E Mi Sarete Testimoni

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E Mi Sarete Testimoni Francesco Toppi E Mi Sarete Testimoni Sommario di storia del Movimento Pentecostale e delle Assemblee di Dio in Italia E Mi Sarete Testimoni Francesco Toppi ADI-Media

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Sommario di storia del Movimento Pentecostale e delle Assemblee di Dio in Italia

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Francesco Toppi

Il presente volume è la rielaborazione degli ultimi tre capitoli del li-bro: “Le Radici del Movimento Pentecostale”, ormai esaurito. Quel te-sto ha avuto ampia diffusione ed è stato accolto con favore anche fuoridel mondo pentecostale ed evangelico soprattutto per quanti desidera-vano conoscere gli eventi principali della storia del Movimento pente-costale italiano.

Questa nuova stesura, pubblicata su pressante richiesta giunta davarie parti, è stata integrata con altri capitoli che riguardano la genea-logia spirituale e le radici dottrinali da cui è scaturito il movimentostesso. Questo scritto tratta della storia comune del movimento in Ita-lia fino al 1947, anno della costituzione delle “Assemblee di Dio in Ita-lia”, poi si occupa in particolare di questa associazione di Chiese evan-geliche di fede pentecostale. Esulano dallo scopo del volume le vicendelegate alla vita di comunità di tipo pentecostale e carismatico, la mag-gioranza delle quali sorte con caratteristiche diverse da quelle del Ri-sveglio pentecostale del primo novecento, definito dai sociologi “Movi-mento Pentecostale Classico”, al quale le “Assemblee di Dio in Italia”si ricollegano direttamente.

Il tutto è stato integrato con note biografiche ed esplicative che po-tranno essere di luce a quanti desiderano conoscere anche gli uominiche direttamente o indirettamente sono stati i protagonisti delle vicen-de storiche del Movimento.

Il volume è arricchito da foto, da alcuni documenti tra i più signifi-cativi e da un’appendice riguardante gli articoli di fede di vari movi-menti evangelici di Risveglio.

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ISBN 88-86085-74-5

E Mi SareteTestimoniSommario di storia delMovimento Pentecostalee delle Assembleedi Dio inItalia

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Il Movimento Pentecostalee le Assemblee di Dio in Italia

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E MI SARETE TESTIMONIFrancesco Toppi“Assemblee di Dio in Italia”Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n. 1349Legge 22.11.1988 n. 517Servizio Pubblicazioni ADI-MediaVia della Formica, 23 - 00155 RomaTel. 06/22.51.825 - Fax 06/22.51.432

© 1999 - Tutti i diritti riservati

Foto di copertina:Riunione di evangelizzazione a Piazzale di Porta Pia (Roma), nel 1946

Stampa: Piccole Arti Grafiche - Roma

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Prefazione

Il presente volume è la rielaborazione degli ultimi tre capitoli del li-bro: “Le Radici del Movimento Pentecostale”*, ormai esaurito.Quel testo ha avuto ampia diffusione ed è stato accolto con favoreanche fuori del mondo pentecostale ed evangelico soprattutto perquanti desideravano conoscere gli eventi principali della storia delMovimento pentecostale italiano.

Questa nuova stesura, pubblicata su pressante richiesta giuntada varie parti, è stata integrata con altri capitoli che riguardano lagenealogia spirituale e le radici dottrinali da cui è scaturito il movi-mento stesso. Questo scritto tratta della storia comune del movi-mento in Italia fino al 1947, anno della costituzione delle “Assem-blee di Dio in Italia”, poi si occupa in particolare di questa associa-zione di Chiese evangeliche di fede pentecostale. Esulano dallo sco-po del volume le vicende legate alla vita di comunità di tipo pente-costale e carismatico, la maggioranza delle quali sorte con caratte-ristiche diverse da quelle del Risveglio pentecostale del primo nove-cento, definito dai sociologi “Movimento Pentecostale Classico”, alquale le “Assemblee di Dio in Italia” si ricollegano direttamente.

