Editoriale - eurtorrinolive.it · Melissa Bassi e Veronica Capodieci, così come a tutte le...

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Editoriale 4

Il Rialzo del Seno Mascellare: parla il Dott. Ferrazza 6

Osteopatia, questa sconosciuta 8

Danza: Omaggio a Maurice Bejart 10

Cinema: The Avengers 14

Danza: Petra Conti 16

Proposta di Legge nel Lazio per i minori scomparsi 18

Amianto: il killer silenzioso 34

Consiglio Regionale Informa 38

Eur Torrino Newspubblicazione mensileANNO X n° 5 maggio 2012

Editrice: Service & Business 2001Direttore responsabile:Sergio Di MambroRedazione: V.le degli Eroi di Rodi, 214 Tel. 06.5083731Grafica: Fabio ZaccariaStampa: Spazio Stampa S.a.S.

Hanno collaborato:Irene Giarracca, Corinna Lucianelli, Valeria Torre, Francesca Tulli

Concessionaria pubblicitaria:Media Live s.r.l.

Tel.: 06.5084224Cell.: 380.3965716 e-mail: [email protected]

La direzione si riserva il diritto di valutare i testi pervenuti.Il materiale non verrà restituito.

Finito di stampare nel mese di:maggio 2012

14 10

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Editoriale: ] di Sergio Di Mambro [

Cari Lettori,

Nell’arco di un giorno tutti quanti siamo rimasti impietriti di fronte alle due tragedie accadute in una sequenza impressionante: il barbaro attentato di Brindisi e il terremoto in Emilia. Entrambi riaprono ferite aperte nella memoria collettiva degli italiani, zone d’ombra della nostra storia più o meno recente, che sommano alle inquietudini del momento storico in cui viviamo ulteriori dubbi e paure.Lanciamo un simbolico abbraccio di solidarietà ai genitori della giovane Melissa Bassi e Veronica Capodieci, così come a tutte le famiglie colpite dalla tragedia del sisma in Emilia. Oltre a questi gesti, non ci rimane che continuare nel nostro lavoro perseverando nell’inseguimento di un’idea: l’informazione libera.Questo mese oltre ad occuparci di cinema, arte e danza, approfondia-mo il tema della salute con un articolo dedicato alla legge che la Regione Lazio sta cercando di varare per mettere in sicurezza i luoghi infestati da un materiale-killer: l’amianto. Come di consueto vi offriremo una finestra informativa dedicata specificamente alle attività del Consiglio Regionale del Lazio, sempre convinti che una linea ideale congiunga l’informazione del particolare e del globale, e contribuisca a rendere tutti i cittadini più con-sapevoli e, dunque, più liberi.

Buona Lettura

OsteOpata

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Editoriale:

Il rialzo del seno mascellare

Tecniche di rigenerazione ossea:

a cura del Dott. Fabrizio Ferrazza

La necessità di sostituire elementi dentari con l’implantologia spesso si scontra all’atto del piano di trattamento con la disponibilità di sup-porto osseo evidenziabile tramite ortopantomo-grafia e denta-scan esami ormai di routine per la corretta pianificazione di una riabilitazione implantoprotesica. Nell’arcata superiore un ostacolo anatomico con cui frequentemente bisogna misurarsi è il seno mascellare una cavità situata all’interno del cranio confinante con le ossa nasali che essen-do piena di aria pone un confine invalicabile per il posizionamento di impianti osteointegrati nelle regioni molari e premolari dell’arcata superiore. In genere questo spazio risulta più ampio in quei pazienti che hanno perso gli elementi dentari da un lungo periodo andando incontro alla pneumatizzazione del seno stesso e quindi si tro-verebbero ad avere un ridotto supporto osseo a sostegno degli impianti.Per aumentare il volume osseo e consentire anche in pazienti con scarsa disponibilità di effet-tuare una riabilitazione su impianti esistono delle tecniche di rigenerazione ossea denominate rialzo del seno mascellare. Approfondiremo qui il GRANDE RIALZO DEL SENO MASCELLARE tecnica chirurgica estremamente avanzata che, attra-verso il sollevamento della membrana sinusale che riveste la cavità del seno mascellare, crea uno spazio necessario e sufficiente per apporre materiale di rigenerazione ossea il quale dopo un periodo variabile tra gli otto e i dodici mesi sarà pronto a ricevere gli impianti. In condizioni particolari è anche possibile effettuare rialzo e inserimento degli impianti in un unico intervento ma è necessario avere comunque circa 6-8 mm di osso residuo per la stabilizzazione iniziale degli impianti. I materiali usati per la rigenerazione possono essere di vario tipo e la scelta è di sola pertinenza dell’ operatore in base alla sua espe-rienza e casistica al riguardo.Contrariamente a quello che si è portati a cre-dere l’intervento non risulta assolutamente dolo-roso, ma necessita solo di qualche accortezza in più rispetto ad altri interventi chirurgici del cavo orale ed una terapia farmacologica un pochino più elaborata data la delicatezza delle zone anatomiche interessate dall’intervento.

■ Rx endorale di un seno mascellare atrofico: notare il fondo scuro per la presenza di aria

■ Rx dopo il rialzo del seno mascellare: la cavità risulta ora piena con materiale da rigenerazione che si trasfor-merà in osso

■ Ortopanoramica dopo il rialzo del seno mascellare e prima dell’in-serimento degli impianti

■ Ortopanoramicaprima dell’intervento

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Nonostante trovi molti ostacoli ormai solo in Italia, l’O-steopatia è mondialmente riconosciuta come una pratica medica, che spesso aiuta e coadiuva, altre sostituisce, l’in-tervento medico nelle patologie osteo-articolari, viscerali e non solo. Questa tecnica, nata in America nel 1892, è stata sviluppata nel corso del novecento dai due paesi diventati poi maestri nell’insegnamento della stessa Osteopatia, la Francia e l’Inghilterra. Alla base di questa disciplina ci sono la respirazione e movimenti dolci, eseguiti solo da perso-nale medico o paramedico esperto, che permettono, alle varie strutture del nostro corpo, di ritrovare l’equilibrio fisiologico funzionale perso ed una regressione della sinto-matologia dolorosa. Ogni osso del corpo umano ha un movimento, anche quelli del cranio, e sono questi movimenti impercettibili, o micro-movimenti, che mantengono stabile la fisiologia del corpo umano. Le manovre, o manipolazioni, vengono effettuate per ridare i giusti movimenti alle componenti ossee, e non solo, del nostro corpo, e quindi la fisiologia più corretta all’organismo. Troppe volte la fredda medicina dell’evidenza clinica, legata solo ad una alterazione strutturale dell’anato-mia, si è dovuta fermare di fronte a dolori non suffragati da esami diagnostici o clinici positivi. Questo succede perché il benessere non viene dato solo dall’integrità strutturale del corpo, ma anche e soprattutto da quella funzionale. Sono questi i casi in cui entra in gioco la figura dell’Osteopata, che con manovre mirate e dolci, ridona la corretta funzionalità a quell’articolazione o a quell’organo (ebbene si, anche loro possono e devono essere manipolati), facendo così miraco-losamente sparire il dolore. Tali manovre non nascono dal nulla, ma da un attento studio condotto nel corso di due secoli, ed è per questo che bisogna affidarsi solo ad esperti del settore, come gli osteopati,e non a persone che si im-provvisano manipolatori, siano essi medici o fisioterapisti.

Un esempio della forte correlazio-ne tra struttura e funzione lo pos-siamo ritrovare nelle “lombalgie” che troppo spes-so possono essere dettate non solo da una disfunzione muscolare (struttura), ma anche da un problema fasciale di organi pelvici (funzione). Pertanto potremmo avere una lombalgia sia per una perturbazione del muscolo Ileo-Psoas (responsabile del maggior numero di lombalgie), sia a causa di una problematica concernente il sigma del colon piutto-sto che lo stomaco o il fegato. In questo caso sarà compito dell’osteopata fare un accurato screening ed andare a risol-vere la causa di detta sintomatologia dolorosa. Ci sono diver-se patologie che nascondono dei veri “casi” oste-opatici, come la stipsi (possibil-mente causata da una discesa fun z iona le , e non patologica, del sigm a del colon), la cistite (possibilmente causata da una discesa del rene e del suo ure-tere corrispon-dente, si crea quindi un’ansa tra questo e l’arteria iliaca cre-ando un bacino di ristagno di batteri), le cefalee (disfunzione dell’osso sfenoide del cranio) e tanti altri.

