E-book: Il dipinto animato. IV A Plesso Gandhi
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Il dipinto animato
Racconto liberamente ispirato al libro
della Prof.ssa Maria Antonietta Spadaro:
“Palermo, ogni favola è un gioco”
Pietro Vittorietti Edizioni
Indice
Il racconto…………………………………………………………………….. Pag.03
Informazioni utili……………………………………………………………...Pag.17
Scheda descrittiva monumento……………………………………………...Pag.18
Credits………………………………………………………………………....Pag.22
Il dipinto animato 2
A Palermo intorno al 1400, all’interno di un austero edificio,fu costruito un
grande ospedale dove venivano curati molti malati e in città si parlava
molto di un grande dipinto che si trovava in una parete del portico del
cortile dell’ospedale.
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Una ragazza di nome Oliva accompagnava spesso la mamma in
quell’ospedale perché si occupava degli ammalati ma la madre le aveva
proibito di guardare quel dipinto. Un giorno alcuni compagni di gioco,
incuriositi dal divieto di guardare il dipinto che mostrava la morte su un
cavallo scheletrico, le chiesero come potessero entrare in ospedale per
vederlo, così studiarono un piano: si sarebbero nascosti dentro i sacchi di
iuta che stavano nel carretto di frutta e verdura che ogni giorno riforniva
l’ospedale.
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Il giorno seguente distrassero i contadini e si nascosero nel carretto e
si appostarono in un angolo e rimasero a guardare il dipinto in tutta la sua
spettrale spettacolarità.Cercarono di capire in silenzio il senso di quella
scena e ricordavano che un giorno il prete durante la messa disse che la
morte arrivava per tutti , infatti erano ritratti anche vescovi e sovrani e
solo chi in vita si comportava generosamente avrebbe avuto in premio il
paradiso.
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Ad un tratto il cavallo sembrò fare un balzo verso i ragazzi e la
Morte,con una voce che metteva i brividi,rivolse la parola ai ragazzi,
intanto anche la fontana cominciò a zampillare , i cagnolini iniziarono ad
abbaiare e i cani più grossi ringhiavano verso i poveri malati,i cadaveri
rotolavano , le dame e i cavalieri cominciavano a muoversi e l’arpa e il liuto
iniziarono a suonare .
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La Morte allora rivolse una domanda ai ragazzi:Può la Morte amare
questo tripudio di vita?E spiegò che la vita è un dono talmente prezioso che
nn va sprecato con l’ arroganza,l’ avarizia e la crudeltà,quindi la morte non
può fare altro che punire questi uomini ;i peggiori andranno all’inferno e
solo chi è stato generoso con il suo prossimo andrà in paradiso .
E i poveri malati? chiese Oliva
“Loro hanno avuto l’inferno sulla Terra: avranno dei premi”rispose la
Morte e andò via.
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All’improvviso si sentirono delle urla , erano stati scoperti, la
mamma li rimproverò e li mise in punizione.
L’indomani i ragazzi si ritrovarono insieme e si raccontarono il sogno che
avevano fatto.
Scoprirono che il sogno era lo stesso e non lo raccontarono a nessuno e
capirono quanto fosse stato saggio il discorso della morta.
Tornarono a vedere il dipinto da adulti quando accompagnarono i propri
figli per narrare loro il significato di questo maestoso ed inquietante
dipinto.
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L’affresco del trionfo della morte fu realizzato nel secolo XV nel
cortile di Palazzo Sclafani, allora sede dell’Ospedale Grande di Palermo.
Oggi è esposto alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis.
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Informazioni Utili
Dove si trova
Chi contattare per visitarlo Palazzo Abatellis
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Scheda descrittiva de Il Trionfo della Morte
Denominazione: Fontana Pretoria o Fontana delle Vergogne
Tipologia: Fontana
Località: Palermo Piazza Pretoria
Epoca / Data di costruzione: Rinascimentale/1554 d.C.
Architetto: Francesco Camilliani
Committente: Don Luigi Toledo
Descrizione dell’edificio (ESTERNO/INTERNO):
La fontana ha un impianto ellittico con vasche concentriche disposte su tre livelli.
E' un tripudio di divinità, ninfe, mostri, teste di animali, allegorie, rampe di scale,
balaustre, giochi di acqua che la vivacizzano e la movimentano, mantenendo
l'equilibrio della composizione. La prima vasca è divisa in quattro settori ed ospita
davanti a ciascuna di esse una vasca più piccola "sorvegliata" da una delle allegorie
dei quattro fiumi palermitani: Gabriele, Maredolce, Papireto ed Oreto. Tra le
statue si riconosce quella della dea Cerere, protettrice della Sicilia, con in mano
delle spighe di grano ed una cornucopia. La cancellata esterna in ferro battuto che
la circonda è opera di Giovan Battista Filippo Basile.
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Direzione Didattica Monti Iblei
EBook realizzato dagli alunni della classe IV B del Plesso Fava
nell’ambito del Progetto “Leggere Palermo”.
a.s.2015 2016
Insegnanti
Roberta Bodanza Antonio Chinnici Gemma Giannola
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