E poi gli dirò! - Commedie Teatrali Italiane · 1 . Sipario chiuso.Le luci si abbassano, si alza...

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1 Sipario chiuso.Le luci si abbassano, si alza il vociare e le rumorosità tipiche della stazione Termini, annunci di treni in partenza, in arrivo, in ritardo … Dal centro del sipario esce il CAPOTRENO, un distinto signore di mezz’età. In mano un blocchetto nel quale sta annotando dei numeri, si toglie il cappello, si sistema i capelli, guarda l’orologio e si rimette il cappello in testa. Dal fondo della sala arriva sul palco GRAZIA, di bell’aspetto, dinamica ed elegante, trascina un trolley. Dopo aver preso posizione, la ragazza guarda e riguarda in direzione del treno, poi confronta le informazioni con quelle descritte nel biglietto e chiede conferma al controllore. Grazia è un medico, curata nell’aspetto e molto disinvolta. Ha il tipico atteggiamento delle trentenni dei nostri tempi, ancora non ha trovato se stessa, finge una certa determinazione nel rapporto con gli altri ma, di fatto, è volubile ed insicura. Non è affatto soddisfatta della sua vita poiché la vive in assenza di quel sentimento travolgente che vorrebbe la caratterizzasse. Si rivolge al capotreno con il tipico atteggiamento di chi ha tanti pensieri per la testa e fatica a metterli in ordine. Grazia: Questo finisce a Udine? Capotreno: No, ferma a Udine, finisce a Zurigo! Grazia: Si, insomma, volevo dire è quello per Udine … mi scusi … comunque devo prendere questo? Capotreno: Per Udine si! Grazia: Io a Udine devo andare, spero per ultima volta! Capotreno: (professionalmente rassegnato alle stramberie) E allora per l’ultima volta deve prendere questo! Grazia: L’avrò preso cento volte, consideri lei, sono tre anni che ci vado, quante volte l’avrò preso? Almeno cento, no? Il capotreno la guarda perplesso annuendo Grazia: Eppure tutte le volte, ho il timore di aver preso il treno sbagliato, evidentemente io, Udine, la rifiuto mentalmente … e so anche il perché! Ma lasciamo stare … (fa per salire sul treno)

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Sipario chiuso.Le luci si abbassano, si alza il vociare e le rumorosità tipiche della stazione Termini, annunci di treni in partenza, in arrivo, in ritardo … Dal centro del sipario esce il CAPOTRENO, un distinto signore di mezz’età. In mano un blocchetto nel quale sta annotando dei numeri, si toglie il cappello, si sistema i capelli, guarda l’orologio e si rimette il cappello in testa. Dal fondo della sala arriva sul palco GRAZIA, di bell’aspetto, dinamica ed elegante, trascina un trolley. Dopo aver preso posizione, la ragazza guarda e riguarda in direzione del treno, poi confronta le informazioni con quelle descritte nel biglietto e chiede conferma al controllore. Grazia è un medico, curata nell’aspetto e molto disinvolta. Ha il tipico atteggiamento delle trentenni dei nostri tempi, ancora non ha trovato se stessa, finge una certa determinazione nel rapporto con gli altri ma, di fatto, è volubile ed insicura. Non è affatto soddisfatta della sua vita poiché la vive in assenza di quel sentimento travolgente che vorrebbe la caratterizzasse. Si rivolge al capotreno con il tipico atteggiamento di chi ha tanti pensieri per la testa e fatica a metterli in ordine. Grazia: Questo finisce a Udine? Capotreno: No, ferma a Udine, finisce a Zurigo! Grazia: Si, insomma, volevo dire è quello per Udine … mi scusi … comunque devo prendere questo? Capotreno: Per Udine si! Grazia: Io a Udine devo andare, spero per ultima volta! Capotreno: (professionalmente rassegnato alle stramberie) E allora per l’ultima volta deve prendere questo! Grazia: L’avrò preso cento volte, consideri lei, sono tre anni che ci vado, quante volte l’avrò preso? Almeno cento, no? Il capotreno la guarda perplesso annuendo Grazia: Eppure tutte le volte, ho il timore di aver preso il treno sbagliato, evidentemente io, Udine, la rifiuto mentalmente … e so anche il perché! Ma lasciamo stare … (fa per salire sul treno)

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Capotreno: (stimandola da prima classe) Questa è la seconda classe! Grazia: Lo so! Prima, all’inizio, ero una sognatrice, volevo che tutto sembrasse un sogno … m’hanno svegliata e allora adesso sono sveglia … altro che sveglia … soffro d’insonnia, non dormo più! Capotreno: Capisco … Grazia: Tra quanto parte? Sul biglietto c’è scritto 19.54 … Capotreno: E’ in orario! Grazia: (come a lanciare la sfida) Allora alle 19.54 mi aspetto che parta! Capotreno: (sempre più perplesso) Anche io! Grazia: Lei sogna! Io, non più! Partirà alle 20.00, scommette? Il capotreno la guarda paterno Grazia: Tanto che saranno mai sei minuti di ritardo? A voi che vi frega dello stato d’animo di chi prende il treno? Voi che ne sapete dei motivi che inducono una persona a salire sul treno, a non vedere l’ora di arrivare, per andare incontro ad una gioia, ad un dolore, voi che ne sapete? Vi mettono quel cappelletto in testa e vi sbattono sul treno, senza nessuna preparazione … lei è in grado di capire perché uno sta partendo!? Capotreno: Io sono convinto che sia sempre meglio farsi … pardon (riprendendosi dalla spontaneità) essere discreti … Di gran carriera dal fondo della sala arriva PUNTO, una valigia in mano. L’uomo è trafelato, preoccupato ha il timore di trovarsi di fronte ad un evento più grande di lui. Punto è il tipico buon ragazzo con predisposizione spiccata al contatto umano, generoso e altruista. La sua positività, però, è stata messa a dura prova dal corso della vita, gli accadimenti, tuttavia, hanno appannato il suo bel carattere ma non l’hanno mutato. Punto: Aspetti, aspetti, eccomi, c’ho il biglietto, il supplemento tutto a posto, aspetti, per l’amor di Dio, aspetti, sono anche passato alla biglietteria centrale per cambiare la prenotazione … aspetti …

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Capotreno: Faccia con calma … tranquillo … Punto: (riprendendo fiato e guardando il treno come un amante imprendibile) E’ da oggi alle tre che provo a prendere sto treno … anzi per la precisione dalle 14.54, dico bene? Quello del pomeriggio non parte alle 14.54? Capotreno: Si Punto: Poi ce n’è uno alle 15.54, uno alle 16.54, uno alle 17.54, uno alle 18.54 … Capotreno: (sforzandosi di essere rassicurante) Uno ogni ora, non si può sbagliare! Punto: Infatti, uno ogni ora! (sovvenendogli la possibilità di sintesi) Mica c’avevo pensato! Il primo è partito in anticipo, si, io c’ho talmente tanto culo che riesco a perdere i treni perché partono prima di me! Di solito uno lo perde perché arriva tardi, io sono arrivato in orario e il treno era già partito Capotreno: Ma come era già partito?! Ah, si è vero, ho sentito che è partito qualche minuto prima, c’era necessità di liberare il binario per fare entrare un treno inatteso … ma d’altronde è consentito! Punto: Ah, è consentito? Gli altri l’ho persi per colpa mia! Prima sono salito su un altro treno … (notando la perplessità del suo interlocutore) Erano uguali, identici, su quello giusto c’era addirittura scritto con il pennarellone nero, sotto al finestrino, “Sirio frocio” Vado al bar torno, mi sbaglio e mi metto dall’altra parte del binario, c’era un treno (sottolineando la parola uguale) uguale, fermo, in partenza, qualcosa non mi tornava, però sotto al finestrino leggo: “Sirio frocio”, allora è questo! Invece no! Capotreno: Ho capito, però, pure lei, ce ne sono altri di sistemi per capire se il treno è giusto, si basa su una scritta … Punto: (un po’ risentito) Mica c’era scritto: Mario frocio, che ce ne stanno duemila, di Mario e di froci, Sirio frocio, quanti ce ne possono essere, di Siri, di froci e che girano intorno alla stazione? Il campo si restringe! Eppure io ho beccato o due Siri froci o un unico stronzo che l’ha scritto su due treni … Sapesse quanto so incazzato co sto Sirio, ma mica perché è frocio, perché m’ha fatto arrivare a Terni, sono dovuto tornare indietro e ho perso gli altri due! In tutto sto casino, ho perso pure il borsone!

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Capotreno: Faccia un salto all’ufficio oggetti smarriti e chieda se è stato riconsegnato! Punto: No! Io da qui non mi muovo! Borsone o non borsone io devo partire, questa sera devo stare a Milano! Mi faccia un favore, ci faccia un salto lei, caso mai io gli sto qui un attimo, che devo fare? Capotreno: Non si può …questo non è consentito. Punto: Tanto, per quello che c’avevo dentro: un paio di calzini, due mutande, un asciugamano. Devo stare via una notte, che mi dovevo portare? Capotreno: E allora lasci perdere … Punto: E infatti, mi dispiace solo per il borsone, era un regalo! Punto entra nel treno Il capotreno, dopo aver fatto un sorriso fatalista, fischia, le luci si abbassano, si sente il rumore del treno che parte, il sipario si apre. Quando le luci si riaccendono siamo all’interno di uno scompartimento del treno dove due ragazzi SIRIO E ANNA seduti ai loro posti leggono, il primo un giornale, l‘altra un libro. Punto: (indicando i posti) Liberi? (poi cercando il campo con il telefonino) I due fanno un cenno affermativo, Paolo anche un saluto orientale. Punto si accomoda Punto: Scusate, da fastidio il fumo? I due annuiscono essenziali Punto: Fumo poco, ogni tanto qualche sigaretta, magari dopo il caffè, oppure dopo pranzo, a me per esempio se dopo il caffè non c’ho la sigaretta, posso pure fare a meno, ma dopo pranzo, se non c’ho la sigaretta impazzisco, devo fumare, altrimenti non mi sento sazio (visto il disinteresse dei due, tra se) non ve ne frega un cazzo … ma era cosi, per rompere il ghiaccio! Dopo pochi istanti sopraggiunge Grazia con il suo solito contegno Grazia: Qui si fuma?

