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GUADAGNARE CON LE IPO E SNAPCHAT

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INDICE

A CHI È RIVOLTO QUESTO REPORT? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 4

IPO MANIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6

FARE SOLDI IN UNO SNAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8

UNA BUONA MOSSA PER SNAP E INVESTITORI? . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10

PASSO... E VADO AVANTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13

SALVI PER UN LUCCHETTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15

PERCHÉ ALLE IPO PIACCIONO LE ARINGHE ROSSE . . . . . . . . . . . . . pag. 16

IPO GLOBALI HIGHLIGHTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18

IPO USA HIGHLIGHTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20

QUANTO VALE IL MERCATO DELLE IPO? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 21

QUANDO COPIARE SERVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24

SOCIAL SUPER STAR E SNAPCHAT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 27

MA SNAPCHAT È ANCORA INTERESSANTE? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28

SONO I NUMERI CHE CONTANO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 29

RIASSUMENDO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 35

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A CHI È RIVOLTO QUESTO REPORT? A chi vuole capire se Snapchat è un buon investimento

A chi non mastica niente di investimenti e vuole iniziare a capirci qualcosa,

entrando subito nel vivo dell’azione in maniera semplice ma intelligente

A chi vuole scoprire il mondo delle IPO

A chi già conosce il mondo delle IPO ma vuole trovare dati utili per le sue strategie

A chi cerca di capire come trarre vantaggio dalla nuova economia

A chi vuole comprendere i ragionamenti, i passaggi e i trucchi di un vero investitore

A chi vuole fare un investimento e guadagnare seriamente senza correre troppi rischi, pur non sapendo da dove partire

A consulenti finanziari che cercano un report serio e completo sulle IPO e

Snapchat

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INTRODUZIONE“Dove investo? Come faccio a fare soldi senza lavorare? Consigliami un’azione in cui investire! Non voglio studiare, gestisci tu i miei soldi”.Sono solo alcune delle frasi che ci scrivete tutti i giorni, e che in molti pronunciano al bar la mattina.

Poi appena spieghi che é sufficiente seguire un metodo semplice di investimento in valute, la maggior parte è scettica e si lamenta. Prediligono le cose complicate, le valute sono considerate un investimento antiquato, cosa da over 60. Perché non azzeccare l’azione di quella azienda statunitense che raddoppia il suo valore nel giro di poche settimane? Oppure, perché investire su EURUSD quando puoi utilizzare il Bath thailandese contro la Lira turca?

Dopo il clamoroso successo del 2015 e del 2016, dove abbiamo previsto la discesa dei mercati e suggerito i migliori investimenti da mettere in atto, i quali hanno permesso di ottenere un profitto pari al 45% del capitale in 7 mesi, ci avete letteralmente pregato su Whatsapp, Facebook e sul nostro supporto, di creare ulteriori report in cui proporre nuovi suggerimenti per investire. Come ben sapete il nostro intento è formare investitori consapevoli, non investitori dipendenti.

Oggi quindi vogliamo condividere con voi uno studio approfondito su un’azienda che sta facendo molto parlare di sé e che a breve verrà quotata in borsa: SNAP INC. meglio conosciuta come SNAPCHAT.

Nel mondo degli investimenti, è credenza comune che per fare tanti soldi sia necessario investire quando le aziende nascono, o appena vengono quotate, soprattutto se sono innovative e si occupano di tecnologia. Noi MoneySurfers abbiamo spesso ribadito che investire in aziende tecnologiche è un modo per liberarsi dalla schiavitù del lavoro: tecnologia e robot rimpiazzano gli umani nel lavoro, riducendo notevolmente i costi di produzione. Nel caso in cui possediamo una nostra attività, possiamo infatti affidarci alla tecnologia per crescere esponenzialmente contenendo i costi associati agli stipendi.

Se siamo ricchi consapevoli capaci di osservare i trend, possiamo investire in un’azienda che produca tali tecnologie e sfruttare la domanda in crescita. Se invece preferiamo essere conservativi possiamo decidere di non fare nulla, rischiando di essere sostituiti dalla tecnologia stessa, restando in ultima istanza senza lavoro.Seguendo questa forma mentis, in passato abbiamo segnalato in più di un articolo il caso iROBOT, l’azienda che costruisce i famosi robot che puliscono la casa. Da quando abbiamo suggerito di controllare il valore di questa azione, il suo prezzo è più che raddoppiato. Non male, vero? Ma al tempo della nostra analisi iRobot non era in IPO (INITIAL PUBLIC OFFERING, o OFFERTA PUBBLICA INIZIALE), era infatti già presente sul mercato da diversi anni e quotata dal lontano 2006. Avevamo quindi a disposizione i dati sulle

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performance societarie e i bilanci degli anni passati a supporto delle nostre considerazioni. Quando parliamo di IPO invece ci riferiamo a una società che sta per essere quotata pubblicamente sui mercati ufficiali, con lo scopo di vendere azioni e raccogliere i fondi per accrescere il business. Vediamo quindi la definizione tecnica di IPO proposta da Borsa Italiana:

“L'offerta pubblica iniziale (o IPO) costituisce lo strumento attraverso il quale una società ottiene la diffusione dei titoli tra il pubblico (la c.d. creazione del flottante), che è requisito necessario per ottenere la quotazione dei propri titoli su un mercato regolamentato.”

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IPO MANIAL’attrazione verso le IPO è più che comprensibile, soprattutto quando leggiamo i numeri da capogiro registrati in passato da compagnie che oggi hanno un successo consolidato. Basti pensare all’esempio di Coca Cola. Una sua azione, se acquistata nel 1919 al prezzo di 40$ varrebbe ora più di 15 milioni (se si conta anche il reinvestimento dei dividendi). L’IPO della Coca Cola ha cambiato le vite di molte persone, soprattutto nella città di Quincy in Florida, che divenne la prima per numero di milionari negli Stati Uniti dopo che Pat Munroe, bancario locale, convinse tutti gli abitanti sulla solidità dell’azienda e sulle ottime prospettive offerte.

Anche il gigante americano dei supermercati Wal Mart ha una storia simile: ha trasformato 10.000$ di investimento effettuato nel 1960 in oltre 15 milioni di dollari oggi, sempre considerando il reinvestimento dei dividendi generati. Un investimento di 10.000 euro 7 anni fa in Tesla Motors (l’azienda leader delle macchine sportive full electric) si sarebbe trasformato oggi in oltre 140.000 Euro.Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. I detentori delle azioni Coca Cola avrebbero visto il valore del proprio investimento dimezzarsi proprio nel primo anno, quando l’azione passò da 40 dollari a 19 dollari. Per non perdere fiducia di fronte a scossoni di tale portata ci vogliono coraggio e consapevolezza.

