Eco 12

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Martedì 21 dicembre 2010 - Anno2 - No. 12 prova-eco.blogspot.com Rivista scolastica del Liceo Scientifico Statale “Edoardo Amaldi” di Roma Lottate, ragionate col vostro cevello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà: la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere. Oriana Fallaci DEMOCRAZIA, QUESTA SCONOSCIUTA Di Melissa Randò (3°E) PAGINA 1 Democrazia, governo del popolo. Abbiamo diverse versioni riguardo la sua attuazione, caratterizzata da una prima classificazione: la democrazia diretta e in- diretta. Nella democrazia diretta il potere è esercitato direttamente dal popolo. Un esempio è l'antica Gre- cia, dove i cittadini, animati da uno spirito politico, si riunivano nell'agorà e discutevano riguardo problemi di ordine pubblico e sociale della città. Nella demo- crazia indiretta, invece, il potere è esercitato da rap- presentanti eletti dal popolo. Non è un concetto, quello della democrazia, così lontano da noi: anche una piccola realtà come quella scolastica può esserne un esempio. Abbiamo dei rappresentanti, ai quali affidiamo la nostra fiducia e le nostre umili pretese di studenti e da cui vogliamo ricevere sicurezza. Bisogna avere carisma, volontà, esperienza. A volte, però, non basta. La democrazia s'instaura in un Paese che la chiede a gran voce, esasperato e disperato, qual era l'Italia dell'immediato dopoguerra. La democrazia è pane, è acqua, è sangue, è vita. Quante persone han- no combattuto e sono perite sotto i colpi del Regime pur di poter garantire che la parola DEMOCRAZIA potesse essere pronunciata senza vergogna e paura dalle generazioni future? Quando si discute di ciò, la politica è indesiderata. Affermare di far parte di uno schieramento piuttosto che un altro con i tempi che corrono è come dire di stare in mezzo al mare su una barca traballante, poiché appena se ne scorge una più resistente, tutti si affollano verso l'altra, ovviamente. L'aria di questo dicembre polare sta contagiando e mutando tutti, perfino Babbo Natale è una delle vitti- me. È sceso sull'Amaldi in anticipo portando allegria e relax, sane e abbondanti dormite fino a mezzogior- no, Facebook 24 ore su 24, niente compiti. Che rega- lone! Speriamo che non cambi idea, ci ha fatto como- do saltare non qualche semplice giorno di scuola, ma proprio i pre-natalizi. "Occupazione", così l'ha chia- mata lui. Purtroppo non si è reso conto di un piccolo errore: ha negato il diritto allo studio a tutti quegli studenti che non vogliono doni, ma solo guadagnare ciò a cui aspirano. Che fare? Non si può togliere o disdegnare un regalo una volta ricevuto e quindi go- diamocelo! Però diamo un contentino a chi non ap- prezza ciò che Babbo Natale ha portato loro: faccia- mo una votazione, così si vedrà come la maggioranza di noi vuole quest'occupazione! Precisiamo: non fare- mo mica una votazione equa! Non possiamo permet- terci di perdere quest'occasione, occupazione, quello

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Ultimo numero di Eco del 2010, solamente online.

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Martedì 21 dicembre 2010 - Anno2 - No. 12 prova-eco.blogspot.com

Rivista scolastica del Liceo Scientifico Statale “Edoardo Amaldi” di Roma

Lottate, ragionate col vostro cevello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice

di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà: la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.

Oriana Fallaci

DEMOCRAZIA, QUESTA SCONOSCIUTA Di Melissa Randò (3°E)

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Democrazia, governo del popolo. Abbiamo diverse versioni riguardo la sua attuazione, caratterizzata da una prima classificazione: la democrazia diretta e in-diretta. Nella democrazia diretta il potere è esercitato direttamente dal popolo. Un esempio è l'antica Gre-cia, dove i cittadini, animati da uno spirito politico, si riunivano nell'agorà e discutevano riguardo problemi di ordine pubblico e sociale della città. Nella demo-crazia indiretta, invece, il potere è esercitato da rap-presentanti eletti dal popolo. Non è un concetto, quello della democrazia, così lontano da noi: anche una piccola realtà come quella scolastica può esserne un esempio. Abbiamo dei rappresentanti, ai quali affidiamo la nostra fiducia e le nostre umili pretese di studenti e da cui vogliamo ricevere sicurezza. Bisogna avere carisma, volontà, esperienza. A volte, però, non basta. La democrazia s'instaura in un Paese che la chiede a gran voce, esasperato e disperato, qual era l'Italia dell'immediato dopoguerra. La democrazia è pane, è acqua, è sangue, è vita. Quante persone han-no combattuto e sono perite sotto i colpi del Regime pur di poter garantire che la parola DEMOCRAZIA potesse essere pronunciata senza vergogna e paura dalle generazioni future? Quando si discute di ciò, la politica è indesiderata. Affermare di far parte di uno schieramento piuttosto che un altro con i tempi che corrono è come dire di stare in mezzo al mare su una barca traballante, poiché appena se ne scorge una più resistente, tutti si affollano verso l'altra, ovviamente. L'aria di questo dicembre polare sta contagiando e mutando tutti, perfino Babbo Natale è una delle vitti-me. È sceso sull'Amaldi in anticipo portando allegria

