“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement”- Rfl2014 rapporto di ricerca completo
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Progetto di ricercaE dopo?
Studenti e docenti di fronte al nodo
placement
Rapporto dai focus group di ascolto delle scuole superiori e del campus universitario
di Ravenna
Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014
Cos’è Ravenna Future Lessons
Ravenna Future Lessons costituisce da cinque anni un’occasione di apprendimento, scambio, scoperta e approfondimento finalizzata a coinvolgere i giovani dai 18 ai 35 anni che studiano, cercano occupazione o già lavorano.Quest’anno il titolo dell’evento è «Reti di persone. In rete. Quando il lavoro è passione.» e verrà sviluppato in quattro aree tematiche: cultura digitale e creatività; green economy e design; turismo e web 2.0; innovazione e tecnologia.
Le edizioni precedenti• 2010 «Il tuo sogno?»• 2011 «Giovani e innovazione»• 2012 «Cervelli che vanno e cervelli che restano»• 2013 «Digitale, tracchete!»
Audience delle quattro edizioni• 1.273 presenze in quattro edizioni• 843 persone in streaming• 144 articoli offline e online• 847 iscritti alla pagina Facebook• 3.906 tweet di cronaca sugli eventi• 34 video su Youtube e 15.952 visualizzazioni• 205 foto su Pinterest
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 2
“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement”
La metodologia di ascolto
RFL è per vocazione una iniziativa per i giovani che si pone l’obiettivo di dar loro nuovi scenari e spunti di riflessione per le scelte di futuro.
Giunti alla quinta edizione, ci siamo chiesti:ma cosa vivono, immaginano e chiedono i giovani di Ravenna?
• Nascita dell’idea di mettersi in ascolto sui temi di innovazione digitale, placement e offerta formativa (maggio 2014)
• Presentazione di Ravenna Future Lessons ed il progetto “E dopo?” ai presidi delle scuole superiori e alla Fondazione Flaminia (giugno-luglio 2014)
• Redazione del questionario guida sui temi di interesse (agosto 2014)• Organizzazione dei focus group con le scuole e il Campus di Ravenna (settembre 2014)• Raccolta ed elaborazione dati e informazioni (settembre 2014)• Redazione rapporto e presentazione (ottobre 2014)
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“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement”
Hanno partecipato 57 persone1° focus group – 24/09/2014
o Liceo Classico Alighieri (3 studenti – 3 docenti)o ITC Ginanni (5 studenti – 3 docenti)o ITIS Baldini (7 studenti – 2 docenti)
2° focus group – 26/09/2014o Istituto Prof. Olivetti-Callegari (6 studenti – 2 docenti) o Liceo Scientifico Oriani (4 studenti – 1 docente) o ITS Agrario Perdisa (3 studenti – 1 docente)o ITS per Geometri Morigia (4 studenti – 1 docente)
3° focus group – 29/09/2014o Fondazione Flaminia – Campus di Ravenna Università di Bologna
(5 studenti – 4 ricercatori – 3 docenti)
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I numeri3 focus group
7 istituti superiori e 1 università
57 persone
27 anni l’età media
18 anni per gli studenti e 45 anni per docenti e ricercatori/tutor
30 donne e 27 uomini
56%23%
9%
7% 5%
Occupazione
Studente superiori
Docente superiori
Studente università
Ricercatore/dottorando/tutor universitario
Docente università
Università di Bologna 21%
ITIS Baldini 16%
ITC Ginanni 14%
Olivetti-Callegari 14%
Liceo Classico Alighieri 11%
Morigia 9%
Liceo Scientifico Oriani 9%
ITAS Agrario 7%
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Checklist delle domande Dati e contattiInnovazione digitale – IL RAPPORTO CON IL DIGITALE Hai uno smartphone o un tablet? Per cosa li usi? Per quante ore al giorno? Su quali social network sei presente? Hai un blog? Sai programmare un software? Sai sviluppare un sito web? Sai cos’è una startup? E cos’è un coworking? E un fablab?
