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I benefici I benefici dell dell Aloe Aloe Mariolina De Angelis* L ’aloe è una pian- ta originaria delle indie occidentali il cui prodotto è noto come “aloe delle Barbados”. E’ una pianta succulenta con foglie carnose da cui so- no stati estrapolati il succo e il gel, entrambi molto utiliz- zati nell’ambito fitoterapi- co. Le foglie sono ricche di aloina un glucoside antra- chinonico che ha proprietà lassative. Per questo motivo è importante estrapolare chimicamente il prodotto al fine di ridurre la concentra- zione di questo componente prima dell’immissione in commercio. Infatti, la qualità del pro- dotto è strettamente corre- lata al contenuto di aloina. Inoltre, affinchè il gel o il succo di aloe possa essere considerato di buona quali- tà è necessario che venga ti- tolato anche in acemanna- no, un polisaccaride estrat- to dalle foglie con spiccate proprietà curative sulla mucosa gastrica. Inoltre, l’acemannano è un componente prezioso anche per la sua capacita’ di regolare la risposta immu- nitaria da parte dell’organi - smo ottenuta attraverso la stimolazione dei macrofagi a produrre interleuchina e interferone. Il succo dell’aloe, denso e appiccicoso, ottenuto dalla polpa delle foglie della pian- ta, è comunemente noto e utilizzato per il trattamento di scottature solari e non so- lo. Infatti, bevendo questo succo si possono sfruttare al meglio le sue proprietabenefiche. L’aloe vera, infatti, è un eccellente depurativo epati- co e nel contempo un ottimo drenante capace di favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso presenti sia negli spazi interstiziali che pa- renchimali. Inoltre, il succo di aloe è ricco di amminoacidi, mine- rali e vitamine che svolgono un’attivita’ antiossidante e antiaging. Il manganese e il selenio, elementi presenti in elevata quantità, sono fondamen- tali per il funzionamento di enzimi quali il glutatione perossidasi e il superossido dismutasi coinvolti nei pro- cessi di invecchiamento cel- lulare. Inoltre, il succo di aloe, contribuisce a preservare la flora batterica intestinale proteggendo i “batteri buo- ni”. L’aumento della quan- tità di acqua nel lume inte- stinale favorirà la peristal- si: per questo motivo il suc- co di aloe è un ottimo rime- dio per chi soffre di stiti- chezza. Le proprietà antinfiam- matorie intrinseche vedono l’aloe protagonista nella cu- ra della gastrite. I suoi com- ponenti favoriscono il pro- cesso digestivo e contribui- scono quindi all’assorbi - mento dei micro nutrienti. L’aloe vera quindi è una pianta che possiede innu- merevoli proprietà. Ma come assumere que- sto succo cosi’ prezioso e ric- co? Beviamolo al mattino, a digiuno puro o diluito in ac- qua. Stiamo attenti a non assumerlo contemporanea- mente a farmaci diuretici, glucosidi cardioattivi e cor- tisonici, in quanto l’aloe ne modificherebbe l’assorbi - mento. Inoltre leggiamo be- ne l’etichetta. E’ importante acquistare un prodotto con un titolo polisaccaridico elevato, quindi puro, per be- neficiare delle sue proprietà ed evitare effetti collaterali. *Farmacista INSERTO A CURA DI MARIOLINA DE ANGELIS Mariolina D aloe delle E una p con foglie c no stati est il gel, entra zati nell a co. Le fogl aloina un chinonico lassative. P è importa chimicame fine di ridu zione di qu INSERTO A CURA DI MARIOLINA DE ANGELIS INSERTO A CURA DI MARIOLINA DE ANGELIS E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.

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I beneficiI beneficidelldell ’’AloeAloe

Mariolina De Angelis*

L’aloe èunapian -

ta originariadelle indieoccidentali ilcui prodottoè noto come

“aloe delle Barbados”.E’ una pianta succulenta

con foglie carnose da cui so-no stati estrapolati il succo eil gel, entrambi molto utiliz-zati nell’ambito fitoterapi-co. Le foglie sono ricche dialoina un glucoside antra-chinonico che ha proprietàlassative. Per questo motivoè importante estrapolarechimicamente il prodotto alfine di ridurre la concentra-zione di questo componente

prima dell’immissione incommercio.

Infatti, la qualità del pro-dotto è strettamente corre-lata al contenuto di aloina.Inoltre, affinchè il gel o ilsucco di aloe possa essereconsiderato di buona quali-tà è necessario che venga ti-tolato anche in acemanna-no, un polisaccaride estrat-to dalle foglie con spiccateproprietà curative sullamucosa gastrica.

Inoltre, l’acemannano èun componente preziosoanche per la sua capacita’ diregolare la risposta immu-nitaria da parte dell’organi -smo ottenuta attraverso lastimolazione dei macrofagia produrre interleuchina einterferone.

Il succo dell’aloe, denso e

appiccicoso, ottenuto dallapolpa delle foglie della pian-ta, è comunemente noto eutilizzato per il trattamentodi scottature solari e non so-lo. Infatti, bevendo questosucco si possono sfruttareal meglio le sue proprieta’benefiche.

L’aloe vera, infatti, è uneccellente depurativo epati-co e nel contempo un ottimodrenante capace di favorirel’eliminazione dei liquidi ineccesso presenti sia neglispazi interstiziali che pa-renchimali.

Inoltre, il succo di aloe èricco di amminoacidi, mine-rali e vitamine che svolgonoun’attivita’ antiossidante eantiaging.

Il manganese e il selenio,elementi presenti in elevata

quantità, sono fondamen-tali per il funzionamento dienzimi quali il glutationeperossidasi e il superossidodismutasi coinvolti nei pro-cessi di invecchiamento cel-lulare.

Inoltre, il succo di aloe,contribuisce a preservare laflora batterica intestinaleproteggendo i “batteri buo-ni”. L’aumento della quan-tità di acqua nel lume inte-stinale favorirà la peristal-si: per questo motivo il suc-co di aloe è un ottimo rime-dio per chi soffre di stiti-chezza.

Le proprietà antinfiam-matorie intrinseche vedonol’aloe protagonista nella cu-ra della gastrite. I suoi com-ponenti favoriscono il pro-cesso digestivo e contribui-

scono quindi all’assorbi -mento dei micro nutrienti.L’aloe vera quindi è unapianta che possiede innu-merevoli proprietà.