Infine è giusto ricordare che non si parla dell’Osteopatia come di qualcosa di miracoloso che guarisce da ogni malat-tia, ma di una pratica medico-scientifica. L’Osteopata mira a curare la patologia del paziente non fermandosi solo al dolore, ma andando alla ricerca della causa dello stesso, per poterlo debellare in maniera seria e concreta e non solo per un brevissimo lasso di tempo, armonizzando in fine tutte le funzioni dell’organismo fa-cendo in modo che il beneficio sia dura-turo nel tempo.

Dott.Massimiliano LaviniOsteopata

OSTEOPATIA......QUESTA SCONOSCIUTA!

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Omaggio a…MauriceBejartdANzA

] di Corinna Lucianelli [

Il Teatro dell’Opera di Roma nel mese di Maggio ha voluto dedicare 5 serate ad uno dei coreografi che più ha influenzato il panorama della danza dagli anni Cinquanta ad oggi. Anche noi questo mese lo dedichiamo proprio a lui, Maurice Bejart. Nasce a Marsiglia il 1° gennaio 1927. Ballerino, poi coreografo, debutta a Parigi. Nel 1960 crea a Bruxelles il Ballet du XXe siécle. Un quarto di secolo più tardi, sposta la sua compagnia a Losanna (Béjart Ballet Lausanne). Le sue radici le pianta qui dove lavora. Béjart acquisisce l’essenziale della sua formazione di ballerino da Madame Egorova, Madame Rousanne e Léo Staats. Questo bagaglio classico, lo porta in scena la prima volta a Vichy (1946),  poi accanto a Janine Charrat, Roland Petit e soprat-tutto, a Londra, all’interno dell’ International Ballet. Una tournée in Svezia con il Ballet Cullberg (1949) gli permette di riscoprire le risorse dell’espressionismo coreografico. E un contratto per un film svedese lo confronta per la prima volta con Stravinski. Su dei pezzi di Chopin, di ritorno a Parigi, Maurice Béjart fa esperienza sotto l’egida del critico Jean Laurent. Il ballerino allora si raddoppia e diventa coreografo. Nel 1955, con i Ballets de l’Etoile, esce dai sentieri battuti con Symphonie pour un homme seul (musica P. Henry e P. Schaef-fer). Domando il proprio linguaggio, riesce ad imporsi sul filo di una serie di creazioni: Haut Voltage, Prométhée, Sonate à trois .Notato da Maurice Huisman, il nuovo direttore del Théâtre Royal de la Monnaie, dirige una trionfale  Sagra della Primavera  (1959). Ed è la fondazione del Ballet du XXe siècle (1960), una compagnia internazionale in testa alla quale Béjart percorre il mondo intero. Un gusto marcato per il cosmopolitismo culturale porta questo figlio del filosofo Gaston Berger ad attaccarsi all’espressione di diverse civiltà (Bhakti, Golestan, Kabuki, Dibouk, Pyramide) come all’illustrazione di un ricco repertorio musicale (da Boulez a Wagner).La sua fibra pedagogica lo spinge a creare la scuola Mudra, a Bru-xelles (1970), poi a Dakar (1977), e l’école-atelier Rudra a Losanna (1992). Il passaggio dal Ballet du XXe siècle al Béjart Ballet Lausanne (1987) avviene senza discontinuità. Nel 1992, Béjart decide di ridur-

re la sua compagnia ad una trentina di ballerini per “ritrovare l’essenza dell’interprete”. Tra i numerosi balletti creati per questa compagnia, citiamo  Ring um den Ring,  Le Mandarin merveilleux, King Lear-Prospero, A’ propos de Shéhérazade, Le Pre-sbytère…!,  Mutationx,  La Route de la soie,  Le Manteau,Enfant-roi, La Lumière des eaux, Lumière.Regista di teatro (La Reine verte, Casta Diva), di opere (Salomé, La Traviata e Don Giovanni), realizzatore di film (Bhakti, Paradoxe sur le comédie), Maurice Béjart ha ugualmente pubblicato diversi libri (romanzi, ricordi, diari, pezzi di teatro). L’Imperatore Hirohito lo ha nominato all’Ordine del Sol Levante (1986) e il Re Baldovino lo ha nominato Grand Officier dell’Ordine della Corona (1988). La Japan Art Association gli ha riconosciuto il prestigioso Premio Imperiale (1993) e la Inamori Foundation il Premio Kyoto (1999). Nel 1994, Maurice Béjart è eletto membro libero dell’Accademia delle Belle Arti dell’ Istituto di Francia.Muore a Losanna il 22 gennaio 2007, dopo una lunga malattia, men-tre stava preparando il suo ultimo spettacolo, “Il giro del mondo in ottanta minuti”.

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CINEmA

“E venne un giorno diverso dagli altri in cui, gli eroi più potenti della Terra si trovarono uni-ti contro una minaccia comune”. Quel gior-no è stato il 25 aprile, una data curiosa visto l’anticipo della distribuzione italiana su quella

americana (oltre oceano infatti hanno dovuto aspettare fino al 4 di Maggio),.Il film è brillante, esplosivo, uno dei più bei film prodotto dalla “Casa delle idee”: mai la Marvel aveva osato tanto; ed è superfluo quanto doveroso parlare di quanto sia stata estenuante l’attesa da parte dei fans, io stessa posso assicurarvi in quanto tale che la mia alta aspettativa è stata pienamente soddisfatta. L’iniziativa Vendica-tori, consiste nel riunire “un gruppo di persone eccezionali” contro la minaccia del dio Loki, il fratellastro di Thor che “nato per essere re” e rimasto all’ombra del dio tuono, rivendica un regno diverso da Asgard e sceglie la terra; per farlo ha poi bisogno del Tesseract, la primizia del tesoro di Odino (così lo definisce il Teschio Rosso nell’a-dattamento filmico di Captain America del 2011), il Cubo Cosmico in grado di dargli il potere necessario, così da guidare un esercito alieno: chi ha letto la serie Ultimates (a cui questo film deve molto) riconoscerà anche la provenienza, di questo esercito, trattasi infatti dei Chitauri (sebbene molto diversi da quelli a matita), capeggiati da un sinistro personaggio incappucciato di cui non vi svelo, per non rovinarvi la sorpresa, l’identità. A Nick Fury capo dello Shield, con le mani legate ed in guerra contro un dio nordico, non resta che mettere insieme i 6 eroi reclutati nei blockbuster precedenti, e for-mare il più bel team che sia mai stato portato sul grande schermo: non è raro avere più di un protagonista ma The Avengers getta una nuova base per mettere in scena tutti i protagonisti sotto la stessa luce, non trascurando nessuno. In ordine di apparizione: Occhio di Falco l’arciere dal cuore corruttibile (non come lo immaginate); la Vedova Nera, Natasha Romanoff, intenta a spillare informazioni segrete con metodi “poco ortodossi“, risultando così una vera “bad ass” l’unica donna del team; il “gigante” verde Hulk e cioè uno straordinario Mark Ruffalo, che nei panni del suo alter ego il dottor Bruce Banner non ci fa rimpiangere i due predecessori; “un genio miliardario playboy filantropo” ovvero l’egocentrico Tony Stark, in-

ventore di Iron man, e visto che le guerre le combattono i soldati godetevi il Capitano Rogers meglio noto come Captain America dare ordini da veterano alle nuove generazioni; ovviamente anche Fury ha nella proprie fila un principe Asgardiano, il mitico Thor com-battuto tra salvare la terra dei mortali e allo stesso tempo salvare suo “fratello”, per riportarlo ad Asgard. Ma se questi personaggi non avevano bisogni di presentazione, aspettate di vedere come si troveranno a “lavorare insieme”: sono una squadra di eroi instabili, un team troppo eterogeneo, una bomba pronta ad esplodere, e così l’alchimia che si istaura tra di loro è tutto meno che prevedibile. La pellicola è ricca di ironia (e Tony Stark, in questo, la fa da padro-ne) ma tiene con il fiato sospeso fino alla fine, il climax e l’azione la fanno da padroni nell’ultima, catartica mezz’ora, mentre il colpo di scena ci mette di fronte alla verità che ognuno di noi da bambino (e non) ha sempre creduto: gli eroi non sono solo quelli con i super poteri, ma coloro che hanno una motivazione, un sogno per cui vale la pena combattere.

the

finalmente!] a cura di Francesca Tulli [

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“Tutte da bambine abbiamo sognato di camminare sul-le punte. Ma poche hanno la determinazione per riuscirci davvero”.

