Lettera Pastorale Anno 2014-2015 RIPARTIAMO DA DIO! · Non giudicate e non sarete giudicati; non...

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Lettera Pastorale Anno 2014-2015 Lettera pastorale di Mons. Guido Gallese al clero, ai consacrati e ai fedeli laici di Alessandria In un tempo di assenze, in ricerca di una Presenza Forse, Mai come in questo tempo dell'apparire, Mai come in questo tempo della comunicazione facile, Mai come in questo tempo dell'emero, Mai come in questo tempo della materialità, l'uomo sente il richiamo del Mistero, della vera Relazione, dell'Eterno, del Trascendente. Questo nostro secolo sembra vuoto. E proprio nel tempo delle assenze è il momento di cercare una presenza. La Presenza. Quella da cui tutto deriva. Dove sei, Signore? (“Maestro, dove abiti?”) Una buona ricerca comincia dal sapere dove cercare. Nel Vangelo troviamo quattro luoghi della presenza di Dio. In ciascuno di essi la presenza di Dio non è una scoperta intellettuale, ma un'esperienza. Spesso incomunicabile. D'altronde dall'inizio del ministero di Gesù i discepoli che gli chiedono “Maestro, dove abiti?” si sentono rispondere: “Venite e vedrete”. Dal momento che Dio è amore questi quattro luoghi sono luoghi d'amore: l'Eucaristia ( l'amore ricevuto), la comunità (l'amore condiviso), i poveri (l'amore donato), la preghiera (l'amore restituito). A tutti i fedeli chiedo di meditare e vivere in questo anno le pagine evangeliche che riguardano questi quattro luoghi della presenza di Dio. Meditatele e vivetele! Come singoli e come comunità: l'una dimensione non è suciente senza l'altra. 1 Ripartiamo da Dio! I quattro luoghi della Presenza L'Eucaristia "Questo è il mio Corpo" "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna" Medita: Lc 22,19-20; Gv 6,22-66 La comunità "Dove due o tre saranno riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro" Medita: Mt 18,19-20; 28,16-20 I poveri "Ogni volta che avrete fatto una di queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli l'avete fatto a me". Medita: Mt 25,31-46 La preghiera/Parola "Chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" "Il Padre darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono" "Senza di me non potete far nulla [...] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto" "Rimanete nel mio amore" Medita: Lc 11,1-12 Gv 15,1-17 RIPARTIAMO DA DIO! (...E DAI FRATELLI!)

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Lettera Pastorale Anno 2014-2015

Lettera pastorale di Mons. Guido Gallese al clero, ai consacrati e ai fedeli laici di Alessandria

In un tempo di assenze, in ricerca di una Presenza Forse,Mai come in questo tempo dell'apparire,Mai come in questo tempo della comunicazione facile,Mai come in questo tempo dell'effimero, Mai come in questo tempo della materialità,l'uomo sente il richiamo del Mistero, della vera Relazione, dell'Eterno, del Trascendente. Questo nostro secolo sembra vuoto. E proprio nel tempo delle assenze è il momento di cercare una presenza. La Presenza. Quella da cui tutto deriva.

Dove sei, Signore? (“Maestro, dove abiti?”) Una buona ricerca comincia dal sapere dove cercare. Nel Vangelo troviamo quattro luoghi della presenza di Dio. In ciascuno di essi la presenza di Dio non è una scoperta intellettuale, ma un'esperienza. Spesso incomunicabile. D'altronde dall'inizio del ministero di Gesù i discepoli che gli chiedono “Maestro, dove abiti?” si sentono rispondere: “Venite e vedrete”. Dal momento che Dio è amore questi quattro luoghi sono luoghi d'amore: l'Eucaristia (l'amore ricevuto), la comunità (l'amore condiviso), i poveri (l'amore donato), la preghiera (l'amore restituito).

