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perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

PRIMO PIANO

Aeroporti toscani, il cielo(trafficato) sopra Firenze diperUnaltracittà, laboratoriopolitico - Firenze

Aeroporto e inceneritore: qualiconseguenze per il "sistema"della Piana? di Giorgio Pizziolo,Architetto, urbanista

Diesel, Firenze ai verticidell'inquinamento europeo:31esima su 4.000 aree rilevate diperUnaltracittà laboratorio politico- Firenze

Toscana: la fusione dei Comuni èantidemocratica e antistorica diRossano Pazzagli, docente di Storiamoderna, fa parte della Società deiTerritorialisti

Rapporto Rifiuti Urbani Ispra2015: ecco gli svantaggi degliinceneritori di Gian Luca Garetti,medico, attivo in MedicinaDemocratica, ISDE eperUnaltracittà

L'affaire Castello a una svolta:condannati in appello percorruzione Biagi, Ligresti eCasamonti di Antonio Fiorentino,architetto, attivo in perUnaltracittà

Esposto in procura: la villa diRusciano doveva rimanerepubblica di Gilberto Pierazzuoli,scrittore, attivo in Cantiere BeniComuni e perUnaltracittà

In Regione Toscana disabili inlotta per una vita indipendente diSoriano Ceccanti, Associazione VitaIndipendente

A Firenze nasce il comitato per ildiritto allo studio diFirenzedalbasso, Dalle lotte per lelotte

Il Tribunale Permanente deiPopoli e le "Grandi Opere" diTiziano Cardosi, attivo neimovimenti contro le Grandi Opere,in NoTunnelTav e inperUnaltracittà

1971 di Cristiano Lucchi,giornalista e mediattivista

Contro la guerra: intervista aMarinella Correggia di redazione

RUBRICHE

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ACAD a cura di Maurizio De ZordoProcesso Magherini: il 2novembre nuova udienza delprocesso di primo grado di AcadItalia

Ricette e altre storie a cura diBarbara Zattoni e Gabriele PalloniTondone Trippato di G.P.

LA CITTÀ INVISIBILEVoci oltre il pensiero unico

Direttore editoriale Ornella De ZordoDirettore responsabile Francesca Conti

La Città invisibile è un periodico on line in cui si dà direttamente spazioalle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercitaun pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi di chifa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamentie relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuirealla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabileper animare reazioni culturali e conflittualità sociali.Perché il futuro è oltre il pensiero unico.Anche a Firenze e in Toscana.

Testata in attesa di registrazione: www.cittainvisibile.info

EDITORIALE SOMMARIO

Cari amici e care amiche,

il numero 29 si apre con due articoli sulnuovo aeroporto di Firenze, che mostranocontraddizioni e criticità di un progetto sucui già siamo intervenuti e sul qualeperUnaltracittà sta preparando un dossierche presenteremo in una serata pubblica il20 novembre al Parterre.Pensiamo infatti che la retorica diAeroporti Toscani che presenta la nuovainfrastruttura come una imperdibileoccasione di 'rilancio e sviluppo' per lacittà, posizione avallata dal sindacoNardella, sia autentica propaganda per unprogetto che presenta, oltre arilevantissimi problemi ambientali eurbanistici, profili di illegalità (come scriveBaldeschi) su cui gli enti preposti, in primisla Regione Toscana e il Comune di Firenzedovrebbero intervenire. Vi arriverà l'invitoper la serata del 20 novembre.Molti e vari gli altri argomenti, con unasezione 'Rubriche' particolarmente ricca.Buona lettura e come sempre,se condividete, diffondete!

La redazione

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1 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

PRIMO PIANO

Aeroporti toscani, il cielo(trafficato) sopra Firenzedi perUnaltracittà

laboratorio politico - Firenze

Se in questi giorni siete capitati nel grande standche Toscana Aeroporti terrà aperto  fino al primonovembre  in Piazza della Repubblica a Firenze,avrete quasi certamente assistito a discussioni,talvolta accese, sul plastico al centrodella  propaganda  -  quell'attività didisseminazione di idee e informazioni con loscopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni- della neonata società aeroportuale pervalorizzare la nuova pista unidirezionale da 2.400metri.Quando i documenti ufficiali di Regione Toscana,Arpat ed Enac, il soggetto regolatore delle attivitàdi trasporto aereo in Italia, mettono nero subianco che la pista può essere al massimo di 2.000metri e che circa un volo su cinque passerà soprail centro di Firenze, tra Rifredi e Rovezzano, perallietare il riposo e la tranquillità di decine dimigliaia di fiorentini.Il plastico di Toscana Aeroporti che nonrappresenta i voli rumorosi per i fiorentini (cliccaper ingrandire).Il plastico racconta infatti una mezza verità: èevasivo, vago, ambiguo nella migliore delleipotesi. Su di esso sono rappresentate le linee didecollo e atterraggio dell'80% dei voli, quelli"buoni" dalla parte di Prato. Il modello, molto bencurato, nasconde l'amara verità del rimanente20%, ovvero dei voli che decollano e atterranosopra la città di Firenze. Una verità che i maître àpenser del nuovo aeroporto negano sempre ecomunque o tutt'al più celano dietro pseudoragionamenti.Memorabile in tal senso la risposta delviceministro alle infrastrutture Riccardo Nenciniad un'interrogazione di Massimo Artini, deputatodel Gruppo Misto alla Camera: "Non vi è dubbio

che l'operatività della nuova pista di volo èprevalentemente di tipo unidirezionale: lemanovre di decollo, infatti, avvengonoesclusivamente da Firenze verso Prato, mentrequelle di atterraggio avvengono tutte da Pratoverso Firenze". Come possono stare  insieme gliavverbi "esclusivamente" e "prevalentemente"?A Toscana Aeroporti, la società presiedutadall'uomo di Renzi, Marco Carrai, e nelle mani delmagnate argentino Ernesto Eurnekian, coinvoltotra l'altro nel processo per bancarotta fraudolentadella compagnia Volare, nell'allestimentodell'impianto pubblicitario per convincere ilpopolo fiorentino della bontà del progetto èsfuggito un particolare, sempre sulla falsaunidirezionalità della pista. Nel video proiettatonell'area multimediale dello stand ad un certopunto interviene Luca Ermini, responsabile areamovimento e terminal dell'aeroporto di Firenze.Per avvalorare l'utilità della nuova pista confessache è proprio l'unidirezionalità il  più grandeproblema  dell'attuale pista. Dice Ermini: "Gliaspetti che limitano pesantemente l'operativitàdella pista di Firenze sono il suo orientamento e lasua lunghezza [...].  A Firenze la vicinanza delMonte Morello alla pista di volo rende di fatto lapista unidirezionale. Se il vento soffiadall'autostrada con un'intensità uguale osuperiore a dieci nodi l'aeromobile non puòatterrare da Monte Morello e i comandanti sonocostretti a dirigersi verso un altro scalo. Alcontrario se il vento soffia a velocità uguale osuperiore a dieci nodi da Monte Morellol'aeromobile può decollare dall'autostrada masolo in condizioni meteorologiche particolari econ limitazioni, altrimenti i comandanti sonocostretti a cancellare il volo".Se la logica ha un senso la nuova pista perrisolvere questi problemi deve quindi esserebidirezionale e passare sopra Firenze. Una voltasu cinque, come affermato dalle istituzioni chehanno licenziato il corposo "Rapporto ambientaledi Integrazione al Piano di Indirizzo Territorialedella Regione Toscana" ai sensi della legge10/2010, che vi invitiamo a scaricare e leggere eda cui riprendiamo la cartografia e la tabella chedovevano essere la base dati ufficiale dellacostruzione del plastico di Toscana Aeroporti.

Cari amici e care amiche,

il numero 29 si apre con due articoli sulnuovo aeroporto di Firenze, che mostranocontraddizioni e criticità di un progetto sucui già siamo intervenuti e sul qualeperUnaltracittà sta preparando un dossierche presenteremo in una serata pubblica il20 novembre al Parterre.Pensiamo infatti che la retorica diAeroporti Toscani che presenta la nuovainfrastruttura come una imperdibileoccasione di 'rilancio e sviluppo' per lacittà, posizione avallata dal sindacoNardella, sia autentica propaganda per unprogetto che presenta, oltre arilevantissimi problemi ambientali eurbanistici, profili di illegalità (come scriveBaldeschi) su cui gli enti preposti, in primisla Regione Toscana e il Comune di Firenzedovrebbero intervenire. Vi arriverà l'invitoper la serata del 20 novembre.Molti e vari gli altri argomenti, con unasezione 'Rubriche' particolarmente ricca.Buona lettura e come sempre,se condividete, diffondete!

La redazione

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2 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

Ecco l'analisi veritiera, vergata da Enac, da cui sievince che il 18% dei voli passerà sopra Firenze,sia in decollo che in atterraggio. Nel plastico sirappresentano invece solo i decolli (linee verdi) egli atterraggi (linea blu) della nuova pista,definita 12/30, quelli in direzione di Prato.Mancano totalmente i decolli e gli atterraggi suFirenze, e le relative curve di rumore. Percomodità abbiamo estrapolato dal documento lemappe fondamentali per un libero dibattito sulnuovo aeroporto fiorentino: le trovate a questolink [http://goo.gl/qrwQ2R]. La realtà è bendiversa da quella rappresentata da ToscanaAeroporti. Nel video che vi proponiamo  LorenzoBigagli, ricercatore del Cnr e animatore del sitoindipendente Piana Sana, ha costruito un modellocon Google maps  [https://youtu.be/WVpc9IivPf4]che simula l'atterraggio sopra Firenze a partireproprio dai dati ufficiali. Di tutto questo in Piazzadella Repubblica non troverete niente.  Recentemente Luciano Battisti, generaledell'aviazione, ha analizzato la vicenda fiorentinaper poi intervenire nel dibattito denunciandocome "Su 50.000 movimenti annui saranno circa5.000 gli atterraggi per pista 30 e poco più di 4.000i decolli in direzione di Firenze. In sintesi, il 18%dei 50.000 movimenti interesserà la città". Lostesso Comune di Firenze, non certo nemico diToscana Aeroporti, è stato costretto a redigere unParere Tecnico (delibera di giunta n.376 del16/10/2015) in cui, a pagina 14, mette nero subianco "Da tutto quanto sopra richiamato si rilevache il progetto proposto con il Master Planaeroportuale 2014-2019, anche alla luce delleintegrazioni presentate, risulta non conforme aglistrumenti urbanistici comunali". Val la pena diricordare come  le stime sull'impatto ambientaledell'Arpat siano calcolate su una pista dilunghezza minore e quindi su veicoli più piccoli,meno inquinanti e rumorosi.Alla luce di tutto questo chiediamo alle istituzioniinteressate, in primis alla Regione Toscana, comesia possibile che una presentazione ufficiale delnuovo aeroporto di Firenze presenti dati parzialie contraddittori rispetto a quanto dichiarato insede  istituzionale  e scritto su documentiregolarmente approvati? Le autorità che sonostate invitate a intervenire al dibattito all'interno

dello stand sono a tal punto all'oscuro di quello sucui intervengono da ignorare le contraddizioniche abbiamo qui messo in rilievo? Quandofinalmente si farà chiarezza sull'ingarbugliato iterdella realizzazione del nuovo aeroporto?  Magariconsiderando costi e benefici di unainfrastruttura che più viene vista da vicino menopuò convincere, mentre appare sempre più chiaroche ha impatti pesantissimi in termini ambientalie di salute pubblica su un'area già fortementecompromessa.Fino a dove si è disposti a spingersi in difesa diaffaristi e speculatori?

