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EBREI E NOBILTA'  Dalla chiacchierata tenuta da  Angelo Scordo  per VIVANT   in data 23 marzo 2000 Per nobiltà s’intendeva un tempo un gruppo sociale, al quale veniva riconosciuto dalla legge uno stato particolare, “privileg iato”, comportante tanto diritti, che doveri: uno stato giuridico che si trasmetteva in forza dell a nascita. Da due secoli, venuti meno i privileg i, la nobiltà ha quale retaggio la memoria della tradizione storica. ’identità degli !brei osservanti vede estremamente radicati il senso della tradizione, la consapevolezza di costituire una realtà pluralistica, amalgamata a quella propria degli stati nazionali di appartenenza, ma distinta per morale, per religione "tutt’alt ro che ininfluente per gli agnostici e per gli stessi atei#, per la loro mobilità cosmopolita$ tutte peculiarità che hanno fatto s% che il processo di naturale integrazione per decorso di tempo non abbia mai minacciato la sopr avviv enza di quest a mino ranza, che ha, di contr o, semp re dimo strat o unica, invinci bile resistenza all’ assimilazione. &l tempo stesso, ' assurdo considerare g li !brei come appartenenti ad una razza pura. (nfatti, al di là di una loro sostanziale avversione ai matrimoni misti, ' noto che gli &sh)enaziti discendono in massima parte dal bellicoso popo lo di lingua turca dei *hazari, che verso il +- della nostra era si era convertito alla eg ge osaica "un paio di mili oni d’indiv idui# , come coevamente avvenne per un buon numero di trib/ 0nga re. 1onside riamo, ancor a, i 2alasha dell’!tio pia, gli !brei 1inesi e , per rimanere a casa nostra, il ca so recente di conversione in massa della popolazione di 3an 4icandro di Puglia.  4el mondo, gli !brei u fficialmente tali sono ogg i 56 milioni e quelli (tal iani circa -.---. 4el sec. 78, in 3icilia, gli !brei rappresentav ano il 9- della popolazione totale e, forse esagerando, si attribuiscono all;(talia meridionale 5<-.--- individui. (l concetto di nobiltà ' vivo presso gli !brei, ma estremamente diverso da quello proprio del mondo occidentale. =a carattere esclusivo, fondato su matri ce etnico>rel igio sa: non ' un ceto, ma una casta. a ritualit à ?iud aica most ra in tutt a evid enza come all;int erno del @empio gli osserv anti si tripartiscano in Cohen, Leviti e Izrael  "sacerdoti, loro assistenti e popolo dei fedeli#. Cohen e  Leviti si ' solo per diritt o di sangu e, d;inint errot ta discenden za: i Cohen portano in s' il retaggio cromosomico dell;antica classe sacerdotale, derivante da &ronne, mentre i  Leviti sono gli eredi della quarta delle dodici @rib/ d;(sraele, proprio quella di  Levi, che aveva dai tempi pi/ remoti il privileg io ereditario di scortare il @abernacolo. !; nota la passione !braica, tipica di tutti i popoli dell’antico medio>orien te, per le genealogie,  punto di riferimento nell a Aibbia, presente anche negli !vangeli. a diaspora avrebbe provocato la dispersione delle agnazioni, per cui le ascendenze sono sostanzialmente affidate alla tradizione ed all;onom astica. Bggi ancora solo un Cohen puC impartire la benedizione, durante il culto pubblico delle festività$ in tale occasione spetta ad un  Levi di procedere alla preliminare lavanda delle mani del Cohen.  4arra 3chaerf che il senatore &lberto @!8 !3 D! AB42(( > di famiglia Padovana insignita di titolo baronale da 4apoleo ne nel 5E59, poi 4obile 1avaliere dell’(mpero &ustriaco col predicato Fde AonfiliF, nel 5E5G, titolo di barone rinnovato in (talia nel 5EH e confermato nel 5H9G > fu un giorno interrogato da un !breo Polacco sul come mai lui, un !breo, avesse potuto ottenere un titolo nobiliare. @!8!3 presentC allora al Polacco il proprio socio 1B!4, dicendo: "Veda, questo mio amico e socio è già nobile da più di !!! anni" . (dentico aneddoto ha per protagonisti eonetto B@@B!4?=( da &sti, fatto conte nel 5EHH, e un non !breo, suo conoscente, che, avendolo incontrato in uno scompartimento ferroviario, vol eva congratularsi con lui del titolo concessogli$ questa volta l’amico ' pur sempre un Cohen, ma con il cognome italianizzato in 3&1!DB@(.. Bltre a queste due etnie#  ecclesiali, esistevano e sono altre categorie da considerare pressochI nobiliari, anche se di rango decisamente inferiore,  proprio perchI profano, indipendentemente dal fatto che ad esse puC appartenere anche un Cohen od u n  Levita. (l rif erimento ' ai  $arnassim, o amministratori delle 1omunità, non di rado benefattori dei correligionari meno abbienti e mecenati operanti nell’ambito degli studi e dell’arte. Jualcosa che sta tra la nobiltà d#u%%icio ed il notabilato .  4on mancano neppure famiglie che vant ano discendenza da stirpi reali, da grandi studiosi dell a egge, dai primi pro tagonisti della Diaspo ra.  8a detto, inoltre, che i maggiorenti !brei, sin dal medioevo, accettarono e non di rado sollecitarono onori estranei alla loro tradizione, dimostrando di gradire segni distintivi, che li ponevano teoricamente su un piano paritario con i ceti aristocratici dei diversi stati e letti a loro dimora. algrado Aartolo da 3assoferrato avesse sancito per gli !brei l;impossibilità di accedere al Dottorato, in quanto  Doctoratus tribuit nobilitatem, le eccezioni a tale regola, a partire dai primi anni del ;--, non furono poi tanto rare. Per Privilegio Papale, addirittura, si ebbero diversi casi di concessione di doctor et miles. 1arlo !manuele ( nel 56-G apr% il Dottorato agli !brei, ma lo spirito della 1ontrorifo rma non si fece a ttendere, provo cando la revoca dell;editto ducale.  4ella seconda metà del secolo e per tutto il 1inquecento si verificarono concessioni di miles aureatus "1avaliere dello 3peron d;Bro#, come nel caso di ordecai da BD!4&, creato  &iles atque Comes $alatinus da 1arlo 8. ;!breo =&KK "1=&# era stato definito in una lapide veneziana del ;-- clarissimus, appellativo presupponente rango di F1avaliereF, ma non si puC escludere che, nella realtà, si trattasse di titolo di cortesia. 4el 5E5 l’(mperat ore assimiliano aveva imposto alla 3erenissima di accogliere in @reviso il proprio Lfattore’, 3amuel di &!!, !breo, autorizzandolo all’uso di proprie armi gentilizie e consentendogli il seguito di due valletti.  4el 5699 il finanziere Macob A&33!8( ricevette dall;( mperatore 2erdinando (( , grato per le sovvenzioni da lui ricevute durante la guerra dei @renta &nni, qualità di nobile del 3..(. col predicato ;von @!0!4A0?;. A&33!8( ' considerato gener almente il primo !breo nobilitato, dimenticando che !rcole (( !ste, Duca di 2errara, aveva concesso, con diploma del 5