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Punto fa con discrezione un cenno negativo Grazia: Bene! Posso? Punto: Prego! Grazia: Tanto non mi siedo, giusto per poggiare i bagagli … se mi siedo mi addormento, il movimento, dico, mi culla e mi addormento, una volta che dormi, zac e ti fregano la borsa … mai dormire, ma proprio nella vita, mai dormire, mai abbassare la guardia, altrimenti zac e ti fregano … me lo dicevano, non ci credevo, io tranquilla, sognavo, che cretina! Ma ho imparato, appena ti addormenti … (improvvisa e repentina) zac e ti fregano … giuro! E fumano! Appena si addormenta chi non fuma, gli altri fumano! Punto: (un po’ impaurito)Ho capito! Non bisogna addormentarsi altrimenti zac e ti fregano! Grazia: Bravo, lei ha imparato subito, per me ci sono voluti anni … Punto: Va be, non è difficile, zac e ti fregano, che ci vuole?! Grazia: E fumano! Tutti furbi! Anche se dormo, la puzza di fumo la sento lo stesso, mica dormo con il naso! Punto: Certo, se da fastidio, mica che uno dorme … con il naso! Grazia: Siete insieme? (riferendosi alle altre due persone) Punto: No … Grazia: Voi siete insieme? I due molto gentilmente, con un sorriso, fanno cenno di no e continuano la loro lettura. Grazia: E’ partito puntuale, strano, stranissimo … Punto: Uno addirittura in anticipo! Ormai uno si abitua a qualche minuto di ritardo se ti parte puntuale è una fregatura! Grazia: Questo poi è sempre in ritardo! Lo prendo da tre anni, tre anni di ritardi, lei pensi a quanti minuti di ritardo ho accumulato in tre anni di viaggi su questo treno, ore, giorni di ritardo, settimane! E’ anche da queste cose che avrei dovuto capire che avevo preso la strada sbagliata, ma io dormivo e …

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Punto: E zac … t’hanno fregata! Grazia: Magari un po’ meno…. Punto: E’ vero, scusi, è che alle volte non mi rendo conto che … È un po’ troppo, vero? Grazia: Chi me le ridarà mai quelle ore, quei giorni, quelle settimane … chi? Punto: Non lo so, provi a chiedere … non lo so … io oggi ho perso quello delle 14.54, delle 15.54, delle 16.54 … insomma uno ogni ora, tutti quelli prima di questo! E ho perso pure il borsone sull’altro treno che ho preso per sbaglio … si perché leggo sul finestrino … Anna: Forse non lo dovevi prendere? Punto: Cosa? Anna: Il treno! Punto: Dovevo perdere pure questo? Anna: Non dovevi proprio partire! Punto: (impreparato) E come faccio?! Devo andare a Milano per lavoro … Anna: Sei portatore di negatività, se dovesse succedere qualcosa, la colpa è tua, hai energie negative, codici sbagliati, lo sento! Ti andava Giosuè? Punto: Chi? Anna: Tu, nella comunità sei Giosuè! Allora, ti andava? Punto: Di che fare? Anna: Di partire! Punto: M’andava o non m’andava, m’hanno chiamato! Quand’è cosi … prendi e parti! Anna: Il tuo corpo cosa ti diceva? Punto: (la guarda perplesso) Non gliel’ho chiesto, lo preso e l’ho portato con me! Dai! Andiamo a Milano!

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Anna: Sei molto lontano, credimi … lontano da te stesso, dal tuo volere … impara a leggere i codici, spesso sono cosi vicini a noi che non li vediamo ma indicano la strada! Punto: (a disagio) Vado a vedere se c’è un posto ai fumatori … io fumo … con permesso … Anna: Vedi Giosuè, lo intossichi … non lo rispetti, forse l’hai già perso! Punto: Cosa? Anna: Il corpo! Punto: Pure quello?! Anna: L’hai detto tu! Punto: No, dicevo del borsone … no il corpo si è il mio, sono sicuro, io sono questo! Anna: Sicuro? Punto: Certo! Lei bisogna che segue, o ascolta o legge il libro, due cose insieme non si possono fare Passa il capotreno Punto: Capo, sicuro che questo va a Milano, si … non è che quello per Lourdes?! Capotreno: Firenze, Bologna, Milano, Torino e poi … Punto: Basta che va a Milano, io scendo e sto a posto cosi! Entra Antonio, sta parlando al telefono Antonio: E’ partito adesso, considera tu … (fa un cenno con la testa indicando il posto) Libero? (posa sul sedile il suo piccolo bagaglio) Come ti senti? Bene, bene, quanto pesa? Bello di papà … mi somiglia? Non si vede ancora … … … senti, i capelli come ce li ha? Non ce l’ha! Ma che fa? Piange? Dorme? Ride? Non fa niente!? Sta immobile ?! Gli occhi di che colore sono … ce l’ha chiusi! Ma è vivo si, è nato vivo! (segnale disturbato) Non tanto

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Antonio, preso dal discorso, si muove, Punto l’osserva Punto: Ti devi mettere in questo punto preciso, altrimenti cade la linea … Antonio: Ah, grazie … (poi ripensandoci) Scusa è … ma questa è una cazzata … Punto: Perché? Antonio: Perché il treno si muove, quindi che mi rappresenta stare fermi in un punto … Punto: Io ti dico che è cosi, poi fai come ti pare … Antonio: (al telefono) No, scusa Ylenia, ma era per chiarire con il signore che mi voleva prendere in giro … (si sposta) … Ylenia … Ylenia, ti sento malissimo … va e viene … Punto lo guarda beffardo Antonio: (al telefono) Si dovrei tornare al punto di prima … ma non gli voglio dare la soddisfazione! Anna: Da fastidio se purifico l’aria con del sandalo? Gli altri fanno un cenno che denota le loro perplessità Anna: E’ ottimo per la meditazione, per la purificazione … (lo accende) Fa bene a tutti … Il capotreno di passaggio Capotreno: Signori, non si fuma, grazie … Punto: No, è sandalo, fa bene! Anna: Fa bene a tutti! Punto: A tutti, guardi, pure a lei se vuole sniffare, prego … Anna: No Giosuè, non si sniffa, si respira … Capotreno: Eh, Signor Giosuè!

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Punto: Chi è Giosuè ?! Capotreno: Lei Punto: Ma no, è questo che mi chiama Giosuè Capotreno: Biglietti! Tutti mostrano i propri titoli di viaggio, tranne Paolo e Sirio Capotreno: Signore, biglietto Anna: (con grande naturalezza, anzi quasi meravigliandosi della richiesta) Non ce l’ho … Capotreno: Come sarebbe? Anna: Non ce l’ho … non posseggo soldi … Capotreno: Devo farle la multa! Anna: Prego! Capotreno: Potrei anche invitarla a scendere! Anna: Non posso, sono zen, devo seguire la mia strada, Loris! Capotreno: Dunque, a parte il fatto che non mi chiamo Loris, lei sarà anche zen ma io sono un capotreno e devo seguire la mia! Anna: Respiri il sandalo Capotreno: Mi firmi il verbale! Punto: No! Il biglietto ce l’avevo nel borsone .. e adesso? A no l’ho rifatto! Eccolo, ho perso tre treni e fatto due biglietti per prendere questo … Sirio, per ultimo, consegna il suo biglietto al capotreno che lo legge con attenzione Capotreno: Questo è di prima classe, perché sta in seconda? Sirio: Preferisco! Più discreta …

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Capotreno: Come vuole! I titoli di Grazia e Antonio, sono regolari, il Capotreno saluta e procede Capotreno: Non esageri co sti zampironi che poi la gente si lamenta! Anna: Stia tranquillo, sono zen, i segni mi indicano la misura delle cose! Capotreno: Questo vuole fare la polemica … ma io lo lascio perdere … Grazia si rivolge a Sirio Grazia: Anche io viaggiavo in prima classe! Prima … per quello che sto vivendo adesso, la seconda va benissimo … sarei fuori posto altrimenti, faccio una vita di seconda classe, sono una donna di seconda classe … e allora eccomi in mezzo a gente di seconda classe, la mia dimensione! Antonio: Si riferisce a noi, abbiamo la faccia da seconda classe? Punto: Infatti, ma neanche ci conosciamo bene … come si permette? Poi io sto cosi perché ho perso il borsone, senno di solito c’ho na faccia a cinque stelle … (ride divertito) Grazia: No, scusate, non volevo offendervi …con tutto il rispetto… era più che altro contro me stessa …sapeste cosa sto passando … Antonio: Succede! Punto: Infatti! Grazia: E’ un anno, un anno intero che non dormo neanche cinque minuti … non ce la faccio è più forte di me … appena m’addormento mi viene il panico … Punto: Io, invece sarà sto sandalo, sto dondolio del treno, mi sta prendendo un abbiocco … Grazia: Stia attento! Punto: No, infatti, è per paura de zac … e te fregano … e c’è sempre qualcuno che fuma! Antonio: Che sarebbe?