Ma come assumere que-sto succo cosi’prezioso e ric-co?

Beviamolo al mattino, adigiuno puro o diluito in ac-qua. Stiamo attenti a nonassumerlo contemporanea-mente a farmaci diuretici,glucosidi cardioattivi e cor-tisonici, in quanto l’aloe nemodificherebbe l’assorbi -mento. Inoltre leggiamo be-ne l’etichetta. E’ importanteacquistare un prodotto conun titolo polisaccaridicoelevato, quindi puro, per be-neficiare delle sue proprietàed evitare effetti collaterali.

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Soffrire d’asmain gravidanza

Il rischio che insorgano complicanze nella madre enel bambino è limitato se la malattia è controllata

u LA PATOLOGIA. E’ essenziale continuare ad assumere i farmaci

Biagio Campana*

L’asma è unproblemamondiale e

un consistente im-pegno sociale edeconomico per tuttii sistemi sanitari.Secondo l’Organiz -

zazione mondiale della sanità(Oms), ci sarebbero tra i 100 e i 150milioni di persone che soffrono diquesta condizione in tutto il mon-do. Le morti associate alla malat-tia, sempre secondo i datidell’Oms, sarebbero circa 200 mi-la ogni anno. In Italia, si stima cheogni anno circa nove milioni dipersone si ammalano di allergierespiratorie derivanti dalla pre-senza di pollini nell’aria (aero al-lergeni) e quattro milioni di essiricorrono a cure mediche speciali-stiche e non. Si calcola che circa il15-20 per cento della popolazioneitaliana soffre di allergie, fenome-no in crescita, soprattutto tra i piùgiovani e le donne. E proprio ledonne, soprattutto se giovani edin età fertile, meritano un’atten -zione particolare rappresentandol’asma una delle condizioni mor-bose più comuni che possono asso-ciarsi alla gravidanza. Così comel’asma influisce sulla gravidanza,anche la gravidanza può influiresui sintomi dell’asma. Se si è affet-ti da asma, il rischio che insorga-no complicanze nella madre e nelbambino durante la gravidanza èlimitato, se l’asma è ben controlla-to. Benché si possa essere tentatedi interrompere l’assunzione difarmaci in gravidanza, è essenzia-le invece continuare ad assumerliper controllare l’asma. È stato di-mostrato che è più pericoloso pri-varsi del farmaco. Per far sì che ipolmoni continuino a funzionarecorrettamente è importante assu-mere il farmaco regolarmente. Siprevengono così attacchi o peg-gioramenti dell’asma, che potreb-bero ostacolare un sufficiente ap-porto di ossigeno al bambino. D’al -tra parte poiché in gravidanzal’organismo produce una maggio-re quantità di ormoni, sul corpo siosserveranno numerose modifi-che, che riguarderanno anchel’apparato respiratorio. È norma-le in tutte le donne avvertire unamaggiore dispnea o il naso chiu-so, specie nell’ultimo trimestredella gravidanza. La gravidanzainfluisce sulle donne asmatiche invari modi. I dati attuali indicanoche un terzo delle pazienti asmati-che in tale periodo mostra un mi-glioramento dei sintomi, un terzonon mostra variazioni e un terzomostra un peggioramento. È raroche l’asma peggiori durante il tra-vaglio, poiché l’organismo produ-ce ormoni steroidi naturali cheaiutano a prevenire un attacco.Portare comunque con sé l’inala -tore in sala travaglio, in caso di ne-cessità. L’idea del parto può infon-dere ansia e ci sono molti modi perprepararsi mentalmente e fisica-mente. Tra questi citiamo lo yoga,esercizi di respirazione e medita-

zione. Consultare l’ostetrica perconoscere le opzioni disponibili lo-calmente. Per quanto riguarda ifarmaci, ribadito che vanno sicu-ramente usati e non interrotti, ov-viamente sotto controllo di unospecialista, vanno fatte delle pre-cisazioni. Per il comune Ventolin(salbutamolo), ci sono segnalazio-ni (malformazioni cardiache e del-lo stomaco) che rendono preferibi-le l’impiego di questo farmaco sen-za abusarne e solo se strettamentenecessario a trattare un’impor -tante crisi d’asma e quindi da limi-tarne l’uso all’acuto. I broncodila-tatori a lunga durata d’azione (LA-

BA), che vengono somministratiogni 12 o 24 ore ore per inalazionecome il salmeterolo, sono conside-rati relativamente sicuri, a pattoche li usi in associazione ai corti-sonici inalatori a lunga duratad’azione quali il fluticasone o ana-loghi. I cromoni (disodiocromo-glicato e nedocromil sodico), far-maci che riducono la liberazionedei prodotti cellulari che sosten-gono l’infiammazione allergicanei pazienti con asma allergico econ asma da sforzo, non presenta-no problemi se usati nel corso del-la gravidanza. L’omalizumab, unanticorpo monoclonale anti IgE, è

presente da troppo poco tempo epertanto non sono ancora disponi-bili dati in grado di escludere concertezza problemi sul feto. La suaindicazione, pertanto, rimane as-solutamente limitata ai soli casi diasma gravissima che non rispon-da al trattamento con alte dosi dicortisonici, situazione questa ingrado di rappresentare un rischioclinico per la gravida, e conse-guentemente per il feto, verosi-milmente superiore ai potenziali enon escludibili danni sul nascitu-ro provocati dal farmaco. Perquanto riguarda l’uso degli anti-staminici in gravidanza, sarebbe

meglio astenersi dal loro impiegodurante il primo trimestre. Oltread assumere i farmaci, si possonomangiare alimenti indicati comebenefici per le madri asmatiche.Potrebbe esistere un’associazionetra una dieta povera di sale con ab-bondante assunzione di antiossi-danti e il controllo dell’asma. Èstato evidenziato, inoltre, cheun’elevata assunzione di vitaminaE ed olio d’oliva durante la gravi-danza è in grado di ridurre il ri-schio che il bambino sviluppi sin-tomi di asma.

*Specialista in Malattie dell’A p p a-rato Respiratorio

NEOPLASIE MAMMARIE

Imaging: non solo diagnosiGraziella Di Grezia*

Le neoplasie mamma-rie non sono tutteuguali, sia per di-

mensioni, ma soprattuttoper le caratteristiche isto-logiche che le rappresenta-no. Lo studio anatomopa-tologico fino ad ora ha con-

sentito di distinguere i diversi tipi di le-sioni e, in relazione alle classificazioni ead una valutazione globale della pazien-te e della diffusione della malattia, sonostati programmati percorsi terapeuticipiuttosto standardizzati.

