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Registrazione del Tribunale di Arezzo n. 177/2 del 09/03/2005 - Direttore responsabile Andrea Laurenzi - Sede, direzione, amministrazione e redazione: Via dei Combattenti 52044 Terontola (AR) - email: Carlo Roccanti [[email protected]]- Tel. C.S.T. 3661953522 - Impaginazione Marco Meoni - Stampa Grafiche Calosci FRATELLI QUAGLIA S.N.C. di Quaglia St. e Fab. Viale Michelangelo, 1/D 52044 - Terontola tel. 3397220132 - 3356744102 - www. caffequaglia.it Numero 97 Luglio - Agosto 2016 Segue a pag. 2 GLI AMICI DEL C.S.T. A CASTELLUCCIO E DIGNANO CONCERTO DEGLI ALLIEVI DI SANTUCCI AL C.S.T. EDITORIALE CENA “DELLA LEPRE” E TIFO “AZZURRO” AL C.S.T. Lo scorso Febbraio sono scomparsi due nomi eccellenti della nostra cultura. Il primo è Umberto ECO, grande semiologo, Sag- gista, Filosofo, Scrittore… Di lui ha parlato la “stampa che conta” con intere paginate: giustamente , per il grosso contributo che ha dato alla cultura italiana (ogni volta che rivedo il film “Il nome della rosa”, tratto dal suo noto romanzo, mi emoziono come la prima volta !). Ora farò il nome dell’altro personaggio scomparso solo due giorni dopo a 91 anni di età, Ida MAGLI e sono certo che la quasi totalità dei lettori si chiederà: chi era mai costei ? Una grande, grandis- sima Antropologa, Filosofa e Accademica ma, soprattutto, un personaggio scomodo, uno spirito libero, una di quelle che…non le mandava certo a dire. Un personaggio che non riusciva ad adeguarsi all’appiattimento del pensiero corrente, al “politically correct” dei “salotti buoni” e dei “talk show” televisi- vi. Ida MAGLI ( in questo al pari di Oriana FALLACI) ebbe buon gioco a profetizzare quel “cul de sac” in cui l’Occidente è venuto a cacciarsi soprattutto nel rapporto col mondo arabo. Ora che i nodi vengono al pettine ,ora che piangiamo giorno dopo giorno i nostri martiri del terrorismo nel mondo, ora che anche il Papa è costretto ad ammettere che è in corso una “Terza Guerra Mondiale”, sarà bene che il suo pensiero venga rivalutato. Per chi bazzica i “salotti buoni” godendo spesso di stipendi a due cifre è facile fare le “anime belle” e predicare l’ “accoglienza” senza se e senza ma. Tanto chi convive poi con i furti, la prostituzione, la droga, lo sfruttamento del lavoro minorile sono le sempre più degradate periferie delle grandi città che però, giusta- mente, cominciano ad aprire gli occhi e a ribellarsi a questa “guerra tra poveri” … Il mio personale omaggio a Ida MAGLI è quello di riportare alcuni suoi brevi brani che mi sono rimasti impressi . E’ proprio lei a scrivere che “ Il “politicamente corretto” costituisce ov- viamente la forma più radicale di “lavaggio del cervello” che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi… Non sappiamo chi sia stato a ideare un tale strumento di potere per dominare gli uomini e indurli a comportarsi secondo la volontà dei gover- nanti, evoluzione terrificante di quella che un tempo si chiamava Censura….” Riguardo al mondo Occidentale affermava “ La fretta divora l’Occidente: l’assillo di non perdere tempo impedisce di accorgersi che in real- tà non si produce quasi più nulla delle cose che contano: pensiero, scienza, filosofia, letteratura, arte….Il Mercato, la Pubbli- cità, gli Indici di Borsa hanno preso il loro

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FRATELLI QUAGLIA S.N.C. di Quaglia St. e Fab.Viale Michelangelo, 1/D 52044 - Terontola

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Numero 97 Luglio - Agosto 2016

Segue a pag. 2

GLI AMICI DEL C.S.T. A CASTELLUCCIO E DIGNANO

CONCERTO DEGLI ALLIEVI DI SANTUCCI AL C.S.T.EDITORIALE

CENA “DELLA LEPRE” E TIFO “AZZURRO” AL C.S.T.

Lo scorso Febbraio sono scomparsi due nomi eccellenti della nostra cultura. Il primo è Umberto ECO, grande semiologo, Sag-gista, Filosofo, Scrittore… Di lui ha parlato la “stampa che conta” con intere paginate: giustamente , per il grosso contributo che ha dato alla cultura italiana (ogni volta che rivedo il film “Il nome della rosa”, tratto dal suo noto romanzo, mi emoziono come la prima volta !). Ora farò il nome dell’altro personaggio scomparso solo due giorni dopo a 91 anni di età, Ida MAGLI e sono certo che la quasi totalità dei lettori si chiederà: chi era mai costei ? Una grande, grandis-sima Antropologa, Filosofa e Accademica ma, soprattutto, un personaggio scomodo, uno spirito libero, una di quelle che…non le mandava certo a dire. Un personaggio che non riusciva ad adeguarsi all’appiattimento del pensiero corrente, al “politically correct” dei “salotti buoni” e dei “talk show” televisi-vi. Ida MAGLI ( in questo al pari di Oriana FALLACI) ebbe buon gioco a profetizzare quel “cul de sac” in cui l’Occidente è venuto a cacciarsi soprattutto nel rapporto col mondo arabo. Ora che i nodi vengono al pettine ,ora che piangiamo giorno dopo giorno i nostri martiri del terrorismo nel mondo, ora che anche il Papa è costretto ad ammettere che è in corso una “Terza Guerra Mondiale”, sarà bene che il suo pensiero venga rivalutato. Per chi bazzica i “salotti buoni” godendo spesso di stipendi a due cifre è facile fare le “anime belle” e predicare l’ “accoglienza” senza se e senza ma. Tanto chi convive poi con i furti, la prostituzione, la droga, lo sfruttamento del lavoro minorile sono le sempre più degradate periferie delle grandi città che però, giusta-mente, cominciano ad aprire gli occhi e a ribellarsi a questa “guerra tra poveri” … Il mio personale omaggio a Ida MAGLI è quello di riportare alcuni suoi brevi brani che mi sono rimasti impressi . E’ proprio lei a scrivere che “ Il “politicamente corretto” costituisce ov-viamente la forma più radicale di “lavaggio del cervello” che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi… Non sappiamo chi sia stato a ideare un tale strumento di potere per dominare gli uomini e indurli a comportarsi secondo la volontà dei gover-nanti, evoluzione terrificante di quella che un tempo si chiamava Censura….” Riguardo al mondo Occidentale affermava “ La fretta divora l’Occidente: l’assillo di non perdere tempo impedisce di accorgersi che in real-tà non si produce quasi più nulla delle cose che contano: pensiero, scienza, filosofia, letteratura, arte….Il Mercato, la Pubbli-cità, gli Indici di Borsa hanno preso il loro

