e la passione per il volontariato - Associazione Erga … NEWS N. 2 Aprile-Maggio 2016.pdf · La...

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E RGA NEWS la voce dei volontari - n.2 aprile/maggio 2016 cooperazione_solidarietà_diritto allo studio Associazione di volontariato onlus www.erga-omnes.eu I giovani di Erga Omnes e la pas- sione per il Volontariato - 1 La consulenza psicologica - 2 I servizi assistenziali del C.A.S.A. - 3 Leadership al femminile - 4 Noi il cinema ce lo abbiamo in... C.A.S.A.! - 5 Una Famiglia allargata a Torino di Sangro - 6 Un’Esperienza di Volontariato Multiculturale - 7 L’Oratorio di San Martino - 8 Introduzione a Medmedicine - 9 Per dar voce a ciò che non si vede - 10 Aforismi dei Volontari - 11 Contattaci - 12 ccoci con il secondo numero di Erga News, la rivista che vuole dare voce ai nostri volontari e alle associazioni che collaborano con noi ma anche a tutti coloro che vo- gliono avvicinarsi al mondo del volontariato, che amano scrivere e proporre articoli in- teressanti. Erga Omnes, come dice la parola stessa di deri- vazione latina, è per tutti, senza nessuna discriminazione. Tante le iniziative che svolgiamo, tutte mettendoci passione e determinazione, la più importante è il C.A.S.A. Centro di Ascolto e Servizi Assi- stenziali, in Contrada San Martino a Chie- ti Scalo, dove abbiamo trovato anche la nostra sede e dove vengono offerti vari ser- vizi: consulenza psicologica e legale, di- stribuzione di indumenti ed alimenti, corsi di formazione, convegni, consultazione di testi universitari, orientamento e suppor- to allo studio, cineforum. Per tutto que- sto ringraziamo la Parrocchia di San Mar- tino Vescovo ed il Comune di Chieti che credono in noi e ci aiutano a portare avan- ti importanti servizi a favore degli studenti, delle famiglie e di tutti coloro che si tro- vano in situazione di disagio economico e sociale. Il nostro motto è: “La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai”, facendo del bene si può soltanto stare meglio, ecco perché, ogni giorno, ci pre- sentiamo con il sorriso a tutte le persone che vengono a trovarci, anche solo a salu- tarci e ad incoraggiarci ad andare avanti, il semplice sorriso, una stretta di mano, una pacca sulla spalla ci danno maggiore forza e fiducia e di questo ve ne siamo grati. Un grazie va anche all’attore Giorgio Pa- sotti e a “L’Alvearte Eventi” di Stefano Fran- cioni che il 14 aprile hanno messo in scena “Da Shakespeare a Pirandello” al Teatro Circus di Pescara e ci hanno permesso, a noi e ad altre associazioni, di raccogliere dei fondi per incoraggiare le nostre ini- ziative ed il nostro entusiasmo. E INDICE Pasquale Elia Presidente dell’Associazione di volontariato onlus Erga Omnes I giovani di Erga Omnes e la passione per il volontariato

Transcript of e la passione per il volontariato - Associazione Erga … NEWS N. 2 Aprile-Maggio 2016.pdf · La...

ERGANEWSla voce dei volontari - n.2 aprile/maggio 2016

cooperazione_solidarietà_diritto allo studioAssociazione di volontariato onlus

www.erga-omnes.eu

I giovani di Erga Omnes e la pas-sione per il Volontariato - 1

La consulenza psicologica - 2

I servizi assistenziali del C.A.S.A. - 3

Leadership al femminile - 4

Noi il cinema ce lo abbiamo in...C.A.S.A.! - 5

Una Famiglia allargataa Torino di Sangro - 6

Un’Esperienza di VolontariatoMulticulturale - 7

L’Oratorio di San Martino - 8

Introduzione a Medmedicine - 9

Per dar voce a ciò che non si vede - 10

Aforismi dei Volontari - 11

Contattaci - 12

ccoci con il secondonumero di Erga News,la rivista che vuoledare voce ai nostri

volontari e alle associazioniche collaborano con noi maanche a tutti coloro che vo-gliono avvicinarsi al mondodel volontariato, che amanoscrivere e proporre articoli in-teressanti. Erga Omnes, comedice la parola stessa di deri-vazione latina, è per tutti, senza nessunadiscriminazione. Tante le iniziative chesvolgiamo, tutte mettendoci passione edeterminazione, la più importante è ilC.A.S.A. Centro di Ascolto e Servizi Assi-stenziali, in Contrada San Martino a Chie-ti Scalo, dove abbiamo trovato anche lanostra sede e dove vengono offerti vari ser-vizi: consulenza psicologica e legale, di-stribuzione di indumenti ed alimenti, corsidi formazione, convegni, consultazione ditesti universitari, orientamento e suppor-to allo studio, cineforum. Per tutto que-sto ringraziamo la Parrocchia di San Mar-tino Vescovo ed il Comune di Chieti checredono in noi e ci aiutano a portare avan-ti importanti servizi a favore degli studenti,delle famiglie e di tutti coloro che si tro-vano in situazione di disagio economico esociale. Il nostro motto è: “La solidarietàè l’unico investimento che non fallisce

mai”, facendo del bene si può soltanto staremeglio, ecco perché, ogni giorno, ci pre-sentiamo con il sorriso a tutte le personeche vengono a trovarci, anche solo a salu-tarci e ad incoraggiarci ad andare avanti,il semplice sorriso, una stretta di mano,una pacca sulla spalla ci danno maggioreforza e fiducia e di questo ve ne siamo grati.Un grazie va anche all’attore Giorgio Pa-sotti e a “L’Alvearte Eventi” di Stefano Fran-cioni che il 14 aprile hanno messo in scena“Da Shakespeare a Pirandello” al TeatroCircus di Pescara e ci hanno permesso, anoi e ad altre associazioni, di raccoglieredei fondi per incoraggiare le nostre ini-ziative ed il nostro entusiasmo.

