Ebraismo_5A

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L’EBRAISMO

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L’EBRAISMO

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L’ebraismo è la religione degli ebrei, detti anche giudei.

È stata la prima grande religione a sostenere l’esistenza di un solo Dio e rappresenta la base sia della cristianità che dell’Islam.

Dio avrebbe scelto gli ebrei come popolo eletto, dando loro un insieme di comandamenti da seguire.

La storia degli antichi ebrei è narrata nella Bibbia ebraica, corrispondente all’Antico Testamento cristiano.

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La DIFFUSIONE

Gli ebrei nel mondo sono circa 13 milioni e sono distribuiti in più di cento

paesi tra cui l’Israele dove l’ebraismo è la religione più professata.

Le comunità ebraiche sono sparse in tutto il mondo specialmente negli USA, in Russia, in Asia, nell’America Latina, in Australia ed in Europa dove il paese con maggior numero di ebrei è la Francia con 600.000 credenti.

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La Bibbia narra che Abramo, alla testa di tribù di pastori, si stabilì nella terra di Canaan (l’odierna Palestina), nel 2000 a.C. circa ; i figli di Isacco e Ismaele ne continuarono la discendenza. Verso il 1290 a.C. gli Ebrei, schiavi in Egitto, furono diretti alla Terra Promessa, guidati da Mosè. Il viaggio durò oltre 40 anni e venne chiamato esodo, cioè uscita. Giunti finalmente in Palestina, gli Ebrei divennero un popol0 potente, sotto la guida di tre grandi re : Saul, Davide, Salomone. Il popolo ebraico subì nel corso dei millenni terribili persecuzioni. Più volte dovette abbandonare la propria terra, finche nel 1948 nacque Israele, piccolo stato ebraico tra grandi nazioni arabe

ASPETTI STORICI RILEVANTI

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La religione ebraica è stata la prima religione monoteista: credono all’esistenza di un unico

Dio, JHWH, e adorano solo lui.Gli ebrei in segno di rispetto non pronunciano mai

il nome di Dio e nello scritto usano, per indicarlo, le lettere JHWH che, secondo gli studiosi dei testi sacri, dovrebbero leggersi “ Iahve”.

DIVINITÀ o REALTÀ VENERATE

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Il principio che fonda la religione ebraica è la credenza in un solo Dio che - dopo avere creato il mondo - si è manifestato agli uomini attraverso una Rivelazione, tramandata per mezzo dei Libri Sacri. Un altro principio fondamentale, strettamente collegato al primo, è quello dell'Alleanza tra Dio e il popolo ebraico. Attraverso l'Alleanza, che in origine Dio strinse con Abramo, il popolo ebraico si impegnò a riconoscere Dio, a sostenere il suo progetto e a rispettare le sue Leggi. È tramite l'accettazione di questo patto che gli ebrei si riconobbero come il "popolo eletto": ciò non significa che gli ebrei si aspettino di ricevere particolari privilegi da Dio, o che si sentano migliori degli altri popoli, bensì che ritengono di essere stati designati da Dio per testimoniare agli altri - attraverso l'esempio delle loro azioni - la presenza di Dio sulla terra. L'Alleanza di Dio e con il popolo ebraico viene rinnovata quando gli ebrei osservano nella vita pratica le leggi di Dio: alla base del sistema etico ebraico ci sono i Dieci Comandamenti che Dio consegnò a Mosé sul Monte Sinai. Vi sono poi 613 precetti, o mitzvot (di cui 365 divieti e 248 obblighi), che regolano la vita quotidiana di ogni ebreo praticante, e che comprendono leggi relative a tutti gli aspetti della vita sociale, dal matrimonio alle procedure cerimoniali, nonché diverse regole e divieti alimentari. Nel patto tra Dio e il suo popolo, il premio per la buona condotta è dato dal possesso della terra, che innanzitutto appartiene a Dio.

