e dei ricordi...periodico ll mio ricordo La fame e la miseria in casa, con il problema che mio padre...

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U n Laboratorio sperimentale per un gruppo di Anziani fragili è stato avviato lunedì 5 giugno 2017, in Cascina Brandezzata. Gli Anziani sono stati identificati dai Servizi sociali del Comune di Milano e sono attual- mente assistiti dai Servizi di Custodia sociale di zona 5 (Coop. Lo Scrigno) e di zona 4 (Coop. Fratelli di S. Francesco). Il primo ciclo del Laboratorio socializzante si concluderà lunedì 2 ottobre 2017. Il programma prevede: - Sessione iniziale “Conosciamoci” per meglio conoscere gli interessi e le preferenze degli Anziani e per facilitare la loro socializza- zione. - Laboratorio di attività motoria con eser- cizi di Yoga (Viviana, Flavia). - Laboratorio di arti creative (Camilla) e di biodanza (Pamela). - Laboratorio dei ricordi (Cinzia). - Laboratorio di Teatro e Narrazioni (Stefano). - Attività ricreative (letture guidate e gio- co della tombola). - Passeggiate nel “giardino fiorito” e in un vicino “orto sociale”. - Brevi lezioni di Esperti (Alimentazione e Salute; Movimento e Salute; Uso dei Far- maci, Sicurezza e Gestione dei risparmi nella terza età) con distribuzione di “quaderni ANTEAS” dedicati agli Anziani. - Pranzo in comune nella sala camino della foresteria di Cascina Brandezzata. - Restituzione da parte degli Anziani del Laboratorio dei ricordi e del Laboratorio di Teatro e Narrazioni (2 ottobre), cui saranno invitati i Cittadini. L’obiettivo principale del Laboratorio sperimentale è facilitare la socializzazione di Anziani fragili che vivono in solitudine (particolarmente nei mesi di luglio e ago- sto), in caseggiati di edilizia popolare. LaboraStory “Ricordo che non c’era niente da mangiare” Solo patate, solo patate lesse. Per farcele mangiare la mamma faceva le crocchette fritte oppure cotte nella cenere della stufa e, nonostante fosse un mangiare povero per me era buonissimo!! Da premettere che in famiglia erava- mo in sette. Franca e dei ricordi Periodico trimestrale di Medicina narrativa Dona ora! Direttamente su www.fondazioneluvi.org n°19 Settembre 2017 Laborastory Bruno Andreoni 1 Ricordo che non c’era niente da mangiare Franca Armorico 1 Il mio ricordo Raffaele De Guglielmi 2 La focaccia Giacomo Catto 2 Il ricordo Teresa Malvoli 2 La pattona Rita Terzini 2 “A me sciupa’ la guerra” G. 3 Carta Annonaria Romano Sciuti 3 La Pastiera Rosaria de Angeli 4 Il vestito nuovo Maria D’Orta 4 Le zeppole Giuseppina Vacca 5 Ricordo di Napoli Rosaria D’Angeli 7 Primo bacio Loredana Veronese 9 La forza di vivere Laura Quispe 11 Dall’informatica alle Cure palliative Francesco Mosiello 12 La bellezza di leggere 13 Camminata per Cascina Brandezzata 14 Convegno Fragilità e territorio 15 Sommario: L’iniziativa è promossa da Fon- dazione Lu.V.I. Onlus e rientra nel Programma Ospedale Terri- torio per la continuità assisten- ziale, nella rete socio-sanitaria area sud di Milano (che promuo- ve anche il Convegno “Fragilità e Territorio” di sabato 23 set- tembre). In autunno saranno avviati altri Laboratori socializ- zanti. Bruno Andreoni Presidente Fondazione Lu.V.I. Onlus Direttore responsabile del periodico

Transcript of e dei ricordi...periodico ll mio ricordo La fame e la miseria in casa, con il problema che mio padre...

  • U n Laboratorio sperimentale per un

    gruppo di Anziani fragili è stato

    avviato lunedì 5 giugno 2017, in

    Cascina Brandezzata.

    Gli Anziani sono stati identificati dai Servizi

    sociali del Comune di Milano e sono attual-

    mente assistiti dai Servizi di Custodia sociale

    di zona 5 (Coop. Lo Scrigno) e di zona 4

    (Coop. Fratelli di S. Francesco). Il primo ciclo

    del Laboratorio socializzante si concluderà

    lunedì 2 ottobre 2017.

    Il programma prevede:

    - Sessione iniziale “Conosciamoci” per meglio

    conoscere gli interessi e le preferenze degli

    Anziani e per facilitare la loro socializza-

    zione.

    - Laboratorio di attività motoria con eser-

    cizi di Yoga (Viviana, Flavia).

    - Laboratorio di arti creative (Camilla) e di

    biodanza (Pamela).

    - Laboratorio dei ricordi (Cinzia).

    - Laboratorio di Teatro e Narrazioni

    (Stefano).

    - Attività ricreative (letture guidate e gio-

    co della tombola).

    - Passeggiate nel “giardino fiorito” e in un

    vicino “orto sociale”.

    - Brevi lezioni di Esperti (Alimentazione e

    Salute; Movimento e Salute; Uso dei Far-

    maci, Sicurezza e Gestione dei risparmi

    nella terza età) con distribuzione di

    “quaderni ANTEAS” dedicati agli Anziani.

    - Pranzo in comune nella sala camino

    della foresteria di Cascina Brandezzata.

    - Restituzione da parte degli Anziani del

    Laboratorio dei ricordi e del Laboratorio

    di Teatro e Narrazioni (2 ottobre), cui

    saranno invitati i Cittadini.