Negli ultimi decenni, sono state riscon-trate caratteristiche peculiari delle lesio-ni, tra le quali citiamo l’ipossia, ovvero loscarso apporto di ossigeno ad un tumoremammario. Questa condizione si correlacon istotipi poco differenziati, una minorerisposta alle terapie e una prognosi peg-giore. Per questo, una precoce identifica-zione di queste caratteristiche attraversol’imaging consentono di programmarepercorsi mirati e testare terapie per predi-re la risposta, prima ancora di iniziare untrattamento.

Una delle modalità al momento disponi-bili è quello di sottoporre le pazienti aduna valutazione combinata di un esamefunzionale, ossia una PET, con un esamemorfologico, la risonanza magnetica, checompongono un esame ibrido detto PET-

RM.La possibilità di ottenere queste infor-

mazioni da un esame combinato consentein primo luogo di identificare precoce-mente neoplasie mammarie più aggressi-ve e di programmare sedute di radiotera-pia e-o trattamenti chemioterapici dedica-ti prima dell’ intervento chirurgico, conuna migliore risposta clinica.

Questi risultati [Eur Rad, Jul 2020] cifanno comprendere che la possibilità of-

ferta dagli esami di diagnostica per im-magini, eventualmente combinata conesami funzionali di medicina nucleare, al-lo stato non rappresenta più soltanto unapossibilità diagnostica o di follow-up. Lacapacità di prevedere la responsività diuna neoplasia ad un trattamento terapeu-tico ci induce sempre di più a percorsi per-sonalizzati con successo delle terapie an-che nei casi di patologie più aggressive.

* Radiologo PhD

SALUTE & BENESSERE

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u STARE BENE. Fondamentale mantenere un adeguato livello di idratazione

Quando il deficit raggiunge livellimaggiori compare l’ipotensioneAnna Rita Cicalese*

L’acqua co-stituisce idue terzi

della superficiedel nostro Piane-ta. Si tratta diuna risorsa limi-tata, per cui dob-

biamo fare attenzione al suoconsumo e soprattutto ai peri-coli che ne minacciano la quali-tà. Al giorno d’oggi il “progres -so industriale” determina unacostante minaccia per l’am -biente e l’inquinamento rendesempre meno accessibili le ri-sorse idriche.

Infatti non tutte le acque sonoidonee al consumo umano.

Tra queste le acque trattate so-no quelle che subiscono dei trat-tamenti per migliorare le lorocaratteristiche chimiche, fisichee batteriologiche al fine di poteressere distribuite attraverso gliacquedotti.

Le acque non trattate sonoquelle che vengono imbottiglia-te così come sgorgano dalla sor-gente, senza subire alcun tratta-mento. Queste, comunementedefinite “minerali”, si distin-guono dalle acque potabili per la

loro origine profonda, per la lo-ro purezza, per il tenore di mine-rali e di oligoelementi in essecontenuti e per i loro effetti be-nefici sulla salute. Le acque mi-nerali vengono solitamenteclassificate in base al residuo fis-so , cioè la quantità di sali in es-se disciolti.

Il nostro organismo ècostituito da grossequantità di acqua,variabili per fasced’età: basti pensareche nel neonatorappresenta circal’80% del peso cor-poreo. Nell’adultol’acqua ne rappre-senta circa il 60-70% e nell’anziano il45-50%.

Tutti i giorni il no-stro organismo ha biso-gno di introdurre un suffi-ciente quantitativo di acqua permantenere il suo stato di idrata-zione.

Il quantitativo giusto di acquada introdurre dipende non solodalla temperatura esterna, maanche dalle attività svolte (lavo-ro fisico e attività sportiva) e dalpeso corporeo. L’essenziale èmantenere il bilancio idrico

sempre in equilibrio reintegran-do i liquidi pesi durante la gior-nata.

Infatti l’acqua interviene intutti i processi metabolici del no-stro organismo.

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trea trasportare i nutrienti con ilsangue alle cellule ad aiutare ladigestione e, come abbiamo det-to, a favorire l’eliminazione dellescorie, l’acqua è coinvolta nel si-stema di regolazione della tem-peratura corporea.

Quando l’introduzione di ac-

qua nel nostro organismo non èadeguata in rapporto alle perdi-te giornaliere subentra la disi-dratazione che, in forma lieve, ècaratterizzata da sete, bocca sec-ca ed urine concentrate. Infattile urine normalmente si presen-

tano di colore giallo paglieri-no, mentre in caso di disi-

dratazione, essendopiù concentrate, as-

sumono un coloregiallo scuro.Quando la disi-dratazione di-venta più im-portante e il de-ficit di acquaraggiunge livel-li maggiori com-

pare ipotensione,mal di testa e cram-

pi muscolari.Ovviamente la disi-

dratazione interessamaggiormente le categorie

più deboli: bambini, anziani emalati cronici. I bambini in par-ticolare possono disidratarsi intempi brevissimi e la diarrea e lafebbre ne sono le cause principa-li.

Inoltre, lo scarso introito di ac-qua può predisporre a patologieurologiche quali la calcolosi uri-

naria e le infezioni del bassotratto urinario (cistiti).

La sete rappresenta un segna-le che ci avvisa quando il nostroorganismo ha bisogno di acqua.Questa insorge quando si verifi-ca un aumento di sali nel plasmatale da stimolare dei particolari“sensori” presenti nell’ipotala -mo, il quale invia all’encefalo ilmessaggio di procurarsi dell’ac -qua (interpretato come sensa-zione di sete) e al rene il messag-gio di mettere in atto tutti i mec-canismi per concentrare le uri-ne ed effettuare un risparmioidrico. Tuttavia la sete non deveessere l’unico segnale per indur-ci ad introdurre acqua poichéquesta compare tardivamente,quando già siamo in uno stato didisidratazione, seppur minima.

Per questo motivo è importan-te mantenere un adeguato stra-to di idratazione ed a tal fine èopportuno bere acqua a tempe-ratura ambiente, ad intervalliregolari e a piccoli sorsi durantetutta la giornata. Questo evitaall’intestino di estrarre tuttal’acqua contenuta al suo internoderivante dal cibo ingerito edevita ai reni la fatica di super-concentrare le urine.