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posto…mentre gli uomini, la vita reale degli uomini, delle società, delle Nazioni…affonda nell’indistinto, nell’a-morfo, nel brulichio di quei frammenti non significanti…il brulichio delle innumerevoli vite che disintegrano un cadavere…” Ed ancora “..qualcuno è riuscito a convincere il mondo che le Nazioni, gli Stati …l’Italia possono “falli-re”; anzi che sono sul punto di fallire… Nessun “popolo” fallisce. Può morire; e muore. Ma chi osa definire la morte un fallimento ?...I governanti-economisti hanno compiuto una operazione matematicamente invalida: i valori dei popoli non sono riducibili a numeri…non si possono né sommare né sottrarre al capitale delle monete. Una Nazio-ne, insomma, non è il suo PIL…” In tutta Europa avanzano gli “Euroscettici” e anche questo Ida MAGLI aveva previsto parlando dell’Euro: “ Adottando l’Euro l’Italia ha rinunciato a battere moneta e di conseguenza ha perduto lo stru-mento principale delle propria indipendenza…. In realtà gli italiani, il loro lavoro, il loro patrimonio, il loro territo-rio, i loro redditi, le loro aziende si trovano ad essere non soltanto sotto controllo, ma, a causa del debito, messi in garanzia degli stessi banchieri, “proprietà” di costoro…” Vede poi molto male il nostro futuro di Europei e Occidentali: “ Si può affermare con quasi assoluta certezza che la cul-tura che oggi siamo soliti indicare col nome di “occiden-tale”…sarà quasi del tutto scomparsa…Le culture vivono attraverso gli uomini che ne sono portatori. Verso il 2050 l’Europa sarà abitata da un gran numero di Africani, Cine-si e Mediorientali a causa della massiccia immigrazione e dell’altissima prolificità di queste popolazioni, superiore in genere di almeno cinque volte a quella degli Europei….” E spiattella alcune durissime verità che noi continuiamo a non voler vedere riguardo ai Musulmani: “ …L’Islamismo organiz-za tutta la loro giornata e dunque anche la loro struttura psicologica. Anche per i Cristiani del Medioevo funziona-va cosi, in gran parte. I Musulmani non avrebbero alcun problema a farci fuori subito. Ma non hanno bisogno di farlo. Noi ci ammazziamo già da soli…. Sono in tanti e han-no un fortissimo senso di obbedienza al Corano. Credono che Allah li guardi e li protegga. Noi abbiamo perso tutto, invece…” E mi piace concludere questa “cavalcata” con un tema che è stato da sempre in cima ai pensieri di Ida MAGLI, la donna che lei vede con un’ottica molto particolare: “ La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive anche nella eroticità…. Il maschio la donna la deve anche un po’ conquistare, deve esserci anche un po’ di mistero nell’e-rotismo. Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene…. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmen-te, culturalmente. Non è una società “femminilizzata”, come dice qualcuno, ma malata patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo….” Il che, detto da una donna, mi sembra for-te…e non poco ! Chiedo scusa ai lettori se mi sono lasciato un po’…. prendere la mano, ma non ho potuto fare a meno di ricordare questa grande donna che il futuro saprà apprezzare per il suo giusto valore, sempre sperando che le sue parole siano arrivate in tempo a farci aprire gli occhi….

Carlo ROCCANTI

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Prosegue da pag. 1 FRANCESCO SANTUCCIF

IN VISITA

Flalzano… sembra alla fine del mondo: 35 Km di curve a saliscendi tra i boschi fitti e lussureggianti della nostra impagabile “Monta-gna Cortonese”. Passato S.Pietro a Dame si scollina di brutto fino ad una bella chiesa in pietra ed un ciocco di case (gli abitanti ufficiali sono ben…17 !) ad un passo dal confine con l’Umbria verso Trestina e Città di Castello. Questa sua posizione isolata, ma strategica ha reso tragicamente noto il nome di Falzano legandolo indissolubilmente al terribile passaggio del “Fronte” nell’ Estate del 1944. Si perpetrò una terribile strage ad opera delle truppe Naziste in ritirata, strage che è di recente balzata agli onori della cronaca per il processo internazionale e relativa condanna ad uno degli ormai anziani autori del misfatto. Ogni anno, il 27 Giugno, si ricorda quel tragico evento del 1944 e quest’anno la commemora-zione ha avuto un tocco particolare grazie al Concerto “ECHI DELLA MEMORIA” che si è tenuto Domenica 26 Giugno 2016 presso la Pieve di Santa Maria a Falzano. Il concerto, svoltosi nell’ambito della “XVI Edizione della Rassegna Musicale e Organi-

stica” ha presentato il nostro amico e socio onorario Francesco SANTUCCI al Sax ed il noto Massimiliano ROSSI all’organo. Prima di addentrarmi nella cronaca di questo bellissimo evento, vorrei ricordare ai nostri lettori quello che successe a Falzano il 27 Giugno 1944: per questo attingo ben volentieri (sintetizzandola) alla cronaca che ne fece il Parroco Don Napoleone FRU-SCOLONI e che è riportata nel prezioso volume “LA PICCOLA PATRIA”, memo-ria del passaggio del “Fronte” nelle varie Parrocchie fatta scrivere ai suoi Parroci dal Vescovo Giuseppe FRANCIOLINI e coordinata da Pietro PANCRAZI. Sfruttando il suo isolamento e le tante

vie di fuga, operavano nella zona gruppi agguerriti di partigiani che presidiavano il vitale passaggio tra la Valdichiana e la Valle del Tevere. Un primo fatto di sangue (con l’uccisione di un militare tedesco) era avvenuto nel mese di Maggio, al momento senza gravi rappresaglie. Il 19 Giugno 1944 i partigiani attaccarono un blindato (che però riuscì a scappare) ed una vettura con due civili e due militari che, anche in questo caso, riuscirono a fuggire a dare l’allarme. Questa volta ci fu la reazione di un centinaio di soldati provenienti da Città di Castello: la sera del 21 Giugno ferirono dei civili e incendiarono delle abitazioni. Giorni dopo, il 26 Giugno, dopo una delle consuete razzie (in questo caso alla Fattoria Crocioni all’ “Aiuola”), i soldati tedeschi furono intercettati dai partigiani proprio all’altezza della chiesa: due rimasero uccisi ed un terzo, seppur ferito ad un braccio, riuscì a scappare e a dare l’allarme. Ben presto arrivarono le vicine truppe tedesche inizian-do a sparare contro gli abitanti che fuggivano a nascondersi tra la macchia: rimase ucciso il giovane Ferdinando CANNICCI e venne data alle fiamme la casa del padre Giuseppe, incendio in parte domato dagli stessi partigiani una volta ritiratisi i tedeschi. Per quello che successe il giorno dopo, quel tragico 27 Giugno 1944,