    L’obiettivo principale del Laboratorio

    sperimentale è facilitare la socializzazione

    di Anziani fragili che vivono in solitudine

    (particolarmente nei mesi di luglio e ago-

    sto), in caseggiati di edilizia popolare.

    LaboraStory

    “Ricordo che non c’era

    niente da mangiare”

    Solo patate, solo patate lesse.

    Per farcele mangiare la

    mamma faceva le crocchette

    fritte oppure cotte nella cenere

    della stufa e, nonostante fosse un

    mangiare povero per me era

    buonissimo!!

    Da premettere che in famiglia erava-

    mo in sette.

    Franca

    e dei ricordi Periodico trimestrale di Medicina narrativa Dona ora! Direttamente su www.fondazioneluvi.org n°19 Settembre 2017

    Laborastory Bruno Andreoni 1

    Ricordo che non c’era niente da mangiare

    Franca Armorico 1

    Il mio ricordo Raffaele De Guglielmi 2

    La focaccia Giacomo Catto 2

    Il ricordo Teresa Malvoli 2

    La pattona Rita Terzini 2

    “A me sciupa’ la guerra” G. 3

    Carta Annonaria Romano Sciuti 3

    La Pastiera Rosaria de Angeli 4

    Il vestito nuovo Maria D’Orta 4

    Le zeppole Giuseppina Vacca 5

    Ricordo di Napoli Rosaria D’Angeli 7

    Primo bacio Loredana Veronese 9

    La forza di vivere Laura Quispe 11

    Dall’informatica alle Cure palliative

    Francesco Mosiello 12

    La bellezza di leggere 13

    Camminata per Cascina Brandezzata 14

    Convegno Fragilità e territorio 15

    Sommario:

    L’iniziativa è promossa da Fon-

    dazione Lu.V.I. Onlus e rientra

    nel Programma Ospedale Terri-

    torio per la continuità assisten-

    ziale, nella rete socio-sanitaria

    area sud di Milano (che promuo-

    ve anche il Convegno “Fragilità

    e Territorio” di sabato 23 set-

    tembre). In autunno saranno

    avviati altri Laboratori socializ-

    zanti.

    Bruno Andreoni Presidente Fondazione Lu.V.I. Onlus

    Direttore responsabile del

    periodico

  • ll mio ricordo

    La fame e la miseria in casa, con il

    problema che mio padre non pote-

    va lavorare perché non era iscritto

    al partito fascista. Nei miei ricordi

    da piccolo è che la mia mamma

    ( nella zona di Foggia) ci compra-

    va con pochi centesimi fave, ceci ,

    granoturco cotto e questa era la

    nostra colazione. Non ricordo di

    aver mai mangiato piatti squisiti

    fino alla fine della guerra. In se-

    guito con il lavoro la vita è inco-

    minciata a cambiare dando anche

    a noi delle piccole soddisfazioni.

    Raffaele

    Era appena finita la guerra e non

    c’era molto da mangiare, ero sfollata

    a casa di amici a San Colombano e

    l’unica cosa che c’era in abbondanza

    erano gli alberi di ciliegie. Essendo

    golosa ed avendo fame di ciliegie ne

    ho fatto una scorpacciata tale, che

    da allora non ne ho più mangiate.

    Teresa

    Memorie e ricordi:

    Uno sguardo nel mondo di ieri che può consegnare parole nuove a quello di domani

    Ricordo…..

    La Focaccia

    Da bambino facevo colazione a Rec-

    co con un pezzo di focaccia con il

    formaggio, andavo a mangiarlo sulla

    spiaggia guardando le onde che si

    rompevano sulle pietre rumorosa-

    mente.

    Giacomo

    P a g i n a 2

    La pattona

    Si impastava tutto con la

    farina di castagne, per-

    ché la farina gialla la

    portavano a Milano per

    venderla; l’impasto si

    avvolgeva nelle foglie e si

    metteva a cuocere nella

    cenere. Ricordo di averne

    mangiato tanto; a pen-

    sarci mi sembra di sentire

    anche il profumo.

    Poi mi sono sposata,

    sono andata a vivere a

    Milano e la pattona è

    diventata un ricordo.

    Rita

    http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwitmOm029vVAhUSaFAKHURwDuMQjRwIBw&url=http%3A%2F%2Fwww.dietaland.com%2Fciliegie-frutto-stagione-contro-dolori-infiammazioni%2F22108%2F&psig=AFQjCNGF0U051kl3vTYpqKeTx

  • Durante la guerra, le giornate erano

    scandite dalle sirene che avvisavano i

    milanesi che erano in arrivo aerei bom-

    bardieri. Ogni condominio aveva il suo

    capofabbricato, che si occupava di

    radunare le famiglie nei rifugi

    (cantine). Mi ricordo mia mamma che

    preparava qualcosa da mangiare:

    biscotti, frutta, pane, da portare nei

    rifugi. In compagnia di sua sorella Lui-

    sa, più piccola di quattro anni, si intrat-

    teneva con gli altri ragazzi presenti nel

    rifugio.

    Dopo un tempo imprecisato suonava-

    no le sirene con un tono prolungato

    che indicava la fine dell’allarme e si

    poteva tornare alle proprie abitazioni.

    A quei tempi il cibo scarseggiava ed era

    razionato. Si comperavano generi ali-

    mentari tramite una carta annonaria

    che veniva data dal comune. Anche il

    pane era razionato. La carta era for-

    mata da tanti bollini uno per ogni spe-

    cialità alimentare e di vestiario.

    Romano

    P a g i n a 3

    Avevo nove anni, mio papà era operaio, ci davano la

    farina di piselli. Le lunghe file per accaparrarsi un po’ di

    carbone per la stufa, dopo ore di fila mi toccava tornare

    a casa senza niente perché al mio turno il carbone era

    finito. Allora gli inverni erano freddi, il ghiaccio si forma-

    va anche all’interno della finestra e mi ricordo che col

    ditino cercavo di grattare via quel ghiaccio dal vetro.

