Echi Lontani Programma Sala 2011 Dal 16 Aprile Al 1 Maggio 1

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Cagliari, 16 Aprile - 21 Giugno DICIASSETTESIMA EDIZIONE Echi lontani Programmi dal 16 Aprile al 1° Maggio 2011

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Cagliari, 16 Aprile - 21 GiugnoDICIASSETTESIMA EDIZIONE

Echi lontani

Programmi dal 16 Aprile al 1° Maggio 2011

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Echi lontani - Musiche d’epoca in luoghi storici

Diciassettesima EdizioneCagliari, 16 Aprile - 21 Giugno 2011

Appuntamenti

Pasqua a Cagliari

Sabato 16 Aprile, ore 21.00 - Chiesa Santa Maria del Monte

(Via Corte d’Appello-Via Santa Croce)

Troparium de Catania

La Musica Sacra della Sicilia dei Re Normannida Tre Manoscritti del XII-XIII secolo

Al Qantarah

Mercoledì 20 Aprile, ore 21.00 - Chiesa San Sepolcro (Piazza San Sepolcro)

Crucem tuam adoramus

L’adorazione della Santa Croce nel Rito BeneventanoCoro maschile Nocte Surgentes

Dir. Giuseppe Tassara

Feste Musicali per Sant’EfisioXV Edizione

Sabato 30 Aprile, ore 21.00 - Chiesa Monumentale di Santa Chiara

(Piazza Yenne-Salita Santa Chiara)

Mira il Sole o Filli bella

Musica tra Roma e l’Europa nel SettecentoMusiche di P. Castrucci, G.Fr. Händel, G. Zamboni ‘romano’, A. Caldara, A. Scarlatti

Anna Carbonera Soprano

Ensemble La Selva

Domenica 1° Maggio, ore 20.30 - Chiesa San Sepolcro

Tutte le voci dell’OrganoMusiche di C. de Arrauxo, D. Scarlatti, J. Muffat, J.K. Kerll,

J. Kuhnau, G.B. Martini, J. Walther

Alessandra Artifoni Organo

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Cagliari Monumenti Aperti

Venerdì 6 Maggio, ore 21.00 - Chiesa Monumentale di Santa Chiara

A Musical Banquet

Italia e Inghilterra tra Cinque e SeicentoMusiche di J. Dowland, G. Frescobaldi, L. Luzzaschi, J. Danyel, C. de Rore,

C. Monteverdi, R. Johnson, G.P. da Palestrina

Michael Chance Controtenore

Paul Beier Liuto Rinascimentale

Gianluca Capuano Clavicembalo

Domenica 8 Maggio, ore 21.00 - Chiesa Monumentale di Santa Chiara

Dolcissimi sospiri et soavi harmonie

Affetti ed effetti nella musica del Seicento italianoMusiche di F. Caccini, G. Caccini, G.B. Riccio, G. Frescobaldi, B. Strozzi, B. Marini,

T. Merula, A. Bembo, N. Corradini, G.F. Sances

Arianna Lanci Canto

Ensemble Rosantico

Sabato 14 Maggio, ore 21.00 - Chiesa Santa Maria del Monte

L’Archipoeta: Confessio Goliae

Scritta a Pavia nel 1163Musiche di Anonimi del XII e XIII secolo, P. di Blois, W. di Châtillon,

Filippo il Cancelliere, L’Archipoeta

Modo Antiquo

Dir. Bettina Hoffmann

Sabato 21 Maggio, ore 21.00 - Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto

(Via Santa Croce 18)

Un virtuoso dimenticato

Musiche del XVI e XVII secolo per Voce, Cornetto e TromboneMusiche di B. Re, G.B. Riccio, C. Monteverdi, C. de Rore, B. Ferrari, B. Storace,

G.F. Sances, S. d’India, G. Sabbatini, G.P. da Palestrina, T. Merula

Alida Oliva Soprano

Andrea Inghisciano Cornetto

Ensemble Les Nations

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Sabato 28 Maggio, ore 21.00 - Chiesa Santa Maria del Monte

Epos

Il Canto latino, epico e conviviale al tempo di Carlo Magno (IX e X secolo)Ensemble Cantilena Antiqua

Dir. Stefano Albarello

Venerdì 3 Giugno, ore 20.30 - Cattedrale di Santa Maria (Piazza Palazzo )

Nel 350° della nascita di Giacomo Antonio Perti (1661-1756)

Magnificentia Barocca

G.A. Perti: Messa a Cinque Voci per Soli, Coro e Orchestra

J.S. Bach: Magnificat in Re Maggiore a Cinque Voci

per Soli, Coro e Orchestra, BWV 243Daniela Beltraminelli, Arianna Lanci, Pamela Lucciarini Soprano

Bianca Simone Contralto

Alberto Allegrezza Tenore

Guglielmo Buonsanti Basso

Ensemble Vocale Color Temporis

Dir. Alberto Allegrezza

Orchestra Barocca di Bologna

Orchestra Karalis Antiqua Musica

Paolo Faldi Maestro Concertatore

Festa Europea della Musica

Martedì 21 Giugno, ore 21.00 - Basilica Magistrale di Santa Croce (Piazza Santa Croce)

Inaugurazione dell’Organo “Raimondo Borea”, Cagliari, 1877Restauro operato dalla Ditta “Arte Organaria Sarda” di Palmas Roberto & C., Segariu (CA)

Musica organistica a due e quattro maniMusiche di B. Storace, N. Carlston, Th. Tomkins, B. Pasquini,

D.F. de Huete, G. Sanz, M. Fusco, G.Fr. Händel/J. Marsh

Luigi Ferdinando Tagliavini , Liuwe Tamminga Organo

Sabato 18 - Lunedì 20 Giugno

Masterclass Conciliare l’inconciliabile: Il Temperamento musicaleTenuta da Luigi Ferdinando Tagliavini e Liuwe Tamminga

(per informazioni: 070/8479272 - [email protected])

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Sabato 16 Aprile 2011

Chiesa Santa Maria del Monte

Col nome Troparium de Catania è conosciuto un Manoscritto attualmente conservato presso

la Biblioteca Nazionale di Madrid (19421). Il codice fu redatto ad uso della Cattedrale di

Catania nella seconda metà del XII secolo: la sua ricchezza (più di 200 brani) dimostra la

grande importanza e la vitalità della città etnea. Il manoscritto contiene soprattutto Sequenze,

alcune delle quali legate al contesto culturale specifico catanese: esemplare, in tal senso, la

Sequenza Eya fratres, personemus, nella quale si parla di Trinacris provincia, di speciali

gaudio Cathania, di imperatrix Agatha, la Santa cui la città è ancora profondamente devota.