e relax, sane e abbondanti dormite fino a mezzogior-no, Facebook 24 ore su 24, niente compiti. Che rega-lone! Speriamo che non cambi idea, ci ha fatto como-do saltare non qualche semplice giorno di scuola, ma proprio i pre-natalizi. "Occupazione", così l'ha chia-mata lui. Purtroppo non si è reso conto di un piccolo errore: ha negato il diritto allo studio a tutti quegli studenti che non vogliono doni, ma solo guadagnare ciò a cui aspirano. Che fare? Non si può togliere o

disdegnare un regalo una volta ricevuto e quindi go-diamocelo! Però diamo un contentino a chi non ap-prezza ciò che Babbo Natale ha portato loro: faccia-mo una votazione, così si vedrà come la maggioranza di noi vuole quest'occupazione! Precisiamo: non fare-mo mica una votazione equa! Non possiamo permet-terci di perdere quest'occasione, occupazione, quello

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INDICEINDICEINDICEINDICE

UN TUFFO NELLA

STORIA

PACCHI DONO E

FIDUCIA

NON C’È GIUSTIZIA

SENZA VITA

HOGWARTS, UN

LUNGO ADDIO!

MEGAMIND

BOLOGNA OSPITA

MARTE

AUGURI IN GOSPEL

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che sia! E occupazione fu. L'Amaldi decide inconsapevolmente di "Sì" perché delle votazioni non è rimasta nessuna traccia. I fogli saranno stati utilizzati per scacciare le mosche, e per una volta non è il giornale Eco! Purtroppo non tutti gli studenti sape-vano che Babbo Natale avesse elargito questo dono, e venerdì 17 (giorno fortunato!) si presentano davanti scuola e ridono davanti al manifesto "Amaldi occupata". Aspet-tano al freddo e al gelo, perché non si può entrare, le entrate sono sbarrate, ma solo con le catene, i lucchetti dove sono? Vengono trovati e durante la ricerca di questi entrano professori, bidelli e studenti temerari, come si addice ad una vera occupazio-ne. Nel frattempo tutti quelli che aspettavano di fuori, reclamando il caldo del letto, scappano a casa, spaventati dall'organizzazione della giornata .Tra smentite e rimenti-te, l'Amaldi rimane occupata per ben quattro giorni, da quattro gatti. Martedì tutti a scuola, per fare il punto della situazione, con compiti che aspettano di essere svolti e corpi ormai abituati alla dolce routine casalinga. Persone zittite dalla volgarità, sbalor-dite dalla caparbietà con cui si difendeva un non-diritto, quello di occupare, richiedo-no a gran voce il loro diritto allo studio NEGATO. Avete occupato per il vostro fan-tomatico futuro? Il nostro presente è studiare, manifestare per i nostri diritti, non giocare. Avete mandato in pezzi come un vetro rotto l'ultimo alone democratico che si poteva indovinare a scuola. Finiamola di dirci bugie, e apriamo gli occhi!

MANIFESTAZIONE

AMALDI PRESENTE, GELMINI INCOMPETENTE! Di Melissa Randò (3°E)