    Però era bello giocare con la neve: “ Oh quanta ne scen-

    deva e rimaneva fino a primavera” . Facevamo delle

    infinite battaglie con le palle di neve. Mio papà andava

    con la bicicletta nei boschi sulla strada per andare al

    cimitero di Chiaravalle per racimolare della legna; non

    tagliava gli alberi, prendeva i rami già secchi, soprattut-

    to le radici che bruciavano subito e scaldavano la cuci-

    na, anche se poi si doveva scendere in cantina a causa

    dei continui bombardamenti : “ Arriva il pippo !” era il

    segnale, il rumore dell’aereo che avvisava ancora prima

    del suono della sirena che bisognava scappare nei rifugi.

    Mi ricordo che non c’era il sale, si compravano della

    specie di cubetti misti a sassi che andavano bolliti per

    dividere il sale da quelle pietre.

    Dopo il bombardamento della scuola di Gorla, arrivò

    alle famiglie la comunicazione che nessuno si assumeva

    la responsabilità della cura dei bambini in caso di bom-

    bardamenti, per cui si finì anche col non andare più a

    scuola.

    E avevamo sempre fame.

    G.

    “A me sciupà la guerra”

    Carta Annonaria

  • E’ un dolce che si mangia a Pasqua.

    Gli ingredienti sono:

    Grano, zucchero, uova, ricotta, frutta candita,

    limone, acqua, fior d’arancio

    Vengono amalgamati tutti insieme per farne

    una crema, si prepara poi la pasta frolla. Con

    farina zucchero uova un po’ di burro, si amal-

    gama per farne un impasto e poi si tira col

    mattarello per fare una base che si mette in

    una teglia; sopra si butta la crema e con gli

    avanzi della pasta frolla si tagliano delle liste-

    relle e si mettono una per una sulla pastiera e

    poi si pone il tutto nel forno. Si cuoce per qua-

    ranta minuti e poi quando si è raffreddata si

    cosparge di zucchero a velo.

    Rosaria

    P a g i n a 4

    La pastiera

    Q uesto è un episodio di quando ero piccola e non lo dimenticherò mai. Stavo in quarta elementare e fre-

    quentavo le scuole dalle suore, ed ero abbastanza bra-

    va. Le suore erano severe e agli alunni più bravi faceva-

    no recitare una poesia. Io per quella occasione volevo un

    vestito nuovo, ma mia mamma non aveva i soldi per

    comprarmelo; tutte le mie amiche si sarebbero presenta-

    te con il vestito nuovo tranne che io. Così la mamma per

    accontentarmi mi comprò della stoffa per farmi cucire

    un vestito; quella stoffa scelta però non mi piaceva:

    sembrava una tovaglia da tavola; iniziai di nuovo a fare i

    capricci, ma mia mamma fu irremovibile: “ O questo o

    niente”. Accettai, feci la recita e tornai a casa tutta sorri-

    dente ringraziando la mamma.

    Maria

    Il vestito nuovo

  • Quante Volte

    Quante volte

    il mio pensiero ritorna in quella casa

    ammantato di incanto

    e ti vedo ancora, nonna,

    reclinata sul tavolo

    con la testa inargentata

    mentre vagli frumento dorato.

    Quante volte insieme andavamo in solaio e le tue

    mani pescavano

    in buie cassepanche

    della vita ingannatrice

    ricordi lucenti.

    Le tue mani carezzavano

    i miei capelli ricci.

    Il frastuono si allontana

    dalla stanza ora in penombra,

    le tue parole cantano

    di passato e di presente

    diventati una cosa sola.

    Le zeppole sono un ricordo della mia infanzia; per farle

    bisognava essere almeno in due persone e di solito erano

    mia mamma e mia nonna: una versava pianissimo gli in-

    gredienti tra cui:

    Succo di mandarino, anice, zafferano, uova, farina, lievi-

    to, buccia di arancia e limone.

    Si lavoravano tutti insieme con molta forza e per tanto

    tempo, si lasciava lievitare in un grande tegame di terra

    cotta, poi si dava loro la forma di piccole ciambelle e si

    friggevano in tanto olio, girando le ciambelle con un ferro

    da maglia e cospargendole di zucchero. Ricordo il sapore

    con molta nostalgia perché ero bambina e quando si pre-

    paravano le zeppole sapevo che arrivava mia nonna che

    era molto brava, e insieme a mia mamma si metteva a

    fare le zeppole, ne facevano tante perché dovevano durare

    per molto tempo.

    Io non sono mai riuscita a farle.

    Giusy

    P a g i n a 5

    Le Zeppole

    Cantus bortas

    Su pensamentu miu

    torrat a cussa domu

    ammainau de s’incantu

    e ti biu ancora, jaja,

    in sa mesa incrubada

    cun sa cona impratiada

    prughendi trigu indorau.

    Cantus bortas

    impari arziamus a susu

    e is manus tuas piscànta

    in cascionis scuriosus

    de sa vida cogliunadora

    arregordus luxentis.

    Is manus tuas cariziànta

    sa conca mia arrullada.

    Su trastiggiu s’inci stèsiat

    de s’aposentu scurigau;

    is fueddus tuus càntant

    de passau e de presenti

    diventaus una cosa sola.