Il tutto è stato integrato con note biografiche ed esplicative chepotranno essere di luce a quanti desiderano conoscere anche gli uo-mini che direttamente o indirettamente sono stati i protagonistidelle vicende storiche del Movimento.

Il volume è arricchito da foto, da alcuni documenti tra i più si-gnificativi e da un’appendice riguardante gli articoli di fede di varimovimenti evangelici di Risveglio.

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* David A. Womack - Francesco Toppi, Le Radici del Movimento Pentecostale, ADI-Media,Roma, 1989.

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L’autore esprime la propria gratitudine ad Eliseo Cardarelli,Salvatore Cusumano e a quanti hanno collaborato a questa inizia-tiva fornendo informazioni e documenti.

Possa quest’umile lavoro servire a definire meglio il ruolo speci-fico che le chiese cristiane evangeliche di fede pentecostale associatealle Assemblee di Dio in Italia rivestono nell’ambito della testimo-nianza evangelica nella nostra nazione.

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CAPITOLO 1

La genealogia spiritualedel Risveglio pentecostale

italiano

Il fenomeno religioso italiano al di fuori della chiesa ufficialeistituzionalizzata è spesso stato valutato tanto secondario danon essere considerato nemmeno come un interessante og-getto di studio e le comunità protestanti sono state semprepresentate come realtà straniere, ignote alla storia e alla cultu-ra del popolo italiano. La realtà però è ben diversa perchél’Italia è stata testimone di grandi movimenti religiosi, spessoconsiderati come episodi sporadici, risultato del l’ope ra diqual che fanatico eretico. La storia del l’evangelismo italianoinvece è stata nei secoli tra le più vivaci e allo stesso tempoemozionanti del cristianesimo, contrassegnata com’è dal sor-gere di movimenti di dissenso religioso che hanno tentato dipromuovere un ritorno alla chiesa cristiana dell’era apostoli-ca. Siamo grati a Dio perché, in questi ultimi decenni, eminen-ti storici italiani stanno riportando alla luce e rivalutando que-sta preziosa eredità di fede sconosciuta al grande pubblico,evidenziando al contempo che la ragione di questa disinfor-mazione è da attribuire ad una deliberata forma di boicottag-gio a danno delle minoranze religiose.

I movimenti di Risveglio evangelico dei secoli dal diciot-tesimo al ventesimo sono indirettamente eredi dei movi-menti religiosi pauperistici e popolari .

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Per quel che riguarda l’Italia, il Risveglio evangelico del -l’800 iniziò intorno al 1817, fuori dei confini nazionali, a Gi-nevra, e “si presentò come una reazione, aprendo nuoveprospettive di rinnovamento; mise l’accento sull’autoritàdella Bibbia, predicò la necessità della conversione persona-le e sull’opera dello Spirito Santo” (1).

“Dalla Svizzera, candidati in teologia, Valdesi, colpiti daun Risveglio ancora più avanzato, diedero, in seguito, un ve-ro ‘colpo di timone’ alla Chiesa valdese, che, dopo l’Emanci-pazione del 1848, si è lanciata nell’opera di evangelizzazionein tutta Italia, con entusiasmo, pari alla fede risvegliata” (2).

Lo scopo del Risveglio evangelico della seconda metàdell’800 fu quello di “spiegare e predicare il messaggio evange-lico non ‘in chiave’ di questa o di quella filosofia morale, socialeo politica, ma nella semplicità di quella ‘chiave’ unica che laScrittura stessa si è data, ossia la persona e l’opera di Cristo” (3).

Questo Movimento di Risveglio affermava la “prioritàassoluta della pietà, intesa come fervore di fede, insistevasul fatto che dovrebbe essere ovvio ancora oggi, che il mon-do non può essere cambiato che per mezzo di uomini chesiano ‘prima’ essi stessi cambiati” (4).

