Ecoterrorismo

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L'UTOPIA VERDE TRA ECOLOGIA RADICALE ED ECOTERRORISMO Giuseppe Gagliano Youcanprint.it

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Gagliano Giuseppe è nato a Como e si è laureato in Filosofi a presso l’Università Statale di Milano. Ha conseguito il Master in Studi strategici e Intelligence e quello in Diritto internazionale e confl itti armati. È stato co-directory della ISF e attualmente è coordinatore dello Strategicgroup. Ha pubblicato “Sicurezza internazionale e controllo degli armamenti”, “Il potere marittimo negli scenari multipolari”, “Studi strategici. Introduzione alla confl ittualità non convenzionale, vol. I”, “Studi strategici. Il ruolo della confl ittualità non convenzionale nel contesto delle ideologie antagoniste del novecento, vol. II”,”Studi Strategic.Intelligence e strategia”,”Problemi e prospettive dei movimenti antagonisti del novecento”.

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L'UTOPIA VERDE TRA ECOLOGIA RADICALE

ED ECOTERRORISMO

Giuseppe Gagliano

8.00 €

Gagliano Giuseppe è nato a Como e si è laureato in Filosofi a presso l’Università Statale di Milano. Ha conseguito il Master in Studi strategici e Intelligence e quello in Diritto internazionale e confl itti armati. È stato co-directory della ISF e attualmente è coordinatore dello Strategicgroup. Ha pubblicato “Sicurezza internazionale e controllo degli armamenti”, “Il potere marittimo negli scenari multipolari”, “Studi strategici. Introduzione alla confl ittualità non convenzionale, vol. I”, “Studi strategici. Il ruolo della confl ittualità non convenzionale nel contesto delle ideologie antagoniste del novecento, vol. II”,”Studi Strategic.Intelligence e strategia”,”Problemi e prospettive dei movimenti antagonisti del novecento”.

Lo scopo del presente volume consiste nella disamina delle principali scuole di pensiero strategico nello scenario attuale in relazione al fenomeno ecoterrorista prendendo in attenta considerazione i risultati delle analisi delle agenzie di intelligence europee e americane.

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                                                          GAGLIANO GIUSEPPE                 

             L'UTOPIA VERDE        TRA ECOLOGIA RADICALE ED ECOTERRORISMO 

 

 

 

 

 

 

      

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SOMMARIO

INTRODUZIONE pag. 3

CAPITOLO PRIMO.

L'ecologia radicale pag. 4

Definizione di ecologia radicale pag. 5

Predecessori storici dell'ecologia radicale pag. 6

CAPITOLO SECONDO

Aspetti epistemologici della Conflittualità non convenzionale pag. 8

Guerra e strategia nella Conflittualità non convenzionale pag. 8

CAPITOLO TERZO 

Definizione di Terrorismo ed Ecoterrorismo pag. 15

Analisi dell'Ecoterrorismo pag. 16

1. L'ecoterrorismo nell'analisi della Defense Intelligence Agency pag. 16

2. Le misure statunitensi contro l'ecotterrorismo pag. 18

3. L'Ecoterrorismo nell'analisi dell'FBI pag. 20

4. L'analisi dell'ecoterrorismo secondo Walter Laquier pag. 24 5. L' ecoterrorismo nella analisi della Intelligence canadese pag. 25

6. L'analisi di Jacques Baud del terrorismo ecologico pag. 26 7. L'ecoterrorismo nell'analisi dell'AISI pag. 27

8. L'ecoterrosimo secondo l'interpretazione di Vittorfranco Pisano pag. 30 APPENDICE L’eco terrorismo di Marco Camenisch pag. 33

BIBLIOGRAFIA

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INTRODUZIONE

La finalità precipua del breve saggio consiste nell'individuare i principali aspetti che connotano

l'ecologia radicale del nostro secolo mostrando al lettore come la radicalizzazione operativa

dell'ecologia antagonista conduca inesorabilmente al terrorismo ecologico. E' opportuno precisare

che, sotto il profilo squisitamente ideologico, non esistano differenze di rilievo tra l'ecologia radi-

cale e l'ecoterrorismo. A tale proposito, abbiamo ritenuto necessario definire in via preliminare

sia l'ecologia radicale che l'ecoterrorismo utilizzando per quest'ultimo l'approccio metodologico di

Vittorfranco Pisano. Ebbene, la particolare complessità del tema ha richiesto l'esposizione delle

principali novità epistemologiche nel settore della polemologia attuale, esposizione che consentirà al

lettore di comprendere come le nuove guerre debbano essere contestualizzate all'interno di un qua-

dro teorico nuovo rispetto alla concezione strettamente clausewtziana della guerra e della strate-

gia. Dopo aver concluso l'esposizione delle nuove interpretazioni polemologiche, il saggio prende

in considerazione le analisi - relative al fenomeno dell'ecoterrorismo -di alcune delle principali

agenzie governative di intelligence e si conclude ponendo l'enfasi sul più significativo rappresen-

tante italo-svizzzero dell'ecoterrorismo Marco Camenisch.

