Editoriale La satira di Charlie? Semplice Diritto

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NUMERO QUATTRO - GENNAIO 2015 Editoriale La satira di Charlie? Semplice Diritto Alla luce di quanto avvenuto il 7 Gennaio a Parigi, un excursus sulla vicenda e cosa voglia dire essere liberi di manifestare la propria opinione. “Tutti hanno diritto di manifesta- re liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni al- tro mezzo di diffusione”. L’articolo 21 della Costituzione del nostro Paese così recita, e similmente fa l’articolo 19 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Si presuppo- ne che quanto sancito non possa essere violato, o quantomeno che vi sia un certo controllo da parte delle istituzioni stesse poiché esso possa essere protetto. Ci si aspetta inoltre che i suddetti diritti siano condivisi da tutti, in quanto “inalienabili”. Invece è recente la testimonianza di quan- to queste aspettative possono essere disattese. La vittima è la nostra vicina di casa, la Francia, più nello specifico la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Questo giornale era già stato vittima di alcune minacce e addirittura di un attentato incendiario nella precedente sede della redazione; nessuno si è scoraggiato o demoralizzato. Le vignette incriminate sono quelle che ritraggono il Profeta Mao- metto e che ridicolizzano la fede musulmana. Nemmeno il Papa è stato esente dalla satira di Char- lie e con esso la fede cristiana. Innegabilmente non si trattava di satira leggera, ma è altresì vero che se si fosse trattato di bar- zellette non si sarebbe chiamata “satira”. Persino la Corte di Cassazione si è sentita in dovere di definire la satira in quanto diritto costitu- zionale. Essa in altre parole viene descritta come una manifesta- zione di pensiero che, attraverso il riso suscitato, si prefigge il compito di far riflettere e impiantare nel lettore il germe del cambiamento. Purtroppo questo genere non è apprezzato da tutti. Il problema, purtroppo, nasce dal fatto che i credenti più ferventi, in questo caso osiamo dire estremisti della religione musulmana, hanno interpretato le vignette di Charlie come delle vere e proprie offese al proprio Credo religioso finendo con ucci- dere 12 componenti della reda- zione. Successivamente la polizia francese, attraverso due blitz, è riuscita ad uccidere i 3 killer e a liberare gli ostaggi presi dagli assalitori qualche ora prima. La Francia reduce da questa palese violazione dei diritti umani, è una Francia ferita nel cuore, una Francia scossa e sconvolta da un crimine commesso dai suoi stessi “figli”. “Figli” deviati da un’ideologia fondamentalista che va contro i principi stessi della religione. Se vige il diritto di esporre la propria opinione liberamente, non vige, invece, quello di uccidere chi ha un’idea differente dalla nostra. Le contestazioni riguardo le vignette di “Charlie Hebdo” continuano a nascere e diffondersi, in parti- colare in Niger (dove si contano 10 morti) e in Cecenia. I musul- mani marciano, a volte danno fuoco alle Chiese, protestano e si uniscono per manifestare contro il settimanale francese e le sue vignette sul Profeta. Deve farci riflettere, invece, proprio l’ultima vignetta pubblicata in copertina dal giornale. Sotto la scritta “Tutto è perdonato” vi è Maomet- to con in mano un cartello con su scritto l’ormai celebre motto “Je suis Charlie”. L’intento della redazione era proprio questo sin dall’inizio, far riflettere e ispirare nel lettore il cambiamento tanto sognato dalla società, ma mai avvenuto. Allora uniamoci anche noi e, nel nostro piccolo, proviamo a farci porta- tori di quel cambiamento per cui “Charlie” ha sempre lottato. Alice Fraschetti 5 D 1 Una Francia scossa, ferita nel cuore e scon- volta da un crimine com- piuto dai suoi stessi figli

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NUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015E d i t o r i a l e

La satira di Charl ie? Sempl ice Dir it toAlla luce di quanto avvenuto il 7 Gennaio a Parigi, un excursus sulla vicenda e cosa voglia dire essere liberi di manifestare la propria opinione.

“Tutti hanno diritto di manifesta-re l iberamente i l proprio pensiero con la parola , lo scritto e ogni al-tro mezzo di diffusione”. L’articolo 21 del la Costituzione del nostro Paese così recita , e simi lmente fa l ’articolo 19 del la Dichiarazione dei Dir itt i del l ’Uomo. Si presuppo-ne che quanto sancito non possa essere violato, o quantomeno che vi s ia un certo control lo da parte del le istituzioni stesse poiché esso possa essere protetto. Ci s i aspetta inoltre che i suddetti dir itt i s iano condivisi da tutti , in quanto “ inal ienabi l i ”. Invece è recente la testimonianza di quan-to queste aspettative possono essere disattese. La vitt ima è la nostra vicina di casa , la Francia , più nel lo specif ico la redazione del settimanale satirico Charl ie Hebdo. Questo giornale era già stato vitt ima di alcune minacce e addirittura di un attentato

incendiario nel la precedente sede del la redazione; nessuno si è scorag giato o demoral izzato. Le vignette incriminate sono quel le che ritrag gono i l Profeta Mao-metto e che ridicol izzano la fede musulmana . Nemmeno i l Papa è stato esente dal la satira di Char-l ie e con esso la fede cristiana . Innegabi lmente non si trattava di satira leg gera , ma è altresì vero che se si fosse trattato di bar-zel lette non si sarebbe chiamata “satira”.Persino la Corte di Cassazione si è sentita in dovere di def inire la satira in quanto diritto costitu-zionale. Essa in altre parole viene descritta come una manifesta-zione di pensiero che, attraverso i l r iso suscitato, s i pref ig ge i l compito di far rif lettere e impiantare nel lettore i l germe del cambiamento. Purtroppo questo genere non è apprezzato

da tutti . I l problema, purtroppo, nasce dal fatto che i credenti più ferventi , in questo caso osiamo dire estremisti del la rel ig ione musulmana , hanno interpretato le vignette di Charl ie come del le vere e proprie offese al proprio Credo rel ig ioso f inendo con ucci-dere 12 componenti del la reda-zione. Successivamente la pol iz ia francese, attraverso due bl itz ,

è riuscita ad uccidere i 3 ki l ler e a l iberare gl i ostag gi presi dagl i assal itori qualche ora prima. La Francia reduce da questa palese violazione dei dir itt i umani , è una Francia ferita nel cuore, una Francia scossa e sconvolta da un crimine commesso dai suoi stessi “f ig l i ”. “F ig l i ” deviati da un’ ideologia fondamental ista che va contro i principi stessi del la rel ig ione. Se vige i l d ir itto di esporre la propria opinione l iberamente, non vige, invece, quel lo di uccidere chi ha un’ idea differente dal la nostra . Le contestazioni r iguardo le vignette di “Charl ie Hebdo” continuano a nascere e diffondersi , in parti-colare in Niger (dove si contano 10 morti) e in Cecenia . I musul-mani marciano, a volte danno fuoco al le Chiese, protestano e si uniscono per manifestare contro i l settimanale francese e le sue vignette sul Profeta . Deve farci r if lettere, invece, proprio l ’u lt ima vignetta pubbl icata in copertina dal giornale. Sotto la scritta “Tutto è perdonato” vi è Maomet-to con in mano un cartel lo con su scritto l ’ormai celebre motto “Je suis Charl ie”.L’ intento del la redazione era proprio questo sin dal l ’ in iz io, far rif lettere e ispirare nel lettore i l cambiamento tanto sognato dal la società , ma mai avvenuto. Al lora uniamoci anche noi e, nel nostro piccolo, proviamo a farci porta-tori di quel cambiamento per cui “Charl ie” ha sempre lottato.

Alice Fraschetti 5 D

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Una Francia scossa, ferita nel cuore e scon-volta da un crimine com-piuto dai suoi stessi figli

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SESSANTESIMO MINUTOS e z i o n e B a n z i

Spiccando in volo d i struzzoMa è proprio vero che un bambino, un maestro, una penna e un libro possono cambiare il mondo?

I l sole sorge, gl i uccel l i c inguettano, i l vento accarezza un pavimento di aghi di pino; ed è i l momento per i l Banzi di immergersi nel la tra-dizionale esperienza di didattica alternativa . Le lezioni canoniche chiudono i battenti un paio d’ore al giorno, ed è qui che l ’orchestra banzina si mobi l ita unita . Non i l coro gospel scolorito (non di nome ma di fatto) genti lmente piazzato in aula magna in contemporanea , seppur estremamente emozio-nante, ma la macchina di studenti pensanti in riposino perenne (as-semblee di ist ituto, n .d .r.) che una volta tanto decidono di mettersi in discussione provando a creare ambienti altamente formativi e di spaziare in tematiche e spunti spesso tralasciati nel le ore curri-culari , a causa di “oppressioni” mi-nisterial i . La comunità studente-sca può vantarsi di aver ottenuto risultati sorprendenti : straordi-naria col laborazione e gestione ottimale garantita da un servizio

d’ordine impeccabi le, o ltre al l ’es-senziale contributo dei rappre-sentanti degl i studenti e di tutti i moderatori . I l Banzi ha lanciato un segnale imponente, un messag gio a tutti g l i studenti aff inché i l pe-riodo di didattica alternativa sia i l punto di partenza per un interes-se globale ed una sol lecitazione al ruolo personale di ognuno per

rag giungere le stesse incredibi l i r isposte. Ma anche un messag gio al corpo docente, evidentemente recepito dal la minoranza , fel ice di contribuire con le proprie pre-ziose competenze ad una migl iore riuscita del la didattica offrendo la propria esperienza a sostegno del le nuove leve. Prontamente ignorato invece dal la gran parte

degl i insegnanti , ma la coscienza civica del futuro cittadino non si plasma suff icientemente a colpi di nozionismo, pertanto è oppor-tuno fare appel lo anche al le Muse per cercare di conferire dignità al ruolo attivo che ogni studente deve rivestire nel la scuola . Colt i-vare in lu i i l suo aspetto sociale amalgamandolo con l ’attual ità; imparare dal passato. Cantami, o Diva , le parole di Malala Yousafzai , d iciassettenne Premio Nobel per la pace, del cui discorso è riporta-to un frammento: “Le nostre pa-role possono cambiare i l mondo. Perché se siamo tutti unit i , r iunit i per la causa del l ’ istruzione e se vogl iamo rag giungere quest’ob-biettivo dovreste aiutarci a con-quistare potere tramite le armi del la conoscenza e lasciarci schie-rare le une accanto al le altre con unità e senso di coesione”.