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E MASSIMILIANO ROSSI - SUGGESTIVO CONCERTO A FALZANO

IN VISITA

riporto testualmente la cronaca di Don Fruscoloni: “La sveglia fu suonata dalla mitraglia tedesca, che dal colle opposto cominciò a battere il monte di San Pietro a Dame. I Tedeschi scesero nuova-mente a Falzano, ma poi si diressero alla volta di Poggioni, in cerca di partigiani, credendo che i due compagni della sera innanzi fossero stati uccisi lassù. Avanzavano mitragliando su largo raggio, uccidendo e incendiando. Furono uccisi il colono Lescai Santi, la povera vecchia Casucci France-sca e Donati Angiolo, trovati nei fossi e nei campi. Molte le case e le capanne bruciate. Di ritorno da Poggioni, dove seppero che l’ “Aiuola” era a Falzano, ripetettero le stesse gesta distruttrici, con maggiori e più spaventosi lutti e rovine. Fecero saltare con gelatina la fattoria Crocioni dove era stata radunata grande quantità di mobilio e di altri oggetti anche del proprietario, riducendola un ammasso informe di macerie. (……) Ma l’atto più orrendo non era stato ancora compiuto. Rastrellati qua e là 11 uomini, li rinchiusero tutti dentro la casa del colono Cannicci, già incendiata la sera avanti; poi con gelatina la fecero saltare, seppellendo sotto le rovine tutte quelle misere innocenti vittime. Ne fu estratto vivo uno solo.” I Tedeschi tentarono di distruggere anche la vicina chiesa e ci riuscirono in parte: rimase in piedi solo l’altare e restò miraco-losamente intatta anche la preziosa “pala” del Signorelli che ancor oggi (dopo lo splendido restauro dell’edificio) troneggia sopra l’altare. L’anno dopo, il 27 Giugno 1945, venne celebrata una solenne commemorazione dell’evento e stampato un manifestino-ricordo che mi piace riproporre integralmente con la tipica prosa del periodo: “ Il 27 Giugno 1944, una feroce orda tedesca portò in queste pacifiche terre, sacre al silenzio e al lavoro , lo sterminio e la morte. Dopo aver seminato spaven-to e rovina dintorno, inseguendo, depredando, uccidendo nei campi e nei boschi persone innocenti, incenerite numerose abitazioni e distrutta la chiesa, con esecrabile crudeltà, undici uomini inermi rinserrava in una casa, facendone orribilmente morire dieci sotto le macerie fumanti di quella. Nel mesto anniversario di tanto delittuoso misfatto, in attesa di poter erigere un ricordo imperituro alle vittime, si rinnovano piamente per essi affettuosi suffragi, pregando perché il loro sacrificio e il pianto delle famiglie in lutto affrettino ai morti la eterna pace e ottengano ai vivi un avvenire più umano e cristiano. Nomi dei morti sotto le rovine della casa minata: Parrocchia di Falzano: GHEZZI Antonio e LESCAI Angiolo. Parrocchia di San Pietro a Dame: CASCINI Luca, DONATI Lorenzo, PALUDINI Agostino, PETRINI Agostino, TRASENNI Domenico, TRASENNI Guido. Parrocchia di Vaglie: SASSINI Domenico. Camucia: ZAMPAGNI Edoardo. Nomi degli uccisi in campagna e nei boschi, Parrocchia di Falzano: CANNICCI Ferdinando e LESCAI Santi. Parrocchia di San Pietro a Dame: BISTARELLI Francesca Ved. CASUCCI, DONATI Angiolo” Sono questi i terribili fatti che l’Assessore Albano RICCI accanto a Don Ottorino CAPANNINI ha voluto ricordare, prima deponendo una corona di fiori al monumento a due passi dalla chiesa nel preciso centro della valle, e poi leggendo a noi che affollavamo le storiche mura della Pieve il manifesto che ho sopra riportato. E’ in questo clima di sincera commo-zione e partecipazione che è iniziato il concerto con Massimi-liano ROSSI all’organo ed un ispiratissimo e commosso Francesco SANTUCCI al sax. Un programma finalizzato all’evento e mi piace citare quanto scritto da Rossi e Santucci nella “Nota introduttiva al programma”: “…. Per onorare le

vittime di quel tragico 27 Giugno 1944 abbiamo scelto un repertorio che coinvolga l’immaginario collettivo. Un canto di guerra per quelli che lo hanno ascoltato, un’imma-gine di un film che ci ha toccato particolar-mente o un semplice ricordo di una vecchia fotografia di quel periodo. Ricordare non è forse riportare in vita ? E così, ripercorren-do nel nostro immaginario quei momenti di vita, potremo dire ai nostri cari….”siete ancora tra noi…” Tra le suggestive pietre della Pieve questi due eccezionali artisti ci hanno fatto sognare partendo dal

“Concerto per Oboe in do minore” di Benedetto Marcello e proseguendo poi con la “Fantasia in Fa minore” di Jascha Gurewich. Due suggestive composizioni di Astor Piazzolla (“Cafè”-1930 e “Night-Club”-1960) ci hanno ricordato i tragici momenti dei “Deparecidos” nella recente storia dell’Argentina. Ci siamo poi calati nel clima propriamente “bellico” (in questo caso della Prima Guerra Mondiale) con “O’ Surdato ‘Nnam-murato” di Enrico Cannio e, soprattutto, con una incredibile e struggente riproposizione dell’inno partigiano “Bella Ciao”. L’aria “Autumn Leaves” di Joseph Kosma ci ha ricordato gli immortali versi di Ungaretti “ Si sta, come d’Autunno sull’albe-ro le foglie..” che meglio di qualunque discorso retorico descrivono l’incerta sorte del soldato al fronte. Poi due colonne sonore premiate giustamente con l’Oscar: “Beautifull that wai” la colonna sonora scritta da Nicola Piovani per il film di Benigni “La vita è bella” ed ancora la colonna sonora di John Edward Williams per un dei più bei fil di guerra girato volutamente in bianconero, “Shindler’s List”. Poi il gran finale: Francesco Santucci ci ha fatto l’onore di presentare proprio qui a Falzano una sua recente composizione “in prima assolu-ta mondiale”: la struggente “Echi della memoria” che non per niente dà il titolo al concerto e della quale sentiremo parlare

sicuramente. Poi commozione assoluta ascoltando una incredibile riproposizione dell’ Ave Maria” di Franz Schbert: qui Francesco si è veramente superato. Nonostante la fatica ( e il copioso sudore…) i due artisti ci hanno concesso un bellissimo “fuori programma”: un noto brano di George Gershwin che, tradotto in italiano, recita “Qualcuno da lassù mi guarda”, migliore conclusione non poteva esserci. Poi sul sagrato della chiesa una splendida sorpresa offertaci dagli abitanti di Falzano: un appetitoso e ricco rinfresco a base di prosciutto e salumi “di montagna doc” annaffiati da vino generoso. Un pomeriggio indimenticabile che ci ha fatto apprezzare, assieme all’arte incomparabile di Rossi e Santucci, anche la bellezza della “Montagna Cortonese” unita al ricordo di quei tragici e immortali momenti della nostra storia recente.

Carlo ROCCANTI

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4 IMMAGINI

IL CONCERTO DI FRANCESCO SANTUCCI E MASSIMILIANO ROSSI A FALZANO

GLI AMICI DEL C.S.T. A CASTELLUCCIO DI NORCIA E A DIGNANO - COLFIORITO

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Il pollaiolo.La maggioranza delle persone che vive-vano in campagna non andava mai in città oppure molto raramente. I motivi erano tanti: i mercati settimanali in tutta la Valdichiana avevano luogo il sabato a Cortona, il lunedì a Foiano e il mercoledì a Castiglion del Lago, centri molto distan-ti tra loro, i trasporti erano scarsi e lenti, mancavano le possibilità economiche e via dicendo. Ecco il motivo dell’esistenza di molti lavori ambulanti dei quali abbia-mo parlato nei racconti precedenti.Il pollaiolo era un personaggio che andava in giro per la campagna con un barroccio trainato da una cavalla, quattro o cinque gabbie per polli e conigli e un cestone per le uova. Partiva molto presto la mattina e rientrava tardi la sera. Il pollaiolo era girovago per natura e lavoro, aveva fatto sempre quel mestiere, molto spesso come suo padre. Aveva quasi sem-pre un soprannome: il Topo, il Ministro, Burriella, Belillo, in genere ereditato addi-rittura dal nonno. Conosceva vita e mira-coli di tutti i contadini, faceva affari con tutte le massaie svalutando sempre l’ul-timo prezzo del mercato. Dal racconto di una vecchia massaia: “Quando passava il Burriella gli si vendeva qualche coppia di uova, qualche animale arlevato da noi

e con quei soldi ci si comprava il sale, il sapone, gli zulfini. Per vendere qualche pollo in più se piantavano le chiocce e, dopo aver svezzato i pulcini, si portava-no al capanno dei campi in piano tanto c’era sempre qualcuno a guardà l’orto dei cicomeri. In quei campi non davano noia a nessuno e trovavano da magnà i grilli e tanti altri animalini e chicchi d’ogni seme e così in poco tempo, erano pronti per venderli.” Nel parlare con la gente il pollaiolo dava ragione a tutti, comprava, barattava e vendeva. A mezzogiorno mangiava un boccone con un bicchiere di vino che nessuno gli negava. L’erba per la cavalla se la procurava da sé nei campi dove passava. Si trovava a suo agio in mezzo ai poveri, alla gente semplice ed ignorante, a quelli che raramente si recavano in città. Con il capoccia parlava di bestie, di fieno, dell’annata magra e delle ultime novità del paese. Alla sera canterellando dietro il barroccio carico,

