Editoriale Didier Le Menestrel

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«Ciò che si vede, ciò che non si vede». È a Frédéric Bastiat, economista e uomo politi- co francese del XIX secolo, che dobbiamo questa formula con la quale amava punteg- giare le sue riflessioni economiche. Parlan- do di imposte, di sovvenzioni dello Stato o di ruolo del credito, era un fervente difensore del non interventismo, accanito liberale di- menticato in Francia, ma citato volentieri dall’economista Joseph Alois Schumpeter. Poco importa la sensibilità politica di Frédéric Bastiat, non è centrale nel suo rac- conto della finestra rotta: un ragazzino rom- pe la finestra di un commerciante, il quale chiama un vetraio che, con 6 franchi, gliela ripara. I 6 fran- chi che circolano vanno ad aumen- tare il patrimo- nio del vetraio, e questo è «ciò che si vede», la punta dell’iceberg, co- sicché un vetro rotto fa girare l’economia. Ma la spesa che il commerciante è costretto a soste- nere lo priva del- l’acquisto di un paio di scarpe nuove. I 6 franchi non finiranno nelle tasche di un al- tro commerciante, e questo è «ciò che non si vede», la parte sommersa dell’iceberg, cosic- ché non basta rompere vetri per far girare l’economia. Inondati da una marea d’immagini dal drammatico terremoto in Giappone, gli ope- ratori del nostro settore si sono buttati a ca- pofitto in una miriade di valutazioni cifrate e di calibrazioni di vario genere. I danni ma- teriali subiti dal Giappone ammontano a 200 miliardi di dollari, il costo della cata- strofe per tutti i riassicuratori sarà di 24 mi- liardi di dollari… Ad ogni crisi, «ciò che si vede» è stimato sempre più rapidamente e con un abbondanza di dettagli sempre mag- giore. Valutare il costo di un sisma fornisce infor- mazioni a breve termine sul crollo del Pil giapponese nei prossimi due trimestri, ma questi dati aiutano poco l’investitore a lun- go termine che, come Frédéric Bastiat, deve interessarsi piuttosto a «ciò che non si ve- de». Ovvero i 13.700 miliardi di dollari di rispar- mio giapponese che «relativizzano» i 200 mi- liardi di dollari distrutti dallo tsunami e che dimostrano che il popolo giapponese, oltre a un ammirevole coraggio, possiede le risorse necessarie per ricostruire il Paese. Ciò che non si vede è l’incremento dei prezzi che si ripercuoteranno sui riassicuratori in segui- to al terremoto. Rinforzare oggi l’esposizio- ne al settore riassicurativo non significa so- lo dimostrare uno spirito contrarian, ma an- che confermare la rapidità dell’adeguamen- to dei prezzi in questo settore. Significa con- centrarsi su ciò che non si vede oggi, ma che sarà certamente visibile domani. Questa infatti è la realtà del nostro lavoro: l’evidenza di un caso d’investimento non si rivela di primo acchito. Così, nel 2006, «ciò che si vedeva» delle banche erano bilanci tutto sommato ragionevoli, mentre «ciò che non si vedeva» erano gli enormi fuori bilan- cio che sarebbero scoppiati nel 2008. Siamo spesso tentati di concentrarci, di rassicurarci con le cifre immediatamente di- sponibili, con le informazioni immediata- mente accessibi- li. Un altro esem- pio, meno recen- te: di fronte al- l’abbondanza dei valori tecno- logici negli anni 2000, era allet- tante concentrar- si su quel che si vedeva in rete e acquistare i for- nitori di contenu- ti (Aol o Time Warner…). Die- ci anni dopo, non vi è salvezza per loro, e i grandi vincitori rimangono, alla fine, i «facili- tatori», come Ebay o Google, una realtà che all’epoca le cifre disponibili non lasciavano nemmeno intravedere. Dimenticare un po’ i calcoli immediati che minimizzano sempre la capacità di adatta- mento dell’uomo, in generale, e dei buoni manager, in particolare, diffidare dei riflessi incondizionati («accendo la TV e vendo tut- to!»), ecco qualche precetto da tener presen- te in questi periodi tormentati dell’econo- mia. Precetti che potremmo riassumere in un ossimoro: non dimentichiamo di guarda- re ciò che non si vede. *Presidente e