PRINDIPI FONDAMENTALI

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Ogni lettera ebraica è un canale tramite il quale vengono riversati nel mondo correnti di purissima energia, che si differenziano a seconda dell’aspetto grafico, del suono, del significato del nome, e del valore numerico della lettera in questione. Unico tra tutti gli alfabeti del mondo, quello ebraico riunisce in sé una serie di insegnamenti profondi e ineguagliabili, racchiusi nella triade: suono, forma e numero. L’ ebraico ( Ivrìt ) è la lingua del popolo d’Israele, caduta in disuso più di 2000 anni fa e adoperata per molti secoli quasi esclusivamente nella Liturgia, per poi essere sorprendentemente riportata in vita in tempi piuttosto recenti.

Oggi sono più di settemilioni di persone a parlare l’ebraico, che è la lingua ufficiale dello Stato di Israele, studiata anche all’estero sempre con maggiore richiesta. L’ebraico moderno possiede molti termini in più rispetto a quello biblico, ma si stratta della stessa lingua; l’ebraico è sempre stato considerato la lingua sacra.

LINGUA SACRA

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I testi sacri della religione ebraica fanno parte dell’Antico testamento, e sono

scritti composti in ebraico e aramaico precedenti la nascita di Gesù. Gli ebrei designano tali scritti come TANÀCH, o Bibbia ebraica. Le consonanti dell’ acronimo Tanàch indicano i testi torah, neviim e ketuvim.

Con Torah o Pentateuco si indicano i primi cinque libri della Bibbia ebraica corrispondenti ai cinque libri di Mosè ( Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio).

Con Neviim vengono indicati i Profeti articolati in Libri storici e Libri profetici.

Con Ketuvim vengono indicati i Libri sapienziali ( agiografi o scritti).

LIBRO SACRO

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E’ di notevole importanza il ruolo che viene attribuito a Mosè, secondo la tradizione rabbinica, lui è stato l’unico uomo a raggiungere il massimo grado dello spirito profetico, ed è in ciò che sta la sua grandezza.

A Mosè è stata consegnata la Torah e ad Abramo è stato affidato il compito di condurre il popolo ebraico attraverso il deserto, fino al Eretz Israel: la terra promessa.

Naturalmente una funzione importantissima svolgono anche gli altri profeti, così come i rabbini ed i maestri ebrei che con i commenti canonici ebraici approfondiscono il significato dei precetti morali contenuti nella Torah.

 

FONDATORE e ISPIRATORE

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Prima di Salomone, il luogo della presenza di Dio era la TENDA DEL CONVEGNO, che custodiva l’ Arca dell’Alleanza, una cassa in legno rivestita d’oro che conteneva le Tavole della Legge e la manna.. Quando Salomone costruì il TEMPIO di GERUSALEMME ( 936 A.C.), il Tempio divenne il centro del culto ebraico. Dopo la sua distruzione, durante l’esilio, il luogo per la preghiera degli Israeliti divenne la SINAGOGA, che ancora oggi è il luogo del culto comunitario ebraico.

Oggi, a Gerusalemme, è ritenuto un luogo di particolare santità il MURO del PIANTO: è il muro di contenimento della spianata sulla quale si ergeva il Tempio.

La SINAGOGA è l’istituzione più importante della vita religiosa e civile degli ebrei. In ebraico si chiama BETH HAKENESSET, casa di riunione. è il luogo in cui gli ebrei si riuniscono per studiare, pregare e stare insieme.

LUOGHI di PREGHIERA

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Per l’ ebraismo è il sabato, lo SHABBATH, il giorno dedicato al Signore: ogni lavoro deve essere sospeso per dedicarsi al riposo, allo studio della Torah o alle relazioni con gli altri.

Commemora il riposo di Dio dopo i sei giorni della creazione.Lo Shabbàth inizia il venerdì precedente, un’ora prima del tramonto del sole. Nelle case le donne accendono due candele la cena viene consumata in un clima di festa, dividendosi due challòt, i pani intrecciati che ricordano la manna scesa dal cielo durante la traversata del deserto sotto la guida di Mosè.

