ECO Ergonomia e Cominicazione in Odontoiatria - Numero Uno

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NUMERO UNO 2013 Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria E C O EDIZIONI TAMAGORÀ NUMERO UNO 2013

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La prima rivista completamente digitale edita dalla casa editrice Edizioni Tamagorà ideata e prodotta dal Prof. Carlo Guastamacchia - Numero Uno

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  • NUMERO UNO 2013

    Ergonomia e Comunicazione in OdontoiatriaECO EdiziONi TaMagOR

    NUMERO UNO 2013

  • ECO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Casa Editrice

    Edizioni Tamagor via Unione, 220122 - Milano

    Fondatore: Carlo Guastamacchia Tam

    Direttore : Carlo Guastamacchia Tam

    Redattore: Carlo Guastamacchia Tam

    Percezione Immagine:Ina Guastamacchia Consulente Informatico:Tiziano Covelli

    Progetto Gra co:Paolo DellOrto

    Impaginazione Elettronica:Tam

    Contatti:Tel. 02 8646 1219Cell. 335 5872 498

    LETTERE AL DIRETTORE (LAD):[email protected]

    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    EdiziONi TaMagOR

    NUMERO UNO 2013

    Ergonomia e Comunicazione in OdontoiatriaECO EdiziONi TaMagOR

    NUMERO UNO 2013

    Qualche collega ha chiesto da dove deriva il termine

    TAMAGORA:

    ecco la spiegazione riguardante sia

    il prefi sso TAMA sia il suffi sso AGORA.

    EdiziONi TaMagOR

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

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    25/2810/24

    Caratteristiche della nostra squadraViene presentata la nostra squa-dra come esempio ergonomico-comunicazionale ben riuscito nei decenni.

    Commento alle nuove leggiIvo Lorenzini affronta il problema delle con-seguenze che pu avere per lodontoiatria la promulgazione di recenti leggi.

    DecaloghiPerch il capitolo dei decaloghiVengono esaminati uno ad uno i decaloghi operativi-standard di tutti i componenti della nostra squadra + lesempio dellASO Segretaria dellAIASO.

    Spiegazione della copertinaDalle Frecce Tricolori alla nostra squadra.56 Editoriale nr. Uno

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

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    60/8655/59

    IntervistaGuastamacchia parla, lergonomia ascolta, la professione ringraziaStefano Almini intervista Carlo Guastamacchia su ergonomia e comunicazione: larticolo pubblicato in duplex con Teamwork Clinic.

    Dialogo con i lettoriLe lettere che ci mandate sono il presupposto per dialogare: purch non siano offensive verranno pubblicate TUTTE, senza eccezione. Grazie anticipate per la partecipazione: da parte mia risponder a tutti il pi possibile.

    Procedure operative per comunicareOgni volta che faccio un intervento ho il piacere di pubblicare il PPOINT relativo a quanto ho esposto: non ci sono gelosie e niente Diritti dAutore. Pu darsi che vi siano ripetizioni, tra un numero e un altro marepetita juvant

    Venite anche voi...Linfinit dei Congressi proposti mi suggerisce solo di segnalarvi quelli in cui parlo anche io oppure vado anche io: sono, in sostanza, convegni raccomandati.

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    Istruzioni per luso della vita La professione odontoiatrica non solo costituita da regole professionali; occorre, come in tutte le professioni, anche utilizzare regole di comportamento che stimolano e sorreggo-no nellaffrontare i problemi quotidiani globali.

    Istruzioni per luso di ECO Chi vuol collaborare, per favore, ci aiuti in modo concreto, mandandoci il materiale gi pronto per luso: per favore se-guite le piccole regole che vi diamo

  • Riesce sempre la nososotsts rtrt

    asq

    uadraacopri

    re tutti questi requisiti?

    ECO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Spiegazione della copertinaLe Frecce tricolori rappresentano una squadra (team, equipe), con le caratteristiche esemplari di come una squadra, qualsiasi squadra, dovrebbe essere:

    1. grande motivazione;2. perfetta preparazione

    ed esecuzione;3. altissimo affi atamento;4. continuit di appartenenza.

    Il piccolo aereo in basso rappresenta lintroduzione di un nuovo componente: ce la faremo a incorporarlo bene nella squadra?

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Il lavoro di squadraEditoriale nr. Uno

    Parlando di lavoro di squadra (equipe, team) occorre stabilire, anzitutto, in quale modo e da quanti componenti strutturata la squadra: in sintesi, il suo organigramma. Qualcuno, ad esempio, ritiene che come lavoro di squadra si debba considerare solo quello effettuato da pi dentisti allinterno di un sistema in vario modo differenziato, quanto a competenze e specialit.

    Il mio approccio riguarda, invece, il picco-lo studio monoprofessionale, quello cui ho de-dicato la mia cinquantennale attivit odontoia-trica. A questa soluzione, lo dico chiaramente e lo ripeto, attribuisco la massima potenzialit per servire, in tempi lunghi, il nostro paziente, che paziente cronico, non turistico, non mordi e fuggi. In uno studio cos concepito la figura del dentista - leader centrale ed essenziale, essen-do il dentista colui che determina tutta limpo-stazione della filosofia, delle procedure ope-rative e dellatmosfera di lavoro.

    Per dare un indicazione di massima riguardo ai requisiti che lo studio in questione dovrebbe avere, credo si debbano citare i seguenti ele-menti essenziali:1. relativa piccolezza dello studio: pi sono nu-

    merose le persone della squadra pi diffici-le una sua gestione ottimale.

    2. Grande capacit di lavoro in comune, che significa buona capacit di collaborazione, ispirata a rispetto, tolleranza e pazienza: non occorre amarsi lun laltro, ma indispensa-bile essere in grado di rapportarsi con serena professionalit. Da evitare i clan associati-vi (per carit non, addirittura, quelli antago-

    nisti!) tra i componenti dellorganigramma; questa deviazione altamente pericolosa e disgregante.

    3. Continuit. La conseguenza pi positiva di una perfetta applicazione dei due punti prece-denti porta ad una coesistenza pluriannuale (meglio pluridecennale) di molti componenti della squadra; al converso quasi impossibi-le gestire in modo positivo qualsiasi sede di lavoro che abbia un grande turnover.In questo ECO 1 presenter specificamente

    il mio studio attuale, quale prototipo che molto si avvicina a quanto descritto nei tre punti pre-cedenti. Naturalmente sono ben lontano dallaf-fermare che questo sia lesempio perfetto e da imitare al 100%. Voglio solo dettagliatamente presentarlo, nel capitolo dei decaloghi, affin-ch ognuno possa stabilire quanto la sua espe-rienza professionale si avvicini o si discosti da ci che io considero ottimale.

    Per concludere questo preambolo mi sembra essenziale raccomandare che questi temi ven-gano discussi da chi pratica in prima persona lodontoiatria, e non da chi, pur essendo assai competente in materie importantissime, le abbia apprese in sedi non-odontoiatriche ed applica-te in sedi imprenditoriali. Infatti lapproccio tra questi panorami assolutamente diverso, es-sendo il nostro un mondo basato su criteri medi-co-deontologici allopposto di quello aziendale, basato su criteri reddituali puri (budget orien-ted).

    Carlo Guastamacchia Tam

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Dopo aver spiegato, nelleditoriale, le carat-teristiche generali della squadra mi sembra indispensabile far conoscere al Lettore quel-le della nostra squadra, lungo il suo percorso pluriannuale, con alcuni particolari di gestio-ne da considerare, allo stesso tempo, tipici e, ovviamente, utili al paragone con altri. Il mio approccio, lo ripeto, riguarda il piccolo studio mono-professionale, in cui iniziai la mia attivit circa 50 anni orsono.

    La caratteristica ergonomico-comunicazio-nale, che ho sempre privilegiato, quella della costanza e continuit dellorganigramma, de-dicando a questa particolarit la massima delle attenzioni. Il nostro paziente cronico, non turistico, non mordi e fuggi; pur essendo cen-trale ed essenziale la figura del dentista leader, indispensabile che, per il paziente (che ritor-na) sia presente un gruppo di collaboratori (or-ganigramma) tale da consentire al paziente di sentirsi semprea casa propria.

    Diversa , fatalmente (perch non potrebbe essere altrimenti) la caratteristica di cliniche, centri poli-professionali, discount offices, sedi in franchising, dove il successo clinico, anche quando perfetto, affidato essenzialmen-te alla grande capacit operatoria dei singo-li dentisti-operatori, mentre i collaboratori si alternano in un turnover a volte inarrestabile, con conseguente impossibilit alla creazione di alleanzerelazionali con il paziente.

    In sintesi: ripeto che pi sono numerose le persone della squadra pi difficile la sua ge-stione ottimale, perch molto pi difficile una grande e costante capacit di lavorare in comu-ne, con la conseguente possibilit di coesistenza pluriannuale (meglio pluridecennale) di molti componenti la squadra.

    Ecco pertanto perch presento qui il mio studio attuale, con lo scopo di mostrare un ri-sultato eccellente dal punto di vista ergonomi-co-comunicazionale. Infatti, come motivo di meritata soddisfazione, per un endodontista, un parodontologo, un protesista, mostrare i risultati a distanza di decenni della propria opera, cos mi sembra analogamente valido mostrare un successo pluridecennale che auguro di cuore ad ogni altro collega e che frutto di una totale de-dizione al connubio ergonomia-comunicazione.

    Caratteristiche della nostra squadraPost-Editoriale

    Da sinistra a destra: Rowena, Cristina, Tam, Daniela, Marzia, Bruna.

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Dallinizio (1970) ad oggi (2013) 43 anni sempre a lavorare insieme

    9 anni dopo arriva Cristina e lavoriamo insieme con lei da 34 anni

    Se il lavoro DI SQUADRA, tutti i collaboratori devono essere conosciuti dai pazienti e la carta intestata porta anche il loro nome

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Quanto pi aumenta il numero delle persone che lavorano nello studio , tanto pi aumenta la difficolt di buona armonia

    Guai alla formazione di CLAN! Costituiscono un grave pericolo perch possono disgregare la compattezza della squadra!

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Perch il capitolo dei decaloghiIntroduzione

    Solitamente si fanno molti discorsi relati-vamente ai ruoli da coprire ai diversi livelli di un organigramma, rispetto a ciascuno dei compiti che si presentano per aver cura del paziente.

    Analogo discorso si fa riguardo ai doveri, deontologico-professionali, legali, burocra-tici, adempimentistici (eccetera), che ogni operatore odontoiatrico deve osservare nel corso del suo lavoro e nel rispetto di quanto gli consentito, prescritto, oppure vietato.

    Tutto ci sicuramente importantissimo ma molto astratto. Con questo decalogo invece, mi propongo di presentare, anzitutto, lorganigramma, quale io ho ritenuto ob-bligato, del mio studio, e successivamente, componente per componente, lo svolgimen-to del lavoro, identificando le dieci frazioni pi rappresentative (decalogo) della quoti-dianit operativa.