Di notevole importanza storica è il repertorio di composizioni polifoniche in appendice al

Troparium: si tratta di un Benedicamus Domino ed un Crucifìxum in carne, più alcuni

frammenti incompleti. La loro rilevanza consiste nell’essere tra i primi esempi scritti di

musica polifonica conservati. I brani alternano sezioni più melismatiche a sezioni più

“contapunctistiche”. Per quanto la loro diffusione sia notevolmente superiore ai confini della

Sicilia, non sfuggono le singolari affinità con alcuni generi di canto polifonico di tradizione

orale siciliana, che della polifonia discantistica siculo-normanna conserva sicuramente un

ricordo. Di questi canti polifonici offriamo alcuni esempi provenienti da aree limitrofe alla

città etnea (Licodia Eubea), ma anche da un’altra località di area palermitana (Gangi).

E proprio nella “Capitale” del Regno Normanno furono scritti altri due codici (288 e 289 -

anch’essi attualmente a Madrid), di poco anteriori a quello catanese, contenenti soprattutto

canti sacri del genere del conductus diffusi anche in Europa (si pensi al noto Orientis

partibus), che dimostrano quanto la musica di provenienza franco-normanna fosse praticata

nell’isola; ma è degno di nota il fatto che uno di questi documenti sia il primo in cui compaia

il termine “conductus”.

La ricca iconografia della Cappella Palatina di Palermo ci dà l’idea di quale fosse

l’atmosfera musicale amata dalla corte normanna: nutrita è infatti la presenza di musicisti e

musiciste, di strumenti mediterranei e del Medio Oriente; ovvia la presenza di strumenti

locali e di importazione normanna. La straordinaria varietà coloristica e timbrica che la

Cappella mostra ben si addice all’arte con cui è decorata: entrambi gli elementi concorrono a

formare un’idea abbastanza caratterizzata di quale dovesse essere il mondo musicale e

l’atmosfera sonora in cui prese vita il repertorio siculo-normanno.

Le tracce lasciate nella tradizione orale, profondamente analizzata e studiata, soprattutto

nelle aree e nelle “sacche” meglio conservate e meno deteriorate, completano le risorse che

abbiamo utilizzato per offrire in una chiave esecutiva attendibile questo affascinante

repertorio.

Al Qantarah

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Troparium de CataniaLa Musica Sacra della Sicilia dei Re Normanni

da Tre Manoscritti del XII-XIII secolo

Al Qantarah

Fabio Accurso Ud, Liuto, Daf, Azzarinu, Voce

Roberto Bolelli Voce, Scattagnetti, Traccola - Igor Niego Daf, Nay

Donato Sansone Friscalettu, Daf, Bifara, Symphonia, Voce

Sebastiano Scollo Voce, Arpa

Fabio Tricomi Ud, Zarb, Arpa, Tammureddu, Marranzanu,

Lira, Kemanche, Ciaramedda, Voce

Vitti passari na cavallariaTrad. Sicilia (Licodia Eubea)

Novus annusXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Passioni di N.S.Trad. Sicilia, Favara 659

Natus estXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Benedicamus DominoXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Virgo Dei genitrixXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Omnis mundusXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Stabat MaterTrad. Sicilia (Licodia Eubea)

Eia fratresXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Novena / Laudes Deo devotas / BallettuTrad. Sicilia / XII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421 / Trad. Sicilia

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Laudes RegiaeXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Dei Patris uniceXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Anni novi circulusXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Popule meuTrad. Sicilia (Licodia Eubea)

Novena / Dicimus ecclesiam / BallettuTrad. Sicilia / XII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421 / Trad. Sicilia

Affirmavit eiusXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Crucifixum in carneXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421

Orientis partibus / TarantellaXII sec., Biblioteca Nazionale di Madrid, manoscritti 288-289-19421 / Trad. Sicilia

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Al Qantarah si forma a Bologna nel 1990 intorno ad un progetto di ricerca sulla musica

siciliana, basato soprattutto sul confronto tra repertori del Medioevo colto e la tradizione

orale tutt’oggi in vita, includendo anche repertori di musica araba e mediorientale. I

componenti del gruppo vantano una notevole esperienza sia riguardo alla pratica musicale

che alla ricerca musicologica e alla didattica; provengono tutti da importanti formazioni di

Musica Antica ed etnica, con le quali hanno effettuato numerosi Concerti in Italia e

all’estero, partecipando anche a diverse incisioni discografiche, radiofoniche e televisive.

Dal 1992 Al Qantarah ha intrapreso regolare attività concertistica in Italia e all’estero

(Germania, Austria, Francia, Croazia, Lituania, Lettonia, Estonia, Marocco, Stati Uniti,

Australia), comprese diverse lezioni-concerto per le scuole e registrazioni discografiche e

radiofoniche.