A tutti i fedeli chiedo di meditare e vivere in questo anno le pagine evangeliche che riguardano questi quattro luoghi della presenza di Dio. Meditatele e vivetele! Come singoli e come comunità: l'una dimensione non è sufficiente senza l'altra.

!1Ripartiamo da Dio!

I quattro luoghi della Presenza

L'Eucaristia

"Questo è il mio Corpo"

"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna"

Medita: Lc 22,19-20; Gv 6,22-66

La comunità

"Dove due o tre saranno riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro"

Medita: Mt 18,19-20; 28,16-20

I poveri

"Ogni volta che avrete fatto una di queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli l'avete fatto a me".

Medita: Mt 25,31-46

La preghiera/Parola

"Chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto"

"Il Padre darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono"

"Senza di me non potete far nulla [...] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto"

"Rimanete nel mio amore"

Medita: Lc 11,1-12 Gv 15,1-17

RIPARTIAMO DA DIO!

(...E DAI FRATELLI!)

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A Tabgha, sulle sponde del Lago di Tiberiade, Gesù chiede a Pietro se lo ama, prima di affidargli il suo gregge. Questo fa riflettere noi pastori: non c'è pastorale senza il previo atto di amore per il Signore. Un atto che va rinnovato di giorno in giorno e non può essere mai dato per sottinteso o per scontato (come talvolta ci capita di fare...).

Il “Dio strano” Nel Vangelo Gesù non vuole semplicemente dire che è il Messia: questo – pur vero – può essere addirittura sviante, tant'è vero che nel Vangelo è il diavolo stesso che rivela l'identità di Gesù mentre Gesù la cela. Perché? Perché il riconoscere in Gesù il Messia promesso e il sincero desiderio di vivere il suo insegnamento non bastano ad evitarmi la frustrazione dell'insuccesso di non riuscirvi, facendomi piombare nella più radicale perdita di speranza (la vera disperazione!) che un essere umano possa provare. Il cristianesimo non si risolve in un atto puramente umano di intelletto (riconoscere che Gesù è il Signore) e volontà (voler seguire i suoi insegnamenti), ma chiede – sempre e di nuovo – l'incarnazione di Dio nella mia vita, che Gesù abiti in me (c$. Ef 3,17): Dio riversa il suo Amore nel mio cuore (c$. Rm 5,5) perché non sia più io a vivere, ma Cristo a vivere in me (c$. Gal 2,20). Così Dio ama attraverso di me. Senza Dio io non posso fare nulla! (c$. Gv 15,5).

La carità verso i $ate%i Questa ricerca del Signore mi conduce ad incontrarlo. Ma l'incontro con Gesù mi spinge ai fratelli, anche perché molte volte avviene attraverso di essi (Liturgia, comunità, poveri...). E Gesù non ci chiama a vivere con gli altri rapporti di semplice giustizia, ma di amore: ecco la grande Rivoluzione! Non si diventa santi obbedendo a dei comandamenti o insegnamenti (“non siamo giustificati dalle opere della legge” – si potrebbe dire in linguaggio paolino – c$. Rm 3,20), ma amando (“Pienezza della Legge è la carità; c$. Rm 13,10; Gal 5,14”). Gesù però ha le idee chiare sull'amore e ci chiede un amore veramente grande, come possiamo leggere qui a fianco (Lc 6,27-38).

Alcune conseguenze pastorali La pastorale scaturisce dalla Parola di Dio “pregata”, sulla quale si fa comunitariamente un “deciso processo di discernimento, purificazione e riforma” (EG 30). Chiediamo pertanto alle comunità di effettuare questo discernimento: ma con senno! Si parte dal conoscersi, dal condividere le reciproche vite pian piano, con qualche attività “leggera” (un pellegrinaggio, un pranzo parrocchiale domenicale,...), dall'includere altre persone che non erano profondamente inserite nella comunità; poi si prega assieme sui brani della Parola di Dio presentati in questa lettera pastorale, poi ci si riunisce, si condividono le riflessioni e si arricchiscono con gli spunti del S. Padre.