    Filosofia delloperativit quotidianaPrima di descrivere lorganigramma in-

    dispensabile sottolineare un aspetto fonda-mentale, relativo alla filosofia della nostra operativit professionale. La riassumo in tre punti, a mio modo di vedere ineludibili:

    1. limpostazione deontologica deve essere assolutamente prioritaria rispetto a quella economica. Pi chiaramente: ogni ipote-si di obiettivo economico deve essere trascurata o divenire secondaria rispetto a quanto, paziente per paziente, ci impone la deontologia medica. Ne consegue che

    la nostra attenzione alla redditivit del-lo studio deve riguardare valori dedotti dallanalisi storica del passato, ma non costituire un elemento prescrittivo di pia-nificazione per il futuro.

    2. Questo, specificamente, riguardo alle en-trate, mentre, riguardo alle uscite, si pu accettare lattenzione pi budget orien-ted, anche se, in una professione conti-nuamente in divenire come la nostra, oc-corre sempre prediligere la qualit ad un freddo rigore di risparmio.

    3. In altre parole: conseguenza di quanto sopra che la qualit del lavoro, ad ogni livello, deve essere prioritaria rispetto alle valutazioni economiche. Anche le analisi delle spese vanno fatte, perci, in funzione della qualit, perch il torna-conto deve essere una conseguenza, non un obiettivo del nostro lavoro.

    Organigramma e le sue ragioniLattuale organigramma che propongo, ed applico, la conseguenza di una esperien-za relativa a 50 anni abbondanti di pratica libero-professionistica. Molti particolari sono cambiati dallinizio della mia attivit (1957) e pu darsi che, per qualche giovane collega, i miei parametri possano sembrare inadeguati, velleitari, o sproporzionati, alla loro attuale attivit iniziale. Ben comprendo questa possibile sfasatura, ma ugualmente ritengo utile lesempio che qui propongo, non fosse altro quale valore tradizionale di riferimento.

    Decalogo

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    deve essere dedicato alle funzioni (clini-che e di assistenza) denominate prepa-razione e riordino, assolutamente indi-spensabili per il perfetto funzionamento protratto dello studio.

    n Ruoli perfettamente identificati. Accanto allovvia presenza del dentista-

    leader devono aggiungersi le seguenti fi-gure professionali:

    igienista, segretaria-receptionist, segretaria amministrativa, doppia ASO (assistente alla poltrona), odontotecnico (ovviamente extra-

    studio, ma funzionalmente incluso nellorganigramma).

    Sarebbe qui troppo lungo descrivere, per-sona per persona, i compiti precisi per ogni ruolo. Dico solo, riassuntivamente, che la necessit di un organigramma cos ampio dipende, fondamentalmente, da questi fatto-ri essenziali:

    Presupposti dellinquadramento ergono-mico-operativo. Lorganigramma in atto nel mio studio im-postato su alcuni elementi fondanti, che si possono riassumere nei seguenti punti:

    n Studio unico: nel corso dellintera vita professionale la-

    vorare in pi studi un fattore altamente dispersivo, antiergonomico e stressante, quindi del tutto sconsigliabile.

    n Tempo pieno: lavoro lungo 5 giorni alla settimana, per

    un totale di 40-45 ore, variamente distri-buite tra time in office e time in chair.

    n Presenza costante di pazienti. Chiaro che nella attuale situazione questo

    parametro pu apparire, a dir poco, alea-torio (o di wishful thinking) ma questa incertezza non modifica le necessit che andr citando.

    n Tempi di lavoro ben identificati: almeno il 30% delle presenze lavorative

    Vogare tutti insieme non facile, specie se si in tanti, ma bisogna provarci e non arrendersi alle prime difficolt...

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    IMPORTANTE! chiaro che le persone che debbano coprire i rispettivi RUOLI possono anche non esserci (ad esempio, per ragioni economiche) ma resta ineli-minabile il fatto che i compiti relativi ad ogni ruolo NON POSSONO ESSERE ELIMINATI. Ne consegue che (esem-pio estremo) se il dentista lavora da solo dovr alternativamente coprire TUTTI i diversi ruoli, con ovvie complicazioni relative ad affaticamento, stress e fatali imprecisioni.

    In pratica. Stabiliti, pertanto, questi punti base, vedia-mo ora, per ogni figura professionale, quali sono le dieci procedure operative che ognu-na di esse mette quotidianamente in atto per la esplicazione standard del proprio lavoro.

    Faccio ancora notare che quanto verr descritto va esaminato nella sua costante (e, relativa), banalit. Tuttavia proprio in que-sta apparente piattezza e mancanza di origi-nalit che si incentra la indispensabilit di questo modo di operare.

    n necessit clinico igieniche (non rispetta-bili senza la doppia ASO);

    n necessit comunicazionali (relazionali),

    dato che la segretaria-receptionist indi-spensabile per la gestione delle comuni-cazioni, specie telefoniche, e della cordia-lizzazione, assolutamente indispensabile, specificamente mirata, imprevedibile, spesso di lunga durata;

    n necessit ergonomico-operative: lap-parente eccesso di struttura dellorgani-gramma permette di lavorare in un clima disteso, mai concitato e funzionale ad eventuali picchi di lavoro, quali spes-so si presentano. Al converso non ci si deve preoccupare se, in qualche momen-to, pu sembrare che non ci sia nulla da fare, cosa che, come ognuno ben sa, impossibile in uno studio odontoiatrico;

    n necessit burocratico - amministrative - adempimentistiche, letteralmente esplo-se negli ultimi dieci anni e che non con-sentono, ad una segretaria tuttofare, di esplicare correttamente un lavoro com-plesso, se di eccessiva responsabilit glo-bale;

    Orchestra e Direttore sono indispensabili, ma attenti che non ci siano troppi primi violini...

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Decalogo del Dentista

    Chiaramente lattivit quotidiana di ogni dentista, in quanto libero professionista, deve articolarsi in una serie ben pi ampia di quanto possa incapsularsi in un decalogo. Pertanto qui voglio semplicemte elencare i compiti pi (banalmente?) rutinari che devo compiere, iniziando e terminando la giorna-ta, senza addentrarmi nella filosofia della gestione globale dello studio.

    n Ruolo di leader. Ovvia la necessit isti-tuzionale di realizzare concretamente la figura di leader, data la responsabilit di quanto accade nella totalit dei momenti operativi. Tuttavia, come scritto nel pre-cedente capitolo sulla spiegazione dei decaloghi, la descrizione dello specifico decalogo del dentista si articola in proce-dure operative che includono e si sovrap-pongono al momento istituzionale di tipo burocratico-legale. Ecco pertanto come si svolge, nella serie dei quotidiani dove-ri del dentista, la successione dei singoli momenti operativi.

    Attenzione!

    Lelenco che viene descritto pi sotto non ha nulla a che fare con lattivit specifica-mente clinica-operatoria sul paziente.

    n Puntualit preparatoria nellarrivo. Il dentista deve arrivare in studio almeno

    mezzora prima del primo appuntamento. Questo per le seguenti ragioni:

    possibile (e frequente), che vi siano novit negli appuntamenti, maturate durante la notte precedente: per urgen-ze e/o per rinunce o modifiche di orario;

    occorre fronteggiare possibili irregola-rit relative alla strumentazione;

    idem riguardo ad assenze forzate di qualche collaboratore.

    n Deve passare in rassegna la posta, valu-tando la priorit di ogni email e leventua-lit di una sollecita risposta.

    La leadership del dentista deve partire da una profonda cultura di base, che, nella migliore delle ipotesi, deve anche essere il pi possibile condivisa con tutta la professionr

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    n Deve esaminare, una per una, le cartelle cli-niche dei pazienti iscritti nellordine del gior-no, relativamente alle loro tre componenti:

    pregressa situazione clinico-operatoria (diario clinico);

    pregresse condizioni delle immagini (rx, OPT, TV);

    note psico-comportamentali, indispen-sabili per la cordializzazione.

    n Deve delegare selettivamente le telefona-te indispensabili a conoscere la situazione post-trattamento dei pazienti del giorno precedente (a volte telefonando personal-mente).

    n Deve andare personalmente ad accogliere in sala di ricezione ogni singolo paziente proprio, cordializzando con lui (questo compito, ovviamente, condizionato dal-la disponibilit concreta di poterlo effet-tuare).

    n Deve andare personalmente ad accogliere in sala di ricezione ogni singolo paziente delligienista, cordializzando con lui (an-che questo compito, ovviamente, condi-zionato dalla disponibilit concreta di po-terlo effettuare).

    n Deve dichiararsi disponibile (oppure escludersi preventivamente e chiara-mente) per qualsiasi telefonata: nella impossibilit a mettere in atto questa disponibilit deve dichiarare alla segre-taria-receptionist quando potr rendersi disponibile.

    n Deve essere disponibile per qualunque suggerimento, discussione, richiesta di chiarimento necessario ad ogni collabo-ratore.

    n A fine giornata deve consultare lordine del giorno successivo, destinando ogni paziente ad una specifica ASO.

    Chi volesse approfondire di pi (in modo un po astratto, a dire il vero) largomento del Dentists as leader: how dentists better lead their practice, pu chiedere reprints di questo articolo a Dave Ulrich, indirizzo email [email protected].

    Kurth condottiero mercenario con una passata esperienza alle spalle come capitano di una guarnigione di soldati, una organizzazione militare di mercenari. Kurth si dimostra essere un testardo dal cuore di pietra, ma giusto e implacabile.

    Kurth condottiero mercenario con una passata esperienza alle spalle come capitano di una guarnigione di soldati, una organizzazione militare di mercenari. Kurth si dimostra essere un testardo dal cuore di pietra, ma giusto e implacabile.

    Dentista leader come guerriero? Non proprio, per sovente una sorta di capacit epica indispensabile

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    dott.ssa Rowena Caputo Igienista

    Si esaminano sulla cartella clinica del paziente le note per cordializzare.

    n Si accoglie il paziente personalmente in sala dattesa, (quando possibile gi cor-dializzato dal professore);

    una volta accomodato il paziente in sala operatoria,

    viene dedicato del tempo (variabile, a secon-da del paziente, da 0 a 15 minuti) alla cordia-lizzazione (favorita specificamente ed atten-tamente dalla lettura delle note).

    n Ha inizio la

    fase clinica, che prevede

    laccertamento dello stato di salu-te attuale del cavo orale del paziente (vengono raccolte sensazioni, presen-ti o passate, disagevoli o benefiche- es. sbiancamento).

    n Si effettua lesame obiettivo, atto a consta-tare/confermare eventuali segnalazioni da fare al professore.

    n Viene stabilito ufficialmente

    quali siano le effettive condizioni di sa-lute orale del paziente,

    vengono verificate insieme le tecniche di igiene orale domiciliare, convali-dando o correggendo eventuali abitu-dini scorrette o viziate, attraverso,

    la motivazione (supportata da tv, video e tecniche di tell, show, do) che vengo-no descritte personalmente e discusse con il paziente.