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EBREI E NOBILTA' Dalla chiacchierata tenuta da

 Angelo Scordo per VIVANT   in data 23 marzo 2000

Per nobiltà s’intendeva un tempo un gruppo sociale, al quale veniva riconosciuto dalla legge uno stato particolare, “privilegiato”, comportante tantodiritti, che doveri: uno stato giuridico che si trasmetteva in forza della nascita. Da due secoli, venuti meno i privilegi, la nobiltà ha quale retaggio lamemoria della tradizione storica.

’identità degli !brei osservanti vede estremamente radicati il senso della tradizione, la consapevolezza di costituire una realtà pluralistica,amalgamata a quella propria degli stati nazionali di appartenenza, ma distinta per morale, per religione "tutt’altro che ininfluente per gli agnostici e per glistessi atei#, per la loro mobilità cosmopolita$ tutte peculiarità che hanno fatto s% che il processo di naturale integrazione per decorso di tempo non abbiamai minacciato la sopravvivenza di questa minoranza, che ha, di contro, sempre dimostrato unica, invincibile resistenza all’assimilazione. &l tempostesso, ' assurdo considerare gli !brei come appartenenti ad una razza pura. (nfatti, al di là di una loro sostanziale avversione ai matrimoni misti, ' notoche gli &sh)enaziti discendono in massima parte dal bellicoso popolo di lingua turca dei *hazari, che verso il +- della nostra era si era convertito allaegge osaica "un paio di milioni d’individui#, come coevamente avvenne per un buon numero di trib/ 0ngare. 1onsideriamo, ancora, i 2alashadell’!tiopia, gli !brei 1inesi e , per rimanere a casa nostra, il caso recente di conversione in massa della popolazione di 3an 4icandro di Puglia.

 4el mondo, gli !brei ufficialmente tali sono oggi 56 milioni e quelli (taliani circa -.---. 4el sec. 78, in 3icilia, gli !brei rappresentavano il 9- della popolazione totale e, forse esagerando, si attribuiscono all;(talia meridionale 5<-.--- individui.

(l concetto di nobiltà ' vivo presso gli !brei, ma estremamente diverso da quello proprio del mondo occidentale. =a carattere esclusivo, fondato sumatrice etnico>religiosa: non ' un ceto, ma una casta. a ritualità ?iudaica mostra in tutta evidenza come all;interno del @empio gli osservanti sitripartiscano in Cohen, Leviti e Izrael  "sacerdoti, loro assistenti e popolo dei fedeli#.

Cohen  e  Leviti  si ' solo per diritto di sangue, d;ininterrotta discendenza: i Cohen portano in s' il retaggio cromosomico dell;antica classesacerdotale, derivante da &ronne, mentre i Leviti sono gli eredi della quarta delle dodici @rib/ d;(sraele, proprio quella di  Levi, che aveva dai tempi pi/remoti il privilegio ereditario di scortare il @abernacolo. !; nota la passione !braica, tipica di tutti i popoli dell’antico medio>oriente, per le genealogie,

 punto di riferimento nella Aibbia, presente anche negli !vangeli. a diaspora avrebbe provocato la dispersione delle agnazioni, per cui le ascendenze sonosostanzialmente affidate alla tradizione ed all;onomastica.

Bggi ancora solo un Cohen puC impartire la benedizione, durante il culto pubblico delle festività$ in tale occasione spetta ad un  Levi di procederealla preliminare lavanda delle mani del Cohen.

 4arra 3chaerf che il senatore &lberto @!8!3 D! AB42(( > di famiglia Padovana insignita di titolo baronale da 4apoleone nel 5E59, poi 4obile1avaliere dell’(mpero &ustriaco col predicato Fde AonfiliF, nel 5E5G, titolo di barone rinnovato in (talia nel 5EH e confermato nel 5H9G > fu un giorno

interrogato da un !breo Polacco sul come mai lui, un !breo, avesse potuto ottenere un titolo nobiliare. @!8!3 presentC allora al Polacco il proprio socio1B!4, dicendo: "Veda, questo mio amico e socio è già nobile da più di !!! anni" . (dentico aneddoto ha per protagonisti eonetto B@@B!4?=( da&sti, fatto conte nel 5EHH, e un non !breo, suo conoscente, che, avendolo incontrato in uno scompartimento ferroviario, voleva congratularsi con lui deltitolo concessogli$ questa volta l’amico ' pur sempre un Cohen, ma con il cognome italianizzato in 3&1!DB@(..