!2Ripartiamo da Dio!

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1. Eucaristia. Il Signore Gesù è presente nei sacramenti. Tra questi sottolineo l'Eucaristia e la Riconciliazione che sono i due sacramenti con la cui istituzione il Signore ha racchiuso il Sacro Triduo: il giovedì sera, prima di morire, l'Eucaristia, che è il dono di Grazia ordinato a farci affrontare con amore le prove della vita, a fare della nostra vita un sacrificio, ovvero un'offerta amorosa; la domenica di Pasqua la Riconciliazione che è il sacramento della risurrezione: come Cristo è risorto dai morti, così con la Riconciliazione anche noi risuscitiamo dalla morte del peccato. Questi due sacramenti sono come le due gambe per il cammino dei cristiani. Come vostro vescovo, per l'esperienza che ne ho fatto personalmente e nella direzione spirituale mi sento di affermare che la Comunione non va mai saltata (quindi è almeno settimanale e ci richiede di essere in Grazia di Dio ) e la Riconciliazione va effettuata almeno mensilmente; tuttavia sono convinto che non possiamo farci mancare l'esperienza di provare almeno una volta nella vita la potenza della Comunione quotidiana e della Riconciliazione settimanale per un certo periodo, magari durante la Quaresima: chi l 'ha provata sostiene che si fa l'esperienza di tutto un altro tenore di vita cristiana... Sempre a proposito di sacramenti, è mia intenzione di riaprire il cammino di preparazione al diaconato permanente. Due i principali criteri: i candidati devono essere presentati non in virtù di doti proprie, pur necessarie, e neppure di un semplice servizio svolto in parrocchia, ma di profondi legami comunitari all'interno della comunità parrocchiale, secondo i criteri elencati qui sotto.

2. Comunità. La prima comunità cristiana è la famiglia: sarebbe bello riuscire a viverla come tale con momenti di preghiera assieme, di lettura del Vangelo o di altri testi (interessanti i Fioretti di S. Francesco, oppure una vita di santi: molto belle quelle brevi di P. Sicari ocd ) ; le letture dei santi vanno fatte perché “considerando attentamente l'esito finale della loro vita” ne imitiamo non le opere ma “la fede” (c$. Eb 13,7). C'è poi la nostra comunità di riferimento: ordinariamente quella parrocchiale, ma ne esistono anche elettive. Bisognerebbe che le comunità parrocchiali e, a maggior ragione quelle elettive, offrissero occasioni di crescita degne di una vera comunità. Chiedo pertanto che si legga il Vangelo della Carità (Lc 6,27-38) riportato in questa lettera, con tre passaggi: pregare su di esso, condividere le proprie idee al proposito, dotarsi di strumenti per rendere stabile l'applicazione di quel Vangelo all'interno della propria comunità. Chiedo che nelle comunità si leggano i brani della Evangelii Gaudium che ci fanno capire come il Santo Padre ci chiede di declinare oggi il Vangelo che meditiamo. È il momento di un

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Il Vangelo della carità "Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

(Lc 6,27-38) Meditalo e vivilo nella tua famiglia e nella tua comunità!

