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LA GAZZETTA SCOLASTICA A CURA DEGLI ALUNNI DELLE CLASSI VB e V C DELLA SCUOLA PRIMARIA CAPACCIO SCALO - DIREZIONE DIDATTICA CAPACCIO II Numero speciale anno 2013 CAPACCIO, U PAESE MIO! S’affaccia Ra na terrazza Ngoppa a’ chiana E ngoppa u’mare Abbracciatu strittu Mienzu a dui munti! U’ prufumo ru ffieno Ra campagna Se sente fino indda I vicarieddi… E,ra chisti, finu a chiazza, se sente pure addore ra cucina, mmescato a chiru re li fiuri appisi a li balcuni! A stagione,u’ jiuorno , u’ sole cucente mboca tutto E le bie so sulitarie… Ma a sera Sott’a luna ngumbagnia re le stelle, ngoppa i giardinielli,tutt’quandi, nsieme ai vicchiarieddi a respirà aria frsca,genuina e pura! E chisti,recurdannese I tiempi passati Se condano i fatti loro E puru chiri re l’ati! Classe VB - VC EDITORIALE Con questa edizione straordinaria del nostro giornalino vogliamo farvi vivere un percorso magico per la conoscenza in profondità,di un territorio che è PATRIMONIO DELL’UNESCO, ricco di bellezze naturali, di storia, di scoperte, di leggende,di immensi tramonti mozzafiato… Il percorso che vi proponiamo vi strabilierà, perché noi, in tutti i nostri articoli abbiamo messo il cuore,l’amore nel presentarvi la nostra TERRA!!! METTETEVI COMODI e COMINCIATE questa bellissima lettura che vi farà “visitare”un luogo tra i più ricchi di storia e cultura e voi sapete bene che la cultura è la “COSA PIU’IMPORTANTE e LA VERA RICCHEZZA DI UN POPOLO. CAPACCIO Cominceremo dal nome del nostro paese, che è da tempo disputa e discussione dei tanti sindaci che si sono alternati, ma ora pare che I’attuale sindaco voglia mettere la parola fine,chiamando il nostro paese con due nomi che gli si addicono: ”CAPACCIO”, che è il paese antico arrampicato tra due monti bellissimi ed è proprio una “terrazza”che si affaccia sulla sua pianura fertilissima e sul suo mare che pare allungarsi, sulle spiagge immense, per abbracciare anche i suoi pendii… E poi la zona costiera” PAESTUM” che si divide: nella zona antica,nata 700 anni prima che nascesse Gesù, e nei vari borghi che si sono formati nel UN PO’ DI STORIA Cominciamo a farvi conoscere un po’ di storia prima di andare nei particolari…perché non si può valutare il presente se non si conosce il passato,in ogni cosa… Capaccio è il nome del comune in cui viviamo; è molto vasto e si estende dal mare fino alla montagna ed è attraversato da due fiumi, Sele e Solofrone che delimitano anche i confini con altri comuni. E’ un territorio ricco di tanti paesaggi diversi sia per la forma della terra che per le piante e gli animali che ci vivono,infatti:vicino al mare crescono le piante spinose,pelose e grasse,simili a quelle del deserto perché come loro sono capaci di vivere sulla sabbia senza far caso al vento forte,all’aria piena di salsedine e all’acqua salata. Qui l’uomo, 60 anni fa, ha piantato una lunga striscia di bosco di pini (pineta) per proteggere dal vento i terreni che coltivava vicino al mare Subito dietro la pineta si trova,infatti una grande distesa di terra pianeggiante:la famosa Piana del Sele che si è formata tanto tempo fa con le alluvioni dell’omonimo fiume;ogni volta che le sue acque uscivano dagli argini,allagavano tutto e quando poi ritornavano nel fiume lasciavano altre parti di terra,in pratica è un po’ il nostro “piccolo NILO” perché questo procedimento ha reso questo terreno fertilissimo. In passato qui c’era la palude e un grande bosco ma l’uomo per utilizzare il suo terreno così buono per le piante,ha prosciugato (bonificato)la palude e l’ha divisa in tanti campi da coltivare e ancora oggi è la ricchezza dei nostri coltivatori che vi producono moltissimi tipi di ortaggi,alberi da frutto e piante che servono a produrre il fieno per le bufale come il mais granturco, l’erba medica, il sorgo… tempo intorno alle bellissime bufalare, che sono edifici rurali a pianta quadrata o circolare che nel ‘700 venivano usate per la produzione della mozzarella che è stato ed è l’ORO di questa terra, prodotto che oggi è esportato in tutto il mondo. La bufalara, infatti, era caratterizzata da un focolare centrale, utilizzato per la lavorazione del latte, circondato da quattro pilastri che reggevano, insieme con i muri, il tetto. Oggi sono presenti i resti di diverse bufalare fra cui quella di villa Salati e la Masseria di Eliseo. Vicino ai fiumi invece cresce il bosco fluviale con alberi che amano l’umidità come il pioppo e il salice ; trovano il loro habitat molti uccelli e si fermano per riposare anche quelli migratori…E’ una festa vederli in attività per chi si sofferma ad osservarli… Bufalara Masseria Eliseo

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LA GAZZETTA SCOLASTICA A CURA DEGLI ALUNNI DELLE CLASSI VB e V C DELLA SCUOLA PRIMARIA CAPACCIO SCALO - DIREZIONE DIDATTICA CAPACCIO II

Numero

speciale

anno 2013

CAPACCIO, U PAESE MIO!