Di particolare rilievo la partecipazione alle seguenti prestigiose rassegne: Palermo Musica

Antica (1993), Festival Cusiano di Musica Antica (Orta S. Giulio - NO, 1995), Tage der

mittelalterlichen Musik (Freyburg - Germania, 1996 e 2002), Viator Musicae (Bologna,

1996), Musica Instrumentum Coeli (Sale - AL, 1997), Musica a Villa Patti (Caltagirone -

CT, 1997), V Rassegna Internazionale di Musica Medievale a Torrechiara (Fornovo - PR,

1998), Perugia in canto (Perugia, 1998), Innsbrucker Festwochen der Alten Musik

(Innsbruck - Austria, 1999), Serate a Castel Tirolo (1999), World Music Institute (New York

City - U.S.A., 1999), Jeunesse Musicale (Wien - Austria, Konzerthaus, 1999), Music before

1800 (New York City - U.S.A., 2000), Ravenna Festival (Ravenna, Basilica di S. Vitale,

2002), StimmenFestival (Lorrach - Germania, 2003), Europäische Kirchenmusik Festival

(Swaebisch - Germania, 2003), Festival Voix et Route Romane (Strasbourg - Francia, 2005),

Festival Internazionale della Val di Noto (2006), Orestiadi (Gibellina - TP, 2007), Stagione

Concertistica 2008-2009 (Macerata - 2009).

Nel settembre 1999 Al Qantarah è stato invitato per Concerti e Conferenze presso il

prestigioso Wellesley College (Massachusetts - U.S.A.) e nell’aprile 2003 ha partecipato al

Festival Ten Days on the Island (Tasmania - Australia). Nel luglio 2003 ha debuttato lo

spettacolo Lapilli, in collaborazione con l’attore Leo Gullotta (spettacoli a Roma, Ercolano,

Terni, Nora di Pula, Cento). Nell’agosto 2004 si è esibito al 5° Festival International de

Volubilis (Marocco). Nello stesso anno ha effettuato una tournée nei Paesi Baltici (Lituania,

Estonia, Lettonia) ed ha partecipato al Dvigrad Festival in Croazia. Nel 1999 la casa

discografica Fonè ha pubblicato il CD Abballati, abballati! - Canti e suoni della Sicilia

medievale (nel mese di aprile dello stesso anno il disco è stato allegato al n° 36 della rivista

di musica antica Orfeo). Nel 2006 la casa discografica Promomusic ha pubblicato il CD

Troparium de Catania - Feste e Canti della Sicilia Normanna . Nel 2007 per la rassegna

Orestiadi di Gibellina ha realizzato con Moni Ovadia lo spettacolo Amicu di cento anni

conosciutu ora, omaggio al poeta siciliano Ignazio Buttitta.

Fabio Accurso, Diplomato in Liuto presso il Conservatorio Dall’Abaco, suona con le più

importanti formazioni di Musica Antica italiane. Svolge intensa attività concertistica e ha

partecipato a manifestazioni presso prestigiosi enti (Accademia Chigiana, Festival Mondiale

di Musica Sacra, Festival Internazionale di Istanbul, Università di Parigi). Ha effettuato

numerose registrazioni radiofoniche, televisive e discografiche.

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Roberto Bolelli, nato a Roma nel 1955, cresciuto a Catania. Si è laureato in Musicologia a

Bologna, dove vive e lavora. Etnomusicologo e studioso di popular music, ha al suo attivo

numerose pubblicazioni e relazioni in importanti Convegni, Seminari e Conferenze; ha

collaborato con il Quotidiano La Sicilia di Catania. Attualmente conduce laboratori di

Musicoterapia in diverse strutture socio-sanitarie e presso la Casa dei Risvegli “L. De

Nigris” di Bologna. In qualità di Cantante svolge attività concertistica in Italia e all’estero

con diverse formazioni cameristiche. Ha inciso per RCA, Arts, Fonè, Dynamic, Amadeus,

Bongiovanni e Tactus, e ha registrato per RAI-Radio 3, TVE (Spagna), ORF1 (Austria).

Igor Niego, nato a Napoli nel 1973, ha effettuato ricerche in sud Italia sui Tamburi a cornice,

approfondendo soprattutto gli stili della Campania. Oltre allo studio delle percussioni italiane

e mediorientali, si è dedicato a diversi strumenti a fiato (Flauti ‘etnici’ e Cornamuse). Ha

frequentato seminari di Glen Velez e Djamchid Chemirani. Ha svolto una ricca attività

concertistica internazionale come componente del gruppo Musica Officinalis. Ha collaborato

inoltre con il Gruppo Operaio “E zezi” e l’ensemble Theatrum Instrumentorum.

Donato Sansone, Diplomato a pieni voti in Flauto dolce presso il Conservatorio Cherubini

di Firenze, si è Laureato in Storia della Musica all’Università di Pisa. Ha insegnato Flauto

dolce all’Istituto Musicale Pareggiato Boccherini di Lucca. Svolge attività di ricerca

musicale e bibliografica. E’ docente bibliotecario presso il Conservatorio di Mantova. Con

varie formazioni e come solista ha suonato per l’Accademia Chigiana, il Maggio Musicale

Fiorentino, Musicus Concentus, Estate Fiesolana, RAI, Università di Dortmund, Festival

Internazionale di Babilonia (Iraq). Si occupa di strumenti popolari e strumenti a fiato

antichi.

Sebastiano Scollo, nato a Caltanissetta. Ha studiato Liuto con Jacob Lindberg e con Paul

Beier presso la Civica Scuola di Musica di Milano, e con Rolf Lislevand presso la Staatliche

Hochschule fur Musik di Trossingen (Germania). E’ laureando in Musicologia presso il

DAMS di Bologna. Ha al suo attivo numerosi Concerti in Italia e all’estero (prima nazionale

della Passio secundum Markum di J.S. Bach, Catania 1987) e alcune incisioni discografiche

(Tactus , 1990; Arts, 1998). Come Compositore ha presentato Missa Pacis alla TV nazionale

spagnola in occasione della Settimana Santa 1991.

Fabio Tricomi, Catanese, laureando in Etnomusicologia all’Università di Bologna, si occupa

dello studio di repertori musicali del Medioevo, sia in ambito colto che nella tradizione

folkloristica. Attualmente suona come solista e in gruppo con diverse formazioni, curando in

particolare aspetti tecnico-esecutivi di vari strumenti musicali mediterranei e mediorientali.