mentre dalle stecche delle gabbie spunta-vano le creste rosse dei galletti e i conigli se ne stavano chiotti chiotti uno sopra l’altro, se ne tornava a casa sperando di aver fatto dei buoni affari. Se pioveva non si sgomentava, metteva la coperta alla cavalla e l’incerata sulle ceste e con un ombrel-laccio verde stinto continuava il suo viaggio al solito passo di sempre. Agli inizi degli anni cinquanta si raccontava una storia di una massaia, l’Armida de Marcone, che in tempo di guerra ebbe dei guai con la giustizia per aver venduto delle uova a un pollaiolo, un certo Topo che comprava solo uova perché andava a piedi con un cesto di vimini pieno di paglia sulla schiena. Il Topo comperò dall’Armida una dozzina di uova e ritornando verso Cortona fu fermato dai dazieri nei pressi del Torrino. In quel periodo il governo fascista aveva istituito il calmiere per cui i prodotti non potevano superare il costo stabilito per legge. I dazieri chiesero al Topo :”Quanto avete pagato queste uova?” e lui:” Cin-quanta centesimi” Loro:”Le avete pagate troppo, non sapete che c’è il calmiere?” Il Topo rispose un po’ confuso: “Ma, sarà”anche perché un po’ prima si era fermato al botteghino da Bigoncio a bere un quartino di vino. I dazieri gli chiesero da chi le aveva com-prate e lui:”Dall’Armida de Marcone a Teco-gnano”:E loro:”Siete denunciati voi e lei.” Fecero un verbale e all’Armida giunse la denuncia per cui dovette scegliere un avvocato per difender-si in pretura. L’Armida e suo marito andarono dall’avvocato Carloni che suggerì di negare di aver venduto le uova dicendo che non si poteva credere a quello che diceva il Topo sempre mezzo ubriaco. L’Armida non fu condannata perché il vecchio Topo, ammaestrato dall’avvocato Carloni si confuse dicendo di aver comprato le uova da varie persone e non fu ritenuto credibile. Nel dopoguerra infine, vennero i pollaioli che giravano con il moto-furgone, il camioncino,

il sidecar (la moto con il carrozzino) ma, spopolandosi la campagna perché i con-tadini si trasferivano a Roma, a Genova, a Prato per fare un altro mestiere, furono costretti a modificare la loro attività. Al-cuni misero su degli allevamenti di polli, conigli, anatre e tacchini . Oltre a servire se stessi rivendevano agli altri pollaioli. Molti pollaioli radunavano delle donne del posto alcuni giorni a settimana per ammazzare, pelare e pulire gli animali che il giorno dopo avrebbero portato con delle valige a Roma e Firenze. Infatti alcuni giorni a settimana nelle stazioni ferroviarie di Terontola e Camucia trovavi diversi pollaioli che si dirigevano vero quelle città. Terminata quella generazio-ne, i pochi che hanno continuato si sono industrializzati.

Raffaello BERNI

IL CICLO DELLA VITA NELLA FAMIGLIA CONTADINAI PICCOLI COMMERCI - GLI ARTIGIANI AMBULANTI

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Questa ricetta una volta era molto comune a Corto-na e si faceva la domenica nelle famiglie benestanti. Il sabato. giorno di mercato, i signori mandavano le loro cameriere a comperare in piazza il pollame per il pranzo dell’indomani. Era l’occasione per queste donne di incontrare i loro parenti che venivano dalla campagna a vendere gli animali da cortile e così, oltre a fare la spesa, si scambiavano le ultime notizie sulla famiglia. Ricetta per quattro persone. Prendere un pollo di circa un kilogrammo pulito e tagliarlo in dodici pezzi. In un tegame mettere insieme il pollo, cinquanta grammi di burro, tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, due spicchi d’aglio interi, qualche foglia di salvia e un rametto di rosmarino. Far rosolare per una decina di minuti, bagnare con un bicchiere di vino bianco, salare, pepare e far ritirare lentamente. Portare a cottura aggiungendo, quando occorre, del brodo fatto con gli avanzi del pollo (zampe, collo, testa, interiora e verdure). Dopo mezz’ora spolverare con un cucchiaio di farina, far cuocere qualche minuto ancora ed eliminare gli aro-mi. Versare due rossi d’uovo sbattuti con il succo di un limone, tenere un minuto a fuoco lento e servire caldo e cremoso.

La ricetta del momentoPOLLO IN FRICASSEA

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LA NOSTRA COMUNITA’ IN LUTTO

Zona ind.le Vallone C.S. Ossaia, 35/35P52044 Cortona (AR) – Italywww.mbelettronica.com

Lo scorso 26 Giugno 2016, all’età di 86 anni, è scomparso un vecchio amico da tutti conosciuto e stimato nella nostra zona: Arsenio MEARINI. Quelli della mia età ed anche oltre lo conoscevano meglio come “ Il Culla del Mearini” in virtù del vecchio soprannome che, per radicata tradizione, si portava dietro fin da ragazzo (il fratello era noto come “Il Lalli”). Classe 1930, aveva vissuto con gli occhi impauriti di un ragazzo gli orrori della guerra ed il terribile passaggio del “Fronte” nel 1944 con i bombardamenti alla linea ferroviaria

proprio a due passi da casa. Faceva parte della grande e patriar-cale famiglia Mearini che abitava proprio in fondo alla collina del Riccio, tra la ferrovia e la strada che porta alla Pietraia: famiglia notissima di agricoltori che si smembrò in più nuclei fino dagli anni 50/60 quando le nostre campagne cominciarono a spopo-larsi. Arsenio trovò un’altra grande famiglia: quella dei Ferrovieri (ha lavorato a Chiusi per tanti anni) andando ad abitare con la moglie Rita e il figlio Claudio (poi con la compagna Gabriela) proprio all’inizio dell’abitato di Terontola lungo la SS 71, una casa circondata da siepi sempre verdi e curatissime. Qui ha vissuto serenamente, non dimenticando mai le sue origini e l’amore per l’agricoltura: l’orto era la sua grande passione e lo vedevi lì immancabilmente, proprio davanti a casa, bastava attraversare la strada…. Alto, magro, con quel fisico asciutto che era un po’ nel DNA di tutta la famiglia: giocava benissimo a bocce, im-peccabile sia nella fase dell’ ”accosto” che della “stoccata”. Lo ricordo ancora con simpatia in quelle gare paesane a sfinimento al vecchio “pallaio” del Riccio: con le sue lunghe gambe arrivava quasi a metà pallaio per “dare” alla boccia avversaria, e il risultato era sicuro ! Fino a poco tempo fa stava benissimo in salute: poi il peso degli anni ha cominciato a farsi sentire e lo si vedeva in giro sempre più di rado, a salutare gli amici al vicino Centro Sociale, appoggiandosi al braccio del figlio Claudio che, assieme alla famiglia, gli è stato vicino fino all’ultimo con amore e devozione. Adesso Arsenio dorme il sonno del giusto nel raccolto cimitero del Riccio dove ha ritrovato gran parte della sua grande famiglia. La perdita di Arsenio riempie di tristezza tutti noi che lo abbia-mo conosciuto e apprezzato: vadano alla famiglia, in questo do-loroso momento, le più sentite condoglianze a livello personale e a nome del Centro Sociale di Terontola.