S’affaccia Ra na terrazza

Ngoppa a’ chiana E ngoppa u’mare

Abbracciatu strittu Mienzu a dui munti!

U’ prufumo ru ffieno

Ra campagna Se sente fino indda

I vicarieddi… E,ra chisti,

finu a chiazza, se sente pure addore

ra cucina, mmescato a chiru re li fiuri

appisi a li balcuni!

A stagione,u’ jiuorno , u’ sole cucente mboca tutto

E le bie so sulitarie… Ma a sera Sott’a luna

ngumbagnia re le stelle, ngoppa i giardinielli,tutt’quandi,

nsieme ai vicchiarieddi a respirà aria

frsca,genuina e pura!

E chisti,recurdannese I tiempi passati

Se condano i fatti loro E puru chiri re l’ati!

Classe VB - VC

EDITORIALE Con questa edizione straordinaria del nostro giornalino vogliamo farvi vivere un percorso magico per la conoscenza in profondità,di un territorio che è PATRIMONIO DELL’UNESCO, ricco di bellezze naturali, di storia, di scoperte, di leggende,di immensi tramonti mozzafiato… Il percorso che vi proponiamo vi strabilierà, perché noi, in tutti i nostri articoli abbiamo messo il cuore,l’amore nel presentarvi la nostra TERRA!!! METTETEVI COMODI e COMINCIATE questa bellissima lettura che vi farà “visitare”un luogo tra i più ricchi di storia e cultura e voi sapete bene che la cultura è la “COSA PIU’IMPORTANTE e LA VERA RICCHEZZA DI UN POPOLO.

CAPACCIO Cominceremo dal nome del nostro paese, che è da tempo disputa e discussione dei tanti sindaci che si sono alternati, ma ora pare che I’attuale sindaco voglia mettere la parola fine,chiamando il nostro paese con due nomi che gli si addicono: ”CAPACCIO”, che è il paese antico arrampicato tra due monti bellissimi ed è proprio una “terrazza”che si affaccia sulla sua pianura fertilissima e sul suo mare che pare allungarsi, sulle spiagge immense, per abbracciare anche i suoi pendii… E poi la zona costiera” PAESTUM” che si divide: nella zona antica,nata 700 anni prima che nascesse Gesù, e nei vari borghi che si sono formati nel

UN PO’ DI STORIA Cominciamo a farvi conoscere un po’ di storia prima di andare nei particolari…perché non si può valutare il presente se non si conosce il passato,in ogni cosa… Capaccio è il nome del comune in cui viviamo; è molto vasto e si estende dal mare fino alla montagna ed è attraversato da due fiumi, Sele e Solofrone che delimitano anche i confini con altri comuni. E’ un territorio ricco di tanti paesaggi diversi sia per la forma della terra che per le piante e gli animali che ci vivono,infatti:vicino al mare crescono le piante spinose,pelose e grasse,simili a quelle del deserto perché come loro sono capaci di vivere sulla sabbia senza far caso al vento forte,all’aria piena di salsedine e all’acqua salata. Qui l’uomo, 60 anni fa, ha piantato una lunga striscia di bosco di pini (pineta) per proteggere dal vento i terreni che coltivava vicino al mare

Subito dietro la pineta si trova,infatti una grande distesa di terra pianeggiante:la famosa Piana del Sele che si è formata tanto tempo fa con le alluvioni dell’omonimo fiume;ogni volta che le sue acque uscivano dagli argini,allagavano tutto e quando poi ritornavano nel fiume lasciavano altre parti di terra,in pratica è un po’ il nostro “piccolo NILO” perché questo procedimento ha reso questo terreno fertilissimo. In passato qui c’era la palude e un grande bosco ma l’uomo per utilizzare il suo terreno così buono per le piante,ha prosciugato (bonificato)la palude e l’ha divisa in tanti campi da coltivare e ancora oggi è la ricchezza dei nostri coltivatori che vi producono moltissimi tipi di ortaggi,alberi da frutto e piante che servono a produrre il fieno per le bufale come il mais granturco, l’erba medica, il sorgo…

tempo intorno alle bellissime bufalare, che sono edifici rurali a pianta quadrata o circolare che nel ‘700 venivano usate per la produzione della mozzarella che è stato ed è l’ORO di questa terra, prodotto che oggi è esportato in tutto il mondo. La bufalara, infatti, era caratterizzata da un focolare centrale, utilizzato per la lavorazione del latte, circondato da quattro pilastri che reggevano, insieme con i muri, il tetto. Oggi sono presenti i resti di diverse bufalare fra cui quella di villa Salati e la Masseria di Eliseo.