Ha inciso per la RCA, Folkstudio, Ricordi, Quadrivium, Arts, Gymel, Fonè, Tactus ,

Bongiovanni e ha partecipato alle più qualificate rassegne di Musica Antica in Italia e

all’estero. E’ Docente di Musica Etnica e Medievale presso la Scuola Popolare di Musica

Ivan Illich di Bologna.

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Mercoledì 20 Aprile 2011

Chiesa San Sepolcro

Il repertorio definito dagli studiosi moderni “beneventano” è costituito dalla musica liturgica,

su testo latino, della tradizione dell’Italia meridionale, prima della diffusione del Canto

Gregoriano; esso è conservato nei manoscritti del Principato Longobardo di Benevento e,

soprattutto, nei manoscritti della stessa città, sede per lungo periodo dell’omonimo ducato

che intrattenne intensi legami, oltre che con Roma, con il mondo bizantino.

Come accade a proposito della maggior parte dei repertori arcaici, non possediamo in genere

codici autonomi di musica beneventana anteriori a quelli del Canto Gregoriano; infatti, salvo

rare eccezioni, essa ci perviene attraverso libri di Canto Gregoriano dei secoli X ed XI, nei

quali il Canto Beneventano si cela o si inserisce fra le musiche gregoriane, delle quali la

successiva rapida affermazione ne determinò il declino.

Quel repertorio sopravvisse ancora per qualche tempo a Benevento, ma come vestigio dei

tempi andati; gli amanuensi beneventani, ancora nel XII secolo, conservano alcuni pezzi,

considerati antichi, specialmente per la Settimana Santa, ma a poco a poco ci si rassegna

all’inevitabile: il Canto Gregoriano, progressivamente, diventa voce universale della Chiesa,

finisce col ridurre al silenzio la tradizione beneventana ormai solo fiera memoria dello

splendore passato. In questa temperie culturale appare eroico lo sforzo degli intellettuali di

Benevento per conservare, in unità separate, porzioni più o meno grandi del canto locale,

consapevoli del suo progressivo declino.

Il Codice 40 e quello 38 sono le fonti cardine, perché presentano il repertorio beneventano

non mutilato né confuso con il Canto Gregoriano che lo sommergeva; essi forniscono una

serie sostanziale di intere Messe per il ciclo liturgico annuale; in particolare, il Benevento 40

è il più importante punto di riferimento vivente per la musica dell’antica liturgia fiorita nella

zona del Ducato Longobardo di Benevento nell’VIII secolo, e ancora conservata quando

questo manoscritto ha visto la luce, sebbene, come ricordato, la sua vitalità fosse

compromessa dal dilagare del Canto Gregoriano.

Particolarmente degno di nota in questo manoscritto è il grande numero di composizioni su

testo greco (fino al III secolo, infatti, il greco costituì la lingua ufficiale degli insediamenti

cristiani nell’Italia Meridionale), traslitterate in caratteri latini e, generalmente,

accompagnate da una versione latina dello stesso testo. Ci sono quattro Antifone bilingui per

il Venerdì Santo.

Anche se il numero dei canti beneventani non è elevato, è possibile cogliere di essi alcuni

tratti distintivi: colpisce, innanzitutto, il carattere centonico per cui in ogni brano ricorrono

uno o più moduli musicali, mentre nuclei melodici si ritrovano identici in brani d’uno stesso

genere.

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Musicalmente, il Canto Beneventano è per molti aspetti peculiare rispetto agli altri dialetti

del canto occidentale. Ciò non significa che sia paleograficamente diverso; sopravvive,

infatti, grazie alle mani degli stessi notatori che vergarono il primo repertorio gregoriano

penetrato nella regione, ma la musica ha un suo stile caratteristico, puro, arcaico ed elaborato

allo stesso tempo. Il repertorio beneventano è fortemente univoco ed è notevole, in esso, il

gusto per un ritorno costante di certe melodie. Sebbene alcune di esse, conservate tra le

Antifone sopravvissute dell'ufficio, siano relativamente semplici, appena mosse da qualche

melisma, la musica, in generale, procede ad un tempo regolare e piuttosto ornata.

Diversamente da quanto accade per il repertorio gregoriano, sono poche le distinzioni da fare

sulla base della funzione liturgica e delle categorie modali: non esiste, ad esempio, nessuna

chiara differenza tra la musica per il cantore e la musica per il coro.

La modalità nello stile beneventano si presenta in una forma arcaica, non ancora

condizionata dall’imposizione del sistema degli otto modi o di altri sistemi, cosicché la

dimensione musicale stessa si offre come decisamente precedente a quella preservata nel

Canto Gregoriano.

Uno dei motivi caratterizzanti già alla prima vista della scrittura, nonché all’ascolto, è la

ricchezza del dettaglio in superficie. Una simile analiticità descrittiva si trova in altri dialetti

precedenti al gregoriano, ma raramente con la saldezza beneventana. Un numero di tratti

melodici secondari e invariabili sono diffusi in tutto il repertorio con la regolarità della

formula; essi gli attribuiscono una potente immediatezza comunicativa: le piccole formule

melodiche, infatti, sono una decorazione superficiale tipicamente beneventana nella forma,

ma universale nella loro funzione. La loro ripetitività in contesti simili funge quasi da

elemento di lancio per le frasi musicali, da strumento che indica il procedere o da nunzio dei

momenti di riposo. Osservando queste formule come elementi funzionali all’articolazione di

strutture formali più ampie, possiamo scorgere i principi architettonici delle frasi musicali e

la concezione strutturale delle composizioni più lunghe, frutto della combinazione di tali

procedure. Rispetto al repertorio gregoriano, queste cadenze, formule ed elementi ripetuti,

non sono caratteristici piuttosto di questa che di quella categoria liturgica o del modo,

cosicché la loro frequenza è in assoluto inferiore, ma in proporzione maggiore.