    Igienista

    n La giornata ha inizio con la fase prepara-toria preliminare, che si articola attra-verso le seguenti fasi:

    accensione di tutte le apparecchiature elettroniche (computer paziente, com-puter operatore, autoclave);

    preparazione di liquidi di disinfezione per lo strumentario;

    allestimento della sala operatoria (vari modelli di informazione, spiegazione e di motivazione, videocamera).

    n Si passa poi

    allorganizzazione della sala operato-ria, in modo da consentire lo svolgi-mento ergonomico delle procedu-re cliniche previste (per ottimizzare i tempi e ridurre i rischi di contamina-zioni crociate).

    In attesa del primo paziente, si visiona attentamente la cartella clinica e i re-ferti radiografici/fotografici.

  • ECO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    n Al termine della giornata lavorativa, vie-ne effettuato:

    il riordino generale e approfondito del-la sala operatoria,

    si effettua la sterilizzazione degli stru-menti,

    eventuali (potendo) affilature o segna-lazione di affilature da effettuare.

    la verifica della corretta compilazione delle cartelle cliniche e

    lo spegnimento di tutte le apparecchia-ture elettroniche.

    n Ha inizio la fase operativa, la quale si esplica

    attraverso limpiego di strumentazione dedicata. Nel corso della strumentazione

    vengono segnalati sospetti e/o anoma-lie al Prof, oltre che puntualizzati alcu-ni possibili accorgimenti.

    n Al termine della seduta, viene

    congedato il paziente,

    accertandosi in reception che venga programmata subito la seduta di ri-chiamo successiva.

    n Si passa al

    riordino della sala operatoria,

    alla compilazione del diario clinico e alla preparazione della sala in attesa

    del nuovo paziente.

    Questo il momento di inizio per salvare la bocca per TUTTA LA VITA!

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Segretaria alle comunicazioni

    n Apertura della segreteria, indagine preli-minare della segreteria telefonica ed ac-censione dellaria condizionata.

    n Riordino della sala dattesa (SA) riguar-do a riviste ed accensione dello schermo con immagini e foto (molto gradite dai pazienti).

    n Riavvio dei Mac, tutti in rete, con, sullo schermo, lagenda giornaliera degli ope-ratori.

    n Sul Mac in zona assistenti (ZA) si pro-gramma la possibilit di consultare le cartelle cliniche dei pazienti, relative a rx, anamnesi e note di cordializzazione psico-comportamentali: tutto molto utile quando la segretaria bloccata al telefo-no con altri pazienti.

    n Controllo la segreteria telefonica e smi-sto le telefonate; gestisco le urgenze in diretta, dopo aver consultato il prof., mentre la routine viene gestita in autono-mia secondo le deleghe consentite.

    n Comunico continuamente in diretta, con prof e colleghe, attraverso uno speciale citofono interno con codice di suoni e co-lori (ideato dal prof.=VISAKINT); dato questo aiuto tecnologico possiamo sem-pre fare comunicazioni riservate e non sono mai costretta ad usare volumi trop-po elevati.

    n Faccio fotocopie, promemoria, e richia-mi ai pazienti.

    n Dal primo pomeriggio invio sms ai pa-zienti per il giorno successivo. Si riduco-no in questo modo il numero di pazienti che rinviano allultimo momento.

    n Applico continuamente sullo stipite dello studio privato (SP) comunicazioni dila-zionabili: queste si possono fare al prof. con scritte, applicando post-it.

    n Sono continuamente a disposizione di pazienti, accompagnatori, fornitori, e visitatori per comunicazioni e cordializ-zazioni. Questo ruolo particolarmente importante ed impegnativo (sorridere sempre!) quando si devono sostene-re persone con persone anziane e/o con bambini.

    Signora Bruna Triches

  • ECO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Segretaria amministratrice

    n Controllo e-mail: primo passo da com-piere il controllo della posta ricevuta);

    n Internet banking: accrediti pazienti pagamenti fatture con bonifico o rice-

    vuta bancaria, pagamenti F24, rispettando le scadenze almeno una volta al giorno si control-

    la il movimento bancario e, se ci sono pagamenti da effettuare, si procede di conseguenza.

    in caso di accrediti di pazienti, si passe-r allemissione della relativa fattura.

    n Rapporti con i pazienti emissione fatture, invio estratti conto, compilazione moduli per assicurazioni giornalmente verifica delle cartelle dei

    pazienti che hanno terminato il ciclo di cure e

    invio del relativo estratto conto con e-mail o posta normale.

    Alcuni pazienti (sempre pi numerosi) hanno necessit di compilazione mo-duli per le loro assicurazioni.

    n Pagamenti (controllo e rispetto delle date). a fornitori, che si effettuano con boni-

    fico o ricevuta bancaria, solitamente a 30 giorni data fattura.

    molta attenzione alla scadenza degli F24 per il pagamento dei tributi men-sili.

    n Aggiornamento continuo dei registri onorari e pagamenti.

    n Telefonate pazienti (per alcune, occorre dedicare tempo, soprattutto quando si tratta di dare spiegazione degli addebiti fatti).

    n Controllo cartelle pazienti del giorno successivo.

    n Dispositivi informatici controllo e verifica funzionamento

    pile cariche. Si cerca sempre di fare un controllo preventivo ma, purtroppo alcune volte, si verificano episodi che necessitano dellintervento tecnico. Per questo bene avere sempre a por-tata di mano il numero telefonico da chiamare in questi casi.

    n Controllo che sia in ordine larchivio, specie per tutti i documenti relativi ad eventuali ispezioni.

    n Operazioni di routine prima della chiusu-ra serale: aria condizionata, luci generali, chiusura ingresso principale).

    Signora Daniela Casuccio

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    prendiamo visione dellor-dine del giorno;

    prepariamo vassoi persona-lizzati, con lo strumentario e i materiali necessari per ogni singola prestazione, in modo da velocizzare lo svolgimento ergonomico delle procedure cliniche previste.

    Quando il paziente entra in sala operatoria tutto deve essere ordi-nato, preparato, pulito. Non esistono improvvisazioni durante la terapia, esiste un programma preciso che con-sente alla squadra di procedere senza intoppi e senza stress.

    n In segreteria Evidenziamo sul computer clinico

    la documentazione relativa al paziente (consensi informati, cartella anamne-stica, preventivi, ecc.);

    controlliamo che tutto sia regolarmen-te compilato e firmato.

    segnaliamo alloperatore eventuali gravi patologie o allergie del paziente

    prendiamo visione dei dati persona-li del paziente, in modo da realizzare una cordializzazione ottimale, senza creare eventuali ansie e paure o stati danimo non rasserenanti

    prepariamo tutto il materiale prove-niente dal laboratorio odontotecnico.

    Decalogo di Cristina e Marzia

    Compiti quotidiani dellASO nella squadra odontoiatricaIniziamo la giornata indossando il cami-ce e acconciando adeguatamente i capelli. Passiamo poi alla fase preparatoria prelimi-nare, che si articola attraverso le seguenti fasi:

    n organizzazione della sala operatoria e sala di sterilizzazione: Accensione di tutte le apparecchiature

    elettroniche (computer paziente, com-puter operatore, computer sala radio-grafica, videocamera)

    regolari controlli che accertino il buon funzionamento dellautoclave (bowie & dik, vacuum test, helix test); i risul-tati dei test vanno archiviati e conser-vati;

    prepariamo i liquidi di disinfezione per lo strumentario;

    Signora Marzia Bertesago ASO Signora Cristina Gerosa ASO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Laltra met del lavoro consiste nel ras-sicurare il paziente, parlare con lui fa-cendolo sentire sempre a proprio agio. Questa fase notevolmente agevolata dalla continua presenza in sala operatoria delle due assistenti.

    n La capacit comunicazionale dellASO essenziale, perch, se non si evidenziano gli aspetti fondamentali dellimpegno e dellattenzione della squadra, a parit di efficacia di intervento tecnico, il grado di soddisfazione del paziente sar basso e la qualit percepita modesta. Pertanto comunicare bene importante per: determinare la scelta dellodontoiatra

    da parte del paziente per rafforzare la sua fidelizzazione si comunica in modo efficace, spie-

    gando i vari cosa

    perch

    come

    quando.

    n Al termine dellintervento controlliamo che il paziente abbia ri-

    cevuto tutte le informazioni necessa-rie,

    gli ricordiamo eventuali farmaci pre-scritti dallodontoiatra,

    lo accompagniamo in segreteria, affidiamo il paziente alla segretaria per

    la pianificazione del programma di ap-puntamenti e per tutti gli adempimenti amministrativi

    n In sala dattesa ci avviciniamo al paziente in sala dat-

    tesa per... ... chiamarlo e accompagnarlo in sala

    operatoria. Il nome (proprio, mai il cognome) viene pronunciato a bassa voce per il rispetto della privacy.

    n In sala operatoria siamo sempre entram-be presenti, ci alterniamo nella funzione di prima e seconda assistente. Questo metodo consente alloperatore di ridurre notevolmente i tempi della prestazione. Applichiamo sistemi di barriera mo-

    nouso (per ottimizzare i tempi durante la fase di riordino e ridurre i rischi di infezioni crociate)

    assistiamo lodontoiatra durante la fase esecutiva:

    una assistente (seduta davanti al dentista) rende visibile larea dintervento

    divaricando e aspirando, passa gli strumenti allodontoiatra,

    (adottando la tecnica del passafer-ri), mentre

    la seconda assistente: assesta le luci,

    prepara i materiali necessari,

    scrive sotto dettatura, il diario dia-gnostico-terapeutico e i piani con-tabili della prestazione eseguita,

    scrive seguendo le indicazione del dentista;

    aggiorniamo con nuove informazioni, larea dedicato ai dati personali del pa-ziente (anamnesi psico-comportamen-tale).

