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1 Circolare interna delle Parrocchie dell’Alta Val Sangone – anno VII – N. 4 Dicembre 2015 I l Sinodo sulla famiglia, tanto atteso, si è chiuso il 24 ottobre. Il frutto visibile dei lavori è la relazione finale appro- vata dai 270 padri sinodali, analisi rigorosa e pro- fonda sulla famiglia in questo mondo che non nasconde le difficoltà ma dà speranza, e che prende in considerazione tutti gli aspetti della vita familiare, con particolare attenzione al contesto umano e cul- turale in cui la famiglia vive, diverso tra nazioni e cul- ture, e al contesto sociale ed economico. Esamina le difficoltà che la famiglia incontra oggi- giorno, senza pregiudizi e senza nascondersi dietro a formule predefinite, ma affrontando tutti gli aspetti positivi e negativi che le famiglie incontrano nella loro vita. Particolare attenzione viene posta sul ruolo della fa- miglia nel piano di Dio e nella vita della Chiesa, sulla pastorale familiare e sulla vita spirituale. Non è possibile racchiudere in poche righe la ric- chezza del documento, e invitiamo quindi a leggerlo cercando in internet “documento sinodo famiglia”: si può trovare in vari siti, ad esempio “https://press.vatican.va”. Un aspetto importante è la pressoché totale unani- mità del sinodo su quasi tutti i punti discussi, e co- munque con la maggioranza assoluta anche sui più controversi. Come ha sottolineato il Papa nel suo discorso finale, dove ha parlato in modo esplicito e al tempo stesso profetico della vita vera, con la molteplicità delle etnie e delle culture, dei luoghi, dei tempi dove l'umanità nasce, vive, muore, in una società conti- nuamente mutevole. Francesco afferma verità rivoluzionarie con la di- plomazia necessaria per trasformare le diversità nel- l'armonia d'un lavoro comune. Fermo restando che è la fede il cemento di tutti e insieme alla fede lo Spirito Santo che la diffonde, e secondo Francesco anche nei non credenti che fanno parte comunque della famiglia umana. Vediamo alcune frasi del suo discorso: “Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chie- sto: che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? Certamente non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della sto- ria bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi la gioia della speranza senza cadere nella facile ripeti- zione di ciò che è indiscutibile o già detto. Sicuramente non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidano e minacciano la famiglia, ma aver messo tali diffi- coltà e dubbi sotto la luce della Fede,... averli af- frontati senza paura e senza nascondere la testa sotto la sabbia. … significa aver dato prova della vi- vacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo animatamente e francamente sulla famiglia. … Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre morte da scagliare contro gli altri. Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascon- dono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla catte- dra di Mosè e giudicare, qualche volta con superio- rità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del per- dono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e peccatori”. E conclude: “In realtà, per la Chiesa concludere il Sinodo significa tornare a ‘camminare insieme’ re- almente per portare in ogni parte del mondo, in ogni Diocesi, in ogni comunità e in ogni situazione la luce del Vangelo, l’abbraccio della Chiesa e il so- stegno della misericordia di Dio!” Anche questo discorso si può trovare facilmente in internet. Filippo ESSERE CHIESA OGGI Buon Natale!

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Circolare interna delle Parrocchie dell’Alta Val Sangone – anno VII – N. 4

Dicembre 2015

Il Sinodo sulla famiglia, tanto atteso, si è chiuso il24 ottobre.

Il frutto visibile dei lavori è la relazione finale appro-vata dai 270 padri sinodali, analisi rigorosa e pro-fonda sulla famiglia in questo mondo che nonnasconde le difficoltà ma dà speranza, e che prendein considerazione tutti gli aspetti della vita familiare,con particolare attenzione al contesto umano e cul-turale in cui la famiglia vive, diverso tra nazioni e cul-ture, e al contesto sociale ed economico.Esamina le difficoltà che la famiglia incontra oggi-giorno, senza pregiudizi e senza nascondersi dietroa formule predefinite, ma affrontando tutti gli aspettipositivi e negativi che le famiglie incontrano nellaloro vita. Particolare attenzione viene posta sul ruolo della fa-miglia nel piano di Dio e nella vita della Chiesa, sullapastorale familiare e sulla vita spirituale.Non è possibile racchiudere in poche righe la ric-chezza del documento, e invitiamo quindi a leggerlocercando in internet “documento sinodo famiglia”:si può trovare in vari siti, ad esempio“https://press.vatican.va”.Un aspetto importante è la pressoché totale unani-mità del sinodo su quasi tutti i punti discussi, e co-munque con la maggioranza assoluta anche sui piùcontroversi.Come ha sottolineato il Papa nel suo discorso finale,dove ha parlato in modo esplicito e al tempo stessoprofetico della vita vera, con la molteplicità delleetnie e delle culture, dei luoghi, dei tempi dovel'umanità nasce, vive, muore, in una società conti-nuamente mutevole. Francesco afferma verità rivoluzionarie con la di-plomazia necessaria per trasformare le diversità nel-l'armonia d'un lavoro comune. Fermo restando cheè la fede il cemento di tutti e insieme alla fede lo

Spirito Santo che la diffonde, e secondo Francescoanche nei non credenti che fanno parte comunquedella famiglia umana. Vediamo alcune frasi del suo discorso:

“Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chie-sto: che cosa significherà per la Chiesa concluderequesto Sinodo dedicato alla famiglia?Certamente non significa aver concluso tutti i temiinerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarlicon la luce del Vangelo, della tradizione e della sto-ria bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi lagioia della speranza senza cadere nella facile ripeti-zione di ciò che è indiscutibile o già detto.Sicuramente non significa aver trovato soluzioniesaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidanoe minacciano la famiglia, ma aver messo tali diffi-coltà e dubbi sotto la luce della Fede,... averli af-frontati senza paura e senza nascondere la testasotto la sabbia. … significa aver dato prova della vi-vacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura discuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi lemani discutendo animatamente e francamente sullafamiglia. … Significa aver testimoniato a tutti che ilVangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eternanovità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietremorte da scagliare contro gli altri. Significa ancheaver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascon-dono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa,o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla catte-dra di Mosè e giudicare, qualche volta con superio-rità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite.Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa deipoveri in spirito e dei peccatori in ricerca del per-dono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giustie dei santi quando si sentono poveri e peccatori”.

E conclude: “In realtà, per la Chiesa concludere ilSinodo significa tornare a ‘camminare insieme’ re-almente per portare in ogni parte del mondo, inogni Diocesi, in ogni comunità e in ogni situazionela luce del Vangelo, l’abbraccio della Chiesa e il so-stegno della misericordia di Dio!”Anche questo discorso si può trovare facilmente ininternet.

Filippo

ESSERE CHIESA

OGGI

Buon Natale!

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Si è da poco concluso un primo ciclo di incontriformativi tenutosi presso i locali della parrocchia

San Lorenzo, intitolato “Lasciamo riaffiorare la Ca-rità” e dedicato alla presentazione del mandato e delmetodo di lavoro della Caritas. Due serate di rifles-sioni in forma dialogica, curate dalla Caritas Dioce-sana di Torino, a cui hanno preso parte unaquarantina di persone provenienti dalle parrocchiedel territorio. Ecco cosa ci hanno detto i conduttoridelle serate.Ciò che è emerso in questi due incontri è semplice:la Carità è al centro del Vangelo e a testimoniarla èun’intera comunità. Dal confronto nato tra coloroche hanno partecipato a questi momenti riflessivi, èemersa l’esigenza di animare alla carità tutta la co-munità del territorio, sia quella parrocchiale siaquella civile, perché tutti possano essere più vicini,concretamente, a coloro che attraversano difficoltàeconomiche, problemi di salute, disagi e sofferenzespirituali. Dunque, un doppio impegno: restare le-gati, come comunità, alla “solidità della roccia” chesi trova nel Vangelo e uscire dalle proprie sicurezzeper condividere le sofferenze altrui. Su queste pre-messe alcuni volontari hanno espresso l’intenzionedi attivare sul territorio un Centro di Ascolto Caritas,un centro aperto a coloro che hanno bisogno in-nanzitutto di essere ascoltati e accolti. Quando pen-siamo all’icona dell’accoglienza, ci immaginiamofermi a braccia aperte, nell’attesa che il poverovenga a chiedere; in realtà, per gli operatori dellacarità, accogliere significa non solo “aprire” la portae farsi trovare, ma anche muoversi per andare a cer-care l’altro che “manca” per fare comunità, perchéla carità si concretizza facendosi prossimi agli ultimi,agli emarginati, agli “invisibili”. Rimanere ancoratiall’esempio di Gesù e uscire per farsi prossimi deipiù poveri sono anche le indicazioni che emergononella lettera pastorale del nostro arcivescovo Mons.Cesare Nosiglia “La casa sulla roccia”, nella qualeNosiglia ripercorre i gesti e le parole pronunciate dapapa Francesco nei due giorni di visita a Torino, in-serendoli nella prospettiva delle cinque vie per laChiesa, già tratteggiate per il Convegno EcclesialeNazionale di Firenze, tenutosi dal 9 al 13 novem-bre. L’invito è ancora quello già espresso dall’Esor-tazione apostolica Evangelii Gaudium, quello cioè diessere una Chiesa in uscita, perché aggrapparsi allaroccia non significa “arroccarsi”, ma al contrario, si-gnifica trovare il coraggio di affrontare la tempesta,