Placement – SCEGLIERE IL FUTURO Cosa vorresti fare da grande? Dopo la scuola superiore vorresti continuare a studiare o andare a lavorare? Perché? Pensi che l’Università ti potrebbe aiutare ad ottenere quello che vuoi? Perché? Che corso di laurea vorresti frequentare, dove e perché? Conosci i corsi di laurea presenti a Ravenna? E quelli presenti nel resto della Romagna? E in Italia? Conosci qualcuno che è riuscito ad ottenere ciò che desiderava? A cosa serve fare un’esperienza di studio/lavoro all’estero? La farai? Ti piacerebbe aprire una tua attività? Perché? Quanto ti ha aiutato la scuola superiore nel placement? Quanto influisce la famiglia/gli amici/ le esperienze di altri/il luogo in cui vivi/la situazione
economica/il tuo sogno sulle tue scelte di placement?
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Indice
1. IL RAPPORTO CON IL DIGITALEPresenza in rete e sui social network, conoscenze di programmazione, conoscenze di termini e realtà innovative
2. SCEGLIERE IL FUTUROCosa vorrebbero fare gli studenti al termine della scuola e come affrontano questa scelta?
3. L’OFFERTA FORMATIVAConoscenza da parte di studenti e docenti dell’offerta formativa di Ravenna, della regione Emilia-Romagna e dell’Italia
4. COSA MANCA E COSA CI VORREBBE A RAVENNA
Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014
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1. IL RAPPORTO CON IL DIGITALE
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96% ha uno smartphone o un tablet
Per cosa lo usa?Soprattutto per chattare e navigare in internet.
Social network
Gestire email
SMS
Foto/video
Chiamare
Navigare in internet
Chattare
25%
30%
16%
12%
5%
7%
18%
51%
42%
51%
54%
49%
32%
19%
25%
28%
33%
33%
46%
61%
63%
Per niente Abbastanza Molto
Ma anche per giocare, gestire l’agenda, fare acquisti online, leggere, prendere appunti .
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Il 56% utilizza device mobili per più di 3 ore al giorno
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 40%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
0%
34% 34% 31%
0% 0%
100%
0%
Ore utilizzo smartphone/tablet - STUDENTI
Studente superiori Studente università
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 40%
10%20%30%40%50%60%70%80%
23%31% 31%
8%
67%
0% 0% 0%
25%
50%
25%
0%
Ore utilizzo smartphone/tablet - DOCENTI
Docente superiori Docente universitàRicercatore/dottorando/tutor universitario
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 40%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
11%
30%
37%
19%
Ore utilizzo smartphone/tablet - TOT
Gli studenti utilizzano smartphone/tablet molto più dei professori: il 31% dei ragazzi delle superiori li usano addirittura più di 4 ore al giorno e il 100% degli universitari più di 3.
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Il 91% ha un profilo FacebookSolo il 9% ha un blog
91%
9%
16%
84%
15%
85%NO
Ma anche Google +, Pinterest e Tumblr.
9%
91%
SI
Facebook è il social network più utilizzato: dal 100% degli studenti e dal 67% dei professori.
Seguono Instagram, Twtter e Linkedin. Ask.fm è all’ultimo posto, utilizzato solo dal 15% dei partecipanti.
Il 9% ha un blog.
45%
55%
31%
69%
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Il 76 % vorrebbe imparare a programmare un software o a sviluppare un sito web
Il 29% sa già programmare un software.
Il 35% sa già sviluppare un sito web.Hanno imparato a scuola, a corsi di
informatica o come autodidatti.
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L’81 % non sa cos’è un fablab
72%
28%
33%
67%
19%
81%NO
SI
una startup un coworking un fablab
• STARTUP: Con il termine startup si identifica la fase iniziale per l'avvio di una nuova impresa, cioè quel periodo nel quale un'organizzazione cerca di rendere profittevole un'idea attraverso processi ripetibili e scalabili. Inizialmente il termine veniva usato unicamente per indicare la fase di avvio di aziende nel settore internet o tecnologie dell'informazione. Successivamente il termine è diventato sinonimo di ciò che in borsa viene chiamato matricola.
• COWORKING: E’ uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. L'attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento.