E così è successo la ventitreenne Petra Conti. Di padre italiano e padre polacca Petra nasce ad Anagni in provincia di Frosinone nel 1988. Si diploma nel 2006 all’Accademia Nazionale di Danza a Roma, sotto l’insegnamento del Maestro Zarko Prebil.Durante la sua formazione partecipa a numerosi eventi tra i quali il Festival Internazionale di Danza all’Opera Nazionale di Bucarest in Romania nel 2004, l’EUCHINA Arts Summer School a Pechino e il World Forum on Music-women on Musica Los Angeles nel 2005, e l’omaggio dell’Accademia a Pina Bausch l’anno successivo. Nel 2004 ha esaudito il suo sogno di ballare con Roberto Bolle all’interno del programma di Rai Uno “Sogni”. Interpreta ruoli da protagonista come “Le silfidi”, “Lago dei Cigni”, “Oblivion”, “Schiaccianoci”.Nella stagione 2007-2008 perfeziona i suoi studi a San Pietro-burgo al Teatro Marinskij esibendosi persino da solista. Il debutto all’Anfiteatro Romano di Verona nel 2008 nel ruolo di Giselle. Nel 2008-2009 entra a far parte del corpo di ballo del Bavarian Sta-te Ballet a Monaco riscuotendo notevole successo di pubblico e critica. Dopo un’eccezionale esibizione nella prima di “Giselle” al Royal Opera House di Muscat in Arabia Saudita nell’agosto 2011

viene nominata Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano dal direttore Makhar Vaziev. Petra, che ha conosciuto Vaziev a San Pietroburgo dove era andata a perfezionarsi dopo il diploma in Accademia, del direttore del bal-lo scaligero parla, ovviamente, co me di un dio.Grazie a quella telefonata è usci-ta da un periodo buio, poiché era stata ferma per un paio di mesi a causa di un infortunio.Viene definita oggi come il nuo-vo talento made in Italy e noi lo confermiamo ad alta voce augu-randole di poter realizzare tutti i suoi sogni.

] di Corinna Lucianelli [

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Proposta di legge nel Lazio per minori scomparsiBucci: «Si acceleri l’iter di approvazione»Era il gennaio 2011 quando veniva presentata alla stampa una pro-posta di legge nel Lazio per i minori scomparsi: un nuovo strumento legislativo a sostegno delle famiglie toccate da questo fenomeno, per il quale, triste primato, proprio il Lazio è al secondo posto nella graduatoria delle regioni italiane.Primo firmatario del documento, il consigliere regionale Idv Claudio Bucci. Che oggi torna sull’argomento, sollecitando l’esame del te-sto perché possa arrivare al più presto in aula.

A che punto è l’iter per la presentazione del testo in Consi-glio? Quando arriverà in aula?La proposta di legge al momento è ferma nella Commissione politi-che sociali del Consiglio regionale del Lazio, a cui è stata assegnata, prima di arrivare all’esame dell’Aula Consiliare. Al momento non posso dire se e quando verrà discussa. Certo è che ho sollecitato l’esame, anche per iscritto, più volte. Purtroppo questo consiglio regionale procede con una lentezza disarmante anche su proble-matiche delicate che meriterebbero maggiore attenzione.

La proposta contempla l’istituzione di una banca dati regiona-le e di un numero verde. Come funzioneranno questi servizi?La Regione promuoverà intese ed accordi con gli organismi statali competenti al fine di perseguire la condivisione e l’integrazione di tutte le notizie e le informazioni utili per il ritrovamento dei minori scomparsi. A tale scopo sarà utile anche un numero verde, per se-gnalazioni, e i dati verranno riuniti in una baca dati generale.

Nel testo si parla anche di un fondo a sostegno delle associazioni che si occu-pano del fenomeno della sparizione dei bambini. Ep-pure attualmente diverse associazioni che operano nel sociale sono in diffi-coltà proprio a causa del-la mancata elargizione di fondi da parte della Regio-ne. Ci sono i margini per

mettere in bilancio questa spesa? O c’è il rischio che questo punto subisca una revisione?Il taglio dei fondi al sociale è uno degli aspetti che più contestia-mo del modo di guidare il Lazio che ha messo in campo questa Giunta. L’obiettivo è che le risorse disponibili siano impiegate sui problemi che davvero interessano i cittadini, che arrivino a chi ne ha più bisogno.

In occasione della presentazione alla stampa della proposta di legge era presente anche Natalina Orlandi, Presidente di Penelope Lazio. C’è stato un apporto dell’Associazione nella stesura del testo?Assolutamente sì. Devo ringraziare moltissimo l’associazione Pene-lope che ha dato un contributo fattivo importantissimo alla stesura del testo.

Anche la redazione di “Chi l’ha Visto” sostiene la proposta di legge e ha lanciato una campagna per sottoscrivere il testo. Quante adesioni ci sono state, soprattutto tra gli esponenti politici?Devo dire che i colleghi consiglieri hanno accolto il nostro appello e hanno firmato in moltissimi la proposta, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. È evidente che si tratta di una tematica sen-tita come importante da tutti. Spero che questo acceleri l’iter di approvazione.

il Consigliere Regionale del Lazio On. Claudio Bucci (IdV)

] di Valeria Torre [

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INAUgUrAzIONE dEllA NUOvA SEdEA PIAzzA ENrICO mArTINI 11 A rOmA

il Cav. Giuseppe Barile:Amministratore di Progedil 90 Iniziative Immobiliari

Anna Barile:Amministratrice Progedil Case

Ilaria Barile:Amministratrice Progedil Case

Marco Barile:Responsabile Progedil Case

il Cav. Giuseppe Barile con la moglie Anna e la figlia Ilaria

La nuova sede di Piazza Enrico Martini nella zona Torrino Mezzocammino

il Cav. Giuseppe Barile con Pasquale Calzetta,Presidente del Municipio Roma XII EUR

Il Consigliere Comunale di Roma Andrea De Priamo e, a destra, Il Presidente del Consiglio del Municipio Roma XII EUR: Marco Cacciotti

Il Cav. Giuseppe Barile con Davide

Bordoni, Assessore alle attività Produttive

del Comune di Roma

il Cav. Giuseppe Barile all’evento inaugurale della nuova sede

I Fuochi d’artificioa conclusionedell’evento

moltissimi gli ospiti

che hanno partecipato

all’evento

Un po’ melò, un po’ buonista, l’ultima fatica cinematografica di Ewan McGregor (l’attore scozzese con una media di due film l’anno, tra i quali ricordiamo con particolare piacere Trainspotting, Guerre stellari, Emma, I racconti del cuscino, Moulin Rouge, L’uomo nell’ombra, Angeli e demoni, L’uomo che fissa le capre, Sogni e delitti), che qui ne Il pescatore di sogni è un biologo inglese ferrato di ittica, molto riservato e af-fetto dalla sindrome di Asperger. Brillante, intelligente, meto-dico, costui è un esperto di pesca che ha scelto di lavorare per il governo britannico, dopo essere stato inizialmente riluttante, su insistenza del portavoce del Primo Ministro, ovvero Patricia Maxwell (Kristin Scott Thomas, nota anche per Il paziente inglese). E di qui la sfida, il coinvolgimento professionale ed umano, l’amore.Una regia molto pulita, senza enfasi, quella che vede di nuovo dietro la macchina da presa il regista svedese Lasse Hallström (Qualcosa di cui sparlare, Hachiko – Il tuo migliore amico, Casanova, Chocolat). La pellicola, distribuita dalla M2 Pictures, è liberamente tratta dal libro Pesca al salmone nello Yemen di Paul Torday, ma il testo è stato adattato per il grande schermo dallo sceneggiatore britannico premio Oscar 2009 Simon Beaufoy (Full Monty, 127 ore, The Millionaire) dal quale ci attendevamo dei dialoghi più brillanti. Un film poco corale, con pochissime comparse, ma affidato a grandi attori per cui è sicuramente questa la scelta migliore della pellicola: i protagonisti!Il film, girato in poco meno di dieci settimane tra Londra, Scozia e Marocco, ha debuttato al Festival di Toronto nel settembre 2011, ricevendo un’entusiastica accoglienza.

Il PESCATOrEdI

] a cura di Monica Refe [

SOgNI

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Approvata dalla Food and Drug Administration e dall’American Academy of Cosmetic Surgery, l’associazione dei dermatologi e chirurghi estetici Usa. Ricercatori del Massachusetts General Hospital e dell’Harvard University hanno notato che in vitro l’abbassamento della temperatura determina la morte della cellula adipocitaria; inoltre, grazie al processo infiammatorio prodotto dal congelamento, anche gli adipociti che inizialmente non hanno risentito dell’abbassamento della temperatura ven-gono danneggiati e quindi riassorbiti.Grazie al meccanismo apoptotico ed al processo infiammatorio indotti, il grasso viene riassorbito nei successivi novanta giorni.