fondatore di Financière de l’Echiquier L ’Antitrust ha comminato a Rti - Reti televisive italiane (grup- po Mediaset) - una sanzione per pratica commerciale scorretta in relazione alla fatturazione agli ab- bonati «easy pay» dei canoni per l’abbonamento «Mediaset pre- mium» anche dopo che gli abbonati avevano esercitato il diritto di re- cesso dal contratto. La decisione dell’Authority, si legge nel testo della delibera, prende avvio da nu- merose segnalazioni pervenute nel periodo dicembre 2009-febbra- io 2011. Ebbene, a questo punto della storia, si ha la sensazione di un intervento etico da parte dei soggetti di vigilanza e tutela del mercato. Salvo poi dare un’occhia- ta alla cifra della multa: 200.000 euro. Un valore irrisorio, hanno de- nunciato le associazioni dei consu- matori. E, questa volta, con piena ragione. Perché Mediaset avrebbe convenienza a ripetere l’operazio- ne, anzi, a reiterare l’operazione: bastano appena duemila abbonati a 100 euro l’abbonamento, conge- lati per un anno oltre il dovuto, per coprire la sanzione. Di questi, infat- ti, in quanti avvierebbero la proce- dura di recupero? Prendendo a pre- stito una simulazione dell’Aduc, per procedere singolarmente, ogni utente deve seguire questa trafila: raccomandata A/R di messa in mo- ra intimando il dovuto entro 15 giorni; Rti non risponde; chi prose- gue dovrà rivolgersi al Corecom della propria regione (in genere so- lo nei capoluoghi regionali) dove tentare una conciliazione; nessuno è obbligato a niente e spesso Rti non si presenta; solo dopo questo tentativo si potrà portare l’azienda in giudizio davanti al giudice di pa- ce, senza avvocato per importi infe- riori a 512 euro e, se va bene, il giu- dice ti convoca fra uno o due anni. Quella dell’Antitrust, insomma, non sembra una vera multa. Per le aziende del settore, pare un’istiga- zione a delinquere. Fiat Nel report con cui Moody’s ieri ha messo sotto osservazione Fiat Auto, non ci sono soltanto gli aspetti finanziari legati all’accele- razione della salita in Chrysler. L’agenzia, infatti, entra nel meri- to di uno dei temi più controversi dell’ultimo periodo del Lingotto. Ossia, la pressoché assenza sotto la voce «nuovi modelli». In partico- lare, «Moody’s - si legge nel report - prevede che Fiat sarà capace di contenere ulteriori perdite di quo- te di mercato entro i prossimi due anni, prima di ricominciare a gua- dagnare terreno grazie a un attra- ente plotone di modelli rinnovati». Insomma, l’agenzia parla di un orizzonte di due anni. Non si atten- de grandi scossoni a breve, sebbe- ne Fiat abbia lasciato intendere novità già dalla seconda parte di quest’anno. Moody’s conferma di saper aspettare anche quando - pur evidenziando come nel 2011 ci dovrebbe essere una ripresa de- gli investimenti del Lingotto per l’avvio di nuovi progetti - prevede «che il calendario dei modelli pro- posti al mercato accelererà dal 2012 in avanti». G iornata di rimbalzo per i titoli dell’auto europea, a Franco- forte, ma ancor più a Parigi, dove in vetta al Cac si è piazzato però il produttore di pneumatici Michelin. A ruota, è il caso di dirlo, Peugeot e Renault. Il colosso guidato da Carlos Ghosn scambiava in pro- gresso del 3% dopo aver presenta- to una trimestrale segnata dal pro- gresso del fatturato del 15% a 10,43 miliardi di euro grazie al re- cord di vendite, salite nel periodo del 5,8% a 692.607 unità. Secondo Renault, la crescita si spiega con il trend favorevole al di fuori dell’Eu- ropa, in Brasile, Turchia e Russia. Renault, che ha già rimborsato in due tranche, a febbraio e nel corso di questo mese, i due miliardi anco- ra dovuti al governo francese, ha precisato che gli obiettivi posti per il primo trimestre sono stati rag- giunti con largo anticipo. In merito al disastro giapponese, Renault non esclude «un rallentamento del- la produzione nei prossimi mesi», anche se, «al momento, i target 2011 non risultano coinvolti». P er l’ex capo della Fed Alan Gre- enspan, i corrieri espresso so- no il primo