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    decontaminiamo i condotti idrici che arrivano agli strumenti rotanti.

    spegniamo tutte le apparecchiature elettroniche.

    n Durante le apposite fasi di preparazione e riordino, in sala di sterilizzazione detergiamo e laviamo lo strumentario procediamo ad una accurata asciuga-

    tura e controllo imbustiamo gli strumenti: ogni pac-

    chetto deve riportare tutti i dati di rin-tracciabilit dettate dalle linee guida

    procediamo con la sterilizzazione in autoclave. Ad ogni ciclo inseria-mo lindicatore chimico (vapor line). Conserviamo e archiviamo i risultati dei test.

    n Tutto il materiale viene ordinatamente posto in magazzino seguendo la regola first in first out:

    i prodotti pi prossimi alla scadenza saranno quelli pi esterni e quindi do-vranno essere utilizzati prima

    la lista dei prodotti presenti in magaz-zino deve essere aggiornata in tempo reale

    ci assicuriamo che siano in ordine al-fabetico tutti gli elementi utili al rap-porto con lodontotecnico.

    procediamo allarchiviazione della documentazione relativa al paziente

    prepariamo ed inviamo tutto il mate-riale necessario allodontotecnico.

    n Riordino immediato della sala operato-ria, terminato lintervento eliminiamo tutto il materiale monouso, eliminiamo, negli appositi contenitori,

    quello tagliente o acuminato sostituiamo tutti i dispositivi di prote-

    zione individuale depositiamo tutto lo strumentario nel-

    le vasche decontaminanti trasportiamo gli strumenti rotanti in li-

    nea di sterilit per la sterilizzazione.

    procediamo alla decontaminazione delle aree potenzialmente contamina-te, come tubo radiogeno, lampada, poltrona,

    faretra, ecc.tutto questo perch la scrupolosa e attenta decontaminazione da parte dellASO fondamentale per tu-telare la salute del paziente e della squadra.

    n Riordino dilazionato, alla sera, decontaminiamo il riunito, laviamo i tubi di aspirazione e

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    n Raccoglie la documentazione relativa al paziente (consensi informati, cartel-la anamnestica e anagrafica, preventivi, ecc.) controlla che tutto sia regolarmente compilato e firmato, procede alla loro ar-chiviazione.

    n Assiste lodontoiatra durante la fase ese-cutiva: rende visibile larea dintervento divaricando e aspirando, assesta le luci, passa gli strumenti allodontoiatra, pre-para i materiali necessari. Laltra met del lavoro consiste nel rassicurare il pa-ziente, parlare con lui facendolo sentire sempre a proprio agio.

    n Controlla che il paziente abbia ricevuto tutte le informazioni necessarie, gli ricor-da i farmaci prescritti dallodontoiatra, lo accompagna in segreteria, gli consegna copia del programma degli appuntamenti dopo averne ritirata copia firmata per ar-chiviarla, affida il cliente alla segretaria per tutte le adempienze amministrative.

    n Il comportamento dellASO fondamen-tale per determinare la scelta del dentista da parte del paziente e per rafforzare la sua fidelizzazione. Se non si comunica in modo efficace, spiegando cosa e perch, come e quando, se non si evidenziano gli aspetti fondamentali dellimpegno e dellattenzione della squadra, a parit di efficacia di intervento tecnico, il grado di soddisfazione del paziente sar basso e la qualit percepita, modesta.

    n Quando il paziente entra in sala opera-toria tutto deve essere ordinato, prepara-to, pulito. Non esistono improvvisazioni

    Decalogo Segretaria Generale SIASO(Societ Italiana Assistenti Studio)

    Compiti quotidiani dellASO nella squa-dra odontoiatrica

    Questi sono i dieci principali impegni degli ASO che vengono assolti tutti i giorni nel corso della vita professionale. Ovvia-mente non si pu, nello spazio di un artico-lo, trattare in toto i compiti, i ruoli, lattivit degli ASO, che richiederebbero lo spazio di un libro; pertanto ci limiteremo a indicare gli elementi che sono allo stesso tempo base e obiettivo del nostro lavoro.

    n Comunque si sia passata la notte e qua-lunque sia il livello di irritazione che ci si portati dietro, lASO accoglie il pazien-te con un ampio sorriso, la targhetta con il proprio nome sul camice immacolato, e si avvicina al paziente in sala dattesa per chiamarlo e accompagnarlo nella zona operativa. Il nome viene pronunciato a bassa voce: esiste lobbligo della privacy.

    Signora Fulvia Magenga ASO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    n Tutto il materiale viene ordinatamente posto in magazzino seguendo la regola first in first out: i prodotti pi prossimi alla scadenza saranno quelli pi esterni e quindi dovranno essere utilizzati prima. La lista dei prodotti presenti in magazzi-no deve essere aggiornata in tempo reale.

    Fulvia Magenga ASO Certificata Regione Lombardia

    Bibliografia:

    C. Guastamacchia Elementi di Ergonomia e pratica pro-

    fessionale odontoiatrica MASSON 1988

    G. Leghissa, S. Moretti, C. Palerma, G.P. Buzzi

    La gestione pratica del paziente odon-toiatrico

    ELSEVIER MASSON 2007

    V. Cortesi Ardizzone Lassistenza nello studio odontoiatrico ELSEVIER MASSON 2006

    durante la terapia, esiste un program-ma preciso che consente alla squadra di procedere senza intoppi e senza stress. Chi gestisce tale programma lASO.

    n Terminato lintervento sul paziente, tut-to il materiale monouso viene eliminato, (quello tagliente o acuminato negli ap-positi contenitori). Tutti i DPI, al minimo segno di decontaminazione, devono esse-re sostituiti. Tutto lo strumentario viene depositato nelle vasche decontaminanti, gli strumenti rotanti vengono trasporta-ti in linea di sterilit per sterilizzazione. Si procede alla decontaminazione delle aree potenzialmente contaminate (tubo ra-diogeno, lampada, poltrona, faretra, ecc).

    n Alla sera, si decontamina il riunito, si rimuovono i sistemi barriera dai piani dappoggio, si lavano i tubi di aspirazio-ne e si decontaminano i condotti idrici che arrivano agli strumenti rotanti.

    n Lo strumentario deve essere sterilizzato previa detersione e lavaggio. Per garan-tire che si sia raggiunta la sterilit ne-cessario procedere ai regolari controlli che accertino il buon funzionamento del-le autoclavi. Al mattino: Bowie & Dick, Vacuum test, Helix test (a seconda della classe alla quale lautoclave appartiene), ad ogni ciclo con lindicatore chimico (vapor line). I risultati dei test vanno ar-chiviati e conservati. Ogni pacchetto ste-rile deve essere contrassegnato da una etichetta che riporta il n. di operatore che ha processato gli strumenti, il n. di ciclo, il n. di autoclave, la data di processo e la data di scadenza della sterilit degli stru-menti.

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Odontotecnico

    n Controllo e-mail: si controllano le e-mail inviate dagli studi dove si trovano in al-legato le fotografie delle bocche dei pa-zienti che devono fare un lavoro di pro-tesi, cosicch si possono osservare sia la forma che il colore dei denti. Queste fo-tografie vengono poi salvate su supporto elettronico in un database suddiviso in apposite cartelle con il nominativo dei di-versi studi e vengono conservate per poi farle visionare al tecnico che eseguir il lavoro.

    n Valutazione delle impronte pervenute e colatura delle stesse: ogni impronta viene verificata e, se ritenuta idonea, si procede alla sua colatura, altrimenti si contatta il medico di rifermento e si discute con lui leventuale ripresa dellimpronta.

    n Controllo modelli e messa in articolatore: i modelli colati e risultati conformi ven-gono montati in articolatore, dove si ve-rifica la corretta masticazione.

    n Telefonate con i medici: prima di eseguire il lavoro, soprattutto se complesso, si te-

    lefona al medico per le dovute precauzio-ni da prendere durante lesecuzione del lavoro e per programmarne le varie fasi.

    n Assegnazione dei lavori ai collaboratori: i lavori vengono distribuiti ai vari tecnici a seconda dei tipi di lavorazione; gli stes-si, seguendo la prescrizione medica e i suggerimenti appresi dopo il contatto con il medico, eseguono quanto richiesto.

    n Verifiche dei lavori effettuati dai collabo-ratori: a lavoro ultimato si verifica che sia tutto conforme a quanto richiesto nella prescrizione medica, se non si riscontra-no problemi si procede con la consegna allo studio.

    n Uscita per appuntamenti negli studi: lad-dove non basta vedere le fotografie invia-te dai dentisti (vedi punto 1) si propone la visita in studio del tecnico per verificare di persona il colore e la forma del lavoro da svolgere per avere la possibilit di ri-cevere maggiori dettagli da parte del den-tista.

    n Rapporti con i fornitori: si verifica quoti-dianamente il quantitativo di materiale a magazzino; se il caso si contatta il for-nitore per ordinare quelli sottoscorta.

    n Agenda del giorno dopo: a fine giorna-ta si controllano gli impegni del giorno successivo, che solitamente vengono re-gistrati su supporto elettronico, e si effet-tuano le telefonate per avere la conferma degli stessi.

    n Chiusura del laboratorio: finiti tutti i com-piti della giornata si passa alla pulitura della propria postazione di lavoro, si ri-ordinano materiali, frese e quantaltro servito nellarco della giornata. Si proce-de poi allo spegnimento dei macchinari e delle luci. Si effettua cos la chiusura del laboratorio con liserimento dellantifurto.

    Riccardo Giovini odontotecnico

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    Nello scorso novembre 2012 il Parlamento ha convertito in legge il c.d. Decreto Balduzzi.

    Si tratta della Legge 8 novembre 2012, n. 189:Conversio-ne in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 settembre

    2012, n. 158, recante disposizioni ur-genti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un pi alto livello di tutela della salute. (GU n. 263 del 10-11-2012 - Suppl. Ordinario n. 201).

    In particolare, allart. 3, il legislatore ha ritenuto di promuovere lo sviluppo del Paese, stabilendo che la revisione in via urgente della responsabilit

    professionale degli esercenti la professione sanitaria, rappre-senta un fattore determinante per linnalzamento del livello di tutela della salute.

    A) Premesso che la responsabilit professionale viene chia-mata in causa, dopo che si verificato un danno, osservo che un innalzamento della tutela della salute, potrebbe avvenire soltanto mantenendo il risarcimento integrale del danno biologico, in ossequio agli orientamenti della Corte Costituzionale.

    Al contrario, lultimo comma dellart. 3 precisa che, dallapplicazione del presente articolo non devono deriva-re nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

    B) Il tenore complessivo dei 6 commi precedenti disegna al-lora una norma di natura esclusivamente assicurativa, che sembra rivolgersi unicamente, come dichiarato dallulti-

    Commento alle nuove leggiResponsabilit medica e articolo 3. Legge 189/2012. Buio per i liberi professionisti e

    pazienti. Luce per le assicurazioni.

    Parole chiave: responsabilit medica, linee guida, autonomia professionale, tutela assicurativa.

    Ivo Lorenzini - 25.10.1957

    Iscrizione Albo Medici 1984.

    Iscrizione Albo Odontoiatri 2012.

    Specializzazione chirurgia 1989.

    Perfezionamento in Odontologia forense 2002.

    Libera professione esclusiva in odontostomatologia dal 1990.

    Dal 2000 attivit di CTP in sede civile e penale.

    Fino allo scioglimento del Sindacato AIMOS addetto ai problemi legali e poi segretario sindacale.

    Relatore Amici di Brugg e AIO Bologna per gli aspetti medico-legali della sterilizzazione.

    Attualmente partecipo ala Commissione problemi della professione odontoiatrica presso Ordine Medici e Odontoiatri Milano.

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    mo comma, al contenimento della spesa pubblica. Forse per porre un tetto ai pre-mi assicurativi del S.S.N., determinato dai risarcimenti crescenti pagati dalle compagnie assicuratrici.

    C) Tale norma, per, non limita la sua por-tata allattivit professionale svolta in regime di dipendenza nel S.S.N., ma si rivolge a tutti i professionisti sanitari che esercitano, senza oneri assicurativi a ca-rico dello Stato, anche o esclusivamente, in regime libero-professionale privato. In buona sostanza, allultimo comma, il legislatore sembra dire che lo Stato non disposto a pagare aumenti per la lievi-tazione dei costi delle polizze del S.S.N., e lo stabilisce dimperio ponendo un tet-to di spesa.