Non tutte le IPO escono “senza buco” però. WebVan, azienda di groceries americana, diventò Pubblica nel 1999 in piena bolla Dot-Com, salì fino a 30 dollari durante il primo anno, ma fallì miseramente nel 2001. Il valore del titolo si attestò a 6 centesimi, lasciando a casa oltre 2.000 impiegati e mandando sul lastrico molti degli investitori. L’azienda è fallita principalmente perché soffriva della grave sindrome GBF, Get Big Fast (diventa grande velocemente) che

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ancora oggi rappresenta la causa del fallimento di molte start up, e alla quale ogni investitore dovrebbe prestare sempre attenzione.

Inizieremo ora ad addentrarci nell’affascinante discorso IPO, per poi completare la nostra digressione attraverso lo studio approfondito di SNAPCHAT, con l’intento di individuare una strategia di investimento coerente con i dati che andremo ad analizzare. A seguito di una prima infarinatura, capiremo come valutare un potenziale investimento prima di decidere se investire o meno, e con quale strategia.

Oggi più di ieri, il ruolo dell’individuo nella gestione del proprio patrimonio è di fondamentale importanza. In un’era in cui anche il lavoro delle banche e dei consulenti bancari è divenuto inaffidabile, dobbiamo fare uno sforzo in più per studiare le strategie di investimento e renderci autonomi nella loro applicazione, per far sì che siano i soldi a lavorare per noi e non il contrario.

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FARE SOLDI IN UNO SNAP...Snap è una delle aziende private più apprezzate. La sua ultima tornata di finanziamenti stabilisce un valore della società pari a $18 miliardi. “The Journal” dice che l'azienda sarà valutata $25 miliardi o più per la sua IPO. Potrebbe essere la maggiore quotazione hi-tech dai tempi della quotazione di Facebook nel 2012. Il Nasdaq all’epoca deteneva l’85% delle IPO tecnologiche, ma dal 2014 la percentuale è crollata all’11%. Il glitch dell’IPO di Facebook ha lasciato un segno: perfino Twitter si è quotata al Nyse nel 2013, come del resto la cinese Alibaba.

A novembre il Nasdaq aveva affittato un elicottero per solcare i cieli di Manhattan e video-registrarne la rinomata skyline con gli smartglass di Snapchat, ma evidentemente il corteggiamento non è stato sufficiente.La decisione di Snap probabilmente ha più a che fare con l’usanza della società di fare l'esatto contrario di ciò che le aziende della Silicon Valley, in particolare Facebook, avrebbero fatto.

L’azienda, che ora produce anche smartglass Spectacles, fattura meno di un miliardo di dollari all’anno. Snapchat è stata fondata nel 2012 come app gratuita che consente agli utenti di inviare foto che svaniscono dopo pochi secondi. Conta più di 150 milioni di utenti attivi giornalieri, il 60% dei quali appartenenti alla fascia d’età compresa fra i 13 e i 24 anni: è l’app più attraente per gli inserzionisti che vogliono raggiungere i Millennials. Il fatturato derivante da advertising è salito dai 59 milioni di dollari del 2015 ai 404 milioni di dollari attuali.

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Il mondo degli investimenti spera che l’IPO di Snap contribuirà a creare Millennials interessati al mondo degli investimenti. Secondo le indagini, la maggior parte dei giovani non investe in borsa, per mancanza di denaro a disposizione da investire o per una scarsa “cultura finanziaria”, non sufficiente a spingerli ad addentrarsi in questo mondo. Personalmente, sarei sorpreso se la IPO di Snap Inc. cambiasse questa realtà, ma la società è famosa per il suo approccio rivoluzionario e per la capacità di andare controcorrente alle aspettative per generare buzz. È già successo due volte in passato, perché dubitare una terza volta?

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UNA BUONA MOSSAPER SNAP E INVESTITORI?La decisione di Snap di utilizzare il mercato pubblico per raccogliere capitali è una mossa intelligente per diversi motivi.

1) La concorrenza è molto meglio capitalizzata

Snap è entrata nel mercato della pubblicità digitale solo un paio di anni fa, e due dei suoi più grandi concorrenti hanno montagne di denaro nei loro bilanci. Alphabet, la società madre di Google, ha 78,5 miliardi di dollari sul suo bilancio. Facebook ha 23,3 miliardi di dollari.

Per competere con i due più grandi nomi della pubblicità digitale, si dovrà continuare a innovare sia nella tecnologia, che sui formati degli annunci. Questo richiede investimenti per supportare il lavoro di ingegneri e di altri creativi in grado di portare nuovi prodotti sul mercato.

Snap ha anche dimostrato un interesse nello sviluppo di prodotti al di fuori di Snapchat. L'esempio più recente sono i suoi occhiali da vista. Snap potrebbe anche utilizzare il ricavato dell’IPO per acquisire piccole aziende tecnologiche che lavorano nel campo della realtà aumentata, rinnovando il proprio modello di business e puntando maggiormente sull’hardware (ovvero su prodotti fisici), come d’altronde stanno facendo altri giganti del software. Se non sapete cosa è la realtà aumentata e non avete mai aperto un account Snapchat, forse ricorderete il fenomeno PokemonGo, che ha sfruttato la telecamera dello Smartphone per creare una particolare alchimia tra realtà e fantasia, facendo rivivere i mostriciattoli Nintendo nel mondo reale, attraverso il filtro del nostro smartphone. Nonostante il grande fermento iniziale, col tempo il fenomeno PokemonGo ha perso popolarità a causa dell’incapacità di stimolare gli utenti a un utilizzo costante. La realtà è forse più stimolante nel lungo periodo?

I 25 miliardi di dollari di valutazione di Snapchat sono probabilmente il modo migliore per aumentare il capitale e, forse forse, l’unica mossa per tentare di difendersi dai giganti e provare a fare profitto. L’entità di tale valutazione lascia un po’ perplessi se confrontata con la previsione in merito alle entrate di Snapchat per il 2017. Stiamo parlando infatti di un importo pari a 27 volte il fatturato prospettico. In confronto, la IPO di Facebook di 81 miliardi di dollari corrispondeva a 13,5 volte il fatturato previsto. I 23 miliardi di dollari di valutazione di Google alla sua IPO erano solo 7 volte il suo fatturato del 2004. Se tali rapporti venissero confermati, la valutazione potrebbe causare una discesa delle azioni. Ricordiamoci però che sia Facebook che Google nel lungo termine hanno generato ottimi profitti per i propri azionisti.

