E L’ABBIAMO FATTO - Fondazione Aiutiamoli a Vivere · Avevamo scelto questa frase per un Convegno...

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pag. 2Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016

Il 02.07.2016 nella riunione del Consiglio di Ammini-strazione, convocato per l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2015, si è scritta un’altra pagina fondamen-tale della storia della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.n.g.L’atto di approvazione, dopo gli approfondimenti del Bi-lancio di Previsione 2016 approvato per la prima volta dopo due lunghissimi Consigli di Amministrazione del 30.04.16 e del 28.05.16, sembrava una formalità; invece “la storia ha voluto scrivere il suo futuro”.Avevamo scelto questa frase per un Convegno Naziona-le e per tutto il materiale informativo divulgativo delle azioni e delle progettualità poste in essere dalla Fon-dazione “Aiutiamoli a Vivere” O.n.g. per ricordare a tutti quante strade erano state percorse e soprattutto quan-to ancora siamo chiamati a determinare con le nostre azioni.Purtroppo le strategie e l’individuazione degli obiettivi proposti agli organi istituzionali della Fondazione “Aiu-tiamoli a Vivere” O.n.g. hanno determinato la sfiducia e conseguentemente la revoca dall’incarico di Presidente di Marzio Ortolani.Si è quindi, dopo aver ascoltato il parere dei Consiglieri di Amministrazione presenti, proceduto alle dichiara-zioni di voto con il voto contrario del solo Consigliere Claudio Maniero che è uscito dal Consiglio di Ammini-strazione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” sce-gliendo di continuare a svolgere la sua preziosissima opera di volontariato in qualità di Presidente del Comi-tato di Brenta Saccisica. Ai sensi dell’articolo 6 dello Statuto della Fondazio-ne “Aiutiamoli a Vivere” si è proposto al Dottor Fabri-zio Pacifici di assumere la carica di Presidente che è stato accettato con voto favorevole, all’unanimità dei presenti. Il nuovo Presidente fa proposta al Consiglio di Amministrazione di nominare come Vice Presidente l’Architetto Giacomo Galli che ha accettato con il voto favorevole dell’unanimità dei presenti.Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.n.g., comunicato ufficialmente a tutti gli organi istituzionali previsti e oggi 08.07.2016,

dopo aver avuto il riscontro autorizzativo procedurale dagli organi preposti, nominato sino alla sua scadenza, prevista per Dicembre 2017, è il seguente:Presidente: Dott. Pacifici Fabrizio; Vice Presidente: Arch. Pietro Giacomo Galli; Amministratore: Luciano Braconi; Consiglieri di Amministrazione: Dal Monte Lino, Dognini Giacomo, Zanisi Alessandro, Cherubini Enrico, Cicoria Aldo, Salvi Umberto, Padre Massimo Massimi. Da nominare il sostituto dello scomparso Sant Ermanno. Direttore: Daniela CicoriaRiconfermati i revisori dei conti: Cresta Marco, Pagani Vittorio, Moscatelli Fabio.Comitato Scientifico: Celi Fabrizio, Ranalli Gianni, Ama-dio Lanfranco, Filippetti Lorenzo, Francia M. Antonio, Brinchi Marina, Tosi Mauro, Ferraresi Michela, Peciaro-lo Moreno, Padre Massimo Vedova, Fortunati Patrizia, Casadei Sandro, Gerosa Silvano, Lupi Stefano.In conclusione, vista la data di oggi, 08/07/2016, giorno del mio compleanno, dove da quel lontano 08/07/1989, “la vita e la morte si rincorrono” (mia madre lasciò questo mondo alla stessa ora, 9.30, in cui io venni alla luce) vorrei comunicarvi la fine di un’esperienza e la nascita del nuovo Consiglio chiamato ad amministrare la Fondazione.Permettetemi di ringraziare fraternamente per quanto profuso il Presidente uscente Ortolani Marzio e il Con-sigliere Maniero Claudio e di aver ben chiaro che sol-tanto “La storia scrive il suo futuro”.

Il PRESIDENTE Fabrizio Pacifici

LA STORIASCRIVE IL SUO FUTURO

EDITOREFondazione Aiutiamoli a Viverevia XX Settembre 166 - 05100 Terni (TR) STAMPA E IMPAGINAZIONEArti Grafiche CeloriVia Maestri del Lavoro 47, 05100 Terni (TR)

REDAZIONE DELLA FONDAZIONEFabrizio PacificiEnrico CherubiniDavide Bonetti

DIRETTORE RESPONSABILEAlberto Favilla

Periodico Trimestrale, stampa in 8000 copie

Spedire i testi e le fotografie alla redazioneDavide BonettiVia Argodat, 2 - 20127 Milanotel. 02 [email protected]

FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE

Sede NazionaleVia XX Settembre 166 - 05100 Ternitel. 0744 279 560 / 0744 220 079fax 0744 282 460email: [email protected]

C/C BANCARIOIT 82 Z 010 0514 4000 0000 0013 711

C/C POSTALEIT 27 H 076 0114 4000 0001 2001 053

GIORNALE DELLA FONDAZIONEAIUTIAMOLI A VIVERE

ANNO 20, N° 3

Iscrizione Tribunale di Terni n. 2 del 27/03/1998

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Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016pag. 3

DOVEVAMO DECIDEREE L’ABBIAMO FATTO

Nel Consiglio di Amministrazione del 2 luglio 2016 siamo stati chiamati a decidere su scelte strategiche dirimenti per il futuro della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG e lo abbiamo fatto.

Dovevamo scegliere tra l’organizzazione di un Tir della Speranza che superasse la logica degli scarichi de-gli aiuti umanitari agli internati, agli orfanotrofi e agli ospedali ed organizzare qualcosa di diverso che non avesse nulla a che fare con “il semplice” aiuto ma ten-tasse di formare i volontari e rendesse più autonoma e autosufficiente l’organizzazione in Belarus.

Abbiamo scelto di continuare ad alimentare una spe-ranza senza fare tanta filosofia portando in quei luoghi quanto faticosamente raccolto in Italia per agevolare il loro processo di crescita come dire : “PRIMUM VIVERE DEINDE PHILOSOFARI”.

Dal 22 settembre 2016 al 1 ottobre 2016 partirà il XXV Tir della Speranza sempre animato dal convincimento che per prima cosa bisogna soddisfare i bisogni pri-mari, senza per questo cadere nell’assistenzialismo, e poi continuare a cooperare con quanti, uomini o donne, giovani o anziani, sono capaci di mettersi in gioco per costruire un futuro migliore rispetto a quello che sono chiamati a vivere, come abbiamo sempre fatto in que-sti venticinque anni. Sarà un Tir dove si farà tappa nei luoghi e negli internati di provenienza dei bambini bie-lorussi accolti, si farà dono di quanto raccolto in Italia e porremo le basi per un possibile coinvolgimento nei

progetti di cooperazione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”.Il coinvolgimento della popolazione locale, delle Isti-tuzioni, delle giovani generazioni bielorusse sono fon-damentali per l’operato della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” e per gli obietti che si prefigge.

Il Tir della Speranza, le Vacanze-Lavoro, i progetti sanitari sono progettualità imprescindibili con l’Acco-glienza Temporanea Terapeutica in Italia dei bambini bielorussi, in quanto definiti e organizzati per rende-re più agevole il percorso formativo/educativo di tutti i bambini accolti nelle famiglie italiane.

Dovevamo scegliere se cambiare e organizzare il Fo-rum degli Studenti Universitari e, vista la fatica a repe-

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rire risorse e le difficoltà a dare continuità all’impegno volontario degli studenti bielorussi, abbiamo deciso di non smettere di seminare la nostra volontà di far di-ventare protagonisti attivi tutti quei ragazzi e ragazze aiutati dall’Italia dalle famiglie che li sostengono eco-nomicamente con l’Adozione a Distanza.

Un ulteriore impegno di risorse e di lavoro volontario che sarà totalmente impiegato per sostenere lo sforzo delle famiglie italiane ed in Belarus per definire azioni ed eventi ancor più coinvolgenti di quanto fin qui rea-lizzato, per non lasciare niente al caso prima di dare spazio alle sirene del disimpegno, che rimane la cosa più facile da fare di fronte alle montagne da scalare.Dovevamo decidere se fare l’evento di Minsk l’8 -11 di-cembre 2016 dopo il Convegno Nazionale di Caravaggio del 26 novembre 2016 in occasione del XXX Anniversa-rio di Chernobyl e quanto è accaduto e sta accadendo quest’anno dimostra che è assolutamente importante realizzare questo Evento come logica conclusione di quanto abbiamo seminato e continuiamo a seminare attraverso le famiglie accoglienti, i Comitati e tutti i vo-lontari della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”.