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Massimiliano Muci 4 E

Viaggio nell’esperienza di didattica alternati-va tra successi e note stonate

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S e z i o n e A t t u l i t à

2014: appunti d i un anno indimenticabi leUn occhio al futuro e uno al passato rivivendo gli eventi più importanti

Ogni volta che si è sul finire di un anno sembra che tutti cerchino di rincorre-re il successivo come se quello appena passato fosse stato un brutto scherzo. Molto probabilmente per alcune perso-ne il 2014 non è stato indolore ma piut-tosto un lento salasso. Però il benvenuto neonato si è mostrato dal lato sbagliato. Il tanto sperato cambio di rotta si è ri-velato un forte pugno nello stomaco che ha costretto ad ammettere che dei problemi sottovalutati o considerati ob-soleti in realtà sono tangibili e pericolosi, soprattutto adesso. Sono passati solo pochi giorni dal countdown e la società civile ha dovuto piangere delle vittime del terrorismo e dell’integralismo reli-gioso. Ovviamente il futuro fortunata-mente non si esaurisce in questi gesti e consciamente bisogna ricordare ciò che è avvenuto in precedenza, i famosi corsi e ricorsi storici. Il 2014 è stato un anno intenso su molti fronti, segnato da scontri militari, politici, sociali e gene-razionali, scosso da eventi luttuosi ma anche illuminato da scoperte ed eventi straordinari. Puntando i riflettori verso la politica italiana il 2014 è l’anno del “stai sereno” e nonostante le rassicurazioni E. Letta si dimette e M. Renzi prende le redini del gioco. Il 16 febbraio il segreta-rio del Pd è convocato dall’ex Presidente della Repubblica G. Napolitano al Quirinale

e ottiene l’incarico di formare un nuovo governo. Dopo che il parlamento ha vo-tato la fiducia, il Consiglio dei Ministri ha declamato il suo progetto di riforme e ha iniziato il lavoro alle Camere. Nel corso dei mesi sono emerse voci di opposizio-ne, anche all’interno della sinistra, fino ad arrivare alle manifestazioni e allo scio-pero generale del 12 dicembre in oppo-sizione al Jobs Act. Vicissitudini politiche hanno interessato altre nazioni come il Brasile che ha confermato per il secon-do mandato con oltre il 51% Dilma Rous-seff. Non sono andate altrettanto bene

le elezioni di metà mandato per il partito democratico di Barack Obama che ha ceduto il controllo della Camera e del Senato ai repubblicani. Intanto nel Regno Unito si afferma sia alle elezioni europee che alle locali l’Ukip, partito euroscetti-co e populista guidato da Nigel Farage. Alcuni paesi però sono ancora in lotta per poter affermare il diritto di espri-mere liberamente il voto e decidere chi governa. In Burkina Faso sono avvenute violente proteste contro il presidente

Blaise Compaoré che era intenzionato a cambiare la costituzione per potersi ri-candidare alle elezioni 2015 dopo 27 anni di governo. Dall’altra parte del mondo i manifestanti di Occupy Central a Hong Kong, che hanno occupato il distretto finanziario e protestato per ben due mesi fino allo sgombero delle barricate, chiedevano libere elezioni nel 2017. La ge-ografia del ventunesimo secolo ha avuto uno scossone: gli scontri in Ucraina tra filoeuropei e polizia di Kiev hanno portato all’annessione della Crimea alla Russia. Il 17 luglio è stato abbattuto l’aereo di linea della Malaysia Airlines MH17 nei pressi di Grabovo, nell’est dell’Ucraina, probabil-mente a causa di un missile filorusso. Il 2014 ha affrontato e ha lasciato in eredità al successore delle piaghe che hanno destabilizzato l’intero pianeta. Si pensi all’epidemia dell’ebola, che parten-do dell’Africa Occidentale, ha mietuto vit-time innumerevoli in tutto il continente e all’estremismo dello Stato Islamico che con altrettanta forza sta imponendo il suo dominio con armi, timore, rapimenti, attentati, video e uccisioni barbare, tra-scurando la convenzione non scritta di risparmiare donne e bambini.

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Mariangela Corsetti 5 D

Il 2014: un anno intenso su molti fronti, segnato da scontri ma anche illuminato da scoperte

NUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015

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SESSANTESIMO MINUTOS e z i o n e A t t u l i t à

I l tunnel del la cris i economicaStati Uniti fuori dalla crisi. Europa ancora lontana dalla ripresa. Le singole Nazio-ni stanno provvedendo con riforme poco efficaci.Quel la del 2008 sembra essere una crisi senza f ine. I l crol lo del l ’e-conomia mondiale ha comportato un aumento del debito pubbl ico dei singol i Paesi coinvolt i . Dopo cir-ca sei anni le aspettative di molt i Stati sono poco rassicuranti . Le conseguenze sono imprevedibi l i e dipendono da innumerevol i fattori tra cui i l p iù temuto: la pol it ica . È proprio quest’ult imo i l caso che ha inf luenzato mag giormente l ’e-conomia greca degl i u lt imi tempi . Le elezioni sono imminenti e sem-brano indicare la sinistra di Syriza come possibi le vincitrice. I l leader del lo scheramento pol it ico vor-rebbe promuovere la creazione di una conferenza internazionale molto simi le a quel la che nel 1953 dimezzò i l debito pubbl ico Tedesco. Fattore determinante di tale po-l it ica è la credibi l ità dei mercati f inanziari che, in un Paese con de-bito pubbl ico pari al 117%, non può che essere negativa . Molt i econo-misti tendono ad essere ottimisti aspettando con ansia le elezioni del 25 Gennaio. Al di là del la Grecia , la situazione di altri Paesi r isulta migl iore, come ad esempio quel la del la Svizzera . I l nostro piccolo vicino, infatti , ha subito la decisione del la Banca Nazionale Svizzera di sganciare i l valore del franco dal l ’euro. Se da un lato questo provvedimento ha giovato al l ’economia statale, dal l ’a ltro ha messo in crisi nu-merosi investitori stranieri che si sono ritrovati a dover pagare rate molto più alte rispetto al le precedenti . La conseguenza del la situazione

di queste e altre zone è l ’aumento del prezzo del l ’oro. Quest’ult imo è uno degl i indici che permette di anal izzare la situazione economi-ca mondiale e dal quale è possibi le dedurre che la crisi esiste ancora nonostante molti pensassero che la ripresa degl i USA e l ’abbassa-mento del prezzo del la benzina avrebbero trainato, verso la sta-bi l ità economica , anche altri Paesi . Ma a spaventare investitori di tut-to i l mondo è l ’aspetto f inanziario. A circolare su internet è la notizia di un possibi le crol lo del la borsa statunitense. La veridicità di tale supposizione sembra aver attira-to l ’attenzione di molt i esperti del

settore tra cui lo stesso Warren Buffett che ha guadagnato mil iar-di di dol lari investendo in borsa . Si pensa sia solo una questione di tempo prima che si assista ad un crol lo del mercato del 50%. Nes-

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suno, però, può prevederne l ’anda-mento o dire con certezza ciò che accadrà . Le ipotesi sono diverse ma tutti concordano sul la neces-sità di prepararsi al peg gio. Se gl i USA sono sog getti a cam-biamenti imprevedibi l i , l ’Europa lo è ancora di più . La sua economia non dipende da un singolo Paese ma da tanti Stati con leg gi pro-prie e situazioni interne talvolta agl i antipodi . La domanda che sca-turisce direttamente da quest’ul-t ima cosiderazione è se l ’Europa , avendo cosi tanti v incol i , s i possa effettivamente riprendere dal la crisi . La l inea pol it ica da adottare è dibattuta e prevede due possi-bi l ità: l ’uscita dal la CEE (comunità economica europea) dei Paesi più a rischio o l ’affrontare la crisi tutti insieme ral lentando l ’econo-mia degl i stati più forti per incre-mentare quel la dei più debol i . In ogni caso, questo primo mese del 2015 fa auspicare ad un migl io-ramento generale del l ’economia ma è ancora prematuro pensa-re di potersi lasciare la crisi al le spal le.

Chiara Palumbo 5 O

Grecia, Svizzera e Stati Uniti influenzano l’eco-nomia di questo primo mese del 2015.