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maggiore coinvolgimento dei laici nella vita della parrocchia. Fermo restando che il pastore è il sacerdote, tuttavia il Signore distribuisce ai fedeli laici molti doni che sono necessari alla vita della comunità; ai fedeli laici va dedicato un ascolto vero e attento. In modo particolare siano attivi e valorizzati in ogni parrocchia il Consiglio Parrocchiale per gli Af fa r i E c o n o m i c i , in ogn i par rocch ia o a l i ve l lo interparrocchiale i l Consig l io Pastorale Parrocchiale o Interparrocchiale e in ogni zona il Consiglio Pastorale di Zona. Quest'ultimo, muovendo i suoi primi passi, è chiamato a prendere coscienza delle attività presenti sul territorio per poterle condividere con intelligenza: non nello spirito del giudizio, ma dell'aiuto fraterno. Per quanto riguarda la vita consacrata il 2015 sarà l'anno ad essa dedicato, con l'inizio solenne nella Messa vespertina della I domenica di Avvento (29.xi) in Cattedrale un ritiro spirituale predicato dal vescovo e la Messa dedicata alla vita consacrata cui sono invitati tutti i fedeli il 1° febbraio 2015. Non possiamo dimenticare che in questo anno speciale due congregazioni hanno una ricorrenza speciale: il 2015 è il quinto centenario della nascita di S. Teresa di Gesù (d'Avila), che ha attuato la riforma delle Carmelitane Scalze; il 14 ottobre alla sera ci sarà una veglia iniziale e il giorno dopo la festa della Santa; siamo chiamati a pregare particolarmente per il nostro monastero di contemplative, importante sostegno spirituale per la nostra diocesi, affinché non manchino sante vocazioni; il 2015 è anche il duecentesimo anniver sa r io de l l a na sc i ta d i S . Gio vanni Bosco ed effettueremo un pellegrinaggio diocesano alla Sacra Sindone e ai luoghi di Don Bosco (Castelnuovo e Valdocco).

Tra tutte le comunità la più importante è il Presbiterio: cari confratelli, fermo restando quanto detto per tutte le comunità

e che dobbiamo assolutamente far valere anche per noi (è una questione di credibilità...), vorrei darvi una lettura – pur opinabile – dell'andamento della vita spirituale dei nostri presbitéri negli ultimi tempi. Mi pare che in un contesto sociale sostanzialmente cristiano (fino a pochi decenni fa) ci si sia concentrati sulla pratica religiosa e sulla morale dando un po' per scontato l'aspetto della fede: l'adesione affettiva ed effettiva al Signore Gesù, personalmente conosciuto. Questo fa sì che noi oggi ne portiamo pesanti conseguenze: dall'ingresso in seminario contraiamo generalmente la paura di far vedere i nostri difetti. Si costruisce così, tragicamente, un modello di vita comunitaria in cui non siamo più giustificati per la fede in Cristo Gesù, ma in virtù delle nostre buone opere: è il capovolgimento del Vangelo! A questo proposito sono convinto che noi vescovi stiamo sbagliando un elemento essenziale del reclutamento vocazionale: c'è una forte preponderanza nella richiesta delle virtù di cui il candidato deve essere in possesso rispetto allo sviluppo di una dinamica di confidenza e salvezza (sperimentata!) che un ministro della salvezza e della misericordia deve avere prima di ogni altra cosa come bagaglio di esperienza. Ricordiamoci che nel Vangelo quello che non ha seguito il

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Le occasioni speciali della nostra Comunità Diocesana Durante l'anno avremo alcune occasioni particolari di crescita nella fede e di incontro

• Veglia missionaria (18/10/2014)

• Festa della Chiesa Locale (8/11/2014)

• Cammino di preghiera di Avvento

• Cammino di preghiera di Quaresima

• La S. Messa Crismale (1/4/2015)

• Ottavario della Madonna della Salve (18-27/4/2015)

• Pellegrinaggio alla Sacra Sindone e Bicentenario di Don Bosco(maggio 2015)

• Veglia di Pentecoste (23/5/2015)

• Pellegrinaggio a Roma(udienza del S. Padre)

• Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes (21-27 giugno 2015)

• Tre giorni a Torgnon (estate 2015)

• Pellegrinaggio al Santuario Diocesano di N. S. della Creta (settembre 2015)