Vicino ai fiumi invece cresce il bosco fluviale con alberi che amano l’umidità come il pioppo e il salice ; trovano il loro habitat molti uccelli e si fermano per riposare anche quelli migratori…E’ una festa vederli in attività per chi si sofferma ad osservarli…

Bufalara Masseria Eliseo

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Il Castello di Capaccio

Sulle colline, invece, l’uomo coltiva le viti, i fichi,gli olivi…e la cosa fantastica è che crescono spontanee le querce e gli arbusti della macchia come il mirto e il lentisco(che è anche protetto perché si sta estinguendo) dove si nascondono i cinghiali le volpi e i tassi. Infine,sui suoi monti di Soprano e Sottano, dove volano i falchi e le poiane e dove l’uomo non può coltivare perché è troppo difficile e faticoso,troviamo solo gli alberi che formano il bosco di castagno,quello della quercia e tanti altri dove gli abitanti vi si recano per i picnic,per la frescura, per la tranquillità…Dove il bosco è stato tagliato per fare legna o per far pascolare gli animali,la montagna sembra una grande roccia senza terra e senza piante e sinceramente per noi non è uno spettacolo piacevole agli occhi…

Pur essendo così vario il nostro Comune, ognuno trova un posto bello dove andare ed in ogni stagione dell’anno c’è qualcosa di nuovo da fare e da vedere e non è solo la NATURA ad essere così diversa… Infatti il suo territorio,è diviso in tante contrade che,usando una parola un po’ difficile,sono diverse per il carattere SOCIO-ECONOMICO,che,volendolo spiegare un parole semplici, è il guadagno dei cittadini derivante da lavori diversi:turismo,agricoltura e commercio. Nella zona costiera,cioè quella vicina al mare,ci sono le contrade LAURA,TORRE e LICINELLA in cui sono stati costruiti moltissimi alberghi e stabilimenti balneari che in estate accolgono i turisti per trascorrere le loro vacanze. Nella pianura si trovano le contrade di PONTEBARIZZO, GROMOLA e SPINAZZO in cui oltre alle case nuove si sono conservati alcuni edifici rurali chiamati poderi dove abitano le famiglie di agricoltori che lavorano i campi e allevano le bufale,hanno in un cero senso sostituito le BUFALARE utilizzate un tempo,di cui vi abbiamo già menzionato. Invece nelle contrade di CAPACCIO SCALO e BORGONUOVO sono concentrati molti negozi,uffici e per questo somigliano a piccole città con scuole, palestre, giardini…Le contrade di RETTIFILO, SANTA VENERE e CAFASSO invece prima erano molto isolate dalle altre ma in questi ultimi anni anche queste si stanno trasformano in piccole cittadine. Quella più importante è però PAESTUM perché contiene i resti di una delle più belle città antiche del mondo. In questa contrada vivono pochissimi abitanti che lavorano nei bar,ristoranti e negozi di souvenir ed è vietato costruire qualsiasi cosa nuova, per poterla conservare così bella per sempre. Qui,da tutte le parti del mondo,ogni anno migliaia di visitatori vengono a conoscere questa città archeologica,il Museo Nazionale dove si conservano tutti gli oggetti lasciati a noi dagli antichi che gli archeologi hanno trovato e studiato per capire come vivevano prima i cittadini di Posidonia, Paistom o Paestum,i tre nomi con cui questa città è stata chiamata prima dai greci,poi dai lucani e,infine dai romani.

DUNQUE …avete visto che territorio immenso ha Capaccio? Ora però vogliamo farvi conoscere prima le cose più importanti di Capaccio e poi di Paestum per sapere qualcosa in più di questa antica città e poi ? Sorpresa,ci allungheremo alla foce del fiume Sele dove si trovano i resti di un importante santuario:HERAION,dedicato alla dea HERA che fu costruito dagli stessi Greci dopo aver fondato la bellissima città di POSEIDONIA…

CAPACCIO: LA SUA NASCITA E I SUOI MONUMENTI PIU’ IMPORTANTI Il nostro paese è sorto circa 500 anni fa,con il nome di Capaccio Nuova per distinguerlo da un centro più antico CAPUTAQUIS (Capaccio Vecchia) posto verso nord su di uno sperone del monte Calpazio e di cui oggi rimangono i resti delle case e di un castello. Fu lì che si rifugiarono gli abitanti di Paestum che abbandonarono la pianura a causa della palude e perché venivano attaccati dal mare dai pirati Saraceni.

CAPUTAQUIS, fu per molto tempo un centro molto importante fino a quando nel 1246 il castello venne preso d’assedio e distrutto. Per questo motivo gli abitanti si spostarono e costruirono quattro gruppi di case dette casali: MONTICELLO, VARRONCELLO, CASECAPPOLLA e SANTULIVETO che nell’insieme vennero chiamati CAPACCIO NUOVA

Un antico canto popolare di Capaccio ci parla di questi casali:

Capaccio bello, fatto a quatto pizzi, re tutt’e quatto mme so’nnamorato,

a Munticiello so li musi afflitti, a santuliveto li scummunecate,

‘nCasecappolla ng’è la rosa reccia, nmienzo a lu lauro la rosa ngarnata,

si vuoi sapè addò so le bellizzi: ra lu tempone fi’a lu Capostrata.