ARSENIO MEARINI - 1930-2016

Per tutti noi è stata la “Professo-ressa Mezzetti”, una delle colonne della Scuola media di Terontola, la mitica insegnante di una materia un po’ …ostica come la Mate-matica che ha sapientemente insegnato a tante generazioni di terontolesi. Elena GIOVANNINI ci ha lasciati serenamente lo scorso 22 Luglio a 90 anni, ancora ben portati nonostante gli acciacchi e il peso del tempo che passa inesorabilmente. Ha vissuto la sua giovinezza al Riccio: figlia del Dot-tor Giovannini , il Medico Condotto dall’ apparenza burbera, ma preparatissimo e con un gran “cuore”. Qui Elena aveva legato con le amiche coetanee: Concettina Donati, Angiolina Gori e soprattutto con Evelina Poggioni-Montagnoni. Un’ami-cizia inossidabile negli anni, cementata anche dalla vicinanza nell’insegnamento e soprattutto da comuni e profondi inte-ressi culturali. Dopo i brillanti studi universitari, Elena sposò il Dott. Enzo MEZZETTI-PANOZZI: una figura di assoluto primo piano nella vita di Terontola e che tutti noi ricordiamo con immenso affetto. Matrimonio benedetto dalla nascita di due figlie Rita e Maria Grazia. Come ho ricordato, Elena è stata (assieme al Prof. Giorgio MORELLI) una insegnante “simbolo” per Terontola: anche dopo il pensionamento non si è mai scordata dei suoi allievi partecipando sempre ben volentieri alle “rimpatriate” delle varie classi. Così come, dopo la scomparsa del marito Enzo, ha continuato a coltivare i suoi interessi culturali: fino a non molto tempo fa era sempre in prima fila a convegni, concerti o incontri, immancabil-mente assieme all’amica del cuore Evelina Poggioni-Monta-gnoni, la cui recente scomparsa l’ha colpita e non poco. Molti insegnanti e allievi di tante generazioni hanno voluto dare ad Elena l’estremo saluto nel corso della suggestiva cerimo-nia funebre presso la chiesa parrocchiale di Terontola. Nell’ indimenticabile ricordo che tutti noi abbiamo della Prof.ssa Elena, vadano alla famiglia le più sentite condoglianze da parte del Centro Sociale di Terontola.

ELENA GIOVANNINI V ed. MEZZETTI1926-2016

Lo scorso 8 Luglio 2016 se ne è andato serenamente un altro grande amico del Centro Sociale di Terontola, Dino SARTINI. Ci ha lasciati alla veneranda età di 96 anni, ben portati fino all’ultimo. Noi tutti di una certa età lo ricordiamo nel suo lavoro di “Stradino” alle dipendenze della Provincia (per tanti anni ha curato in particolare la manutenzione della strada dei Landrucci), sempre preciso, puntuale, attento alle esigenze della gente per la quale era divenuto un sicuro punto di riferimento. Si è goduto la sua pensione nell’ambito della sua bella famiglia e, fino dalla sua apertura, è stato un “cliente“ affezionatissimo del nostro centro So-ciale: puntualissimo ogni pomeriggio a giocare a carte o anche solo a scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Quando le gambe cominciavano a non sostenerlo più a dovere, non mancava di farsi accompagnare dal figlio o dai famigliari a questo suo imperdibile appuntamento quotidiano. Dino mancherà moltissimo a tutti noi e uniamo pertanto il nostro dolore a quello dei famigliari che stringiamo in un simbolico abbrac-cio porgendo le nostre più sentite condoglianze.

DINO SARTINI - 1920-2016

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A CURA DI CARLO ROCCANTI

All’età di 93 anni è scom-parso Luigi CAMERINI, padre dell’amico e com-paesano Ivo Ulisse CA-MERINI. Non posso farlo per mancanza di spazio, ma avrei voluto riportare integralmente lo stupendo saluto che Ivo ha rivolto al padre in occasione dei Funerali a Santa Marghe-rita il 2 Luglio scorso ( invito però i nostri lettori a leggerla integralmente

sul periodico “L’ETRURIA” ): mi limiterò a coglierne i punti salienti. Nativo e amante della Montagna Cortonese, Luigi (per tutti “Gigi”) ha continua-to a lavorare il suo terreno guidando il trattore e curando i suoi animali in quel di Cantalena fino a 91 anni: poi sono stati 15 lunghi mesi di calvario, amorevolmente assistito dai figli Ivo e Mirella che gli hanno pietosamente nascosto la vera natura del male che lo stava fiaccando. Gigi è stato “un vero esempio dell’incarnazione dell’articolo primo della nostra Costituzione Italiana che dice che l’Italia è fondata sul lavoro. Lavoro naturalmente difficile e senza resa, come quello di tanti altri boscaioli e contadini dell’Italia rurale”. Poi, con gli anni ’60, trovò una maggiore sicurezza economica col lavoro di Guardiacaccia e poi di Commesso Comunale, sempre però attaccatissimo alla sua casa di monta-gna e ai suoi boschi di Vallecalda, della Marroneta e dei Barocci. Nel 1942, a soli 19 anni, fu mandato al Fronte Francese come fante e condottiero di muli e qui lo colse lo sbandamento dell’ 8 Settembre 1943. Riuscì a tornare con grande difficoltà alla sua casa di Casale: qui si diede alla “macchia” dando una mano ai Partigiani: “fu tra coloro che, con pali di ferro e picconi, fecero crollare una parte del ponte della Cerventosa, inutilmente bombardato dagli Inglesi, per tagliare la ritirata ai Tedeschi”. Riuscì a sfuggire ai rastrellamenti dei Tedeschi ed alle ricerche dei Carabinieri di Cortona restando nascosto per due giorni di seguito nell’incavo di un grande Castagno. Bastano queste poche note a dipingere il perso-naggio ed i suoi valori che hanno accomunato la stupenda generazione degli anni ’20: “onestà, lealtà, sacrificio, amore alla famiglia e alla Patria, voglia di alzarsi preso alla mattina e passione vera al lavoro visto come mezzo di promozione umana”. Nel ricordo di Gigi, vadano alla famiglia ed in particolare al nostro amico Ivo Ulisse le più sentite condoglian-ze a livello personale ed a nome del Centro Sociale di Terontola.

LUIGI CAMERINI - 1923-2016Lo scorso 25 Luglio 2016, all’età di 82 anni, è passata miglior vita Maria Rosa MONALDI Vedova Stellitano. Per tutti è sempre stata “Rosina”, nata e vissuta al Bivio del Riccio sopra quello che è stato il primo negozio di scarpe della zona, una tradizione che è poi continuata in famiglia. Primogenita di una belle nidiata di figlioli (poi sarebbero arrivati Felice, Marcella e Giulietta), fu una sarta eccellente, vero punto di riferimento per l’intera zona. Convolò a nozze con un simpatico Agente della Polfer in servizio alla Stazione FFSS di Terontola che tutti noi ricordiamo con grande affetto e che ci ha lasciati da qualche anno: Filippo STELLITANO. Una gran bella coppia, vitalissima, impegnata nel sociale e nell’ambito della Parrocchia: poi vennero due figlie

Giuseppina (per tutti “Pinuccia”) e Maria Grazia che hanno ripreso in tutto e per tutto i saldi principi dei genitori. Il lento trascorrere del tempo e gli acciacchi inesorabili della “terza età” si sono fatti sentire in questi ultimi anni e non sono bastati la cura ed il grande affetto della famiglia verso la cara Rosina, tanto che l’inesorabile trapasso è stato visto per lei come una vera e propria “liberazione”. Il grande affetto di Terontola e dintorni per Rosina si è palesato in una chiesa stracolma con tantissima gente venuta a porgerle l’estremo saluto. Nel ricordo affettuoso della cara Rosina, il Centro Sociale di Terontola porge alla famiglia la sua vicinanza e le più sentite condoglianze.

MARIA ROSA MONALDI Ved. STELLITANO - 1933-2016

Sono pochi 51 anni per terminare l’esperienza di vita terrena. Proprio per questo la terribile notizia dello scorso 20 Luglio 2016 ha lasciato attoniti tutti noi che abbiamo conosciuto e apprezzato Claudia DI IORIO. Un fulmine a ciel sereno perché ben pochi sapevano del terri-bile male che la stava fiaccando e che ce l’ha rapidamente portata via. Claudia era brillante, uno spirito vivo, curiosa e amante della vita: così la ricordo fin da quanto, ventenne alla metà degli anni ’80, collaborava appieno con me e Domenico Baldetti nell’organizzazione delle Feste dell’Amicizia alla Pietraia e sapeva darci quel tocco di effervescente ottimismo nei non pochi momenti di “stanca” e di difficoltà. La vita di paese, seppur serena e tranquilla, non faceva però per lei, finendo per fiaccare la sua vitalità e per questo mise a frutto la sua conoscenza delle lingue trovando un lavoro che la realizzava: operatrice e animatrice turistica. In questo ambito ha girato mezzo mondo e negli ultimi anni ha lavorato soprattutto nei villaggi turistici in Sicilia e nel Meridione. Un lavoro gratificante, ma impegnativo del quale mi parlava con entusiasmo nelle poche volte che ci siamo incro-ciati negli ultimi anni. In questo momento di immenso dolore nel ricordo di Caludia mi sento particolarmente vicino al fratello Fabio e a tutta la famiglia porgendo le più sentite condoglianze a nome del Centro Sociale di Terontola.