Il 14 dicembre una grande moltitudine di studenti affollava lo spiazzo antistante la scuola. Armati di megafoni e striscioni non si erano certo preparati per occupare la propria classe, del resto completamente o quasi del tutto deserta. All'urlo del condot-tiero Viglietta e dei comandanti Palladino e Calascibetta "Tutti all'Anagnina!" la folla intontita dal sonno e dal freddo si riversa su via Balbiani, pronta per assaltare la linea 20, che, come un imponente Acheronte, sembra portare verso un luogo misterioso chi ci viaggia sopra. Giunti all'Anagnina i nostri condottieri intonano cori, ballano, urlano, mangiano e chiaccherano amabilmente durante l'attesa degli studenti del Per-tini e degli universitari. Gli amaldini suscitano la curiosità di molti fra poliziotti e re-golari viaggiatori, che guardano un po' impettiti e divertiti la macchia formatasi davan-ti all'entrata della stazione. Al grido "Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu!" un lavoratore, impegnato a pulire un lampione, guarda sorridente tutti gli studenti che, stanchi di aspettare e volenterosi di manifestare, abbandonano gli accampamenti per assaltare gli sportelli d'entrata alla Metro, gentilmente lasciati aperti dai controllori. D i r e z i o n e ? R e p u b b l i c a ! Nella Metro si "respira" un’aria di fomento e d’ansia. C’è chi si distrae cantando, co-me il Don Chisciotte (Viglietta) e il prode Sancho (Verdile), chi desidera sfogliare e leggere “Eco”, chi chiacchera e mangia. Piazza della Repubblica è gremita: sotto il limpido e azzurro cielo di Roma si stagliano le bandiere della Repubblica Italiana, dell’ UDS (Unione Degli Studenti), LINK… ma anche Che Guevara e Rifondazione C o m u n i s t a . I n s o m m a s i i n i z i a m a l e ! Grida e striscioni contro la riforma Gelmini accompagnano l’attesa. Nel frattempo gli “omini dei fischietti” fanno fortuna, Loris Boschetti si diverte a "provare" la musica del megafono, destando la noia di tutti, alcune ragazze cercano di salire sulle spalle di qualcuno per avere una visuale migliore, Chen Laura Sarno s’improvvisa fotografa, g l i i n n a m o r a t i s i b a c i a n o . Finalmente il corteo parte: via XX settembre è invasa da studenti, striscioni, il traffico è fermo, si odono grida contro Silvio e Maria Stella e contro un futuro tremenda-mente incerto. Un clima assolutamente pacifico viene interrotto da alcuni studenti che assaltano degli alberi di mandarino, successivamente lanciati contro il Ministero d e l T e s o r o , s o t t o g l i o c c h i d e l l a F i n a n z a . Episodio isolato, senza conseguenze. Il fiume di ragazzi prosegue: via Goito, Piazza Indipendenza. Il freddo polare e la fame si fanno ormai sentire. Qualcuno propone

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di ‘occupare il Mc’, altri vogliono continuare a mani-festare. È via Cavour il fulcro del corteo: da un palaz-zo si affacciano uomini e donne che non soltanto ap-plaudono e mostrano il loro rispetto per i ragazzi, ma con le note di “Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu!” annotano su di un piccolo foglio “Siamo precari”, scatenando l’approvazione degli studenti, che si sen-tono finalmente capiti. Il fomento ormai è assoluto, nemmeno la notizia che la fiducia è stata approvata dal Senato fa spegnere il sorriso dal volto di tutti, in cui si leggono speranza e rabbia. I manifestanti arriva-no a Piazza Venezia e qui il lancio di alcuni fumogeni e gli stomachi affamati fanno desistere molti amaldini. Chi rimane vive minuti di terrore. Lungo via del Cor-so e Piazza del Popolo si vede l’entrata in scena di attori non previsti dal copione: i black block. Distrug-gono vetri, incendiano le auto dei Carabinieri e della Polizia, assaltano banche e uffici. Gli studenti che si trovano nelle vicinanze scappano verso il lungotevere, le stazioni Metro, verso un angolo fuori dall’inferno. Fortunatamente a casa, si cercano notizie: Berlusconi ottiene la fiducia, Emilio Fede sembra esultante per la sua vittoria, i telegiornali parlano della manifesta-zione. Come? Concentrandosi sulle violenze degli studenti, facinorosi e tremendi. Non una parola sul corteo PACIFICO avvenuto durante la mattinata. Indignazione. È il sentimento provato da tutti coloro che recandosi alla manifestazione si erano infreddoliti come ghiaccioli e fumati anche loro il fumo di canne. Ma per quale scopo hanno partecipato 200 studenti

dell’Amaldi, se sempre e comunque, l’opinione pub-blica li ricorderà come dei vandali e violenti? Indi-gnarsi è bene, perché la verità non è stata completa-mente rivelata da nessuno. Chi faceva parte di quel corteo manifestava per il proprio diritto allo studio e per quello delle generazioni future, diritto ad espri-mersi, dovere di far sentire la propria voce. Come sempre siamo "ammirati" per essere una gio-ventù pigra e poco organizzata, priva di ideali. Ma osservate attentamente chi ci governa: possiedono codesti uomini e donne dignità e ideali? Con l’augurio che la prossima manifestazione (22 dicembre) non venga strumentalizzata come la prece-dente.