certi di poter contare sul sostegno del Signore cosìcome testimoniato dai numerosi Santi sociali con laloro rivoluzionario esempio. Proprio dal Convegnodi Firenze il cardinale Angelo Bagnasco, presidentedella Conferenza Episcopale Italiana, ha ricordatocosì questa prima delle cinque vie per una Chiesasempre più missionaria: “Non basta essere acco-glienti: dobbiamo per primi muoverci verso l’altro,perché il prossimo da amare non è colui che cichiede aiuto, ma colui del quale ci siamo fatti pros-simi. - Desidero una Chiesa lieta col volto dimamma, che comprende, accompagna, accarezza- ci ha detto Papa Francesco - Tale sia lo spirito concui anche noi agiamo: quello di chi ha premuraverso tutti e va loro incontro per incontrarli e creareponti con loro, e tra loro e Cristo. Dobbiamo usciree creare condivisione e fraternità: le nostre comu-nità e associazioni, i gruppi e i singoli cristiani, vi-vano sempre con questo spirito missionario, e su diesso si verifichino periodicamente, poiché da ciò di-pende l’autenticità della proposta”. La prima dellecinque vie è dunque uscire, a questa segue l’annun-ciare la persona e le parole del Signore, secondo lemodalità più adatte perché, “senza l’annuncio espli-cito, l’incontro e la testimonianza rimangono sterilio quantomeno incompleti”, ha osservato ancora ilcardinale Bagnasco. Quindi le tappe successive: abi-tare, ovvero essere presenti come credenti nel terri-torio e nella società, educare, facendo diventare lebuone azioni non gesti episodici, ma pratiche stabiliche diventino patrimonio della comunità. La quinta,come vedremo, è trasfigurare.

I conduttori del corso per la Caritas Diocesana diTorino: Ivan Andreis e Antonella Di Fabio

Caritas

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“La mente si arricchisce di quel che riceve, il cuore di quel che dà.”

Victor Hugo

Vita delle nostre Comunità

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In cammino accanto a Maria

Per proseguire nel cammino verso la realizzazionedel progetto di salvezza che Dio ha su ciascuno

di noi è fondamentale appoggiarci a Colei che Dioha scelto come madre del suo figlio Gesù e che, neltempo della sua vita terrena, è stata una donnacome noi: Maria di Nazaret! Siamo abituati a im-maginarla come l’iconografia cristiana ce l’ha pre-sentata: bianco-vestita, incoronata, con vestisgargianti. Ma forse ci aiuterebbe a sentirla più“prossima” a noi se la pensassimo davvero comeMaria di Nazaret, fanciulla e donna in mezzo allealtre, nelle quotidiane attività e difficoltà. Non sap-piamo se Maria raggiunse un’ età avanzata, siamoperò certi che Gesù prima di morire in croce nonlasciò sola sua madre, ma l’affidò a Giovanni, il di-scepolo prediletto, perché se ne prendesse cura.Maria accompagnò così la chiesa nascente, come ri-sposta a Gesù che in Giovanni aveva eletto ciascunodi noi a figli. Ma torniamo a riflettere su Maria di Nazaret, leg-gendo con attenzione Luca (1,30-4; 2,1-52), passiche conosciamo bene, che riviviamo ogni anno nellaliturgia: l’annunciazione, la visita ad Elisabetta, ilviaggio a Betlemme, la nascita di Gesù, la fuga inEgitto, la presentazione al tempio, lo smarrimento diGesù. Proviamo a immedesimarci nella fanciulla-donna diNazaret che non sa di essere oggetto del piano disalvezza: la proposta dell’angelo le fa intravedere unprogetto immenso, incomprensibile. Il suo animo èscombussolato, ma l’angelo la tranquillizza, spiega,le offre un dato di confronto (anche l’anziana cuginaElisabetta è incinta), ma attende la sua risposta, lasua adesione al progetto “ECCO SONO LA SERVADEL SIGNORE!”. Da quel momento Maria si mette “al servizio” di chicapisce essere nel bisogno.

Va ad aiutare Elisabetta per gli ultimi mesi di gravi-danza. Al ritorno nel villaggio dovrà però giustificareil suo stato agli occhi dei parenti e dei paesani, esolo a seguito di un sogno Giuseppe comprenderà,ma non fino in fondo. Poi la famigliola raggiungerà Betlemme per il censi-mento, così come era nei disegni del Signore. Poi lanascita del figlio in povertà, lo stupore della nottesanta, i doni inattesi, le visite di sconosciuti. Lucariassume così l’atteggiamento di Maria: ”..da partesua custodiva gelosamente i ricordi di questi fatti e limeditava dentro di sé”. Il privilegio di Maria (essere immune dal peccato diorigine, l’essere scelta come madre del Messia) nonla fanno sentire esentata dai doveri della legge: Gesùverrà circonciso e sarà presentato al tempio per lapurificazione. E qui Maria ancora una volta noncomprenderà a fondo le parole di Simeone che pro-fetizza per suo figlio cose stupende e terribili “saràluce per i popoli, ma anche segno di contraddizioneper molti… e quanto a te Maria il dolore ti colpiràcome colpisce una spada” (Lc 2,22-36). Al compimento dei dodici anni Gesù viene condottoal tempio di Gerusalemme secondo l’usanza. Per gliebrei questa visita annuale al tempio era una grandefesta, un pellegrinaggio comunitario. Al primo bi-vacco Maria e Giuseppe si rendono conto che Gesùnon è con loro (Lc 2,41-52): cerchiamo di capireche cosa abbia provato Maria come mamma!Solo Luca fa un accenno alla normalità della vitadopo il rientro a Nazaret : “Gesù cresceva in sa-pienza e grazia davanti a Dio e davanti agli uominie… Maria custodiva silenziosamente tutte questecose nel suo cuore”. Poi è Giovanni che fotografa con delicatezza la pre-senza di Maria nella vita pubblica di Gesù, dallenozze di Cana fino alla passione e morte, che Mariavive momento per momento fino al grido estremo:”Tutto è compiuto. Padre nelle tue mani affido il miospirito”. Forse ai piedi della croce immersa in unmare di dolore, che si poteva anche leggere comeuna bruciante sconfitta, Maria avrà compreso afondo il progetto di Dio su di lei. Essere accanto aGesù sempre! Per questo per noi è importante cam-minare con Maria e credere come lei, senza atten-derci rivelazioni particolari, che al termine di ognivita, di ogni sofferenza, di ogni morte, ci sarà la ri-surrezione.

Giovanna (over 75)

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Lasciamo parlare la scrittura

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“Il Vangelo nelle case” sbarca a Valgioie

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Alcuni anni fa nelle nostre parrocchie si è iniziatoa parlare di “Vangelo nelle case”. Per me era

una novità, ma subito mi è piaciuta l’idea che la Pa-rola di Dio “uscisse dalle Chiese” ed entrasse nellecase dove in modo semplice e amichevole potesseessere studiata e capita. Ed infatti così è stato.Con mio marito abbiamo deciso di mettere a dispo-sizione la nostra casa in modo che anche a Valgioiepotesse prendere avvio questa bella iniziativa. Certoavevamo alcuni dubbi: riuscire a conciliare questoimpegno con gli altri, “sistemare” i figli, trovarequalche “animatore” disponi-bile a venire fino a Valgioie e,soprattutto, avere un po’ digente che partecipasse alleserate. Quando è arrivato ilmomento di iniziare moltedifficoltà si sono facilmentedissolte ed ecco che final-mente con il nostro anima-tore le serate hanno presoavvio. Nei primi incontri era-vamo pochi ma questo non ciha impedito di apprendere tante nuove cose dallavoce sicura e preparata dell'animatore, che ci ha gui-dato nel tempo passato ma ha anche saputo coin-volgere ciascuno di noi in profonde meditazioni eriflessioni. Le letture su cui abbiamo lavorato sonoquelle delle Domeniche di Quaresima; letture ascol-tate da ciascuno di noi tante e tante volte durante laMessa, ma nel momento in cui si ci sono state spie-gate hanno assunto un nuovo significato. A mio pa-rere la grande forza di questo progetto sta proprionel poter vedere con nuovi occhi quello che da sem-pre abbiamo davanti. Inoltre il clima familiare che siè venuto a creare ci ha permesso di avere il corag-gio di porre anche domande apparentemente banalie di esternare delle riflessioni personali su temi attuali.