• FABLAB: Un fab lab (dall'inglese fabrication laboratory o fabulous laboratory) è una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Un fab lab è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un'ampia gamma di oggetti. Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente considerati di appannaggio esclusivo della produzione di massa. Mentre non possono competere con la produzione di massa, e le relative economie di scala, nella produzione di beni di consumo, i fab lab hanno dimostrato grandi potenzialità nel fornire ai loro utenti gli strumenti per realizzare in proprio dispositivi tecnologici. Tali dispositivi possono infatti essere adattati alle esigenze locali o personali in modi tuttora non accessibili alle produzioni su larga scala.
Da Wikipedia
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2. SCEGLIERE IL FUTURO
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Il 51% è «in ebollizione»: non ha le idee chiare ed esprime una vocazione in ambito creativo o
socialeRispondono gli studenti di superiori e università
Ambito elettronico/informaticoAncora non lo so
Ambito dello spettacoloAmbito sociale
Fare l'imprenditoreAmbito dell'archietttura/archeologia/conservazione beni culturali
Ambito economico bancarioEntrare nelle forze armate
Fare il veterinarioAmbito del diritto
Ambito del giornalismoAmbito della psicologia
Ambito della ricercaAmbito delle lingue straniere
Ambito sanitario
0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% 30.0% 35.0%
29.7%13.5%
10.8%8.1%8.1%
5.4%5.4%
2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%
• La risposta più gettonata è «lavorare nell’ambito dell’elettronica/informatica» scelta dal 29,7% degli studenti (NB. il 19% di loro viene dall’ITIS Baldini).
• Il 13,5% invece ancora «non lo sa».• Segue l’ambito delle arti e dello spettacolo: segnalato dal 10,8% degli studenti.• Quindi l’imprenditoria e l’ambito sociale, segnalati dal 8,1%.
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51% area «in ebollizione»a potenziale vocazione
creativa / sociale
L’84% degli studenti, dopo la scuola, vuole continuare a studiare
Rispondono gli studenti di superiori e università
Lavorare e studiare
Ancora non so
Lavorare Studiare0.0%
10.0%
20.0%
30.0%
40.0%
50.0%
60.0%
70.0%
80.0%
90.0%
2.7% 5.4%10.8%
81.1%
STUDIAREPer l’83,8% degli studenti dopo la scuola superiore la scelta giusta
è quella di continuare gli studi.Di questi, il 2,7% intende però contemporaneamente lavorare.
Il 10,8% invece, dopo la scuola superiore pensa di immettersi già nel mondo del lavoro.E’ ancora indeciso il 5,4% degli studenti
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Solo il 24% vorrebbe continuare a studiare per seguire la propria passione
Rispondono gli studenti di superiori e università
Durante la discussione notiamo una grande differenza generazionale Gli studenti delle scuole superiori si sentono fortemente spinti a studiare qualcosa
che possa garantire loro un futuro in termini lavorativi. A scegliere una facoltà che li interessi ma che abbia sbocchi lavorativi certi.
Gli studenti universitari, i ricercatori e tutti i docenti, dicono invece di aver seguito la loro passione. Alcuni universitari dicono:
«meglio scegliere per passione e poi barcamenarsi»: il contrario di quello che abbiamo percepito tra i banchi delle scuole superiori.
Avere maggiori chanche lavorative
Seguire la propria passione
Approfondire le proprie conoscenze
0% 10% 20% 30% 40% 50%
43%
24%
19%
Perché continuare a studiare?
Tre le principali motivazioni per continuare a studiare: al primo posto c’è l’avere maggiori opportunità lavorative (43%). Solo il 24% vorrebbe continuare per seguire la propria passione e il 19% per l’approfondimento delle proprie conoscenze e competenze.