*Urologa

*Mario e Alessandro Ciarimboli

Molto conosciuta e benstudiata è la ghiandolatiroide, frequentemente

chiamata in causa per le sue pato-logie da eccesso (ipertiroidismo)o difetto (ipotiroidismo) di funzio-namento. Molto meno indagato èal contrario un gruppo di quattropiccole ghiandole strettamentelegate alla tiroide e poste alle suespalle: le paratiroidi. In particola-re capita al fisiatra o all’ortopedi -co di trovarsi a visitare personeche lamentano una sintomatolo-gia caratterizzata da dolori osseio tendinei ascrivibili ad alterazio-ne del metabolismo del calcio.Questi disturbi possono esserecausati da un incremento dei va-lori del paratormone, che chiame-remo PTH, nel sangue. Questo èappunto l’ormone prodotto dallepiccole paratiroidi. Il paratormo-ne, in condizioni di normalità, re-gola i livelli di calcio nel sangue enei tessuti del nostro organismo

ma se le paratiroidi produconoun’eccessiva quantità di PTH, co-me avviene nell’iperparatiroidi -smo, si ha uno squilibrio del cal-cio con aumento della quantitàdello stesso nel sangue (ipercal-cemia). Questo aumento del PTHpuò essere dovuto a due diversesituazioni: a) l’iperparatiroidi -smo primitivo in cui una o più pa-ratiroidi ne producono in eccessoa causa di un adenoma cioè di untumore benigno che lo produce(molto raro è il carcinoma delleparatiroidi); b) l’ iperparatiroidi -smo secondario in cui le parati-roidi secernono più PTH perchénel sangue circola poco calcio,per altre malattie come la carenzadi vitamina D o l’insufficienza re-nale o alterazioni dell’assorbi -mento del calcio.L’iperparatiroidismo primitivo simanifesta con alcuni sintomi ca-ratteristici: dolori alle ossa ed ar-ticolazioni, frequenti disturbi deitendini, calcoli renali e disturbidell’apparato digerente (nausea,

vomito coliche addominali) e alte-razioni del carattere con frequen-ti stati depressivi.Potremo precisare la diagnosi diiperparatiroidismo con l’aiuto dellaboratorio: dosaggio del PTH, li-velli ematici di calcio e fosforo, li-velli di calcio e fosforo nelle urinedelle 24 ore. Nel caso della formaprimitiva occorre eseguire eco-grafia del collo e scintigrafia del-le paratiroidi. Utili possono esse-re una MOC per vedere se vi è alte-razione della calcificazione osseaed una ecografia dell’addome edelle logge renale per identificareeventuali calcoli renali. La tera-pia dell’iperparatiroidismo pri-mitivo, cioè dell’adenoma, preve-de l’intervento chirurgico diasportazione della paratiroidepatologica (paratiroidectomia).L’intervento è indispensabile se ilivelli di calcio sono particolar-mente elevati o se sono presentisintomi significativi ed intensicome osteoporosi, calcoli renalietc.. In ogni caso, se non si prece-

de all’intervento, si fa ricorso atrattamenti farmacologici per ri-durre l’iperattività delle parati-roidi (i cosiddetti farmaci calcio-mimetici) e il processo di demine-ralizzazione ossea (i comuni bifo-sfonati).Nelle forme di iperparatiroidi-smo secondario, si procede allacorrezione della condizione di ba-se, in particolare della carenza diVitamina D in dosaggio adegua-

to all’entità della carenza. Perquesto motivo il dosaggio dellaVitamina D dovrebbe essere rou-tinario particolarmente in età se-nile e presenile allo scopo di poterintervenire in maniera correttaed evitare danni da iperparatiroi-dismo (osteopenia, artropatie,tendiniti) tanto frequenti e tantofastidiose nel corso della terzaetà.

*Fisiatri

I p e r p a r a t i ro i d i s m o ,questo sconosciuto!

u COTROLLI. Molto meno indagato è un gruppo di quattro piccole ghiandole, le paratiroidi

SALUTE & BENESSERE

Acqua: nostraterapiaquotidiana

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Pino Rosato*

I profondi cam-biamenti in at-to nella sanità

italiana impongo-no ai profes-sionisti unaprofonda ri-flessione ed il

dovere di partecipare e con-tribuire alla costruzione diun nuovo modello di ospe-dale che abbia come obietti-vi: l’approccio come valoreper la collettività; risultatiin termini di salute; qualitàed accessibilità dei servizi;equità e fiducia.

Costruire in Sanità èun’opera complessa che ri-chiede oltre ad analisi e pro-grammi precisi, la parteci-pazione di molti attori, one-stà intellettuale e metodi ap-propriati.

Il processo di program-mazione non è altro che lacostruzione di una vera eproprio “casa sanità” carat -terizzata dall’alternarsi dimomenti a valenza tecnica edi momenti a valenza politi-ca e si realizza attraversol’interlocuzione di una seriedi soggetti rappresentati daSTATO, REGIONI, AZIEN-DE SANITARIE E OSPEDA-LIERE.

Nel contesto dell’assisten -za sanitaria specialistica,l’OSPEDALE ha un’impor -tanza particolare per la suacomplessità, la sua rilevan-za, i suoi costi e rappresentaprevalentemente un valoreper la collettività, valutatoper i risultati in termini disalute.

La sfida è quella di co-struire una rete di ospedaliche salvaguardi: AUTONO-MIA – COMPETENZE -PRO-FESSIONALITÀ.

Ma dobbiamo chiedercioggi: L’ospedale è in gradodi dare risposte di valore al-le nuove sfide?

Per affrontare la comples-sità della medicina oggi è in-dispensabile che tutta la re-te ospedaliera integrata dei ser-vizi si strutturi con sinergie va-rie, in grado di garantire unauniformità di accesso ai servizi;di assicurare uniformità e quali-tà per la medesima condizionepatologica; attivare processi diintegrazione e di sussidiarietàtra le diverse articolazioni; ga-rantire maggiore efficacia ed ef-ficienza delle prestazioni.

Pertanto i processi di riorga-nizzazione ospedaliera devonoavere come prima finalità quelladi ridisegnare i servizi piuttostoche tagliarli e cercare il coinvol-gimento e l’accordo sui principidel cambiamento tra manage-ment aziendale, clinici, operato-ri e politici.

