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E-BOOK formato PDF ISBN 978-88-98268-269 Prezzo € 6,00 IVA compresa

Copyright © 2014 Coltivare l’orto Editrice di Bruno Del Medico Via Torino 76 – 04016 Sabaudia LT

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Bruno Del Medico Illustrazioni di Elisabetta Del Medico

Coltivare il Gombo Un ortaggio dai molti nomi: Okri, Bamia, Quiabo

4 COLTIVARE IL GOMBO

Alcune varietà di gombo possono crescere fino a 5 metri in altezza.

SOMMARIO 5

Sommario

Il gombo, che cos’è ........................................................................................ 7 Provenienza del gombo ................................................................................. 9 Habitat ......................................................................................................... 11 I nomi del gombo ......................................................................................... 13 Proprietà ed effetti........................................................................................ 14 Le varietà ..................................................................................................... 15

Gombo Hill Country Red........................................................................... 15 Gombo Red Burgundy.............................................................................. 15 Gombo Silver Queen................................................................................ 15 Gombo Star of David ............................................................................... 15

Esigenze di coltivazione in Italia................................................................... 19 Innaffiatura ............................................................................................... 20 Concimazione........................................................................................... 21 Altre cure colturali..................................................................................... 22 Pacciamatura ........................................................................................... 22 Sfogliatura ................................................................................................ 22 Rincalzo ................................................................................................... 22 Scerbatura................................................................................................ 24 Potatura.................................................................................................... 24 Tutoraggio ................................................................................................ 24

La semina .................................................................................................... 26 Preparazione del terreno .......................................................................... 26 Semina diretta nell’orto............................................................................. 27 La semina in vivaio (in contenitori singoli)................................................. 28 Sul diradamento ....................................................................................... 32 Quanti semi? ............................................................................................ 33 Quando spunta?....................................................................................... 33 E la luna? ................................................................................................. 33

Il trapianto .................................................................................................... 34 Parassiti e malattie....................................................................................... 35 La raccolta, l’utilizzo, la conservazione......................................................... 37

Utilizzo del gombo .................................................................................... 37 Conservazione del gombo........................................................................ 38 Esiste un mercato per il gombo? .............................................................. 38

Il gombo in cucina ........................................................................................ 39 Alcune ricette con il gombo....................................................................... 39 Alcune ricette internazionali...................................................................... 40

Dove trovare i semi di gombo...................................................................... 43 Indice analitico .......................................Errore. Il segnalibro non è definito.


Gombo raccolto per la produzione di semi

IL GOMBO, CHE COS’È 7

Il gombo, che cos’è

Il gombo, conosciuto anche con molti altri nomi, è una pianta che pro-duce baccelli commestibili, coltivata quasi in tutte le regioni del globo. In Italia sta cominciando a diffondersi in questi anni, probabilmente veicola-to dagli immigrati che ne fanno largo uso nei loro luoghi di origine. At-tualmente viene prodotto principalmente in Messico, Turchia, Asia, e in molti paesi dell’Europa orientale fino all’Albania, dove prende il nome di Bamia. In Italia si sono tentate delle coltivazioni industriali in Sicilia, Sar-degna e nel Lazio, ma si sta diffondendo per lo più a livello amatoriale, negli orti domestici, sostenuto dalla naturale curiosità degli orticoltori.

Il gombo appartiene alla famiglia delle Malvacee, ed è un parente stret-to dell’ibisco: il suo nome scientifico, infatti, è Hibiscus esculentus oppure Abelmoschus esculentus.

Al genere Hibiscus appartengono almeno 200 specie di piante erbacee (annuali o perenni) oppure arbustive. A seconda delle specie queste piante crescono in Africa (da cui proviene il genere) e in Asia, ma anche in Europa e America, nelle zone a clima più temperato. Può raggiungere un’altezza che varia da 1,50 a 4-5 metri, a seconda della varietà; quelle coltivate sono per lo più annuali.

Ha foglie di colore verde scuro brillante, e produce fiori color giallo-zolfo con al centro una macchia porpora, molto decorativi anche se poco durevoli: come negli ibischi coltivati nei giardini a scopo decorativo, i fiori si aprono al mattino e si chiudono già il pomeriggio, per appassire la sera dello stesso giorno.


La caratteristica forma dei frutti del gombo.

PROVENIENZA DELGOMBO 9

Provenienza del gombo

Il gombo è originario del continente africano, probabilmente della re-gione etiopica; era conosciuto dagli egiziani già dal X° secolo a.C. Non è chiaro come sia avvenuta la sua diffusione dall’Etiopia al Mediterraneo orientale, fino all’Arabia e all’India dove è molto coltivato. Il gombo è stato introdotto nel continente americano fin dal XVII° secolo, e si è diffuso particolarmente in Brasile dove ha preso il nome di quiabo.

E’ chiamato anche gumbo, anche se questo nome viene applicato più frequentemente alle minestre basate su questo ortaggio.

Zona di origine del gombo, contrassegnata dal cerchietto.