CLAUDIA DI IORIO - 1965-2016

Lo scorso 11 Luglio 2016, ormai alle soglie del 92° compleanno, ci ha lasciati Irma MEONI Ved. Sartini, mia zia. Vorrei dedicare a lei un mio ricordo che sicuramente leggeranno con piacere quanti hanno apprez-zato lei ed il marito, Domenico SARTINI (per tutti “Mencone”, soprannome più che appropriato in virtù della sua forza e prestanza fisica) entrambi nativi di Cortoreggio dove hanno vissuto serenamente per tanti anni. Poi i duri anni di infermità che portarono alla morte di Domenico nell’ormai lontano 2002. La zia Irma si trasferì ben volentieri al Sodo di Cortona presso la figlia, mia cugina Santina, ed il genero Pa-squale RICCI. Altri anni vissuti serenamente fino all’inevitabile declino fisico (anche lei è rimasta inferma per diversi anni) ed alla recente scomparsa. Ho tanti bei ricordi di mia zia Irma, una persona veramente speciale così come lo zio “Mencone”: veramente una gran bella coppia. Ma vorrei ringraziare affettuo-samente i carissimi Santina e Pasquale per l’affetto e l’abnegazione dimostrata in questi anni nell’accu-dire prima “Mencone” e poi Irma, esempi sempre più rari in un mondo come il nostro che vede famiglie sfasciarsi ed i “vecchi” considerati sempre più come un peso. In questo momento di dolore vada a loro la mia affettuosa vicinanza e le più sentite condoglianze anche a nome del Centro Sociale di Terontola.

Claudio MEONI

IRMA MEONI Ved. SARTINI - 1924-2016

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GLI AMICI DEL C.S.T. A CASTELLUCCIO DI NORCIA E DIGNANO DI COLFIORITOPremetto doverosamente che non si tratta di una orga-nizzazione “ufficiale” del C.S.T., bensì di un appuntamento ormai tradizionale che il nostro attivissimo Livio BIAGIAN-TI organizza almeno un paio di volte all’anno coinvolgen-do diversi amici che gravitano attorno al Centro Sociale. L’occasione è quella del tradizionale “Pranzo della Pecora” presso gli amici del Circolo ARCI di Dignano con i quali Livio vanta ormai da anni un solido e radicato rapporto. A questo appuntamento viene generalmente abbinata una breve visita a qualche località della zona: ultimamente eravamo andati a Camerino, questa volta ci siamo spinti a Castelluccio di Norcia, sperando di poter assistere alla “fioritura” della splendida “conca” nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Così Domenica 19 Giugno 2016 ci siamo ritrovati alla Sede del C.S.T.: di buon mattino i 16 (con quattro autovetture) diretti a Castelluccio, più tardi altrettanti amici interessati solo al pranzo. Viaggio lungo, ma il paesaggio e i boschi rigogliosi della verde Umbria ci hanno ripagato ampiamente. Ma la vista mozzafiato dal “belvedere” in faccia a Castelluccio non è stata quella che speravamo (e con noi i tantissimi turisti con auto e cam-per che affollavano la zona): purtroppo la stagione fredda e umida ha ritardato la fioritura e l’immenso tappeto ver-de ai nostri piedi mostrava solo qualche striatura di giallo e viola. Non importa: foto ricordo a non finire, agevolate da una luce incredibile, con nuvole basse ed un arietta frizzante…. Il tempo ci ha comunque aiutati :infatti, non appena passato Castelluccio giù…acqua a catinelle fino a Dignano ! Tempo proprio adatto per mettersi a tavola di-fronte al caminetto dove arrostivano le mitiche bistecche e costolette di pecora. Clima immancabilmente allegro anche a tavola dove ci ha raggiunto, sorpresa graditissima !, anche l’amico Elio VITALI. Poi il ritorno a Terontola, con calma, passando per Foligno. Una bella giornata, impre-ziosita soprattutto dagli incredibili paesaggi della Conca di Castelluccio: un grazie al nostro Livio BIAGIANTI per il suo impegno nell’organizzazione.

Carlo ROCCANTI

CENA “DELLA LEPRE” AL C.S.T. E TANTO TIFO PER GLI “AZZURRI” AGLI “EUROPEI” Non c’è niente da fare, anche chi in genere non si interessa di calcio sente vibrare qualcosa dentro alle note dell’ “ Inno di Ma-meli” quando la Nazionale Italiana si schiera in campo… Lunedì 13 Giugno 2016 era stata messa in piedi una simpatica occasione di incontro: vedere assieme sul maxi-schermo la partita inziale degli Europei di Francia: appunto BELGIO-ITALIA. Era andata benissimo nonostante i pronostici ci dessero per sfavoriti e allo-ra…perché non ripetere l’iniziativa il successivo 22 Giugno contro l’IRLANDA ? Detto fatto, ma con una gustosa…aggiunta. Il nostro Socio e grandissimo amico Remo TOPINI ha offerto al Centro Sociale due belle lepri che aveva a suo tempo abbattuto in quel di Pietraia. Un gesto squisito che dimostra il suo attaccamento al nostro sodalizio del quale mi faccio interprete per un unani-me ringraziamento. Le nostre cuoche, ricorrendo ad una vecchia ricetta gelosamente custodita, hanno utilizzato le lepri per un enorme tegame di sugo abbinato alle canoniche “pappardelle”. Ne è venuta fuori una cena…coi fiocchi: accanto alle Pappardelle, anche un bel piatto di antipasti, poi la Porchetta, poi i cantucci col vinsanto…. Alle 20,00 in punto tutti a tavola…perché un’ora dopo sarebbe iniziata la partita ! Siamo stati benissimo (qualcuno aveva dubbi in merito…?) ed anche i più scafati cacciatori hanno dovuto ammettere che un sugo così proprio non lo ricordavano….! Meritatissimi applausi per le nostre cuoche ma soprattutto per il caro Remo TOPINI che il nostro Presidente CALZOLARI ha voluto omaggiare con un’artistica bottiglia di Grappa: dono in effetti non del C.S.T., bensì di un altro caro amico, Elio VITALI, che pur assente ha voluto offrirla lui, come spesso accade. Vada anche al caro Elio il ringraziamento da parte del Centro Sociale. Poi la partita con la sco9nfitta contro l’Irlanda: ma è stata solo un dettaglio… In effetti ci saremmo qualificati come primi del girone anche in caso di sconfitta: e così è stato anche perché, l’allenatore Conte ha giustamente schierato le “seconde linee” per far riposare i “titola-ri”. Se poi entrava quel “palo” di Insigne….! La bontà della cena e lo splendido clima di amicizia della serata ha fatto dimenticare questo piccolo…dettaglio. Un grazie di cuore ancora una volta alle nostre cuoche e al caro Remo TOPINI.