  • P roseguendo nei vecchi ri-cordi del tempo di guerra. Non solo avevamo sempre fame,

    ma ricordo tanti disagi: tutte le

    notti suonava l’allarme e passava-

    mo in cantina parecchie ore, poi i

    grandi bombardamenti che ci co-

    stringevano ad andare via da Mila-

    no, un vero e proprio esodo bellico,

    c’era chi portava i propri vecchi sui

    carretti di legno spinti a mano, in

    Piazza Corvetto all’inizio di via

    Marocchetti, il Redefossi era anco-

    ra scoperto, si camminava solo su

    una corsia a Rogoredo, fino le ca-

    scine di San Martino, qui ci dava-

    no un poco di paglia ci sistemava-

    mo sotto il portico e aspettavamo

    la sirena di fine pericolo. Mi ricordo

    una notte verso la fine, guardava-

    mo verso Milano: si vedeva tutto il

    cielo rosso perché stava bruciando

    il centro di Milano; poi comparve

    una nebbia artificiale che puzzava,

    l’odore entrava in gola e non si

    respirava tanto che abbiamo dovu-

    to coprirci la bocca. Poi i morti, nel

    mezzo della rotonda di Piazza Cor-

    vetto (era diverso da come è oggi)

    un brutto giorno abbiamo trovato

    tre morti: il Poscelli medico denti-

    sta ed altri due uccisi dai fascisti. In

    viale Lucania in una villetta chia-

    mata “Villa Triste” dove torturava-

    no, finita la guerra ho visto una

    branda di tela con la sagoma di

    una persona con tutto il sangue

    intorno. Poi la morte dei fascisti

    almeno cinque buttati in una buca,

    un cretinetti di ragazzo che faceva

    il bauscia ” el gamba de legn” cat-

    tivo spione ed altri che non cono-

    scevo. Poi mesi dopo in Piazza

    Ferrari ( non c’era ancora il merca-

    tino) stesa a terra una signora an-

    ziana ben vestita, uccisa: sembra-

    va dormisse, dicevano che aveva

    fatto uccidere tante persone.

    Questa è una parte dei bei ricor-

    di della guerra, evviva.

    G.

    P a g i n a 6

    I o sono nata ieri in un piccolo paesino

    della Sardegna Siddi in provincia di Ca-

    gliari eravamo circa 500 abitanti. Ricor-

    do quando si andava al ruscello con la mia non-

    na a lavare il bucato, l’acqua cristallina che si

    poteva persino bere e tutto intorno cresceva

    un’erba molto saporita chiamata Mattuzzo e

    dopo aver fatto il bucato la si raccoglieva e la

    portavamo a casa per mangiarla. Mi ricordo la

    vicina montagna piena di mirto, carrube, carcio-

    fi selvatici frutti di bosco tutto avvolto da un

    profumo di fiori che ancora mi sembra di sentire.

    Ricordo le muraglie delle costruzioni in pietra

    molto antiche, ricordo tante altre belle cose,

    ricordo anche la delusione di ogni volta che sono

    tornata per rivedere il mio paesino rimanevo

    delusa, perché tante cose sono cambiate.

    Giusy

    Sono nata ieri

    Sperando in una illuminazione sulla via di Damasco

  • Matematica che passione

    P a g i n a 7

    La matematica non è solo

    formule ed equazioni. E’ logi-

    ca. E’ razionalità.

    Ogni giorno noi tutti usiamo

    la matematica, per le previ-

    sioni del tempo, per conosce-

    re l’ora, per gestire il denaro.

    Conoscere l’età della luna, in

    cui “ si fa” era un tempo mol-

    to importante perché tutta la

    vita era legata ad essa e a

    loro volta tutti gli avvenimen-

    ti vi erano legati.

    Il bucato doveva essere fatto

    con la luna nuova, pena il

    formarsi di cerchi ombrati e

    concentrici nel mastello,

    macchianti la biancheria.

    Per tagliare il legname da

    ardere: luna del primo quar-

    to.

    La luna calante era invece

    buona per piantare gli alberi

    da frutta.

    Il camino del fornello si spaz-

    zava tra la luna nuova e la

    luna vecchia.

    Giacomo

    H o imparato a ballare in casa con mia sorella Anna Maria : Boogie Woogie, Tango, Valzer erano i balli che servivano per le

    gare di ballo organizzate da un circolo privato

    (Circolo per gli interessi commerciali e indu-

    striali) situato in via Manzoni di fronte al tea-

    tro. In questo circolo si poteva giocare a carte

    nelle varie sale dedicate ed era frequentato da

    persone della Milano “ bene”, cioè molto facol-

    tose.

    Io con due amici Aldo e Roberto ci divertivamo

    a vestirci in maniera eccentrica per attirare

    l’attenzione delle persone che affollavano la

    sala da ballo. Una sera ci siamo presentati ve-

    stiti da Ufficiali della Marina Militare.

    Ricordo che anche le donne indossavano i pan-

    taloni così erano più comode per ballare.

    Le gare erano a premi e si svolgevano sia a cop-

    pie che in gruppo.

    Romano

    Sono nata a Napoli ed ho vissuto 52 anni a Milano.

    Di Napoli ricordo solo fame e guerra: a volte mi sembra

    di non avere altre memorie del mio paese.

    Mi rallegro pensando a Napoli dopo la guerra, la festa

    di capodanno, i preparativi di tutte le donne che

    s’affrettavano ad acquistare il pesce e cucinarlo per

    salutare l’anno nuovo. I botti! Gli auguri, i parenti e i

    cugini tutti insieme a festeggiare il nuovo anno, felici e

    spensierati.