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Punto: Una cosa nostra … Antonio: Ah…una cosa vostra. Dove state andando? Punto: Io a Milano, la signora non lo so … Antonio: Ah, non state insieme! Grazia: Per carità! (poi accortasi) Non per lei, mi scusi, ma io ho chiuso proprio con gli uomini, anzi meglio sto chiudendo, vado a chiudere … Punto: (accortosi che deve parlare) Vado a Milano … mi ha convocato l’editore, sono un giornalista, cronaca nera … rapine, spaccio, sequestri, omicidi … Antonio: Come mai a Milano, successo qualcosa? Punto: Non lo so, mi hanno convocato, pensi che sono talmente agitato che ho perso il treno, ho perso il borsone, il biglietto … no quello poi l’ho ritrovato … (sul finire di battuta prende un panino dalla busta e sta per addentarlo) Anna: (dopo aver preso il panino di Punto lo) No, questa è pazzia! Pane al latte vaccino e proteine del maiale … quanta morte c’è qua dentro? Quanta sofferenza? (lo addenta) Non farlo Giosuè, non farlo … Dopo un attimo di silenzio, Antonio lo guarda preoccupato Punto: (ad Antonio) No è zen! S’incazza se fumo, si mangia il panino mio, poi accende il sandalo, non c’ha il biglietto, fa un po’ come cazzo je pare, ma tanto è zen (poi a Paolo) Io vedo che però te lo mangi con tutta la sofferenza che c’è dentro! Anna: Io ho finito il percorso, tu devi iniziarlo! Sei quasi pronto, stai per ricevere un segnale … Grazia: Io ne ho ricevuti tanti, eppure non li capivo … ecco perché sto ancora in questa situazione, pare brutto se mi fumo una sigaretta?! Punto: No anzi, me la fumo pure io … Paolo prende una sigaretta dal pacchetto di Punto

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Anna: (con espressione tranquillizzante) Ho finito il percorso, tu non distrarti guarda i codici! Stanno fumando tutti tranne Sirio

Sirio: Scusate, da fastidio il fumo? Gli altri fanno cenno di no. Allora anche Sirio tira fuori una sigaretta e l’accende Grazia: Impantanata nel fango … ecco come sto … ma lasciamo stare, lasciamo stare … (ad Antonio) Le è nato un figlio, sta andando da sua moglie? (e gli sputa addosso il fumo della sigaretta) Antonio: (disinvolto nonostante l’invasione di fumo, replica sarcastico)Se mi prende pieno in faccia con il fumo, altrimenti non mi da fastidio! (poi tornando al discorso) Si, dalla mia compagna, in Svizzera, ha voluto partorire a casa sua, si sentiva più sicura … Punto: Che bello, sei diventato padre … bello! Antonio: Si! Patrick, un maschietto … dice che non fa niente, sta zitto … non c’ha i capelli! Grazia: E infatti, voi iniziate a sbagliare quando fate! Perché fate? Chi vi chiede di iniziare le storie se non siete convinti? Antonio: Adesso tu sei condizionata perché t’è andata male questa storia … Grazia: Ah, ci diamo del tu?! A me sta bene, siamo tutti giovani…beh…insomma quasi tutti… sta bene a tutti darci del tu? Gli altri annuiscono Punto: Ma no! Assolutamente! Anzi…visto che dobbiamo fare il viaggio insieme, diamoci del tu, siamo tutti giovani! Apro un birrozzo, ce lo beviamo, però non c’ho i bicchieri, se non vi schifate … Grazia: Volentieri … Punto apre la birra la passa, per galanteria, a Grazia che si attacca alla lattina e la manda giù tutta di un fiato Grazia: Fresca! Frizzante …

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Punto: Io tanto ne avevo bevuta una al bar, manco m’andava adesso! Anna: E poi è alcool … Punto: Non fa bene? Anna: E’ come il fumo … ti punisce, ti allontana dall’armonia … e poi? Punto: E poi? Anna: C’è sofferenza! Punto: Ma era un birrozzo! Anna: Soddisfa il tuo egoismo umano, il tuo piacere immediato, ma non il tuo corpo … Antonio: Come state messi, voi zen, con il sesso? Anna: Poco, perché allontana … Punto: Ma può essere che io do l’impressione di essere zen?! Perché è un periodo che non si batte un chiodo … Grazia: (con il telefonino in mano) Spento! Sa che devo arrivare, mi spegne il telefono, e mette la segreteria, che significa? Antonio: Che magari è impegnato! Grazia: (concitata)Sempre? Perennemente? Lo lascio per questo! Si, perché lo lascio, vado per questo! Fidanzati da tre anni, ci siamo conosciuti a Udine, vado li per un convegno … Punto: Sei medico? Grazia: Dentista! Punto: Che c’hai lo studio a Roma? (quasi mostrandole il punto interessato) M’è saltato un ponte, magari ti vengo a trovare … Grazia: Quando vuoi!

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Punto: Io quando conosco un medico, qualsiasi, mi viene subito di farmi visitare, non lo so perché … Grazia: Pure lui è dentista … (per evidenziarne la superficialità) molto distinto, gentilissimo! Al convegno avevano fatto un casino con le stanze, morale della favola mi avevano sistemato in un albergo lontanissimo, lui di una disponibilità unica, ma falso, adesso lo so, mi mette a disposizione casa sua e va a dormire da un amico, che signore! Non ci sareste cascati anche voi? Scusate se ne parlo, ma ho bisogno di sfogarmi … Antonio: Prego figurati! Punto: Se vuoi io c’ho un’ altro birrozzo, lo reggi? Grazia: No grazie, prima di salire mi sono bevuta anche una sambuca … Punto: Ssh, ma che sei matta lo zen s’incazza … questi vivono sereni loro, ma rompono i coglioni al prossimo … Grazia: Fatemi ridere che ne ho bisogno! Antonio: Insomma, lui ti da casa e va a dormire da un amico … mi sembra un buon inizio? Grazia: L’ho pensato anche io, la mattina mi viene a prendere, prima di salire telefona, e mi porta la colazione … la sera andiamo a cena in un posto bellissimo e mi accompagna a casa … Punto: E’ rimasto! Grazia: Sempre dall’amico! Antonio: Giusto … Punto: Era zen!? Grazia: Poi, mi fa tutto un discorso (ne enuncia con tono enfatico i capisaldi), si sente pronto per la famiglia, vuole costruire qualcosa, vede in me la persona giusta … dammi la possibilità di conoscerti meglio … Ero convinta di aver trovato finalmente il mio principe azzurro! Anna: E quindi?

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Grazia: Ecco ci arrivo … ci mettiamo insieme, i primi tempi tutto bene … (poi pensando a quanto sarebbe lunga tutta la storia) riassumo o racconto per esteso? Anna: Racconta! Punto: Riassumi che io a Milano scendo! Antonio: Di le cose più importanti! Grazia: I primi tempi tutto bene, poi dopo un anno e mezzo gli chiedo qualcosa di più, andiamo a vivere insieme, pensiamo a qualcosa di serio … Antonio: Dove eventualmente a Roma o a Udine? Grazia: Mi sarei anche trasferita, ma lui dice che Udine non è una città per donne che lavorano … Sirio: Mi pare una grandissima stronzata! (poi rientrando nel suo silenzio) Scusate, non mi sono neanche presentato, mi è venuto di getto. Piacere, Sirio! … Punto: (dopo averlo fissato per un istante) Come ti chiami? Sirio: Sirio! Punto: Con le donne come stai messo? Sirio: In che senso scusi? Punto: No perché ho letto di un Sirio … che girava voce … m’ha fatto perdere il treno! Sirio: Non sono io, ci siamo conosciuti solo adesso! Antonio e Grazia di contro scena hanno continuato a parlare, al termine dello scambio tra Sirio e Punto riprendono la scena Grazia: E via con altre mille scuse del genere … che poi l’ho capito in un secondo momento che erano scuse, all’inizio ci credevo … Anna: Ci volevi credere! Grazia: Si insomma, fatto sta che l’ho bevute …

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Anna: Avevi bisogno di berle … Grazia: Ero illusa! Anna: Sei illusa … Punto: Saranno cazzi suoi! Lasciala parlare … non c’hai manco il biglietto, te sei fatto il panino mio, dovresti scendere … Anna: Quanta violenza Giosuè! Perché? Grazia: Ora ho le idee molto più chiare, l’unica cosa da farsi è lasciarlo … non vuole una famiglia, non vuole venire a Roma, non mi vuole a Udine … Punto: Non è che c’ha n’altra, no!? Grazia: Non mi meraviglierei più di niente! Comunque a questo punto non mi interessa, da domani non sarà più un mio problema … Antonio: Lo lasci! Grazia: Vado lo lascio, dormo in albergo e domani mattina torno! (ed esce) Punto: Beata te! (dopo qualche istante) Ha le idee cosi chiare, io non so che aspettarmi, però gli indizi sono negativi, ho perso tre treni, pure il borsone! Anna: Se vuoi affrontiamo il tuo problema tutti insieme, guidati da me! Punto la guarda interrogativo Punto: Ma quale problema? Anna: La tua impotenza sessuale! Punto: Ma che sei scemo?