Nella nostra piccola comunità si è rivelato un mo-mento forte, arricchente ed anche molto piacevole,specialmente nella seconda parte della serata dedi-cata ad assaggiare dolci preparati dai partecipanti, asorseggiare tisane e qualche liquore locale e non.Questo momento della serata, breve ma importante,ci ha dato l’opportunità di confrontarci, conoscerci,parlare e scherzare. Questa prima esperienza si èconclusa con la consapevolezza che il “Vangelo nellecase” fosse un momento arricchente e niente affatto“noioso” o troppo difficile, come qualcuno aveva

prospettato. L’entusiasmo perle belle serate trascorse in-sieme ha visto aumentare no-tevolmente il numero deipartecipanti nella seconda edi-zione. Qualcuno dice (un po'malignamente!) che il teporedella stufa, il profumo dei dolcie delle tisane siano stati i fat-tori più coinvolgenti per i“nuovi arrivati”, ma ciò checonta è che nella nostra par-

rocchia sia stato possibile cogliere questa opportu-nità. Naturalmente non posso concludere senzaringraziare sinceramente Filippo che ha affrontatoogni serata con entusiasmo, condividendo con noi lesue conoscenze. Ma sicuramente il grazie più grandeva a Don Gianni che ancora una volta ha dimostratodi credere nella sua comunità più piccola e non si èdimenticato di noi partecipando di persona ad al-cune serate.Grazie anche a tutti coloro che hanno avuto la forzae il coraggio di uscire nelle fresche sere per arrivarea casa nostra. Il mio augurio è che, se questa espe-rienza si ripeterà, nuove persone si uniranno a noiper trascorrere piacevoli serate insieme e impararequalcosa di bello che rende più consapevole il no-stro essere cristiani.

Amanda

Vita delle nostre Comunità

Ha avuto luogo recentemente la consueta formazione in previsione del Vangelo nelle case.Ci siamo trovati venerdì 13 e 20 novembre nei locali di Spaghettopoli per ascoltare Don Carrega(docente di sacra Scrittura, lo abbiamo già incontrato lo scorso anno) che ci ha presentato il Vangelo diLuca. Nel primo incontro ci ha parlato della formazione di questo Vangelo e delle sue caratteristiche chelo distinguono dagli altri, nel secondo abbiamo visto insieme come “far parlare” il Vangelo al di là dellesemplici parole, ricevendo ulteriori riflessioni utili alla comprensione (e si spera alla attuazione nella vita!).A gennaio, in data da definire, ma che sarà comunicata per tempo, avremo di nuovo con noi LauraVerrani, teologa e scrittrice, che già l'anno scorso ci aveva accompagnati nell'approfondimento del Van-gelo di Marco: con lei esamineremo aspetti specifici di Luca.Anche chi non è coinvolto direttamente nell'iniziativa del Vangelo nelle Case è invitato a partecipare, troverà certamente motivi di riflessione seguendo Laura che ci coinvolgerà con il suo stile semplice econcreto.

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Riscoprire i sacramentiDa alcuni decenni le comunità cristiane avvertonoun certo disagio nei confronti della pastorale dei sa-cramenti: da una parte si lamenta il fatto che moltisacramenti sono sovente celebrati senza che vi siaun vero e proprio cammino di fede e di conver-sione; dall’altra si constata che, a dispetto della di-lagante secolarizzazione odierna, la richiesta deisacramenti “tiene”, a testimonianza di una esigenzareligiosa ben radicata nei cuori della nostra gente,che nei riti sacramentali dà in qualche modo voce almistero che abita i momenti e le dimensioni crucialidell’esistenza. Alla tentazione di una chiesa dei puri,che dà i sacramenti solo a chi se li merita, la chiesaitaliana ha sempre resistito, proponendo la difficilestrada della riconciliazione tra l’esigenza della fede(che invita ad una maggiore serietà nel verificare laqualità della proposta e della risposta) e l’esigenzareligiosa (che proprio nei sacramenti dà voce a quel“di più” che l’esperienza del nascere e del maturare,del nutrirsi e dell’amare, della malattia e del peccatoinvoca e manifesta). In questa prospettiva, i sacra-menti costituiscono non solo una occasione perevangelizzare, ma il luogo in cui la fede si attua eprende corpo, si esprime e si manifesta: il concilioVaticano II osa definire la liturgia e i sacramenticome “culmine e fonte della vita della chiesa”.Il disagio qui investe coloro che partecipano abi-tualmente ed attivamente alla vita ecclesiale, espo-sti al rischio dell’abitudine e di una sostanzialeincomprensione del Mistero profondo che la litur-gia celebra nei suoi sacramenti. Da qui la necessitàdi riscoprire il valore dei sacramenti e di rivitalizzarlinella pratica: con questo intento riprenderemo unoper uno i sette sacramenti, chiedendoci se essi sonorealmente sorgente e culmine della nostra vita.Certo, i sacramenti non sono tutta la vita: c’è la quo-tidianità, fatta di lavoro e di soldi, di incontri e diprogetti; ci sono l’amore e le relazioni che contano;c’è l’esperienza quotidiana del mangiare, del par-lare, della fragilità umana; ci sono gli avvenimentistraordinari che costellano l’esistenza, come la na-scita, la crescita, la malattia e la cura, l’impegno chefa diventare adulti. Nemmeno i sacramenti sonotutta la vita cristiana: c’è la Parola di Dio da cono-scere e annunciare; il servizio per gli altri; l’impe-gno nella comunità ecclesiale e civile; il silenzio e lapreghiera personale… E tuttavia i sacramenti sonosorgente e culmine della vita, perché la condensanoe la concentrano nel mistero pasquale di Cristo.

I sacramenti sono la Vita alla sua sorgente, che èCristo Gesù, che ha detto questa verità profondis-sima e semplice: “Io sono venuto perché abbiano lavita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Senzadi essi il fiume della vita inaridisce e si disperde neimille rivoli delle cose da fare, lontani dal loro centroche è il Mistero di Cristo, colui che svela il senso delnascere e del morire, dell’amare e del soffrire, del-l’incontrarsi e del possedere.I sacramenti celebrano la vita nella sua bellezza enella sua fecondità, nella sua sorgente e nella suaqualità più alta, perché nei fragili vasi di creta dellanostra esistenza versano il tesoro prezioso di un vinoe di un’acqua nuova. Possiamo in questo senso re-cuperare l’antica definizione dei sacramenti comecanali di grazia, segni visibili ed efficaci della graziainvisibile.C’è una immagine nel vangelo di Giovanni che rias-sume il legame tra Cristo e la chiesa attraverso i sa-cramenti: dal costato del Cristo morto sgorganosangue ed acqua per abbeverare la chiesa, raccoltaai suoi piedi nelle figure di Maria e del discepolo pre-diletto. Una immagine potente, che rimanda allacreazione dell’uomo, quando Dio addormentaAdamo, e dal suo costato fa scaturire la donna, cherealizza il suo sogno di una comunione senza fine.Dal costato dormiente di Cristo sgorga il sacra-mento della Chiesa, che come sua sposa celebra ilbanchetto delle nozze con l’agnello abbeverandosiall’acqua e al sangue della sua Pasqua. Il misteroadombrato nelle nozze di Cana si compie: la crea-zione nuova è iniziata (anche se ancora geme sottole doglie del parto), le nozze di un’Alleanza eternadomandano di essere celebrate dall’intera nostravita, che nei gesti e nelle parole dei sacramenti trovail suo simbolo più alto.Viviamo i sacramenti con questa consapevolezza econ questa sete, o preferiamo abbeverarci ad altricibi e ad altre bevande?

don Paolo Tomatis

La Parola ai Pastori

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La Missione “Come il padre ha mandato me, anch'iomando voi” Gv 20,21

"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita interadi coloro che si incontrano con Gesù": inizia cosìl'Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium”, concui papa Francesco affronta il tema dell'annunciodel Vangelo nel mondo di oggi. É un appello a tuttii battezzati, senza distinzioni di ruolo, perché por-tino agli altri l'amore di Gesù in uno "stato perma-nente di missione" (25), vincendo "il grande rischiodel mondo attuale": quello di cadere in "una tristezzaindividualista" (2).Il papa invita a "recuperare la freschezza originaledel Vangelo", Gesù non va imprigionato entro"schemi noiosi" (11). Occorre "una conversione pa-storale e missionaria, che non può lasciare le cosecome stanno" (25) e una riforma delle strutture ec-clesiali perché "diventino tutte più missionarie" (27).Nella Parrocchia di San Lorenzo nel mese di ottobreè stata realizzata l'iniziativa qui sotto descritta, perapprofondire concretamente il tema della missioneanche per i più piccoli.