I gombi vanno raccolti quando non superano i 10 cm.

HABITAT 11

Habitat

Per quanto il gombo sia una pianta di origine tropicale o sub-tropicale, può essere coltivato con successo anche in Italia, specialmente nelle zone climatiche più favorevoli, cioè le isole e tutta la fascia costiera. Non mancano testimonianze di successi anche nella pianura Padana, ed in zone collinari fino ai 600 metri. Dunque, può essere coltivato con soddi-sfazione anche nell’Italia settentrionale, nelle zone non troppo esposte e più calde, come per esempio le sponde a sud dei grandi laghi o i versanti a sud delle colline; alle volte può bastare anche il semplice riparo di un muro, purché non getti ombra sulla coltivazione.

La semina dovrebbe essere fatta nel mese di maggio, e la pianta può fruttificare per tutta l’estate, crescendo a una altezza media di un paio di metri. Per una buona produzione il gombo deve poter usufruire di una temperatura media di 25 °C circa ed una esposizione a tutto sole. Non è affatto esigente in termini di irrigazione e concimazione.


Foglie, fiore e frutto di gombo.

I NOMI DEL GOMBO 13

I nomi del gombo

Il gombo è conosciuto con moltissimi nomi, a seconda delle zone. Poi-ché in Italia ogni etnia di immigrazione lo identifica con un nome diverso, e non avendo gli italiani un nome ben definito da usare, se non quello probabilmente più diffuso di gombo, accade che anche in Italia la piante ed il relativo frutto siano conosciuti con nomi diversi.

Provo a presentare una rassegna dei nomi più usati nelle diverse zone del pianeta.

I nomi del gombo nel mondo Africa, Bantù Ngombo, tchiluba Africa: Angola, Congo Quingombo, quillobo America latina Quingambo, chicombó;,chimbombó, quimbombó Belgio Ketmie Brasile Quiabo Cina Huang tasu kwai Filippine Haluyoy, okra o saluyota bunga Francia Gombo, gombeaud, bamie-okra Grecia, Albania, Russia Bamia India Bhindai, ramturai o tori Israele Bamiya Località varie Algalia, angelonia, bolondrón, bombó, calalú, candía, cocra,

chaucha, chimbombo, chumbombó, gambó, gombó, guingambó, guingombó, gumbó, jolocín, lagarto, mahoe, majagua, molondrón, morito, najú, ñajú, ñangú, ocra, okra, quiabeiro, quiabo, quigombó, quimbombó, quingombó, ruibarbo, yambó

Messico Okra, angú, gombo Polonia Ketmia Spagna Ocra Turchia Bamya


Proprietà ed effetti

I baccelli commestibili del gombo hanno un basso contenuto di calorie, ma contengono in abbondanza vitamine A, B6, B1, B2, C; sono ricchi anche di acido folico, calcio, zinco, potassio e fibre.

La presenza di acido folico, essenziale nella prevenzione della spina bifida, rende il gombo consigliabile per le donne in gravidanza.

I baccelli del gombo contengono in abbondanza una mucillagine che può contribuire alla regolazione della glicemia, perché controlla l’assorbimento degli zuccheri nell’intestino tenue. Hanno anche un effetto lassativo; leniscono l’intestino irritabile e rinfrescano il tratto intestinale; aiutano a riassorbire il colesterolo e le tossine metaboliche che poi, gra-zie alla sua mucillagine, scivolano fuori dall’intestino nelle feci.

Il gombo è anche un alimento utile nelle diete per la riduzione di peso. E’ importante, per non perdere i vantaggi assicurati dalla mucillagine,

che il gombo venga cotto a fuoco basso. Tuttavia, per evitare una pre-senza eccessiva di questa sostanza che non è gradita al palato di molti, è bene sciacquare a lungo i frutti tagliati a rondelle o farli riposare una mezzora in acqua e succo di limone o aceto.

Il gombo è anche un ottimo rinvigorente per i capelli. Fatelo bollire in poca acqua finché non si sarà formato un liquido piuttosto viscido, che utilizzerete come ultimo risciacquo.

LE VARIETÀ 15

Le varietà

La diffusione su quasi tutto il globo comporta evidentemente la presen-za di moltissime varietà. Ne vogliamo presentare alcune.

Gombo Hill Country Red Piante rosse a stelo alto, producono baccelli inizialmente verdi che poi

si tingono di rosso. Produzione abbondante, iniziando da 60-70 giorni dopo la semina. (Vedi la foto in seconda di copertina).

Gombo Red Burgundy Varietà introdotta nel 1983, coltivata da Leo Robbins alla Clemson

University. Baccelli teneri con accenni di colorazione bordeaux, lunghi fino a 15 cm. Matura i frutti in 55-60 giorni. (Vedi la foto in seconda di copertina).