Anna: Ascoltati, usi tutti superlativi: il birrozzo, il borsone … tu hai il complesso di averlo piccolo, allora tendi ad accrescere tutte le cose di genere maschile! Comunque sappi che sei tu che lo vedi piccolo, non è lui piccolo! Antonio: Verissimo! Punto: Pure tu te lo vedi piccolo?

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Antonio: No, dico verissimo, perché sono un andrologo! Punto: Dove c’hai lo studio? Antonio: A Roma! Punto: Ti vengo a trovare, devo farti un sacco di domande! Antonio: Te lo dico subito, non esiste una misura standard! E’ come il numero di scarpa, può variare al variare dell’altezza, della conformazione fisica del soggetto, esistono tutta una serie di parametri, poi magari te li spiego in un’altra sede … Punto: Quindi se uno dice chissa’ se sto nella media… Antonio: Te l’ho appena detto…non esiste un criterio scientifico, esistono dei metodi che sono poco piu’ di un gioco…sistemi empirici, tipo questo, ecco…apri il plmo della mano cosi ( tiene chiuse tutte le dita tranne il pollice ed il mignolo) Punto esegue Antonio: Questa dovrebbe essere la tua misura, dovrebbe e, prendilo come un criterio di massima … Punto: Adesso non mi ricordo ma mi sembra che occhio e croce, ci siamo! Sirio, cha ha ascoltato discretamente tutto il discorso, in silenzio, con la massima discrezione si alza Sirio: Permesso, scusate … (poi sul corridoio al controllore che sta passando, in estremo sotto voce) Scusi il bagno … Capotreno: Ce ne sono due, uno in fondo prima del bar, un altro in testa al vagone … Via Sirio imbarazzato Antonio: C’è questo luogo comune da sfatare, il piacere sessuale che si provoca alla donna non dipende dalla lunghezza ma dalla conformazione! Punto: Sirio,torna qui, non conta la lunghezza …ma la conformità!

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Antonio: E’ la conformazione, non la conformità! Grazia: Vi dispiace se cambiamo discorso, non mi sento molto partecipe … (a Punto) Poi magari prendi un appuntamento e vai a studio …

Antonio: Insomma hai perso il borsone, quella è proprio una seccatura! Punto: (prima di usare i diminutivi guarda sempre Paolo) Ma guarda per il borsino … me l’avevano regalato … dentro non c’era niente! Però era un regalo importante, ci tenevo proprio! Antonio: Beh ci credo, una persona cara? Punto: Si, il benzinaio, Bruno! Pensa chi è quest’uomo: hai visto quelle raccolte di punti, quelli che danno quando fai benzina, cambi l’olio … Beh io avrei avuto i punti per prendere il portachiavi e invece Bruno (quasi commosso) … m’ha dato il borsone, è stato carino dai!? Antonio: Ma … intendevo un regalo, questa era una raccolta di punti … Punto: Era l’unico regalo che c’avevo! Per questo ci tenevo tanto! Antonio: Certo! Punto: Ti sembrerà strano ma io la sera quando m’addormentavo, mi guardavo la borsa e pensavo che Bruno … mi voleva bene! Rientra Sirio, malcelando il suo imbarazzo e facendo finta di non accorgersi che tutti lo guardano, soprattutto Punto. Sirio ha la lampo dei pantaloni evidentemente aperta, un lembo della camicia, infatti, fuoriesce dalla patta. Punto: Com’era il caffè, lungo o corto? Sirio: Buono! Punto: (indicando la zip aperta) Che avete fatto un goccetto per uno, un po’ te un po’ lui!? Sirio: (tirandosi su la zip) Giuro che non sono andato in bagno! Sirio accusa il colpo e non avendo risposte si siede mestamente. Punto giustifica la sua sagacia. Punto: Ma si, io scherzo mi piace stare in mezzo alla gente, di solito sto solo!

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Grazia:Io, pure da un po’ di tempo, ma per scelta, vedo tutti molto superficiali! Sempre con rispetto parlando… Punto: Io mi ci sono ritrovato! Mio padre è sparito … Mia madre è ricoverata da 12 anni, dopo il mio diploma s’è ricoverata … una depressione irreversibile!Diceva di sentirsi inutile! Quando sono andato a dirle che ero stato assunto al giornale, ha tentato il suicidio! Se mi dovessero promuovere chi le dice niente! I miei fratelli … Grazia: Hai pure fratelli? Punto: Sette! Mio padre voleva la femmina! Io dovevo essere femmina, mi sarei chiamata Grazia: Biancaneve… Punto: Maria Sole…e quando sono nato, mio padre per il dispiacere è scappato da casa! E adesso sono tutti incazzati con me perché dicono che ho fatto scappare papà! Grazia:e tu che colpa ne hai? Punto: Infatti!i medici avevano detto che ero una femmina e tutti si aspettavano Maria Sole! … una tragedia quando hanno dovuto dire che ero maschio … neanche il nome mi volevano mettere! Sirio: Poi però evidentemente te lo hanno messo… Punto: Mio padre ha giurato che da quel momento avrebbe chiuso con quella vita e cosi m’ha chiamato Punto! Antonio: E tu adesso ti chiami Punto? Ah, quindi non ti chiami Giosuè? Punto: Ma che Giosuè, è questo che da i nomi … Annuisce Grazia: Povero Punto! Ma amici ne hai? Punto: Ma io faccio il reporter di cronaca nera..sempre presso alla notizia, c’ho orari strani come faccio? C’ho pure mamma in quelle condizioni … Antonio: Certo sei proprio solo! Punto: C’ho Bruno!

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Il treno passa sotto una galleria. Buio Capotreno: Siete saliti tutti a Roma? Grazia: Si … Capotreno: (a Anna) Ha trovato i soldi per il biglietto? Altrimenti alla prossima stazione scende e paga la tratta! Anna: Non li avevo prima, come potrei averli adesso, chi può avermeli dati il vento? Capotreno: Allora si prepari che a Firenze scende e la devo accompagnare al posto di Polizia! Anna: Lei ha dei chakra pigri Loris … Capotreno: Senta le ho già detto che non mi chiamo Loris … Punto: Non si chiama Loris, capito!? E basta adesso su … (rivolto al Capotreno) Il signore si chiama? Capotreno: Puccio! Punto: Oh .. Puccio … (poi pensandoci) Ma non era meglio Loris, che dice? Capotreno: No, Puccio! Punto: Allora Signor Puccio, quanto costa sto biglietto? Capotreno: Dove deve arrivare? Anna: A Milano! Capotreno: 39euro più la multa 49euro … se continua a chiamarmi Loris, diventano 60! Punto: Allora facciamo una colletta noi … cosi sta storia si risolve … Anna: Grazie allievo! Punto: Allievo di chi?

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Anna: Mio! Sei un mio allievo … sulla strada per la felicità! Ti segno la testa, avvicinati senza timori … Punto: Per adesso segnati che ci devi ridare 15euro a testa con lo sconto! Anna: Ti darò molto di più! Hanno già dato i soldi al capotreno che ha emesso il biglietto per Paolo. Grazia sta facendo le prove di dialogo con il suo fidanzato, il suo atteggiamento è molto concitato, gesticola vistosamente e parla senza interruzioni. Antonio: E’ decisa! Punto: Ha ragione! Io invece sono cosi agitato, chissà questo che vorrà! Magari mi deve promuovere, oppure spostare di sede … c’ho un’ansia! Antonio: A chi lo dici! Punto: Tu stai diventando padre, devi essere contento! Antonio: Si … perché no! Punto: A me ogni tanto mi è capitato di pensare: chissà che faccia avrà mio figlio … come sarà … tu tra poco lo vedi … Antonio: Si, no, infatti … io però non c’avevo mai pensato ad avere un figliob in questa situazione, con questa donna, in questa circostanza.. Punto: E’ tanto che sei sposato? Antonio: Non sono sposato! Punto: Convivi? Antonio: Neanche! Punto: Fai solo figli! Antonio: E’ la prima volta che mi capita! M’aveva detto che non li poteva avere … invece … Punto: Tanto che vi conoscete?

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Antonio: 11 mesi … Punto: Nove è stata incinta, due? Antonio: Dopo due mesi! Sirio: Pochi… Punto: Perché? Dipende dai punti di vista. Sirio: No, me lo lasci dire…sono eticamente e cristianamente pochi. Punto: Lei che lavoro fa? Antonio: La modella. Punto: La modella! Chissà che bella ragazza! Antonio: Beh…si…in effetti… Punto:Eh…le modelle…con tutte le misure al posto giusto… Antonio: Sono donne…non armadi a muro… Punto: Come vi siete conosciuti? Antonio: Me l’ha presentata un mio amico chirurgo plastico Punto: Ma è vero che le donne sono tutte rifatte adesso? Sirio: Da lei questa osservazione me l’aspettavo. Lei è il classico uomo medio che fa queste riflessioni da uomo mediocre…ma glielo dico con simpatia sa? Lei è il classico uomo medio: simpatico, un po’ soprappeso, con un’incipiente calvizie che dice cose scontate, che fa affermazioni di poco spessore…

Punto: Ma un andrologo quanti pazienti c’ha? Chi va dall’andrologo? Antonio: Chi ne ha bisogno! Punto: Non c’avrei mai pensato: fammi andare dall’andrologo … mi sembra uno che studia i dinosauri … gli uomini primitivi …