    D) Posto che i costi assicurativi del SSN dovrebbero rientrare fra quelli a carico della fiscalit generale in ossequio ai principi di eguaglianza e proporziona-lit contributiva -, a compensazione di questo chiamarsi fuori dalle regole del mercato assicurativo per lattivit del S.S.N., lo Stato si premura di tutelare, per, la salute delle assicurazioni private andando a incidere in modo organico sui fattori di lievitazione dei risarcimenti: magistratura, medici e pazienti.

    E) Infatti, fermo restando il risarcimento per danno ingiusto, il Giudice non potr condannare penalmente un medico che si attenga alle linee guida, se non per colpa grave, e dovr tenere debitamente conto (ergo ridurre il risarcimento) se il professionista si attenuto alle LG. Ma in base alle pi economiche tabelle del Codice delle Assicurazioni (comma 3), in modo incoerente con linnalzamento della tutela della salute previsto dalla legge, e in aperto contrasto con i pronun-ciamenti della Corte Costituzionale.

    F) A fronte di una nicchia di non punibilit penale (primo periodo comma 1) per, posto che la colpa senza danno non d luogo a risarcimento, i medici liberi professionisti potrebbero pagare premi assicurativi pi elevati perch i contratti assicurativi (lettera c comma 2):

    dovranno prevedere condizioni che di-spongano, alla scadenza, un aumento del premio in relazione al verificar-si del sinistro, senza alcun riferimento allesito del contenzioso. In altre parole, a prescindere dal risarcimento liquidato per un danno al paziente, lassicurazio-ne potrebbe aumentare il premio di po-lizza alla semplice assegnazione di un numero di sinistro. Magari per una se-gnalazione cautelativa priva di ulteriori conseguenze per il professionista.

    subordineranno comunque (ovvero in ogni caso = sempre?) la disdetta della polizza alla reiterazione di una con-dotta colposa del sanitario accertata con sentenza definitiva. Ovvero, po-trebbe verificarsi lassurdit che, a fronte di due condotte colpose, senza danno al paziente e senza liquidazione di un risarcimento da parte delle assi-curazioni, il medico potrebbe subire una disdetta della polizza che comportereb-be, come minimo, un aggravio ingiusti-ficato dei premi assicurativi con altra compagnia ed un ingiusto vantaggio per lassicurazione. E se il medico non tro-vasse copertura assicurativa, essendo questa obbligatoria per legge, potrebbe perdere il diritto al lavoro costituzional-mente protetto.

    In questo modo lassicurazione obbli-

    gatoria diverrebbe una sorta di seconda abilitazione professionale, magari uti-lizzando invento - la non conformi-t professionale alle LG, come unico

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    nel procedimento (comma 5).

    Fino a qui la novella: ma in quale contesto?Questultima timida luce si inserisce in

    un contesto legislativo allinterno del quale non esistono ancora norme sulla incompa-tibilit fra contemporanea e abituale attivit di CTU e di fiduciario assicurativo, n sulla formazione forense dei c.d. esperti di di-sciplina da inserire negli Albi dei CTU.

    Un problema mai risolto che amplifica il rischio che il contenzioso giudiziario conti-nui a essere esposto al conflitto di interesse dei consulenti, proprio quando il rischio di non potere pi esercitare imporrebbe, da un lato un uso trasparente e condiviso del sa-pere scientifico applicato al caso concreto e, dallaltro, consulenti scelti in base a criteri di competenza e imparzialit.

    Vale la pena ricordare che in Germania, la maggior parte del contenzioso sanitario vie-ne risolta con metodi alternativi al conten-zioso giudiziale (ADR Alternative Dispute Resolution) proprio basandosi sulla compe-tenza e sulla imparzialit dei consulenti tec-nici.

    Nessuna notizia, poi, di una nuova bozza di regolamento sulle societ professionali, dopo le richieste di ulteriori chiarimenti del Consiglio di Stato al Ministero della Giusti-zia (parere 3127 del 5 luglio 2012) e dopo la recente approvazione della riforma forense che esclude la presenza del socio di capitale nelle societ professionali legali.

    Ma se vero che salute e difesa sono dirit-ti di pari rango costituzionale, perch mentre il diritto alla difesa preclude lingresso di un socio di capitale nella professione forense, il diritto alla salute permette il contrario nella professione odontoiatrica?

    In odontoiatria, le stesse compagnie assi-

    strumento per individuare la colpa. e, quindi, liscrizione allAlbo diverrebbe ininfluente ai fini dellesercizio profes-sionale, a prescindere dagli esiti negativi sulla salute del paziente.

    Sembra di capire allora che, per il legi-slatore, esercitare una professione sani-taria sia diventato come guidare unauto. Non puoi guidare se non sei assicurato. E se non guidi come dice lo Stato (den-tro alle LG), e dove dice lo Stato (solo allinterno del SSN), paghi di pi e ri-schi grosso, a prescindere dai danni che provochi.

    Ovvero, le Linee Guida come etilometro della professione.

    G) Inoltre, poich attualmente i contratti as-sicurativi prevedono che la Compagnia assume il sinistro fino a quando ne ha interesse, le assicurazioni fiuteranno il bussiness di proporre polizze per le spe-se legali che, nel corso degli ultimi due anni, sono pi che raddoppiate.

    Sar, infatti, interesse del professionista ottenere una sentenza definitiva che lo mandi assolto da colpa, anche se il pa-ziente non avr subito alcun danno, n lassicurazione avr corrisposto alcun risarcimento.

    Quali benefici potrebbe ottenere lo Sta-to da un ingolfamento dei tribunali per cause di questo tipo non dato di sapere, ma non mi sembra il modo migliore per ridurre il contenzioso.

    H) Unica nota positiva del provvedimen-to, linserimento negli albi dei CTU di una adeguata e qualificata (qualificata in base a quale norma?) rappresentanza di esperti delle discipline specialistiche te-nendo conto della disciplina interessata

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    curatrici che - gi oggi - gestiscono in pro-prio ambulatori odontoiatrici e assicurano per le cure i pazienti, potrebbero domani - alzare i prezzi delle polizze agli odontoia-tri che non lavorano presso i loro centri e che si troverebbero nella condizione sfavorevole di essere contraenti-assicurati e concorrenti.

    Il tutto senza che il legislatore abbia va-lutato rischi distorsivi per la concorrenza o ipotizzato la nascita di posizioni dominanti anti-concorrenziali, allinterno delle quali, le compagnie assicuratrici rivestirebbero contemporaneamente il ruolo di giocatore e arbitro del sistema economico della libera professione.

    Conclusioni: la somma che fa il totale.

    A ben vedere, quindi, la nuova legge ag-giunge alla responsabilit per danno quella per colpa senza danno.

    Nel primo caso il beneficiario della norma il paziente al quale lassicurazione liquida il risarcimento stabilito dal Giudice.

    Nel secondo caso, il beneficiario sar las-sicurazione, che potr aumentare il premio assicurativo o disdettare la polizza al profes-sionista, in assenza di un danno risarcito al paziente.

    Da qui il fondato sospetto che le Linee Guida e le c.d. Buone Pratiche potrebbero mutare la loro natura, da aiuti decisionali del medico a parametro legale in mano alle assicurazioni -di qualificazione della colpa:

    1. slegata dalla tutela della salute e

    2. quantificata in base ai dati dei sinistri, noti soltanto alle assicurazioni.

    Considerato poi che in odontoiatria i con-

    flitti di interesse sono molto frequenti, po-trebbero riemergere, ad esempio, i conflitti di interesse professionale tra i fautori di una tecnica implantologica piuttosto che unaltra.

    E dovremmo magari discutere in tribuna-le invento se impianti c.d. fibro-integra-ti, dotati di marcatura CE e sotto carico da cinque anni senza problemi per il paziente, comportino o no colpa per il dentista che li ha messi. Oppure se meglio un adesivo smalto-dentinale di seconda o quarta genera-zione; per non parlare se il risarcimento del danno per una edentulia traumatica, debba prevedere una corona su impianto e rinnovi protesici (pi favorevole allassicurazione) o un ponte di tre elementi e rinnovi su denti da devitalizzare (pi favorevole al paziente).

    Divide et impera, lunica a guadagnar-ci, sarebbe una concezione autoritaria dello Stato che potrebbe ottenere:

    1. una riduzione dei costi di gestione del SSN per i premi derivanti dalla attivit sanitaria pubblica, scaricandone gli ag-gravi che invece dovrebbero essere ri-partiti sulla fiscalit generale in capo ai liberi professionisti che non lavorano nel S.S.N.;

    2. una progressiva riduzione della propen-sione dei professionisti a svolgere la li-bera professione con conseguente calo dei contributi previdenziali e

    3. la possibilit di acquisire il patrimonio de-gli enti previdenziali privati, che gi fati-cheranno a reggere il peso della sostenibi-lit finanziaria dei loro bilanci a 50 anni.

    Che dire Colleghi, forse come avrebbe detto il grande Tot: la somma che fa il totale (e io pago).

    Ivo Lorenzini

  • ECO

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    14www.teamwork-media.com

    OPERAZIONE CHECK-IN OPERAZIONE CHECK-INOPERAZIONE CHECK-IN

    Il Dr. Stefano Almini intervista il Dr. Carlo Guastamacchia

    GUASTAMACCHIA PARLA, LERGONOMIA ASCOLTA, LA PROFESSIONE RINGRAZIA

    Questa intervista potrebbe intito-larsi: Cera una volta il dentista perch parlare con Carlo Guasta-macchia signifi ca prima di tutto rimeditare unera storica dellodontoiatria. Molti gio-vani odontoiatri pensano che lodontoia-tria di oggi sia, in un certo senso, quella di ieri, modifi catasi sulla scia delle tecnologie e delle tecniche. Chi ha qualche capello bianco-grigio (ahim) sa benissimo invece quello che era, soltanto 30-40 anni fa, lodontoiatria italiana nella sua pratica, nella sua realt territoriale. Tornando per un attimo alli-nizio degli anni 70, immediatamente si comprende che i dentisti erano pochi e sommersi dalle richieste. La prevenzione della carie dentale, come concetto, muo-veva soltanto i primi passi ed i pazienti ne erano la prova. Filo interdentale, spazzolamento corret-to, corrette abitudini alimentari non ri-entravano nei messaggi sociali; i dentisti rispondevano allassalto delle richieste con la capacit di eff ettuare prestazioni odontoiatriche contemporaneamente su riuniti diversi, di solito tre. Gli studi den-tistici avevano ampie sale daspetto con numerosi pazienti in attesa, senza appun-tamento, seduti od in piedi, con una mano sulla guancia e tanta pazienza: aspettare il