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CAPITOLO PRIMO

1. L'ecologia radicale

Nonostante varie e numerose siano le scuole di pensiero dell'ecologia contemporanea, quelle che

si caratterizzano per un approccio teorico- pratico antagonista possono essere agevolmente

individuate nella ecologia profonda, nella ecologia sociale, nell'ecologia femminista, nella ecologia

marxista, nel primitivismo, nell'ecologia della decrescita, nell'ecologia del movimento Slow food,

nell'animalismo ( che unitamente al vegetarismo costituisce una conseguenza logica dell'ecologia

radicale) e infine nell'eco terrorismo. A tale proposito, al di là della retorica -sovente demagogica-,

l'ecoterrorismo si distingue nettamente dalle altre scuole di pensiero sopra indicate, non per i

presupposti etico- filosofici che lo ispirano ma per le modalità operative attraverso le quali attua il

proprio antagonismo. Esiste dunque una sorta di comunanza ideologica ora implicita ora invece

esplicita tra le principali scuole di pensiero dell'ecologia e l'ecoterrorismo. Ad ogni modo, le scuole

di pensiero poc'anzi menzionate nel loro complesso possono essere accomunate dal concetto di

ecologia radicale.

2. Definizione di ecologia radicale

L'espressione radicale viene usata allo scopo di distinguere l'ecologia radicale o antagonista- pur

tenendo conto della complessa articolazione dell'ecologia attuale- dal conservazionismo utilitarista

di Pinochot: ” che rimaneva fortemente antropocentrico e tendeva all'obiettivo di razionalizzare l'uso

della natura nell'interesse di uno sfruttamento economico durevole”(Dizionario del pensiero

ecologico, pag. 110), dall'approccio neodarwiniano di Haeckel, dall'approccio di Tanskey,

dall'ecologia della rete trofica di Lotka e infine da quello termodinamico di Odum .

Ebbene, in primo luogo l'ecologia radicale comprende il preservazionismo olistico di

Thoreau, Emerson, Leopold, l'ecofemminismo, l'ecologia politica, l'ecologia profonda, il

primitivismo, l'ecologia sociale, il movimento della decrescita, il movimento Slow Food, l'eco

regionalismo, l'animalismo e infine l'ecoterrorismo. In secondo luogo, nonostante l'elenco delle

organizzazioni sia ben lungi dall'essere completo, è necessario sottolineare che i numerosi ismi non

escludono la possibilità di proficue e feconde contaminazioni fra le varie scuole di pensiero. In terzo

luogo, le caratteristiche epistemologiche, politiche, filosofiche che accomunano le scuole di

pensiero indicate, possono essere individuate in modo schematico nel modo seguente:

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1. sono favorevoli ad una modificazione strutturale del sistema economico attuale e sono contrari profondamente alle istituzioni sovranazionali che regolamentano il capitalismo globale ed in particolare l'Fmi, il Wto e la Banca mondiale;

2. . sono favorevoli al movimento no global di cui conoscono limiti e potenzialità;

3. condividono una percezione della realtà naturale ecocentria, biocentrica, anti- antropocentrica, olistica e in taluni casi organicistica;

4. sono profondamente contrari ad una lettura della realtà meccanicista cioè di natura baconiana e cartesiana e favorevoli all'estensionismo giuridico;

5. si esprimono a favore di un ampliamento rilevante della democrazia rappresentativa o di un superamento radicale della stessa a favore di una società anarchica, neo tribale o a democrazia partecipativa;

6. condividono e elaborano scenari apocalittici e radicali della situazione ambientale ed economica della società attuale;

7. sono persuasi della necessità di mutare profondamente l'etica della civiltà occidentale attraverso un riorientamento eco pacifista attraverso la controinformazione;

8. sono profondamente contrari alle istituzioni militari e condividono una interpretazione tipica del pacifismo irenico;

9. sono contrari all'uso delle biotecnologie applicate all'agricoltura unitamente all'uso civile e militare dell'energia nucleare;

10. numerosi esponenti dell'ecologia radicale condividono una reinterpretazione della natura secondo le linee filosofiche neoromantiche o ispirate alle filosofie orientali( il buddismo, l'induismo, il taoismo e la filosofia zen);

11. numerosi teorici e attivisti dell'ecologia radicale sono persuasi della necessità di fare proprie le scelte animaliste e vegetariane poiché ritenute profondamente coerenti con una visione ecocentrica della natura.