Questa musica ha uno stile suo proprio, un suo andamento ritmico, uno studio peculiare della

concezione della frase, che la distinguono dagli altri ambiti del canto liturgico. Il suo valore

precipuo consiste proprio nella semplicità e nella regolarità. Essa rivela alcune potenzialità di

sviluppo nella direzione dei repertori più evoluti, senza perdere nulla, tuttavia, della sua

arcaica semplicità che parla di una profonda coscienza storica, culturale ed estetico-

espressiva, quella bellezza comunicativa che portava Dom René-Jean Hesbert a definire il

beneventano “un canto dai tratti commoventi, supplichevole e spesso patetico”.

Giuseppe Tassara

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Crucem tuam adoramusL’adorazione della Santa Croce nel Rito Beneventano

Coro maschile Nocte Surgentes

Alessandro Abis, Bruno Cogoni, Marco Farris, Giovanni Fenu, Gianpaolo Masala,

Giuseppe Masala, Salvatore Onano, Giuseppe Picciau, Giuseppe Tassara

Direttore Giuseppe Tassara

Ecce lignum Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 33

Improperia Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 33

O quando in cruce Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 35

Proskinumen ton stauron / Adoramus crucem tuam

Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40(Ps. 22: Deus Deus meus respice in me)

Ton stauron sou proskinumen / Crucem tuam

Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40(Ps. 148: Laudate Dominum)

Enumen sou Xriste / Laudamus te Criste

Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40(Ps. 149: Cantate Dominum canticum novum)

Pange lingua Inno, Graduale Romano

Heloy lamna sabachtani Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40

Cum accepisset acetum Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40

Inclinato capite Jesus Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40

Velum templi Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40

Panta ta etni / Omnes gentes Antifona, Benevento, Biblioteca Capitolare, MS 40

Vexilla regis Inno, Graduale Romano

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L’Insieme vocale Nocte Surgentes di Villasor ha scelto di incentrare le sue attività di studio

sul repertorio sacro del Medioevo e, in particolare, sul Canto Gregoriano, sulla Monodia

volgare e sulle prime forme di Polifonia. Propone, infatti, concerti-rappresentazioni basati su

particolari tematiche (il Natale, la Pasqua, l’Anno liturgico) e, talvolta, approfonditi da

letture tratte dalle Sacre Scritture e dalla letteratura cristiana tardo-antica.

Nato a Villasor nel 1997, all’interno del Coro Polifonico Sorrese , sotto la guida di Luigi

Delogu e Giuseppe Tassara , l’Insieme vocale Nocte Surgentes affronta il repertorio con una

particolare attenzione ai valori espressivi e drammatici dei testi, accostandosi alle notazioni

degli antichi codici e cercando di creare un’ambientazione che, sfuggendo dal concerto

tradizionale, consenta al pubblico di cogliere lo spirito di un’epoca e il senso di profonda

spiritualità dei testi cantati.

Nella sua attività concertistica Nocte Surgentes spesso viene accompagnato da strumentisti:

Pitano Perra suonatore e costruttore di originalissimi strumenti a fiato tratti da illustrazioni

medievali, Paola Abis (Viella), Daniele Trogu (Flauti), Giuseppe Picciau (Symphonia, Arpa

medievale e Organo portativo), Gian Paolo Masala (Launeddas), Giuseppe Masala

(Percussioni), Marco Farris (Chitarra moresca) e Valentina Picciau (Campanelli,

Sonagliere).

Diretto dal 2005 da Giuseppe Tassara , l’Insieme vocale Nocte Surgentes figura come

l’unico gruppo in Sardegna a proporre esclusivamente tale repertorio, il cui approfondimento

è stato supportato dalla frequenza pluriennale a corsi e stages.

Il Direttore e vari membri dell’Insieme hanno infatti partecipato ai Corsi Internazionali di

Canto Gregoriano dell’Europa latina (Cremona), a Seminari sul repertorio gregoriano tenuti

in Sardegna da docenti quali N. Albarosa, G. Baroffio, G. Milanese e P.G. Righele, nonché a

stages sul repertorio laudistico italiano, sui Drammi liturgici Ludus Danielis e Sponsus e

sulle Cantigas, svolti a Pamparato e a Lucca. Da ultimi i Seminari organizzati a Villasor sui

canti estatici di Hildegard Von Bingen e sul repertorio beneventano tenuti rispettivamente

da Claudia Caffagni e Stefano Albarello e il corso di vocalità “Voce di fonte” ispirato all’uso

della voce attraverso l’utilizzo della tecnica Alexander.

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Al Qantarah

Insieme Vocale Nocte Surgentes

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Sabato 30 Aprile 2011

Chiesa Monumentale di Santa Chiara

La bellezza e l’importanza delle idee e della pratica musicale a Roma nei primi decenni del

‘700 sono testimoniate dalla produzione e dalla carriera dei musicisti rappresentati in questo

concerto.

Pietro Castrucci, violinista, allievo di Corelli, si trasferisce a Londra nel 1715 dove diventa

uno dei maggiori virtuosi del suo tempo diventando, tra l’altro, Primo Violino dell’Orchestra

di Händel, il quale proprio nel primo decennio del secolo era in Italia ed in particolare a

Roma ebbe a rappresentare il suo primo Oratorio, La Resurrezione, nel 1708.

Giovanni Zamboni, eroe minore se paragonato al “caro sassone”, rappresenta la nutrita

schiera di strumentisti italiani del Liuto, la cui decadenza dalla pubblicazione e dalla forma

scritta della musica in genere non corrisponde alla sua scomparsa dalla pratica musicale

dell’epoca, tutt’altro.

Antonio Caldara, veneziano, la cui bravura supera di gran lunga la sua fama, visse a Roma al

servizio dei Ruspoli tra il 1709 e il 1711. Dopo altre tappe la sua carriera finì a Vienna. E’

rappresentato nel programma da due brevi Cantate inedite.

Alessandro Scarlatti, palermitano, forse allievo di Carissimi a Roma, inizia qui la sua carriera

nel 1679, quando viene rappresentata la sua prima Opera Gli equivoci nel sembiante. E’ di

nuovo a Roma dal 1702, assunto come Vice Maestro di Cappella a Santa Maria Maggiore,

poi membro dell’Arcadia dal 1706.