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S e z i o n e A t t u l i t à

La storia di Eva Mozes e Rainer HoessUn’ex deportata ad Auschwitz adotta il nipote di un nazista: “Aveva bisogno di quell’amore che la sua famiglia non gli ha mai dato”

In un mondo pieno di v iolenza e crudeltà c’è chi ancora trova i l co-rag gio di perdonare, schierandosi dal la parte del bene: è i l caso di Eva Mozes, un’ebrea nata in Romania , che al l ’età di dieci anni ha visto la sua vita cambiare orribi lmen-te. Infatti Eva è stata deportata nel campo di concentramento di Auschwitz insieme al resto del la sua famigl ia e, aff iancata da sua sorel la gemel la Miriam, è stata costretta a subire, inoltre, esperi-menti medici strazianti da parte del dottor Josef Mengele, megl io noto come “angelo del la morte”: s i pensa che le due abbiano attirato l ’attenzione del l ’uomo, i l quale era talmente affascinato dal loro es-sere così identiche, che le trattò come pezzi di carne per esperi-menti di ogni genere, giustif icando le sue atroci sevizie sui prigionieri come “scopi di r icerca scientif ica”. Nonostante la perdita dei loro ge-

nitori nel campo di sterminio, Mi-riam ed Eva , sopravvissute, emi-grarono negl i Stati Unit i , cercando di r icostruire la loro vita . Decenni dopo la f ine del la Secon-da Guerra Mondiale, Eva ,ormai ottantenne, ha ricevuto,poi , un’e-mai l dal l ’a l lora sconosciuto Rainer Hoess, di 49 anni , n ipote di Rudolf Hoess, i l quale è stato un uff iciale tedesco membro del le SS e primo comandante nazista del campo

di concentramento di Auschwitz, responsabi le di circa 1 mi l ione di v itt ime; a lu i s i devono la rapida costruzione del campo e l ’ impiego del gas Zyklon B (acido cianidrico) nel le camere a gas per sempl if i-care e velocizzare le uccisioni .Hoess, in preda ai r imorsi , spie-gava di aver tagl iato ogni t ipo di rapporto con la propria famigl ia , in quanto disgustato dal le azio-ni spietate del nonno e,spinto dal senso di colpa ha ,dunque, chiesto ad Eva di prendere in considera-zione la possibi l ità di adottarlo come nipote, divenendo, così , la sua nonna adottiva .La donna colpita dal gesto, dopo averlo incontrato personalmente ha accettato di farlo.“Sono orgo-gl iosa di essere sua nonna- spie-ga- Lo ammiro e gl i vogl io bene: aveva bisogno di quel l ’amore che la sua famigl ia non gl i ha mai dato”.Le due sorel le sono sopravvissute agl i esperimenti più brutal i , infatti nel caso dei gemel l i Mengele inocu-lava di proposito anche virus letal i per studiarne, poi , le conseguen-ze: ne veniva contagiato solo uno e, in caso di morte, veniva ucciso anche l ’a ltro per poter poi proce-

dere ad una comparazione “post mortem”. Su ben 1500 coppie di gemel l i deportati nel campo di concentramento, infatti , appena 200 sopravvissero.Rainer Hoess non è riuscito a sop-portare tutto i l male generato dal nonno: “ In famigl ia vigeva una vera e propria dittatura , i l nonno era da ammirare come un eroe, ma per me è stata una croce”. Re-stano ancora tanti brutti r icordi di quei tempi passati e di quegl i orrori seminati . Fortunatamen-te ci sono persone come Rainer Hoess che hanno colto la vera essenza del la vita , l ’amore e la di-gnità del la persona e, pur sapendo che a compiere quegl i orrori era stato suo nonno, quindi parte del la sua famigl ia e di se stesso, ave-va condannato i suoi gesti , tanto da affermare che sarebbe stato propenso a profanare la sua tom-ba , se ne avesse avuta una , infatti , dopo esser stato catturato nel suo nascondigl io, è stato impic-cato per i suoi crimini i l 16 apri le 1947, in quanto giudicato colpevole dal la Corte Suprema di Varsavia .

Martina D’Agostino 3 E

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Su 1500 coppie di gemelli deportati nel campo di concentramento appena 200 sopravvissero.

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nonostante tutto, hanno scelto di mantenere in vita Charlie Hebdo.

Eleonora Serafino 5 M

Le vicende accadute a Parigi tra il 7 e il 9 gennaio sono state orribili. Sono stati uccisi tre ignettisti e il direttore del giornale solo perché avevano espresso la loro opinione. Ognuno deve essere libero di dire quello ch pensa.

Chiara Verdini 1 L

Il mio paradiso non è un posto sperduto, lontano dall’uomo, popolato da chi ha seguito la sua”giustizia”, è un posto vicino, fatto da uomini comuni, da onesti e truffatori,capaci di esprimere le loro idee in un infinito dibattito che non arrivi a una conclusione. Il mio paradiso è la libertà di sbagliare e di essere corretto, la libertà dell’uomo dotato di pen-siero.

Luca Mariano Mariano 1 B

Charlie Hebdo fa riflettere quelle generazioni occidentali che si illudevano portatrici di valori saldi e ben formati. Libertà di pensiero, libertà di espressione, di stampa. Libertà. Da oggi il mondo è un po’ meno aperto, e la paura è facile da cavalcare.

Massimiliano Muci 4 E

SESSANTESIMO MINUTO

I pensieri del la redazione per “Charl ie”La Redazione tutta del Sessantesimo Minuto esprime il suo cordoglio e la sua vicinan-za alle famiglie delle vittime dell’attentato di Parigi. Con dei brevi pensieri sul tema, alcuni articolisti hanno voluto esprimere le sensazioni suscitate da tanta violenza. Con la promessa che il sacrificio dei redattori di Charlie non rimarrà vano, lotteremo

anche noi, nel nostro piccolo giornale, per poter essere liberi di parlare. Sempre.Alice Fraschetti 5 D

Noi siamo Charlie ogni volta che nel mondo qualcuno tenta di tappare la bocca. Noi siamo Charlie, indipen-dente che succeda in Europa o nel resto del mondo. Noi siamo Charlie per ogni persona uccisa o percos-sa. Noi siamo Charlie, non perché condividiamo le vignette satiriche di Charlie Hebdo, noi siamo Charlie perché condividiamo il dolore del fallimento umano di fronte alla ne-gazione della libertà.

Enrica Ferilli 3 B

L’attacco sanguinoso condotto ai danni del ‘’Charlie Hebdo’’ ci deve indurre a portare avanti la lotta per la libertà di espressione, senza ferire e insultare alcuna cultura nè religione, al fine di creare le basi per una convivenza civile.

Caterina Cappello 3 E

terroristi sono le deboli menti che coronano una vita vuota con una morte violenta in nome di perversi ideali religiosi propugnati da per-sone lucidamente spietate, mosse solo dalla sfrenata ambizione di potere, l’unico falso “vero Dio”

Alfredo Bochicchio 5 O

La prima azione che l’uomo com-pie è farsi sentire, dire “guarda che io esisto!”. Allora tu che vieni con l’arma in mano, mi minacci, spari e mi guardi morire devi essere consapevole che mi stai uccidendo due volte: mi privi della

vita e del mio diritto di esprimere il mio pensiero.

Mariangela Corsetti 5 D

Per l’Europa, per la Francia, per noi stessi, riflettiamo, soffer-miamoci su queste tragedie per quanto possano essere spaven-tose. Pensiamo al perché e a come risolvere tutto ciò. Pensia-mo insieme, uniti. Pensiamo da coraggiosi, da lottatori, da ragazzi che vogliono pace, che non vo-gliono arrendersi e lasciare che il terrorismo attraversi i confini delle nostre nazioni. Il terrorismo è una malattia. È necessario cu-rarla con “vitamine” di solidarietà, fratellanza, libertà, uguaglianza, amore..

Vittoria De Matteis 1 L

Ciò che mi lascia più amareggia-to è ciò che c’è dietro a questo attacco terroristico: nazioni che finanziano l’Isis per i loro scopi politici. Che i vignettisti uccisi siano il simbolo della libertà di stampa.

Michele Papa 5 M

Dire che in fondo se la sono cer-cata è uccidere una seconda volta Charb, Cabu, Tignous, Wolinski, Honoré. Che si condividano o no certe idee, difendiamo la satira, sempre. Se quel giornale vi offen-de, non lo comprate. Un augurio a Luz e al resto della redazione che,

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S e z i o n e C u l t u r a

L’uomo e la terraIn mostra al Palazzo Reale di Milano dal 18 ottobre all’8 marzo 2015 un inedito Van Gogh. Un’arte che parla di un uomo e del suo legame con la natura.

Un’ imperdibi le esposizione di ope-re del celebre pittore olandese ci accompagna al la scoperta di una realtà insol ita e meno appro-fondita di un complesso universo artistico. La rassegna , “Van Gogh. L’uomo e la terra”, promossa dal Comune di Mi lano anche per vei-colare i temi del l ’Expo 2015 tra-mite l ’arte, è costituita da opere provenienti dal Kröl ler-Mül ler Museum di Otterlo, dal Museo Soumaya-Fundaciòn Carlos Sl im di Città del Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da col lezioni private. In un presente in cui l ’ in-dustria , la tecnologia , l ’eccessiva sete di guadagno e potere stanno inaridendo anche le parti più nobi l i del l ’uomo, l ’arte è l ’unica , in ma-niera intima ed elegante, che può parlare al la nostra anima attra-verso i sensi , da sempre i mezzi supremi con cui si percepisce e assorbe la bel lezza . E in que-sta occasione, l ’arte ci parla del rapporto tra l ’uomo e la natura , del l ’armonia di cui entrambi sono partecipi . Al l ’ in iz io è un Van Gogh imbarazzato, quel lo presentato da Kathleen Adler, la curatrice del-

la mostra , quasi a disagio verreb-be da dire, di fronte a uno dei suoi innumerevol i (circa quaranta) au-toritratti che magnif icamente ri-crea un’aria sospettosa e severa verso se stesso. Sebbene l ’ insod-

disfazione e i l tormento non siano componenti nuove nel la produ-zione vangoghiana , nel la mostra sembrano prendere una piega diversa , acquistano una connota-zione quasi posit iva . Signif icative sono le tele raff iguranti i l lavoro nei campi per comprendere come l ’artista fosse in preda a un’os-sessione per i l mondo agricolo e per la vita sempl ice del la campa-gna . Quel mondo sempl ice e umi-le era per lu i nido di un’autentica comunione con la natura tanto da voler farne parte realmente; quel lavoro sf iancante esercitava su di lu i un fascino travolgente perché rendeva l ’uomo concretamen-te partecipe e in parte artef ice dei cic l i del la terra . Eppure Van Gogh non si lasciò mai trascina-re dal la riproduzione fedele del la natura . Non riproduceva le cose così come erano realmente; ne

riproduceva la bel lezza , l ’armonia , la sinfonia dei colori , restando nei “ l imit i del ragionevole”. In iz iava dai colori del la sua tavolozza , for-se per rivendicare i l suo ruolo di “creatore” degl i e lementi del le sue opere, come Dio lo era del le cose del la natura . In una lettera al fra-tel lo Theo del l ’ottobre 1885, perio-do in cui r is iede a Neunen, scrive: “Si perde l ’armonia generale dei toni del la natura con un’ imitazione penosamente esatta; mentre la si mantiene ricreando una gamma cromatica paral le la che può es-sere addirittura ben diversa . Una volta concepita la sinfonia di un colore, che importa se è identica a quel la reale?”. Seguire la natura e creare tranqui l lamente dal la pro-pria tavolozza: opposti inscindibi l i , una lotta la sua che dà intimità con la natura e una conoscenza più completa del le cose. Risulta naturale avvertire una tenden-za romantica radicata nel la sua “poetica pittorica” perché imma-ginazione e sentimento guidano spontaneamente la sua mano. La sua arte è specchio dei suoi stati d ’animo, del le sue vicende inte-riori , ma in quest’ottica diversa viene meno la drammaticità che è una costante nel le interpretazio-ni crit iche, e si manifesta l ’ansia e l ’entusiasmo di un uomo che ha contemplato la natura , meditato sul l ’universo ma soprattutto su se stesso per cogl iere la vera es-senza e bel lezza .