12. Infine, i numerosi esponenti della ecologia radicale, si richiamano ora alla cultura (2)sessantottina ora alla cultura underground americana ora infine alle culture tribali.

In quarto luogo, in merito alle modalità operative attuate dalle numerose scuole di pensiero

dell'ecologia radicale, è necessario demarcare con estrema nettezza quelle che attuano una prassi

non violenta da quelle che operano secondo modalità terroristiche. Ebbene sono individuabili tre

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livelli di prassi antagonista: a) una prassi non violenta rigidamente antagonista rispetto alle

istituzioni giuridiche e politiche;b) una prassi nonviolenta congiunta ad una logica politica entrista

rispetto alle istituzioni politiche nazionali e sovranazionali;c) ed infine una modalità operativa

apertamente terroristiche. Tuttavia è necessario sottolineare come all'interno della posizione a e b

esistano posizioni articolate ed insieme contrapposte: la prima che condanna in modo netto e chiaro

l'uso di pratiche terroristiche, la seconda che assume un atteggiamento di aperto sostegno delle

pratiche terroristiche -pur non praticandole-e infine la terza che assume una posizione ambigua.

3. Predecessori storici dell'ecologia radicale

Sotto il profilo strettamente storico la genesi dell'ecologia radicale è agevolmente individuabile-

secondo l'interpretazione dello studioso Livorsi-nella intepretazione filosofica e religiosa di

Bachofen e infine nella psicanalisi marxista di Reich . Nel "Cantico di frate sole" l'autore non solo sostiene la santificazione del mondo da parte di Dio-e quindi del sole, della luna e del mondo

animale-ma denomina la terra Madre(3) anticipando in questo modo il concetto moderno di Gaia.

Inoltre il panteismo eterodosso francescano implica una fratellanza tra esseri umani e creature

secondo un'ottica implicitamente ecocentrica e egualitaria. Per quanto riguarda il filosofo francese

Rousseau, nel " Discorso sull'origine dei fondamenti dell'ineguaglianza", l'autore sottolineava la

bontà dello stato di natura, all'autenticità esistenziale dell'uomo in questo ambito precivilizzato e

nel contempo condannava la proprietà privata e dunque la civilizzazione determinata dalla tecnica.

Inoltre-a differenza della società civilizzata-la società tribale attuava uno stile di vita ecocentrico,

comunitario ed egualitario. Bachofen reinterpretando la storia della civiltà, sottolineava l'esistenza

nella civiltà pre-acheica, di una visione del mondo ginecocratica, anti- patriarcale, nella quale vi era

l'assenza della vita privata, l'accettazione della libertà libidica, l'accettazione della natura come

organismo vivente e soprattutto uno modus vivendi costruito su un pacifismo egualitario.

Infine, per quanto concerne Reich, la nascita del patriarcato ha arrecato con sé il trionfo del

capitalismo, della famiglia chiusa e della repressione sessuale. Solo in alcune rare occasioni della

storia-fra le quali la Comune di Parigi del 1871-è riemerso l'uomo naturale, erotizzante che imposta

il suo operato ad un socialismo libertario.

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strumenti con i quali l’ideologia socialista contrasta quella capitalista. È sufficiente- d’altra parte- pensare alla collocazione a sinistra dei principali partiti ambientalisti nel mondo occidentale (pagina 157). 1