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Il 78% degli studenti ritiene che l’università aiuti a costruirsi un futuro
Rispondono gli studenti di superiori e università
8%14%
78%
No Non lo so/Non rispondeSi
Siper il 78%
degli studenti
L’università…«Completa la formazione superiore»
«Amplia le chanche lavorative»«Permette di realizzarsi come persona»
«Da un metodo rigoroso»«Da occasioni professionalizzanti»
«Da un attestato delle tue competenze»*Dalle risposte di tutti i partecipanti al focus group
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Le facoltà più gettonateRispondono gli studenti di superiori e università
(Ingegneria) informaticaIngegneria edile
EconomiaScienze PoliticheAncora non lo so
Programmazione progettazione videogiochiFisioterapia
GiurisprudenzaUna facoltà all'estero
PsicologiaAnalisi e gestione ambientale
Conservazione dei beni culturaliDietistica
GionalismoIngnegenria elettronicaIngnegneria gestionale
ArchitetturaMedicina
Relazioni internazionaliVeterinaria
Progettazione e gestione di eventi
0.0% 2.0% 4.0% 6.0% 8.0% 10.0% 12.0% 14.0% 16.0% 18.0% 20.0%
18.9%10.8%10.8%
8.1%8.1%8.1%
5.4%5.4%5.4%5.4%
2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%2.7%
Ingegneria informatica ed edileEconomia
Scienze politicheProgrammazione e progettazione videogiochi
«Ancora non lo so»
Quali sono le opinioni su fare un’esperienza all’estero?
(segue slide)
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Il 100 % reputa utile un’esperienza all’estero
E' importante per completare la propria
formazione
Serve come esperienza di vita
Serve per capire il mondo del lavoro fuori dall'Italia
Serve per conoscere il mondo, aprire i propri
orizzonti
Serve per imparare le lingue
0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%
0%
13%11%
37%39%
17%
33%
17%
25%
8%
Studenti sup e uni Docenti sup e uni
• Secondo gli studenti l’esperienza all’estero serve soprattutto per imparare lingue straniere (39%) e per conoscere il mondo, aprire i propri orizzonti e venire a contatto con nuove culture (37%).
• Anche per i docenti l’estero è una occasione relazionarsi con nuove culture (25%), ma soprattutto è una vera e propria esperienza di vita, «per confrontarsi con se stessi», «per capire cosa si vuole veramente» e «per crescere» (33%).
Di nuovo emerge una differenza generazionale nella percezione dell’esperienza all’estero.Per i ragazzi delle superiori la situazione all’estero è spesso idealizzata e «migliore di quella italiana, a
prescindere». Dicono che andranno all’estero ma spesso non sanno dire a fare cosa.Più razionali gli studenti universitari e i docenti: vedono l’esperienza all’estero come fondamentale per la
formazione accademica e personale, soprattutto perché offre una prospettiva diversa, che deve però essere inserita in un percorso di crescita strutturato.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 20
L’estero secondo gli universitariDal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna
L’esperienza all’estero è una realtà di fatto. Per tutti.
• Nel progetto Erasmus Placement è difficile proporsi, cercare aziende e progetti senza essere seguiti dai docenti. Un parziale abbandono da parte dell’Università? No, una sfida voluta, da vivere in un’ottica di crescita e maturazione, anche personale, e di indipendenza e autonomia.
• Un grave problema è invece la burocrazia. Alcuni progetti di E.P. messi in piedi dai ragazzi non si riescano ad attuare per la lentezza burocratica delle pratiche da parte dell’Università nell’accreditamento delle aziende straniere.
Le difficoltà? Sono anche le sfide che fanno crescere, e sono volutamente…sfidanti
• Per studenti e docenti è fondamentale l’inserimento di materie del corso di laurea trattate in lingua straniera in modo da poter imparare con facilità il linguaggio tecnico, specifico delle proprie competenze.
La lingua straniera del settore: deve essere una priorità
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 21
Al 23% piacerebbe lavorare in proprioIl 32% lo trova difficile e rischioso
Il 46% non sa e non risponde alla domanda.
Ma cosa serve per lavorare in proprio?
• Servono soprattutto buone idee, intraprendenza e determinazione
• Secondo alcuni, per essere imprenditori purtroppo «non bisogna stare in Italia»
• Non devono mancare risorse economiche di partenza e una buona esperienza
• Secondo alcuni infatti «la scuola non basta», mentre secondo altri quello che servirebbe è proprio una formazione adeguata a partire da corsi professionali sulle tematiche dell’imprenditoria
• Altri ingredienti fondamentali sono l’entusiasmo, il coraggio, la passione e la follia.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 22
Il 54% ritiene che la scuola aiuti nella scelta del proprio futuro
Rispondono gli studenti di superiori e università
• «La scuola dà le basi», è percepita come un aiuto alla scelta futura soprattutto se si vuole intraprendere un percorso simile o continuativo rispetto agli studi fatti alle superiori.