benchmark dell’econo- mia. Ma la trimestrale presentata ieri da United Parcel Service (Ups) ha fornito indicazioni contrastanti, che si sono riflesse sulla perfor- mance del listino. Il titolo Ups, in- fatti, scambiava per tutta la seduta in positivo, ma ben al di sotto di al- tri benchmark del calibro di Cater- pillar o 3M. I risultati del primo tri- mestre 2011 si sono rivelati ben su- periori alle attese, grazie soprattut- to all’attento controllo dei costi, che ha contribuito a migliorare i margini nonostante il rincaro dei carburanti. Il primo corriere espres- so al mondo ha anche alzato le sti- me per l’intero esercizio oltre le sti- me degli analisti di Wall Street sot- tolineando di non aver registrato una fuga di clienti per l’aumento delle tariffe del 4,9% quest’anno. Ups, però, ha notato che restano preoccupazioni su quanto a lungo, e quanto ancora in alto, cresceran- no i prezzi del petrolio, e su questo impatterà sulla domanda. L’essenziale è in ciò che non si vede DIDIER LE MENESTREL* 6,00 6,25 6,50 6,75 7,00 7,25 7,50 7,75 8,00 GEN FEB MAR APR 70,50 71,25 72,00 72,75 73,50 74,25 75,00 75,75 76,50 GEN FEB MAR APR 37,5 40,0 42,5 45,0 47,5 GEN FEB MAR APR Pos. Paese Popolazione 1 RUSSIA -16.997.000 2 GIAPPONE -13.037.000 3 GERMANIA -8.124.000 4 UCRAINA -6.071.000 5 POLONIA -3.967.000 6 SUD COREA -3.723.000 7 ITALIA -3.014.000 8 ROMANIA -1.677.000 9 BIELORUSSIA -1.154.000 10 FRANCIA -1.061.000 RENAULT Quotazioni in euro 39,44 +2,72% UPS Quotazioni in dollari Nei prossimi 20 anni, nel mondo i nuovi lavoratori toccheranno il miliardo. Hays, gruppo attivo nel recruitment specializzato, in col- laborazione con Oxford Economics (istituto di previsioni economi- che), ha stilato il report Creating Jobs in a Global Economy. L’inda- gine rivela che, nei prossimi 20 anni, la popolazione mondiale in età lavorativa è destinata a impennarsi in modo drammatico. La crescita riguarderà principalmente i mercati in via di sviluppo, men- tre le economie più avanzate vedranno la propria popolazione lavo- rativa diventare sempre più esigua e anziana. Per questo motivo, i governi e le industrie devono cominciare sin d’ora a riflettere su come rapportarsi con questa situazione di squilibrio, in primo luo- go cercando di capire come incanalare al meglio il potenziale econo- mico che può fornire questa gigantesca forza lavoro. E in parallelo, fornendo gli strumenti necessari per sviluppare il maggior numero di professionisti. Secondo i dati Hays, i mercati in via di sviluppo affronteranno un periodo di rapida industrializzazione e di sviluppo di infrastrutture, che richiederà l’impiego di professionisti specia- lizzati che a oggi già scarseggiano nelle realtà lavorative locali. Parallelamente i mercati già sviluppati, dovranno trovare il modo di mantenere alta la loro competitività nelle industrie chiave, nono- stante una bacino di lavoratori sempre meno giovani e sempre in minor numero. Creating Jobs in a Global Economy sottolinea inoltre come sia fondamentale, per scongiurare future crisi internazionali, discutere di politiche lavorative durante il prossimo G20 che si ter- rà in Messico e al World Economic Forum. L’obiettivo è anche quel- lo di bilanciare la discrepanza che già è possibile intravedere tra la domanda e l’offerta nel mondo del lavoro. Fra 20 anni un miliardo di nuovi lavoratori FIAT Quotazioni in euro 7,11 +3,49% Pos. Paese Popolazione 1 INDIA 241.116.000 2 PAKISTAN 62.930.000 3 NIGERIA 54.330.000 4 BANGLADESH 34.850.000 5 ETHIOPIA 34.591.000 6 INDONESIA 31.770.000 7 DR CONGO 28.953.000 8 FILIPPINE 23.648.000 9 EGITTO 20.675.000 10 TANZANIA 19.774.000 F INIS T ERRAE Sono diversi gli esempi, anche recenti, di come ciò che conta in Borsa è la parte sommersa dell’iceberg Il consiglio è di dimenticare un po’ i calcoli immediati E diffidare dei riflessi incondizionati indotti dalla Tv Mediaset FRANCIA USA Renault Ups DOVE SALIRÀ OCCUPAZ. MERCOLEDÌ 27 APRILE 2011 DOVE CALERÀ OCCUPAZ. [email protected] PUNTO DI VISTA DA EST A OVEST