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2) Nuovi Talenti

Attrarre talento con compensazioni in azioni societarie, che piaccia o no, è una tattica importante utilizzata da un sacco di aziende che ancora non producono tonnellate di denaro contante per pagare i loro dipendenti. Anche con i loro flussi di cassa significativi, Facebook e Google usano ancora una notevole quantità di compensazione su base azionaria.

I dipendenti sono molto più attratti da società con “stock option” negoziate in mercati pubblici. Non solo sono in grado di vedere l'esatto valore di mercato delle loro partecipazioni azionarie, ma è più facile liquidarle in caso di necessità. In quanto tale, una IPO potrebbe aiutare ad attrarre un numero maggiore di talenti, al fine di competere con Facebook, Google e i vari concorrenti.

Ci teniamo però a sottolineare l’eccessivo affidamento riposto dalle aziende nelle compensazioni basate sulle azioni. Gli investitori infatti presteranno attenzione ai numeri di Snapchat in sede di rilascio dei rapporti finanziari dettagliati. La remunerazione “stock-based” funziona bene nel caso in cui il prezzo delle azioni salga, ma i dipendenti non saranno soddisfatti in caso contrario. Spesso la discesa delle azioni viene percepita come un taglio di stipendio e porta il dipendente (talento) a cercare lidi più sicuri e alternative di impiego altrove, generando un effetto domino sulle performance della società.

3) A pesca di pesci grossi

Diventare una società quotata in borsa crea un’aura di fiducia che una start-up privata da sola non possiede. Le società quotate in borsa sono tenute a rivelare molte più informazioni rispetto alle imprese private, conferendo una sensazione di stabilità e trasparenza. Questo non esclude ovviamente che aziende non quotate possano essere altrettanto o più solide di quelle finanziate pubblicamente.

Questi aspetti sono da tenere in considerazione per Snap Inc. che sta cercando di pescare nel grande oceano dell’advertising digitale. In realtà Snap, per le sue entrate, fa esclusivamente affidamento sulla pubblicità di grandi marchi. Una delle più grandi agenzie pubblicitarie del mondo ha speso 60 milioni di dollari americani sul Snapchat nel 2016 (producendo il 15% del fatturato), rispetto ad 1$ miliardo speso su Facebook. La stessa agenzia prevede di spendere $170 milioni su Snapchat nel 2017.

Il discorso pubblicità, unica fonte di reddito per Snapchat, è importantissimo. Vale quindi la pena capire chi sono i clienti della piattaforma pubblicitaria. Ci viene in aiuto un articolo apparso su Programmatic, che riportiamo in parte qui di seguito:

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“Adesso, a poche settimane dalla sua quotazione (prevista il mese prossimo), Snapchat rilascia una serie di aggiornamenti dell’API, tra cui diverse nuove partnership.Di fatto, dopo un lungo periodo di beta testing, l’API apre ufficialmente al mercato, con 16 collaborazioni già in essere e l’obiettivo di raggiungere una base utenti ancora più ampia, inclusi brand e agenzie, consentendo ad essi di acquistare pubblicità in maniera diretta attraverso uno strumento completamente self-service.Oltre alle già esistenti collaborazioni con società esterne, come 4C, Adaptly, Brand Networks e TubeMogul, al parterre di partner si aggiungono adesso anche Kenshoo, Kinetic Social, AdParlor, HyFn, Adglow e Videology, oltre alla società di Omnicom Resolution Media. Altre cinque società, tra cui mParticle, Kochava e LiveRamp, lavoreranno come partner di “audience matching”, per la creazione di campagne lookalike, in cui liste di utenti o di device ID potranno essere caricate nel sistema per “targettizzare” utenti simili. Tra le novità annunciate da Snapchat anche l’introduzione di funzioni per i video attraverso una “API creativa” che permetterà a 5 partner di aiutare i clienti nella gestione di contenuti video, assistendo nella produzione e nell’editing dei filmati nell’ottica del raggiungimento di determinati obiettivi di marketing, e fornendo software per la creazione di Snap Ads e altri tipi di contenuti video.”

In confronto Google e Facebook contano milioni di piccole imprese come inserzionisti attivi. L’IPO aiuterà Snapchat a ingrandire il portafoglio di clienti, conferendo agli inserzionisti un senso di stabilità della piattaforma di annunci su cui stanno facendo affidamento spendendo milioni di dollari. Vi immaginate cosa voglia dire perdere un singolo cliente che vale il 15% del vostro fatturato?

Questo è importante anche perché Facebook sta “prendendo spunto” da alcune delle migliori caratteristiche di Snapchat, implementandole nei propri prodotti. L'esempio più evidente è la funzione “Nuove storie di Instagram”, caratteristica che lo stesso CEO di Instagram, Kevin Systrom, ha ammesso essere stata una copiatura. Dopo aver publicato la prima versione di questo report anche Facebook ha lanciato Stories.

La mossa di rendere Snap una società quotata in borsa rimane quindi fondamentale e imprescindibile affinché la società possa continuare a rafforzarsi e competere per davvero con i BIG del settore.

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PASSO... E VADO AVANTIÈ il suggerimento di Benjiamin Graham, autore di uno dei libri fondamentali sugli investimenti, “l’investitore Intelligente”, nonché padre dell’investimento sul valore (value investing). Il value investing è l’approccio basato sullo studio dei dati di bilancio di un’azienda, mirato a capire se questa costituisce un buon investimento nella propria strategia di gestione del portafoglio. Non solo Benjamin ci ha regalato una regola fondamentale come: When in Doubt Stay Out (se sei in dubbio stai fuori), ma consiglia anche a tutti i neofiti di stare fuori dalle IPO. La ragione? Nel corso di una IPO, i precedenti proprietari stanno cercando di raccogliere capitali per l'espansione del business. E questo significa incassare denaro per se stessi o per ragioni che conducono comunque a un’unica conclusione: un prezzo alto che offre poche possibilità di seguire il vecchio adagio “compra basso, vendi alto”. Questo anche se ci ha tenuto a ribadire che qualche “singhiozzo” nel business farà sì che il prezzo delle azioni crolli nel giro di pochi anni, dando all’investitore l'opportunità di comprare le azioni ad un prezzo molto più basso. Effettivamente abbiamo già appreso questo fenomeno proprio con l’esempio di Coca-Cola.