All’interno della rete ospeda-liera l’integrazione delle variecompetenze in unità operative

multidisciplinari rappresenta laprospettiva con cui unificarecompetenze di settore in una vi-sione unitaria, coinvolgendo inun modo flessibile esperti con di-verse conoscenze e responsabili-tà.

Il TEAM multidisciplinare faormai parte del modello orga-nizzativo più accreditato e rap-presenta una metodologia di la-voro piuttosto che una strutturaorganizzativa, anche se prevedeuna stabile definizione operati-va. Anche nei nostri ospedali,infatti, si concretizzano sul pia-no organizzativo e gestionale leSTROKE UNITS, le THYROIDUNITS, le BREAST UNITS,L’HEART TEAM e i GOM.

Queste aggregazioni funzio-nali, che dovrebbero fruire diopen-space medici o chirurgici,

comportano riunioni su basesettimanale o bisettimanale, du-rante le quali i casi più comples-si vengono gestiti con il contri-buto di varie specialità: il TU-MOR BOARD attivo nella valu-tazione di tumori gastroentericiin cui singoli pazienti vengonoanalizzati con il contributo dichirurghi con specifica espe-rienza in tale settore, endoscopi-sti, oncologi clinici, esperti didiagnostica per immagini, siaradiologi che medici nucleari,radioterapisti, anatomopatolo-gi, genetisti;

altro gruppo disciplinare po-trebbe gestire con uguale orga-nizzazione i tumori epato-pan-creatici; visite congiunte potreb-bero definire i percorsi diagno-stico-terapeutici in soggetti af-fetti da neoplasie del distretto te-

sta-collo. La cardiologia già vivedel contributo coordinato di su-perspecialisti quali cardiochi-rurghi, emodinamisti, elettrofi-siologi, ecocardiografisti, inten-sivisti, esperti nel trattamentodello scompenso cardiaco, ra-diologi esperti di risonanza ma-gnetica cardiaca, cardiologi nu-cleari, farmacologi. In tale con-testo emerge con evidenza il fat-to che la gestione del singolo pa-ziente complesso, sia acuto checronico, può solo essere coordi-nata a livello ospedaliero, neces-sitando di una visione organicae multidisciplinare in relazionealla presenza di una patologiaprincipale e di comorbilità.

Il coinvolgimento e l’accordosui principi del cambiamento so-no possibili, ma sono minacciatidal sospetto che ciò si attui al fi-

ne di ridurre i costi, for-nendo così un elementodi forza a chi si oppone alcambiamento.

L’Ospedale che verràdovrà necessariamenterispondere ai seguentirequisiti:

- bacini di utenza otti-mali per programmare esviluppare una reteospedaliera completa;

- ospedale aperto al ter-ritorio e funzionale adesso;

- architettura amiche-vole con ospitalità alber-ghiera di alto livello;

- impianti, attrezzatu-re e tecnologie avanzate;

- gestione moderna ef-ficace ed efficiente perprocessi e non in base aireparti;

- collaborazione tracomponente professio-nale medica e tecnica;

- professionisti, pa-zienti, e specialità cen-trali;

- didattica, formazionee ricerca elementi fon-danti.

Il decalogo dell’ospe -dale che verrà potrebbebasarsi sulle seguenticategorie: Umanizzazio-ne, Urbanità, Socialità,Organizzazione, Interat-tività, Appropriatezza,Affidabilità, Innovazio-ne, Ricerca, Formazio-ne.

Tutto ciò ci deve far ri-flettere: per modificare inostri modelli organiz-zativi all’interno degliospedali, bisogna perònecessariamente creareuna diversa organizza-zione anche del territo-rio. Ma questo sarà og-getto di una successivariflessione.

Nella voglia di cambiamentoun rischio lo si corre sempre,quello di essere eccessivamentefuturisti e sognatori o all’estre -mo opposto quello di esseretroppo ancorati al presente escontati. Credo che basterebbeessere riflessivi e responsabili,decisi e concreti, buoni profes-sionisti, manager illuminati epolitici orientati al bene comu-ne.

L’unica cosa che non vorrei èun ospedale con pochi medici,infermieri, dirigenti e operato-ri, pochi letti, scarsa tecnologiae senza soldi. Sarebbe per la col-lettività una iattura.

CardiologoPresidente CdA Clinica Villa dei

Pini AvellinoEx Manager AORN San G. Moscati

Avellino

.

Costruire un nuovo modello di assistenza sanitariaè la sfida che si apre oggi ai medici

u L’EMERGENZA. Garantire qualità e accessibilità dei servizi

L’ospedale,valore perla collettività

Medici in ospedale

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u S O C I E TA’. Negli stadi oggi manca il tifoso e ne soffrono anche gli atleti

Il lock-downe la crisidel calcioGianpaolo Palumbo*

I l lock-down diffuso intutto il mondo sta pro-curando grossi guai al-

lo sport professionistico.Non sono solo guai dalpunto di vista epidemicoper tanti atleti assenti inisolamento per positività ocon un vera e propria sinto-

matologia importante, ma sono di granlunga più numerosi quelli dal punto di vi-sta economico per i ridotti o mancati in-troiti. Oramai non si distinguano gli atle-ti positivi dagli infortunati. Esiste una so-la lista che comprende le due “categorie”:si parte dalla quarantena per positività alcoronavirus e si arriva al recupero da rot-tura del legamento crociato anteriore evia di questo passo.

Dal punto di vista emozionale la man-canza del tifo, l’assenza dell’incitamentonegli stadi, nei palazzetti dello sport, nellepiscine, nei campi di atletica si fanno sen-tire pesantemente. Si sente solo….il silen-zio, gli ordini degli allenatori che ne ap-profittano per dettare tattiche e sposta-menti di posizioni e che si possono sentireovunque. L’inquietante silenzio è un qual-cosa fuori dalla nostra cultura.

Invece la nostra cultura, soprattuttoquella sportiva, si è sempre nutritadell’antagonismo che si manifestava neglistadi. Si potrebbe parlare di una “insocie -vole socievolezza”, per dirla alla kantianamaniera, che da sempre favorisce lo svi-luppo delle capacità umane, la loro natu-rale tendenza ad unirsi, il loro aprirsi aprospettive future. Per gli uomini vale unpo’ quello che avviene agli alberi di un bo-sco che, cercando vicendevolmente di to-gliersi l’aria e di guardare il sole, si spin-gono incessantemente verso l’alto, cre-scendo alti e belli; viceversa, quegli alberiche si trovano isolati, avendo libertà dimettere i rami dove vogliono, crescono po-co, storpi e storti.