Tra le tante attività di questa autogestione ce ne è sta-ta una che ha raccolto una discreta sequela: ”storia e cronaca politica degli ultimi 18 anni in Italia da Tan-gentopoli in poi”. Temi trattati? L'inchiesta mani pulite, Bettino Craxi, i giudici antimafia Falcone e Borsellino, Silvio Berlu-sconi, l'editto bulgaro, quindi la censura. Molti studenti snobbano l'argomento politico, odiano la politica... non gli riguarda. Poi, però, si lamentano delle decisioni che la politica prende per loro, inneg-giano contro un uomo senza nemmeno sapere chi sia, ne osannano un altro conoscendo di lui solo certi aspetti. Ecco perchè questo corso, portare un po' di verità, di fatti, nell'ormai satura giungla delle impres-sioni e dei punti di vista. Ed allora facciamo un picco-lo resoconto: Nel Febbraio 1992 Mario Chiesa, espo-nente del Partito Socialista( a sinistra nel parlamento di allora) a Milano, viene arrestato dai Carabinieri per delle tangenti sulla Metropolitana della città. Da quel Febbraio è tutto un aumentare di arresti fino ad arri-vare all'iscrizione tra gli indagati di Bettino Craxi, uo-mo che a quel tempo era trai più importanti politici, segretario del partito Socialista. Craxi alla fine scap-perà in Tunisia per sfuggire alla carcerazione e la clas-

se politica rimarrà travolta dallo scandalo sul sistema delle tangenti, serve un uomo nuovo, che cambi le cose. E' così che scende nel campo politico (per usare i suoi stessi termini), il cavaliere del lavoro Silvio Ber-lusconi, grande amico di Craxi. Il cavaliere sarà presi-dente dal consiglio dal Giugno 1994 al gennaio 1995 poi di nuovo nel quinquennio 2001-2006 per tornare poi a palazzo Chigi nel Maggio 2008. Ma non porterà i cambiamenti desiderati. Il Berlusconismo porta all'I-talia il problema delle leggi ad-personam, in favore del Presidente del Consiglio, che ancora oggi sono al centro dei dibattiti, tanto per citarne alcune recenti: Lodo Alfano, Legittimo impedimento, Processo Bre-ve. Il conflitto d'interessi, la censura, altri mali solo Italiani, solo dal 1994... Berlusconi è arrivato addirit-tura a far espellere dalla Rai tre giornalisti che erano ostili alle sue idee, Michele Santoro, Enzo Biagi, Da-niele Luttazzi, con il famoso Editto Bulgaro, nel 2002. Nonostante tutto quello che è successo negli scorsi anni, il 14 Dicembre il governo Berlusconi ha avuto la fiducia, grazie a parlamentari(non degni di questo nome) che all'ultimo hanno cambiato schieramento, forse dietro proposte di vantaggi, ma l'era Berlusconi è comunque verso la sua fine.

UN TUFFO NELLA STORIA POLITICA Di Manuel Secci (3°C)

Piazza della Repubblica prima della partenza del corteo

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POLITICA PACCHI-DONO E FIDUCIA Di Claudio De Blasio (3°A)

Ebbene sì, il governo ha retto. Per la fine del regno Birbonico (cit. Daniele Luttazzi) dovremmo aspettare ancora qualche tempo, probabilmente sarà questa volta la Lega a staccare la spina, come già fece nel 1995. Mi chiedo come abbia fatto il governo a restare in piedi alla Camera dei Deputati, visto che i numeri lo davano per sconfitto, anche se per pochi voti. Inve-ce no, Silvio, il miglior presidente degli ultimi cento-cinquanta anni di storia italiana, nonostante i comuni-sti ribelli e sovversivi che minacciavano ribaltoni di vario tipo, ha vinto e finalmente possiamo urlare al mondo che l’amore è trionfato sull’odio permetten-doci, finalmente, di passare tranquillamente le vacan-ze di Natale. Una sorta di nuova venuta del Messia in terra che combacia quasi con la ricorrenza della na-s c i t a d i C r i s t o . S a r à u n c a s o ? Comunque, nei giorni antecedenti al voto, si è parlato di una campagna acquisti da parte di Berlusconi, una compravendita di deputati simile a quello che solita-mente i bambini fanno con le figurine dei calciatori. E ovviamente tutti i calciatori-deputati con voto in forse hanno partecipato e hanno avuto un cartellino, un prezzo che sale con l’importanza dello stesso de-putato: è ovvio che un Ibrahimovic costi di più rispet-to a un Cavalieri (riserva del portiere del Cesena).