                                                            1 Note

(1)Non avendo come finalità- è bene ribadire nuovamente-una esaustiva esposizione dell'ambientalismo contemporaneo, pur prendendo atto delle numerose coppie oppositive che lo connotano e che lo rendono contraddittorio, la nostra attenzione si focalizzerà solo ed esclusivamente sugli aspetti dell'ambientalismo antimoderni, sulla vena mistica dell'ambientalismo, sulla critica radicale della tecnica, sulla idealizzazione dell'altrove, sulla dimensione anticapitalistica e sulla dimensione libertaria, sulla dimensione pacifista e antimilitarista (p. 21-29 del "Dizionario del pensiero ecologico", Carocci Editore) per citare Roberto Della Seta. (2)D'altronde la continuità tra economia capitalistica e movimento del 68 in Europa, è stato ampiamente provato dalle ricerche sociologiche di Touraine: "La mobilitazione antinucleare portata avanti da molti degli stessi militanti di quel primo movimento sociale riafferma in primo luogo questo autonomismo: gli ecologisti in formazione rompevano con la pratica militante e con i partiti del sistema tradizionale" (p. 135). Infatti, nei contenuti ideologici dell'ecologia politica francese (e non solo di questa, n. d. r. ), erano presenti i segni di un movimento sociale anti- tecnocratico e quindi fortemente contrario alla modernizzazione (Francesco Antonelli, La modernità in transito, Franco Angeli, 2009). In relazione alla convergenza tra ecologia radicale e movimento contro la globalizzazione (per esempio in Italia) questa è stata ampiamente confermata sia da Antimo Ferro che da Donatella Della Porta . Per quanto concerne il movimento alter global in relazione all’ambientalismo, il sociologo Francesco Antonelli sostiene che l’ ambientalismo presenta non poche analogie con il movimento alterglobal per quanto attivi differenti e più specifici contenuti. Per esempio, Legambiente è strettamente legata al movimento pacifista anche attraverso la propria partecipazione alla Tavola della pace e al WSF. In relazione alla continuità storica e politica con la controcultura del 68, l'ambientalismo italiano-in base alla interpretazione del sociologo Ferro-presenta una interessante continuità di tipo generazionale. Infatti, l’analisi della formazione politica di non pochi leaders affonda le proprie radici nella sinistra extraparlamentare (e più precisamente in Lotta continua, Democrazia proletaria, Cristiani per il socialismo) (A cura di Antimo Ferro, Italia alter global, FrancoAngeli, 2006). (3)Di particolare importanza per il nostro lavoro è il saggio di Nicola Mapelli, L'invenzione di madre terra (saggio tratto dal volume “Oltre il New Age” Bulzoni Editore, 2008). Gran parte dell'ecologia attuale-soprattutto quella fondamentalista-si costruisce su un concetto particolare di natura e tutt'altro che naturale e cioè a partire da una religione neopagana secondo la quale la natura nel suo complesso costituisce un sistema di orientamento o un centro simbolico (p. 132). D'altronde, il concetto di natura-come sottolineato dall’autore-è una costruzione culturale che prende forma e significato solo all'interno di una particolare rete sociale di senso (p. 134). In questa ottica, l'umanizzazione al femminile-la terra intesa come madre-determina una conseguenza assai precisa: la terra è essenzialmente fragile e quindi necessita di essere protetta dalla presenza della cultura occidentale. Ebbene, analisi linguistiche e sociologiche della Gill (“Mother Earth”, University of Chicago, 1987) hanno dimostrato che la concezione della madre terra costituisce solo un'invenzione portata avanti agli inizi del 19º secolo sia dagli americani di origine europea sia dai nativi americani traducendo alcune entità femminili presenti nei contesti religiosi locali in una generica madre terra

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CAPITOLO SECONDO

ASPETTI EPISTEMOLOGICI DELLA CONFLITTUALITÀ NON CONVENZIONALE

Qual è la logica strategica che orienta la prassi di coloro che praticano la disubbidienza civile? Di

coloro che attuano pratiche comprese tra la non violenza e il sabotaggio? Qual è la grammatica del

loro linguaggio? E soprattutto sono inquadrabili nel contesto dell’arte strategica (come preferiva

denominarla Clausewitz)?E quali sono le componenti che caratterizzano le pratiche contestatarie?

E, in particolare, esistono elementi di continuità tra le nuove modalità operative e quelle tradizionali

come la guerriglia?

1. GUERRA E STRATEGIA NELLA CONFLITTUALITÀ NON CONVENZIONALE

La tendenza attuale degli analisti strategici - in relazione all’opportunità di riconcettualizzare la

guerra e la strategia - è quella di procedere ad un ampliamento semantico dei due concetti in grado

di dare conto di un’ampia gamma di fenomeni. A tale proposito, le definizioni di guerra di Busetto e

di Mini risultano particolarmente efficaci per le nostre finalità. Da un lato Busetto definisce la

guerra come “la contrapposizione fra gruppi umani organizzati di durata variabile in cui entrambi i

contendenti tentano di imporre uno all’altro la propria volontà”e dall’altro lato Mini come una