Si è andati sempre allo stadio per grida-re, schiamazzare, insultare i tifosi di parteavversa, fischiare, apostrofare con i peg-giori epiteti conosciuti avversari, arbitro,segnalinee ad ogni minima indecisione,ad ogni minimo errore sottolineato a scuo-la in rosso. Il calcio, ma lo sport in genere,ha i propri tifosi chiamati così perché “ma -lati” con la “febbre” per la squadra di cuisono sostenitori. L’umore dello sportivodipende dal risultato ottenuto dalla com-pagine per cui tifano e, l’unico risultato ac-

cettabile è la vittoria. Mancando questosupporto alle squadre ed agli atleti, mancala felicità, la gioia. Negli stadi oggi mancail tifoso. Manca il parteggiare per i coloridi una o dell’altra concorrente. Ad un fe-nomeno di massa sviluppato nel tempo ediffuso in tutto il mondo manca la….mas -sa. Non c’è più il pubblico.

Questa modalità di …non esistere com-porta strani risultati nel bene o nel maleper diverse squadre. C’è chi, senza il caldoappoggio del proprio pubblico diventa ir-riconoscibile e chi ne approfitta per tirarfuori grinta a volontà, che supplisce allacarenza di tecnica.

Vengono a mancare emozioni e passioniquali espressione positiva della spontanei-tà della massa. Hegel affermava che “nien -te di grande è stato compiuto nel mondosenza passione”.

Dalle cronache dei giornali si apprendeche il Milan veleggia in testa alla classificaperché caricata di tanta autostima. E’ l’in -verso di ciò che è accaduto alla Juventusche, non pare non essere quella squadrache si “mangia” letteralmente gli avversa-ri visti i nomi ed il numero dei propri fuo-riclasse. Gioca, a dire di chi scrive di calciotutti i giorni, come se avesse smarrito lapropria identità. Altre squadre come il Ve-rona, lo Spezia ed il Benevento, pur con mi-nore “attrezzatura” tecnica, sfruttano pe-rò la mancanza del peso del fattore cam-po.

Quando si va in campo al tempo del coro-navirus, non esiste un già sicuro vincito-re. Veramente siamo alla famosa frase deicommentatori dei network televisivi e ra-diofonici: “oggi allo stadio….tutto puòsuccedere”. Le tre famose opportunità: 1-X-2 (vittoria, pareggio, sconfitta) sono dinuovo comparse sulle probabilità del ri-sultato finale con uguali possibilità.

Le cosiddette “piccole” o squadre di pro-vincia riescono meglio a compattare i loroschieramenti e l’impegno costante soppe-risce alla minore percentuale di doti tecni-che dei propri atleti.

Il lock-down ha reso le “grandi” vulne -rabili ed i “palcoscenici” sono tutti sullostesso piano. Il “Giuseppe Meazza” di SanSiro a Milano vuoto è identico, come sensa-zioni, che dà alla squadre che scendono incampo. Una volta erano i santuari del cal-cio, che incutevano paura solo a vederli dalontano. Oggi fa lo stesso effetto quello delBenevento, intitolato, tra l’altro, al nostrogrande amico e concittadino Ciro Vigori-to. Gli stadi di provincia e le “Scale” del cal-cio sono sullo stesso piano.

E’ probabile, soprattutto, per i giovanicalciatori che giocare senza tifosi non li fasentire sotto esame e consente, di conse-guenza, di esprimersi al meglio senza ilcondizionamento di fischi ed urli ad ogniminimo passaggio sbagliato. Quindi gio-care in “tranquillità” significa essere piùsereni ed esprimere al meglio il proprioimpegno e la propria personalità.

Si è sempre saputo che i fuoriclasse siesaltano ed esaltano le loro doti naturaliquando c’è il pubblico. La platea spinge il“big” verso giocate sempre più difficili cheraramente possono essere apprezzate amalapena negli allenamenti infrasettima-nali.

Il non sentire l’immediatezza del giudi-zio o non sentirlo affatto permette ai cal-ciatori un comportamento tecnico che èutile e costruttivo per i colori della propriasquadra.

Al di là della tecnica manca la poesia del-lo stadio, manca la ferocia che commentaogni decisione arbitrale contro i propri co-lori. L’amore per la propria squadra hasempre significato l’odio per gli avversari,per il giudice unico a cui si aggiunge oggiquello per la VAR (Video Assistant Refe-ree) o per il VAR?

Riprendendo Hegel, è proprio la “poten -za del negativo” che spinge ogni individuoa realizzarsi nella collettività; non c’è af-fermazione di identità senza conflitto, e lalibertà di ognuno è sempre iscritta nel tes-suto d’impegni che lo vedono operare conaltri in sfere determinate e distintedell’agire - si tratti della famiglia, deigruppi professionali in seno alla societàcivile o dei gruppi di tifosi con le loro co-reografie dense di passione.

*MedicoFederazione medici sportivi italiani

BENESSERE & SALUTE

LA TAVOLA ROTONDALa tosse, tra i sintomi più temutiE’ la tosse uno dei sintomi più temuti perché tra le possibili manifestazioni del Covid-19. Una metanalisiche ha esaminato 19 studi, per un totale di 2.874 pazienti, ha individuato nella tosse il secondo sintomo- dopo la febbre - di un’infezione da SARS COV2, con una prevalenza del 57,6%. In altri studi, invece, lasua frequenza supera addirittura l’80%. La tosse, tuttavia, soprattutto se persistente nonostante i trat-tamenti, può essere legata a numerose patologie non sempre note. Circa il 10% della popolazionemondiale adulta soffre, infatti, di tosse cronica. Una condizione che, a lungo andare, porta con sé no-tevoli conseguenze sociali, psicologiche e fisiche per il paziente tra cui: insonnia, depressione, ansia,imbarazzo e autoisolamento. Ne hanno discusso nel corso della digital roundtable dal titolo ''La tossecronica ai tempi del Covid-19: impatti sociali, sanitari e organizzativi”, moderata da Luciano Onder epromossa da MSD Italia: Luca Richeldi, Filomena Bugliaro, Annarosa Racca, Gaetano Guglielmi, An-tonio Spanevello, Vincenzo Atella, Alessandro Zanasi, Angela Ianaro e Goffredo Freddi. Per ribadirecome non tutte le tossi sono uguali “Quando parliamo di tosse cronica - ha spiegato Luca Richeldi, Pre-sidente della Società Italiana di Pneumologia - si fa riferimento a una tosse che persiste per più di 8settimane. Nella sua variante “refrattaria”, essa perdura nonostante la causa sia stata verosimilmenteindividuata e trattata in modo ottimale. Si parla, invece, di tosse cronica idiopatica quando il disturborimane senza spiegazione, nonostante il paziente sia stato sottoposto a tutte le indagini diagnostichesuggerite dalle linee guida internazionali'. ““Il riconoscimento della patologia di tosse cronica anche inItalia - ha dichiarato Antonio Spanevello Professore ordinario di malattie respiratorie dell’Universitàdell’Insubria , - sarebbe importante in quanto permetterebbe di definire l’importanza dell’inserimento inpratica clinica di un percorso dedicato dalla diagnosi al follow up”