Non è esattamente dello stesso avviso Charlie Munger, un altro investitore miliardario, che consiglia invece di inserire sempre nel proprio portafoglio di investimenti delle aziende giovani, che possano fare grandi numeri nei prossimi 10 anni, dominando il mercato. Per capire meglio cosa intendiamo, possiamo aiutarci con le seguenti domande, mantenendo alla base una decisione ponderata che consideri sia numeri che emotività dell’investitore.

1) Un’attività non cresce a un tasso elevato sufficiente a giustificare il prezzo dell’azione: qual è la causa più probabile che genera tale scenario? Quali sono le probabilità che questi fallimenti si verifichino?

2) Quali sono i muri che proteggono il business? Brevetti? Marchi di fabbrica? Dirigenti chiave? Cosa impedisce alle altre imprese di copiare o migliorare l’idea e distruggere l’attrattiva di questo business?

3) Sarebbe comodo possedere questo business se il mercato azionario dovesse chiudere per i prossimi cinque, dieci o venticinque anni? In altre parole, questo modello di business e la base finanziaria della società sono sostenibili? O al contrario il progresso tecnologico e la mancanza di capitali possono influire negativamente sulle performance aziendali?

4) Ammettiamo che il titolo scenda del cinquanta per cento a causa di problemi a breve termine, ma che tu sia in grado di determinare che il potenziale a lungo termine del business sia ancora inespresso. Saresti in grado di continuare a mantenere la posizione senza alcuna conseguenza emotiva?

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Ok, belle domande. Ma allora è una buona cosa investire nelle IPO o dobbiamo lasciar stare e leggerci i bilanci? Volete rendere semplici le cose complicate?Allora aspettate ancora. Ci arriviamo.

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SALVI PER UN LUCCHETTONel report andremo a verificare statisticamente come si sono comportate le IPO del 2016 nei primi mesi di attività, ne vedremo delle belle e anche delle brutte. Per qualsiasi operazione azionaria pura sulle IPO dobbiamo capire un elemento fondamentale ancora prima di ogni altra cosa. Il periodo Lock-Up è un arco di tempo, stabilito congiuntamente al prezzo IPO, che dura solitamente dai 3 e i 24 mesi, e durante il quale gli insider, ovvero i proprietari dell’azienda, i dipendenti, le persone fisiche e giuridiche strettamente collegate all’azienda, non possono vendere le azioni o emetterne altre. Tale clausola rappresenta una sorta di garanzia che il mercato richiede agli azionisti di controllo e al top management della società e, contemporaneamente, rappresenta una tutela nei confronti dei sottoscrittori. Impedisce infatti che l'immissione di ulteriori titoli sul mercato possa creare una situazione di eccesso di offerta, con possibili ripercussioni negative sull’andamento del titolo. Negli USA tale periodo dura un minimo di 90 giorni secondo la regola 14 del codice della SEC, ovvero Securities and Exchange Commission, l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, analogo all'italiana Consob.Per questo motivo, di frequente si verifica una discesa nel prezzo delle azioni di società appena quotate. I motivi per cui il board possa essere intenzionato a vendere sono molteplici: semplice presa di profitto, consapevolezza rispetto ad alcuni “stratagemmi” aziendali che stanno rendendo la compagnia “sovraprezzata”, complesse strategie di buy-back ecc... In ogni caso, vi ricordate Coca Cola e il consiglio di Graham? Iniziamo quindi a delineare dei rischi e delle dinamiche comuni all’IPO, almeno nella teoria. Tra poco andremo a verificarle in pratica.

Dove trovi il periodo di Lock Up? Nel prospetto dell’IPO. Può essere una lettura asciutta, ma il prospetto delinea i rischi e le opportunità della società, insieme agli usi proposti per il denaro raccolto dalla IPO. Ad esempio il denaro può servire a rimborsare i prestiti, o a comprare il patrimonio dai fondatori o investitori privati, quindi presta attenzione! È un brutto segno se la società non può permettersi di rimborsare i prestiti senza emissione di azioni. Il denaro incanalato per la ricerca, il marketing o l'espansione in nuovi mercati dipinge un quadro migliore. La maggior parte delle aziende ha imparato che eccedere con le promesse e deludere le aspettative sono spesso errori commessi da quelli in lizza per il successo di mercato. Pertanto, uno dei più grandi consigli nella lettura del prospetto è la ricerca di dati che indichino una visione eccessivamente ottimistica per il futuro; questo significa leggere con attenzione i bilanci e le proiezioni. Vedremo più avanti alcuni elementi fondamentali che forniscono indicazioni precise a riguardo.

Vi ricordiamo che è sempre possibile richiedere il prospetto al broker che sta rendendo pubblica l’azienda.

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PERCHÉ ALLE IPOPIACCIONO LE ARINGHE ROSSEVediamo un po’ gli step necessari a un’azienda per diventare pubblica. Facciamo l’esempio di un’azienda che fa una IPO in America. Il processo è simile, con alcune piccole differenze, anche negli altri stati. Queste informazioni non sono indispensabili per l’investitore, ma aumentano la sensibilità e la comprensione delle dinamiche che andremo ad analizzare successivamente.

Quando una società vuole andare pubblica, la prima cosa che fa è assumere una banca d'investimento. L’azienda potrebbe teoricamente vendere le proprie azioni da sola, ma legalmente è necessaria una banca d'investimento, Wall Street funziona così. La sottoscrizione è il processo di raccolta di fondi dal debito o dal capitale (in questo caso ci si riferisce al patrimonio netto). Si può pensare ai sottoscrittori come intermediari tra le aziende e il pubblico degli investitori. I maggiori sottoscrittori sono Goldman Sachs, Credit Suisse First Boston e Morgan Stanley... nomi che probabilmente hai già sentito.

L'azienda e la banca d'investimento in primo luogo si incontrano per negoziare l'affare. Gli elementi discussi includono l’ammontare di denaro che una società raccoglierà, il tipo di titoli da emettere e tutti i dettagli del contratto di sottoscrizione. L'accordo può essere strutturato in modi molteplici. Ad esempio, in un fermo impegno, il sottoscrittore garantisce che una determinata quantità verrà raccolta comprando l’intera offerta, in seguito rivenduta al pubblico. In un accordo maggior sforzo, tuttavia, il sottoscrittore vende titoli per l'azienda, ma non garantisce nessuna somma. Inoltre, le banche d'investimento sono riluttanti ad assumersi tutti i rischi di un'offerta. Al contrario, essi formano un sindacato di sottoscrittori. Un sottoscrittore conduce il sindacato e a esso viene venduta una parte delle emissioni.