Gombo Silver Queen Pianta alta fino a 2 metri, produce baccelli verde-avorio lunghi fino a 15

cm, a 80 giorni circa dalla semina. (Vedi la foto in III° di copertina)

Gombo Star of David Varietà selezionata in Israele. Baccelli lunghi circa 8 cm, che maturano

in 60-75 giorni, su piante alte circa 2 metri. (Vedi la foto in III° di coperti-na).


Okra Lady’s Finger (Dita di donna), nome comune del gombo

LE VARIETÀ 17

Gombo Feuertufel (Dal Catalogo Graines Baumaux)


Okra Clemson Spineless. Piante vigorose, crescono fino a qualche metro di altezza. Produce baccelli a coste già dopo 50-65 giorni. Dal Catalogo Seedsavers Exchange

ESIGENZE DI COLTIVAZIONE IN ITALIA 19

Esigenze di coltivazione in Italia

Il gombo può essere coltivato in Italia, specialmente nelle zone più cal-de. Però, per una coltivazione che dia produzioni soddisfacenti il gombo richiede temperature tipiche delle zone tropicali, cioè almeno 25 °C medi giornalieri.

Per la prima volta è stato coltivato a Sanremo e presso il Giardino Co-loniale di Palermo, verso la fine degli anni ‘30. Tuttavia la coltivazione in Italia è sempre stata molto marginale, per diversi motivi, non ultima la circostanza che i frutti vanno raccolti piccoli, e se superano la lunghezza di 8-10 cm producono una mucillagine sgradita al gusto degli italiani.

I frutti sono delicati e risentono dei ritorni di freddo e della umidità ec-cessiva dell’aria; in queste condizioni assumono una colorazione verde-scura.

Pur non avendo elevate esigenze di irrigazione, tuttavia occorre dispor-re di acqua per sostenere la pianta nei periodi estivi più caldi.

Circa il terreno, il gombo si adatta a tutti i tipi anche se preferisce quelli di medio impasto. Naturalmente, trattandosi di una pianta di origine tropi-cale, l’esposizione deve essere a pieno sole: tollera male le posizioni a mezz’ombra.

Le irrigazioni devono essere molto modeste. Si possono aumentare leggermente quando inizia la fioritura.


Innaffiatura Il gombo è una pianta abbastanza resistente alla siccità, e può soppor-

tare bene la mancanza di acqua. Tuttavia, la possibilità di innaffiare deve essere prevista, specialmente nei terreni sabbiosi e nel periodo estivo. In ogni caso, una innaffiatura ogni 5-10 giorni può essere utile per ottenere una maggiore produzione; le irrigazioni sono necessarie nel periodo in cui la pianta inizia a fiorire e per tutto il periodo produttivo.

Il gombo produce fiori molto belli ma poco durevoli.

Le piantine in vivaio devono essere innaffiate con molta parsimonia; occorre evitare che il pane di terra secchi, ma nello stesso tempo occorre


evitare anche che si inzuppi, specialmente durante la germinazione. Si consiglia di innaffiare poco, una volta al giorno, con uno spruzzatore fine. Se il vassoio di allevamento delle piantine viene tenuto coperto con pla-stica o vetro, l’umidità al suo interno si mantiene costante e le necessità di irrigazione diminuiscono fino a una volta ogni tre giorni. Per evitare le muffe, però, bisogna scoprire il vassoio almeno un paio di ore al giorno, in modo da arieggiare le piantine.

Una scerbatura o la rincalzatura possono sostituire una irrigazione. Il miglior metodo di irrigazione, nell’orto domestico, è quello detto “per

infiltrazione laterale”, che consiste nel fare scorrere l’acqua nelle canalet-te appositamente create tra ogni fila di piante. Evitate sempre l’innaffiamento a pioggia, specialmente durante il giorno.

Concimazione Il gombo non richiede concimazioni consistenti, anzi può crescere mol-

to bene senza bisogno di interventi fertilizzanti su terreni che sono stati oggetto di concimazione di fondo l’anno precedente, per esempio quelli destinati alla coltivazione del pomodoro o della zucca.

Se invece il terreno è di nuovo impiego, oppure l’anno precedente ha ospitato coltivazioni con basse esigenze di concimazione, come fagioli, lattughe, ecc allora si può eseguire una concimazione di fondo al mo-mento della preparazione del terreno, usando concime ternario a basso titolo di azoto come, per esempio, 11-22-16 o simili, distribuito in ragione di 500 o 600 grammi su dieci metri quadrati.

Le concimazioni devono essere moderate.

Dopo il trapianto si può fare una concimazione azotata, per esempio

con urea, molto leggera. Scegliete di farla nelle prime fasi di crescita delle piante, quando sono alte circa 15-20 cm, distribuendo il concime in superficie, attorno ai fusti, in ragione di 50 grammi su 10 mq. Dall’inizio


della fioritura in poi si possono eseguire ogni 3-4 settimane delle conci-mazioni preferibilmente con un concime binario (PK) o ternario a basso titolo di azoto, distribuendolo alla base delle piante in ragione di 70 grammi su 10 mq. A differenza dell’azoto, che non necessita di essere interrato, questa concimazione lo richiede. Dopo la distribuzione provve-dete, usando una zappetta leggera o un sarchiello: non è necessario interrare profondamente.