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Signore è stato proprio il “bravo ragazzo”, il giovane ricco che aveva osservato i comandamenti fin dalla sua giovinezza (c$. Mc 10,17-22). In queste condizioni un seminarista o esce dal seminario o nasconde i propri difetti. Si comincia così a costruire un muro difensivo che non fa vedere le nostre carenze, ma nello stesso tempo ci impedisce di uscire fuori, in particolare con i nostri confratelli nel sacerdozio. Questa a mio parere è la vera causa dell'isolamento del sacerdote e della sua solitudine, non il celibato. Da qui scaturiscono una serie di difficoltà di matrice affettiva che arrivano fino all'infedeltà al celibato. Ci sono però dei peccati che a mio avviso sono peggiori di questo: sono i “peccati intelligenti”, quelli che ci tagliano fuori dalla comunità che è il luogo della guarigione dei peccati e inducono così una sorta di immunodeficienza nell'anima esponendoci ad ogni virus spirituale. Alcuni sintomi non necessariamente ordinati di questa condizione sono: il dare per scontato il Vangelo, il timore di parlarne tra noi, la fatica a spronarci nel viverlo o il farlo in modo rude e spigoloso, l'imbarazzo a pregare insieme, il non vivere la carità fraterna, l'invidia, la gelosia, la chiacchiera, la maldicenza, la calunnia, la difficoltà a condividere le fatiche e le bellezze del nostro ministero (c$. anche EG 98-101). Vi prego di fare un attento esame di coscienza su questo elenco a livello personale e comunitario perché questi peccati vanificano il nostro ministero pastorale e lo rendono non attraente, specialmente per coloro che il Signore chiama a questo ministero. Carissimi confratelli, durante questi primi due anni di ministero tra voi ho già visto cose molto belle: la presenza numerosa agli incontri del clero, gli incontri fraterni del giovedì in Avvento e Quaresima, la generosità e competenza, la graduale presa di coscienza della difficile situazione pastorale in cui siamo, la disponibilità crescente nei confronti degli spostamenti. La direzione che ci rimane da prendere è quella di una lotta decisa, organizzata e stabile ai peccati che ho elencato sopra affinché il nostro presbiterio sia una vera comunità cristiana, in controtendenza allo stato comune delle nostre Chiese dell'Occidente, rispetto al quale attualmente non siamo un'eccezione. Per favorire questo lavoro di comunità avremo tre strumenti nel corso di questo anno pastorale: gli incontri fraterni in Avvento e Quaresima, gli esercizi spirituali per i sacerdoti presso il Monastero Dominus Tecum dei Cistercensi di Pra 'd Mill dal 12 al 17 gennaio 2015 e un pellegrinaggio del clero dal 24 al 26 marzo 2015.

3. Poveri. L'attenzione ai poveri e ai bisognosi a qualsiasi titolo è una dimensione essenziale della vita cristiana. Dal momento che il cristianesimo è essenzialmente comunitario, la circolazione dei beni materiali è la condizione per la ancora più importante circolazione dei beni spirituali. Sono convinto che in questo mondo ricco, che rende difficile entrare nel regno dei cieli (Mt 19,16-30), i poveri – lungi

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dall'essere un peso – siano per noi in realtà una risorsa: sono coloro che hanno il senso delle proporzioni, dell'essenziale, di Dio. Dobbiamo avere cura e amore per loro. E dobbiamo farlo capillarmente, soprattutto oggi che la povertà sta attaccando persone e nuclei familiari del tutto insospettabili. Se vogliamo evitare la piaga delle questue itineranti nelle quali rischiamo di aiutare gente che sta relativamente bene e di non raggiungere i veri nuovi poveri, è bene che sviluppiamo sul nostro territorio una rete di monitoraggio e di aiuto attraverso il potenziamento o l'istituzione delle Caritas parrocchiali. L'esperimento del coinvolgimento delle comunità parrocchiali per l'animazione della mensa della domenica sera in Caritas è stato pieno di grandi frutti e occasione di coinvolgimento di persone che solitamente stavano ai margini della vita della comunità parrocchiale: può essere utile anche per le parrocchie che non l'hanno ancora provata. Chiedo anche agli uffici per la Pastorale Sociale e del Lavoro, per la Pastorale Giovanile e alla Caritas di lavorare insieme per il Progetto Policoro per aiutare a dare prospettive lavorative al mondo giovanile.