• Altrimenti non è vista come un aiuto ma anzi come una limitazione del tipo «avrei voluto fare questo, ma non ho le basi perché ho sbagliato scuola superiore».
• La scuola è percepita come utile anche quando permette ai ragazzi di fare esperienze di lavoro come ad esempio gli stage estivi in azienda (molto apprezzati da studenti e docenti), o perché apre la mente e fa capire cosa piace o non piace.
• Quasi nessuno studente la ritiene utile però per la scoperta dell’offerta formativa accademica.
Molto
Abbastanza
Poco
Per niente
NR
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%
8%
46%
5%
11%
30%
Quanto aiuta la scuola nell’affrontare la scelta del proprio futuro?
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 23
Scuola e famiglia sono i fattori più importanti nella scelta del proprio futuro
Famiglia
Esperienze di altri
Situazione economica
Amici
Luogo in cui vivi
Sogno
Scuola
Luogo in cui vorresti vivere
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
59%
38%
32%
32%
19%
16%
14%
14%
30%
38%
38%
43%
38%
27%
68%
32%
8%
22%
27%
22%
41%
54%
16%
51%
3%
3%
3%
3%
3%
3%
3%
3%
Molto Abbastanza Per niente NR
• Primo fra tutti la famiglia: è indicata come un fattore «molto» importante nelle scelte di placement dal 59% degli studenti e come «abbastanza» importante dal 30%.
• Al secondo posto, ma con una preferenza comunque molto inferiore al fattore famiglia, ci sono le esperienze ascoltate da altri, amici o famigliari. Sono considerate un fattore «molto» e «abbastanza» importante dal 38% dei ragazzi.
• Rilevante che al terzo posto ci sia la situazione economica: è un fattore che condiziona le scelte dei ragazzi nel 70% dei casi, quasi come gli amici che lo fanno nel 75%.
• Chiudono la classifica il luogo in cui si vive (molto rilevante solo per il 19%), il proprio sogno (purtroppo decisivo solo per 16%), la scuola (14%) e il luogo in cui si vorrebbe vivere (14%).
Quanto influiscono nelle scelte di placement questi fattori?
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 24
3. L’OFFERTA FORMATIVA
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 25
Il 65 % degli studenti conosce solo vagamente l’offerta formativa cittadina, regionale e nazionale
Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
24% 24%
32%
62% 65%
51%
14%8% 5%
0% 3%
11%
Conoscenza dell'offerta formativa - STUDENTI
No per nienteSi, vagamenteSi, beneNR
Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
0% 0% 0%
25%
50%
35%
65%
35%
45%
10%15%
20%
Conoscenza dell'offerta formativa - DOCENTI
No per nienteSi, vagamenteSi, beneNR
• Gli studenti conoscono molto poco l’offerta formativa a loro disposizione.
• Quella di Ravenna è la più conosciuta, anche se dai più solo «vagamente» (dal 62%).
• Il 14% conosce bene l’offerta formativa della città e solo l’8% quella regionale.
• La situazione migliora con i professori. • E’ molto buona la conoscenza
dell’offerta formativa Ravennate (65% la conosce «bene»), abbastanza buona quella regionale (35% la conosce «bene» e 50% vagamente»).
• Paradossalmente, rispetto a quella regionale, è meglio conosciuta l’offerta formativa italiana (46% la conosce «bene» e 35% «vagamente»).
Conoscenza dell’offerta formativa? Molto poco gli studenti.Molto di più i professori.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 26
L’offerta formativa è conosciuta solo da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che
vuoleL’offerta formativa è conosciuta soprattutto grazie al
passaparola tra amici e famigliari o per sentito dire da studenti ed ex studenti.Molto utilizzato per informarsi anche internet
e le giornate di orientamento universitarie e/o gli open day di facoltà.
• L’offerta formativa è conosciuta da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che vuole. In questi casi gli studenti conoscono le facoltà di interesse e le relative differenze tra le città in cui si trovano.