Bltre a queste due etnie#  ecclesiali, esistevano e sono altre categorie da considerare pressochI nobiliari, anche se di rango decisamente inferiore, proprio perchI profano, indipendentemente dal fatto che ad esse puC appartenere anche un Cohen  od un  Levita. (l riferimento ' ai  $arnassim, oamministratori delle 1omunità, non di rado benefattori dei correligionari meno abbienti e mecenati operanti nell’ambito degli studi e dell’arte. Jualcosache sta tra la nobiltà d#u%%icio ed il notabilato.

 4on mancano neppure famiglie che vantano discendenza da stirpi reali, da grandi studiosi della egge, dai primi protagonisti della Diaspora. 

8a detto, inoltre, che i maggiorenti !brei, sin dal medioevo, accettarono e non di rado sollecitarono onori estranei alla loro tradizione, dimostrandodi gradire segni distintivi, che li ponevano teoricamente su un piano paritario con i ceti aristocratici dei diversi stati eletti a loro dimora.

algrado Aartolo da 3assoferrato avesse sancito per gli !brei l;impossibilità di accedere al Dottorato, in quanto  Doctoratus tribuit nobilitatem , le

eccezioni a tale regola, a partire dai primi anni del ;--, non furono poi tanto rare. Per Privilegio Papale, addirittura, si ebbero diversi casi di concessionedi doctor et miles. 1arlo !manuele ( nel 56-G apr% il Dottorato agli !brei, ma lo spirito della 1ontroriforma non si fece attendere, provocando la revocadell;editto ducale.

 4ella seconda metà del secolo e per tutto il 1inquecento si verificarono concessioni di miles aureatus "1avaliere dello 3peron d;Bro#, come nelcaso di ordecai da BD!4&, creato &iles atque Comes $alatinus da 1arlo 8. ;!breo =&KK "1=&# era stato definito in una lapide venezianadel ;-- clarissimus, appellativo presupponente rango di F1avaliereF, ma non si puC escludere che, nella realtà, si trattasse di titolo di cortesia. 4el 5E5l’(mperatore assimiliano aveva imposto alla 3erenissima di accogliere in @reviso il proprio Lfattore’, 3amuel di &!!, !breo, autorizzandolo all’usodi proprie armi gentilizie e consentendogli il seguito di due valletti.

 4el 5699 il finanziere Macob A&33!8( ricevette dall;(mperatore 2erdinando ((, grato per le sovvenzioni da lui ricevute durante la guerra dei @renta&nni, qualità di nobile del 3..(. col predicato ;von @!0!4A0?;.

A&33!8( ' considerato generalmente il primo !breo nobilitato, dimenticando che !rcole (( !ste, Duca di 2errara, aveva concesso, con diploma del

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5H dicembre 5<G, confermato da &lfonso (( il 5< aprile 5<6-, la nobiltà al banchiere &bramo !manuele da 4B3&, definito 'gentilomo (tra gli altri

nobili della nostra %amiglia), dotandolo altres% di un;arma gentilizia. a sua discendenza fiorisce ancora . !manuele da 4B3& veniva denominato,. giàin un atto del 5-H, nobilem virum# , espressione che, a quel tempo, faceva presumere il possesso di una patente di nobiltà.

( da 4B3& erano stati a antova, mezzo secolo prima, protagonisti di un episodio, del quale ci resta splendida memoria artistica. (l banchiereDaniele di eone da 4B3& aveva comprato una casa, sulla cui parete esterna era effigiata una adonna col Aambino. &d evitare noie derivanti dallacustodia della immagine sacra, chiese ed ottenne "dietro pagamento# dal 8icariato 8escovile licenza di poterla cancellare, operazione che effettuC,attirandosi addosso, perC, un pericoloso furore popolare. 4ell’estate del 5H<, il marchese 2rancesco ?onzaga, capo della ega che aveva sconfitto in

quello stesso anno, a 2ornovo, il re di 2rancia 1arlo 8(((, consultatosi col fratello, 1ardinale 3igismondo, decise di placare gli animi, con la demolizionedella casa del da 4B3&, al cui posto ordinC erigersi una chiesa, custodente la “adonna della 8ittoria”, tela dipinta dal antegna. 3empre a titolo diespiazione per il sacrilegio, altro sacro dipinto dovette realizzarsi "non conosciamo il nome dell’esecutore# e conservarsi presso la non lontana chiesa di3ant’&ndrea: la “adonna degli !brei”. (l tutto, naturalmente, a spese del da 4B3&.

(l primo (taliano di fede e sangue !braici, che ricevette un vero e proprio feudo ed un titolo su di esso, sembra essere stato proprio un antovano,(ppolito "Moseph# da 2&4B, che ebbe concessa dai ?onzaga la signoria di 8illimpenta, sulla cui terra il 3acro omano (mpero gli confer% titolo dimarchese, pare, verso il 5<9E.

e concessioni di titoli di nobiltà ad (sraeliti si intensificano in !uropa in età barocca, raggiungendo carattere pressochI di costante presso lacattolicissima 1orte di 8ienna.

a 2rancia di ancien r*gime non sfigura. olti i convertiti, originari di &vignone e del 1ontado 8enassino, discendenti dai  +ui%s du $ape, nobilitatinel 3ettecento, come i de B4@!07. nel L6-- 4el secolo precedente era scoppiato proprio nel 1ontado uno scandalo, che coinvolse il Aaliaggio dialta, i cui 1ommissari avevano, per denaro, certificato la nobiltà generosa e la cattolicità antica di parecchie decine di figli di !brei militanti.