COS’È: un nuovo trattamento ambulatoriale non invasivo che proviene dagli Stati Uniti per distruggere il grasso in eccesso attraverso il congelamento localizzato ed ottenere un effetto lifting sui tessuti.

COME AVVIENE: questa nuova metodica si avvale di un dispositivo che ha la funzione di raffreddare la cute fino ad una temperatura sotto allo 0° per trenta/sessanta minuti. Il

congelamento determina la distruzione delle cellule adipose inducendo l’a-

poptosi, senza danneggiare la cute né i tessuti circostanti.

INDICAZIONI: qualsiasi zona corporea in cui sia presente tessu-

to adiposo e/o flacciditàcuta-nea. Nessuna controindica-

zione se il soggetto è sano e non in gravidanza.

EFFETTI ERISULTATI: la seduta è completamente indo-lore. Il medico deciderà le zone da trattare ed il tempo di esposizione. Il grasso sciolto si mobiliz-

zerà entro uno/due mesi, mentre l’effetto lifting sui

tessuti è immediato. Gene-ralmente si effettua una seduta mensile: le stesse zone verranno quindi trattate in giorni diver-si con carbossiterapia e radiofrequenza per facilitare lo smal-timento del grasso sciolto.

ARTICOLI DAL MONDO

Criolipolisi:combattere il grasso con il freddo.

Un’alternativa al bisturi è rappresentata dalla criolipolisi, una nuova tecnica medica non invasiva. Questa procedura sfrutta la diversa sensibilità delle cellule adipose al freddo, rispetto alle altre cellule del corpo. Esposte a una lunga e controllata bassa temperatura, le cellule e gli ammassi del grasso vengono distrutti senza intaccare i tessuti circostanti(pelle, vasi sanguigni, nervi, muscoli, etc.). In modo progres-sivo, nel corso dei tre mesi post-intervento, le cellule svaniscono per APOPTOSI indotta dallo stress termico, e senza pericolo di fibrosi dei tessuti circostanti. Il grasso ‘sciolto’ dal trattamento viene utilizzato e/o eliminato dall’organismo. La procedura non può essere effettuata nelle donne in gravidanza e nei soggetti affetti da malattie legate al freddo (malattia esindrome di Raynaud, orticaria da freddo, etc.). Diversi mezzi fisici, quali laser, ultrasuoni, radiofrequenza e altri vari tipi di corrente elettrica sono stati proposti come potenziali trattamenti non invasivi, aventi come obiettivo la distruzione locale di grasso sottocu-taneo ma con limitata efficacia sulla cellulite. In questo caso il grasso viene distrutto mediante l’utilizzo di una apparecchiatura non invasiva per il raffreddamento controllato, utilizzata in combinazione con le onde d’urto; il trattamento elimina le cellule adipose in eccesso senza danneggiare i tessuti circostanti e nel contempo migliora il funziona-mento del microcircolo delle zone trattate in un periodo variabile da due settimane a quattro mesi. Quando Serve Il trattamento medico di CRIOLIPOLISI è consigliato in caso di cuscinetti di adipe localizzato, in particolare sul ventre, maniglie dell’a-more, fianchi e glutei.Il numero di sedute di Criolipolisi è determinato dal medico estetico in base al numero ed all’estensione delle aree da trattare. Si consiglia di alternarle ad altre terapie (Carbossiterapia, Cavitazione, Radiofrequen-za) per ottenere una significativita’ clinica a 360 gradiQuanto Dura il Trattamento Il trattamento di Criolipolisi avviene in sedute non invasive della dura-ta di 30 minuti/ 1 ora e sono operatore dipendente. Una seconda seduta sulla stessa zona trattata potra’ essere effettuata dopo 1-2 mesi, a seconda del parere del medico, valutando gli esiti del primo trattamento.Le sedute di trattamento con Criolipolisi non richiedono alcuna convalescenza; al massimo, taluni possono sperimentare arrossamenti della zona trattata.Gli studi clinici dimostrano una riduzione media del pannicolo adiposo del 22% con una sola seduta. Ulteriori sedute mi-gliorano i risultati fino ad una riduzione del 40% dello strato adiposo.Quanto Durano i RisultatiL’apoptosi (morte cellulare progressiva) distrugge le cellule adipose bersagliate, inducendo una sorta di lipoclasi che, mantenendo stabile il peso corporeo, è definitiva.

PER INFORMAZIONI:tel. 06 66154318,www.ledamoro.it

La Criolipolisi:a cura della Dr.ssa Leda Moro, Medico Estetico di Roma (www.ledamoro.it)

Ad Adelaide è stato creato nuovo purificatore contro i cosiddetti composti organici volatili, agenti inquinanti e nocivi per la salute. Il congegno è alimentato a energia solare e composto di nanopar-ticelle. Il Nanomateriale potrebbe essere inserito sia nei purificatori d’aria, che ricoprire muri o finestre, ha annunciato il giovane ricer-catore che ha realizzato il progetto, durante la Conferenza presso l’Australian Cooperative Research Centres. Le esalazioni emesse dagli oggetti di uso comune che riempiono appartamenti e uffici, come quadri, fotocopiatrici, tappeti e materiale di plastica, produco-no composti organici volatili che contengono: formaldeide, benzene e altri combustibili tossici. Alcuni di questi composti sono dannosi e possono causare carcinomi – ha ribadito Ruh Ullah, studente di dot-torato presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica della Western Australia University. Il Materiale creato contiene nanoparticelle di ossidi di metallo, che con luce, acqua e ossigeno, produce idrossidi radicali. Questi attivano una reazione chimica chiamata fotocatalisi che produce innocuo biossido di carbonio, acqua e sali minerali. “Il contatto fra nanoparticelle e composti organici volatili è importan-

tissimo, per questo sono utilizzati materiali che assicurano il con-tatto con tutta la superficie” ha detto Ullah. Le nanoparticelle sono state create da comuni elementi naturali come l’argento, il cobalto, il tungsteno e elementi più rari come il tantalio, l’indio, o il niobio.L’ossido di tantalio più l’azoto è la migliore di queste sostanze: può trasformare il 77% del toluene in un gas semplice. Il biossido di titanio è il materiale più comune in commercio, ma non agisce sotto la luce artificiale. La sostanza ideata invece è in grado di reagire alla luce artificiale e a quella solare rimuovendo il 77% dei composti organici volatili, e può essere riutilizzata diverse volte. Gli elementi tossici provocano danni più elevati in ambienti interni piuttosto che esterni e la vita di oggi costringe le persone a passare circa il 90% del tempo dentro spazi chiusi. La ricerca è stata condotta in colla-borazione con la Cooperative Research Centre for Contamination Assessment and Remediation of the Environment che si occuperà della commercializzazione del prodotto.

Fonte: CosmosMagazine

Ideata sostanza per purIfIcare l’arIa daglI InquInantI aereI

Amianto:il killer silenziosoLa dispersione di spore di amianto nell’aria è responsabile dell’in-sorgere di numerose malattie respiratorie per le quali non esiste al-cuna cura. L’Italia ha messo al bando la produzione di strutture in eternit, ma non ha ancora provveduto alla loro totale rimozione. Ancora oggi nel Paese sono presenti circa 32 milioni di tonnellate di amianto. Le stime ci dicono che dal 2001 al 2007 sono morte 1000 persone l’anno e se le Istituzioni non provvederanno a definire poli-tiche ebbene la legge contro la produzione e per lo smaltimento di strutture contaminate riguardi tutta l’Italia, sono le singole regioni a dover provvedere alla definizione di un sistema che consenta il loro effettivo smaltimento. In Italia però esiste un unico sito di stoccag-gio, pertanto chi intende procedere allo smantellamento è costretto a rivolgersi ad altri Stati con un evidente aggravio di spese.

La regione Sardegna sostiene fino al 40% dei costi dell’operazione, l’Abruzzo copre il 70%, l’Emilia Romagna il 36%, mentre la nostra regione non eroga alcun sussidio.Se all’interno di una struttura di proprietà privata i condomini vo-lessero rimuovere materiale in eternit, il costo dell’intera operazione sarebbe a loro carico per una spesa totale che può arrivare fino a 50mila euro.

L’Ingegner Luigi Abate, ex Comandante dei Vigili del Fuoco del La-zio e attuale Presidente della Commissione sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro, ha definito insieme al Gruppo Polverini e congiuntamente a una proposta di Giunta, una legge per lo smalti-mento dell’amianto, presentata ieri presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore Antincendi, alla presenza della Presidente della Regione, del Prefetto di Roma Pecoraro, e dei Consiglieri regionali Francesco Saponaro e Mario Brozzi.