Così come, ogni sette giorni, uno deve essere consacrato al Signore, ogni sette anni uno, detto shenàt hashemità ( anno sabbatico), deve essere dedicato a Dio.

Durante l’anno sabbatico la terra di Israele, che appartiene al Signore, non può essere lavorata.

GIORNO SACRO

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Fra gli obblighi che competono a ciascun ebreo: lo studio, l’istruzione religiosa dei figli, la purità familiare, le regole alimentari ( Kascherut), la zedakà ( beneficenza), l’onestà e la giustizia, l’aiuto alla vedova e all’orfano, il rispetto dei genitori e l’onore degli anziani, l’ospitalità, la visita ai malati e alle persone in lutto, il rispetto del sabato e delle feste.

La religiosità privata è costituita dalla preghiera tre volte al giorno: al mattino, a mezzogiorno e alla sera.

Per gli ebrei, fondamentali sono le celebrazioni dei tempi della vita. I figli maschi vengono circoncisi l’ottavo giorno dalla nascita, segno dell’alleanza con Dio stipulata ad Abramo. A 13 anni per i maschi e a 12 anni per le ragazze, la cerimonia del bar mitzah segna l’ingresso nella maggiore età religiosa: i ragazzi devono adempiere a tutti gli obblighi religiosi e studiare la Torah.

Il matrimonio: è celebrato sotto un baldacchino, simbolo della casa; il rabbino legge davanti agli sposi l’atto di matrimonio e pronuncia le sette benedizioni nuziali; infine i due sposi rompono un bicchiere nel quale hanno bevuto, in ricordo della distruzione del Tempio.

In punto di morte l’ebreo recita lo Shemà Israel con i famigliari e la sua morte viene annunciata con una breve benedizione: -“Benedetto sia il Giudice di Verità”-. Durante il corteo funebre si fanno sette brevi soste e infine il corpo viene sepolto nella nuda terra.

Prima della distruzione del Tempio i riti sacri erano presieduti dai sacerdoti. Dopo la distruzione del Tempio sono presieduti dai rabbini: maestri della legge e responsabili della comunità ebraica.

  

ABITUDINI RELIGIOSE

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Classico matrimonio ebraico, questa foto è stata scattata nel momento in cui lo sposo rompe il calice in cui lui e sua moglie hanno bevuto in ricordo della distruzione del tempio.

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L’ ebraismo suddivide i cibi in Kosher e non Kosher. I cibi Kosher possono essere mangiati. La preparazione dei cibi infatti deve rispondere ad alcune regole molto ferree perché essi siano “ Kosher”, cioè idonei, adatti. Si tratta spesso di ricette che utilizzano ingredienti poveri e di stagione. Vige il divieto di mangiare la carne di particolari animali, la macellazione deve essere effettuata in modo che venga eliminato tutto il sangue e che non venga impiegato come alimento. Sono assolutamente vietati i non ruminanti, come i maiali e i cinghiali, ed inoltre gli equini, i conigli e le lepri. Nella lista dei volatili sono riportati solo quelli proibiti: in special modo tutti i rapaci. Tra i pesci sono permessi solo quelli che hanno pinne o squame, mentre sono proibiti molluschi e crostacei, sono vietati anche i mammiferi marini. Non possono essere mangiati infine i rettili, insieme a tutti gli animali che strisciano e brulicano. è vietato mischiare il latte con la carne, o anche solo tenerli nello stesso frigorifero, o usare posate che li hanno toccati entrambi. Anche le pentole e le stoviglie usate per gli alimenti dell’ uno o dell’ altro genere debbono essere tenute separate. La netta divisione tra i cibi a base di carne e latte è alla base della cucina ebraica. Le limitazioni sugli alimenti sono interpretabili in vario modo, secondo la tradizione, infatti, il motivo per cui il latte non va mescolato alla carne è che il primo è un alimento creato per dare la vita, mentre la seconda proviene da un animale morto.