Così era Capaccio 350 anni fa (alla metà del 600), quando l’aumento della popolazione non aveva ancora riempito di case lo spazio che separava i Casali e non era ancora stato costruito il convento di S.Antonio. Questa parte del paese considerata allora la sua periferia era invece occupata dal “bosco di Luca”. Dal XVIII sec.,a Capaccio, già sede vescovile, divenne un centro molto importante abitato da famiglie nobili. Nel suo territorio si producevano grano,legumi,frutta,vino,olio e fiorente era anche il pascolo sulle montagne. Da circa 100 anni fa,l’aumento della popolazione ha portato alla costruzione di nuove case fino a trasformare il paese in quello che vediamo oggi…

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ORA VI PRESENTIAMO IL CENTRO STORICO Quando si visita un luogo nuovo non bisogna mai dimenticare il suo centro storico,perché lì si trovano sempre le cose più belle e interessanti per conoscerne la storia e, del nostro vi possiamo garantire ne rimarrete affascinati!!!Forza andiamo a scoprirlo insieme,vi proponiamo di servirvi della nostra mappa…

I GIARDINI DEL TEMPONE E PALAZZO TANZA Il nostro percorso di visita parte dai giardini pubblici del paese realizzati nel luogo detto TEMPONE. Su questi giardini si affacciano diversi bar perché questo è il luogo di incontro degli abitanti di Capaccio e qui vengono anche a giocare i bambini. In estate la piazza si riempie di persone perché i capaccesi, che per lavoro sono andati a vivere in altre città italiane,tornano nel loro paese di origine per trascorrere le vacanze e a questi si uniscono anche i turisti che stanno scoprendo anche questo tesoro oltre a PAESTUM.

In questa piazza-giardino,come in tutte le piazze c’è il suo monumento ai caduti costruito per ricordare ed onorare tutti i cittadini di Capaccio che sono morti in guerra per difendere la Patria. Da qui si ci può affacciare(vi abbiamo già detto che è proprio una terrazza) e guardando in alto verso EST si vede Monte Soprano mentre girandosi ad OVEST si vede Monte Sottano, la bellissima piana del Sele e lo spettacolare golfo di Salerno nel mar Tirreno e quando l’aria è limpida e chiara si può vedere l’isola di Capri. Da questi giardini,camminando lungo il corso Vittorio Emanuele,entriamo nel centro storico di capaccio che inizia nel punto in cui la strada diventa più stretta tra il muro di recinzione del giardino di Palazzo Tanza e di un piccolo edificio che gli sta di fronte. in passato questi due edifici erano uno degli ingressi del paese.

IL MERCATO DEL PESCE E LA TORRE DELL’OROLOGIO Lasciandoci alle spalle il Palazzo Tanza si passa davanti alla sede del Municipio,si prosegue lungo una stradina su cui si affacciano piccole botteghe(dal fascino antico)e abitazioni e si arriva nella Piazza dell’OROLOGIO chiamata così per la presenza di una Torre campanaria che in cima ha 4 orologi. Questa torre è stata costruita utilizzando le pietre del campanile della Cattedrale di S.Pietro crollata alla fine dell’800 e a cui appartenevano anche le statue dei due leoni che oggi troviamo vicino alla torre. In questa piazza si svolgeva il mercato del pesce e ancora oggi si possono vedere i banchi in pietra dove veniva esposto il prodotto.

LA BARBERIA MARINO

Sempre in Piazza Dell’Orologio si affaccia un’antica barberia che oggi: udite! udite! E’ diventato un piccolo museo perché dentro troverete conservati tanti oggetti del passato e foto d’epoca. Il proprietario poi è una persona molto simpatica e sempre disponibile a raccontare a chi desidera sapere…Chi entra qui dentro,con un po’ di fantasia ,torna indietro nel tempo. E’ un luogo da visitare,non si può non farlo per chi viene nel nostro paese. PALAZZO LONGOBARDI e PALAZZO CARDUCCI

Proseguendo si sale lungo via S.Agostino una stradina molto bella dove si possono vedere i portali (l’arco di pietra intorno al portone)dei palazzi nobili con disegni di figure di animali(zoomorfe)e umane (antropomorfe) che servivano a tenere lontani gli spiriti maligni,la paura e la cattiveria, insomma contro il MALOCCHIO (credenza molto diffusa un tempo e ancora oggi purtroppo)arriviamo nel largo di Torre Eliseo e fermiamoci a guardare i disegni del portale del 600 di palazzo longobardi di fianco al quale ci sono anche due maschere che reggevano l’anello dove si legava la corda degli asini e perciò dette: formelle degli asini. Queste maschere sembrano quasi affondate nel muro a causa delle numerose volte che il palazzo è stato intonacato.

I giardini del Tempone

Palazzo Tanza

La Torre dell’Orologio

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LE CORTI DEI PALAZZI Continuando l’itinerario,alla fine di via S.Agostino incrociamo via Costabile Carducci e giriamo a destra. Qui incontriamo tanti altri palazzi nobiliari.Curiosiamo affacciandoci nelle loro corti e quando arriviamo al vecchio negozio di merceria Nicodemo spiamo nella feritoia presente nel muro.Da qui in passato si sorvegliava la strada sottostante con il fucile.Il proprietario della merceria Nicodemo era un vecchio signore che ha trascorso le sue giornate,fino alla morte avvenuta a 100 anni, davanti al suo negozio,perché lì,pur non vendendo più niente,conservava le ultime cose come un tesoro e tutti i suoi amici gli tenevano compagnia,seduti davanti al negozio quando il tempo lo permetteva.