• Diversamente, non hanno una conoscenza diffusa dell’offerta a loro disposizione.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 27
L’offerta formativa secondo gli universitariDal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna
E’ in grave ritardo rispetto alle esigenze reali del Paese
• Si creano corsi di laurea per professioni che stanno scomparendo e si limitano gli accessi a corsi per professioni invece ancora in grado di offrire un futuro.
• La scelta del corso di laurea cui iscriversi si fa per passione ma solo poiché nella maggior parte dei casi non si trova comunque riscontro nel placement.
L’offerta formativa è tuttavia ritenuta teoricamente ottima
• Tutti riconoscono di avere solide conoscenze, spesso elogiate anche all’estero. • Secondo alcuni il problema non è l’Università ma il mondo privato e il sistema politico: vengono permessi
contratti di lavoro per neo laureati spesso degradanti e senza una progettualità e le aziende non investono sui giovani e sull’innovazione.
I ragazzi non devono cercare alibi
• Laurea non significa (più) placement. E per alcuni docenti è giusto così. • Secondo questi docenti l’Università dovrebbe fornire conoscenze eccellenti e non competenze
professionalizzanti.• L’eccellenza si crea con l’interazione tra ciò che viene offerto e ciò che viene domandato. Nessuno si pone
l’obiettivo di misurare cosa chiede la domanda.© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 28
Il percorso ideale?
Un dato allarmante che è emerso dai focus groupI ragazzi delle scuole superiori accantonano le passioni e scelgono un percorso di studi che
a loro avviso faciliterà l’entrata nel mondo del lavoro. Obiettivo: la sicurezza di uno stipendio.
I ragazzi all’università, ancora più disillusi sul mondo del lavoro, si rifugiano nella passione come unica (magra) consolazione.
Obiettivo: “tanto vale che faccia quello che mi piace, non lavorerò comunque”
Non c’è!
Possono esserlo tutti.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 29
Non serve un percorso ideale, ma essere positivi e propositivi
Nell’affrontare il nodo placement sono fondamentali passione e capacità di adattamento.Nemmeno una formazione di eccellenza è sufficiente, servono energia e forza di volontà per
far coincidere ciò che si è studiato e che appassiona con ciò che si può fare.Non bisogna pensare che sia tutto dovuto.
Non bisogna farsi demoralizzare ancora prima di averci provato. Si può cambiare ottica e mettersi in discussione anche con primi lavori di basso segretariato
che possono servire per farsi conoscere, mettersi alla prova e imparare come funziona il mondo del lavoro.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 30
4. COSA MANCA E COSA CI VORREBBE A RAVENNA
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 31
Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014Infrastrutture
1. Un sistema efficiente di trasporti che NON penalizzi la città o il Campus universitario. Collegamenti pubblici efficienti e all’avanguardia anche verso il mare.
2. Servizi per gli studenti: luoghi di aggregazione di studio e svago, una mensa per gli universitari, eventi pensati ad hoc.
3. Un luogo reale di incontro e scambio tra scuola/università e aziende.4. Spazi di ritrovo e divertimento (soprattutto in inverno) che ravvivino la città e la rendano
appetibile ai giovani. Questa mancanza è stata menzionata spesso come motivo anche per cambiare città con la scusa dell’Università o del lavoro.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 32
5. Corsi in lingua straniera, specialmente tecnica, e aperti non solo agli studenti. Ravenna di pone come città culturale di livello europeo: è ancora più importante dare vita ad una cultura basata sulla apertura e sulla mobilità.
6. Una efficiente comunicazione dell’offerta formativa del Campus di Ravenna e una valorizzazione delle sue eccellenze.
7. Un’offerta formativa più ampia, corsi di laurea, master, ma anche corsi di formazione e corsi professionali. Più borse di studio e di lavoro per i ragazzi.
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 33
Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014Contenuti
Grazie dell’attenzione
Gruppo di lavoroGiuseppe Giaccardi, consulente di direzione, titolare dello StudioLivia Bosi, analista di ricerca e coordinatrice operazioniMarco Antonioli, analista di ricerca jrChiara Badini, content curator e community managerValentina Zanon content curator, community manager e grapich designer
Questo elaborato è un prodotto originale dello Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione© All Rights Reserved, Ravenna 28 ottobre 2014www.giaccardiassociati.it | [email protected]