Di race chevaleresque con memorie risalenti al 55E<, sono senza dubbio i N8(3, duchi di irepoiO, di 8entadour, di Damville, di 1ousan, alleatialla maggiore nobiltà storica di 2rancia, ancora oggi fiorenti ed un ramo dei quali, stabilitosi in 3avoia, ebbe la contea di 8illars. (n un loro castello sicustodiva e forse ancora puC ammirarsi una gustosa tela, raffigurante la 8ergine aria "notoriamente della @rib/ di evi#, accanto ad un N8(3 in abiticinquecenteschi, facente atto di scoprirsi. 3i leggeva, in due autentici “fumetti”, che partivano dalle loro bocche: 'Couvrezvous, mon cousin-), con larisposta '&a cousine, c#est pour ma commodit*-). 

 4ell’(slam, ove non esistevano discriminazioni di sorta, 3olimano il agnifico, nel 5<66, aveva creato Duca di 4aOos e delle 1icladi Moseph 4&3(o 4&33( Portoghese, imparentato con i conversi D! 04& e !4D!3, che, assieme a loro, aveva a lungo soggiornato in (talia, sino a quando il timoredel 3ant’0ffizio li aveva costretto a cercare scampo, nel 5<<+, a (stanbul. (n quegli stessi anni il 3ultano aveva fatto Duca di itilene l’altro marranousitano 3alomon &A!4&!3, che, da cristiano, s’era chiamato lvaro !4D!3 D& 1B3@& ed aveva vestito l;&bito di 3antiago.

;orientamento della 1hiesa e dei sovrani del tempo era quello di considerare gli !brei, in quanto connazionali del edentore, nel pieno diritto diessere, per cos% dire, FreintegratiF nella loro nobiltà originaria, una volta che avessero abbandonato la religione mosaica per la croce.

!; impossibile tenere esatto conto delle concessioni nobiliari ad !brei convertiti al 1ristianesimo, specie in 3pagna e Portogallo. (l culto dellahiberidad  per la limpieza de sangre e la nobleza d’origine gotica dovette fare i conti con un enorme zoccolo demografico di conversos, divenuti esponentidella pi/ cospicua e potente nobiltà.

(l Libro Verde de /rag0n, compilato nel 5<-+, espone l’origine !braica dei ricoprenti le alte cariche laiche ed ecclesiastiche di quel regno. 4el569G 2ilippo (8 ne ordinC il rogo, da cui scampC un solo esemplare, quello regio, e da esso, nel sec. 7(7, si trasse l;edizione a stampa. 4el 5<E5 si

 pubblicC il 1iz2n de la nobleza espa3ola, attribuito al celebre 1ardinale 2rancisco endoza Q Aobadilla, che già s’era battuto a favoredell’allontanamento dagli ordini cavalleresco>militari di quanti non fossero di sangue limpio. 4el 1iz2n, un alone di dubbio e di virtuale impurezza vienefatto cadere sulla pi/ alta aristocrazia: soltanto a E le famiglie considerate Lnon contaminate’.

Muan P&1=!1B, marchese di 8illena e ?ran aestro di 3antiago "suo fratello Don Pedro ?iron era ?ran aestro di 1alatrava# era ritenuto disangue !braico sia dal lato paterno, che materno. ?odevano della stessa fama gli &8&!R, duchi di @oledo e, sin dal 5H, si mormorava che,addirittura, gli =!4(J0!R, di regio sangue, difettassero di limpieza.

Juando si ventilC, agli inizi del 5H9, l;editto di cacciata definitiva per  +udios e  &oriscos, le comunità !braiche offrirono l’iperbolica somma diG--.--- ducati, pur di ottenere licenza di rimanere negli stati dei e 1attolici. a coppia reale era dibattuta tra la cacciata e la concessione di grazia,quando ad un tratto entrC nella sala del consiglio @omàs de @BJ0!&D& "di origine !braica, al pari dell;altro ?rande (nquisitore Diego de D!R&#,che, gettando sul tavolo dietro al quale sedevano i eali il crocefisso, esclamC: "4iuda Iscariota vendette il 5alvatore per trenta denari. Le Loro /ltezze

lo vogliono vendere per 6!!.!!! ducati. 7cco, prendete e vendetelo-" . 3i vuole che (sabella di 1astiglia abbia, allora, rimproverato al marito, 2erdinandod;&ragona, una eccessiva moderazione nei confronti degli !brei, imputandola al fatto che il consorte era figlio di una =!4(J0!R

a 3anta (nquisizione, dopo lunghe e minuziose indagini, rilasciava certificati di  limpieza di sangre per quarti$ un catalogo ancora esistente pressol;&rchivio di @oledo ne riporta circa <.---.. 3i sedimentC, in tal modo, secolare contrasto tra 8ecchi e 4uovi 1ristiani, questi ultimi meglio noti coldispregiativo epiteto di marrani, che non sembra derivare da un;espressione !braica, significante Fper la vistaF, cioI Fper l;apparenzaF, ma piuttostosignifichi FporcoF, o FmaledettoF.

a pi/ antica comunità !braica d’!uropa ' quella di oma, risalente al (( secolo avanti 1risto. 4ell’0rbe gli !brei > che, dopo le deportazioni di@ito ed &driano, sembra raggiungessero il numero di -.--- > godettero sempre, nella sostanza, di un trattamento privilegiato. ’editto di 1aracalla del959 aveva loro concesso la cittadinanza omana. !merse in antico una singolare aristocrazia laica, composta essenzialmente da quattro famiglie, ritenutediscendenti da altrettanti principes, deportati a oma da @ito "&4&S, D! PB(3, D! B33(, D! 2&41(0(#, che dettero origine a derivazioni daimolti nomi.