Aeroporto e inceneritore: quali conseguenze peril "sistema" della Piana?di Giorgio Pizziolo

Architetto, urbanista

Con la costruzione dell'aeroporto e del contiguoinceneritore, localizzati nell'area metropolitanadi Firenze, da Firenze est (Rovezzano) a Firenzeovest (Chiesa dell'Autostrada) si verrebbe acostituire un unico insediamento ininterrotto: lasaldatura è prodotta proprio dalla costruzione delnucleo dell'aeroporto, dell'inceneritore e di tuttele nuove opere a corredo dei due "mostri".L'analisi del Prof. Arch. Giorgio Pizziolo con lacartografia dell'Arch. Antonio Fiorentino (cliccatesulle immagini per ingrandirle). La logicasistemica Assumiamo la definizione classica diecosistema e "sistema" come «insieme di elementiin interazione gli uni con gli altri, che formanoper questo fatto un insieme coerente» (Dajoz1977). In ecologia, l'ecosistema è l'unitàfunzionale di base poiché esso include allo stessotempo gli esseri viventi, l'ambiente nel qualevivono e tutte le interazioni tra ambiente eorganismi.È indispensabile prendere in considerazionequesti concetti sistemici anche nel caso dellacostruzione dell'aeroporto e del contiguoinceneritore, localizzati nell'area metropolitanadi Firenze. La lettura sistemica dovrebbe

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3 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

estendersi a tutti gli aspetti, a cominciare daquello sanitario, a quello delle sicurezze vitali edei rischi del territorio, elementi che sarannotutti fortemente alterati dalle opere previste nelMasterplan. Questa impostazione ci porta diconseguenza ad assumere una Procedura ed unaValutazione di tipo RELAZIONALE nei confrontidelle implicazioni e dei coinvolgimenti chel'Aeroporto provoca "a onda" sulle zonecontermini, fino al centro di Firenze e a quello diPrato.1) Ambito relazionale di primo contatto - Leprime relazioni provocano un effetto di"compattamento" di alcune aree immediatamentelimitrofe (Inceneritore, Osmannoro, Università,Carabinieri) che vengono come riassorbiti, fino aformare un nodo, un grumo, un aggregatocompatto, un vero e proprio "blocco territorialeconsolidato" che al suo interno riconduce cose efenomeni anche diversi tra loro in un'unicasaturazione implosiva (fig. 1).2) Ambito relazionale di seconda influenza - Ilblocco del primo ambito relazionale, che abbiamosopra evidenziato, attrae a sé i centri periferici diSesto, Campi, Novoli/Peretola, coinvolgendoli inuna aggregazione, di carattere opposto alla prima(che era tutta centripeta) ed invece questaseconda è tutta centrifuga, penalizzante le partiesterne che vengono gerarchizzati e ricacciatinella condizione di periferie subalterne-condizione dalla quale negli ultimi anni avevanocercato di riscattarsi con una visione di cittàintegrata - ma che ora l'aeroporto verrebbe anegare rigettandoli in una condizione di periferieinquinate, congestionate, frammentate eirrecuperabili (fig. 2).3) Ambito relazionale dell'intera cittàmetropolitana - Le conseguenze più drammatichesi hanno quando le relazioni 1) e 2) vengonocoinvolte nelle relazioni del nuovo ambito che siriferisce all'intera città di Firenze. Dal momentoche l'aeroporto si è saldato con le zone e leperiferie limitrofe ciò porta alla conseguenza chel'intero mosaico insediativo occupa ora tutta lapianura disponibile e nasce una nuovaconfigurazione imprevista una Mega/Città tuttaedificata, da Rovezzano alla Chiesadell'autostrada, e quindi dai Gigli a Prato (fig. 3).

Questa Mega/Città, ha due caratteristichepesantissime: La prima è la dimensione stessa diquesto insediamento e la sua caoticità interna,che si esaspera ulteriormente per la suamancanza di riferimento ad una dimensioneambientale indispensabile ed invece del tuttoassente generando così; un macchia d'olioinforme che ha invaso la pianura e si è separatadal suo ambiente naturale. La secondacaratteristica è che la qualità di questa nuovametropoli è bassissima e che anzi si profila unribaltamento dei suoi valori interni, poiché il verocentro di questa metropoli è l'asseNovoli/Aeroporto (con tutte le aggiunte allostudio, a cominciare dallo Stadio e il Mercatoalimentare generale) mentre il Centro Storico èspinto e destinato a divenire sempre piùmacchina di profitti, caricatura di se stesso,travolto da un turismo insostenibile.Queste le conseguenze dell'inserimento di unelemento, l'Aeroporto (e l'Inceneritorecontermine) in un tessuto metropolitano già indifficoltà, che così è travolto da una catena diconseguenze e di relazioni imprevedibili, che, seattuate, risulterebbero anche irreversibili. Equesta è il vero impatto ambientale poiché questaè la vera Città Metropolitana (fig. 4).Domenica primo novembre il Prof. Arch. GiorgioPizziolo ha tenuto una (contro)lezione sulleproblematiche della piana in Piazza dellaRepubblica a Firenze accanto al tendone nel qualela società di gestione dell'aeroporto pubblicizzavala nuova costruzione, omettendo ovviamentetutte le criticità che il nostro relatore mettevainvece in risalto. A questo link un video con unestratto della lezione:[www.youtube.com/watch?v=1PSqa3IRDP4]

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Diesel, Firenze ai verticidell'inquinamento europeo:31esima su 4.000 aree rilevatedi perUnaltracittà

laboratorio politico - Firenze

Che l'area metropolitana di Firenze siafortemente inquinata non è una novità.Nonostante le rare e mal distribuite centraline dirilevazione dei dati ambientali presenti in città,per l'Agenzia Europea dell'Ambiente, su 4.000aree censite, Firenze è la 31esima area piùinquinata d'Europa a causa della forte presenza,oltre i limiti di legge, di un gas fortementeirritante e cancerogeno, emesso nei processi dicombustione, in particolare dai motori diesel: ilBiossido d'azoto (NO2).I dati della ricerca possono essere visualizzati inuna mappa interattiva a questo link:[http://goo.gl/Csp8TK]. Nel 2013 la media annuadi concentrazione di NO2 nella stazione dirilevamento di Viale Gramsci è di 62.06 µg/m3(microgrammi per metro cubo) quando la leggene prevede al massimo 40.A New York, per fare solo un esempio, la mediapiù alta registra 42µg/m3 [http://goo.gl/25Hgyr].Così descrive il Biossido di azoto la ricerca"Mortalità e biossido di azoto: i dati di EpiAir"pubblicata sulla rivista dell'Associazione italianadi epidemiologia e prevenzione[http://goo.gl/GQAQtz]:Il Biossido di azoto (NO2) è uno dei maggioriinquinanti atmosferici. [...] Diversi studi condottiin Europa e in Canada hanno dimostrato cheaumenti di concentrazione di NO2 in atmosferasono associati a incrementi delle morti per causenaturali, cardiovascolari e respiratorie. [...]Particolarmente suscettibili agli effetti dannosidell'NO2 sono i cardiopatici e i diabetici.Il rischio sanitario aumenta notevolmentedurante la stagione calda, quando si assiste a unbrusco aumento dei ricoveri e della mortalità percause cardiovascolari legati all'incrementodell'NO2 in atmosfera. Il forte irraggiamento e lealte temperature estive favoriscono inoltre, apartire da questo gas, la formazione dell'Ozono(O3), anch'esso fortemente irritante e tossico.

Il Biossido d'Azoto è più pesante dell'aria e tendequindi a ristagnare negli strati bassidell'atmosfera, come accade proprio a Firenze,dove, a causa della morfologia del territorio, ilricambio dell'aria non è così frequente. In caso dipioggia, nebbia o di alte percentuali di umidità,questo gas forma soluzioni acide (le piogge acide)che, come sappiamo, hanno un preoccupanteimpatto ambientale anche sul patrimonio storicoarchitettonico della città, in quanto ne acceleranoi fenomeni di corrosione e di alterazioneprofonda.La presenza in atmosfera di altri inquinanti qualile polveri sottili e ultrasottili, gli idrocarburiaromatici e il benzene, i composti dello Zolfo ealtri, completano il quadro di un'areametropolitana fortemente a rischio per la salutedei suoi abitanti. Riteniamo che la politica sidebba rendere conto della drammatica situazionee attuare provvedimenti indirizzati a migliorarela qualità dell'ambiente nell'area fiorentina. Daun lato organizzare una rete di centraline dirilevazione degli inquinanti degna di questonome, con numerose installazioni poste nelle areepiù significative e non nel Giardino di Boboli,dall'altro potenziare il Trasporto Pubblico Locale,abbattendo il traffico veicolare, e soprattuttoazzerando la pesante infrastrutturazione dellaPiana dove è prevista la costruzione del nuovoaeroporto intercontinentale, dell'inceneritore diCase Passerini, della terza corsia della Firenze-Mare, dello stadio, ecc. Interventi insensati chenon potranno che aggravare la già precariasituazione ambientale e sanitaria dell'areametropolitana fiorentina.