Una volta che tutte le parti si impegnano in un accordo, la banca d'investimento mette insieme una dichiarazione di registrazione da depositare presso la SEC (la Consob americana). Questo documento contiene informazioni relative all'offerta così come informazioni aziendali quali il bilancio, la direzione di fondo, gli eventuali problemi legali, informazioni relative all’utilizzo del denaro e le partecipazioni dei relativi insider, l’elenco delle persone coinvolte all’interno dell’azienda. La SEC chiede quindi un periodo di riflessione, in cui poter indagare assicurandosi che tutte le informazioni rilevanti siano state divulgate. Una volta che la SEC approva l'offerta, sarà stabilita la data (data di efficacia) in cui le azioni verranno vendute al pubblico.

Durante il periodo di riflessione, il sottoscrittore si preoccupa di organizzare un prospetto, il “Red Herring”, che tradotto letteralmente significa “Aringa Rossa”. Quest’ultimo, in pieno stile “Giallo” alla Agatha Christie, altro non è che un depistaggio, una copertura studiata a tavolino, o favola per investitori sprovveduti. Il prospetto in questione racchiude tutte le informazioni sulla

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società, tranne per il prezzo di offerta e la “data di efficacia”, che ancora non sono noti in quel momento. Con “l'aringa rossa” in mano (lo so fa ridere, ma è una cosa seria), il tentativo del sottoscrittore è di creare attenzione e interesse sull’IPO. Si crea un road show in cui vengono corteggiati i grandi investitori istituzionali, una tournée nota in America anche come il "dog and pony show" (lo spettacolo di cani e pony), un termine che arriva dal ‘900, quando ancora i circhi viaggiavano per gli States promuovendo spettacoli di cani e pony.

Con l’avvicinarsi della data di emissione, il sottoscrittore e la società definiscono il prezzo. Questa non è una decisione facile: dipende dalla società, dal successo del road show e soprattutto dalle condizioni di mercato attuali. Naturalmente, è nell'interesse di entrambe le parti ottenere il più possibile. Il prezzo, attenzione, non rispecchierà quindi il vero valore dell’azienda, ma un valore più vicino possibile al prezzo di mercato, che a seconda del sentimento dei compratori può essere sotto o sovra quotato.

Infine i titoli sono venduti sul mercato azionario e il denaro viene raccolto da parte degli investitori.

Come avete avuto modo di leggere se siete arrivati fin qui, la strada per un IPO è un percorso lungo e complicato. Avrete notato che gli investitori individuali non sono coinvolti fino alla fine. Questo perché i piccoli investitori non sono il vero target di mercato. Essi rappresentano solo una porzione infinitesimale del denaro coinvolto, non sufficiente ad attrarre sottoscrittori. Prova a immedesimarti in un grande produttore di pomodori che si cimenta nella vendita diretta di migliaia di tonnellate ai privati. Capisci bene che farebbe molta fatica e si ritroverebbe con il 90% della produzione invenduta, e per questo decide di rivolgersi ai grossisti.

Se i sottoscrittori pensano che l’IPO avrà successo, prima riempiranno le tasche dei loro clienti istituzionali preferiti vendendo le azioni al prezzo di collocamento. L'unico modo per voi per ottenere azioni è quello di avere un conto con una delle banche d'investimento che fa parte del consorzio di garanzia, oppure sfruttare derivati come CFD e contrattare nel cosiddetto “mercato grigio”, ovvero un mercato OTC (Over The Counter) non regolamentato, ma non per questo pericoloso. È una prassi standard per piccoli e medi investitori rivolgersi a broker che offrono i CFDs e richiedono margini ridotti per poter investire grazie alla leva finanziaria. Le negoziazioni sul “Grey Market” includono:

Trading (vendita o acquisto) di “ Applicazioni IPO” ad un tasso (premium)

Trading (vendita o acquisto) di azioni IPO prima che vengano inserite ufficialmente nell’exchange.

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QUANTO VALE IL MERCATO DELLE IPO?MA SOPRATTUTTO, CONVIENE?Con l'indice S&P 500 a livelli record, l’incremento percentuale dell’indice IPO sommato dal 2012 a oggi batte comodamente quello degli indici di mercato. Il mercato degli Stati Uniti ha prodotto alti livelli di emissioni IPO nel 2016. I risultati dell’anno appena passato, apparentemente contraddittori, possono essere spiegati in parte dalla caduta libera di mercato nel 1° Quadrimestre, che ha provocato numerosi rinvii, così come dal voto Brexit nel 2Q e dalle elezioni presidenziali degli Stati Uniti nel 4Q. Tuttavia, questo non spiega la siccità di due anni in IPO tecnologiche, il pane e marmellata del mercato delle IPO. Il parere comune sulla mancanza di IPO tecnologiche è lo scostamento tra pubblico e privato in materia di valutazione, una tensione che può essere solo rimediata dai venture capitalist (VC) con l’urgenza di rinnovare i propri portafogli di investimento, puntando nuovamente sul nuovo e vendendo un po’ di aziende obsolete e poco performanti. Con la forte crescita di giovani IPO tech quali Twilio e Nutanix e l’arrivo di Snapchat, possiamo prevedere che le emissioni di IPO tecnologiche riprenderanno in modo significativo nel 2017 e nel 2018, rompendo la lunga recessione delle IPO del 2015-16.

Come abbiamo osservato in passati periodi di bassa emissione IPO, i rendimenti sono forti poiché le aziende sono rese pubbliche con valutazioni più attraenti. Il mercato delle IPO ha avuto il suo anno di migliore performance dal 2013, con la media IPO in crescita del 26% dal prezzo di offerta. Il +14% aftermarket torna da solo a battere i più importanti indici azionari. La maggior parte delle IPO ha chiuso l'anno sopra il prezzo di emissione, rispetto ad appena il 43% alla fine del 2015. Il guadagno sul primo giorno medio è stato dell’11%.