Ottobre Missionario in ComunitàE' proprio così che ci piace pensare di aver vissutoquesto ottobre missionario appena conclusosi: incomunità, condividendo piccoli ma importanti mo-menti "qua e là" nella nostra Parrocchia, e nonavremmo mai potuto immaginare che sarebbe statocosì bello!L'idea iniziale era un po' vaga: "Perché non coin-volgiamo i bambini?". Ma è bastato lanciare qualcheidea e subito il nostro ottobre missionario ha iniziatoa prendere forma: facciamo qualcosa all'orato-rio!...sì, ma coinvolgiamo anche i bambini della li-turgia domenicale!...sì, ma sarebbe bello farqualcosa anche con i genitori…E siccome l'appetitovien mangiando, abbiamo fatto tutte queste cose eanche di più!Nei quattro sabati di ottobre all'oratorio Semi diSperanza abbiamo giocato alla missione: e così unsabato siamo stati dei supereroi che dovevano sal-vare il mondo e abbiamo capito che vincere com-

portava condividere con i nostri compagni; il se-condo sabato eravamo gli abitanti dei vari continentie dovevamo organizzare la nostra merenda di panee cioccolata…ma che fatica per l'Africa arrivare apreparare la merenda per tutti…c'è stato bisognoche Europa e Nord America condividessero le loromolte merende di troppo perché tutti avessimo qual-cosa da mangiare; il terzo sabato abbiamo dovuto ri-solvere un mega cruciverba per accorgerci delpovero accanto a noi, e capire quante piccole egrandi sofferenze ci passano accanto ogni giorno,per poi arrivare l'ultimo sabato a riflettere su quantopossiamo fare noi, in prima persona, per cambiareil mondo, anche con i nostri piccoli gesti quotidiani.Il lavoro dei bambini dell'oratorio è diventato spunto,nelle quattro domeniche di ottobre, per condividerequesti pensieri durante l'omelia dei bambini. Ab-biamo colorato le nostre domeniche con il rosso delnostro amore, il giallo della ricchezza di cui vor-remmo inondare il mondo, il verde dei prati intornoa noi che vogliamo far fiorire e abbiamo così realiz-zato l'arcobaleno della nostra missione, donato aGesù e condiviso anche con i grandi durante l'offer-torio: è stato bellissimo aiutare mamme e bambini ascrivere il nome di una persona da amare sul Tau, aritagliare una goccia d'acqua da donare, ad appicci-care il proprio fiore colorato sul prato e renderlouna festa!Intanto nella liturgia domenicale abbiamo pregato eriflettuto sui temi proposti dall'Ufficio MissionarioDiocesano e - a chiusura di un ottobre missionariodavvero speciale - sabato 24 ottobre la celebrazionedella S. Messa prefestiva è stata animata dal CoroEtnico coordinato da Padre Paul e abbiamo con-cluso condividendo una bella, semplice cena in com-pagni di questi nuovi amici.Grazie bambini, grazie mamme e papà, grazie ani-matori, Don Gianni, Gerardo, Tina e tutti voi cheavete contribuito a questi momenti. Ma soprattuttograzie Gesù, che ci insegni ad essere Chiesa aperta, Chiesa in cammino.

Deborah Busso

Vita delle nostre Comunità

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Secondo un diffusoluogo comune non

sempre scienza e reli-gione sono d’accordoanzi spesso in reciprocacontraddizione. Ritenendo di dover di-fendere la propria auto-rità la Chiesa ha negatoteorie poi invece accet-tate, nel campo oppo-sto i più fieri sostenitoridel positivismo scientifico hanno sostenuto cheavremmo saputo comprendere ogni fenomeno na-turale, controllato la natura e ottenuto il suo com-pleto dominio senza limiti né regole. Forse lereligione ha talvolta contribuito alla volontà di pre-dominio giustificando la colonizzazione del mondocome comando divino.E’ stato San Francesco con il Cantico delle Crea-ture, l’altissimo inno alla bellezza e grandezza delcreato, a presentarci ogni entità come nostri fratelloe sorella, poiché ogni essere ha pari dignità. L’at-tuale papa Francesco che del poverello di Assisi havoluto prendere il nome, ha intitolato la sua ultimaenciclica con le prime parole del Cantico: LAU-DATO SI’ Ero incuriosito dalla notizia che lavorava ad un do-cumento sui problemi ambientali – ma come,adesso va di moda l’ecologia…- e approfittai del suoarrivo in parrocchia per averne una copia.Ho tentato in passato di leggere qualche enciclica,almeno per i passi più importanti e famosi. Devoperò ammettere che l’abituale linguaggio di questidocumenti mi risulta molto difficile e faticoso. Solose qualcuno me lo spiega, e a piccole dosi, riesco acomprendere gli insegnamenti. Penso con trepida-zione alla Pacem in Terris, giuntaci in un momentoin cui abbiamo creduto che il mondo potesse esplo-dere.LAUDATO SI’ è una enciclica in stile completa-mente diverso, l‘ho letta praticamente tutta d’unfiato per poi tornarci su con calma. Per il linguaggiola definisco documento laico, nel senso che granparte del testo non ha uno stile “spirituale” ma è as-solutamente concreto nel trattare della salvaguardiadella natura a fronte degli sconvolgimenti climatici,della crisi ecologica, del timore che le condizioni divita peggioreranno forse sino a compromettere lasopravvivenza di intere specie viventi e dell’uomostesso.Il documento riconosce che la scienza spiega in ter-

mini molto chiari cosa staavvenendo e le cause do-vute all’eccessivo ed er-rato sfruttamento dellerisorse naturali e riporta letesi sostenute da moltiesperti e studiosi. Mapapa Francesco non siferma ad accogliere que-ste posizioni, esprime unaforte denuncia degli squili-bri e delle ingiustizie per-

ché l’ umanità, per sete di potere, non solo violentala natura ma anche se stessa attraverso lo sfrutta-mento e la discriminazione degli esseri più deboli oritenuti meno utili. Inoltre egli evidenzia che al di làdelle tante parole e incontri internazionali ai più altilivelli politici, le azioni per fronteggiare la crisi sonoben poche. A dispetto di solenni impegni i politiciguardano più all’immediato che al futuro prossimo.Per quanto riguarda gli stessi ecologisti, i suggeri-menti non possono nascondere interessi settorialiassai poco orientati al bene comune?Il Papa cita più volte i suoi predecessori, gli inse-gnamenti del Vangelo e della Bibbia, per evidenziareche la tutela e il rispetto per il creato sono semprestati ben presenti e non sono una novità. Contem-poraneamente mette in guardia dalla divinizzazionedella natura come vorrebbero presunte filosofie mo-derne. Attraverso i capitoli centrali ci conduce manmano a comprendere che l’umanità è solo unaparte del creato, assolutamente interdipendenteverso gli altri esseri viventi, e che la nostra intelli-genza ci addossa solo una più grave responsabilità.Egli ci invita solennemente a guardare a tutti, so-prattutto ai più umili e deboli, affinché nessuno eniente sia scartato. Ci ricorda che san Francesco de-siderava che in ogni orto conventuale almeno unpiccolo pezzo di terreno restasse selvatico, affinchévi potessero crescere erbe selvatiche e ci si potessecompiacere della loro bellezza. Il mondo è davverobellissimo, sappiamo ancora stupirci e godere diquesta meraviglia? Sapremo evitare di sciuparlocontinuando ad usarlo senza regole? L’enciclica termina invitandoci a due preghiere: unacome cristiani, l’altra che può essere fatta propria dachiunque, e questo è un segno della sua universa-lità. Partendo da questo invito ne proponiamo a tuttila lettura. Contiene uno stimolo all’azione e ancheuna buona dose di speranza.