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 3i narra che il banchiere Aaruch, stabilitosi a oma nel secolo 7(, si convertisse e prendesse in sposa una nobilissima 2rangipani. 3uo figlio,eone, ebbe a sua volta un figlio, di nome Pietro. Da questo Pietro, di eone, e perciC P(!!B4(, nacque un altro Pietro, che divenne 1ardinale e, allamorte di Bnorio ((, nel 55G-, riusc% a farsi eleggere Papa, col nome di &nacleto ((. Proprio i suoi congiunti 2rangipani suscitarono uno scisma ed &nacleto(( venne considerato &ntipapa sino alla sua morte, avvenuta nel 55GE. ( P(!!B4( si estinsero in età rinascimentale.

( A&41& si illustrarono nella medicina e, convertitisi, furono ascritti nel LG-- al Patriziato, dando nome alla piazza di oma detta “di Aranca”, poi denominata “della egola”. Patrizi omani furono anche i 2((PP&4(, gli &31&!( "i primi tenuti al fonte dal 1ardinal Pamphili, per cui il lorocognome ne ' l’anagramma, ed i secondi da un membro della omonima nobile casa 3enese# ed i @B41&!(, e due ultime famiglie decaddero dalla

nobiltà, per essere ricaduti nel ?iudaismo.

(l regno di 4apoli vantava tradizionale tolleranza nei confronti degli !brei, specie al tempo di re 2errante d;&ragona, creduto figlio illegittimo di&lfonso il agnanimo e di una !brea. a prima persecuzione aveva segu%to l;editto di 1arlo (( lo Roppo del 59EE, che bandiva gli !brei, al pari degliusurai ombardi e 1aorsini, dalle provincie dell;&ngiC, del aine, della Provenza e del Piemonte. oltissimi !brei, perC, rimasero nel regno citra

 $harum, ove le discriminazioni dettero come risultato una sempre pi/ numerosa classe di ;neofiti;: 8erso il 59H non c;erano meno di 5.G-- famiglie didichiarata fede !braica. a loro pi/ alta concentrazione si aveva in @rani "memorabile il detto attribuito a 2ederico ((: "8ugite 1ranenses qui sunt de

 sanguine +udaico" #, la cui comunità dava tradizionalmente studiosi di livello e leali funzionari. 1on l’editto del 5T maggio 59H, 1arlo (( stabil% che i;neofiti; dovessero assumere i cognomi cristiani dei loro padrini, appartenenti alla pi/ alta nobiltà. e immunità loro concesse erano cospicue. 1iC portC aduna conversione di massa "stimata in circa E.--- battezzati, anche se taluni renitenti al fonte preferirono riparare in antova# ed i neofiti, pur nonformalmente classificati relapsi,.furono sempre considerati con sospetto 3crive &ttilio ilano, con evidente esagerazione: '9on pochi 7brei convertiti,

con il nuovo casato assunto ed i privilegi ad essi connessi , entrarono a %ar parte della più elevata nobiltà del :egno) .

eritano un cenno, perC, alcuni “grandi nomi” del regno di 4apoli d’origine !braica ispano>portoghese: 8&&R, 8&!R, 8&&R de &4D&D&,conti di ola di Aari, duchi di 1asamassima$ 3&41=!R, poi 3&41=!R de 04&, Patrizi 4apolitani al 3eggio di ontagna nel 5<+-, marchesi di?rottola e di ?agliati, duchi di 1asal di Principe e di 3antaprino$ 2!(@&3 P(4@B, poi P(4@B Q !4DBR&, principi d;(schitella$ P&&, duchi di

3ant;!lia$ 8&?&3, duchi di 1agnano "famiglia del tutto diversa dalla limpia 8&?&3 &1=01&#.

a comunità 3iciliana fu in assoluto la pi/ importante dell’(talia meridionale, sia sotto il profili numerico, che culturale e sociale. 3i consideri che,al momento dell’applicazione dell’!ditto dei e 1attolici, vivevano in 3icilia circa G--.--- !brei. 2ederico (( aveva concesso loro il monopolio della seta,li sveva sottratti alla giurisdizione ecclesiastica, assicurando protezione dai soprusi delle autorità locali, ma, singolarmente, aveva anche imposto ilripristino del segno, la stella gialla cucita sugli abiiti. @ra le antiche, nobili famiglie di origine (sraelita, spiccano i 1&3@B40B8B di 1hiaramonte, iD&8(D di 3cicli e, con particolare risalto, i 3&& di @rapani. 4ella prossima isola di alta, la maggior parte della nobiltà locale era !brea di nome esangue.

a cosiddetta 'dominazione 7braica della 5ardegna) sembra risalire alle deportazioni nell’isola, disposte da @ito e di &driano, dopo la caduta di?erusalemme e la distruzione del @empio. 1’' che dice ammontassero a +.--- e chi a 5.--- gli !brei confinati nell’isola,. ove aveva stanza perfaltro, unaegione, composta da soli (sraeliti e destinata a combattere il brigantaggio. Juattro le famiglie d’origine !brea, di antica nobiltà: AB42( di 1agliari ed&lghero, infeudati di 0ssana$ 1&1&33B4& di &lghero, noti dal sec. 78, cavalieri ereditari nel 5<9<$ 1BP&@ di 1agliari, dello “stamento” militaredal 5<+G, cavalieri ereditari e nobili dal 5<EH, conti e poi marchesi di @erralba dal 56G-$ 3&4@& P&0 di &lghero$ 4(4 di 1agliari, cavalieri ereditari enobili dal 5<6$ baroni di enis nel 56HH$ conti di 1astillo nel 56HH$ ?randi di 3pagna.