Per questo il buon Silvio ha previsto tre diversi pac-chi-dono, simili a quelli della riffa natalizia: il primo, per i parlamentari di Futuro e Libertà per l’Italia (FLI) e di Italia dei Valori (IdV), che comprende un panettone e un pandoro, una bottiglia di spumante, lenticchie e cotechino, un buono sconto escort, giro completo delle residenze del premier e un buono della CEI di valore annuale per il condono automati-co delle bestemmie. Il secondo pacco, per i deputati del centrosinistra, offre un solo panettone, indiscre-zioni da palazzo Grazioli dicono che si tratti di un

“Motta” in offerta al supermercato sotto casa a un euro e cinquanta, una bottiglia da 35 cl di spumante della “Lidl”, cena con pizza prepagata al bar-osteria “da Mario” con entrambe le finaliste di “Velone”, buono spesa per tre etti di mortadella (così, giusto per ricordare i vecchi tempi) e in omaggio l’ultimo libro di Bruno Vespa. Il terzo pacco, dato a coloro i quali si astengono dal voto, comprende una fetta di panet-tone o pandoro (a scelta del richiedente), un bicchie-re di vino sfuso e la possibilità di ordinare a prezzi modici una batteria di pentole, spese di spedizione e-s c l u s e . Ma vogliamo parlare di cosa è successo a Montecito-rio mentre si svolgeva la seduta? Parliamone! Dato che noi mandiamo al parlamento solo il meglio del meglio, durante il discorso dell'onorevole Di Pietro (IdV) il buon Silvio alza ed esce dall'aula, seguito da tutti i parlamentari del Popolo delle Libertà. Inutile poi starvi a raccontare delle urla contro il discorso di Italo Bocchino (FLI), di Bersani (PD - no, non è l'a-cronimo di una bestemmia) e, ovviamente, dello stes-so Di Pietro. Da citare testualmente, invece, le urla che appellavano il presidente Fini "pezzo di merda" e la deputata Polidori di Futuro e Libertà "troia", inne-scando così una rissa che ha fatto sospendere la vota-

zione per qualche minuto. Ma siamo impazziti? Questa è la gente che ci rappresenta? A loro dobbiamo affidare il nostro doma-ni? Dentro quelle aule si discute il futuro dell’Italia e loro si lasciano comprare per trenta denari pur di rimanere con il loro sedere attacca-to alla poltroncina degli emicicli di Montecitorio e Palazzo Madama, i rappresentanti del volere popolare si vendono al grande imprenditore milanese dimenticandosi chi li ha eletti e il loro compito. Non sono ammissibili comportamenti del ge-nere in un paese occidentale civile e democratico, non possono com-portarsi in questo modo. Spero che

si rendano presto conto di avere tradito non solo chi li ha votati, ma soprattutto tutta la gente che il 14 di dicembre è scesa nelle piazze di tutta Italia per man-dare un segno di protesta. Il celebre giornalista Indro Montanelli in un'intervista ad Enzo Biagi spiegava che Berlusconi è una malattia che si cura con il vaccino, solo dopo averlo avuto si può combattere e sconfigge-re; il grande maestro Mario Monicelli, a Raiperuna-notte il 25 marzo, ha affermato che la fine del ‘berlusconismo’ coincide con una rivoluzione che nel nostro paese non è mai avvenuta. Cosa aspettiamo?

NON C’È GIUSTIZIA SENZA VITA PENA CAPITALE Di Chen Laura Sarno (3°E)

“Causa del decesso: omicidio”. Questo si legge sul referto medico di un condannato a morte. Roma è tra le prime città della vita, una delle oltre 1300 sparse nel mondo, e si schiera contro la pena di morte. Negli scorsi giorni un ex-condannato, Derrick Jamison, è venuto nel nostro liceo dagli USA per raccontare a studenti del terzo e quarto questa realtà. L’incontro, organizzato dalla Comunità Sant’Egidio, è stato un’occasione di confronto interessante e toccan-te. Si è sottolineata la presenza della pena capitale nelle società violente, e gli studenti hanno dimostrato di aver preso a cuore la questione con varie domande. Derrick, come ha raccontato ai partecipanti ammuto-liti, è rimasto vent’anni in carcere ad aspettare l’ese-cuzione capitale, tra le braccia della morte. Ha visto morire uno dopo l’altro tanti giovanissimi: com’è pos-sibile che seppure non si possa ancora votare si possa venire condannati a morte? Com’è possibile, soprat-tutto, che si spendano milioni per ogni processo ed esecuzione piuttosto che investire nella riabilitazione s o c i a l e d e i c o n d a n n a t i ? Si arriva gradualmente all’annullamento della perso-na, fino al punto che quello che viene eseguito (o meglio assassinato) non è più un individuo, ma sol-tanto un essere pericoloso per la società. Si tratta di una forma di violenza istituzionalizzata; non c’è un modo giusto per uccidere un uomo (né la sedia elet-trica che frigge il corpo, né la fucilazione, né l’iniezio-n e l e t a l e , n é l ’ i m p i c c a g i o n e … ) . Qual è allora la pena giusta? “La vita è sacraLa vita è sacraLa vita è sacraLa vita è sacra. Senza di essa non si ha la possibilità di rimediare ai propri sbagli, di cambiare. È giusto punire, ma non bisogna superare il limite del rispetto per la vita". Si dovrebbe optare per l'ergastolo, anche perché il ragazzo che compie un omicidio non è l'uomo che anni e anni dopo viene eseguito. Perfino negli stessi Stati Uniti molti non sanno della vigenza della pena di morte, delle tante persone che