La Legge individua nelle cave esaurite, di cui la nostra regione è ricca, il luogo idoneo al definitivo stoccaggio del minerale, inserito attraverso opportune procedure fino al riempimento della cava. Una volta completata l’operazione, la norma propone la riqualificazione ambientale del sito attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici. L’azienda riceverebbe poi dei premi per la produzione di energia pulita. Per provvedere alla bonifica dei territori è però necessario completare la mappatura delle aree contaminate, lavoro di cui si stanno occupando i Vigili del Fuoco del Lazio, attraverso attività di telerilevamento e accertamenti sul luogo.

Ci sono più o meno un milione di tonnellate di amianto sparse per il Lazio, una buona per-centuale delle quali si trova nelle aree indu-striali della Regione, come il territorio di Po-mezia o nel viterbese presso gli stabilimenti industriali del Poggino.

È bene sapere che ci so no diversi Stati, fra i quali Cina, Canada e Russia, che in spregio a una copiosa letteratu-ra scientifica sul tema, continuano a produrre manufatti di amianto; non si tratta solo di strutture di uso edilizio, ma anche di beni di uso comune quali presine o corde, che potreb-bero certamente finire nelle nostre case.

L’Ing. Luigi Abate, Presidente della Commissione sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavorodella Regione Lazio

] di Irene Giarracca [

eur torrino news34

In occasione del ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, il pre-sidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, ha scoperto una stele commemorativa delle vittime delle mafie, posta nel piazzale antistante l’ingresso prin-cipale e realizzata da un gruppo di giovani artisti romani, formato da Elisa Moi, Alessio Cattaneo e Mattia Savelli.I tre sono risultati i vincitori di un concorso promosso dal Forum dei Giovani del Lazio.Il titolo dell’opera (realizzata in legno) è: “L’impegno dei martiri” e rappresenta un albero – metafora di forza ed energia vita-le – che attraverso le sue radici sovrasta la piovra, simbolo del male e dell’agire tenta-colare delle mafie. La stele si compone di ulteriori due pale, nelle quali è incisa (anche in linguaggio Braille) l’epigrafe “Qui i giova-ni posero in ricordo dei martiri e a memoria della lotta alla legalità contro le mafie”.Il consigliere Giancarlo Miele, delegato del presidente al Forum, ha ricordato come l’evento odierno sia “frutto della mozione approvata all’unanimità un anno fa e pre-sentata dalla consigliera più giovane, Chiara Colosimo, per celebrare in maniera solenne

e assieme alle nuove generazioni, il sacrifi-cio dei giudici, dei loro familiari e delle loro scorte”. Nel tronco dell’albero rappresenta-to dalla stele, a memoria di tutte le vittime innocenti di mafia, sono state incise tutte le iniziali dei martiri ad oggi accertati.“Abbiamo voluto simboleggiare così che il loro sacrificio viene ricordato e scolpito nelle nostre vite, nelle energie da imprimere per una cultura della libertà”, ha spiegato l’artista Elisa Moi. “Una giornata nata con l’ obiettivo di celebrare, ma soprattutto raccontare chi sono stati e cosa hanno fatto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha dichiarato Abbruzzese -, ovvero due esempi per la storia della Repubblica italiana, che hanno servito la nostra Costituzione, e hanno combattuto le mafie cercando prima di tutto di coglierne i meccanismi interni di funzionamento. La determinazione e i risultati con cui lo Stato ha deciso di com-battere la criminalità organizzata, in primo luogo Cosa Nostra, nascono dalle macerie di quegli attentati di venti anni fa. La pre-occupazione che oggi avverto da presidente del Consiglio regionale, in un momento in cui la liquidità è diventata un miraggio per

le imprese, è che se i soldi non li prestano più le banche, il rischio è che questi li presti qualcun altro. Nelle crisi di liquidità, le mafie sono più che mai in agguato e sappiamo bene che la criminalità organizzata opera anche nella Capitale e nella nostra Regione, per riciclare i proventi delle attività illecite, accumulati, spesso, in altri territori”. Al termine della cerimonia, alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e i procuratori Giuseppe Pigna-tone e Pier Luigi Vigna, è stata deposta una corona alla base della stele commemorativa.

Rauti in Libano in visita istituzionale

Consiglio regionale del LazioStele commemorativa vittime di Mafia

Consiglio Regionale informa

Isabella Rauti, membro dell’Ufficio di Presi-denza del Consiglio regionale del Lazio, in Li-bano per una visita istituzionale, ha incontrato il 12 aprile ad Harissa due importanti rappre-sentanti della società civile e politica locale: Jocelyn Khoueiry, giornalista e fondatrice del movimento laicale “La Libanaise -Femme du 31 Mai”, oggi una delle più autorevoli com-mentatrici ed opinioniste della convivenza tra cristiani e musulmani in Libano e Medio Oriente e Sethrida Geagea, parlamentare li-banese impegnata nel progetto di legge, in discussione nel Paese, contro le violenze sulle donne, in particolare quella domestica. «Khoueiry - ha dichiarato Isabella Rauti - è di-ventata un’icona durante la guerra libanese, come guida di un gruppo di ragazze militari che partecipò alla resistenza armata quando, nel 1975, iniziò il conflitto per il controllo del Paese. Una donna con cui oggi ho condiviso l’idea che la centralità della persona umana debba ispirare la politica non solo del Liba-no ma di tutti i Paesi destati dalla Primavera araba, come formula univoca che superi le divergenze fra tutte le confessioni religiose». «L’incontro con la parlamentare Sethrida Ge-agea, ha confermato questa linea di dialogo interreligioso verso il comune riconoscimento dei diritti umani e dei diritti delle donne, che

può concretizzarsi anche attraverso l’approva-zione del progetto di legge contro le violenze sulle donne e per il rispetto della dignità fem-minile».Il giorno successivo, la Rauti si è recata al Quartier generale UNIFIL (United Nation In-terim Force in Lebanon) alla base militare di Naqoura, per incontrare il generale Paolo Ser-ra, Comandante della Forza ONU nel Libano del sud; durante l’incontro è stata ribadita l’importanza che riveste la missione della forza multinazionale di pace nel monitoraggio del territorio di confine. Nella recente visita del presidente del Consiglio in Libano si è confer-mato l’impegno militare italiano, in una fase delicata dello scacchiere medio orientale, de-terminata dalla grave situazione siriana e dal pericolo del ritorno di attacchi terroristici. La Consigliera ha visitato anche la base del contingente militare italiano, missione UNIFIL di Shama, dove ha incontrato le donne solda-to che attualmente sono 46. Le donne nelle forze armate italiane oggi sono quasi 12.000 tra Ufficiali, Sottufficiali e Volontarie; 170 sono attualmente in servizio nelle missioni all’este-ro in Libano, appunto, Afghanistan e Kosovo. Dal 2001 il personale femminile è stato impie-gato nelle missioni estere con gli stessi compi-ti degli uomini e con la funzione specifica di

mantenere i contatti con la componente fem-minile delle popolazioni locali. “Oltre a quella di Shama - ha dichiarato Isabella Rauti - ho avuto modo di visitare altre basi delle missioni militari italiane all’estero come quelle di Herat e di Kabul, missione Isaf, dove ho constatato l’apprezzamento per il lavoro svolto dai nostri soldati, anche per l’approccio nel dialogo e nella mediazione con la popolazione locale”. Nel pomeriggio, la Rauti si è recata in visita all’orfanotrofio femminile di Tibnin e all’edifi-cio polifunzionale donato dal contingente mi-litare italiano nell’ambito della cooperazione civile e militare.

eur torrino news38

Da oltre 40 anni sul mercato, Autodecima è nata quando ancora dovevano sorgere gli attuali quartieri di Decima, Mostacciano, Torrino nord e Torrino Sud, Torrino Mezzo-

cammino, quando tutto era coperto da una distesa verde e quando l’unico rumore a far da sottofondo al paesaggio naturale arricchito da un piccolo lago, era solo il sibilo della vecchia ferrovia che passava dietro l’officina. Fondata da Dino Beccaceci, l’Autodeci-ma, che offre anche il servizio di carrozzeria e di elettrauto, occupa una vasta area di 800 mq, tra spazi interni ed esterni. L’attività di famiglia è stata proseguita dalle figlie del sig. Dino: Bruna, Paola e Rosella che con la loro lunga esperienza acquisita negli anni, hanno portato avanti l’intera attività, vantando oggi un portafoglio clienti di oltre 5000 contatti, grazie al Consorzio Autoriparatori riuniti (CAR), di cui Autodecima fa parte da circa 20 anni e di cui Dino Beccaceci fu uno dei primi fondatori. Il CAR offre gli strumenti e i servizi di supporto e gestione delle attività che operano nel settore dell’Autoriparazione mettendo a disposizione, all’esigenza, consulenti esperti e all’avanguar-dia che seguono il soci passo dopo passo, informandolo sugli aggiornamenti riguardo le normative in materia di licenze, smaltimen-to rifiuti e variazione della legge 626, ecc… Dotata delle più moderne attrezzature, la carrozzeria dispone anche del nuovo sistema di verniciatura ad acqua, a basso impatto ambientale, per essere al passo con i tempi e garantire qualità, competenza e serietà nel settore delle auto nel rispetto dell’ambiente.