    proprio turno in silenzio era assolutamen-te normale. Il dolore era il vero nemico del paziente, ma rientrava nei patti della pato-logia-terapia, come un fatto ineluttabile. Il dentista era temuto, considerato, rispet-tato. Il suo camice, rigorosamente bianco, era portatore di sollievo dal dolore ed, in ogni caso, incontestabile per le decisioni prese, cos come non erano contrattabili le parcelle. Quella odontoiatria ha risolto molte ur-genze, ha dato risposte terapeutiche al passo con i tempi di allora, quando la cura canalare si basava soprattutto su quale cemento curativo posizionare nel canale piuttosto che sulla detersione, sagomatura e riempimento con guttaperca. I dentisti avevano la capacit di passare da un riuni-to allaltro sapendo interpretare i messag-gi che la segretaria-assistente era in grado di inviargli nel tragitto da una poltrona allaltra. La lista di pazienti non fi niva mai, anche se qualcuno, con qualche timida protesta, decideva di andare altrove. Quel-la odontoiatria incominciava a crescere sollecitata dalle prime riviste di settore, strutturata dai primi congressi, dalle prime conferenze di colleghi italiani sullutilizzo di sistemi adesivi dei compositi, che pren-devano forma dallimpasto di pasta base e catalizzatore, prima che arrivassero come

    novit le prime lampade polimerizzanti, cos come i materiali ceramici incomincia-vano a diventare i competitori delloro-re-sina, da sempre leader della protesi fi ssa.Quei dentisti, diremmo noi oggi, hanno vissuto unepoca doro (molto lavoro, po-che grane, spese basse, alte entrate, con-tenziosi sconosciuti), ma occorre anche valutare le loro diffi colt operative per lassenza di precisi punti di riferimento professionali, aggravati da compromessi posturali, organizzativi, gestionali.Un comportamento accomunava i dentisti di quel periodo: lavoravano tutto il giorno in piedi, curvi sui pazienti, i quali a loro volta erano seduti, non sdraiati sulla pol-trona, con le mani saldamente ancorate ai braccioli. La luce dellambiente era scarsa e tremolante come quella diff usa dai tubi al neon. La luce del riunito era invece intensissima e diretta, con il fi lamento incandescente a vista, capace di intaccare anche locchio di Polifemo. Lassistente di allora doveva ne-cessariamente avere una rapidit manua-le per riordinare il riunito dove il dentista aveva estratto un dente, mentre gi su un altro riunito iniziava una terapia endodon-tica, sempre dal paziente e dal dentista. Non esistevano servo mobili, ma strutture a muro con cassetti profondi, nei quali lor-

    Carlo Guastamacchia nato il 16 10 1933, laureato in medicina con lode a 23 anni, specializzato in clinica odontoiatrica, con lode, a 25 anni. Libera docenza in odontoiatria a 32 anni. Ha insegnato, a contratto, in molte Universit italiane, tra cui Milano e Roma. Attualmente insegna Ergonomia, a contratto, al CLID dellIstituto S. Raffaele di Milano. Attualmente insegna Ergonomia, a contratto, al CLODP (III Anno) dellUniversit degli studi di Genova. Ha scritto oltre 250 pubbli-cazioni. Dal 1968 al 2011 stato Direttore Scientifi co di Dental Cadmos. Nel 1974 ha fondato Prevenzione e Assistenza Dentale che ha Diretto fi no al 2011.Ha effettuato centinaia di corsi di Ergonomia e Comunicazione per tutto il team da oltre 35 anni. Premio Biaggi degli Amici di Brugg. Ha scritto numerosi testi relativi alla Pratica Professionale (Ergonomia, Mar-keting, Psicologia della comunicazione).Ha recentemente (2012) fondato la Casa Editrice Tamagor che pubblica la rivista, da lui diretta, ECO (Ergonomia&Comunicazione in Odontoiatria). praticante di attivit fi sica sistematica da 45 anniCarloGuastamacchia

    dott. Stefano Almini

    Segretario Culturale dellAnDI Lombarda e Presidente CAO della Sezione di Bergamo

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

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    OPERAZIONE CHECK-IN OPERAZIONE CHECK-IN

    dine delle pinze e di altro materiale veniva stravolto dal dentista alla prima apertura di cassetto. Il paziente seduto alla poltro-na, in attesa del suo momento, aspettava larrivo del dottore, che di solito si presen-tava dalla porta alle spalle del paziente; il dentista compariva dun tratto, con il passo veloce, lanestesia in carica come la cartuc-cia di una carabina ed una battuta aff abi-le di complicit Allora, Signor Vavassori, come va? Oggi dobbiamo fare quella ot-turazione in amalgama e magari togliamo anche quella radicetta. Bene! Ecco adesso apra bene la bocca, bravissimo cos. I dentisti di allora avevano una capacit comunicativa essenziale: poche parole, autorevoli e con richiesta implicita al pa-ziente di non rispondere, perch il tempo era poco e non doveva essere sprecato parlando. Negli anni 70 un certo Carlo Guastamac-chia incominci ad interrogarsi sul signifi -cato dei gesti, sulla loro funzionalit opera-tiva, sul ruolo delle posizioni di lavoro, sul valore organizzativo ed intellettuale del concetto di lavorare con i vassoi preparati ad hoc (vassoio chirurgico, protesico, con-servativo, endodontico, ortodontico). Gua-stamacchia, in quegli anni, incominciava a progettare nuove posizioni delle turbine rispetto alla ergonomia del loro uso, svi-luppando il concetto dellaspirazione chi-rurgica ad alta velocit, trasformando il la-voro in piedi del dentista in una posizione confortevole seduta (su uno sgabello che in quel momento acquist dun tratto una sua identit importante), con lassisten-te anchessa seduta in sinergia operativa con il riunito e le mani del dentista. Nel 1968 comparve il riunito ergonomico tipo SPRIDO, progettato da Guastamacchia; Sprido signifi cava: Strumenti Pendenti, Recuperi Inerti, Doppia Operabilit, una sigla che contiene il core dellergonomia odontoiatrica. Fu commercializzato con il nome Colibr! Successivamente, dopo 15 anni, questo ri-unito subir evoluzioni dalle ditte produt-trici, con gli strumenti pendenti, distanzia-ti, i fi li ed i tubi con maggiore escursione. Il paziente degli anni 70 cambi quindi la sua naturale posizione di sempre, da quando gi nel 1700 veniva rappresentato in piedi sulle stampe dellepoca, con il pa-ziente seduto ed ancorato alla sua paura, mentre attendeva a bocca aperta il fato, il dolore, il trauma da subire. Nel 1900 il paziente si trovava ancora seduto, con lo

    sguardo silenzioso rivolto ad osservare il severo sguardo silenzioso di trapani a fi lo. Certamente, ci diciamo, siamo oggi anche troppo responsabilizzati da nuovi aspetti legislativi di una societ che dimostra at-teggiamenti bipolari nei nostri confronti (amore-odio; gratitudine-astio). La nuova identit dellodontoiatria ha maggiori ri-schi e responsabilit; ognuno di noi decide di aff rontarli a modo suo, alla ricerca diffi ci-le di un equilibrio tra le forze in campo, tra le energie spese nel rispetto delle leggi ed i ritorni economici in calo, tra le motivazioni e le aspettative reali. Una cosa ci accomuna tutti, nello stesso modo: la posizione di la-voro!!! Tutti, adesso, lavoriamo seduti, tutti siamo abituati ad avere sottomano stru-menti e turbine (imbustati e sterilizzati), tutti abbiamo una aspirazione chirurgica ad alta velocit, tutti conosciamo il valore organizzativo dei vassoi preparati. Larrivo di Guastamacchia ha segnato una svolta, un punto di non ritorno per lodon-toiatria, un passo avanti non reversibile. Lergonomia insegnata da Carlo ci distin-gue dai colleghi medici e determina il confi ne tra limprovvisazione e la seria ge-stione professionale. Questa intervista ha il signifi cato di ringraziare chi, come lui, ha inventato e adattato alla nostra profes-sione una modalit operativa con risvolti pratici e gestionali nello stesso tempo, ta-rati in modo specifi co sulla manualit del nostro lavoro!

    Eccoci Carlo alla prima domanda e grazie per la tua immediata disponibilit!

    Stefano, ti fermo subito: chiamami Tam, perch questo il soprannome che voglio condividere con i colleghi

    Va bene, Tam, come vuoi tu! Eccoci alla prima semplicissima domanda: se doves-si in quattro parole condensare il nostro lavoro, quali sono le parole chiave?

    La sintesi sempre la cosa pi diffi cile perch riassume tutto ci che si capito; ti direi senza dubbio: gestione, risorse, ob-biettivi. Senza obbiettivi, non si parte, sen-za risorse non si va lontano, senza gestione si fallisce.

    Pi precisamente?

    Le risorse siamo noi, operatori, ma anche la nostra capacit di investimento economi-

    co, la nostra strumentazione tecnologica e soprattutto il nostro tempo, risorsa prezio-sa da cui dipende tutto; anche la salute una risorsa, da tenere sotto controllo.

    E per la gestione?

    La gestione, Stefano, corrisponde ai pi-lastri su cui si fonda la nostra solidit operativa: comprende la pianifi cazione, lorganizzazione dei compiti e le deleghe, lorganigramma dei componenti del team, la direzione (in cui rientra il concetto di la-voro di squadra, la gestione dei confl itti, la comunicazione-motivazione), il controllo. Credimi, senza controllo dei dati, senza gestione di quello che accade, anche dal punto di vista fi nanziario (spese-entrate-fl ussi economici) come guidare un aereo senza sapere a che altezza si vola, n in che direzione si viaggia.

    Per gli obbiettivi?

    Il nostro obbiettivo primario sempre la prevenzione. La patologia in senso lato, per quanto diminuita, rappresenta sempre il nostro obbiettivo secondario, cio la te-rapia della lesione cariosa nelle sue diverse implicazioni. Lapproccio professionale multiforme e richiede di valutare il terzo obbiettivo, quello di considerare i pro-grammi speciali, quali quelli dellaggior-namento professionale. Non ultimo rima-ne lobbiettivo di investire nei programmi personali che rappresentano la linfa attiva dei nostri rami familiari, della nostra attivi-t fi sica, del tempo libero da pensieri tipi-camente troppo solo professionali.

    La parola che si identifi ca con il cognome Guastamacchia ERGONOMIA. Cosa signifi ca? Cosa vuole dire questa parola?

    Lergonomia una disciplina con lo scopo di semplifi care il lavoro, per migliorare lef-fi cienza di qualunque sistema operativo. E chiaro che per capire come semplifi care il lavoro, occorre fare analisi, una analisi det-tagliata del lavoro stesso.

    Come si fa?

    Con losservazione ed il ragionamento, esattamente come richiede latto diagno-stico. Oltre allosservazione ragionata, oc-corre anche rifl ettere sui movimenti che si compiono e sul tempo che ci richiedono.

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    In odontoiatria, Tam, quali sono i princi-pi dellergonomia?

    Stefano, mi stai facendo domande che meriterebbero un maggiore approfondi-mento, per, semplifi cando al massimo, ti rispondo cos: si pu suddividere lergo-nomia in tre gruppi, di cui il primo tratta il concetto di procedura operativa, il secon-do riguarda leconomia dei movimenti, il terzo aff ronta i movimenti standard, cio quelli elementari.

    Le direttive della Sanit, siano esse re-gionali o nazionali, tendono sempre pi a sottolineare limportanza di linee guida e procedure operative codifi cate. Come nasce, come si articola una proce-dura operativa?