giorno dopo giorno vengono uccise, a volte anche i n n o c e n t i . La gran maggior parte dei condannati è composta da persone disagiate che non possono permettersi una difesa legale adeguata; tra questi, per il 10 % circa in realtà sono innocenti. Ciò è dovuto alla fretta di avere un colpevole, di chiudere i casi. La realtà dei fatti conta poco. Derrick non ha commesso l’omicidio di cui è stato accusato: perfino i parenti della vittima erano certi d e l l a s u a i n n o c e n z a . Eppure, la sua condanna è stata revocata solo un’ora prima dell’esecuzione. “Sapevano che ero innocente, ma non lo volevano ammettere”. Nel frattempo era stato trovato un uomo con gli effetti personali della vittima, ma avendo già un colpevole il caso non è stato riaperto. Lui, l’ha scoperto solo dopo vent’anni di sofferenze. Le lacrime escono fuori con la constatazione che non c’è stata giustizia né per la vittima, né per sé stesso, salvo per un soffio da una condanna a morte sbagliata. Come ha trovato la forza per sopravvivere a questi vent’anni? La commozione accompagna i suoi ricor-di: la madre che gli ha insegnato la forza della fede, la preghiera come unico appiglio, e Dio che gli ha man-dato un angelo, il suo avvocato. Non prova rancore: le persone, tutte, sono sacre. Ad esempio, una persona con cui ha avuto modo di par-lare, essendosi resa conto che contribuiva all’uccisio-ne di innocenti, ora si batte attivamente contro la pe-na di morte. Le parole di Derrick si fanno accorate e, se possibile, ancora più cariche e coinvolgenti quando dice: “Dovete far sì che in tutto il mondo si ponga fine a questo massacro continuo. Voi siete giovani, voi avete la voce: dovete battervi contro la violenza!”.

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La Comunità Sant'Egidio, oltre a battersi a livello mondiale per l'abolizione della pena di mor-te, offre la possibilità di intrattenere una corrispondenza con condannati in tutto il mondo. Si tratta di una comunità di laici attiva in molti campi (ad esempio pace, tutela dei poveri, degli anziani…). In particolare tra le iniziative della sede di Tor Bella Monaca –via dell’Archeologia, 74– si segnalano l’esposizione, fino a pochi giorni fa nel corridoio della nostra aula magna, di opere realizzate da persone disabili e il tradizionale pranzo di Natale per i poveri, che verrà organizzato nel pomeriggio del 22 dicembre: siete invitati, se volete, a venire per dare una ma-no. Maggiori info su questa e altre iniziative su: www.santegidio.org/index.php?pageID=2&idLng=1062&res=1 e sul gruppo facebook “Comunità di Sant’Egidio - TOR BELLA MONACA”

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CINEMA HOGWARTS, UN LUNGO ADDIO! Di Annibale Damiano (4°H)

“Questi sono tempi oscuri non lo si può negare. Il nostro mondo non ha mai affrontato una mi-naccia come quella di oggi. Ma non puoi com-battere da solo questa battaglia signor Potter. Lui è troppo forte.”

Finalmente dopo una attesa di circa quattordici mesi dall’ultimo episodio, il 19 novembre è usci-to nelle sale cinematografiche italiane: "Harry Potter e i doni della morte - parte 1", settima e ultima avventura della serie, ideata dalla scrittrice britannica J. K. Rowling. La regia è di David Ya-tes, che aveva già firmato "l’Ordine della Fenice" e "Harry Potter ed il Principe mezzosangue". Situazioni plumbee, poca ironia e tanta paura confermano la crescita di una pellicola nata per gli adolescenti ed ora adatta ad un pubblico più adulto. Yates ha deciso, per la complessità della trama e per dare giustizia al libro, di dividere il film in due ricevendo critiche negative e positive. La seconda parte uscirà il 15 luglio 2011. Dopo la scomparsa di Silente (Michael Gam-bon), la forza distruttiva di Lord Voldemort (Ralph Fiennes) è inarrestabile, egli ha il control-lo del Ministero della magia, mentre la Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts è sotto il con-