Le performance medie delle IPO sono migliorate in ogni settore nel 2016. I forti rendimenti a due cifre nei principali settori suggeriscono che la maggior parte dei mercati è pronta ad accogliere una vasta gamma di aziende nel 2017. Il settore tecnologico nel 2016 ha registrato i più alti guadagni medi, tra tutti i settori, fermandosi a +37%. Una significativa inversione rispetto al -2% di ritorno

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ottenuto dallo stesso settore nel 2015. Il settore finanziario ha beneficiato del rally post-elezioni americane e il settore energetico è rimasto legato al prezzo del petrolio.

Ci siamo divertiti a creare un portafoglio virtuale, dove abbiamo investito sulle maggiori IPO tecnologiche dal 2015 ad adesso, con un’azione attiva e ponderata. Partendo con un capitale fisso, abbiamo poi ripartito equamente il capitale a disposizione, investendo a ogni nuova emissione IPO. L’intento del grafico è mostrare la grande volatilità del mercato delle IPO. Se è vero che adesso saremmo in guadagno del 150% sul capitale iniziale in poco più di un anno, è altrettanto vero che siamo stati in perdita del 150% sul capitale iniziale. Questo va interpretato come un segnale di ATTENZIONE, quando si investe sulle IPO. Non basta fare di tutta l’erba un fascio, ma bisogna attuare una strategia ben precisa che tenga in considerazione l’alta volatilità e la solidità delle singole aziende.

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Un’altra analisi interessante, considerando l’impatto dei grandi investitori sulle IPO, è considerare cosa succede mediamente alle IPO durante il periodo di lockup e dopo il periodo di lockup stesso. Abbiamo preso in considerazione le maggiori IPO tecnologiche del 2015, per le quali il periodo di lockup è già terminato e per le quali possiamo disporre di uno storico rilevante in merito ai mesi successivi.

Notiamo che mediamente, fino al periodo di Lockup, le aziende non hanno performato bene, mentre si sono comportate sicuramente meglio nei sei mesi successivi al lockup. Questa piccola statistica, sicuramente non esaustiva, ci mostra come considerare il periodo di lockup sia essenziale al fine di creare una strategia di investimento a breve e medio termine.

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QUANDO COPIARE SERVEQuando si fa un’analisi su una società con lo scopo di capire come e se investirvi, bisogna impiegare molto tempo a trovare dati che possano aiutarci a proiettare un futuro sull’andamento finanziario e sulla solidità dell’azienda stessa. Per ora abbiamo proposto una carrellata generale di informazioni per capire le macro-dinamiche di mercato. D’ora in avanti andremo sempre più in profondità. TechCrunch, famoso magazine online tecnologico, ha creato un report per capire come Snapchat sta “performando” dal punto di vista del traffico utenti, proprio a ridosso della sua IPO e proprio ora che alcuni maggiori concorrenti, come Instagram, hanno copiato alcune delle sue features più famose. Riportiamo in parte l’articolo di Techcrunch qui di seguito, aggiungendo ulteriori dati e precisazioni.

Nelle 25 settimane dal lancio, “Storie di Instagram”, la famosa copiatura, ha raggiunto 150 milioni di utenti al giorno, lo stesso numero di utenti che Snapchat ha riferito di avere a giugno 2016, dopo aver registrato una rapida crescita rispetto ai 110 milioni di utenti al giorno nel mese di dicembre 2015, ha riferito Bloomberg. Snapchat non ha annunciato un numero più elevato da quel momento, né ha fatto trapelare ulteriori informazioni a riguardo, nonostante stia cercando di impressionare i potenziali investitori nel corso del suo attuale roadshow pre-IPO.

“Nel complesso, da agosto a novembre 2016, il numero di visitatori unici medi per Snapchat storie è diminuito di circa il 40%”. Così afferma Nick Cicero, CEO di Delmonto, studio creativo e piattaforma di analisi di social video. La sua azienda ha analizzato 21.500 Storie Snapchat per scoprire il rapido declino, dopo che Instagram ha pubblicato il suo Storie.

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Nel frattempo Justin Rezvani, CEO della piattaforma influencer marketing di The Amplify, dice che “In media la nostra comunità di influencer ha un 28% di tasso di apertura più alto su Instagram rispetto a Snapchat", riferendosi alle visualizzazioni del contenuto.

Per quanto riguarda il download, App Annie mostra come Snapchat abbia visto un gran crollo di download quando Instagram ha lanciato Storie nei primi giorni di agosto. Il numero di download si è infatti affermato sul livello più basso del ranking rispetto tutto l'anno, # 11, dopo essere stato nella top 3 durante la prima metà del 2016. Non è chiaro il motivo per cui quest’ultimo si sia ripreso alla fine del mese di ottobre (forse Halloween?), ma dopo ha cominciato a scivolare di nuovo.

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Snapchat ha deciso di rimuovere la funzione di Auto-Advance il 7 ottobre. In questo modo gli utenti non possono guardare immediatamente ogni storia nella loro schermata, ma devono passare attraverso la selezione manuale di storie, al fine di caricare una playlist costruita ad hoc. (Anche se c'è un “trucco” poco conosciuto per selezionare tutte le storie toccando il pulsante triangolare).

Questo cambiamento ha direttamente causato diversi crolli nelle visite, poiché con la nuova release le storie meno interessati vengono automaticamente filtrate, procurando un calo nelle visualizzazioni cosiddette “randomiche” (non programmate dall’utente). Thomas Harding, il CEO di Mish Guru, ossia una società di marketing e analisi a cui si appoggia Snapchat, dice che nel mese di ottobre, quando Snapchat ha rimosso Auto- Advance, una selezione di account più attivi nel postare nuovi contenuti, ha registrato un immediato calo del 9,64% nelle visualizzazioni.

Si potrebbe sostenere che le restanti visualizzazioni siano più intenzionali e di maggior valore, e che l’esperienza degli spettatori passivi (coloro che utilizzano Snapchat soloper visualizzare le storie altrui) sia nel complesso migliorata. Allo stesso tempo però la rimozione di Auto-Advance rappresenta un disincentivo a produrre contenuti e riaprire l’APP per vederne di nuovi, punto chiave del successo di Instagram. Diverse fonti confermano come questa scelta abbia condotto diversi user a utilizzare molto meno l’app.

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SOCIAL SUPER STAR E SNAPCHATL’agente delle star dei social Charlie Buffin, che rappresenta alcune ex stelle di Vine, riporta come una delle suoi migliori creazioni, che si era attestata a media di 330.000 visualizzazioni al giorno su Snapchat da fine 2015 fino a giugno 2016, avesse subito un repentino tracollo nel mese di dicembre registrando una media di 205.000/250.000 visualizzazioni.