L’ultimo in ordine di tempo è il Risveglio evangelico pen-tecostale italiano che possiede delle caratteristiche proprie,dissimili da quelle con cui si è manifestato in altre nazioni,anche se è noto che, in generale, questo “Risveglio” si è or-mai inserito nel substrato culturale e sociale di ogni Paesedel mondo. Mentre altrove, in nazioni latine come Francia,Spagna, Portogallo e quelle del Centro e del Sud America, èstato in generale il risultato della fedele e spesso eroica testi-monianza di missionari ed evangelisti d’estrazione anglo-sassone, in Italia si è manifestato fin dal principio come unrisveglio totalmente “indigeno”. Infatti, “presenta caratteri-stiche diverse rispetto alle altre realtà evangeliche preceden-temente giunte nel nostro paese … I gruppi nascevano nonsulla base di un progetto missionario condotto dall’esterno,

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ma per una sorta di germinazione spontanea, dalla testimo-nianza personale di singoli individui, il più delle volte emi-grati negli Stati Uniti e poi rientrati in patria” (5).

I pionieri del Risveglio evangelico pentecostale italiano cre-dettero, d’altronde come tutti coloro che scoprono la Bibbiaquale Parola di Dio, di ricollegarsi direttamente alla Chiesa delNuovo Testamento, disconoscendo ogni legame con il propriorecente passato e con tutte le forme religiose istituzionalizzate.Perciò affermavano di non essere né cattolici romani, né prote-stanti, ma soltanto ed unicamente cristiani, utilizzando que-st’ultimo aggettivo nella sua accezione neotestamentaria.

Tuttavia, esaminando la storia dei movimenti di Risveglioevangelico non possiamo fare a meno di constatare che esisteuna genealogia spirituale, come la definiva Emilio Comba (6), no-to storico della Scuola Teologica Valdese di Firenze, apparte-nente alla corrente del Risveglio. Egli fu il primo in Italia a svi-luppare questa concezione della storia della chiesa, che saràpoi seguita dal suo successore Giovanni Rostagno (7). Combaaffermava che la genealogia era costituita da “correnti sotter-ranee di diversi movimenti” e fermenti di Risveglio evangeli-co che si snodano lungo l’arco della nostra storia, che sono statipresenti anche nei secoli più bui, perché Dio “ha lasciato cheogni popolo seguisse la propria via, senza però lasciare se stes-so privo di testimonianza” (8).

Si deve ritenere, quindi, che tutti quei movimenti di rin-novamento e dissenso cristiano, che hanno manifestato “laferma consapevolezza che la Parola di Dio debba essere al disopra della Chiesa” (9), fanno parte di quella catena ininter-rotta di credenti, desiderosi di ritornare alla semplicità ed alfervore della Chiesa dell’Era apostolica e che a partire dal se-colo XVIII sono stati definiti Movimenti di Risveglio.

Come il seme di frumento nascosto sotto la coltre di nevesembra morto, invece germoglia ad ogni primavera e pro-duce il suo frutto, così Dio ha avuto in ogni tempo i Suoi fe-deli, molto spesso dispersi, disprezzati e perseguitati, che

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hanno tenuta accesa la fiamma della verità, della santità edella libertà.

Il Risveglio pentecostale, come tutti quelli che lo hannopreceduto, è l’espressione di quell’anelito manifestato dacristiani che hanno cercato di tornare alle fonti originarie delcristianesimo dell’era apostolica e che, illuminati dallo Spiri-to Santo, hanno ritrovato nelle Sacre Scritture e ripropostoall’attenzione del mondo quanto nel tempo era stato trascu-rato e soppresso delle fondamentali dottrine bibliche e, limi-tatamente alla propria comprensione, si sono preoccupatidella loro applicazione pratica.

Esulano dal nostro tema tutti i movimenti dei primi undi-ci secoli del cristianesimo, tuttavia, è fondamentale l’affer-mazione di Vittorio Subilia (10) che dal “montanismo del se-condo secolo al pentecostalismo attuale una corrente idealepercorre la storia del cristianesimo ed ha come nota distinti-va l’insistenza sullo Spirito, la Sua ispirazione ed i Suoi cari-smi …” (11).