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Finanza e Mercati, 27.04.11

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Page 1: Editoriale Didier Le Menestrel

«Ciò che si vede, ciò che non si vede». È aFrédéric Bastiat, economista e uomo politi-co francese del XIX secolo, che dobbiamoquesta formula con la quale amava punteg-giare le sue riflessioni economiche. Parlan-do di imposte, di sovvenzioni dello Stato o diruolo del credito, era un fervente difensoredel non interventismo, accanito liberale di-menticato in Francia, ma citato volentieridall’economista Joseph Alois Schumpeter.

Poco importa la sensibilità politica diFrédéric Bastiat, non è centrale nel suo rac-conto della finestra rotta: un ragazzino rom-pe la finestra di un commerciante, il qualechiama un vetraio che, con 6 franchi, glielaripara. I 6 fran-chi che circolanovanno ad aumen-tare il patrimo-nio del vetraio, equesto è «ciò chesi vede», la puntadell’iceberg, co-sicché un vetrorotto fa girarel’economia. Mala spesa che ilcommerciante ècostretto a soste-nere lo priva del-l’acquisto di un paio di scarpe nuove. I 6franchi non finiranno nelle tasche di un al-tro commerciante, e questo è «ciò che non sivede», la parte sommersa dell’iceberg, cosic-ché non basta rompere vetri per far girarel’economia.

Inondati da una marea d’immagini daldrammatico terremoto in Giappone, gli ope-ratori del nostro settore si sono buttati a ca-pofitto in una miriade di valutazioni cifratee di calibrazioni di vario genere. I danni ma-teriali subiti dal Giappone ammontano a200 miliardi di dollari, il costo della cata-strofe per tutti i riassicuratori sarà di 24 mi-liardi di dollari… Ad ogni crisi, «ciò che sivede» è stimato sempre più rapidamente econ un abbondanza di dettagli sempre mag-

giore.Valutare il costo di un sisma fornisce infor-

mazioni a breve termine sul crollo del Pilgiapponese nei prossimi due trimestri, maquesti dati aiutano poco l’investitore a lun-go termine che, come Frédéric Bastiat, deveinteressarsi piuttosto a «ciò che non si ve-de».

