella dei malati di cancro e quella degli

inceneritori. Il problema è la politica senza

spina dorsale, che si presta sempre alle solite

logiche”

UNA GIUNTA

INCAPACE DI GESTIRE I

GRANDI EVENTISabato 3 giugno a Torino, in Piazza San

Carlo, migliaia di persone che si erano radunate per seguire la finale di Champions League tra

Juventus e Real Madrid sono scappate prese dal panico dopo un falso

allarme, provocando una violenta ressa in cui sono

rimaste ferite 1527 persone. Una ragazza di 38 anni ha perso

la vita nei giorni successivi.

BAGHERIA Indagato oggi

il sindaco grillino Patrizio Cinque, molto vicino al candidato governatore

Cancelleri, per l’inchiesta sulla

gestione dei rifiuti

4 mercoledì 20 settembre 2017Playground

Così rinasce lo sport italiano

Certo, il mondo dello sport ha bisogno di una revisione completa del rapporto tra federazioni e Governo, e si tratterà di capire su questo fronte così ampio

di intervento quanto si potrà fare entro i limiti dell’attuale legislatura. Ma possiamo dire che quello di ieri è un ottimo punto di partenza. Perché garantisce da un lato il giusto rinno-vo e avvicendamento ai vertici degli organi sportivi, e dall’altro consente che gli incarichi abbiano una durata temporale sufficiente per realizzare un programma compiuto.

Lo sport italiano è complesso, ricco di real-tà consolidate e di grandi potenzialità, alcune però ancora inespresse. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a fargli fare un vero salto di qualità. Un obiettivo che meritano i tanti cam-pioni che coi loro risultati prestigiosi danno lustro al nostro Paese, grazie al loro impegno e alla loro passione. Così come lo meritano tutti quegli atleti che ogni giorno, anche senza ri-balte mediatiche, si allenano e gareggiano con altrettanta dedizione e amore per lo sport.

Ora manca solo un ultimo tratto di strada per completare l’iter di questo provvedimen-to: l’approvazione finale in Senato. Ci siamo davvero, finalmente.

Luca Lotti Ministro dello sport

Segue dalla prima

Firmate le convenzioni tra Coni e i 32 comuni italiani: le periferie sono il vero cuore delle nostre città. È là che si gioca la sfida di un’urbanizzazione che deve diventare sempre più armonica, solidale, sostenibile.

Sport e periferie: più investimenti. Non si torna indietro

PROGETTO SPORT-PERIFERIE

Con l’introduzione di Luca Pancalli, presidente del comitato italiano paralimpico parte oggi il viaggio verso Milano di tre grandi campioni: Bebe Vio da Venezia, Martina Caironi da Bologna e Giulio Maria Papi da Roma.

Il viaggio verso Milano di tre grandi campioni paralimpici

#CUOREPARALIMPICOCONDIVIDI SU

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Sono state rimosse le barriere dallo Stadio Olimpico; ora si sta facendo concretamente un ulteriore passo in avanti per riportare allo stadio le famiglie, alle giovani generazioni di appassionati, per sostenere quel senso di inclusione che lo sport favorisce.

Più socialità per una nuova immagine del calcio

PIÙ SEMPLICE L’ACCESSO AGLI STADI

Avviato il lavoro dei due commissari, previsti dal piano del Governo, cui è affidato il piano di interventi da concertare con tutte le amministrazioni coinvolte, incarico che svolgeranno a titolo gratuito. Una grande occasione per il territorio, non solo per quello di Cortina

Cortina 2021 Ora ci siamo, si parte davvero

MONDIALI DI SCI

5 mercoledì 20 settembre 2017Focus Scuola

Smartphone in classe

Lo smartphone non come un demone da cui proteggere i giovani, ma come un’opportunità per farli crescere e maturare. È questa l’idea alla base della proposta della ministra

dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che nei giorni scorsi ha annunciato una commissione ministeriale che dovrà occuparsi di costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula. Secondo Fedeli lo smartphone rappresenta “una straordinaria opportunità che deve essere governata”. Per questo è necessario che, come tutti gli strumenti complessi, vengano fornite le nozioni per trarne il meglio. “Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano - sostiene la ministra - è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo.Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico”, precisa. “Voglio studenti preparati. Ma c’è chi apprende in tre minuti e chi in una settimana: la scuola deve farsene carico e cercare di portare avanti tutta la classe. L’esame di Terza media sarà più leggero, non più facile”.