Il Movimento Valdesedel XII secolo, afferma Giorgio Tourn(12), “è costituito da ‘poveri di spirito’ che vogliono rivivere lafede cristiana nella sua genuinità. Il loro è in sostanza un Mo-vimento di Risveglio, che ne richiama alla mente altri analo-ghi, sia medievali che posteriori, pensiamo ad esempio, aiprimi gruppi metodisti nelle città inglesi del 700” (13).

Appartengono a questa “corrente ideale” il Movimento deiLollardi (XIV secolo) o “predicatori poveri”, ispirati dall’in-glese Giovanni Wycliffe (14). Questo era un movimento popo-lare che predicava tra i ceti più umili della società una rifor-ma spirituale e morale. Il loro programma consisteva in do-dici conclusioni, “che condannavano la dottrina della transu-stanziazione, le preghiere per i morti, la benedizione deglioggetti inanimati, il culto dei santi e delle reliquie, quello del-le immagini, i pellegrinaggi, la vendita delle indulgenze e lecariche secolari del clero, il celibato dei preti, la confessioneauricolare, il lusso e la guerra” (15).

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Il Movimento Hussita (XV secolo) suscitato dal boemo Gio-vanni Huss (16) che fu condannato come eretico ed arso il 6 lu-glio 1415. Il movimento continuò tra tante alterne vicende eda questo sorgerà la “Comunità dei Fratelli Boemi” che ebbetanta influenza sulla Riforma. Perfino Lutero considerò alprincipio gli hussiti come gente pericolosa ma dovette ricre-dersi e nel 1529 scrisse: “Mi accorgo di aver insegnato e soste-nuto fin qui le tesi di Huss senza saperlo. Tutti noi siamo hus-siti senza saperlo. Non so come esprimere il mio stupore” (17).

Il Movimento Pietista (XVII secolo) sorto come “reazione alcristianesimo puramente esteriore e consuetudinario e allacristallizzazione dogmatica” (18) incoraggiò una spiritualitàinteriore e personale: la cosiddetta “religione del cuore”, chefavoriva una vita di santità. Da questo movimento, sorto pergli scritti di Filippo Giacomo Spener (19), derivò il Movimentodei Fratelli Moravi (XVIII secolo), il quale ebbe come animato-re il conte Nicola Ludovico di Zinzendorf (20). Questi movi-menti evangelici popolari, pur non considerati dagli storicidel cristianesimo come dei veri e propri movimenti di Risve-glio, fanno parte di quella “genealogia spirituale” alla qualeabbiamo accennato.

Per questi movimenti “la fede non è solo atteggiamentointellettuale, riferimento a verità oggettive, è esperienzache coinvolge la totalità dell’esistenza: non è riducibile adun pensare corretto, ma è anche sentire, sperimentare, agi-re” (21).

Per la sua vasta diffusione, infine, si manifestò nel secoloXVIII il Risveglio Metodista che influenzò tutto il mondo pro-testante anglosassone, che per la sua diffusione può essereconsiderato per la sua diffusione fondamentale nella storiadei movimenti di risveglio seguenti, infatti nel secolo XIXavrà grande “influenza sulla nascita e il delinearsi dell’evan-gelismo italiano” (22).

Giovanni Wesley (23) e suo fratello Carlo si impegnarono aradunare a Oxford un gruppo di amici studenti per pregare

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e leggere la Bibbia ogni sera dalle sei alle nove ma anche persvolgere opere di assistenza ai poveri. “Con non poco sarca-smo i loro compagni li definirono il Club dei Santi; e fu ancheallora che, per il metodo di vita che si erano scelto, un anoni-mo studente li chiamò metodisti” (24). Così assunse il nome ilmovimento che Giovanni avrebbe in seguito fondato.