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Presentata una proposta di legge contro l’usura

abbruzzese riceve Presidente Regione nord Jeolla(Corea del Sud)Il presidente del Consiglio regionale del La-zio, Mario Abbruzzese, ha ricevuto in visita una delegazione di amministratori locali del-la Corea del Sud. Il gruppo, guidato dal pre-sidente della regione del Nord Jeolla, Kim Wan Joo, ha discusso con il presidente delle misure legislative che possono esser poste in essere, a livello locale, per favorire la valoriz-zazione e l’ottimizzazione della produzione agricola ed agroalimentare. “La nostra re-gione, a partire dagli anni ‘70 - ha spiegato Wan Joo - ha conosciuto una rapida cresci-ta, ma oggi il nostro obiettivo è supportare soprattutto la piccola e media impresa agri-cola, che costituisce il 90% della nostra eco-nomia locale. Per questo siamo stati a Mila-no, Bologna e oggi a Roma per studiare le vostre politiche a vantaggio soprattutto del-le aziende agricole, con particolare riguardo agli incentivi alla fase di start up”. “Lo stru-mento principale con cui la Regione sostie-ne l’agricoltura regionale - ha dichiarato Ab-bruzzese, rispondendo alle domande rivolte

dalla delegazione coreana - è sicuramente il Piano di Sviluppo Rurale. Questa impor-tantissima legge regionale ha permesso di investire oltre 100 milioni di euro a sostegno dell’agricoltura laziale nel solo 2011. Le mi-sure interessano in particolar modo il ‘Pac-chetto Giovani’, l’ammodernamento delle aziende agricole, la diversificazione in attivi-tà non agricole quali le produzioni artigiana-li, l’offerta agrituristica e le fonti energetiche rinnovabili”. I delegati asiatici sono apparsi molto interessati soprattutto alle politiche messe in atto a vantaggio degli agriturismi. “La Regione Lazio ha previsto un’azione specifica a sostegno all’offerta, per il miglio-ramento e la qualificazione delle strutture e per l’introduzione di strumenti innovativi per l’informatizzazione e l’adeguamento tecnologico delle aziende. La misura si col-lega con le misure rivolte alla competitività dell’Asse I e con le misure previste dal Piano triennale per il Turismo”, ha illustrato il pre-sidente del Consiglio. Sul tema delle coope-

rative, anch’esso di estremo interesse per i visitatori coreani, Abbruzzese ha ribadito che l’assemblea regionale si è occupata del tema della cooperazione con l’approvazio-ne del Piano Triennale per la Cooperazione 2011-2013. “Tuttavia, pur rappresentando una realtà importante nel tessuto impren-ditoriale regionale - ha aggiunto Abbruzze-se - le cooperative rappresentano una parte relativamente limitata del settore agricolo, comparto all’interno del quale prevalgono dinamiche di natura privatistica. L’azienda rurale tipica della nostra regione è in genere di piccole/piccolissime dimensioni: tende ad identificarsi attorno ad un nucleo familiare che è titolare della proprietà sia dei terreni, che delle macchine agricole, e che contribu-isce anche alla lavorazione ed alla trasfor-mazione agroalimentare del prodotto. Ci si è infine soffermati sulla qualità del prodotto agricolo laziale e sui piani di caratterizzazio-ne dei prodotti tipici.

Presentata alla Pisana dal presidente del Con-siglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, la proposta di legge “Interventi regionali per prevenire e combattere il fenomeno dell’u-sura”. Ad illustrare i contenuti del testo, di iniziativa della Giunta regionale, l’assessore ai Rapporti con gli enti locali e sicurezza, Giu-seppe Cangemi. Hanno partecipato il presi-dente della commissione Enti locali, Stefano Galetto e il consigliere regionale di minoranza Luciano Romanzi. La proposta intende uni-formare l’attuale sistema di aiuto ai soggetti vittime di usura o che versino in condizioni di sovraindebitamento. L’iniziativa vuol rendere la normativa maggiormente incisiva e in linea con i tempi e le nuove esigenze socio-territo-riali. Un “fondo economico” sarà destinato a finanziare una serie di linee di intervento nella lotta contro l’usura. Tra di esse misure di sostegno per il sovra indebitamento, con facilitazioni finanziarie per chi si trovasse in tali condizioni e la concessione di garanzie per prestiti personali diretti al riequilibrio fi-nanziario della gestione economica dei be-neficiari. “Per la prima volta - ha sottolineato Cangemi nella sua relazione - la Regione ri-conosce il danno sociale subito dalle vittime dell’usura, attribuendo un indennizzo alle persone fisiche, alle famiglie nonché alle pic-cole e medie imprese vittime conclamate di tale reato, secondo la certificazione rilasciata dalla competente autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 335 del codice di procedura penale”.

Previste anche misure per favorire la compe-titività e l’inclusione. L’obiettivo è quello di favorire nei circuti finanziari legali dei sogget-ti vittime dell’usura, che intendono riavviare l’attività aziendale con progetti qualificati. In questo contesto sono previsti programmi di microfinanza per le imprese costituite da cit-tadini stranieri. Il testo della proposta prevede azioni di assistenza a tutela alle vittime e alle potenziali vittime dell’usura: promozione e sostegno dell’associazionismo, attività di co-municazione, sostegno a province e comuni, servizi di accompagnamento a persone o fa-miglie impossibilitate ad accedere al credito, monitoraggio, accordi, attività di sicurezza e di intervento innovative. “La regione Lazio - ha osservato Abbruzzese - ha un volume di affari per l’usura di tre miliardi e 300 milioni, 28 mila sono i commercianti coinvolti, il 35% dei commercianti attivi. Il Lazio guida, pur-troppo, la classifica a livello nazionale, seguita da Campania e Sicilia. Il fenomeno incide sulla perdita dei posti di lavoro. Per questa ragione ritengo molto importante questa iniziativa: la proposta legge non è blindata, ma sarà aper-ta alle riflessioni delle associazioni che il Con-siglio vuol condividere e affrontare”. Galetto, sollecitato anche dall’assessore Cangemi, ha preso l’impegno di affrontare immediata-mente la proposta di legge in commissione Enti locali, anche attraverso audizioni. “È un’iniziativa innovativa - ha dichiarato - sia per il rapporto con il mondo dell’associazioni-

smo sia per l’introduzione del tema del sovra indebitamento, del quale l’usura ne è conse-guenza”. “Credo - ha detto da parte sua Ro-manzi - che la commissione darà la massima attenzione alla proposta. Come opposizione collaboreremo e ne favoriremo l’approvazio-ne nel minor tempo possibile, ovviamente intervenendo per implementarla”. “Il Consi-glio regionale - ha ricordato Abbruzzese - af-fronta ogni anno temi importanti da portare nelle scuole. Lo scorso anno ci siamo dedicati ai 150 anni dell’Unità d’Italia, quest’anno ab-biamo scelto la sicurezza, con un’attenzione particolare proprio verso l’usura. Credo che questo fenomeno vada debellato non solo con strumenti legislativi, ma anche dal punto di vista culturale. Più debole è l’azione eco-nomica, più aumenta il fenomeno dell’usura. Come Consiglio regionale stiamo organiz-zandoci per rafforzare il tessuto economico del Lazio attraverso, ad esempio, l’approva-zione del piano casa, della legge sul cinema e del piano triennale del turismo”.