PALAZZO STABILE, LA FONTANA DEI DELFINI E IL FRANTOIO Procedendo per via Monteoliveto ci fermiamo davanti al palazzo Stabile un edificio del 1800, bello ancora oggi anche se in condizioni di degrado,perché non è stato conservato bene. Nei suoi pressi c’è un’antica fontana detta dei” tre delfini” anche se,osservando bene la forma di questi pesci viene il dubbio che si tratti di qualcos’altro. Poco distante da questa fontana c’è un edificio stretto e lungo. Si tratta di un vecchio frantoio che come accade per i palazzi porta il nome dei proprietari,la famiglia D’Alessio.Non è possibile visitarlo ma al suo interno sono conservati disposti come tanto tempo fa tutti i macchinari per produrre l’olio.

IL CONVENTO DI S.ANTONIO Senza accorgercene,abbiamo fatto un giro e siamo tornati in piazza Orologio. Allora ritorniamo ai giardini del Tempone attraversiamo l’incrocio con via Carducci,saliamo delle scalette e ci avviamo verso la zona in cui tanto tempo fa c’era il Bosco di Luca.Qui andremo a visitare il Convento di S.Antonio che ha una storia lunga e complicata. Questo edificio fu costruito nel 1500 dai frati Carmelitani che vi abitarono fino al 1652.Una legge del papa InnocenzoX che ordinava la chiusura di tutti i Conventi che avevano un numero inferiore a dodici li costrinse a lasciare il convento. Poi un terremoto lo fece crollare ma nel 1710 si decise di ricostruirlo e vi andarono ad abitare dei frati francescani. Nel 1866 a causa di altre leggi del nuovo Stato Italiano il convento fu chiuso ma l’edificio fu utilizzato per altre funzioni: carcere, scuola, casa comunale, uffici giudiziari. Finalmente nel 1934 anche grazie all’aiuto dei cittadini di

PALAZZO RUBINI e PALAZZO BELLELLI Continuando arriviamo in via Contrammiraglio Vecchio dove c’è Palazzo Rubini, un edificio dalla forma strana, completamente circondato da vie pubbliche, con un portale in pietra calcarea(come quelle del Monte Soprano)da cui si entra in un androne dove è situato un bel pozzo. Da vedere è anche uno dei palazzi Bellelli, che è stato restaurato, di cui guardiamo le mensole e le ringhiere dei balconi del secondo piano. Particolare è il portale in pietra calcarea decorato con disegni fitomorfi, cioè dalla forma di piante,. Più avanti si incontra un altro edificio appartenente a questa famiglia caratterizzato da un bellissimo giardino pensile.

Capaccio il convento fu riaperto e tornarono i frati francescani che lo hanno abitato fino a qualche anno fa. All’interno dell’edificio c’è un chiostro,uno spazio aperto circondato da un percorso ad archi. Sul suo portone d’ingresso è scolpito lo stemma più antico del comune di Capaccio (risale alla prima metà del 600). Gli storici hanno cercato di interpretare il significato degli elementi del gonfalone,andato,che era di colore rosso, con il campo azzurro e le figure dorate. Le torri collocate sul monte rappresenterebbero i tre centri abitati su cui in passato si estendeva il dominio della contea. CAPACCIO VECCHIO (torre centrale Maggiore). La luna che cresce (Montante) accompagnata dalla stella d’Italia (Venere) annunziano la primavera. La parte del convento che si affaccia sul chiostro è diventata sede del Museo del Gran Tour per ricordare il viaggio di cultura che gli stranieri facevano nell’800 a conoscere le città d’arte importanti come Paestum.

Palazzo Rubini Palazzo Bellelli

Palazzo Stabile

Il Convento di Sant’Antonio

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E ALLORA ANCHE NOI, COME VIAGGIATORI DI UN TEMPO, SALUTIAMO CAPACCIO E ANDIAMO A VISITARE LE ROVINE DI PAESTUM …