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Antonio: Se ci pensi come la donna va dal ginecologo, noi maschietti, dovremmo andare dall’andrologo … Punto: Senti, pensavo … Sirio: (immediatamente) Beh no, pensavo non è proprio il verbo giusto per una persona come lei … lo dico con simpatia! Punto: (dopo un secondo di sopportazione) Dicevo … Sirio: Meglio, meglio … Punto: Perché non hai fatto il ginecologo? Già che c’avevi la laurea, ma chi te lo fa fare a vedere tutti quei cosi? Io se avessi fatto il mestiere tuo, visitavo tutti vestiti: “non è niente, non è niente, poi passa da solo …” Ovviamente è una battuta … Sirio: Ma non lo so mica tanto, nel suo caso … Antonio: (divertito a Punto e riferito a Sirio) Sinceramente come lo vedi? Sirio: (divertito anche lui) Ehi, salve, sono qui! Punto: C’hai presente quel gioco, il Sapientino … che sulla scatola cìè quella faccia da colgione con gli occhialetti? Gli somiglia!? Sirio: Ma dai paffuto, non se la prenda … Punto: (ora basta) Ma tu che vuoi da me! Sirio: Amicizia! Grazia: Posso dire una cosa? La posso dire … Antonio: Prego! Grazia: Molti uomini sono precoci … Anna: E’ una questione di segni e di codici! Antonio: In che senso? Anna: I segni ti indicano i codici negativi che s’immettono nelle nostre energie e danno problemi sessuali … io le sento queste cose … prendiamo il

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caso del nostro amico Giosuè (indicando Punto) ha una serie di problemi sessuali … Punto: (meravigliato) Neanche uno, addirittura una serie … Anna: (lo testa) Alza un braccio … fai resistenza … lo vedi hai una dispersione di energia … Punto: Possibile che non me ne sono mai accorto … Le luci si abbassano, la musica si fa censiva, Anna inizia una strana danza, poi si rivolge a Punto, e inizia a pulirlo di tutte le impurità … Anna: (muove le mani in direzione di Punto) Perdonati, Giosuè! Adesso ti ho tolto dei codici, tra qualche giorno riceverai dei segnali e starai meglio! Punto: (ad Antonio) Ma può essere? Antonio: (soprassiede) Non lo so! Punto: Dice che mi devo perdonare … ma di cosa? Tu che sei un medico che dici? Antonio: Sono un medico, mica un prete! Punto: (ad Anna) Se per favore adesso lasciami stare … Anna: E chi lo salva il mondo, chi insegna a leggere i segni, chi forma gli allievi? Antonio: (estrae il telefonino) Porca miseria è scarico … adesso come faccio? Punto: Prendi il mio! Antonio: Grazie (prende il telefono è vede che è spento. Spinge il tasto di accensione) Digitare Pin … Punto: 3202 … Antonio: E’ errato! Punto: 2302

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Antonio: Pin errato … Punto: Aspetta, fermo c’abbiamo un solo tentativo, poi la scheda esplode … Antonio: Io sto fermo dimmi te! Punto: Mannaggia non me lo ricordo … (poi piano, piano, si volta verso Anna che dorme) Non è che quando m’ha levato i codici, m’ha levato pure questo!? (la scuote) Che faccio chiamo il controllore? Antonio: Stai calmo, cerca di ricordartelo … Punto: E che me ricordo, me l’ha fregato! (ripete gli stessi gesti che aveva fatto Anna) Antonio: Ma che fai? Punto: Me lo riprendo … il fatto è che va a sape’ dove l’ha messi …. Antonio: Che numero era? Punto: Che numeri ho detto? Antonio: Mi sembra 3202 … Punto: Il numero di punti per prendere la Moka reale con il concorso Agip! Antonio: Poi 2302 Punto: 23 Febbraio, la festa di Bruno … no … allora, allora, il codice è: 2203! Antonio: Lo faccio? Punto: Fallo! Antonio: Era questo! 2203 … allora approfitto! Punto: Vai, vai tranquillo … Sirio ha 35/40 anni, un’età giovane ma poco definibile. E’ molto manierato, ma il suo atteggiamento, le sue movenze sono a tratti enigmatiche, inquietanti alle volte, tipiche di chi nell’infanzia ha dovuto subire un’educazione violenta, frustrante e ne ha derivato, una volta

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adulto, paura e sospetto per tutto il mondo circostante. La sua condizione sociale è decisamente borghese, il suo stato, benestante ma per rendita. Figlio di un notaio e di una nobildonna ha ereditato una gran fortuna e campa di rendita senza alcuna iniziativa propria, nei confronti del sesso femminile nutre una maniacale curiosità, tipica di ha vissuto poche esperienze e ne ha immaginate tante. Antonio si è allontanato per parlare al telefono. Grazia si è addormentata. La posizione lascia intravedere in maniera generosa le sue gambe. Punto sta facendo le parole crociate, dal suo contegno si capisce che non riesce a scriverne una. Sirio si avvicina Punto: (tra se) Mi hanno detto che il segreto è iniziare dalle più facili!Cattedrale di Milano Sirio: Non le hanno detto un altro segreto che senza la penna non si può giocare ( e gli passa la penna) Sirio: Faccia questa, uno orizzontale: grosso cane della marsica – pastore Punto: Dov’è? Sirio: Qui, pastore, e … questa sembra una i, poi non ci ritroviamo ecco … Punto: (con il chiaro intento di congedarlo) Grazie! Cattedrale di Milano Sirio: (sempre sbirciando la settimana enigmistica) Adesso questa: vola senz’ali – aquilone Punto: (mal tollerando) Dov’è!? Ne stavo facendo un’altra … Sirio: Si, capisco, ma il gioco ha una sua logica … scriva qui, aquilone … e, sembra sempre una i, poi ci confondiamo! Punto: Ma non ci confondiamo, tutt’al più mi confondo io, lo devo fare io … Sirio: Ci metta un asterisco sopra quella i, cosi ci ricordiamo … Punto: Ma quale asterisco?! Ma che non lo so come scrivo … Cattedrale di Milano Sirio: Dopo, dopo … adesso facciamo questa: principio di influenza – in

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Punto: Dov’è … Sirio picchietta con gli occhiali il giornale Punto: Fermo con questi occhiali che mi fai venire i nervi … Sirio: Adesso questa: raganella arborea – Ila Punto: Adesso ce n’ho una io! Questa “Rompe troppo i coglioni, due lettere: te! Accartoccia il foglio e lo butta Sirio: Tu sei reporter di nera, se ho capito bene, mi sono permesso di ascoltare … Punto annuisce guardandolo sempre con sospetto Sirio: Per caso ti sei occupato del killer delle netturbine? Punto: No, lo faceva un mio collega … Sirio: Roba da pazzi … questo girava di notte, si appostava dietro i cassonetti, appena la ragazza si avvicinava “tra”, una coltellata sulla schiena … la lasciava in un lago di sangue e scappava … Punto impallidisce vistosamente anche per la determinazione con la quale Sirio racconta la scena Sirio: Che hai? Punto: No, niente e che io sono emofobico o ematofobico … c’ho paura del sangue e quando vedo o sento fatti di sangue mi tremano le gambe e mi sento rilasciato … Sirio: (fiero) Ma l’hanno preso è! L’hanno preso … una poliziotta travestita da netturbina, eroica … Punto: Non si sa se è lui! Sembra, però pare pure che non sia lui … Sirio: E’ lui, è lui … Ermanno Tirotti! Punto: Dice che c’ha un alibi di ferro!

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Sirio: Chi lo dice? Di certo non la giustizia! Punto: Pare che lo vogliano mettere in mezzo! Lo sai che si diceva nell’ambiente? Sembra che sto Ermanno … Sirio: (fiero della sua preparazione) Tirotti, Ermanno Tirotti, età 55 anni, alto, bruno, corporatura robusta! Punto: Esatto! Sembra che quest’uomo, per una particolarità anatomica, abbia tre reni, … allora gli vogliono dare l’ergastolo, metterlo in galera, togliergli un rene e venderselo! Sirio: Chi le dice queste sciocchezze!? Quello è un assassino, merita la galera! Punto: Io ho imparato a non esprimere giudizi! Sirio: La conosco molto bene la vicenda! Punto: Sei un poliziotto? Sirio: No! (dopo essersi guardato intorno a voce bassa) Sono il testimone oculare, il teste chiave! Dopo la battuta di Sirio il treno passa sotto una galleria, buio e corrispondente rumore più forte e lungo del solito. Musica I Atto

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II Atto Sirio: Sono stato io a mettere la Polizia sulle sue tracce, c’ero io la sera della cattura! (espressione credibile di chi, per la prima volta, ha vuotato il sacco non reggendo la tensione del silenzio) Punto: (a voce bassa) C’hai una bella responsabilità! Sirio: (v.b.) Caro amico, lo Stato siamo noi, siamo tutti! Dopo la condanna, potrò andare alle trasmissioni, potrò scrivere un libro sul processo, potrò fare quello che voglio, ma per adesso devo mantenere il silenzio … Punto: (v.b.)Lo sapevo che c’era un testimone oculare, me l’aveva detto il mio collega … Sirio: (v.b.) Eccolo! Se vuoi ti vendo l’esclusiva per un’intervista, però fino alla sentenza devi mantenere il segreto! Ti sto facendo una grossa confidenza … Punto: (v.b.) Senti, sei frocio? Sirio: (v.b) No! Punto: (v.b.) Allora non sei te, quello del finestrino … Sirio: (v.b.) Chi?! Punto: (v.b.) Niente una cosa mia! Come ti sembra questa? Sirio: Succulenta! Punto: Voglio fare una cosa molto pericolosa, se arriva qualcuno avvisami! Sirio: Timone! Punto: (scattando indietro) Dov’è? Sirio: Sono io! Punto: T’ ho detto di avvisarmi se viene qualcuno, non te!