La città eterna è in questa epoca un contesto ricchissimo di musica, attraversato dai grandi

del tempo, che si proietta nel resto d’Europa con le opere e le vite stesse dei compositori.

Michele Carreca

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Mira il Sole o Filli bellaMusica tra Roma e l’Europa nel Settecento

Ensemble La Selva

Anna Carbonera Soprano

Carolina Pace Flauto dolce - Gianni La Marca Viola da gamba

Michele Carreca Arciliuto - Alessandra Artifoni Clavicembalo

Pietro Castrucci (Roma, 1679 - Dublino, 1752)

Sonata in Do MaggioreAdagio - Allegro - Adagio - Gavotta - Minuetto

Georg Friedrich Händel (Halle, 1685 - Londra, 1759)

Nel dolce dell’oblio

Cantata per Soprano, Flauto dolce e Basso Continuo, HWV 134Recitativo - Aria - Recitativo - Aria

Sonata in Re minore per Flauto dolce e B.C., HWV 367aLargo - Vivace - Furioso - Adagio - Alla breve - Andante - Menuet

Giovanni Zamboni ‘romano’ (? - ? dopo il 1717)

dalla Sonata prima in Sol MaggiorePreludio - Alemanda - Corrente

Antonio Caldara (Venezia, 1670 - Vienna, 1736)

Che bel vanto aver nel seno

Aria per Soprano, Flauto dolce e B.C.

Mira il sole o Filli bella

Cantata per Soprano e B.C.Aria: Andante - Recitativo - Aria: Larghetto - Recitativo - Aria: Allegro

Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 - Napoli, 1725)

Variazioni su La Follia

Clori mia, Clori bella

Cantata per Soprano, Flauto dolce e B.C.Recitativo - Aria: Adagio - Recitativo - Aria

Strumenti: Flauto dolce Contralto, Ernst Meyer, 2000, copia da P. Bressan; Viola da gamba, Edward

Lewis, 1687; Arciliuto, C. Mateus, 2010, copia da M. Sellas; Clavicembalo a due tastiere, Gianpaolo

Plozner, Tarvisio, 1991, copia da Ruckers, 1612, ravalé in Francia, seconda metà del XVIII sec..

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L’ensemble La Selva è nato nel 2005 e si è costituito in associazione culturale nel 2008, con

lo scopo di produrre, promuovere e diffondere Musica Antica su strumenti originali o copie.

Il gruppo si avvale della collaborazione dei migliori strumentisti e cantanti specializzati per

l’esecuzione dei propri vari progetti.

Tra le varie attività sinora svolte ricordiamo i numerosi concerti realizzati su commissione

per importanti Istituzioni, quali la Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, lo Staedel Museum

di Francoforte sul Meno, la Fundaciò La Caixa di Barcellona.

Fino al 2009 ha realizzato una preziosa rassegna di Musica Antica, Concerti al Casinetto,

presso il Palazzetto Eucherio Sanvitale di Parma.

La Selva ha suonato inoltre per I Concerti al Quirinale di Radio Tre, oltre che per numerose

altre istituzioni italiane.

Dall’ultimo CD del gruppo Alla Luna è stata tratta la musica per la colonna sonora del film

d’arte Raffaello di Luciano Emmer.

Ensemble La Selva

Anna Carbonera

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Domenica 1° Maggio 2011

Chiesa San Sepolcro

Il programma presenta, in apertura, tre Autori legati alla Spagna del primo e pieno Barocco.

L’Organo spagnolo rimane, durante tutta la sua vita, fortemente caratterizzato dal timbro dei

registri ad ancia - la disposizione “in orizzontale” rende, peraltro, la cassa di questi strumenti

particolarmente scenografica! - e dal timbro non meno peculiare dei Cornetti ed altri registri

cosiddetti “spezzati”; quest’ultima caratteristica, ripresa ampiamente dall’Organo

ottocentesco italiano, consente di eseguire, con un’unica tastiera, una linea melodica solistica

insieme ad un accompagnamento suonato con un altro registro.

Nell’Obre de Lleno di Anonimo, brano introduttivo in Organo pieno, cosi come nel Tiento di

C. de Arrauxo e nelle tre Sonate di D. Scarlatti, la sonorità dello strumento iberico viene qui

evocato grazie alla presenza delle Trombe, dei Flauti e del Cornetto.

J. Muffat, K. Kerll e J. Kuhnau, testimoniano il medesimo periodo storico ma nell’ambito

della cultura musicale mitteleuropea e, nella cronologia e nella sperimentazione stilistica,

precedono di poco Händel, Bach e Telemann.

Nelle introduzioni alle sue opere, G. Muffat, il quale pur sentendosi tedesco a tutti gli effetti,

ha vissuto viaggiando tra la Francia, paese d’origine, la Germania, Vienna e anche l’Italia, si

sente in dovere di spiegare al Lettore - e lo fa in maniera estremamente dettagliata - lo stile

della sua musica che, evidentemente, appariva nuovo alla Germania del tempo.

Il suo è infatti lo stile compositivo che più corrisponde alla definizione, data in seguito da F.

Couperin, di “Gout reunis”, gusto unificato o mescolato. I suoi stretti contatti con Lully in

Francia, Kerll a Vienna e con la Roma di Pasquini e Corelli, lo portano infatti a realizzare un

perfetto equilibrio di sintesi tra gli stili nazionali europei.

Nei brani qui proposti, è evidente non solo l’influenza del moderno violinismo di Corelli e il

virtuosismo tastieristico di Pasquini, ma anche della tradizione italiana e, in particolare,

dell’eredità frescobaldiana che chiaramente si coglie nelle Toccate: in quella di K. Kerll “di

durezze e ligature” la purezza del registro di Principale è essenziale a realizzare il gioco di

dissonanze reiterate che, invece di risolvere secondo i canoni del contrappunto, si spingono

in una tensione armonica che sembra non trovare mai pace; nella Toccata X di Muffat,

l’alternanza delle parti in stile improvvisativo con tirate e passaggi e quelle fugate in

contrappunto è scolpita dalla combinazione delle file di ripieno.