ABITUDINI ALIMENTARI

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I SIMBOLI• Stella di David: cosi chiamata in onore

di re David, sin dal Medioevo questa stella a sei punte è simbolo della fede ebraica.

• Mezzuzzah : piccolo contenitore, affisso agli stipiti delle porte, che contiene la pergamena con due brani dello Shema, la preghiera fondamentale dell’ebraismo che deve essere recitata ogni giorno, al mattino e alla sera.

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La parola menoràh si trova nella Bibbia: “ farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello; il suo fusto e i suoi bracci, i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutte di un pezzo… e ancora farai le sette lampade del candelabro e le collocherai sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso”. Il candelabro ha un significato simbolico collegato al numero 7 che si interpreta come metafora del cielo e dei 7 pianeti ma anche come idea della ciclicità della natura.

 

Menoràh: candeliere a sette bracci, è uno dei simboli più importanti dell’ebraismo. Anticamente ardeva nel Santuario di Gerusalemme alimentato di olio sacro. La Torah riporta il progetto originale, i materiali e le tecniche per costruirlo e alimentarlo. La sua immagine, insieme a quella di due rametti di olivo, oggi campeggia sulla bandiera dello stato d’Israele. Candelabro a sette braccia, simbolo ebraico, presente in tutte le residenze degli Ebrei e in tutte le sinagoghe.

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Gli indumenti sacri tipici ebraici sono considerati dei veri e propri simboli di questa religione.

I più importanti sono:

• Tefillin: conosciuti come filattèri, sono astucci di cuoio nero fissati al braccio o alla fronte per mezzo di cinghie. Contengono le pergamene con quattro brani della Torah.

 

INDUMENTI SACRI TIPICI

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• Kippah: è il copricapo che indossano gli ebrei maschi quando pregano, all’interno dei luoghi di culto, e indica che Dio è sopra di loro.

• Talled: anche definito scialle di preghiera, è un indumento rituale ebraico la cui storia risale ai tempi della compilazione della Torah. Consiste in un telo rettangolare, solitamente di lana, seta, lino o cotone ma anche in fibra sintetica, di varie grandezze, più o meno decorato, e dotato obbligatoriamente di frange (Tzitzit) agli angoli, e solitamente su due lati.

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I rabbini sono dei maestri incaricati dell’ insegnamento e della predicazione, possono anche spiegare, interpretare e reintegrare la legge, ma non hanno carattere sacerdotale. Da quasi duemila anni gli ebrei non hanno intermediari fra loro e Dio: la confessione dei peccati, in questo senso, è simile a quella del mondo protestante.

D’altra parte prima della diaspora avevano sacerdoti solo al tempio, con funzioni relative ai riti, alla cura dell’edificio, riscossione delle tasse e benedizione dei fedele.

MINISTRI di CULTO

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PREGHIERA PRIVATA Quando l’ebreo prega ha la testa coperta ed è rivestito dello scialle

di preghiera (tallith) che ha numerose frange ai quattro angoli. L’ebreo devoto prega tre volte al giorno: mattino, pomeriggio e

sera, a casa o in sinagoga, in piedi o in ginocchio o prostrato col viso a terra, rivolto verso est ( e se è uomo col capo coperto). L’ Atto di fede, ovvero il primo e unico articolo della fede ebrea è lo SHEMÀ.

Questa è la preghiera principale ed è recitata ogni giorno dagli ebrei praticanti.

PREGHIERA PUBBLICA La preghiera pubblica, nella sinagoga, è presieduta dal rabbino,

che ha un’autorità magistrale e giuridica, ma può essere diretta da un ministro officiante che abbia superato i 13 anni, che sappia leggere l’ebraico e che sia possibilmente intonato. La lettura della Torah, divisa in sezioni settimanali, viene fatta di lunedì, giovedì e sabato.