EINDICE

Pasquale EliaPresidente dell’Associazione

di volontariato onlusErga Omnes

I giovani di Erga Omnese la passione per il volontariato

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Ascolto

e ne sente parlare tanto… ma cos’è la consulenza psi-cologica? E ancor di più: quando è utile ricorrervi?Partiamo dalla definizione. Consulenza deriva dalverbo consulo-ére, traducibile in consolare, confor-

tare, venire in aiuto. E’ formata da cum (“con”, “insieme”)+ solére (“alzare”, “sollevare”), da intendersi quindi come“aiuto a sollevarsi”.Appare dunque chiaro e circoscritto il campo dell’ambito con-sulenziale, che riguarda di fatto tutte quelle situazioni ogget-tivamente complicate in cui si fa difficoltà a utilizzare le pro-prie risorse, che pure si possiedono, per risolvere un problemadi un particolare momento della vita. Situazioni in cui la diffi-

coltà nasce proprio dall’interazione di fattori di vita (esterni)e fattori personali (interni).Facciamo qualche esempio: la difficoltà ad elaborare un lutto,situazioni di insoddisfazione al lavoro, la nascita di un figliohandicappato, la crisi coniugale per una coppia, la difficoltàdi accettare ed affrontare una separazione, una eccessivo ca-rico nell’assistenza a genitori anziani, e così via. Da quantodetto, emerge chiaramente che il disagio non deriva sempre esoltanto da aspetti patologici, tutt’altro! Molto frequentementeci si trova in situazioni di fronte alle quali ci si sente bloccatie impotenti. Più in generale, si pensi alla soluzioni di proble-mi specifici, alla presa di decisioni importanti, all’affrontaremomenti di crisi individuale o relazionale, a gestire lo stress

legato a cambiamenti importanti.Se il primo passo è quello di riconoscere un disagio, quello su-bito successivo è il chiedere aiuto.Obiettivo di un percorso di consulenza è quello di favorire ilcambiamento, potenziare le risorse e accompagnare la perso-na, la coppia o la famiglia a fronteggiare in modo funzionale ilproblema presentato e a trovare in se stessa la forza di assu-mersi la responsabilità delle scelte necessarie a superare l’im-passe. La consulenza non è un sostituirsi alla persona per dirlecosa fare, quanto quello di accompagnarla nel suo processo diriattivazione e riorganizzazione delle risorse necessarie al su-peramento del suo problema (emotive, cognitive, affettive,

ecc). L’aiuto, in questo modo,si produce dall’interno, resti-tuendo alla persona/coppia/fa-miglia un senso di autoefficacianel promuovere e riattivare ilproprio potenziale di crescita.Strumento principe della con-sulenza è l’ascolto attivo.Carl Rogers, un famoso psico-logo statunitense, asseriva che“quando qualcuno ti ascoltadavvero senza giudicarti, senzacercare di prendersi la re-sponsabilità per te, senza cer-care di plasmarti, ti senti tre-mendamente bene. Quandosei stato ascoltato e udito,sei in grado di percepire iltuo mondo in modo nuovo eandare avanti”.In un percorso di consulenzala persona/coppia/famiglia spe-rimenta un’ accoglienza in-condizionata scevra da giudi-zio, all’interno di uno spaziodedicato e protetto dalla pro-

fessionalità del consulente e dal segreto professionale, la pos-sibilità di ridefinire il proprio problema e attribuire una corni-ce di significato, una relazione professionale –quella con ilconsulente- caratterizzata dall’ascolto e dalla comprensioneempatica.Presso il Centro d’Ascolto del C.A.S.A. è possibile fare richiestadi un percorso di consulenza di 10 incontri con uno dei pro-fessionisti volontari, tutti psicologi e psicoterapeuti, previotesseramento presso la stessa segreteria del Centro, in via Mon-tegrappa, 176 – Chieti Scalo (Contrada San Martino) – tel. 0871270798.

Federica Di PasqualePsicologa, Psicoterapeuta

LA CONSULENZA PSICOLOGICA

S

Sono una studentessa laureanda in Sociologia eCriminologia presso l'Università di Chieti. Ho co-nosciuto l'associazione di volontariato Onlus ErgaOmnes e di conseguenza il C.A.S.A. (Centro d'Ascol-