Eleonora Serafino 5 M

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Quel mondo semplice e umile era per lui nido di un’autentica comunione con la natura.

NUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015

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SESSANTESIMO MINUTOS e z i o n e C u l t u r a

La voce del c inema messa a tacereI principi e motivi in cui è stata utilizzata la censura cinematografica in Italia.

Viene def inita “censura cinema-tograf ica” i l control lo preventivo di un’opera cinematograf ica da parte di un’autorità competente, che autorizza o nega la proiezione oppure ne l imita la visione ad un pubbl ico adulto. La censura viene messa in atto qualora si pensi che un f i lm possa essere contrario al la morale, turbare l ’ordine pub-bl ico e i rapporti internazional i , ma anche se esso contiene even-tual i offese ad istituzioni , chiesa e rel ig ione. Un’ istituzione, quel la del la crit ica , che parte quindi da principi saldi e incontestabi l i . Ma come sempre, quando si parla di censura , i l d ibattito è inevitabi-le: cosa è giusto mostrare? Può essere, la l ibertà di espressione, l imitata? La storia del cinema ci mostra vari esempi di censura immotivata , basti pensare che uno dei più grandi registi ital iani , Federico Fel l in i , è stato più volte

vitt ima del la censura per vi l ipen-dio al la rel ig ione, scene di sesso ed erotismo espl ic ite. Ne “ I Vitel loni ”, fu richiesto di tagl iare la scena del l ’ incontro tra un commedio-grafo e un attore omosessuale, poiché quest’ult imo sembra voler tentare un approccio amoroso verso i l commediografo. Nel la sce-na non è presente alcun contatto f isico e le avances del l ’attore ven-gono subito rif iutate, ma la cen-

sura riteneva l ’episodio offensivo al pudore. Anche la famosa scena di Alberto Sordi e i lavoratori , in cui l ’attore sbeffeg gia con una per-nacchia e un gestaccio un gruppo di operai , veniva considerata lesi-va al la morale. Entrambe le scene riuscirono ad essere inserite nel la versione integrale del f i lm, ma Fel-l in i dovette più volte vedere i suoi f i lm, ora considerati per nul la of-fensivi , esser vietati ai minori . Un caso eclatante di censura lo subì Monicel l i per i l suo f i lm “Totò e Ca-rol ina”. Nel l ’opera , Totò interpreta un pol iz iotto in maniera comica e surreale, come soleva fare in tutti i suoi ruol i . La censura trovò che i l personag gio di Totò sminuisse e ridicol izzare i l ruolo del l ’agente del la Pol iz ia . Monicel l i fu costretto a tagl iare molte scene, comprese alcune contenenti r iferimenti al suicidio, a gravidanze indesidera-te e al comunismo. I l f i lm uscì pe-santemente menomato, vitt ima di 86 tagl i ed esempio del la feroce censura che vigeva in Ital ia ne-gl i anni ’50. Ma fu sotto i l regime Matilde Tramacere 5 D

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fascista che la censura ital iana rag giunse i l suo massimo impiego. Furono abol it i qualsiasi r iferimen-ti al regime o al Duce, al l ’odio tra le varie classi social i (fu tagl iata , nel capolavoro di Fritz Lang , “Me-tropol is”, la scena degl i operai che si dir igono a lavoro a passo len-to e con aria affranta) e furono vietati r iferimenti al suicidio, che modif icarono, tra i tanti , i l f inale di “Orage”, opera francese di Marc Al légret e che quasi r imossero i l doppio suicidio presente nel la trasposizione f i lmica del 1937 di Romeo e Giul ietta . Storia più re-cente quel la del parodistico “Brian di Nazareth”, uscito in Ital ia con 12 anni di r itardo, per la forte satira verso la f igura di Gesù. I l c inema è uno strumento che fa paura per l ’enorme potere sug gestivo che dimostra di avere sul popolo, ma la sua arte e potenza espressiva non può essere repressa da un potere pol it ico o rel ig ioso. Riuscirà sempre a far valere la propria voce.

Quando si parla di censu-ra, il dibattito è inevita-bile. Può essere la libertà di espressione limitata?

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S e z i o n e C u l t u r a

I l suffragio universale compie 70 anniStoria di una lotta politica e sociale che si tinge di rosa.

La lotta del le donne ital iane per ottenere i l d ir itto di voto nasce nel l ’800, ma solo dopo più di un secolo giunge ad una conclusione. Attraversando alterne vicende, nel 1928 vi è un totale annul la-mento del dir itto di voto, ma è nel

1945 che avviene la vera svolta . Partendo dal l ’età pre-unitaria , sono tre i Regni che concedono al le donne di votare: Lombardia , Toscana e Veneto. Non vi era , però, la possibi l ità di essere elet-te. Con l ’avvento del l ’unità , questi dir itt i vennero meno. Vi era una sorta di tacito accordo per cui gl i uomini erano gl i unici “c ittadi-ni ital iani ” a cui le leg gi e i decreti facevano riferimento. Le donne lombarde ebbero i l corag gio di def inirsi “c ittadine ital iane” por-

tando al la Camera una petizione: chiedevano che i l d ir itto di voto venisse esteso al l ’ intero Paese. Numerosi i tentativi di r iforma del sistema elettorale, di cui due riu-scit i nel 1871 e 1876. Vennero però insabbiati e mai discussi in Senato. Nemmeno Depretis rinunciò al la causa e tentò di modif icare la si-tuazione elettorale femmini le. Non riuscì totalmente nel l ’ intento, ma ottenne “solamente” un al larga-mento del dir itto di voto maschi le. In Inghi lterra nacque un movimen-to di r ivendicazione guidato dal le donne inglesi che prendevano i l nome di Suffragette. Era i l 1872. Questo diede una spinta impor-tante al la lotta che si este a l ivel lo internazionale. Dopo anni di lotte, nel 1928 le donne inglesi ottenne-ro i l d ir itto di voto. Ma l ’ Inghi lterra si trova solo sul secondo gradino del podio. La medagl ia d’oro va al la Nuova Zelanda che concede al le donne di votare nel 1893. Venne-ro le guerre, e solo a seguito del la f ine del secondo conf l it to mondia-le si ottennero risultati tangibi l i

in Ital ia . Durante la guerra molti uomini dovettero abbandonare i l lavoro per combattere e le donne dovettero adattarsi e praticare mestieri notoriamente maschi-l i . Forti di questa esperienza , le “quote rosa” presero sicurezza e tornarono a lottare per i loro di-ritt i . Togl iatti e De Gasperi diedero forma ad un decreto che prese i l nome di Bonomi. I l 20 Gennaio 1945 Togl iatti scrisse una lettera a De Gasperi per richiedere che la que-stione del voto al le donne venisse discussa nel l ’ imminente consigl io dei ministri . Così avvenne e i l 30 Gennaio del lo stesso anno l ’u lt imo argomento trattato nel l ’assem-blea del consigl io dei ministri fu l ’estensione del voto al le donne nel le imminenti e lezioni . I l decreto venne affrontato con poca at-tenzione, ma la mag gioranza si dimostrò favorevole. L’ indomani , le donne ital iane di almeno 21 anni , furono f inalmente in grado di par-tecipare attivamente al la vita po-l it ica . Le uniche a fare eccezione erano le prostitute schedate che lavoravano al di fuori del le case dove era loro concesso di eserci-tare la professione. Le donne ita-l iane non erano ancora eleg gibi l i . S i dovette attendere i l 10 Marzo 1946 perché le donne potessero ritenersi cittadine a pieno diritto. Una lotta durata un secolo, v inta sfoderando gl i artigl i e mostrando “gl i attributi ” t ipici del sesso fem-mini le: corag gio, determinazione e tanta vogl ia di combattere per rag giungere i propri traguardi .

Alice Fraschetti 5 D

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La Medaglia d’oro va alla Nuova Zelanda, che per prima concede il voto alle donne nel 1983.

NUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015

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SESSANTESIMO MINUTO

2014: A Science OdysseyFrom astounding discoveries to new amazing theories, let’s explore the “ma-gic-flavoured” world of science.Thanks to the l imit less power of human imagination, empowered by the connecting potential of the Web, the very approach to scien-tif ic progress has hastened over the centuries. As a result , we ga-ther knowledge, or better, we “do science” at an exponential rate. So, where decades ago, it would make no sense to write an article l ike: <<1959, a look back at new discoveries>>, today I f ind my-self quite embarrassed as trying to summarize a ‘ ’s ingle’ ’ year of science in a page, as I have to omit hundreds of interesting resear-ches.This indeed, has been a rewarding year, as we “humans” have exploi-ted our passion for photography by taking the most accurate pi-cture of the universe ever! We know the immense cosmos with 99% accuracy, and yet , 80% of its mass is missing and we can’t explain why. My bet is that we don’t know it at al l . Speaking about records, we have discovered the most distant star, the oldest star, and even the “co-olest” one, and by “coolest”, I mean

the one with the lowest tempera-ture, just to avoid any misunder-standing .We have found l iquid water on Mars and Ceres, (clues of an-cient l ife forms?), but sadly we

haven’t been able to do so with l ife on other planets yet . That’s why, maybe, we are so desperately trying to f ind exoplanets, ear-th-l ike planets that share many simi larit ies with our world (tem-perature, atmosphere…).Setting the universe aside ( Is it possible? I mean, the universe is just everywhere) I dare say that the most excit ing projects have been carried out here on earth:-We have found a 1 mi l l ion years old f lower stuck in amber whi le reproducing , which gave us insight about prehistorical reproduction, showing that it hasn’t real ly chan-ged ever since.-We have found a complete skele-ton of the big gest dinosaur ever, a monstrous creature cal led Tita-nosaur, as massive and bulky as hundreds of elephants. Moreover, we have the def init ive proof that birds are l iv ing dinosaurs, so we actual ly eat dinosaur meet every now and then. Would you have expected it?-We have 3D-printed functioning organs: an entire heart , a cra-nium and a lung , which have been successful ly transplanted into pa-tients.-We have bui lt the f irst “neuro- Alfredo Bochicchio 5 O

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morphic chip”, a chip made to emulate how humans reason (do they??)-We are many steps closer to f in-ding the ult imate cure for cancer, thanks to our abi l ity to remotely control nano-robots inside our bodies.-We have been told by Stephen Hawking that we don’t understand anything about black holes, and yet we are paying for his f i lm.- We had a monkey control another monkey’s avatar via brain connections, not to mention that we have translated Chimpan-zee’s language into Engl ish. I won-der what their f irst words have been!-However, the real breakthrough of 2014 science, is an incredible attempt to expand our genetic alphabet . We al l know our DNA is based on 4 letters. What if, we expand the number of letters? We increase exponential ly the possible ammino-acids, (the fun-damental constituents of our body), giving birth to new l iv ing creatures with endless possibi l i-t ies!What’s the purpose of this “gre-at compendium” of scientif ic achievements? Wel l , it ’s mainly to inspire you, to show you that the amazing world of science has nothing to do with magic, and yet it ’s magical enough, to be the awe-inspiring , fascinating way to pursuit the knowledge we humans so desperately seek, to give some sense to this “wonderful-terrible” immensity.

We gather knowledge, or better “We do Science” at an inconceivably fast speed

S e z i o n e S c i e n z a e Te c n o l o g i a

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Stephen Hawking: i l corag gio e la scienza“Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi”.Stephen Hawking è considerato uno degl i astrof isici più bri l lanti del nostro secolo.Nato l ’8 gennaio 1942, (a 300 anni esatti dal la morte di Gal i leo Ga-l i le i , una coincidenza curiosa) è famoso soprattutto per le sue ricerche sul l ’origine del l ’univer-so e sui buchi neri . Ma Stephen Hawking non è soltanto i l famoso f isico dal QI alt issimo che tutti conosciamo, ma è prima di tut-to un uomo che nel la sua vita ha sofferto ma non si è mai arreso. Condannato ad una vita sul la sedia a rotel le per colpa di una malattia degenerativa dei motoneutroni sin da quando frequentava i l col-lege, può comunicare solo grazie ad un sintetizzatore. Stephen non smette mai di r ipetere al le perso-ne sfortunate come lui di andare

avanti e infatti lu i , nonostante la sua malattia , non ha mai smesso di dedicare impegno e amore al le sue ricerche che rappresenta-no per noi og gi un vero e proprio tesoro. La sua passione per la f is ica e la curiosità che lo spinge a chiedersi i l perché di ogni cosa , al imentano la sua vita e lo hanno portato a fare ricerche scientif i-che eccezional i . I suoi l ibri sono dei best sel ler e per lu i comprendere le leg gi del l ’Universo è quasi come una missione.Gran parte del suo lavoro, come

già detto, r iguarda i buchi neri e ricerche nel l ’ambito del la relativi-tà generale che confermano la te-oria del big bang e ipotizzano che l ’universo si stia espandendo. I buchi neri sono di s icuro i l feno-meno che più l ’ha appassionato e ancora adesso lo appassionano.Ha iniz iato elaborando leg gi ter-modinamiche che l i descrivono, arrivando poi a scoperte più com-plesse che hanno confermato l ’e-sistenza di queste entità .Insomma, Stephen rappresenta la scienza moderna ma lo abbiamo visto al lo stesso tempo protago-nista anche di molt i documentari e programmi televisivi come Star Trek: the next generation, The Big Bang Theory e The Simpson. Ha anche prestato la sua voce robo-tica per real izzare alcuni brani dei Pink Floyd.Proprio negl i u lt imi giorni , è usci-to nel le sale i l nuovo f i lm sul la sua vita . Già candidato a 5 oscar, i l f i lm si chiama “La Teoria Del Tutto” ed è tratto dal l ibro “Travel l ing to in-f inity. My l ife with Stephen” di Jane Wi lde Hawking .I l f i lm racconta del la vita del l ’a-

strof isico a partire dal 1963, quando Stephen era uno studente al l ’università inglese di Cambridge. Lui s i innamora di una studentes-sa di letteratura , Jane Wi lde, con cui affronterà tutte le diff icoltà del la sua vita . I due si sposano e grazie a Jane, Hawking riesce a prendere i l dottorato e a cresce-re tre f igl i con le i .I l f i lm cattura i l pubbl ico con que-sta bel l issima storia d’amore tra due menti bri l lanti e i due attori principal i , Eddie Radmayne e Fel ic i-ty Jones, r iescono ad interpreta-re al la perfezione prima la fel ic ità dei due giovani e poi la sofferenza dopo la malattia di lu i , facendo emergere i l carattere forte del la donna che deve prendersi cura del suo marito sostenendolo sempre.Jane e stephen combattono en-trambi la malattia insieme, ed è proprio questo che rende i l f i lm così bel lo: i l corag gio e la vogl ia di v ivere di due persone straordina-rie. Una vita da cui imparare, quel-la di Stephen Hawking; una vita di studi , amore, diff icoltà ma anche soddisfazioni .

Vittoria Vergari 1 B

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Hawking: astrofisico eccezionale e grande guerriero. Al cinema il film sulla sua vita.

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SESSANTESIMO MINUTO

Smartphone e pc, i l futuro è a “blocchi”Immaginate di poter costruire il vostro telefono su misura, con la stessa semplici-tà di una costruzione lego. Fantascienza? No, Modularità!

Vento di r ivoluzione spira sul mon-do del la tecnologia “ad personam” e tu, mio caro lettore, stai per esserne coinvolto. Se, infatti , sei fra quel 90% (statisticamente osservato) di persone che hanno cambiato un disposit ivo elettroni-co negl i u lt imi due anni , sai di cosa parlo.Ad un mondo tecnologico in co-stante e rapidissima evoluzione siamo abituati . I nostri smar-tphone ultramoderni diventano obsoleti con i l passare dei giorni e sempre più concreto è i l r ischio di comprare l ’u lt imissimo model lo e di uscire dal negozio per scoprire che dopotutto non è più così nuo-vo. Un processore troppo lento, una graf ica non più accattivante, una fotocamera scadente: sono tal i e tanti i motivi che ci spingo-no dritt i nel le grinf ie dei colossi che dominano i l settore, ansiosi di vendere l ’ennesimo model lo per conquistare la fetta più grande del la del iz iosa torta chiamata “Mercato”. E ’ a questo punto che i l concetto straordinariamente sempl ice ed eff icace del la modularità entra in gioco. I l termine “modulare” si r iferisce al l ’essere composto da modul i , b locchi di e lementi che svolgono ciascuno una determina-ta funzione e che, col laborando, r i-escono a svolgere un determinato compito, un po’ come gl i organi in un organismo. Qual i sono i vantag gi del la modu-larità?1) L’accessibi l ità e la stan-dardizzazione sono le prerogative fondamental i del la modularità: I

modul i , dovrebbero essere sem-pl ic i b locchetti , faci lmente instal-labi l i e compatibi l i con tutti i d ispo-sit iv i e lettronici che abbiamo in casa . Così , i l vecchio processore del computer potrebbe divenire i l nuovo processore del nostro frigo, e l ’obiettivo del la macchina fotograf ica una splendida ottica del nostro smartphone. 2) Rivoluziona i l ruolo del consumatore che da sog getto passivo diventa parte integrante ed attiva: Ciascuno di noi avrà la possibi l ità di costruire un “device” su misura . I l mercato termine-rebbe di imporre le odiose logiche consumistiche che inducono “falsi ” bisogni attraverso la pubbl ic ità; sarebbe f inalmente i l consuma-tore ad imporsi sul prodotto. In questo modo, un ragazzo con la passione per la fotograf ia , potrà investire nel migl iore modulo del-la fotocamera , trascurando gl i

a ltoparlanti , che saranno invece apprezzatissimi da un audiof i lo. L’uomo d’affari avrà l ’esigenza di montare una grande batteria e i l v ideogiocatore non tralascerà sicuramente un buon modulo di r icezione per essere sempre con-nesso.3) Nel momento in cui andia-mo a sostituire un vecchio device, possiamo sempl icemente sostitu- Alfredo Bochicchio 5 O

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ire i l modulo che riteniamo inadat-to, evitando di buttare un intero organismo solo perchè un organo ha smesso di funzionare. L’aspet-to del l ’ inquinamento tecnologico non è assolutamente un fattore secondario. Globalmente, produ-ciamo circa 50 mil ioni di tonnel la-te di ” e-waste” al l ’anno, (electronic waste). Inoltre:-L’e-waste ha un elevatissimo l i-vel lo di tossicità per l ’ambiente, e lo smaltimento richiede una pro-cedura economica .- I material i (oro, al luminio, s i l ic io, rame) hanno un enorme valore e consentirebbero un notevol issimo risparmio del l ’ industria .La modularità è un’ idea recentis-sima, ma ha impressionato a tal punto sia l ’ industria che i consu-matori , che colossi come Google si sono cimentati nel la produzio-ne di uno smartphone modulare. La buona notizia? Entro febbraio 2015 i l primo smartphone mo-dulare sarà disponibi le nei nostri negozi . Farci un pensiero, è quasi obbl igatorio!