trollo di Piton (Alan Rickman) e di alcuni Man-giamorte. Ron (Rupert Grint) e Hermione (Emma Wa-tson) dopo aver lasciato le loro famiglie partono con Harry (Daniel Radcliffe) alla ricerca degli Horcrux (oggetti nei quali sono nascosti fram-menti dell’anima di Voldemort). Il loro obbietti-vo sarà di trovarli e distruggerli in modo da ren-dere il Signore oscuro mortale per lo scontro finale. Ma il viaggio è difficile e più volte sono costretti a scappare, braccati ovunque dalle forze oscure che dietro di loro lasciano solo morte. Le cose si complicano quando Harry, entrando in contatto con la mente di Voldemort, scopre che è in cer-ca di un oggetto potentissimo. Harry e i suoi amici durante il loro viaggio si im-batteranno in uno strano simbolo, che grazie a Xenophilius Lovegood (Rhys Ifans) scopriranno essere il simbolo dei doni della morte, oggetti magici della favola “La storia dei Tre Fratelli”. La favola dice che chi riunirà i tre Doni della Morte , la bacchetta di Sambuco, la pietra della resurrezione e il mantello dell’invisibilità sarà il padrone della morte. David Yates è riuscito infine a realizzare il mi-gliore film su Harry Potter, non trascurando il libro e arricchendolo con scene in più. Il film è molto più adulto rispetto ai precedenti, con atmosfere dark, una colonna sonora cupa e persino una scena di nudo. Tutti quelli che hanno seguito le avventure del giovane mago dal principio, sia avendo letto i libri che avendo visto i film, non potranno fare a meno di vederlo e aspettare con impazienza l’u-scita della seconda e ultima parte, che chiuderà il fenomeno mondiale di un intera generazione.

Megamind è un "super cattivo" che ha ottenuto meno successi di chiunque altro. Negli anni ha cer-cato in ogni modo di conquistare la Terra, ma ogni suo tentativo si è trasformato in falli-mento a causa del su-per-eroe "Metro Man". Tutto cambia il giorno

in cui Megamind nel bel mezzo di uno dei suoi con-torti piani malefici lo uccide accidentalmente. Im-

provvisamente non ha più un vero scopo. Un super-cattivo senza supereroe. Megamind si rende conto che raggiungere la sua ambizione più grande è in real-tà la cosa peggiore che gli sia mai successa. Decide allora che l'unico modo per uscire da questa situazio-ne è creare un nuovo eroe, "Titan", più grande e più forte di quanto non lo sia mai stato Metro Man... La Dreamworks riesce a parlare di umanità e senti-mento con un film divertente e carino, adatto per adulti e bambini. Anche un cattivo può diventare un eroe, e il significato che traspare è: c’è sempre del bene in ogni persona.

MEGAMIND

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BOLOGNA OSPITA MARTE MUSICA Di Vanessa Trimani (4°H)

Bologna. Una città italiana come tante, non l'8 dicem-b r e 2 0 1 0 p e r ò . In questa data infatti il capoluogo dell'Emilia Roma-gna ha ospitato il concerto di una delle band più se-guite negli ultimi anni: i Thirty Seconds to Mars. Questa è stata la seconda data italiana della band nel corso del 2010, infatti lo scorso Marzo si erano già e s i b i t i a M i l a n o , a l P a l a s h a r p . Ma ai fans non è bastato vederli solo in quell'occasio-ne e migliaia di loro si sono riuniti facendo un'inter-minabile fila per accaparrarsi i primi posti davanti al palco e per avere poi un saluto o semplicemente uno sguardo dai tre membri della band. Il tempo, non è stato molto clemente con questi gio-vani che si sono ghiacciati sotto il cielo grigio e il sole s p e n t o . Ma questo non li ha fermati, anzi, l'adrenalina li ha tenuti carichi, facendo quasi sentire quel calore che ormai il sole di Bologna non trasmetteva più. 7 ingressi del Futurshow stracolmi di persone che attendono instancabilmente di entrare, come se die-tro quei cancelli ci fosse la loro unica fonte di soprav-v i v e n z a . Finalmente alle 19 aprono i cancelli, e per chi ha il parterre inizia la corsa furiosa; in poco più di mezzo-ra il Futurshow si riempe, e pur essendo un luogo abbastanza grande, gli echelon (i fans dei Thirty Se-conds to Mars) faticano a stare comodi. Il concerto è aperto da una band di Arezzo: i Thank You for the Drum Machine, che presentano cinque d e l l e l o r o c a n z o n i . Ma tutti sanno che l'adrenalina che scorre nel Futur-show è solo a causa di un'unica band. Come vere prime donne, I Thirty Seconds to Mars fanno attendere di nuovo i loro fans, stavolta in un l u o g o p i ù c a l d o . Alle 21,30 le luci si spengono e un boato di apprezza-m e n t o r i e c h e g g i a n e l p a l a z z e t t o . Le prime note sono quelle di “Escare” ; il sipario di apre e s'intravedono la chioma blu di Jared (il cantan-te e frontman), i capelli alla Jesus style di Tomo(il chitarrista), la testa di Shannon coperto quasi del tutto d a l l a m a e s t o s a b a t t e r i a . Ragazzi, ragazze e adulti urlano di gioia solo nel ve-d e r l i , v e n e r a n d o l i c o m e d e i . La seconda canzone è “Night of the hunter”; Jared è un vero animale da palcoscenico, forse anche a causa del suo 'secondo lavoro' da attore. Si muove da una parte all'altra del palco, saltando e incitando a cantare insieme a lui, dimenticando di avere quasi quarant'anni. Tomo e Shannon, più tranquilli invece, suonano me-ravigliosamente i loro strumenti e sorridono ai fans che ripagano piangendo per la felicità di quel gesto. Nel parterre la situazione non è delle migliori: una