Tanto tempo fa (2700 anni fa, cioè 700 anni prima che nascesse Gesù) un gruppo di uomini lasciò la Grecia,loro terra di origine, e partì con le navi in cerca di luoghi dove fondare nuove città. Arrivati in Italia si fermarono in Calabria dove costruirono la città di Sibari. Più tardi alcuni coloni di Sibari (sibariti) partirono di nuovo e arrivarono con le navi di fronte alla nostra costa. Essi rimasero colpiti dalla bellezza del paesaggio che in quel tempo era molto diverso da come oggi lo vediamo. Una fascia di montagne(dune) di sabbia separava il mare da una laguna e vicino a quest’ultima si innalzava dalla terra una grande roccia di travertino alta fino a 17 metri. Decisero di fermarsi qui, fecero amicizia con i pochi abitanti indigeni e fondarono la città di Poseidonia in onore di Poseidon, dio del mare ed Hera, la dea protettrice della terra e della fertilità. Costruirono le strade, le case, i templi(le chiese di allora) e gli edifici pubblici dove si incontravano e discutevano i cittadini. In poco tempo Poseidonia divenne una città molto importante e si cominciarono a produrre monete d’argento su cui era raffigurato il dio Poseidone con il tridente in mano. Dopo circa 200 anni dalla fondazione di questa città scoppiò una guerra tra i greci di Poseidonia e i Lucani, uomini arrivati nel corso degli ultimi anni dalle zone più interne della nostra Regione. I Poseidoniati furono sconfitti e la città passò sotto il dominio dei Lucani e fu chiamata Paistom. La storia antica di Poseidonia non finisce qui ma gli archeologi non sono ancora riusciti a ricostruire con precisione tutto quello che è successo dopo. Si sa solo che nel 273 a.C.Poseidonia divenne colonia di Roma e assunse il nome di Paestum. Ma non dovete pensare che tutto accadde all’IMPROVVISO, perché prima di questo cambiamento i nobili Lucani avevano fatto amicizia con i Romani che più tardi presero il comando della città… E poi cominciò il declino di questa bella città che si restrinse sempre più a causa dell’avanzare della palude fino al X secolo fu completamento abbandonata anche per paura degli attacchi dei pirati Saraceni(e questa storia si ricongiunge e continua , come già vi abbiamo raccontato con quella di CAPUTAQUIS).

Paestum fu sepolta da boscaglie e paludi, rimanendo nascosta agli uomini fino alla metà del XVIIIsec. (cioè fino a 250 anni fa), quando, sotto il regno di Carlo Borbone, si cominciarono a costruire delle strade. Durante questi lavori si scoprirono i templi e per questo motivo cominciarono ad arrivare da tutta l’Europa studiosi e letterati e Paestum divenne tappa obbligata per il “GRAN TOUR”(come vi abbiamo già spiegato con il convento di Capaccio, ricordate?) Per evitare confusione, durante la visita di Paestum o di una qualsiasi altra città archeologica, dovete sapere, innanzitutto che quello che si vede non è tutto quello che si è conservato,nel senso che molte cose si trovano ancora sottoterra, vengono scavate dagli archeologi, studiate e poi ricoperte. Dovete immaginare la città come tanti strati in ognuno dei quali gli archeologi trovano le cose di un pezzo della sua storia. Nel caso di Paestum, i monumenti romani, che sono più recenti, si trovano quelli greci. Sono gli archeologi a decidere se fermarsi a scoprire le cose dei Romani o a scavare più sotto fino allo strato greco. Ecco perché visitando la nostra città si vedranno contemporaneamente i monumenti di epoche anche molto lontane una dall’altra. Dovete essere voi visitatori a cercare di immaginare come era la città in un’epoca e poi in un’altra… PROVATE CON LA FANTASIA A IMMAGINARLA… noi l’abbiamo fatto questo gioco.

Poiché non sarà possibile parlare di tutti i monumenti che vedrete, noi in questa immagine vogliamo farvi soffermare a guardare come appare la città dall’alto . Come potete osservare, tutta la città è circondata da mura altissime che la proteggono dagli attacchi dei nemici. Nella città oggi vediamo i Templi e l’ Ekklesiasterion (lo spazio in cui i cittadini si riunivano per parlare di politica,un po’come le nostre piazze oggi) di periodo greco,i resti delle ville, dei negozi, il foro e l’anfiteatro di periodo romano. Tutto intorno ci sono i campi coltivati in cui gli archeologi fanno ogni anno dei piccoli scavi (saggi di scavo) per ricostruire l’organizzazione completa della città. CI VORREBBERO TANTISSIMI ANNI E TANTI SSIMI SOLDI PER SCAVARLA TUTTA

LA MERAVIGLIOSA STORIA DI POSEIDONIA-PAESTUM Per noi bambini non è stato semplice comprendere la storia di questa importantissima città antica, però la grande curiosità che ci animava ci ha spinto a saperne sempre di più e, come dice la maestra, crescendo capiremo quale grande fortuna abbiamo avuto a nascere o a venire a vivere in un posto unico al mondo e dovremo darci da fare per proteggerlo e farlo rispettare da tutti e noi (che siamo il futuro) saremo i veri custodi di questa città! Allora diamo inizio al racconto.

Lo scarpone

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All’esterno della città ci sono le necropoli (cioè i cimiteri) dove gli archeologi hanno trovato bellissime tombe ricche di oggetti che gli antichi lasciavano ai defunti pensando ad una vita oltre la morte. Purtroppo, dovete sapere, che queste tombe sono state scoperte dai ladri che le hanno derubate dei loro arredi per venderli a collezionisti delinquenti. RICORDATE CHE QUESTE COSE HANNO VALORE SOPRATTUTTO QUANDO RIMANGONO DOVE LE HANNO LASCIATE GLI ANTICHI perché solo così gli studiosi riescono a ricostruire la loro storia e dopo un accurato e minuzioso studio gli oggetti vengono portati nei laboratori di restauro archeologici e poi esposti nei musei. Da ammirare nel nostro museo la lastra più famosa: IL TUFFATORE.