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5 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

Toscana: la fusione dei Comuniè antidemocratica e antistoricadi Rossano Pazzagli

docente di Storia moderna, fa parte della Società dei

Territorialisti

In Toscana i Comuni sono stati a lungo la base diuna tradizione di buongoverno. Da AmbrogioLorenzetti a oggi essi hanno rappresentato illivello primario della democrazia, del senso civicoe della partecipazione. Da qui l'organizzazionecomunale del territorio si è diffusa nel corso deisecoli in Italia e in Europa. La proposta del PD diridurne drasticamente il numero tramite processidi fusione è antistorica e antidemocratica. Ecollocherebbe la nostra regione in una posizionedi retroguardia anche rispetto all'art. 5 dellaCostituzione che tutela e promuove le autonomielocali.Dietro la chimera del risparmio (ma l'esperienzadimostra che i comuni più grandi sono più costosidei piccoli) sembra nascondersi in realtà unapreoccupazione tutta politica di chi si è accortoche il PD sta perdendo diversi Comuni, quindicerca di ridurne il numero per controllarli meglio.Un'operazione di partito e di potere, chedimentica l'interesse dei cittadini e dei territori,come già aveva sottolineato la Società deiTerritorialisti con un appello firmato da numerosiintellettuali italiani. Questa sortita del PD è ancheun modo per nascondere che i problemi veri dellapolitica italiana stanno soprattutto al centro delloStato e delle Regioni, non nei territori e neicomuni più piccoli.I comuni più piccoli sono in difficoltà? Ebbene,aiutiamoli a vivere, non a morire. Non possonoessere le Regioni o lo Stato ad incentivare la lorocancellazione: quei soldi risolverebbero forsequalche problema subito, ma farebbero danno persempre. In una fase storica come quella attuale,caratterizzata dall'allontanamento delle scelte dailuoghi di vita e dalla prevalenza dei poterieconomico-finanziari sulle modalitàdemocratiche di governance, i Comuni devonoessere considerati ancor più come la struttura dibase dello Stato, l'ossatura viva della democrazia.La strategia della fusione si addice ancora meno

alla Toscana, che tra le grandi regioni italiane èquella con il minor numero di comuni (280 controi 1500 della Lombardia, 1200 del Piemonte, 581 delVeneto) e quella nella quale la popolazione mediaper municipio è tra le più alte d'Italia: 13.200abitanti per comune, il doppio della Lombardia, iltriplo dell'Abruzzo o della Calabria.Smantellare i Comuni e privare le realtà localidelle istituzioni di maggiore prossimità agliabitanti sarebbe una grave ferita per lademocrazia e contrasterebbe con la necessità dirilancio economico e sociale del territorio e dellearee interne. Le convenzioni, le unioniintercomunali, i consorzi, sono tutti strumentiprevisti dalla normativa per adottare forme disovracomunalità.Invece di pensare alle costose fusioni, chealimenterebbero le forme più deteriori dicampanilismo, si punti a politiche di sostegno aiterritori, ai servizi e alle funzioni associati, allapianificazione intercomunale, secondo una logicache coniughi autonomia e cooperazione, evitandola cancellazione dei capoluoghi comunali esalvaguardando il patrimonio di cultura, di valorieconomici, di bellezza e di democrazia contenutonei loro territori.

Rapporto Rifiuti Urbani Ispra2015: ecco gli svantaggi degliinceneritoridi Gian Luca Garetti

medico, attivo in Medicina Democratica, ISDE e perUnaltracittà

E' appena uscito Il Rapporto Rifiuti Urbani -Edizione 2015 dell'ISPRA (Istituto superiore per laprotezione e la ricerca ambientale), che fornisce idati aggiornati all'anno 2014 sulla produzione,raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani edei rifiuti di imballaggio, compresol'import/export, a livello nazionale, regionale eprovinciale e da informazioni sul monitoraggiodell'ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana esull'applicazione del sistema tariffario.Le tre notizie qui riportate sottolineano una voltadi più che l'incenerimento è solo una follia, legata

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6 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

al business, mentre la strada da percorrere senzaindugi sono le buone pratiche. Il fatto cheimportiamo ingenti quantità di materie prime-seconde sta a significare da una partel'inconsistenza delle nostre raccolte differenziatee dall'altra il bisogno che c'è di materia. Lanotevole diminuzione dei costi pro capite deiComuni virtuosi del Veneto, indica senza ombradi dubbio qual è il modello da imitare. Infine lospengimento tardivo dell'inceneritore di Vercellinel 2014, di fronte ai dati tremendi dello studioepidemiologico dell'ARPA Piemonte, non fa cheri-sottolineare la pericolosità degli inceneritori,vecchi e nuovi.1) Importiamo rifiuti dall'estero, per unquantitativo superiore a quello che vorrebberobruciare nell'inceneritore di Firenze: "Nel 2014, leimportazioni di rifiuti del circuito urbano sonocirca 204 mila tonnellate; le tipologie di rifiutimaggiormente importate sono costituite da rifiutidi plastica (62 mila tonnellate), da vetro (circa 62mila tonnellate), da i rifiuti di abbigliamento, concirca 32 mila tonnellate. Dalla Svizzera proviene ilmaggior quantitativo di rifiuti, oltre 71 milatonnellate, costituito per il 63% da rifiuti di vetro(figura 3.5.2)."(ISPRA 2015)2) Nel confronto dei costi fra comuni a tariffanormalizzata e quelli con tariffazione puntuale, inVeneto il costo pro capite diminuisce del 20%: "InLombardia il costo procapite nei comuni a tariffanormalizzata è 134,53 euro/ab, mentre in quelli atariffa puntuale il costo è 129,99 euro/ab (-3,4%).In Trentino Alto Adige il costo dei comuni a Tarinormalizzata è 158,25 euro/ab, mentre neicomuni a tariffa puntuale il costo scende a 147,71euro/ab con una diminuzione di oltre il 7%.Particolarmente sensibile è la diminuzione deicosti nella regione Veneto (-20,5%) che passano da109,33 euro/ab nei comuni a Tari normalizzata a86,87 euro/ab nei comuni a tariffapuntuale."(ISPRA 2015)3) "Nel 2014, in Italia sono operativi 44 impianti diincenerimento per rifiuti urbani, 29 dei qualilocalizzati al Nord (13 nella regione Lombardia), 8al Centro (5 in Toscana e 3 nel Lazio) e 7 al Sud. Gliinceneritori di Statte e Tolentino non sono piùoperativi, e gli impianti di Vercelli, Venezia eBolzano (costruito nel 1988) hanno trattato rifiuti

solo per alcuni mesi del 2014".(ISPRA 2015).L'inceneritore di Vercelli, attivo dagli anni 70, hafunzionato, fortunatamente, solo per pochi mesinel 2014. Nefaste le sue emissioni per lapopolazione residente nei suoi pressi. Più ingenerale dallo studio epidemiologico dell'ARPAPiemonte, del 30 giugno 2015, si evince: "Irisultati della mortalità mostrano rischisignificativamente più elevati nella popolazioneesposta per la mortalità totale, escluse le causeaccidentali (+20%). Anche per tutti i tumorimaligni si evidenziano rischi più alti tra gliesposti rispetto ai non esposti (+60%), inparticolare per il tumore del colon-retto (+400%) edel polmone (+180%) e linfoma NH. Altre cause dimortalità in eccesso riscontrate riguardano ladepressione (rischio aumentato dell'80% e più),l'ipertensione (+190%), le malattie ischemiche delcuore (+90%) e le bronco pneumopatie cronico-ostruttive negli uomini (+ 50%)."(ARPA Piemonte).Di quali altri dati hanno bisogno leamministrazioni locali che continuano a insistereper l'apertura di nuovi inceneritori?

L'affaire Castello a una svolta:condannati in appello percorruzione Biagi, Ligresti eCasamontidi Antonio Fiorentino

architetto, attivo in perUnaltracittà

Dopo l'assoluzione del 2013, la questione Castelloa Firenze sembrava sopita. Nell'attesa dell'appellociascuno degli imputati era tornato a curare ipropri interessi, decisamente fallimentari quellidi Ligresti, esaltanti quelli dell'architettoCasamonti, prontamente riabilitato dallacommittenza privata e pubblica. Il professionista,tornato ad essere una delle figure di punta delpanorama architettonico nazionale e non solo, harecentemente ottenuto un importantericonoscimento dalle mani del sindaco Nardella,alla presenza del presidente Rossi, il premio "CaveMichelangelo" istituito per "omaggiare

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personaggi di rilievo internazionale che si sonodistinti nei campi in cui eccelse il grande artistafiorentino".In realtà qui, di fronte a una condanna percorruzione, certo non ancora definitiva, abbiamoben poco da omaggiare. Bisognerà seguire conattenzione i tempi della vicenda perché il tuttorischia di finire in una bolla di sapone, visto che itermini della prescrizione del reato di corruzionescadono tra cinque mesi, nella primavera del2016. Auspichiamo che la magistratura svolga finoin fondo il proprio compito e non lasci spazio aincertezze procedimentali.Qual è la lezione che questa vicenda sembrasuggerirci? A Firenze, attorno all'area di Castello,da sempre, si sono addensati gli interessi politicied economici più aggressivi di un cetoimprenditoriale parassitario e avido e di unaclasse politica subalterna, se non servile. Noi diperUnaltracittà lo abbiamo denunciato,direttamente dai banchi del consiglio comunale,in incontri pubblici, in documenti, fin dal 2005,come risulta da numerosi atti ufficiali epubblicazioni.Attorno all'ultima area verde del territoriocomunale la politica locale, da annimonopolizzata dal PD, si è volentieri prostrata aipiedi del dominus di turno. Alla città nella cittàvoluta dai Ligresti, oggi siamo giunti allacittadella viola dei Della Valle, mentre sull'areaincombe la nuova pista internazionaledell'aeroporto da 2400 metri, al servizio delLuxury towncenter in cui Firenze si devetrasformare. Le varie amministrazioni "dem"hanno brillato per l'assenza di una propostaurbanistica al servizio degli interessi generalidella città e dei suoi abitanti, i cui tentativi diintervenire nel processo decisionale sulle sortidella piana di Castello sono sempre rimastiinevasi.Grande attenzione agli interessi dei privati,cinismo nei confronti della cittadinanza. Questa èla politica locale, questa è l'urbanisticacontrattata. A volte è tanto contrattata che iconfini tra il lecito e l'illecito sbiadiscono, le sferedi interessi si sovrappongono e si annebbia latrasparenza delle operazioni.La sentenza di secondo grado della Corte

d'appello, almeno sul piano giuridico, ha rimessoper ora le cose al proprio posto. Sulle implicazioniurbanistiche di una sentenza che considera, difatto, illegittimi i permessi tuttora in vigore, cisarà da porre molta attenzione.Lo farà di sicuro l'attuale proprietario dell'area,cioè Unipol, ma lo faranno anche quei cittadiniche hanno sempre sostenuto che quell'area, per lasua collocazione ambientale, non dovesse esserecementificata.