" È chiaro per noi che siamo regolari utenti Snapchat: l’utilizzo e l’engagement sono scesi in modo significativo dal momento del rilascio di Storie di Instagram", scrive Buffin. Egli ha anche osservato che la rimozione da parte di "Snapchat della funzione Auto- Advance ha colpito il naturale abbuffarsi di contenuti video dei consumatori, conducendo quindi a un calo delle visualizzazioni per i creatori." Ma Snap Inc. non sembra curarsene. "Snapchat è sempre rimasta lontana dalla sua comunità di creatori. Non una mossa forte per la società", ha concluso Buffin.

Una Star, Hannah Stocking, ha visto calare le visite del suo Snapchat Stories da 150.000 il 16 agosto a 90.000 il 17 gennaio. Questo nonostante la massiccia crescita su altre piattaforme come YouTube e Instagram dove è passata da 1,2 milioni a 4,3 milioni di seguaci nello stesso lasso di tempo. "I suoi numeri Instagram Story stanno crescendo più velocemente di qualsiasi altra cosa in questo momento", dice John Shahidi, fondatore di Shots Studios, la video e selfie app finanziata da Justin Bieber che rappresenta Hannah Stocking.

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MA SNAPCHAT È ANCORA INTERESSANTE?C’è un altro strumento che ci viene in aiuto per capire come va Snapchat, se è ancora interessante o se tutti i segnali sembrano attualmente parlare di un declino. Infatti, forse già lo sapete, Google fornisce un ottimo strumento di analisi (chiamato Google Trend), dove in forma grafica possiamo capire quanto una determinata parola è ricercata e quindi popolare.

Come si può chiaramente intuire, per anni Snapchat è salita in maniera costante, ma sembrerebbe che dal secondo quadrimestre del 2016 le ricerche a suo riguardo siano rallentate, nonostante il gran parlare della IPO. Attenzione, essendo un’applicazione per cellulare, non ci dobbiamo stupire che le ricerche su Google non crescano in maniera così costante e prominente, dato che l’app è cercata all’interno degli store delle app e non nei motori di ricerca, ma visto l’avvicinamento della IPO, ci si aspettava sicuramente qualcosa in più.

Ben diverso è l’interesse verso la IPO, che ovviamente è cresciuto. Grazie ancora una volta a Google Trends, notiamo che l’interesse è totalmente riconducibile agli Stati Uniti, insomma Snap Inc. non sta destando un particolare interesse attualmente in altri stati, nemmeno nei cugini inglesi. Questi dati non danno grande lustro alla IPO di Snapchat, ma per adesso non sono un indicatore sufficiente per comprendere quali saranno le probabilità che si tratti di un investimento fallimentare o redditizio. Ovviamente non avremo mai la sicurezza totale, un investimento a rischio zero non esiste neanche nelle favole. Possiamo però diventare ancora più precisi, per ridurre le variabili aleatorie e intraprendere una scelta consapevole. Che sia di investire o no.

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SONO I NUMERI CHE CONTANOAndiamo sempre più in profondità, tanto da toccare la vera ciccia, il vero valore di un’azienda, quel fattore così importante per Benjiamin Graham. Dove si trova questo valore? Sicuramente il dato numero 1 da controllare è l’andamento dei guadagni di un azienda. Un’azienda profitti (e non solo ricavi) in crescita, è un’azienda solida. Ricordiamo che i profitti sono i ricavi meno i costi, ovvero quello che veramente rimane in pancia... la ciccia!

Un’azienda capace di avere profitti in aumento di anno in anno dimostra solidità ed è maggiormente affidabile per effettuare un investimento.

Molti paragonano Snapchat al nuovo Facebook, un po’ come Davide e Golia. Inoltre proprio in precedenza abbiamo detto che Snapchat va ad attaccare il mercato dell’advertising online, ovvero ha come sua fonte di reddito le pubblicità. Nonostante si definisca una CAM company, la verità è che il suo business model è vecchio, ossia si basa sulla vendita di pubblicità. Nulla di male fin qui, nel momento in cui riesci a trovare clienti a cui pubblicizzare in maniera precisa e convincente.

Visto che Snapchat è paragonata a Facebook, Google e Twitter, andiamo a vedere i bilanci di queste tre società proprio nel momento dell’IPO. Ecco cosa scopriamo dal report (FORM S-1) che le società hanno sottomesso alla SEC (la consob Americana) per poter effettuare la IPO.

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TWITTER

FACEBOOK

GOOGLE

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Non vi preoccupate se non sapete leggerli, li leggiamo assieme adesso, cercando di capire i numeri salienti.

Ma prima ecco anche quello di Snap Inc.

Non so voi, ma senza saper né leggere né scrivere, la prima cosa che salta all’occhio è la larghezza delle tabelle. Ovvero, Google prima di fare la IPO ha consegnato agli investitori 5 anni di Bilanci, Facebook 3 anni, Twitter 3 anni. SNAP inserisce solo 2 anni: meno informazioni sull’andamento complessivo dell’attività, ma abbastanza per trarre qualche conclusione. Soprattutto è il primo campanello che ci avverte di una possibile sindrome da GBF (Get Big fast, diventa grande velocemente) la stessa che colpì WebVan. Ma non prendiamo conclusioni affrettate.

Prima di vedere gli altri dati, diamo uno sguardo ai grafici delle quotazioni delle azioni delle aziende citate.

TWITTER

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GOOGLE (ora Alphabet)

FACEBOOK

Se negli anni Facebook e Google hanno fatto guadagnare ai propri azionisti iniziali veramente tanti soldi, non si può dire lo stesso per Twitter, che non ha mai navigato in buone acque, neanche pre IPO. Infatti l’aspetto in comune che notiamo è come sia Twitter che Snap Inc., abbiano un utile negativo pre IPO, ovvero stanno perdendo soldi. Snap Inc. perde nel 2015 quasi 373 milioni di dollari, mentre nel 2016 perde oltre 514 milioni di dollari, ovvero più di 550 milioni di euro. Una società solida di buone prospettive dal punto di vista finanziario dovrebbe vedere la perdita diminuire e non aumentare. Ma ovviamente questo non basta, poiché la perdita potrebbe essere causata anche da investimenti in ricerca e sviluppo o infrastrutture importanti. Il problema che salta all’occhio maggiormente è che Snap Inc. ha un costo vivo per offrire un servizio, dovuto per lo più ai server, maggiore dei ricavi. Infatti i ricavi del 2016 sono di 404 milioni di dollari, contro un costo vivo di 451 milioni, ovvero i costi vivi sono oltre il 100% dei ricavi. Certo, situazione migliore rispetto al 2015, quando i costi vivi erano 3 volte i ricavi. Questo in sé è ovviamente un

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buon segno, poiché l’azienda è riuscita a diminuire la differenza e in proiezione potrebbe avere un 2017 in cui i costi vivi sono meno dei ricavi, e persino fare profitto. Ovviamente, tenendo in considerazione l‘alta competitività del mercato advertising e social, questo non è così scontato, soprattutto se, come abbiamo visto, molti utenti di Snapchat iniziano ad emigrare verso altre piattaforme.