Ovvero i 13.700 miliardi di dollari di rispar-

mio giapponese che «relativizzano» i 200 mi-liardi di dollari distrutti dallo tsunami e chedimostrano che il popolo giapponese, oltre aun ammirevole coraggio, possiede le risorsenecessarie per ricostruire il Paese. Ciò chenon si vede è l’incremento dei prezzi che siripercuoteranno sui riassicuratori in segui-to al terremoto. Rinforzare oggi l’esposizio-ne al settore riassicurativo non significa so-

lo dimostrare uno spirito contrarian, ma an-che confermare la rapidità dell’adeguamen-to dei prezzi in questo settore. Significa con-centrarsi su ciò che non si vede oggi, mache sarà certamente visibile domani.

Questa infatti è la realtà del nostro lavoro:l’evidenza di un caso d’investimento non sirivela di primo acchito. Così, nel 2006, «ciòche si vedeva» delle banche erano bilancitutto sommato ragionevoli, mentre «ciò chenon si vedeva» erano gli enormi fuori bilan-cio che sarebbero scoppiati nel 2008.

Siamo spesso tentati di concentrarci, dirassicurarci con le cifre immediatamente di-sponibili, con le informazioni immediata-

mente accessibi-li. Un altro esem-pio, meno recen-te: di fronte al-l ’ abbondanzadei valori tecno-logici negli anni2000, era allet-tante concentrar-si su quel che sivedeva in rete eacquistare i for-nitori di contenu-ti (Aol o TimeWarner…). Die-

ci anni dopo, non vi è salvezza per loro, e igrandi vincitori rimangono, alla fine, i «facili-tatori», come Ebay o Google, una realtà cheall’epoca le cifre disponibili non lasciavanonemmeno intravedere.

Dimenticare un po’ i calcoli immediati cheminimizzano sempre la capacità di adatta-mento dell’uomo, in generale, e dei buonimanager, in particolare, diffidare dei riflessiincondizionati («accendo la TV e vendo tut-to!»), ecco qualche precetto da tener presen-te in questi periodi tormentati dell’econo-mia. Precetti che potremmo riassumere inun ossimoro: non dimentichiamo di guarda-re ciò che non si vede.

*Presidente e fondatore di Financière del’Echiquier

L ’Antitrust ha comminato a Rti- Reti televisive italiane (grup-

po Mediaset) - una sanzione perpratica commerciale scorretta inrelazione alla fatturazione agli ab-bonati «easy pay» dei canoni perl’abbonamento «Mediaset pre-mium» anche dopo che gli abbonatiavevano esercitato il diritto di re-cesso dal contratto. La decisionedell’Authority, si legge nel testodella delibera, prende avvio da nu-merose segnalazioni pervenutenel periodo dicembre 2009-febbra-io 2011. Ebbene, a questo puntodella storia, si ha la sensazione diun intervento etico da parte deisoggetti di vigilanza e tutela delmercato. Salvo poi dare un’occhia-ta alla cifra della multa: 200.000euro. Un valore irrisorio, hanno de-nunciato le associazioni dei consu-matori. E, questa volta, con pienaragione. Perché Mediaset avrebbeconvenienza a ripetere l’operazio-ne, anzi, a reiterare l’operazione:bastano appena duemila abbonatia 100 euro l’abbonamento, conge-lati per un anno oltre il dovuto, percoprire la sanzione. Di questi, infat-ti, in quanti avvierebbero la proce-dura di recupero? Prendendo a pre-stito una simulazione dell’Aduc,per procedere singolarmente, ogniutente deve seguire questa trafila:raccomandata A/R di messa in mo-ra intimando il dovuto entro 15giorni; Rti non risponde; chi prose-gue dovrà rivolgersi al Corecomdella propria regione (in genere so-lo nei capoluoghi regionali) dovetentare una conciliazione; nessuno

è obbligato a niente e spesso Rtinon si presenta; solo dopo questotentativo si potrà portare l’aziendain giudizio davanti al giudice di pa-ce, senza avvocato per importi infe-riori a 512 euro e, se va bene, il giu-dice ti convoca fra uno o due anni.Quella dell’Antitrust, insomma,non sembra una vera multa. Per leaziende del settore, pare un’istiga-zione a delinquere.