!manuele 2iliberto di 3avoia emanC nel 5<+9 un generoso editto, volto ad attirare gli !brei nei suoi territori. 0no dei suoi scopi principali era il potenziamento del porto di 4izza, di cui intendeva fare un polo del commercio con l;Briente. ’intervento di 2ilippo (( lo costrinse a ridurre la sua portata , pur garantendo agli !brei immunità dall;(nquisizione e riconoscendo loro diritti e, tra i privilegi, quello di tenere Lcasana’, consentendo in talmodo lo svolgimento di un’attività feneratizia che favor% non poco la rinascita dei suoi stati e, in particolare, del Piemonte, che era stato teatro delle lungheguerre tra gli &sburgo ed i 8alois.

(l ?hetto di @orino: istituito nel 56+H dalla Duchessa eggente aria ?iovanna Aattista di 4emours nella (sola del Aeato &medeo, vicino all;anticoBspedale della 1arità, tra le attuali via Aogino, via 3. 2rancesco da Paola, via aria 8ittoria e via Principe &medeo, nei pressi di Piazza 1arlina, ovequattro famiglie !braiche avevano ottenuto privilegio di prendere abitazione, sfuggendo, cos%, alla degradazione del ?hetto: @BDB3, !8(,?=(D(?(& e &8&4B.

(l ?randuca 2erdinando ((( de’ edici, con la sua costituzione del 5<HG, detta  Livornina, concesse ai marrani, che avessero voluto stabilirsi a Pisaed a ivorno, privilegi, diritti ed immunità. 2u ivorno e non Pisa, che avrebbe dovuto costituire il maggior polo di sviluppo, a saperne profittare,divenendo cos% uno dei maggiori centri strategici del commercio degli !brei 3pagnoli nel bacino del editerraneo. olti 3efarditi di ivorno vantavanonobili origini (beriche. 2onti !braiche riportano che, avendo un colonnello spagnolo, in un pubblico caff', espresso aperto disprezzo per gli !brei, venneaffrontato dal dottor ?iacobbe 2B43!1&, che non solo gli dimostrC di essere un suo parente prossimo, ma anche di poter vantare maggiore e pi/ anficanobiltà. !leonora de 2B43!1& P(!4@! era con ogni probabilità di sangue !braico: il padre, portatosi dal Portogallo a 4apoli con numerosi figli,aveva provato la sua nobiltà generosa nel 5+++, ricevendone riconoscimento con . Dispaccio 55 gennaio 5++E.

a famiglia M&1&, ascritta anche al 4obile 1onsiglio di 1onegliano, originaria di 2irenze, ove ancora oggi fiorisce col nome di M&1& D!?(0A!@(, ' d’origine !braica. 4el ;-- un membro della illustre famiglia omana de 3K4&?B?& prese dimora a Pisa, fondando la famosa stirpe di

 banchieri ed uomini di cultura dei D& P(3&.

& 8enezia i (PPB&4B erano stati ascritti al Patriziato sin dal 5G65, cio' dal tempo della guerra di 1hioggia contro ?enova$ discendevano daun (PP&44 "uomo dalle labbra spesse#, proveniente da 4egroponte.

( 2B43!1&, mercanti 3pagnoli, furono mmessi al Patriziato 8eneto nella “infornata” del aggior 1onsiglio del 566, con “grande scandalo”. 3iestinsero il G febbario 5+G con Ruan &ntonio, cui successero tre cugine, le quali, a detta dei contemporanei, confermavano l’origine !braica. (!1&4&@( R011B4(, originari da Padova, erano approdati anch’essi al Patriziato nella medesima Linfornata’. (l titolo di 1onte di 3anguinetto passC dai(B4 1&8&RR& di Padova, ascritti al Patriziato nel 56<9><<, ai D&& @B!, di origine !braica. ( &A(&, aggregati sempre nel 566, erano

G

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ritenuti, forse per invidia della loro immensa sostanza, !brei.

 4el 5+5H gli &sburgo concessero a @rieste il privilegio di porto franco, per trasformare la città nel carre%our commerciale tra il editerraneo el’!uropa centrale. 4umerosissimi i titoli conferiti dagli &sburgo ad operatori finanziari e commerciali @riestini di sangue !braico.

1ome già accennato, i battesimi, convinti, forzati o di convenienza, moltiplicantisi in termini esponenziali dalla 1ontroriforma al 3ettecento,dettero luogo a pochi casi, talora forieri di perplessità d’ordine genealogico.