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Sirio: Timone non è il mio vero cognome! Nemmeno Sirio è il mio vero nome, però per te però sono Sirio! Punto: (spazientito) Va bene, me lo dici dopo! Senti Sirio, ma secondo te, questa è rifatta? Sirio: No lo so! Punto: Secondo me si! Ormai tutte le donne, c’hanno qualcosa di rifatto! Sirio: Vero!Bisogna dire, però, che lo fanno per noi! Anzi per voi! Sirio inizia un pianto accorato Sirio: Non ho molto successo, chissà perché! Eppure sono uno che potrebbe dare tanto alle donne, peccato! Punto: (per consolarlo) Che succede … oh, dai adesso calmati … Sirio: Grazie, grazie, va meglio … sei una bella persona … ( e lo abbraccia) Punto: (dopo qualche istante) Va bene adesso, mica possiamo stare tutta la notte abbracciati! Pensa quell’imbecille del friulano che c’ha tutta sta grazia di Dio tra le mani e non la sfrutta! Sirio: E’ un cretino integrale! Punto: Oh, io una carezza su sta coscia gliela faccio, chi se ne accorge? Sirio: Il fatto è che questa dice che non dorme mai, c’ho paura che zac e ce frega! Punto: Diciamo che è stato il controllore! Sirio: (tira la sua giacca sulle gambe di Grazia) Ma che sei matto!? Accuseresti un innocente! No, non ci mettiamo nei guai vieni con me! Punto sia pur con qualche dubbio lo segue Sirio: Ho visto tutto, per puro caso poi! Ho un cagnolino, si chiama notaio! Punto: Il cane?

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Sirio: Si, la notte lo porto a fare la pipi, molto tardi, perchè si vergogna …se ci sono persone in giro si blocca! E’ fatto cosi! Punto: Pensa che famiglia!! Sirio:Ad un certo punto lo perdo di vista, s’era nascosto sotto un cassonetto … mi avvicino sento una cosa che si muove … comincio a strillare notaio, notaio, vieni qui … Punto: Se ammazzano notaio e c’è sangue, fermati … pure il sangue di notaio mi da fastidio … Sirio: Pensavo fosse un roditore … una pantegana, un rattus niger … Punto: Un sorcio! E già io me ne sarei andato … me dispiace per notaio … Sirio: Era lui! Punto: Notaio? Sirio: Tirotti, Ermanno Tirotti, alto, robusto, stava appollaiato dietro il cassonetto … arriva la netturbina, carina bionda, piccolina, con i capelli legati … Punto: Ma lei lo ha visto, è salita sul camion e s’è salvata!

Sirio: Non non l’ha visto! Lui estrae la lama e “tra” sulla schiena, mentre la lama entra nelle carni della donna e il sangue sgorga a fiotti, a grumi, schizza pure sulle lenti dei mie occhiali, lo vedo in faccia! Buio il treno passa in una galleria. Luci, Punto è svenuto per terra, riverso tra la parete ed il pavimento. Paolo gli sta facendo annusare il sandalo con scarsi risultati, sono tutti intorno a lui, Antonio gli sente il polso … il Capotreno si agita nelle vicinanze … Capotreno: Chiamo un medico … c’è un medico? Antonio: Eccomi sto qui! Capotreno: Faccia qualcosa … Antonio: Se mi prepara la sala operatoria lo opero! Capotreno: Volete aceto?

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Antonio: Se ce l’ha … Capotreno: E no e che giro con l’aceto, faccio il controllore, mica il cuoco! Anna: Aspettate, provo a togliergli il codice dello svenimento! Punto: (lentamente rinvenendo) Se ti azzardi a toccarmi ti do un calcio in culo che ti ritrovi in braccio a Budda, a Zen e a tutti gli accidenti che ti pigliano! Sirio: Come ti senti? Punto: (sempre lentamente) T’avevo detto quando arrivi al sangue fermati … sono emofobico o ematofobico, te l’avevo avvertito … Antonio: Hai dei farmaci appresso? Punto: No, adesso mi riprendo … ma tu m’hai finito la scheda? Antonio: No, no, ho parlato con la mia, te l’avevo detto … comunque c’ho una ricarica appresso se ti serve è tua! Punto: Ce l’hai? Ecco grazie, sto più tranquillo … casomai se intanto mi gratti il codice cosi poi chiamo e ricarico … Capotreno: Si metta a sedere … (poi a Anna) Ma che c’ha è epilettico? Anna: Ci sono momenti nei quali rifiuta la realtà e allora si spegne come una lampada, non è sereno con se stesso, ha gravi problemi, come del resto lei … Loris Lo asperge Capotreno: Io? Io sto tanto bene! Anna: Lo crede lei … tra qualche giorno riceverà dei segnali, si tenga pronto ad identificarli e mi chiami … Lo asperge Capotreno: Ho capito! Anna: Perché non si guarda dentro? Perché non prova a togliersi la divisa?

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Capotreno: Perché sennò m’arrestano, signorì se metta seduta, lo prende un bel bicchierone d’acqua fresca? Anna: Come vuole, continui a dire bicchierone, e ad essere solo e sempre controllore … Lo asperge Capotreno: Ma basta con quest’acqua! Anna: Non è acqua! Capotreno: E cos’è? Anna: Urinoterapia! Capotreno: Piscio! Via il capotreno, si alza Punto incredulo Punto: E tu è tutt’oggi che mi stai riempiendo di piscio?! Vaffanculo! Buio- musica

Grazia: Ma come fai a fare il reporter di nera e ad avere paura del sangue? Punto: E infatti, faccio tutte le foto sfuocate! Arrivo sul posto, vedo il lenzuolo con il sangue, mi vengono i brividi, mi batte il cuore, svengo puntualmente sul luogo del delitto, arriva la polizia, mi trova straziato vicino al cadavere, mi scambia per un parente della vittima e mi porta all’ospedale! Poi chiamo in redazione e mi dicono che già hanno mandato un altro … Grazia: (dopo aver attaccato il telefono) Segreteria, segreteria e segreteria, io dico se è deficiente! Anna: Perché non ti rilassi? Grazia: Perché sono incazzata! Anna: Vale la pena, cerca di capire qual è il senso di tutto ciò, le cose vanno sempre come noi vogliamo …

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Grazia: Sono incazzata per come vengo trattata! Ma insomma, vengo per lasciarti e tu non ti fai trovare, chi lascio io? Almeno per lasciarlo mi serve lui! Anna: Anche io prima mi emozionavo come stai facendo tu! Camelia! Grazia: Chi? Anna: Camelia è il nome che ho scelto per te! Grazia: Carino, grazie! Anna: Poi ho capito che avere a che fare con persone insensibili era il mio karma e l’ho accettato! Il quotidiano scorre, tutto scorre … siamo niente di fronte all’assoluto … considerazioni Giosuè? Punto non risponde Anna: Partecipa anche tu a questo progetto di crescita … Punto: Lasciami in pace … Anna: Sei lavico Giosuè, tutto ti scivola addosso … molto male! Grazia: (non capisce) Se non lo lascio adesso, succede che la situazione si normalizza e mi ci sposo, dopo due anni faccio un figlio, scopro che ha l’amante, lo lascio e torno a Roma … per carità … Ci faccio l’amore, lo umilio e poi lo lascio! La mia amica dice di togliermi qualche soddisfazione prima di lasciarlo … Antonio: Lascialo e basta … Grazia: Farci l’amore tra l’altro e difficile … Antonio: Perché? Grazia: Forse non c’è ancora la confidenza giusta per parlarne … Sirio: Tanto non lo conosciamo … spara! Grazia: Mi accarezza, mi bacia … pieno di passione … poi si stacca: “scusa, scusa, mi piaci troppo e corre in bagno”

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Antonio: Precocità! Riguarda il 70% degli uomini, solo il 20% la denuncia e si cura! Se si curassero tutti quelli che hanno bisogno di cure, io sarei più ricco e famoso di un chirurgo estetico! Punto: (interessato) Da che dipende? Antonio: Incapacità di gestire e sopportare la tensione sessuale! Sirio: Verissimo! Grazia: Lui però dopo è soddisfattissimo! Mi sono anche rifatta il seno, ho speso un sacco di soldi, se lo sapevo che durava cosi poco, avrei risparmiato! Per quei cinque minuti che mi dedica andavano bene anche le tettine che avevo! Ma io perfezionista come sono, ho sentito che gli piaceva il seno di media misura e mi sono subito adeguata! Punto: E adesso se lo lasci come fai? Metti che incontri uno che non gli piacciono tu, ormai ce l’hai cosi! Grazia: Infatti mi ritrovo con questo seno che non mi appartiene, che la sera quando mi spoglio mi viene di poggiarlo sul comodino insieme alle collane … c’avuto anche da ridire … dava la colpa della sua precocità a me, diceva che cosi gli piacevo troppo! Antonio: E’ malato, lo devi aiutare! Grazia: No, lo devo lasciare, non voglio più essere la madre, la sorella, la migliore amica, la sua donna e non ricevere niente! Io lo lascio! Il discorso è pronto … Se questo è il nostro rapporto, io non mi ci riconosco … è come se mi fossi comprata un vestito e portandolo mi fossi accorta che mi sta male, mi fa difetto … tu mi fai difetto … quindi ti regalo ai poveri … Antonio: Lui ti potrebbe dire, portami dalla sarta … fammi correggere … Grazia: Dalla sarta ci sei andato già troppe volte … ti ha smontato tutto, ha tentato di ricucirti … ma non essendo buono il tessuto ti sei rotto, strappato … anzi mi sono rotta! Sirio: Ma se vuoi cambio, per te sono disposto anche a cambiare … Grazia: Non ci credo più! L’hai detto troppe volte … tu sei questo, e lo sarai sempre … ti piace sapere che hai una donna, ma non vuoi assumertene le responsabilità … perché non conviviamo, perché non ci sposiamo, non facciamo dei figli, perché non sai rispondere a questi perché?