IL SANTUARIO DI HERA AL SELE Ora vi parleremo di un luogo bellissimo ma poco frequentato,ma secondo noi non si può andar via da Paestum senza aver visitato il MUSEO NARRANTE di HERA Argiva in cui non ci sono reperti e cimeli da vedere ma filmati,ricostruzioni tridimensionali,video installazioni,effetti sonori e pannelli illustrativi che raccontano l’antica storia del posto. Questo posto si trova a nord di Paestum,sulla riva sinistra del fiume Sele, dove gli studiosi Paola Zancani Montuoro e Umberto Zanotti Bianco,durante l’esplorazione della palude,nel 1934 ne fecero la scoperta. Trovarono i resti di un grande santuario extraurbano dedicato alla dea Hera. La maggior parte di esso, deve essere ancora scavato, ma in quell’epoca grazie a questi due archeologi furono ritrovate le lastre di pietra (metope) che adornavano un tempio. Queste metope ricche di figure in rilievo sono oggi conservate nel museo di Paestum. Anche se è difficile capire cosa c’è in questo posto gli studiosi hanno rilevato delle sale da banchetto (ritrovamento di ossi e altre residui del pasto e tracce di bruciato della cucina) dove i pellegrini venivano ospitati durante le sacre cerimonie del santuario e due templi con altari di cui quello più grande si chiama Tempio maggiore. Questo tempio aveva otto colonne sulla fronte e diciassette sui lati lunghi. In un altro edificio è stata ritrovata una statuetta in marmo con Hera seduta in trono con il melograno,che ci ricorda l’attuale Madonna del Granato! Secondo la tradizione mitologica questo santuario era stato fondato da Giasone che insieme agli Argonauti era arrivato sul Sele con la nave Argo. Per questo motivo la dea Hera è chiamata anche con il nome di Hera Argiva. Dopo la visita al santuario di Hera è fatto obbligo fermarsi al piccolo museo allestito vicino all’area di scavo per capire meglio l’origine e le caratteristiche di questo luogo.

Ma sono i tre Templi di Cerere, Nettuno e la Basilica continuano a rappresentare con la loro imponenza la gloria di una dominazione iniziata oltre duemila anni fa. Il più imponente dei tre Templi ,in stile dorico, è Nettuno, con il suo perimetro composto da quaranta colonne perfette ed eleganti. La Basilica è il Tempio più antico, i greci impiegarono ben trent’anni per costruirlo. Il Tempio di Cerere era in realtà dedicato alla dea Athena e anch’esso in stile dorico. I tre edifici sono compresi nel perimetro delle mura, che corrono intorno all’antica città per 4750 metri, interrotti in corrispondenza dei punti cardinali da quattro porte di accesso: Porta Sirena, Porta Giustizia, Porta Marina , Porta Aurea.

La Tomba del Tuffatore

Statuetta della dea Hera Argiva

Porta Sirena

Il Tempio di Cerere

Il Tempio di Nettuno

Basilica

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LA MOZZARELLA Fra i primi prodotti italiani ad ottenere dalla Commissione UE la registrazione quale Denominazione di Origine Protetta (DOP), fin dal maggio del’96, la mozzarella è un formaggio fresco a pasta filata, con sfoglie sottili, con crosta molto sottile e lucente di colore bianco porcellanato, fresco e fragrante, dal profumo di fermenti lattici vivi del latte intero di bufala,che ne determina il gusto caratteristico. In origine non veniva messa nella sua acqua di governo ma veniva avvolta in foglie di giunco o di mortella e venduta in ceste di castagno. Numerosi sono i caseifici sorti e molti lavorano ancora il prodotto con il sistema usato anticamente nelle bufalare, ovvero senza mezzi meccanici ma con il lavoro dell’uomo. ASSAGGIARE PER CREDERE!!!

Il CARCIOFO Tenero, gustoso e dal sapore lievemente amarognolo, il carciofo di Paestum rappresenta una delle più rinomate specialità gastronomiche della Piana Del Sele. Carnoso, dal colore verde chiaro,talvolta rosaceo nella parte superiore si caratterizza per la sua precoce maturazione che gli consente di essere sulle tavole prima di ogni altro carciofo della sua tipologia. Questo nobile ortaggio, il “re dell’orto”approda a Paestum in seguito all’iniziativa di agricoltori che impiantarono i cosidetti ”carducci” (termine che indica la provenienza dal cardo selvaggio) proprio nell’area adiacente i famosi templi e poi, la coltivazione, si è diffusa rapidamente nel resto della pianura grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche. Questa specialità, dall’alto valore nutritivo si presenta ad essere preparata in tanti modi,come dimostra la festa del carciofo,una nota manifestazione alle porte della zona archeologica (25 Aprile-1^Maggio) anche celebra il carciofo di Paestum quale protagonista indiscusso di molte ricette della tradizione culinaria locale. VENITE A QUESTA FESTA E CONSTATERETE CHE E’ TUTTO VERO!!!

NOI ABBIAMO FINITO IL NOSTRO “VIAGGIO”, ci auguriamo vi sia piaciuto e soprattutto vi invitiamo a venire a vivere realmente questo” excursus”con in mano il nostro giornale come “ACCOMPAGNATORE DI VIAGGIO”, sarà sicuramente un’ottima guida!!! ARRIVEDERCI A PRESTO!!!