Nel 1735 durante un viaggio in America, dove Giovanni eCarlo avrebbero svolto senza successo una missione tra i Pel-lirosse, la nave su cui viaggiavano si trovò in mezzo ad unatempesta. In quella occasione i Wesley furono colpiti dallaserenità di un gruppo di Fratelli Moravi che imperterriti con-tinuavano a cantare inni a Dio. Chiesero spiegazioni sulle ra-gioni di un comportamento così calmo e tranquillo e ricevet-tero la testimonianza di una fede viva e personale in Cristo.Tornati in Inghilterra cominciarono a frequentare una comu-nità di Fratelli Moravi con sede a Londra ed una sera, mentreGiovanni ascoltava un commento sull’epistola ai Romani,“sentì che il suo cuore era ‘stranamente riscaldato’ e che fi-nalmente confidava in Cristo, Cristo soltanto, per la sua sal-vezza. Era il 24 maggio 1738, ore 20,45. Da quella esperienzain poi la sua vita fu un’altra. Disse: ‘Allora piacque a Dio diaccendere un fuoco che io confido non sarà mai più spento’”(25). Carlo si era convertito qualche giorno prima di lui.

Dall’attività dei fratelli Giovanni e Carlo Wesley, insiemecon Giorgio Whitefield (26), sorse un grande Movimento di Ri-sveglio che prese il nome di metodista. Essi decisero di predi-care dovunque, perché nonostante fossero ministri dellaChiesa Anglicana erano stati loro preclusi i pulpiti in quantopredicavano con semplicità la via del ravvedimento, dellaconversione a Cristo che riconcilia gli uomini con Dio me-diante il Suo sacrificio. Iniziarono a predicare all’aperto an-nunciando il semplice messaggio dell’Evangelo tra la gentepiù umile dei villaggi e dei sobborghi delle città allo scopo dicondurre gli astanti alla conversione. Mentre nella vicinaFrancia si era scatenata la rivoluzione, in Inghilterra si diffon-

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deva il più grande risveglio del secolo tra le masse popolari epiù povere. Quest’esperienza evangelica si manifestava oltreche con la santificazione dei credenti anche con un’espressio-ne di gioiosa e serena edificazione mediante il canto religio-so. Carlo divenne l’eccezionale innografo del Movimentotrasfondendo negli inni tutte le dottrine fondamentali dellasalvezza in Cristo, inni che ancora oggi si cantano nella mag-gior parte delle chiese evangeliche del mondo.

L’Ottocento può essere considerato il secolo d’oro dei ri-svegli che fiorirono in varie parti del mondo, direttamente oindirettamente, dal Movimento di Risveglio Metodista. Benpresto si costituirono due corpi distinti: la Chiesa MetodistaWesleyana diretta fino alla sua morte da Wesley, e la ChiesaMetodista Episcopale, sorta negli Stati Uniti d’America.

Senza entrare in particolari, vennero alla luce ben prestoaltre espressioni del Movimento di Risveglio che si richia-mavano unicamente alla semplicità e al fervore del metodi-smo originario. Degna di nota, per quello che ci riguarda, fula Chiesa Metodista Primitiva, costituitasi in Gran Bretagnanel 1811, che negli Stati Uniti prese il nome di Chiesa Metodi-sta Libera con le sue riunioni domiciliari (Cottage Meetings),dove nel 1897-98 si convertì Giuseppe P. Beretta (27), uno deipionieri del Movimento pentecostale italiano.

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NOTE:(1) William Meille, Il Risveglio del 1825 nelle Valli Valdesi, Editrice

Claudiana, Torino, 1978, copert. ant.(2) Ibidem, p. 4.(3) Ibidem, p. 7.(4) Ibidem.(5) Giorgio Tourn, Italiani e Protestantesimo, Claudiana, Torino, 1998,

p. 171.(6) Emilio Comba, n. a San Germano Chisone (Torino), nel 1839.