In ogni caso, prima di ogni distribuzione di concime, bagnate il terreno.

Altre cure colturali Ci sono alcune operazioni che sono senz’altro consigliate. Special-

mente nei piccoli orti, che non devono confrontarsi con i costi della ma-nodopera, andrebbero sicuramente eseguite.

Pacciamatura La pacciamatura si può fare, prima del trapianto, stendendo del telo

agricolo nero sulle prode: su questo telo si praticano dei fori nei punti in cui dovranno essere interrate le piantine. La pacciamatura ha diversi pregi: mantiene caldo e umido il terreno, e inibisce la crescita delle erbe infestanti.

Sfogliatura La sfogliatura consiste nella eliminazione di tutte le foglie poste più in

basso nel fusto, quando ingialliscono o appena accennano a toccare il terreno: questa operazione serve a consentire una maggiore circolazione di aria nella parte bassa delle piante e a preservare la coltivazione dalle aggressioni fungine dovute all’umidità.

Per quanto la pianta non sia particolarmente sensibile alle malattie crit-togamiche, la coltivazione nelle zone italiane, dove l’umidità spesso è alta, le espone al rischio di attacchi di oidio e di peronospora: l’eliminazione delle foglie più basse li contrasta.

Rincalzo Il rincalzo consiste nell’accumulo di terra attorno al fusto, in modo da

coprirlo quanto più possibile, normalmente 10-15 centimetri. Va fatto nei casi in cui le prode di coltivazione non siano state pacciamate. Questa operazione ha l’effetto di stimolare l’emissione di nuove radici nella parte di fusto coperta: maggiori radici danno più stabilità alla pianta e assicura-no una produzione maggiore.


Gombi ad un diverso stadio di crescita. Alla sinistra i più piccoli, commestibili.


Scerbatura La scerbatura consiste nella eliminazione di tutte le erbe spontanee e

infestanti che nascono nel terreno di coltivazione. Sicuramente una buo-na pacciamatura con telo nero blocca la crescita di queste erbe, tuttavia una parte si sviluppa ugualmente, a stretto contatto dei fusti oppure nelle canalette di irrigazione. Dopo aver strappato o reciso le erbe occorre rimuoverle dalla coltivazione, perché molte hanno la capacità di continua-re a vegetare, specialmente se il terreno è umido.

Potatura Nelle zone più calde, dove il trapianto è stato fatto già in aprile, al ter-

mine di un primo ciclo produttivo si può provare a stimolarne un altro, recidendo le piante a 40-60 cm da terra. A questa potatura fate seguire una concimazione azotata. Questa operazione dovrebbe stimolare l’emissione di nuovi germogli, che potranno fornire un nuovo raccolto prima che le temperature scendano fino a bloccare l’attività della pianta.

Tutoraggio Una pianta di gombo è alta, al minimo, 150 cm ma la maggior parte

delle varietà supera agevolmente i 2 metri e alcune possono raggiungere i 5 metri di altezza. Se ne deduce che tutte le piante di gombo, anche le più basse, hanno bisogno di tutori, cioè di sostegni collocati molto vicino al fusto e infissi solidamente nel terreno, ai quali legare la pianta a mano a mano che si sviluppa in altezza. Si possono usare dei paletti o delle canne di bambù, legando la pianta ogni 20-30 cm. Sistemate i tutori subi-to dopo il trapianto e comunque finché la piantina è ancora piccola: se lo farete più tardi danneggerete sicuramente le radici. Per le legature non usate spago fino o fil di ferro, bensì rafia vegetale o fettucce, per non tagliare la corteccia del fusto. Le legature devono essere abbastanza larghe da non strozzare il fusto nella sua crescita.


Pianta di gombo legata a due tutori per una maggiore stabilità.


La semina

Preparazione del terreno Considerando il periodo più favorevole per la semina, un paio di mesi

prima si prepara il terreno con una buona vangatura, durante la quale si può fare una concimazione di base.

Il gombo non è molto esigente dal punto di vista della concimazione, tuttavia si può approfittare della vangatura per interrare del concime ter-nario, in ragione di 5-6 kg per 100 metri quadrati, utilizzando un tipo a basso titolo di azoto come, per esempio, l’11-22-16.

PERIODI DI SEMINA CONSIGLIATI PER IL GOMBO Zona climatica Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Pianura padana Zone costiere adriatiche e tirreniche Isole, coste ioniche, Liguria

Il terreno vangato deve essere spianato con l’aiuto di un rastrello, con-

ferendogli una leggerissima pendenza nella direzione in cui si vuole che defluiscano le acque pluviali.

Si possono poi preparare delle prode rialzate in modo che le piante non subiscano i danni di eventuali ristagni di acqua.

La distanza di impianto dovrà essere pari a 80 cm minimo tra le file e 60 cm sulle file, tra pianta e pianta. Per le varietà che tendono a crescere oltre i due mt le distanze saranno proporzionalmente superiori.