Consiglio Regionale informa

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Quando mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo sulla chirurgia della cataratta ho pensato di descrivere, nel limitato spazio a disposi-zione, qualcosa che tornasse utile a chi è in procinto di sottoporsi a tale intervento e che, al contempo, soddisfacesse la mia malcelata esigenza di propormi quale oculista che si occupa, in modo specifico, di tale chirurgia.Ho voluto pertanto produrre un documento di facile lettura e con in-formazioni utili a rendere i pazienti più consapevoli di ciò che si appre-stano ad affrontare e convincente a tal punto da ridurre il comprensi-bile stato d’ansia che inevitabilmente comporta un prossimo intervento su di un organo così delicato e prezioso come il nostro occhio.Scusandomi fin d’ora della incompletezza di queste note, dovuta spero esclusivamente ai pur ragionevoli limiti di spazio imposti dalla reda-zione, sono disponibile ad ogni ulteriore chiarimento anche telefonico o via e-mail. Sia per la crescita della vita media della popolazione, sia per l’incremento della necessità di una buona capacità visiva richiesta dal miglioramento della qualità della vita, l’intervento di cataratta è oggi così diffuso che risulta essere, nei paesi industrializzati, uno dei più frequenti interventi chirurgici effettuati. In Italia, ad esempio, se ne contano circa 300.000 ogni anno. Ciò ha inevitabilmente comportato un notevole sviluppo delle tecniche operatorie ed una sensibile crescita della manualità dei chirurghi che se ne occupano in modo costante, fat-to questo non trascurabile se si tiene conto del fatto che le attuali tecni-che chirurgiche, essendo particolarmente raffinate, richiedono curve di apprendimento piuttosto lunghe e laboriose. Pertanto, pur trattandosi di un intervento molto delicato (complicanze diverse si riscontrano nel 2% dei casi) può essere affrontato con relativa serenità e questo è tanto più importante se si tiene conto dell’età dei pazienti che solitamente si trovano ad affrontare tale percorso.

La presenza di una cataratta deve essere sospettata quando si lamenta una riduzione della capacità visiva, soprattutto per lontano, che può apprezzarsi come un senso di appan-namento più o meno spiccato di uno o di entrambi gli occhi. Anche una visione disturbata dalla luce può co-stituirne spesso il primo sintomo. È pertanto buona norma, specie se si è di età non più giovane, autovalu-tare periodicamente la funzionalità

dei propri occhi prendendo un riferimento lontano, anche coprendoli in modo alternato. Se si apprezza una differenza di visione sarà utile sottoporsi ad una visita oculistica che di solito sarà sufficiente sia a por-re la diagnosi di cataratta sia, nel contempo, a valutarne anche i molti e specifici aspetti clinici che devono essere considerati ai fini dell’in-tervento stesso. Per questo motivo sarà utile, se possibile, che la visita venga effettuata dallo stesso specialista che si prevede possa eseguire l’eventuale intervento.Prima dell’intervento il paziente dovrà sottoporsi alla ecobiometria, un esame non invasivo necessario per la scelta del cristallino artificiale più idoneo allo specifico caso, disponendo oggigiorno di lentine intraocu-lari che possono soddisfare le più diverse esigenze refrattive. (esistono

infatti lentine tradizionali, per astig-matici e multifocali cioè per la con-temporanea correzione per lontano e vicino). Peraltro va tenuto pre-sente che dopo l’asportazione della cataratta può comunque rendersi necessario l’uso dell’occhiale, non essendo, l’intervento stesso, esegui-to a scopo puramente refrattivo. Gli interventi di chirurgia refrattiva sa-ranno oggetto di un prossimo ana-logo redazionale.Nella settimana precedente l’intervento il paziente dovrà solitamen-te seguire una terapia preparatoria instillando uno o più colliri come specificamente prescritto e propedeuticamente all’intervento verranno eseguite le analisi ematochimiche di routine ed un elettrocardiogramma.L’intervento solitamente eseguito in anestesia topica (cioè mediante istillazione di colliri), risulta essere totalmente indolore e la attuale tec-nica della facoemulsificazione non richiede punti di sutura e consente l’ambulatorialità dello stesso, cosicchè il paziente può essere dimesso quasi subito. Ciò che viene richiesto al paziente è una posizione supi-na ed una certa immobilità dello sguardo il più possibile mantenuto verso la luce del microscopio operatorio per i 15/20 minuti necessari all’intervento stesso. Finito l’intervento l’occhio viene bendato per le prime ore successive ed i controlli postoperatori sono previsti a 24 ore, a sette e trenta giorni dall’intervento stesso. Per il medesimo periodo il paziente seguirà la terapia postoperatoria con i colliri prescritti di volta in volta. Nell’ultimo dei controlli programmati potrà pianificarsi l’in-tervento per la cataratta nell’altro occhio, nel caso in cui anche questo ne sia affetto.Per terminare, una raccomandazione molto importante: le tecniche chirurgiche attuali consentono infatti un intervento sicuro e, tutto som-mato, confortevole, tanto più quanto più è corretto lo stadio evolutivo della cataratta stessa. In altre parole l’effettuazione dell’intervento deve avvenire nel giusto stadio evolutivo della cataratta perché gli ultrasuoni utilizzati durante l’intervento riescono a “mangiare” il cristallino ca-tarattoso con più facilità e con minor rischio quando questo non sia molto indurito e questo processo di indurimento della cataratta è gra-duale con il perdurare della stessa. Ciò significa che quando si sospetta di essere affetti da cataratta, e maggiormente se ce ne è consapevolez-za, non bisogna ritardare di rivolgersi allo specialista affinchè questo abbia la possibilità di pianificare i tempi dell’intervento in modo ido-neo, anche tenendo conto delle liste di attesa che solitamente affliggono i nostri ospedali, sia in generale sia relativamente all’intervento di ca-taratta. Per lo stesso motivo è pre-feribile, come già detto, rivolgersi direttamente ad un oftalmologo che si occupi in modo specifico di tale chirurgia.

L’INTERVENTOdi CATArATTA:a cura del dott. massimo Petrilli

DOTT. MASSIMO PETRILLI OCULISTACHIRURGIA AMBULATORIALE DELLA CATARATTA (in convenzione SSN ed in Casa di Cura)CHIRURGIA REFRATTIVA ALTA DIAGNOSTICA STRUMENTALE (OCT, campimetria computerizzata, topografia corneale)RIABILITAZIONE REVITALVISION(per occhio pigro, miopia lieve, presbiopia)

via BERNA 3, 00144 Roma – tel. 06/5915796 – 335/[email protected]/www.massimopetrilli

Centinaia di chilometri quadrati con pian-tagioni di eucaliptus, pini marittimi e pioppi a fare da argine contro le raffiche di vento per proteggere le colture dell’Agro Pontino e non solo. Sono queste le cosiddette ‘fasce frangivento’, quasi tutte presenti nella pro-vincia di Latina, perché create durante il periodo fascista, a protezione delle terre appena bonificate e trasformate in insedia-menti agricoli. Oggi queste barriere natura-li, che tanto hanno contribuito allo sviluppo del territorio pontino, versano in condizioni critiche, tanto da essere oggetto di un’au-dizione nella commissione Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e sem-plificazione amministrativa, del Consiglio regionale del Lazio. Presente l’assessore regionale Fabio Armeni.E’ stato il presidente della commissione, Stefano Galetto, a spiegare i motivi dell’in-contro di oggi con i rappresentanti delle istituzioni interessate alla questione. “Le fasce frangivento - ha detto - costituiscono un limite, un argine agli eventi climatici calamitosi che si abbattono sulla costa lazia-le. In particolare, nella provincia di Latina si trova circa il 95% delle fasce frangivento della Regione, costituendo oramai anche un simbolo distintivo per quel territorio. Il problema attuale - ha proseguito Galetto - riguarda la gestione e la manutenzione di questi terreni vitali per l’equilibrio del sistema ambientale. La Regione non ha le risorse economiche per provvedere a tutti gli interventi necessari alla tutela e alla cura

di migliaia e migliaia di alberi. Occorre pen-sare a un coinvolgimento dei privati, attra-verso un meccanismo di alienazioni vinco-late ad azioni di manutenzione e gestione delle fasce frangivento”. Per questo motivo, Galetto ha annunciato che presenterà una proposta di legge di modifica alla legge regionale n. 22 del 1995, “per rendere - ha spiegato - più snelle e meno burocratiche le procedure di alienazione già previste dalla legge, cercando il massimo confronto non solo con tutti i soggetti istituzionali aventi un ruolo nella gestione delle fasce frangivento, ma anche con i comuni e con le associazioni delle categorie produttive della zona”.Non contrari a questa soluzione si sono mostrati il direttore generale del Consor-zio di bonifica dell’Agro Pontino, Michele Meloni, e Paolo Mecci, dirigente regionale

dell’Area Politiche di ottimizzazione dei beni demaniali. Decisamente contrario si è invece dichiarato Carlo Perotto, respon-sabile del settore ‘Pianificazione urbani-stica’ della provincia di Latina, secondo il quale il “possibile depauperamento delle fasce frangivento sarebbe una iattura per il nostro territorio”. Perotto ha poi spiegato che quei terreni hanno un ruolo importante per l’agricoltura e per l’ambiente, ma anche per la tutela della fauna, in quanto costitui-scono dei “corridoi ecologici che vanno dal mare alla montagna” che garantiscono un habitat naturale e protetto a numerose spe-cie animali. Contro la possibilità di vendere ai privati le fasce frangivento, Perotto ha proposto un’azione di rilancio, attraverso lo sfruttamento di fonti di energie alternative e la raccolta di legname.