Il vecchio processore del nostro computer, po-trebbe divenire il pro-cessore del nostro frigo

S e z i o n e S c i e n z a e Te c n o l o g i a

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Give Peace a ChanceSpunti per la playlist del giovane pacifista del ventunesimo secolo: la pace riparte dal rock degli anni Sessanta.

A poco più di due settimane da quel lo che è diventato uno degl i eventi più signif icativi del l ’u lt imo decennio, è doveroso lasciare per un momento da parte i l racconto di quanto è accaduto, per soffer-marsi ad anal izzarne i l s ignif icato più ampio.“Quando i l potere del l ’amore supe-rerà l ’amore per i l potere si avrà la pace”, predicava Jimi Hendrix nel l ’u lt imo scorcio degl i anni ‘60, e chissà cosa penserebbe ora se sapesse che si è esaurito gran parte del lo slancio utopistico di quel l ’epoca . Contrariamente a quanto ci s i potrebbe aspettare, la global izzazione ha accentuato l ’ individual ismo, annientato la co-esione sociale, e andando avanti sembra di essere sempre più lon-tani dal la real izzazione di quegl i ideal i . G l i strumenti del la demo-

crazia globale hanno alterato la percezione che si ha di ciò che è diverso, facendolo apparire come un pericolo agl i occhi di chi guarda , hanno al imentato contemporane-amente la chiusura nei confronti di tutto ciò che diverge e si al lon-tana dal proprio sentire e la vo-lontà di imporre i l proprio modo di pensare con la prepotenza e la prevaricazione. In una società glo-bale che uti l izza tutti i p iù moderni canal i d i comunicazione virtuale, bisogna convivere con i l r ischio di essere esposti al le crit iche non sempre costruttive da parte di chiunque esprima le proprie opi-nioni , anche non qual if icate, e che ciò che si produce in qualunque forma rag giunga una quantità sempre mag giore di persone mol-to eterogenee per cultura e gusti .Orientato al la stessa visione del

grande Jimi , è i l messag gio lancia-to da Bob Dylan in molte del le sue canzoni , e tra le tante la famosa “Blowin’ In The Wind” e la meno co-nosciuta “Masters Of War”. La prima, un inno al pacif ismo, osci l la tra la disperazione di chi vede attorno a sé muri fatti di qualunquismo ed indifferenza , e l ’ottimismo tipico di chi crede nel-la forza di un ideale e di una can-zone. Con i suoi continui r ichiami al legorici al la guerra , e i l serrato

susseguirsi di domande, questo brano costituisce uno spunto di r if lessione per chiunque lo ascolt i prestando attenzione al suo più profondo signif icato. ‘Masters Of War’ è invece una canzone dai toni aspri e dal le im-magini forti . Evocativa e arrabbia-ta , lancia un’accusa nei confronti di una società , e in particolare del la sua classe di governo, che dimentica faci lmente la guerra e le sue vitt ime e confonde questa indifferenza con una ricerca di pace.Risulta molto sempl ice immagi-nare i l senso di smarrimento e rammarico nel l ’animo di chi , dopo aver combattuto per i propri ide-al i , s i guardi intorno e real izzi che i l corag gio, la motivazione e la de-terminazione si s iano dissolt i , che nul la sia effettivamente cambiato, che l ’uomo sia sempre più schiavo del l ’egoismo, come se non fosse mai stanco di sbattere la testa contro lo stesso muro. Che scel-ga di essere del icato, che scelga di essere duro, Dylan cerca di spronare l ’umanità a rivalutare i l passato, a imparare da ciò che è stato e non dovrebbe più essere. Siamo tutti convinti che con le canzoni non si può cambiare la realtà , ma alcune possono contri-buire a rendere migl iore la società ed i l tempo in cui si v ive, e non ci resta che sperare che la musica ci regal i anche nel futuro artisti dai qual i possiamo imparare a leg gere nel le nostre coscienze.

Maria Giaccari 4 C

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L’uomo è schiavo dell’e-goismo, continua a sbat-tere la testa contro lo stesso muro.

S e z i o n e M u s i c aNUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015

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SESSANTESIMO MINUTOS e z i o n e M u s i c a

Le origin i del Festival d i SanremoAnche quest’anno si terrà l’annuale Festival della canzone italiana, al teatro “Ari-ston” di Sanremo. Ma quali sono le origini di questa ricorrenza?“Cari amici , v ic ini e lontani . . .” è que-sto i l saluto che apre i l Festival di Sanremo, pronunciato da Nunzio Fi logamo, i l primo conduttore, quel la sera del lunedì 21 Gennaio 1951 , data in cui prende vita que-sta ricorrenza . Al l ’epoca ci s i trovava in un cl ima di tensione dovuto al le guerre ap-pena concluse, cercando di scap-pare dal la cruda realtà che aveva circondato i l p iccolo paesino di Sanremo.Esisteva solo la radio, che riusciva a incantare tutti g l i ascoltatori con questa novità , presentando diversi artisti del la musica ita-l iana , con i loro inedit i e le loro esibizioni , accompagnati da una grande orchestra . I l r isultato di questo nuovo spettacolo fu subito un successo: si decise quindi di r i-petere i l Festival annualmente.Nel 1955 la Rai r iesce a col legarsi con i l casinò di San Remo dove si svolge i l Festival : è i l primo anno che lo spettacolo viene trasmes-so in tv. Negl i anni successivi i l nu-mero dei partecipanti aumenta: da tre si passa a cinque cantanti , ottenendo notevole importanza

nel mondo del la musica ital iana , f inchè, nel 1958, un artista spicca tra tutti g l i a ltri , Domenico Modu-gno. I l suo brano, “Nel blu dipinto di blu” r iscuote così tanto successo

che diventa la colonna sonora del Festival , r ibattezzata in seguito dagl i spettatori “Volare”. Questa canzone riesce a far esportare la musica leg gera ital iana anche al l ’estero.I l 1962 presenta una novità al l ’ in-terno del Festival : per la prima volta , infatti , s i può votare anche con l ’Enalotto, e, nel 1968, è Pippo Baudo a dirigere lo spettacolo, ospite d’onore Louis Armstrong, che si esibisce con i l brano “Mi va di cantare”.Nel 1972 a condurre è invece Mike Bongiorno; lo stesso anno fa i l suo esordio Lucio Dal la , con la sua can-zone “Piazza Grande”.Nel 1984 nasce una nuova sezione al l ’ interno del Festival , le “Nuove proposte”, una gara tra artisti emergenti che fanno i l loro de-butto sul palco del l ’Ariston. I l v in-citore del la prima edizione è Eros Ramazzotti , con “Una Terra Pro-messa”. A condurre i l festival è nuovamente Mike Bongiorno.Ramazzotti s i presenta nel la ca-tegoria Big nel 1986, vincendo con i l brano “Adesso tu”.I l 1990 è un anno particolare, in DIletta Maria Polo 3 F

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quanto per la prima volta nel la storia del Festival , a vincere è una band musicale, i Pooh, con “Uomini sol i ”. La notizia fa scalpore e tra gl i spettatori vi è una certa sor-presa . Nel 1995 conduce ancora una vol-ta Pippo Baudo; a vincere è Giorgia con i l brano “Come saprei”Nel 1998 i l palco del l ’Ariston è ricco di ospit i internazional i , tra cui Ma-donna , Ricky Martin e Cel ine Dion.I l festival del 2001 è condotto da Raffael la Carrà , insieme a Megan Gale, Massimo Ceccherini ed En-rico Papi , mentre nel 2005 vince “Angelo” di Francesco Renga , nel l ’e-dizione condotta da Paolo Bonol is .Fabio Fazio e Luciana Litt izzetto conducono sia nel 2013 che nel 2014. A vincere sono rispettiva-mente Marco Mengoni con “L’es-senziale” e Arisa con “Controven-to”. Quest’anno ricorre i l 64esimo an-niversario del Festival del la musi-ca ital iana , con diversi artisti che cercheranno di ag giudicarsi la vittoria con i loro brani .

Il Festival di Sanremo, ha visto esibirsi diversi artisti, sotto la guida di molti personaggi della tv.

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S e z i o n e M u s i c a

Pino Daniele, un uomo in chiave bluesNapoli, dove è cresciuto, e tutta Italia si stringono nella memoria dell’artista scomparso all’inizio di questo mese.Lo si era visto giusto qualche giorno prima, nel la celebre trasmissione “L’anno che verrà”. Certo è che al le 21:30 di una sera di San Si lvestro probabi lmente la mag gior parte dei lettori del giornal ino era più impegnata a mangiare cotechino che a pre-stare attenzione al televisore sintonizzato su Rai 1 . Ma lui era l ì , a Courmayeur, e per un’ult ima volta ancora accarezzava le corde del la sua chitarra , e con quel la sua voce soave cantava “Quando”. Mi rendo conto che molti adolescenti di og gi potreb-bero non apprezzare Pino Daniele, e chiunque può avere le sue buone ragioni , e non cercherò nemmeno di strumental izzare la sua morte per rimpiangerlo, ma la sua im-provvisa scomparsa ha davvero coinvolto e commosso l ’ intero ambito artistico del la nostra penisola , dando una misura reale del la enorme stima di cui gode-va e facendoci r icordare anche quanto fosse forte i l suo impatto popolare. “ I l nero a metà , l ’ame-ricano del la nuova Napol i che so-gnava di veder passare la ‘nutta-ta’, i l mascalzone latino, i l Lazzaro fel ice, l ’uomo in blues, i l musicante on the road, i l neomadrigal ista ,

cantautore che negl i anni in cui dominava i l messag gio non mise mai in secondo piano la musica ,