    Rosaria

    BOOGIE WOOGIE

    Ricordo di Napoli

  • Senior and junior

    P a g i n a 8

    I bambini, con il loro carico di energia e di vita davanti, chiedono alle persone più grandi, affetto e attenzione, chiedono tempo, chiedono di stringere un legame con il passa-

    to, di conoscere quello che viene prima dell’adesso e da dove

    provengono. Hanno bisogno di sperimentare altre forme di

    socialità di sentirsi parte di una comunità che non è fatta solo di

    bambini ma anche di persone con età differenti. L’esperienza

    che i piccoli possono ricevere nell’incontro con le persone an-

    ziane è un fondamento di crescita. L’anziano offre al bambino

    tempi e spazi completamente diversi da quelli dei genitori e a

    differenza dei genitori, protesi al futuro, la persona anziana si

    presenta come una persona concentrata nel presente del bam-

    bino, rallentando i ritmi e offrendo ai piccoli anche uno spazio

    magico e fantastico dove essere se stesso. Grazie a questo

    incontro, contatto e scambio, si offre ai piccoli la possibilità di

    scoprire la vecchiaia per mezzo di una conoscenza attiva, un’e-

    sperienza quotidiana, vera, reale che consenta di essere un

    domani adulti senza pregiudizi e discriminazioni, in una società

    che è sempre più vecchia, e al rispetto reciproco della diversità.

    Il più bello dei mari

    è quello che non navigammo.

    Il più bello dei nostri figli

    non è ancora cresciuto.

    I più belli dei nostri giorni

    non li abbiamo ancora vissuti.

    E quello che vorrei dirti di più bello

    non te l’ho ancora detto.

    Nazim Hikmet

  • Il primo bacio è stato con mio marito:

    avevo 15 anni ed ero in vacanza in

    Calabria dove ci siamo conosciuti.

    Dopo quattro anni mi ha raggiunto a

    Milano, ha trovato lavoro e si è

    stabilito definitivamente. Avevo 21

    anni e lui 25 quando ci siamo sposati ,

    un matrimonio durato 53 anni che si è

    concluso un mese fa in Hospice dove

    mio marito è stato ricoverato quasi

    due mesi, e io sono rimasta ad

    assisterlo giorno e notte; non l’ho

    lasciato solo neanche un momento,

    solo il lunedì mi distraevo un po’

    frequentando il laboratorio per

    anziani: stavo insieme ad altre

    persone, mi piaceva lo yoga mi faceva

    stare bene. Per fortuna posso

    frequentarlo ancora , anche ora che

    Attilio non c’è più e la prossima

    settimana verrò con un’amica sola

    come me.

    Loredana

    P a g i n a 9

    Dove nasce la magia di un bacio? Prende vita da un attimo e rivive nel ricordo

    Si era sempre in cantina per

    via dei bombardamenti, e

    noi bambini per non an-

    noiarci e forse per far conti-

    nuare la vita riuscivamo an-

    che a giocare nell’intervallo

    silenzioso quando non c’era

    il rumore delle bombe che

    cadevano, ma non si poteva

    uscire perché il pericolo non

    era cessato. Così in bilico fra

    vita e morte si giocava e in

    questo equilibrio precario, e

    con molto imbarazzo da

    parte mia, quel ragazzetto

    insistentemente mi chiede-

    va di diventare la sua fidan-

    zata. E mentre cercavo ogni

    scusa per dissuaderlo, mi

    baciò

    G.

    Nel giardino dei

    Marchesi Spingardi

    Giacomo sorride e si alza in piedi per

    riacchiappare il ricordo lontano di

    quel primo bacio. “ Ricordo..” si

    sofferma, sta tornando indietro a

    quel giorno, forse all’attimo preciso,

    socchiude gli occhi, poi quando lo ha

    riacciuffato ricorda il luogo: era a

    Spigno nel giardino della villa dei

    Marchesi Spingardi, si stava intratte-

    nendo con la figlia dei marchesi,

    quando decisero di salire sul ramo

    più basso di un albero che era nel

    giardino:

    “ Lì a cavalcioni dell’albero, un pome-

    riggio d’estate ho dato il mio primo

    bacio”. Sorride felice e richiude gli

    occhi. Si risiede soddisfatto come

    chi ha appena assaporato un gusto

    lontano che riporta tutta la freschez-

    za di quel momento.

    Riapre piano gli occhi e aggiunge:

    “ Avevo 5 anni”

    Gacomo

  • 2° Corso formazione di Base

    4° Corso specialistico per Assistenti Familiari di Pazienti con malattie terminali

    11° Corso specialistico per Assistenti familiari Pazienti con malattie neurologiche avanzate,

    croniche e inguaribili

    Tutte le informazioni sul sito: WWW.fondazioneluvi.org

    alla pagina: http://www.fondazioneluvi.org/Corsi-assistenti-familiari/

    P a g i n a 1 0

    Sbocchi occupazionali

    Esiste un forte bisogno nel territorio di “Assistenti familiari” in grado di garantire una assistenza a domicilio di Perso-

    ne non autonome. Le Famiglie incontrano talora difficoltà nel reperire Operatori adeguatamente formati.

    Requisiti per essere ammessi ai Corsi

    - Età tra 18 e 65 anni.

    - Conoscenza discreta della lingua italiana parlata, letta e scritta (verrà organizzato un corso intensivo obbligatorio di

    lingua italiana per coloro che ne avranno bisogno).

    - Motivazioni personali adeguate alla tipologia di attività assistenziale.

    - Per i Cittadini extra-comunitari è richiesto il permesso di soggiorno.

    Presentazione delle domande di partecipazione

    La domanda, deve essere presentata entro lunedì 25 settembre 2017 (per il corso di formazione di base) ed entro ve-

    nerdì 26 ottobre 2017 per i Corsi Specialistici. La domanda deve essere inserita in busta indirizzata a Bruno Andreoni

    (Fondazione Lu.V.I. Onlus; via Ripamonti, 428 - 20141 Milano). La busta deve essere consegnata a mano, all’Ufficio

    (tel: 02/94372703) aperto al pubblico in Cascina Brandezzata, tutti i giorni lavorativi dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle

    12.00. Alla consegna della domanda deve essere versato un contributo di 10 € per la copertura dei costi relativi alle

    procedure di selezione. Non saranno accettate domande inviate via mail o fax.