Mauro

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La Parola ai Pastori

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Proprio così:129; qualche anno fa, nelle riunioni dei preti delle tre unitàpastorali che fanno riferimento a Giaveno, Avigliana e Reano si provò a

ipotizzare un sogno: perché non pensare in grande cercando di guardareavanti e dare respiro ad una pastorale che, in alcuni casi, solo parrocchialerischia di restare asfittica? perché non ipotizzare che le comunità si apranoad una dimensione più territoriale? e così, il primo tentativo venne fatto perla pastorale giovanile.Si ipotizzò un gruppo di persone che avessero le "mani in pasta" nella pa-storale giovanile (preti, adulti e ragazzi) che provasse a mettersi attorno adun tavolo e pensare la possibilità di un progetto condiviso.L’idea di fondo non è sostituirsi alla pastorale parrocchiale che conserveràsempre la sua dimensione “tra le case” così come il suo significato più au-tentico le consegna valore; ma, nell’ottica di una vita cristiana che a partireda una riposta personale ad un Dio anch’egli personale, di relazione, scoprail senso di appartenenza ad una comunità vicina (parrocchia), che è parte diuna dimensione più ampia dal punto di vista territoriale (unità pastorale,zona…) con la consapevolezza che la Chiesa esiste in quanto Corpo che siritrova attorno al suo Vescovo (diocesana) il quale ci rende presente la co-munione con la chiesa universale.Insomma, al di là di grandi parole, si vuole aprire ad una chiesa che sia mis-sione, annuncio ed appartenenza.Dal punto di vista più antropologico poi, questo sogno diventa anche occa-sione per poter lavorare con qualità tenendo conto che le risorse umanesono sempre poche e bisogna fare anche i conti con questo aspetto.Allora una Chiesa che si riconosce universale e concreta prova a cammi-nare insieme!Il progetto partì pensando due momenti per i ragazzi delle superiori, avventoe quaresima, dal sabato pomeriggio alla domenica pomeriggio, in cui farconfluire i cammini delle varie attività parrocchiali e non solo attorno alla Pa-rola attraverso il gioco, l’esperienza e la condivisione. Il sogno, attraverso fatiche e occasioni di gioia, vive ormai da cinque anni edil prossimo fine settimana, sabato 28 e domenica 29 novembre, renderàpresente questo impegno a Mompellato. Senza entrare nei dettagli tecniciche non sono l’essenza del progetto crediamo che le nostre comunità nonpossano più fare a meno di questo cammino condiviso perché, oltre a potercostruire insieme qualcosa che altrimenti non avremmo le forze per impostare, rende viva l’idea di una co-munità cristiana aperta al trascendente, che per noi è il Dio di Gesù, e proiettata sul fratello che ci vieneincontro.Come realtà delle parole che abbiamo espresso qui lasciamo sorre alcune frasi scritte al volo da chi ha vis-suto o vive da tempo l’esperienza della consulta.

Consulta Giovanile dell’Unità Pastorale 129

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Unità Pastorale

Esperienza progettuale di corresponsabilità ed ecclesialità.Seria esperienza del "fare gruppo"e "mischiarsi", per poterlo poi anche

proporlo ai nostri ragazzi!

Consulta significa “insiem

e” in un un’epoca dove qu

esta parola

sembra avere perso il sig

nificato genuino del “met

tiamo insieme

tante teste per pensare q

ualcosa”, oppure della “c

ollaborazione”:

un gruppo di giovani del

la UP 129 si riunisce con

scadenze per

portare avanti questa ide

a.

(Fabrizio Avigliana)

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La consulta è un’occasione per unire le forze e le idee per organizzare qualcosa di bello insieme. Permette di superare problemi numerici (pochi ragazzi o pochianimatori) e pensare attività comuni ad un livello più alto.

Ma è anche un luogo dove intrecciare relazioni, dove conoscerepersone che vivono una realtà differente dalla tua, ma neanche

troppo… Ed è uscendo dalla logica della produttività che assume senso, ad esempio, il fermarsi insieme a cenare dopo una riunione. Non si organizza nulla, ma si crea un gruppo più compatto e affiatato. (Giulia Avigliana)

Era una domenica di ottobre come tante altre, se non fosse stato cheproprio quell'undici ottobre avrei dovuto partecipare per la mia prima

volta alla consulta della pastorale giovanile della UP 129.Naturalmente non è che fossi proprio entusiasta di questa cosa.... Le mie aspettative erano abbastanza basse... mi sarei aspettato un gruppoche già si conosceva da tempo, un po' chiuso, magari anche un po' noioso.Grazie a Dio mi sbagliavo, e di grosso: mi sono trovato con un gruppo diragazzi proprio come me, che mi hanno accolto e reso partecipe nono-stante io non fossi molto espansivo … ed allora anche io ho deciso di met-termi in gioco e mi sono tuffato in questa nuova esperienza. E credo diesserci riuscito pienamente perché mi è stata data la disponibilità per par-tecipare al ritiro del 28-29 novembre a Monpellato. Che questo momentoformativo comunitario possa raggiungere i suoi obbiettivi! Questo è il mioaugurio, perché vedendo l'impegno e la passione di questo gruppo di cuiormai faccio parte, ho la sensazione che la parrocchia di Giaveno non siasola, ma sia parte di un progetto più grande. Alcuni lo definiscono “l'amore per Cristo”.

La consulta giovani è un momento dedicato al dialogo per fare emergere nuove

iniziative da proporre ai giovani ed agli adolescenti delle varie parrocchie della

nostra unità pastorale. La presenza dei parroci arricchisce l'incontro conferendo

a questo appuntamento un peso maggiore che una semplice chiacchierata tra

ragazzi di diverse parrocchie. È un momento indicato per delinerare le linee

guida sui percorsi formativi e sulle attività che si svolgeranno durante l'anno.

Tramite questa riunione si possono portare avanti oltre a idee nuove anche

modifiche a ciò che è già presente sul territorio dell'UP , per cercare di avere

tutti gli stessi obiettivi, e collaborare per arrivarci. (Christian Avigliana)

Colpisce sempre il fatto che insieme, dall’incontro, vengono fuori idee nuove,

belle, fresche; ma non solo perché questo stare insieme ci dà modo di avvicinarci l’un l’altro alle esperienze di realtà diverse dalla mia, alle fatiche, alle gioie, che diventano, così condivise, un po’ le mie. Così anche nella Fede lo stare insieme mi fa sperimentare

che da soli è davvero difficile. (Francesca Avigliana)

Unità Pastorale

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È mancato il canonico don Giorgio Gonella, prevosto di San Lorenzo dal 1984 al 2000

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Vita delle nostre Comunità

Il 30 maggio è mancato don Giorgio Gonella, pre-vosto già di San Lorenzo di Giaveno per 16 anni,

dal 1984 al 2000. Era nato a Villafranca Piemonteil 25 dicembre 1931, ha frequentato il seminariominore di Giaveno, successivamente quello mag-giore di Rivoli, fino all'ordinazione sacerdotale nel1956. Il ricordo di don Giorgio è ancora vivo nellacomunità giavenese e “scolpito” nel complesso dipiazza San Lorenzo che oggi accoglie l’asiloB.V.Consolata, per il quale tanto si prodigò per la ri-strutturazione, così come fece per il cinema parroc-chiale. Tanti i giavenesi che hanno presenziato alfunerale a Vinovo e altrettanti i preti, succedutisinegli anni passati in San Lorenzo, che hanno con-celebrato la messa esequiale insieme a mons. Ce-sare Nosiglia. Come da sua volontà, don Giorgioriposa nel cimitero di Vinovo. Prete di grande pre-ghiera, ha saputo anche distinguersi nei sedici annivissuti a Giaveno come pastore e per l'esempio cheha fornito per l'assistenza alla mamma in collabora-zione con la sorella. Sono stati anni di lavoro carat-terizzati dalla dinamicità. Don Giorgio aveva dotiimprenditoriali non indifferenti.

Già parroco in al-cune parrocchie diTorino città, poi aChieri, era succe-duto a don MicheleOlivero, lasciandopoi il testimone algiovane don Lu-ciano Gambino,per svolgere an-cora un incaricocome collaboratoreparrocchiale a Vi-novo e ricoprendola carica di vicarioepiscopale dellazona sud. D'estate soggiornava a Forno di Coazzepresso la grotta per un mese di vacanza, ma si de-dicava alle confessioni e celebrazioni della messaogni giorno. Era uomo di carattere, ma sempre di-sponibile al dialogo e al ragionamento. Il Signore loricompensi.

Enrico

“Vinci l'indifferenza e conquista la pace” : questo èil titolo del messaggio per la 49° Giornata Mondialeper la Pace, la terza di Papa Francesco. L'indiffe-renza nei confronti delle piaghe del nostro tempo èuna delle cause principali della mancanza di pacenel mondo, ed è spesso legata a diverse forme di in-dividualismo che producono isolamento, ignoranza,egoismo, e, dunque, disimpegno. L'aumento delleinformazioni non significa di per sé aumento di at-tenzione ai problemi, se non è accompagnato daun'apertura delle coscienze in senso solidale; e a talfine è indispensabile il contributo che possono dare,oltre alle famiglie, gli insegnanti, tutti i formatori, glioperatori culturali e dei media, gli intellettuali e gliartisti. L'indifferenza si può vincere solo affrontandoinsieme questa sfida.La pace va conquistata: non è un bene che si ot-tiene senza sforzi, senza conversione, senza creati-vità e confronto. Si tratta di sensibilizzare e formareal senso di responsabilità riguardo a gravissime que-stioni che affliggono la famiglia umana, quali il fon-

damentalismo ed i suoi massacri, le persecuzioni acausa della fede e dell'etnia, le violazioni della libertàe dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiaviz-zazione delle persone, la corruzione ed il crimine or-ganizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e deimigranti forzati.La pace è possibile là dove il diritto di ogni essereumano è riconosciuto e rispettato secondo libertà egiustizia. Il Messaggio del 2016 vuole essere unostrumento dal quale partire perché tutti gli uomini dibuona volontà, in particolare coloro che operanonell'istruzione, nella cultura e nei media, agiscanociascuno secondo le proprie possibilità e le propriemigliori aspirazioni per costruire insieme un mondopiù consapevole e misericordioso, e quindi più li-bero e giusto.La Giornata Mondiale della Pace è stata voluta daPaolo VI e viene celebrata ogni anno il primo gen-naio. Il Messaggio del Papa viene inviato alle can-cellerie di tutto il mondo e traccia anche la lineadiplomatica della Santa Sede per l'anno che si apre.