pur avendo cose da dire, e che cose”. Questo si leg ge tuttora sul suo sito uff iciale, un autoritratto che la dice lunga sul suo sti le personal issimo e inconfondibi le . Non sarà per niente faci le avere un secondo Pino Daniele, non è davvero da tutti saper fondere la melodia napoletana con rock, blues, jazz, un po’ di tarantel la e un po’ di funk. Lui ci è riuscito, partendo dal la sua Napol i , una città che verso di lu i ha sempre provato un amore sterminato, proprio l ì nel 1977 ha lanciato “Na Tazzul ie l la e cafè” e “Napule è”, due grandi successi che, a poco più di vent’anni , g l i hanno permesso di cominciare un incredibi le viag gio di contaminazione musicale. Ma è con “Nero a metà” del 1979 che Daniele diventa una star del nostro panorama musicale, un album di straordinaria bel lezza e original ità , i l d isco che megl io ha raccontato Pino, la sua anima, in un insieme coloratissimo e ap-

passionante, che in canzoni come “ I say i ’ sto ‘cca” o “Quanno chiove” incontrava magicamente i l cuore del pubbl ico. Questo disco è la sua consacrazione: dimostra i l suo essere profondamente parteno-peo e al tempo stesso cittadino del mondo; dimostra di essere virtuoso, di voler espatriare per diffondere i l suo genio, ma nel lo stesso tempo si sente fortemen-te legato al la sua Napol i . Passando per gl i anni 80, con l ’a lbum “Bonne soirèe”, con una formazione tutta partenopea dove non manca nessuno: James Senese, Tul l io De Piscopo, Joe Amoruso, Tony Esposito e Rino Zurzolo. E ovviamente lui , Pino Da-niele, che nel lo Stone Castle di Ca-rimate, nel 1987, impugnava la sua chitarra , in una foto che a Napol i è celebre quasi quanto lo scatto dei Beatles che attraversano Abbey Road. F ino ad arrivare agl i anni ’90, i primi problemi di salute, e le numerose col laborazioni con artisti del la scena Ital iana e non (giusto per fare qualche nome Francesco De Gregori , Luciano Pavarotti , Eric Clapton, Claudio Bagl ioni) . Pino Daniele è stato indubbiamen-te un cantautore dal le capacità incredibi l i e spero che la sua storia (andando aldi là dal fatto che sia deceduto), la sua musica “contaminata” sia di ispirazione a chi vuole uscire dal muro del la banal ità del la musica contempo-ranea .

Gabriele Rizzo 5 N

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Muore a Roma, a quasi 60 anni di età Pino Da-niele, celebre icona della musica Italiana.

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SESSANTESIMO MINUTOS e z i o n e S p o r t

Fenomeni Carioca: genio e sregolatezzaViaggio nella carriera dei calciatori verdeoro che si sono distinti non solo sul terreno di gioco.

I l Brasi le è una terra che da sem-pre colt iva la passione per i l calcio e ne sono esempio i tanti fenome-ni provenienti dal Paese carioca che popolano tutti i campionati del mondo, specialmente quel l i euro-pei . Se i calciatori brasi l iani posso-no quasi sempre essere sinonimo di fantasia e “piedi buoni”, non han-no gl i stessi pregi sotto l ’aspetto comportamentale, soprattutto quando si al lontanano dal la patria natìa . Essi infatti soffrono mol-to la lontananza dal loro Paese ( la famosa “saudade”) e spesso dopo pochi anni i l loro rendimento cala a picco, rendendo i fenomeni dei veri e propri “bidoni”. Esempi lampanti di c iò sono sicuramente Adriano Leite Riberio e Ronaldinho, due calciatori che hanno fatto ve-dere grandi cose nei palcoscenici europei , ma che hanno lasciato i grandi palcoscenici anticipata-mente proprio perché divenute “ teste calde”. I l primo ha mil itato per la mag gior parte del la sua carriera nel la nostra Serie A; ar-rivato al l ’ Inter giovanissimo, ven-ne girato al la Fiorentina per sei mesi e poi ingag giato dal Parma, dove esplode e mette a segno, in 18 mesi , 23 gol in 37 partite in un campionato, come quel lo ital iano, dove le difese non sono faci lmente penetrabi l i . Nel gennaio del 2004, Roberto Mancini lo rivuole nel l ’ In-ter, poiché nota in lu i le caratteri-stiche del fenomeno, tanto da pa-ragonarlo a Gigi Riva e Marco Van Basten. Ricordato ancora og gi per la potenza dei suoi t ir i , Adriano si dimostra essere una macchina da gol , tanto che i t ifosi lo nominano

“ Imperatore”; dopo due anni pieni di grandi prestazioni , Adriano vie-ne colpito da una forte depressio-ne che lo porta ad un lento decl i-no; insieme al suo agente decide di optare per un prestito in Brasi le, al San Paolo, con la speranza che la vicinanza al suo Paese lo possa far tornare ai grandi l ivel l i v isti in precedenza . Invece, i l periodo in Brasi le mostra i l lato trasgressi-vo del calciatore: feste notturne, r itardi agl i a l lenamenti e completa mancanza di buonsenso portano i l San Paolo a terminare i l prestito prima del la data prevista . Josè Mourinho, erede di Mancini sul la panchina del l ’ Inter, cerca di dar-gl i f iducia , ma non viene ripagata dal calciatore che continua a non rispettare le regole. La depressio-ne di Adriano continua , tanto che

nel l ’apri le del 2009 decide di inter-rompere momentaneamente la propria carriera , per poi tornare in Brasi le a mag gio f irmando un contratto con i l F lamengo. I l f is i-co però ne risente e i l g iocatore brasi l iano non ritorna più ai fasti di una volta; ora è svincolato e consapevole che avrebbe potuto essere uno dei migl iori attaccanti di tutti i tempi . Destino più o meno analogo è quel lo di Ronaldinho: punta di diamante del Barcel lona di Frank Rijkaard, vincitore del la Champions League del 2006, al

Michele Papa 5 M

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“Gaucho” furono assegnati impor-tanti r iconoscimenti personal i , come i l Pal lone D’Oro (2005) e i l F ifa World Player (2004, 2005). Divenuto i l sogno di tutti i p iù grandi club e idolo dei ragazzini di tutto i l mondo, anche lui passò da essere re del calcio a re del la movida in poco tempo, tanto che i l Barcel lona , nel 2008, lo scarica al Mi lan, dopo un infortunio che gl i fece terminare la stagione in an-ticipo. Al Mi lan fece piuttosto bene, ma le uniche prestazioni da feno-meno rimasero quel le fuori dal campo; lentamente i l calciatore brasi l iano esce dai radar del l ’e l ite del calcio mondiale, ed og gi gioca (quando ne ha vogl ia) nel Que-retaro, squadra del campionato messicano. I l Brasi le continuerà sempre a “sfornare” nuovi talenti , ma probabi lmente avranno sem-pre le due caratteristiche che l i contraddistinguono: genio e sre-golatezza .

Spesso dopo pochi anni il loro rendimento cala a picco, rendendo i feno-meni dei veri “bidoni”

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S e z i o n e S p o r t

La Gazzet ta dei Calciof i l i62esima edizione del Pallone d’Oro: vince CR7. “Il miglior gol? Il prossimo chefarò.”

Quest’anno, come ormai di consueto, la cerimonia del la 62 esima edizione del pal lone d’oro si è tenuta a Ginevra , in Svizzera , e a fare gl i onori di casa è Sepp Blatter, presidente FIFA . Esordisce sempl icemente, parlando del l ’ im-portanza del calcio, di questo sport meravigl ioso che ancora una volta può essere d’aiuto nel tentativo di mettere da parte, al-meno per due ore, tutti i problemi e i d isagi di questa società , del mondo intero, che in questi giorni hanno interessato principalmente l ’Europa con l ’orribi le attentato a Charl ie Hebdo. Così , dopo un breve discorso di apertura , la cerimo-nia può avere f inalmente iniz io. A contendersi quest’anno i l pal lone d’oro sono: i l portiere tedesco che ha rivoluzionato i l suo ruolo negl i u lt imi anni , e per altro cam-pione del mondo con la Germania (Brasi le 2014), Manuel Neuer; “La Pulce” argentina oramai “abbona-to” a questa cerimonia da molto tempo, Leo Messi ; inf ine i l lusi-tano più famoso del pianeta , che continua ad acquistare fama per i suoi numeri con i l pal lone e an-che per i l gossip, Cristiano “CR7” Ronaldo. La premiazione parte

subito in modo effervescente, con la bel l issima Kate Abdo che introduce i l nostro Alex Del Piero. Sarà infatti lu i a presentare la top 11 del l ’anno solare 2014 com-posta da Neuer, David Luiz (molti r isentimenti sul la sua nomina), Thiago Si lva , Sergio Ramos, Phi l ipp Lahm (capitano e bandiera del la Germania , svela di avere idolatra-to f in da giovane Paolo Maldini , e di essersi ispirato a lu i) , Angel Di Maria , Tony Kroos, Andres Inie-sta; ed inf ine i l tridente più forte del mondo (sarebbe i l legale farl i g iocare insieme) Arjen Robben, Cristiano Ronaldo e Leo Messi . Top 11 che presenta alcune de-lusioni , che però vengono messe da parte, poiché sorteg giato su 5000 ragazzi svizzeri , un adole-scente elvetico pone al tridente d’attacco (Robben,CR7,Messi) una domanda: <<I l migl ior gol che avete mai real izzato?>>. La risposta degna di nota è quel la di CR7 che si guadagna uno scroscio di applausi dicendo:<<I l prossimo che farò.>>. Dopo questo mo-mento di f ibri l lazione si passa al la premiazione del migl ior giorna-l ista FIFA (premio al la carriera) per i l g iapponese Hiroshi Kagawa.