L’incontro con il Papa a Roma il 20 aprile 2016 , l’in-contro di Montecitorio alla Camera dei Deputati il 19 settembre 2016, il film “Nascono i Fiori”, il Tir della Speranza, le Vacanze-Lavoro a Gorodiez e soprattutto l’accoglienza temporanea terapeutica organizzata da gennaio a dicembre sono la dimostrazione della forza e della vitalità della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”; andare a Minsk , dopo averlo fatto con il Papa e con il governo italiano, vuol significare condividere total-mente la finalità e gli obiettivi di Aiutiamoli a Vivere in una sorta di “ABBRACCIO” simbolico tra le famiglie italiane e i bambini bielorussi che vogliano ricordare

idealmente e concretamente quel lontano 1991 quando ebbe inizio l’accoglienza temporanea terapeutica.

Un abbraccio che abbiamo voluto regalare al Papa, al governo italiano e che faremo anche con il governo bielorusso il 9 dicembre 2016 in occasione dell’Evento organizzato con la partecipazione delle famiglie italia-ne a Minsk per ricordare quel tragico 26 aprile 1986 e soprattutto per lasciare un messaggio di pace e spe-ranza per quanti hanno creduto e continuano a credere nella Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”.

Il 2 luglio 2016 il Consiglio di Amministrazione è stato chiamato a decidere sulle strategie e le iniziative da realizzare e lo ha fatto; ora è tempo di agire e portare a casa i risultati.

Buon lavoro a quanti si adoperano e cooperano per questo.

Fabrizio Pacifici

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In occasione del XXX Anniversario di Chernobyl la Fondazione “Aiu-tiamoli a Vivere” O.n.g. è stata ri-cevuta a Montecitorio il 19.09.2016 per raccontare la sua storia, per presentare il film “Nascono i fio-ri” e per donare il simbolo, rap-presentante la storia dell’Acco-glienza terapeutica temporanea dei bambini bielorussi, denomi-nato “ABBRACCIO” alle autorità istituzionali presenti.In rappresentanza di tutte le fa-miglie aderenti alla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” sono arriva-te a Roma 190 persone che hanno potuto constatare l’importanza dell’iniziativa e l’attenzione ripo-sta dai livelli istituzionali ai temi posti in discussione dalle rela-zioni e dal film proiettato in sala “Nascono i Fiori”.Sono stati ripercorsi 30 anni di storia dell’Accoglienza Terapeu-tica Temporanea con tutte le dif-ficoltà incontrate e con gli stra-ordinari successi ottenuti sia in termini di avvio di processi di crescita culturale sia in termini di concreta solidarietà offerta alle popolazioni infantili bielorusse

per superare le conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl.Il docu/film “Nascono i Fiori”, presentato dal regista Mauro Bartoli, ha ripercorso la storia dell’Accoglienza Temporanea Te-rapeutica dei bambini bielorussi presentando storie di concreta solidarietà che hanno cambiato profondamente il senso e il futuro dei bambini ospitati in Italia.Al termine dell’iniziativa istituzio-nale la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.n.g. ha voluto omaggia-re il Ministro Boschi - in sua rap-presentanza era presente il Dr. Antonelli Mauro - l’On. Giulietti Gianpiero e il Vice Sindaco del Co-mune di Terni Dott.ssa Malafoglia Francesca, quali rappresentanti istituzionali di tutte le famiglie ita-liane ospitanti i bambini bielorus-si, del simbolo raffigurante l’”AB-BRACCIO” ideale tra le famiglie e i bambini accolti e che sarà donato allo stesso modo, nell’evento di Minsk dell’08 – 11 dicembre 2016, alle istituzioni della Repubblica di Belarus per ricordare il XXX An-niversario del disastro nucleare di Chernobyl.

La Fondazione “Aiutiamoli a Vive-re” O.n.g. ha voluto omaggiare con lo stesso simbolo degli “ABBRAC-CI” anche chi può essere definito “Ambasciatore di pace”, avendo partecipato e vissuto attivamen-te tutti i lavori necessari alla ri-strutturazione degli ambienti di vita negli internati, negli orfana-trofi e ospedali della Repubblica di Belarus, come tutti i volontari del Progetto “Vacanze-Lavoro” premiati per l’occasione: Dognini, Galli, Gualandris e Invernizzi.La giornata dell’incontro istitu-zionale con la Fondazione “Aiutia-moli a Vivere” O.n.g. si è conclusa con la possibilità data a tutti i pre-senti di visitare la Camera dei De-putati accompagnati e guidati dal personale resosi volontariamente disponibile nonostante non fosse in programma, avendo ascoltato la storia dei volontari e delle fami-glie della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” O.n.g.

Fabrizio Pacifici

MONTECITORIO, 19/9/2016“GRAZIE A TUTTI I PARTECIPANTI PER AVER DIMOSTRATO COSA VUOL DIRE ESSERE FONDAZIONE”

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EVENTO IN BELARUS8-9-10-11 DICEMBRE 2016 MINSKXXX Anniversario di Chernobyl

LE RAGIONI DELL’ACCOGLIENZA 08 Dicembre 2016Partenza dall’ItaliaArrivo a Minsk e posizionamento in AlbergoCenaVisita guidata a Minsk

09 Dicembre 2016Ore 09:00 Saluto Autorità Istituzionali della Rep. di Belarus

Ore 10:00 Relazione del Presidente Dr Pacifici Fabrizio

Ore 10:30 Relazioni “Le ragioni dell’Accoglienza” :- Scientifico : Relatori dell’Università di Fisica di Minsk- Sanitario : Relatori dell’Università di Medicina di Minsk- Spirituale: Frati Minori Conventuali di Assisi- Istituzionale : Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG

Ore 13:00 Pranzo, ove non possibile Coffe break

Ore 15:00 Ripresa lavori- Presentazione lavori svolti nel 2016 in Belarus- Vacanze Lavoro, Tir, Alcolismo, Sanitario- Dipartimento Aiuti Umanitari, Relazione attività svolte- Ministero Istruzione, Analisi Accoglienza Temporanea in Italia pro/contro- Le attività svolte dall’Associazione Planeta Detei, Relazione di O. Ganja

Ore 18:00 Presentazione del film per il XXX Anniversario di Chernobyl, regia di Mauro Bartoli

Ore 19:00 Fine lavoriOre 21:00 Cena della Solidarietà

10 Dicembre 2016Giornata di incontro con i bambini bielorussi e con le famiglie bielorusse.

11 Dicembre 2016Rientro in Italia

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Attraverso il diario-racconto di Gigi Dognini, responsabile del progetto Vacanze-lavoro, riviviamo i momenti più importanti dell’intervento di quest’anno effettuato a Gorodietz.

30.07.2016 sabatoOggi parto per la mia diciannovesima “vacanza-lavoro”. Parto con animo sereno come non mai, accompagnato da un grup-po numeroso e volonteroso che ormai, da anni, condivide con me queste ”vacanze“ in Bielorussia. Un gruppo speciale di 11 volontari ci ha preceduto per organizzare e preparare l’avvio del cantiere; a loro tocca il compito più faticoso: organizzare il magazzino, attrezzare il cantiere con argani, quadri elettrici ecc. e, per l’ennesima volta, terminare le demolizioni delle zone interessate nel progetto di ristrutturazione. Purtroppo, ogni anno, il personale dell’istituto non esegue le direttive impartite. Quest’anno, poi, sono state più impegnative del so-lito; e dunque si parte con un ritardo non previsto. Siamo arri-vati a Minsk alle 18,30, con un primo intoppo: è andata smar-rita la valigia di Emanuel, con il suo prezioso e abbondante contenuto di alimentari. L’arrivo in istituto avviene verso le 11 di sera. Troviamo ad attenderci i nostri compagni, gli inter-preti e lo statuario direttore (impietrito in volto dalla paura di non vedere terminati i lavori). Dettati gli orari di ritrovo per il mattino seguente ognuno si ritira nelle stanze.