Carlo ROCCANTI

“MUSEO AI BORGHI” ALLE CAPEZZINE – UN MONUMENTO ALLA NOSTRA CIVILTA’ CONTADINAConoscevo a grandi linee l’antica passione dell’ amico Alessandro PELUCCHINI per il vecchio mondo della nostra incompa-rabile “CIVILTA’ CONTADINA”. Ne parlavamo spesso quando ci incontravamo per qualche evento (lui provetto suonatore di fisarmonica e colonna portante della “Corale Laurenziana”) e, nonostante i reiterati inviti, non ho mai trovato un momento per andare a vedere la sua raccolta di trattori e vecchi attrezzi contadini: di questo faccio umilmente ammenda…! Ora tutto questo si è trasformato in un vero e proprio museo, il “MUSEO AI BORGHI” alle Capezzine, a due passi dall’ Istituto Vegni dove Alessandro ha studiato brillantemente “Agraria”. Passione che scaturisce in lui fin dall’infanzia, legata all’amore per un vecchio trattore di famiglia (il mitico “Landini 25 a testa calda”). Poi la maniacale raccolta di vetusta attrezzatura agricola di famiglia integrata da tutta una serie di acquisti (iniziata oltre venti anni or sono !) fatti da un podere all’altro prima in zona e poi anche in tutta Italia. Una passione che Alessandro è riuscito a trasferire anche a tutta la famiglia che, a cominciare dal padre Gino, gli ha dato una enorme mano. Una decina di anni or sono la decisione di acquistare un vecchio podere alle Capezzine di Centoia: quello che con tanto lavoro, fatica e immensa genialità si è trasformato nel “MUSEO AI BORGHI”: oltre 1.500 m. coperti attorniati da quattro ettari di terra. Sale curatissime piene di vecchi attrezzi, trattori e quant’altro: un percorso sugge-stivo che mostra al visitatore in ogni dettaglio i vari ambienti della tipica casa colonica degli anni ’50. Dal forno alla stalla, dalla cantina alla cucina, dall’erbaio allo stalletto dei maiali e su fino alla cameretta da letto con i mobili e le stoviglie originali… e in ogni ambiente una foto "cartonata" in misura reale che ritrae i suoi famigliari impegnati nei lavori, ognuno nel suo ambiente. Preziosa soprattutto la collezione di trattori di ogni forma ed epoca, con pezzi unici di enorme valore a cominciare da quelli “a vapore” con in testa il primo trattore immatricolato a Cortona. Tutto questo abbiamo potuto ammirare nella “due giorni” di inaugurazione che si è tenuta Sabato e Domenica 21-22 Maggio 2016. Il tutto è iniziato nel pomeriggio di Sabato con una te-oria di trattori lunga più di un Kilometro che, dal vicino istituto Vegni, si è diretta alle sale del Museo. L’enorme spazio attorno era tutto un brulicare di animali tipici della nostra tradizione (oltre 100 le specie) con in testa un impressionate Toro Chianino campione nazionale (peso di oltre 17 q.li !) ed un Verro di quasi 6 q.li, tutti perfettamente allocati nel loro tipico ambiente. Poi greggi di pecore (il ricordo delle vecchie “Transumanze” verso la Maremma), oche, vacche e soprattutto cavalli. Gli ospiti sono stati accolti da tutta una serie di spettacoli a partire dalle evoluzioni a cavallo dei Butteri Maremmani, all’interno del grande recinto circondato dai nostri tradizionali carri e “barrocci” . Poi spettacoli folk col gruppo “IL CIILINDRO” in grande spolvero e serata danzante di assoluto prim’ordine col notissimo gruppo musicale “Bagutti”. Il tutto accompagnato da una ricchissima cena a buffet offerta agli ospiti (panzanella, porchetta, prosciutto e affettati “chianini” sugli scudi…) con la possibilità di una visita gratuita al museo in questi due giorni. Alessandro PELUCCHINI ha fatto veramente una gran cosa e credo che questo Museo (completo e curatissimo) non potrà che divenire una vera e propria “vetrina” per il vicino Istituto Vegni ed un imperdi-bile appuntamento nel percorso turistico di Cortona.

Carlo ROCCANTI

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9IMMAGINI

CENA “DELLA LEPRE” E TIFO PER GLI “AZZURRI” AL C.S.T.

LA NOSTRA CIVILTA’ CONTADINA AL “MUSEO AI BORGHI”

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“GIOVANI IN CONCERTO” - GLI ALLIEVI DI FRANCESCO SANTUCCI AL C.S.T.

Lo splendido rapporto personale che possiamo vantare con Francesco SAN-TUCCI (non per niente “Socio Onorario” del C.S.T.) si è felicemente abbinato con la “politica” che da sempre segue il Centro Sociale di Terontola: dare spazio e valoriz-zare le “eccellenze” locali nei più svariati campi artistici. Ne è venuta fuori una

bellissima e stimolante serata, quella di Sabato 18 Giugno 2016, che appunto ha visto esibirsi sul palco del Salone TUT-TINSIEME alcuni allievi del M° Santucci. Francesco ce lo aveva promesso da tempo e non possiamo che ringraziarlo di cuore per aver saputo ritagliare per noi qualche ora dalla sua fittissima agenda che, dopo la stagione alla RAI, lo vede impegnato per tutta l’Estate su e giù per l’Italia ed anche all’estero col suo magico Sax. Come “politica” ormai consolidata, il C.S.T. ha abbinato la serata alla raccolta offerte per una associazione no-profit del territo-rio: questa volta ci siamo impegnati per il vicino CANILE DI OSSAIA. Dopo il saluto di prammatica rivolto dal nostro Presidente Dr. Ivo CALZOLARI , di questa benemerita associazione ci ha parlato Oreste ANTONELLI, suo attuale Presi-dente. Con semplici ma sentite parole ha evidenziato l’impegno che danni svolge il Canile di Ossaia nel raccogliere e custodi-re gli “amici a quattro zampe” (in media ne ospita un centinaio) che necessitano di costanti cure e di un sensibile impe-gno economico solo in parte ripianato dall’ Amministrazione Comunale. Da qui la necessità non solo di raccogliere offerte materiali (in serate come queste o nelle raccolte di alimenti davanti ai

Supermercati) ma di attirare anche de volontari che possano dare una mano in tale ambito. Un cane (così come un gatto o qualche altro piccolo animale) sono un aiuto psicologico enorme soprattutto per anziani e bambini: queste affettuose bestiole non sono però un giocattolo del quale ci si stanca e poi si butta via. Tenere in casa un cane è un impegno che va ben ponderato, proprio per evitare quelle strazianti scene che ci capita di vedere a volte lungo le strade con cani abbandona-ti dai loro padroni perché “di peso”, specie quando si deve andare in vacanza…Parole che hanno ripagato il nostro impegno per aver contribuito a che questa bella associazione possa continuare a vivere e prosperare. Poi spazio allo spettacolo con l’amico Francesco SANTUCCI che ha pre-sentato, con giustificato orgoglio, i suoi allievi: tra questi non si è potuto esibire Giuseppe SOFIA (comunque presente in prima fila….) a causa di un recente infortunio ad una mano. Primo ad esibirsi il giovane paesano Marco BASSI, grande virtuoso del Sax (ha conquistato di recen-te il secondo posto al Concorso Musicale Ciro Pinzuti di Sinalunga), accompagnato alle tastiere dal M° Marco PANCHINI (che ben conosciamo per il suo impegno nell’ambito della Corale Laurenziana). Ci ha suonato alla grande tre brani: “Sicilien-ne”, “Fake Five” e “Blu Rondò alla turca” tra gli applausi del pubblico. Si è poi esibi-to Matteo BRANDINI di Marciano della Chiana (vincitore del Concorso Musicale Pinzuti di cui abbiamo detto). Sempre con l’ accompagnamento del M° Panchini alle tastiere, ci ha deliziati con l’unico brano di autore russo per sax: “Fantasia in fa mino-re” di Jascha Gurewich. Poi un altro pezzo di bravura, questa volta solo per sax senza accompagnamento: “Caprice en forme de valse “ di P. Bonneau, una vera “chicca” della musica francese del ‘900. Quindi una bella sorpresa….sempre in famiglia. Sara BASSI, sorella di Marco. Non è allieva di Santucci, ma il Maestro ce l’ha presentata ben volentieri. Sara si è esibita al flauto traverso con l’accompagnamento dell’a-retino Giulio VICHI alla chitarra classica presentando un brano bellissimo: “Sere-nade Op. 72” . Si tratta della nota com-posizione di Joseph Kuffner (1776-1856, compositore tedesco contemporaneo di Beethoven) che Sara e Giulio hanno reso alla grande, ricambiati dal lungo e convin-to applauso dei presenti. Quindi nuova