Una volta di più la ricchezza timbrica della registrazione, con l’ausilio della lettura delle

didascalie originali, permette di contrastare gli affetti “messi in scena” da J. Kuhnau nelle sue

Sonate a programma, su testi dell’Antico Testamento. Nella Sonata IV si descrive il lamento

del Re Ezechiele che, moribondo, assiste alla propria guarigione e si ascoltano le varianti di

un tema, un Lied profano di H. Leo Hassler, che lo stesso J.S. Bach utilizzerà più tardi nella

sua Passione secondo S. Matteo.

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Ancora la lezione Corelliana è presente nel brano Elevazione di Padre Martini, stimatissimo

contrappuntista e coltissimo uomo di Chiesa e di Musica - alla sua musicale paternità lo

stesso Mozart si appellava riconoscente - E’ chiaro il legame con le Sonate a tre da chiesa,

dove le voci soprane si imitano liberamente sostenute dalla linea del basso continuo.

Infine, il programma si conclude con J. Walther contemporaneo e cugino di J.S. Bach.

Il Concerto del Sig. Vivaldi si inscrive nella pratica della trascrizione e adattamento per la

tastiera, di Concerti per Orchestra d’Archi, coltivata dai maestri d’oltralpe, e che darà i più

fulgidi risultati nelle trasposizioni realizzate da J.S. Bach per l’Organo e il Cembalo dei

Concerti di Vivaldi.

La registrazione che si fa ora piena ora vuota, ben sottolinea il dialogo tra Tutti e Concertino

dell’Orchestra.

Alessandra Artifoni

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Tutte le voci dell’Organo

Alessandra Artifoni Organo

Anonimo Spagnolo (Sec. XVII)

Obra de Lleno

Francisco Correa de Arauxo (Siviglia, ca. 1575 - Segovia, 1654)

Tiento Quinto de medio registro de tiple de septimo tono

Domenico Scarlatti (Napoli, 1685 - Madrid, 1757)

Sonata K 255

Sonata K 288

Sonata K 328

Georg Muffat (Megève, 1653 - Passau, 1704)

Toccata X

Johann Kaspar Kerll (Adorf, 1627 - Monaco, 1693)

Toccata IV cromatica con durezze e ligature

Capriccio sul cucco

Passacaglia

Johann Kuhnau (Geising, 1660 - Lipsia, 1722)

Suonata Quarta

Hiskia agonizzante e risanato

Giovanni Battista Martini (Bologna, 1706 - 1784)

Elevazione

Johann Gottfried Walther (Erfurt, 1684 - Weimar, 1748)

Concerto del Sig. Vivaldi

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Organo di Tommaso Piacentini e Antonio Battani,

Frassinoro (Modena), 1875

Dati storici e interventi: 1874, Commissionato dall’Arciconfraternita dell’Orazione per la

Chiesa del Santo Sepolcro alla Marina su progetto dell’Avv. Emanuele Federici; 1875,

Collocazione; 1973, Chiusura per restauro della Chiesa del Santo Sepolcro G. Atzori lo

trasferisce nella Chiesa di San Pio X; 1989, Restauro storico della Ditta “Tamburini” di

Crema; 2002, Ricollocazione in sede da parte della Ditta “Palmas” di Segariu.

Iscrizioni: All’interno della secreta: Tommaso Piacentini e Antonio Battani fecero in

Frassinoro l’anno 1875.

Ubicazione e Prospetto: In tribuna sovrastante la porta d’ingresso, racchiuso in cassa

formata da un vano centrale che contiene il corpo fonico, e da due vani laterali per i mantici.

Il prospetto si articola in una campata con cuspide centrale ed ali laterali formata da 31 canne

del Principale; canna maggiore Sol1. Profilo piatto, bocche ad andamento contrario rispetto

ad ali e cuspide; labbro superiore a mitria appena accennata.

Dati tecnici e accessori: Trasmissione meccanica; somiere maestro a tiro; somieri secondari

per il Principale 16 p. Bassi, e per i Contrabbassi e Rullo. Due mantici a cuneo azionabili

mediante elettroventilatore. “Banda Militare” formata da Grancassa e Sistro. Stanghe per i

tiratutti del Ripieno e della combinazione “alla lombarda”.

Consolle: A finestra; Tastiera di 52 tasti (Do1/Sol

5) con prima ottava corta. Tasti diatonici

rivestiti in osso; cromatici in ebano. Pedaliera a leggio di 21 tasti corti (1-17, Do1/Sol#

2; 18

Rullo, 19 Terzamano; 20-21 muti). Divisione Bassi/Soprani: Mi3/Fa

3. Registri azionati da

manette ad incastro alla destra della Consolle.

Disposizione fonica

Prima colonna Seconda colonna

Trombe [8 piedi] Bassi Principale 8 Bassi

Trombe [8 p.] Soprani Principale 8 Soprani

Clarone [4 p.] Bassi Ottava [4 p.] Bassi

Bombarda [16 p.] Soprani Ottava Soprani

Corno in tuba dolce [16 p.] Soprani Ottava [II] Soprani

Flauto Traverso Soprani [Voce Angelica] Decimaquinta

Viola [4 p.] Bassi Decimanona

Violino [8 p.] Soprani Vigesimaseconda

Violetta [2 p.] Soprani Vigesimasesta

Ottavino [1

2/ p.] Bassi Vigesimanona

Ottavino [1 p.] Soprani Principale 16 Bassi

Nazardo [2,2

3/ p.] Soprani Flauto Traverso [8 p.] Bassi

Cornetto chinese [5,1

3/ p.] Soprani Flauto in Ottava Bassi [4 p.]

Cornetto [2 file: 2 p.; 1,3

5/ p.] Flauto in Ottava Soprani [4 p.]