La ministra Fedeli: un nuovo strumento didattico

Telefonino sui banchi? Bene, a condizione che...

Per le prof.sse Dianora Bardi e Licia Landi dell’associazione Centro Studi ImparaDigitale - nata nel 2012 per promuovere lo sviluppo di una modalità didattica innovativa - l’introdu-zione dello smartphone in classe è un’opportu-nità purché anche i docenti siano preparati a

formare i loro studenti con questo nuovo strumento. Ospi-tiamo su Democratica il loro contributo:

Ogni volta che nel nostro Paese vengono annunciate delle novità riguardanti la scuola, si scatenano sempre di-scussioni, che sfociano frequentemente in polemi-che accese. Eppure, a ben guardare, la propo-sta dell’introduzione dello smartphone non è una vera novità visto che il PNSD, già dal 2015, prevedeva nell’azione 6 la pro-gressiva transizione verso una visione di “classe digitale leggera”, nella quale fosse possibile l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante l’attività didattica.

Trasferire il laboratorio nell’aula, grazie ai personal device, rientra nella logica di una didattica attiva che è pos-sibile attuare, nella piena autonomia del docente di scegliere quella più adeguata alle proprie esigenze in un determinato momento della propria lezione, grazie a metodologie che fac-ciano uso anche e soprattutto di tecnologie.

E’ evidente, perciò, che parlare di smartphone sia ben diverso che parlare di cellulari, il cui uso è unicamente quello della telefonia e che ben a ragione il Ministro Fio-roni nel 2007 ha bandito dalle aule scolastiche: ora si sta parlando di uno strumento che, al pari di un tablet, di un notebook o di qualsiasi altra tecnologia, il docente

e gli studenti dovrebbero usare solo a scopi didattici. Anzi, è opportuno sottolinearlo, molto più inclusivo di un tablet, perché più generalizzato, in possesso di ogni studente (e di ogni docente), che non richiede spese aggiuntive da parte della famiglia perché tutti lo posseggono, che può diveni-re sicuramente un utilissimo motore per il cambiamento lungo la strada dell’innovazione, purché inserito in un ambiente di apprendimento attivo e partecipato, in cui la proposta didattica sia stata attentamente progettata dal docente e dal Consiglio di Classe.

Forse è proprio questo il problema: i docenti, la scuola nel suo complesso è preparata all’inno-

vazione? Al cambiamento didattico? Il timo-re è che siano proprio i docenti ad essere i

meno pronti, perché non adeguatamen-te preparati o formati al cambiamento. Questo perché, troppo spesso, le azioni formative proposte sul territorio na-zionale privilegiano l’aspetto tecnico, trascurando il contesto didattico, una differente modalità di progettazione e

un approccio diverso del “fare scuola.Di fronte “all’ignoto”, senza linee gui-

da precise e certe che il MIUR dovrebbe dare, rimane sempre più ancorato alla vec-

chia lezione frontale, in cui sicuramente la tec-nologia non assume alcun valore positivo, ma anzi

diviene uno strumento di distrazione. Se la ministra Fedeli terrà fede a quanto promesso, cadranno tutti gli alibi. Con lo smartphone in classe sarà dovere dell’insegnante ag-giornare il proprio insegnamento, rendendo la conquista del sapere un’appassionante ricerca e scoperta di senso anche nei nuovi territori del digitale.