Ci sono due metodi di semina. Li riportiamo tutti e due, anche se, per la

semina nell’orto, è decisamente preferibile il secondo.

LA SEMINA 27

Seminiera con dischetti di torba.

Semina diretta nell’orto La semina si fa a postarelle, cioè si predispongono delle fossette pro-

fonde 3 cm circa e in ciascuna si collocano 3-5 semi. Le fossette devono essere distribuite lungo la proda alla distanza di 50 cm circa una dall’altra, mentre la distanza tra le prode deve essere di 70 cm al minimo.

Dopo l’emersione, quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di 10 cm circa, si procede al diradamento; questa operazione consiste nel lasciare solo la pianta più bella del gruppo, estirpando tutte le altre. Può sembrare doloroso farlo, ma sappiate che se lasciate due piante così vicine, nessuna delle due crescerà.


Baccello secco di gombo e semi.

La semina in vivaio (in contenitori singoli) Questa semina consiste nel far crescere delle piantine in un luogo di-

verso da quello che sarà la collocazione definitiva nell’orto. Si fa in con-tenitori singoli, in un piccolo spazio che definiamo vivaio. Si seminano gli ortaggi in piccoli contenitori di vario tipo, in modo da ottenere piantine che poi verranno trapiantate appena pronte. I vantaggi di questa pratica sono molti:

- la semina può avvenire più precocemente, in quanto le piantine, si-stemate tutte su un apposito vassoio, potranno essere allevate in casa, in modo da avere tutto il calore necessario anche quando il clima esterno è sfavorevole.

Eventualmente le piantine possono essere spostate all’aperto qualche ora, di giorno, per godere di luce e calore solare;

- in fase di trapianto si possono scegliere solo le piantine migliori, cosa che non sarebbe possibile seminando direttamente in campo;

- si ottengono file più omogenee nell’orto, senza mancanze dovute a germinazioni non avvenute;

LA SEMINA 29

Semina in vasetti di torba.

- i semi allevati nei contenitori sono più protetti da parassiti e predatori,

come uccelli e larve del terreno. La semina va fatta mettendo uno o più semi in vasetti singoli. Se ne

trova in commercio una grande varietà: vasetti di torba pressata, dischetti di torba pressata, contenitori alveolari di plastica o di polistirolo, ecc.


Gombo seminato in terra, qualche giorno dopo la germinazione.

Vasetti e dischetti di torba offrono il vantaggio che il trapianto può av-

venire senza alcuno stress per la pianta, in quanto, essendo biodegrada-bili, vanno interrati così come sono.

I contenitori di plastica costano molto meno e sono riusabili, ma occor-re fare molta attenzione, quando si estrae il pane di terra, a mantenerlo sano. Con questi supporti lo stress c’è ma è minimo.

Per risparmiare potete usare i bicchierini di plastica da caffè o da grap-pa. Ricordatevi, però, di praticare un foro sul fondo per lo sgrondo dell’acqua.

Per il riempimento dei vasetti usate il terriccio da semina, che potete trovare in tutti i garden center. Se fate il compostaggio dei rifiuti in proprio potete riempire i vasetti con il compost prodotto da voi, ma ricordate che deve essere invecchiato almeno due anni, in modo che sia completamen-te stabilizzato e non ci siano ancora reazioni chimiche in corso.

Eventualmente potete usare compost più fresco o terriccio normale da giardino, ma in questo caso li dovete miscelare al 50% con terra normale che, essendo più che stabile, attenua l’effetto dei processi chimici even-tualmente in corso.

LA SEMINA 31

Piantine di gombo appena germinate.

I dischetti di torba pressata sono pastiglie tonde alte circa 0,5 cm e con

un diametro da 3 a 5 cm. Bagnandoli con acqua tiepida crescono rapi-damente: mentre il diametro resta uguale, l’altezza passa da 0,5 a 4-5 cm. In questo modo avete a disposizione un vero e proprio vasetto, con-tenuto da una sottilissima calza, e non vi serve terriccio. Al momento del trapianto interrate tutto il dischetto (divenuto vasetto) perché è biodegra-dabile.


Gombo in crescita.

Sul diradamento Il diradamento è l’operazione con cui, dato un gruppetto di alcune pian-

tine molto vicine perché cresciute nella stessa postarella o nello stesso vasetto, occorre lasciare solo la più bella tra di loro, mentre le altre vanno tutte estirpate.

Il diradamento è sempre una operazione delicata, perché le piantine hanno le radici molto vicine, spesso accavallate o aggrovigliate: occorre fare attenzione che, estirpando una piantina, non vengano via anche le

LA SEMINA 33

altre. Il diradamento si esegue afferrando una piantina lungo lo stelo con le dita o con una pinzetta, e tirando, mentre con le dita dell’altra mano premiamo sul terreno per impedire che anche le altre vengano sollevate.