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Antonio: Perché tu invece, vuoi farlo? Grazia: Io mi sento pronta, se tu hai ancora bisogno di prove … non siamo in sintonia … è la vita! Punto: Sai che ti dico, io c’ho un’altra che mi capisce, che non mi vuole cambiare e a letto è meglio di te! Tu non mi piaci, non ti sopporto e cosi non vedo l’ora di mandarti via! Oh! Grazia dopo tanto trattenersi gli da un pizzone in faccia … Punto: Ma che sei matta!? Era un gioco! Antonio: Infatti, stiamo giocando … Punto: La pizza era vera! Grazia: Scusa, ti prego scusami, io non sono violenta, me l’hai tolta dalle mani … sei troppo stronzo, sei come lui! Anna: No, fermi, Giosuè è un uomo delizioso! Autostima Giosuè, autostima Punto: Mi devi sempre ridare quegli undici euro! Grazia: Lo vedete come mi ha ridotto? Mi ha esaurita, prendo a pizze in faccia uno sconosciuto sul treno! Guarda scusa sono mortificata … cosa posso fare? Punto: Va be dai non ti preoccupare quando torniamo a Roma mi cementi quel ponte che mi balla e mi fai una bella pulizia dei denti tutto gratis! Grazia: Ma figurati, certo, mi perdoni? Punto: Vediamo come viene la pulizia! Antonio: Lui sarà pure superficiale, però voi donne avete fretta di definire il rapporto … altrimenti vi sembra di perdere tempo … perché non vi divertite? Da piccoli abbiamo la mamma che ci porta via dal campo di calcio, poi le fidanzate non vogliono che giochiamo a pallone, da grandi la moglie non ci manda al calcetto! Perché odiate il calcio? Sirio: Mia madre era diversa: non mi portava via, lei, non mi ci mandava proprio! Diceva che senno sudavo e rovinavo le scarpe, quando le scappavo,

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il pallone lo tiravo solo con la suola … e cosi, non mi facevano mai giocare … ma lei era cosi orgogliosa di me e dei miei mocassini blu, perfettamente lucidi! Grazia: Capisco tua madre! Doveva responsabilizzarti, mica poteva comprarti un paio di mocassini a settimana! Sotto il profilo educativo, niente da dire, un ottimo genitore! Sirio: Oggi mi drogo! Ho cominciato sniffando il lucido dei mocassini e ho continuato con gli allucinogeni! Sto smettendo … mi sto facendo una nuova vita! Anna: Posso aiutarti, Elia! Sirio: (liberando tutto ciò che aveva represso) Ma quale Elia, i mocassini non li porto più, li ho bruciati! Anna: Avevo i vostri stessi problemi prima di sposare questa filosofia zen, oggi li ho risolti tutti! Punto: E ce n’hai altri nuovi! Anna: Mi dispiace per voi, io sto bene, benissimo, vedo positivo ovunque! Viaggiate tutti in compagnia di un problema, io sono solo! Punto: Te non paghi neanche il biglietto tuo, figurati se te potevi portare il problema! Buio, il treno passa sotto una galleria. Capotreno: Bologna, signori, stazione di Bologna … Punto: Io volevo fare il calciatore, ero pure bravo, sono arrivato fino alla serie C, poi s’è intromessa la fidanzata mia di allora: “no, poi diventi famoso, conosci tanta gente, viaggi sempre … sei felice e mi lasci!” ed eccomi qui, faccio il reporter! Antonio: (a Sirio) Tu dove vai? Sirio: A Milano … Anna: Ah, a quel raduno dei templari!

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Sirio: No, vado a testimoniare al processo del killer delle netturbine … avete letto sui giornali? Tutti: (sorpresi) Certo! Sirio: Sono il testimone oculare, quello che ha messo la Polizia sulle tracce di Ermanno Tirotti! Grazia: Complimenti! Io ho seguito tutta la vicenda, c’era veramente bisogno di una persona che si prendesse le responsabilità, con coscienza sociale! In un paese nel quale a nessuno frega niente dell’altro, lei è veramente un esempio! Sirio: No, sono solo un miserabile in mano a dei miserabili! Quella sera non c’ero! Non ho visto niente! Ma serviva un colpevole, le Autorità mi hanno chiesto di dire che avevo visto tutto! Ho giurato, rigiurato che io non c’ero, ho giurato sulla mia testa, mi hanno minacciato, sarei finito in galera, non avevo un alibi, avevo paura ho ceduto! Antonio: Ma Tirotti è colpevole o no? Sirio: Non lo so, non credo, la sera del delitto, stavo tornando a casa, davanti al portone vedo Polizia, Carabinieri, ambulanze … una donna sdraiata per terra con un lenzuolo che la copriva … Capotreno: Biglietti signori, chi è salito a Bologna! Punto: Sssh, Signor Puccio, ma le sembra questo il momento … Sirio: Tirotti fa il restauratore di mobili, ha il negozio sotto casa mia … Capotreno: Tirotti è il killer delle netturbine?! Anna: Con cautela Loris, mai giudicare! Capotreno: Lui chi sarebbe, il giudice? Anna: Il testimone oculare, forse! Capotreno: Gagliardo! Sirio: Non ha nessuno, tutto quello che guadagna lo deve agli strozzini, gioca ai cavalli, eppure ha una grande ricchezza: tre reni! Tirotti ha tre reni! Vogliono lui! Sanno già a chi serve il rene, il figlio di un giudice! E’ l’uomo

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giusto, possiede lo scalpello, l’arma che usa il killer, ha un aspetto tetro, è disperato, nessuno lo difenderà! Mi propongono una grossa ricompensa e la promessa di passare finalmente il concorso da notaio! Accetto! Partono le mie accuse contro Tirotti … Antonio: Pur sapendo che non c’entrava niente? Sirio: Si! Dico di averlo visto, una, due, tre … coltellate! Punto: Basta, fermo, che svengo … Sirio: Lo arrestano! In carcere mi guarda: “Ma che sei matto!? Io dormivo! Perché lo fai?” Perché sono un miserabile che adesso è un notaio, il notaio dei miserabili! Cosi potrò mettere la targa fuori dal portone: Notaio Timone! Chissà che mi credevo! Grazia: E per questo accusi un uomo innocente! Sirio: Nessuno tra tutti quelli che mi deridevano si poneva il problema di uccidere un uomo morto, umiliato, fallito … io! Grazia: Almeno sei stato sincero con te stesso e con noi, questo è d’apprezzare! Strano perché gli uomini non lo sono mai! Antonio: Adesso non generalizziamo! Forse siete anche voi che partite prevenute e in ogni uomo volete vedere il principe azzurro che vi risolve le vostre scontentezze! Grazia: Se siamo scontente però, significa che c’è chi non comprende le nostre esigenze! Antonio: A voi v’ha rovinato Cenerentola, una favola che dovrebbero togliere dal mercato! Oppure la dovrebbero pubblicare con scritto sotto: attenzione: Cenerentola provoca il matrimonio! Grazia: Se mi capita la leggo ancora adesso! Antonio: E brava! 34 anni legge Cenerentola, sta stronza che se la incontro la denuncio, lei e quel deficiente del principe! Senti come l’ha pensata bene: si perde la scarpa, racconta la cazzata che ha incontrato la fata le ha dato il vestito, ha trasformato la zucca, a bugiarda! Si stava a mettere i soldi da parte da quando c’aveva 12 anni per andare a quella festa e trovare marito! Siccome non le bastavano i soldi, ha affittato tutto fino a mezzanotte, se no le pignoravano tutto pure quei quattro sorci che c’aveva dentro casa!

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Punto: C’ha ragione dai! Smettiamola di accettare luoghi comuni, guardiamo i fatti con occhio obiettivo, ste favole … sono una gran cazzata! Finiscono tutte con la frase: si sposarono e vissero tutti felici e contenti! Nella realtà proprio quando ti sposi iniziano i cazzi! Antonio: No, guarda, poi io con Cenerentola sono avvelenato, possibile che nessuno ha mai pensato a farle causa!? Sta bugiarda, Si sa che una festa inizia verso le dieci e mezza, ora che arrivi, che incontri la fata, come dici te, che ti trasforma la carozza in zucca, i sorci in cavalli, se saranno fatte le undici, undici e mezza, mezzanotte meno un quarto?! Ora che arrivi a palazzo saranno state mezzanotte meno cinque, c’hai cinque minuti, stattene a casa! No, lei arriva di corsa, chi te prende per ballare? Il principe, guarda caso! Il proprietario di tutto il palazzo! Perché non ha ballato con uno con due camere cucina e bagno in affitto!? Grazia: Perché può essere benissimo che una donna ogni tanto c’abbia una botta di culo! Lui si era innamorato avrebbe fatto di tutto per ritrovarla a voi questo sembra strano, il fatto che un uomo faccia di tutto per rivedere la donna del suo destino! Antonio: Lo sai perché non hanno fatto il seguito di Cenerentola, perché senno dovevano raccontare che dopo tre anni di matrimonio s’è separata, il principe le passa 4.000 euro al mese di mantenimento, i sorci la presi a calci in culo e adesso vive a palazzo, fa la signora, questa paracula! Sirio: Allora pure Biancaneve? Antonio: M’è sempre sembrata meno zoccola! Anna: Come mai tutto questo astio nei confronti delle donne, ti senti vittima, Pantaleo? Antonio: Si! Ilenia, lo sai che m’ha detto? Sirio: Chi è Ilenia? Antonio: Tu o segui i discorsi dall’inizio o rimani disinserito, non ti puoi svegliare all’improvviso e pensare che uno ricomincia la storia! Sirio: Lo so, la vita non aspetta! Antonio: Comunque Ilenia è la madre di mio figlio … ha detto: sono rimasta incinta, è il destino! Adesso c’ho un figlio, senza che nessuno me l’abbia