    Fondazione Lu.V.I Onlus promuove ed è attiva nella formazione e qualificazione degli Assi-stenti familiari con percorsi specialistici di decennale esperienza e si avvale di docenti altamente qualificati.

    https://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwitq7OL8PTVAhVEY1AKHQyIBp0QjRwIBw&url=https%3A%2F%2Fasdmontiazzurri.it%2Fsono-aperte-le-iscrizioni-2015%2F&psig=AFQjCNHy886wAGLd8DvlTHBr_9oNcN87Aw&ust=1503836055543

  • La forza di vivere

    Mi chiamo Laura sono nata in

    Perù, sono arrivata in Italia nel

    2001 ed ho sempre vissuto a

    Milano. Per arrivare in italia ho

    dovuto attraversare molti pae-

    si: Bolivia, Brasile Francia e poi

    finalmente Italia. All’inizio è

    stato difficile per le diverse

    abitudini di vita e soprattutto

    per la lingua. Mai dimenticherò

    il primo giorno in cui sono arri-

    vata in Italia: mi ricordo il fred-

    do e dopo qualche giorno co-

    minciò anche a nevicare, io ero

    spaventatissima perché non

    avevo mai visto la neve e da

    allora sono passati 15 anni. Qui

    ho conosciuto mio marito: ora ho una figlia di 8 anni, mi

    sono costruita la mia famiglia anche se mi mancano tanto

    la mia mamma e i miei fratelli; spero di tornare a trovarli e

    rivedere anche il mio paese, però vivere lì per sempre, no,

    ormai la mia vita è qui in Italia.

    Subito dall’inizio ho lavorato come badante e come baby -

    sitter. Ricordo il primo paziente che ho assistito:

    Era un signore che mi raccontava che da giovane era stato

    un grande atleta, che aveva prestato servizio militare

    nell’arma dei bersaglieri; era una persona dinamica e di

    professione era un fotografo. Aveva circa 50 anni quando

    cominciò ad accorgersi che quando camminava anche

    poco sentiva le gambe pesanti e si doveva fermare spesso

    per fare una pausa. Si convinse ad andare dal medico e gli

    diagnosticarono problemi alla circolazione; gli prescrisse-

    ro una terapia del caso, ma dopo pochi

    mesi e nonostante la terapia la situazio-

    ne sembrava peggiorare. Gli venne con-

    sigliata la visita con un neurologo seguì

    un ricovero al Besta e la diagnosi fu di

    Sclerosi multipla progressiva cronica.

    Non conosceva questa malattia e quan-

    do comprese di cosa si trattava ebbe un

    crollo psicologico. Io l’ho conosciuto

    quando aveva 67 anni camminava anco-

    ra con l’ausilio del bastone; notai subito

    che era una persona molto forte nono-

    stante la malattia e aveva tanta voglia di

    vivere. Ogni giorno faceva dei grossi

    sforzi per alzarsi dal letto perché la sua

    più grande paura era quella di rimanere

    fermo a letto senza la possibilità di riu-

    scire a muoversi. La moglie gli era sempre vicina e era

    molto attenta ai suoi bisogni; aveva due figli sposati e tre

    nipoti e rimpiangeva di non poter goderseli come lui ave-

    va sempre sognato. Adesso ha 75 anni; ormai è costretto

    a stare su una carrozzina. La malattia pur lentamente ha

    progredito il suo corso, ma lui non si è mai rassegnato,

    non poteva nemmeno pensare di rimanere immobile sen-

    za poter fare niente e così grazie all’aiuto della moglie , ha

    trasformato la sua professione di fotografo in hobby, con-

    tinuando a fotografare. Con l’aiuto della moglie sviluppa

    le pellicole e insieme compilano album e incorniciano nuo-

    ve foto.

    Laura Rivera Quispe

    2° Corso Assistenti Familiari per Pazienti terminali

    P a g i n a 1 1

    Presso Cascina Brandezzata ha sede l’Associazione A.F.A.

    (Assistenti Familiari Associati) che promuove l’integrazione lavorativa

    delle Persone immigrate e lo studio della cultura dei Paesi d’origine

    per non dimenticare le loro radici.

    https://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjl-tuw-uDVAhVEa1AKHdBSD4cQjRwIBw&url=https%3A%2F%2Fegypt14.com%2F2015%2F08%2F01%2F10-%25D9%2586%25D8%25B5%25D8%25A7%25D8%25A6%25D8%25AD-%25D9%2584%25D9%2584%25D8%2

  • P a g i n a 1 2

    Mi chiamo Francesco e sono

    nato in Italia, ho 49 anni e a

    differenza della quasi totali-

    tà degli allievi del corso che

    già lavorano nel settore, io

    provengo da quello informa-

    tico. Ho lavorato per 25

    anni acquisendo esperienza

    che mi ha portato a gestire

    l’Information Technology di

    importanti aziende. Qual-

    che anno fa purtroppo la

    crisi economica ha fatto sì

    che professionisti del setto-

    re come me, rimanessero

    senza lavoro e con pochissi-

    me chance di ricollocarsi

    (alla mia età è difficile in questo paese). Una cara amica

    mi chiama dicendomi che aveva urgente bisogno di ge-

    stire la nonna molto anziana, dato che la badante le ave-

    va dato forfè senza preavviso ed era la fine di luglio, mi

    chiese la cortesia di dargli una mano nel gestire l’urgenza

    in attesa di trovare una nuova badante.

    Iniziai l’avventura.

