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Duomo di Modena, metopa con gli antipodi

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Duomo di Modena, metopa con gli antipodi

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Il numero due deriva dalla divisione dell’unità ed è il simbolo della separazione. Il due è l’espressione della dualità.

In una visione dualistica del mondo si ha la separazione del principio materiale dal principio spirituale;

il numero due è l’incarnazione degli opposti: maschile/femminile, giorno/notte, terra/cielo, ecc.

Ci porta all’interno di una differenziazione fondata su un conflitto binario, che comporta un’esclusione e una spaccatura: vero o falso, bianco o nero, ecc.

contrasto Bene / Male (vedi anche tradizione manichea )

Timpano di Autun. Psicostasia. L’angelo e il diavolo si contendono le anime.

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Sono numerose le coppie che Olivier Beigbeder individua nella tradizione biblica e cristiana (padri della Chiesa e loro commentatori): l’anima e il corpo, Cristo e la sua Chiesa, Caino e Abele (sopra bassorilievo della Cattedrale di Modena), i due Testamenti, la vita attiva e quella contemplativa e così via.

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Il pensiero medievale eredita dall’antichità classica la partizione dell’essere umano in due elementi costitutivi principali, l’anima e il corpo. La lettura del corpo formulata nel corso dell’alto medioevo dagli autori di ambiente monastico ne fa un elemento oscuro, che conduce l’anima umana nel mondo terreno verso il peccato.

Il dominio dell’anima sul corpo è il fine ultimo del buon cristiano, che sembra portare in sé le tracce della colpa originaria, che ne fa un discendente di Adamo.

L’accentuazione di questa concezione pessimistica della materia e del corporeo è strettamente collegata alla nozione cristiana del peccato originale, che ha immesso nell’essere umano l’elemento di imperfettibilità e corruttibilità.

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Il due è anche simbolo, secondo la tradizione biblica del Vecchio e del Nuovo Testamento dei due tipi di vita, attiva e contemplativa, personificati da Lia e Rachele (VT) e da Marta e Maria (NT).

Il Vangelo di Luca (10, 38-42) ci parla di Marta, che si preoccupa di sfamare Cristo, e di Maria, che sta ad ascoltarlo.

Dante nel XXVII canto del Purgatorio sogna Lia e Rachele, la prima intenta a raccogliere fiori, l’altra a contemplarsi in uno specchio.

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Al centro del primo riquadro, il Creatore è seduto in trono, dentro una mandorla appoggiata sul capo ricurvo di un telamone. A sinistra, Abele offre a Dio un agnello; a destra, Caino offre un manipolo di spighe. A destra della figura di Abele, l'iscrizione (= Abele, il primo giusto, presenta l'offerta propiziatoria, che è gradita). A destra del telamone genuflesso, l'epigrafe (= Egli insiste, piange, geme, molto si addolora). Segue la scena dell'uccisione di Abele.Nel terzo ed ultimo riquadro, Dio Padre pone la mano destra sulla spalla di Caino; nella sinistra ha un cartiglio, in cui si legge: “Ubi est Abel frater tuus?”

Bassorilievo della Cattedrale di Modena

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La linea è la figura geometrica raffigurante il due.

Nella croce la coppia della linea verticale e di quella orizzontale rimandano al due: la linea orizzontale indica lo sviluppo materiale, mentre quella verticale l’elevazione spirituale.

Differenza tra realtà terrena e realtà superiore.

[vedi numero Quattro ]

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Il Beigbeder avvicina alla dualità che si fonde in unità anche l’incrocio [vedi Tetramorfo in Numero uno]

• Molti sono gli esempi nell’arte romanica: l’incrocio delle gambe dei due vegliardi del timpano di Moissac

Timpano di Moissac: a destra due vegliardi con le gambe incrociate

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• I leoni con due corpi e una sola testa di molti capitelli romanici

• L’albero a Y con i due rami che si dipartono da un solo tronco

• I due temi che occupano il timpano e l’architrave di molte chiese romaniche (es. Chiesa militante e Chiesa trionfante, con Cristo e la Vergine)

S.Croce, Parma, capitello dei leoni

Chauvigny: mostro con due corpi e una sola testa divora un’anima

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Figura geometrica formata da sole due linee curve, la Mandorla Mistica è un simbolo molto diffuso nell’arte. Fra i simboli che influenza il principale è quello del pesce stilizzato, icthùs.

Essa segna e rappresenta visivamente l’incontro e la compenetrazione di due mondi o dimensioni dell’essere.

E’ anche simbolo delle fasi dinamiche che intercorrono fra l’inizio e la conclusione di un’eclissi solare.

È quindi simbolo dell’opera, cosmica ma anche umana ed interiore, dell’unione di ciò che sembra inconciliabile.

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Nell’architrave di Saint-Genis-des-Fontaines Beigbeder individua il contrasto tra l’uomo meditativo e l’uomo agitato dalle preoccupazioni del mondo, allusione al Giudizio. Interessanti anche i due angeli che sorreggono la mandorla di Cristo nell’ascensione, formando una sorta di disco alato (tema del “due in uno”; cfr. disco alato del sole con i due serpenti che lo inquadrano nella cultura egizia)

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Giudizio Universale, timpano del portale della chiesa di St.Foy de Conques, Francia: in basso a sinistra i malvagi, a destra i buoni.

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Capitello della chiesa di Santa Croce a Parma, raffigurante due aquile e due serpenti

Leoni del duomo di Parma

Non si contano nell’arte romanica gli animali che si fronteggiano, che si incrociano, che lottano o comunque doppi, il cui significato va studiato di volta in volta, data l’ambiguità tipica del simbolo.

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Visto che il simbolismo esprime una relazione con una realtà superiore che oltrepassa l’uomo, niente lo può mostrare più chiaramente degli esseri dalla doppia natura, umana e bestiale, come centauri, sirene, arpie.

Sirene bicaudate della chiesa di Santa Croce a Parma.