Esposto in procura:la villa di Ruscianodoveva rimanere pubblicadi Gilberto Pierazzuoli

scrittore, attivo in Cantiere Beni Comuni e perUnaltracittà

Avevamo già parlato del complesso (o Possesso) diRusciano (villa e parco) e delle lotte che icittadini, il Cantiere Beni Comuni quartiere 3 ealtre associazioni svolgono da anni per la difesadei beni comuni). L'ultima mossa è stata quella diriunire una minuziosa e voluminosa quantità didocumenti per mettere insieme un esposto allamagistratura che chiede se la messa all'asta dellavilla e la già avvenuta cessione di parti delPossesso al privato, fossero o meno lecite.Riassumiamo qui il contenuto dell'esposto. Cisono alcuni nodi nella storia recente di Ruscianoche occorre mettere in evidenza.Nel 1977 il Comune di Firenze entrò in possesso atitolo gratuito di "Villa Rusciano" che allŽepocaera di proprietà di una IPAB (Istituto Pubblico diAssistenza e Beneficienza) denominata "IstitutoVittorio Veneto", struttura dedicata al recuperodi minori con problematiche sociali e familiari. Ilpassaggio era però stato sottoposto a dei precisivincoli in maniera tale che il patrimoniodellŽEnte restasse in mano pubblica. Vincoli difatto accettati dal comune di Firenze.Il commissario dell'istituto Vittorio Venetoespresse parere favorevole alla cessione, inquanto il patrimonio dell'Ente sarebbe statoutilizzato per attività assistenziali, giustificando

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i1 trasferimento delle strutture dell'IstitutoVittorio Veneto al Comune di Firenze, in quantole stesse sarebbero state utilizzate per lacreazione di centri e servizi per minori, in mododa consentire una destinazione del patrimoniostesso in conformità alle finalità istituzionalidell'Ente estinto e "per interessi attuali e durevolidella beneficenza pubblica".II patrimonio dell'Ente fu dunque devoluto alComune di Firenze, il quale subentrava "nellatitolarità dei rapporti attivi e passivi facenti capoall'Ente suddetto per il perseguimento dellefinalità istituzionali a favore dei minori". Ed eccoil primo evento di dubbia liceità. Contrariamentealle disposizioni del vincolo, il Comune di Firenzevende ad un privato la casa colonica posta in viadi Ripoli.Ma non è finita. Poco dopo anche l'edificio postoin via Fortini e facente egualmente parte delPossesso, viene assegnato - tramite asta - ad unaltro privato. Da questo punto in poi nonmancherà molto affinché anche la villa nonpotesse fare altro che la stessa fine.È nel marzo del 2010 che il Comune di Firenzeinserisce la villa nel piano delle alienazioniallegato al bilancio 2010/2012. Nel 2012 vieneapprovata la variazione di destinazione d'usodella villa e soltanto nel 2013 si hal'autorizzazione del Ministero dei Beni Culturalialla sua messa in vendita. Sempre nel 2013 primail comune assegna in locazione alla societàTorrione s.r.l. un appezzamento di terrenocomunale posto in via Benedetto Fortini 39, conautorizzazione all'esecuzione di sfalci di erbeinfestanti su ulteriore terreno comunalelimitrofo.Soltanto poco dopo si ha l'autorizzazione da partedella Direzione Generale per i Beni Culturali ePaesaggistici della Regione Toscana del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali all'alienazione delbene che infatti avviene l'anno dopo, "essendopervenuta un'unica offerta", recita infatti ladeterminazione dirigenziale che ha indetto l'asta.Il risultato è che la villa è stata dichiarata invendita tramite asta con valore di riferimento dipoco più di 8 milioni. Pensando al suo valorestorico e artistico (è stata restaurata anche dalBrunelleschi), la sua posizione e la sua entità, non

ci vuole molto a capire che più di vendita si trattadi una svendita al privato di un bene comune perdi più vincolato ad un uso benefico in favoredell'infanzia; vincolo che il comune hatrasformato in turistico recettivo.Poteva farlo? Questo si chiedono i cittadini.Poteva vendere, come è avvenuto, pezzi delPossesso? Poteva farlo anche prima di venire inpossesso delle autorizzazioni dei ministericompetenti? Queste in sintesi le domande che icittadini hanno posto alla magistratura. Sperandoin un lieto fine - la conservazione della villaall'uso comune - non resta che osservare e lodareil lavoro dei cittadini che hanno raccolto unamole considerevole di documenti a suffragare iloro dubbi. Si spera cioè che le lotte dal bassocome quella intrapresa da questo gruppo dipersone portino a qualche risultato positivo.

In Regione Toscana disabili inlotta per una vita indipendentedi Soriano Ceccanti

Associazione Vita Indipendente

Ci siamo trovati in tanti davanti la Presidenzadella regione Toscana; siamo andati a protestare,determinati a restare ad oltranza davanti laRegione, attuando lo sciopero della fame, fino adottenere un incontro con il Presidente ol'Assessore al sociale. Avevamo scritto diversemail e raccomandate dove si denunciavanocomportamenti vessatori delle varie Società dellaSalute (comportamenti dettati, a loro dire, dadirettive regionali) nei confronti di personedisabili inserite nel programma di "vitaindipendente" e per ottenere un incontro conl'Assessore. I motivi della protesta sono:- Aumento degli stanziamenti per ilfinanziamento dei progetti "vita indipendente"(attualmente la RT stanzia 9 milioni di euro) perpermettere alle persone disabili che ne hannodiritto di entrare nei progetti "vitaindipendente";- Continuazione dell'erogazione del finanzia-mento "vita indipendente" anche dopo il

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compimento del 65° anno di età;- Possibilità di rendicontare le spese per "vitaindipendente" anche attraverso autodichiara-zioni;- Utilizzo dei Fondi Sociali Europei anche per laformazione "vita indipendente" (assistenti epersone con disabilità).La Regione Toscana gioca sporco: venerdi 23ottobre alle ore 18.03 la segreteria dell'AssessoreSaccardi invia una mail a diverse Associazioni dipersone con disabilità per convocare una riunionesu "vita indipendente" per lunedi 26 ottobre alleore 12.00. Erano mesi e mesi che chiedevamo unincontro e guarda caso hanno deciso diconvocarlo in fretta e furia a ridosso dellaprotesta davanti alla Regione. Sappiamo bene chesecondo la Regione le persone disabili dovrebberovivere in case famiglia, comunità, RSA, ecc. gestiteda cooperative e fondazioni (incentivate propriodalla Regione) oppure a carico dei familiari; e noi,persone disabili, riteniamo invece di voler viverecome e dove più ci aggrada con il sostegnoeconomico personalizzato.Questo, oltre a rispondere alle reali esigenze dellepersone disabili, evita il concentramento dienormi somme di denaro nelle mani di pochecooperative o imprese. Ha due difetti: finanziareindividualmente le persone disabili non crea retedi consenso elettorale e fa risparmiare soldipubblici (tenuto conto che una persona disabile inistituto costa dai 100 euro al giorno in su).Dopo circa un paio d'ore di presenza rumorosa,determinata e tenace davanti al portonesprangato della sede della Preseidenza è venuta aparlare con i manifestanti l'Assessore Saccardialla quale abbiamo rinfacciato l'assurdità di unsilenzio di mesi e mesi e la disonestà dell'invio diuna mail nel fine settimana per la convocazione diun incontro il lunedì seguente; le abbiamodenunciato le vessazioni a cui sono sottopostemolte persone disabili nelle varie società dellasalute (es.: riduzione del finanziamento eproposta di intervento di assistenti dicooperative, rendicontazione anche dellapercentuale (10%) non rendicontabile,anticipazione da parte della persona disabile dellaspesa per l'assistente personale, recupero daparte delle s.d.s. di tutte le somma non

rendicontate ma spese dalla persona disabile perun assistente in prova, in sostituzione o incompresenza, ecc. ecc.) e le abbiamo illustrato imotivi della protesta.L'appuntamento con l'Assessore Saccardi è per il12 novembre alle ore 10,00 presso la sede dellaRegione Toscana in via di Novoli; ci arriveremopreparati e ben coscienti che spostare il timonedegli interventi sulla disabilità per non finirenelle secche degli istituti, case famiglia, caseprotette, case alloggio, RSA non sarà facile masaremo determinati e ostinati perché nonvogliamo finire precocemente la nostra vita inmano a qualche affarista socio-sanitario.

A Firenze nasce il comitatoper il diritto allo studiodi Firenzedalbasso

Dalle lotte per le lotte

I bambini e le bambine dalle case occupate diFirenze hanno partecipato alla manifestazione del16 ottobre a Roma, per pretendere l'abolizionedell'articolo 5 del Decreto Lupi che priva delleutenze e della residenza chi abita nelleoccupazioni.Il protagonismo dei bambini e delle bambine nelcostruire e portare avanti questa battaglia per iloro diritti non ha fatto mancare momenti diconfronto tra i genitori, dai quali sono emerse conforza numerose problematiche legate alla scuola.Non avere la residenza significa non avere lagaranzia dell'iscrizione dei propri figli a scuola, epiù di una famiglia si è trovata a dover discutereper mesi con le segreterie scolastiche per riusciread ottenere un posto alla scuola elementare.La maggior parte dei bambini e delle bambinecontinua a frequentare la scuola che frequentavaprima di abitare in occupazione o prima diperdere il diritto alla residenza in occupazionecon l'art. 5, e le numerose richieste ditrasferimento fatte alle scuole più vicine a casasono rimaste impilate in qualche scaffale, senzaottenere mai altra risposta che "ci vuole la

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10 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

residenza".Questo costringe studenti e genitori ad odisseequotidiane per raggiungere la scuola che si trovadall'altra parte della città o addirittura neicomuni limitrofi, e impone loro pesanti spese peri trasporti. Una volta conquistata l'iscrizione lefamiglie si trovano davanti numerosi altriproblemi.I libri di testo per la scuola elementare sonogratuiti, ma solo per le famiglie residenti, poichéli finanzia il comune. Invece tutti devono pagare ilibri per le scuole medie e superiori, e costanocentinaia di euro anche per chi ha la fortuna ditrovarli usati. Se si aggiunge il costo dei materialiscolastici e si moltiplica per chi ha più di un figlio,ne emerge una cifra inaffrontabile per tutte lefamiglie delle case occupate e per moltissimealtre. Il comune prevede dei contributi che peròvengono dati in primavera, sono legati allaresidenza, insufficienti rispetto alle spese,vincolati alla promozione degli studenti e adesaurimento fondi.Ne deriva che, se non si ha la fortuna di averel'aiuto qualche insegnante o amico, si va a scuolasenza libri. La mensa scolastica pone un problemaeconomico non indifferente con tariffe che vannoda 1 euro a 4.90euro a pasto, in base all'ISEE.L'esonero dal pagamento può essere richiestosoltanto dai servizi sociali, che come semprelamentano l'impossibilità di agire o l'assenza difondi se non le minacce. Tantissime famiglie nonpossono fare altro che non pagare e indebitarsicon il comune, a qualcuno sono addiritturaarrivate cartelle di Equitalia per la mensa delleelementatri di figli ormai cresciuti.Anche di fronte alle misure di sostegno allefamiglie numerose sono solo porte in faccia daiservizi sociali, dato che c'è sempre il requisitodella residenza, della carta di soggiorno o di nonabitare in occupazione, come prevede la leggeregionale 45/13 (è necessario essere "residenti inToscana, in modo continuativo da almenoventiquattro mesi in strutture non occupateabusivamente"). Di fronte a tutto questo è emersala necessità da parte dei genitori di organizzarsiper far fronte ad un problema comune epretendere che il diritto a studiare vengagarantito a tutti, senza discriminazioni legate alla

residenza e alla mancanza di reddito. Per questomotivo è nato il comitato di genitori e studentiper il diritto allo studio, che a partire da unabattaglia contro l'articolo 5 sul frontedell'istruzione, vuole mettere in chiaro che non sipuò dover pagare il diritto ad andare a scuola.