    Non nascondo che non è stato facile in quanto privo

    dell’esperienza necessaria per gestire correttamente la

    persona, mi sono rimboccato le maniche e ho portato a

    termine il compito con un discreto risultato. Questa

    esperienza inconsapevolmente già tracciava una strada.

    Passa del tempo e in internet cercavo sempre più notizie

    sull’argomento, fin che incappo nel sito della Fondazione

    Lu.V.I . Onlus e trovo molto interessanti i corsi proposti.

    Mi iscrivo al 9° Corso Specialistico di formazione per As-

    sistenti Familiari Pazienti con malattie neurologiche

    avanzate, croniche ed inguaribili e inizio a frequentarlo

    Non nego che nel frattempo venivo colto da perplessità e

    timori, con una domanda frequente nella testa: sarei sta-

    to all’altezza della situazione? Il corso procede con un

    programma molto vasto e con interventi di docenti alta-

    mente qualificati sugli argomenti che trattano; arriva

    maggio ed inizio il tirocinio all’INRCA di Casatenovo, una

    struttura all’avanguardia per quanto riguarda la pneumo-

    logia nel reparto semi

    intensivo. Qui ho tro-

    vato persone pazienti

    e competenti che mi

    hanno seguito in tutte

    le fasi della mia for-

    mazione dandomi la

    possibilità di fare un’e-

    sperienza preziosissi-

    ma sia a livello tecni-

    co sia operativo che

    umano. Qui incontro

    per la prima volta una

    Paziente affetta da

    SLA e qui mi rendo

    conto e tocco da vici-

    no questa malattia

    dagli effetti a dir poco devastanti.

    Abbiamo subito instaurato un buon rapporto, con il pas-

    sare dei giorni mi rendevo conto che la Paziente era con-

    tenta di vedermi, non capivo, in fondo mi dicevo non fac-

    cio nulla di diverso da altri operatori.

    Un giorno arriva il dott. Colombo per fare dei test sul

    ventilatore della Paziente: deve testare delle configura-

    zioni per farla parlare, nonostante la presenza di una can-

    nula non fenestrata, la scuffia e riesce a far parlare la Pa-

    ziente. Quando ho sentito la sua voce, è stata un’emozio-

    ne intensa ma lo è stato di più quando mi fa capire di av-

    vicinarmi a lei e con una voce molto debole mi sussurra:

    dovrebbero essere tutti come te.

    In quel momento avevo il cuore in fibrillazione, ho prova-

    to una gioia immensa!

    Quest’anno sto frequentando il 2° Corso Specialistico

    Assistenti familiari per Pazienti Terminali sempre pro-

    mosso dalla Fondazione Lu.V.I. Onlus

    Francesco Mosiello

    9° corso Assistenti Familiari per Pazienti con malattie

    neurologiche avanzate

    Dall’informatica alle Cure Palliative

  • La

    P a g i n a 1 3

    di leggere

    Dal dibattito sul fine vita a una riflessione sull’es-

    sere mortali, alla ricerca di un significato nuovo

    per parole come speranza, dignità, coraggio e

    libertà.

    “ Se anche esistono malattie inguaribile, le perso-

    ne sono sempre curabili”

    Un cavallo per lo sceriffo, una Panda

    per l'infermiera. Di collina in collina, di

    visita in visita, prende forma un alma-

    nacco di umanità: malattie e speranza,

    paura e sorrisi. Ogni viaggio si trasfor-

    ma in un racconto sulla punta delle

    dita, ogni casa in un teatro. E forse

    solo la narrativa può restituire, almeno

    in parte, il sapore di ciò che accadde.

    “Il montaggio di alcuni pezzi della mia vita” (Bruno Andreoni)

    A partire dal mese di settembre 2017,

    nel sito di Fondazione Lu.V.I. Onlus alla pagina : http://www.fondazioneluvi.org/il-montaggio/

    ogni settimana sarà pubblicato, un capitolo del montaggio

    (Cap. 1: Alcuni pezzi disordinati della mia vita).

    C’è tanto da fare. Si può volare nello spazio e nel

    tempo, partire per la Terra del Fuoco o per la cor-

    te di re Mida. Si può far visita alla donna amata,

    scivolarle vicino e accarezzarle il viso ancora ad-

    dormentato...Fine delle divagazioni. Bisogna che

    inizi a comporre i diari di questo viaggio immobile,

    per essere pronto quando l’inviato del mio editore

    verrà a raccogliere il mio dettato, lettera per let-

    tera.

    http://www.fondazioneluvi.org/il-montaggio/

  • P a g i n a 1 4

    Fondazione Lu.V.I Onlus Via Ripamonti 428, Milano

    Tel 02 94372703

    Cell. 331 4024267

    S econdo un’ antica storia araba esistono tre tipi di viaggiatori.

    C’è chi procede con i piedi, perché è necessario cammi-nare accettando la fatica di salire, imparando ad aspet-tarsi l’un l’altro, a non fare una gara a chi arriva prima e a non essere elemento di freno per il gruppo. Ma in questo modo il viaggio può essere solo un transito.

    C’è chi avanza per le strade con gli occhi avidi della bel-lezza del paesag-gio, rischiando di perdere di vista la meta.

    Infine, c’è chi viaggia con il cuore. E’ questo il senso della prima camminata in-detta da Fondazione Lu.V.I, un invito alla cittadinanza per un percorso attraverso il territorio agricolo del parco sud tra le cascine, una cam-minata per riscoprire e valo-rizzare il nostro territorio, alla portata di tutti anche dei bambini e ai non allenati. Un’occasione per fare sport e per conoscerci.

  • Convegno Fragilita’ e Territorio Il programma Ospedale Territorio per la continuità assistenziale delle Persone fragili nella rete socio-sanitaria area sud di Milano è stato attivato nel

    maggio 2015.