Inoltre, è sempre opportuno eseguire il diradamento in più riprese. Per esempio, in un gruppo di tre piantine possiamo eliminare solo la più pic-cola salvando le altre due. Dopo una settimana circa si provvederà a estirpare la più piccola fra le due rimaste. Questo accorgimento evita che, dopo aver lasciato una sola piantina su tre o più, per qualsiasi motivo questa appassisca.

Quanti semi? La semina diretta in campo presuppone sempre un impiego maggiore

di semi rispetto a quella in vivaio. Potete fare la semina diretta a postarel-le solo se avete una buona quantità di semi, mettendone 4 o 5 in ogni postarella.

Se invece, come accade più spesso, la vostra bustina contiene un nu-mero molto limitato di semi, allora ricorrete alla semina in contenitori singoli mettendo un solo seme per ogni vasetto; considerate che se ne mettete due e nascono entrambi, una delle due piantine dovrà essere sacrificata nel diradamento.

Quando spunta? La germinazione del gombo dipende molto dalle condizioni ambientali,

in particolare dalla temperatura. La temperatura di germinazione ideale è di 20-25 °C.

A questa temperatura le piantine emergono dopo una settimana circa. Se volete essere certi della germinazione, potete far pregerminare i

semi. Bagnateli con acqua tiepida e avvolgeteli in un panno. Ricontrolla-teli dopo un paio di giorni, dovrebbero aver emesso un primo piccolissimo germoglio. Metteteli subito in terra prima che questo cresca troppo, per-ché più si allunga più rischia di spezzarsi.

E la luna? Se amate seguire le fasi lunari nelle semine, allora tenete conto che il

gombo si semina e si trapianta in luna crescente.


Il trapianto

I trapianti vanno sempre eseguiti al tramonto. Sistemando la piantina nella sua collocazione premete il terreno intorno al fusto, e poi innaffiate abbondantemente in modo che la terra aderisca bene alle radici. Non eseguite il trapianto se la piantina non ha almeno 4-5 foglie e se la tem-peratura media esterna non arriva almeno a 16-18 gradi.

Piantina di gombo appena trapiantata.

PARASSITI E MALATTIE 35

Parassiti e malattie

In Italia non sono conosciuti al momento particolari parassiti del gom-bo. In effetti è stata segnalata una certa propensione dei lepidotteri a deporre le uova sotto le foglie, come pure la presenza delle cimici che possono succhiare la linfa dai baccelli lasciando poi delle antipaticissime macchie biancastre.

La lotta a questi e altri parassiti si può fare senza ricorrere a prodotti chimici, ma semplicemente utilizzando prodotti biologici.

Per gli attacchi delle farfalle, si possono spruzzare le piante con del macerato di foglie di pomodoro.

Mettete in un secchio 5 litri di acqua fredda e 500 grammi di fogliame di pomodoro fresco. Lasciate macerare per due giorni girando ogni gior-no, poi filtrate il liquido ottenuto e spruzzatelo sulle piante così com’è.

Se lo usate a scopo preventivo diluite al 50% con acqua. In ogni caso aggiungete due cucchiai di scaglie di sapone di Marsiglia per aumentare l’aderenza del liquido alle foglie.

Potete spruzzare al tramonto, una volta a settimana. Una norma prudenziale consiste nel controllare la pagina inferiore delle

foglie: se vi trovate degli accumuli di cilindretti arancioni, quelle sono le uova delle farfalle.

Per quanto riguarda le cimici, potete spruzzare sulle piante un infuso di tabacco. Fate bollire un litro d’acqua. Mettete in un recipiente l’equivalente di tre sigarette sbriciolate, e versateci sopra l’acqua bollen-te. Quando il liquido sarà freddo lo potete spruzzare sulle piante, aggiun-gendo anche in questo caso del sapone di Marsiglia, in ragione di un cucchiaio raso di scaglie.

Anche le malattie crittogamiche (oidio e peronospora) possono essere prevenute in modo biologico, spruzzando sulle piante del macerato di equiseto (coda di cavallo) preparato come quello di pomodoro: 500 grammi di equiseto fresco in 5 litri d’acqua.

Se avete difficoltà nel trovare l’equiseto, che cresce sulle rive dei corsi d’acqua lenti o dei piccoli laghi, potete usare il verderame o poltiglia Bor-dolese. Chiedete presso il garden center dello zolfo ramato, e seguite le istruzioni riportate sulla confezione.


Sulla foglia in primo piano si nota un attacco fungino. E’ consigliabile eliminare le foglie infette e spruzzare le altre con verderame.

RACCOLTA,UTILIZZO, CONSERVAZIONE 37

La raccolta, l’utilizzo, la conservazione

Lo sviluppo dei baccelli è velocissimo. Il fiore dura un solo giorno e su-bito dopo spunta il baccello, per cui la raccolta, se la si vuole fare al pun-to giusto, va ripetuta ogni giorno.