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chiesto e me la prendo nello stesso posto dove se l’è preso il principe di Cenerentola … Grazia: Potete crescere il bambino senza essere una famiglia! Antonio: Non posso proprio, anche per il lavoro che faccio, sarei immediatamente sommerso di giudizi! Sirio: (con il tono di chi esce da una lunga meditazione causata da quanto ascoltato) Riflessione, profonda riflessione!Perché dobbiamo sempre preoccuparci del giudizio degli altri? Io mi sento pronto per essere libero, non me ne frega più niente di essere chiamato Notaio, chiamatemi Sirio e sono questo! Capotreno: Oddio, fatemi andare … qualcuno di voi scende a Bologna? Tutti fanno cenno di no Il treno è arrivato a Bologna, si sentono i rumori di stazione e la voce che annuncia la partenza del Treno per Milano. Capotreno: Salito nessuno, voi siete sempre gli stessi … (poi tornando indietro) anche io avrei tante cose da dire … ma lasciamo stare … Grazia: No, capotreno, ci dica …

Capotreno: Suonavo la chitarra da ragazzo, ero bravissimo, stavo in un’orchestra jazz, suonavamo nei piccoli piano bar di periferia … Un musica jazz va a tappeto sulle parole del Capotreno Capotreno: Un impresario ci vuole in America, siamo in quattro stiamo per partire, ho la valigia in mano, la mia chitarra, torna mio padre: “hai vinto il concorso alle ferrovie sono fiero di te!” Io sto partendo, lascio tutto papà, la musica è la mia vita, quel ragazzo di mio padre mi guarda: “ma che stai dicendo, non credevo di aver cresciuto un figlio cosi incosciente” Entro alle ferrovie! Passavano gli anni, io sono diventato capotreno, lui è morto, mi sarebbe piaciuto rivederlo una volta sola e dirgli: Papà, ma perché tu non hai mai capito nulla della vita? La felicità non è una colpa, papà! Sirio: Capotreno, unisciti a noi, alza la testa … Capotreno: Tre mesi e vado in pensione, se ne avrò coraggio, proverò ancora a suonare su quelle corde tutta la mia libertà! Scendete tutti a Milano … ma si ma che mi frega, scendete dove vi pare!

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Sirio: Ma aspetti, dove va? (poi agli altri) Ma poveretto, dai … Grazia: (notando la tristezza che il racconto del Capotreno ha lasciato) Oh, forza dobbiamo essere allegri, noi abbiamo ancora la possibilità di riprenderci le nostre vite … Punto: Qui c’è l’editore, mi guarda e gli dico: Tutt’al più, potrei scrivere di sport, altrimenti licenziami! A Bruno glielo spiego: Bru’ non ci rimanere male, da oggi faccio … che faccio? Ma guarda anche il magazziniere di una squadra di calcio! Almeno frequento un’ ambiente che mi piace … Voice off Bruno: “Ma che sei scemo tu madre t’ha fatto studia, e tu te metti a portà li palloni in campo e a raccoje le mutande zozze dei giocatori!? Te stai a butta’ via Punto, non è da te!” Punto: No Bru’, adesso sono felice, perché alla fine dell’allenamento palleggio e tiro il pallone in porta con tutta la forza che c’ho e mi sembra di volare insieme alla palla, mi appendo alla traversa e sento il vento sotto le braccia che mi solleva, questo voglio Bru! Sirio: (esaltato dal senso di rivalsa espresso da Punto) Fallo Punto, fallo! Io sono con te! Ti faccio vedere che figura di merda che gli faccio fare a tutti! Ai giudici, alla Polizia, agli avvocati … me li guarderò tutti, e poi gli dirò: a scemi! Quest’uomo è innocente! Ermanno Tirotti è una bravissima persona, gli piace giocare ai cavalli, ma se gli piace è giusto che lo faccia, se ne assume tutte le responsabilità, lavora tutto il giorno piegato in quella bottega per pagare gli strozzini, lui è veramente libero! Io sono libero, tenetevelo il vostro titolo di notaio, e io non mi chiamo Sirio, sono Eusebio, felice di esserlo! Punto: (a Anna) Ma che è un altro nome della comunità? Anna: (aprendo il cuore) Anche io vorrei avere un nemico definito al quale esprimere la mia rivalsa! Faccio marchette in Viale Monza a Milano! E’ questa la verità! Punto: (la guarda con sinistro interesse) Ah, è li che c’hai lo studio?! E che orario fai, ti vengo a trovare … Tutti lo guardano con disappunto Anna: Un anno fa sono entrata a far parte di un centro di autostima, alla ricerca del percorso della felicità! Training, meditazione, incontro con la luce, amore assoluto! Non riesco più ad uscirne, non mi mollano, se ogni

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mese non porto almeno altri due allievi mi minacciano di morte, di vendere la mia anima al diavolo! Questa è gente pericolosa! Antonio: Ma è uno scherzo? Anna: Purtroppo è tutto vero! Punto: E come ci sei finito? Anna: La solitudine, la disperazione, una storia d’amore appena finita e non avendo nessuno che mi ascoltava, ho dovuto comprare l’ascolto di qualcuno! All’inizio è tutto bello, sembra che siano li solo per te e per la tua felicità! Il maestro ti trasmette il suo verbo, quelle parole cosi musicali, diventano come una droga, non puoi farne a meno hai il bisogno fisico di sentirlo parlare .. e non ti basta più un incontro a settimana, ne vuoi due, tre, quattro e non puoi più stare senza di lui! Ma ogni incontro costa 150 euro! Grazia: E per forza che fai marchette! Punto: Sarà tutto al nero, quindi neanche te le scarichi … Sirio: Mi sembra troppo per un incontro, non lo so, non me ne intendo però … Anna: In quell’incontro ci mette in contatto con la luce, per il suo tramite parliamo con il cielo! Antonio: Il cielo è gratis! E’ di tutti … Dio non si paga! Anna: Quando sei disperato pensi che anche Dio sia a pagamento, quando sei solo chiunque puoi farti del male! Punto: Ma tu pensa quando torno e racconto tutto a Bruno, quello non ci crederà mai che ho fatto un viaggio del genere! Voice off Bruno:“Te stai a butta via Punto! Va a letto prima la sera” Punto: No Bru’, attraverso le storie degli altri, ho capito un po’ meglio come funziona il gioco della vita! E’ tipo il gioco dell’Oca, è un giro, mo vai avanti, mo vai indietro, e ogni tanto devi avere il coraggio di ripartire dal via! A Bru’ io sto a riparti dal via!

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Voice off Bruno: Mh, boh … Fa un po’ come cazzo te pare! Grazia: Questo faremo, un po’ come cazzo ci pare! Antonio: Certo! Io per primo! Andrò da lei e le dirò: Sarò sempre suo padre, ma mai tuo marito! Anna: Se tutto la vita fosse sempre un po’ come questo viaggio! Che cos’è la felicità se non sentirsi veramente liberi e accolti dagli altri? E’ forse altro? Grazia: Liberi, questa è la parola giusta! Adesso se penso che lo devo lasciare non mi spaventa più l’idea … prima pensavo che fosse meglio non farlo perché una donna di 36 anni sola può sembrare una scartata! Ma io non sono sola, sono libera!

Buio, il treno passa sotto una galleria ed entra nella stazione di Milano . Capotreno: Milano, stazione di Milano … Punto: (di soprassalto) Milano, oh, questa è la mia, ciao ragazzi in bocca al lupo per tutto, è stato bellissimo è stata la più bella serata della mia vita! Grazia ti chiamo per la pulizia e pure per quel ponte! Antonio: Oh, mi raccomando, deciso e sicuro … non ti fare intimorire … Punto: No! Ti chiamo pure a te, perché ogni tanto non mi si alza … Ciao ragazzi! Andiamo Sirio … Sirio: (sta tirando giù la sua valigia dal ripiano) Ciao a tutti e grazie … e non mi chiamo Sirio, come te lo devo spiegare … Punto: Io so sempre più convinto che quello del finestrino sei tu… c’hai proprio la faccia da Sirio! Sirio: Ma se mi chiamo Eusbio, sei vuoi chiamami Bebbo! Mentre scendono e riempiendo con il dialogo la loro uscita di scena Punto e Sirio escono di scena, il treno riparte. Buio. Entra il Capotreno il vagone adesso è vuoto e le luci sono più basse

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Capotreno: Durante il viaggio il treno corre sul mondo e ti protegge! Poi alla stazione il treno ti restituisce alla vita e il mondo è li che ti aspetta e devi decidere se tornare come prima o continuare il tuo viaggio verso la felicità! Dipende dal coraggio! Musica e Tela

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PUNTO E … A CAPO COMMEDIA IN DUE ATTI DI M. FALAGUASTA