    Il 22 ottobre 2016 l’ATS città metropolitana milanese, la ASST santi Paolo e Carlo, la ASST Melegnano-Martesana e il Comune di Milano avevano

    promosso un Convegno per presentare le finalità del Programma ai Professionisti del Territorio ( medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali,..) .

    I Municipi 4-5-6-7 e Fondazione Lu.V.I Onlus ora promuovono il Convegno “ Fragilità e Territorio” per presentare ( in particolare ai Cittadini mila-

    nesi, alle Organizzazioni non profit e di Volontariato) le risorse presenti nella rete socio-sanitaria dei 4 Municipi a supporto delle fragilità che vivono

    nella Comunità.

    Il convegno si svolgerà sabato 23 settembre 2017 (ore 8.30-13.00) presso il Centro L’Hub di Comunità Nuova ( via Luigi Mengoni 3, in prossimità

    stazione MM Bisceglie, con ampio parcheggio gratuito). La partecipazione è gratuita.

    N. Verde 80089456 Tel. 02 36.50.43.41

    [email protected]

    P a g i n a 1 5

  • La delle cose è un periodico

    di Medicina Narrativa, registrato presso il Tribu-

    nale di Milano. E’ stata un’ iniziat iva di a lcuni

    studenti del Master in Cure Pal l iat ive . E’ il

    montaggio di “ pezzi di vita” di chi vive o ha vissuto

    l’esperienza di pazienti con malattie inguaribili

    (oncologiche e non oncologiche) o di persone con

    gravi fragilità psico-fisico-sociali che vivono

    nella comunità. Le narrazioni

    potrebbero dare un senso alla

    sofferenza di persone che grazie

    alla testimonianza di “pezzi “

    della loro vita, rimarranno nella

    memoria di coloro che li hanno

    conosciuti e che vogliono

    comprendere senza dimenticare .

    O G N I C O N T R I B U T O D E V E R I P O R T A R E

    N o m e e C o g n o m e d e l l ’Au t o re , c o n i n d i r i z z o

    E - m a i l e re c a p it o te le fo n i co .

    Q u a li f ic a d e ll ’Au t o re , Is t it u t o d i a p p a rt e -

    n e n z a e c it t à d i re s i d e n z a .

    L a lu n g h e z z a d e l le n a r r a z i o n i d e v e e s s e re

    c o n te n i b i le in u n a o a l m a s s im o d u e p a g i n e

    d e l p e r io d ic o .

    I te st i d e v o no e s s e re i n v i at i s o t to fo r m a d i

    f i l e wo rd .

    N e l ca s o d i “r i f le s s ion i su ll ’a rg o m e n to”,

    i l t e s t o d e v e p re v e d e re u n a i n t ro d u z io n e

    s in tet ica , una conclus ione e 2-3 vo ci b ib lio -

    g r a f i c h e (s e co n d o le no r m e re d a z io n a l i

    d e l la R i v i s t a I t a l i a n a d i C u r e Pa l l i a t i v e ) .

    Eve n t u a li r i fe r im e n t i b ib lio g r a f i c i d e vo n o

    e s s e re n u m e r a t i n e l l ’o rd i n e d i c it a z i o n e n e l

    t e s t o (d o ve v a n n o r i p o r t a t i t r a p a re n te s i ) .

    Raccontaci la della tua storia, inviandola a: [email protected] Tel.3314024267

    N O R M E E D I T O R I A L I P E R G L I A U T O R I

    I l p e r io d i co p u b b l i c a : n a r r a z io n i d i f a m i -

    g l i a r i , c a re - g i ve r, o p e r a t o r i so c io - s a n it a r i

    e vo lo n t a r i c h e a s s i s t o no o h a n n o a s s is t i -

    t o Pa z ie n t i c o n m a l at t ie a v anz a t e

    (o n co lo g ic h e e no n o n co lo g ic h e ) ; r ico rd i

    don at i da i Paz ie nt i e da i Fam ig liar i , r i f l e s -

    s io n i s u l l ’a s s is t e n z a a Pa z ie n t i co n m a lat -

    t ie in g u a r ib i l i/ t e r m in a li e a Pe rs on e con

    g rav i fra g i l it à p s ico - f is iche che v ivon o n e l la

    c o m u n it à . I co n t r ib u t i s o no va lu t at i d a l

    Co m it at o d i Re d a z io n e p e r l a e ve n t u a le

    p u b b li c a z io n e ; . Gli Auto r i de i con t r ibut i

    potrebbero esse re i n v it a t i a d o p e r a re

    m o d i f i c h e m a rg i n a l i p ro p o s te d a l c o m it a -

    t o d i re d a z io n e .

    A U T O R I Z Z A Z I O N I

    N e l ca s o d i n a r r a z io n i re -

    la t ive a Pa z ie n t i e n e l

    c a s o d i s t o r ie a m b ie n t a -

    t e p re s s o St ru t t u re so c io

    - s a n it a r ie , l ’Au t o re d e ve

    o tte n e re , n e l r is p e t t o

    d e l D lg s 1 9 6 / 2 0 0 3 , l ’aut o -

    r izz az ion e a l la p ub b licaz io -

    n e da part e d e l P a z ie n te

    ( i n a s s e nz a d e l Pa z ie n te o

    in ca s o d i su a in co m pe -

    te n z a , d a pa r te d e l Fa m i -

    g l i a re - C a re g ive r e d a

    p a r t e d e l R e s p o n s a b i le

    d e l la s t ru t t u r a ) .

    Cinzia pellegrini

    Chiara Esposito

    Maryla Guzman

    Ornella Schito

    Alessandra Favero

    Adele Calori