PREGHIERE più IMPORTANTI

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SHEMA ISRAEL Ascolta Israele. Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il

Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’ anima e con tutte le tue forze. Questi precetti che oggi ti do, ti siano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte ( Deuteronomio 6,4-9 ).

LA PREGHIERA DEL KIDDUSH Magnificato e santificato sia il Suo grande nome nel mondo che Egli ha

creato secondo la Sua volontà. Venga il Suo regno durante la nostra vita, la nostra esistenza e quella di tutto il popolo di Israele… per questo preghiamo: Amen.

Il Suo grande nome sia lodato per tutta l’eternità. Benedetto, lodato, glorificato, innalzato, magnificato, celebrato, encomiato sia il nome del Santo Benedetto. Egli sia al di sopra di ogni benedizione…. che noi pronunciamo in questo mondo. Per questo preghiamo: Amen.

Venga la pienezza della pace dal cielo e una vita felice su di noi e su tutto il popolo di Israele. Per questo preghiamo: Amen.

Colui che fa regnare la pace nell’alto dei cieli, nella Sua infinita misericordia, lo accordi anche a noi e a tutto il popolo di Israele. Per questo preghiamo: Amen

Questa è la preghiera di santificazione della giornata che s recita a casa intorno alla tavola quando la famiglia si raduna per i riti del sabato.

 

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La religione ebraica ha numerose feste, della quali le principali sono:

La Pasqua (pesach): è la festa più importante; ricorda e fa rivivere la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto a opera di Mosè (Levitico 23,5-8).

La festa si celebra in aprile e dura sette giorni, il più importante dei quali è il primo dove si compie la cena pasquale (Sèder). Prima della cena, il più giovane della famiglia chiede al più anziano che cosa si ricorda e questi narra l’antico racconto della liberazione dall’Egitto compiuta da Mosè. Terminato il racconto, i commensali mangiano: l’uovo sodo, simbolo della vita; l’agnello, in ricordo del sacrificio pasquale degli Israeliti che avevano asperso con il sangue dell’agnello gli stipiti delle porte, per sfuggire all’ultima piaga: la morte dei primogeniti. Durante la cena pasquale si mangiano anche la salsa rosa per ricordare il colore rossastro dei mattoni fabbricati dagli ebrei durante la schiavitù; il pane azzimo per rammentare il pane non lievitato mangiato dai padri prima di fuggire dall’Egitto; le erbe amare per ricordare l’amarezza della schiavitù. In fine i commensali bevono vino dolce per rivivere la gioia della liberazione. Dalla cena pasquale emerge una riflessione sul valore della libertà e sulla provvidenza di Dio: Dio ha liberato il suo popolo dal male in passato e ancora lo libererà.

Le FESTIVITÀ

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Pasqua ebraica (Pesach)

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La Pentecoste (Shavuot): celebrata sette settimane dopo la Pasqua, ricorda l’Alleanza stretta fra Dio e Israele sul Monte Sinai e il dono Decalogo, ricevuto da Mosè. Un’antica tradizione narra che, durante la celebrazione dell’alleanza, un intenso profumo avvolse il mondo intero. Per questo i fiori profumati sono il segno della festa della Pentecoste: le case e le sinagoghe ne vengono adornate.

La Festa delle Capanne (sukkot): si celebra a settembre e dura sette giorni. La festa ricorda la permanenza degli Ebrei nel deserto, dopo l’uscita dall’Egitto, dove vissero per anni nelle tende. Il segno che caratterizza la festa è la costruzione di una sukkà(= capanna, tenda) sui terrazzi o nei giardini. Ogni mattina, per sette giorni, la famiglia ebrea si riunisce nella sukkà per pregare e le famiglie più osservanti vi consumano anche i pasti. La festa sottolinea la provvidenza di Dio che, durante il peregrinare nel deserto, non fece mancare nulla agli Israeliti.

 

 

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