I baccelli vanno raccolti tagliando il gambo, mentre sono ancora teneri e non superano la lunghezza di 7-10 cm. Oltre queste dimensioni diven-tano mucillaginosi e immangiabili.

La raccolta si fa da luglio a settembre, a seconda del periodo di semi-na. Una volta raccolto il baccello è poco conservabile: si mantiene in frigorifero, al massimo un paio di giorni.

Le piante di gombo hanno dei peli che possono irritare la pelle, quindi è consigliabile indossare una tuta a maniche lunghe e dei guanti durante la raccolta. Esiste comunque una varietà detta “Spineless”, cioè senza spine.

Per le esigenze di una famiglia sono sufficienti poche piante, circa una decina, considerando che bisogna raccogliere allo stesso tempo tutti i baccelli necessari alla preparazione del piatto. Non è possibile raccoglier-li in più riprese conservandoli in frigorifero.

La produzione complessiva di baccelli, relativamente a tutto il ciclo produttivo, può essere considerata pari a 1 kg per metro quadrato di coltivazione.

Utilizzo del gombo I baccelli vengono utilizzati per minestre e stufati, o anche come verdu-

ra fritta o bollita. In Italia l’uso è occasionale e volontaristico, ma in altri paesi, per e-

sempio l’America, il gombo viene coltivato in migliaia di tonnellate per l’uso delle grandi aziende alimentari. Non è raro trovarli inscatolati nei supermercati.

I semi maturi vengono utilizzati pe ricavarne un discreto olio da tavola. Qualche volta i semi maturi del gombo vengono tostati e macinati, per essere usati in sostituzione del caffè.

Le fibre del gombo, ricavate dai fusti macerati, vengono utilizzate per la produzione di carta o di un tessuto conosciuto come fibra di gombo.


Conservazione del gombo Il gombo è poco conservabile allo stato fresco. E’ possibile, però, es-

siccare i baccelli, infilzandoli come i peperoncini lungo il picciolo in modo da formare una collana. Ciò fatto si appendono in un luogo ombreggiato e asciutto per una quindicina di giorni. Così essiccati si conservano ab-bastanza a lungo, ma prima di usarli bisogna farli rinvenire in acqua cal-da.

Naturalmente è anche possibile congelare o surgelare i frutti di gombo, dopo averli lavati e fatti asciugare per bene. Vanno cotti ancora congela-ti.

Esiste un mercato per il gombo? Tutti i tentativi di coltivazione industriale del gombo fatti in Italia non

hanno avuto grande successo, perché si tratta di un prodotto sconosciuto offerto in un mercato che già abbonda di verdure squisite: i competitori diretti del gombo, come potrebbero essere i fagiolini e gli asparagi, con-siderati tra i più simili, non temono affatto la sua sfida. Tuttavia, un picco-lo mercato esiste per molti immigrati che sono abituati, nei loro paesi, a consumare questo ortaggio. Quindi nei negozi etnici è possibile trovare il gombo solitamente inscatolato o surgelato, proveniente per lo più dal Messico che è un grande produttore.

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Il gombo in cucina

Il gombo è una verdura tipica di culture diverse dalla nostra, special-mente quella creola (cultura mista di influssi spagnoli, francesi e messi-cani) e quella balcanica e turca. Dunque, può risultare insolito al nostro palato italiano.

Il sapore del gombo, a detta di molti suoi consumatori, ricorda quello degli asparagi, seppure vagamente; per altri ricorda il fagiolino. Può essere consumato crudo oppure cotto nei più diversi modi: fritto, misto a minestre e minestroni, ripassato in padella con o senza pomodoro. In ogni caso conserva intatte le sue proprietà vitaminiche solo se la cottura viene fatta a temperatura bassa e per breve tempo.

E’ una verdura tenera che si accompagna bene a pomodori, mais, ci-polle, melanzane, peperoni. Può essere servito anche come contorno a piatti di carne: viene usato molto spesso per accompagnare il pollo.

Quando sono ancora molto piccoli (5 cm) i gombi possono essere con-sumati crudi in insalata, da soli o accompagnati ad altre verdure: in que-sto caso si tagliano a rondelle.

I baccelli un po’ più grandi (oltre i 7 cm) presentano un contenuto di mucillagine che può essere notato e non gradito. Per ovviare è possibile tagliare i frutti a rondelle e sciacquarli molto bene in acqua tiepida e poco aceto.

Talvolta questa presenza mucillaginosa può diventare utile, perché a-gisce come addensante nelle minestre e nelle zuppe, senza farsi notare troppo al palato.

Nei supermercati più forniti, o in quelli etnici, è possibile trovare il gom-bo confezionato in salamoia o in agrodolce.