Il Tribunale Permanentedei Popoli e le "Grandi Opere"di Tiziano Cardosi

attivo nei movimenti contro le Grandi Opere, in NoTunnelTav e

in perUnaltracittà

Dal 5 all'8 novembre si terrà la sessione finale delprocesso aperto dal Tribunale Permanente deiPopoli sulla violazione dei diritti delle popolazioniinteressate dalle "grandi opere inutili e imposte";ci saranno le relazioni di chi vuol dimostrare laviolazione di diritti fondamentali come quello dipotersi opporre, quello di poter vivereliberamente sulla propria terra, sia la possibilitàdi difendersi da parte dei soggetti chiamati incausa.Ciò su cui viene chiamato a pronunciarsi questoprestigioso organismo internazionale è divalutare il rispetto dei diritti umaninell'imposizione delle grandi opere. Ma si tratteràanche di valutare quanto ci sia di riduzione intermini di democrazia, nei modelli cheimpongono alle popolazioni progetticompletamente scollegati dalle necessità locali enazionali, lavori finalizzati solo alla produzione diprofitto per i grandi gruppi economicifinanziarizzati.Le dinamiche predatorie che adesso stannointeressando Italia ed Europa, sono le stesse chehanno oppresso per decenni i paesi piùsvantaggiati del mondo, imponendo loro modellisbagliati e creando debito pubblico con il qualesono stati ricattati dalle multinazionali dei paesineocolonialisti.L'iniziativa nasce dal movimento No TAV dellaVal di Susa che si è visto oggetto di unarepressione pesante su molti fronti, non ultimoquello che vede il territorio militarizzato da

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11 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

polizia, carabinieri, guardia di finanza eaddirittura esercito.Ma la questione non riguarda solo la Valle che si èribellata, è un cancro che metastatizza ogniangolo di Italia, Europa ed oltre; è un problemache produce impoverimento e quindi caduta deidiritti, delle condizioni di vita, ovunque.Per questo ci sarà una giornata dedicata tutta aiproblemi propri della Val di Susa, una mattinatadedicata ai problemi italiani ed un pomeriggiodedicato a quelli europei.Il giudizio del Tribunale, anche se non porta asanzioni particolari nei confronti degli stati chenegano diritti per realizzare grandi opere, sarà unpasso importante se riconoscerà la violazioni didiritti dei popoli; sarà la sanzione che questofenomeno è di una gravità che esula dagli stessioggetti di contestazione dei movimenti, madenota uno scadimento forte del livello didemocrazia, di libertà, di dignità degli esseriumani. Il fatto stesso che il Tribunale Permanentedei Popoli abbia accettato di promuovere questoprocesso è una vittoria per tutti coloro chelottano per ambiente, diritti e condizioni di vitadignitose [http://goo.gl/zBLJLG].

1971di Cristiano Lucchi

giornalista e mediattivista

L'otto marzo del 1971 - la notte del miticoincontro di boxe in cui Joe Frazier sconfisseMuhammad Alì e quaranta anni prima cheapparissero sulla scena  Julian Assange, EdwardSnowden e Chelsea Manning - una "Commissionedi cittadini che indaga sull'Fbi", come siautodefinirono, entra nell'ufficio dell'Agenziagovernativa a Media, in Pennsylvania, e ruba tuttii dossier prodotti sugli attivisti che in quegli annicontrastavano la guerra in Vietnam e lottavanoper i diritti civili delle minoranze negli Usa conorganizzazioni come  le Pantere Nere, il Movi-mento di Martin Luther King Jr., la SouthernChristian Leadership Conference.I protagonisti della Commissione  sonorimasti  sconosciuti  fino ad oggi nonostante la

grande mobilitazione poliziesca messa in piediper  colpire  i responsabili di un reato  da  diversilustri di prigione. Un libro di  Betty Medsger Ilfurto: la scoperta dell'Fbi segreto di  J. EdgarHoover  ha ispirato il film 1971  di  JohannaHamilton, prodotto tra gli altri da Laura Poitras,(protagonista del caso Snowden e autricedi Citizenfour),  che ha il merito di dare un nomee un volto alle otto persone che mettendo in giocola propria vita e gli affetti più cari, dimostraronoa tutta l'America quanto fossero fuori legge imetodi di chi la legge doveva farla rispettare. Illoro atto scatenò una grande indignazionepopolare contro il governo e portò ad unaCommissione di inchiesta parlamentare checensurò l'operato dell'Fbi di Hoover.Nel film si racconta come l'Fbi schedasse partedella popolazione solo per le sue idee e opinioni,tradendo così il primo emendamento dellaCostituzione americana che tutela  la libertà diparola e il diritto di riunirsi pacificamente.Non solo, si infiltrava nei gruppi di attivisti disinistra, manipolava il libero dibattito interno aigruppi con minacce legali, lettere anonime e altrimetodi al di fuori di ogni principio democraticofino ad arrivare a veri e propri atti di violenza. Ungruppo di uomini e donne si è opposto a questaderiva e ha rischiato tutto per rivelare i segretidel governo. Proprio come quaranta anni dopohanno fatto  Assange, Snowden e Manning con leloro effrazioni civili all'interno dei sistemiinformatici dei governi democratici.Guardatela questa ode al whistleblower, è un filmimportante per capire come nel nostro piccolopossiamo fare molto per difendere la democrazia,perché oggi, con le norme post 11 Settembre, lasituazione è addirittura peggiore.Lo trovate, sottotitolato in italiano, su Netflix. Quiil trailer [https://youtu.be/H-U_6DBXEY0].

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Contro la guerra: intervista aMarinella Correggiadi Redazione

Abbiamo invitato a Firenze la giornalista eattivista contro la guerra Marinella Correggia perpresentare il suo libro  "El presidente de lapaz" su Ugo Chavez. Ne abbiamo approfittato perintervistarla sul rapporto tra guerra, liberismo epacifismo. In questo primo video ci dice come siafallimentare  l'opposizione alle guerre senzadichiararsi anti capitalisti.I link ai video: [https://youtu.be/_hHhMtwSljg] eanche [https://youtu.be/7dRmoA3vX20].

RUBRICHE

Cultura si, cultura noa cura di Franca Falletti

storica dell'Arte

Firenze patrimoniodell'umanità?di F.F.

Da molto se ne parlava e da alcuni giorni lanotizia è stata ampiamente riportata dalla stampafiorentina e in parte ripresa anche da quellanazionale: Firenze è sotto osservazione da partedell'Unesco, che vuole appurare se la cittàmantenga i requisiti indispensabili per essereannoverata fra i siti Patrimonio dell'Umanità.Il testo della lettera dell'UNESCO non è stato resonoto (deve restare segreto?), ma sembra checontenga anche richieste di chiarimenti riguardoal tunnel TAV e al progetto di attraversamentosotterraneo della città per la tramvia, le due"grandi opere" che incombono sullasopravvivenza futura della nostra città.L'idea di scavare sotto il centro storico di Firenzee sotto il suo delicatissimo e inestimabilepatrimonio monumentale è così assurda edelinquenziale che mi disturba solo parlarne.Qualsiasi mente dotata di un minimo di lucidità edi onestà non può non comprendere che non saràmai possibile calcolare con sicurezza icomportamenti statici di edifici costruiti secoli facon materiali ormai desueti e già fortementeminati dallo scorrete del tempo.Comunque l'Amministrazione Comunale si èallertata di fronte ad una minaccia chestigmatizzerebbe a livello planetario ciò chepurtroppo è sotto gli occhi di tutti i cittadini, ecioè che la città ogni giorno di più va umiliando lasua identità culturale e svendendo il suoparticolarissimo patrimonio di museo diffuso. Ilprogramma di Dario Nardella, il cui iter di

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13 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

approvazione è già iniziato presso gli organi digoverno della città, è sintetizzabile in alcuni punticontro e alcuni punti per il decoro e l'identitàdella nostra città.I punti in questione sono tutti inerenti la lottaall'abuso di alcol, come se questo fosse l'unicoelemento di degrado: devo immaginare che inrealtà il Sindaco non dimentichi la sporcizia e ildissesto delle strade, la mancanza di gabinettipubblici e i conseguenti laghi di urina, la piagadelle piazze monumentali soffocate dai veicoli einvase di traffico. Tralascio in questa sede il fattoche nei venti punti elencati ce ne siano dipalesemente insensati in quanto inapplicabili, chece ne siano almeno un paio che avanzanoproposte di regole già in vigore, come pure ilfocale problema dell'inconsistenza dei controlli edelle sanzioni.Lascio insomma ad altri l'analisi dei singoli puntidel progetto in discussione, per portare il discorsoverso l'ipotesi per una città radicalmente diversache sia capace di tutelare stabilmente quelPatrimonio dell'Umanità che le è riconosciuto, maancor più di alimentarlo. Quello che dobbiamo,infatti, rispettare e garantire per le generazionifuture è l'integrità del nostro patrimonioculturale, inteso come insieme di beni non solofisici e materiali. Entrare in questaimprescindibile ottica significa ricercare in ogniaspetto della vita cittadina un livello culturaledegno di quello del passato, non significa viverecome nel passato. I menestrelli che in piazzaSignoria distribuiscono i depliants dei locali nonsono elementi identificativi della nostra cultura,ma solo della nostra incapacità a stare dentro ilflusso vivo della storia.Il nuovo teatro dell'Opera che procede nella quasitotale mancanza di una sua propria originaleproduttività (se non quella dei debiti, che producein quantità esponenziale) uccide la nostraidentità, come la uccidono i progetti sciatti e diinfimo livello fai da te con cui si procede agliinterventi sull'arredo urbano, non ultimo lafaciloneria (o meglio l'incompetenza) con cuivengono prese le decisioni riguardo allapavimentazione stradale: è di questi giorni ilmontare delle fondatissime polemiche suisampietrini rimossi davanti alla stazione di Santa

Maria Novella, ma cosa pensare dell'asfalto stesoin via Pietrapiana, che era storicamente di pietracome dice il suo stesso nome? O del design deinuovi dehors imposti in modo indiscriminato perogni angolo di Firenze, come se piazza SanGiovanni fosse urbanisticamente assimilabile apiazza della Repubblica o a piazza San Martino earrivando in questa cecità a far distruggere lastruttura ottocentesca di un caffè storico come Legiubbe Rosse, salvo poi ripensarci, difronteall'evidenza eclatante dell'errore commesso.La scomparsa delle nobili attività di artigianatoartistico e la conseguente perdita della sapienzamanuale attraverso cui la materia venivamanipolata a fini creativi e non banalmentecommerciali, sta già scavando un abisso di perditadi identità, faticosamente arginato da pochigiovani tenaci e disinteressati, che la pubblicaamministrazione non difende dagli arrogantiassalti delle attività maggiormente remunerative.Intendo insomma dire che se davvero vogliamoche i secoli in cui la nostra città era l'ombelico delmondo non siano passati invano e non si debbanoconsiderare definitivamente morti, Unesco o nonUnesco e al di là di ordinanze e divieti, èindispensabile operare una profonda e radicaleinversione di valori che sposti il focus delle sceltesu questa città dall'interesse privato a quellosociale e dall'accumulo di merci e denaro allalibera circolazione del pensiero creativo.L'Ospedale degli Innocenti fu fatto progettaredalla più grande personalità artistica alloraemergente, il Brunelleschi, senza passaggi dimazzette e non per contentare l'amichetto delpotente di turno o il vecchio architetto incollatoal suo scranno. Ed era una struttura dedicata agliultimi degli ultimi, un po' come se oggi si facesseprogettare a Renzo Piano un centro di accoglienzaper immigrati.La realtà è che oggi il Grande museo dell'Operadel Duomo si vanta di essere "spettacolare",perché "la bellezza è spettacolo". La pensi così chivuole, ma non la pensavano così le menti fondantidi questa città, coloro che l'hanno fatta diventarePatrimonio dell'Umanità per i quali la bellezzaterrena era quella cosa alla cui vista "ci si ricordadella vera bellezza e si mettono le ali".