’&nconetano osI 2(0(3, battezzato nel 56+5, divenne Paolo 3ebastiano !D(1(, per avere avuto a padrino un membro della storica famiglia2iorentina. ( ?=(3((!( di Aosco arengo si estinsero in 2ederico, conte di iosecco e prefetto della cavalleria di 1arlo !manuele ( nel 565H. (l pi/illustre loro rappresentante, il Papa 3an Pio 8, aveva fatto da padrino all;!breo !lia 1&1B33&, suo amico dal tempo in cui egli era un sempliceDomenicano. o nobilitC, lo creC cavaliere, gli concesse il proprio cognome e l;uso della propria arma. Dal converso discese il 1ardinale ?ian Aattista"raggiunse la porpora nel 5<<+#, i cui nipoti furono compresi nella Aolla ;rbem :omam, in qualità di patrizi omani coscritti e tali rimasero, sino aquando si estinsero nell;ultima metà del 78(((T secolo$ Moseph 3&2&@( fu tenuto al fonte da Papa ?iulio (((, divenendo cos% &ndrea D! B4@!, condiritto all;uso dell’arma del Pontefice. 4on lasciC eredi, in quanto abbracciC la vita eclesiastica. &ltri casi similari, con Papi a padrini, dettero nuoviapparenti germogli ai A0B41BP&?4(, agli &A&4(, senza contare quelli, assai pi/ numerosi, in cui i garanti al fonte furono dei 1ardinali, come nelcaso degli (P!(&( "l’!breo 2errarese ichele, convertitosi, ebbe per padrino il 1ardinale ?iuseppe enato (mperiali, egato di 2errara, che gliconcesse il proprio cognome e l’uso dell;arma$ un ramo godette della nobiltà 8icentina#, o degli ecclesiastici di rango inferiore, come i 3B(&4( di 1arpie tanti altri.

(l capostipite dei BD!4&, BD!4(, BDB4( era l’!breo odenese de’ 8(@&, che al battesimo, avvenuto nei primi anni del 3eicento, feceseguire nozze con la figlia del archese angoni, assumendone l’arma, con la brisura degli smalti. (l figlio prese in moglie una 1ontessa @rotti. 4el 5+9+vennero ascritti al Patriziato di 2errara e godettero di titolo 1omitale. ’!breo 2errarese Daniele A0D(B, tenuto al fonte nel 56<E dal archese !rcole@B@@(, ne assunse l’arma e prese nome di @B@@(4(. 3posC l’ultima dei nobili 1ontri, assumendo quindi arma piena e cognome dei @B@@(. Divenuti

Patrizi di 2errara, s’estinsero nel sec. 7(7 nei 1onti agnoni, che li sostituirono. (n tempi a noi pi/ vicini, numerosi esponenti di famiglie !braiche chiesero ed ottennero titoli nobiliari ai re d’(talia, alla 3anta 3ede ed alla

repubblica di 3an arino.

@ra le famiglie nobilitate dal regno d’(talia, tre di esse U =!@R, !K! e 3&1!DB@(, fatte rispettivamente 1onti di 2rassineto, archesi diontagliari e 1onti di 1arrobio > preferirono abbandonare i loro cognomi originari, optando per la loro sostituzione con i predicati. Divennero, cos%, di2&33(4!@B e di B4@&?(&( e 1&BA(B di 1&BA(B.

& partire dal 5H5+, la “ivista del 1ollegio &raldica”, che prendeva le mosse dalla consulta araldica del 8aticano, scatenC un’offensiva verso lanobiltà semitica d#Italia, pubblicando elenchi e fulminando gli stessi sovrani europei: '(vi possono essere ebrei titolati per abuso di $rincipe, ma in

essi esiste una vera incapacità di ricevere la consacrazione di un carattere nobiliare nostro. 7# presso a poco anche cos< dei Conti e Duchi degli

 =ingari, ma almeno costoro con Conti e Duchi in un senso ben diverso dal nostro e almanco sono di razza ariana () , 'La nobiltà si %orma da s* e non

 per privilegio principesco, che tutto al più serve di pubblico riconoscimento della nobiltà già esistente in se stessa> neghiamo a qualunque diploma

 principesco alcun valore, all#in %uori di quello del con%erimento di un titolo e di uno stemma() . (l tono ed il contenuto degli articoli erano improntatiallo spirito del noto e raro “3emi>?otha”, almanacco stampato negli anni 5H59 e 5H5G a onaco a cura di un gruppo di appartenenti all’alta nobiltàtedesca, che si fregiava di un simbolo raffigurante il dio Bdino, innalzante una significativa svastica, e che elencava la nobiltà europea di sangue !braico,

 per lo pi/ presunto in base ad inattendibili congetture.

2ece di peggio nel 5HGH l’istituto fiorentino del ?uelfi 1amaiani, pubblicando il solito elenco dei cognomi !braici (taliani "quello, per intenderci,fornito dalle stesse 1omunità e già stampato dallo 3amuel nel 5H9<, che il Preziosi riprodusse nella “8ita (taliana” ed in calce ai famigerati “Protocolli dei3avi &nziani di 3ion”#. ?uelfi 1amaVani evidenziC, con un amabile grassetto, i cognomi di molte famiglie della nobiltà italiana.  

Passiamo adesso all’araldica.

!rra chi attribuisca agli !brei, in base alla affermazione del cronista cinquecentesco ?!D&(&= (A4 M&11=(& da (mola "ma di originePortoghese#, il primato nell’uso di armi araldiche. iferimento puntuale viene fatto ai Aiblici F4umeriF. che fanno esplicita menzione degli stendardidelle @rib/ d;(sraele. Juesti vennero, in epoca assai pi/ tarda, descritti e trovarono splendide, quanto fantastiche, illustrazioni in vari codici miniati, tra iquali quello della celebre Aibbia di Aorso d;!ste. 3i trattava, quanto meno, di qualcosa di assai simile ai FtotemF tribali, che nulla hanno a che vedere conle armi gentilizie.