Alcune ricette con il gombo Primo piatto di pasta con il gombo Dosi per 4 persone: - pasta corta, 320 gr; - fagiolini, 200 gr; - gombo, 300 gr; - pomodori maturi, 150 gr; - aglio, pecorino grattugiato, sale, quanto basta;


- peperoncino, a piacere. Procedimento: - tagliate i gombi in due nel verso della lunghezza e fateli saltare per 5

minuti circa in una padella grande con olio, aglio, sale e peperoncino a piacere. Lavate e spuntate i fagiolini, tagliandoli poi in 2-3 pezzi;

- a parte, tagliate i pomodori a dadini di mezzo centimetro per lato; - portate a ebollizione l’acqua per la pasta, salate e versate contempo-

raneamente la pasta e i fagiolini; - scolate la pasta con i fagiolini al dente, e versatela nella padella con i

gombi; fate saltare un paio di minuti; - aggiungete i pomodori e il pecorino, mescolate e servite.

Il gombo all’interno è pieno di semi, e va consumato quando è ancora piccolo (massimo 10 cm di lunghezza).

Alcune ricette internazionali Dall’Albania possiamo citare una ricetta a base di agnello. Dosi per 4 persone: - 400 gr di agnello; - 500 gr di gombo (detto bamia in Albania); - 250 gr di pelati; - 1 cipolla, il succo di 1 limone; - olio di oliva, sale, pepe, alloro: quanto basta; - a piacere, peperoncino. Procedimento: - tagliate la carne a cubetti e fatela rosolare in un tegame con l’olio e la

cipolla; - aggiungete pelati, sale, pepe, alloro ed eventualmente del peperonci-

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no e un bicchiere d’acqua o di brodo; - continuate la cottura per 6-7 minuti a fuoco lento. Aggiungete poi i

gombi interi (eliminando le punte) ben lavati e il succo di limone; - lasciate cuocere sempre a fuoco basso per un quarto d’ora, aggiun-

gendo acqua o brodo se vedete che si asciuga troppo. Sempre dall’Albania, una ricetta del gombo come contorno Dosi per 4 persone: - gombo, 600 gr; - aceto, mezzo bicchiere; - mezza cipolla; - un pomodoro; - prezzemolo, un cucchiaio; - olio, sale, pepe o peperoncino quanto basta. Preparazione: - prima di tutto potete eliminare la mucillagine in eccesso mettendo i

gombi tagliati a rondelle in un recipiente chiudibile con l’aceto e un cuc-chiaino di sale. Scuotete bene e fate riposare un quarto d’ora, poi sciac-quate;

- in un tegame fate rosolare in olio la cipolla tritata; aggiungete i gombi, il prezzemolo e il pomodoro;

- coprite il contenuto della padella con acqua o brodo, e fate cuocere a fuoco lento per 25-30 minuti, aggiungendo acqua o brodo se si asciuga troppo.

Dalla cucina brasiliana, una ricetta di gombo (quiabo) con il pollo. Dosi per 4 persone: - 1 kg di cosce e sopracosce di pollo; - 2 spicchi di aglio tritati; - 400 grammi di gombo; - 1 cipolla tritata; - il succo di mezzo limone; - 100 grammi di passata di pomodoro; - olio, sale, pepe quanto basta; peperoncino a piacere. Preparazione: - mettete i pezzi di pollo in un recipiente e conditeli con aglio, cipolla,

sale e peperoncino; lasciateli a macerare per almeno un paio d’ore, me-glio se dalla sera prima.

- in un tegame con olio fate rosolare il pollo girandolo finché sia tutto dorato, poi toglietelo dal tegame e conservatelo a parte con il suo liquido di cottura;

- lavate i gombi, eliminate le punte e tagliateli a rondelle; - fate rosolare nel tegame la cipolla con poco olio; aggiungete i gombi,

il succo di limone e la passata di pomodoro; fate cuocere a fuoco lento per qualche minuto, finché i gombi saranno asciutti;


- aggiungete nel tegame il pollo e mezzo bicchiere di acqua o brodo, regolate il sale e il pepe e fate cuocere ancora per 10 minuti circa.

Il gombo può superare in altezza una pianta da frutto.

DOVE TROVARE I SEMI 43

Dove trovare i semi di gombo

Al momento della stampa di questo libro, non risultano alla nostra co-noscenza ditte che commercializzano piantine di gombo. Circa i semi, i fornitori sono per lo più all’estero, ma è possibile acquistare anche in Italia. Ecco alcuni recapiti:

Vendita per corrispondenza Eurosementi, Via Pastene 13- 83040 Gesualdo (AV) Tel. 339.5785036 http://www.eurosementi.it/ (Cerca ortaggi/okra) Su Ebay: www.ebay.it Dalla Francia (ottimo fornitore di sementi) Graines Baumaux http://www.graines-baumaux.fr/ Produzione senza vendita diretta Oxadis- Via Cappuccini, 4/B - 26100 Cremona Tel. 0372434943 La ditta è disponibile a segnalare ai lettori interessati il rivenditore più

vicino alla loro zona di residenza. http://www.oxadis.com/

http://www.eurosementi.it/

http://www.ebay.it

http://www.graines-baumaux.fr/

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Copyright © 2014 Coltivare l’orto Editrice di Bruno Del Medico Via Torino 76 – 04016 Sabaudia LT

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