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14 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

Nuove destrea cura di Giorgia Bulli

docente di “Analisi del linguaggio politico” all'Univ. di Firenze

Chi sono i Fascisti del TerzoMillennio: CasaPound Italiadi G.B.

Si fanno chiamare “Fascisti del terzo millennio”,utilizzano pratiche di azione che vanno dalleoccupazioni di edifici pubblici e privatiall’organizzazione di concerti di gruppi noti emeno noti del cosiddetto rock identitario diestrema destra. Sono ufficialmente una“associazione di promozione sociale”, maprovengono dall’estrema destra partitica, essendonati da una scissione dal Movimento Sociale -Fiamma Tricolore nel 2008. Alcuni dei suoimembri, primo tra tutti il leader del movimento,Gianluca Iannone, erano già noti al pubblico delladestra radicale prima dell’abbandono della vitapartitica. Già front-man del noto gruppo musicaledegli Zeta Zero Alfa, Iannone è infatti stato alcentro della scena che ha portato alla nascita delfenomeno delle “occupazioni non conformi”, lapiù nota delle quali è quella di ViaMontenapoleone, nel quartiere dell’Esquilino, dal2003 sede principale di CPI.Il nome dell’organizzazione è un tributo a EzraPound, famoso autore e poeta statunitense chesostenne il fascismo italiano fino alla sua caduta.Pound viene celebrato anche in questi giorni aVenezia, dove è sepolto, in occasione dellaricorrenza della morte, in una cerimonia a cuihanno partecipato una cinquantina di membri diCPI. Dalla produzione di Ezra Pound il gruppo diIannone estrapola, esaltandola, la critica all’usurae la relativa centralità della sicurezza abitativa.Non a caso, il simbolo del movimento è unatartaruga, l’animale che rappresenta l’autonomiaabitativa per eccellenza. E, non a caso, delletematiche di cui CPI si fa promotrice, quella delmutuo sociale ha la centralità assoluta. Si tratta diuna proposta di forma di acquisto agevolato dellacasa, riservata a cittadini italiani, che benrappresenta la volontà del gruppo di riferirsiall’esperienza del fascismo-movimento italiano e

dei suoi richiami alla destra sociale.E in effetti richiami al fascismo sono evidenti ecostanti. Sempre riguardo al tema dell’edilizia, silegge nel programma ufficiale (p. 10) che ilmovimento auspica un ritorno alla “ediliziapubblica stile Ventennio”. L’intero apparatosimbolico di CPI si richiama inoltre all’esperienzastorica del fascismo: dall’insegna che campeggiasullo stabile a Via Montenapoleone all’iconografiadei manifesti e dei volantini che pubblicizzano lemultiformi attività che CasaPound organizza perla socializzazione politica dei nuovi – spessogiovanissimi – aderenti, per l’integrazione deimembri e per la cooptazione dei dirigenti. A tutti ilivelli i membri di CPI rispondono ad uno strettoprincipio gerarchico che organizza la vita dentrol’organizzazione, dalle decisioni strategiche inmerito alla linea politica, alla gestione degli spazie delle attività culturali e ricreative.La proposta politica di CasaPound Italiarappresenta un mélange di riecheggiamenti delfascismo nella sua versione di destra sociale ecritica aspra alla società capitalista di cui sistigmatizza la finanziarizzazione, laprevaricazione e l’individualizzazione. Si leggenel programma (p. 2) che “la nazione italianadeve tornare ad essere un organismo avente fini,vita e mezzi d’azione superiori, per potenza edurata, a quelli degli individui, divisi oraggruppati, che lo compongono. Deve tornare adessere una unità morale, politica ed economica,che si realizza integralmente nello Stato”. All’ideadi un’Europa autocratica e protezionista siaffianca una concezione della nazione che rifiutaogni forma di multiculturalismo. CPI si dichiarainfatti contraria a nuovo “multirazzismo”,secondo il principio che “l'infernale meccanismoimmigratorio di massa è uno dei principali vettoridi sradicamento e impoverimento sociale,culturale ed esistenziale a danno di tutte lepopolazioni coinvolte, siano esse ospiti oospitanti”. Il rovesciamento dell’argomentazione,seppur non nuovo nella tradizione della destraradicale, mostra una certa attenzione per ladimensione strategica della comunicazione versol’esterno.Si tratta di una comunicazione che è ricca diibridazioni simboliche: passato e presente,

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15 perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #29 del 4 novembre 2015

dialogo e violenza, partito e movimento.CPI ha partecipato senza successo alle elezioni del2013, ma ha goduto di una insperata pubblicitàdalle esternazioni di Beppe Grillo durante lacampagna elettorale circa la comunanza di alcunidei fini dei due movimenti. Anche con la LegaNord di Salvini CPI ha intessuto negli ultimi mesiun dialogo reciprocamente conveniente su temidell’immigrazione e della sicurezza. EppureCasaPound non è un partito più di quanto non siaun movimento. I numeri di membri dichiaratisono difficili da verificare (circa 2000 tesserati ealmeno altrettanti simpatizzanti), ma ilmovimento ha sedi in tutta Italia e riesce,attraverso i canali della scena musicale del rockidentitario, delle attività ludiche come pub eassociazioni sportive, financo attraverso laproposta di reti di solidarietà nazionale chesfociano in attività come l’aiuto ai terremotatidell’Emilia o le ripetute distribuzioni del pane, afare breccia soprattutto tra le fasce giovanili.L’acuirsi della crisi economica ha certamentefavorito CPI a diffondere i suoi messaggi diprotezionismo, sovranità nazionale, autarchia, e arecepire un consenso fatto non di voti, ma didisponibilità al fedele rispetto del principiogerarchico, alla diffusione di pratiche identitarieche vanno dalle occupazioni alla“cinghiamattanza”, e all’azionismo velleitario conrichiami espliciti alla violenza.A differenza di partiti e movimenti di quell’areache nei loro documenti ufficiali evitano ilriferimento all’uso esplicito della violenza, CPIdichiara sul suo sito che il movimento “fa politica,non teppismo. Non è interessato a mostrare imuscoli. Vuole la forza tranquilla. Ma allo stessotempo non può permettere che chicchessia necontesti la legittimità ad agire e a esistere. Noivogliamo il confronto, ma non rifiutiamo loscontro, se questo ci viene imposto e se ne vadella nostra sopravvivenza politica e fisica”. Ilpassaggio dalla difesa all’offesa è peròtestimoniato dai numerosi fatti di cronaca di cuiCPI è stata protagonista in diverse città italianedal momento della sua fondazione.

L’autrice del pezzo ha condotto assieme ai colleghiMatteo Albanese, Pietro Castelli e Caterina Froio

dell’Istituto Universitario Europeo una lunga ricercasul gruppo CasaPound italia. I risultati della ricercasono consultabili nel volume: “Fascisti di un altromillennio? Crisi e partecipazione in CasaPound Italia”Bonanno Editore, Catania, 2014.

Tutta un'altra musicaa cura di Francesca Breschi

cantante, attrice, ricercatrice e didatta, attivista di

perUnaltracittà

Ero un consumatore,di Franco Amodeidi F.B.

Noi "post guerra" siamo venuti su in un clima dicrescente benessere, che ha voluto dire beni diconsumo e alimentari in aumento, spesso congrandi innovazioni dettate anche dai ritmi di vitacittadini, sempre più veloci e serrati (pensiamosolo agli omogeneizzati, ai formaggini, allamaionese in tubetto, al latte in polvere). In uncrescendo rossiniano ci siamo pian piano visticircondare e assediare da cibi precotti,allevamenti industriali, catene di montaggio delcibo, fino ad arrivare all'esubero perfino a trattifastidioso della continua mostra di equilibrismiculinari che invade ogni angolo della nostra vita,dalla mattina alla sera: tutti cuochi alla ricerca diuna menzione speciale del Gambero Rosso.Una grande, anzi, immensa, stratosfericaabbuffata di ferreriana memoria. E mentre dueterzi del mondo razzola con le unghie nella terra etra le macerie in cerca di cibo ed acqua e noiintanto ci permettiamo di "sfilettare" le sogliole,ecco che arriva l'ennesimo allarme: niente piùcarne rossa, dice l'Oms, niente più salsicce (sigh!),niente più carni lavorate tipo speck, niente piùwurstel."Ma...niente di nuovo!" mi grideranno in coro imiei giovani e meno giovani lettori. Sí, è vero,ogni tre giorni riceviamo indicazioni econtroindicazioni sulle nostre abitudinialimentari e di comportamento in generale. Unagirandola di notizie e contro-notizie. Però in

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questo caso, il giorno dopo, improvvisamente,esce dal nulla un altro annuncio: via liberadall'agenzia della sicurezza alimentare diStrasburgo al cibo derivato da nanotecnologie(detta così mi viene da pensare che potremmoritrovarci a leccarci le dita ingurgitando tutinetubolari da ciclista condite da polvere dimicrochip) e agli allevamenti di insetti vari ascopo alimentare.Diversi anni fa già Fausto Amodei ci avevadescritti a noi stessi in modo esemplare. Ah già,dimenticavo, era solo una canzone, manco tantofamosa, per altro. E adesso mi scuserete ma tornoalla mia fett'unta lasciata a metà... con permesso.Fausto Amodei, Ero un consumatore, Cantacrona-che 3 [https://youtu.be/UAq3w_2J_ms]

Kill Billya cura di Gilberto Pierazzuoli

scrittore, attivo in PerUnaltracittà

Nancy, Politica e "Essere Con"G.P.