to e Servizi Assistenziali) grazie all'Università, che permettea noi studenti di svolgere 100 ore di tirocinio formativo. Hoiniziato il mio tirocinio ad ottobre e mi sono dedicata alla ca-talogazione degli indumenti, perché la NOSTRA CASA li rac-coglie e li distribuisce a chi ne ha bisogno. Sono stata orgo-gliosa di questo compito perché ho potuto aiutare delle personein difficoltà. Vedere, sui loro volti un sorriso o sentirsi dire:"GRAZIE" è statoemozionante e allostesso tempo grati-ficante! Il mio tiro-cinio è terminato adicembre e con gioiami è stato chiesto dirimanere svolgendoil ruolo di operatri-ce e di continuarequindi a ricevere an-cora dei sorrisi e per-ché no, a donarne al-trettanti. Quando leore stavano per ter-minare, pensavo, "mipiacerebbe molto ri-manere qui, e co-struire mattone dopomattone una CASAsempre più acco-gliente e capace disaper ascoltaretutti"... e poi, la pro-posta è arrivata. At-tualmente, sonoun’operatrice, rico-pro il turno in se-greteria una volta a settimana e sono anche referente, insie-me a due miei colleghi Elisa e Daniele, della Raccolta eDistribuzione di Indumenti e del Banco Alimentare. Per quanto riguarda gli indumenti, il nostro compito è di vi-sionare e inventariare i vestiti che ci vengono portati in as-sociazione, vengono divisi in base alla taglia, alla stagione eal sesso e inseriti negli armadi. Inizialmente, è stato un lavo-ro faticoso perché dovevamo strutturare tutto al meglio mapoi una volta capito il metodo è stato facile. Abbiamo dona-

to gli indumenti, ad alcune famiglie, al Centro di Accoglienzadi Torino di Sangro e all’Ordine di Malta. Mi auguro di riusciread aiutare chi ne ha bisogno, è un piccolo gesto che si rivelauna grande azione di solidarietà. Per il servizio del Banco Alimentare, veniamo aiutati dalla Pro-tezione Civile Valtrigno che prepara i pacchi e da Don Sabati-no che è il responsabile. Lo scopo del Banco Alimentare è diaiutare le famiglie, mantenendo la loro riservatezza ed in-staurando un rapporto di rispetto e fiducia reciproca. L’im-portanza di questo servizio, non è solo il consegnare mate-rialmente il pacco ma è di andare oltre le apparenze, scambiando

due chiacchiere con le persone, per farle sentire davvero ac-colte ed ascoltate. Da ottobre ad oggi, posso dire di essere cresciuta umanamentema anche professionalmente; mi metto in gioco ogni giornocon le mie fragilità e con i miei punti di forza. Il mio augurioè di continuare per questa strada e di migliorarmi ogni gior-no di più.

Beatrice Buzzelli

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Assistenza

SI servizi assistenziali del C.A.S.A.

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WORKSHOP

«Leadership al Femminile»Dagli stereotipi di genere alla Carta delle Donne nel Mondo: ostacoli e rimedi

n occasione dell'8 Marzo ilC.A.S.A. ha riunito sotto il suotetto diverse personalità di spic-co tanto nella politica quantonel sociale: «Questa giornata di

festa deve servire come elemento di rifles-sione che dovrebbe essere fatta nell'arco ditutto l'anno» così apre il convegno Emiliade Matteo, Assessore alle Politiche Socialidel Comune di Chieti, impegnata da ben di-ciotto anni nella vita amministrativa: «Ini-zialmente ero contraria alle quote rosa mami sono dovuta ricredere perché c'è una forteprevalenza di una leadership maschile ste-reotipata e piramidale nella quale non ci ri-conosciamo perché contrapposta all'inclu-sione e all'ascolto tipiche della leadershipfemminile. Non possiamo sopraffare ne l'unane l'altra, devono lavorare insieme per rag-giungere l'obiettivo di crescita sociale, cul-turale per la piena affermazione della dignitàe del rispetto reciproco. Si può conciliare la-voro e famiglia, bisogna lottare».Prosegue Maria Antonietta Scarcella, VicePresidente dell'Associazione Erga Omnes,parlandoci del progetto “Posto Occupato”partito il 29 giugno 2013 a Messina:«È oc-cupato da una donna che oggi non può es-serci, perché è stata vittima di violenza, chiu-

sa in casa dal marito o peggio; tanti postiresteranno liberi sui tram, nei teatri, nei ci-nema. Abbiamo aderito per rendere loro omag-gio, le scarpe rosse sono il simbolo delledonne vittime di vio-lenza, sono speran-zosa che un giornoquesti posti sarannosempre meno».Sandra de Thomasis,Direttrice del CentroServizi di Volontaria-to della Provincia diChieti, descrive l'en-tità della forza lavo-ro volontaria:«In Ita-lia 6-7 milioni dipersone offrono il lorotempo agli altri, 19ore a testa in unmese[...], incide del4% sul PIL (Misura-zione ILO). Ci sono moltissime donne nelleassociazioni ma i presidenti sono spesso uo-mini nonostante le volontarie in media ab-biano un livello di studio superiore». Pur-troppo tale realtà peggiora se consideriamoil contesto internazionale, commovente è latestimonianza di Mariné, ragazza armena di25 anni, volontaria in Italia:«Ogni volta cheuna donna sa di aspettare una femmina pian-ge, perché le donne in Armenia alle 18 de-vono stare a casa; quando una ragazza sisposa, la madre non può accompagnarla al-l'altare, in chiesa o andare alla sua festa dimatrimonio, una donna in Armenia non puòversarsi il vino da sola.»Il quarto intervento è di Rosaria Nelli, Co-ordinatrice degli Stati Generali delle Donneper l'Abruzzo:«In quasi trent'anni d'impren-ditoria non ho mai fatto riferimento alle as-sociazioni femminili, ho cominciato ad av-vicinarle nel momento in cui ho avuto difficoltàlavorative, cercavo una forma di protezio-ne» degna di nota è la sua partecipazionealla stesura della Carta delle Donne nel Mondo,tenutasi all'Expo di Milano il 27 settembre2015: diffondere la medicina di genere, con-trastare la violenza e i matrimoni precoci eforzati, togliere dall'invisibilità il lavoro fem-minile spesso mal retribuito, sono solo al-