31.07.2016 domenicaPrimo giorno di lavoro con le squadre al completo, e, come ogni anno, i primi commenti sono: i lavori da eseguire sono molti, i muratori sono pochi, non riusciremo a terminare il tutto nel tempo previsto, ecc. ecc. Insomma il pessimismo avanza! Non nego che il progetto quest’anno sia ambizioso: riguarda tre piani, mancano parecchie persone sempre pre-senti in altri interventi… Ma il tutto non intacca la mia fiducia nel buon esito delle opere. Come sempre verranno terminate nel tempo previsto!n.b. Il direttore dell’istituto lo vedo spaventato, smarrito e sprovvisto di risorse monetarie per le spese di sua compe-tenza; Giacomo (il nostro architetto progettista) lo rincuora garantendo che là dove non riuscisse a sostenere le spese del cantiere ci penseremo noi (gasbeton-cemento-rasante ecc per un budget di mille euro!).

01.08.2016 lunedìQuest’anno, nel gruppo, ci sono due volontari alla prima esperienza: padre e figlio di un paese vicino a Padova. Non conoscono nessuno ma vedo che interagiscono con grande spontaneità con tutti. Le opere murarie dei bagni sono quasi completate e le intonacature sono a buon punto.Andrej e Maxim, due ragazzi orfani sociali dell’istituto di Senno, oggi trentenni, muratori, anche quest’anno lavorano

con noi con maestria e buona volontà; la nota positiva è la conferma che Andrej (ospitato dalla mia famiglia nel lonta-no 1996/97) da due anni ha smesso di bere. Maxim è un po’ deluso perché la famiglia italiana che per cinque anni lo ha ospitato non ha più contatti con lui. n.b. La dogana è venuta a fotografare il materiale di ritorno in Italia: tutto ok! Primo temporale con allagamento della sala pranzo!

02.08.2016 martedìPrimo serio problema in cantiere: le porte ordinate tempo fa non sono state fatte; il direttore e Giacomo, accompagnati da Leonid e dal nostro falegname Achille, sono andati a Gomel in fabbrica per cercare di risolvere l’emergenza. Le donne della cucina ricevono il primo applauso per un gustoso risotto ai carciofi: voto 11! Come ogni anno ci viziano. Il cantiere procede regolarmente anche se il secondo temporale ha allagato un paio di locali in ristrutturazione.n.b. Nicola con la mamma Antonella, dopo essere andati a sa-lutare la ragazza ospitata dalla loro famiglia anni fa, rientra-no in istituto per aggregarsi al gruppo. Secondo allagamento zona mensa perché la guaina del tetto, fatta dai “bielo”, non è collegata al canale che passa tra la cucina e la mensa.

03.08.2016 mercoledìBuone nuove: è tornato il sole; le porte forse arrivano lunedì per l’impegno del direttore della fabbrica (che è stato bambi-no di Chernobyl in Italia). I lavori proseguono bene: nel pome-riggio abbiamo incominciato a piastrellare i pavimenti.Notizie: le nostre cuoche lavorano in allegria, le persone ad-dette alla traduzione si dimostrano professionali ed efficienti; Katia e Natascia collaborano in cucina e nella spesa quoti-diana. Nelle pause servono a tavola: colazione-pranzo-cena. Leonid è il collante tra le maestranze dell’istituto-noi-gli ope-ratori del cantiere. Sempre disponibile, nel suo tempo libero lavora con entusiasmo nelle opere edili.

LE VACANZE-LAVORO 2016

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n.b. Sorpresa: la dogana è ritornata per fotografare il mate-riale di ritorno all’ora della merenda! Hanno posto domande assurde a Gioachino che si è districato non male. Si intravede quella diffidenza che non dovrebbe esserci riservata in quan-to siamo un gruppo di volontari impegnati per migliorare la quotidianità di bambini meno fortunati e non siamo qui per attività commerciali. Assurdo!

04.08.2016 giovedìOggi sto organizzando con il direttore dell’istituto (sta-tua-man) l’uscita serale di domenica per il consueto tipico “sciaslik” (spiedini di carne) sulle rive del fiume. La messa è prevista per sabato sera; aspettiamo il ritorno del parroco da Rogaciov dalla giornata mondiale della gioventù di Cra-covia per avere la conferma. Di nuovo: oggi sono arrivati ben due doganieri, all’ora di pranzo, per verificare il materia-le che tornerà in Italia; hanno fotografato tutte le etichette delle macchine utensili anche in cucina. Ovviamente si sono fermati a pranzo, abbiamo dato loro il libro della Fondazione dove si raccontano le attività svolte in questi vent’anni; ma comunque hanno continuato imperterriti nella perlustrazio-ne dei nostri macchinari. Speriamo sia l’ultima volta. Nota: ieri la serata è stata rallegrata con parrucche e cappelli di vario tipo, coinvolgendo l’intero gruppo in trasformazioni che hanno suscitato fragorose risate a tutti, compresi i nuovi vo-lontari che ormai sono stati totalmente integrati in ogni atti-vità, scherzi compresi.

05.08.2016 venerdìOggi per cinque volontari è l’ultimo giorno di queste “vacan-ze lavoro”. Domani tornano in Italia Gianni, Davide, Franco, Antonella, Emanuel. Il cantiere procede spedito: oggi hanno iniziato a piastrellare le pareti nel locale destinato alla lavan-deria. Nel pomeriggio mi sono fermato ad ascoltare le opi-nioni di due ex capi-cantiere, che godono della mia più ampia stima. Le mie speranze di terminare completamente il pro-getto si riducono a un piccolo lumicino. I quattro giorni persi per le demolizioni stanno pesando sul risultato finale.Serata di saluti con consegna di diplomi per ringraziamento del lavoro svolto a favore dei bambini da parte del diparti-mento provinciale di Rogaciov.n.b. Nel pomeriggio è arrivato Vadim, falegname provetto formato dalla scuola-fabbrica di Senno. Ha preparato subito la croce per la messa. Sono favorevolmente stupito del buon ritmo di lavoro da parte dei dipendenti dell’istituto (maschi e femmine).

06.08.2016 sabatoSveglia alle 5,30 (come le nostre donne di cucina); oggi gior-nata di partenze e arrivi. Ho accompagnato all’aeroporto di Minsk i 5 partenti per l’Italia. Volo in orario, saluti commossi di commiato; sono rimasto a Minsk per l’arrivo di Simone e Roberto, muratori-piastrellisti che termineranno il cantiere con il gruppo. Ho pranzato con Denis Doudiscki, membro del coro universitario “cantus juventae” del corso di lingue di Minsk, ospitato dalla mia famiglia durante la loro tournee in Italia, alla fine degli anni ’90. Oggi Denis lavora nella tele-visione bielorussa; è famoso, fa parte di un gruppo musicale “da vinci”. Siamo rientrati in istituto alle 21,30; durante la mia assenza è arrivato il prete e ha celebrato la messa in italiano, ha visitato il cantiere e mangiato con i volontari; tutti contenti per le belle parole di ringraziamento per il nostro impegno in Bielorussia.

07.08.2016 domenicaNon sono superstizioso! I fatti che si sono susseguiti durante quest’anno mi hanno fatto tornare in mente un vecchio detto della mia carissima mamma Rosa che era solita dire: “anno

bisesto anno funesto”. Personalmente sto vivendo in prima persona gli imprevisti dell’anno, e così anche per queste va-canze-lavoro. Ormai è certo: per la prima volta in ventidue anni di interventi in Bielorussia partiremo senza aver termi-nato completamente i lavori: resteranno delle porte da mon-tare (non sono state consegnate), il lavoro di controsoffittatu-ra e forse anche un bagno al terzo piano. Chissà. Dal mese di aprile, quando ho iniziato a formare la squadra di volontari, fino alla partenza, gli imprevisti sono stati molti; decisivi sono stati i ritiri per motivi di salute; ben 5 muratori professionisti hanno dato forfait e non sono riuscito a rim-piazzarli. Non era mai successo! La partenza anticipata di 12 volontari (una settimana prima) era destinata all’avvio dei lavori di muratura e invece hanno dovuto far fronte all’impre-visto delle demolizione non eseguite. Oggi il cantiere si fer-merà alle 16,30 per poter raggiungere la località riservata per la tipica cena, in riva al fiume Dnieper: una grigliata di carne presso una struttura coperta con il direttore e il personale dell’istituto.n.b. Trascorso una bella e divertente serata. Abbiamo avuto ospiti inattese: Olga, la nostra capo ufficio di Minsk accompa-gnata da Olga Ossipova nostra vecchia conoscenza, e Nastia ultima assunta dell’ufficio di Minsk. Bella e gradita sorpresa per tutto il gruppo!