I produttori kiwi di Cisterna di Latina hanno partecipato questa mattina ad un’audizione della commissione Agricoltura del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Francesco Battistoni. A chiedere l’incontro, con la par-tecipazione dell’assessore Angela Birindelli, il consigliere regionale Gina Cetrone. Era presente all’audizione il consigliere Angelo Miele. Al centro del tavolo la questione dei finan-ziamenti promessi in applicazione delle legge regionale sulle fitopatie e poi ridotti (“Erano all’inizio quattro milioni di euro, divenuti in Giunta 500 mila euro” hanno lamentato i produttori). Birindelli ha pre-cisato che nel 2011 è stato stanziato un milione di euro e cinquecentomila euro per il 2012, tutti fondi impegnati, e che per il 2013 è previsto lo stanziamento di tre milio-

ni di euro. Considerato che si tratta però di un’emergenza “industriale” che coinvolge anche altre regioni, l’assessore ha annun-ciato di aver chiesto a livello ministeriale

l’istituzione di un tavolo nazionale. Inoltre si starebbe studiando il modo di rimodu-lare il Psr per venire incontro alle esigenze del settore del kiwi. Soluzione, questa, di

audizione in commissione sulla tutela delle fasce frangivento

audizione dei produttori di kiwi alla Pisana

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fronte alla quale alcuni agricoltori presenti all’audizione hanno manifestato perplessità sulle modalità applicative. Battistoni da parte sua ha invece auspicato che, nelle proposta di assestamento di bilancio di imminente discussione alla Pisana, l’asses-sorato inserisca fondi per poter scorrere sin da ora la graduatoria a sostegno di chi ha subito i danni della batteriosi. Cetrone ha invece proposto che il tavolo si faccia con la presidente Polverini e gli assessori per trovare risorse.Alla audizione non hanno preso parte i consiglieri Francesco Storace, Raffaele D’Ambrosio, Mario Perilli e Ivano Peduzzi in

segno di dissenso per la mancata presenza dell’assessore Birindelli ai lavori sulla pro-posta di legge sulle fattorie sociali in calen-dario immediatamente prima. C’erano da affrontare gli emendamenti al primo arti-colo del testo, quello che determina finalità ed oggetto della legge. “Un passaggio deli-cato - ha osservato il presidente Battistoni - nel quale si tratta di trovare un punto di conciliazione tra diverse esigenze”. I con-siglieri che hanno manifestato dissenso, appartenenti tanto alla maggioranza che alla minoranza, hanno sottolineato come la mancata presenza dell’assessore non fosse rispettosa della commissione. L’esa-

me è stato sospeso, così come il successivo punto all’ordine del giorno. “E’ la seconda volta - ha tenuto a sottolineare il presidente Battistoni a questo proposito - che il parere sul decreto per l’istituzione del Tavolo Blu previsto dalla legge sulla pesca è stato rin-viato a causa dell’assenza dell’assessore”. L’assessore Birindelli, intervenendo all’au-dizione, ha tenuto a precisare di essere stata impegnata come rappresentante della Regione Lazio, all’Assemblea Nazionale Coldiretti Giovani Impresa e di aver potuto, per questo, partecipare soltanto all’audizio-ne. Fatto del quale aveva dato informazione con un fax inviato questa mattina.

La Commissione Mobilità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Chiara Colosimo, ha dato parere favorevole allo schema di delibera della Giunta regionale che autorizza alla spesa di 2.320.057,24 di euro, utili alla realizzazione di parcheggi urbani in alcuni Comuni regionali, rientranti nella riserva del 25% degli stanziamenti previsti dalla Legge regionale 14/2008 in riferimento a quella n. 4/2006.Otto i Comuni che beneficeranno dei con-tributi regionali: Marino (571.200 euro); Torrita Tiberina (500.000 euro); Supino (117.180 euro); Coreno Ausonio (285.000 euro); Ponzano Romano (177.086 euro); Cineto Romano (274.568 euro); Rocca S. Stefano (95.000); Arcinazzo Romano (300.023,24 euro).I suddetti Comuni hanno potuto accedere ai contributi in virtù di particolari proble-matiche sociali e locali, previsti nella riserva

del 25%. Come ha specificato il direttore dell’assessorato alla Mobilità: Tra le 406 domande pervenute ed esaminate relative al 2010, la graduatoria finale finanziò 28 interventi per i grandi Comuni e 25 inter-venti per quelli minori di 5.000 abitanti.Alla seduta ha partecipato anche l’assessore alla Mobilità regionale, Francesco Lollobri-gida, annunciando la stesura del testo di un bando per i Piani dei Parcheggi, utili a sensibilizzare i Comuni e i territori alla giu-sta mobilità e all’uso dei mezzi di trasporto. Per la quale è stata chiesta la partecipazione alla stesura della Commissione Mobilità.Soddisfazione è stata espressa dalla pre-sidente Colosimo: “La delibera di Giunta è ossigeno per i Comuni e le popolazioni interessate. Attraverso la realizzazione di questi parcheggi, saranno risolte situazioni di criticità sociali e locali”.

Oltre alla presidente, hanno votato a favore il vicepresidente Antonio Paris e i consiglie-ri Gilberto Casciani, Annalisa D’Aguanno, Pietro Sbardella. Astensione tecnica istitu-zionale per il vicepresidente Francesco Dalia e i consiglieri Giovanni Colagrossi e Tonino D’Annibale. Alla seduta era presente anche il consigliere Pier Ernesto Irmici.

disco verde della Commissione Mobilità a due milioni e 300 mila euro di finanziamento parcheggi urbani

La Biblioteca del Consiglio Regionale del Lazio completa il passaggio al digitale e implemen-ta la sua offerta informativa, attraverso due nuovi servizi: il “Catalogo informatizzato” e la “Biblioteca digitale”. Lo hanno annunciato, in una conferenza stampa all’interno del Forum PA 2012, il presidente del Consiglio, Mario Abbruzzese, e il direttore del Servizio legislativo e Centro studi, Costantino Vespasiano.“Con questo nuovo progetto - ha dichiarato Mario Abbruzzese - otteniamo tre risultati importanti, nell’ottica di migliorare la qualità dei servizi pubblici senza aumentare i costi, avviando quel processo di spending review da più parti auspicato. In primo luogo - ha spie-gato Abbruzzese - implementiamo l’offerta di

strumenti informativi, materiale bibliografico e documentazione utili all’esercizio del mandato dei consiglieri regionali ed allo svolgimento dei compiti delle diverse strutture amministrative e politiche del Consiglio. In secondo luogo, avviamo il progetto di trasformare una strut-tura nata per l’attività del Consiglio regionale, in una istituzione culturale aperta e proiettata anche verso un’utenza esterna più ampia e numerosa. Da ultimo, ma non per importanza, grazie all’internalizzazione del servizio rispar-mieremo circa 30 mila euro l’anno”. Il direttore del Servizio legislativo e Centro studi, Costan-tino Vespasiano, ha illustrato le funzioni e i nuovi servizi della struttura. “La biblioteca - ha detto - oggi si compone di due parti: la prima,

aperta non solo all’utenza interna ma anche al cittadino e alle diverse istituzioni pubbliche, offre i servizi tradizionali, quali l’accoglienza e l’assistenza alla ricerca, la consultazione di libri e riviste, di banche dati e riviste giuridiche onli-ne, il prestito interno e quello interbibliotecario e l’invio di documentazione. La seconda - ha aggiunto Vespasiano - più innovativa, è diretta a soddisfare, con l’ausilio delle nuove tecnolo-gie, le numerose e sempre più esigenti richieste formulate dall’utenza. A tal fine è stato creato e messo in rete il ‘Catalogo informatizzato’, che consente di effettuare liberamente ricer-che sull’intero posseduto della biblioteca, ed è stato avviato il nuovo progetto della ‘Biblioteca digitale’, con il supporto tecnico di Lait Spa”.

Forum Pa 2102: Consiglio Lazio presenta biblioteca digitale

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