“contrapposizione di volontà fra organizzazioni che impongono qualsiasi mezzo violento o

coercitivo per imporre il proprio interesse”. In merito al concetto di strategia l’ampia definizione del

Dictionary of US MilitaryTerms for Joint Usage secondo il quale: “l’arte e la scienza dello sviluppo

e dell’impiego di forze politiche, economiche, psicologiche e militari necessarie in pace e in guerra

per accrescere la probabilità di vittoria”, risulta consona ed efficace insieme poiché ciò consente di

includere un’ampia pluralità di attori militari e non. Queste tre definizioni ci pongono nelle

condizioni di contestualizzare - nell’ambito degli studi strategici - la conflittualità non

convenzionale (nell’accezione diPisano), conflittualità che abbraccia la guerriglia, l’insorgenza                                                                                                                                                                                                         (p. 143). Le due motivazioni individuabili per aver compiuto questa operazione, sono quella ecologica e quella teologica e sono rintracciabili nelle riflessioni di T. Swain (“The Mother Earth Conspiracy”, Numen 38-1, 1991-pag. 3-6): ”L’esistenza di Madre Terra è la giustificazione migliore per qualsiasi battaglia ecologica: attribuire una persona a un pianeta inerte è un’arma perfetta per difenderlo da ogni sopruso”. Alla luce di queste considerazioni, Mapelli osserva correttamente come l’ambientalismo non sia altro che uno dei molteplici strumenti con i quali l’ideologia socialista contrasta quella capitalista. È sufficiente- d’altra parte- pensare alla collocazione a sinistra dei principali partiti ambientalisti nel mondo occidentale (pagina 157).

 

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della guerra civile e il terrorismo. Ebbene le analisi di Vittorfranco Pisano inquadrano teoricamente

la proteiformità dei nuovi conflitti sotto la denominazione di conflittualità non convenzionale a

bassa intensità . Questa sorge quando due o piu’ players –statali o meno- intendono conseguire

finalità eversive o violente senza servirsi ne’delle regole della democrazia rappresentativa ne’ di

quelle della guerra convenzionale. In particolare, la conflittualità non convenzionale a bassa

intensità si pone in essere attraverso l’agitazione sovversiva, il terrorismo, l’insorgenza, la guerra

civile, la rivoluzione, il golpe, la formazione di reti clandestine o semiclandestine e la

disinformazione. Ebbene, ai fini dell’inquadramento strategico dei movimenti antagonisti, gli ambiti

di nostro interesse non potranno che essere l’agitazione sovversiva, l’insorgenza, la formazione di

reti clandestine o semiclandestine e la disinformazione. L’agitazione sovversiva, attuata da soggetti

appartenenti a partiti, movimenti parlamentari o extraparlamentari ha come finalità il

conseguimento di obiettivi politici, ideologici o religiosi avvalendosi della disinformazione, della

istigazione alla disubbidienza civile, della resistenza passiva, dell’occupazione di immobili, di atti

vandalici, della infiltrazione all’interno di manifestazioni pacifiche con lo scopo di farle degenerare

o all’interno di strutture nazionali e non, e infine di strumenti mediatici per la guerra psicologica. Il

contesto ideologico che alimenta l’agitazione sovversiva può essere ispirata al marxismo

leninismo, all’anarchismo, all’ecologismo radicale, al nazionalismo, alla teocrazia e alla galassia

dell’estrema destra.

L’insorgenza può costituire uno stadio successivo alla agitazione sovversiva che comporta il

controllo parziale o totale del territorio e delle risorse di una nazione attraverso l’ausilio di

organizzazioni politiche illegali e di forze paramilitari. Naturalmente l’insorgenza prevede scontri

armati e soprattutto implica una capacità di pianificazione operativa rilevante che si attua

attraverso la guerriglia e la guerra civile.

La costituzioni di reti mira ad incidere all’interno dei singoli stati e persino a livello geopolitico.

La casistica indicata da Pisano include i partiti comunisti combattenti, le attività multinazionali di

Soccorso Rosso, i vari simpathy group e le fratellanze etniche e le aggregazioni religiose radicali .

La disinformazione rientra nel contesto assai più ampio della guerra psicologica poiché essa mira

alla alterazione dei resoconti dei fatti, alla falsificazione di documenti di rilievo, all’uso di agenti di

influenza, alla emissione di notiziari clandestini e alla creazione di organizzazioni frontiste

. L’impatto che esercita sulla opinione pubblica- sottolinea Pisano- può essere certamente deleterio.

Proprio in relazione al concetto di disinformazione la riflessione dello stratega francese Loup

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