Seguiti gli studi a Ginevra fu consacrato pastore nel 1863, svolsecon successo il ministerio a Venezia dove costituì la localecomunità valdese; nel 1872 fu nominato professore di teologiastorica e pratica alla Scuola Teologica Valdese di Firenze nellaquale insegnò per 32 anni. Dal 1874 al 1887 prese anche cura dellacomunità valdese di Firenze, Via dei Serragli, morìimprovvisamente nel 1904. Fondò e diresse la “Rivista Cristiana”,una pubblicazione mensile di studi biblici e soprattutto storici digrande valore scientifico. Scrisse diverse opere storiche edapologetiche di notevole importanza quali la Storia della Riforma inItalia (1881), Storia dei Valdesi (1893), I Nostri Protestanti (1895-1897)oltre a pubblicazioni di discorsi, conferenze ed opuscoli.

(7) Giovanni Rostagno, n. a Torre Pellice (Torino), nel 1871, studiòpresso la Scuola Teologica Valdese di Firenze, fu consacratopastore nel 1897 e iniziò subito il proprio ministerio nella chiesavaldese di Roma. Fu il primo a gettare il seme dell’Evangelo nelcuore di Mauro Paretti (1844-1926), che sarà uno dei primimembri della comunità pentecostale di Roma. Nel 1905 succedettea Emilio Comba nell’insegnamento della teologia storica e praticapresso la Scuola Teologica Valdese, a Firenze, e poi a Roma fino al1937. Predicatore dalla “parola alata” fu chiamato a svolgere lapredicazione d’apertura della sesta sezione della Società delleNazioni, a Ginevra, nel settembre 1925. Scrisse opuscoli e volumitra i quali i più noti sono “A Roma con San Paolo” (1941) ed ilfamoso libro di meditazioni quotidiane “Più presso a Te, Signor”(1925) ed infine il suo volume autobiografico: ”Le mie Memorie”,pubblicato nel 1946, dopo la sua morte avvenuta nel 1944.

(8) Atti 14:16, 17.(9) Ugo Castaldi, I movimenti di risveglio nel mondo protestante,

Claudiana, Torino 1989, p. 6.(10)Vittorio Subilia n. nel 1911, consacrato nel 1937, è stato pastore

delle chiese valdesi di Palermo e d’Aosta. Nominato professore diteologia esegetica e dommatica presso la Facoltà Valdese di

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Teologia. Direttore fino al 1976 della rivista “Protestantesimo”edita dalla Facoltà. Autore di varie pubblicazioni di carattereteologico. Va ricordata anche la sua partecipazione al SecondoCongresso Evangelico Italiano (1965) con un’interessantissimaconferenza. La sua dipartita è avvenuta a Roma il 12 aprile 1988.

(11) Vittorio Subilia, Storia dei Dogmi, Note della Facoltà Valdese diTeologia, Roma, 1975, p. 88.

(12)Giorgio Tourn n. nel 1930 a Rorà (To), pastore valdese a TorrePellice (To), è stato presidente della Società di Studi Valdesi,successivamente direttore e poi presidente del Centro CulturaleValdese di Torre Pellice. È autore di molte pubblicazioni in campoteologico e storico.

(13) Giorgio Tourn, I Valdesi, La singolare vicenda di un popolo-chiesa,Claudiana, Torino, 1981, pp. 12-13.

(14)Giovanni Wycliffe (1328-1384), riformatore inglese, dotto teologodi Oxford, viene considerato l’iniziatore della riforma che esploderàin Europa, tanto è vero che un autore lo definisce il “nonno dellaRiforma”. Si preoccupò di tradurre la Bibbia e divulgarla tra ilpopolo, richiamando la chiesa alla totale fedeltà alla Scrittura.Respinse il concetto di gerarchia religiosa, la venerazione dei santi,delle reliquie, delle immagini, la confessione auricolare; la cena delSignore aveva per lui valore soltanto simbolico e la Scritturadoveva essere interpretata secondo il senso ovvio e letterale. Lavera Chiesa di Cristo è “la comunità invisibile degli eletti”. Ful’iniziatore di un risveglio popolare, quello dei “poveri predicatori”itineranti chiamati “Lollardi”, cioè salmodianti, che istruivano ilpopolo nelle Sacra Scrittura. Il Concilio di Costanza (1415-1418) lodichiarò eretico dopo la sua morte. I resti di Wycliffe vennerodissepolti, bruciati e le sue ceneri sparse. I suoi scritti preparano ilrisveglio hussita.