08.08.2016 lunedìLa sera leoni e al mattino… Molte facce assonnate arrivano per la colazione e poi subito in cantiere. I primi bagni sono quasi terminati e così la lavanderia; i macchinari della lavan-deria vengono posizionati, collegati. Come sempre la mae-stria dei nostri volontari dà buoni risultati. Dogana news: fi-nalmente il materiale di consumo e quello di ritorno è stato sdoganato; viene preso l’accordo che il materiale di ritorno sarà caricato sul tir senza il personale della dogana. Preno-tiamo il tir per il carico di rientro in Italia.n.b. In questi giorni alcuni ragazzi ospitati nel corso di que-sti anni da varie famiglie di volontari sono passati a salutarci (alcuni sobbarcandosi molte ore di viaggio); una ventata di emozioni positive che rincuorano tutto il gruppo. Ma purtrop-po, come sempre, quando si inizia il conto alla rovescia per il rientro in Italia la tensione cala, la fatica emerge prepotente-mente e la nostalgia avanza, per la famiglia che ritroveremo ma anche per il posto che lasceremo. Tra i volontari c’è sem-pre qualcuno che rallegra il dopo cena, con grande disponi-bilità e leggerezza!

09.08.2016 martedìQuesta mattina, in istituto, c’è una massiccia presenza di personale (98% femminile) per i lavori di manutenzione–pu-lizia-ordine, interna ed esterna; sotto lo sguardo del direttore statua-man, tutto procede a gran ritmo dettato dall’attenta e vigile presenza dell’esuberante vice -direttore Andrej.L’istituto sembra riprendere vita per accogliere i bambini ora in vacanza nei “lager estivi”. Si attende la commissione che rilascerà l’abitabilità dell’edificio per il nuovo anno scolastico.I nostri lavori sono a buon punto; il primo piano è terminato. Si possono usare i primi bagni, stireria, lavanderia, magazzi-no. Sono piastrellati, e finalmente anche il primo blocco doc-ce è funzionante. Sei nostri volontari, nel pomeriggio, sono partiti per l’istituto di Kamenka: devono sostituire i teli delle serre, rovinate nel togliere maldestramente la neve ghiaccia-ta. I nuovi teli sono stati donati dal comitato di Morengo.n.b. Lorenzo ha allietato la serata, vestito da sciantosa; ha servito il caffè a tavola! Dopo cena, oltre alla tisana, c’è sem-pre un film. Stasera: Yoghi e Bubu!

10.08.2016 mercoledìSolo lui sapeva che avremmo finito i lavori anche quest’anno,

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lui il nostro Piero Invernizzi.Il nostro capo-cantiere ormai dal 2003; uomo saggio, reali-sta, allegro disponibile allo scherzo e al gioco con i volontari, tutti lo rispettano e lo stimano. Un capo-cantiere con volontà di ferro, organizzazione e senza paura di mettersi in gioco e lavorare con grande concentrazione per ottenere il risultato previsto. Un uomo della val Imagna, un bergamasco doc, bravo restauratore e abile scalpellino. Io sono onorato di far parte della cerchia delle sue amicizie. Amicizie vere.All’ora di pranzo sono rientrati i volontari andati in trasferta a Kamenka; un altro lavoro è stato portato a termine. Missione compiuta! Oggi sono arrivati dall’istituto di Senno a ritirare i teli per le serre che andranno sostituiti nella prossima pri-mavera; il materiale è stato tutto portato dall’Italia. Le serre a Senno sono state installate nel 1999 con il progetto scuo-la-fabbrica che tutt’oggi procede a gonfie vele sotto la gui-da del nostro caro Leonid. Si respira un’aria più rilassata, si cominciano a riordinare le attrezzature di ritorno in Italia; i muratori hanno terminato, i piastrellisti e gli idraulici sono quasi al traguardo, l’imbianchino è ai ritocchi finali mentre i falegnami aspettano le ultime porte. Dai visi dei volontari tra-spare il pensiero: anche quest’anno ce l’abbiamo fatta! Tra un mese dimenticheranno la grande fatica che ha comportato questo cantiere, sia fisica che psicologica, ricorderanno solo il bel lavoro eseguito. Bisogna organizzare l’arrivo del tir da caricare per poi decidere la dipartita dall’istituto per Minsk. Non è semplice. n.b. Oggi è il mio 64esimo compleanno (19 festeggiati in Bielorussia), ho ricevuto la visita, molto gradita, del direttore di Kamenka, della vice-direttrice di Senno, e di Larissa direttrice di Asipovici. Una bella giornata! Grande tor-ta per tutti preparata dalle nostre cuoche-pasticciere.

11.08.2016 giovedìOggi è l’ultimo giorno di lavoro per quasi tutti i volontari. Ul-time piastrelle, ultime stuccature, ultimi montaggi per gli idraulici e per gli elettricisti, ultimo pranzo da preparare per le nostre provette cuoche che anche questa mattina ci hanno stupito con una buonissima pizza, per il break. È bello ve-dere chi, man mano che qualcuno termina il proprio lavoro, si mette ad aiutare chi sta ancora lavorando. Vero spirito di gruppo che permette, anno dopo anno, il raggiungimento di risultati strabilianti. Nel pomeriggio si cominciano a raduna-re in magazzino le attrezzature che devono ritornare in Italia. Tutte vengono ripulite e riposte nelle casse. Purtroppo a cau-sa del ritardo della consegna delle porte, Achille e Vadim, i nostri falegnami, lavoreranno anche domani mattina. Il diret-tore incomincia a sorridere, il suo volto si sta umanizzando. Le donne si recano a Babruisk per acquistare lino per le ban-carelle da fare in Italia e il regalo per i vent’anni di vacanze la-voro di Antonio Passoni. Alle 19.30 foto di gruppo con la regia di Gioachino. Di seguito cena preparata dalle cuoche dell’i-stituto e consegna dei diplomi ai volontari direttamente dal capo dipartimento dell’istruzione della provincia di Rogaciov.A fine cena abbiamo consegnato i diplomi a dodici volontari, chi per i 5 anni, chi per i 10, chi per i 15; e per i 20 anni di va-canze lavoro ad Antonio Passoni. Poi i premi scherzosi, ma

non troppo: cazzuola d’oro, piastrella d’oro, carriola d’oro, demolitore d’oro, ecc. ecc.

12.08.2016 venerdìOggi la sveglia è ancora alle 6.30 per rispetto di chi ancora lavora: magazzinieri e falegnami e alcuni che aiutano le cuo-che a fare i panini che mangeremo a pranzo durante il viaggio per Minsk, destinazione hotel Planeta. Qualcuno si chiederà perché quelli delle vacanze lavoro scelgono di pernottare in uno degli hotel più belli di Minsk. La risposta è semplice: in Bielorussia, a causa della crisi, non ci viene più nessuno e con 24 euro si pernotta con prima colazione preparata solo per noi. Non posso non raccontare, per far comprendere i danni, la povertà in grande aumento che la crisi sta creando in Bielorussia. Igor, l’elettricista volontario delle vacanze la-voro ormai da 13 anni, l’altra sera mi ha chiesto di trovargli un lavoro in Italia perché è da qualche mese che non percepisce lo stipendio. Per onestà ho detto ad Igor che a 50 anni non c’è nessuna possibilità di trovare lavoro in Italia. Però ancora una volta abbiamo applicato la regola della Fondazione Aiu-tiamoli a vivere (prima quelli della porta accanto) e raccon-tato al gruppo le difficoltà di Igor. È scattata tra i volontari una gara di solidarietà e prima della nostra partenza Anna gli ha consegnato una busta con quasi 800 euro. Le lacrime di Igor che versa ogni anno alla nostra partenza quest’anno hanno un significato più profondo. Alle 17.30 del pomeriggio Giacomo con Achille dopo avere portato in stazione Vadim, Andrei e Maxim ci raggiungono in hotel. Anche tutte le porte sono state montate.