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“La conquista del sapere diventerà

un’appassionante ricerca e scoperta”

Perché sì, perché no

6 mercoledì 20 settembre 2017

La tecnologia come mezzo d’inclusione

Per Pier Cesare Rivoltella - direttore del Cremit, Centro di Ricerca sull’E-ducazione ai Media all’Informazio-ne e alla Tecnologia - lo smartphone “va fatto usare, affinché venga natu-ralizzato nelle pratiche scolastiche

quotidiane”. Un’affermazione supportata dall’e-sperienza e dai dati. Come quelli raccolti nel li-

bro “Smart Future. Didattica, media digitali e inclusione”, dove vengono presen-

tati i risultati dell’Osservatorio sui media digitali a scuola effet-

tuato dal Cremit nel 2014 e in cui si è evidenziato come lo smartphone o il tablet siano strumenti di motivazione e di attenzione. La ricerca sottolinea anche la capacità di inclusione e di coinvol-gimento dei device elettro-

nici. Per questo la tecnolo-gia viene ritenuta un aspetto

vicino e quotidiano dal 35,5% degli insegnanti interpellati, che

le attribuiscono un ruolo abilitante per l’inclusione di studenti stranieri (60%)

e diversamente abili (80%). Gli stessi insegnanti sono convinti che la tecnologia renda i ragazzi maggiormente responsabili (46%) e possa inci-dere anche sul rendimento (46%) e l’aggregazio-ne (58%).

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Gli smartphone a scuola? Ma anche no!

Alberto Pellai - medico e psicote-rapeuta dell’età evolutiva, ricer-catore all’Università di Milano, e autore di molti bestseller per genitori e insegnanti - sostiene che “La prevenzione nei prossi-

mi anni sarà lo strumento fondamentale per evitare che la generazione dei nativi digitali si

trovi intrappolata in una serie di patologie derivanti da un uso smodato e srego-

lato delle infinite strumentazioni tecnologiche di cui si trovano

dotati fin dall’età più preco-ce”. Pellai ha ribadito questa posizione nella petizione indirizzata alla ministra Fedeli in cui chiede che - almeno per le fasi dell’età evolutiva, considerata la più fragile - “si continui a

mantenere in modalità “off” gli smartphone”. A sostegno

del suo appello il ricercatore ri-porta l’esperienza raccontata da

chi è attore attivo nel mondo dell’in-segnamento: “Ho parlato con centinaia di

docenti in questi anni: so quanta fatica hanno fatto a elaborare una regolamentazione intor-no all’uso dei cellulari a scuola. La gran parte di loro ha optato per mettere regole molto re-strittive”.

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“Va fatto usare, affinché

venga naturalizzato nelle pratiche

scolastiche quotidiane”

“Serve prevenzione per evitare

d’intrappolare i giovani in nuove

patologie”

Focus Scuola

7 mercoledì 20 settembre 2017

Le Feste de l’Unità

Dal Partito Per il Partito

Le tappe di Avanti

22 settembreore 16.30

Teatro G. VerdiMartina Franca

22 settembreore 20.30

Teatro RomanoLecce

23 settembreore 11.30

Villa RomanazziBari

Arena Dibattiti Centraleore 20.00

#ITALIA2020 Dialogo con

Maurizio MARTINA,Giuliano PISAPIA

moderaBianca BERLINGUER

Arena Dibattiti Centraleore 21.00

#ITALIA2020 – Bellezzacon Sandro GOZI,

Simonetta GIORDANI,Paolo VERRI

moderaCristiano BUCCHI

Festival dell’Unitàdi RomaIl programma di oggi

Festanazionaledi Imola

8 mercoledì 20 settembre 2017

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In redazioneCarla Attianese, Cristiano Bucchi, Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Francesco Gerace, Silvia Gernini,Stefano Minnucci, Agnese Rapicetta,Beatrice Rutiloni

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