(15) Enciclopedia Universale Rizzoli-Larousse, Rizzoli, Milano, 1967,sub voce.

(16)Giovanni Huss (1369-1415), riformatore boemo sostenitore delladottrina di Wycliffe, insegnante universitario e predicatore aPraga presentò al popolo le verità bibliche, chiamato dinanzi alConcilio di Costanza per chiarire la sua posizione dottrinale, fuarrestato e dopo aspri interrogatori durati settantatré giorni fucondannato ad essere arso come eretico. Il movimento suscitatoda lui continuò a diffondersi preparando le basi per i movimentipopolari evangelici posteriori.

(17) M. Beonio - Brocchieri Fumagalli, Wycliff, Il comunismo deipredestinati, Sansoni, Firenze, 1975, p. 3.

(18) K. Heussi - G. Miegge, Sommario di Storia del Cristianesimo,Claudiana, Torino, 1975, p. 225.

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(19) Filippo Giacomo Spener (1635-1705), pastore luterano ful’animatore di un movimento che incoraggiava la spiritualitàinteriore individuale: la cosiddetta “religione del cuore” permezzo della lettura e meditazione della Bibbia, la preghiera, laseparazione da ogni forma di mondanità, la diffusione dellaBibbia a prezzi accessibili per tutti e l’esercizio di opere di pietà.Questo movimento fu definito pietista ed avrà influenza anch’essosu successivi movimenti evangelici.

(20)Nicola Ludovico di Zinzendorf (1700-1760), è l’animatore di unmovimento derivato da quello hussita e da quello pietista cheprese il nome di Movimento dei Fratelli Moravi, una comunità difratelli risvegliati che diffusero i princìpi del pietismo. I moravifurono lo strumento usato da Dio per la conversione di GiovanniWesley. Questo movimento è ancora oggi legato da comunionefraterna con la Chiesa Valdese, che diffonde ogni anno l’edizioneitaliana delle meditazioni bibliche giornaliere dei Fratelli Moravi,giunte al 270° anno di pubblicazione.

(21) Giorgio Tourn, Italiani e protestantesimo op. cit., p. 239(22) Ibidem.(23)Giovanni Wesley (1703-1794) e Carlo Wesley (1707-1788),

ministri anglicani nel 1735, per la loro visione spirituale, deciseroinsieme a due amici di accettare l’invito a partire in missione perl’America del Nord. Durante il viaggio trovarono a bordo unatrentina di Fratelli Moravi che emigravano in America. Colpitidalla serenità e dalla fede di questi e ritornati a Londra,cominciarono a partecipare alle riunioni dei Moravi. Carlo eGiovanni Wesley durante un culto fecero l’esperienza della“nuova nascita” divenendo gli animatori del grande risvegliometodista, che raggiunse le masse meno abbienti in Inghilterra edin America. Giovanni fu l’organizzatore del movimentometodista, si preoccupò dei lineamenti dottrinali e strutturali esvolse un eccezionale ministerio della Parola. Si calcola che abbiapredicato durante la sua vita circa quarantamila sermoni. Carloinvece divenne il poeta del metodismo e scrisse migliaia di inni dicontenuto edificativo e dottrinale.

(24) Segio Carile, Il metodismo, Claudiana Editrice, Torino 1984, p. 29.(25) Ugo Castaldi, I movimenti di risveglio nel mondo protestante,

Claudiana, Torino, 1989, p. 44.(26)Giorgio Whitefield (1714-1770), ministro anglicano, realizzata

l’esperienza della “nuova nascita” fu uno degli animatori delrisveglio metodista. Whitefield era più amabile di Wesley, il suotemperamento conquistava l’uditorio e non ebbe ugualinell’oratoria. Ebbe grande successo nella sua intensa attività dipredicatore, per la sua rigida posizione calvinista sulla dottrina

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della predestinazione assoluta, si separò dai Wesley e nel 1744pose le basi per un gruppo indipendente dalla Chiesa metodista.Tuttavia, “nonostante le occasionali controversie, che nonimpedirono loro comunque di incontrarsi di tanto in tanto … idue amici si considerarono sempre tali; al punto di averconvenuto tra loro che quello dei due che sarebbe sopravvissutoavrebbe predicato al funerale dell’altro” (Sergio Carile, IlMetodismo, Claudiana, Torino, 1984, p. 46).