cuni degli obiettivi di tale storico documento.Di grande ispirazione è il commento di Te-resa Mazzarulli, Direttrice dell'ADSU Chieti-Pescara:«Essere donna non è stato un limi-

te per me, bisogna portare avanti relazionieleganti, educate, nella verità, al di là dellavisibilità di un risultato nell'immediato, comeaiutare una signora anziana del palazzo ascrivere all'INPS o salutare tutte le mattinel'ortolana che mi guardava e diceva “non sipreoccupi che ce la farà”, la condizione dif-ferente di donna ti allena in questo: fare unpasso indietro per andare avanti insieme, laleadership femminile “non si vede”, esseredirettore di un ente pubblico è cosa da menorispetto alla capacità di cittadinanza atti-va.»In ultimo abbiamo ascoltato l'analisi di Ales-sandra Petrucci, Psicologa esperta di svi-luppo personale e professionale:«Le rappre-sentazioni semplificate della realtà, comeusare solo il maschile per descrivere una pro-fessione (es. Medico, Assessore -ndr-) crea-no l'illusione di un esclusivo appannaggiomaschile. Questi stereotipi influenzano scel-te e aspettative di carriera, convincono leragazze di essere meno portate verso certiambiti, come se fossero “meno adatti ad unadonna” la competizione diventa scorrettaper una donna che “dovrebbe essere mode-sta e morigerata”, ennesimo stereotipo digenere che crea stress e senso di colpa.

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INIZIATIVE

l cineforum è un progetto idea-to dai volontari di Erga Omnes.In questo “spazio” i soci si dannoappuntamento nella loro sedeuna volta al mese, per assiste-

re alla proiezione di un film accuratamentescelto sulla base di una tematica ben preci-sa. Alla fine della proiezione segue un di-battito spesso stimolato da testimonial edospiti che hanno competenze nell’ambitodel tema affrontato.Il fine ultimo è quello di promuovere le at-tività di volontariato fra i giovani e di edu-care al confronto, favorendo la conoscenzadi determinate problematiche sociali, spes-so trascurate, ma che trovano riscontro nellavita reale. I film per noi rappresentano unmezzo molto efficace per trasmettere un mes-saggio ben preciso, in quanto permettonoallo spettatore di entrare empaticamente incontatto con la problematica. Inoltre offro-no la possibilità di guardarla da diverse pro-

spettive, considerando non solola tematica nello specifico maanche il mondo che la circon-da. Così, nel Cineforum delC.A.S.A., Stephen Hawking,nella “Teoria del Tutto”, nonè solo il famoso scienziato dicui tutti conoscono i meriti,ma diventa un uomo che af-fronta tutti i giorni la sua ma-lattia. In “La mafia uccide solod’estate”, ‘Cosa nostra’ non èpiù un innominabile tabù, madiventa un problema da sradi-care anche attraverso il sarca-smo e l’ironia tipica di Pif. Le tematiche scelte sono ri-volte soprattutto ad un target d’età media,prevalentemente universitari. Tra le ultimeproiezioni ricordiamo quella del film Disney-Pixar “Inside Out”, ospite dell’evento è statala Psicologa-Psicoterapeuta L. Bellaspiga

con cui abbiamo approfondito l’importanzadell’emotività nello sviluppo dei bambini.Successivamente, in corrispondenza delladiscussione in parlamento sui diritti civilidelle coppie omosessuali, è stato proietta-to il film “I segreti di Brokeback Mountain”.Più recentemente, insieme al dott. P. Niba-ruta, fondatore e presidente dell’associa-zione “APAPA Onlus” abbiamo assistito alfilm “Invictus-L’invincibile”, che ha fatto dainput per affrontare tematiche quali le di-scriminazioni razziali e più in generale la ri-cerca della pace tra i popoli.Riguardo ai progetti futuri, la prossima pro-iezione vedrà come protagonisti 2 giovaniinnamorati che combattono contro una ma-lattia insidiosa come il cancro. Il film in que-stione è “Colpa delle stelle”. Per i prossimimesi, invece, vi invitiamo a esplorare connoi il tema della sordità, non come un mondoa parte ma come parte di un mondo. Anco-ra vorremmo parlare dei disturbi specificidell’apprendimento insieme ad un bambinomolto speciale, protagonista di un film checi fa comprendere quanto le differenze sianouna ricchezza piuttosto che un limite.Se siete appassionati di cinema, di culturae volete confrontarvi e crescere insieme anoi, non vi resta che venire al cineforum delC.A.S.A.!!!!

Noi il cinema ce lo abbiamo in...C.A.S.A.!