    Ogni lavoro che svolgiamo una proce-dura operativa, a qualunque livello. Ogni procedura pu essere semplice o com-plessa, sempre per si struttura in tre fasi: la preparazione, lesecuzione, il riordino. Se ci pensi, che si compia una prestazione odontoiatrica, che si produca un oggetto, un servizio ci sar sempre la fase che prepara, lesecuzione vera e propria, il rior-dino di tutto. In odontoiatria soprattutto evidente che solamente una sola di que-ste tre fasi quella attiva, capace di esse-re propriamente risolutiva e produttiva: lesecuzione, il gesto operativo, chirurgico, conservativo, endodontico Le fasi di preparazione e riordino sono inve-ce non direttamente produttive, possono anzi essere dispersive e passive; aggiungo-no soltanto costo alla prestazione, la quale aumenta di valore quando preparazione e riordino ne aumentano leffi cienza.Ecco quindi che con lanalisi dei movimen-ti e lo studio dei tempi si pu semplifi care una procedura operativa, riducendo al mi-nimo costi ed energie, altrimenti disperdi-bili.

    Queste ri essioni come riescono a diven-tare e caci nella realt ordinaria dei no-stri studi?

    Analizzare quello che facciamo e meditare come migliorarlo ha determinato il rispon-dere a domande sul come e perch modi-fi care un nostro comportamento: il rischio di ogni lavoro labitudine e la routine. Oc-

    corre farsi domande per migliorare quello che siamo. Nello specifi co: cosa potremmo eliminare dai nostri studi senza diminuire sicurezza e qualit? Pensiamoci! Cosa si pu combinare o associare tra strumenti per migliorarne la funzione? Ecco allora la siringa del riunito a tre vie, con acqua ed aria insieme o separate! Come si pu ripo-sizionare gli strumenti in un cassetto? Ecco che arriva il concetto del vassoio organiz-zato! Come si pu semplifi care la funzione del riunito? Arriva la doppia strumenta-zione, ad uso di odontoiatra ed assistente! Dallo studio delleconomia dei movimenti studiati da Gylbreth nel primo novecento, si deduce che sono una decina i movimenti delle dita, polso, avambraccio, tronco che devono essere attentamente considerati nello svolgere il nostro lavoro, o, per me-glio dire, quella parte che, ricordiamolo, manuale.

    Quali sono questi dieci movimenti?

    Prima di tutto, sembra banale dirlo, ri-durre al massimo i movimenti, realizzarli nella estensione e nella durata pi breve possibile, devono se possibile essere dritti, non a zig zag. Devono essere sincroni con le due mani, sono avvantaggiati dal fatto che il materiale sia preposizionato, alla al-tezza del loro uso (circa 5 cm sotto il go-mito), sono avvantaggiati dalla posizione generale di lavoro, costante nella comodi-t (posizione seduta ), i movimenti inoltre sono avvantaggiati dalla illuminazione bilanciata e ben distribuita nello studio. Fondamentale per i movimenti ridurre al minimo gli spostamenti della testa e degli occhi, preservando la salute ed evitando la stanchezza oculare.

    Si pu dire che esiste quindi unergono-mia stomatologica?

    Certo! Anzi, mai come in odontoiatria, rispetto ad altre branche sanitarie, si esprime al massimo il benefi cio della er-gonomia, che rimane una scienza elabora-bile sul campo personale da ogni collega odontoiatra che voglia rimeditare i propri comportamenti professionali.

    Lesigenza di migliorare le cacia e dimi-nuire ogni spreco, dai gesti elementari alle spese di gestione generale (magaz-

    zino, telefonia, servizi acqua, gas, ener-gia elettrica) stata sollecitata dalla diminuita capacit di spesa, dei pazienti e delle nostre stesse realt familiari. La professione fa i conti con la sua capacit di impresa, anzi oggi si confronta con il rischio stesso di impresa. Quali sono gli obbiettivi della professione e quali quelli pi specifi ci dellimpresa?

    Hai citato la parola rischio, da cui vor-rei partire per risponderti, Stefano. Per le leggi del nostro Stato il professionista odontoiatra non pu fallire, come se non esistesse nella nostra pratica il rischio eco-nomico-fi nanziario. In realt sappiamo be-nissimo che esiste una personale interes-senza dellodontoiatra nella sfera della sua attivit: fallire possibile, basterebbe pen-sare ad una lunga interruzione del lavoro per questioni indipendenti dalla volont dellodontoiatra. Gli obbiettivi professio-nali ed imprenditoriali sono compatibili e complementari; se infatti ci concentriamo su quelli tipicamente imprenditoriali, sco-priamo che gli obbiettivi possono essere sovrapponibili: provvedere alla produzio-ne e distribuzione di beni e servizi necessa-ri alla popolazione (le prestazioni odonto-iatriche), produrre beni e servizi nel modo pi effi ciente possibile (siamo daccordo, no?), sviluppare e mantenere la capacit di impresa, migliorando i servizi e parte-cipando alle nuove tecnologie (oh yes!), raggiungere gli obbiettivi globali della comunit (quali quelli del mantenimento della salute e della prevenzione generale).

    In conclusione?

    Il vero rischio quello gestionale: gli ob-biettivi professionali ed imprenditoriali si intersecano, quello che determina il futuro dellazienda studio come vengono utiliz-zate le risorse. La carenza di gestione pro-duce fallimenti, dai professionali ai succes-sivi inevitabili imprenditoriali e viceversa. Potrei riassumerti cos, Stefano, questi con-cetti: la gestione della pratica professiona-le richiede una pianifi cazione generale, lutilizzo effi cace del personale, il controllo della prestazione fi nale, rivalutata nel tem-po, il controllo dei dati economici dei fl ussi di entrateuscite. Per la libera professione impossibile sottrarsi alle responsabilit della gestione.

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    Studio monoprofessionale o studio po-liprofessionale? Vantaggi e svantaggi. Cosa dire, Tam?

    Beh, soprattutto i tempi di oggi mettono in evidenza i punti di forza e di debolezza delle gestioni monoprofessionali o po-liprofessionali. Nel primo caso, Stefano, salta immediatamente agli occhi il valore assoluto della autonomia e della libert. Dalle impostazioni economiche a quelle dei rapporti con pazienti ed assistenti, lo studio monoprofessionale contiene una semplicit intrinseca per la quale ogni de-cisione pu essere rapida, diretta, senza interlocutori: la responsabilit personale, le scelte dei tempi e modi sono personali, rischi inclusi. Il problema, Stefano, che mentre allinizio dellattivit i rischi sem-brano remoti e vaghi, fi no a pesare poco rispetto allentusiasmo della giovent pro-fessionale, con il tempo possono aff aticare mente e corpo. In questo tipo di studio, es-sendo tutto centrato su una sola persona, la malattia, linabilit temporanea, piccoli incidenti fi sici non possono avere posto, ma la vita ha una sua imprevedibilit e nel tempo questi rischi possono diventare in-cubi. Esiste poi un altro svantaggio nello studio monoprofessionale: lisolamento personale, intellettuale, tecnico-professio-nale. Nel momento in cui il lavoro cala ed aumentano gli spazi vuoti, il rischio non sapere riempirli con alte motivazioni. Se la spinta professionale diminuisce la veloci-t e rallenta, la demotivazione potrebbe trovare lalleata peggiore che ci sia, la de-pressione! Attenzione: mai abbassare la guardia da questa terribile subdola intrusa della mente.

    Quindi sarebbe preferibile, oggi, svilup-pare la mentalit verso possibilit opera-tive in studi poliprofessionali?

    Calma, calma! Anche qui gli svantaggi esi-stono: si deve mettere in conto subito di una perdita della libert decisionale to-tale. Occorre infatti, in queste realt, man-tenere aperto un confronto decisionale, che non facile da rispettare, richieden-do umilt ed ascolto. Inoltre, non potere pi decidere liberamente sulle questioni dellattivit potrebbe determinare una sot-tile frustrazione: il problema sono sempre le persone che si incontrano per sviluppare uno studio poliprofessionale; questa scelta di individuare le persone giuste per co-

    struire un team allargato forse la scelta pi impegnativa, dopo quella di trovare la moglie giusta od il marito giusto! La pro-gettazione degli spazi fi sici dello studio poliprofessionale strategica per garanti-re spazi personali, salvaguardando il diritto alla privacy ed al proprio ego. Altro svan-taggio di questa organizzazione la possi-bilit di vedere crescere in silenzio un sot-tile temibile disagio: la gelosia! S, Stefano, la gelosia tra colleghi, gelosia tra assistenti e tra pazienti; occorre ricordare che siamo latini, mediterranei, irritabili dalle emozio-ni pi epidermiche, come una battuta di un paziente che chiede di essere visitato da un collega piuttosto che da un altro Il rischio in questo caso non interpretare a priori il problema e lasciare che le cose accadano, generando a volte un inquina-mento psicologico tra colleghi, disagio che le assistenti subito riconoscono e vivranno la loro attivit scegliendo da quale parte stare, alimentando confl itti di parte.

    Ma quali sono allora i vantaggi, Tam?

    Un attimo e arriviamo! Se gli svantaggi dello studio poliprofessionale sono so-prattutto riferibili agli aspetti psicologici-comportamentali, esistono anche nu-merosi vantaggi, che distinguerei in tre gruppi: quelli economici, quelli gestionali-previdenziali, quelli caratteriali. Partiamo dal primo gruppo: i vantaggi economici sono evidenti poich tutti gli spazi dello studio sono utilizzati al massimo, sud-dividendo le spese tra tutti, con una di-stribuzione dei costi che ha una delicata rilevanza fi scale. Il costo della segreteria condiviso dal gruppo, cos come le zone di lavoro; si riduce la sotto-utilizzazione del tempo disponibile, ergonomizzan-do le aree operative, diminuendo i tempi morti. I vantaggi gestionali-previdenziali sono quelli che migliorano limmagine professionale del team, aumentando i tipi di servizi ai pazienti. Estendendo le ore di apertura dello studio si copre lassistenza anche in momenti scoperti dallo studio monoprofessionale, allargando le poten-zialit operative verso le emergenze, le urgenze, i servizi di guardia nelle festivit e le ore serali. Fondamentale vantaggio per quello che permette allo studio poli-professionale di impostare nel tempo una cessione di attivit od un subentro. Per-mette anche di temere meno leventualit di assenza non volontaria dal lavoro (ma-

    lattie, incidenti) perch i pazienti continua-no comunque ad avere servizi alternativi, nella stessa struttura. Nellambito dei van-taggi caratteriali, lo studio poliprofessio-nale spazza via la solitudine del dentista monoprofessionale, pu anzi aumentare le sue motivazioni, ridurre gli stress deci-sionali. Non ultimo vantaggio la possi-bilit dellingresso di giovani neolaureati, possibili portatori di nuovo entusiasmo e delleventuale subentro, nel rispetto di un patto generazionale tra le parti.

    Lo stress decisionale dello studio mono-professionale dovuto al totale accen-tramento delle decisioni e delle scelte operative. Con la nostra assistente che ci a anca, come decidere di comportarci?