Per questo motivo è di fondamentale importanza capire quanti sono gli utenti medi giornalieri delle piattaforme social che vendono pubblicità. Infatti, come per la TV, più persone guardano il programma più puoi far pagare la pubblicità e guadagnare. Continuando il confronto tra il momento dell’IPO di Facebook e quello di Snapchat, per capire la solidità di quest’ultima ci siamo divertiti ad estrarre il costo per utente medio giornaliero e i relativi profitti. La domanda che ci siamo posti è la seguente: quanto mi costa avere un utente collegato a Snapchat e quanto mi fa guadagnare?

Facebook al momento dell’IPO aveva un trend positivo, nel 2010 ogni utente mediamente connesso alla piattaforma ogni giorno, portava circa 5,33 dollari di profitto all’anno. Nel 2011 il profitto per utente era salito a 7,44 dollari. Un aumento di quasi il 40% del profitto per utente e una base utenti connessi mediamente ogni giorno durante l’anno aumentata di oltre il 55,63%. Bei numeri, che mostravano la forza di Facebook, cosa che nel tempo ha ripagato gli investitori.

Per Snapchat i numeri sono molto differenti, nel 2015 ogni utente mediamente connesso ogni giorno ha procurato una perdita alla società di oltre 4 dollari. Nel 2016 il dato è migliorato a una perdita procurata di 3,61 dollari. Un miglioramento pari al 13,22% è veramente scarso rispetto ai numeri di Facebook prima della sua IPO. Questo fa presumere che ci vorrà tanto tempo prima di vedere profitti, sempre che questi arrivino mai. La crescita degli utenti, simile a quella di Facebook, è di quasi il 57%. In questo caso però, se non si taglia drasticamente il costo per utente, o si aumenta il ricavo per utente, la crescita molto veloce degli user è destinata a mangiare il capitale della società. Se con Facebook i guadagni per utente salivano drasticamente, e ogni euro investito poteva con tutta probabilità ritornare moltiplicato, con Snapchat attualmente ciò non avviene.

Proviamo a fare una proiezione insieme, per capire quali possano essere delle performance ottimistiche per Snap Inc. nel 2017. Proiettando il tasso di crescita

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degli utenti giornalieri dell’anno passato, Snapchat crescerebbe nel 2017 a 226 milioni. Considerando invece un miglioramento doppio rispetto al 2015-2016 sul profitto per utente, registreremmo una perdita di 2,67 dollari per utente medio giornaliero, ovvero un altro anno con una perdita di oltre 600 milioni Per Snapchat, cioè non una bella previsione.

Snapchat ci sembra più simile ad una Webvan che a un Facebook, la sindrome GBF sembra evidente. Ma mancano ancora delle considerazioni per capire come trarre profitto e quando.

Il grafico qui sopra proposto fa una proporzione tra valore aziendale e ricavi. Qualora Snapchat confermi la sua valutazione da circa 25 miliardi di dollari, risulterebbe maggiore di quasi 62 volte rispetto ai ricavi... attenzione, non ai profitti, che abbiamo visto essere negativi. Facebook, la società più simile come business model, che cresce sicuramente più lentamente di Snapchat, ma non per questo è lenta, vale 12 volte il suo fatturato, Google 5. Considerando che Facebook e Google creano profitti giganteschi, possiamo asserire con tutta tranquillità che le probabilità di vedere un grosso ribasso sulle quotazioni di Snapchat sono molto alte.

Ricordiamoci inoltre che secondo le statistiche viste in precedenza, solitamente le IPO sono più deboli nei primi mesi, prima del lockup. Ciò ci farebbe preferire delle strategie che traggono profitto fin da subito scommettendo sul ribasso dell’azione piuttosto che sul suo rialzo, cosa che attualmente è poco probabile anche nel lungo termine. Inoltre ricordiamoci che nel caso ci sia mai un ribasso dei mercati, anche fisiologico, sono proprio le società poco solide come Snapchat a soffrirne di più.

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RIASSUMENDO Snapchat ha perdite in crescita

La perdita per utente di Snapchat diminuisce, ma lentamente

Concorrenza spietata e rallentamento nell’utilizzo e nei download di Snapchat

Valutazione Snapchat molto alta rispetto ai ricavi dell’azienda

I primi 6 mesi le IPO tendono a performare peggio rispetto ai mesi successivi

Mercati nuovamente vicini ad un ritracciamento o inversione pesano maggiormente su aziende poco solide

Mercato IPO florido e interessante, tante possibilità succose per il lungo

termine. Per trovare nuove IPO interessanti puoi andare direttamente sui siti degli exchange come questo

Alcune regole da rispettare prima di fare qualsiasi investimento:

Controlla bene i bilanci e cerca di capire a fondo il modello di business, confrontandolo con i concorrenti più vicini, sia in termini di innovazione che in termini di numeri, profitti, perdite, crescita della base clienti. Inoltre stampa le domande di Charlie Munger, appendile al muro e prova a rispondere ogni volta che vorrai comprare un’azione, in modo da essere cosciente della tua comprensione dell’investimento che ti appresti a fare, sia a livello tecnico che psicologico. Qualora questo tipo di investimento non faccia per te, qualora sia troppo complicato o semplicemente sia troppo presto per avvicinarti a questo mondo, ti ricordo che all’interno di www.moneysurfers.com trovi un’area piena di video gratuiti che ti aiuteranno ad avvicinarti al mondo degli investimenti... partendo da zero.

Alla Prossima Onda…

Enrico GarzottoCo-Fondatore Moneysurfers.com e ForexNation.org