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u A L I M E N TA Z I O N E . Secondo gli ultimi studi determinerebbero un aumento della mortalità per cause cardiovascolari

Consumo dei cibipronti e rischiper la saluteLaura Melzini*

Da tempo è no-to che il con-sumo ecces-

sivo di alimenti ultra-processati comportaeffetti negativi per lasalute, ed è correlatoad una maggiore

probabilità di sviluppare fattori dirischio (ipertensione, ipercolestero-lemia, obesità) o malattie in grado diminare la salute, come diabete e sin-drome metabolica. Un recente stu-dio, pubblicato lo scorso dicembresulla rivista American Journal ofClinical Nutrition, conferma che ilconsumo eccessivo di questi cibi ècorrelato ad un aumento della mor-talità per cause cardiovascolari. I ri-sultati di questo studio, infatti, han-no dimostrato un incremento del ri-schio di morte fino al 50 per centotra coloro che seguivano una dietarappresentata per un sesto da que-sti prodotti rispetto agli adulti chene facevano un consumo sporadico.

Quali sono i cibi ultra processa-ti?

I cibi ultra-processati sono quellifatti in parte o interamente con so-stanze estratte da ingredienti ali-mentari, come grassi, amidi, gras-

si idrogenati, zuccheri aggiunti,aromi artificiali, coloranti edemulsionanti e vengono prodottianche con l’aggiunta di additivicon funzione stabilizzante e con-servante. Sono prodotti industrialiin genere poveri di nutrienti, mamolto ricchi di calorie. Tra i più no-ti ricordiamo le bibite gassate, me-rendine e snack, biscotti e dolcetti,salumi e bocconcini di pollo, hot-dog, zuppe istantanee in polvere emolti altri prodotti promossi nellagrande distribuzione come cibipronti. La loro diffusione è cresciu-ta con la necessità di avere prodottipronti da mangiare o da bere, oltreche competitivi sul piano economi-co. L’impatto negativo sulla saluteè determinato dall’eccessivo ap-porto di zuccheri semplici presen-te in questi alimenti e, soprattutto,dai processi di lavorazione in gra-do di modificare la struttura e lacomposizione dei nutrienti. Allabase dell’insorgenza di diverse pa-tologie c’è sempre un aumentodell’infiammazione nell’organi -smo causato dall’eccessivo consu-mo di questi cibi.

Un altro aspetto negativo di que-sti cibi, che fanno parte del “junkfood” o “cibo spazzatura”, è la di-pendenza che possono creare per il

loro elevato contenuto di grassi,zuccheri e sale. E’ stato dimostratoinfatti che mangiare cibi ipercalo-rici altamente trasformati rilasciaenormi quantità di dopamina, in-fluenzando direttamente i recetto-ri del piacere nel cervello, come evi-denziato da diversi studi. Gli ali-menti dunque maggiormente as-sociati a sintomi di dipendenza so-no quelli altamente elaborati. Ladipendenza da cibo può causaredanni fisici e portare a condizionidi salute croniche come l'obesità eil diabete di tipo 2, data la presenzaelevata di zuccheri semplici.

Inoltre questi cibi hanno un bas-so potere saziante perché poveri difibre e ricchi di grassi e zuccheriche vengono assorbiti rapidamen-te dall’organismo e che lo portanoa richiederne sempre di più. Perquesto motivo il rischio è di inge-rirne grosse quantità.

Un consumo smoderato di junkfood oggi è diffuso purtroppo so-prattutto tra i bambini, a causa an-che degli stili di vita frenetici deigenitori e dalla facile reperibilità diquesti cibi.

Per pigrizia o per mancanza ditempo, sono sempre meno le fami-glie in cui vengono cucinati pastinutrienti e completi, quindi si ri-

corre spesso ai cibi pronti e surge-lati.

Il risultato è che 1 bambino su 3 èin sovrappeso o tendente all’obesi -tà e rischia di sviluppare diabete edisturbi cardiovascolari già in te-nera età.

Il consumo di questi cibi è cre-sciuto negli ultimi cinquanta anniin maniera significativa ed è consi-derato uno dei fattori determinan-ti dell’aumento delle condizioni disovrappeso e obesità; diversi studiconfermano l’associazione di que-sti cibi con l’aumento dell’insor -genza di diverse patologie.

E’ importante dunque far capire,in particolare ai ragazzini, l’impor -tanza di consumare quotidiana-mente alimenti freschi o comun-que poco lavorati. Basta poco permigliorare la qualità della dieta, e

per farlo è essenziale preferiresempre prodotti freschi e non lavo-rati come frutta, verdura, cereali,legumi, uova, succhi senza zuc-cheri aggiunti, ed utilizzandoli co-me ingredienti principali per ipiatti. Inoltre non si devono mai so-stituire cibi che è possibile prepa-rarsi da soli con prodotti preconfe-zionati: dedicare maggiore tempoed attenzione alla scelta degli ali-menti ed alla preparazione del ciboda consumare è determinante perun corretto stile di vita e permettedi insegnare anche ai membri piùpiccoli della famiglia buone abitu-dini alimentari che, una volta ac-quisite, diventeranno per loro na-turali, portando in futuro numero-si vantaggi per la salute.