FiatNel report con cui Moody’s ieri

ha messo sotto osservazione Fiat

Auto, non ci sono soltanto gliaspetti finanziari legati all’accele-razione della salita in Chrysler.L’agenzia, infatti, entra nel meri-to di uno dei temi più controversidell’ultimo periodo del Lingotto.Ossia, la pressoché assenza sottola voce «nuovi modelli». In partico-lare, «Moody’s - si legge nel report- prevede che Fiat sarà capace dicontenere ulteriori perdite di quo-te di mercato entro i prossimi dueanni, prima di ricominciare a gua-dagnare terreno grazie a un attra-ente plotone di modelli rinnovati».

Insomma, l’agenzia parla di unorizzonte di due anni. Non si atten-de grandi scossoni a breve, sebbe-ne Fiat abbia lasciato intenderenovità già dalla seconda parte diquest’anno. Moody’s conferma disaper aspettare anche quando -pur evidenziando come nel 2011ci dovrebbe essere una ripresa de-gli investimenti del Lingotto perl’avvio di nuovi progetti - prevede«che il calendario dei modelli pro-posti al mercato accelererà dal2012 in avanti».

G iornata di rimbalzo per i titolidell’auto europea, a Franco-

forte, ma ancor più a Parigi, dovein vetta al Cac si è piazzato però ilproduttore di pneumatici Michelin.A ruota, è il caso di dirlo, Peugeote Renault. Il colosso guidato daCarlos Ghosn scambiava in pro-gresso del 3% dopo aver presenta-to una trimestrale segnata dal pro-gresso del fatturato del 15% a

10,43 miliardi di euro grazie al re-cord di vendite, salite nel periododel 5,8% a 692.607 unità. SecondoRenault, la crescita si spiega con iltrend favorevole al di fuori dell’Eu-ropa, in Brasile, Turchia e Russia.Renault, che ha già rimborsato indue tranche, a febbraio e nel corsodi questo mese, i due miliardi anco-ra dovuti al governo francese, haprecisato che gli obiettivi posti peril primo trimestre sono stati rag-giunti con largo anticipo. In meritoal disastro giapponese, Renaultnon esclude «un rallentamento del-la produzione nei prossimi mesi»,anche se, «al momento, i target2011 non risultano coinvolti».

P er l’ex capo della Fed Alan Gre-enspan, i corrieri espresso so-

no il primo benchmark dell’econo-mia. Ma la trimestrale presentataieri da United Parcel Service (Ups)ha fornito indicazioni contrastanti,che si sono riflesse sulla perfor-mance del listino. Il titolo Ups, in-fatti, scambiava per tutta la sedutain positivo, ma ben al di sotto di al-tri benchmark del calibro di Cater-pillar o 3M. I risultati del primo tri-

mestre 2011 si sono rivelati ben su-periori alle attese, grazie soprattut-to all’attento controllo dei costi,che ha contribuito a migliorare imargini nonostante il rincaro deicarburanti. Il primo corriere espres-so al mondo ha anche alzato le sti-me per l’intero esercizio oltre le sti-me degli analisti di Wall Street sot-tolineando di non aver registratouna fuga di clienti per l’aumentodelle tariffe del 4,9% quest’anno.Ups, però, ha notato che restanopreoccupazioni su quanto a lungo,e quanto ancora in alto, cresceran-no i prezzi del petrolio, e su questoimpatterà sulla domanda.