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Una FAMIGLIA ALLARGATA a Torino di Sangro

Le esperienze nel centro di accoglienza temporaneo che ospitada mesi circa 80 richiedenti asilo politico.

l 25 giugno 2015 l’Associazione Valtrigno Onlus ha av-viato la gestione di un Centro di Permanenza Tempo-raneo per Richiedenti Asilo politico a Torino di Sangroin Provincia di Chieti. Il progetto è stato supportato

anche dall’associazione di volontariato onlus Erga Omnes.Durante tutta la durata del progetto ha accolto un totale di 169ospiti provenienti principalmente dall’Africa e dal Pakistan. At-tualmente sono 84 e sono Nigeriani, Ghanesi, Gambiani, Maliani,Senegalesi e Pakistani.I ragazzi ospitati sono per la maggior parte di sesso maschile, fattaesclusione di quattro donne presenti nel centro con i compagni.Sono tutti richiedenti Asilo politico, alcuni di loro scappano daguerre, anche se nonriconosciute tali dalleorganizzazioni inter-nazionali, alcuni fug-gono da situazionisocio- politiche forte-mente instabili, alcu-ni semplicemente dasituazioni di estremapovertà. L’idoneità dellaloro richiesta è stataesaminata dalla Com-missione Territorialeper il riconoscimentodi Asilo Politico che èl’istituzione compe-tente a valutare se leloro motivazioni sianovalide per ottenere laProtezione Interna-zionale.Il mio ruolo da Assistente sociale della struttura, inizialmente èstato quello di prepararli all’audizione con la Commissione cer-cando di spiegare loro i casi e le modalità in cui la legge concedela Protezione Internazionale ed aiutandoli a ricostruire il diffici-le racconto del viaggio e a far emergere le motivazioni della par-tenza.Al di là delle reali motivazioni che li hanno spinti a partire, tuttigli ospiti presenti in struttura hanno affrontato viaggi disumaniper raggiungere il nostro paese. Chi è partito dall’Africa ha passa-to settimane, mesi o addirittura anni in Libia affrontando le av-verse situazioni più o meno note che sono presenti nel paese nor-dafricano. Ascoltando i loro racconti si riesce ad avere un’idea piùnitida di quella che è la situazione in Libia; infatti se alcuni deimigranti hanno cercato spontaneamente i contatti con le asso-ciazioni criminali che gestiscono le disumane traversate in mare

si sono riscontarti altrettanti casi in cui i ragazzi sono stati rapi-ti, costretti in schiavitù, derubati di ogni cosa, tranne che dellaloro dignità, e forzati a lasciare la Libia sulle ‘barche della morte’.In alcuni casi è proprio l’esercito libico a rinchiuderli nelle carce-ri in condizioni disumane per diversi mesi, per poi disfarsi di lorocaricandoli sui gommoni.Diverso è il viaggio di chi proviene dal Pakistan, costretti ad at-traversare la Turchia e l’area balcanica percorrendo lunghissimitratti a piedi o nascosti nei container dei camion per giorni inte-ri.Per queste ragioni il viaggio è sempre un trauma e lascia in loroun segno ben evidente del quale è impossibile non tener conto se

si vuole comprendere la lorovulnerabilità ma anche sem-plicemente molti dei loro at-teggiamenti tra i quali,unesempio tra tutti, la loro dif-fidenza iniziale, quasi timorenell’aprirsi a persone nuove.Attualmente solo quattro deiragazzi ospitati sono riuscitiad ottenere la protezione in-ternazionale, per tutti gli altriil cammino è ancora lungo ecaratterizzato dall’incertezzae quasi bloccato in un limboche è quello della burocraziaitaliana, europea in genera-le, causato da quella conce-zione politica in cui è un pezzodi carta (permesso di sog-giorno) a discriminare chi hadiritto a lottare per le proprie

aspirazioni ed un futuro migliore e chi invece non ne ha.Dalla mia esperienza, ho potuto cogliere che un mondo concepi-to con dei confini, così rigidi, non concederà mai a nessun uomoquello che è uno dei diritti fondamentali: la libertà.Ho cominciato questa esperienza sette mesi fa, la mia sensazio-ne è quella di aver trovato una grande famiglia allargata compo-sta da 84 fratelli, sorelle ed amici.Ho imparato e continuo ad imparare tanto da loro; la dignità da-vanti ad avvenimenti traumatici come le violenze, la morte, le umi-liazioni o di fronte alle sconfitte, la forza di continuare a lottaree a sperare, anche se sei solo al mondo e l’unica cosa che possie-di sono solo un paio di scarpe bucate e la capacità di essere gratoper le semplici cose come un sorriso donato ogni mattina.

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Accoglienza

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Un’esperienza di volontariatomulticulturale

o vissuto la stupenda esperienza nel CPT (centro di per-manenza temporanea) o CPA (Centro di prima accoglien-za) a Torino di Sangro (CH), grazie all’associazione di vo-lontariato Erga Omnes onlus, di cui sono volontario, che

mi ha permesso di svolgere attività di volontariato, in un progetto con-dotto dalla Protezione Civile Valtrigno. La mia esperienza all’internodel centro è durata esattamente 5 mesi, da luglio a novembre del 2015.Nei mesi di permanenza ho avuto il piacere di organizzare giornalmen-te attività ludico-ricreative e formative per i ragazzi accolti nella strut-tura. Oltre a tenere un corso base di lingua dal francese all’italiano, erosolito organizzare anche dei tornei sportivi, di calcetto e tennis pre-valentemente, in cui spesso finivo per partecipare anch’io, per sentir-mi meglio integrato con loro. È stata un’esperienza indimenticabile che,grazie all’interazione quotidiana con questi ragazzi provenienti da re-altà drammatiche dell’Africa, mi ha insegnato ad apprezzare di più le