13.08.2016 sabatoTutti i volontari come da programma raggiungono regolar-mente le proprie case e i propri cari senza intoppi o ritardi di alcun genere. A Gorodietz i bambini e il personale dell’istituto si sentiranno meno soli e meno isolati. Il personale è stato istruito al miglior uso dei nuovi impianti idraulici ed elettrici e alla loro manutenzione. I bambini al loro ritorno troveran-no tanti giochi adatti alle loro capacità offerte all’istituto dalla squadra di volontari. Oggi è anche giorno di ringraziamenti: un grande grazie ancora una volta ai volontari delle vacan-ze lavoro per il loro impegno e la loro incommensurabile umanità; un grazie alla signora Larissa che ha lavorato per gli sdoganamenti; un grazie a Ivan che con il suo pulmino Wolkswagen è sempre disponibile, sempre sorridente e nel tempo libero lavora al cantiere. Grande Ivan! Grazie al perso-nale e al direttore che hanno collaborato proficuamente con Giacomo al recupero dei materiali mancanti. Non ultimo gra-zie al ”cielo” (da cui siamo sempre stati protetti nella nostra opera): anche quest’anno zero infortuni (qualche mal di gola e poco più). Infine, il ringraziamento va alle famiglie della Fondazione che noi rappresentiamo con orgoglio in Bielorus-sia. Grazie anche ai Comitati che con i loro contributi hanno permesso di dotare la lavanderia con una nuova lavatrice e un nuovo idroestrattore. Anche per tutto questo, non smette-te mai di ”aiutarci ad aiutare”.

Gigi Dognini

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Il caffè sospeso è un’abitudine posta in essere dagli av-ventori dei bar di Napoli mediante il dono della consu-mazione di una tazzina di caffè espresso a beneficio di uno sconosciuto. Così, il caffè già pagato rimane in atte-sa del primo avventore che ne farà richiesta.

L’edizione 2016 del TIR DELLA SPERANZA, si può, con le opportune correzioni, considerare cosi: un viaggio in sospeso tra quello che il TIR ha per tanti anni rappre-sentato (raccolta e consegna di materiale) e quello che si è cercato di fare, per proporre ai partecipanti un TIR nuovo, diverso, innovativo.

Il TIR DELLA SPERANZA ha tra gli obiettivi del viaggio quello di intensificare il rapporto tra struttura visitata e partecipanti, grazie al coinvolgimento dei comitati ita-liani che accolgono nelle loro famiglie bambini prove-nienti da quella zona. Trascorrere una giornata di cono-scenza, scambio tra delegazione italiana e interlocutori bielorussi, capire i loro bisogni, parlare di nuove proget-tualità, conoscere il contesto in cui la struttura che ver-rà visitata è inserita.

Quest’anno il TIR è in sospeso perché, dopo molto lavoro e impegno, quando sembrava abbastanza vicino il tra-guardo di un primo cambiamento, si è ritornati al format consolidato del viaggio umanitario che dal lontano 1992 ogni anno porta i volontari di Aiutiamoli a Vivere a con-tatto con tante realtà bielorusse, siano esse orfanotrofi, istituti, centri per anziani: intendiamoci, nessuna criti-ca verso un intervento di sostegno concreto ma quanto meno rimane l’amarezza per non aver potuto comple-tare un cambiamento che per qualche tempo sembrava ormai vicino all’essere possibile.

Dispiacere perché era parso importante coinvolgere in pieno i comitati italiani, facendoli sentire protagonisti e “gestori” dei momenti di incontro che si sarebbero or-ganizzati nelle varie tappe previste dal programma. Ciò non è stato possibile; diverse sono le cause, tutte quan-te oggetto di discussione e approfondimento, forse non tutti hanno compreso appieno quale fosse il messaggio che si è cercato di passare, forse ci stiamo ancora con-frontando con realtà in cui la presenza di persone estra-nee (anche se noi estranei non siamo), creano qualche diffidenza e soprattutto rendono i responsabili delle strutture quanto meno diffidenti dal garantire la loro massima collaborazione.

Bene, è andata cosi, ed ecco quindi il percorso di questo 26° Tir della Speranza, targato Aiutiamoli a Vivere, che trovate illustrato in dettaglio a pagina 12.

Quest’anno torneranno le consegne di materiale; in par-ticolar modo, nelle scorse settimane, è stato caricato un intero tir con circa 2400 paia di scarpe e una quarantina di letti articolati, destinati a strutture sanitarie che ne hanno fatto richiesta: il materiale, già sdoganato, atten-de ora braccia e gambe dei nostri volontari, che effet-tueranno le consegne.

Come sempre, ad accompagnare la comitiva, l’impor-tante e irrinunciabile presenza dei clown, che regale-ranno qualche momento di serenità agli ospiti delle strutture visitate.

L’occasione del TIR DELLA SPERANZA può essere con-siderata propedeutica anche alla preparazione del pros-simo viaggio per il progetto “Tir aiuti personalizzati”, che nel prossimo mese di dicembre consegnerà mate-riale ai bambini ospitati nei comitati di tutta l’Italia. Anche allora, grazie al lavoro di tanti volontari e di tan-tissime famiglie, ancora una volta, potremo confermare il grande cuore delle famiglie che dal 1992 hanno scelto di aiutare, in modo concreto e lontano dal clamore me-diatico oggi sempre più diffuso.

Alessandro Zanisi, Presidente AAV Lombardia

UN TIR IN SOSPESO

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pag. 12Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016

IL PERCORSODEL TIR DELLA SPERANZA

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CLOWNIN BELARUS 2016

23 aprile 2016Gli ultimi giorni prima di un viaggio sono sempre pieni di cose da fare, da sistemare, da programmare. Sono gior-ni di emozioni intense, di impazienza e di illusione. Ogni piccola cosa è un passo verso la partenza vera e propria, dai bagagli, all’ultima ricerca frenetica di informazioni, alla sistemazione (più e più volte) di tutti i documenti necessari, del materiale per le gag… nel frattempo la mente già vola, vola verso le terre da esplorare, verso i bambini da abbracciare e le situazioni da vivere. Perché la nostra mente comincia il viaggio prima che esso inizi concretamente, la nostra mente ci precede, ci anticipa e ci prepara il cuore.

E finalmente arriva poi il giorno della partenza. Partia-mo in undici per Minsk oggi, ma sentiamo una forte pre-senza al nostro fianco, la presenza di chi oggi affronta il suo ultimo viaggio su questa terra e che ha dedicato la sua vita a questa terra, ai bambini che andremo ad in-contrare, abbracciare, coccolare, che tanto credeva nel nostro progetto e che aveva voluto con tanta convinzione la missione Clown in Belarus.

24 aprile 2016Il primo giorno percorriamo quasi 400 chilometri, per lasciare Minsk ed entrare nella regione di Brest. Le ore

in pulmino sono sempre ore cariche di tensione e fibril-lazione, quelle in cui si ripercorrono gli attimi appena vissuti, in cui si fa il bilancio della giornata o del servi-zio appena concluso, quelle in cui si metabolizzano le proprie emozioni e si cerca di ricaricare le batterie. In particolare, quelle del primo giorno separano dall’esor-dio, si riempiono di aspettative e paure, vengono riempi-te dall’ansia del debutto, dall’impazienza di trovarsi sul primo palco.La giornata di oggi è dedicata a due scuole che visitia-mo ormai da diversi anni: la Scuola internato di Molciad, nella provincia di Baranovici e la Scuola internato per i bambini con problemi di vista di Zhabinka. Se abbiamo la sensazione di essere “a casa” percorrendo corridoi, salendo scale e affacciandoci alle finestre, riceven-do accoglienze straordinarie, abbracciando creaturine che ti corrono incontro e stringendo manine affamate di contatto, ogni anno è un’emozione unica, ineguagliabile e irripetibile.

Lo spettacolo è ancora in fase di rodaggio. Le prime due apparizioni mettono infatti in luce degli accorgimenti da prendere a partire dalla giornata successiva, ma la ri-sposta che arriva dal pubblico è sempre calorosissima ed è con questo senso di pienezza e appagamento che ci confrontiamo per sistemare anche le ultime sbavature.

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L’accoglienza dell’Istituto di Zhabinka e del suo super Direttore Alexander, come sempre, è qualcosa di cui es-sere veramente riconoscenti.

25 aprile 2016Dopo aver salutato Alexander, saliamo sul pulmino e ci dirigiamo verso l’ Orfanotrofio di Kobrin, che ospi-ta bambini in età prescolare. Quando entriamo, alcuni sono già seduti, altri stanno arrivando, nelle loro file ordinatissime, tutti mano nella mano dietro alla mae-stra. Appena ci vedono quel rigore viene dimenticato e spuntano manine che ti cercano, occhi che ti parlano, braccine che ringraziano. Chi apre la fila tende a deviare verso di noi, richiamato immediatamente all’ordine dalla maestra, mentre chi si trova in fondo può prendersi qualche libertà in più, cor-rendoci incontro e richiedendo quelle attenzioni calde e morbide che spesso a queste creature mancano tanto. Lo spettacolo è un successo, ma ciò che portiamo via con maggior emozione è il tripudio finale di bolle e pal-loncini, cominciato dopo un ballo tipico bielorusso (per noi “Le tre balosky”) in cui ci siamo cimentati tutti in-sieme.