Un'antologia di scritti composti tra il 2002 e il2013 raccolti secondo un criterio che il curatoredefinisce "come una scrittura del comune", chetrattano dunque temi inerenti le relazioni, conun'attenzione che non può non essere chepolitica. Lo testimonia la prefazione scrittaappositamente per questa edizione che ètotalmente incentrata sul senso attuale deltermine "politica" ed in particolare sulla suapresa attuale, con la constatazione che un certosenso del termine si sia ormai perso, ma con laricerca di un'attualizzazione di ciò che resta. Laraccolta è divisa in tre parti teoricamente didiverso argomento.Si tratta così di un totale di 15 testi oltre allaprefazione, che vanno a coprire un numeronotevole di questioni che sarebbe difficile citareesaustivamente, abbiamo scelto perciò diindicarne alcune che secondo noi si sonodimostrate di una pregnanza particolare anchealla luce di problematiche sempre più attuali.

Iniziamo dalla prima parte nella quale il discorsopoggia principalmente su tre termini:democrazia, popolo e identità accomunati da unpunto di vista che li accoglie in seguito ad unaconsiderazione per la quale il senso si costituiscea partire dalla relazione che la preposizione coninstaura tra i vari soggetti che così accedono auna possibilità di significazione più o menodebole, o più o meno forte, dunque alla possibilitàdi fare comunque senso, il quale dipende da uncon anche minimo, quale quello messo in attodalla semplice giustapposizione degli oggetti.Ma le gradazioni della relazione possono essere lepiù varie con la considerazione ultima che fa sìche non esista «"qualcosa" al singolare, ma"qualcosa" al plurale. Il plurale non si aggiungeall'unità, la precede e la rende possibile». (p. 21)Con è un termine che deriva dal latino apud hoc(vicino a questo) ed il plurale è implicito proprionel senso di vicino a o di accanto a. Questaprossimità del con implica anche una certacondivisione, una compresenza che sia peròanche quello che in francese si dice "partage" ecioè una partizione, spartizione, distribuzione.Allora, condensando al massimo la riflessione diNancy, si ha che la democrazia intesa come poteredel popolo, è il potere di tutti in quanto si trovanoinsieme e non «il potere di tutti come potere dichiunque o della intera massa su una semplicegiustapposizione di individui sparpagliati». (p. 24)Al tutti della democrazia consegue il concetto dipopolo che però non è un'entità politica maantropologica, che mette in moto la possibilità delsenso di formarsi e di circolare producendo adesempio lingue e/o culture. Dietro il termine"popolo" si hanno una serie di contrapposizioni:da una parte il popolo inteso come unità civica epolitica con, dall'altra, il popolo inteso nella suadimensione di moltitudine socio-economica che siarticola in una nuova distinzione tra questo tipodi popolo e l'altra accezione del termine cherimanda a un popolo basso, ad una plebe. Allora ilrapporto della politica con il popolo è in relazionea queste significazioni del termine ed esclude glialtri possibili attributi caratterizzanti il terminestesso quali il demos inteso come lo spaziocircoscritto della città oppure gli ethnoi e quindiil senso attribuito ad esempio ai popoli stranieri;

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ma neppure quell'insieme impropriamente dettopopolo in quanto truppa guidata da un capo.Il popolo della politica come ad esempio unipotetico popolo europeo sarebbe dunque quelloche si dichiara come il soggetto di unaCostituzione europea «con un atto nel quale lacostituzione e la designazione del popolo [...] sitrovino in una reciprocità assoluta» (p. 33). Siapre allora la questione del simile e «la questionedell'estensione di questa somiglianza aun'umanità generica, a un popolo o a un gruppo»(p. 34), ma la distinzione o l'indistinzione sirivelano tramite la mutualità e la reciprocità chesegnano il modo della relazione.Come abbiamo visto il libro si articola sullainterpretazione di una serie di termini.L'operazione può portare ad una decostruzione,smarrirsi volontariamente in una serie di aporie,ma anche ad un smascheramento, svelamento,che fa emergere possibilità di senso nonprecedentemente esperite. Ad esempio il concettodi identità, certamente difficile da manipolareperché alla sua ricerca è anche possibilesacrificare il non identico; con l'attenzione che ilnon identico è indispensabile per determinarequell'identità che lo esclude. Solo nel gioco deirispecchiamenti e delle differenze si determinanoi canoni di ogni probabile identità che, di nuovo,permette quel gioco ulteriore che (ancoraattraverso il con) fonda la singolarità a partire daun confronto possibile soltanto in una pluralitàdei presenti, degli attanti, in definitiva dei"termini di confronto". Comunismo, il termine.Ecco poi un altro termine il cui uso si è orarefatto, o è divenuto totalmente improprio, iltermine "comunismo". Alla ricerca di sueattestazioni storiche, l'autore lo trova giàpresente nel XIV secolo. "Comunista" «nel sensodi persona che ha in comune una proprietàderivante dal diritto di "mano morta", vale a diresottratta al diritto di eredità». (p. 125). Perestensione si chiamò allora così l'appartenente aduna comune intesa come ciò che si affranca intutto o in parte alle costrizioni feudali. Quattroanni prima della rivoluzione francese il terminedesigna l'appartenenza a una comunità laica -ipotizzata e/o progettata - che sostituisca quelladei monaci. Ecco una divertita citazione da Victor

d'Hupay de Fuveau che progetta una nuovaRepubblica correggendo gli errori di quella diPlatone: «Spetta dunque a un Principe che vogliatanto più meritare il titolo di Padre della Patriache tutti coloro che hanno favoritol'insediamento dei Monaci , oggi divenuti inutili,collochino questi veri e nuovi modelli di tutti glistati, ciascuno relativamente alla propriafunzione, nei diversi Monasteri che giornalmentesi spopolano e paiono attendere una miglioredestinazione». Della stessa epoca, Restif de laBretonne, indica, tra le varie forme di governo, unpossibile "comunismo della comunità".Ci sarebbero poi ancora tutta una serie di terminiin uso in occasioni diverse, tutti però accomunatinel trasmettere il senso di un'emancipazione,accompagnata al tempo stesso da unarivendicazione di uguaglianza e una lorodiffusione tanto che, già al tempo di Marx, itermini "socialismo" e "comunismo" erano ormaid'uso abbastanza diffuso tanto che potevapaventare il famoso fantasma che si aggirava perl'Europa anche se criticava il fatto che fosserospesso adottati in chiave romantica, religiosa oidealista. Si assiste infatti ad un periodicoincontro e ad un intreccio tra i termini socialismoe comunismo che poi non sono molto distanti dalpunto di vista etimologico, nel senso che sociussta per colui che segue, colui che va con, nel sensoche condivide una qualche appartenenza (dovere,mancanza), che ha un un munus (un carico, undebito, la restituzione di un dono) ricevuto incomune (qui Nancy fa riferimento al concetto diimmunità sviluppato da Roberto Esposito).Comunismo, invece, ma non molto diversamente,sta per essere insieme, portandosi così dietrocome un elemento topico, forse un fardello,accollandosi cioè, il senso di «un'esigenzaautentica: non si tratta di annodare legami, ma ditoccare l'essenziale-esistenziale». (p. 130).Questo sarebbe per Nancy qualcosa di più e didiverso da un significato strettamente sociale epolitico, ma una presa di posizione in rapportocon la proprietà. «Proprietà non è soltantopossesso di beni. È per l'appunto al di là (e/o al diqua) di ogni assunzione giuridica di un possesso».E qui che il pensiero di Nancy concorda o somigliain con quello che Agamben esprime in: "Altissima

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povertà", testo per altro posteriore.Un concetto che rimanda in un caso alla nudavita, comunque a un soggetto spoglio di ogniappartenenza, come, nell'altro caso, ad un me: «Èciò che fa di un qualsiasi tipo di possessopropriamente il possesso di un soggetto, vale adire propriamente una sua espressione. Proprietànon è il mio possesso: essa è me». (Ivi). Ma me, io,per la legge del con, non esiste mai solo. Si esiste,io esisto, essenzialmente con gli altri enti cheesistono. Attenzione, il con non ha niente avedere con il collettivo, con un insieme di personeraccolte, se non raccogliticce, messe insieme dopoessere state prese qua e là; l'insieme dellacollettività non è lo stesso del "comunismo". Nellacollettività le cose si trovano "fianco a fianco",cosa che non implica relazioni tra le parti. Il con èesistenziale: «un "con" esistenziale implica che névoi né io siamo gli stessi insieme o separati». (p.131). E questo permette il noi. Il comunepresuppone anche un'idea di giustizia cheproduce una serie di opposizioni, certamentequella ricco/povero, con accumulazione/perdita(arricchimento/depauperazione), o"glorificazione"/umiltà (che testimonia unoslittamento semantico: gli "umili" divienesinonimo di poveri), rimandando di nuovo allaquestione della proprietà nelle sue articolazionistoriche e cioè nella sua veste di produttrice disenso. Dove ricchezza rimanda o rimandava a"gloria", splendore, espansione, generosità,appunto ad una produzione di senso.Allora questo modo di pensare la proprietà, Nancyla chiama la "propria proprietà", permette dipensare ad una proprietà comune. Se fosseprivata essa non produrrebbe senso, «senso peruno solo, non è affatto senso» (p. 137). Sin quiabbiamo raccontato alcuni testi, o brani di essi,presenti nel libro. A volte dandone tra le righeanche un'interpretazione, ma questa dovrebbeessere una recensione e non una sinossi,accenniamo perciò ad altri argomenti che laraccolta affronta, senza addentrarci nella lorointerpretazione: "i diritti umani"; il rapporto traarte, città e politica; la politica e il suo rapportocon la violenza.L'intento è appunto incuriosirvi alla lettura diquesto autore fondamentale nel panorama del

pensiero contemporaneo. Un ultimo aspetto.L'autore nella prefazione scritta appositamenteper illustrare la raccolta di questi brani, constatache «tutte le forme di compiutezza o disaturazione - ideologiche e/o tecno-economiche -generano delle disuguaglianze, delle disumanità,delle insensibilità, delle follie, non solo pesanticome quelle che nutrivano le antiche gerarchie esacralità, ma per di più chiaramente sprovviste,ormai, di qualsiasi parvenza di giustificazionenaturale o soprannaturale». Allora la politica puòsussistere almeno come rivolta.La rivolta non spiega, comunque, cosa sia la partevitale di un'esistenza aperta alle sue possibilità.La rivolta non chiacchera, essa tuona. Che cosavuol dire "tuonare"? È quasi un'omatopea.Significa rombare, mugghiare e gridare. Significasbraitare, brontolare, lagnarsi, indignarsi,protestare, arrabbiarsi in molti. Si brontolasoprattutto da soli, ma questa tuona in comune. Ilcomune tuona, è un torrente sotterraneo, passasotto facendo tremare tutto. (p. 13). Jean-LucNancy, POLITICA E "ESSERE-CON", Saggi,conferenze, conversazioni, A cura di Fausto DePetra, Mimesis, Milano 2013. Pp. 248 - euro 20.00. 