Ma la serata è lunga e i l prossimo premio (migl ior coach femmini le del l ’anno) va a Ralf Kel lermann tecnico del Wolfsburg femmi-ni le: non manca l ’occasione per sottol ineare i l rammarico verso la famigl ia di Junior Malanda , calciatore del Wolfsburg , morto a sol i 20 anni . Ad intrattenere, poi , i l pubbl ico a Ginevra , fuori dal le tempistiche consentite, è Joachim Low, premiato come migl ior al lenatore del l ’anno, un uomo che ha rivoluzionato i l calcio e la nazionale tedesca negl i u lt imi 5 anni . Successivamente ottima iniz iativa del la FIFA , che premia al-cuni dei 14000 volonatari F IFA , con pal loni autografati dai candidati . Piccolo cameo del famoso (?) cantante elvetico, Bastian Becker, che anticipa la premiazione del migl ior gol del l ’anno dato a James Rodriguez (Colombia). La sera-ta sta per terminare e anche i l pal lone d’oro femmini le viene assegnato a Nadine Kessler. Ore 20.09, Cristiano Ronaldo riceve i l Pal lone d’Oro 2014, masticano amaro Messi e Neuer. Non poteva che essere lui , a detta di molt i , i l migl ior giocatore del l ’anno. I suoi numeri fanno impal l id ire (60 gol di cui 46 in campionato, in una stagione). Viene così sfatato i l tabù Messi , che ormai con le sue vittorie “continue”, aveva spento la magia del la premiazione. Neuer ci credeva , ma f inchè ci sono “quei due” a dare spettacolo, dovrebbero inventare un pal lone d’oro solo per portieri .

Alessandro Corallo 3 E

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NUMERO QUAT TRO - GENNAIO 2015

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SESSANTESIMO MINUTOR e p o r t a g e d e l l a

M e m o r i a

Macerie tra i f iori d ’estatePer il 27 gennaio, Giornata della Memoria, racconto la mia..

“Ad Auschwitz c’era la neve, i l fumo sal iva lento/nel freddo giorno d’ inverno e adesso sono/nel vento, adesso sono nel vento.” Lasciavo così Auschwitz lo scorso agosto, con questa canzone di Guccini come sottofondo del v iag gio di r itorno e con ancora quel misto di stupore e inquietudine che mi aveva accompagnata dal momen-to in cui avevo varcato con l ’auto i conf ini del la Polonia . L’autostra-da era deserta e nel le stazioni di servizio c’era qualche donna che parlava solo polacco e riuscivo a malapena a capire quanto co-stasse in euro un caffè. Ho per-corso più di cinquanta chi lometri tra i piccol i paesi del le campagne polacche, avvolte in un’amarezza che le rendeva ancora più lonta-ne. Non un cartel lo per Oświęcim, i l centro urbano di Auschwitz. Quel posto, di cui i l mondo intero par-la , di cui v iene urlata l ’esistenza a caratteri cubital i , sembrava un fantasma. Se ero a trenta , dieci o due chi lometri dal più impor-tante campo di concentramento e di sterminio non lo sapevo, per-ché non c’era scritto da nessuna parte. Ho capito che Auschwitz è così , prende forma solo quan-do lo rag giungi , come se i l nome nascesse nel l ’ istante in cui lo hai trovato, è l ì quando tu sei l ì . A ltri-menti come farebbero i polacchi a vivere così vicini al suo orrore? Sembra quasi un paradosso per-cepire quanto i l luogo più carico di storia e di tragica esperienza umana sia immerso in un’atmo-sfera così surreale. Immaginavo i l campo esattamente come lo avevo visto nel le fotograf ie, nit ido,

v ivo, ma l ’ho trovato segnato dal tempo. Birkenau, i l campo di ster-minio di Auschwitz, responsabi le del la morte di più di un mi l ione di persone, adesso era un’ immensa prateria dove crescevano persino i f iori tra i resti del le baracche e del le camere a gas distrutte. E ’ proprio questo che mi ha lasciato senza f iato, i l modo genuino con cui la realtà mi travolgeva , senza f i ltri e senza orpel l i . S iamo stati abituati ad ascoltare mil le volte parole sul la crudeltà degl i ster-mini , parole che pensavo bastas-sero a nutrire la sofferenza , la compassione, pensavo che fosse suff iciente sapere per diventare un protettore del la memoria . Ci hanno insegnato a non smettere mai di parlare del l ’O locausto, per-ché così va fatto aff inché nessu-no dimentichi . Ma ad Auschwitz le guide dicono solo i l numero degl i ebrei nel le baracche e cosa i nazi-sti facevano di loro, non c’è nessu-no a fare la lezione sul la giustizia e sul la l ibertà , non c’è nessuno a

spiegare quanto tutto questo sia stato atroce e disumano. Perché Auschwitz è così , è muto. Oltre-passati i f i l i spinati , i f i lm, i do-cumentari , i d ibattit i che hanno rimbombato nel la mia coscienza venivano assorbit i dal si lenzio del-la tangibi l ità . Ho toccato i l legno umido dei letti e i l ferro freddo dei

Angela Aromolo 4 E

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pal i d ’ impiccagione, mi sono ap-pog giata al le ringhiere del le scale e ho camminato sui binari dei tre-ni . Una nuova sensibi l ità sanciva un legame con le cose, come se f inalmente mi appartenessero davvero. Auschwitz mi ha rapito con la forza del suo sempl ice esi-stere, che rendeva vano ogni ten-tativo di espl icazione. Per questo ho lasciato che parlasse Guccini al posto mio, perché mi sentivo come i l bambino del la sua canzo-ne, sospesa nel vento e spogl iata del sorriso. Ma credo che sia pro-prio questo custodire la memoria: permettere ad Auschwitz di pren-dersi una parte di sé e portare i l peso del vuoto che lascia .

L’arrivo ad Auschwitz svelò un luogo in cui la realtà è più forte di qual-siasi parola.

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S t o r i a a P u n t a t e I l v e r o p r e z z o d e l l a D r o g a

3. La PercezioneLe sensazioni talvolta possono essere fatali e incontrollabili, potrebbero portare a giudizi errati e stravolgere il tutto.

Non so cosa passi per la mente al le altre persone, e non me lo sono mai chiesto. Però ult imamente questo dubbio mi assale ogni volta che ripenso a quel la notte. F inal-mente mi hanno raccontato la ve-rità , la loro verità . A quanto pare sono stato incastrato da entram-be le parti , che peccato non aver-lo capito dal principio. D’altronde non poteva essere l ’opposto, non mi avrebbero lasciato marcire l ì dentro per ore senza intervenire. Questa è un’altra promessa but-tata al vento, e ora mi chiedo se veramente siano credibi l i come istituzione oppure quel che dicono, e soprattutto fanno, sia un am-

masso di cavolate che tentano di far trasparire come verità . Non è questo i l mio problema, comunque.Io credevo nel bene del la giustizia , credevo che avendo agito per un bene superiore avrei potuto met-tere a posto le cose, eppure non ci sono riuscito. E , appunto, mi chie-do se sia io a sbagl iare oppure è i l mondo che si nasconde dietro enormi menzogne. È faci le aff ida-re la colpa a qualcun altro, eppure io non credo di aver sbagl iato nul-la , se non i mezzi con cui ho agito anche se erano, e tutt’ora sono, i mezzi con cui chiunque agirebbe.Non sapevo ancora con chi ave-vo a che fare nel momento in cui

ho iniz iato questa mia “crociata” ; credevo in molte cose e molte al-tre me ne sfug givano, avevo una percezione ben precisa del peri-colo cui potevo andare incontro, anche se poi questa si è rivelata errata . Non credevo però che creasse così tanta assuefazione i l r icorrere a quel le sostanze per sentirsi megl io; a mio parere ci s i sente unicamente impotenti e inu-ti l i grazie ad esse. Eppure chiun-que ne faccia uso si sente impo-tente di suo. Quindi i l mio dubbio si condensa in questo, perché farne uso se, al la f ine, ciò che si ottiene è una perdita del la propria perce-zione personale come individuo. È vero, però, che per un ristretto lasso di tempo quel le sostanze riescono a procurare del le sensa-zioni fenomenal i e assurde, quasi incredibi l i e poi al la f ine quel lo che rimane al la resa dei conti non è altro che una perdita di coscienza .In questo momento, comunque sono fermamente convinto che non ci s i debba abbandonare al loro totale control lo, questo signi-f icherebbe arrendersi , anzi signi-f icherebbe che non si è nemmeno

tentato di cambiare nul la . Io ci ho provato, con scarsi r isultati , ho provato a fermare nel mio piccolo questo processo di degradazione umana che purtroppo è diffuso. Perché loro cercheranno sempre di più di vendere queste sostanze in giro aff inché gl i a ltri restino incoscienti del la reale situazione verso la quale si sta andando. Ho scelto di non essere control lato da quei mostri perché ritengo che, anche se non so quale sia i l mio scopo qui , io abbia i l dovere di fare la differenza in qualche modo; e magari sarà proprio la mia diffe-renza a cambiare la situazione. È come se scegl iessero di vesti-re una maschera , facendo uso di quel le sostanze, e ancora i l dubbio del perché lo facciano mi assale e mi corrode internamente. Ma dovrebbero sapere che quel la maschera non fa altro che tra-sformarl i in loro stessi un’altra volta , un’ult ima volta prima di ca-dere nel l ’abisso di impotenza che l i caratterizza .

Gianmarco Conte 5N

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Non credevo però che creasse così tanta as-suefazione il ricorrere a quelle sostanze per sentirsi meglio

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SESSANTESIMO MINUTO

Banzigmistica

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Sudoku

Livello: Difficile

Indovinello

Chi la fa, la fa per venderla. Chi la compra non la usa. Chi la usa non la paga. Di quale oggetto si tratta?

Soluzione dell’indovinello di DicembreE’ sufficiente chiedere al viandante: “Portami al tuo paese”. Infatti, nel

caso in cui dicesse la verità, lo porterebbe proprio nel paese della verità. Se mentisse, comunque lo porterebbe nel paese della verità (in quanto,

appunto, non dice la verità).

Le soluzioni sul prossimo numero!

Soluzione del Sudoku di Dicembre