Salutati i piccolini ci siamo diretti verso il Villaggio delle case famiglia. Qui l’accoglienza è sempre straordinaria, così come l’entusiasmo dei ragazzini che attraverso noi rivivono parte dei loro ricordi e delle emozioni legate ai loro viaggi in Italia. Il poco tempo a nostra disposizione ci impone di tagliare qualche gag dallo spettacolo, mentre l’entusiasmo dei ragazzi fa il resto, travolgendoci (anche fisicamente), partecipando con ardore e dimostrandoci tutta la gioia che la nostra presenza porta con sé. Come ultima tappa della giornata ci attende la Scuola internato per bambini audiolesi.

Lo spettacolo è un successo: nonostante molte gag ab-biano una buona parte del proprio senso incentrato su aspetti uditivi, la felicità e il divertimento che la nostra presenza suscita superano anche questa barriera. Si è trattato dell’ennesima dimostrazione che la semplicità e l’amore aprono strade anche laddove sembra che il terreno non sia percorribile e che lo fanno con così tanta energia che i risultati sono spesso inaspettati. I pensieri anche oggi vanno al nostro Ermanno, angelo a cui rac-comandiamo tutte queste meravigliose creature!

26 aprile 2016Giornata particolare oggi. Il 26 aprile 1986 la Bielorussia si svegliava senza sapere che quello che si apprestava a vivere sarebbe stato un giorno che avrebbe cambia-to profondamente la storia e l’anima del Paese. Oggi, a trent’anni da quella tragica data, noi siamo qui, perché se è impossibile cancellare ciò che è stato, possiamo de-cidere di esserci oggi per provare a cambiare il presen-te, o, quantomeno, portare un po’ di gioia e leggerezza.La nostra prima tappa è la Scuola internato ausiliare di Antopol, nella provincia di Droghicin. Anche questo Isti-tuto ormai fa parte del nostro itinerario da qualche anno e ci si apre il cuore quando vediamo campeggiare sul-la porta del grande frigorifero la calamita di Cuore per un Sorriso. La struttura ospita bambini allontanati dai genitori a cui è stata tolta la patria potestà per diversi motivi (principalmente l’alcolismo). È la prima volta che lo spettacolo, che in questo Istituto possiamo mettere in scena nella sua completezza, riesce a meraviglia e per noi questo è il primo motivo di felicità e orgoglio. Il gruppo si è ormai compattato e questo primo successo

forse è frutto di complicità, condivisione, aiuto e soste-gno reciproco.

La sala si scalda dopo le prime battute e va a crearsi come sempre quella magia fatta di risate che ripagano in un attimo tutta la nostra stanchezza e i nostri sforzi. Risaliti sul pulmino, ci avviciniamo alla città di Pinsk. Facendo un po’ il punto di quanto abbiamo visto finora, la notizia che trapela della chiusura della Scuola inter-nato per bambini orfani che ci aveva ospitato due anni fa dopo Antopol e che così tanto ci aveva colpito in negativo (corridoi bui, porte tutte chiuse a chiave, lucchetti e fi-nestre sprangate) ci fa pensare e riflettere sul fatto che forse un cambiamento sia veramente in atto anche in terra bielorussa.

La chiusura delle strutture fatiscenti, l’attenzione alla creazione di ambienti luminosi e sereni per i bambini, le maestre più solari e attente riaccendono in noi speranza ed entusiasmo, che siamo pronti a riversare sulla nostra prossima tappa, la Scuola internato di Molotkovici. Come tutte le scuole internato anche questa ospita bambini e ragazzi di ogni età, dai piccolini che sono sempre faci-li da ammaliare e coinvolgere, agli adolescenti, giova-ni adulti che hanno la scorza molto più dura. Pubblico più impegnativo quello di questa Scuola, ma in qualche modo, ognuno cercando la propria via, riusciamo a fare breccia anche questa volta e a catturare l’attenzione e gli sguardi di tutti. Ancora una, due, dieci volte le stesse domande, quelle che a noi straziano il cuore e l’anima: “Quando tornate?”, “Ci vediamo anche domani?”, “Pos-so venire con voi?”. Sono domande a cui non sappiamo rispondere, ma che ci fanno capire quanto questi ragazzi ci aspettino con ansia e quanto riusciamo a lasciar loro anche solo con la nostra presenza.

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27 aprile 2016Il primo servizio della giornata è all’Ospedale di Pinsk. Soprattutto agli occhi di chi lo vede per la prima volta appaiono subito lampanti le enormi differenze rispetto agli ospedali cui siamo abituati noi. Le infrastrutture, l’i-giene, le stanze… tutto appare immediatamente lontano dai reparti del Santa Chiara e del Santa Maria del Car-mine che ospitano i nostri servizi in Italia. Ci fanno siste-mare nel solito stanzone e, presi un paio di accordi fra di noi su cosa fare, cominciamo a intrattenere i piccoli de-genti con delle semplici gag, dei trucchi di magia, finché la sala non si riempie di bolle di sapone e si trasforma in un percorso a ostacoli fatto con palloncini. È sempre straordinario notare come un sorriso o un momento di gioia possa, nei bambini, allontanare (anche se tempo-raneamente e parzialmente) il dolore e la sofferenza.

Altrettanto straordinario è notare come, anche in un luogo così spoglio, la partecipazione del personale pos-sa essere indispensabile per portare un po’ di colore e allegria. I bambini guardano a medici e infermiere come a punti di riferimento importanti e il fatto che loro si lascino coinvolgere con naturalezza permette anche ai piccoli pazienti di dimenticare per qualche istante le re-gole e le restrizioni per abbandonarsi al divertimento e alla spensieratezza.

Ci fanno salire al piano superiore ed entrare in un’altra sala senza dirci nulla. Alcuni di noi sono chiamati a fare servizio nelle stanze di alcuni piccolini abbandonati dai propri genitori quindi il gruppo si divide. Chi resta vede entrare uno alla volta delle creaturine attaccate a flebo, che non riescono a camminare da sole, stanche e deboli, che ci rivolgono dei flebili sorrisi stanchi. Ci troviamo in difficoltà in un primo momento, non eravamo pronti, ma le magie, i palloncini e le bolle ci salvano anche questa volta e portiamo a termine (anche se con un po’ di fatica)

anche questa missione. Riunito il gruppo siamo pronti per la prossima tappa. Si risale sul pulmino e si parte.

Dopo l’uscita in ospedale, ad attenderci c’è la Scuola in-ternato speciale di Pinsk. Siamo già molto emozionati, perché sappiamo di essere gli apripista in questo Isti-tuto, inserito solo quest’anno nel programma, e perché sappiamo anche che da qui vengono i bambini accolti dal Comitato di Tenno.

Carichi di entusiasmo, ma anche di orgoglio e responsa-bilità per essere i portacolori della nostra Associazione, cerchiamo di carpire qualsiasi emozione, qualsiasi sen-sazione, per farne tesoro e per goderci al meglio questa nuova esperienza. Il sole splende alto nel cielo (dopo i primi due giorni in cui abbiamo sofferto molto il freddo bielorusso) e ad accoglierci in un giardino rigoglioso e fiorito c’è un gruppetto di ragazzi, che ci fa strada at-traverso corridoi e sale ben curate, pulite e luminose. Lo spettacolo si rivela un vero successo, non perché sia stato diverso dagli altri, ma perché i bambini di questo istituto (in gran parte audiolesi) hanno una sensibilità speciale che rende tutto magico. Anche i ragazzi più grandi hanno dimostrato partecipa-zione e interesse, seguendo le gag, lanciandosi a fare il trenino e aggregandosi poi con ordine e compostezza per ricevere il proprio palloncino.

Ultima tappa di oggi è la Scuola internato di Telekhany, in provincia di Ivatsevici. Ad attenderci un piccolo comi-tato di benvenuto, delle ragazzine elegantissime che ci abbracciano e ci regalano dei rami fioriti. Lo spettacolo fila via liscio come l’olio. Dopocena, alle finestre, una alla volta, spuntano delle testoline di bimbi che ci man-dano baci e che mimano con le mani la forma del cuore. Non si distraggono un secondo, restano là a fissarci e salutarci sorridendo finché non ci allontaniamo.