performance al sax di Marco BASSI che ci ha offerto “Sofisticata Lady” ed un brano noto a tutti: “Quando” , del compianto e indimenticabile Pino Daniele. Francesco SANTUCCI, giustamente orgoglioso dei suoi allievi (che ironicamente ha chiamato “Sussi e Biribissi”) ha tratto le conclusioni della serata. Questi giovani virtuosi della musica vanno apprezzati alla grande an-che perché è difficile vederne così assidui nello studio di questa difficile materia che, in un mondo superficiale come il nostro, viene intesa quasi come una…perdita di tempo anziché per quello che è veramen-te: una sana palestra dello spirito. Poi, da grande amante degli animali così come la moglie Antonella, ha apprezzato moltissi-mo l’abbinamento della serata al Canile di Ossaia e per questa idea ha ringraziato il Centro Sociale. Ma potevamo non “sfrut-tare” la presenza di Francesco Santucci ? Dietro sollecitazione del Presidente Cal-zolari ( che ha ben interpretato il pensiero di noi tutti), Francesco si è impossessato del sax di Matteo Brandini e ci ha offerto una esecuzione da par suo dell’immorta-le brano “Stardust” (“Polvere di Stelle”). Uno spettacolo veramente ben fatto e tanto più apprezzabile in quanto ci ha fatto conoscere due giovani locali virtuosi

della musica, quali i fratelli Marco e Sara BASSI, che ben pochi di noi conoscevano sotto questo aspetto: veramente bravi ! Il consueto rinfresco offerto dai Soci del C.S.T. ha concluso degnamente la serata permettendo il contatto diretto tra gli artisti ed il pubblico. Il Centro Sociale di Terontola si rallegra per la buona riuscita della serata e resta a disposizione per dare la giusta visibilità alle eccellenze artistiche della nostra zona.

Carlo ROCCANTI

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Leggendo l’interessante articolo sulla figura del “Pollaiolo” del nostro impagabile Lello BERNI, mi sono tornati alla men-te antichi ricordi di questo settore economico che, negli anni del dopoguerra e fino agli anni ’80, ha rappresentato un sicuro sbocco per la mano d’opera di tante persone nella nostra zona. Mi torna in mente la figura della Diamante, zia di mio padre, che faceva incetta di pollame dalle sue “poste fisse” dei contadini della zona e poi, con una valigia stracolma, partiva in treno per Roma ad ore antelucane per venderli a mercati o clienti ben fidelizzati. E come lei tanti altri, come ha ben ricordato Lello. L’allevamento del pollame all’inizio degli ’70 andò ad…” industrializzarsi” ed al Riccio si impegnò in tale ambito la famiglia Solfanelli. Dall’allevamento, i polli di giusto peso passavano alla fase della “pelatura” con molte donne del paese impegnate in tale ambito (vi potete immaginare il chiasso e le chiacchiere in quell’affollato capannone !). Ad un certo punto venne fuori una specie di… diatriba sindacale tra il “datore di lavoro” e le donne addette alla “pe-latura” che pretendevano una più congrua remunerazione minacciando, in caso contrario, di…. “incrociare le braccia”. Ancorché ventenne o poco più, colsi la palla al balzo e citai l’episodio (condito con tanta ironia…) nella mia composizio-ne “SATRIA RICCIAOLA” che lessi nel Febbraio 1973 in occasione dell’annuale Cena Paesana al Riccio. Una poesia che, come dice il titolo, voleva fare un po’ di satira sui vari personaggi del Riccio e su quando era avvenuto nel corso dell’an-no passato, prendendo ovviamente lo spunto dai fatti politici e di cronaca a livello nazionale calati opportunamente nella piccola realtà paesana del Riccio. Ecco dunque come trattai questo pruriginoso argomento:

Stò Settantadò passèteo,tra le tante ch’ha lascèto,mésse ‘n grandi discussionil’oparèi coi su padronipropio comme chèni e gattipél rinnòvo dei contratti.A stò punto el Solfanelli,che del pollo è ‘l Gianni Agnelli,s’è ‘rtrovèto ‘ntù n’impiccioche mèi ‘n s’èra visto al Riccio:uno sciòpro de campagnacontra chj troppo guadagna !Hano ditto i Sindachètiche si i polli van pelèti,dovràn dè quéi del polèopiù guadrìni a l’oparèo !Pe’ stò sciòpro ‘l Solfanellidisse: “L’atti non sòn belli:se discute ormèi da troppo…qui ce vù ‘l Ministro Toppoche farà ‘na mediazionep’arisòlve la quistjòne !”

La cosa si risolse naturalmente in breve tempo…a “tarallucci e vino”. Ma in questo brano della mia poesia avevo voluto evidenziare ironicamente il pesante clima del-le grandi vertenze nazionali sul rinnovo dei contratti. Erano continue ed estenuanti mediazioni tra i Sindacati ed il Governo rappresentato allora dal ministro Dionigi COPPO (1921-2003), dal Giugno 1972 al Giugno 1973 Ministro del Lavoro del Secondo Governo Andreotti. La quasi omonimia si prestava benissimo alla mia satira in quanto al Riccio avevamo Dino MANCIOPPI (detto “TOPPO”) che di mestiere faceva appunto il “Mediatore” anche se… di maiali al mercato del Giovedì a Camucia. Ancora ho nelle orecchie le risate e gli applausi convinti che accompagnarono questa mia composizione giovanile che descriveva con un sorriso e tanta ironia un mondo schietto e genuino che purtroppo non c’è più e del quale provo non poca nostalgia…... Carlo ROCCANTI

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DIARIO DI BORDO

Direttore Responsabile:Andrea LaurenziCapo Redattore:Carlo Roccanti Redattori: Raffaello BerniCollaboratoreClaudio MeoniImpaginazione:Marco Meoni

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Collaboratore: Claudio MeoniImpaginazione: Marco Meoni

La Redazione

Questo “DIARIO DI BORDO” vuole essere una semplice anticipazione delle attività messe in cantiere per la “ripresa dei lavori” autunnale del C.S.T. Si tratta di un programma “di massima” le cui date e caratteristiche sono soggette a probabili cambiamenti. Naturalmente nei prossimi numeri del giornale daremo ai nostri lettori i dovuti dettagli delle manifestazioni in programma. Nel frattempo, ad Agosto, il G.S. TERONTOLA organizza la tradizionale SAGRA DI BACIALLA il cui programma verrà ampiamente pubblicizzato. Si invitano soci e lettori a partecipare e, possibilmente, a dare una mano nell’ organizzazione dell’evento.Settembre 2016 – FESTA PER IL 12° COMPLEANNO DEL C.S.T. (la data prevista è l’ 11 Settembre 2016)Ottobre 2016 – Nuova BICICLETTATA AUTUNNALE DEL C.S.T. ( 9 oppure 16 Ottobre 2016) - CENA DEL PROSCIUTTO AL C.S.T. (13 oppure 20 Ottobre 2016) – GITA PER CASTAGNE AL MONTE AMIATA (Domenica 30 Ottobre 2016) - RACCOLTA E MACINATURA DELLE OLIVE (6 o 13 Novembre 2016) – CENA DI SAN MARTINO CON SPETTACOLO MUSICALE “ANNI ‘60” (Sabato 12 Novembre 2016)

UNA VECCHIA.....DIATRIBA SINDACALE IN QUEL DEL RICCIO

Il “ventenne” Carlo ROCCANTI mentre declama e poi assieme a Don Vincenzo Ginocchietti, Don Benito Charabolli, il Prof. Domenico Campanacci e il Dr. Luigi Nucciarelli tra l’allegria dei commensali

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GLI ALLIEVI DI FRANCESCO SANTUCCI IN CONCERTO AL C.S.T.