1ecil oth afferma che: '  ... l?ebraismo italiano mostr2 una sua particolare tendenza ad assimilarsi all?ambiente in mezzo al quale viveva o, per

meglio dire, dimostr2 una eccezionale capacità nell?adattare i costumi del paese, combinandoli con il suo antico retaggio spirituale. 9iente, per2, è più

caratteristico dell?uso, invalso presso gli 7brei Italiani dalla %ine del medioevo dello stemma di %amiglia. Il che, peraltro, potè attuarsi in Italia assai più

 %acilmente che non altrove, poich* lo stemma %amiliare non rappresentava in Italia un grado di nobiltà @eccezion %atta per le zone sotto dominio

 spagnoloA e non era, pertanto, appannaggio esclusivo delle %amiglie aristocratiche, ma era in uso presso tutti i settori della popolazione il ?popolo

 grasso? ed il ?popolo minuto?, l?alta e la media borghesia, oltre che, naturalmente, presso l ?antica nobiltà rurale). oth afferma , ancora, che i banchieri(sraeliti erano in tutto e per tutto assimilabili al ;popolo grasso; e, quindi, anch;essi aspiranti all’uso di un;insegna gentilizia

(l diritto a portare un;arma araldica non venne, quindi, negato neppure ai FdeicidiF. Per fare un esempio a noi vicino, nel 5<E-, in pienacontroriforma, alcuni !brei parteciparono al 1onsegnamento d;arme generale, ordinato da !manuele 2iliberto l’anno precedente: 1BB4&, @BDB3 e

 4(RR& di 1hieri.

;uso dell;impronta sigillare alle armi, formidabile mezzo d;identificazione della provenienza di un atto in tempi di preponderante analfabetismo,non solo contribu% all;affermarsi dell;araldica non nobiliare, ma sembra abbia trovato diffusione presso gli imprestatori !brei. !; questa una delle ragioni,forse la principale, dell;iniziale ricorso agli stemmi, cos% come, d;altro canto, ciC avvenne per un gran numero di operatori commerciali e finanziari

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1ristiani.

&ltro campo di applicazione dell;uso araldico, furono gli oggetti di culto, sui quali, accanto a simboli propri del blasone > quali corone, scudi, aquile bicipiti, leoni > sottolineanti la maestà del divino, cominciarono ad apparire le insegne gentilizie dei donatori.

;0niversità di Padova vide convenire da ogni parte d’!uropa studenti !brei.. Di G-- di essi, laureatisi in medicina in epoca barocca, cirimangono le armi gentilizie, affrescate nell’&teneo.

Dei numerosi marrani Portoghesi, stabilitisi in 8enezia, vediamo ancora gli stemmi, scolpiti sulle pietre tombali del cimitero di 3an 4icolC delido, ove l;uso della lingua !braica ' eccezionale.

&ncora, l’arte della stampa, della quale gli !brei s’impadronirono immediatamente dopo il suo nascere, mostra nei marchi tipografici numerosi esempidi armi (sraelitiche.

8i fu un settore specifico, che dette un particolare contributo all;araldica ebraica: il costume di abbellire i contratti matrimoniali, le Betubbot , condecorazioni tradizionali varie, tra le quali divenne ricorrente quello costituito dalle armi degli sposi, delineate a china o miniate.

2aceva parte della tradizione anche lo scambio di doni, costituiti da libri di preghiere, tra fidanzati. a legatura, in argento sbalzato e cesellato,riportava assai spesso sui piatti le armi delle due famiglie.

Per quanto riguarda i contenuti araldici delle armi ebraiche, deve dirsi che in esse sono assai rare pezze e raffigurazioni geometriche "fascia, banda, palo, eccetera#. &ltissima ', invece, l’incidenza di armi agalmoniche, cio' Lparlanti’ o allusive. PuC creare motivo di sensibile difficoltà il fatto che iriferimenti siano al nome in ebraico, in hiddish o nelle lingue dei paesi nei quali il titolare aveva dimora. @ipiche delle armi dei rappresentanti delle caste

ecclesiali sono le due mani, nell’atto della benedizione sacerdotale, per i  ohen, e la mano, reggente una caraffa, o mesciarello, versante acqua sulle mani

del sacerdote, per i Levi. !sse identificano le funzioni rituali loro spettanti per diritto. 3ono presenti, talora, la menorah "candelabro a sette braccia#, la stella di David , il lulav  "mazzo composto da rametti di palma, mirto e salice#, in uso nelle processioni all’interno della sinagoga in occasione dellafestività delle suBBot  "capanne#, per lo pi/ tenuto dalla branca anteriore di un leone#, il citato  Leone di 4iuda, che differisce dal normale leone rampante

 per essere col pelo irto e lo sguardo infocato, cos% da essere definito minaccioso.

!’, ancora, evidente una propensione U nei casi in cui l’interno dello scudo sia colorato, per gli smalti deboli, quali il cielo e variazioni cromaticheche sono prive di diritto di cittadinanza nell’araldica occidentale: verde pallido, grigio, verdino, rosato, giallo tenue.

3ingolare e significativo ' quanto riporta &ntonio anno, nel suo dattiloscritto, ancora per poco inedito, del “Patriziato 3ubalpino”, a proposito dei 8(@@& di 1asale, fatti Aaroni nel 5E6H. ’allora 1ommissario del e presso la 1onsulta &raldica si era rivolto alla famiglia per venire aconoscenza dell’arma eventualmente usata e ricevette in risposta una laconica comunicazione, all’estremo limite dell’urbano, dal figlio del primo Aarone8(@@&, in cui si leggeva che 8ittorio !manuele (( aveva concesso a suo padre un titolo non sollecitato, titolo che 0mberto ( aveva voluto confermare alloscrivente. (n forza di questa recente nobiltà, non riteneva di rispondere alla richiesta.

&l di là del rispetto verso il galateo, lo scontroso rifiuto parrebbe dettato dall’orgoglio del 8(@@&, che, certo, non scordava il rango Cohen  della propria famiglia e, forse, faceva uso antico della insegna tribale con le due mani appalmate, benedicenti.

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