piccole cose, a partire da un pasto fugace condiviso in mezzo a loro,una semplice chiacchierata nelle loro abitazioni o partecipare alle loromesse suggestive in chiave gospel. Durante gli incontri effettuati coni ragazzi, ho ascoltato attivamente i loro vissuti toccanti e travagliati(storie di abusi sessuali, atroci violenze, condizioni di estrema pover-tà, schiavitù e sfruttamenti di ogni genere). Ciò che più mi ha colpitoé stato il grande senso di dignità e la maturità con cui raccontavanotutto quello che avevano ingiustamente subito e visto con i loro occhi.In quegli attimi così delicati e un po' imbarazzanti, incrociando i lorosguardi, ho provato dentro di me sensazioni stranissime che non si pos-sono esprimere a parole. Giorno dopo giorno, trascorso lì al centro, av-vertivo che il nostro legame e la nostra complicità cresceva sempre dipiù, al punto che, come di solito si usa fare nelle grandi famiglie, ci pro-teggevamo l’uno con l’altro nelle situazioni difficili, affrontavamo le

disavventure tutti insieme così come i momenti di gioia e di festa. Misentivo uno di loro, un loro fratello oltre che coetaneo. Quello che hotratto da questa esperienza di vita è che per essere in sintonia e anda-re d’accordo con una persona non serve parlare la stessa lingua ma avolte può bastare un semplice sguardo, una pacca sulla spalla o un ab-braccio in grado di conferire più calore di mille parole. Gli ultimi gior-ni al centro sono stati molto tristi, perché non volevo realizzare ed ac-cettare che il mio viaggio in loro compagnia era giunto al termine. Oltrealle lacrime che versavo la sera in solitudine quando tornavo a casa,avevo ormai la certezza che nella vita non bisogna mai dare nulla perscontato ma mettere sempre tutto in discussione, a partire da sé stes-si e dalle proprie idee. Con alcuni di loro ho mantenuto i contatti, tantoda sentirli ormai quasi tutti i giorni. Quando oggi, a distanza di tempo,ci sentiamo e mi chiamano per nome e non più Professeur, come i primigiorni al centro, e mi dicono: “Carmine, amico, manchi troppo troppo!”,

ho il cuore ricolmo di gioia e i miei occhi si riempiono di lacrime per-ché come loro hanno lasciato un ricordo e un segno indelebile dentrodi me anche io ho la conferma di aver fatto la medesima cosa con loro.Non importa se non ci vediamo più come prima, perché le nostre viteormai saranno legate in maniera indissolubile l’una con l’altra. Questapalestra di vita, dapprima umana e poi professionale, non è per tutti.Necessita di qualità umane affinate come l’empatia, ascolto attivo espirito di adattamento oltre che una grande apertura mentale. Ma laconsiglio comunque a tutte quelle persone che amano mettersi in giocoquotidianamente e che hanno continuamente voglia di migliorarsi at-traverso esperienze volte al confronto con l’alterità, visioni del mondoed etnie diverse dalla propria.

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L'ORATORIO DI SAN MARTINO

“È bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non c’è un gruppo sportivo in parrocchia, mancaqualcosa. Ma questo gruppo sportivo deve essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cri-stiana; se non è coerente è meglio che non ci sia!Lo sport nella comunità può essere un ottimo strumento missionario, dove la Chiesa si fa vicina a ogni per-sona per aiutarla a diventare migliore e ad incontrare Gesù Cristo.Dobbiamo ripensare quanto le nostre parrocchie sono accoglienti, se gli orari delle attività favoriscono lapartecipazione dei giovani, se siamo capaci di parlare i loro linguaggi, di cogliere anche negli altri ambien-ti (come ad esempio nello sport o nelle nuove tecnologie) le possibilità per annunciare il Vangelo.Diventiamo audaci nell’esplorare nuove modalità con cui le nostre comunità siano delle case dove la portaè sempre aperta. La porta aperta!”

Papa Francesco . Piazza San Pietro 7 Giugno 2014

e sfide educative che si trovano adaffrontare le famiglie oggi sono tantee trovare un luogo dove condividerle

e affrontarle è fondamentale.Il nostro Oratorio vuole diventare un luogoper “TUTTI” , dove sentirsi COMUNITÀ.Attualmente svolgiamo un' attività sportivadi calcio a 5 rivolta ai bambini della nostra co-munità parrocchiale ed a quelli che frequen-tano la scuola primaria del nostro quartiere.La nostra attività viene svolta il lunedì e ilgiovedì, dalle 16:30 alle 18:00, nella palestradella Scuola Primaria Selvaiezzi, in Contrada

San Martino a Chieti Scalo.La “vicinanza” alla scuola non è un caso, mauna scelta, perché riteniamo che la scuolasia, subito dopo la famiglia, l’ ambiente edu-cativo per eccellenza, che favorisce la cre-scita dei bambini.I nostri allenamenti sono svolti da perso-nale specializzato ed i genitori, a turno, sioccupano della supervisione, durante losvolgimento dei giochi, e della pulizia dellapalestra. L’idea è quella di affiancare unafamiglia all’attività svolta dal “mister”, perstare insieme ad i nostri figli ed aiutare nel-

l'organizzazione.In questo anno sportivo, abbiamo svolto unallenamento con il portiere della nazionaleitaliana di calcio a 5 Stefano Mammarella, inpiù qualche amichevole con altre squadre dicalcio a 5 locali. Dispiace constatare che nellanostra città non ci sono altri oratori con grup-pi sportivi, per condividere i valori del nostrogruppo.Vi salutiamo con alcune riflessioni di PapaFrancesco, augurandoci di incontrarci pres-so il nostro oratorio, per crescere e divertir-ci insieme...