Tema del Messaggio per la 49° Giornata Mondiale della Pace

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Vita delle nostre Comunità

Cristiano, da ex poliziotto a seminarista

Forse quella che sarebbe stata la sua scelta era giàscritta nel nome, Cristiano. 43enne, originario

del Canavese, da giugno trascorre gli ultimi quattrogiorni della settimana nella nostra parrocchia, nelservizio all’altare e in oratorio, tappa del suo cam-mino di formazione verso il sacerdozio. Perché Cri-stiano è seminarista a Torino da cinque anni, ad unpasso dalla laurea in Teologia. Alle sue spalle unpassato da operaio, prima, e da poliziotto, poi, negliuffici della Questura ma anche nei quartieri, e annida Vigile del Fuoco volontario. Poi, un bel giorno,la chiamata. Tardiva, vien da dire. “Nessuna chia-mata è tardiva, piuttosto la risposta è stata tardiva”precisa Cristiano, che racconta di una fede mai ve-nuta meno, solo sopita per un po’, lontano dallachiesa, e di quella ricerca di Dio che si è risvegliataa 36 anni. “Non sempre andavo in chiesa – rac-conta – Per mia scelta, ho riiniziato a studiare e pro-prio dallo studio, in particolare dalla filosofia, hoincominciato a pormi domande. Quello è stato ilmomento della svolta: ho chiesto aiuto al mio par-roco e piano piano ho iniziato questo cammino”.Da lì, il primo anno propedeutico, che gli fa capiredi essere sulla strada giusta, l’ingresso in Seminario,

affiancato dagli studi teologici.“Penso che ogniesperienza possa essere fonte di arricchimento, cosìi miei anni in fabbrica e quelli da poliziotto. Sonoconvinto di questa scelta, anche se le difficoltà nonmancano, a partire dal doversi misurare con l’altro,andare verso il prossimo, in una società sempre piùindividualista”. Un modello? “Unico, Cristo. Ma sedevo scegliere, mi piaceva la semplicità di donBenzi, la sua capacità di stare in mezzo alla gente”.

Anita

Mons. Piero Delbosco vescovo di Cuneo e Fossano

Mons. Piero Delbosco è stato nominato vescovodi Cuneo e Fossano. Domenica 29 novembre,

nella cattedrale gremita di Fossano, si è tenuta la ce-rimonia di ordinazione episcopale. Il suo è un voltonoto in Val Sangone, perché tra i diversi incarichi ri-vestiti da mons. Delbosco, classe 1955, nativo diPoirino, occorre annoverare anche l’anno trascorsoa Forno di Coazze, dall’ottobre 2012 al settembre2013, come guida della più piccola parrocchia della

diocesi torinese, con le sue 23 “anime”, e rettoredel Santuario – Grotta N.S. di Lourdes e dell’an-nessa Casa di Spiritualità “Gesù Maestro”, insiemealle altre due Case diocesane di cui era responsa-bile. Undici mesi nei quali “don Piero”, come pre-feriva essere chiamato, ha lasciato il segno sia tra ipochi parrocchiani che ancora abitano ai 1.000metri di Forno sia tra le centinaia di pellegrini che,nel periodo estivo, animano il complesso marianofondato da don Viotti. Neanche un anno di “pen-dolarismo” tra l’alta Valle e Torino, ed ecco arrivareil nuovo incarico, affidato dall’arcivescovo Nosiglia,come responsabile del Santuario della Consolata,supportato da un altro volto noto, oggi suo erede,don Michele Olivero, ex parroco di Giaveno. Nelsuo trascorso, mons. Delbosco è stato anche par-roco a Beinasco, Alpignano (2000-2008) e, nell’ul-timo anno, a Poirino, oltre a ricoprire ruoli qualiVicario episcopale del distretto Torino-Ovest, ProVicario Generale, Responsabile delle tre Case diSpiritualità diocesane e delegato per il DiaconatoPermanente.

Anita

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PATRIARCATO ROMENO - Diocesi Ortodossa Romena dell’ItaliaParrocchia Ortodossa Romena

“San Teotimo vescovo di Tomis” Giaveno

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

ho pensato di mettere nei vostri cuori l’importanzadel modo in cui viviamo questa vita, compiendo ciòche Gesù ci ha insegnato.Vorrei ricordarvi che il nostro Signore Gesù Cristo,il nostro Salvatore non è un ospite durante le feste:Natale, Epifania o Pasqua... Lui deve esserci Mae-stro e Governatore della nostra vita. Il nostro Signore scese dal cielo sulla terra per ri-conciliare l'uomo con Dio (Vangelo secondo Gio-vanni 1, 1-17).La Natività del Signore deve essere per noi la festadella nostra anima, una nascita e rinascita per la no-stra anima. Il nostro Salvatore non è nato solo nellagrotta di Betlemme, Lui deve nascere anche nel-l'anima di ogni cristiano. In realtà, la storia e il miracolo della Natività dellagrotta di Betlemme non servono e non valgononiente, se il Salvatore non “nasce” nella “grotta”della nostra anima."Se Cristo non è nato in te - scrive un Santo Padre- allora sappi che sei per sempre perduto."Il significato di questa nascita è questo: bisogna ri-cevere il Signore nel nostro cuore, nella nostra vita,nei nostri pensieri, e nelle nostre parole; lasciarlodiventare padrone e re della nostra anima e vivereuna vita con Lui. Per fare questo non si richiedealtro che imparare a sentire l'oscurità in cui si vive e

chiamare dal profondo della no-stra anima: «O Salvatore, Signore,entra nella grotta della miaanima!" E 'sbagliata l'opinione che dice:“prima diventi migliore e poi ri-cevi il Signore”.Il Signore deve essere ricevuto inqualsiasi stato ci si trova perchéGesù preferisce l’umiltà, ecco per-ché è nato in una grotta piena ditenebre, piena di animali. Questacosa ha un profondo significato! Ilnostro Salvatore Gesù cercaanche oggi proprio tale “grotte”dell’anima per “nascere” in loro.Tuttavia in qualsiasi stato pecca-minoso ci troviamo, Gesù, il

Santo Bambino vuole nascere in questa “grotta”della nostra anima. In un recinto per il bestiame èvenuto ed è nato Gesù; che meraviglioso cambia-mento è stato fatto in questo granaio appena Gesùnacque in esso! Improvvisamente fu riempito di luceceleste, del canto degli angeli e dei pastori e dei donidei Magi. Cielo e terra sono rimasti stupefatti e fe-lici di ciò che è accaduto in un recinto per bestiame!Questo miracolo accade anche nell’anima che ri-ceve il Signore Gesù il Figlio di Dio, improvvisa-mente si riempie di luce.Alla luce della Natività, alla luce delle stelle di Be-tlemme dobbiamo cambiare il modo sbagliato di vi-vere la nostra vita così come cambiò Saulo quandovisse la luce sulla via di Damasco. Per trentadue anniera passato su e giù Saulo, ma quel posto non avevanessun significato per lui fino a quando il Signorenon apparve nella luce di Damasco. Ci sono abba-stanza cristiani di oggi che passano da un Natale al-l'altro senza alcun cambiamento della mente, perchéla luce della Natività non è ancora entrata nella loroanima....Il significato e il grande mistero della Natività di Cri-sto è che il miracolo della grotta di Betlemme deveaccadere anche nella nostra anima. Dobbiamo ri-nascere con Cristo, crescere con Lui, vivere con Luied averlo come Signore della nostra vita.

Padre Livius Todirascu

La voce agli Ortodossi

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Vita delle nostre Comunità

Due nuove superiore nelle case religiose di Giaveno: Villa Assunta e Istituto Maria Ausiliatrice

Suor Emma Pini, F.d.C. di S. Antida Thouret èla nuova superiora di Villa Assunta. Nata a Ba-

gnone Vico di Massa Carrara; a 19 anni entra innoviziato a Vercelli; diventa suora a 24 anni e iniziaun lungo cammino prima all’ospedale di Novara;poi viene a Robbio Lomellina, in seguito a Masinoe Armeno e quindi a Giaveno, come infermieradella comunità. Assiste con vera dedizione e com-

petenza, fine alla finedei suoi giorni la su-periora, sr. RosaAimar. Da agosto èsuperiora della casa.Le sue caratteristichesono efficienza, gen-tilezza e pondera-tezza oltre ad unabuona dose di sorrisoe buon umore, in unacasa dove la soffe-renza è da condivi-dere e alleviare.