ACADAssociazione contro

gli abusi in divisaa cura di Maurizio De Zordo

attivo in perUnaltracittà

Processo Magherini:il 2 novembre nuova udienzadel processo di primo gradodi Acad Italia

Lunedì 2 novembre alle ore 9 presso il tribunale diFirenze si è tenuta una nuova udienza delprocesso di primo grado per la morte di RiccardoMagherini avvenuta nella notte tra il 2 e 3 marzo2014 durante un fermo dei carabinieri in BorgoSan Frediano nel centro storico di Firenze. Sulbanco degli imputati i quattro carabinieri chehanno partecipato alle operazioni di fermo e tre

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volontari della Croce Rossa italiana intervenutisulla prima ambulanza arrivata a San Frediano.Per loro l'accusa è quella di omicidio colposo e aduno dei quattro militari viene contestato anche ilreato di percosse.I fatti: Riccardo Magherini era un giovane uomodi quarant'anni che amava la vita e amavasorridere. Marito di Rozangela e padre di Brando,un bambino di due anni. Piccolo imprenditorefiorentino, ed ex giocatore della Fiorentina,abitava nel popolare quartiere di San Frediano aFirenze. Una persona perbene, totalmenteintegrata nel tessuto sociale della città e delquartiere. Una persona attiva, solare, generosa,che svolgeva le sue attività anche viaggiando econ contatti di amicizia in tutto il mondo.Riccardo amava ed era amato da tutti. La notte trail 2 e il 3 marzo Riccardo è fuori per una cena dilavoro. Dopo cena, nel tragitto verso casa succedequalcosa che lo spaventa, scende dal taxivisibilmente agitato e lascia sull'auto tutti suoieffetti personali: è in preda ad un attacco dipanico.Arriva nel suo quartiere - Borgo San Frediano -cercando e gridando AIUTO. Molte personechiamano allora i carabinieri per segnalare quellache non è altro che la semplice ed accoratarichiesta di soccorso di una persona in difficoltà.Una volta giunti sul posto, i carabinieriimmobilizzano Riccardo e lo ammanettanotenendolo a terra in posizione prona. Il tuttoavviene per strada, davanti a molti testimoni cheraccontano di calci sferrati a Riccardo mentre eraimmobilizzato a terra. Alcune persone siaffacciano alla finestra e assistono alla scenafilmando il tutto. Si sente Riccardo che grida"aiuto", "mi sparano", "aiuto aiuto sto morendo"qualcuno grida "no i calci no!".In seguito, nella ricostruzione dei concitatimomenti dell'intervento, le lacune non tardanoad evidenziarsi: all'1,21 uno dei militari chiama lacentrale operativa spiegando che sonointervenuti su una persona "completamente difuori, a petto nudo, che urla". All'1,24, il 118 inviauna ambulanza. Parte un mezzo dalla vicina sededella Croce Rossa, con tre volontari a bordo.All'1,31 , la centrale operativa dei carabinierichiama di nuovo il 118 perché si sente la sirena

ma l'ambulanza non è ancora arrivata el'arrestato "fa ancora come un matto".All'1,32, il 118 contatta la sede della Croce Rossa eun minuto più tardi, uno dei volontari chiama il118, annuncia di essere sul posto e spiega chel'uomo "ha reagito in maniera violenta, gli sonoaddosso in due per tenerlo fermo e vogliono ilmedico" e che il medico è necessario per sedarel'arrestato. Si saprà poi che all'arrivo di quellaprima ambulanza, Riccardo che giace a terra, èoramai immobile e silenzioso . Condizione, la sua,di cui il volontario non fa cenno, anzi, omette dispecificarla alla centrale del 118, che all'1,35contatta l'automedica.La situazione, invece, si profila immediatamentedifficile e viene trascurata fino al tragico epilogo,tanto che l'operatrice scherza, non avendo ilminimo sentore del dramma incombente: "Civogliono due uomini forti, c'è uno che ha tirato lemanette a un carabiniere, freddo non gli prendeperché c'ha due carabinieri sopra". Da questafrase, è evidente piuttosto, che almeno duecarabinieri continuano a stare sul corpo diRiccardo anche dopo che quest'ultimo ha smessodi urlare e divincolarsi: Riccardo è già morto. E inecessari primi soccorsi di fatto vengono impedi-ti.La famiglia , ha deciso di sporgere denuncia versoi 4 carabinieri per omicidio preterintenzionale everso gli operatori del 118 per omicidio colposo. Itestimoni infatti hanno affermato che perimmobilizzare Riccardo i 4 agenti abbiano usato -come si legge nella denuncia sporta dal fratello edal padre - "un uso della forza non previsto econtemplato nelle tecniche di immobilizzazionedelle forze dell'ordine, fra cui: presa e stretta delcollo con le mani; calci quantomeno ai fianchi-addome anche nel momento in cui era già stesoprono a terra; prolungata pressione di più agentisul suo corpo, compreso il tronco, in posizioneprona sull'asfalto".Inoltre, in attesa dell'ambulanza con il medico,durante l'intervento dei primi sanitari sul posto«non hanno provveduto nemmeno a rimuovereRiccardo da quella posizione (peraltro conl'addome scoperto appoggiato sull'asfalto freddo)né a liberarlo dalle manette, al fine di consentirgliquantomeno una migliore respirazione» i 4 agenti

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- non trovavano - le chiavi delle manette. E'importante sottolineare, che nel verbaleautoptico redatto dalla procura fiorentina, siesclude che la morte sia stata causata in formaesclusiva da overdose di cocaina come altresìsostenuto dai legali della difesa, dal momento chenel sangue è stato trovato un quantitativo di cocapari a 0,3 mg.L'autopsia indica che le concause della morte,sono la disfunzione cardiaca dovuta allo stato diagitazione e stress procurati dalla situazione chestava vivendo Riccardo in quel momento eall'ASFISSIA, che di certo non si è procurato dasolo. Sul corpo di Riccardo sono stati inoltrerinvenuti, numerosi segni della violenza subitaquella notte, dalla "frattura costale e dello sternocon aspetti di vitalità", alle varie emorragieinterne tra cui quella al fegato in corrispondenzadei calci subiti.Da subito parte un tentativo organizzato diinsabbiamento e depistaggio su quanto accaduto.I 4 agenti coinvolti provvedono ad esporredenuncia contro Riccardo stesso, e a farsirefertare i presunti danni subiti in una presuntacolluttazione, Riccardo viene denunciato perresistenza a pubblico ufficiale, violenze, furto diun telefonino (lo aveva preso proprio perchiedere aiuto). Le persone presenti, che hannoriferito delle percosse e delle vicende che quellanotte, hanno condotto alla morte di Riccardo,sono state intimidite e minacciate. Addirittura, siannuncia un processo per direttissima, in cui siomette di comunicare ai testimoni della mortedell' "imputato". Infine, non tutto il materialeaudio fornito dal 118 è stato prodotto dallaprocura, tant'è che risulta mancante proprio uncolloquio telefonico in cui si rileva come i soccorsisiano stati impediti dagli agenti presenti. Econtinua, in un seguito grottesco: non soddisfattidel verbale autoptico firmato da tutti i periti, iltossicologo nominato dalla procura Prof. Mari(anch'egli firmatario del verbale!), chiede diessere affiancato per una consulenza tossicologicadalla Prof.ssa Bertol (SUA MOGLIE!!), al fine disottolineare e avvalorare la tesi della morteprovocata dalla assunzione di sostanze stupefa-centi.In definitiva, solo per l'azione decisa e ferma della

famiglia Magherini, che da subito ha rivendicato ildiritto ad una verità che sembrava negata dalleautorità, affiancata dall'avvocato Fabio Anselmo,e sostenuta dalla mobilitazione, cresciuta in città -e non solo - a seguito dell'emergere di elementiche raccontavano una storia totalmente diversada quella "ufficiale", hanno impedito che la mortedi Riccardo finisse nel troppo lungo elenco diquelle dimenticate e negate. Oltre allaCommissione per i Diritti Umani del Senato, cheha presentato un'interrogazione parlamentareper denunciare i "comportamenti illegali" deicarabinieri intervenuti quella notte, ancheAmnesty International ha indirizzato una letteraaperta al Ministero dell'Interno per chiederechiarezza sulle indagini svolte dalla Procura diFirenze. Riccardo muore schiacciato sull'asfalto,"Aiuto, ho un figliolo, basta". Muore quando ilprimo 118 arriva senza medico a bordo; muoreperché la seconda ambulanza giunge dopoquindici minuti e la manovra di rianimazione èoramai inutile.

Ricette e altre storiea cura di Barbara Zattoni e Gabriele Palloni

chef attivi in perUnaltracittà

Tondone Trippatodi G.P.

La ricetta in questione è quella di un secondopiatto poco conosciuto della cucina tradizionale epovera dei contadini toscani, quando inventarsiuna cena con quel poco che c'era in casa era unvero e proprio gioco di prestigio. A mio avviso iltondone trippato è il "capolavoro" di questa arte.Una frittella di farina tagliata a strisce e conditacon un sugo di verdure e pomodori, aromatizzatocon della scorza del limone e prezzemolo, unintingolo simile a quello usato per condire latrippa con quelle striscioline di frittella che nerichiamano la forma.Questa versione è un po' più ricca ma quasiinvariata, aggiungiamo solo una miscela di farine(integrale, di ceci e di grano saraceno) assieme a

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quella di grano.Ingredienti per i tondoni:- 100 gr di farina 00- 50 gr di farina di grano saraceno- 50 gr di farina di ceci 50 gr di farina integrale- 1 cucchiaio di olio evo- salePer la salsa:- 1 cipolla- 1 carota- 2 costole di sedano- 1 spicchio d'aglio- 1 bicchiere di vino bianco- 300 gr di passata di pomodoro- Prezzemolo- La scorza di mezzo limone- Sale Pepe nero Olio evoPreparare la pastella dei tondoni, mescolando lefarine assieme al sale, l'olio e acqua. Mescolarefino ad ottenere una pastella cremosa, simile aquella per la frittura. Con un padellaantiaderente, formate delle frittelle abbastanzaspesse. Fate freddare e tagliate a strisce. A partefare un battuto con il sedano, la carota e la cipolla,la scorza di limone, l'aglio ed il prezzemolo. Farscottare in poca acqua, poi far rosolare pochiminuti in olio evo. Bagnare col vino bianco, farevaporare e aggiungere il pomodoro. Aggiustaredi sale e pepe e lasciar cuocere lentamente. Se lasalsa dovesse risultare troppo acida aggiungereun cucchiaino di zucchero di canna. Saltare iltondone fatto a strisce nella salsa e servire con ungiro d'olio e del prezzemolo tritato.