Aggregazione

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Il portale MedMedicine.it nasce nel 2011 ad opera di studen-ti universitari, oggi Medici Chirurghi. Focalizzato sul mondomedico-scientifico e su salute e fit-

ness, MedMedicine è indirizzato a me-dici, studenti, pazienti ed appassiona-ti in generale. Nel 2015 viene costituital’Associazione di Volontariato “Med-Medicine”, che pone al centro delle pro-prie attività la divulgazione di mate-

riale medico-scientifico mediante articoli, conferenze, incontrie manifestazioni. Inoltre si pone come punto di riferimento per

studenti e medici assolvendo alla fun-zione sociale di maturazione e crescitaculturale.

Presidente Associazione di Volontariato“MedMedicine”

Salute

Introduzione a Medmedicine

La sindrome da deficit posturale (SDP) è definita da HenriqueMartins da Cunha come un "insieme di segni clinici causatiun'alterazione dell'equilibrio tonico, oculare e posturale se-

condaria ad un deficit che colpisce il sistema propriocettivo e ilsistema delle informazioni visive". Il più delle volte i segni sonoben tollerati e compensati, ma se non trattati per tempo, la di-sfunzione può evolvere in senso peggiorativo.Il quadro clinico della SDP è altamente polimorfico e il pazientepotrebbe avere 3 tipi di sintomi corrispondenti alle 3 funzioni prin-cipali del sistema posturale:

1. Alterazioni del tono muscolare che causano anomalie postura-li e dolori muscolari. Torcicollo frequente, mal di schiena ri-correnti (lombalgia), dolori muscolari diffusi e migratori, stan-chezza cronica, asimmetria tonica e atteggiamento scolioticosono i sintomi principali.

2. Anomalie nella localizzazione spaziale sono al-l’origine dei disturbi pseudo-vertiginosi. Il sog-getto si sente goffo, sbatte su ostacoli sem-plici (es. stipiti delle porte), ha l'impressionedi essere instabile sui suoi piedi, è demofobi-co (difficoltà a stare in luoghi affollati) o ra-pida alternanza di luce e ombra (percorrendouna strada alberata, per esempio), mal d’auto,sostiene di avere la sensazione di “non esserein sintonia” con il suo ambiente quando si muoveo muove parte del suo corpo.

3. Anomalie percettive causa di problemi cogniti-vi: difficoltà di concentrazione, impressione dileggere o ascoltare senza capire, impressionedi non vedere bene quando si legge (saltaredelle parole, sbagliare il ritorno a capo riga).

È necessario, ovviamente, escludere qualsiasi malattia organicaprima di considerare un trattamento posturologico.

IL FUTURO della Posturologia: TRATTAMENTO DI DISLESSIAGrazie agli studi condotti in Francia, dalla collaborazione tra il re-parto di oftalmologia del CHU di Digione, Unité Inserm «Motrici-té Plasticité» dell'Università di Borgogna e il Centro di Investiga-zione Clinica della Facoltà di Medicina di Digione, si è arrivati allaconclusione che il trattamento posturologico nei bambini disles-sici offre risultati molto promettenti (miglioramenti medi del 114%nella velocità di lettura e un aumento del 88% nella comprensio-ne del testo scritto).

Di seguito presentiamo un riassunto tratto da uno degli ultimi articoli pubblicati su medmedicine.it

Problema posturologico: quando pensarci

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L’orto di Mamadou

PER DAR VOCE A CIO’ CHE NON SI VEDEbbiamo deciso di parlare di que-sto fatto di cronaca perché pen-siamo che rappresenti un tabùdella nostra società. Il 4 Marzo2016 Roma è gelata dal bruta-

le e insensato omicidio del 23enne Luca Va-rani, quasi sgozzato dai suoi due aguzzinidurante un'orgia condita da fiumi di alcol edroga. Manuel Foffo e Marco Prato sono i due tren-tenni romani, menti e autori dell'efferatoomicidio. Marco Prato viene descritto comeun grande manipolatore che per il proprio

piacere personale coinvolgeva i ragazzi, so-prattutto etero, con la scusa della droga alfine di realizzare dei giochi erotici.La vicenda viene così descritta: la mattinadi venerdì 4 Marzo Marco Prato contatta ilgiovane Luca alle 7:12. Mezz’ora dopo que-st’ultimo raggiunge l’appartamento di Ma-nuel Foffo, dove i due lo stavano aspettan-do.Sabato 5 Marzo i carabinieri di Roma entra-no nel medesimo appartamento, dove vienetrovato il corpo di Luca straziato da trentatra coltellate e martellate ed una lama con-ficcata nel petto, che ne ha provocato lamorte per choc da dissanguamento.