L’essenziale è in ciò che non si vedeDIDIER LE MENESTREL*

6,006,256,506,757,007,257,507,758,00

GEN FEB MAR APR

70,5071,25

72,0072,75

73,5074,2575,00

75,7576,50

GEN FEB MAR APR

37,5

40,0

42,5

45,0

47,5

GEN FEB MAR APR

Pos. Paese Popolazione

1 RUSSIA -16.997.000

2 GIAPPONE -13.037.000

3 GERMANIA -8.124.000

4 UCRAINA -6.071.000

5 POLONIA -3.967.000

6 SUD COREA -3.723.000

7 ITALIA -3.014.000

8 ROMANIA -1.677.000

9 BIELORUSSIA -1.154.000

10 FRANCIA -1.061.000

RENAULTQuotazioni in euro 39,44 +2,72%

UPSQuotazioni in dollari

Nei prossimi 20 anni, nel mondo i nuovi lavoratori toccheranno ilmiliardo. Hays, gruppo attivo nel recruitment specializzato, in col-laborazione con Oxford Economics (istituto di previsioni economi-che), ha stilato il report Creating Jobs in a Global Economy. L’inda-gine rivela che, nei prossimi 20 anni, la popolazione mondiale inetà lavorativa è destinata a impennarsi in modo drammatico. Lacrescita riguarderà principalmente i mercati in via di sviluppo, men-tre le economie più avanzate vedranno la propria popolazione lavo-rativa diventare sempre più esigua e anziana. Per questo motivo, igoverni e le industrie devono cominciare sin d’ora a riflettere sucome rapportarsi con questa situazione di squilibrio, in primo luo-go cercando di capire come incanalare al meglio il potenziale econo-mico che può fornire questa gigantesca forza lavoro. E in parallelo,fornendo gli strumenti necessari per sviluppare il maggior numerodi professionisti. Secondo i dati Hays, i mercati in via di sviluppoaffronteranno un periodo di rapida industrializzazione e di sviluppodi infrastrutture, che richiederà l’impiego di professionisti specia-lizzati che a oggi già scarseggiano nelle realtà lavorative locali.Parallelamente i mercati già sviluppati, dovranno trovare il mododi mantenere alta la loro competitività nelle industrie chiave, nono-stante una bacino di lavoratori sempre meno giovani e sempre inminor numero. Creating Jobs in a Global Economy sottolinea inoltrecome sia fondamentale, per scongiurare future crisi internazionali,discutere di politiche lavorative durante il prossimo G20 che si ter-rà in Messico e al World Economic Forum. L’obiettivo è anche quel-lo di bilanciare la discrepanza che già è possibile intravedere tra ladomanda e l’offerta nel mondo del lavoro.

Fra 20 anni un miliardo di nuovi lavoratori

FIATQuotazioni in euro 7,11 +3,49%

Pos. Paese Popolazione

1 INDIA 241.116.000

2 PAKISTAN 62.930.000

3 NIGERIA 54.330.000

4 BANGLADESH 34.850.000

5 ETHIOPIA 34.591.000

6 INDONESIA 31.770.000

7 DR CONGO 28.953.000

8 FILIPPINE 23.648.000

9 EGITTO 20.675.000

10 TANZANIA 19.774.000

FINIS TERRAE

Sono diversi gliesempi, anche

recenti,di come ciò checonta in Borsa

è la partesommersa

dell’iceberg

Il consiglio èdi dimenticareun po’ i calcoliimmediatiE diffidaredei riflessiincondizionatiindotti dalla Tv

Mediaset

FRANCIA

USA

Renault

Ups

DOVE SALIRÀ OCCUPAZ.

MERCOLEDÌ 27 APRILE 2011

DOVE CALERÀ OCCUPAZ.

[email protected]

PUNTO DI VISTA

DA EST A OVEST