    Sono assolutamente convinto, Stefano, che la chiave del successo nei rapporti con lassistente sia la DELEGA. Il problema che si possono avere idee confuse sulla de-lega, che invece pu diventare un punto di partenza per rimodulare lo studio: delega il passaggio di determinate aree operati-ve sotto la responsabilit dei collaboratori o dellassistente. La delega ci fa risparmiare tempo, fatica, denaro. Delegare non signi-fi ca fare lavorare gli altri per noi; signifi -ca invece fare lavorare CON noi: il valore immenso della delega consiste nel fatto che aumenta la fi ducia e la motivazione dei collaboratori, favorendo la dedizione, lorgoglio, liniziativa, la partecipazione. Chi al nostro fi anco capisce se la delega fi nta o autentica: ognuno di noi rifl etta nel tempo su come e cosa delega nella sua attivit.

    Ri ettere nel tempo, ci dici, Tam. Ti chiedo allora parlaci del tempo!

    Stefano, il tempo una risorsa! Una rifl es-sione? Il tempo non viene studiato, non viene meditato. Esistono invece elementi-base che ci permettono di analizzare con consapevolezza la variabile-tempo.

    Quali sono? Sono curioso, Tam, perch in e etti si parla sempre troppo poco del tempo.

    Il tempo professionale una entit fi ni-ta, Stefano. Ascolta attentamente: calco-lando, pi o meno, 30 anni di professione e allincirca 1000 ore di lavoro allanno, si pu dire che la nostra vita professionale

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    da calcolarsi intorno alle 30.000 ore. Certo un dato con una sua approssimazione, ma credimi, gira e rigira questa la risorsa tempo sulla quale contare. una capitale da gestire, come se si trat-tasse di un Fondo Cassa al quale attingere o come una quantit di ossigeno a cui fare riferimento come sommozzatori in immer-sione nella professione. Il tempo per an-che una misura comune, un linguaggio, un riferimento che accomuna tutti e che ci permette di vivere insieme. Se ognuno di noi usasse riferimenti temporali di tipo individuale la societ non esisterebbe, sa-rebbe impossibile accordarsi su qualunque cosa in un certo tempo. Quel tempo preciso che il paziente dedica a noi, in realt, lo dedica a se stesso: questa rifl essione, se condivisa con il paziente, de-termina un aumento di valore del tempo stesso che ci viene affi dato: quel tempo ha un suo pregio e non deve essere venduto ai saldi (). Il tempo, come risorsa tra noi ed il paziente, non pu essere buttato via, poich non potremo mai trovarlo in presti-to da qualsiasi banchiere. La gestione ra-zionale del tempo rappresenta il crocevia pi signifi cativo per una integrazione stra-tegica tra la nostra qualit di vita e quella di chi ci circonda.

    Scusa, Tam la banalit della domanda: esiste una regola doro per amministrare bene il tempo?

    Non mai banale una domanda sul tem-po! La regola fondamentale semplice: sapersi programmare. Questa analisi non aff atto automatica, occorre pianifi care, prevedere, immaginare come saranno le porzioni delle giornate, settimane, mesi. Insomma programmarsi implica un pro-cesso consapevole, che ci permette di scegliere la nostra corsia cronologica, per usare un termine che avevi scelto come percorso culturale. Lenorme vantaggio di sapersi program-mare che riduce lo stress decisionale! Se infatti impariamo a programmare la settimana, diventiamo esecutori delle no-stre decisioni. Ci che ci aff atica e stressa soprattutto lattivit decisionale, mol-to meno quella esecutoria: se riusciamo a concentrare il momento decisionale, il resto avr meno spesa emotiva e meno coinvolgimento esistenziale stressante. Sa-

    pere come comportarci e sapere cosa fare, quanto tempo richiedere o dedicare ci far aff aticare meno! Un dettaglio impor-tante: consiglio sempre, al termine di una prestazione, di scrivere in cartella non solo quello che si fatto ma anche quello che si dovrebbe fare nella successiva seduta: questa programmazione ci costa poco, ma ci far risparmiare tutta quella impegna-tiva focalizzazione diagnosticaoperativa necessaria per decidere cosa fare nella se-duta successiva.

    Grazie Tam, quanti spunti! E adesso unaltra regola?

    La regola del cambiare marcia. Mi spiego: il tempo non ha sempre lo stesso valore. Bisogna imparare ad usarlo in funzione della strada che stiamo percorrendo. Il tempo dedicato al commento del caso del paziente non come quello da attribuire alla lettura del giornale: cambiare marcia signifi ca concentrarci su quanto stiamo facendo, valutandone limportanza; dob-biamo imparare ad ignorare quello che si stava facendo prima o quello che si dovr fare dopo, perch l dove abbiamo deciso di impegnare con attenzione il tempo me-rita lassoluto rispetto. Questo atteggia-mento mentale deve essere condiviso con le vostre assistenti: bisogna insegnare loro che devono sintonizzarsi sulla vostra mar-cia del momento. E come fare una gita in bicicletta insieme: non si pu procedere a velocit diverse. Con le assistenti ci si deve, in un certo senso, accordare prima, perch in presenza del paziente tanti discorsi sono impossibili ed inopportuni; dobbiamo in-vece stabilire a priori una fi losofi a del tem-po che ci trovi tutti sincronizzati.

    Organizzazione del presente e futuro, quindi

    Una manciata di consigli per gli acquisti del tempo giusto: fare lavori che richiedo-no alta concentrazione intellettuale quan-do ci si sente nella forma migliore, non quando si deve farli. Occuparsi di faccende di minore contenuto intellettuale quando il cervello non in grado di occuparsi di al-tro. Fissare le scadenze per tutti i compiti e rispettarle: ogni cosa richiede il tempo che le avevamo riservato. Non rimandare le problematiche sgradevoli perch blocche-

    ranno il cervello, riducendo la capacit di lavoro, la creativit, la serenit. Raramente i problemi diventano pi gradevoli se sono rinviati, anzi! Liberatevi di ci che non importante: alcuni problemi, se sono pic-coli, tendono a risolversi da soli se sono ignorati. Analizzate le vostra interruzio-ni, a qualunque livello: cercate di evitarle o di diminuirne leff etto. Defi nite bene i tempi in cui non volete essere disturbati. Fate bene una sola cosa alla volta: questo pi facile per i maschietti, meno per le femmine che tendono a fare contempo-raneamente mille cose. Valutare le priorit di esecuzione. Riunite le vostre idee in un unico contenitore (lagendina?) e soprat-tutto scrivete subito se vi viene unidea nuova, altrimenti la perderete. Se possibi-le, quando incominciate un lavoro, fi nitelo. Se lo spezzettate troppo, perder la sua coerenza, non avrete la visione dinsieme e dovrete ricominciare ogni volta a concen-trarvi di nuovo per capire bene dove siete arrivati. Siate selettivi ed imparate a dire di no, se occorre. Chiedetevi Sono le persona giusta per questo lavoro o potrei delega-re?. Evitate di portarvi a casa il lavoro se non siete sicuri di farlo. E meglio lavorare fi nch non avete fi nito per poi godervi se-renamente il tempo libero. Evitate i perfe-zionismi eccessivi: fate le cose bene, senza strafare. Una cosa importante: lo stress e la fatica non sono causate dalle cose che ave-te fatto ma dal pensiero di tutte quelle che non avete fatto. Lansia nasce da compiti che non sapete come aff rontare e risolvere. Prima pensate, poi agite. Non c niente di cos urgente che non permetta di mettere in moto il processo decisionale. Certamen-te, quando lobbiettivo chiaro, agite. La persona effi ciente quella che sa ridurre la distanza tra pensiero ed azione.

    In questa preziosa lista di consigli con-tenuto il valore del tempo, come risorsa da cui tutto dipende. Come padre della ergonomia italiana, possiamo dire che vivere la Vita la pi importante delle Ergonomie?

    S, possiamo dirlo senza dubbio, perch lergonomia non una disciplina astratta, a s stante, ma un modo con cui aff ron-tare il lavoro e, senza paura della metafora, quel lavoro particolare che la vita nel suo insieme.

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    Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria

    OPERAZIONE CHECK-IN OPERAZIONE CHECK-IN

    Se vivere comunicare, si comprende allora perch si associa lergonomia alla comunicazione.

    Esatto! La comunicazione componente essenziale della ergonomia, come risulta, Stefano dalla dichiarazione ufficiale del Congresso IEA (International Ergonomic Association) di Toronto di 30 anni fa.

    Come evolve la comunicazione? E legata alla tecnologia o ai messaggi da inviare al mondo?

    La comunicazione un processo molto composito: evidentemente la tecnologia migliora determinate modalit per dif-fondere i messaggi, ma la sostanza che conta sempre la qualit del messaggio. Diciamo questo anche se, in verit, 40 anni orsono Marshall Mac Luhan diceva che il mezzo il messaggio e questa afferma-zione non uno scherzo!

    Ergonomia della comunicazione una ergonomia dei movimenti?

    No: io classifico lergonomia odontoiatrica sulla base di tre principi fondamentali: i movimenti elementari, leconomia dei mo-vimenti e il concetto di procedura operati-va. Conseguentemente: un conto la co-municazione, un altro conto lergonomia dei movimenti.

    Nella ergonomia dei movimenti, quanto hanno inciso il lavorare seduti, il sistema a vassoi, il riunito con strumenti pen-denti?

    Enormemente, perch il lavorare in piedi consente una grande quantit di piccoli adattamenti che, invece, nel lavoro ergo-nomico (prevalentemente seduti) devono essere tutti studiati ed organizzati PRIMA di iniziare il lavoro.

    Pu essere acquisita ed imparata lergo-nomia dei gesti; anche quella dei com-portamenti ?

    Senza il minimo dubbio: questo un pun-to-chiave per lacquisizione della disinvol-tura professionale. Immaginare che tutto quanto si fa lo si faccia per istinto pura incoscienza!

    Il paziente vuole di pi, a costo inferio-re: cosa il di pi del paziente e quanto pu costare allodontoiatra?

    La domanda esige una spiegazione ampia. Il paziente vuole di pi e glielo si deve dare. Questo perch quanto il paziente esige dal suo curante (e relativo team) la chiara offerta di un rapporto empatico fortemente personalizzato. Io sono pro-fondamente convinto che nel ping-pong costo-comunicazione sia sempre la co-municazione a vincere, anche se questa comunicazione , per il dentista (e il suo team) enormemente costosa in termini di tempo e stress.

    Parlavamo prima di movimenti elemen-tari. Quali sono quelli che maggiormente interessano lodontoiatria?

    Sono otto: trasportare, afferrare, prepo-sizionare, montare, utilizzare, smontare, rilasciare e processo mentale. Questa una classificazione semplificata dellanalisi Work-Factor, perch i movimenti elemen-tari originali (di Ghilbrecht) erano 27 ma qui inutile sottilizzare. Importantissimo lultimo (processo mentale) perch alla base del fattore comunicazionale e, giusta-mente, ritenuto il pi faticoso, stressant