Manuel Foffo confessa l’accaduto al padre,il quale lo costringe a costituirsi. Interro-gato dal PM dichiara: “Avevamo il desideriodi fare del male ad una persona qualsiasi.Questa cosa è maturata nelle nostre mentinella notte di giovedì. Volevamo vedere l’ef-fetto che fa.” “Quando Luca è arrivato gli ab-biamo offerto alcol nel quale Marco avevaversato Ghb. Poi Luca ha sofferto tanto. Loabbiamo davvero torturato.” Dopo l’omici-dio Foffo e Prato si sono addormentati nellastessa camera dove giaceva il cadavere. Alloro risveglio, consapevoli di cosa avessero

fatto, sono usciti di casa girando e beven-do di bar in bar, fin quando i due non si se-parano: Prato si reca in un hotel vicino Piaz-za Bologna, dove viene poi ritrovato daicarabinieri e dove ha tentato di suicidarsicon dei tranquillanti, mentre Foffo torna nel-l’appartamento.Manuel Foffo inoltre dichiara: “Marco è gay,io sono eterosessuale. Abbiamo avuto unrapporto e lui aveva un video, così ho te-muto che potesse ricattarmi e ho continua-to a vederlo.” Tra il materiale informatico diPrato sono presenti dettagli e informazionimolto sensibili, tanto da spingere il Gip asecretare ogni atto e a criptarli, in modo da

renderli accessibili solo a chi ne ha diritto.Ci colpisce la contraddizione tra il post scrit-to da Luca sui social: “Dio creò Adamo edEva, e non Adamo e Claudio” e la vita checonduceva, come afferma Luxuria: “I piùgrandi omofobi sono dei gay repressi, è unacopertura, la loro.” Succede che le personeomosessuali vengano discriminate, deni-grate, insultate o siano vittime di violenza,così in alcuni casi si ostenta un’eteroses-sualità estremizzata o un atteggiamentoomofobo. Tutto ciò perché la società odier-na non assume ancora pienamente un at-

teggiamento rispettoso nei confronti deglialtri che si può esprimere con la frase: “Ri-spetto e stimo le persone così come sono.”Da giudicare e condannare, piuttosto, sonole tante persone come Marco Prato e ManuelFoffo che, indipendentemente dall’orienta-mento sessuale, commettono atrocità simi-li “per vedere l’effetto che fa”, sotto il mi-cidiale effetto di droga e alcol, immancabiliper il loro “divertimento”.

Fonti: L’Huffington Post, Il Post

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AttualitÀ

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Il modo più bello per comunicare è sorridere, non dire una paro-la e sorridere. Sorridi all’utente timido che entra in punta di piedi,ma anche a quello accigliato o nervoso, perché la magia del sor-riso tocca nel profondo sia il timido che il colerico, portando ariafresca nella vita di entrambi”

“Erga Omnes: competenze, valori e amore per aiutare chi ha bi-sogno”

“La passione e la determinazione di metterci in gioco, attraver-so il volontariato, ci fa capire davvero chi siamo e cosa voglia-mo. Erga Omnes è maturazione, crescita personale e professio-nale ed il C.A.S.A., la nostra e la vostra Casa, è un contenitore diidee, relazioni, progetti e scambi di opinioni, che prendono len-tamente forma trasformandosi in servizio verso il Prossimo”

“Erga Omnes per me è cultura, viaggi, divertimento ma è so-prattutto vita, quella vita che assapori con un bagaglio carico diesperienze di condivisione con l'altro”

“L'esperienza giusta al momento giusto. Il miglior modo di cre-scere in qualsiasi fase del tuo percorso evolutivo"

"Volontariato non è solo partecipare attivamente alla vita so-ciale ma essere propositivi verso il prossimo con il cuore e conla mente"

"Protetta, responsabile, accogliente, migliorata, sensibile: cosìmi sento a CASA"

“C.a.s.a, una grande famiglia, dove l'unione fa la forza e la forzasiamo Noi, con Cortesia, Amore, Sostegno (reciproco) ed Amicizia”

“Qui mi sento a CASA: luogo protetto in cui fare l’esperienza crea-tiva di me, di te e di noi”

“Un'esperienza nuova, una scoperta, qualcosa che mi riempie emi fa sentire soddisfatta... spero di avere il privilegio di conti-nuare in questa avventura”

“CASAuna porta sempre aperta,una sedia, lì, già pronta,una domanda sempre accolta;qui la diversità é una risorsa,qui l'idea può circolare,qui le ali puoi indossaree cominciare a volare”

“Il secondo verbo più bello del mondo dopo "amare", è "aiuta-re". Il sorriso che riceverai in cambio a volte è più gratificantedi qualsiasi altra cosa materiale. Vali ciò che dai, e se aiuti glialtri, aiuterai anche te stesso”

“Condividere con l’altro una parte di me”

“Il lavoro di squadra ha un'importanza strategica”

“Erga Omnes? Un'associazione dove é possibile trovare un grup-po unito dalla passione per ciò che si fa INSIEME”

"Mettiti sempre in gioco, non aver paura di sbagliare"

“Il primo servizio da offrire a chi è in difficoltà è un sorriso”

“Hai presente quando il sorriso sincero e gratuito di un passan-te ti rallegra una giornata cominciata male? Ecco è questo perme Erga Omnes: la carica positiva dei gesti spontanei e gratuiti,la bellezza della gentilezza in grado di creare circoli virtuosi”

“Il C.A.S.A. è un esempio di famiglia, un posto dove vieni con-siderato non solo come un membro di un'associazione ma unmembro di una famiglia, è un onore ma soprattutto un piacerefarne parte”

“Aggrappati perché noi insieme sappiamo reggerti”

Aforismi dei Volontari

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