I numeri sono alti: 60 suore di cui 17 in carrozzinaper le poche braccia ancora attive, 21 di personalelaico. La cappella è posta al centro perché la pre-ghiera individuale e collettiva sono sempre al postod’onore. “La passione che ci anima è la missionenel mondo di oggi. Figlie della Chiesa, ci impe-gniamo a continuare il cammino tracciato da S. Gio-vanna Antida, secondo il suo carisma. È il momentodi essere insieme profeti e santi”, ribadisce. In que-sta casa si prega molto. Senza preghiera non può esserci umanesimo, per-ché la preghiera è il respiro dell’anima. “Cerchiamo di coinvolgere le ospiti al massimo, convari programmi. La preghiera non può essere un at-tività fra le altre , per le inferme e quelle poche (15)ancora in parte attive”. È il loro modo di essere e divivere unite a Dio. “Io ho un unico desiderio”, midice suor Emma con un ampio sorriso, “continuarea creare una comunità in fraternità come il Cena-colo, dove regni serenità e accoglienza”.

Enrico

Suor Anna Maria Giordani, F.di M.A., dopomolti anni di insegnamento e direzione in varie

strutture educative nelle scuole salesiane del Pie-monte è approdata a Giaveno. La dinamicità che lacontraddistingue, come la gentilezza del tratto, sonole sue caratteristiche. Un ritorno a Giaveno doveaveva svolto il periodo di postulato negli anni 1965-66 ad appena sedici anni. Suor Anna Maria è di ori-gini lombarde, con un grande bagaglio diesperienza, dal 30 agosto u.s., si è già fatta cono-scere nell’istituto. “Conoscevo già la realtà e la pre-side, molto stimata nei vari incontri avvenuti a livelloprovinciale. Ho apprezzato il suo lavoro come pertutto il corpo docente che constato interessato allavita dei giovani con il sistema educativo di donBosco”. “Il mio obiettivo è fare gruppo con docentie studenti. Essere punto di riferimento e comunionein una realtà mista religiosa e laica, educanti inbuona armonia e sincero confronto. Creare il piùpossibile rete senza dimenticare lo spirito di fami-glia”. La struttura educativa del M.A. è all’avan-guardia sul piano educativo e si interseca con lefamiglie che affidano per parecchie ore al giorno ciò

che hanno di più caro al mondo.“Io chiedo collaborazione, fiducia, rapporto sinceroe cordiale. La sin-cerità è la base ditutti i rapporti”.All’istituto M. A.vivono 44 suoredi cui 20 infermeassistite; 32 dipersonale laico dicui 23 inse-gnanti. Gli alunnidelle classi ele-mentari e mediesono 247. Unagrande responsa-bilità sulle spalledi una esile, madeterminata, suora salesiana tutta d’un pezzo, dal-l’aspetto dolce, ma da cui traspare la personalitàmolto esigente. Un buon esempio per tutti sia neldare che nel ricevere.

Enrico

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Cresime

Cresima o Confermazione“Vuoi tenere lontani i piccioni dai cornicioni? Daglila cresima e spariranno per sempre!”. Raccoman-dava un parroco a un confratello che voleva ripulirela chiesa. Vada per la barzelletta! Ma è preoccupa-zione comune a quanti seguono i ragazzi per la Cre-sima, la continuità di presenza dei ragazzi alleproposte del dopo cresima. Forse abbiamo bisognodi avvicinarci con attenzione a questo dono di Dio ecapire le vere esigenze dei ragazzi.CRESIMA. Cristòs è il nome greco di Gesù che tra-duce la parola aramaica Messia, cioè Unto. Ma checosa c’entra? Perchè unto? Perché nell’unzione laScrittura ci fa scoprire la presenza di Dio nella vita,nelle opere, nel suo sì definitivo..verso la Chiesa.L’unguento penetra nella pelle, risana, rafforza,guarisce: quale immagine migliore per esprimerel’opera dello Spirito Santo nella vita dell’uomo?Da Cristo-Unto viene il termine Cresima-unzione,Crisma-unguento. Nel crisma è mescolato il bal-samo, un profumo, per ricordarci che la vera testi-monianza del cristiano è la vita che dev’essere“profumo di Dio”. Veramente nelle diocesi italiane

il balsamo è sostituito dal bergamotto, inviato a tuttii vescovi dalla diocesi di Locri e preparato con ilfrutto delle piante coltivate sui terreni già proprietàdella mafia e ora sequestrati.Ma il sacramento ha un secondo nome: CONFER-MAZIONE. Chi è il soggetto di tale azione? È Diol’autore del dono: il Padre conferma la sua chiamataalla vita in Cristo, Gesù ci immerge ancora di piùnel suo amore redentore, lo Spirito Santo rinnova idoni che qualificano la sua azione. Ma è conferma-zione anche da parte nostra, è rinnovare i nostri im-pegni battesimali, manifestare in età grandicellal’evangelii gaudium, la gioia del Vangelo.Sabato 21 novembre a San Lorenzo 65 ragazzihanno ricevuto la Cresima da don Maurizio De An-geli, moderatore della curia, e domenica 22 a Sala14 ragazzi hanno celebrato con il salesiano donLuigi Testa il dono dello Spirito Santo. I due celebranti sono stati inviati direttamente e inrappresentanza del vescovo. Ai cresimati l’auguriodi non fermare il loro cammino di fede ma di in-contrare sempre sulla loro strada qualcuno che cam-mini con loro.

don GianniH

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Cresime Giaveno21 novembre 2015

Cresime Sala22 novembre 2015

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PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO30/09/15 ADDAMO Francesca ved. MANCUSO anni 8602/10/15 MOLINERO Carolina anni 7503/10/15 MASSO Germana ved. CHIAVETTO anni 8004/10/15 RONCO Teresa ved. RISTA anni 8904/10/15 CUGNO Luciano anni 8806/10/15 GIAI ARCOTA Teresa ved. MARENGO anni 8808/10/15 REGE Mario anni 5809/10/15 PORTIGLIATTI CORDOLA Italo anni 85

TRIACCA Giovanni anni 8412/10/15 POCHETTINO Giuseppe anni 87

NIEDDU Mario anni 9617/10/15 BOERO RUL Sergio anni 74

UGHETTO Giovanni anni 8416/10/15 BORGIATTINO Valeria anni 8720/10/15 BARBERO Laura ved. NARDELLA anni 88 23/10/15 VARESIO Eugenio anni 91

25/10/15 GIROTTO Suor Gina anni 8926/10/15 PICCO Ida in RUFFINO anni 8228/10/15 ROMEO Stefania in SCANZANO anni 39 30/10/15 CONTRI Anna Suor Anna Valeria anni 9131/10/15 ROLANDO Camilla ved. OSTORERO anni 8505/11/15 LOPRIORE Cesareo anni 8314/11/15 ALLAIS Maria Grazia anni 7715/11/15 MARRAZZO Vincenzo anni 5317/11/15 DI BERNARDO Angela anni 5021/11/15 ANDREELLO Gianni anni 76

USSEGLIO TOMASET Suor Ida anni 87

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA28/09/15 MARITANO Luigi anni 94

PARROCCHIA B. V. CONSOLATA DI PNTE PIETRA27/12/2014 GARRONE Umberto anni 8221/05/2015 TONDA Luigi anni 92

Sono tornati alla CaSa Del PaDre:

Anagrafe

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PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO24/10/15 MARTOGLIO Fabrizio e LENZI Raffaella

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA10/10/15 CHILLEMI Fabio e REMONDINO Lucia

Si Sono uniti in matrimonio

Hanno riCeVuto il SaCramento Della ConFermaZione

PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO Domenica 21 novembre. ALBERTIN Simone Alberto, BALDUCCI Ivan, BEKA Nicolas, BLINIO Stefano, BORGIA Alessandro, BRESSAN Giorgia, CANELLAVirginia, CARBONI Lorenzo, CENACCHI Claudio Mattia, CENACCHI Simone, CERRATO Edoardo, CONFESSORE Martina, D’AGO-STINO Tommaso, D’ALESIO Marta, DE BIASI Chiara, DE CESARE Anna Maria, ESPOSITO Giovanni, FALCOMER Davide, FANTONVittoria, FERA Mara, FILIPPONE Alessandro, FLERES Elisa, FLORE Federica, FORNATTO Jacopo, FRANCHELLI Leonardo, FRAN-CICA Valentina, FRANCO Beatrice, GALLOZZA Martina, GUARERI Daniele, LAGUARDIA Vanessa Rita, LEQUOQUE Andrea, LU-BRANO Gabriele, LUSSO Andrea, MATTIA Carlotta, MECCA Lorenzo, MIRTI Eduard, MONACO Virginia Angela, MONTERISIMichele Pio, MORTILLARO Melissa, NIZZIA Alessio, ORTU Simone, OSTORERO Emma, PALLO Eleonora, PENNACCHIA Riccardo,PIACQUADIO Altea, PIAI Gaia, PREGNOLATO Serena, PUNTONIO Sonia, QUINTANO Alice, ROSANO Melissa, ROSSIN Riccardo,SARDELLA Michele, SCUZZARELLA Giada, SEGATTO Giulia, SOTTIMANO Chiara, SOTTIMANO Ilaria, SPANO’ Matilde, SULASMarco, TAVERNA Tommaso, TOLVE Debora, TONDA ROC Serena Renata, UGGE’ Sarat Riccardo, VIGO Alessandra, VURCHIO Mat-tia, ZECCHINI Marina.