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pag. 16Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016

28 aprile 2016In tarda mattinata arriviamo al primo Istituto che oggi ci accoglie, la Scuola internato ausiliare di Kopyl. Ab-biamo dei bei ricordi di questo Istituto, perché è uno di quelli che anche negli anni precedenti ci hanno sempre lasciato speranze e belle sensazioni. Nato per volontà olandese, è sede di una organizzazione scolastica che mira alla riabilitazione sociale dei ragazzi, impiegati e formati a varie attività, prime fra tutti l’allevamento e la cura degli animali. Ormai sicuri del nostro spettacolo ci permettiamo an-che delle varianti d’autore che fanno facilmente breccia nel cuore di questi ragazzi, che si dimostrano contentis-simi di rivederci.

Anche il secondo Istituto, la Scuola internato ausiliare di Gorodeia, ci fa un’ottima impressione, se possibile an-che migliore di quella degli anni precedenti. La struttura è curata, le fontanelle del giardino zampillano, i colori degli interni sono caldi e accoglienti e la luce abbraccia i lunghi corridoi che ci portano al teatro. Siamo accolti dalla Direttrice che ci sorride complice e riconoscente, seguita da un gruppetto di bimbi che salutano e ci se-guono saltellando di gioia. La partecipazione e l’entusiasmo di questi ragazzi ci lasciano quasi senza fiato, le risate riempiono la sala, alcuni sono talmente emozionati da piangere di gioia.

29 aprile 2016Ad attenderci questa mattina ci sono i bimbi della Scuola internato per i bambini audiolesi della regione di Minsk. Conosciamo bene anche questo Istituto, che ci accoglie da ormai diversi anni. I bimbi ci aspettano già in sala, al-cuni timidi e spauriti, altri già in fibrillazione non appe-na vedono qualche nasino spuntare dalla porta. Alcuni di loro sono elegantissimi, in completi di qualche taglia più grande, in giacca e cravatta. Attentissimi e coinvolti partecipano con entusiasmo allo spettacolo, seguen-dolo grazie alle vibrazioni percepite o grazie all’aiuto di apparecchi acustici.

La conclusione è un tripudio di colori, con pallonci-ni che volano nella sala, battaglie di spade dalle tinte sgargianti o cagnolini coccolati come fossero un tesoro. La gioia la fa da padrone anche questa volta e noi ci la-sciamo coinvolgere in balli scatenati e girotondi finché i

ragazzi vengono richiamati dalle maestre e ci regalano uno “Spasiba” corale in lingua dei segni di un’intensità e di una carica emotiva sconvolgente. Dopo lo spettacolo qualcuno si ferma con noi, per fare qualche foto ricordo e per regalare anche a noi qualche sorriso per qualche piccolo giochino di magia o qualche passo di danza par-ticolare. Ci salutiamo colmi di felicità e forse è proprio quello che ci serve per affrontare l’ultima tappa della nostra mis-sione, quella più dura e quella che, forse, temiamo più di tutte: l’ Ospedale oncologico.

Ci prepariamo allenandoci con costanza, arricchiamo il nostro bagaglio di esperienza, viviamo situazioni che ci plasmano e che ci insegnano, affrontiamo difficoltà im-provvisando con ciò che abbiamo a disposizione, ma la sofferenza è una di quelle cose a cui non ci si abitua mai. Se poi a soffrire sono dei bambini e la malattia si chiama “cancro”, il libretto di istruzioni non potrà mai esistere.

È stato un servizio strano quest’ultimo. Divisi in gruppi, muniti di camici, copri-scarpe e mascherine, scortati dai medici in piani diversi, alcuni controllati a distanza, altri lasciati lavorare in piena autonomia, tutti in un ambiente carico di sofferenza, ansie e, in alcuni casi, disperazione e silenzio. E talvolta, quando il silenzio è tanto, capita che non si sappia più cosa dire, per non far violenza a quel silenzio. Capita anche di sforzarsi per non pensare né bene né male.

Si vorrebbero solo delle risposte. Si vorrebbe essere in grado di costruire ponti per approdare in qualche porto, si vorrebbero aprire porte su quel dolore. Si vorrebbe sapere cosa fare. Ci avviamo verso il pulmino a fine servizio sapendo di aver fatto tutto il possibile, ma anche con il bisogno di svagarci e staccare per qualche ora il cervello. Sono le ultime ore in terra bielorussa.

30 aprile 2016Alla fine di un viaggio si è sempre diversi dalla persona che è partita. A maggior ragione questo accade quando si torna da una missione come la nostra. Clown in Be-larus è un viaggio anche all’interno di sé, che richiede di aprire la propria mente per accettare situazioni che spesso ti restano dentro come un pugnale.

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Nelle ultime ore in terra bielorussa, nonostante ci sen-tiamo un po’ più vicini ai nostri cari che siamo felici di riabbracciare, è inevitabile ripensare a tutti i visi incon-trati, a tutte le situazioni affrontate, è inevitabile provare malinconia e nostalgia.

Atterriamo e ci abbracciamo. Dopo una settimana insie-me, ci sembra una cosa naturale, un gesto semplice per ringraziarci, per comunicarci affetto, vicinanza, condivi-sione. Anche quest’anno Cuore per un Sorriso è andato in Bielorussia.

Anche quest’anno Aiutiamoli a Vivere ci ha permesso di essere in Bielorussia, con quanto abbiamo potuto dare nella nostra semplicità. Di questo siamo sinceramente riconoscenti ed è solo il rinnovo di un impegno che ac-cogliamo a braccia aperte e che porteremo avanti con responsabilità e dedizione.

La missione 2016 è finita, così come questo diario, che concludo con le parole della piccola Koivu, che scrive “SPASIBA… in qualunque lingua sia, una delle più belle parole al mondo!”.

Clown Polpetta

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pag. 18Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016

Monika Lemeshonak è una ragazza di Moghilev, nata il 27 Gennaio 1986 e affetta da atrofia muscolare spinale di tipo 2 ed è in carrozzella da molti anni. Nel 2008 si è iscritta all’Università “A. Kuleshov” di Moghilev, facoltà di Pedagogia e nel 2012 ha conseguito la laurea con il sostegno della borsa di studio di una famiglia italiana nell’ambito del Progetto “Adozione studenti universitari”.

Monika è una pittrice bravissima e la pittura è il mezzo di sostentamento della sua famiglia, composta da: lei, sua mamma Irina e sua nonna Halina.Ha organizzato moltissime mostre in Bielorussia, Rus-sia, Moldavia, Kurdistan e in altri paesi vendendo mol-tissimi quadri. Uno di questi è stato venduto al Convegno della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” a Bergamo, rica-vandone una somma importante.Il suo più grande sogno è sempre stato quello di venire in Italia per curare la sua terribile malattia, che da una vita l’ha relegata in una sedia a rotelle e le fa vivere una vita che non si augura a nessuno.

Nel 2012 è stata invitata, tramite la Fondazione a un Congresso Internazionale a Napoli, sulle Malattie Neu-romuscolari per un check-up cardiologico, dal 17 al 22 Luglio, completamente gratuito presso l’Università di Medicina e Cardiologia della seconda Università di Na-poli. Alcuni giorni prima di partire, è venuta a mancare improvvisamente la dottoressa che la teneva in cura, Grinio Leonora di Mosca, per cui, non avendo più il suo punto di riferimento più importante, Monika decise di non partire più perdendo così un’occasione irripetibile.

Quest’anno, anche grazie alle sollecitazioni costanti di Monika che non poteva più sopportare gli atroci dolo-ri alla schiena, siamo riusciti ad avere una prenotazio-ne per una visita, presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, per verificare la possibilità per un intervento chirurgico e ridurre così la forte scoliosi e migliorare la qualità della sua vita.

Abbiamo perciò organizzato, in occasione del Forum de-gli Studenti di Moghilev, una raccolta fondi in Belarus, fra gli studenti delle Università che collaborano con la Fondazione e in Italia, tramite appello su Facebook, ri-cavando i fondi necessari per il volo aereo, il soggiorno in Italia e il pagamento della visita ortopedica a Monika.

Il 26 Ottobre 2016 Monika sarà in Italia per sottoporsi alla visita ortopedica con la speranza che possa essere effettuato, in un prossimo futuro, l’intervento chirurgico che le permetterà una qualità migliore della sua vita fu-tura.