Terzamano [Cariglione Soprani] Contrabbassi

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Alessandra Artifoni, é nata a Firenze nel 1967. Nella città natale, dopo la Maturità Classica,

si diploma col massimo dei voti in Organo con Mariella Mochi. Ottiene in seguito il diploma

“con Lode” di Clavicembalo nella classe di Annaberta Conti a Bologna. Particolarmente

interessata alla Musica Antica, frequenta per anni i corsi dell’Accademia di Musica Italiana

per Organo di Pistoia con Maestri tra i quali L.F. Tagliavini, G. Leonhardt, H. Vogel, M.

Radulescu. E’ allieva in seguito di Alfonso Fedi alla Scuola di Musica di Fiesole. Segue poi

numerose Masterclasses e Corsi di perfezionamento con Kenneth Gilbert, Gordon Murray,

Andreas Steier, Jos van Himmerseel, Christoph Rousset.

Dopo aver insegnato Organo e Composizione Organistica al Conservatorio “L. Cherubini” di

Firenze, nel 1994 si trasferisce a Basilea (Svizzera) dove studia per quattro anni alla Schola

Cantorum Basiliensis: la pratica del Basso Continuo e la Concertazione barocca con J.B.

Christensen, Canto con Rosa Dominguez e Improvvisazione con Rudi Lutz. Sempre alla

Schola Cantorum lavora in seguito come accompagnatrice al Cembalo.

Dal 1997 al 2004 é Organista titolare dell’Organo Metzler della Reformierte Kirche di

Münchenstein a Basilea, e dal 1999 al 2004 anche della Reformierte Kirche di Klein

Huninguen (Basilea). Dal 2000 al 2003 insegna Clavicembalo e Organo alla Scuola di

Musica di Saint - Louis (Francia). Nel 2007 consegue il Diploma Accademico di secondo

livello in Discipline musicali, Corso di Laurea in Clavicembalo, con cento dieci e lode, al

Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, discutendo una tesi sullo stile improvvisativo;

contemporaneamente svolge un anno di tirocinio presso la classe di Cembalo di Annaberta

Conti. Dal 2005 al 2010 insegna Clavicembalo e Musica di insieme per strumenti antichi alla

Scuola di Musica di Certaldo. Dall’Anno Accademico 2008-2009 tiene il corso di

Temperamenti storici al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze e dal 2010 insegna Basso

Continuo e Temperamenti Storici alla Scuola di Musica di Fiesole.

Come solista e come continuista si è esibita in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Spagna,

Venezuela e Argentina. Ha collaborato con l’Orchestra Regionale della Toscana , L’Homme

Armé, Modo Antiquo, i solisti dell’As.Li.Co. di Milano, gli Amici della Musica di Roma,

l’Orchestra Nazionale di Strasburgo, l’Opera du Rhin, l’Orchestra Filarmonica di

Mulhouse, Les Arts Florissants e sotto la direzione di Andrew Parrot, Martin Gester,

Sebastien Marq, Piero Bellugi, Carlo Ipata. Si è esibita, inoltre, per importanti Festivals

come gli Amici della Musica di Pistoia, Cantiere Internazionale di Montepulciano, Italiana

'92-Celebrazioni Rossiniane in America Latina, Les Promenades Musicales du Pays d’Auge,

Festival d’Ambronay, Les Heures Baroques di Mulhouse, Amici della Musica di Roma,

Settimana di Musica Sacra dal Mondo-Firenze, Sagra Musicale Umbra, I concerti della

Normale di Pisa, per i teatri di Pistoia, Teatro Verdi di Pisa, La Filature di Mulhouse, il

Teatro de L’Opera du Rhin di Strasburgo, La Coupole di Saint Louis.

Incisioni per EmaRecords, PMPA, Hyperion e registrazioni radiofoniche per Rai 3, Radio

Cultura de Huesca Spagna, Radio France, Radio Freiburg Svizzera. Nel 2009 ha partecipato

all’incisione de Le Disgrazie d’Amore, dramma giocoso morale di Antonio Cesti, per la casa

discografica Hyperion, con AuserMusici di Carlo Ipata. La stessa Opera è stata rappresentata

in prima esecuzione moderna al Teatro di Pisa nel Novembre 2009.

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E’ stata invitata a numerosi Festivals europei come il Festival d’Ambronay, il Festival du

“Pays d’Auge”; ha inciso il CD Naples et Venise au Temps de Vivaldi con l’Ensemble Il

Gardellino e una scelta di Cantate di J.S. Bach con Les Musiciens du Paradis di A. Buet,

diretti da S. Marq, un CD monografico di opere scelte per Cembalo, di J.S. Bach. Nel 2006 è

invitata a Mondo Musica nell’ambito di Cremona Fiere in qualità di Relatore al Simposio

sulle Tastiere Storiche.

Nel 2007 ha collaborato alla Mostra Meraviglie sonore allestita all’Accademia di Belle Arti

di Firenze esibendosi nel Concerto inaugurale e realizzando i video dell’esposizione. Con il

gruppo vocale L’Homme Armé si è esibita per le dirette radiofoniche di RAI TRE da Palazzo

Venezia a Roma.

Nel 2010 fonda con Filippo Mineccia, Controtenore, e Jean-Marie Quint, Violoncello

barocco, l’Ensemble La Perla Scabra, dedito alla riscoperta del repertorio sacro, profano e

cameristico del XVIII secolo ancora sconosciuto ed inedito. Parte del frutto di ricerca e

trascrizione del repertorio inedito per Contralto, del XVIII sec. italiano, sarà oggetto,

nell’immediato futuro, di un progetto discografico per l’etichetta Tactus.

Alessandra Artifoni

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Un ringraziamento particolare a Mons. Marco Lai, per la Chiesa del San Sepolcro,

Don Alberto Pala, Parroco della Cattedrale di Santa Maria, Don Luca Venturelli,

Rettore della Basilica Magistrale di Santa Croce, il Sovrano Militare Ordine di

Malta, Delegazione Regionale della Sardegna, per la Chiesa di Santa Maria del

Monte, la Società di Sant’Anna, per la Chiesa Monumentale di Santa Chiara, e il

Consorzio Camù, per il Centro Comunale d’Arte e Cultura “Il Ghetto”.