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA Domenica 22 novembre. CASTAGNOLI Elena, CHIURCA Stefania, CIARLETTA Giulia Luisa Maria, DE CARLO Lorenzo,GIORIO Maria Angelica, LAMBER-TINI Marianna, LA VALLE Lorenzo, OCHISOR Giulia, POGNANT Elena, RAIMONDO Arkhip, ROLANDO Riccardo, SANTINELLIGiulia,SPOTO Cristina Maria, TALLONE Lorenzo.

PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO18/10/15 VILLANO Greta, CAMIA Anita, TESSA Arianna,

GRASSI Christian15/11/15 BONGIOVANNI Aleandro, MORISCIANO Mattia,

LASTRUCCI Gabriele.

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA25/10/15 CIPOLLA Gabriele

PARROCCHIA B. V. CONSOLATA DI PONTE PIETRA17/05/2015 COMITO Alessandro24/05/2105 CAVALLINI Lisa07/06/2015 VANDERO Riccardo06/09/2015 CANTORE Marta, PEANO Ludovica20/09/2015 REGEN TACHIN Emma 08/11/2015 ANDREONE Mattia e ANDREONE Mia

Sono entrati nella Comunità Con il BatteSimo:

OTTOBRE MISSIONARIO 2015Parrocchia San Lorenzo M. € 1.792,00

Parrocchia San Giacomo - Sala € 603,00

Parrocchia San Giovanni B. Valgioie € 105,00

Totale € 2.500,00

Gent.mo don Gianni,l'associazione “Luce per la Vita” La ringrazia di cuore per aver accolto e soste-nuto l'iniziativa, finalizzata alla diffusione delle cure palliative ai malati inguaribili nellafase finale della malattia, durante le SS. Messe del 7 e 8 novembre nelle chiese di Gia-veno. Sono stati raccolti € 1.530,10 che saranno utilizzati perché i malati abbiano lemigliori cure.Riconoscenti porgiamo cordiali e sentiti saluti a Lei ed a tutta la Comunità giavenese.

Il presidente: Eugenia Malinverni

Page 16: E E E C E A...2019/01/04  · Il Sinodo sulla famiglia, tanto atteso, si è chiuso il 24 ottobre. Il frutto visibile dei lavori è la relazione finale appro - vata dai 270 padri sinodali,

ORARIO SANTE MESSE NELLA NOSTRA UNITÀ PASTORALE

PARROCCHIA SAN LORENZO MARTIRE - GIAVENO - via ospedale, 2 - Tel. 011.9376127 - 338.8049972• FESTIVE: 8,30 – 11,15 – 18,00 • PREFESTIVA: 18,00 • FERIALE con Lodi: 8 • MERCOLEDI: 8 – 20,30CHIESA SAN GIOVANNI frazione Buffa • Ogni ultima domenica del mese: 8,30PARROCCHIA SAN GIACOMO frazione Sala - Tel. 011.9375766• FESTIVA: 10 • PREFESTIVA: 18,00 • FERIALE MARTEDI: 17,00

PARROCCHIA BEATA VERGINE CONSOLATA fraz. Ponte Pietra - Tel. 011.9340644 • FESTIVA: 10,00 • GIOVEDI: 9CHIESA SANTA MARIA MADDALENA frazione Maddalena • FESTIVA: 11,15 PARROCCHIA SANTA MARIA DEL PINO - Coazze - Via Torino 5 - Tel. 011.9349101 – Fax 011.9340956 - Cell. 339.5464431• FERIALI: 7,30 • FESTIVE in Parrocchia: 9 – 10,30 - 18 • PREFESTIVE: 18 • Confraternita: 8 • Freinetto : 10 • Cervelli : 11 • Indiritto : 11SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DI LOURDES - Selvaggio - Tel. 011.9349671• PREFESTIVA: 17,30 • FESTIVA: 8 - 10,30 - 16,30 • FERIALE: 17,30

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - Forno di Coazze - Tel. 011.9349828 • S. Messa al santuario: giorni festivi alle ore 16,00 (sospesa dall’8 dicembre all’11 febbraio)• S. Messa in parrocchia ogni prima domenica del mese alle 8.30 ( sospesa dal 2 novembre al 19 marzo)PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA - Valgioie - Cell. Don Gianni 338.8049972• PREFESTIVA: 17,00 • FESTIVA: 10,00 • FERIALE GIOVEDI: 17,00

I nostri appuntamenti

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Parrocchia San Lorenzo Giaveno

PARROCCHIA S. GIACOMO SALA

S.Messa della Vigilia ore 18,00 S. Messa di Natale ore 22,00

PARROCCHIA SAN LORENZO - GIAVENOVia Ospedale, 2 - tel. 011.9376127 - 338.8049972

Sabato 16 gennaio ore 18,00, venerdì 22 gennaio ore 21,00, giovedì28 gennaio ore 21,00, domenica 31 gennaio ore 9,00: ritiroVenerdì 19 febbraio, venerdì 11 marzo, venerdì 1 aprile, venerdì 15aprile ore 21,00: incontri per i fidanzatiVenerdì 15 febbraio ore 21,00, domenica 24 gennaio ore 10,00, venerdì 28 gennaio ore 21: incontri per battesimoMercoledì 25 novembre, mercoledì 2 dicembre, venerdì 11 dicembre,mercoledì 16 dicembre: lectio divinaMercoledì 8 dicembre IMMACOLATA CONCEZIONEore 11,15: festa degli Anniversari di MatrimonioLunedì 21 dicembre ore 21,00CELEBRAZIONE PENITENZIALE COMUNITARIANovena del Natale a S.Lorenzo, durante la Messa delle ore 8,00Novena del Natale alla Buffa: lunedì 21, martedì22 e mercoledì 23 dicembre alle ore 20,30.Giovedì 24 VIGILIA del S.Natale: Messa della Vigilia ore 18,00 con invito particolare ai ragazziMessa della Notte ore 24,00Venrdì 25 S. NATALE Orario festivo normaleVenerdì 26 S.Stefano Oriario normale del sabatoVenerdì 11 dicembre, venerdì 18 dicembre, venerdì 8 gennaio, venerdì 22 gennaio, ore 11,00: S.Messa alla casa di riposo RAMELLO

APPUNTAMENTI INTERPARROCCHIALIE DI UNITÀ PASTORALE

Mercoledì 9 dicembre a S.LorenzoIl Vescovo alle 15,30 incontra sacerdoti ediaconi dell’UP.ore 21,00 Incontra i membri dei CPPdelle varie parrocchie.Venerdì ore 18,00 e ore 21,00 aS.Lorenzo Celebrazione penitenziale peri giovani dell’UP.

PARROCCHIA B.V. CONSOLATAPONTE PIETRA

VIGILIA DI NATALE: Ponte Pietra ore 22.15 presepe viventeseguito dalla S. Messa ore 23.00Maddalena S.Messa ore 21.30 prece-duta dalla fiaccolata con partenza dallevarie borgate.Natale: ore 10.00 Pontepietra, S. Messaore 11.15 Maddalena, S. Messa01 gennaio 2016:ore 10.00 Pontepietra, S. Messaore 11.15 Maddalena, S. MessaEpifania:ore 10.00 Pontepietra, S. Messaore 11.15 Maddalena, S. Messa

PARROCCHIA S. GIUSEPPEFORNO DI COAZZE

S.Messa di Natale 24/12 ore 24,00

PARROCCHIA S. GIOVANNIBATTISTA DI VALGIOIE

S.Messa di Natale 24/12 ore 22,00

La redazione del prossimo numero del giornalino sarà lunedì 18 gennaio alle ore 21.