ragazza si sente male e viene portata via con la barel-la. Spinte, scorciatoie per farsi più vicini al palco, liti-gi; l'aria manca, ma si resiste solo per rimanere davan-ti alla band, ancora qualche minuto. La scaletta delle canzoni continua, ne vengono suona-te molte dell'ultimo album, come “Hurricane”, “This is war”, “Vox populi”, “Alibi”, “Closer to the edge”. Ma anche alcune degli album precedenti: “The kill”, “From yes terday”, “A beaut i fu l l ie” .

L'aria si fa sempre più eccitata; ad ogni parola di Ja-red, ad ogni suo: 'I want hear you scream like cra-zies!' , la platea si fomenta e comincia un coro di voci c h e c a n t a a l p o s t o d i L e t o . L'epilogo del concerto, come anche in tutti i loro al-tri, è segnato dalla canzone “Kings and queens” in cui Jared fa salire sul palco i fans nelle prime file, sce-g l i e n d o l i l u i s t e s s o . Il cantante urla più volte al microfono che Bologna è stata una delle tappe più entusiasmanti di quest'ulti-mo tour, e che i fans italiani sono i migliori. Molto probabilmente questo tipo di affermazioni so-no tipiche di Jared, ma noi vogliamo fidarci di lui per una volta, ed accettiamo il suo complimento; anche perché di fronte ai suoi occhioni celesti e alla sua bel-lissima voce, come potremmo non credergli?!

REDAZIONE Se vuoi esprimere un parere, dare consigli, proporre argo-menti, contatta la redazione all’indirizzo e-mail: [email protected] Cerchiamo giornalisti! Se ti piace scrivere e vuoi partecipa-re a questo progetto, non esitare a contattarci. La redazione di Eco è aperta a tutti. Hanno partecipato a questo numero i seguenti “giornalisti in erba”: Annibale Damiano (4°H) Claudio De Blasio (3°A) Melissa Randò (3°E) Chen Laura Sarno (3°E) Manuel Secci (3°C) Vanessa Trimani (4°H) Un rigraziamento speciale alla prof. di lettere Susanna Mattarocci Professore referente del progetto: Alvaro Vellei Redattrice: Melissa Randò Grafica: Chen Laura Sarno Il giornalino d’Istituto è un progetto scolastico aperto a tutti, coordinato dal gruppo Eco-Amaldi.

Gli articoli e le foto in questo numero non possono essere utilizzati o rielaborati senza il permesso degli autori. Questo numero è soltanto in versione on-line, sentitevi liberi di stamparlo, se volete. Visitate il sito del gruppo Eco-Amaldi, nel quale scaricare le copie digitali a colori anche dei numeri precedenti: ecoamaldi.altervista.org ecoamaldi.blogspot.comecoamaldi.altervista.org ecoamaldi.blogspot.comecoamaldi.altervista.org ecoamaldi.blogspot.comecoamaldi.altervista.org ecoamaldi.blogspot.com Visitate la tv-blog con i nostri video! provaprovaprovaprova----eco.blogspot.comeco.blogspot.comeco.blogspot.comeco.blogspot.com

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AUGURI IN GOSPEL NATALE

Di Chen Laura Sarno (3°E)

Voci calde e dolci, festose sciarpe rosse e mani che battono all’unisono. Nella nostra scuola, l’unica a Roma scelta dalla Provincia, il vivace concerto del gruppo ‘NON SOUL’ O GOSPEL’ ha rallegrato l’atmosfe-ra degli ultimi giorni di scuola. I tipici brani gospel, cantati ( quasi ballati) solitamente dagli afro-americani nelle chiese, con i loro ritmi coinvolgenti, si sono alternati a quelli più lenti e malinconici, ma non meno emozionanti, che caratteriz-zano il soul. Il pubblico, studenti e non, è uscito dall’aula magna entusiasta, pronto ad affrontare con uno spirito di sincera gioia e speranza questo Natale e questo mondo.