(27)Giuseppe P. Beretta, n. a Molina di Ledro (Trento) nel 1853, dopoaver iniziato gli studi in seminario li interruppe per tornare allavita secolare. Lo troviamo nel 1894 emigrato a Chicago negli StatiUniti, dove svolgeva il lavoro di mosaicista. Nel 1897-98 siconvertì all’Evangelo in una “Chiesa Metodista Libera” ed iniziòun lavoro di colportore volontario tra gli emigrati italianidistribuendo copie della Bibbia. Nel gennaio del 1900 offerse unacopia della Bibbia a Emma Pacini Ottolini che si convertì e dopodue mesi, per la sua testimonianza, si formò un’adunanzafamiliare. Nel 1898 Beretta aveva realizzato l’esperienza delbattesimo nello Spirito Santo con il segno della glossolalia mentreancora frequentava la Chiesa Metodista Libera, che però nonidentificò con l’esperienza biblica della Pentecoste. Soltanto dopol’effusione pentecostale del 1907 sulla comunità evangelicaitaliana di Chicago si rese conto dell’esperienza che aveva avutoanni prima. Già dal 1904 era divenuto evangelista ed avevafondato qualche comunità italiana, dopo il 1907 svolgerà un vastolavoro di evangelizzazione tra gl’italiani a Memphis, nelTennessee, poi a Los Angeles, California ed infine nel 1918 aSyracuse, N. Y., dove costituirà una numerosa comunità chiamata“Prima Assemblea Cristiana”. Morirà nel 1923 proprio nellachiesa di Syracuse, dopo aver predicato in una riunione di culto.

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Francesco Toppi

Il presente volume è la rielaborazione degli ultimi tre capitoli del li-bro: “Le Radici del Movimento Pentecostale”, ormai esaurito. Quel te-sto ha avuto ampia diffusione ed è stato accolto con favore anche fuoridel mondo pentecostale ed evangelico soprattutto per quanti desidera-vano conoscere gli eventi principali della storia del Movimento pente-costale italiano.

Questa nuova stesura, pubblicata su pressante richiesta giunta davarie parti, è stata integrata con altri capitoli che riguardano la genea-logia spirituale e le radici dottrinali da cui è scaturito il movimentostesso. Questo scritto tratta della storia comune del movimento in Ita-lia fino al 1947, anno della costituzione delle “Assemblee di Dio in Ita-lia”, poi si occupa in particolare di questa associazione di Chiese evan-geliche di fede pentecostale. Esulano dallo scopo del volume le vicendelegate alla vita di comunità di tipo pentecostale e carismatico, la mag-gioranza delle quali sorte con caratteristiche diverse da quelle del Ri-sveglio pentecostale del primo novecento, definito dai sociologi “Movi-mento Pentecostale Classico”, al quale le “Assemblee di Dio in Italia”si ricollegano direttamente.

Il tutto è stato integrato con note biografiche ed esplicative che po-tranno essere di luce a quanti desiderano conoscere anche gli uominiche direttamente o indirettamente sono stati i protagonisti delle vicen-de storiche del Movimento.

Il volume è arricchito da foto, da alcuni documenti tra i più signifi-cativi e da un’appendice riguardante gli articoli di fede di vari movi-menti evangelici di Risveglio.

Francesco Toppi

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ISBN 88-86085-74-5

E Mi SareteTestimoniSommario di storia delMovimento Pentecostalee delle Assembleedi Dio inItalia

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Francesco Toppi

ADI-Media

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