Luciano Braconi

MONIKA: IL VIAGGIO DELLA SPERANZA

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GRAZIE PER L’AIUTO CHE MI AVETE DATOSono arrivata in Italia il 29/5/2016 ad Aldeno, su invito della Fondazione, ospite della famiglia di Mauro e Ro-sanna. Sono stata invitata per farmi aiutare dai medici ortopedici. Ho una malattia congenita data da paralisi cerebrale; ho molta difficoltà a camminare con due pie-di e cado spesso; ho anche la mano destra storta, che quasi non funziona. Accompagnata da Rosanna e Mau-ro, sono stata alcune volte al Centro Ortopedico, dove mi hanno dato due tutori per i piedi: sono molto leggeri e comodi; mi hanno fatto imparare come si usano per portarli sempre, per tutta la vita. Così mi sento meglio, riesco a camminare più sicura e più comoda; non cado più durante il cammino. Poi Rosanna e Mauro mi hanno comprato anche qual-che paio di scarpe nuove comodissime. In quel Cen-tro Ortopedico mi hanno preparato su misura un tu-tore anche per la mia mano destra; dovrò portarlo costantemente, affinché la mia mano rimanga dritta e col tempo cominci a diventare più forte e a funzionare meglio. Tutte queste cose per me sono importantis-sime, sono necessarie per la mia vita e la mia salute. I tutori sono molto comodi e leggeri, sono già quasi abituata a indossarli; quelli che avevo in Bielorussia e che portavo tanti anni fa da piccola erano troppo duri e pesanti e non sono mai riuscita ad abituarmici. Accom-pagnata da Rosanna e Mauro, sono stata visitata anche dall’oculista perché sono miope; mi hanno fatto fare gli occhiali nuovi con una bella montatura e ora vedo mol-to bene. Sono stata visitata anche dal dentista. Durante questo periodo sono stata accolta come una figlia dalla famiglia di Mauro e Rosanna. Ogni fine settimana noi insieme abbiamo visitato i posti più beli della regione: il lago di Garda, Trento e Bolzano; siamo stati anche in campagna: lago di Pinè, Dolomiti, cascata del Nardis. Mi dispiace solo che non conosco affatto la lingua italia-na, non posso parlare e capisco male; mi dispiace che la mia ignoranza dia tanta difficoltà alla famiglia. Sono molto grata a Mauro e Rosanna per l’affetto, la pazien-za, l’aiuto in tutto; vorrei esprimere un ringraziamento anche alla Fondazione per avermi dato la possibilità di venire in Italia, a tutti i medici che mi hanno aiutata a risolvere i problemi gravi per la mia salute.

Victoria Gurina, studentessa dell’università di Mozyr

UNA BELLA STORIA DA RACCONTARELe belle storie vanno sempre raccontate. Il 12 Marzo 2016 Irina Manganaro ha coronato uno dei sogni inaugu-rando, in Piazza del Duomo a Messina, il suo negozio di cornici fatte a mano. Dopo aver studiato presso l’Istituto d’arte di Messina, ha deciso di aprire una propria attivi-tà. L’inaugurazione è stata molto partecipata, una vera e propria festa circondata da parenti e molti amici. Anche l’artista Togo, (Enzo Migneco) nato a Milano nel 1937, ma che a causa del secondo conflitto mondiale si è trovato a vivere” nomade” in continuo peregrinaggio da Adis-A-beba a Messina, a Roma, a Muccia (presso Macerata) e di nuovo a Messina ad iniziare dal 1946 e ormai milanese di adozione, ha voluto omaggiare e incoraggiare questa giovane artista donandole delle stampe dei suoi lavori

che Irina, con il suo estro, ha incorniciato e reso disponibili alla vendita.L’origine bielorussa di Irina, unita alla cultura messinese a cui ormai appartiene, ha dato vita ad un piccolo laboratorio - gioiello di creatività, arte e fan-tasia che merita una visita.

Comitato di Messina

UN SALUTO E UNA RICHIESTAIeri sera abbiamo spento le candeline dei nostri 20 anni di ospitalità. Tutti sappiamo che la Fondazione trae linfa vitale dalle quote volo relative all’ospitalità e tutti ci au-gureremmo che le famiglie tornassero ad ospitare nu-merose come prima. In tutti questi anni abbiamo speri-mentato tante ragazze e signore in qualità di interpreti e accompagnatrici.I nostri bambini rimangono in oratorio quasi tutto il giorno o comunque in altre attività fuori e dentro la città dove l’interprete è sempre presente. Vi prego, vi prego, fate sì che le ragazze vengano formate, ma soprattutto dobbiamo agire con qualche perizia in più se nel grup-po arriva qualche bimbo con qualche problema. Ancora grazie a Xenia, la nostra cara interprete 2016 e anche alla mitica Olga degli anni appena trascorsi. Un abbrac-cio a tutti.

Rita del Comitato di Legnano

L’ANGOLO DELLA POSTA

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pag. 20Aiutiamoli a vivere - Ottobre 2016

AIUTANO A VIVERE E CREDERE (scrivono di noi)Nei primi giorni d’estate la delegazione italiana della Fondazione di beneficenza «Aiutiamoli a vivere» del co-mitato Bonate Sopra ha visitato gli enti d’istruzione del-la provincia di Chechersk. I volontari italiani si occupano dei vari progetti umanitari e realizzano i programmi di vacanze di risanamento dei bambini dalle regioni colpite dall’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl.

Gli amici stranieri già da alcuni anni collaborano con successo con il centro sociale pedagogico provinciale, vanno a trovare gli alunni del priut sociale di Otor, pre-stano aiuto economico ai bambini disabili, agli alunni del Centro della formazione di correzione, di sviluppo e di riabilitazione. Inoltre, ogni autunno, un gruppo di bam-bini della provincia di Chechersk fa le vacanze terapeu-tiche nel paese del sole.

Grazie a questa collaborazione, molti ragazzi e ragazze, di cui una parte sono già diventati adulti, considerano l’Italia la loro seconda casa, mentre molte persone italiane esprimono la simpatia e il calore nei confronti della nostra terra, e arrivano qui ogni volta con il cuore aperto e un grande desiderio di aiutare gli abitanti a superare le conseguenze del disastro che è successo 30 anni fa. Insieme ce la faremo!

D. Bogdanovich

GRANDE PIERO!Anche quest’anno il nostro capo cantiere Piero Inver-nizzi ha dato dimostrazione di grande professionalità, umiltà e capacità di gestire il gruppo dei volontari delle vacanze-lavoro.Nonostante il pessimismo che regnava all’inizio dei la-vori, lui è sempre rimasto tranquillo e sicuro e, dopo un’attenta valutazione della situazione, ha comincia-to il suo solito gioco del “gira volontari”, spostando ogni giorno gli uomini nel posto più adeguato, facen-doli rendere al meglio in base alle proprie capacità. Personalmente mi ha colpito molto il fatto che in tan-ti giorni trascorsi con lui, anche negli anni precedenti,

non l’ho mai sentito rimpro-verare o insultare un solo volontario. Nessuna reazione fuori dalle righe. In partico-lare apprezzo il modo in cui fa notare un eventuale er-rore: una battutina, un sor-riso per sdrammatizzare il fatto, trasmettendo la tran-quillità che serve a ognuno di noi in quelle situazioni. Per questi motivi è un gran-de esempio da seguire. Piero non cambiare, sei un grande.

Gioachino Danesi (volontario vacanze lavoro)

MEMORIALE DI CHERNOBYL Il Comitato Esecutivo della provincia di Dribin ha voluto ricordare il Trentennale di Chernobyl con un monumen-to, una cosa semplice ma molto significativa per questa provincia che dal 1986 al 1991 ha accolto 5.800 persone evacuate dalle zone più contaminate delle provincie di Gomel e Moghilov.

Il 26 aprile 2016, alla presenza delle autorità regionali e locali e dei rappresentanti della associazioni di volon-tariato attive sul territorio, è stata inaugurata una lapi-de commemorativa dell’evento e dell’impegno di Dribin nell’accoglienza degli sfollati.

Angelo Casati del Comitato di Trezzo s/Adda

GIORNALE DELLA FONDAZIONEAIUTIAMOLI A VIVEREANNO 20, N° 3

Iscrizione Tribunale di Terni n. 2 del 27/03/1998

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