*Specialista in scienzadell’alimentazione

BENESSERE & SALUTE

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Mastocitosicutanea, eccocome curarla

Maria Assunta Baldassarre*

Le mastocitosi sonopatologie caratte-rizzate da un au-

mento del numero deimastociti nei tessuti. Imastociti sono cellulecoinvolte nella rispostaimmunitaria e nel loro ci-toplasma contengono va-

ri mediatori tra cui istamina ed eparinache in determinate condizioni vengonorilasciati.

L’eccessiva liberazione di questi me-diatori, a seguito della degranulazionedei mastociti, è responsabile della com-parsa della sintomatologia a livello deivari organi.

L’istamina è causa di orticaria e sinto-mi gastrointestinali, l’eparina di sangui-

namenti, osteoporosi mentre le prosta-glandine determinano broncocostrizio-ne, tachicardia, ecc. In queste patologiel’organo maggiormente coinvolto è la cu-te seguito da fegato, midollo osseo, mil-za, stomaco, intestino, polmoni.

La proliferazione anomala dei mastoci-ti è causata da una mutazione di c kit. Ciòdetermina un accumulo di queste cellulenei tessuti.

La mastocitosi cutanea si presenta conmacule, papule e noduli, a volte solitaried a volte multipli. Le lesioni variano dalgiallo al bruno, al rosa chiaro.

Forme particolari sono l’orticaria pig-mentosa caratterizzata da macule di co-lore bruno chiaro o papule disseminate.E' una forma frequente nei bambini ma sipuò riscontrare anche negli adulti. La te-leangectasia macularis eruptiva per-stans si presenta con maculo-papule ros-

sastre, disseminate e teleangectasie. Èuna forma tipica degli adulti. Esiste poiuna mastocitosi cutanea diffusa con cuteispessita e colorazione giallastra.

Il sintomo caratteristico di tutte le ma-stocitosi cutanee è il prurito. Lo sfrega-mento delle lesioni causa la formazionedi pomfi.

Questo segno caratteristico è noto co-me segno di Darier.

Oltre alle manifestazioni cutanee lemastocitosi possono essere causa di ma-nifestazioni sistemiche quali nausea, vo-mito, dolori addominali, ossei, cefalea,ipotensione. Le forme sistemiche, tipichedegli adulti, sono a prognosi più sfavore-vole e si possono associare a malattieematologiche quali sindrome mielodi-splasiche o mieloproliferative.

In questi casi si riscontrano anemia,ipereosinofilia, leucocitosi. Ai fini della

diagnosi è utile il dosaggio dei livelli sie-rici di triptasi che risulta elevato. Nelbambino l’evoluzione della mastocitosi èquasi sempre favorevole, a differenzadell’adulto in cui si possono riscontrareoltre a problemi ematologici anche pro-blemi gastrointestinali come ulcere alte-razioni epatiche, alterazioni ossee.

Per questo motivo nell’adulto è oppor-tuno effettuare anche una radiografiadelle ossa lunghe, una densitometria os-sea ed una endoscopia gastrointestinale.Per le mastocitosi non esiste un tratta-mento efficace.

Si utilizzano antistaminici, sodio cro-moglicato con l’intento di ridurre pruri-to, diarrea e altre sintomatologie.

Nelle forme sistemiche gravi si fa ri-corso a inibitori delle tirosinchinasi, in-terferone o a farmaci chemioterapici.

*Dermatologo

Nel bambino l’evoluzione della malattiaè quasi sempre favorevole

u LA PELLE, DIAGNOSI E TRATTAMENTO.

SALUTE & BENESSERE

Al via i seminari targati Biogem

Dall’invecchiamentocellulare alle malattie rareTaglio divulgativo, ampio ricorso alle ri-sorse scientifiche interne e diretto coin-volgimento del territorio. Sono queste leprincipali linee guida che Biogem cer-cherà di seguire nella nuova, densa sta-gione seminariale 2021, ormai in par-tenza. Gli incontri, programmati instreaming, ma, all’occorrenza converti-bili in presenza, offriranno periodici ap-profondimenti sulle attività di ricercacondotte, ma anche focus sulle apparec-chiature e tecnologie all’avanguardiautilizzate, per poi aprirsi alle testimo-nianze dei tanti ex allievi, affermatisi inItalia e all’estero.

In molti degli appuntamenti program-mati è prevista la presenza attiva di pa-zienti, direttamente o indirettamentecoinvolti nelle patologie studiate, in mo-do da umanizzare un’attività, quella delricercatore, a torto considerata fredda easettica. Come nel primo seminario, chechiamerà in causa donatori e beneficiaridi trapianti renali e come anche nei tantiapprofondimenti sulle patologie rare, as-sociate spesso a persone incarne e ossa. Oltre che dimalattie, insomma, si par-lerà di malati, in una subli-mazione di quello spiritoumanistico che ogni anno asettembre permea di sé lakermesse delle ‘Due Cultu-re’, fiore all’occhiello di Bio-gem.

Una rassegna, questa del 2021, imma-ginata anche come vetrina per molte ri-sorse interne. Ricercatori, accademici enon, in larga parte operanti a Biogem,saranno infatti chiamati a disquisire ditemi attuali e innovativi, quali il ‘mald’ambiente’, l’invecchiamento cellulare,le malattie rare, il microambiente immu-nitario in alcuni tipi di cancro o la na-scente onco-nefrologia. Centrale, nella

rassegna, sarà l’approfondimento delrapporto rene-cervello, che il laboratoriodi Nefrologia Traslazionale di Biogem,coordinato dal professore Capasso, stastudiando con determinazione, nellasperanza di penetrare quella misteriosa

‘nebbia cognitiva’ che spes-so avvolge il paziente rena-le (anche nei casi di Covid elong-Covid).

Nel corso dell’anno nonmancheranno, infine, in-contri per addetti ai lavori,né grandi nomi provenien-ti da prestigiosi centri di ri-

cerca internazionali, impegnati in variecollaborazioni scientifiche con il centroirpino (da MIT ad Harvard, passando perHeidelberg, solo per citarne alcuni).

A scacciare tutti i ‘complessi’ del casopenseranno gli ex allievi di Biogem.Sparsi nei templi della ricerca mondiale,ma arruolati per l’occasione in gran nu-mero, dimostreranno plasticamente atutti la percorribilità di una strada im-pervia ma non proibitiva.

I ricercatori di Biogem con Mattarella

A confrontosulle attività

di ricerca

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