4. Preghiera. Il Signore ci parla e ci chiede di parlare con Lui. Tantissimi sono i brani del Vangelo in cui il Signore Gesù ci dice di pregare. I medievali in modo particolare ci hanno insegnato un modo di ascoltare profondamente e di far crescere il seme della Parola di Dio nei nostri cuori fino a farle portare frutto. Questo metodo è la Lectio Divina. Essa consiste in 4 passaggi: lectio, meditatio, oratio, contemplatio; lettura, meditazione, orazione, contemplazione. Lectio: la lettura del testo biblico; va letto e riletto più volte finché una frase non penetra nel profondo del cuore e non si dischiude con il suo contenuto divino; in comunità: un lettore legge il testo, tutti hanno il testo in mano e se lo leggono per conto loro per qualche minuto. Meditatio: si riflette sul significato di quel testo e sul significato per la mia vita. Comunitariamente: si può fare in silenzio oppure condividendo le proprie riflessioni ad alta voce (attenzione alla lunghezza degli inter venti e al fatto che questo punto non prenda i l sopravvento sul cuore della Lectio, che viene dopo) oppure con qualche riflessione offerta da una persona che si è preparata preventivamente. Oratio: la Parola di Dio ascoltata e meditata mi porta naturalmente a chiedere ciò che è stato oggetto delle mie considerazioni. Comunitariamente: si fa una preghiera spontanea; a Dio si dà del tu e gli si parla direttamente perciò non si dice “Vorrei pregare perché il Signore mi faccia la grazia di avere il dono della carità con i miei familiari...”: questo è un racconto fatto alla comunità di un proprio desiderio, ma la Lectio comunitaria è il momento della preghiera effettiva per cui il mio parlare deve essere: "Padre, fammi la grazia di essere caritatevole quando sono in famiglia”. Contemplatio: un tempo in cui si sta in silenzio al cospetto di Dio, godendo semplicemente della presenza (percepita!) del Signore. Questa presenza non è suscitabile in

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se stessi né condivisibile e quando càpita, uno la vive stando in silenzio anche durante la preghiera comunitaria. Al termine si può pregare insieme un Padre nostro lentamente, con attenzione alle parole. Per imparare a pregare offriamo ogni anno due cammini di preghiera, uno in Avvento e uno in Quaresima. Li facciamo in due versioni: una per giovani e una per tutti (in collaborazione con il Servizio per la Pastorale Giovanile e con l'Ufficio per la Famiglia). Una volta che si impara ad ascoltare profondamente la Parola di Gesù e si sa pregare, si apre la porta al cambiamento e alla vera vita cristiana.

Conclusione Carissimi, continuando il nostro cammino per la preparazione del Congresso di Firenze traguardiamo una Chiesa in cui i laici e in particolare i giovani abbiano spazio e diano contributi attivi. Credo che dobbiamo meditare con attenzione quanto scritto da Papa Francesco sulla missione dei laici nella Chiesa in modo particolare i nn. 102-109 della Evangelii Gaudium. Da parte mia ne sto facendo oggetto serio di riflessione perché qualcosa cambi concretamente anche nella nostra comunità diocesana.

Affido all'intercessione e alla protezione della Madonna della Salve questo nostro nuovo Anno Pastorale chiedendo che sia ricco di frutti secondo la volontà di Dio. Amen! La Grazia del Signore sia con tutti voi.

Alessandria, 29 settembre 2014

Festa di S. Michele Arcangelo

† Guido Gallese Episcopus Alexandrinus Statiellorum

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Gli orizzonti della nostra Comunità Diocesana

• Anno della vita consacrata 2015

• Convegno di Firenze ottobre 2015

• Congresso Eucaristico Genova 2016

• Progetto Policoro

• Visita pastorale

• Diaconato Permanente