IL NOSTRO TERRITORIO NON E’ SOLO STORIA… Nel nostro territorio la tradizione è fonte di ricchezza e sinonimo di cultura e genuinità. Ciò si riscontra anche sotto il profilo enogastronomico (come già abbiamo accennato) grazie alla presenza di una vasta gamma di prodotti tipici,tra cui: il carciofo e la mozzarella, entrambi tutelati da marchi di qualità.

La più grande tradizione, oltre alle varie festività delle diverse contrade, è quella che accomuna tutto il territorio: LA MADONNA DEL GRANATO il 15 di agosto. Il santuario che custodisce questa madonna domina l’intera pianura e ogni anno in questo giorno i cittadini si recano in pellegrinaggio sin dalle prime ore dell’alba e i più , per tradizione, lo raggiungono a piedi. Le contrade recano “barche votive” in segno di devozione o per ringraziamento.

Il Santuario della Madonna del Granato Barca votiva - Centa

Il carciofo di Paestum

La lavorazione della mozzarella

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A cura degli alunni della classe VB - VC del plesso

di scuola primaria di Capaccio Scalo:

Alfano Vincenzo, Barlotti Corrado,

Bisogno Andrea Maria, Capaccio Simone,

Capo Giorgia, Caroccia Jacopo Francesco,

De Falco Cesare, De Vita Michele,

Di Lisi Marco, Lanzara Enrica,

Leggieri Giuliana, Mancuso Samuele,

Mandetta Domenico Pio, Marandino Benedetta, Matrone Maria Irene,

Morena Maria, Pingaro Vincenzo,

Quaglia Pasquale Pio, Rizzo Martina, Salzano Elena,

Serriello Angela, Vecchio Domenico, Calderaro Marcello, Catauro MariaLucia,

Collaro Nicola, Damolideo Angela, Damolideo Chiara,

Delli Santi Vincenzo, Di Filippo Alex,

Frunzo Vincenzo Giuseppe, Madonna Paolo, Matrone Davide,

Meluccio Francesca, Merola Martina, Merola Pasquale,

Patella Amodio Francesco, Raimo Francesco, Suriano Teresa, Ventre Marta,

Vona Giovanni

Docenti Casella Vittoria - Sodano Anna

Dirigente Scolastico Dott.ssa Enrica Paolino

PAESTUM Tra pianura, collina e mare C’è un paese da esplorare.

Al mattino il sole brilla Sulla terra piatta e tranquilla.

Le sue pietre antiche, dal mare bagnate Sono orme dai greci a noi tramandate Pietra su pietra e un tempio ti appare

La conoscenza ad aumentare.

Le verdi chiome degli alberi ridenti Accendono i sorrisi non più spenti. Infuocati tramonti, fanno d’ingresso

Al paese sempre più spesso!

Dalle case si spande il profumo Dei fiori, cullati dal vento

Che dai balconi danno un sorriso A questo luogo di paradiso!

LA MIA CARA PAESTUM

Quando a Paestum mi son ritrovata Sono rimasta del tutto incantata Tutto intorno si ergeva la storia

Diffondendo in tutti un senso di gloria Nonostante guerre e terremoti passati

I templi resistono inalterati . Se senti delle rose il soave profumo

Ti sembra che intorno a te non ci sia nessuno Solo gli uccelli a cinguettare

Nel cielo azzurro come il mare!

Tra le colline, il sole morente Crea un’atmosfera con aria struggente

E mentre percorri ogni sua via Dai tutto lo spazio alla fantasia!

Con Ammirazione Percorro Antiche Contrade e Colline Immense Onorando il mio paese!

Per Antichi E

Storici Templi Uniti Marciamo

Testimonianze E un Magnifico Passato Letizia Impone!

Tutto grandioso E per sempre;tra Milioni di anni Per noi resteranno e Luna e stelle Illuminarli sempre dovranno!

CAPACCIO il mio paese

Si affaccia Da una terrazza Sopra la pianura E sopra il mare

Abbracciato stretto Da due monti.

Il profumo del fieno

della campagna si sente fin dentro

i vicoletti e ,da questi,

fino alla piazza, si sente pure l’odore

del cucinato mischiato a quello dei fiori

appesi fuori ai balconi!

D’estate ,Il giorno ,il sole Riscalda tutto

E le vie sono solitarie Ma la sera

Sotto la luna In compagnia della stelle,

sopra i giardini,tutti quanti, insieme ai vecchietti si respira aria fresca

genuina e pura!

E questi ricordando Il tempo passato

Si narrano i fatti loro E pure quelli degli altri!

Classe VB - VC

PAESTUM Ti conosce tutto il mondo

E io ti raggiungo in un secondo! Sei più vecchia di Gesù

Ma non tutti lo ricordano più!!!

C’è il mare il sole e le passeggiate Sei bella d’estate con le lunghe giornate!

Numerosi turisti vengono giù Ma non tutti ti apprezzano più!!!

C’è la collina e c’è la campagna E alle spalle c’è la montagna!

Ulivi e vigneti regali tu Ma la gente non li valuta più!!!

Se noi bambini ripuliamo l’ambiente

Solo così la tua bellezza si risente! Anche il cielo diventerà più blu

E la gente ti amerà di più!!!